il mercato del vino in messico - italian chamber in the caribbean · 2017-07-17 · il sistema...
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INDICE
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Dati generali
Rischio paese
Quadro macroeconomico
Il mercato del vino in Messico: introduzione
Produzione nazionale di vino
Il mercato del vino in Messico: caratteristiche principali
Importazioni di vino in Messico
Tariffe e barriere doganali
Norme sull’importazione di vino
Etichettatura prodotti
La distribuzione commerciale
La distribuzione commerciale per il vino
La formazione dei prezzi
Il comportamento dei consumatori
Strategia di entrata nel mercato messicano
Tendenze e prospettive
Fiere di settore
Mass media di settore
Indirizzi utili Messico 93
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DATI GENERALI
Superficie: 1.964.375 kmq.
Popolazione: 121.000.000 abitanti circa.
Capitale: Città del Messico (20.000.000 di abitanti circa).
Città principali: Guadalajara (4.400.000), Monterrey (4.100.000), Puebla
(2.700.000).
Lingue: spagnolo.
Religioni principali: cattolici 83%, protestanti 6%.
Pil (nominale): 1.185 miliardi di Euro.
Pil (pro capite): 9.600 Euro circa.
Valuta: Peso messicano (MXN).
Ordinamento politico: repubblica federale.
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RISCHIO PAESE
Il Messico è considerato un paese a medio rischio dal punto di vista sia
politico che economico.
Secondo la Country Risk Map della SACE (l’organismo del Ministero degli
Esteri che finanzia e assicura i crediti internazionali), il Messico viene
considerato un paese a medio rischio politico (41 su 100) e a medio rischio di
credito (36 su 100). Per quel che riguarda il rischio di mancato pagamento
controparte sovrana siamo a 32 su 100, mancato pagamento controparte
bancaria siamo a 36 su 100 e mancato pagamento controparte corporate
siamo a 39 su 100.
Nella classificazione dell’OCSE in una scala da 0 a 7, nella quale 0 indica il
rischio minore e 7 quello maggiore, il Messico si colloca nella categoria 3.
Le principali agenzie di rating internazionale assegnano al paese un rating
BBB+ per Standard & Poor’s e Fitch e A3 per Moody’s.
Il sistema bancario è solido e ben capitalizzato. Esistono però fenomeni
diffusi di corruzione e l’imparzialità del sistema giudiziario non sempre è
garantita, la burocrazia spesso è asfissiante, tuttavia l’atteggiamento verso gli
investitori esteri è molto favorevole. Le infrastrutture sono adeguate e sono in
corso ulteriori progetti di sviluppo. In alcune aree del paese, ci sono fenomeni
di guerriglia e di terrorismo provocati da formazioni politiche di varia
ispirazione. In alcune aree è molto pervasiva la presenza di gruppi della
criminalità organizzata, soprattutto cartelli di narcotrafficanti, che si rendono
protagonisti di feroci fatti di sangue e che, nei fatti, controllano il territorio,
nonostante la dura repressione delle forze dell’ordine.
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QUADRO MACROECONOMICO
Il Messico è la seconda economia dell’America Latina, dopo il Brasile, ha una
popolazione di oltre 120 milioni di abitanti con un livello di reddito medio,
attorno ai 10.000 Euro. La disoccupazione è bassa, attorno al 4,5%, il debito
pubblico è di poco superiore al 45% del PIL, l’inflazione è attorno al 3,5% e la
crescita del PIL nel 2015 è stata del+2,4%, nel 2016 del +2% e le previsioni
per il 2017 sono di una crescita che si colloca tra il +2 e il +3%, nonostante
l’incognita Trump.
La popolazione, che ormai ha superato i 121 milioni di abitanti, è per l’80%
meticcia, per un 10% indigena e per un 10% bianca. Ci sono una sessantina
di gruppi etnici e linguistici i principali dei quali sono: Nahuati, Maya, Mixtechi,
Zapotechi, concentrati soprattutto nelle regioni meridionali e sud orientali del
paese.
Metà della popolazione messicana ha meno di 24 anni e il tasso di crescita
demografico è dell’1,8% annuo.
Il 78% dei messicani vive nelle aree urbane e, nelle aree metropolitane di tre
grandi città: Città del Messico, Guadalayara e Monterrey si concentra un
quarto della popolazione del paese.
La distribuzione del reddito e delle ricchezze è molto squilibrata. L’indice di
Gini per il Messico ha un valore di 0,44, per avere un metro di paragone, la
media per i paesi dell’Unione Europea è a 0,30. L’indice di Gini è un
indicatore economico utilizzato per misurare il livello di uguaglianza /
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disuguaglianza nella distribuzione dei redditi e delle ricchezze, ha valori che
vanno da 0 a 1, quanto più si avvicinano allo 0 tanto maggiore è il livello di
uguaglianza e viceversa. Il dato preoccupante per il Messico è che negli
ultimi anni i valori sono aumentati e quindi il livello di disuguaglianza è
cresciuto.
Il Governo sta realizzando da alcuni anni un programma molto esteso di
riforme che tendono a dare maggior efficienza e competitività al paese con lo
scopo di accelerare la crescita economica.
L’economia messicana è molto dinamica, molto aperta agli scambi con
l’estero, si trova in una posizione strategica, usufruisce di accordi commerciali
preferenziali con i paesi limitrofi a cominciare da Stati Uniti e Canada.
L’economia messicana dipende molto dall’andamento di quella statunitense
essendo gli Stati Uniti il principale mercato di esportazione per il Messico. Il
paese ha più di 3.000 km di frontiera con gli Stati Uniti e fa parte di numerosi
accordi di libero scambio a cominciare dal NAFTA con Stati Uniti e Canada.
Partecipa anche ad alcuni accordi di integrazione economica con altri paesi
latinoamericani. Il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha
promesso che finirà di costruire il muro che già parzialmente esiste alla
frontiera con il Messico, per fermare l’afflusso di clandestini negli Stati Uniti e
ha minacciato sanzioni che possono arrivare fino all’introduzione di nuovi dazi
doganali, nei confronti di quelle aziende statunitensi che delocalizzano in
Messico, dove possono contare su costi del lavoro decisamente più bassi di
quelli statunitensi. Difficile per ora prevedere se e quanto queste minacce
diventeranno provvedimenti reali e quanto potranno influire sull’economia
messicana.
Il Messico è anche un grande produttore di materie prime energetiche a
cominciare dal petrolio. L’economia del paese ha subito un forte
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rallentamento dopo la crisi internazionale del 2008-2009 ma, negli ultimi anni,
ha ripreso a crescere sia pure a tassi non eccezionali.
Il Messico è considerato un paese emergente con ottime prospettive di
crescita economica. Il paese è riuscito, negli ultimi anni, a mantenere solidi i
fondamentali macroeconomici, è riuscito a mantenere una certa disciplina
fiscale con bassi livelli di debito pubblico, le riserve internazionali sono
consistenti e il sistema finanziario del paese è ben capitalizzato. L’ambizioso
programma di riforme economiche messe in atto dall’attuale governo mirano
ad accrescere la competitività del paese e a liberalizzare settori economici
finora molto regolamentati.
La crescita economica del paese è dipesa sinora soprattutto dall’industria
petrolifera e da quella manifatturiera.
Le riforme avviate dal Governo tendono a migliorare l’attrattività del paese
per gli investitori esteri. Gli IDE (Investimenti esteri diretti) nel 2015 sono stati
pari a circa 25 miliardi di USD e i maggiori paesi investitori sono stati: USA,
Spagna e Olanda, i principali settori di destinazione sono stati il settore
bancario e quello manifatturiero.
Negli ultimi anni la caduta sui mercati internazionali del prezzo degli
idrocarburi, di cui il Messico è grande produttore ed esportatore, ha creato
non pochi problemi all’economia messicana. Tuttavia la svalutazione della
valuta, il Peso messicano e la crescita statunitense hanno ridato impulso al
settore manifatturiero.
Il Messico ha enormi risorse minerarie, in gran parte ancora non sfruttate, a
cominciare dagli idrocarburi: petrolio e gas, ma anche: oro, zinco, piombo,
rame, ferro, cadmio, molibdeno, manganese, argento e altri.
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Il paese ha anche un gran potenziale per la produzione di energie rinnovabili,
dall’idroelettrico, al solare, all’eolico, al geotermico, alle bioenergie.
Il settore petrolifero è il principale settore dell’export, seguito dal settore
automobilistico.
Esiste, nelle regioni a ridosso del confine con gli Stati Uniti, il fenomeno delle
cosiddette maquilladoras, praticamente degli stabilimenti manifatturieri, che
godono di particolari agevolazioni fiscali, che producono beni industriali
destinati ad essere esportati prevalentemente verso Stati Uniti e Canada.
L’economia messicana è molto integrata con quella degli Stati Uniti, basti
pensare che il 78,5% dell’export del paese è diretto verso gli USA.
Tuttavia nonostante le buone performance il paese presenta ancora fortissimi
squilibri sociali, la distribuzione dei redditi è molto diseguale, esistono fasce di
popolazione che vivono ancora in condizioni di estremo disagio, secondo
alcune ricerche il 46% della popolazione vivrebbe al di sotto della soglia di
povertà. Ci sono alcuni settori industriali che sono, di fatto, protetti da misure
protezionistiche, ci sono fenomeni diffusi di evasione fiscale, una parte
consistente della popolazione vive ancora, nelle campagne, in condizioni di
notevole arretratezza. Si calcola che circa 30 milioni di persone lavorino nella
cosiddetta economia informale praticamente vivendo di attività agricole o di
allevamento di sussistenza o di piccoli commerci.
Come ha sostenuto qualcuno non esiste un solo Messico ma molti Messico
che coesistono all’interno dello stesso paese. Molte e forti sono le
contraddizioni, forti le disuguaglianze sociali, settoriali, regionali, nella
distribuzione delle risorse e della ricchezza, nell’accesso al sistema educativo
nei livelli di benessere e di salute.
L’economia informale, ovverosia quella che in Italia chiameremmo le “attività
in nero”, costituiscono una parte importante dell’economia del paese. Si
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concentra prevalentemente in piccole attività nei settori del commercio e dei
servizi ma anche in parte nel settore manifatturiero. Secondo alcune stime
circa un terzo del PIL nazionale è prodotto da questo genere di attività.
La popolazione attiva si distribuisce all’incirca in questo modo: il 42% è
impiegata nei servizi, il 20% nel commercio, il 16% nelle attività
manifatturiere, il 14% nelle attività agro-pastorali, il 7% nelle costruzioni, l’1%
in altre attività.
Il sistema economico presenta un forte dualismo, da un lato ci sono aziende
moderne, ben organizzate, competitive e, dall’altro lato, ci sono un’infinità di
piccole e piccolissime aziende che operano in maniera inefficiente, al
margine dell’economia formale.
In alcuni Stati ci sono parchi industriali e tecnologici di altissimo livello, ad
elevata specializzazione. Nel settore manifatturiero il paese è diventato una
piattaforma strategica per la produzione di autoveicoli e di componentistica
per l’industria automobilistica, grazie ai costi contenuti della manodopera,
all’elevata produttività e alla vicinanza con uno dei principali mercati mondiali
per l’industria automobilistica, quello nordamericano.
Altro settore trainante dell’economia del paese, come già sottolineato, è
quello energetico, soprattutto la produzione ed esportazione di idrocarburi
anche se ultimamente si è cominciato ad investire anche sulle fonti
rinnovabili.
Gran parte delle esportazioni messicane hanno come destinazione gli Stati
Uniti e, a seguire, Canada, Spagna, Cina, Brasile, Colombia. I paesi da cui
provengono le importazioni sono, dopo gli USA, in ordine di importanza: Cina
Giappone, Germania, Corea del Sud e Canada.
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La presenza dello Stato nell’economia, nonostante i processi di
liberalizzazione, è ancora importante. Ci sono alcuni settori produttivi che
sono ancora riservati allo Stato, per esempio, l’industria petrolifera e degli
idrocarburi, i servizi postali, la produzione di energia elettrica e ci sono settori
che possono essere gestiti da privati purché siano cittadini messicani, per
esempio, le attività di trasporto terrestre di passeggeri, la distribuzione e la
vendita di idrocarburi, alcuni servizi di carattere bancario, finanziario, tecnico
e professionale. Ci sono altre attività nelle quali la partecipazione straniera è
consentita ma non oltre determinate soglie definite per legge.
Nel terziario molto importante è il settore turistico che viene considerato dal
Governo uno dei settori strategici per lo sviluppo e in effetti il paese offre
innumerevoli attrattive, sia dal punto di vista naturalistico che storico-
culturale. In Messico arrivano circa 30 milioni di turisti stranieri ogni anno e
quindi si colloca tra le prime 10 destinazioni a livello mondiale, questo settore
produce più dell’8% del PIL messicano e dà lavoro a circa il 6% degli
occupati.
Infine, per ciò che riguarda l’interscambio commerciale con l’Italia, possiamo
dire che l’export italiano, dopo un calo nel 2014, è cresciuto negli ultimi due
anni attestandosi a 3,7 miliardi di Euro. L’Italia esporta beni della meccanica
strumentale (38% dell’export italiano), autoveicoli (12%), prodotti chimici
(8%), prodotti metallurgici (7%), mentre invece importiamo dal Messico per
1,3 miliardi soprattutto prodotti minerari (33%), mezzi di trasporto (16%),
prodotti chimici (11%) e metalli (10%).
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IL MERCATO DEL VINO IN MESSICO:
INTRODUZIONE
La principale bevanda alcolica consumata nel paese è la birra con più di 60
litri pro capite annui, seguita dai superalcolici, soprattutto tequila, con più di 2
litri annui pro capite e dai cocktail e, solo in ultimo, c’è il vino con consumi
ancora molto bassi, circa 0.75 litri pro capite.
Il mercato del vino comunque è in una fase di forte crescita, basti pensare
che negli ultimi dieci anni le importazioni sono praticamente triplicate e tutte
le analisi fanno prevedere un ulteriore forte aumento nei prossimi anni.
Esiste una piccola produzione locale di vini messicani che comunque riesce a
soddisfare soltanto il 30% della domanda, il restante 70% viene soddisfatto
con le importazioni che ammontano a quasi 60 milioni di litri l’anno.
Ci sono un centinaio di produttori locali di vino e le aree di produzione sono
concentrate nelle regioni di Bassa California (dove si fa l’85% della
produzione), Coahuila, Aguascalientes, Zacatecas, Querétaro, Sonora.
Il principale esportatore di vino in Messico è la Spagna con una quota di
mercato, in valore del 30%, seguita, in ordine decrescente, da Francia, Cile,
Italia, Argentina, Stati Uniti e poi tutti gli altri.
Nel segmento degli spumanti Francia e Italia sono i primi esportatori e
assieme i due paesi rappresentano più dell’86% delle esportazioni in termini
di valore.
I vini che godono di maggior successo sul mercato messicano sono quelli
rossi che rappresentano il 63% delle vendite,i vini bianchi sono al 24%, i vini
spumanti al12%, i rosati all’1%.
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Il consumo di vino è piuttosto concentrato, il 40% si vende nell’area urbana di
Città del Messico e in alcune rinomate località turistiche come Cancun, molto
frequentate da turisti americani ed europei.
Per ciò che riguarda le abitudini di consumo, il vino viene acquistato ancora
da una piccola fascia di popolazione messicana, pochi milioni di persone,
prevalentemente uomini di mezza età con un livello socio-economico medio
alto e alto e i giovani delle classi medie.
Per ciò che riguarda la distribuzione molto importante è il canale HoReCa
(Hotel, Restaurant, Catering), dove si vende più di un terzo dei vini consumati
nel paese.
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PRODUZIONE NAZIONALE DI VINO
Il vino fu portato in Messico dagli Spagnoli nel XVI° secolo. I missionari
cattolici che avevano bisogno di vino per la celebrazione dell’eucaristia
durante la messa, portarono dalla madrepatria alcune varietà di vitigni
spagnoli che furono impiantati in Messico. La produzione vinicola messicana
per quanto abbia origini così lontane è rimasta per secoli un’attività di tipo
artigianale ed ha cominciato a svilupparsi in maniera più moderna soltanto
negli ultimi decenni. Il livello qualitativo è ancora abbastanza modesto,
soprattutto se lo si paragona alle produzioni di altri paesi latinoamericani
come il Cile o l’Argentina.
Nel 2015 in Messico sono stati prodotti 26 milioni di litri di vino, i dati per il
2016 non sono ancora disponibili, ma si prevede superiore a quella dell’anno
precedente. La produzione nazionale è in costante crescita negli ultimi anni
anche per far fronte alla costante crescita della domanda da parte dei
consumatori.
I primi quattro produttori: Casa Pedro Domeqq Mexico Sa, La Madrileña Sa,
Digrans SA, Vinicola LA Cetto SA, assieme raggiungono più del 50%
dell’intera produzione vinicola del paese. Ci sono poi oltre a queste grandi
aziende molti piccoli produttori, in totale un centinaio di cantine e produttori
vitivinicoli, che complessivamente offrono circa 300 etichette di vini
messicani.
La superficie vitata nel paese è relativamente bassa, all’incirca 30.000 ettari.
La produzione nazionale è per l’80% di vini rossi, il 15% vini bianchi e il 5% di
rosati.
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Le principali varietà per ciò che riguarda i vini rossi sono: Barbera, Cabernet
Franc, Cabernet Sauvignon, Claret, Grenache, Merlot, Petite Sirah, Misòn
Nebbiolo, Ruby Cabernet, Tempranillo, Zinfadel.
Per ciò che riguarda i vini bianchi: Chardonnay, Chenin Blanc, Fumé Blanc,
French Colombard, Sauvignon Blanc, Semillion.
Le principali zone di produzione sono Sonora, Baja California, Coahuila,
Aguascalientes, Zacatecas, Qurétaro.
1) Baja California, conosciuta come la franja del vino (la fascia del vino).
È ideale per il suo clima con inverni umidi ed estati secche e
temperate.
2) Coahuila. Zona caratterizzata da un clima molto caldo durante le
lunghe estati con cambi bruschi di temperatura nei brevi inverni.
3) Aguascalientes. Le zone vinicole si trovano all’interno di un’ampia
vallata racchiusa da due catene montuose, caratterizzata da clima
temperato con inverni piovosi e il suolo ricco di sali solubili.
4) Zacatecas. Le condizioni climatiche di questa zona favoriscono la
coltivazione delle varietà d’uva ricche di zuccheri e di rapida
maturazione.
5) Querétaro. Zona con terreni molti fertili con condizioni climatiche
ottimali per la coltivazione della vite, ubicata a un’altezza di 2.000 metri
sul livello del mare e forti escursioni termiche che oscillano dai +25° C
durante il giorno a 0° durante la notte.
6) Sonora. È lo Stato con la più ampia superficie vitata. Nonostante abbia
un clima desertico molto caldo con scarse precipitazioni piovose, grazie
all’uso di sistemi di irrigazione moderni, la gran parte della produzione
di uva del Messico si concentra in questo Stato.
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Per quanto molte zone del Querétaro, Aguascalientes, Sonora e Zacatecas
siano zone molto calde, grazie all’altitudine risultano essere adatte alla
coltivazione della vite.
Va tenuto presente che per quanto lo Stato di Sonora sia quello con la
maggior superficie vitata, gli Stati con la maggior produzione vinicola sono:
Baja California e Coahuila dove i rendimenti sono molto migliorati grazie agli
avanzamenti tecnologici.
Immagine 1
Stati che compongono la Federazione Messicana
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Possiamo rappresentare in un grafico la superficie coltivata a vigneto nei vari
Stati del Messico.
Grafico 1
Superficie coltivata a vigneto, in percentuale, nei principali Stati della
Federazione Messicana in cui si coltiva la vite
Sonora (70%)
Baja California (13%)
Zacatecas (12%)
Aguascalientes (3%)
Coahuila (1%)
Querétaro (1%)
Circa un decimo della produzione vinicola messicana viene esportata
soprattutto verso il Giappone, gli Stati Uniti ed il Canada dove risiede una
forte comunità di origine messicana.
Ma vediamo un po’ di dati sull’export.
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Tabella 1.1
Esportazioni di vino messicano negli ultimi 4 anni, per tipologia, in valore,
(milioni di euro).
2012 2013 2014 2015
Vini fermi
imbottigliati 2,40 1,92 1,95 2,56
Vini fermi sfusi 0,08 0,02 0,02 0,02
Vini spumanti 2,36 2,31 2,6 2,5
Totale 4,84 4,25 4,57 5,08
Ora i dati in volume.
Tabella 1.2
Esportazioni di vino messicano negli ultimi 4 anni, per tipologia, in volume,
(milioni di litri).
2012 2013 2014 2015
Vini fermi
imbottigliati 0,54 0,53 0,55 0,68
Vini fermi sfusi 0,02 0,02 0,02 0,02
Vini spumanti 0,58 0,57 0,61 0,58
Totale 1,10 1,12 1,18 1,28
Per ciò che riguarda le destinazioni dell’export vinicolo messicano vediamo le
tabelle seguenti:
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Tabella 1.3
Esportazioni di vino messicano nel 2015 in volume (milioni di litri) per paese
di destinazione e in percentuale sul totale dell’export.
Volume (milioni di litri) Percentuale (%)
Giappone 0,61 47,29%
Stati Uniti 0,28 21,71%
Canada 0,10 7,75%
Giamaica 0,05 3,88%
Danimarca 0,03 2,33%
Altri paesi 0,22 17,04%
Totale 1.29 100%
Tabella 1.4
Esportazioni di vino messicano nel 2015 in valore (milioni di Euro) per paese
di destinazione e in percentuale sul totale dell’export.
Valore (milioni di Euro) Percentuale %
Giappone 2,4 46.87%
Stati Uniti 1,27 25,04%
Canada 0.36 7,16%
Danimarca 0,11 2,15%
Regno Unito 0,09 1,79%
Altri paesi 0,85 16,99%
Totale 5,08 100%
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Dal 2013 il Giappone è diventato il principale destinatario delle esportazioni di
vino messicano mentre prima, per lungo tempo, al primo posto c’erano gli
Stati Uniti, un paese nel quale vive una numerosa comunità di messicani
emigrati.
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IL MERCATO DEL VINO IN MESSICO:
CARATTERISTICHE PRINCIPALI
Il consumo di bevande alcoliche fa parte integrante della cultura messicana. Il
Messico è anche produttore di birra e di superalcolici, alcuni diventati famosi
in tutto il mondo come la tequila o il mezcal.
In Messico si consumano grandi quantità di birra, circa 60 litri pro capite
all’anno e grandi quantità anche di superalcolici, circa 2 litri pro capite l’anno.
Ma proviamo a vedere alcuni dati a livello complessivo sui consumi di
bevande alcoliche sul mercato messicano, per gli ultimi anni disponibili,
prima di parlare più nel dettaglio del vino.
Tabella 1.5
Evoluzione dei consumi di bevande alcoliche in Messico negli ultimi anni, in
volume (milioni di litri).
Milioni di litri
2010 2011 2012 2013 2014
Birra 6.397,6 6.778,5 6.931,9 6.876,3 7.099.3
Sidro 12,3 12,4 12,5 12,7 12,9
Bevande alcoliche rinfrescanti
135,7 144,2 154,5 158,2 160,6
Liquori e Superalcolici
223,7 231 237,7 242,8 253,6
Vino 63,2 67,4 72,4 73,1 84,5
Totale bevande alcoliche
6.832,5 7.241,5 7.409,0 7.363,1 7.610,9
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Per quel che riguarda il vino nel 2016 i consumi complessivi hanno superato i
91 milioni di Euro (produzione nazionale + importazioni).
Per ciò che riguarda il vino, il mercato è in crescita, la produzione nazionale
soddisfa neanche il 30% dei consumi e iI 70% del vino che viene consumato
sul mercato messicano è importato. Le importazioni negli ultimi dieci anni, in
termini di volumi si sono decuplicate mentre in termini di valore sono
triplicate.
Nel 2015 sono stati importati 59,9 milioni di litri, la cifra storicamente più
elevata di importazioni di vino. In termini di valore, invece, nel 2015 c’è stato
un leggero calo, dopo un anno record, il 2014 quando si è raggiunta una cifra
di importazioni di vino pari a circa 207 milioni di Euro. Il prezzo medio di un
litro di vino importato si è ridotto attorno ai 3,6 Euro.
Rispetto solo all’anno precedente, il 2014, le importazioni sono cresciute nel
2015 in volume di quasi il 10% ma si sono ridotte in valore dell’1,6%, si sono
importati più vini ad un prezzo inferiore. I dati definitivi per il 2016 non sono
ancora disponibili, se non parzialmente per alcuni dati aggregati.
I consumi pro capite, come dicevamo sono ancora molto bassi (0.75 litri
all’anno), ma i ritmi di crescita sono molto confortanti.
Stanno crescendo soprattutto il segmento dei consumatori giovani come
anche il consumo da parte del pubblico femminile.
Si calcola che, attualmente, comunque solo una piccola parte della
popolazione messicana consumi vino, all’incirca due milioni e mezzo di
persone e la metà di costoro consumano l’80% del totale del vino.
Sul mercato messicano sono presenti più di 4.000 etichette allo stato attuale
anche se va detto che circa la metà sono spagnole e la Spagna ha un ruolo
di leadership su quel mercato, per ragioni storico-culturali.
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La Spagna nel 2015 ha raggiunto una quota di mercato del 30% con
esportazioni in valore per 60 milioni di Euro, con un calo di circa 4 milioni
rispetto al picco del 2014. Anche in termini di volumi la Spagna ha
conquistato il primo posto con il 30% delle importazioni.
I vini spagnoli sono molto conosciuti ed apprezzati, soprattutto le due marche
più popolari che sono Rioja e Ribera del Duero.
Per ciò che riguarda i canali di distribuzione del vino il canale on trade o
HoReCa (Hotel, Restaurant, Catering) resta il più importante con il 63% del
fatturato totale del settore vino in termini di valore, in termini di volumi questa
quota si riduce a circa il 30%.
Tabella 1.6
Vendite di vino in Messico, nei diversi canali commerciali, negli ultimi cinque
anni, in valore (milioni di Pesos messicani).
2011 2012 2013 2014 2015
Off trade 6.406,10 7.344,10 8.139,40 8.245,36 10.667,59
On trade 11.460,00 12.850,80 14.426,40 16.298,12 18.086,02
Totale 17.866,00 20.195,00 22.565,80 24.543,48 28.753,61
Il periodo dell’anno nel quale si ha un picco nella vendita di vino è la fine
dell’anno, in coincidenza con le festività natalizie, mentre i mesi nei quali si ha
una domanda più debole, sono i mesi di marzo, aprile e maggio.
Per ciò che riguarda le preferenze dei consumatori in base alla tipologia di
vino quelli preferiti sono quelli rossi (il 65,5% del venduto), seguono i bianchi
(33,5%) e i rosati (1%). Il clima particolarmente caldo del paese, in teoria
dovrebbe favorire i vini bianchi ma non è così, quasi due terzi dei consumi si
orientano sui rossi anche se va detto che le nuove fasce di consumatori, i
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giovani e le donne, preferiscono sempre più i vini leggeri e, soprattutto, quelli
spumanti, un segmento in crescita costante.
Per ciò che riguarda le principali varietà consumate, per i vini rossi: Cabernet
Sauvignon (54%), Tempranillo (29%), Merlot (11%), Shiraz/syrah (4%), a
seguire tutti gli altri. Per i bianchi: Chardonnay (37%), Riesling (29%),
Sauvignon Blanc (30%) e a seguire tutti gli altri.
Le importazioni di vino in Messico dal 2006 in poi hanno mantenuto una
tendenza netta alla crescita a causa del costante aumento della domanda.
Per ciò che riguarda i paesi da cui si importa il vino, quelli dell’Unione
Europea hanno una posizione rilevante ma anche il Cile ha un buon
posizionamento.
La Spagna è avvantaggiata dai legami storico-culturali-linguistici con il
Messico.
Il Cile si avvantaggia della vicinanza geografica, del buon rapporto
qualità/prezzo dei suoi vini e delle aggressive campagne promozionali messe
in atto.
La Francia gode di una sorta di rendita di posizione in quanto i suoi vini,
soprattutto in alcuni segmenti, si pensi a quello dei vini spumanti con i suoi
champagne, è considerata, per definizione, il paese che produce vini di
qualità.
Anche Stati Uniti e Argentina si avvantaggiano della vicinanza geografica e
dei costi relativamente bassi di alcune loro produzioni.
L’Italia gode della fama e del crescente successo, anche in Messico, della
nostra gastronomia.
Vediamo ora alcuni dati sui consumi per fascia di prezzo e la loro evoluzione
negli ultimi anni.
28
Tabella 1.7
Percentuale (%) di vendite di vino rosso per fascia di prezzo (espressa in
Euro) nel settore off trade.
2011 2012 2013 2014 2015
Meno di 2
Euro 0 0 0 0 0
Tra 2 e
3,50 8,7% 8,6% 8,1% 7,9% 7,7%
Tra 3,51 e
5 18,8% 18,7% 18,7% 18,6% 18,8%
Tra 5,01 e
6,50 29,6% 30% 30,2% 30,2% 30,0%
Tra 6,51 e
8 19,3% 19,4% 19,4% 19,5% 19,6%
Tra 8,01 e
10,70 20% 19,7% 19,9% 20% 20,2%
Superiore a
10,70 Euro 3,6% 3,7% 3,7% 3,8% 3,7%
29
Tabella 1.8
Percentuale (%) di vendite di vini bianchi per fascia di prezzo (espressa in
Euro) nel settore off trade.
2011 2012 2013 2014 2015
Meno di 2
Euro 1,5% 1,5% 1,4% 1,3% 1,3%
Tra 2 e
3,50 19,4% 19,3% 19,4% 19,2% 19,1%
Tra 3,51 e
5 29,5% 29,7% 29,8% 29,6% 29,7%
Tra 5,01 e
7,50 29,4% 29,5% 29,6% 29,7% 29,5%
Tra 7,51 e
10,70 17,4% 17,3% 17,4% 17,5% 17,6%
Superiore a
10,70 Euro 2,8% 2,7% 2,5% 2,7% 2,8%
30
Tabella 1.9
Percentuale (%) di vendite di vini rosati per fascia di prezzo (espressa in
Euro) nel settore off trade.
2011 2012 2013 2014 2015
Meno di 2
Euro 0 0 0 0 0
Tra 2 e
3,50 13,3% 13,2% 13,2% 12,8% 12,7%
Tra 3,51 e
5 45,4% 45,4% 45,6% 45,8% 45,9%
Tra 5,01 e
7,50 26,4% 26,5 26,5% 26,4% 26,2%
Tra 7,51 e
10,70 12,9% 13% 13% 13% 13,1%
Superiore a
10,70 Euro 2,1% 1,9% 1,7% 2% 2,1%
31
Tabella 1.10
Percentuale (%) di vendite di vini spumanti per fascia di prezzo (espressa in
Euro) nel settore off trade.
2011 2012 2013 2014 2015
Meno di
8,90 Euro 13,2% 13,3% 13,3% 13% 12,8%
Tra 8,91 e
10,70 18,7% 18,5% 18,7% 18,3% 18,3%
Tra 10,71 e
12,30 23,8% 23,5% 23,5% 23,6% 23,7%
Tra 12,31 e
13,90 27,3% 27,5% 27,4% 27,7% 27,8%
Superiore a
13,90 Euro 17% 17,2% 17,1% 17,4% 17,4%
Da questi dati si deduce un graduale spostamento, anno dopo anno, verso i
prodotti con fascia di prezzo più elevata, il che significa uno spostamento
verso i vini di maggior qualità, segno che il mercato non solo sta crescendo
quantitativamente ma anche dal punto di vista qualitativo, fatto questo
importante per un paese come l’Italia che produce molti vini di qualità media
e medio-alta.
32
IMPORTAZIONI DI VINO IN MESSICO
Cominciamo in questo capitolo ad analizzare una serie di dati quantitativi che
ci consentono di capire come è strutturato il mercato del vino in Messico.
Partiamo dai dati complessivi delle importazioni negli ultimi 4 anni.
Tabella 1.11
Importazioni totali di vino in Messico, negli ultimi quattro anni, in volume
(milioni di litri)
2012 2013 2014 2015
Volume
(milioni di litri) 50,06 53,69 54,31 59,92
E ora i dati in valore.
Tabella 1.12
Importazioni totali di vino in Messico, negli ultimi quattro anni, in valore
(milioni di Euro)
2012 2013 2014 2015
Valore
(milioni di
Euro)
173,29 198,72 207,55 204,18
33
Proviamo a vedere gli stessi dati scomposti per tipologie di prodotto.
Tabella 1.13
Importazioni totali di vino in Messico negli ultimi quattro anni in volume
(milioni di litri), per tipologia di prodotto
2012 2013 2014 2015
Vini fermi
imbottigliati 35,34 38,72 39,56 46,04
Vini fermi sfusi 9,70 9,80 8,60 7,56
Vini spumanti 5,02 5,17 6,15 6,32
Totale 50,06 53,69 54,31 59,92
Tabella 1.14
Importazioni totali di vino in Messico, negli ultimi quattro, anni in valore
(milioni di Euro), per tipologia di prodotto.
2012 2013 2014 2015
Vini fermi
imbottigliati 142,17 153,02 160,24 159,85
Vini fermi sfusi 2,67 8,31 6,83 4,93
Vini spumanti 28,45 37,39 40,48 39,40
Totale 173,29 198,72 207,55 204,18
Come si può vedere oltre il 72% dei vini importati in volume e oltre il 77% in
valore sono vini fermi imbottigliati, l’11% in volume e oltre il 19% in valore
34
sono invece vini spumanti, la parte restante, il 17% in volume ma solo il 4% in
valore sono invece vini sfusi che vengono importati in prevalenza per essere
mischiati con vini messicani e poi imbottigliati nel paese e rivenduti come vini
messicani.
Vediamo ora i dati per paese di provenienza delle importazioni.
Tabella 1.15
Importazioni di vino in Messico, per paese di provenienza, negli ultimi quattro
anni, in volume (migliaia di litri).
2012 2013 2014 2015
Spagna 15.019 13.345 16.651 18.185
Cile 12.766 17.088 13.550 16.906
Italia 8.556 7.902 9.130 8.961
Argentina 4.911 7.003 5.876 6.057
Stati Uniti 3.464 3.580 4.256 3.904
Francia 2.943 2.796 2.849 3.218
Germania 1.106 721 760 572
Australia 405 357 219 231
Portogallo 391 361 270 228
Uruguay 120 217 462 112
Altri paesi 385 328 296 1.546
Totale 50.066 53.698 54.319 59.920
Ora vediamo gli stessi dati ma in percentuale.
35
Tabella 1.16
Importazioni di vino in Messico, per paese di provenienza, negli ultimi quattro
anni, in volume (migliaia di litri), dati in percentuale.
2012 2013 2014 2015
Spagna 30,0% 24,85% 30,66% 30,34%
Cile 25,50% 31,83% 24,95% 28,21%
Italia 17,09% 14,71% 16,81% 14,95%
Argentina 9,81% 13,04% 10,82% 10,10%
Stati Uniti 6,92% 6,66% 7,83% 6,51%
Francia 5,88% 5,20% 5,24% 5,37%
Germania 2,21% 1,34% 1,41% 0,95%
Australia 0,81% 0,66% 0,42% 0,38%
Portogallo 0,78% 0,67% 0,55% 0,38%
Uruguay 0,24% 0,40% 0,88% 0,18%
Altri paesi 0,76% 0,64% 0,43% 0,63%
Totale 100% 100% 100% 100%
Ora vediamo i dati in valore.
36
Tabella 1.17
Importazioni di vino in Messico, per paese di provenienza, negli ultimi quattro
anni, in valore (migliaia di Euro).
2012 2013 2014 2015
Spagna 53.585 57.786 64.271 60.438
Francia 31.584 37.480 36.402 36.505
Cile 30.749 36.934 32.937 35.773
Italia 23.340 26.943 31.787 28.051
Argentina 16.159 20.221 20.655 20.911
Stati Uniti 10.298 12.420 15.149 17.420
Germania 2.865 2.260 2.355 1.476
Portogallo 1.430 1.540 1.527 1.272
Australia 1.505 1.498 993 985
Uruguay 475 548 509 310
Altri paesi 1.308 1.097 974 1.039
Totale 173.298 198.727 207.559 204.180
Ora vediamo gli stessi dati ma in percentuale.
37
Tabella 1.18
Importazioni di vino in Messico, per paese di provenienza, negli ultimi quattro
anni, in valore (migliaia di Euro), dati in percentuale.
2012 2013 2014 2015
Spagna 30,92% 29,07% 30,96% 29,60%
Francia 18,22% 18,85% 17,53% 17,87%
Cile 17,74% 18,58% 15,86% 17,52%
Italia 13,46% 13,55% 15,31% 13,73%
Argentina 9,32% 10,17% 9,95% 10,24%
Stati Uniti 5,94% 6,24% 7,29% 8,53%
Germania 1,65% 1,13% 1,13% 0,72%
Portogallo 0,82% 0,77% 0,73% 0,62%
Australia 0,86% 0,75% 0,47% 0,48%
Uruguay 0,27% 0,27% 0,24% 0,15%
Altri paesi 1,07% 0,89% 0,77% 0,69%
Totale 100% 100% 100% 100%
Proviamo ora a scomporre le importazioni per tipologia, in base a quelle che
sono le nomenclature doganali, per i primi dieci paesi di provenienza, che
rappresentano la quasi totalità dell’import.
38
Tabella 1.19
Importazioni di vini fermi (rossi, bianchi e rosati), in Messico, negli ultimi 4
anni, per paese di provenienza, in valore (migliaia di Euro).
2012 2013 2014 2015
Spagna 41.646 42.812 44.671 40.671
Cile 27.250 29.457 27.965 31.247
Italia 15.614 15.966 18.192 16.579
Francia 12.546 12.957 12.915 13.154
Stati Uniti 5.921 7.275 8.445 10.296
Argentina 1.068 1.139 1.305 1.340
Germania 2.285 1.839 1.994 1.234
Australia 1.255 1.351 862 834
Nuova
Zelanda 220 253 278 445
Uruguay 370 460 230 183
E in percentuale:
39
Tabella 1.20
Importazioni di vini fermi (rossi, bianchi e rosati), negli ultimi 4 anni, per
paese di provenienza, in valore (migliaia di Euro), dati in percentuale.
2012 2013 2014 2015
Spagna 38,12% 37,48% 38,00% 35,20%
Cile 24,94% 25,79% 23,79% 27,04%
Italia 14,29% 13,98% 15,48% 14,35%
Francia 11,48% 11,34% 10,99% 10,34%
Stati Uniti 5,42% 6,37% 7,18% 8,91%
Germania 2,09% 1,61% 1,70% 1,15%
Argentina 0,98% 1,00% 1,11% 1,06%
Australia 1,15% 1,18% 0,73% 0,72%
Nuova
Zelanda 0,20% 0,22% 0,24% 0,38%
Uruguay 0,34% 0,40% 0,20% 0,15%
Altri paesi 0.90% 0,63% 0,58% 0,70%
Totale 100% 100% 100% 100%
La Spagna è leader assoluta in questa categoria di vini con una quota di
mercato del 35%, seguono subito dopo Cile e Italia. Il Cile ha prima perso
qualcosa ma ha poi recuperato mentre l’Italia resta stabile. Anche la Francia
ha perso un po’ di terreno mentre stanno crescendo gli Stati Uniti.
Proviamo a vedere gli stessi dati ma questa volta in volume.
40
Tabella 1.21
Importazioni di vini fermi (rossi, bianchi e rosati), negli ultimi 4 anni, per
paese di provenienza, in volume (migliaia di litri).
2012 2013 2014 2015
Cile 9.980 10.976 10.278 12.312
Spagna 10.318 10.384 10.409 11.954
Italia 5.661 5.487 5.944 5.890
Stati Uniti 1.744 1.951 2.149 2.501
Francia 1.620 1.633 1.695 1.956
Germania 826 614 689 482
Argentina 289 276 324 327
Australia 323 337 207 210
Nuova
Zelanda 27 33 34 54
Uruguay 81 112 52 37
Gli stessi dati in percentuale:
41
Tabella 1.22
Importazioni di vini fermi (rossi, bianchi e rosati), negli ultimi 4 anni, per
paese di provenienza, in volume (migliaia di litri), dati in percentuale.
2012 2013 2014 2015
Cile 32,07% 34,33% 32,20% 33,03%
Spagna 33,16% 32,48% 32,62% 32,07%
Italia 18,19% 17,16% 18,62% 15,80%
Stati Uniti 5,60% 6,10% 6,72% 6,71%
Francia 5,21% 5,11% 5,31% 5,24%
Germania 2,65% 1,92% 2,13% 1,29%
Argentina 0,93% 0,86% 1,01% 0,87%
Australia 1,04% 1,05% 0,64% 0,56%
Nuova
Zelanda 0,09% 0,10% 0,11% 0,14%
Uruguay 0,26% 0,35% 0,6% 0,09%
Altri paesi 0,80% 0,54% 0,4% 4,2%
Totale 100% 100% 100% 100%
In volumi la Francia perde posizioni perché i vini francesi si collocano
mediamente nelle fasce di prezzo media e medio-alta, per cui anche se i
volumi non sono elevati i fatturati risultano più alti.
L’Italia ha un buon posizionamento sia in termini di valore che di volumi.
Spagna e Cile anche in termini di volumi risultano essere leader di mercato
con la tendenza a crescere in volume.
42
Se invece vediamo i dati che riguardano le importazioni dei cosiddetti vini
fortificati, praticamente quelli con una gradazione alcolica superiore ai 14°
abbiamo i seguenti risultati.
Tabella 1.23
Importazioni di vini fortificati negli ultimi 4 anni, per paese di provenienza, in
valore (migliaia di Euro).
2012 2013 2014 2015
Spagna 938 742 1.715 4.550
Stati Uniti 670 596 962 1.821
Portogallo 813 1.006 934 825
Argentina 41 133 396 224
Italia 69 90 266 151
Cile 90 59 7 29
Francia 26 169 110 16
Australia 7 19 11 14
Germania 0 0 0 6
Israele 8 0 0 5
Stessi dati in percentuale:
43
Tabella 1.24
Importazioni di vini fortificati negli ultimi 4 anni, per paese di provenienza, in
valore (migliaia di Euro), in percentuale.
2012 2013 2014 2015
Spagna 35,18% 26,26% 38,93% 59,58%
Stati Uniti 25,13% 21,12% 21,84% 23,83%
Portogallo 30,46% 35,66% 21,19% 10,80%
Argentina 1,52% 4,69% 8,99% 2,92%
Italia 2,59% 3,19% 6,05% 1,97%
Cile 3,37% 2,10% 0,16% 0,37%
Francia 1,00% 6,00% 2,50% 0,20%
Australia 0,29% 0,66% 0,26% 0,18%
Germania 0 0 0 0,06%
Israele 0,31% 0 0 0,05%
Altri paesi 0,15% 0,32% 0,08% 0,04%
Totale 100% 100% 100% 100%
Ora i dati in volume:
44
Tabella 1.25
Importazioni di vini fortificati negli ultimi 4 anni, per paese di provenienza, in
volume (migliaia di litri).
2012 2013 2014 2015
Spagna 131 86 157 290
Portogallo 103 132 105 116
Stati Uniti 26 24 31 55
Argentina 6 18 71 35
Italia 18 27 36 18
Cile 15 6 0,7 3
Francia 3 7 28 1
Australia 0,9 1 2 0,6
Israele 0 0 0 0,09
Germania 0 0 0 0,05
E in percentuale:
45
Tabella 1.26
Importazioni di vini fortificati negli ultimi 4 anni, per paese di provenienza, in
volume (migliaia di litri), in percentuale.
2012 2013 2014 2015
Spagna 43,35% 28,39% 36,38% 55,90%
Portogallo 33,84% 43,51% 24,46% 22,34%
Stati Uniti 8,49% 7,99% 7,13% 10,63%
Argentina 1,86% 5,95% 16,41% 6,72%
Italia 5,81% 8,82% 8,43% 3,42%
Cile 5,03% 2,09% 0,17% 0,61%
Francia 0,98% 2,44% 6,50% 0,20%
Australia 0,29% 0,48% 0,40% 0,11%
Israele 0,14% 0 0 0,02%
Germania 0 0 0 0,01%
Altri paesi 0,21% 0,33% 0,12% 0,04%
Totale 100% 100% 100% 100%
Nel segmento dei vini fortificati le posizioni leader appartengono alla Spagna
e in seconda posizione al Portogallo. In volume la Spagna ha accresciuto la
sua quota di mercato in pochi anni mentre quella del Portogallo si è quasi
dimezzata. In ogni caso Spagna e Portogallo assieme rappresentano quasi i
due terzi delle importazioni in questo segmento. Cresciuti negli ultimi anni gli
Stati Uniti soprattutto in valore.
46
Vediamo ora il comparto dei vini spumanti.
Tabella 1.27
Importazioni di vini spumanti negli ultimi 4 anni, per paese di provenienza, in
valore (migliaia di Euro).
2012 2013 2014 2015
Francia 17.301 22.946 22.469 23.776
Italia 6.876 9.311 11.955 10.279
Spagna 2.043 2.602 2.988 3.000
Stati Uniti 940 1.228 1.747 1.284
Cile 183 293 322 359
Argentina 161 225 425 293
Germania 571 413 357 265
Portogallo 308 304 253 60
Slovenia 22 30 26 21
Australia 6 14 9 11
E in percentuale:
47
Tabella 1.28
Importazioni di vini spumanti negli ultimi 4 anni, per paese di provenienza, in
valore (migliaia di Euro), in percentuale.
2012 2013 2014 2015
Francia 60,83% 61,35% 55,50% 60,45%
Italia 24,18% 24,90% 29,53% 26,13%
Spagna 7,18% 6,96% 7,38% 7,62%
Stati Uniti 3,31% 3,28% 4,32% 3,26%
Cile 0,64% 0,78% 0,57% 0,91%
Argentina 0,57% 0,60% 1,05% 0,74%
Germania 2,01% 1,10% 0,88% 0,61%
Portogallo 1,08% 0,81% 0,62% 0,15%
Slovenia 0,08% 0,08% 0,07% 0,04%
Australia 0,01% 0,03% 0,02% 0,02%
Altri paesi 0,11% 0,11% 0,06% 0,07%
Totale 100% 100% 100% 100%
Ora i dati in volume.
48
Tabella 1.29
Importazioni di vini spumanti negli ultimi 4 anni, per paese di provenienza, in
volume (migliaia di litri).
2012 2013 2014 2015
Italia 1.746 2.287 3.049 2.973
Spagna 1.134 1.153 1.321 1.571
Francia 863 1.003 1.011 1.138
Stati Uniti 253 306 411 354
Germania 145 106 89 90
Cile 39 68 61 89
Argentina 34 44 60 57
Portogallo 173 182 136 25
Slovenia 5 6 5 4
Australia 1 4 5 3
49
Tabella 1.30
Importazioni di vini spumanti negli ultimi 4 anni, per paese di provenienza, in
volume (migliaia di litri), in percentuale.
2012 2013 2014 2015
Italia 39,68% 44,20% 49,55% 47,14%
Spagna 25,76% 22,28% 21,46% 24,90%
Francia 19,61% 19,38% 16,44% 18,05%
Stati Uniti 5,74% 5,92% 6,69% 5,14%
Germania 3,31% 2,04% 1,44% 1,42%
Cile 0,89% 1,31% 0,99% 1,41%
Argentina 0,77% 0,85% 0,98% 0,90%
Portogallo 3,93% 3,52% 2,21% 0,40%
Slovenia 0,11% 0,12% 0,08% 0,06%
Australia 0,09% 0,06% 0,04% 0,04%
Altri paesi 0,11% 0,32% 0,12% 0,54%
Totale 100% 100% 100% 100%
Nel segmento dei vini spumanti è incontrastata la leadership francese con
quasi il 56% in valore di quota di mercato, mentre in volume passa in testa
l’Italia con quasi la metà del mercato.
Vediamo ora i dati per quel che riguarda le importazioni di vini sfusi.
50
Tabella 1.31
Importazioni di vini sfusi, per paese di provenienza, in valore (migliaia di
Euro).
2012 2013 2014 2015
Cile 511 3.776 1.690 1.767
Spagna 731 994 2.175 1.430
Stati Uniti 1.052 1.474 2.277 1.255
Francia 153 129 205 286
Argentina 66 1.680 37 106
Italia 34 36 80 44
Uruguay 0 59 254 35
E in percentuale:
51
Tabella 1.32
Importazioni di vini sfusi, per paese di provenienza, in valore (migliaia di
Euro), in percentuale.
2012 2013 2014 2015
Cile 19,08% 45,47% 24,74% 35,86%
Spagna 27,33% 11,97% 31,84% 29,02%
Stati Uniti 39,32% 17,74% 33,34% 25,38%
Francia 5,72% 1,56% 3,01% 5,71%
Argentina 2,48% 20,23% 0,54% 2,49%
Italia 1,27% 0,44% 1,17% 0,85%
Uruguay 0 0,71% 3,72% 0,67%
Altri paesi 4,8% 1,88% 1,64% 0,02%
Totale 100% 100% 100% 100%
Vediamo ora i dati in volume.
52
Tabella 1.33
Importazioni di vini sfusi, per paese di provenienza, negli ultimi quattro anni,
in volume (migliaia di litri).
2012 2013 2014 2015
Cile 668 5.443 2.671 4.027
Spagna 918 937 3.745 2.328
Stati Uniti 870 1.114 1.561 811
Argentina 41 2.024 31 226
Francia 36 47 62 89
Uruguay 0 96 425 54
Italia 23 13 29 22
E in percentuale:
53
Tabella 1.34
Importazioni di vini sfusi, per paese di provenienza, negli ultimi quattro anni,
in volume (migliaia di litri), in percentuale.
2012 2013 2014 2015
Cile 25,20% 55,56% 31,06% 53%
Spagna 34,61% 9,55% 43,55% 30,79%
Stati Uniti 32,80% 11,37% 18,14% 10,73%
Argentina 1,55% 20,56% 0,35% 2,98%
Francia 1,37% 0,48% 0,73% 1,17%
Uruguay 0 0,98& 4,95% 0,71%
Italia 0,85% 0,13% 0,33% 0,29%
Altri paesi 4% 2,00% 1,00% 0
Totale 100% 100% 100% 100%
In questo segmento gli Stati Uniti e la Spagna sono leader in valore seguiti
dal Cile, comunque questi tre paesi assieme hanno circa il 90% del
segmento.
54
TARIFFE E BARRIERE DOGANALI
Dal momento che è stato sottoscritto un accordo di libero scambio tra la
Federazione Messicana e l’Unione Europea non esistono più dazi doganali e
barriere di altro genere (p.e. quote e simili) sull’importazione di vini in
Messico.
55
NORME SULL’IMPORTAZIONE DI VINO
Le procedure per l’importazione di prodotti nel paese sono piuttosto
elaborate. Gli importatori inoltre debbono essere iscritti in un apposito registro
e debbono assolvere a tutta una serie di obblighi. La finalità dichiarata è
quella di contrastare la cosiddetta “economia informale”. Ma vediamo più nei
dettagli tutta la procedura d’importazione.
Per poter importare vino sul mercato messicano l’importatore dovrà essere
iscritto al:
• registro generale dei contribuenti;
• registro generale degli importatori.
Le procedure di importazione sono un po’ laboriose e occorre fare
affidamento su un agente doganale che, per conto dell’esportatore, si occupi
del disbrigo corretto di tutte le incombenze relative, anche perché la
legislazione messicana prevede che solo gli agenti doganali possano
occuparsi dello sdoganamento delle merci importate. L’agente doganale
dovrà presentare un Pedimento de importacion (richiesta d’importazione)
assieme alla documentazione che gli verrà fornita dall’esportatore italiano e
dall’importatore messicano. Dovrà quindi occuparsi del pagamento delle
imposte previste e infine, dopo il controllo e la verifica da parte delle autorità
doganali messicane, l’operazione di sdoganamento sarà completata.
L’esportatore, come dicevamo, dovrà fornire obbligatoriamente tutta una serie
di documenti:
56
Fattura commerciale, anche pro forma, in originale o in copia, in 3 esemplari
per le spedizioni per via marittima e 4 per le spedizioni per via aerea o
postale. Nelle fatture, scritte in spagnolo, dovranno comparire i seguenti dati:
• valore delle merci;
• valore dei costi di trasporto e assicurazione;
• firma manoscritta della persona autorizzata alla vendita dei prodotti con
l’indicazione della ragione sociale dell’azienda in tutte le copie allegate
oppure timbro dell’azienda;
• le fatture non debbono contenere cancellazioni o annotazioni di alcun
genere.
Packing list. Documento nel quale si descrivono dettagliatamente tutti i
contenuti del carico secondo gli standard internazionali.
Certificato di origine. Documento che certifica l’origine delle merci che
vengono importate. Può essere sostituito dal certificato EUR1 se i beni
provengono dall’Unione Europea.
Certificato EUR1. Documento che conferma l’origine comunitaria delle
merci. Non è un documento obbligatorio ma è necessario per poter
beneficiare del regime preferenziale accordato alle merci che provengono
dall’Unione Europea sulla base degli Accordi di libero scambio tra Unione
Europea e Messico. Questo documento va richiesto alla dogana di
esportazione, normalmente se ne occupa lo spedizioniere. Se la merce ha un
valore inferiore ai 6.000 Euro è sufficiente una dichiarazione sulla
provenienza europea fatta dall’esportatore.
Certificato di analisi chimica del vino. Documento che può essere
rilasciato da un laboratorio certificato e autorizzato dal Ministero della Sanità
in Italia.
57
Certificato di libera vendita (che attesti che il prodotto è adatto al consumo
umano). Questo certificato deve attestare che i prodotti siano conformi alla
legislazione italiana e in libera vendita sul mercato italiano. Viene rilasciato
dalle ASL oppure da un ente di certificazione autorizzato.
Air Waybill oppure Bill of Lading. Praticamente il documento che fornisce la
prova dell’imbarco della merce, senza il quale non è possibile ritirare la merce
stessa nel luogo di destinazione. Viene rilasciato solitamente dallo
spedizioniere.
Tutta questa documentazione va inviata in originale almeno 8 giorni prima
dell’arrivo dei prodotti in Messico per poter procedere allo sdoganamento.
A sua volta anche l’importatore in Messico dovrà fornire tutta una serie di
documenti:
Richiesta d’importazione. Praticamente la copia della fattura a nome
dell’importatore spedita dal produttore con la quale si definisce la proprietà
della merce e il suo valore. Questo documento è richiesto solo quando si
intende applicare la tariffa preferenziale prevista dal trattato di libero scambio
tra Messico e paesi terzi, con l’obiettivo di certificare che il vino proviene dal
paese che aderisce a quel trattato.
Esplicitazione del valore. Una serie di pagamenti di imposte e di documenti
necessari per introdurre il prodotto nel paese, come:
Impuesto General de Importación (imposta generale d’importazione).
Praticamente il dazio doganale che si paga sul vino. Va detto che il dazio per
i vini provenienti dall’Unione Europea, dal 1 luglio 2008 è stato eliminato
58
completamente sulla base degli accordi stabiliti dal TLCUE (Tratado de Libre
Comercio con la Union Europea).
Impuesto al Valor Agregado (praticamente l’IVA). Per il vino è pari al 16%.
IEPS, Impuesto Especial sobre Produccion y Servicios (imposta speciale
su produzione e servizi). Una imposta che colpisce determinate categorie di
beni come, per esempio: gas naturale, benzina, gasolio, sigari e anche
bevande alcoliche. Per il 2017 le bevande alcoliche:
• sino ai 14° di contenuto alcolico pagano una IEPS del 26,5%,
• se il contenuto alcolico va dai 14° ai 20° la IEPS è del 30%,
• sopra i 20° la IEPS è del 53%.
DTA Derecho de Tramite Aduanero (diritto per le pratiche doganali).
Questo diritto è definito in un 0,8% sul valore che i beni hanno ai fini
dell’Impuesto general de importacion. Per i beni che arrivano dall’Unione
Europea si può scegliere tra questa percentuale o per una quota fissa. Le
quote fisse variano ogni sei mesi e possono essere consultate a questo
indirizzo:
http://www.aduanas-mexico.com.mx/claa/ctar/leyes/lfd.html#art42
Derecho di Almacenaje (Diritto di stoccaggio). Una tassa che va pagata
ogni volta che si deposita della merce in un magazzino fiscale. I primi due
giorni di traffico aereo e/o terrestre sono gratuiti come anche i primi cinque
giorni di traffico marittimi. Superati questi termini si debbono pagare le quote
per il diritto di stoccaggio.
59
Quindi in dogana vanno presentati i documenti necessari per l’importazione.
Si procede quindi alla verifica da parte delle autorità doganali messicane, nei
depositi fiscali, bottiglia per bottiglia, per aggiungere le cosiddette marbetes
(dei bollini o delle etichette che si aggiungono alla merce e sulle quali risulta,
tra l’altro, la marca, il produttore, il contenuto, la data di imbottigliamento e
altre informazioni), dopo che è stata pagata la IEPS (vedi sopra).
Dopodiché l’importatore trasporta la merce nel suo deposito. A quel punto
può iniziare la commercializzazione del prodotto.
60
ETICHETTATURA DEI PRODOTTI
Tutti i prodotti importati per essere messi in vendita nel mercato messicano
debbono avere etichette scritte in spagnolo, oltre che poter avere etichette
scritte anche in altre lingue.
Dal 22 luglio 2015 è stata emanata la nuova direttiva che regola
l’etichettatura delle bevande alcoliche. Questa legge si chiama NOM-142-
SSA1/SCFI-2014.
L’etichetta in spagnolo deve avere dimensione simile a quella originale del
produttore ma dovrà avere un colore diverso. Il volume va menzionato come
“Contenido Neto” oppure “Cont. Neto” e in “mL” oppure “ml”. La misura per
ogni singola lettera che descrive il contenuto deve essere di 3,2 mm e
bisogna lasciare uno spazio di distanza delle stesse dimensioni utilizzate per
la lettera, dai bordi superiore e inferiore. Invece lo spazio che va lasciato dal
bordo sinistro e da quello destro deve essere di almeno due volte la
dimensione utilizzata per la lettera.
Nelle etichette debbono comparire obbligatoriamente almeno le seguenti
informazioni:
• Nome e marca commerciale del prodotto.
• Nome generico del prodotto (per esempio: vino da tavola, vino de mesa
oppure vino rosso, vino tinto).
• Indicazione della quantità contenuta.
• Nome, denominazione, ragione sociale e domicilio fiscale del
produttore.
61
• Paese d’origine con le seguenti indicazioni (“hecho en…”, “producto
de…”, “manufacturado en…”).
• Nome, denominazione o ragione sociale e domicilio fiscale
dell’importatore.
• Contenuto alcolico: percentuale di alcol in volume a 20° Celsius (p.e.
12% Alc. Vol.).
• Numero di lotto.
• Dovrà comparire la scritta: “El abuso en el consumo de este producto
es nocivo para la salud” (l’abuso nel consumo di questo prodotto è
nocivo per la salute). Questa dicitura va scritta con carattere Helvetica
Condensed, in grassetto e in maiuscolo. La misura delle lettere dovrà
essere, per un contenuto tra 500 ml e 1000 ml, di 3 mm e intorno allo
scritto si deve mantenere, in tutte le direzioni, uno spazio minimo di 3
mm.
• Lotto di produzione e data di produzione.
• Lista degli ingredienti da elencarsi in ordine quantitativo decrescente.
La marca, il nome della bevanda e l’indicazione della quantità contenuta
dovranno apparire in maniera chiara sull’etichetta. Le altre informazioni
possono essere scritte anche direttamente sul contenitore oppure sulla
controetichetta.
Per ciò che riguarda i contenitori, la normativa messicana stabilisce che il
vino può essere contenuto unicamente in:
• bottiglie di vetro o di PET;
• contenitori di alluminio;
• cartone laminato;
• barili di acciaio inossidabile.
62
Il formato più utilizzato per il vino sul mercato messicano è la bottiglia in vetro
da 750 ml, ma si trovano anche bottiglie più piccole da 500 ml o da 350 ml.
Va detto anche che si possono trovare per i vini di qualità più scadente,
soprattutto importati dalla Germania o dagli Stati Uniti, contenitori più grandi
da 2 a 5 litri, che si vendono prevalentemente nella GDO e nei discount,
come anche alcuni vini più andanti che vengono distribuiti in confezioni in
tetra-brik di cartone laminato.
Invece nel settore Horeca hanno cominciato a diffondersi bottiglie più piccole
da 375 ml o da 187 ml in quanto in molti ristoranti alcuni clienti trovano la
bottiglia da 750 ml troppo grande per essere consumata durante un pasto o
troppo costosa.
Il tipo di tappo più diffuso è quello in sughero ma si trovano anche i tappi in
plastica o i tappi a vite in alluminio.
Gli imballaggi infine dovranno essere in legno trattato o in plastica.
63
LA DISTRIBUZIONE COMMERCIALE
Il settore della distribuzione commerciale, anche nel comparto alimentari e
bevande, è in Messico un settore ancora abbastanza arretrato, nel quale
stanno comunque avvenendo da una ventina d’anni a questa parte, processi
di graduale ammodernamento.
La quota delle catene dalla GDO (Grande distribuzione organizzata) è ancora
limitata anche se in rapida crescita soprattutto nelle aree più sviluppate del
paese.
Il settore del commercio al dettaglio soprattutto nel comparto alimentare, è
molto atomizzato e affollato per quanto sia in corso una tendenza alla
concentrazione e allo sviluppo delle grandi superfici commerciali (centri
commerciali, ipermercati, supermercati, ecc.).
Attualmente solo un quinto della distribuzione commerciale al dettaglio è
controllata dalle grandi catene della GDO.
Un 40% delle vendite al dettaglio si effettuano ancora nei piccoli negozietti
tradizionali a struttura familiare.
Un altro 19% circa delle vendite al dettaglio si effettuano nelle catene di
cosiddetti convenience store, negozietti o minimarket come quelli annessi alle
stazioni di rifornimento carburante, spesso aperti h24, con un assortimento
minimo di beni di prima necessità: dai prodotti alimentari alle bevande, ai
prodotti d’igiene, a quelli parafarmaceutici, ecc. oppure nelle catene di negozi
specializzati.
La parte restante delle vendite al dettaglio si svolgono nel settore informale,
costituito in gran parte da piccoli mercatini locali i cosiddetti: tianguis.
64
Il principale gruppo nel settore della GDO è l’americana Wal Mart che ha nel
paese, con diversi marchi commerciali, più di 2.000 punti vendita.
Seguono poi Controladora Comercial Mexicana, Soriana e Chadraui. Questi
quattro gruppi assieme rappresentano l’80% della distribuzione nel settore
GDO.
Anche le vendite su catalogo, attraverso canali televisi, a domicilio e via
internet stanno aumentando molto negli ultimi anni, con una crescita a due
cifre da un anno con l’altro, anche se attualmente non raggiungono l’1% delle
vendite nel settore alimentare e delle bevande.
La relativa arretratezza del sistema della distribuzione commerciale nel paese
fa sì che esistano ancora larghe sacche di inefficienza, catene commerciali
lunghe con molti intermediari, ognuno dei quali aggiunge un suo ricarico e
questi meccanismi vanno ovviamente a scapito dei consumatori, che pagano
prezzi più elevati, ma anche a scapito dei produttori stranieri che magari con
una rete distributiva più efficiente e dinamica potrebbero accrescere i loro
fatturati.
65
LA DISTRIBUZIONE COMMERCIALE PER IL VINO
Per quel che riguarda la distribuzione commerciale per il vino distinguiamo
secondo la terminologia anglosassone due grandi canali: il canale off trade,
praticamente tutti quei punti vendita nei quali il vino si può acquistare per
portarlo via e quindi:
• catene della GDO: supermercati, ipermercati, cash&carry, discount;
• negozi nelle stazioni di servizio di carburanti;
• convenience stores, praticamente dei minimarket con un assortimento
limitato di beni di prima necessità: alimentari, bevande, prodotti di
pulizia piccola cartoleria, parafarmaceutici, ecc.;
• negozi tradizionali di prodotti alimentari;
• negozi specializzati nelle vendita di bevande alcoliche o in prodotti
gourmet.
Nel settore off trade per tipologia di negozio il vino si vende cosi:
66
Tabella 1.35
Vendite di vino in Messico, nel settore off trade, in percentuale, per tipologia
di negozio
Tipo di negozio Percentuale di vendita %
Supermercati 37%
Negozi specializzati 30%
Ipermercati e centri commerciali 24%
Discount 5%
Piccoli negozi di alimentari 1,5%
Internet 1,5%
Altro 1%
L’altro grande canale commerciale è il cosiddetto canale on trade ovverosia
tutti questi posti nei quali il vino si acquista e si consuma in loco, quindi in
sostanza il canale HoReCa (Restaurant, Hotel, Catering):
• ristoranti;
• hotel;
• catering;
• bar e caffetterie;
• discoteche e locali vari.
Il vino in termini di valore si vende per il 63% nel canale on trade e per il 37%
nel canale off trade. In termini di volume i dati sono, ovviamente, ribaltati: il
30% circa si vende nel settore on trade e il 70% in quello off trade. Come
noto nel settore on trade i fatturati risultano per il vino piuttosto elevati a
causa dei consistenti ricarichi commerciali.
67
Per ciò che riguarda gli hotel va detto che in Messico solo quelli di categoria
superiore, 4 stelle o più, hanno solitamente il servizio bar, soprattutto quelli
collocati nelle località turistiche costiere, nei quali si consumano
prevalentemente vini d’importazione.
Negli hotel di categoria inferiore si trovano solitamente liquori, superalcolici e
vini di produzione nazionale.
Anche per ciò che riguarda i ristoranti va detto che la carta dei vini si trova in
quelli di livello più elevato o di cucina internazionale.
Nelle discoteche e nei locali la tipologia di vino che si consuma in prevalenza
è il vino spumante.
Per ciò che riguarda i punti vendita della GDO va detto che i vini di maggior
qualità, che sono poi quelli d’importazione provenienti dai paesi europei, si
trovano generalmente nei supermercati ubicati nei quartieri più benestanti
mentre negli altri, negli ipermercati e nei discount, si trovano solitamente vini
di qualità e di prezzo inferiore: vini nazionali, vini cileni o anche vini europei di
fascia più bassa.
I produttori messicani di vino spesso hanno dei propri punti vendita se non
addirittura catene di punti vendita al dettaglio e quindi hanno una catena
commerciale più corta rispetto ai produttori esteri. Tuttavia date le dimensioni
del mercato, il Messico è un paese molto vasto, solitamente hanno un
sistema misto per cui in alcune zone del paese si affidano a distributori locali.
La distribuzione dei vini importati è invece molto più complicata e onerosa.
Numerosi sono gli intermediari e i passaggi commerciali: importatore,
distributori, grossisti, dettaglianti.
Va detto che spesso la figura dell’importatore e del distributore o grossista
sono unite.
68
Ci sono poi le centrali d’acquisto delle catene della GDO, delle catene di
negozi, ecc.
Ci sono poi i distributori specializzati nel settore Horeca che, come abbiamo
già detto, è molto importante in Messico per la vendita del vino.
Va anche segnalato che le grandi catene della GDO sempre più spesso
importano direttamente, soprattutto se i numeri del fatturato del prodotto vino
cominciano a diventare importanti, finché i fatturati restano bassi preferiscono
invece rifornirsi da importatori e distributori locali. Stesso discorso vale anche
per le catene di negozi specializzati che magari per quei prodotti che hanno
livelli di vendita più elevati si riforniscono direttamente dai produttori mentre
per allargare l’assortimento, comprano altri vini dagli importatori/distributori
locali.
Per ciò che riguarda gli importatori/distributori (i più importanti sono: Bodegas
la Negrita, Cesarfer, Club del Gourmet), va detto che questi in Messico
solitamente sono specializzati nella commercializzazione di vino e
eventualmente altre bevande alcoliche o altri prodotti agroalimentari. Gli
importatori operano solitamente, date le vaste dimensioni del paese, a livello
regionale, sono pochissimi quelli in grado di dare una copertura nazionale. In
ogni caso va tenuto presente, come già dicevamo, che il consumo di vino è
abbastanza concentrato in alcune aree: le aree urbane delle principali città,
Ciudad de Mexico, Guadalahjara e Monterrey e nelle zone turistiche costiere,
per cui non è necessario avere una rete distributiva su tutto il territorio, basta
concentrarsi in queste aree.
(Nel nostro Database si trovano, tra l’altro, anche tutti i riferimenti degli
importatori di vino).
69
Per ciò che riguarda i margini di ricarico va detto che l’importatore/distributore
ha un ricarico del 25-40%, anche il dettagliante applica un ricarico all’incirca
della stessa dimensione 20-30%. Le catene della GDO applicano margini del
25-35%. Nel settore Horeca i margini di ricarico per chi vende al consumatore
(hotel, bar, ristorante, ecc.) sono molto superiori 100-200% con punte fino al
400%.
Il tentativo di rifornirsi direttamente dai produttori da parte di catene della
GDO o di negozi specializzati deriva dalla volontà anche di ridurre i margini di
ricarico eliminando alcuni passaggi commerciali in modo da potere praticare
prezzi più competitivi ai propri clienti.
Il settore Horeca, soprattutto i ristoranti, sono importanti, come abbiamo
detto, in quanto rappresentano il canale nel quale avviene la gran parte delle
vendite di vino in valore ma anche perché può rappresentare il miglior canale
d’entrata nel mercato messicano.
Difficilmente ristoranti e hotel importano vino direttamente, quasi tutti si
affidano a importatori/distributori locali, a differenza di quello che avviene in
altri paesi.
Il settore della GDO che in altri paesi è molto più sviluppato sta gradualmente
accrescendo la propria quota di mercato che resta ancora relativamente
piccola, solo il 35% dei prodotti alimentari si vende in questo canale ma per il
vino si arriva al 37%. Sono in corso anche processi di concentrazione nel
settore.
I principali gruppi come abbiamo detto sono:
70
Gruppo Wal Mart che ha complessivamente 2.080 punti vendita e opera
con i seguenti marchi commerciali:
• Wal Mart Supercenter, 243 punti vendita;
• Bodega Aurrerà, 1.589 punti vendita;
• Superama, 92 punti vendita;
• Sam’s Club, 156 punti vendita.
È il gruppo più grande, presente in 384 città del paese e ha una quota di
mercato del 17,4%.
Gruppo Soriana con 837 punti vendita e che opera con i seguenti marchi
commerciali:
• Soriana Hiper, 261 punti vendita;
• Soriana Supermercado, 122 punti vendita;
• Soriana Mercado, 140 punti vendita;
• Mercado Express, 103 punti vendita;
• City Club, 33 punti vendita;
• Tiendas Comercial Mexicana, 53 punti vendita;
• Mega, 82 punti vendita;
• Bodega Comercial Mexicana, 43 punti vendita.
È il secondo gruppo della GDO, presente in 180 città del paese e ha una
quota di mercato del 6,3%, ma si tratta di una quota destinata a salire nel
2015 in quanto, a gennaio 2015, ha acquistato tutti i punti vendita con i
marchi: Tiendas Comercial Mexicana, Mega, Bodega Comercial Mexicana
dal Gruppo Comercial Mexicana.
71
Il Gruppo Chedraui, con 234 punti vendita e che opera con i seguenti marchi
commerciali:
• Chedraui, 146 punti vendita;
• Super Chedraui, 42 punti vendita;
• Super Che, 33 punti vendita;
• Selecto Chedraui, 12 punti vendita;
• El Super, 1 punti vendita;
Ha una quota di mercato del 3,2%.
Il Gruppo Costco Mexico, che ha 37 punti vendita e che opera con il marchio
commerciale Costco.
Grupo Comercial Mexicana che ha 28 punti vendita e opera con i seguenti
marchi commerciali:
• Sumesa, 19 punti vendita;
• City Market, 6 punti vendita;
• Fresko, 3 punti vendita.
Ci sono poi altre catene della GDO più piccole o su base regionale, come per
esempio: Casa Ley, Casa Chiapa, Calimax , Heb.
Ci sono poi le catene di ipermercati e grandi centri commerciali. Queste
catene solitamente si riforniscono da importatori/distributori locali e raramente
cercano il contatto diretto con il produttore straniero.
Le più importanti di queste catene, nelle quali si vende vino sono:
Palacio de Hierro, nei loro punti vendita hanno un settore gourmet all’interno
del quale si trovano prodotti alimentari d’importazione tra cui anche vini.
72
Ha 13 punti vendita concentrati prevalentemente a Ciudad de Mexico e nelle
altre grandi città.
Liverpool, ha 91 punti vendita di cui 62 con il marchio Liverpool, 23 con il
marchio Fàbricas de Francia e sei con Liverpool Duty Free. Anche loro hanno
una sezione gourmet con prodotti d’importazione tra cui vini.
Ci sono poi i cosiddetti convenience stores, che sono dei minimarket aperti
solitamente h24. In Messico ce ne sono di due tipi: quello tradizionale e
quello internazionale. I primi si trovano nelle piccole città mentre i secondi
generalmente nei centri più grandi. Le catene internazionali più importanti
sono:
Oxxo, con più di 11.000 punti vendita tutto il paese.
7-Eleven, con più di 1.600 punti vendita.
Ci sono poi quelle più piccole come Circle K e Extra.
Le vendite di vino in questi tipi di negozi sono limitate e riguardano le
tipologie più economiche.
Nei negozi tradizionali a gestione familiare, quelli che vengono chiamati
“abarrotes”, che si trovano nei quartieri più popolari, le vendite di vino sono
quasi inesistenti.
Ci sono poi invece i negozi specializzati che vendono prodotti gourmet sia
nazionali che d’importazione. Le catene di questi negozi tendono a importare
direttamente dai produttori, soprattutto quelle più grandi ma si riforniscono
anche dagli importatori/distributori locali. Questo genere di catene sono
importanti perché presso questi negozi specializzati talvolta si riforniscono
73
anche gli operatori del canale Horeca. I principali gruppi in questo canale
sono:
Grupo La Europea. Ha 41 punti vendita di cui 15 sono ubicati a Ciudad de
Mexico, gli altri nelle principali aree urbane del paese e vendono anche
online. Hanno una loro società che si occupa di importazione: Importadora
Colombres e con la quale servono oltre che i loro negozi soprattutto hotel e
ristoranti. Sono specializzati soprattutto nell’importazione di vini spagnoli.
La Castellana. Hanno 10 punti vendita di cui 7 nella capitale Ciudad de
Mexico e anche loro importano direttamente senza intermediari, soprattutto il
vino che è il loro principale prodotto di smercio.
La Criolla. Ha 3 punti vendita ubicati nelle zone più esclusive di Ciudad de
Mexico. Hanno una partecipazione in una società importatrice che si chiama
Vino y Vinos e quindi da questa si riforniscono.
City Market. Si tratta di supermercati dedicati tutti ai prodotti gourmet, che
appartengono al Grupo Comercial Mexicana (uno dei principali gruppi della
GDO, vedi sopra), hanno 6 punti vendita.
Viña Gourmet. Negozio di prodotti gourmet convertitosi poi in ristorante con
annesso negozio che poi ha aperto un altro ristorante. Hanno una loro
società che si occupa dell’importazione dei vini e che si chiama Top Wines,
ma importano prevalentemente vini spagnoli.
Prissa. Hanno diversi punti vendita in varie città tranne che nella capitale.
Hanno anche loro una società che si occupa di importare e distribuire vini sia
per i loro negozi che per altri negozi, ristoranti e hotel.
74
Vinoteca de Mexico. Una catena di enoteche con 12 punti vendita in buona
parte nella zona di Monterrey.
Ci sono poi molte altre enoteche, club del vino e negozi gourmet indipendenti
che hanno aperto soprattutto nelle zone più esclusive di Ciudad de Mexico e
delle altre città più importanti del paese. Queste si riforniscono da importatori
e distributori locali non avendo la dimensione per poter giustificare
l’importazione diretta. Nei negozi specializzati si trovano generalmente i vini
di gamma più elevata.
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LA FORMAZIONE DEI PREZZI
Per capire come si formano i prezzi occorre tener presente:
• Le imposte che a vario titolo di applicano sui beni, nel caso degli alcolici
le varie imposte: Impuesto General de Importacion (se c’è), Derecho de
Tramite Aduanero, Impuesto Especial sobre Produccion y Servicios e
dell’IVA che sugli alcolici è al 16%.
• I margini di ricarico dei vari intermediari della catena commerciale:
importatori/distributori, grossisti, dettaglianti.
Le imposte sono fisse e abbastanza semplici da calcolare, i margini degli
operatori sono invece variabili, dipendono dal canale commerciale di
distribuzione, da quanto lunga è la catena degli intermediari, dal potere
contrattuale e dalle politiche commerciali scelte dai vari operatori della catena
commerciale.
In altra parte di questo Report abbiamo indicato quali possono essere in
media o come range di oscillazione i ricarichi effettuati nei vari canali di
distribuzione dai differenti operatori.
Qui invece proviamo a fare un esempio pratico per chiarire meglio come si
compone il prezzo di una bottiglia di vino al dettaglio.
I riferimenti sui margini di ricarico sono puramente indicativi. Prendiamo come
riferimento una bottiglia di vino fermo, venduta nel canale off trade (per
esempio un supermercato) con una gradazione alcolica del 12%.
Riportiamo tutti i dati in Euro per semplicità.
76
I margini che abbiamo messo per i vari intermediari sono puramente
indicativi, come abbiamo già detto le variabili che possono influenzare questi
margini sono molteplici: canale di vendita, volumi, forza contrattuale, politiche
commerciali, ecc.
Tabella 1.36
Formazione dei prezzi per una bottiglia di vino fermo venduto nel canale off
trade.
Aliquote Valore in Euro
Prezzo CIF del vino
importato
5 Euro
Impuesto general de
Importacion
0 0
Derecho de Tramite
Aduanero
0,8% 0,04
Totale parziale 5,04
IEPS Impuesto especial
sobre Produccion y
Servicios
26,5% 1,34
Totale parziale 6,38
Margine dell’importatore 30% 1,91
Totale parziale 8,29
Margine del grossista 20% 1,66
Totale parziale 9,95
Margine del dettagliante 30% 2,98
Totale parziale 12,93
IVA 16% 2,07
Prezzo al consumatore 15
77
Come si può vedere il prezzo all’importazione triplica prima che il vino giunga
al consumatore finale ma nel settore on trade il moltiplicatore è ancora più
elevato perché più alti sono i margini di ricarico dei dettaglianti.
Facciamo lo stesso calcolo supponendo che la stessa bottiglia di vino venga
venduta nel canale on trade (Horeca), per esempio un ristorante.
78
Tabella 1.37
Formazione dei prezzi per una bottiglia di vino fermo venduto nel canale on
trade.
Aliquote Valore in Euro
Prezzo CIF del vino
importato
5 Euro
Impuesto general de
Importacion
0 0
Derecho de Tramite
Aduanero
0,8% 0,04
Totale parziale 5,04
IEPS Impuesto especial
sobre Produccion y
Servicios
26,5% 1,34
Totale parziale 6,38
Margine dell’importatore 30% 1,91
Totale parziale 8,29
Margine del grossista 20% 1,66
Totale parziale 9,95
Margine del dettagliante 100% 9,95
Totale parziale 19,90
IVA 16% 3,18
Prezzo al consumatore 23,08
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IL COMPORTAMENTO DEI CONSUMATORI
Come abbiamo già sottolineato i consumi pro capite di vino in Messico sono
ancora bassi, siamo a circa 0,75 litri all’anno.
In realtà secondo alcune analisi e studi recenti risulta che nelle principali aree
urbane del paese i consumi di vino sono già arrivati a circa 8 litri pro capite, il
che conferma che il consumo di questa bevanda è un fenomeno tipicamente
urbano e circa il 77% della popolazione del paese è ormai urbanizzata.
Ricordiamo che nelle tre aree urbane più importanti si concentra circa un
quarto della popolazione totale del paese.
Ciudad del México o Districto Federal è un conglomerato di oltre 22 milioni di
abitanti, Guadalajara, capitale dello Stato di Jalisco ha un’area metropolitana
di circa 4,3 milioni di abitanti e Monterrey, capitale dello Stato di Nuovo Leon
ha circa 4 milioni di abitanti.
D’altronde il trend positivo nei consumi di vino è testimoniato dalla continua
crescita delle importazioni sia in volume che in valore, ma anche della
crescita della produzione nazionale.
Uno dei fattori che nei prossimi anni porterà a un aumento ancor più
consistente del mercato del vino è la scoperta di questa bevanda da parte del
pubblico giovanile. Parliamo ovviamente dei giovani della classe media che
possono permettersi il consumo di una bevanda che, comunque, ha un costo
importante e quindi non è alla portata di tutti. Molti ristoranti hanno cominciato
a inserire nelle loro carte vini con prezzi più moderati proprio per attirare il
pubblico giovanile.
80
Il segmento di popolazione che beve vino comunque è ancora piuttosto
modesto e non esiste l’abitudine di bere il vino quotidianamente o di berlo per
accompagnare i pasti. La conoscenza effettiva del prodotto da parte della
popolazione messicana è ancora piuttosto superficiale e approssimativa.
Si calcola che circa due milioni e mezzo di persone consumino vino con una
certa regolarità, di questi solo il 15% lo consuma quotidianamente, un altro
80% lo consuma almeno una volta la settimana e il restante 5% meno
frequentemente.
Il vino d’altronde è una bevanda piuttosto costosa in Messico per i costi dei
vari intermediari commerciali, per il peso della tassazione e per il costo degli
adempimenti burocratico-amminsitrativi.
La comparsa di vini con prezzi più contenuti e il miglioramento della
distribuzione commerciale dovrebbero portare a un aumento dei consumi nei
prossimi anni. Sino a pochi anni or sono quando il mercato del vino in
Messico era costituito quasi esclusivamente da vini d’importazione europei:
spagnoli, francesi e italiani, considerati prodotti di grande qualità, esclusivi e
quindi anche di prezzo elevato. Negli ultimi anni hanno cominciato a
comparire sia vini europei con prezzi più accessibili sia vini di paesi come il
Cile, per esempio, che hanno un’ottimo rapporto qualità/prezzo.
Nonostante l’incremento della produzione nazionale i messicani continuano a
preferire i vini d’importazione considerati migliori di quelli locali anche se
hanno costi decisamente più elevati.
Un problema legato alla diffusione del consumo del vino è quello climatico. Il
Messico è un paese nel quale fa caldo per la gran parte dell’anno e quindi i
consumatori preferiscono bibite più rinfrescanti come la birra o le bevande
gassate. Anche se il vino, soprattutto quello bianco o quello spumante, può
essere consumato fresco, tuttavia non sazia la sete! E in ogni caso le
81
preferenze dei consumatori messicani sono più orientate verso i vini rossi che
rappresentano quasi i due terzi del venduto.
Inoltre la cucina messicana sembra fatta apposta per non abbinarsi bene con
il vino, basata com’è sull’utilizzo massiccio di condimenti piccanti che non
sono l’ideale per apprezzare il vino nelle sue sfumature di gusto.
Una buona idea di marketing potrebbe essere quella di suggerire ai
consumatori abbinamenti tra un determinato vino e determinati piatti locali.
Il consumatore di vino messicano solitamente appartiene a una classe
sociale medio alta anche se negli ultimi anni, sia con l’introduzione nel
mercato di vini cileni di prezzo più contenuto ma comunque di buona qualità,
sia grazie all’aumento della produzione locale il posizionamento del vino sta
cambiando e cambierà sempre più in futuro. Da bevanda di lusso o
comunque, indicatrice di status, come è stata finora, tenderà a diventare una
bevanda sempre più “trendy”, cioè sempre più alla moda soprattutto tra il
pubblico femminile e i giovani.
Un altro target importante sono infine i turisti stranieri che si concentrano
principalmente in tre zone, il sud-est del paese, la zona centrale e l’area della
capitale Ciudad de Mexico. Il Messico ha complessivamente circa 30 milioni
di presenze turistiche annue, quindi si tratta di flussi molto consistenti.
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STRATEGIE DI ENTRATA NEL MERCATO MESSICANO
La miglior strategia per entrare nel mercato messicano è quella di cercare un
importatore/distributore, soprattutto ben introdotto nel settore Horeca. Il
numero di importatori/distributori è piuttosto limitato, rispetto ad altri paesi e
tra l’altro sono concentrati in alcune aree, soprattutto la capitale.
Ovviamente affidarsi a un importatore/distributore significa che il fornitore
estero avrà poca possibilità di controllo sui prezzi, sulle strategie di vendita o
su qualunque altro aspetto delle politiche commerciali.
Ci sono aziende vinicole spagnole che hanno aperto una loro filiale in
Messico per tenere meglio sotto controllo tutta la catena commerciale ma la
Spagna è leader nell’esportazione di vino in questo paese e raggiunge
numeri che cominciano ad essere anche significativi. I costi per l’apertura di
una filiale, oltre a tutti gli adempimenti burocratici relativi, possono essere
giustificati soltanto da fatturati di una certa importanza.
C’è anche chi comincia a pensare all’investimento diretto mediante l’acquisto
di vigneti o di terreni da adibire a vigneto per meglio servire sia il mercato
messicano che, in prospettiva, quelli dei paesi limitrofi, sia latinoamericani
che statunitense, ma per seguire strategie del genere occorrono disponibilità
di risorse finanziarie, umane e tecniche considerevoli.
Per i medi e piccoli produttori italiani la via più semplice può essere quella
della ricerca di un importatore/distributore o di cercare di vendere
direttamente alle catene sia della GDO che di negozi specializzati. Anche in
Messico cominciano a diffondersi i ristoranti di cucina italiana che potrebbero
83
essere anche lì, come in altri paesi, un canale importante per vendere i propri
vini.
Va ricordato che promozione e pubblicità sono fondamentali e sarebbe bene
presentarsi all’importatore con un piano di marketing che preveda azioni
come:
• presentazione e degustazioni pubbliche;
• azioni promozionali sul punto vendita;
• pubblicità sui media locali.
Promozioni nei ristoranti, assaggi, degustazioni, omaggi, distribuzione di
materiale informativo, sono tutte operazioni promozionali che vanno
ovviamente concordate con l’importatore/distributore, ma senza le quali è
difficile pensare di farsi strada in un nuovo mercato, sia pure in crescita come
quello messicano.
Altre azioni promozionali utili potrebbero essere quelle di sottolineare i
vantaggi per la salute di un consumo moderato di vino attraverso campagne
di comunicazione, oppure insegnare ai consumatori come abbinare i vini
proposti con i piatti tipici della cucina messicana, ma anche organizzare corsi
e seminari per appassionati o presentazioni per la stampa.
Per quel che riguarda la pubblicità sulle bevande alcoliche va ricordato che la
legislazione messicana prevede che i vari annunci vengano preventivamente
sottoposti all’autorizzazione da parte delle pubbliche autorità. Gli annunci
inoltre non possono mostrare direttamente consumatori che bevono alcolici o
trasmettere l’idea che stiano bevendo. Inoltre i messaggi pubblicitari
riguardanti gli alcolici non possono essere associati a tabacco, automobili o
sesso.
84
Inoltre la legge prescrive che, indipendentemente dal mezzo di
comunicazione utilizzato, compaiano scritte del tipo: Evite el exceso (evitate
gli eccessi), beba con moderacion (bevete con moderazione).
Per quel che riguarda la pubblicità televisiva gli spot riguardanti gli alcolici
non possono essere trasmessi dopo le 8 di sera tranne quelli riguardanti la
pubblicità della birra che possono essere trasmessi a qualsiasi ora ma solo in
occasione di eventi speciali come determinate partite di calcio.
Va ricordato infine che soprattutto i grandi gruppi della GDO che prima
procedevano ad acquisti di una certa consistenza, stoccavano il prodotto e
poi lo vendevano nel corso del tempo, ultimamente tendono a mantenere le
scorte al minimo, quindi riacquistano piccoli quantitativi, in quanto è stata
introdotta una nuova tassa che va a colpire il valore dell’inventario, quindi i
prodotti a magazzino. Per pagare il meno possibile si cerca di ridurre al
minimo lo stock di prodotti in deposito.
Per il resto valgono le solite regole commerciali che valgono su qualunque
mercato, a qualsiasi latitudine:
• comportarsi correttamente;
• darsi tempi medio-lunghi, il mercato messicano è un mercato in
crescita, ma non è comunque un mercato facile;
• investire tempo e danaro, il tempo dei “fenomeni” è passato,
definitivamente!
• programmare correttamente e precisamente le proprie strategie;
• investire nella comunicazione, informazione, promozione. L’antico detto
per cui “la pubblicità è l’anima del commercio”, sarà banale e scontato
ma contiene in sé una verità universale, che talvolta i produttori
nostrani, per imperscrutabili ragioni, dimenticano!
85
TENDENZE E PROSPETTIVE
Come abbiamo detto precedentemente i consumatori di vino attualmente in
Messico sono una piccola percentuale della popolazione, circa 2,5 milioni di
persone, oltre ai turisti stranieri che frequentano le principali località turistiche,
circa 30 milioni di presenze annue e si calcola che il 20% del vino consumato
nel paese venga venduto ai turisti. Lasciando perdere le fantasiose e
suggestive segmentazioni che vengono fatte da alcune ricerche di marketing
possiamo dire che le prospettive di ulteriore sviluppo del mercato del vino
sono positive, perché nel paese esiste una classe di benestanti che sono
circa il 5% della popolazione, all’incirca 7 milioni di persone e la classe media
invece costituisce il 15% della popolazione, all’incirca 21 milioni di persone.
Esiste quindi un potenziale di circa 30 milioni di messicani, con livelli di
reddito e di consumi simili a quelli statunitensi o europei, che potrebbero
essere o diventare consumatori di vino e che potrebbero permetterselo
avendo livelli di reddito medi e medio-alti.
I vini che stanno diventando di moda, quelli più apprezzati dai nuovi segmenti
di consumatori, giovani e donne sono quelli più leggeri e fruttati.
Poi ovviamente le prospettive di ulteriore sviluppo del mercato del vino
dipendono dalle più generali prospettive di crescita economica del paese. Il
Messico è un paese ricco di risorse, situato in una posizione strategica, che
può fare da ponte tra i mercati nordamericani e quelli caraibici e
latinoamericani. È un paese giovane dove metà della popolazione ha meno di
28 anni, nel quale esistono ancora sacche di povertà e di esclusione, in cui
esistono grandi squilibri, l’indice di Gini, un indicatore economico che serve
86
per misurare il livello di disuguaglianza nella distribuzione dei redditi e delle
ricchezze, negli ultimi cinque anni è peggiorato. Tuttavia l’economia sta
crescendo anche se a un ritmo ancora insufficiente, rispetto a quelli che
sarebbero le esigenze del paese.
Un altro fattore importante resta l’ammodernamento del settore commerciale,
con la diffusione delle formule moderne di distribuzione che sostituiscono il
piccolo commercio tradizionale, che porteranno sicuramente benefici anche
nella distribuzione del vino.
87
FIERE DI SETTORE
ALIMENTARIA MEXICO Quando: marzo 2018.
Periodicità: annuale.
Tipologia: principale fiera dell’agroalimentare e delle bevande.
Dove: Centro banamex, Avenida del Conscripto Numero 311, México DF, Cp
11200, tel. +52 55 52 68 20 36, fax +52 55 52 68 20 04,
[email protected], www.centrobanamex.com.
Organizzazione: Alimentaria Exhibitions SA, Avenida Reina Maria Cristina
s/n, 08004, Barcellona, Spagna, tel. +34 93 45 21 800, fax +34 93 45 21 801,
[email protected], www.alimentaria.com.
Dati: www.alimentaria-mexico.com.
GOURMET SHOW Quando: 31 agosto - 2 settembre 2017.
Periodicità: annuale.
Tipologia: fiera dell’agroalimentare e delle bevande.
Dove: Mexico World Trade Center, Montecito 38, Col. Napoles, 03810
México D.F., tel. +52 55 90 00 90 00, fax +52 55 90 00 91 00,
[email protected], www.exposwtc.com.
Organizzazione: Tradex Exposiciones Internacionales, Mexico City, tel. +52
55 56 04 49 00, www.tradex.mx.
88
WINE ROOM Quando: 7-9 settembre 2017.
Periodicità: annuale.
Tipologia: fiera del vino.
Dove: Mexico World Trade Center, Montecito 38, Col. Napoles, 03810
México D.F., tel. +52 55 90 00 90 00, fax +52 55 90 00 91 00,
[email protected], www.exposwtc.com.
Organizzazione: Tradex Exposiciones Internacionales, Mexico City, tel. +52
55 56 04 49 00, www.tradex.mx.
Dati: www.wineroom.mx.
ABASTUR
Periodo: 29 agosto al 1 settembre 2017.
Periodicità: annuale.
Tipologia: fiera del settore Horeca.
Dove: Centro Banamex, Avenida del Conscripto 311, Miguel Hidalgo, Lomas
de Sotelo, 11200, Ciudad de México D.F.
Organizzazione: UBM México Exposiciones, Benjamin Franklin 235, Piso 4,
Col. Hipodromo, Del. Cuauhtémoc, México D.F., CP 06100.
Dati: www.abastur.mx [email protected] tel. +52 55 41 22 29 00.
89
EXPORESTAURANTES
Quando: 28-30 giugno 2017.
Periodicità: annuale.
Tipologia: fiera del settore Horeca riservata agli operatori.
Dove: World Trade Center, Filadelfia, Napoles, Ciudad de México D.F.
Organizzazione: [email protected]
Dati: www.exporestaurantes.com.mx
90
MASS MEDIA DI SETTORE
Ci sono ormai anche in Messico numerose riviste, portali, blog che si
occupano di vino direttamente oppure più in generale di food, ristorazione,
ospitalità, ecc. e quindi anche di vino. In molti giornali e periodici le rubriche
dedicate al cibo e al bere sono sempre più diffuse e seguite. Qui segnaliamo
alcune delle principali riviste e portali senza alcuna pretesa di completezza.
MI VINO MEXICO
Periodicità: bimestrale.
Target: appassionati di vino e professionisti del settore.
Tiratura: 25.000 copie, distribuzione gratuita.
Editore:
MiVino Mexico SA
Camino Real a Toluca 150-B
Col. Bellavista,
Del. Alvaro Obregon
Ciudad de México D.F.
Tel. +52 55 56 63 33 50
Fax +52 55 56 63 33 50
www.mivinomexico.com
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VINISFERA
Periodicità: portale on line.
Editore:
Grupo Vinisfera
Francisco Javier Gamboa 111°
Col. Lafayette,
Guadalajara,
Jalisco 44150,
tel. +52 33 13 77 56 47
fax +52 33 13 77 56 48
www.vinisfera.com
EL CONOCEDOR
Periodicità: bimestrale.
Target: operatori del settore vino e appassionati di vino.
www.revistaelconocedor.com
CATADORES
www.catadores.com.mx
92
Riviste settore Food
FOOD AND TRAVEL MÉXICO
Dolores Jimenez y Muro 10,
Periodista
11220 México D.F.
www.foodandtravel.mx
Riviste settore Horeca
REVISTA SOY CHEF
www.revistasoychef.com
SABOR E ARTE
Periodicità: bimestrale.
Target: operatori settore Horeca e appassionati di cucina.
Editore:
Revista sarte S.A. de C.V.
Oaxaca 86, despacho 402
Col. Roma,
C.P. 06700 México D.F.
Tel. +52 55 14 79 14
93
www.saborearte.com.mx
RESTAURANTES DE MEXICO
Periodicità: portale online con circa 300.000 visite mensili.
Target: operatori settore Horeca e appassionati di cucina.
Editore:
Restaurantes de Mèxico
Periférico Sur 3642, piso 15,
Jardines del Pedregal
C.P. 01900 México D.F.
Tel. +52 55 68 58 98
www.restaurantesdemexico.com.mx
94
INDIRIZZI UTILI MESSICO IN ITALIA
AMBASCIATA DEGLI STATI UNITI MESSICANI
Via Lazzaro Spallanzani, 16
00161 Roma
Tel. 06 44 16 061
Fax 06 44 29 27 03
www.sre.gob.mx/italia
95
IN MESSICO
AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Paseo de las Palmas, 1994
11000 Mexico D.F.
Tel. +52 55 55 96 36 55
Fax. +52 55 55 96 77 10
www.ambcittadelmessico.esteri.it
CONSOLATO ONORARIO DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Alcatraces n. 39 - Spermanzana 22,
Cancún, Quintana Roo, C.P. 77500
Tel. +52 99 88 84 12 61
Fax. +52 99 81 47 49 12
CONSOLATO ONORARIO DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Av. Lopez Mateos Norte, 790 - 1 piso,
Fracc. Ladron de Guevara, Guadalajara,
Jalisco, C.P. 44680
Tel. +52 33 36 16 17 00
Fax +52 33 36 162 092