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IL SITO TROGLODITA IL SITO TROGLODITA DI POLIA DI POLIA Storia Lo studio sul sito troglodito di Polia vuole indirizzare alla conoscenza di alcuni tra i luoghi della Calabria centrale meno noti, in quanto meno ricchi di monumenti di grande impatto, ma di estrema impor- tanza sia dal punto di vista paesaggistico che storico. Istituto : Liceo Statale “Vito Capialbi” Sede: Via S. Ruba - 89900 Vibo Valentia Email: [email protected]

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IL SITO TROGLODITAIL SITO TROGLODITA

DI POLIA DI POLIA

StoriaLo studio sul sito troglodito di Polia vuole indirizzarealla conoscenza di alcuni tra i luoghi della Calabriacentrale meno noti, in quanto meno ricchi di monumenti di grande impatto, ma di estrema impor-tanza sia dal punto di vista paesaggistico che storico.

Istituto : Liceo Statale “Vito Capialbi”

Sede: Via S. Ruba - 89900 Vibo Valentia

Email: [email protected]

Maggio 2013 -

Polia è un comune di poco più di mille abitanti della provincia di Vibo Valentia. Le sue origini si fanno risalire al-l’VIII- V secolo a.C., ad opera di coloni greci che, già presenti nel territorio, cercavano nuovi territori e nuove vie di comunicazione. La città fu fondata, infatti, nel punto più stretto della

Calabria, in cui Tirreno e Ionio distanomeno di 50 Km, una posizione ideale peril trasporto delle merci dai porti di Squil-lace e Locri al golfo di Sant' Eufemia,dove si trovavano le città di Terina e Hip-ponion e il porto della città di Napizia(Pizzo). I ritrovamenti di grotte primitivecon oggetti di uso quotidiano al loro in-terno attestano, però, che la zona diPolia fu abitata fin dall’età preistorica.Alla sua posizione strategica fa eco unanatura rigogliosa: boschi di abeti, faggi,querce e pini e un sottobosco imprezio-sito dalla presenza della “woodwardia ra-dicans”, una felce gigante risalente

all’era Terziaria. Il territorio è ricco di acque; anticamente, infatti, erano in funzione quattordici mulini, una verae propria industria e, fino a pochi anni fa, l’acqua oligominerale della fonte “Camarda” era imbottigliata nell’omo-nimo stabilimento.

Classi VA L - VB L

L’insediamento rupestreUna tribù di questi uomini primitivi stazionò sul luogo dove sorse poi l'antica Polia e quindi il villaggio

Trecroci, e abitò numerose grotte che esistono ancora nella rocciosa collina ...(R. Mole' – Polia città Greca)

Il sito troglodito di Trecroci, frazione di Polia, è uno dei luoghi calabresi meno noti, ma, forse, uno dei piùaffascinanti dal punto di vista paesaggi-stico e storico, che testimonia una conti-nuità di insediamenti umani dallapreistoria all’età moderna. Le grotte coningresso a “bocca di forno” che si aprononelle pareti di arenaria della collina Polia, imanufatti di selce e i numerosi ritrovamentifittili e metallici risalenti all’età del ferro,conservati al Museo Provinciale di Catan-zaro ed al Museo Nazionale di Napoli, con-fermano come le grotte siano state adibitesia a sepolcro che ad abitazione. Nel lon-tano 1920, infatti, fu scoperta casual-mente una tomba corredata di una fibuladi bronzo, due lame una cuspide di ferro,una scodella di terracotta a due anse eduna ceramica zoomorfa; viene spontaneochiedersi come mai nessuna ricerca sistematica sia mai stata effettuata in seguito, per aggiungere tassellipreziosi di conoscenza della storia della Calabria.

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Polia: PanoramaPolia: Panorama

Grotte trogloditicheGrotte trogloditiche

Polia

Maggio 2013 - 1 2Classi VA L - VB L

Le Grotte

La visita al sito, accessibile senza difficoltà, ma evidentemente non frequentato, è stata possibile graziealla dottoressa Immacolata Lorè, giovane e appassionata studiosa del sito, che si è prestata a farci da

guida e ha messo a disposizione i risultati della suaricerca, fornendoci una documentazione originale emolto dettagliata. Le grotte sono per lo più a camerasingola; quelle a camere doppie ripetono la tipologiadelle dimore ipogee presenti nelle regioni mediterra-nee fin dall'età del bronzo. L’organizzazione internadelle grotte è molto rudimentale; un forno, dei foriscavati nella roccia, qualche nicchia per riporvi lesuppellettili e, talvolta, una mangiatoia, di solito rica-vata da una tomba preesistente. È più o meno l’or-ganizzazione della casa troglodita descritta da E.Jacovelli, studioso del villaggio rupestre di Massafra,in Puglia: “Le abitazioni erano costituite, per la mag-gior parte, da uno o da due locali, non troppo grandie muniti spesso da un muro divisorio monolitico, per

separare il soggiorno e la cucina dal vano letto... Numerose erano le nicchie absidali per l’alloggia-

mento... dei recipienti per la conservazione delvino, dell’olio, del miele, dei legumi e della fruttasecca... ”. In alcune grotte è presente una cisterna,probabilmente di origine altomedievale. Esistono, in qualche caso, collegamenti interni tra due grotteadiacenti ed interventi per chiudere l’imbocco, opere murarie di rifinitura e costruzioni in muratura im-mediatamente all’esterno, queste ultime risalenti, probabilmente, all’età medioevale/moderna. Nel se-colo scorso sono state trasformate in stalla e durante l’ultima guerra le grotte sono servite come rifugiodurante i bombardamenti.

Entrata grotte trogloditicheEntrata grotte trogloditiche

Grotte del poetaGrotte del poeta

Dettaglio grotte trogloditicheDettaglio grotte trogloditiche

Dettaglio grotte trogloditicheDettaglio grotte trogloditiche

Maggio 2013Maggio 2013 -- Classi VA L - VB LClassi VA L - VB L3

Immacolata Lorè:Immacolata Lorè:Visita guidata all’interno Visita guidata all’interno

Maggio 2013Maggio 2013 - - 4Classi VA L - VB LClassi VA L - VB L

delle grotte delle grotte

Maggio 2013 - Classi VA L - VB L55

La geologia del sito

Il costone in cui sono scavate si le grotte è costituito da arenaria, una roccia sedimentaria clasticaa giacitura per lo più stratificata, che si forma per cementazione di sabbie in periodi e strati diversi,trasportate dal vento in am-biente subaereo dalle correnti.Tra i granuli, i più abbondantisono quelli costituiti da quarzo esono legati da un cemento co-stituito soprattutto da carbo-nato di calcio e, in minorquantità, silice e ossido di ferro,prodotti dalla precipitazione chi-mica dei minerali presenti nel-l’acqua presente negli interstizi.Gli interstizi vuoti definiscono laporosità della roccia. Tra i gra-nuli è presente un materiale piùfine, la matrice ( che, una voltacristallizzata, viene definita ce-mento).; dalla quantità di ma-trice/cemento, le arenarie sono classificate in Peliti, in cui la matrice è presente in percentuali maggioridel 75%, Grovacche, in cui la matrice è presente in percentuali comprese fra il 75% e il 50%, Sub gro-

vacche, in cui la matrice è presente in per-centuali comprese fra il 50% e il 15%,Areniti, in cui la matrice è presente in per-centuali inferiori al 15% o se è presente ce-mento.Le arenarie sono le rocce più comuni dei de-positi di avanfossa, un bacino che si formacol sollevamento di una catena montuosa e,perciò, parallelo ai suoi margini; nella fase

sinorogenica si depositano sedimenti di ambiente marinoprofondo (flisch), in quella fase postorogenica si depositanosedimenti di ambiente marino costiero o di ambiente conti-nentale (molasse). In Calabria risalgono alle trasgressionimarine del Miocene e Pliocene.

Costone grotte trogloditicheCostone grotte trogloditiche

Dettaglio costone Dettaglio costone

Maggio 2013 - 66Classi VA L - VB L

Perché vivere in grotta?Jacek Rewerski, presidente del comitato scientifico Històire Architecture Découverte Etude Sauvegarde,ne “Il troglodita, questo sconosciuto” (“Il Corriere dell'UNESCO”, 1996) scrive: «Scavare la propria casanella roccia è più facile che costruirla, ma ciò esige una notevole comprensione dell’ambiente e suppone

una grande capacità di adatta-mento a esso. La casa sotterra-nea, contrariamente all’ideagenerale, non è una forma re-gressiva di architettura: è unamaniera più economica; … è adimensione dell’uomo e dellesue necessità. I vantaggi eco-nomici ed ecologici di questohabitat ancestrale, in particolarela sua stabilità termica, interes-sano anche gli architetti mo-derni, che vedono in essonumerose possibilità per il pre-sente ed il futuro... Modo di vitae di architettura originale, il tro-gloditismo fa parte della diver-sità culturale del mondo...Studiare le tecniche trogloditi-che vuol dire studiare dei gruppiumani, la loro storia, la loro vitaparticolare”.

Vivere in grotta non può essere considerato, quindi, soltanto una scelta “obbligata”, dettata da particolaricondizioni economico/sociali, difensive, religiose, politiche o geografiche; è anche una scelta alternativaad altri modi di abitare, o per convenienza economica e carenza di materie prime, o perchè la grotta,se favorevolmente ubicata, protegge dai rigori dell’inverno e dal caldo dell’estate. Se l’uomo di Nean-dhertal occupa le grotte naturali per difendersi dal freddo e dalle belve, già l’homo sapiens sapiensdel Neolitico le amplia e le collega con corridoi, le arreda e le abbellisce. Ma è nel Medioevo che gli in-sediamenti diventano vere e proprie “città”: si scavano grotte per adibirle a luoghi di culto, di riunione,di stoccaggio delle riserve alimentari e si realizzano cisterne e sistemi di canalizzazione delle acque,strade e orti. Tutto semplice e primitivo all’apparenza, ma ingegnoso, frutto di solide conoscenze deimateriali e delle tecniche idrauliche e costruttive. L’organizzazione in grotta di un gruppo sociale pre-suppone, infatti, un intervento mirato sull’ambiente; si tratta di progettare ambienti ipogei, non soltantodi organizzare quelli esistenti e, quindi, di sfruttare particolari condizioni orografiche o geologiche edadattarle alle necessità primarie. Col tempo, quindi, l’habitat naturale e quello scavato dall’uomo quasisi confondono, si sovrappongono e l’insediamento rupestre diventa un vero e proprio insediamento ur-bano. I Sassi di Matera e Gravina di Puglia sono i due esempi più importanti di città sviluppatesi sullegrotte, ma in tutta l’Italia centrale e meridionale esistono numerose testimonianze di insediamenti rupe-stri. E la Calabria non fa eccezione: Casabona, Caccuri, Verzino, Cotronei, Rocca di Neto in provinciadi Crotone, il Villaggio degli Sbariati a Zungri e il sito di Polia nel Vibonese, tanto per citare gli insedia-menti più numerosi; ma l’intero territorio è costellato di grotte, sia ad uso abitativo che di culto. La spie-gazione più plausibile di questo fenomeno è da ricercarsi nell’intensa migrazione di religiosi dall’Orienteche interessò la Calabria intorno all’anno mille e nel progressivo arretramento dalle coste causate dallecontinue invasioni degli Arabi.

I Sassi di MateraI Sassi di Matera

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I trogloditi del terzo millennio

In età moderna, comunque, si assiste al graduale ab-bandono delle grotte dal punto di vista abitativo e allaloro trasformazione in stalle, cantine, magazzini. E nelsecolo scorso si lasciano definitivamente le grotte perandare ad affollare le periferie delle città. E oggi?Qualcuno ha deciso di tornarci a vivere, in cerca diun modus vivendi ecocompatibile, per sfida, per ritro-vare il proprio equilibrio, per vivere in sintonia con lanatura. Ma, a volte, anche perché i poveri del terzomillennio, quelli su cui più duramente si è accanita lacrisi economica, non hanno altre alternative possibili.

Trogloditi del terzo millennioTrogloditi del terzo millennio

Maggio 2013 - 88Classi VA L - VB L

Zungri è un comune in provincia di Vibo Valentia, di circa 2.000 abitanti, sul versante nord-orientaledell’altopiano di Monte Poro. Le sue origini sono incerte: il primo documento di un insediamento umano

chiamato Zungri è del 1310 e fa riferimento al pagamentodella seconda “decima” da parte del prete cappellano. Èun comune agricolo, con un’unica frazione, Papaglionti; Ilsuo nome, di origine greca, significherebbe “rocce”, “di-rupi”. L’economia cittadina si regge prevalentemente sullaproduzione agricola e in parte sugli allevamenti ovino, bo-vino e caprino.A Zungri centro ecaratteristica laparte bassa delpaese che con-

serva ancora le vecchie costruzioni, vicinissime alle grotte Ba-siliane (Grotte degli Sbariati (o sbandati), insediamento rupestredel XII e XIII secolo di monaci Brasiliani), queste conferiscono aZungri una importante testimonianza storica. Le Grotte sono 39,si affacciano sui terrazzamenti degradanti sul torrente "Malo-pera", e costituiscono un complesso unico, nella fattispecie, rin-

venuto in Calabria.All’'insediamento rupestre degli Sbariati, in località Fossi, sul costoneesposto a sud-est della valle della Fiumara Malopera, si accede dal cen-tro storico di Zungri. Le grotte, in tutto un centinaio, di cui una ventinavisitabili, si aprono

Non tutti conoscono...... Le Grotte degli Sbariati di Zungri

Redazione:Dirigente Scolastico : Prof. Michele Piraino

Ricerche e Foto: VA e VB Linguistico-dott.ssa Immacolata Lorè-Prof. Antonio Lorè

Supervisore: Prof.ssa Daniela Cesareo

Guida all’interno delle grotte: Immacolata Lorè

Grafica e impaginazione: Ass. Tecnico Emanuele Di Iorgi