il grande commercio nel xv secolo

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Il grande commercio nel XV secolo 1.1 Le potenze marinare della fine del Trecento Venezia entrò in diretto contatto con le regioni tedesche, le quali erano produttrici principalmente di fustagno, rame, stagno e argento. Genova invece, portò le sue navi nello stretto di Gibilterra, raggiungendo via mare il porto di Bruges. Bruges nel 1340 aveva un totale di 35000 abitanti, i quali salirono a 100000 intorno al 1500. Tale sviluppo è dovuto soprattutto alla costruzione nel 1356 della Hansa delle città tedesche, ovvero una confederazione che permetteva alle città di acquisire maggiore forza politica e finanziaria nelle terre dove i loro mercanti operavano. Essi infatti acquistavano materie prime di vario genere, le quali venivano portate a Londra e infine a Bruges. I mercanti si ingegnarono anche dal punto di vista nautico, di fatto introdussero un nuovo tipo di nave da trasporto: Kogge. A differenza della galera era priva di remi, in quanto aveva uno scafo rotondo e si serviva solo di grandi vele. Nonostante Bruges stesse acquisendo potere, non poteva comunque competere con la ricchezza di Venezia, la quale nel XIV secolo divenne il centro economico più importante d’Europa. Negli anni 1379-1380 Venezia fu soggetta ad un attacco da parte dei Genovesi, i quali si allearono con il duca d’Austria e il re d’Ungheria per penetrare nel golfo di Venezia (Guerra di Chioggia). Dopo un anno di assedio però, Venezia riuscì a creare una flotta d’emergenza e obbligò i Genovesi alla pace, la quale venne stipulata l’8 Agosto 1381 a Torino. Ci fu una divisione dei mercati dove i Genovesi erano impegnati nei territori dell’Africa del Nord e in Spagna, mentre i Veneziani nei mercati orientali. Uno dei centri principali dell’economia era il Fondaco dei tedeschi, un albergo per i mercanti provenienti dalla Germania che fungeva anche da magazzino per le loro merci. 1.2 Venezia al vertice della sua potenza La potenza di Venezia deriva in gran parte dalla sua capacità di produrre navi adatte ad ogni necessità. A tale produzione provvedeva l’Arsenale, un cantiere di proprietà dello Stato. Nel

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Breve riassunto sul commercio nel XV secolo.

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Page 1: Il Grande Commercio Nel XV Secolo

Il grande commercio nel XV secolo1.1 Le potenze marinare della fine del Trecento

Venezia entrò in diretto contatto con le regioni tedesche, le quali erano produttrici principalmente di fustagno, rame, stagno e argento. Genova invece, portò le sue navi nello stretto di Gibilterra, raggiungendo via mare il porto di Bruges. Bruges nel 1340 aveva un totale di 35000 abitanti, i quali salirono a 100000 intorno al 1500. Tale sviluppo è dovuto soprattutto alla costruzione nel 1356 della Hansa delle città tedesche, ovvero una confederazione che permetteva alle città di acquisire maggiore forza politica e finanziaria nelle terre dove i loro mercanti operavano. Essi infatti acquistavano materie prime di vario genere, le quali venivano portate a Londra e infine a Bruges. I mercanti si ingegnarono anche dal punto di vista nautico, di fatto introdussero un nuovo tipo di nave da trasporto: Kogge. A differenza della galera era priva di remi, in quanto aveva uno scafo rotondo e si serviva solo di grandi vele. Nonostante Bruges stesse acquisendo potere, non poteva comunque competere con la ricchezza di Venezia, la quale nel XIV secolo divenne il centro economico più importante d’Europa. Negli anni 1379-1380 Venezia fu soggetta ad un attacco da parte dei Genovesi, i quali si allearono con il duca d’Austria e il re d’Ungheria per penetrare nel golfo di Venezia (Guerra di Chioggia). Dopo un anno di assedio però, Venezia riuscì a creare una flotta d’emergenza e obbligò i Genovesi alla pace, la quale venne stipulata l’8 Agosto 1381 a Torino. Ci fu una divisione dei mercati dove i Genovesi erano impegnati nei territori dell’Africa del Nord e in Spagna, mentre i Veneziani nei mercati orientali. Uno dei centri principali dell’economia era il Fondaco dei tedeschi, un albergo per i mercanti provenienti dalla Germania che fungeva anche da magazzino per le loro merci.

1.2 Venezia al vertice della sua potenza

La potenza di Venezia deriva in gran parte dalla sua capacità di produrre navi adatte ad ogni necessità. A tale produzione provvedeva l’Arsenale, un cantiere di proprietà dello Stato. Nel 1328, oltre alle varie navi da combattimento, l’Arsenale iniziò a produrre anche navi adibite prevalentemente al commercio. Queste navi (chiamate anche galere da mercato) erano di proprietà dello Stato ma venivano concesse in uso ai mercanti, e durante il XV secolo arrivarono persino nell’Atlantico e in Barberia. Venezia estese il suo dominio anche nell’Italia Settentrionale, ove giunse a controllare le città di Padova, Verona,Brescia e Bergamo. Siccome la città di Padova era stata alleata dei Genovesi durante la guerra di Chioggia, Venezia creò all’interno della città una fascia di sicurezza per difendersi da eventuali mire espansionistiche. Le ultime colonie genovesi vennero distrutte dai turchi, con i quali Venezia decise di scendere a patti. Infatti Venezia stabilì che sarebbe entrata in guerra con loro solo se il loro espansionismo avesse minacciato la sicurezza della città. Nel XVI secolo l’espansione Veneziana venne bloccata da papa Giulio II, il quale si fece promotore di una coalizione europea contro Venezia. La città fu così costretta

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alla resa, e nel 1509 il suo esercito venne sconfitto nella battaglia di Agnadello. Nonostante ciò però, Venezia riuscì a rimanere la principale potenza economica Europea. Uno dei suoi punti di forza principali consisteva nei possedimenti coloniali nell’Egeo : possedeva la città di Cipro, Candia e Corfù. La particolarità di questi territori era che avevano un regime di monocultura, ovvero producevano merci solo per l’esportazione e non a seconda delle necessità della popolazione.

1.3 I portoghesi nelle Indie

I Portoghesi condussero varie esplorazioni nell’Atlantico, dove iniziarono scambi commerciali prima con l’Africa nera e poi con le Indie. Grazie alle regolari iterazioni istituite nel Duecento con l’Inghilterra e le Fiandre, i Portoghesi si ingegnarono per costruire imbarcazioni più innovative per favorire il commercio. Progettarono la caravella, una nave di piccole dimensioni dotata inizialmente solo di due alberi e vele latine e successivamente dotata di tre alberi con un’attrezzatura velica mista. Le prime spedizioni furono verso sud: nel 1420 venne occupata Madera, nel 1471 fu superato l’equatore e nel 1382 venne scoperta la foce del fiume Congo. Grazie a quest’ultima scoperta, i Portoghesi poterono entrare in diretto contatto con l’Africa nera, dalla quale esportavano polvere d’oro ma soprattutto schiavi. Lisbona, capitale del Portogallo, divenne cosi il primo mercato di manodopera nera. Visti i grandi profitti esercitati sulle coste Africane, i monarchi portoghesi vollero continuare l’esplorazione fino a sud-est, verso le Indie. Ci furono due spedizioni decisive che furono quella di Bartolomeu Dias e quella di Vasco da Gama. Da Gama partì nel 1497 e giunse prima sulle coste dell’Africa Orientale, poi approdò a Calicut. Una volta riempite le stive principalmente di pepe e cannella, egli fece ritorno in Portogallo.

1.4 L’impero coloniale portoghese

Nell’Oceano Indiano, i Portoghesi, trovarono la resistenza dei mercanti Arabi. Essi dal punto di vista commerciale erano molto più sviluppati di loro, perciò se volevano continuare a mantenere la propria presenza nelle Indie dovevano essere superiori dal punto di vista navale. Quando compresero ciò i Portoghesi si ingegnarono e fecero in modo che tutte le spedizioni successive a quella di Da Gama fossero supportate da navi da guerra munite di artiglieria. Ciò si rivelò utile fin da subito, infatti nel 1509 riuscirono a sconfiggere una flotta inviata dagli egiziani per cacciarli dall’Oceano Indiano. Il trionfo decisivo però si verificò quando conquistarono Ormuz, le isole Molucche e Malacca. Inizialmente il commercio con l’Oriente era gestito solo dalla corona, in quanto in gioco c’era il monopolio dell’importazione dei prodotti Orientali in Europa. Successivamente si decise che per gestire i commerci bisognava tenere sempre in funzione tre flotte: una flotta doveva stazionare nell’Oceano Indiano per tenere sotto controllo la concorrenza musulmana, mentre le altre due dovevano spostarsi continuamente tra Lisbona e le Indie. Ogni flotta era composta da 12 o 14 navi, ma si arrivò anche ad averne 30. Le spese di queste flotte erano però molto alte

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benché traessero profitti eccellenti, perciò la Corona portoghese si accordo con altre compagnie finanziarie tedesche, fiorentine e genovesi.

1.5 Anversa e i Fugger

Sulla piazza del mercato di Anversa c’erano degli uomini che avevano acquisito un posto centrale: i Fugger. Essi erano dei banchieri di Augusta i quali avevano prestato denaro alla famiglia di Asburgo, duchi d’Austria e imperatori del Sacro romano impero. I Fugger ottennero come compenso dagli Asburgo il diritto di sfruttare le miniere del Tirolo. Così nel giro di poco tempo furono proprio i Fugger a gestire il mercato delle spezie portoghesi, ma più generalmente il traffico commerciale di Anversa. Essi riuscirono a sviare da Venezia l’arrivo del rame e dell’argento, indirizzando tali materiali verso il porto fiammingo. Il commercio arabo fu devastato molto dai portoghesi, tanto che il pepe per i commercianti veneziani risultò quasi introvabile. Inoltre nel 1525 vennero abolite le Galere di Barberia, ma i commercianti Arabi non si fecero scoraggiare e ripresero a fornire il Mediterraneo. Quanto ad Anversa invece, non esportava solo prodotti orientali o l’argento ma anche legname, pece o canapa. Il trasporto di queste merci fu, nel Trecento e nel Quattrocento, monopolizzato dalle città dell’ Hansa. Fu però dal 1535 che Anversa raggiunse il culmine della sua ricchezza, quando si verificò un aumento demografico notevole e il numero delle case (come anche i lussi e l’attività industriale) aumentò.