il ewin.ilpontenews.it/img/archivio/nov_29_2014.pdf · 2014. 11. 28. · il e settimanale cattolico...

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il ponte Settimanale Cattolico dell’Irpinia aNNo XXXX - N°. 35 - eur o 0.50 29 Novembre 2014 web: www.ilpontenews.it | email: [email protected] “Et veritas liberabit vos” il Ponte è il primo settimanale dell’irpinia sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino VaNgElo 12 MEDiciNa 8 È L È KAL KALÈ KAL È L KAL tt tt ra ra T T KA a i r e z iz P a i ttor a i P a i V L 5 5 , e n i d r oda n a 2 8 0 l e T Te a z z e r t t a e l oca L 5- i l l ve A Av 0 0 1 3 8 1 4 0 2 2 6 / 5 2 o t a ) V A AV o ( n i 2 8 0 l e T Te so u i Ch 1 4 0 2 2 6 / 5 2 ì d e n u L l I sPaZZatURa, PUNto E accaPo! “PECUNIA  NON  OLET” (i solDi NoN PUZZaNo) di Mario Barbarisi L o smaltimento dei rifiuti costituisce una grande occasione, una valida opportu- nità per rilanciare l’economia delle città e dei nostri paesi. Se all’estero guadagnano con la lavora- zione dei nostri scarti perché allora non lo facciamo anche noi? Lo so, è strano che un giornale cattolico si interessi ai soldi, parlando (in questo caso scrivendo) di affari, ma il profitto, se legittimamente conseguito, non è affatto da considerare un peccato. Nell’Enciclica Centesimus Annus del 1991 Papa Giovanni Paolo II sottolineava il grande ruolo dell’economia d’impresa, come fattore fondamen- tale dello sviluppo per il bene comune e affermava, in modo inequivocabile, che il profitto è legittimo ed è da considerarsi un mezzo e non un fine. In questa visione, il profitto è, quindi, uno strumento fon- damentale per lo sviluppo dell’impresa e per la costru- zione del bene comune, ed ha una dimensione etica. In un momento di crisi, dove la maggior parte dei nostri giovani sono a spasso, pur avendo conseguito, in molti casi,titoli di laurea e specializzazioni, cercare nuove fonti di guadagno e occasioni di lavoro non può che essere, quindi, visto che in modo positivo. Torniamo al tema: “pecunia non olet” -I Soldi non puzzano. Siamo seduti su di una miniera e non ce ne accorgiamo: oltre a possedere il 70% del patrimonio archeologico e artistico mondiale, a cui si aggiungono gli splendidi paesaggi marini, collinari e montani,accompagnati dalla cucina mediterranea, ab- biamo anche la straordinaria opportunità di guadagnare con i rifiuti. Sapevate che ogni settimana dal porto di Napoli salpano navi cariche di immondizia dirette verso l’Olanda? Quella di oggi non prende più il nome di “emergenza”, ma neanche possiamo chiamarla gestione oculata ed ef- ficiente: In tre anni sono stati spesi oltre 300mila euro, solo per il capoluogo regionale campano. Non riusciamo a smaltire i rifiuti perché gli impianti at- tualmente esistenti non sono sufficienti e anziché prov- vedere alla costruzione di nuove strutture adatte cosa facciamo? (Risposta) Facciamo guadagnare gli altri! E’ come se una massaia avendo una famiglia numerosa anziché cucinare decidesse di portare tutti a ristorante, mezzogiorno e sera. Certo sarebbe una scelta comoda ma quanto costerebbe? continua a pag. 3 pag. 3 Fisco 11 Politica 4 Il Comune di Avellino aveva annunciato, in data 30 Agosto 2014, di essere pronto a passare al sistema di raccolta rifiuti “porta a porta”, da un lato per garantire un servizio migliore, dall’altro per contrastare il fenomeno delle discariche abusive. Peccato che lo stesso annuncio era stato fatto anche in data 15 Ottobre 2012, a cui era seguita la consegna, da parte degli addetti ai lavori, delle cosiddette “biopattumiere”, ben cinque a famiglia.

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  • ilponteSettimanale Cattolico dell’Irpinia

    aNNo XXXX - N°. 35 - euro 0.5029 Novembre 2014

    web: www.ilpontenews.it | email: [email protected]

    “Et veritas liberabit vos”

    il Ponte è il primo settimanale dell’irpinia

    sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino

    VaNgElo 12MEDiciNa 8

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    “PECUNIA  NON  OLET”

    (i solDi NoN PUZZaNo) di Mario Barbarisi

    Lo smaltimento dei rifiuti costituisce unagrande occasione, una valida opportu-nità per rilanciare l’economia delle città edei nostri paesi.Se all’estero guadagnano con la lavora-zione dei nostri scarti perché allora non lo

    facciamo anche noi?Lo so, è strano che un giornale cattolico si interessi aisoldi, parlando (in questo caso scrivendo) di affari, ma ilprofitto, se legittimamente conseguito, non è affatto daconsiderare un peccato. Nell’Enciclica Centesimus Annusdel 1991 Papa Giovanni Paolo II sottolineava il granderuolo dell’economia d’impresa, come fattore fondamen-tale dello sviluppo per il bene comune e affermava, inmodo inequivocabile, che il profitto è legittimo ed è daconsiderarsi un mezzo e non un fine. In questa visione, il profitto è, quindi, uno strumento fon-damentale per lo sviluppo dell’impresa e per la costru-zione del bene comune, ed ha una dimensione etica.In un momento di crisi, dove la maggior parte dei nostrigiovani sono a spasso, pur avendo conseguito, in molticasi,titoli di laurea e specializzazioni, cercare nuove fontidi guadagno e occasioni di lavoro non può che essere,quindi, visto che in modo positivo. Torniamo al tema:“pecunia non olet” -I Soldi non puzzano. Siamo seduti sudi una miniera e non ce ne accorgiamo: oltre a possedereil 70% del patrimonio archeologico e artistico mondiale,a cui si aggiungono gli splendidi paesaggi marini, collinarie montani,accompagnati dalla cucina mediterranea, ab-biamo anche la straordinaria opportunità di guadagnarecon i rifiuti. Sapevate che ogni settimana dal porto di Napoli salpanonavi cariche di immondizia dirette verso l’Olanda?Quella di oggi non prende più il nome di “emergenza”,ma neanche possiamo chiamarla gestione oculata ed ef-ficiente: In tre anni sono stati spesi oltre 300mila euro,solo per il capoluogo regionale campano.Non riusciamo a smaltire i rifiuti perché gli impianti at-tualmente esistenti non sono sufficienti e anziché prov-vedere alla costruzione di nuove strutture adatte cosafacciamo? (Risposta) Facciamo guadagnare gli altri!E’ come se una massaia avendo una famiglia numerosaanziché cucinare decidesse di portare tutti a ristorante,mezzogiorno e sera. Certo sarebbe una scelta comodama quanto costerebbe?

    continua a pag. 3

    pag. 3

    Fisco 11Politica 4

    Il Comune di Avellino aveva annunciato, in data 30 Agosto 2014, di esserepronto a passare al sistema di raccolta rifiuti “porta a porta”, da un latoper garantire un servizio migliore, dall’altro per contrastare il fenomenodelle discariche abusive. Peccato che lo stesso annuncio era stato fattoanche in data 15 Ottobre 2012, a cui era seguita la consegna, da parte degliaddetti ai lavori, delle cosiddette “biopattumiere”, ben cinque a famiglia.

  • 2 29 Novembre 2014 ilPonte

  • 329 Novembre 2014attualitàilPonte

    iN iRPiNia PotREbbERo aRRiVaRE a bREVE aNchE i coNFERiMENti Da altRE PRoViNcE E REgioNi

    Il provvedimento di recepimento dei rifiuti ca-labresi c’è, ma non è esecutivo. Insomma,non c’è la firma dei vertici di Irpiniambiente eneanche del Commissario straordinario allaProvincia Raffaele Coppola, quindi nulla di fatto. La pubblicazione sul Burc del provvedimentodello scorso inverno, adottato con accordo qua-dro tra le Regioni Campania e Calabria, per farsuperare a quest’ultima la delicata fase del-l’emergenza, non basta. «Non vogliamo i rifiuticalabresi e non arriveranno». Secca e decisa éarrivata la smentita del manager di Irpiniam-

    biente Felicio De Luca, seconda dopo quelladella scorsa estate. Insomma, i temuti tre camion di rifiuti al giorno,destinazione Stir di Pianodardine, di fatto, nonarriveranno. Intanto, l’impianto irpino continua a lavorare180 tonnellate al giorno di rifiuti, nonostante lacapacità di smaltimento sia esattamente deldoppio. Proprio lo Stir irpino era stato individuato dalgoverno Caldoro e proposto al governo regio-nale calabrese, con quello di Casalduni e Batti-

    paglia, per aiutare la Calabria ad uscire dal-l’emergenza. «Non c’è firma all’accordo e sindaci e cittadinipossono dormire sonni tranquilli», così De Lucaperò ha rassicurato tutti. Dal canto loro, gli allora candidati alla presi-denza della Provincia, Paolo Foti e DomenicoGambacorta avevano già bloccato l’iter mani-festando il loro no ai rifiuti calabresi, rispeden-doli al mittente. Soprattutto il primo cittadino di Avellino avevarimarcato lo storico inquinamento della Valle delSabato. Nello stesso tempo, l’allora Commissario di Pa-lazzo Caracciolo aveva assicurato di non aver ri-cevuto alcuna informazione in merito, sull’arrivodi tre camion di rifiuti al giorno dalla Calabria. Sullo sfondo, la possibilità di ottenere ristori peri Comuni, intensificando l’attività dell’impiantodi Pianodardine. Su quei tre camion sarebbero arrivati rifiuti se-lezionati e controllati, in un impianto che attual-mente lavora la metà del quantitativo possibile. Insomma, aumentando i volumi dei materiali sipotrebbero abbassare i costi riferiti al serviziodi raccolta rifiuti per i Comuni irpini. Insomma, dei ristori. Una possibilità che comunque non convince ipiù, soprattutto cittadini e sindaci, in rivolta perl’inquinamento che interessa proprio la zonadella Valle del Sabato e Pianodardine. Irpiniambiente ha deciso di non firmare la con-venzione, lo ha di nuovo assicurato De Luca,placando le polemiche. Le rassicurazioni sono arrivate anche dall’Asses-sore all’Ambiente del Comune di Avellino, Giu-seppe Ruberto. «Le indicazioni espresse dal Comune erano statechiare – ha detto Ruberto – Le condizioni am-bientali dell’area non consentono alcun nuovoarrivo di rifiuti allo Stir. Lo abbiamo già detto».

    sPaZZatURa, PUNto E accaPo!

    dalla prima

    “i solDi NoN PUZZaNo” di Mario Barbarisi

    Quando Vespasiano, “inventore” dei serviziigienici pubblici, che presero da lui il nome, de-cise di far pagare una tassa sul “bisognino” il fi-glio Tito disse al padre: “ma questi sono soldiche puzzano”. E il padre Vespasiano rispose:“pecunia non olet” (i soldi non puzzano).I rifiuti hanno un pessimo odore ma i soldi cheda essi si ricavano sono preziosi, lo hanno im-parato, a nostre spese è il caso di dire, i tede-schi e gli olandesi.Perché non trasformiamo i rifiuti in ricchezza,come del resto fanno altri? Risposta: non siamoben amministrati. Chi ci governa non ha la mi-nima consapevolezza delle scelte da adottare,in pratica fa come la massaia:decide di portare tutti al ristorante!In Italia esistono imprenditori all’avanguardianel trattamento dei rifiuti. Alcuni anni fa orga-nizzammo ad Avellino un Convegno con CarlaPoli, amministratrice del centro di VEDELAGO:Rifiuti a Scarto Zero.Sono tecnologie applicate e in uso all’esteroanche grazie al Know-How italiano, che in Italianon trovano spazio. Dai rifiuti si ricava energiae materiale per il riuso, dai rifiuti, in questomodo, si ricava soprattutto lavoro e occupa-zione.Per non parlare poi del decoro urbano: ad Avel-lino, e in numerosi altri Comuni, siamo ancoraal sacchetto a terra, che specie d’estate lasciaoltre alla puzza anche sporco sul marciapiedeche s’impregna di umido.Ad ECOMONDO, la vetrina per eccellenza dellesoluzioni applicate all’Ambiente, anche que-st’anno abbiamo potuto ammirare innovazionitecnologiche, sia per estetica che per funziona-lità. Contenitori per il conferimento dei rifiuticon la tessera per la raccolta punti e per la trac-ciabilità, con decorazioni floreali e soprattuttocon chiusure in grado di evitare la diffusione dimiasmi nauseabondi.Ad Avellino lo STIR è situato nella stessa zonagià provata dagli insediamenti industriali, tra cui

    alcuni inquinanti, si trova in località Pianodar-dine, non molto distante dall’ex Isochimica.Il luogo dove si incolonnano i camion carichi dirifiuti è inavvicinabile, sia per la puzza che perun presidio: ti senti osservato. Abbiamo tentatol’avvicinamento nei giorni scorsi, un cane digrossa taglia ci è venuto incontro abbaiando emostrando i denti. Ci ha spinto verso l’esterno,fino in fondo alla strada. Sembrava volessedirci: Andate via, lontano da questo luogo, quil’aria puzza, non c’è nulla da vedere e non sipuò stare.Perché quello dei rifiuti è percepito, solo da noi,come un problema senza soluzioni e vie diuscita, anziché come una risorsa e un’opportu-nità per fare economia ?Una cosa è certa. Le ultime inchieste sulle ge-stioni condotte in tutta la penisola hanno dimo-strato un legame ed uno stretto connubio tramalavita organizzata e politica per la gestionedei rifiuti, in particolare per il trattamento e perlo smaltimento. Evidentemente è la politica,questa politica, il vero ostacolo ad una buona ecorretta gestione del problema dello smalti-mento dei rifiuti, civili ed industriali.

    Il Comune di Avellino aveva annunciato, indata 30 Agosto 2014, di essere pronto a pas-sare al sistema di raccolta rifiuti porta aporta, da un lato per garantire un servizio mi-gliore, dall’altro per contrastare il fenomenodelle discariche abusive. Peccato che lostesso annuncio era stato fatto anche in data15 Ottobre 2012, a cui era seguita la consegna,da parte degli addetti ai lavori, delle cosiddette“biopattumiere”, ben cinque a famiglia, che sa-rebbero dovute essere depositate all’esternodell’abitazione in orari ben definiti. Di tutto ciònon c’è, attualmente, nessuna traccia, alpunto che i cittadini, a distanza di più di dueanni, non sanno cosa farsene di queste fami-gerate “biopattumiere”. Sempre in data 30Agosto 2014, l’ente di Piazza del Popolo, neltentativo di rientrare dalla morosità verso Irpi-niambiente, aveva approvato il pagamento di1,4 milioni di euro. «Vogliamo estendere la rac-colta porta a porta a tutta la città – aveva an-nunciato l’Assessore all’Ambiente, GiuseppeRuberto – in modo tale da togliere i cassonettidalle strade che incentivano comportamenti in-civili da parte dei cittadini». In quel periodo, laPolizia Locale aveva sorpreso diverse personementre lasciavano rifiuti ingombranti di ognitipo in aree alle porte della città, come via Pen-

    nini o l'ex Isochimica. Tutte erano residenti neiComuni limitrofi. «I verbali elevati parlanochiaro: nessuno riguarda cittadini di Avellino.In città vengono sversati quintali di rifiutiche provengono dalla provincia», spiegavaRuberto che annunciava l’intento dell’ammini-strazione di inasprire le sanzioni per questo tipodi reato. «Inoltre abbiamo già trovato un’intesacon la Provincia che ci garantirà 15 guardieambientali. Si tratta di un personale che dovràaffiancare la Polizia Locale nel controllo del ter-ritorio. E per sorvegliare maggiormente quellearee che sono state trasformate in discariche acielo aperto – annunciava Ruberto – abbiamoanche predisposto l’installazione di teleca-mere autoalimentate, quindi non segnalate,in modo da risalire più facilmente agli autori diquesti atti incivili». Quello illustrato da Rubertonon sarebbe dovuto essere un elenco dibuone intenzioni, anche se, alla fine, tale èrimasto, ma quello che a breve sarebbe do-vuto avvenire in città, perché l’Assessore sot-tolineava che «il tutto verrà realizzato entroottobre, al massimo novembre». Alla data in

    cui scriviamo, di tutto ciò non c’è neanchel’ombra… Con Irpiniambiente era stato tro-vato l’accordo per la raccolta porta a portache sarebbe dovuta partire in via sperimentale,fino al termine dell’anno, senza variazione dicosti per il Comune, mentre per il 2015 si sa-rebbe dovuto stilare un nuovo piano. «Finoraabbiamo pagato troppo – sottolineava Ruberto– e questo non per colpa di Irpiniambiente, maperché non ci sono impianti a disposizione esiamo costretti a mandare i rifiuti fuori re-gione. Tutto ciò non comporta benefici ai cit-tadini virtuosi che invece fanno ladifferenziata». Secondo l’Assessore all’Am-biente bisognava cominciare a prendere in con-siderazione l’idea di realizzare un impiantoper il compostaggio dell’umido. «L’unicoimpianto che c’è in provincia è quello di Teora,ma riesce a raccogliere solo un decimo del-l’umido prodotto». L’autosufficienza provin-ciale è un obiettivo da realizzare tramite lanascita di nuovi impianti, che possono far ri-durre i costi a carico dei cittadini.

    Vittorio Della Sala

    Avellino - Incrocio Via Piave e Via Carducci

    “PoRta a PoRta”... solo aNNUNci!

    Avellino - Via Roma

    Avellino - Rione Valle

    Avellino - Via Perrottelli

  • 4 29 Novembre 2014 Politica ilPonte

    Qualche giorno fa, l’onorevole DiBattista, dei 5Stelle, ha annun-ziato la sua rinuncia ad una prossimacandidatura, perché “nauseato” daiparlamentari che ha conosciuto in unanno e mezzo di legislatura:”Non cela faccio più a restare in Parla-mento. Noi non siamo come glialtri che vanno in TV, fingono di

    avere a cuore i problemi delle persone, poivengono qui e non fanno altro che parlaredei “fatti”(mdr) loro; li ho sempre visti oc-cuparsi solo di affari, correnti e correntine,posti. Di quelli che vivono fuori del palazzonon gliene può “importare”(mdr) di meno”!!Il problema della Politica è che i giudizi di Di Bat-tista sono nel cuore e nella mente della maggio-ranza degli italiani: serve a poco la fiducia dialcuni, non aiutano nemmeno gli incoraggiamentidegli ottimisti e dei sognatori (merce sempre piùrara nel mercato della società civile). La classe po-litica ne inventa sempre di nuove per stupire lapubblica opinione, per dimostrare che la difesadegli interessi di alcuni vengono prima di quelli ge-nerali; per convincerci che l’ideologia, l’apparte-nenza conta più del merito delle questioni. Se, poi,dietro ogni presa di posizione, i cittadini riesconoa scorgere interventi mirati ad ottenere un presti-gio personale o di carriera politica, allora il rifiutodell’impegno politico, la fuga dai partiti ed “il votodi pancia” (cioè il voto a persone o gruppi chemistificano la tutela di beni primari, soffiando sulfuoco della povertà che acceca) non potranno cheessere le uniche risposte possibili! Un esito così traumatico non mi entusiasma più ditanto, anche se debbo confessare che, ancora,non mi è chiara la strada giusta, il cammino piùopportuno da percorrere! Per questo, preferisco trascurare, per una volta,le emozioni per il futuro della Politica. Meglio ri-flettere, alla luce del Magistero di Papa Francescoespresso nella Evangelii Gaudium, su noi stessi:cioè, sui movimenti e gruppi che arricchiscono lecomunità cristiane! Ho, perciò, immaginato di pro-porre una specie di “riassunto mirato” delle solle-citazioni del Papa, con la speranza che molti,approfondendo e riflettendo, vogliano fermarsi,anche solo per una serata, a discutere di questedelicate ma essenziali questioni.Dice la E.G.: “Le comunità di base, i movimenti etutte le altre forme di associazione sono una ric-chezza della Chiesa che lo Spirito suscita perevangelizzare tutti gli ambienti..; è molto salu-tare che non perdano il contatto con la re-altà tanto ricca della parrocchia del luogo eche si integrino, con piacere, nella pastoraledella chiesa particolare” (cfr n. 29). Poi, en-trando nel merito dell’impegno dei gruppi laicali,osserva: “molti laici temono che qualcuno li invitia realizzare qualche compito apostolico e cercanodi fuggire da qualsiasi impegno che possa togliereloro il tempo libero...sentono il bisogno imperiosodi preservare i loro spazi di autonomia come seil compito di evangelizzazione fosse unveleno pericoloso invece che una gioiosarisposta all’amore di Dio che ci convocaalla missione e ci rende completi e fe-condi” (cfr n. 81).Il pensiero del Santo Padre diventa, poi, stringenteed illuminante, (tale, cioè, da toccare da vicinoquelli che aspirano a svolgere un ruolo nelle co-munità), quando parla dell’ “accidia egoista”: “Ilproblema sono le attività vissute male,senza le motivazioni adeguate, senza unaspiritualità che permei l’azione e la rendadesiderabile”! Quante volte abbiamo registrato,nelle nostre comunità, atteggiamenti timorosi edincerti rispetto alle sollecitazioni dei presbiteri?Quante volte ci siamo chiesti: ma se prendo quel-l’impegno debbo rinunciare a quella mia como-dità? In quante altre occasioni abbiamo dovutoriscontrare iniziative di gruppi ed associazioni cheprivilegiano la visibilità delle persone rispetto allatestimonianza di fede; la difesa di piccole prero-gative ed autonomie organizzative rispetto all’en-tusiasmo ed alla gioia della partecipazionecomunitaria ad un momento di riflessione o di

    preghiera? Quanti battezzati incontrano, nel loroapproccio ad un cammino di fede, “tristi burocrati”vestiti da zelanti cristiani? Quante delusioni siamoriusciti a trasmettere agli altri (con le nostre in-coerenze e le nostre presunzioni) allontanandolida un percorso di formazione e di impegno nellenostre comunità?Ecco, è su questo aspetto dell’accidia che PapaFrancesco fa un’analisi precisa ed essenziale: “Al-cuni vi cadono perché portano avanti pro-getti irrealizzabili..; altri perché nonaccettano la difficile evoluzione dei processie vogliono che tutto cada dal cielo; altri per-ché si attaccano ad alcuni progetti e sogni disuccesso coltivati dalla loro vanità; altri peraver perso il contatto reale con la gente inuna spersonalizzazione della pastorale cheporta a prestare maggiore attenzione allaorganizzazione che alle persone, così che lientusiasma più la tabella di marcia che lamarcia stessa” (cfr n. 82).Sono andato a rileggere l’insegnamento dellaEvangelii Gaudium dopo una ”complessa” discus-sione sul ruolo del gruppo, sull’appartenenza, sulla

    riconoscibilità e su altri aspetti della vita comuni-taria o associativa! Mi sono reso conto che le ana-lisi improvvisate, su certe questioni, non giovanoe non sono sempre utili a chiarire le idee ed a sce-gliere il giusto percorso. Non solo, sono certo chela questione posta dal Papa, non è un “fattoisolato” che tocca solo quella parrocchia,quel gruppo o quell’associazione: il pro-blema è più diffuso di quanto si possa pen-sare! Perciò, credo che debba auspicarsi unariflessione collettiva preceduta da un approfondi-mento, serio e sincero, all’interno di ogni realtà,comunitaria ed associativa. Tacere, chiudere gliocchi, fingere di ignorare il problema (perché si hapaura dei contrasti) non porta frutti, anzi rischiadi aggravare la situazione: perché l’ipocrisia è lapeggior nemica della Verità! Così come non aiuta,la convinzione (spesso sbagliata) di essere im-muni rispetto al virus dell’accidia egoista di cuiparla la E.G..E’ lo stesso papa Francesco ad indicarci il rischio,quando scrive che “la minaccia più grande è ilgrigio pragmatismo della vita quotidiana,nel quale tutto apparentemente procedenella normalità, mentre in realtà la fede siva logorando e degenerando nella meschi-nità”. Per questo, l’esito da evitare è quello di la-sciare che “si sviluppi la psicologia dellatomba, che poco a poco trasforma i cristianiin mummie da musei” (cfr n.83)!!!Spero che siano in molti a voler rileggere gli inse-gnamenti del Santo Padre: che siano ancora di piùquelli che vorranno impegnarsi a riflettere, ad in-terrogarsi e ad approfondire, alla ricerca di unacoerenza, in parte smarrita e confusa, con la pro-pria Fede. Non solo, potrebbe essere interessanteconoscere, su questi aspetti della vita associativa,il pensiero di tanti presbiteri, saggi ed illuminati,della nostra Chiesa locale: per crescere insieme,per evitare errori!

    [email protected]

    MicheleCriscuoli

    l’acciDia Egoista

    édi qualche giorno fa la pubblicazione, da parte del Ministero della Salute, diun rapporto relativo ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) a 13 anni dall’en-trata in vigore del DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) del 29novembre 2001: i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono, per l’appunto, le pre-stazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale deve erogare a tutti i citta-

    dini, in forma gratuita o con il pagamento di una quota di partecipazione(ticket). Il Decreto parla di livelli essenziali, con ciò non precludendo alle Regioni,almeno quelle con i conti in ordine, di poter utilizzare risorse proprie per erogareservizi e prestazioni ulteriori rispetto a quelle incluse nei LEA. Nell’evidenziare

    che i livelli di assistenza si articolano attraverso tre macroaree (prevenzione collettiva e suiluoghi di lavoro; assistenza distrettuale, vale a dire le attività e i servizi sanitari e sociosanitaridiffusi sul territorio; assistenza ospedaliera), il Rapporto del Ministero della Salute, riferito alperiodo 2001-2012, conferma la differenza, esistente tra le regioni, nell’assicurare il man-tenimento dei livelli essenziali di assistenza. Ciò è tanto più vero allorquando si pensi chenelle Regioni non soggette ai Piani di Rientro dal deficit sanitario si registra un adeguatomantenimento dei LEA e una costante diminuzione del disavanzo economico sanitario mentre,nelle regioni sottoposte al Piano di Rientro, la riduzione del disavanzo economico sanitario èaccompagnata dalla difficoltà di raggiungere la soglia del mantenimento adeguato dei LEA.L’Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005 ha previsto una serie di adempimenti a carico delleRegioni per poter accedere al maggior finanziamento del SSN: la verifica degli adempimenti,mediante un lavoro istruttorio preparato dagli uffici del Ministero della Salute con il supportodell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari (AGENAS) e dell’Agenzia Italiano del Farmaco(AIFA), è eseguita dal cosiddetto Comitato LEA. La verifica avviene attraverso la “Griglia LEA”,che prevede 31 indicatori suddivisi tra l’attività di assistenza negli ambienti di vita e di lavoro,l’assistenza territoriale e l’assistenza ospedaliera: la certificazione finale avviene previo con-fronto diretto con i rappresentanti delle singole Regioni.Nel dettaglio dei dati riferiti all’anno 2012, emblematico è il caso della Campania, Regione

    sottoposta al Piano di Rientro dal deficitsanitario, che risulta fanalino di coda,così ponendosi nella cosiddetta area “cri-tica”: nella relazione finale la Regione èstata considerata inadempiente su varipunti e si è operato il rinvio agli obiettivistabiliti dallo stesso Piano relativamenteall'assistenza residenziale per anziani edisabili, all'assistenza per malati termi-nali ed all'appropriatezza dell'assistenzaospedaliera; inoltre, sono state rilevatecriticità per l’area dell’assistenza sanita-

    ria e collettiva in ambiente di vita e di lavoro, in modo particolare per la vaccinazione antin-fluenzale per anziani e gli screening. Analogamente, la Regione Campania è stata consideratainadempiente anche per le liste d’attesa e proprio le liste di attesa sono avvertite dai cittadinicome un grande limite del SSN, giacchè viene fortemente compromesso l’accesso alle pre-stazioni che proprio l’osservanza dei LEA mira a garantire. La riduzione dei tempi di attesa èda sempre uno degli obiettivi prioritari del SSN, ma il contingentamento delle risorse fisichee strumentali, dettato dal Piano di Rientro e dalle disposizioni nazionali in tema di finanzapubblica, condiziona fortemente il rispetto della tempistica, con la conseguenza che i ritardiaccumulati pregiudicano ulteriormente gli stati patologici dei pazienti, così inficiando anchecomportamenti preventivi e senza tralasciare gli aspetti drammatici a volte connessi ad unaritardata diagnosi.

    [email protected]

    RaffaelePetrosino

    La Corte dei Conti ha reso noti i costidella politica in Italia: 6 miliardi dieuro, dei quali una metà dall’appa-rato centrale dello Stato (Camera, Se-nato, Quirinale, Palazzo Chigi, ecc.) el’altra metà dalle Regioni, Provincee Comuni.Secondo i giudici sono troppi in valore as-soluto ed in rapporto agli altri Paesi europeirapportabili all’Italia.Ad esempio, sempre secondo la Corte deiConti, continuano a crescere i rimborsispettanti ai deputati. Lo scorso annosono stati spesi 447 milioni, 8 milioni inpiù rispetto all’anno precedente. A queste somme vanno aggiunti i vitalizi degli ex che fraCamera e Senato raggiungono i 220 milioni di euro. Ai suddetti beneficiari si aggiunge l’eser-cito degli eletti: oltre ai 1.041 deputati, senatori ed europarlamentari ne troviamo 1.270 nelleRegioni, 3.446 nelle Province e 138.834 nei Comuni. Le Regioni ci sono costate circa un miliardo di euro, somma superiore a quella necessaria per ilfunzionamento della Camera dei Deputati.Sempre secondo la Corte dei Conti, nel 2013 le spese della Presidenza del Consiglio sonoaumentate dell’11 per cento, raggiungendo la somma di 458 milioni di euro, mentrequelle di Montecitorio e di Palazzo Madama sono diminuite rispettivamente del 5 e del 4 percento, con 949 milioni e 503 milioni, “anche se – si legge nella suddetta relazione dellaCorte dei Conti – la parte cospicua delle riduzioni è relativa al taglio dei rimborsi elettorali de-stinati ai partiti politici , riduzione del 50% rispetto al 2012…”. Impressionante il peso eco-nomico dei ministeri: ”I costi per il funzionamento dell’indirizzo – è scritto nella relazione –politico dei ministeri, che comprende esclusivamente i costi dei funzionamenti dei Centri di Re-sponsabilità Amministrativi, quali gli Uffici di Gabinetto e gli Uffici di diretta collaborazione delministro (staff), hanno comportato una spesa di oltre 200 milioni. Ne consegue l’esigenza,non ulteriormente procrastinabile, di adozione di misure contenitive coerenti”.

    [email protected]

    AlfonsoSantoli

    SPRECOPOLI

    la politica in italia costa 6 miliardiMetà per gli apparati dello stato e metà

    per Regioni, Province e comuni

    ”Non ce la faccio più a restare in Parlamento. Noi nonsiamo come gli altri che vanno in TV, fingono di

    avere a cuore i problemi delle persone, poi vengonoqui e non fanno altro che parlare dei “fatti” loro;

    li ho sempre visti occuparsi solo di affari, correnti ecorrentine, posti. Di quelli che vivono fuori del palazzo non gliene può “importare” di meno”

    “la saNità NElla caMPaNia iNFEliX”

    livelli Essenziali di assistenza e Piani di Rientro

  • 529 Novembre 2014ilPonte

    “Non potevo mancare!”. Cosìho salutato il dottor Ai-roma, davanti al Circolo dellaStampa, venerdì 21 novembrescorso, quando è tornato nella“sua” Avellino per presentare illibro “I RISPETTABILI – consensosociale alle mafie”, scritto a quat-tro mani con il consigliere AlfredoMantovano, della Corte d’Appellodi Roma.

    Ho conosciuto il dottor Airoma quando, giovanemagistrato, era Sostituto Procuratore presso laPretura di Avellino e ho avuto modo di apprez-zarne non solo la preparazione professionale, diprimissimo livello, ma soprattutto le doti umaneche lo hanno sempre fatto emergere. Già allorasi occupava di reati contro l’ambiente e delle in-filtrazioni camorristico/mafiose nel settore am-bientale, raggiungendo risultati importanti nonsolo per capacità tecniche, ma per quel qualcosain più, di personale, che è sempre riuscito a darenel proprio lavoro. Oggi, procuratore aggiuntopresso il Tribunale di Napoli Nord, è in primalinea nella lotta alla camorra, che in quel terri-torio la fa da padrone: darà certamente anchelì quel contributo di conoscenza del territorio especialmente delle persone che distinguono unlavoratore da un professionista.Al convegno hanno partecipato, oltre ai due au-tori, Pierluigi Melillo – Direttore di Telenostra -come moderatore; l’avvocato Edoardo Fiore –Presidente del Circolo Avvocati “Alfredo De Mar-sico”; l’avvocato Fabio Benigni e l’avvocato Gae-tano Aufiero, rispettivamente presidentedell’Ordine degli Avvocati di Avellino e della Ca-mera Penale Irpina.Nei suoi saluti iniziali, l’avvocato Benigni ha sot-tolineato alcuni brani del libro in cui emerge ilfenomeno camorristico come manifestazionedella società e non soltanto come criminalità or-ganizzata: l’inchino al boss, le reazioni all’arrestodi uno di essi, le connivenze sociali di cui go-dono. Ma l’avvocato Aufiero, nel suo intervento,ha colto un aspetto importantissimo dell’infiltra-

    zione camorristica nel tessuto sociale: l’atteg-giamento degli insegnanti nelle scuole. Non solodi malavita si parla poco nelle nostre aule, nonc’è educazione in questo senso, ma addiritturanel libro si legge di un episodio in cui un’inse-gnante ha chiamato esponenti della camorrapresso l’istituto scolastico per far cacciare dalcortile della scuola dei ragazzini che importuna-vano gli allievi. È allora evidente che proprionella scuola nasce il consenso alla malavita or-ganizzata: se non si arriva a fatti eclatanti comequello ora descritto, il fenomeno mafioso restanell’ombra, quasi accettato come realtà inelut-tabile della società, che anzi supplisce alle defi-cienze dello Stato.Il Direttore Melillo, nella sua presentazione,parte dal suo passato di giornalista di cronacanera, impegnato nella lotta al fenomeno ma-fioso, per ricordare eventi che hanno fatto epocacome la “strage delle Donne” (primo fatto disangue che ha visto protagoniste donne di ca-morra come autrici in prima persona di esecu-zioni efferate); la cattura del boss della camorraRusso a Sperone (che per la prima volta ha vistol’Irpinia come rifugio di un latitante di grosso ca-libro); ma soprattutto il carosello di festa con lemacchine per le strade di Avellino quando fuscarcerato dal Carcere Borbonico di Avellino il

    boss Graziano di Quindici (quasi che fosse statoliberato un eroe tenuto prigioniero) e la societàcivile, comprese le forze dell’ordine, nulla fecerodavanti ad un simile spettacolo per impedirlo.Nel suo primo intervento, il dottor Airoma partedalla “trattativa” fra società civile e camorra,trattativa intesa non come singolo episodio, oggiagli onori della cronaca giudiziaria perché sonocoinvolti personaggi di spicco delle istituzioni edella politica, ma come rapporto costante diconnessione e connivenza tra loro. La cosiddetta“strage delle donne” non ha fatto epoca tantoper le protagoniste al femminile, quanto perché,in una prospettiva perversa, agli onori della cro-naca sono assurte molto più le autrici di un attocriminale che la giornalista che ne è stata vit-tima (per aver intervistato una donna di ca-morra). Ma allora, continua il dottor Airoma,questo libro vuole ricordarci una frase di Gio-vanni Falcone che, da protagonista della lottaalla mafia, diceva: “per combattere la Mafiadobbiamo riconoscere che ci assomiglia”. Cioènon è qualcosa che nasce dal nulla, ma è solouna manifestazione della nostra società e deisuoi fenomeni, magari un aspetto negativo, mapur sempre qualcosa che ne è il prodotto. È ne-cessario allora non sottovalutare la criminalitàin tutte le sue manifestazioni ma, soprattutto,evitare di ammiccare ad essa con canzoni e fic-tion, che possono fomentare il compiacimentoverso taluni personaggi di spicco della malavita,dimenticando che qualcuno di loro non ha esi-tato a sciogliere bambini nell’acido (per vendi-carsi del padre, pentito di mafia). Ricorda ildottor Airoma di aver chiesto una volta a dei ra-gazzi di una scuola se avrebbero gradito andarea pranzo con Cutolo o Riina: se per il primo larisposta era stata per i più negativa, per il se-condo molti avevano risposto positivamente.Questo libro allora serve da monito per non ri-petere certi errori del passato che possono con-tribuire a creare un substrato sociale di favoreverso la criminalità organizzata.Il consigliere Mantovano, dopo aver ricordatoche il libro presentato è dedicato ad AntonioManganelli, pregevole servitore dello Stato, nonsolo per preparazione professionale, ma ancheper capacità inventiva e di creare una squadracoesa nella lotta alla criminalità organizzata(lotta segnata da numerosi e rilevanti successisia in termini di cattura di latitanti che di seque-stro di beni e lotta ai traffici illeciti), appunta lapropria attenzione su due aspetti specifici. Ilprimo è l’essenziale importanza di riutilizzare ibeni sequestrati alle organizzazioni criminalinell’ambito della lotta anti-racket, perché solocosì la gente si rende conto che anche iniziativelecite sono in grado di portare avanti attività im-prenditoriali nelle strutture sino ad allora utiliz-zate dalla camorra e che lo Stato non èsostituito da organizzazioni che agiscono al difuori delle regole. Dall’altro la necessità di evi-tare film che inducano simpatia verso figure dispicco della malavita, utilizzando attrici avve-nenti (Manuela Arcuri) e titoli ad effetto (il co-raggio e la passione): un simile apparato rischiadi far perdere alla gente la consapevolezza chesi tratta pur sempre di criminali.Di fronte alla richiesta del Direttore Melillo diparlare della propria esperienza sulle prospet-tive e sui pericoli che corre il nostro territorio difronte ai cambiamenti di atteggiamenti e strut-ture da parte della camorra, il dottor Airoma

    offre una visione complessiva del fenomenopartendo dalle proprie esperienze ad Avellino,Cosenza ed ora Caserta. Infatti, se in quest’ul-tima area c’è la più alta densità in Europa di fe-nomeno criminale, tuttavia anche la provinciadi Avellino non è esente dal fenomeno camorri-stico. La malavita occupa i vuoti lasciati dalloStato rispondendo non solo a domande relativeai vizi delle persone (droga e prostituzione), maanche a protezione personale (non ultimo perfiglie oggetto di molestie sessuali) e decisione dicontrasti (purtroppo la crisi della giustizia fa sìche sempre più spesso ci si rivolga al malavitosoper avere tutela delle proprie ragioni), fino adarrivare anche a raccomandazioni per superaregli esami universitari. In questo panorama èevidente che la camorra (o mafia) costituisceuno Stato nello Stato, che permea gli strati dellasocietà civile anche non direttamente coinvoltanel fenomeno delinquenziale. E questo sfociaanche nella protezione accordata ai boss lati-tanti: a Rende, in provincia di Cosenza, un pa-lazzo adibito a residenza per gli universitariospitava fior di capi clan. Ma le organizzazionicriminali occupano anche un altro tipo di vuoto,magari ancor più subdolo rispetto a quelli sinoracitati, ovvero quello esistenziale, di giovani che,provenendo da famiglie non disagiate, parteci-pano alle attività illecite al solo scopo di averequalcosa di forte per cui spendere la propriavita. Racconta che un giovane, nel corso di uninterrogatorio, senza alcun timore, gli aveva

    contestato chiaramente che “Voi (cioè lo Stato)ci avete tolto le indicazioni” da seguire per re-stare nell’ambito delle regole. Una chiara accusaall’assenza dello Stato, che interviene solo nellafase repressiva e non per educare i giovani a re-stare puliti; ma anche un evidente segnale chela malavita prolifica perché il tessuto sociale,proprio quello che non appartiene già alla ma-lavita, non è sano e, quindi, finisce per essereagevolmente intaccato dal fenomeno criminale.La visione ampia del fenomeno criminale offertada questo spaccato di vita, più che di profes-sione, deve farci riflettere sulla necessità delleistituzioni e della società civile, ancor prima dellamagistratura che interviene solo in fase repres-siva, di incidere sulla società per prevenire ilcontagio malavitoso, ma questo non può avve-nire senza l’impegno costante e sinergico di cia-scuno di noi al rispetto delle regole del viverecomune e al soccorso verso i più bisognosi, cheispira la vita ed il pontificato di Papa Francesco. Per quanto riguarda invece la repressione delfenomeno della malavita organizzata non pos-siamo che augurarci di avere sempre in primalinea persone capaci di difendere con efficaciala libertà e l’indipendenza delle istituzioni e diformare educatori in grado di trasmettere ai gio-vani l’esigenza del rispetto delle regole. Buon la-voro, difensori dello Stato!

    “i R RisPEttabili”

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    avellino - Presentato al circolo della stampa il libro del giudice airoma

    Enrico MariaTecce

  • 6 29 Novembre 2014 ilPonte

    il ponteSettimanale cattolico dell’Irpinia associato alla Fisc

    Proprietà Diocesi di Avellino

    fondazione “Opus solidarietatis pax onlus”

    Editrice “Coop. Il Ponte a.r.l.”Direttore responsabile

    Mario Barbarisi

    Redazione: Via Pianodardine - 83100 Avellino telefono e fax 0825 610569

    Stampa: International Printing - AvellinoRegistrazione presso il Tribunale di Avellino del 22 dicembre 1975

    Iscrizione al RNS n. 6.444 Iscrizione ROC n. 16599

    sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino

    Presentazione itinerante del Progetto in-Formare per la conciliazione

  • 7ilPonte 29 Novembre 2014

    Una boccata d'ossigeno per famiglie epersone in difficoltà in un momentostorico in cui i fondi per le politiche socialisono ridotti a pochi spiccioli. Il progetto"In-Formare per la conciliazione", e i suoistrumenti di sostegno per chi vive un disa-gio nel far convivere famiglia e lavoro, èstato presentato, lo scorso venerdì, in Ba-ronia (Castelbaronia, Trevico, Vallesaccardae San Sossio), incontrando il favore di am-ministratori e cittadini. Un supporto veroche è già tangibile e concreto: i comunicoinvolti, infatti, possono già godere deiservizio offerti da sportelli. Il primo, lo Sportello Genitori, offrirà con-sulenza e sostegno agli adulti nell’educa-zione e nella crescita dei figli, ascolto econsiglio qualificato per un lavoro terapeu-tico personale, di coppia o familiare, per ri-solvere situazioni di disagio, magari per lapresenza di un soggetto diversa-menteabile.Il secondo, lo Sportello Mamma, garantiràconsulenza e sostegno per neo mamme edonne in gravidanza, per madri lavoratricicon bambini da zero a 36 mesi o carichi fa-miliari di cura, consigli pratici per impararea gestire gli impegni quotidiani e a ridurreil rischio stress, infor-mazione per la coppiao per il genitore singolo sui contenuti di unpercorso di mediazione che possa aiutarli alimitare il disagio dei figli. "In-formare perla conciliazione" è questo e molto altro. Ilprogetto, infatti, non intende estinguersicon le due iniziative già citate. Al contrario.Una seconda fase è già in programma e ri-

    guarderà l’attivazione di un corso di opera-trice di ludoteca, valido anche per i curri-cula, oltre alla successiva apertura di unaludoteca che serva, ad esempio, da sup-porto per le mamme che non riescono a se-guire i figli nei compiti scolastici. Comedetto, il progetto ha raccolto il favore deiprimi cittadini dei comuni coinvolti a partiredal sindaco di Castelbaronia, Felice Mar-tone, che ha dichiarato: "Si tratta di un im-portante supporto nell’ambito familiare, siaper i ragazzi che per i genitori. Per il nostroterritorio è un’opportunità da cogliere. Unseme da piantare per migliorare il nostro

    vivere".Dello stesso avviso il sindaco di Trevico Na-talino Rossi: "Ci sarà massima disponibilitàda parte della nostra amministrazione, sitratta di un progetto che verrà realizzatoconcretamente e già sta camminando conle sue gambe. La parte relativa alla ludo-teca potrà rappresentare un importantemomento di aggregazione oltre che perbambini anche per le famiglie. Un temaparticolarmente sentito nel nostro territo-rio". A fare le veci del sindaco, a Vallesac-carda, l’assessore Riccardo Pizzullo:”Accogliamo con entusiasmo questo pro-

    getto nel nostro territorio - ha spiegato -.Quella che ci è stata offerta è certamenteun’opportunità per dare supporto alle fami-glie, con particolare attenzione alle donne”.Il tour ha fatto tappa infine, a San SossioBaronia ospiti del sindaco Francesco Garo-falo. Il primo cittadino, al pari dei suoi col-leghi, si è detto soddisfatto per quantol’iniziativa potrà dare al suo comune:”Met-teremo in campo ogni strumento per far sìche il progetto cresca. Per noi - ha aggiunto– può davvero rappresentare un’opportu-nità da non perdere” . Mario Barbarisi, pre-sidente dell’Associazione "Il Ponte",capofila del progetto ha spiegato: "Stiamoriscontrando grande disponibilità. È benecooperare e fare rete, anche per recupe-rare il tempo perso. Quando si dice che isoldi ci sono, bisogna anche ricordare lanecessita di fare rete. In Irpinia lo stiamofacendo, anche grazie ad amministratoricapaci e lungimiranti. Il progetto è un’ op-portunità, l’ inizio di un percorso. Stiamogià riscontrando una domanda crescente,l’iniziativa garantisce un aiuto concreto achi si trova in difficoltà. A partire dai gio-vani di queste realtà - ha concluso - chedovranno avere le stesse opportunità deglialtri". I veri protagonisti delle presenta-zioni, però, sono stati i cittadini che, inte-ressati e partecipi, hanno fatto domande edhanno presentato le proprie esigenze in unconfronto, aperto e proiettato al futuro, chegià di per sé rappresenta una scommessavinta.

    IN-FORMARE PER LA CONCILIAZIONE

  • 8 29 Novembre 2014 Medicina ilPonte

    Attualmente, in Italia, di-sponiamo di numerosinuovi farmaci per la terapiadella psoriasi e dell’artropatiapsoriasica. Quelli che stannodando i migliori risultati sonoquelli prodotti in base a nuovetecnologie biologiche e per

    questo noti come farmaci biologici. Pur essendoefficaci, tali farmaci non sono privi di effetti col-laterali e a volte non danno una risposta tera-peutica prolungata. Per questo, in Europa e nelmondo, sono allo studio nuovi farmaci che pos-sano risultare efficaci per tutti e privi di effetticollaterali.Recentemente il Comitato dell'Agenzia Europeaper i medicinali di uso umano (CHMP) ha rac-comandato l'autorizzazione all'immissione incommercio di due farmaci biologici per la pso-riasi: il secukinumab (Cosentyx, Novartis) el’apremilast (Otezla, Celgene).Il Secukinumab è un anticorpo monoclonale in-teramente umano che inibisce la citochinaproinfiammatoria identificata come interleu-china 17A. Questo farmaco è stato consigliatoper il trattamento della psoriasi a placche damoderata a grave negli adulti candidabili alla te-rapia sistemica. Esso viene somministrato periniezione sottocutanea e la dose raccomandataè di 300 mg.Negli studi clinici, il Secukinumab si è dimostratosuperiore al placebo e nel confronto con l'eta-nercept (Enbrel, Amgen) si è dimostrato più ef-ficace nel migliorare i sintomi della psoriasi aplacche. Secondo i dati forniti dal CHMP il Se-cukinumab si è dimostrato efficace sia nel trat-tamento sistemico di pazienti naive (cioè queipazienti che non hanno mai seguito una terapiabiologica), sia in quelli che avevano già seguitouna terapia con formaci biologici che si era di-mostrata inefficace o che aveva prodotto deglieffetti collaterali. Le reazioni avverse più frequentemente ascritte

    al farmaco sono state le infezioni del tratto re-spiratorio superiore (più frequentemente rino-faringite e rinite). La maggior parte dellereazioni è stata di lieve o moderata gravità.Il comitato consultivo della Food and Drug Ad-ministration ha votato all'unanimità l’opportu-nità e la necessità di raccomandarel'approvazione di secukinumab nella psoriasi aplacche da moderata a grave al più presto.Il CHMP ha anche raccomandato l'approvazionedell’uso dell’Apremilast, un farmaco biologicoche si presenta sotto forma di compresse rive-stite da un sottile film, da solo o in combinazionecon i farmaci antireumatici modificanti la malat-tia (DMARDs), negli adulti con artrite psoriasicaattiva, che non hanno ottenuto beneficio ohanno ottenuto solo un beneficio parziale dallaterapia con DMARD da sola, o che si sono di-mostrati intolleranti ai DMARDs.Il comitato ha inoltre raccomandato l'approva-zione dell’Apremilast per il trattamento dellapsoriasi a placche cronica di grado da moderatoa grave negli adulti che non riescono a rispon-dere o che si sono dimostrati intolleranti ad altrevarie terapie sistemiche quali la ciclosporina, ilmetotressato, o agli psoraleni e raggi ultravio-letti A, o in caso di controindicazioni all’uso ditali farmaci. L’inibitore selettivo della fosfodiesterasi 4 è statoapprovato negli Stati Uniti per la psoriasi a plac-che e l'artrite psoriasica in settembre.Sulla base di test di qualità, sicurezza ed effica-cia, presentati per Apremilast, il CHMP ritieneche vi sia un equilibrio positivo beneficio-versus-rischio per l’Apremilast.Gli effetti avversi più comuni che sono stati os-servati in studi clinici con Apremilast consistonoin disturbi gastrointestinali come diarrea e nau-sea, infezioni del tratto respiratorio superiore,mal di testa, cefalea da tensione.il CHMP ritiene che la terapia con Secukinumabe Apremilast deve essere iniziata e condotta daDermatologi con decennale esperienza nella

    diagnosi e nel trattamento della psoriasi, del-l’artropatia psoriasica e delle loro malattie as-sociate.Un piano di farmacovigilanza per entrambi i far-maci biologici sarà attuato come parte inte-grante dell'autorizzazione all'immissione incommercio.Raccomandazioni dettagliate per l'uso di en-trambi i farmaci saranno descritte nelle schedetecniche e nella relazione sulle caratteristichedel prodotto verrà pubblicata la valutazione chela Commissione Europea dei farmaci pubbli-

    cherà dopo l'autorizzazione all'immissione incommercio dei due preparati.In Italia si ritiene che sarà possibile prescriverequesti due nuovi farmici verso la fine del nuovoanno. Sapere che la ricerca scientifica continuaincessantemente e che conduce ogni anno allascoperta di nuovi farmaci deve essere di con-forto ad aprire una speranza a tutti coloro chegiornalmente soffrono a causa di tali malattie.

    Raffaele [email protected]

    Due nuovi farmaci per la terapia della psoriasi e dell’artopatia psoriasica

    “La pianta, le cui foglie asso-migliano a foderi dicoltelli(Assiri)” oltre ad avere,come abbiamo già descritto nellaprecedente puntata, attività im-munomodulante, antinfiammato-

    ria e cicatrizzante possiede anche un’attivitàdisintossicante e fortemente lassativa. In par-ticolare sono gli antrachinoni (aloina “a” edaloina “b”) estratti dalla corteccia della foglia adavere tali proprietà. Tali sostanze stimolano laperistalsi intestinale ed hanno un’azione lassa-tiva. D'altronde la cascara, la senna ed il rabar-baro sono a base di antrachinoni e quindi sonoda considerarsi lassativi. Solo che tale tipo ditrattamento deve essere di breve durata edecco perché si utilizzano solo nella stipsi occa-sionale. Quando la stipsi non è dovuta all’atoniaintestinale allora entrano in gioco anche i fattorinervosi, lo stress e l’ansia. L’aloe vera possiede anche attività antibatte-rica, antivirale ed antifungina. L’aloe si com-porta come un sulfamidico ed è molto usatonella prevenzione delle infezioni del dermadegli ustionati. Tale attività varia a secondadella sua concentrazione. Infatti estratti al 60%combattono lo pseusomonas, la klebsiella e lastreptococco, al 70% stafilococco, all’80%l’escherichia coli ed al 90% la candida albicans. Da qualche tempo è stato dimostrato che allealte concentrazioni combatte anche il Mycobat-terio della tubercolosi.Come antivirale il succo dell’aloe contiene unozucchero, l’acemannano, che contrasta vari tipidi virus, ma il suo grande successo è contro ilvirus del morbillo e contro l’HIV di tipo 1. Aquesto riguardo sono stati avviati molti studi,soprattutto per determinare il trattamentodell’AIDS, visti i buoni risultati ottenuti control’herpes simplex e l’HIV.

    Veniamo ora all’attività antinfiammatoria edanalgesica. L’aloe è un “farmaco” antiflogisticoche inibisce la produzione di prostaglandinegrazie all’enzima bradichinasi, il magnesio lat-tato inibisce l’istamina e l’aloctina A i leuco-trieni. La bradichinasi idrolizza la bradichinina,evitando la vasodilatazione, l’aumento dellapermeabilità vascolare e l’azione contratturantela muscolatura. Oggi l’aloe, ma in realtà i suoicomponenti, quali l’aloctina A e il C-glicosilcro-mone, vengono utilizzati nelle patologie artro-siche.Diamo “un’occhiata” all’attività gastroprotettivae tonica intestinale dell’aloe. Con il succo si ri-solvono i problemi degli spasmi, del bruciore distomaco e del gonfiore addominale. Con il gel

    si normalizza la flora batterica intestinale, ridu-cendo i fenomeni putrefattivi. Il gel si usaanche nelle ulcere peptiche e nel colon irritabileperché è un antinfiammatorio – analgesico, maanche protettore delle pareti gastriche.IL succo di aloe è un tonico intestinale, perchéaumenta il ph gastrico ed inibisce la secrezionedell’acido cloridrico, interferendo sul legamedell’istamina con le cellule della parete gastrica.Sperimentalmente, si è anche visto che il gelinibisce la pepsina, è un lenitivo ed un emol-liente della mucosa gastrica. A questo puntogli inibitori della pompa protonica, che l’aned-dotica popolare chiama “protettori gastrici”, èpossibile che abbiano gli anni contati.Per quanto riguarda l’attività antiasmatica va

    detto subito che ci vogliono sei mesi ininterrottidi somministrazione per via orale per averebuoni risultati contro l’asma. Le uniche speri-mentazioni a riguardo che non hanno avutosuccesso sono quelle in cui i pazienti usavanoanche il cortisone e da tempo. Quest’ultimaazione viene correlata alle proprietà dell’aloevera di essere in effetti un grande antinfiam-matorio ed un potenziante il sistema immuni-tario.Ed allora, vista la grande bontà dell’aloe vera,è lecito chiedersi quali sono i fattori che pos-sono addirittura far migliorare l’efficacia del suosucco. Prima di tutto è da considerare il tempobalsamico, che è quel periodo dell’anno in cuile piante presentano la maggiore concentra-zione di principi attivi. Per l’aloe il periodo mi-gliore per la raccolta è la primavera/estate.Dopo il periodo migliore si deve considerarel’età della pianta, che non deve superare iquatto anni e la qualità delle foglie (quelle in-giallite contengono meno principi attivi) ed, in-fine, l’esposizione solare, che fa in modo diarricchire l’aloe con l’aloina. A queste “pre-cauzioni” si aggiunge quella di sospenderequalche giorno prima della raccolta l’irriga-zione, non usando mai antiparassitari chi-mici. Come abbiamo descritto, l’attivitàdell’aloe è molto complessa perché è unapianta che possiede innumerevoli principi at-tivi, che non sono altro che componenti chi-mici, moltissimi dei quali interagiscono conle molecole del nostro organismo.Se i consigli dei botanici nella coltivazione sa-ranno seguiti alla lettera, così come quelli deimedici, allora l’aloe vera diventerà quella “gua-ritrice silenziosa” che tutti si aspettano.

    Gianpaolo Palumbo

    [email protected]

    aloE VERa, la gUaRitRicE silENZiosa- II PUNTATA -

  • 929 Novembre 2014ilPonte

  • 10 29 Novembre 2014 ilPonte

    Venerdì scorso, 14 novembre2014, si è svolta la presenta-zione, presso l’Aula Magna del Tri-bunale di Avellino, del libro ”Labussola del Sindaco: tragedia in 5atti” dello scrittore e medico ra-diologo presso l’Ospedale ”Mo-scati” di Avellino Giovanni

    Savignano, con prefazione di Fabrizio Rizzi e in-troduzione di Loredana Zarrella, evento orga-nizzato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocatie dalla Fondazione ”Mare nostrum” ed editodalla Casa Editrice Il Papavero.Ne hanno discusso insieme all’autore il Presi-dente dell’Ordine degli Avvocati di Avellino, avv.Fabio Benigni, il Presidente del Tribunale di S.Angelo dei Lombardi dottor Beatrice in vece deldottor Rescigno, il dottor Angelo Di Popolo, giàProcuratore Capo della Repubblica di Avellino esostituto Procuratore Generale presso la CorteSuprema di Cassazione e l’avvocato RaffaeleMiele, dopo una breve introduzione dell’avvo-cato Lorenzo Mazzeo, Presidente dell’Associa-zione ”Mare Nostrum”. A moderare l’incontro era stato chiamato il gior-nalista Gennaro Sangiuliano, già Vice direttoredel TG1 della RAI, mentre le conclusioni eranostate affidate all’ex ministro socialista CarmeloConte, ma entrambi sono restati bloccati sul-l'autostrada-tangenziale di Napoli per un im-provviso sciopero in corso. Il libro di Savignano, comunque presentato, hasignificato lo psicodramma di un amministratoreche si suicida il 22 maggio 1994 mentre svolgeancora la sua funzione di primo cittadino nel Co-mune di Gesualdo, sconvolgendo quella piccolacomunità.Anche se i familiari hanno contestato il raccontopeculiare svolto dal dottor Savignano, non ri-scontrando alcune significative tesi esposte nelvolume dall’autore, chiarite successivamentedal medesimo tramite i canali di trasmissionelocali e i network tradizionali, l’opera ha volutorappresentare la tragedia, raccontata nel testocome una tragedia in 5 atti, che sconvolse il pic-colo paesino della valle dell’Ufita un ventenniofa, al fine di approfondire dal punto di vista psi-cologico la vicenda.L’Autore ha esaminato così gli ultimi periodi divita dell’avvocato socialista e idealista France-scantonio Mannetta, sindaco del paese, colpitoda un lato dalle tragiche vicende che in Italiastavano travolgendo tante persone per la notatangentopoli, dall’altro dal periodo d’oro chestava attraversando l’Irpinia a causa dell’arrivodei fondi del terremoto del 1980, che finalmenteil Governo centrale aveva deciso di sbloccare etrasferire alle popolazioni colpite da quella im-mane tragedia.Vengono così peculiarmente descritti i processimentali che attanagliarono il primo cittadino finoai suoi ultimi attimi di vita, allorquando decisedi farla finita tragicamente per non essere sot-toposto a sommaria giustizia da parte dei suoiconcittadini, sorpresi dalle varie inchieste perdenunce anonime svolte dalla magistra-tura nei suoi confronti, ma comunque nem-meno per un attimo convinti della suacolpevolezza, né che si sarebbe suicidato di lì apoco in un’auto con un colpo alla testa lungol’autostrada Napoli - Bari.L’Autore si sofferma altresì sui colloqui avuti congli amici più cari, con la famiglia e con i colleghidi partito per trarre da loro suggerimenti sulcomportamento da tenere, che poi puntual-mente rifiutava di seguire, pur continuando agestire con la sua semplicità ed onestà le vi-cende giornaliere dell’Ente comunale, nel modoche aveva sempre immaginato, risolvendo cioèi problemi dei suoi concittadini e cercando diraggiungere al meglio il bene comune.Il lettore si trova così coinvolto nelle riflessionidel Sindaco e nelle sue scelte poco razionali finoal triste epilogo del suo suicidio.L’opera ha voluto comunque rappresentare, conampie e profonde riflessioni nel ricordo mai so-pito di una figura esemplare e di alto profilo diun sindaco acculturato come Tonino Mannetta,uomo di altri tempi , tutta l’ampiezza della pro-fonda crisi di valori e di prospettive in cui versaoggi la nostra classe politica. Per quanto concerne, infine, la ricerca delle ve-rità, l’Autore riporta nel testo alla prima paginauna frase di Anton Cechov, che così si può rias-sumere: “Si dice che la verità trionfa sem-pre, ma questa non è una verità”.

    ***Altro volume interessante, riguardante lo svi-luppo del Mezzogiorno e il processo di industria-lizzazione, iniziato negli anni ’60, che ne hadeterminato la sua trasformazione, è statoquello scritto da Carlo Borgomeo dal titolo:”L’equivoco del sud: sviluppo e coesione so-ciale”, presentato alla fine del mese scorsopresso l’hotel De La Ville ad Avellino, edito dallacasa editrice Laterza di Bari.L’Autore è attualmente Presidente della Fonda-zione Con il Sud, nata dall’alleanza tra il terzosettore e alcune fondazioni di origine bancaria,interessandosi oggi di sostenere alcuni progettisociali di inclusione nel Mezzogiorno.In precedenza lo ricordiamo quale responsabiledella legge per lo sviluppo dell’imprenditorialitàgiovanile n. 44/86 e del prestito d’onore, nonchéancora per essere stato l’amministratore dele-gato di Sviluppo Italia. L’incontro di presentazione del volume ad Avel-lino è stato organizzato dall’Associazione Popo-lari per l’Europa, presieduta a Romadall’onorevole Giuseppe Gargani, e coordinatodal giornalista del quotidiano Il Mattino AntonioManzo. Ne hanno discusso con l’Autore i professoriFrancesco Barra e Massimo Lo Cicero, nonchégli onorevoli Giuseppe de Mita e Umberto Ra-nieri, accolti dal Presidente della Regione Cam-pania Stefano Caldoro e dal padrone di casa,onorevole Giuseppe Gargani. Il testo vuole rappresentare una specie di riepi-logo di circa sessant’anni di interventi, progettie iniziative a favore dei territori del Mezzogiorno,ripercorsi con lucidità e disincanto, alla ricercadi una risposta ad una domanda che costante-mente, anche ai nostri giorni, ritorna: perchénon ce l’abbiamo fatta? Perché il nostroPaese continua a segnare un divario nettotra la propria parte meridionale e quellasettentrionale, malgrado gli sforzi, lebuone intenzioni, le analisi che, decenniodopo decennio, hanno cercato di orientarel’azione del governo sia centrale che lo-cale? Perché le risorse che sono state de-stinate a questo obiettivo non hannoinciso, spesso rivelandosi addirittura con-troproducenti?La risposta che il libro tenta di dare è lunga earticolata, costruita attraverso l’analisi, scrupo-losamente perseguita dall’Autore, delle diversefasi dell’azione governativa, a partire dal 1950,quando il governo De Gasperi varò la legge isti-tutiva della cosiddetta ”Cassa per le opere stra-ordinarie di pubblico interesse del Mezzogiornod’Italia”. Leggendo le varie pagine del testo, commentatedai singoli ospiti del dibattito, emergono le fi-gure chiave, anche contemporanee, dell’azionee della riflessione meridionalista, svolte rispetti-vamente da Saraceno, da Andreatta, da Barca,da De Rita, da Viesti e da Trigilia e tanti altri,chiamati quasi a confrontarsi con i filoni piùnuovi e originali della riflessione economica esociale sullo sviluppo.Approccio utile, perché, sapendo evitare la trap-pola del pettegolezzo e del narcisismo, riesce adalimentare con utili informazioni di dettaglio lariflessione e la ricerca di spiegazioni su quellache viene presentata come una grande storiacollettiva, una storia comunque nella quale ilprotagonista vero rimane il tessuto sociale delMeridione, con le sue svariate caratteristiche e– come sostiene con vigore l’Autore – “la suasostanziale irrilevanza rispetto alle politi-

    che e alle azioni, sempre costruite se-condo ipotesi aprioristiche, anche nobili,ma quasi mai calate a vitalizzare e valoriz-zare la capacità auto propulsiva che certonon manca alla gente del sud”.Non che siano mancate le occasioni, sia sulpiano intellettuale - come emerge dalle paginededicate a Giorgio Ceriani Sebregondi -, ricor-dato nelle pagine 39 e seguenti, sia su quellooperativo – con riferimento soprattutto all’espe-rienza della Società per l’imprenditorialità gio-vanile.Esse però si sono perse nel quadro di un inter-vento sempre segnato dai tre criteri ai quali Bor-gomeo riconnette il fallimento: innanzituttoquella che definisce come la “politica dell’offerta”di soluzioni e linee d’intervento sempre prede-finite; poi il “mito del riequilibrio” del divario direddito tra nord e sud, assunto come unico pa-rametro/obiettivo di riferimento, e da ultimo”l’approccio quantitativo”, sorretto dall’immagi-nario che la spesa pubblica aggiuntiva risultisempre in qualche modo e in una qualche mi-sura utile.Il terzo settore, descritto nel testo, con la mol-teplicità di organizzazioni che lo caratterizzano,con l’inventiva e la capacità operativa che dimo-stra quotidianamente,

    ma soprattutto per l’azione di mobilitazione e difertilizzazione, che svolge dall’interno del tes-suto sociale, appare così per l’Autore come unpossibile protagonista di una nuova e diversastagione di autentico sviluppo del Mezzogiorno.Ovviamente non può essere questa l’unica linead’azione e nel capitolo finale del libro (il decimo)viene proposto un insieme di interventi, sceltisecondo un’apprezzabile logica che mescolaampiezza della visione e pragmatismo, siaper quanto concerne le politiche di infrastrut-turazione che per quelle di sviluppo econo-mico e di ammodernamento della pubblicaamministrazione. Ma la coesione sociale, e con essa l’azione delterzo settore volta a costruire un micelio ricco efertile dentro la società meridionale, come unasorta di antidoto a illegalità e sfarinamento deilegami sociali, resta il cuore della proposta.L’ipotesi è suggestiva, soprattutto agli occhi diCarlo Borgomeo, che proprio per l’esperienzamaturata nella Fondazione con il Sud, ma ancheguardando ad altre presenti sul nostro territorio,come Libera, come il Progetto Policoro ed ancordi più il progetto Fertilità, offrono al lettore unaindicazione molto precisa sulla via giusta da in-traprendere. Per svolgere il proprio ruolo nel modo più validopossibile, il terzo settore del sud dovrà pertantoessere strettamente interconnesso con le realtàdell’intero Paese. In tale collegamento, la gente delle organizza-zioni del Mezzogiorno dovrà poter trovare unasorta di proprio specifico territorio, che va ad ag-giungersi a quello geografico, col quale poterscambiare stimoli, esperienze, idee, supporti erisorse. Di questa necessità dell’oggi, probabilmente lostudioso Carlo Borgomeo, da sempre conside-rato uomo e paladino del sud, può essere a giu-sta ragione ritenuto il suo più strenuo difensore.Il convegno si è concluso con i ringraziamenti atutti gli intervenuti e all’attento e folto oratorioper la pazienza avuta nell’ascoltare le riflessionidei partecipanti da parte del Presidente dell’As-sociazione Popolari Italiani per l’Europa, onore-vole Giuseppe Gargani, con l’augurio diincontrarsi nuovamente per altre stimolanti edinnovative iniziative culturali.

    ossERVatoRio giURiDico a cura di Ernesto Pastena

  • 1129 Novembre 2014FiscoilPonte

    DALLE 20 RATE DEGLI AVVISI BONARI ALLE 120 RATE PER I DEBITI CON EQUITALIA

    “A TU PER TU CON IL FISCO”“A TU PER TU CON IL FISCO” a cura di Franco Iannaccone

    coME VERsaRE lE tassE coN MENo aFFaNNo

    La scelta fatta dal legislatore tra il 2011e 2013 di estendere la tempistica diapplicazione dell’istituto della rateazione

    e di ridurre il costo della fase di riscos-

    sione è stata sicuramente la strada giusta

    per venire incontro alle difficoltà finanzia-

    rie in cui si trovano, ancora tuttora, tutti i

    contribuenti (imprese, professionisti e

    privati).

    Infatti con il decreto del fare (D.L.

    69/2013) emanato già sotto il vecchio

    governo Monti, è stata introdotta la pos-

    sibilità di cadenzare il debito con Equitalia

    anche fino a dieci anni (120 rate). Questoè l’ultimo intervento fatto dal legislatore negliultimi anni per modificare le varie forme di di-lazione dei debiti fiscali sia nella fase accerta-tiva, sia nella successiva fase della riscossionee rivolta, come gli altri, in un’ottica di tutela delcontribuente, allargando l’accesso alla rateiz-zazione e riducendo le ipotesi di decadenzadella stessa.Nella fase accertativa (D.L. 70/2011 e

    D.L. 2012/2011) è possibile chiedere una

    rateizzazione, non solo in presenza di av-

    visi bonari emessi a seguito di controlli

    automatici e formali da parte dell’Agenzia

    delle Entrate, ma anche per gli avvisi di li-

    quidazione delle imposte sui redditi a tas-

    sazione separata (TFR, arretrati,

    eccetera), per i quali non sono dovuti in-

    teressi e sanzioni, se il contribuente versa

    entro 30 giorni o chiede una dilazione

    entro il predetto termine. Questo per-

    mette al contribuente di dilazionare l’im-

    porto liquidato con l’avviso dell’Agenzia

    delle Entrate fino a 20 rate trimestrali con

    alcuni importanti vantaggi rispetto alla

    successiva cartella di pagamento:

    • le sanzioni sono ridotte (e non al 30%)

    per gli avvisi bonari;

    • le sanzioni sono escluse per gli avvisi di

    liquidazione su tassazione separata;

    • per entrambi non si applica l’aggio della

    riscossione coattiva e gli interessi sono

    inferiori;

    • l’introduzione della possibilità di ricor-

    rere all’istituto del ravvedimento operoso

    per il ritardato pagamento delle rate suc-

    cessive alla prima che deve comunque

    pagarsi nei termini previsti per convali-

    dare l’intera procedura di rateizzazione.

    Altro intervento di rilievo è la possibilità di nondover prestare idonea garanzia (D.L. 98/2011e D.L. 201/2011) quale sia l’importo di cui sichiede la rateizzazione (anche sopra i 50.000euro, limite precedente al di sopra del quale erarichiesta idonea polizza fideiussoria), sia per ledilazioni di pagamento degli avvisi bonari edegli avvisi di liquidazione, che prevedono da6 a 20 rate trimestrali (se il debito supera

    i 5.000 euro), sia per i pagamenti delle

    somme conseguenti agli atti deflattivi del

    contenzioso (acquiescenza, accerta-

    mento con adesione, mediazione e conci-

    liazione giudiziale), per i quali è prevista

    la possibilità di usufruire di un massimo

    di otto rate trimestrali, che si possono

    estendere fino a 12 se la somma com-

    plessiva da rateizzare è superiore ad euro

    51.6435,69.

    Sono stati, altresì, attenuati gli effetti deva-stanti del mancato pagamento di una rata(salvo che non sia la prima), stabilendo che sidecade dalla dilazione di pagamento, quandoviene omesso il pagamento delle rate diversedalla prima entro il termine di pagamento diquella successiva. Ne consegue che non si hamancato pagamento se il contribuente versala somma in ritardo (anche senza avvalersi delravvedimento), purché entro il termine di pa-

    gamento di quella successiva.Le disposizioni introdotte con il decreto del fareinnanzi citato sono andate maggiormente a tu-telare i contribuenti che decidono di chiederead Equitalia una dilazione delle somme iscrittea ruolo.A tal proposito si fa presente che l’Agen-

    zia delle Entrate per l’attività di riscos-

    sione coattiva dei tributi (in mancanza del

    pagamento spontaneo del contribuente)

    si avvale dell’operato della società per

    azioni “EQUITALIA”, presente su tutto il

    territorio nazionale (tranne in Sicilia) con

    tre “Agenti della riscossione”: Equitalia

    Nord, Equitalia Centro, Equitalia Sud.

    Le somme che risultano dovute a seguito dicontrolli, di qualsiasi tipo, e degli accertamentieffettuati dall’Amministrazione finanziaria, senon pagate spontaneamente, vengono iscrittea ruolo.Il ruolo non è altro che un elenco, for-

    mato dall’Ente impositore, contenente i

    nominativi dei debitori e le somme da

    essi dovute.

    Il ruolo viene trasmesso agli Agenti della

    riscossione che provvedono alle seguenti

    operazioni:

    • predisposizione e notifica della cartella

    di pagamento;

    • riscossione delle somme e riversa-

    mento nella casse dello Stato e degli altri

    enti impositori;

    • avvio dell’esecuzione forzata, in caso di

    mancato pagamento.

    Orbene, i contribuenti che non hanno la possi-bilità di pagare in un’unica soluzione il debitoindicato nella cartella di pagamento, possonorivolgersi agli stessi Agenti della riscossione perottenerne la dilazione.E’ possibile richiedere, alternativamente:1. un piano di rateazione ordinario, fino

    ad un massimo di 72 rate mensili (6

    anni), in caso di temporanea situazione diobiettiva difficoltà;2. un piano di rateazione straordinario,

    fino ad un massimo di 120 rate mensili

    (10 anni), in caso di comprovata e grave si-tuazione di difficoltà legata alla congiunturaeconomica, per ragioni estranee alla propriaresponsabilità.L’importo minimo di ogni rata è, salvo ecce-

    zioni, pari a 100 euro.I piani di rateazione sono alternativi nel sensoche il mancato accoglimento della richiesta diun piano di rateazione straordinario non pre-clude la possibilità di richiedere ed ottenere unpiano di rateazione ordinario.Per quanto riguarda il piano di ratea-

    zione ordinario, il debitore può acce-

    dervi quando si trova nell’impossibilità

    di pagare in unica soluzione il debito

    iscritto a ruolo, ma è in grado di far

    fronte all’onere finanziario derivante

    dalla ripartizione del debito stesso in un

    numero di rate congruo rispetto alle

    sue condizioni patrimoniali.

    Per debiti fino a 50 mila euro, si può otte-nere la rateizzazione con domanda semplice,senza necessità di dover allegare alcuna docu-mentazione comprovante la situazione di diffi-coltà economica.Per debiti oltre 50 mila euro, invece, la con-cessione della rateazione è subordinata alla ve-rifica della situazione di effettiva difficoltàeconomica. L’agente della riscossione analizzal’importo del debito e la documentazione ido-nea a rappresentare la situazione economico-finanziaria del contribuente.È possibile chiedere un piano di dilazione a ratevariabili e crescenti, anziché a rate costanti, inmodo da poter pagare meno all’inizio, nellaprospettiva di un miglioramento della condi-zioni economiche.Per quanto riguarda il piano di rateazione stra-ordinario, il debitore può accedervi quandoversa in una situazione di grave e comprovatadifficoltà economica legata alla congiuntura ,per ragioni estranee alla propria responsabilità.Pertanto, possono richiedere una dilazionestraordinaria i contribuenti non in grado di pa-gare il debito secondo la rateazione ordinaria,ma che, comunque, risultano solvibili in rela-zione alla rateazione concedibile.Si accede ad un piano di rateazione stra-

    ordinaria fino ad un massimo di 120 rate

    in presenza delle seguenti condizioni:

    • per le persone fisiche e le ditte indivi-

    duali con regimi fiscali privilegiati,

    quando l’importo della singola rata è su-

    periore al 20% del reddito mensile del

    nucleo familiare del richiedente, risul-

    tante dall’indicatore della situazione red-

    dituale (ISR) indicato nel modello ISEE;

    • per gli altri soggetti, quando la rata è

    superiore al 10% del valore della produ-

    zione mensile. Inoltre l’indice di liquidità,

    ricavato dai dati di bilancio, deve essere

    compreso tra 0,5 e 1.

    In caso di mancato accoglimento della richiestadi rateazione straordinaria, il debitore può co-munque chiedere ed ottenere quella ordinaria.Inoltre, in caso di peggioramento della propriasituazione di difficoltà economica che non con-sente più di sostenere il piano di dilazione inatto, sia ordinario che straordinario, il contri-buente può chiedere ad Equitalia una prorogadella rateazione, a condizione, però, che nonsia intervenuta decadenza.E’ possibile chiedere la dilazione di pagamentoper nuove somme iscritte a ruolo, anchequando si hanno già rateazioni in corso.Il contribuente decade dal beneficio della ra-teazione in caso di mancato pagamento di ottorate anche non consecutive (decadenza che, inprecedenza, era invece conseguente al man-cato pagamento di due rate consecutive).Quando si decade dal beneficio, l’intero importoiscritto a ruolo ancora dovuto è immediata-mente ed automaticamente riscuotibile inun’unica soluzione e il carico non può esserepiù rateizzato.La domanda di rateazione (nonché quella

    di proroga), comprensiva della documen-

    tazione necessaria, inclusa copia del do-

    cumento di riconoscimento, si può

    presentare tramite raccomandata a/r op-

    pure a mano presso uno degli sportelli

    dell’agente della riscossione competente

    per territorio o specificato negli atti inviati

    da Equitalia.

    Se la rateazione viene accordata, Equita-

    lia notifica un atto che indica l’ammorta-

    mento del debito secondo il numero delle

    rate concesse. Le rate mensili scadono

    nel giorno di ciascun mese indicato nel-

    l’atto di accoglimento dell’istanza di dila-

    zione.

    Al contrario, in caso di diniego, Equi-

    talia notifica il relativo provvedimento

    motivato.

    [email protected]

  • 12 29 Novembre 2014 ilPonteVangelo

    L’economia, come in-dica la stessa parola,dovrebbe essere l’artedi raggiungere un’ade-guata amministrazionedella casa comune, cheè il mondo intero. Ogniazione economica diuna certa portata,

    messa in atto in una parte del pia-neta, si ripercuote sul tutto; perciònessun governo può agire al di fuoridi una comune responsabilità. Difatto diventa sempre più difficile in-dividuare soluzioni a livello locale perle enorme contraddizioni globali, percui la politica locale si riempie di pro-blemi da risolvere. Se realmente vo-gliamo raggiungere una sanaeconomia mondiale, c’è bisogno inquesta fase storica di un modo piùefficiente di interazione che, fattasalva la sovranità delle Nazioni, assi-curi il benessere economico di tutti iPaesi e non solo di pochi” (PapaFrancesco – Evangelii Gaudium n.206).La crisi mondiale scoppiata dal 2008,e che ancora oggi viviamo, si è veri-ficata l’ingordigia dei grandi finan-zieri. Per loro la ricchezza deveessere concentrata nelle mani dipochi. Il profeta indiano della nonviolenza Gandhi un secolo fa scri-veva: “Questa terra ha abbastanzarisorse per tutti, ma non per l’avidità

    di tutti”. Già un secolo fa, come sivede, l’ingordigia del mondo opu-lento lasciava al resto del mondo solole briciole e il divario tra il nord e ilsud del mondo è sempre aumentato;oggi il nord concentra quasi tutte lericchezze.. In tempi non sospetti l’exdirettore del mensile “Nigrizia” AlexZanotelli – che molti lettori del Ponteconoscono perché è intervenuto intanti dibattiti nella nostra città – scri-veva che c’era chi si nutriva dellafame degli altri. Da oltre 30 anni ilTerzo Mondo viene soffocato da va-langhe di parole, di progetti, di pro-grammi internazionali dove il denaroè affluito abbondantemente per sod-disfare secondi fini. L’attuale econo-mia mondiale è basata sullo scambioe “la buona salute” di un Paese simisura sulle esportazioni e competi-vità dei suoi prodotti sul mercato in-ternazionale. Nell’ultimo ventennio ilvolume delle merci scambiate è rad-doppiato e l’incremento di questoscambio è stato più rapido di quellodella produzione. Quando il commer-cio mondiale dà segni di ristagno c’èl’allarme e l’inizio di una crisi econo-mica perché è dal volume degli spo-stamenti dei beni e dei capitali che simisura oggi la prosperità di un Paese.Il mondo occidentale ha bisognoenorme di materie prime, di risorseenergetiche e di vari prodotti ricavatidall’agricoltura per mandare avanti le

    proprie industrie e far fronte ad al-cune necessità di consumo da soddi-sfare tramite la produzione le proprieesigenze di mercato; i Paesi emer-genti sono produttori di minerali, diidrocarburi e di materie prime.I Paesi non esportatori di petrolio di-pendono da uno, due, tre prodottidefiniti primari, che costituiscono lamaggior parte delle loro esportazioni.

    Il prezzo di questi prodotti continuaad abbassarsi fin dal 1960 ed oramaiha toccato i minimi storici e alcuniprodotti si sono venuti a trovare allostesso livello di quotazione che ave-vano avuto durante la crisi degli anniTrenta. Ed eccoci a raccontare – perquesti motivi – le migrazioni che de-rivano dal trasferimento di intere po-polazioni da i Paesi del Sud a quelli

    del Nord, che sono dovute allaguerra, alla repressione, a situazionieconomiche o a condizioni demogra-fiche eccezionali. La grande maggio-ranza è costretta ad abbandonare ilproprio Paese per aver salva la vita espera di trovare conforto e rifugio inaltri Paesi. Scrive l’Alto Commissarioper i Rifugiati in un rapporto alle Na-zioni Unite: “Se non si trova un modoper impedire la negazione dei dirittidell’uomo, se non si giunge ad unaripartizione più equa delle risorsedella terra il mondo continuerà adavere il problema degli esodi dimassa”. Non aiutare i Paesi a rico-struire, non fare una conferenza in-ternazionale per risolvere i problemidel Medio Oriente, mantenere un de-bito sui Paesi in via di sviluppo, sonofonti per un flusso costante di rifugiatie di emigranti. Poi, solo per il fatto diessere stranieri, sono vittime di rea-zioni razziste, di paure collettive ehanno un rapporto difficile con glialtri. Infine, ci sono degli effetti di-versi sui Paesi emergenti e quelli in-dustriali del Nord del mondo, perchéai primi procurano un po’ di soldi conun alleggerimento delle pressioni de-mografiche ed economiche; ai se-condi procurano una fonte diguadagno con relative difficoltà logi-stiche.

    [email protected]

    soliDaRiEtà sENZa coNFiNi

    PasqualeDe Feo

    “Economia mondiale: ricchezza per pochi, povertà per molti”

    Anche il Figlio di Dio, come noi, non co-nosce l’ora e, con noi, veglia. Rimaneresvegli è segno di responsabilità perché, avendoricevuto il potere e i compiti dal Signore, è no-stro dovere essere attenti, pronti, attivi e ope-rosi. Abbiamo molto da fare, ma per questo ci èstata data la giusta potenza e capacità di com-piere l’opera.

    Ma questa è la fede! Il tenere gli occhi apertiè la coscienza dell’assoluta signoria di Dio e dellanostra accoglienza. L’opera non mi appartiene,mi è stata affidata. Altro che fede ingenua e ir-responsabile, tanto c’è Dio! La fede è umile per-ché siamo servi, ma dichiara la nostracondizione di figli di Dio. Non è fuga dalla storia,ma piena immersione in essa. Il fatto di non sa-

    pere quando il padrone di casa ritornerà, fa sìche ogni tempo diventa il tempo di Dio perchétempo della sua presenza e tempo per il nostroservizio. Essere immersi nella storia significaavere responsabilità e vigilanza. Servire con fe-deltà è il meglio per aspettare la fine; la vigi-lanza riempie il presente del futuro, anche lecose più ordinarie e umili.

    Alla mamma che domandava a san LuigiGonzaga (6 anni) mentre giocava a palla checosa avrebbe fatto se avesse saputo che sa-rebbe morto un’ora dopo, lui rispondeva: “Con-tinuerei a giocare”. Quel “gioco” lo porterà aricevere la venuta del Signore pochi anni dopo,mentre soccorreva la malattia con gli appestatidi Napoli.

    Una piccola storia per “bambini” con piùdi 6 anni. Preoccupato del senso della vita edell’ultimo giorno, e soprattutto del Giudizio Fi-nale a cui prima o poi certamente sarebbe an-dato incontro, un uomo fece un sogno. Dopo lamorte, si avvicinò titubante alla grande portadella casa di Dio. Bussò e un angelo sorridentevenne ad aprire. Lo fece accomodare nella salad’aspetto del Paradiso. L’ambiente era molto se-vero. Aveva il vago aspetto di un’aula di tribu-nale. L’uomo aspettava, sempre più intimorito.L’angelo tornò dopo un po’ con un foglio inmano su cui, in alto, campeggiava la parola“conto”. L’uomo lo prese e lesse: “Luce del solee stormire delle fronde, neve e vento, volo degliuccelli e erba. Per l’aria che abbiamo respirato elo sguardo alle stelle, le sere e le notti...”. La listaera lunghissima. “...il sorriso dei bambini, gliocchi delle ragazze, l’acqua fresca, le mani e ipiedi, il rosso dei pomodori, le carezze, la sabbiadelle spiagge, la prima parola del tuo bambino,una merenda in riva ad un lago di montagna, ilbacio di un nipotino, le onde del mare...”. Man

    mano che proseguiva nella lettura, l’uomo erasempre più preoccupato. Quale sarebbe stato iltotale? Come e con che cosa avrebbe mai po-tuto pagare tutte quelle cose che aveva avuto?Mentre leggeva con il batticuore, arrivò Dio. Glibatté una mano sulla spalla. “Ho offerto io, finoalla fine del mondo. È stato un vero piacere!”.

    Avvento è arrivo. E Gesù “arrivò senza essereaspettato, venne senza essere stato concepito.Solo la madre sapeva ch’era figlio di un annun-cio del seme che sta nella voce di un angelo. Eraaccaduto ad altre donne ebree, a Sara peresempio. Solo le donne, le madri, sanno cos’è ilverbo aspettare. C’è un’attesa prima, che spettaa Dio. Il Suo tempo infinito si contrae nel finitodi un’attesa. Dio aspetta: ‘Per farvi misericordia’.Il tempo di Avvento sta a imitazione di, sta di-rimpetto all’eternità di un Dio che accetta di farsiperiodico, irrompendo nel mondo a mesi stabiliticon nascita, morte e risurrezione” (Erri deLuca).

    Angelo Sceppacerca

    la liturgia della Parola:   i Domenica d’avvento+ Dal Vangelo secondo Marco 13,33-37 Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in

    modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

    NNEELLLLAA CCAASSAA ddEELL PPAAddRREE

    DIOCESI DI AVELLINO

    “... uomo tutto di Dio, tutto apostolico, uomo di orazione, staccato dalmondo, dalla roba, da se stesso, acciò possa con tutta verità chiamarsi di-

    scepolo di Gesù Cristo, si renda abile a generare molti figli al cielo,che rìdondino in sua glorìa ed onore..."

    (San Paolo della Croce)

    Il Vescovo, il Presbiterio, i Diaconi, i Religiosi, annunciano con do-

    lore illuminato dalla fede nel Cristo Risorto la morte del

    Padre Domenico Curcio - Passionista -Vicario Episcopale per la Vita Consacrata

    Lo affidano a Dio Padre di misericordia e ricordano con gratitudine

    il fecondo ministero.

  • 1329 Novembre 2014culturailPonte

    Una gran bella pagina di solidarietà:avellino per l’UNicEF

    Sono trascorsi 25 anni da quando, il 20 Novembre del 1989, l’Assemblea Gene-rale delle Nazioni Unite ha approvato La Convenzione dei diritti dell’infanzia edell’adolescenza, riducendone l’impressionante tasso di mortalità del 50%, incre-mentando la scolarizzazione per 60 milioni di bambini, vaccinandone annualmenteoltre 100 milioni. Le infezioni da trasmissione materna da HIV-AIDS sono state ri-dotte di oltre la metà, il lavoro minorile è diminuito di circa un terzo dal 2000.Un lavoro capillare di sensibilizzazione è stato svolto nei 194 Paesi aderenti, anchese innanzi ai nostri occhi e alle nostre coscienze sembra esiguo, rispetto all’immane

    numero di bambini che attende ancora un nostro gesto, una nostra inversione di tendenza nel viverela vita, molto condizionata dalla massificazione, dall’apparenza e dal possesso. Così ha dichiarato

    Papa Francesco in questi giorni alla FAO: “Dio perdona,la terra no”, a significare che se non si creano e si atti-vano sistemi di equa produzione, equa distribuzionedelle ricchezze, certa alimentazione per tutti (e ciò èancora possibile), l’umanità intera avrà molto pocotempo per ravvedersene.Grazie all’Unicef e alle tante organizzazioni internazio-nali, la coscienza e i nostri comportamenti quotidianilentamente sembrano mutare, trasformandosi in gestidi solidarietà, responsabilità e prossimità da parte dellecollettività appartenenti ai Paesi più industrializzati neiconfronti dei “poveri di tutto”.Con gioia penso alla sezione Unicef di Avellino, la cuiPresidente è l’infaticabile dottoressa Amalia Benevento,che ha festeggiato con gli alunni del Liceo delle ScienzeUmane Publio Virgilio Marone il venticinquennale del-

    l’Unicef nella sala consiliare del comune capoluogo, presentando lavori realizzati nel progetto “untocco…… di classe”-Così si esprime al riguardo la Presidente: “i ragazzi, dopo l’esperienza del progetto didattico, si im-pegnano ad essere soggetti promotori di istruzione in tutte le periferie della Diocesi conlaboratori volanti della solidarietà, anche realizzati in istituzioni sanitarie e sociali”.Sollecitato da questa esperienza, mi sovviene spontanea alla memoria una frase di Madre Teresadi Calcutta: “NON IMPORTA QUANTO SI DA’, MA QUANTO AMORE SI METTE NEL DARE”.Un sentito grazie all’UNICEF di Avellino.

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    l’ angolo del sociologo a cura di Paolo Matarazzo

    Cerimonia speciale do-menica scorsa pressoil Santuario di Montever-gine con la celebrazionedella Santa Messa daparte di Sua Eccellenzal'abate Riccardo Guariglia.Circa cinquecento personehanno preso parte al-l'evento, al quale hannopresenziato anche nume-rosi sindaci, tra i qualiquelli di Mercogliano,Montefredane e Ospeda-letto. Molto gradito, inoltre, è

    stato anche l'intervento del Comandante Provinciale dei Carabinieri Francesco Merone,che solo da qualche mese si è insediato in Irpinia. Momenti di grande intensità e di commozione si sono vissuti per il 25esimo anniversariodell'ANC che, presieduta da Sabino Meola, si è distinta sempre per le sue numerose operedi generosità, sia nei confronti delle famiglie dei militari caduti, che nei confronti dellecategorie più deboli. Toccante, a tal proposito, il discorso del presidente, che è stato sa-lutato con un lungo applauso dai presenti, con l'auspicio che quanto fatto in questi annidall'Associazione possa continuare sempre con la stessa forza e costanza, "sempre - haconcluso il presidente Meola - sotto la guida di Mamma Schiavona, affinché si possa faresempre meglio e di più per coloro che ne hanno bisogno".

    l'associazione Nazionale carabinieridi Montefredane compie 25 anni

    il pianto di Papa giovanni XXiiiErano i primi mesi del 1960, quando i giornaliamericani pubblicarono la notizia che CaterinaHudson, una bambina di circa 10 anni, colpita daleucemia, desiderava ardentemente vedere ilPapa.Papa Giovanni, saputo del desiderio della bam-bina, fece sapere che la piccola sarebbe stata labenvenuta in Vaticano.Il 12 aprile 1960, Caterina Hudson arrivò dagliStati Uniti e si presentò al palazzo del Vaticano.La bambina, tutta vestita di bianco, era su unasedia a rotelle ma, giunta nella sala del Tronetto,volle scendere e avanzò sulle esili gambette versoil Papa.Quando fu il momento di accomiatarsi, GiovanniXXIII donò alla bambina un bellissimo rosario, una

    medaglia pontificia e una sua fotografia.La piccola stringeva al petto quel suo tesoro, estasiata. Mentre stava per uscire dalla sala del Tronetto,il Papa si levò dalla sedia, tese le mani verso la bambina condannata a morire presto, e quasi legridò:.Poi si nascose il volto fra le mani e pianse.La leucemia è una malattia del sangue e non è stata