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PREMIO NAZIONALE DI GIORNALISMO “MARIO FRANCESE 2012” • QUINDICINALE DI FATTI E OPINIONI • REG. TRIB. DI SIRACUSA N.1509 DEL 25/08/2009 • DIRETTORE: FRANCO ODDO • VICEDIRETTORE: MARINA DE MICHELE venerdì 7 giugno 2013 prossima uscita: 21 giugno 2013 Anno V n.12 € 0,70 e-mail: [email protected] GRAVISSIME VIOLAZIONI DELLA LEGGE ELETTORALE, INTERVENIRE SUBITO PER BLOCCARE RICORSI DOPO IL VOTO Presidenti di seggio col padre candidato SOFIA AMODDIO (PD) “Da parlamentare mi accorgo che la politica detta i tempi alla vita” pag.9 (Castello) DA DOMENICA Personale di Annibale Vanetti I rossi rinascita dell’arte dei colori pag.16 PRONTO SOCCORSO 55 dipendenti dell’ospedale “Le liti di Attardi creano disagi” pag.15 (Morale) MASCHI IN CARRELLO Nel web le donne comprano uomini Massima tutela al gentil sesso pag.19 (Lanaia) Pubblicità elettorale - committente: Riccardo Gionfriddo Pubblicità elettorale - committente: Fiorangela Romeo “Nel 2012 gestione rifiuti costata 30 milioni” IL CONVEGNO ALLA SALA RANDONE. GIANCARLO GAROZZO: “IL PROGETTO DEL COMUNE È TUTTO DA RIFARE” Fernanda Pellegrino: “Il ge- store non si è fatto scrupolo di fomentare uno sciopero delle sue maestranze, che proba- bilmente non sanno, insieme ai propri rappresentanti sin- dacali, di essere stati utilizzati strumentalmente dal proprio datore di lavoro che, nel non erogare loro con puntualità gli stipendi per i quali c’era e c’è sempre stata la coper- tura economica da parte del Comune (il Comune, anche se talvolta con qualche ritar- do, non si è mai sottratto alla rimessa mensile di 1.700.000 al suo Gestore del servizio di nettezza urbana), puntava piuttosto a recuperare som- me extracontrattuali di dub- bia documentabilità. E dove- va fare presto, magari prima delle amministrative locali”. Pag. 13 (De Michele) Ogni fatto indagato è di enorme impatto: la ripetitività di alcuni comportamenti degli indagati, il riproporsi di procedure simili che prevederebbero denunce pre- testuose, improprie acquisizioni di atti, ritardi e lungaggini, nel reiterarsi degli stessi nomi in un gioco delle parti ben congegnato, configurerebbe con chiarezza il sistema messo in campo, spesso da almeno tre dei protagonisti, di questa per certi versi incompresa tragedia, così facendo sorgere il dubbio sul limite del semplice “concorso” rispetto all’ipotesi di associazione a delinquere. Pag. 2 (De Michele) DAL QUADRO INVESTIGATIVO UN METODO RIPETUTO Tutte le accuse del PM a Rossi, Musco, Amara Proprio qui, a Siracusa, alcuni presidenti di seggio hanno i genitori o i figli o i fratelli fra i candidati, come risulta dalla nostra verifica fatta incro- ciando i nomi dei presidenti di seggio nominati e pubbli- cati in data 16 maggio 2013 sul sito www.giustizia.catania. it e quelli appartenenti alle liste dei candidati al Comune (troppo complesso ampliare l’indagine anche alle centinaia di aspiranti alle circoscrizio- ni). Ci sembra indispensabile un controllo immediato per- ché sarebbe immenso il danno nell’eventualità di ricorsi che chiedano l’annullamento delle elezioni, oltre alla censura mo- rale per tali comportamenti. La tranquillità con cui si con- sente che queste anomalie, il- leciti, ci siano lascia il sospetto che qualcuno garantisca una sostanziale impunità. Il caso più eclatante, ma certo non unico in quanto i nomina- tivi coinvolti sono numerosi, è quello di tre fratelli nominati presidenti di seggio e il padre candidato al consiglio comu- nale. Pag. 3 (Morale) Siracusa diventata una grande bisca PAG.6 (Cifali) Augusta e la mafia, 20 anni di ritardo PAG.10 (Totis) Augusta e la mafia, 20 anni di ritardo PAG.10 (Totis) Siracusa diventata una grande bisca PAG.6 (Cifali)

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PREMIO NAZIONALE DI GIORNALISMO “MARIO FRANCESE 2012”

• QUINDICINALE DI FATTI E OPINIONI • REG. TRIB. DI SIRACUSA N.1509 DEL 25/08/2009• DIRETTORE: FRANCO ODDO • VICEDIRETTORE: MARINA DE MICHELE

venerdì 7 giugno 2013prossima uscita: 21 giugno 2013

Anno V n.12 € 0,70e-mail: [email protected]

GRAVISSIME VIOLAZIONI DELLA LEGGE ELETTORALE, INTERVENIRE SUBITO PER BLOCCARE RICORSI DOPO IL VOTO

Presidenti di seggio col padre candidato

SOFIA AMODDIO (PD)“Da parlamentare

mi accorgo chela politica detta

i tempi alla vita”pag.9 (Castello)

DA DOMENICAPersonale di

Annibale VanettiI rossi rinascita

dell’arte dei coloripag.16

PRONTO SOCCORSO55 dipendentidell’ospedale

“Le liti di Attardicreano disagi”

pag.15 (Morale)

MASCHI IN CARRELLONel web le donnecomprano uominiMassima tutelaal gentil sesso

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“Nel 2012 gestione rifiuti costata 30 milioni”IL CONVEGNO ALLA SALA RANDONE. GIANCARLO GAROZZO: “IL PROGETTO DEL COMUNE È TUTTO DA RIFARE”

Fernanda Pellegrino: “Il ge-store non si è fatto scrupolo di fomentare uno sciopero delle sue maestranze, che proba-bilmente non sanno, insieme ai propri rappresentanti sin-dacali, di essere stati utilizzati strumentalmente dal proprio datore di lavoro che, nel non erogare loro con puntualità gli stipendi per i quali c’era e c’è sempre stata la coper-tura economica da parte del Comune (il Comune, anche se talvolta con qualche ritar-do, non si è mai sottratto alla rimessa mensile di 1.700.000 al suo Gestore del servizio di nettezza urbana), puntava piuttosto a recuperare som-me extracontrattuali di dub-bia documentabilità. E dove-va fare presto, magari prima delle amministrative locali”.

Pag. 13 (De Michele)

Ogni fatto indagato è di enorme impatto: la ripetitività di alcuni comportamenti degli indagati, il riproporsi di procedure simili che prevederebbero denunce pre-testuose, improprie acquisizioni di atti, ritardi e lungaggini, nel reiterarsi degli stessi nomi in un gioco delle parti ben congegnato,

configurerebbe con chiarezza il sistema messo in campo, spesso da almeno tre dei protagonisti, di questa per certi versi incompresa tragedia, così facendo sorgere il dubbio sul limite del semplice “concorso” rispetto all’ipotesi di associazione a delinquere.

Pag. 2 (De Michele)

DAL QUADRO INVESTIGATIVO UN METODO RIPETUTO

Tutte le accuse del PMa Rossi, Musco, Amara

Proprio qui, a Siracusa, alcuni presidenti di seggio hanno i genitori o i figli o i fratelli fra i candidati, come risulta dalla nostra verifica fatta incro-ciando i nomi dei presidenti di seggio nominati e pubbli-cati in data 16 maggio 2013 sul sito www.giustizia.catania.it e quelli appartenenti alle liste dei candidati al Comune

(troppo complesso ampliare l’indagine anche alle centinaia di aspiranti alle circoscrizio-ni). Ci sembra indispensabile un controllo immediato per-ché sarebbe immenso il danno nell’eventualità di ricorsi che chiedano l’annullamento delle elezioni, oltre alla censura mo-rale per tali comportamenti. La tranquillità con cui si con-

sente che queste anomalie, il-leciti, ci siano lascia il sospetto che qualcuno garantisca una sostanziale impunità. Il caso più eclatante, ma certo non unico in quanto i nomina-tivi coinvolti sono numerosi, è quello di tre fratelli nominati presidenti di seggio e il padre candidato al consiglio comu-nale. Pag. 3 (Morale)

Siracusa diventatauna grande bisca

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Augusta e la mafia,20 anni di ritardo

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Anno V n.12 - 7 giugno 2013e-mail: [email protected]

2Uno per uno tutti i capi di imputazione secondo la ricognizione fattane dal PM di Messina Fabrizio Monaco

Nella richiesta di rinvio a giudizio per Rossi, Musco e Amara copione identico denunce pretestuose, improprie acquisizione di atti, un sistema ben rodato

di MARINA DE MICHELE

Dalle notizie di stampa sulla richiesta di rinvio a giudizio per i magistrati Ugo Rossi, Maurizio Musco, Rob-erto Campisi, l’avvocato Piero Am-ara, l’ispettore del Nictas Giancarlo Chiara, l’imprenditore Alessandro Ferraro, avanzata al gup dal pubblico ministero Fabrizio Monaco di Messi-na, procura competente per Siracusa, fa solo capolino la gravità delle con-testazioni: 10 i capi di imputazione elencati. E volendo privilegiare, nel racconto delle cronache locali, la vicenda del Calcio Catania e accen-nare alle altre in una sorta di climax discendente, sono rimasti solo citati i due casi di maggior importanza per i Siracusani, quelli che tuttora produ-cono nefasti effetti. Certo ogni fatto indagato è di enorme impatto e per come rappresentato in contestazione la ripetitività di al-cuni comportamenti degli indagati, il riproporsi di procedure simili che prevederebbero denunce pretestuose, improprie acquisizioni di atti, ritardi e lungaggini, nel reiterarsi degli stessi nomi in un gioco delle parti ben con-gegnato, emergerebbe con chiarezza il sistema messo in campo, spesso da almeno tre dei protagonisti, di questa per certi versi incompresa tragedia, così facendo sorgere il dubbio sul limite del semplice “concorso” ris-petto all’ipotesi di associazione a de-linquere. Ma tra tutti questi casi che andremo a riproporre brevemente riportando le parole del pubblico ministero di Messina, ben più efficaci delle altre fin qui lette, la nostra atten-zione è quasi fatalmente attratta da quelli che, più degli altri, pesano sui Siracusani: Sai8, Open Land e quel processo Oikothen cui si riferisce l’ex sindaco di Augusta Massimo Car-rubba nel suo ultimo comunicato.Ma prima il Calcio Catania: una storia del 2006 nella quale sareb-bero coinvolti, tutti insieme, Musco Campisi Chiara Ferraro Amara. Sec-ondo il magistrato di Messina, l’allora procuratore Campisi, che protesta con fermezza la propria correttezza nell’espletamento delle proprie fun-zioni, avrebbe effettuato indagini “in chiaro difetto di competenza ri-fiutandosi, in un primo tempo, di tr-asmettere gli atti alla Procura di Cata-nia (ufficio competente a procedere e che ne aveva fatto reiterata richiesta)”. I fatti, sommariamente, sono questi: nel 2006 due giocatori del Catania (il portiere Armando Pantanelli e Gianluca Falsini) intraprendono un contenzioso civilistico per mobbing contro la società sportiva, il cui legale era Amara, chiedendo un cospicuo risarcimento, ma contestualmente Alessandro Ferraro, amico di Am-ara, presenta all’ispettore Chiara una denuncia per reati attinenti a scommesse clandestine e i due ven-gono iscritti nel registro degli indaga-ti. A occuparsi dell’indagine Maurizio Musco il quale rilasciava dichiarazio-ni non veritiere che venivano utiliz-

zate dal Catania Calcio a proprio favore contro i due calciatori. Per Fabrizio Monaco, ai due calciatori, sottoposti anche a procedimento penale, sarebbe stato quindi arrecato danno ingiusto, mentre all’avvocato Amara, un “ingiusto profitto patri-moniale”. Forse inutile a dirsi che il procedimento penale, tornato final-mente nella sua sede naturale, a Ca-tania, sarà archiviato.E ritroviamo poi Musco, Chiara e Amara anche nel caso di una con-cessione edilizia “autorizzata” dal Comune di Augusta alla suocera di Amara per costruire un capannone, futura sede di un supermercato della catena Fortè (proprietà del presidente del Calcio Catania Pulvirenti).Maurizio Musco, con funzioni di sostituto procuratore presso la Procura di Siracusa, “a seguito della denuncia presentata dalla suocera dell’avvocato Piero Amara e rac-colta a verbale dall’ispettore Chiara, iscriveva il procedimento penale nei confronti di un funzionario del comune di Augusta che aveva an-nullato la concessione per il reato di abuso di ufficio autoassegnandosi il fascicolo (in violazione delle regole organizzative dell’ufficio) e acquisiva in originale, anziché in copia, gli atti relativi alla pratica edilizia della si-gnora, conducendo le indagini fino al febbraio 2008 data nella quale pre-sentava istanza di astensione (mentre intanto grazie al “silenzio assenso” dell’amministrazione il capannone veniva costruito). In tal modo si ar-recava intenzionalmente un danno ingiusto al funzionario e un ingiusto profitto patrimoniale alla suocera di Amara”.Un caso similare, con gli stessi pro-tagonisti, quello che contrapponeva il padre di Amara a un’altra persona, o ancora quello dei ritardi con cui Musco ha emesso, secondo Monaco, i decreti di citazione a giudizio di due procedimenti, uno del 2001 e l’altro del 2003, che riguardavano il padre dell’onorevole Prestigiacomo fino a determinarne il proscioglimento per prescrizione.Si inscrive invece nell’affare Oikothen la causa per diffamazione intentata dagli avvocati Massimo Carrubba e Nunzio Perrotta, sindaco e vicesinda-co di Augusta, contro Giuseppe Am-ara, Pino Guastella, Rosario Salm-eri, Pietro Castro, Luigi Solarino. In questo caso, a voler interpretare il pensiero della Procura di Messina, verrebbe messa in campo da Maur-izio Musco una vera e propria strate-gia fatta di mosse e contromosse per arrivare alla prescrizione del reato e salvare gli amici. “Carrubba e Perrot-ta vedevano il proprio procedimento, a distanza di tre anni e mezzo dalla sua iscrizione, regredire alla fase delle indagini preliminari ove veniva trat-tenuto da Musco” scrive Monaco.E poi c’è la vicenda del centro com-merciale della Fiera del Sud, seguita

e documentata dal nostro giornale sin dall’inizio e con la certezza che da subito, chiunque, chiunque avesse vo-luto, avrebbe potuto cogliere incon-gruenze e falsità. Ma così non è stato. E non lo è neanche ora.L’ingegnere Natale Borgione ha con-cesso qualche giorno fa alla Sicilia un’intervista per spiegare il proprio stato d’animo ma certo nessun risar-cimento potrà cancellare i 18 giorni di arresti domiciliari e lo sgomento di quelle settimane. Un errore se non si costituirà, avendone la possibilità, parte civile nel processo che dovrebbe aprirsi quanto prima, insieme agli al-tri due tecnici del Comune che hanno osato opporsi ai progetti del geometra Frontino. Ma al di là di quei fatti, de-scritti e sviscerati, oggi una domanda si pone leggendo i nomi dei legali di fiducia scelti dagli attuali indagati. Quale ruolo potrà o dovrà svolgere l’avvocato Giuseppe Calafiore (che in altro procedimento penale promosso su denuncia di Alessandro Ferraro è anche legale di quest’ultimo) oggi difensore di Piero Amara, ieri suo collega nella vicenda Open Land, suo diretto “tramite” secondo il pm Mo-naco? Attore quindi di primo piano in quella vicenda sarà presumibilmente chiamato a testimoniare sui fatti, forse un teste anche per colui che difende. Una difesa che dovrà essere di altissi-mo livello per scagionare l’avvocato Amara che rischia molto. Forse sono passati i tempi in cui poteva contare su appoggi influenti se è vero quello che il pm Monaco attribuisce al dottor Ugo Rossi all’ottavo capo di imputazione quando, da magistrato in servizio presso la Procura della Re-pubblica di Catania con funzioni di Procuratore aggiunto (coassegnatario con altri pm della distrettuale anti-mafia di Catania del procedimento aperto nei confronti di Amara e di Vincenzo Tedeschi, cancelliere presso la Procura di Catania, per il reato di concorso in rivelazione di segreto d’ufficio ed accesso abusivo al sistema informatico del registro generale della Procura di Catania), “ometteva di is-

crivere nel procedimento e contes-tare all’avvocato Amara e al Tedeschi il più grave reato di corruzione in atti giudiziari – commesso dall’Amara nei confronti del Tedeschi, materiale esecutore della rivelazione di segreto e degli accessi abusivi al sistema in-formatico – e in tal modo arrecava intenzionalmente all’avvocato Amara un ingiusto profitto”. La contestazi-one del reato di corruzione in atti giudiziari avrebbe infatti significato per Amara una pena ben maggiore di quella comminatagli.

SAI8Perché una società privata che ha fatto della propria competenza, del proprio know how, il punto di forza per acquisire il servizio idrico in-tegrato nella Provincia di Siracusa dovrebbe aver bisogno di un ap-poggio all’interno della Procura di Siracusa? Quale rapporto può in-tercorrere tra un’impresa che, oper-ando nella legalità, gestisce il proprio business sul territorio, porta avanti il proprio piano industriale con piena e trasparente legittimazione, e il luogo dell’amministrazione della giustizia? A rigor di logica nessuno. Ma emergerebbe altro dai capi di im-putazione che nella richiesta di rinvio a giudizio interessano in particolare il dottor Ugo Rossi.Partiamo dall’elenco delle parti lese di cui nessuno ha dato conto. Ritro-viamo tutti i nomi prima citati ma anche - e in parte, ma solo in parte, ci stupisce - il nome del sostituto procu-ratore Marco Bisogni, oggi titolare a Siracusa delle inchieste più scottanti di questi ultimi anni.Di lui il pm Monaco parla in relazi-one al settimo caso di imputazione. A Ugo Rossi, nel luglio 2012 procu-ratore capo a Siracusa, si contesta di aver usato un’espressione lesiva dell’immagine di Bisogni allorquan-do, pur avendo ammesso di trovarsi in una situazione di incompatibilità nei procedimenti che coinvolgevano, come parte lesa e come indagato, il figlio della moglie, l’ingegnere Salva-tore Torrisi, direttore generale della rete impianti Saceccav, disponeva la co-assegnazione del procedimento già affidato a Marco Bisogni, e alla collega Delia Boschetto, a un altro sostituto, il dottor Giancarlo Longo. Sono i giorni caldi dell’inchiesta sugli sversamenti nel Porto Grande del depuratore di Contrada Canalicchio gestito dalla Sai8 e nei confronti di Bi-sogni e Boschetto vengono presentati due esposti: uno a firma dell’avvocato Piero Amara, indagato a sua volta in altro procedimento, l’altro di Isoppo Angelo, presidente del cda della Sai8, assistito sempre dall’avvocato Amara. È a questo punto che Rossi decide per la coassegnazione “a tutela degli ind-agati”: una evidente “manifestazione di sfiducia” nei confronti di Bisogni e Boschetto secondo Monaco che non chiarisce però quali siano state le conseguenze dirette della decisione

del dottor Rossi, sebbene di certo sostanziali. Ma anche nelle problematiche rela-tive alla gestione del servizio idrico ritroviamo lo stesso corto circuito tra Sai8 e Procura. Oltre al visto sul prov-vedimento di liquidazione di 111.650 euro quale compenso all’ingegnere Torrrisi per l’attività di consulente tecnico della stessa Procura in un altro procedimento penale del 2009, il pm Monaco, al nono capo d’imputazione, mentre ricorda il le-game esistente tra lo stesso Amara e l’altro figlio di Rossi, Edmondo, “per rapporti economici attraverso la società GI.DA” (acronimo su cui molti si sono interrogati con sugges-tive e intriganti ipotesi) contesta al dottor Rossi di non essersi astenuto - in quanto “prossimo congiunto” dell’ingegnere Torrisi, controllante della Sai8, e procuratore speciale del-la stessa società - dal sottoscrivere la richiesta di misura cautelare nei con-fronti del Presidente della Provincia Nicola Bono contro cui Sai8 aveva presentato denuncia “in tal modo ar-recando intenzionalmente al legale della Sai8 Piero Amara un ingiusto profitto patrimoniale potendo Am-ara accreditarsi, agli occhi della me-desima società, come soggetto in gra-do di orientare le scelte della Procura della Repubblica di Siracusa e benefi-ciare di atteggiamenti compiacenti”. In quali occasioni, per quali affari la Sai8 ha necessità che la Procura, il luogo dell’amministrazione della giustizia, della garanzia del diritto eguale per tutti, della tutela dei diritti lesi, assuma atteggiamenti compia-centi? Certo la contestazione, l’individua-zione di questa captatio benevolen-tiae stridono con l’abito di cui Sai 8 si vuole vestire con la recente domanda di risarcimenti milionari agli ammin-istratori che sul territorio le si sono contrapposti, immaginando di inter-pretare interessi collettivi.E come non sentire, in questa pretesa risarcitoria, l’eco di vicende già vis-sute, come la richiesta milionaria di Open Land ai dipendenti comunali? Un’ultima considerazione merita la posizione, certo diversa rispetto a quella degli altri indagati, del dot-tor Campisi, l’unico magistrato chia-mato a difendersi ancora in servizio alla Procura di Siracusa, nel ruolo di sostituto anziano, lui che di questa Procura è stato guida per un decen-nio. Avrà, è legittimo chiederselo, la serenità di continuare a svolgere il proprio ruolo con obiettività e dis-tacco senza lasciarsi influenzare da alcun sentimento di rivalsa nei con-fronti di coloro che eventualmente egli reputi responsabili delle sue per-sonali vicissitudini nel caso in cui debba prendere provvedimenti nei loro confronti? Può la Giustizia di questa provincia, già così colpita nella propria credibilità, sopportare anche solo l’ombra di un sospetto?

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Nostra verifica incrociata tra le liste e i nominati pubblicati il 16 maggio 2013 su www.giustizia.catania.it

Tre fratelli presidenti di seggio col padre candidato al Consiglio comunaleIndispensabile un controllo immediato per evitare di rifare le elezioni

di ALESSANDRO MORALE

Anche al bar può capitare di ascoltare qualche conversazione sui retroscena della campagna elettorale in corso. L’altro giorno un candidato prometteva a una elettrice, ovviamente in cam-bio di voti, la poltrona di scrutinatore lasciando intendere di essere in grado di manipolare il sorteggio pubblico nonostante le attenzioni de-gli impiegati comunali, a detta del commissar-io straordinario impegnati in questi giorni a far sì che tutto si svolga nel modo più trasparente possibile. Una ‘furfanteria’ se si considera che il sorteggio è avvenuto alla presenza del com-missario straordinario Giacchetti: una proce-dura semplice, voluta ancora più trasparente dall’ufficio elettorale con l’apertura a chi lo de-siderasse, ed equa per la finalità di dare a più persone possibile l’opportunità di percepire la somma destinata agli scrutatori rendendo nulla l’estrazione di persone appartenenti alla famiglia anagrafica di un concorrente estratto in precedenza. Quindi veramente una promes-sa da mascalzone, quella del candidato.Eppure, resta qualche domanda. Chi per mo-tivi personali, anche se estratto, non ritira la nomina, o non riceve la notifica a casa, con quale criterio viene sostituito, se nessuno ha spiegato le regole durante il sorteggio? Infatti la trasparenza scompare nel momento in cui lo scrutinatore assente viene sostituito. E’ il presi-dente di seggio che sceglie, a dire dalla dirigente dell’ufficio elettorale, con il criterio di uno più piccolo ed uno più grande tra le persone pre-senti, ma tra chi? Perché dovrebbero esserci

altre persone presenti in quel momento e per-ché non sono stati previsti dei sostituti, sempre tramite sorteggio, invece di far esercitare ques-to potere a chi deve garantire l’imparzialità e la correttezza del seggio? E poi perché non si dovrebbe procedere alla sostituzione con per-sone che comunque hanno fatto domanda? Appare più semplice la nomina del presidente di seggio: egli è infatti designato dal Presidente della Corte d’Appello tra gli iscritti all’albo che hanno presentato richiesta di nomina. Nel modulo di richiesta sono evidenziati alcuni obblighi: non avere pendente alcuna proce-dura penale, non avere subito condanna com-portante l’iscrizione al Casellario Giudiziario,

non appartenere ad alcuna delle categorie di persone escluse dalle funzioni di presidenti di seggio (art. 10 D.P.Reg. 20/8/1960 nr 3), non essere candidato alla elezione e non essere ascendente (nonno, genitore), discendente (figlio/a, nipote in linea diretta), parente o af-fine sino al secondo grado (fratello, sorella, suocero/a, genero, nuora, cognato/a) o coni-uge (marito o moglie) di un candidato. In re-altà c’è chi ha dichiarato il falso.Proprio qui, a Siracusa, alcuni presidenti di seggio hanno i genitori o i figli o i fratelli fra i candidati, come risulta dalla nostra verifica fatta incrociando i nomi dei presidenti di seg-gio nominati e pubblicati in data 16 maggio

2013 sul sito www.giustizia.catania.it e quelli appartenenti alle liste dei candidati al Comune (troppo complesso ampliare l’indagine anche alle centinaia di aspiranti alle circoscrizioni). Ci sembra indispensabile un controllo im-mediato perché sarebbe immenso il dan-no nell’eventualità di ricorsi che chiedano l’annullamento delle elezioni, oltre alla censura morale per tali comportamenti. La tranquil-lità con cui si consente che queste anomalie, illeciti, ci siano lascia il sospetto che qualcuno garantisca una sostanziale impunità. Il caso più eclatante, ma certo non unico in quanto i nominativi coinvolti sono numerosi, è quello di tre fratelli nominati presidenti di seggio e il padre candidato al consiglio comunale. E im-maginiamo quanti tra i presidenti e gli scru-tatori selezionati possono avere parenti fino al secondo grado visto che tra consiglio circo-scrizionale e consiglio comunale si è presentata quasi tutta la città. Ci sono anche due gemelli che non sappiamo se sono in conflitto con la nomina, ma la cui situazione appare singolare: forse la Corte Di Appello di Catania ha avuto la stessa sensibilità che usa la scuola quando dei gemellini vengono lasciati insieme, nella stessa classe, per evitare che soffrano la sepa-razione. Confidiamo che con questa denuncia il prefetto e la magistratura facciano in modo che si ripristini la legalità e la certezza che le elezioni vengano svolte senza vizi, agendo in tempo utile per sostituire chi ha commesso ir-regolarità.

Noi non siamo caduti nel tranello!

Non vogliamo offendere nessuno, ma dietro la formazione di tante liste autoproclamatesi civiche, alcune dell’ultima ora, aut-entiche specchietti per le allodole, abbiamo assistito, attoniti, ai preannunziati giochi di prestigio messi in atto dai soliti vecchi mestieranti della politica.

Non c’è stato limite al trasformismo e nessun freno alla tran-sumanza delle vecchie e logore forze politiche quanto di destra, di centro e di sinistra.

Ci troveremo in pratica di combattere il sistema che ci ha por-tato al collasso in meno di vent’anni attorniati da buona parte dagli stessi personaggi camuffati che l’anno causato.

Costoro dicono di stare dalla parte della Società Civile solo per-chè alcune delle suddette liste autoproclamatesi civiche o perchè alcune segreterie politiche li hanno accettati, ma c’è da giurare che le loro azioni saranno sempre finalizzate a precludere la strada della ricrescita etico-morale e delle pari opportunità per i ns giovani, mantenendo la rete delle lobby affaristiche che hanno stritolato e degradato la ns Città.

Crediamo davvero di dover affidare l’unica risorsa economica che potrà dare risultati a breve termine, che è il Turismo, agli stessi personaggi che si sono trastullati con il Porto turistico e con la Marina, con il Servizio di Igiene Urbana, con il P.R.G. e con i Trasporti Pubblici?

Crediamo davvero che la zona industriale debba rinascere grazie agli stessi che hanno consentito lo scempio dell’intero territorio, penalizzando i cittadini dell’interland, lavoratori ed imprese?

Crediamo davvero che tutti coloro che hanno avallato la privat-izzazione del Sistema Idrico Integrato e la creazione degli ATO, peggiorando estremamente il servizio ed affamando un’intera Provincia, e che assurgono a propagandistiche campagne di moralizzazione, si batteranno per liberarsi di SAI 8?

RICORDO CHE QUESTA LISTA, SEMMAI VE NE FOSSE BISOGNO, È COMPOSTA PER IL 100%, SIA AL CONSIGLIO COMUNALE CHE AI QUARTIERI, DA PERSONE PER BENE ES-PRESSIONE DELLA SOCIETÀ CIVILE MAI CANDIDATESI PRECEDENTEMENTE. ABBIAMO ANCHE INDICATO I NOMINA-TIVI DI 4 DEGLI 8 ASSESSORI PREVISTI CHE SONO:LA DOTT.SSA GIADA AVALLONE, commer-cialista;IL DOTT. BARTOLOMEO LENTINI, urologo, amico e socio fondatore;L’ARCH. LUIGI COTZIA, già presidente dell’Ordine degli Architetti;IL DOTT. LEANDRO IMPELLUSO, socio fon-datore che mi è stato sempre vicino sin dal pri-mo momento.

- Perchè tutti non politicamente schierati;- Perchè tutte persone integerrime, competenti e mai candidatesi al Consiglio Comunale;- Perchè tutti profondamente innamorati della ns bella ma martoriata Città;- Perchè, a differenza di altre coalizioni, che nascondono dietro il paravento le solite vecchie figure della politica locale

che hanno portato il ns territorio alla fame e al degrado, avendo le “mani libere”, metteranno sicuramente in atto i programmi per la ripresa.

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Perchè votare per il candidato sindaco Pucci La Torree per i candidati al Consiglio Comunale e Circoscrizioni di Quartiere

del MOVIMENTO SIRACUSA VOLTA PAGINA?

Il Progetto del ns Movimento non ha eguali nell’attuale panora-ma politico. Qualcuno ha voluto a tutti i costi copiarci. Bene, non siamo affatto arrabbiati; riteniamo anzi che ciò sia stato il primo frutto lusinghiero del ns lavoro e della ns lungimiranza. Oggi siamo quindi chiamati ad un compito arduo:

AFFRONTARE LA COMPETIZIONE ELETTORALE DEL 9 E 10 GIUGNO 2013 CORRENDO DA SOLI,

CON LA CONSAPEVOLEZZA DI DOVER COMBATTERE CONTRO LE CORAZZATE ORGANIZZATE. CORAZZATE CHE

NASCONDONO E PROTEGGONO I VECCHI POTERI FORTI CHE HANNO CAMBIATO CASACCA MA NON LA MENTAL-

ITÀ; GLI STESSI POTERI CHE HANNO TUTELATO QUASI SEMPRE ED ESCLUSIVAMENTE GLI INTERESSI AFFARISTICI

DI POCHI A DISCAPITO DELLA COLLETTIVITÀ. Lo faremo però con serenità in quanto noi non dobbiamo vincere per forza, non celiamo poteri occulti da salvaguardare a tutti i cos-ti; lo faremo consapevoli della ns forza e consci di aver messo tutto di noi stessi in campo. Dopodichè, se avremo, come ci auguriamo tutti, la possibilità di ottenere una forte rappresentanza anche in Consiglio Comunale, saremo giustamente messi tutti alla prova. Questa rappresentanza si otterrebbe con un numero di voti nella lista dei consiglieri comunali superiore al valore di soglia minima del 5% delle persone che andranno a votare (se ne stimano circa 70.000); voti che si conteranno una sola volta pur se con la facoltà di votare, finalmente, un uomo ed una donna (fatto che darà una buona rappresentanza di donne in Consiglio Comunale).

Anno V n.12 - 7 giugno 2013e-mail: [email protected]

6“C’è chi perde fino a 1200 euro in un mese e fa ogni giorno più di 500 giocate di diverso tipo”

Siracusa è diventata una grande bisca: sale bingo con incassi favolosibar, tabaccherie, centri scommesse, viaggi a Malta, giocate on line…

di MARCELLA CIFALI

Siete mai stati in una ricevitoria ad osservare chi gioca? Nella nostra città, nonostante la crisi e la dis-occupazione alle stelle (siamo la provincia siciliana ad aver perso il maggior numero di posti di la-voro con la crisi), ci sono centin-aia di persone che vi trascorrono una parte consistente delle proprie giornate. Naso all’insù, aspettano di cambiare la propria sorte con l’avvento di alcuni numeri su un monitor luminoso ma poi, quando va bene, vincono pochi euro che “reinvestono” nell’estrazione suc-cessiva… Così per mezz’ora o più al ritmo di un’estrazione ogni 5 minuti! Abbiamo visto una gio-vane donna con la bimba in brac-cio fare vai e vieni una miriade di volte e tutte le volte rigiocare la mi-sera vincita, spesso aggiungendo di proprio!Ciò di cui scriviamo è basato su interviste a tre diversi esercenti di tabaccherie-ricevitorie site in tre diversi punti della città, i quali hanno preferito mantenere l’anonimato, il che è comprensibile visto l’argomento alquanto spi-noso.Il primo intervistato ci aveva dato appuntamento alle 15.30 (orario di riapertura dopo la pausa pranzo) di un giorno infrasettimanale, ma ciò non ci ha comunque concesso la possibilità di parlare nemmeno pochi minuti senza che arrivasse qualcuno a giocare, anzi la cosa in-credibile è che alcuni erano fuori ad aspettare l’apertura. Erano tre, di cui due erano lì per giocare e uno (un signore in età da pen-sione) è rimasto lì anche dopo che siamo andati via, più di 40 minuti

dopo. Da subito l’intervistato si è dichiarato sensibile al problema del gioco, aveva infatti nel tempo notato molti particolari: per esem-pio che i giocatori tornano diverse volte in una giornata (questo dato è stato confermato da tutti gli in-terpellati) e che, in alcuni casi, si spendono cifre importanti: fino a 50 euro in un solo giorno e fino a 1200 in un mese!.I giochi più scelti sono sempre quelli con la possibilità di vincita immediata, dunque i gratta e vinci e il 10 e lotto; la categoria demo-grafica più a rischio è quella delle donne (a dire di tutti e tre gli in-tervistati le maggiori giocatrici) e la categoria sociale, invece, i pen-sionati; gli incassi in un giorno coi giochi si aggirano dalle 600 alle diverse migliaia di euro (queste sono le cifre lorde medie gior-naliere del singolo negozio che, moltiplicate per tutte le ricevitorie della città, diventano una somma spaventosa); i giorni di maggiore incasso sono quelli delle estrazioni di Lotto e Superenalotto; uno dei tre esercenti riferisce che i minori cercano di giocare anche se è vi-etato ed egli deve ogni volta discu-tere per mandarli via; le slot-ma-

chine non sono ben viste da alcuni esercenti, due su tre le hanno fatte togliere, uno di loro ha riferito che vedeva la gente accanirsi troppo e questa cosa non gli piaceva per niente, e l’altro ha detto che averle è stata una “brutta esperienza”; i videopoker , invece, non li aveva nessuno, nemmeno in passato. Ma ciò non toglie che molti bar della città basano i loro proventi proprio sui videopoker, che assi-curano margini consistenti.Infine, sembra che negli ultimi tempi (dato rilevato da due sui tre intervistati) vi sia stato un minore afflusso di gente che gioca, che spiegano con l’acuirsi della crisi economica inaspritasi durante l’ultimo anno. Tuttavia, tutti rif-eriscono anche l’assiduità di molti giocatori, che trascorrono nei loro negozi diverse ore in un giorno o che ci vanno più di una volta nell’arco della giornata, arrivando a spendere 80 euro quotidiana-mente, con punte di 500 giocate (facendo la somma fra i vari tipi di giochi) in un giorno. E’ probabile dunque che il calo registrato sia in realtà dovuto alla diminuzione dei giocatori occasionali; questo spiegherebbe i dati un po’ con-

trastanti.Due degli intervistati aprono degli spunti di riflessione meritevoli di approfondimento: “Ho calcolato che ci sono alcuni capaci di spen-dere 1000 o 1200 euro al mese ma sono persone che non guadag-nano le cifre che spendono con i giochi… Quindi viene da chied-ersi: dove prendono i soldi per giocare?”, “Come può lo Stato dire nella pubblicità ‘gioca responsa-bilmente’ e poi stampare un gratta e vinci da 20 euro?”.Insomma, la maggior parte dei giocatori sono poveri, spesso in-debitati con le finanziarie, o pen-sionati che non sanno che fare nella giornata e si rifugiano nel gioco per riempire le lunghe ore di noia. Qualcuno ogni tanto trova il gratta e perdi vincente da 500 euro ma, nei giorni successivi all’incasso, ne spende molti di più. Più o meno quanto accade nei due bingo della città che, secondo le stime più accreditate, incassano, centomila più diecimila meno, un milione di euro al mese solo con le tombole. Chè, se poi aggiungi-amo slot machine, bar, ristoranti e quant’altro, le cifre si arroton-dano. Per non parlano dei centri

scommesse, sempre strapieni di cittadini che puntano su qualsiasi cosa, spesso cifre considerevoli, o dei giocatori on line non più soltanto videodipendenti ma as-satanati dall’illusione del colpo che cambi la loro condizione di vita. E, infine, si sa che tanti siracusani, tre o quattro volte all’anno, fanno una scappata a Malta per provare l’ebbrezza del casinò. Dal che si può dire, senza tema di smentite, che l’unico settore che in città non ha avvertito la crisi o che attutisce la crisi con proventi comunque molto superiori alle spese, è la grande bisca collettiva che Sira-cusa è diventata.Certo, è facile definire incoscienti chi dilapida questi soldi e sap-piamo tutti che molti matrimoni sono scoppiati a causa della ma-nia del gioco. Ma pochi sanno che l’Organizzazione mondiale della Sanità ha inserito la dipendenza dal gioco d’azzardo tra le patologie più diffuse. Il giocatore d’azzardo non è una persona da disprezzare ma da aiutare, e da curare, per-ché ha una dipendenza che non è meno nociva della dipendenza da nicotina o alcool perché certo non distrugge la salute fisica ma reca gravissimo danno economico, e non solo, alle persone che ne sono affette e alle loro famiglie. Allora, se conoscete qualcuno che passa mezza giornata in tabacche-ria e questa persona vi sta a cuore, provate a parlarle e a convincerla a farsi aiutare. Ci sono a Siracusa strutture deputate, sia pubbliche che private, che aiutano i gioco-dipendenti a superare questa pato-logia, e molti ci riescono.

Golden Lady a una dipendente associata con partecipazione egli utili“L’azienda è in perdita, ci devi restituire 500 euro”, e la licenzia

L’eredità pesantissima lasciataci dal precedente governo porta la firma del ministro Fornero che non solo ha danneggiato il mercato del lavoro ma ha determinato una ulteriore contrazione occupazi-onale e una forte penalizzazione dei lavoratori e delle aziende. E mentre si aspettano nella nostra realtà gli investimenti delle grandi committenti che diano un minimo di boccata d’ossigeno al settore industriale, il commercio langue. Trecento le attività chiuse solo lo scorso anno a cui si deve aggiungere i rischi licenziamento delle grandi multinazionali che hanno sfruttato troppo spesso il conc-etto di flessibilità e la moltitudine di contratti presenti nel mercato del lavoro, solo per propri tornaconti. Tra queste la nostra attenzione si è posata sulla Golden Lady, industria che produce e commercializza calze, collant, intimo, costumi da bagno e articoli accessori, proprietaria di negozi di commercio al dettaglio dislocati su tutto il territorio nazionale ed europeo e che nella nostra realtà conta 4 punti vendita, tra Avola, Melilli e Siracusa. La Golden Lady (ma non solo essa) per la ges-tione di questi punti vendita si avvale di lavoratori con contratto di associazione in partecipazione. Così è andata avanti finché non è arrivata la riforma Fornero che ha modificato la disciplina relativa a tali contratti stabilendo che è possibile avere un massimo di tre associati. La Golden Lady, così, si è trovata improvvisamente con 1.197 lavoratori oltre il limite di legge ai quali trasformare i con-tratti di associazione in rapporti subordinati a tempo indetermi-nato. Per evitare il licenziamento si è fatto ricorso ad un accordo

aziendale in attuazione dell’articolo 8 del passato governo Ber-lusconi tramite il quale azienda e sindacati hanno prorogato di un anno l’entrata della riforma Fornero. L’accordo stabilisce che fino al 18 luglio 2013 le nuove norme non sarebbero state applicate sulla Golden Lady e nel frattempo la società avrebbe stabilizzato questi rapporti assumendo a tempo indeterminato i 1200 lavoratori oggi associati nei punti vendita dell’azienda. Fin qui tutto bene. Solo che la Golden Lady non si è davvero sognata di trasformare i con-tratti in subordinati a tempo indeterminato. “Così come si voleva dimostrare, - ci spiega Pippo Leone responsabile provinciale di Nidil CGIL (Nuove Identità di Lavoro) che rappresenta i lavora-tori in somministrazione (ex interinali) ed i lavoratori atipici - le società multinazionali che si erano impegnate con le segreterie sindacali nazionali a trasformare i contratti da parasubordinati a partecipazione a contratti subordinati a tempo indeterminato, si sono mostrate scorrette scaricando la responsabilità e le difficoltà sui lavoratori. Sul nostro territorio la prima a sfruttare la situazione è stata proprio la Golden Lady che opera in città attraverso i suoi golden point. L’azienda, per non trasformare il contratto subordi-nato a partecipazione in contratto subordinato a tempo indeter-minato, prima dello scadere della data 18 luglio 2013, ha inviato alla lavoratrice del punto vendita dell’Auchan la comunicazione di licenziamento adducendo che il golden point specifico è in perdita e chiedendo all’impiegata il risarcimento di 500 e rotti euro per la perdita subita. In verità tale assurdo e vergognoso meccanismo

è stabilito proprio nel contratto di associazione in partecipazi-one agli utili con il quale un associante attribuisce ad un associato la partecipazione agli utili della propria impresa o agli utili di uno o più affari; come contropartita, l’associato apporta capitali e/o il proprio lavoro. Ma è proprio qui che bisogna fare attenzione. Così come partecipa agli utili, l’associato partecipa anche alle eventu-ali perdite maturate. “Il contratto stabilisce però che è nel diritto dell’associato di essere informato circa l’andamento della società, ricevendo il rendiconto sull’affare svolto o sulla gestione annuale dell’impresa, cosa che ovviamente non è accaduta e la lavoratrice non è mai stata informata con alcun resoconto o bilancio”. Ovviamente Golden Lady non è l’unica che utilizza tali contratti e perversi meccanismi. “Invece di stabilizzare i lavoratori associati in partecipazione – continua Leone - come stabilito con le segreterie nazionali sindacali, Golden Lady li sta licenziando in tutta Italia e i lavoratori si stanno vedendo comunicare per via raccomandata la rescissione anticipata del contratto. Golden Lady sta dunque venendo meno a quanto sottoscritto nell’accordo dello scorso lug-lio, che impegnava l’azienda a stabilizzare tutti i 1200 associati in partecipazione che operano nei loro negozi di tutta Italia. E’ chiaro che come Nidil non accetteremo questa situazione perché, dinanzi l’attuale crisi economica e di fronte un accordo già sottoscritto, la Golden Lady e le multinazionali che sperano di poter così facil-mente operare troveranno il nostro sindacato pronto alle neces-sarie azioni”. Concetta La Leggia

A ogni campagna elettorale tutti promettono di risolvere le annose questioni delle contrade, poi non lo fanno

LE ULTIME DAI RIONI EPIPOLI E PIZZUTAI cittadini di Epipoli e Pizzuta sono ormai consapevoli che, pur pagando le tasse come tutti gli altri, nel nostro territorio si hanno diverse problematiche che da decenni rendono noi tutti “cittadini di serie B”, “Il problema delle acque piovane, sia dalla parte del ex villaggio che dalla parte delle cooperative; il problema del canale di gronda che l’ex sindaco non voleva inau-gurare; il problema della viabilità tutto concentrato su via Epipoli dove passano migliaia di Camion e auto al giorno e dove prossimamente peggiorerà la situazione con l’apertura del centro commerciale; la grande viabili-tà che transita su via Monti e traversa la Pizzuta; Il problema delle onde elettromagnetiche causato dai tantissimi tralicci dell’Enel e dalle antenne di telefonia mobile; le tante viuzze da asfaltare; le strade da riasfal-tare come la vergognosa via P. Salibra; i tanti appezza-menti di terreno incolto che con il caldo causano incendi e soprattutto favoriscono la presenza di topi ed animali vari che ci ritroviamo alle volte nelle nostre case, etc.” Tutto ciò causa degrado e relativo appiattimento della

qualità della vita di noi cittadini ormai esasperati nel 2013 da tale situazione deficitaria.Da quasi due anni, con il Comitato Cittadini Epipoli-Pizzuta, stiamo provando ad attirare l’attenzione dei media e dei tecnici preposti su tali problematiche, dimo-strando di avere anche discrete competenze nella vera Politica, quella di stare nel territorio vicino alla gente, dove abbiamo promosso diverse battaglie!Di tutte le problematiche sopra elencate quella che più di tutte mette a repentaglio la dignità di cittadini ormai stanchi della situazione è quella delle acque piovane. Da decenni sin da quando esiste il Villaggio Miano del Quartiere Epipoli di Siracusa esiste il problema delle strade intasate di acqua allorquando piove incessante-mente per almeno mezz’ora. Le strade diventano fiumare; i nostri negozi sono sem-pre deserti poiché nessuno si sogna di avventurarsi con le auto all’interno di quelle strade che scoraggiano to-talmente in quelle giornate gli avventori ad entrare nei negozi esistenti nel quartiere, impossibilitati dall’acqua

alta almeno 60 cm. ed oltre, con grande nocumento per le loro entrate, già di per sé flagellate di questi tempi per la crisi economica esistente.; ai proprietari delle villette entra stabilmente l’acqua piovana dalle strade all’inter-no delle proprietà. Inoltre, nell’ultimo decennio sono state costruite 2 scuo-le nuove. Una all’interno del villaggio (con strade già esi-stenti) ed una nella zone delle cooperative edilizie (con strada nuova costruita da qualche anno – Via Asbesta).I genitori devono portare a scuola i propri bambini con la consapevolezza che in quelle giornate di pioggia do-vranno inzupparsi le gambe dentro il pantano dove l’ac-qua si alza minacciosa. I nuovi proprietari delle villette hanno inconsciamente comprato casa insieme al problema mentre i vecchi pro-prietari il problema lo hanno visto nascere insieme alle proprie case e nel tempo si sono abituati alle fiumare che se potevano essere sopportate negli anni ‘60, la propria esistenza non è più accettabile ai giorni nostri in un pae-se civile che si ritiene tale. Probabilmente si parte da un abusivismo generalizzato degli anni ‘60 ma ciò non può diventare sempre alibi per i nostri amministratori nel terzo millennio ove di quegli “abusivi” esiste solo una minima parte che fra l’altro ha versato soldi nelle casse del Comune per sanare quell’abusivismo. Tale assurda situazione da decenni presente nel nostro territorio non è stata mai oggetto di serie programma-zioni da parte del Comune di Siracusa che dovrebbe supplire alla mancata pendenza delle tantissime stra-de collegando a pettine lo scarico delle acque piovane al canalone di gronda su via Epipoli che recentemente la Provincia ha consegnato ufficialmente al Comune di Siracusa che fra l’altro non vuole inaugurare poiché la costruzione, a detta dell’ex Sindaco, finisce al cimitero senza scarico a mare. A tal proposito nel maggio del 2012 è stato presentato alla Regione un progetto di scarico a mare di tale canale di gronda con il relativo totale riordino di tutti i canali delle acque piovane compreso Pantanelli. Negli anni, in ogni campagna elettorale, i cittadini di Epipoli e Pizzu-ta sono stati illusi da diversi politici che a turno hanno promesso una soluzione che ancor’oggi non si intravede.Oggi i cittadini pretendono a gran voce dai vari candida-ti a Sindaco da cui uscirà il futuro Sindaco di Siracusa la necessità non più rimandabile nel tempo della riso-luzione della problematica che li farebbe uscire da una situazione incresciosa non più sopportabile nel 2013.Pretendono che il futuro Sindaco si spenda per far finan-ziare quel progetto dalla Regione ovvero apra un mutuo, come quello aperto dall’ex Sindaco per consegnare con celerità il teatro comunale di Siracusa alla comunità, affinchè in questa città oltre alla cultura si guardi con attenzione anche alle periferie ed ai loro gravi disservizi.

Cav. Pasquale AliffiPresidente Comitato Cittadini

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Anno V n.12 - 7 giugno 2013e-mail: [email protected]

8La bancarotta della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione si ripercuote in provincia

Nardi (Cgil): “A Siracusa e Palazzolo venti ragazzi dalle vite difficilirischiano di essere ancora una volta abbandonati. Venerdì 14 un sit-in”

di MARINA DE MICHELE

L’ospedale San Carlo di Roma e l’Istituto Dermopatico dell’Immacolata, Villa Paola nella provincia di Viterbo, una dozzina tra case di cura e orfanatrofi, un centro oncologico vicino Milano, ma anche una società farmaceutica (20mil-ioni l’anno di fatturato) e 2 società attive nel settore della formazione del personale, l’Elea srl e l’Elea spa, oggi fallite. Possiede tutto questo uno degli istituti religiosi più “facol-tosi” del Vaticano: La Provincia Italiana della Congregazi-one dei Figli dell’Immacolata Concezione. E sarà forse per emulazione del San Raffaele di Milano, sarà stato l’alto magistero di don Verzè, ma anche in questa occasione as-sistiamo a un caso di allegra finanza, appropriazione in-debita, bancarotta, emissioni di fatture false per prestazi-oni mai erogate alle due società Elea quantificabili in 11,5 milioni. 600 milioni di debiti contratti dal comparto Idi sanità e 14 milioni materialmente sottratti dai vertici della Congregazione. Secondo la Procura di Roma che conduce le indagini, i registi delle spericolate operazioni sarebbe-ro il Verzè romano, padre Franco Decaminada, ai vertici dell’Istituto dal 2006 al 2011, Domenico Temperini, in que-gli stessi anni direttore dell’Idi e delle due società control-late, e un funzionario Antonio Nicolella. Al manifestarsi della crisi finanziaria già dai primi mesi del 2012, presto con le inevitabili ripercussioni sul personale impiegato, circa 1800 lavoratori senza stipendio da mesi, le organiz-zazioni sindacali hanno reagito anche con puntuali critiche nei confronti di un’azione, a loro giudizio poco trasparente, del professionista incaricato di seguire il procedimento di concordato preventivo consentito dal giudiceLa Congregazione quindi in un comunicato del dicembre 2012, prendendo le distanze da chi aveva commesso illeciti, chiariva che erano state pagate anche se parzialmente le mensilità di novembre ai 1417 dipendenti del San Carlo e di Villa Paola (ma ancora sospese le mensilità da agosto) e dichiarava un debito di “soli” 435 milioni auspicando di poter riscuotere i propri crediti dalla regione Lazio. Ma la

situazione, ad aprile, è precipitata: arresti domiciliari per Decaminada e in carcere per Temperini, un diverso trat-tamento evidentemente per rispetto del “saio”. Il primo avrebbe sottratto, con prelevamenti diretti del tutto ingius-tificati, fino a due milioni di euro (in parte forse per lavori di ristrutturazione della villa di proprietà a Grosseto: 18 stanze e 23mila mq di parco e terreni intorno), mentre 4,5 milioni sarebbero finiti sui conti di un’altra società di fat-to riconducibile a Temperini. Così, nonostante l’impegno della Congregazione nell’ottobre 2012 “di destinare ogni liquidità possibile a soddisfare le prioritarie esigenze di tut-to il personale e a garantire continuità aziendale alle altre opere sparse nel paese a servizio di minori in situazioni di bisogno” a distanza di mesi rischiano di chiudere, ormai al collasso, case alloggio come quelle di Siracusa e Palazzolo in difesa delle quali la Cgil ha organizzato un sit in davanti alla Prefettura per il prossimo venerdì 14. Chiare le richi-este del sindacato: “Dopo le lettere inutilmente inviate al commissario delegato pontificio, di fronte alla gravissima situazione che si sta venendo a determinare, non possiamo che chiedere un intervento diretto del Prefetto - dice il se-

gretario della funzione pubblica terzo settore Francesco Nardi -. 20 ragazzi di sesso maschile e divisi in due fasce: 8/13 e 14/18, provenienti da famiglie disagiate, che in al-cuni casi hanno subito violenza e hanno problemi psichici, o che hanno commesso un qualche reato, inseriti dal Tribu-nale dei Minori o inviati dal Centro della Giustizia Mino-rile, rischiano di restare senza assistenza, di essere nuova-mente abbandonati, interrompendo quel faticoso cammino di recupero intrapreso grazie all’assistenza scrupolosa e competente del personale che qui opera. Persone di grande professionalità e umanità che continuano a lavorare senza stipendio dall’ottobre del 2012 per l’alto senso di responsa-bilità che hanno, che per aiutare quei giovani portano loro stessi cibo da casa. “I frati di quelle strutture non hanno naturalmente alcu-na responsabilità di quanto accaduto ma appaiono anche loro impotenti. In verità non c’è alcun motivo perché le due case alloggio debbano trovarsi coinvolte nello scan-dalo romano. Esse hanno contatti diretti con il territorio e vengono gestite tramite convenzioni con la Regione (come nel caso di Siracusa) o con il comune (per Palazzolo) ma oggi l’impossibilità di retribuire il personale, 18 unità, e continuare a sovvenzionare i centri è dato dalla irregolarità del DURC, per mancati versamenti dei contributi INPS ed INAIL, in conseguenza del commissariamento della Con-gregazione. Noi chiediamo che il Prefetto, del quale con-osciamo la sensibilità, si adoperi in prima persona affinché Regione e comuni sblocchino i fondi per le strutture, un costo di circa 300mila euro ciascuna. Il Prefetto, ne siamo certi, coglierà il pericolo sociale di questa situazione che rischia di esplodere se anche il commissario liquidatore della Congregazione dovesse decidere di dismettere le nos-tre case alloggio. Al momento non sono assicurate le en-trate economiche necessarie alla vita dei ragazzi e ai loro bisogni, e il personale educativo e ausiliario è allo stremo. Bisogna far presto”.

Anno V n.12 - 7 giugno 2013

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“Da parlamentare mi accorgo che la politica detta i tempi alla vita e impone i suoi ritmi”

L’on. Sofia Amoddio (PD): “Paradossalmente il governo Letta è destinato a durare il tempo necessario a mettere argine alla crisi

di ALDO CASTELLO

On.le, non rientrava tra le sue aspettative di andare a fare il deputato.... come c’è finita?“Ci sono finita perché in una congiuntura di eccezionale emergenza, da una parte io ho deciso che era giunto per me il momento di assumere questo impegno e dall’altra il popolo delle primarie del Pd ha individu-ato nel mio profilo di donna proveniente dal mondo delle professioni, impegnata nel volontariato e nel sociale, una risposta pos-sibile alla crisi di credibilità della politica. In un altrocontesto la mia elezione sarebbe stata im-pensabile. Così mi trovo in questa avventu-ra importante e faticosa. Prima le mie as-pettative rispetto alla politica erano quelle di vedere lo stato ben governato,con competenza, equità, impegno disinter-essato. Oggi sento su di me tutta la respon-sabilità di incarnare quei valori e quella ca-pacità di azione che chiedevo agli altri”. Quale e come pensa debba essere il suo impegno in politica?“La nostra azione esterna è la conseguen-za di come siamo all’interno. Se abbiamo una visione etica della vita la esprimiamo in qualunque azione in qualunque profes-sione, in qualunque momentodella nostra vita. Non c’è per me ‘ distinzi-one tra vita politica e vita privata, tra vita materiale e vita etica.  Ho sempre creduto che ognuno deve svolgere il proprio com-pito la dove si trova con intelligenza, onestà e grande volontà. Ma credo anche non ci possiamo occupare bene di tutto: altrimenti diventiamo faccendieri. Le mie competenze sono nel campo della giustizia e non a caso sono componente della commissione gi-ustizia e della giunta autorizzazioni a pro-cedere. Per me la politica è dare risposte ai problemi del paese e non esaudire favori per i singoli. La politica deve incarnare l’idea che è lo stato e chi lo rappresenta che deve stare a servizio del cittadino. È questa l’idea centrale da cui cerco di farmi guidare”.Cosa è cambiato nella sua vita? si deve dividere tra Roma e Siracusa, gli impegni professionali, la famiglia.“Non ho mai vissuto una vita troppo privata o meglio chiusa esclusivamente in ambito familiare, ma questo certamente è un im-pegno più arduo degli altri. Ho delegato la professione di avvocato; purcercando di non trascurare gli affetti, il mio mondo familiare ne risente. Mi accorgo che la politica detta i tempi alla vita e impone i suoi ritmi. La difficoltà maggiore è concili-are la politica nazionalecon l’impegno sul territorio. Io non ho solo una visione politica ma ho anche uno spirito pragmatico e tecnico che in qualche modo mi impone di risolvere i problemi. L’impegno a Roma in commissione giusti-zia e nella giunta è piuttosto sostenuto e rimane poco tempo per tenere anche i con-tatti sul territorio. É in ogni caso per me un atto doveroso mantenere il contatto con la base”. In questi pochi mesi si è trovata a vivere tra l’elezione del Presidente della Repub-blica, la fiducia al Governo, la costituzi-one delle Commissioni, che idea si è fatta della politica di palazzo e delle sue leggi? come se la immaginava?“La politica vista da fuori sembra solo un

duro scontro di potere nel palazzo, e lo è anche, ma sto scoprendo sulla mia pelle che la politica mette in gioco tanti aspetti della vita umana. La visione delmondo, le passioni sull’idea di giustizia, di solidarietà e di equità, la razionalità neces-saria a trovare buone soluzioni ai problemi, la capacità di sapersi relazionare con gli altri e di saper comunicare con tutti, di sa-pere gestire il conflitto e la mediazione sia all’interno del parlamento, sia in un circolo di provincia. La politica spesso divide men-tre in realtà l’altissimo scopo per cui nasce è quello di governare per l’interesse generale. Ho vissuto le fasi difficili di questo avvio di legislatura con lospirito di chi aveva molto da imparare, ma anche con la volontà di mantenere ferme le mie convinzioni ed il mio punto di vista sulle cose. Ripeto il punto fermo per me è quello che si può chiamare la ricerca del bene comune o dell’interesse generale. Così mi sono orientata nelle scelte più difficili”. Quali i nodi più interessanti in cui si è im-battuta? “Sicuramente un tema molto difficile è stato quello delle staminali. Tutti i parlamentari abbiamo votato solo dopo aver espletato un lungo iter in commissione dove abbiamo ascoltato le famiglie e le varie forze sociali, compresa l’associazione Stamina founda-tion. I temi concreti che riguardano la vita delle persone sono quelli che più mi inter-essano. Non a caso una parte cospicua del mio tempo la dedico allo studio dei temi su cui si deve deliberare e poi tengo on line un piccolo diario parlamentare per tenere ag-giornati gli amici su quello che succede. Chi vuole può seguirmi su facebook o via mail. Metterò tutte le mie energie per mantenere il mio impegno a tenere informatisull’azione legislativa. Vorrei che il mio mandato si distinguesse per il duplice obi-ettivo di formare alla politica e informare sulla politica. Formare i giovani all’etica della politica è per me fondamentale”. Secondo lei questo Governo con questa anomala maggioranza che speranze di vita ha? e soprattutto cosa riuscirà a pro-durre?“Con un parlamento diviso in tre parti che mostravano di non voler dialogare, la soluzione era semplice, direi banale: tornare a votare subito col rischio di riprodurre la stessa situazione o trovare un compromesso tra due contendenti. Bersani ha provato a trovare l’accordo con Grillo che non l’ha voluto, ora ci troviamo in una innaturale maggioranza con PDL che a me non piace per niente, ma che bisogna provare. Credo che ci siano tre motivi che permetteranno di vivere a questa maggioranza. Non credo che tutto dipende da Berlusconi, anzi cre-do che Berlusconi ha relativi margini di manovra; dei tre motivi il primo è il ruolo di Napolitano, che in caso di bizze si dimet-terebbe e una nuova elezione del Presidente darebbe un vantaggio numerico al Pd. Il secondo è che con la crisi del Movimento cinque stelle si potrebbero aprire le porte a un dialogo tra PD e dissidenti grillini che metterebbe in difficoltà il PDL. Il terzo: da quello che si vocifera in Parlamento Scelta Civica e la Lega non hanno nessuna inten-zione di tornare al voto perché temono di scomparire. Forse paradossalmente questo

governo è destinato a durare il tempo nec-essario a mettere argine alla crisi. “In ordine alle cose da fare soprattutto in campo economico anche con questa mag-gioranza si può trovare una sintesi. Auspico che sia possibile una sintesi in ordine alle riforme costituzionali e istituzionali. Una riforma della costituzione che voglia avere prospettive di tenuta deve nascere da un ac-cordo tra tutte le forze politiche, non può e non deve essere una riforma di parte o fatta a maggioranza. La via giusta è quella che la maggioranza coinvolga pienamente in questo percorso anche M5S, Lega e Sel. Ed ancora in campo economico le politiche anti-recessive impongono di rilanciare i consumi e favorire l’occupazione e detassare le imprese. I vincoli imposti dalla Ue rest-ringono fortemente i margini di manovra. Si tratta di trovare alcuni provvedimenti mirati che agiscano in questo senso. Fac-cio notare che lo sblocco dei debiti della pubblica amministrazione è stato votato all’unanimità. In altre parole, ci sono alcuni interventi d’emergenza che possono essere condivisi in nome di un interesse comune del paese. Ci sono invece altri temi che non possono essere condivisi: il tema della gi-ustizia e quello del conflitto d’interesse. Io come membro della commissione giusti-zia mi trovo nell’epicentro del conflitto. Da qui potrebbe saltare l’accordo. Ma a questo punto ritorniamo alla prima parte della domanda: a Berlusconi conviene fare ca-dere al governo?” Il PD nazionale. Dove sta andando? Che prospettive immagina? Troverà l’unità ?“Io credo che non si spaccherà e auspico che non si spacchi. Credo che il compito storico

del PD sia quello di far convivere tutte le culture politiche che mettono al centro il tema della solidarietà, dellatutela del lavoro e dell’attenzione verso i più deboli, della democrazia e della libertà partecipata. E questo compito mi sembra ancora attuale. Le ultime elezioni amminis-trative mostrano che lagente si allontana dalla politica, ma anche che in questo declino della democrazia il Pd è il partito che vince, perché è l’unico che, nel bene e nel male, ha un minimo di organ-izzazione e diradicamento nel territorio. Bisogna ripar-tire da questo piccolo dato di forza in un mare di debolezza. Allora riportiamo il di-battito sui temi concreti tra la gente: la ri-forma delle istituzioni, gliinterventi sul lavoro e sui consumi, i diritti civili, ma anche i temi dello sviluppo dei nostri territori, ambiente, beni culturali, tu-rismo. Rilanciamo l’idea di una militanza at-tiva e partecipata, e su questo ricostruiamo il partito. Di una cosa sono certa: dobbiamo evitare che le diverse idee che convivono nel PD si trasformino in causa di divisione e di scontro insanabile”. Il PD locale invece? Quali sono le sue ric-ette per un suo rilancio nel territorio?“Le ricette sono le stesse, ovviamente. E ri-torno con forza sull’idea della formazione politica dei giovani. Da più parti mi arriva-no richieste in questa direzione. Quanto alle amministrative hofatto appello all’unità dopo del primarie e credo che con un partito unito si potrà fi-nalmente vincere. Darò il mio contributo affinché Siracusa diventi un laboratorio di buona amministrazione”.

Anno V n.12 - 7 giugno 2013e-mail: [email protected]

10Note a margine del convegno con il Procuratore Salvi. Non siamo estranei a quanto è accaduto

Stando agli atti depositati, lo scioglimento del Consiglio comunale di Augustaavrebbe dovuto esserci 20 anni fa e non saremmo sprofondati nell’umiliazione

di GIAMBATTISTA TOTIS

A qualche mese dallo scioglimento del con-siglio comunale di Augusta, per mafia, i Commissari straordinari hanno organizzato al palazzo di città, insieme a “Libera”, un con-vegno per riflettere sulle cause di un provve-dimento così grave. Oltre a generici interventi, si è evidenziato, con forza, quello del Procura-tore distrettuale antimafia Giovanni Salvi che ha, di fatto, rivelato l’origine del procedimento: la procura distrettuale, senza attendere il com-pletamento delle indagini avviate, su possibili reati penali, ha segnalato alla prefettura quanto emergeva sul comportamento di alcuni am-ministratori. Il procuratore ha sottolineato quanto sia stato importante avviare il processo amministrativo, che poi ha portato allo scioglimento, al fine di interrompere la gestione infedele del comune. Egli ha sottolineato come non si può restare silenti ed inattivi rispetto al degrado della ges-tione della vita pubblica e che gli eventuali pro-fili penali, che si evidenziano, non possano es-sere gestiti allo stesso modo dei provvedimenti di natura politica/amministrativa perché, per la loro specifica natura, hanno tempi di ges-tione molto diversi tra loro.L’assunto, molto in voga presso la politica, è che bisogna aspettare i tre gradi di giudizio per assumere iniziative, il che è, quantomeno, una valutazione ipocrita e deviante: aspettare l’accertamento delle responsabilità penali è sicuramente un alibi per non fare i conti con se stessa e le proprie cattive abitudini. Quanto ribadito dal procuratore è così evidente che, se possibile, getta una luce ancora più sinistra sul sentire della politica nei nostri giorni. Si spac-cia per garantismo quello che di fatto è con-nivenza. Ciò, comunque, non deve indurci a pensare che la responsabilità di quanto accade sia del potere, del sistema (o, più genericamente, della politica) e quindi sentirci estranei a quanto è successo; bisogna convincersi che la politica la facciamo noi; ciascuno di noi, in ogni istante (e non è un’affermazione astratta). Quando vo-tiamo, nel nostro posto di lavoro o nella nostra

vita quotidiana, quando siamo indifferenti rispetto alle cose che non vanno, quando as-solviamo con sufficienza le storture del nostro vivere civile o peggio quando cerchiamo le scorciatoie per risolvere le nostre piccole dif-ficoltà invece di pretendere che esse siano ri-solte per tutti, noi facciamo politica, proprio quella che contestiamo, quella che critichiamo e aborriamo. Bisogna farsene una ragione: è così.La politica, per quanto può sembrare parados-sale, oggi è più necessaria di ieri. Questa rif-lessione mi si è resa ancor più evidente dopo che, in seguito al deposito degli atti per la richi-esta di rinvio a giudizio per con-corso esterno in associazione ma-fiosa formulata a carico di ex am-ministratori e de-linquenti abitua-li, sono diventate di pubblico do-minio le intercettazioni telefoniche ed ambien-tali che supportano l’accusa. Dalla lettura delle stesse, facendo mente locale sui miei pregressi anni di impegno in consiglio comunale, ho ri-trovato comportamenti e metodi di controllo dell’attività amministrativa già presenti 15 anni fa. La differenza tra quanto accadeva al-lora e quanto si rileva oggi, a mio parere, sta in due cose: la presenza di un gruppo affaristico organico ad una organizzazione criminale ma-fiosa ramificata in provincia e il diverso com-portamento della magistratura.Già da allora, le tecniche di controllo del voto e di condizionamento dell’attività amminis-trativa che si evidenziano dai colloqui interc-ettati erano presenti nella pratica quotidiana, magari meno aggressive e meno violente, ma nella sostanza erano le stesse; attraverso queste pratiche si sono insediati i personaggi che hanno massacrato il territorio e mortifica-

to il confronto politico in città; quelle pratiche sono state sempre considerate dalla nostra comunità, indolente e superficiale, il “modus operandi” normale della politica; solo ora, che è subentrata la presenza dei gruppi mafiosi, si rileva dai più l’oltraggio subito dalla città . E’ proprio questo modo di pensare che distrugge il meridione e non solo esso, distrugge la polit-ica, la socialità e la cultura di una comunità. E’ l’affermarsi del “voto di scambio” tra i cittadini e i candidati nelle varie competizioni che im-pedisce l’emersione di soggetti e gruppi porta-tori di valori e di idee ed umilia ogni processo

di sviluppo e di confronto utile e progressivo. Il salto di “qual-ità” registratosi ad Augusta, pre-sente anche in altre città, è figlio di questa mental-ità, questa stessa sottocultura che, in presenza di crisi economiche

dirompenti, come quella che attraversiamo, alimenta anche un ribellismo inconcludente, generico, dissacrante che, paradossalmente, al-lontana ancora di più dalla risposta (che invece è necessaria): urge maggiore impegno e parte-cipazione alla cittadinanza attiva. L’unica ris-posta risolutiva è la diffusione dell’etica della responsabilità nei comportamenti quotidiani , niente moralismi né ribellismi; solo con il dif-fondersi di essa potremo vedere la luce.Stando a quanto si è letto negli atti depositati, lo scioglimento si sarebbe dovuto avere già 20 anni fa e forse ciò avrebbe determinato, già da allora, una riflessione autocritica nel nos-tro corpo sociale e non saremmo precipitati nell’umiliazione dell’essere terreno fertile per affari mafiosi….L’atteggiamento della magistratura allora (che pure sapeva, perché erano pendenti procedi-menti formali sul malaffare) non fu adeguata,

così pure quello della prefettura e dei partiti politici; nessuno attivò l’azione di controllo svolta adesso, che si è rivelata determinante per il recupero della correttezza amministra-tiva. Tutto ciò dimostra che non è sufficiente confidare nell’azione di terzi, ma è necessario essere i protagonisti di questo riscatto. Illusorio è, infine, pensare che il riscatto debba passare dalla distruzione generica e generale di tutto e di tutti o dall’affermarsi di un ribellismo confuso ed incompetente; l’unica risposta utile è nella costruzione di una classe dirigente che, sia pure separata nelle opzioni politiche gener-ali, sia intransigente e coesa nel riconoscere le competenze, i valori e la serietà delle persone come elemento discriminante per selezionare gli “eletti” della città. E’ nel loro percorso di vita, nella qualità del loro lavoro, nella loro capacità di relazionarsi con gli altri e nella capacità di avere una vi-sione sul futuro della nostra città che, pur con le diversità di ciascuno, bisogna trovare gli elementi utili a costruire una classe dirigente dignitosa, consapevole e competente, capace di interpretare e dirigere i bisogni della nostra comunità. I segnali che si appalesano non sono incorag-gianti: emergono nella città inconsistenti figure che, agitando confusamente ogni questione, si pongono quali tribuni del popolo arringando e demonizzando tutto e tutti, convinti che la catarsi si realizzi con lo sterminio di massa, mutuando, nei fatti, una concezione nazista del confronto politico, mentre i partiti, che sembrano distanti da una autocritica che li af-franchi dagli errori del passato, ricominciano a ripercorrere rituali anacronistici e incon-cludenti per prepararsi al nuovo corso politico/amministrativo. Comunque vada, dobbiamo dire grazie al gov-erno italiano (dove per governo intendo tutte le istituzioni che hanno fatto quanto doveva-no) che ha sciolto il nostro consiglio comunale per ricordarci che ciò che è accaduto, in larga parte, è dipeso dalla nostra indifferenza e disat-tenzione.

Superare il servilismo nei confronti delle cose per ritrovare la qualità della vitaCon le quattro R si può cambiare: ridurre, recuperare, riparare, rispettare

Uno degli obiettivi prioritari dei Nuovi Stili di Vita riguar-da un nuovo rapporto con le cose. Non servono tante pa-role per capire come il consumismo ci stia letteralmente… consumando. Ce ne accorgiamo se pensiamo al numero di oggetti che possediamo, se proviamo ad aprire i nostri armadi o a guardare la superficie delle nostre scrivanie; se cerchiamo spazi liberi nelle nostre case, nei garage o nelle cantine, resteremo delusi e disorientati. È come se aves-simo spazio solo per riempirlo, una sorta di horror vacui si è impadronito delle nostre vite e così ci ritroviamo a vivere per gli oggetti, per acquistarli, per mantenerli, per pulirli, insomma per esserne, alla fin fine, schiavi.Così un nuovo rapporto con le cose significa, essenzial-mente, recuperare la dimensione dell’utilità degli oggetti di cui dovremmo servirci senza lasciare che ci privino della libertà. È per questo che proponiamo un consumo critico, capace cioè di sostituire le merci con i beni, espressione di chi sa scegliere i prodotti che sono il risultato di rap-porti giusti ed equi nel mercato del lavoro, nei confronti dell’ambiente e di chi li usa. L’obiettivo è dunque superare il servilismo nei confronti delle cose per ritrovare la qualità della vita, che non coincide certo con il PIL, ormai attestato

come falso o parziale indicatore di benessere o, meglio, di ben-avere!In che modo possiamo agire concretamente, quali sono le possibilità per promuovere un rapporto nuovo con le cose?In primo luogo, quando andiamo a fare la spesa, ricordi-amoci di avere un enorme potere, con i nostri acquisti, in-fatti, “votiamo” (l’economista L. Becchetti parla, a questo proposito, di “voto nel portafoglio”): se iniziamo a compra-re in modo nuovo, responsabile e consapevole, ci accorger-emo che potremo fare a meno di essere telecomandati dalla pubblicità, cominceremo a riconoscere le imprese che cer-cano di adottare comportamenti etici (nella realizzazione dei prodotti, nel rapporto con i propri dipendenti-lavora-tori, nel rispetto dell’ambiente, etc.), scegliendo e quindi favorendo un modello economico basato non sullo sfrutta-mento ma sull’equità. Da diversi anni ormai, il consumatore critico può avvalersi del prezioso sostegno della Guida al consumo critico, periodicamente aggiornata e pubblicata a cura del Centro Nuovo Modello di Sviluppo; si tratta di un manuale che raccoglie informazioni sul comportamento di centinaia di imprese attive nel settore alimentare e in quello dei prodotti igienici, fornendo la possibilità di orientarsi

nel vasto mondo delle imprese e dei prodotti attraverso schede chiare ed esaustive. Uno strumento utile, proposto anche all’interno della Guida, è il boicottaggio che, però, va inteso non solo come mezzo per “punire” le aziende che si comportano in modo poco etico, ma, al contrario, per “contagiare” i comportamenti etici. Alla base di tutto, insomma, sta sempre e comunque la conoscenza: non si può modificare il proprio stile di vita, se non si conosce cosa cambiare, come e su quali aspetti intervenire. Un primo passo potrebbe essere quello di ac-quistare solo ciò che è veramente utile e necessario, guidati dalla sobrietà che ci permette di distinguere tra bisogni reali e bisogni indotti. Per ricordarci i quattro imperativi su cui poggia la sobrietà pensiamo alle quattro R: Ridurre, cioè pensare all’essenziale, Recuperare, cioè riutilizzare e riciclare tutto ciò che può essere rigenerato, Riparare, cioè non gettare gli oggetti al primo danno, Rispettare… il la-voro altrui, il valore delle cose. Con alcuni piccoli accorgimenti diventeremo consum-attori, protagonisti, non più vittime, per poter consumare meno ma meglio.

Silvia Caffarelli Équipe NSdV – Siracusa

Un primo passo potrebbe essere quello di acquistare solo ciò che è veramente utile e necessario

Carissima/o concittadina/ola drammatica situazione finanziaria del Comune di Siracusa rich-iede soluzioni concrete e sostenibili in grado di far invertire la ten-denza al declino ,alla quale sembra destinata la nostra città ,dopo anni di cattiva amministrazione.L’efficienza e la trasparenza della macchina amministrativa non sono solo elementari doveri civici ma rappresentano condizioni es-senziali per gestire e recuperare le risorse da utilizzare per investi-menti e per i servizi ai cittadini.Con questa convinzione, da tempo, ho maturato l’idea di candidar-mi al Consiglio Comunale di Siracusa, per stare in “prima linea”, per portare l’esperienza maturata in questi anni alla Provincia dove, nel ruolo di consigliere provinciale del gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà, ho promosso le seguenti iniziative: •Sostegnoallepoliticheenergetichebasatesullefontirinnova-bili;(evasaparzialmente)

•Bonificadellediscaricaindisusodic.daCardona;(EsitoPosi-tivo)

•Ammodernamentodellaretedimonitoraggiodellaqualitàdell’aria;(incorso)

•Attivazionedelladirettawebdellesedutedelconsiglioprovin-ciale;(EsitoPositivo)

•RimozionedelradardelPlemmirio;(EsitoPositivo)•IndaginepoliticasullagestionedellasocietàSiracusaRisorseincaricatadeldiserbodellestradeprovinciali;(Esitopositivomasenzaatticonsequenziali)

•Definizionedelpianodimessainsicurezzadegliedificisco-lasticidegliIstitutiSuperiori;(evasaparzialmente)

•Avviodelleoperediriqualificazionedell’OstellodellaGioventùdiBelvedere;(EsitoPosit.)

•Ammodernamento(rotondeeilluminazione)dellareteviariaprovincialedellazonabalnearediSiracusa(Terrauzza,Plem-mirio,Fanusa,Ognina,diramazioneArenella);(Evasoparzial-mente)

•Istituzionediunacommissionespecialesullasicurezzasullestradeprovinciale(esitoposit.)

•RedazionedelpianodiemergenzaperaffrontaregliincidentinuclearinelportodiAugustache,saltuariamente,ospitasom-mergibiliUSAapropulsionenucleare.(EsitoPositivo)

•Mozionecontrol’accordoStato-Regionesulprecariatodellascuola.(Approvatoall’unanimità)

•RescissionedelcontrattodiaffidamentodelservizioidricoaSAI8;(inevaso);

•Completamentodelleoperedimessainsicurezzaeriqualifi-cazionedeiruderiinterniallariservaCiane-Saline;(inevasapersequestrogiudiziariodegliimmobili);

•Istituzionediunosservatoriocontrolediscriminazionidigenere;(inevaso)

Poiché la lista di Sinistra Ecologia e Libertà non sarà presente alla competizione elettorale locale, ho deciso, con il consenso del gruppo dirigente di SEL e del PD, di candidarmi da indipendente nelle liste del Partito Democratico. Tale candidatura è lo sbocco naturale di un cammino unitario e positivo percorso in questi anni dai gruppi consiliari di SEL e PD al Consiglio Comunale e al Con-siglio Provinciale. Eccounasintesidellemieideeperlacittà.•Serviziinformaticimoderni,sportelliuniciperilcittadinoeperleimpreseeduffici di relazioni col pubblicodecentratineilocalidellecircoscrizioni.

•IstituzionedelleConsulte di quartiereperladefinizionedelprogrammadeilavoripubblicielealtreproblematicadicom-petenzacomunale.

•Istituireunprotocolloconlaprefetturaperilmonitoraggiopermanentedeisubappaltidirilevanteentitàeconomicaallastreguadelprotocollodell’autostradaSiracusa-Catania.

•InattesadeirisvoltigiudiziarielegislativisullarescissionedelcontrattoconSAI8,èdoveredell’amministrazionegarantirel’esigibilitàdeldiritto all’acqua per tutti,ilcompletamentodellerete fognaria intuttelestradediproprietàcomunale,ilrispettodeiparametridipotabilitàdell’acqua,l’applicazionediunrim-borsoincasodiinterruzioniprolungate,l’istituzionediuntavolo di concertazioneperladeterminazionedelletariffeedelfondodicoperturapergliindigenti(previstonelcontratto).CollegamentodeldepuratorediCanalicchioallacondottaditargiadellaIASdiPriolopermetterefineallosversamentodirefluinelportogrande.

•Estensionedellaraccolta porta a portaallaZonaBalneare,aBel-vedere,inOrtigiaeallaBorgataeavviodiunserioserviziodirac-coltadifferenziata,anchealfinediabbattereicostidellaTARSU.

•Trasporto pubblicoaffidabile,direttoenoninquinante.Oraricerti,integrazionepertuttiimezziebigliettounico,riformulazionedelpianodeitrasportidell’AST,conl’introduzionedipercorsiprefer-enzialiperibus,diterminalneiparcheggiTalete,MoloS.Antonio,VonPlatenediviaMazzanti(daultimareconmassimapriorità).

•Favorireprogettiprivatiperlapromozionedellamobilità sos-tenibile,peresempioincentiviall’acquistodibicicletteelettricheeilsostegnoalCarSharing.

•Incentivipubbliciperl’usodeltaxi,inparticolareperlecatego-rieprotette.

•Rafforzare,ancheafinituristici,icollegamentiviamaretralaBorgataeOrtigiaeriattivareilcollegamentoestivotraOrtigiaePuntadelPero.

•Stipulareunaconvenzioneconlescuoleprimarieesecondariedellacittàfinalizzataall’utilizzodelle aree e delle attrezzature sportivedellescuoledapartedelleassociazionionlusdaas-segnaresullabasedicriterioggettivichetenganocontodelrendimentosocialedelprogetto.Istituireitorneidiquartiere.

•Installazione,neiparchicomunalielungolapistaciclabile,ditelecamere di sorveglianzacollegatiinreteemonitoratidallapoliziamunicipale,alfinediprevenireattivandalici.

•Istituzionedelregistrodelleunioni civili ediunosservatoriocontrotuttelediscriminazioni.

Ti chiedo di dare fiducia al progetto del centro-sinistra, di votare Giancarlo Garozzo a Sindaco e il sottoscritto al Consiglio Comu-nale, perché con il cuore e le idee Siracusa Si Cambia.

www.alessandroacquaviva.it COMITATO ELETTORALE: via Re Ierone II n.124 - Siracusa.

Tel. 335 7289739

Anno V n.12 - 7 giugno 2013e-mail: [email protected]

12Monterosso (dirigente settore Ambiente) in imbarazzo di fronte a domande stringenti degli operatori

Tra bugie, mezze verità e smemoratezze il Convegno sullo smaltimento dei rifiutiQuercioli: “Per la differenziata porta a porta dovremmo assumere altro personale”

di MARINA DE MICHELE

Avrebbe dovuto partecipare l’intera cittadinan-za al convegno organizzato dall’associazione Libera Discussione giovedì 30 maggio presso la sala Randone a Siracusa. Un’opportunità per comprendere meglio le problematiche che caratterizzano la gestione dell’igiene urbana in città sebbene la stampa locale non ne abbia fornito alcun resoconto. I relatori sono stati il geologo Giuseppe Ansaldi e l’avvocato Paolo Tuttoilmondo (presidente di Legambiente Siracusa), coordinatori gli avvocati Giovanni Sallicano (presidente dell’associazione) e Sal-vatore Piccione, protagonisti il dottor Giovan-ni Monterosso (dirigente Settore Ambiente del Comune di Siracusa) e il dottor. Giulio Quercioli (amministratore unico dell’IGM Ri-fiuti Industriali srl).Una scelta “coraggiosa” quella dell’evento-dibattito, strumento per l’analisi delle critic-ità della situazione attuale ma anche per una fruttuosa concertazione sulle possibili future soluzioni che tengano conto delle problem-atiche della città e del territorio. Come ha detto l’avvocato Sallicano, l’idea di base è che la questione dei rifiuti, come tutte le prob-lematiche di amministrazione locale, vadano condivise coinvolgendo quanto più possibile il territorio con processi di partecipazione dal basso. E’ finito il tempo delle scelte blin-date, specialmente su un tema di forte impatto sull’economia del territorio e sulla salute dei cittadini. La trasparenza dei bilanci e delle scelte amministrative, l’accesso ai dati, la visi-bilità dei processi decisionali devono ormai essere i punti qualificanti di una moderna am-ministrazione. Ma la strada è lunga e non sem-pre è facile ottenere risposte: lo ha dimostrato proprio l’incontro di giovedì, caratterizzato in alcuni momenti da un atteggiamento “reti-cente” da parte dell’Amministrazione e del Concessionario che ha prodotto spesso ris-poste confuse e oscure.Al dottor Quercioli, che ha imputato l’inefficienza del sistema di raccolta, inchioda-ta al 4%, alla stessa amministrazione l’avvocato Tuttoilmondo ha chiesto a bruciapelo se il contratto stipulato nel 2003 e poi prorogato fino ad oggi non prevedesse, a fronte di un importo già ai tempi elevato, degli obiettivi da raggiungere. La risposta è stata negativa ma purtroppo, per Quercioli, emerge una diversa realtà dalla lettura del Capitolato d’oneri (De-termina dirigenziale n.56 del 20/10/01 e n.24 del 5/02/02) e in particolare dall’art 39 rubri-cato “Raggiungimento degli obiettivi minimi nelle raccolte differenziate”. Riportiamo tes-tualmente: “Il Concessionario assume l’obbligo di raggiungere gli obiettivi di raccolta differ-enziata indicati nella offerta e assunti nel suc-cessivo contratto di concessione. In mancanza e per colpa da imputare al Concessionario lo stesso corrisponderà al Comune gli importi che sarebbero derivati per ciascun anno dalla commercializzazione delle frazioni recuper-ate”, e nel progetto-offerta presentato la società (pag. 28) si assume l’obbligo di raggiungere gli obiettivi indicati alle condizioni previste pro-prio dall’art. 39 del Capitolato d’oneri.Gli obiettivi non potevano essere che quelli della normativa vigente alla stipula del con-tratto: art. 24 del Decreto Ronchi: 25% entro la fine del 2001 e 35% a partire dal 2003.Nell’offerta inoltre l’Igm si impegna a una serie di interventi tra i quali la selezione dei mate-riali recuperabili dalla raccolta differenziata dell’impianto di selezione e pressatura di con-

trada Arenaura.Ma l’impianto, sebbene indicato nell’appalto concorso, da tempo non è più utilizzato, né ci risulta che il Concessionario abbia mai corrisposto al Comune gli importi che sareb-bero derivati per ciascun anno dalla com-mercializzazione delle frazioni recuperate. Quel contributo ambientale pagato dal Conai ammonterebbe all’anno circa 1.109.556,46 (35%).Impossibile conoscere dal dottor Monterosso, intervenuto per spiegare i punti salienti del nuovo bando inviato alla Regione nel mese di gennaio e il cui importo è stato mantenuto alla cifra precedente di 20.520.000, le reali cause della vertenza in corso. La domanda se il debito di 2.5 milioni, motivo dello sciopero a singhiozzo dei lavoratori, si riferisse alla mancata corresponsione del canone mensile di 1.700.000 euro o a debiti per servizi fuori contratto, reiterata quattro volte, non ha avuto alcuna risposta chiara. Solo il dottor Quercioli ha motivato con il canone mensile, notizia però contraddetta dalle notizie di cronaca dei giorni successivi che hanno invece fatto riferi-mento a spese extracapitolato a valere fino al dicembre 2012.Anche la domanda sui futuri sviluppi della raccolta differenziata non è stata, evidente-mente, meritevole di ascolto ed è rimasto un mistero perché siano stati eliminati i cassoni per l’alluminio che potrebbe contare su un contributo ambientale Conai per 422,56 euro a tonnellata. Tra le cause della mancata attuazione del porta a porta il dottor Quercioli si è poi riferito alla

carenza del personale, specificando che, se si dovesse dare avvio a tale modello di raccolta, si dovrebbe procedere a nuove assunzioni ma non è stato chiarito come fosse distribuito il personale, 269 dipendenti, quanti avessero mansioni operative su strada.Sgradevole e ingenerosa verso la cittadinanza la sommaria imputazione di responsabilità del dottor Monterosso alla radicata mentalità locale dei Siracusani poco inclini alle regole.Poco credibile che il 50% dei cittadini non paghi la tarsu, soprattutto se si ricorda che non tanto tempo prima, davanti alla Commis-sione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, il Sindaco Visentin aveva affermato: “È ancora in vigore la Tarsu con la quale copriamo il 70% per cen-to del costo complessivo. Il 30% ricade sulla fiscalità generale, per cui paga direttamente il Comune”.Il dottor Monterosso è sembrato anche in im-barazzo davanti alle domande della dottoressa Schembari (esperta di diritto ambientale e responsabile del Centro Intercomunale Raee) che ha chiesto dettagli sulle modalità con cui l’Amministrazione ha effettuato la pianifica-zione economico-finanziaria e la valutazione dei costi del servizio nel piano presentato alla Regione nel mese di gennaio. Alla reti-cenza del funzionario la Schembari ha pun-tualizzato che dalla lettura del documento i costi del servizio quantificati in 20.520.000 euro/anno, non sono comprensivi dei costi di smaltimento in discarica e i conferimenti negli altri impianti di compostaggio e per gli ingombranti per un ammontare di circa 6.500.000. Ha quindi spiegato ai presenti e

all’Amministrazione che fissare le prestazioni minime di un servizio demandando alle Ditte, in fase di gara, l’elaborazione del modello ges-tionale che si vuole adottare per il raggiungi-mento degli obiettivi e dei tempi vuol dire rinunciare a progettare un ciclo di gestione dei rifiuti che risponda alle esigenze del proprio territorio. Alla dottoressa Schembari abbiamo chiesto un’ultima precisazione anche sulla natura del Centro Intercomunale di Raccolta RAEE presso l’impianto Raecycle Scpa, cen-tro ai più sconosciuto e sui quali è sembrato nascere un qualche fraintendimento, quasi si fosse di fronte a interessi personali della stessa.“Il Centro di raccolta RAEE pile e accumu-latori è pubblico e convenzionato con il CdC RAEE al quale aderiscono molti Comuni della provincia di SR e tre della provincia di Ragusa: Augusta, Avola, Buccheri, Buscemi, Carlen-tini, Ferla, Floridia, Lentini, Melilli, Modica, Pachino, Palazzolo, Rosolini, Santa Croce, Scicli, Sortino, e, di recente, Priolo e Siracusa. L’intercomunalità è stata dettata dalla neces-sità di creare strutture senza la disponibilità di finanziamenti regionali e dall’opportunità di poter condividere tale servizio con le altre am-ministrazioni. Si tratta di un modello gestion-ale riconosciuto come buona pratica dall’Anci. Il progetto è stato promosso dall’Ato SR 1 Co-mune di Avola e realizzato con il partenariato dell’impianto RAECYCLE e prevede che tutti i cittadini, i Comuni e i distributori di appar-ecchiature informatiche ed elettriche possano conferire gratuitamente i propri RAEE e Pile e accumulatori tutti i giorni feriali 08.00 /12.00 - 13.00/17.00 presso il Centro (contrada Targia, Via Stentinello 2 - per informazioni scrivere a [email protected]). I fattori di successo di questa iniziativa sono la forza di un progetto di area vasta, intercomu-nale, capace di rispondere alle criticità di un intero territorio interprovinciale e l’efficienza del partenariato pubblico/privato con sog-getti altamente qualificati come RAECYCLE. È un’esperienza nuova, di esempio alle tante altre che potrebbero seguire per segnare una svolta decisiva nella gestione dei rifiuti che oggi rappresentano per i cittadini solo esborso di ingenti somme e domani potrebbero essere una risorsa per il territorio”.

“Il servizio di gestione dei rifiuti nel 2012 è costato quasi 30 milioni più gli interessi per ripagare il prestito”Dottoressa Pellegrino, lei è consulente ambientale e proprio questa sua qualifica le ha consentito di essere stata una delle interlocutrici più efficaci e competenti nel dibattito alla Sala Randone. Quale valutazione dà dei fat-ti che hanno portato allo sciopero dei netturbini di questi giorni?“Non è la prima volta che dalle pagine di questo giornale provo a allertare la coscienza civica di questa città sottolineando le disfunzioni del sistema di gestione dei rifiuti cittadini e non posso fare a meno di chiedermi a cosa siano altrimenti dediti i nostro organi di vigilanza e controllo. Proprio in questi giorni si è parlato di “donare” all’IGM Servizi Industriali la somma di 2,5 milioni per crediti maturati nel 2012 in ordine a presunti servizi extracontrattuali svolti lo scorso anno facendo ricorso alla Cassa Depositi e Prestisti. Stiamo dunque parlando di una cifra rilevante che va a som-marsi agli attuali 29 milioni (Iva inclusa) del bilancio 2012. Il gestore non si è fatto scrupolo di fomentare uno sciopero delle sue maestranze, che probabilmente non sanno, insieme ai propri rappresentanti sindacali, di essere stati utilizzati strumentalmente dal proprio datore di lavoro che, nel non erogare loro con puntualità gli stipendi per i quali c’era e c’è sempre stata la copertura economica da parte del Comune (il Comune, anche se talvolta con qualche ritardo, non si è mai sottratto alla rimessa mensile di 1.700.000 al suo Gestore del servizio di nettezza urbana), puntava piut-tosto a recuperare somme extracontrattuali di dubbia documentabilità. E doveva fare presto, magari prima delle amministrative locali, perché

un nuovo sindaco, chiunque esso sia, avrebbe potuto puntare i riflettori su questa vicenda e magari contestare le modalità di quantificazione di questi maggiori oneri. Se ci fossero stati degli amministratori attenti, se oggi non ci fosse un vuoto di potere e un Commissario prefettizio che non può attenzionare, nel poco tempo che gli è concesso, le disfunzioni del nostro sistema artatamente mimetizzate ai suoi occhi, forse avremmo po-tuto sottrarci a questa vessazione. Sì, un amministratore attento, capace, non condizionabile e che magari non ha debiti di riconoscenza con l’at-tuale Gestore, avrebbe valutato la pretesa economica dell’IGM da un altro punto di vista e, magari, avrebbe impedito di utilizzare il Decreto Salva Italia per favorire le casse di un’azienda che non ha certo sofferto la crisi in questi anni, al pari di altri nostri piccoli e grandi imprenditori costretti a fare credito di lungo periodo alla nostra amministrazione. Insomma: ci indebitiamo per una pretesa economica che potrebbe rivelarsi discutibile. Ma i Siracusani lo hanno capito o no che il servizio di gestione dei rifiuti, privo di quei requisiti di efficienza, efficacia e economicità, come la norma ma prima ancora il buon senso gli imporrebbe, è costata loro nel 2012 quasi 30 milioni più gli interessi necessari per ripagare il prestito?” Nel corso del dibattito il dottor Quercioli ha negato categoricamente la possibilità che i privati possano partecipare alla gestione del recupero dei rifiuti urbani. Lei ha invece sostenuto il contrario: vuole chiarire?“Un gestore pubblico quale l’IGM Servizi Industriali, deve (e in realtà, nel

Anno V n.12 - 7 giugno 2013

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e-mail: [email protected]

“Io sono convinto che tutti insieme si possa cambiare e trasformare questo servizio da spreco a risorsa”

Garozzo (PD): “Mancano i requisiti perché l’ingenuo progetto del Comunesia definito un Piano. Va previsto un sistema misto porta a porta e stradale”

di MARINA DE MICHELE

Il progetto con cui nel 2003, ancora una volta, l’attuale concessionario si è aggiu-dicato l’appalto per il servizio pubblico di igiene urbana, indicava una strategia di intervento che a regime avrebbe dovuto raggiungere il 35% di raccolta differen-ziata, come previsto dal decreto Ronchi. Nel Capitolato d’Oneri e nel Contratto di Concessione, l’IGM si impegnava, nel caso in cui non avesse raggiunto tale obiettivo, a risarcire il Comune di Siracusa del va-lore delle frazioni differenziate (contributi Conai). Tutto questo non è successo: oggi i Siracusani versano una tarsu elevatissima e lamentano una gestione scadente del servizio. Di chi la maggiore responsabilità?“In effetti, per dieci anni ben tre amminis-trazioni di destra hanno “con-fidato” nella ca-pacità tecnica ed organizzativa di una società che avrebbe dovuto garantire la professional-ità e il raggiungimento di obiettivi misurabili. Invece osserviamo un servizio sotto gli stand-ard minimi ma che continuiamo a pagare ol-tre 20 milioni di euro, più i costi di discarica per quasi 6 milioni l’anno. La responsabilità non può che essere dell’amministrazione co-munale che non è stata in grado di esercitare le fondamentali competenze di vigilanza e controllo nonché di monitorare e correg-gere le incapacità del gestore “storico” del servizio. L’amministrazione aveva inoltre la facoltà contrattuale di apportare variazioni, temporanee come definitive, alle modalità di esecuzione dei servizi, ma non l’ha fatto, lim-itandosi ad applicare penali irrisorie rispetto al canone del servizio e a pagare la discarica. Non si è vista nessuna iniziativa strutturale per migliorare il servizio: penso a un centro comunale di raccolta aggiuntivo a quello di contrada Arenaura, o a proposte di educa-zione ambientale e di coinvolgimento della popolazione”. Eppure anche nell’incontro alla Sala Ran-done si è molto insistito sulle responsabil-ità dei cittadini, irrispettosi delle regole e incivili. È d’accordo? “Ritengo questa una posizione pretestuosa: se il servizio non è correttamente modu-lato che responsabilità può avere l’utente? Sarebbe più corretto riflettere su quante volte

l’amministrazione ha dato prova di inadeg-uatezza e ha deluso le aspettative dei Siracu-sani”.Il quadro normativo regionale si è ormai chiarito e possiamo parlare di competenza diretta dei Comuni. Quali i prossimi passi?“Con l’ultima Direttiva dell’Assessorato Re-gionale Energia e Rifiuti del 23 maggio i Co-muni possono procedere all’affidamento del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto rifiuti. È loro compito redigere un piano d’intervento, con relativo capitolato d’oneri e quadro economico di spesa, che descriva le modalità di organizzazione, quindi lo si dovrà inviare per la valutazione all’Assessorato Re-gionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità che si esprimerà sul rispetto dei prin-cipi di differenziazione, adeguatezza ed ef-ficienza del piano stesso. Risulta che quanto predisposto oggi dal dirigente abbia ricevuto una solenne bocciatura”.Si tratta di un progetto settennale che prevede un costo di 20,5 milioni di euro l’anno, escluso il costo del conferimento in discarica: sta dicendo che non lo sosterrà? “Esatto: mancano i requisiti minimi perché sia ritenuto un Piano. Di fatto l’amministrazione si è limitata a fissare alcune prestazioni min-ime demandando alle ditte, in fase di gara, l’elaborazione del modello gestionale che si vuole adottare per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata e di recu-pero. Significherebbe, ancora una volta, ri-nunciare a fare la propria parte, delegare ai privati ciò che è di propria esclusiva compe-tenza. Altro discorso va fatto per le modalità

organizzative del servizio, queste sì da dele-gare. Inoltre, elemento per me dirimente, nel progetto risulta assente la previsione di mec-canismi per assicurare il pieno adempimento dell’esecuzione del contratto di servizio, della logistica necessaria per l’avvio della raccolta differenziata, nonché di attività educative, formative e di comunicazione ambientale a sostegno. E, soprattutto, le modalità di verifi-ca dello stato di attuazione della raccolta dif-ferenziata e la qualità del servizio erogato del soggetto gestore. Infine, nell’ingenuo proget-to dell’amministrazione uscente, la raccolta differenziata viene prevista solo in 3 quartie-ri per 17mila abitanti, su una popolazione complessiva di oltre 124mila, senza che per questa ne vengano fissati obiettivi quantifica-bili, né si prevede la costituzione di un altro centro comunale di raccolta o l’ampliamento di quello di Contrada Arenaura inadeguato e, ancora oggi, non autorizzato alla selezione e cernita dei rifiuti”.Farà quindi redigere un altro progetto? Come lo immagina?“Prima di delineare il sistema di gestione ido-neo alla raccolta integrata, l’amministrazione avrebbe dovuto individuare le situazioni di criticità riscontrate nell’attuale sistema. Il sis-tema stradale di prossimità si è mostrato, per la città di Siracusa, inadeguato rispetto agli impegni fissati dalle normative perché strut-turalmente caratterizzato da livelli di capac-ità di intercettazione medio-bassi. Inoltre, dalla letteratura in materia, questa modal-ità di raccolta, anche se intensificata con un maggior numero di contenitori stradali, con-

sente di raggiungere percentuali di recupero massime nell’ordine del 15-25%. La raccolta differenziata diventa così solo una voce di costo del bilancio senza utilizzarne appieno le favorevoli ricadute su tutto il sistema di raccolta e trattamento. Il progetto va quindi ripensato con l’accoglimento di un sistema misto che preveda il porta a porta e stradale controllato, con l’inserimento di aree di rac-colta urbane e un’elevata capillarità di dis-tribuzione di contenitori di piccolo volume. Bisogna studiarci su, accettando anche le in-dicazioni dei Quartieri e delle Associazioni”.A Siracusa non esistono piattaforme CO-NAI presso le quali conferire i rifiuti di imballaggi (carta, cartone, plastica, vetro, alluminio): non lo ritiene un ostacolo?“Certo: ne derivano costi più alti, proprio per la distanza delle piattaforme di Catania e Ragusa, ma non si deve fare confusione: la competenza del Comune è la raccolta e non organizzare infrastrutture per il recupero. Il Comune dovrebbe cioè, in prima battuta, im-pegnarsi a fare la migliore raccolta possibile e al minor prezzo. Questo perché la raccolta differenziata ha senso se può essere finaliz-zata al recupero senza ulteriori trattamenti. Il problema della città di Siracusa è l’attuale inadeguatezza: il 4% dei rifiuti (vetro e al-luminio), conferiti addirittura a pagamento, corrisponde all’inesistenza della differen-ziata. Solo se essa sarà effettivamente fatta, potrà svilupparsi in modo conseguente e naturale un circolo virtuoso per cui i privati saranno disponibili a investire nel recupero. L’assenza di piattaforme di conferimento dunque, è paradossalmente generata pro-prio dall’assenza di raccolta differenziata da parte dei Comuni; è un effetto non la causa. Secondario rispetto alle altre questioni da af-frontare. Il ciclo dei rifiuti è un’occasione di nuovo indotto: nuove figure professionali, nuove attività imprenditoriali, specie nella logica del recupero dei materiali”.Quali saranno i primi interventi se avrà il consenso dei cittadini? “Penso sia possibile ridurre la tarsu (o tares che sia) nel caso di attività produttive, com-merciali e di servizi per le quali sia dimostra-to di avere avviato al recupero i rifiuti pro-dotti. Un’analoga riduzione è ipotizzabile per chi effettuerà il compostaggio domestico e di comunità dotandosi delle necessarie infras-trutture. Il compostaggio dell’umido abbat-terebbe del 23% il volume dei rifiuti urbani. Mi impegnerò quindi affinché il Bando di Manutenzione del Verde venga pubblicato contestualmente al bando di Igiene urbana, e dal mese di luglio, con un’ordinanza, punt-erò ad ottimizzare la raccolta nelle zone baln-eari, dove la popolazione triplica nel periodo estivo, con interventi mirati a individuare aree di conferimento della differenziata. A settembre potrebbero partire nelle scuole iniziative di educazione ambientale, opera-tive, permanenti, non progetti di facciata. Da qui anche l’impegno a costituire la Consulta per l’ambiente, come previsto dalla norma-tiva regionale, sede di confronto e scambio di informazioni tra soggetti aventi scopi di tutela dell’ambiente ma soprattutto di ausi-lio all’amministrazione per il controllo sulla qualità del servizio e sulla qualità della rac-colta. Io sono convinto che tutti insieme si possa cambiare e trasformare questo servizio da spreco a risorsa”.

“Il servizio di gestione dei rifiuti nel 2012 è costato quasi 30 milioni più gli interessi per ripagare il prestito”rispetto del contratto sottoscritto con il Comune di Siracusa, avrebbe già dovuto portare la città al 35% di R.d.), assicurare la raccolta dei materiali differenziati che, nel momento in cui sono raccolti in modo selettivo ed omogeneo, vengono affidati al libero mercato, perché per essi, al pari di qualsiasi altra merce, è ammessa la libera circolazione sul territorio na-zionale tramite enti o imprese iscritti nelle apposite categorie dell’Albo nazionale gestori ambientali. Questo prevede la normativa vigente (art. 181 del D.Lgs 152/2006) e su queste logiche si muove il diritto ambientale dall’1 gennaio 2003, cioè da quando è stata varata una modifica dell’allora decreto Ronchi che ha radicalmente mutato i confini del servizio pubbli-co, sostituendo il settimo comma dell’art. 21 con il seguente: “La privativa (ndr ovvero quel servizio di raccolta dei rifiuti urbani che il comune eser-cita in modo esclusivo) non si applica alle attività di recupero dei rifiuti urbani e assimilati, a far data dal 1° gennaio 2003”. “L’ignoranza di questa norma ancora oggi alimenta condizioni illeci-te di gestione dei rifiuti con grave danno erariale alle casse del Comune di Siracusa. Per ogni tonnellata di rifiuti sottratti alla discarica, il nostro Comune potrebbe risparmiare circa 100 euro. Dunque, facendo un picco-lo conto della serva, su un bilancio annuo di circa 7 milioni di spesa per conferimenti a discarica, se solo avessimo avuto ciò che il nostro Gestore ci aveva promesso contrattualmente con l’appalto sottoscritto nel 2003, ovvero la differenziata al 35%, avremmo potuto avere un risparmio annuo

di 2.100.000 euro che, moltiplicato per un decennio, rende l’ammontare dello spreco a dir poco esagerato! E che dire della rinuncia aprioristica ai proventi che il libero mercato avrebbe potuto portare in questi anni al Comune in forma di incentivo CONAI o in altra forma consentita dalla legge? Comportamenti scellerati per un Comune a rischio di dissesto che, essendo per legge responsabile della regolamentazione del servizio, è stato incapace di correggere il modello sbagliato che IGM ha imposto alla città negli ultimi 10 anni, facendo rinunciare i suoi cittadini al diritto di vedersi raccogliere con perizia ed efficienza i rifiuti selezionati con fatica nelle pro-prie abitazioni, mortificando il mercato del recupero, ovvero quelle azien-de locali che, pur avendo i requisiti di legge per operare in questo settore, sono state private della possibilità di accedere ad un mercato con le quali creare opportunità nelle logiche della Green Economy. Mettiamocelo in testa una volta per tutte: l’incapacità dei nostri gestori ed amministratori, che sono bravissimi a scaricarsi vicendevolmente le colpe ed in assenza di capri espiatori rimandano ogni responsabilità ad altri soggetti (Regio-ne o ATO), ha penalizzato questo nostro territorio in termini economici tarpando le ali a possibili e meritevoli iniziative imprenditoriali. È ormai tempo di affidare il servizio di raccolta e trasporto rifiuti urbani ad un soggetto qualificato che sia in grado di portare Siracusa al raggiungimen-to dei livelli minimi di raccolta e recupero, ovvero Raccolta differenziata al 65%, con recupero di materia al 50% entro il 2015.

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Candidati, Partiti, Programmi giudicati dalla società siracusana

1. Tra poco si vota per il governo della città. Quali, sec-ondo lei, i problemi a cui dare priorità di risposta? Di cosa ha bisogno Siracusa? E come ottenerlo?

2. 8 candidati sindaco, 18 liste, 688 candidati al co-mune e oltre 1000 ai quartieri. È segno di maggiore responsabilità e voglia di partecipazione o solo forme di protagonismo, esibizionismo, corsa al potere?

3. Gli attori protagonisti di questa tornata elettorale sono quanto di meglio la città poteva offrire? I candi-dati sindaco e gli assessori preposti hanno le capacità e competenze necessarie o secondo lei altre potreb-bero essere le figure adatte?

4. L’istituzione delle Circoscrizioni (Consigli di quar-tiere) rappresentano una forma di partecipazione e

coinvolgimento dei cittadini o pensa piuttosto che sia inutile e dispendiosa?

5. Poche liste dei partiti tradizionali, molte liste civi-che. I partiti hanno difficoltà ad essere rappresentati o è solo un camuffamento strategico? Non c’è più dif-ferenza tra destra e sinistra? Non ci sono più i soliti big di sempre?

6. A suo parere, i programmi, gli obiettivi dei candidati e delle loro liste sono chiaramente definiti? L’elettore riesce a individuare le differenze di fondo tra i conten-denti e a fare una scelta ponderata?

7. Secondo lei, chi tra i candidati ha più probabilità di arrivare almeno al ballottaggio? Al secondo turno, quali scenari di alleanze possibili si immagina?

LE DOMANDE DI ALDO CASTELLO

Lucia IaconoGuida Turistica

1. Siracusa ha bisogno di essere più vivibile. Assistenza ai bi-sognosi, curare le aree pubbliche e verdi ed incrementare le aree di socializzazione, regolamentazione del traffico e dare efficienza al servizio dei trasporti pubblici. Ortigia pedon-ale con servizio navetta continuo e parcheggi sicuri; servizio accoglienza ed informazioni turistiche, parcheggio bus tu-ristici nel parco archeologico. Sviluppare la nostra Marina ed andare avanti con la riqualificazione del porto di Ortigia.

2. Lo ritengo un segno di sfiducia verso chi ha governato in passato, verso la vecchia politica. Ma se da una parte può significare una maggiore responsabilità e coinvolgimento dei cittadini verso “la cosa pubblica” al tempo stesso qual-cuno sembra sovradimensionare le proprie competenze, professionalità ed esperienze.

3. Tra gli 8 in lista solo qualcuno potrebbe essere all’altezza, tutti gli altri molto meno.

4. 4. Se ben utilizzate potranno essere utilissime, se chi le rap-presenterà si dedicherà con impegno e con convinzione possono rappresentare un riferimento per gli abitanti. Ma se non si fa in modo di poter incidere allora diventano uno spreco.

5. I partiti hanno generato sfiducia e diffidenza, senza più al-cuna distinzione tra destra e sinistra. Tante liste civiche ma anche tanta confusione, anche nelle idee e nei progetti. Sec-ondo me i big di sempre ci sono, anche ben camuffati.

6. Ancora devo valutare bene le proposte e i programmi dei candidati, non mi pare che finora abbiano offerto opportu-nità di valutazione e confronto. Non si sente parlare molto di idee particolarmente innovative o attraenti.

7. Non ho ancora le idee chiare tra chi potrebbe spuntarla ma in giro circolano molto i nomi di Garozzo e Reale. Al bal-lottaggio non riesco ad immaginare quale scenario possa prospettarsi. La mia sensazione è che ci sarà molta impreve-dibilità, cosa che potrebbe scoraggiare molto gli elettori al secondo turno.

Raffaele CiccioMembro dell’Assemblea di Disabled Peoples International

1. Per me le principali “priorità” sono: il lavoro (attra-verso il sostegno a specifiche attività imprenditoriali e di sviluppo sostenibile); la rimodulazione dello Stato Sociale in riferimento alle nuove povertà e alle risorse economiche esigue; l’ ottimizzazione delle risorse e l’eliminazione degli sprechi, specie all’interno degli uf-fici comunali: consumi di carta, energia elettrica, l’uso accurato dei mezzi comunali e degli strumenti tecnici ed informatici, così facendo l’Amministrazione avrà un ritorno economico annuale, la drastica riduzione degli incarichi ai consulenti esterni super pagati; iniziative che rendano la CITTA’ un luogo veramente inclusivo..

2. Credo che solo uno “spicchio” delle persone che si pro-pongono a questa tornata elettorale, circa il 10% sono realmente motivati, competenti e sanno cosa vanno a fare. Il resto ha solo voglia di mostrarsi, altri vedono una fonte di guadagno.

3. Alcuni Candidati a Sindaco possano rappresentare la Città e i suoi cittadini: purtroppo non si tratta sola-mente di “rappresentare”, ma di “incidere”, di “rivoluzi-onare” l’intero sistema amministrativo, molto comp-lesso, fatto di molta burocrazia. C’è bisogno di persone che sappiano sciogliere certi “legami” che vedono i Dirigenti legati politicamente, di avviare, quindi, un nuovo processo che metta ogni cittadino al centro dell’Amministrazione un cittadino “partecipe” e non “partecipante”. COINVOLGIMENTO è sinonimo di CAMBIAMENTO.

4. Quest’anno le Circoscrizioni avranno un ruolo diver-so, è cambiata la Legge che consente l’elezione diretta del Presidente e che gli attribuirà un ruolo più impor-tante rispetto a quello che abbiamo visto fino a questo momento. Una Circoscrizione “partecipata” migliora il sistema “quartiere” e la sua vivibilità.

5. Bisogna considerare la storia recente della politica na-zionale per capire il disagio che vivono le persone. Le liste Civiche camuffano per lo più il vecchio modo di fare politica attraverso i partiti tradizionali.Teniamo altresì conto che le Amministrazioni nei piccoli Paesi già da anni hanno sciolto questo legame con la politica tradizionale, in alcuni casi sono stati raggiunti risultati efficaci.

6. No, categoricamente! Da questo punto di vista sono molto deluso di questa campagna elettorale! Molta confusione, poca chiarezza, e soprattutto poca con-cretezza. Bisogna mettere i CITTADINI al primo pos-to, non l’affarismo, le alleanze, gli inciuci politici che “uccidono” il PROTAGONISMO della COMUNITA’. Il modello Don Camillo e Peppone non è da sottovalu-tare, al CENTRO vi sono le PERSONE, la Comunità, i CITTADINI.

7. In questi giorni sono apparsi alcuni sondaggi, che come sempre dimostrano “nulla”. Penso che soltanto 2 candi-dati potrebbero arrivare al ballottaggio (di questo ho certezza che sarà cosi), un terzo avrà un buon risultato, gli altri? Hanno già finito da tempo la loro campagna elettorale, insomma sono già a casa.

Luisa Fiandaca Libraia (Biblios Cafè)

1. Vanno ripristinati i requisiti minimi di vivibilità: oc-cupazione, trasporti e ogni genere di servizio pub-blico, dalla sanità all’istruzione.

2. È segno di qualunquismo, approssimazione, dilet-tantismo, presunzione e superbia. E di una inesist-ente organizzazione sul territorio dei partiti politici, quasi più improvvisati delle varie liste civiche.

3. Ritengo che la prima categoria da scansare sia pro-prio quella della “società civile”, espressione che si tira in ballo a sproposito: manca la classe politica, ed è di questa che abbiamo bisogno. A fare politica in questo paese è da almeno vent’anni proprio la soci-età civile: fu Berlusconi a fare vanto di avere formato un movimento di politici non di professione, tutti provenienti dalla “società civile”. Adesso Grillo ripro-pone lo stesso concetto in versione popolare. Il risul-tato è sotto gli occhi di tutti, a livello amministrativo come a livello politico.

4. Le circoscrizioni potrebbero essere utilissime, ma allo stato attuale sono inutili e dispendiose. Il solito dilemma: buttare via il bambino insieme all’acqua sporca?

5. Le liste civiche sono talmente numerose che bisog-nerebbe distinguere: alcune sono un camuffamento, altre sono composte da frustrati: esclusi dalle liste elettorali di partito, ritengono di poter correre au-tonomamente, altre ancora saranno frutto di aggre-gazione spontanea. Tra destra e sinistra continua a esserci molta differenza, il problema è la loro offerta politica: la destra locale è tradizionalmente affarista e collusa, la sinistra locale è confusa e balbettante.

6. No. I programmi sono identici nella loro genericità. Credo sia voluto: livellando i proponimenti, l’elettore si affida alla faccia conosciuta, al legame personale, d’amicizia o di stima, quando non al voto di scambio.

7. Se Ezechia Paolo Reale non arrivasse al ballottaggio sarebbe un grosso fallimento per molti esponenti po-litici locali, e non credo che possano permetterselo. A contendergli il posto potrebbe essere Bandiera. Ma non escludo che possano farcela anche Ortisi e Garozzo: i tre avranno risultati percentualmente si-mili, e tutto si giocherà su pochi voti. Lo scenario delle alleanze è quasi scontato: Bandiera e Garozzo si sosterrebbero a vicenda, chiunque dei due dove-sse andare al ballottaggio, Ortisi non avrebbe alleati e perderebbe seccamente il secondo turno.

Anno V n.12 - 7 giugno 2013

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Giovanni Fichera Docente, esperto in ristorazione

1. I problemi di Siracusa sono talmente tanti e radicati nel cos-tume di questa città molle come il gelato, da sembrare ormai mali cronicizzati. Le questioni irrisolte sono numerose , dal porto turistico alla raccolta differenziata, dall’occupazione alla edilizia scolastica, dall’eccesso soffocante di colate di cemento ai centri commerciali, dai quartieri dormitorio ai falsi agriturismi, della gestione dei loculi al cimitero ai falsi ambulanti. La risoluz-ione di alcuni problemi passa da un cambiamento di mentalità, da una rifasatura di coscienze spesso sopite o addomesticate ad uno slancio generoso verso la legalità. Bisogna anche superare alcune visioni ottuse e oscurantiste, investendo concretamente in strutture turistiche e relativi piani di gestione commerciale. Azzerare i vertici pensanti di intellettuali capaci solo di specu-lare sulle disgrazie senza mai fornire soluzioni. Valutare concre-tamente anche il ruolo dei funzionari all’interno della pubblica amministrazione e rimuoverli o sanzionarli quando necessario.

2. Per molti è un modo o per sopravvivere o per riciclarsi. Per al-cuni è la partecipazione ad un pubblico concorso dove i posti in palio e gli interessi collegati sono favorevoli rispetto al numero dei partecipanti. A Caltanissetta per due posti per operatore ecologico hanno partecipato più di cinquemila soggetti. Erano forse animati dalla voglia di raccogliere immondizia? Non cre-do. La partecipazione al governo della città non si vede solo in queste occasioni ma deve essere colta come opportunità e di-ritto di cittadinanza attiva, sempre. Rimangono i protagonisti della poltrona, i professionisti del favore personale, dei creatori di bisogni. Quelli che contano i voti nei seggi elettorali rispetto agli impegni assunti con elettori allo sfascio.

3. È difficile dire si o no. Sicuramente nessuno avrà la capacità di risolvere problemi che partono da lontano, che sono collegati con il patto di stabilità, con le risorse, con la congiuntura in-ternazionale. Il cambiamento deve anche venire dai Siracusani. Nessuno mi obbliga a buttare l’immondizia per strada. Eppure le nostre provinciali che ci conducono nelle zone balneari sono delle discariche a cielo aperto. Molti degli assessori designati dai rispettivi candidati a Sindaco, sono frutto di compromessi e di peso elettorale, spesso estorto; in ogni caso saranno rivisti in oc-casione di necessarie alleanze elettorali in vista del ballottaggio.

4. Ritengo che sia perfettamente inutile e nonostante sia la unità di governo più piccola della città è quella più lontano dalla gen-te; è un modo per allevare delfini in ambienti ostili e tirarli fuori dalla vasca in vista delle competizioni elettorali. Provate a fare un sondaggio e chiedere ai cittadini di un quartiere chi sono i rappresentanti di quartiere. La risposta sarà la conferma della inutilità di una carica che ha solo un costo sociale ingiustificato.

5. La crisi dei partiti è evidente : è il collasso di un sistema politico, chiuso a magnificare se stesso piuttosto che esser impegnato a dare risposte concrete agli elettori. Dubito anche della verginità di tutte queste liste civiche e dei nomi che le affollano. Dietro il nuovo c’è molto vecchio. Tutti sono portatori sani di giustizia sociale e di cambiamento. La città è invasa da volantini anche da chi almeno idealmente difende l’ambiente; si ripetono le promesse elettorali, si ripetono le visite ai mercati rionali, in-somma si replica, magari con nuovi attori ma con un copione vecchio. Tutti pronti a scannarsi pubblicamente e a scambiarsi posti e deleghe in cene private, nella logica di una vecchia politica mai abbandonata. La sinistra corre per farsi male, incurante dei pericoli, affronta la strada, fatte di persone che hanno creduto e lavorato in buona fede, travolgendo coscienze e ideali, incapace di vero rinnovamento anche morale. La destra difende posizio-ni del suo leader, spesso indifendibili, spostando l’attenzione su problemi lontani dalla realtà cittadina, gridando a gran voce al cambiamento. È l’elezione delle favole, in cui ognuno racconta la propria, ma l’orco attore protagonista è presente nei racconti di tutti, anche in quelli appena sussurrati.

6. È difficile che l’elettore medio si riesca a muovere in questa gi-ungla di proposte. Ognuno dice delle cose bellissime; saranno più le amicizie vecchie e nuove a determinare i nuovi scenari e gli assetti politici. In queste elezioni gli elettori guardano la faccia del candidato più che la sua appartenenza. Le sale gioco, i club con le macchinette sono pieni di volantini dei vecchi e nuovi della politica. Non sarà mai una vera scelta ponderata ma un furto subito. Uno scippo collettivo anche nei confronti delle future generazioni.

7. Onestamente non lo so. Sono sicuro però che non ci sarà il mio candidato. La persona che mi ascolta, che raccoglie i miei bi-sogni e li traduce in atti concreti che da forza e concretezza alle mie idee che mi rappresenta. Forse non c’è mai stato, ma prima almeno riuscivo a immaginarlo; oggi non ho più neanche voglia di sognare.

Cari concittadini, da sempre convinto sostenitore del decentramento ho condotto numerose battaglie, contro le Amministrazi-oni che si sono succedute, per il rispetto dei poteri decentrati e per vedere riconosciuti i diritti dei quartieri. Mi sono costantemente battuto per la riduzione degli sprechi, per il rispetto dell’ambiente e per la difesa del territorio. Ho già ricoperto la carica di Presidente della Circoscrizione Neapolis dal 18 settembre 2008 al 10 febbraio 2010 riuscendo, grazie alla totale armonia che ha – da sempre – contraddistinto il Consiglio della Circoscrizione Neapolis, a vincere la doverosa battaglia contro la devastazione del territorio, opponendomi con un ricorso al TAR, che abbiamo successivamente vinto, alla costruzione di un villaggio turistico in piena Area Marina Protetta del Plemmirio, per cui il Consiglio Comunale si era favorevolmente espresso. Da convinto animalista ho attenzionato la problematica del randagismo, cercando di creare una virtuosa collaborazione tra Associazioni ed Amministrazione per garantire la giusta collaborazione e la giusta qualità di vita ai nostri amici a 4 zampe. Ho sempre prestato orecchie alle segnalazioni dei cittadini, adoperandomi per trovare le giuste soluzioni ai problemi ed alle necessità della nostra Circoscrizione. Molto è stato fatto, anche per le zone balneari ed extraurbane, ma molto altro ancora rimane da fare. Com’é ormai noto, e recepito dalla coscienza dei cittadini, il Piano Regolatore Generale approvato dieci anni fa dalla prima amministrazione Bufardeci su proposta dell’allora Assessore all’Urbanistica Paolo Ezechia Re-ale, ha prodotto guasti alla nostra Città e, nei fatti, determinato il verticale collasso del mercato immobiliare. Migliaia di nuovi alloggi sono stati costruiti, in zone non sempre servite, e non sempre sulle reali previsioni di incremento demografico. È stato tutto un fiorire di case e palazzi, anche nelle zone storicamente più signifi-cative della nostra Città che oggi, anche per causa di questo, rischia di perdere il riconoscimento UNESCO.

L’aggressione l’avrebbero perpetrata pure verso le zone più belle e ricche di significato per la nostra Circoscrizione. Il progetto di Acquamarina Club 2, villaggio turistico che avrebbe dovuto vedere la luce a Terrauzza, in piena Area Marina Protetta del Plemmirio, era stato favorevolmente accolto dal Consiglio Co-munale uscente. Solo il ricorso al TAR, portato avanti dalla Cir-coscrizione e dal sottoscritto, riuscì, anche se dopo due anni e mezzo, a ristabilire legalità e giustizia.Il Piano paesistico di recente approvato ristabilisce, comunque, un notevole grado di ordine e rispetto sul nostro territorio. Bisognerà, virtuosamente, estrapolarne i contenuti migliori e contribuire, da protagonisti, alle necessarie modifiche in favore del territorio e della comunità amministrata. Anche se Neapolis ha subito un più che disordinato sviluppo urbanistico, si pensi alle zone extraurbane e balneari in primis, ha ancora notevoli potenzialità per uno sviluppo ordinato, compatibile e sosteni-bile. Bisognerà lavorarci, in maniera seria e senza soluzione di continuità, per garantire una reale qualità di vita a tutti gli ab-itanti, stanziali e stagionali.

Giovanni Di Lorenzo

I continui alterchi tra il direttore e una gran parte del personale sono causa di disservizi e denunce penali

Documento di 55 dipendenti dell’Umberto I sul direttore del Pronto Soccorsofirmato da numerosi medici ed infermieri e anche primari e aiuto primari

Il Pronto Soccorso di Siracusa sembra avere più attenzio-ni dalla stampa di quanto ne ha il leader del pdl. Ultima-mente gli operatori sanitari del reparto si sono lamentati per gli articoli che hanno messo in discussione il loro prezioso lavoro e la loro professionalità e due dirigenti sindacali avrebbero minacciato addirittura di adire le vie legali nei confronti di chi opera discredito nei confronti del per-sonale di quel reparto. In realtà, gli articoli apparsi sui quotidiani sembrano denunciare problemi di organizzazione e in particolare della gestione dell’attuale diret-tore Emanuele Attardi e non met-tono assolutamente in discussione la professionalità di chi vi opera. Abbiano notato che pro e contro il direttore hanno preso posizione i leader di tutte le sigle sindacali e senatori e deputati come l’on. Zappulla e il sen.Bruno Alicata, ma l’ASP Siracusa non ha preso alcun provvedi-mento per mettere fine a questa commedia. Ultima contestazione nei confronti del direttore, e solo del direttore, è stata redatta e sottoscritta da 55 dipenden-ti dell’Umberto I di Siracusa. Si tratta di un documen-to indirizzato all’attenzione del commissario Zappia e dell’assessore alla Sanità Borsellino ed esprime il disagio e la disapprovazione sulla gestione del direttore della UOC MCAU e Pronto Soccorso di Siracusa in quanto i numerosi e costanti alterchi tra il direttore e la stragrande maggioranza del personale, oltre ad essere causa di dis-servizio, sono quasi sempre sfociati in provvedimenti disciplinari o in denunce penali che hanno coinvolto pa-

zienti e dipendenti stessi (cardiologi, anestesisti, medici del P.P.I , medici del 118, autisti, ausiliari, personale del comparto operante nella stessa ed in altre UOC, person-ale esterno all’ASP che esercita in ospedale e persino con medici di altri presidi ospedalieri della provincia). Non è affatto un caso che il nominativo del direttore del pronto

soccorso è presente in un’alta per-centuale di provvedimenti discipli-nari registrati all’ASP di Siracusa, che lo vedono ora imputato ora giudice. Il personale operante nell’ASP di Siracusa ha diritto di lavorare nella massima serenità e non è più dis-

posto a tollerare che la vicenda personale del direttore del pronto soccorso occupi da anni (e recentemente con frequenza quotidiana) intere pagine di giornali per fatti gravissimi di cui si chiede conto e ragione. Il danno di immagine che ne consegue è sotto gli occhi di tutti, com-presi gli amministratori dell’ASP di Siracusa, che hanno il dovere di intervenire energicamente per restituire dignità a un ospedale provinciale che appare abbandonato a se stesso. Tra i firmatari di questo documento oltre ai numerosi medici ed infermieri ci sono anche primari e aiuto prima-ri. Una delegazione dei firmatari è riuscita a consegnare il documento nelle mani del presidente della Regione Rosario Crocetta durante la sua ultima venuta a Siracusa e da indiscrezioni sembra che il presidente voglia essere informato sull’intera vicenda.

Alessandro Morale

Candidati, Partiti, Programmi giudicati dalla società siracusana

Anno V n.12 - 7 giugno 2013e-mail: [email protected]

16Da domenica prossima al 7 luglio, aperta da martedì a domenica nei pomeriggi/sera

Interessante personale di Annibale Vanetti al Monastero del Ritiro “Nei rossi dell’artista una testimonianza di autentica vocazione pittorica”

Domenica 9 alle 18,30 nel Monastero del Ritiro (Via Mirabella, 31) sarà inaugurata la mostra “Vividirossi”, personale di arte contemporanea di Annibale Vanetti, a cura di Nino Portoghese e Giuseppe For-nari. La mostra è allestita nell’ambito della IV edizione di “Tragodìa”, la kermesse ar-tistica, teatrale e culturale organizzata in concomitanza con il XLIX ciclo di Spet-tacoli classici dall’associazione “l’Arco e la Fonte”, con il patrocinio dell’INDA, dell’Assessorato provinciale ai Beni cul-turali e del Comune di Siracusa. Sono es-poste una quarantina di opere di vari for-mati, realizzate con tecniche miste (carta, colla, acrilico, olio su tela) tra il 2012 e il 2013 e inserite in un progetto espositivo realizzato dall’artista Jano Sicura.Nel testo critico della mostra (“Una discesa nei rossi”), l’antropologo e storico della filosofia Giuseppe Fornari illustra il rapporto privilegiato (“Nessun colore si è fatto osservare spontaneamente, ma si è imposto come accadimento che colora di sé il mondo”) che si instaura tra un artista e il “suo” colore. Nel caso di Van-etti è il rosso, colore arcaico e originario,

primordiale simbolo del sangue, ad aver esercitato un potente fascino. Nella sua opera, il rosso - oscillante tra la rievoca-zione nostalgica della bellezza e la mani-festazione del mostruoso, dell’orrore, racchiuso nel suo passato - si lega al problema della forma, della sua genesi storica e psicologica, del momento in cui dall’indistinto sorge un distinto, una fig-ura, un paesaggio.“Si avverte – scrive Fornari - una grande nostalgia della Bellezza, insieme alla consapevolezza che questa Bellezza l’uomo contemporaneo la deve rigua-dagnare con un atto di consapevolezza storica, che non si nasconde le origini da cui questa Bellezza proviene, e non per cancellarla, bensì per renderla vera. Un’ansia di verità che rende i Rossi di Vanetti una testimonianza di autentica vocazione pittorica, di volontà di rinas-cita dell’arte dei colori dai colori della sua storia”. Diversamente dall’uso di spetta-colarizzazione dell’orrore corporeo che certa arte contemporanea fa del rosso, conclude Fornari “i Rossi di Annibale Vanetti ci testimoniano l’esistenza e la

Cari amici,ho deciso di candidarmi come Consigliere Comunale alle prossime elezioni amministrative. Vi chiedo di dedicarmi pochi minuti del vostro tempo.Ho 39 anni, sono un avvocato penalista e tributarista. Sono uno dei soci fondatori dell’associazione “Agire Solidale”, che in questi anni è stata a Siracusa un’importante luogo di riflessione e di proposta politico-culturale, alimentando un dibattito fitto sulle tematiche locali, nazionali ed internazionali della nostra società. Con Agire Solidale ho organizzato iniziative e conferenze con Piero Grasso, allora procuratore nazionale antimafia, oggi Presidente del Senato; Carlo Trigilia, oggi Ministro della Coesione Territoriale; ed con i giornalisti Folco Terzani, Giulietto Chiesa e Michele Santoro. Ho collaborato con Roberto De Benedictis nel ruolo di assistente alla sua attività parlamentare all’Ars ed ho svolto attività politica all’interno dei Democratici di Sinistra prima e del Partito Democratico poi. Nel 2008 ho deciso di impegnarmi direttamente per la mia città candidandomi al Consiglio Circoscrizionale Tiche, dove sono stato eletto con 211 voti. In quel quartiere, da capogruppo del PD e Presidente della Circoscrizione, con tenacia e passione mi sono occupato di moltissimi problemi. Dallo sversamento di liquami a Targia, alla battaglia per i marciapiedi in viale Scala Greca, dalla rotatoria all’incrocio fra viale Santa Panagia e via Augusta ai progetti d’inserimento lavorativo dei soggetti con disagio psichico, ai quali è stata affidata la parziale manutenzione del verde nell’Onp.Ho denunciato in prima persona lo spreco di milioni di euro per la realizzazione della barriera arborea a Targia, per la costruzione del parcheggio di via Mazzanti, mai entrato in funzione e in totale stato di abbandono, per lo scandalo del servizio Go Bike e dei bus elettrici, per il degrado in cui versa il Parco Robinson di Bosco Minniti, per la realizzazione della pista ciclabile, oggi priva di un adeguato impianto di illuminazione e trasformata in discarica.

In questa esperienza al consiglio di quartiere e di confronto con l’amministrazione comunale, ho imparato molto e sono fortemente convinto che soltanto attraverso l’impiego corretto e onesto dei fi-nanziamenti pubblici può realizzarsi il rilancio della nostra città.Al contrario, la situazione in cui versa l’amministrazione comunale Siracusa è stata segnata da sprechi, abusi ed eccessi, da miopia po-litica e dall’assenza di una credibile visione complessiva della città. Per cambiare tutto questo, ho deciso candidarmi al consiglio co-munale con il Partito Democratico, sostenendo la candidatura a sindaco di Giancarlo Garozzo. Voglio mettere al servizio della città l’esperienza maturata per continuare ad impegnarmi nelle tante questioni affrontate da consigliere circoscrizionale e risolverne di nuove. Voglio vivere in una città che del turismo non si riempia la bocca ma lo pratichi sul serio, rendendosi vivibile e attraente per i visitatori e per i suoi abitanti. Che riduca la disparità tra i suoi cit-tadini, che ne migliori la vita nelle periferie. Che elimini gli sprechi ed offra occasioni di lavoro attraverso la cultura e l’ambiente, at-traverso la raccolta differenziata ed il riuso dei rifiuti, attraverso il miglioramento dei trasporti, con un porto turistico e il suo retroter-ra. Una città solidale, accogliente. Una Siracusa di stampo europeo, una città proiettata verso il futuro. Fabio Fazzina

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Ai nostri sostenitori un grazie di cuore

Ringraziamo i nostri fedelissimi sostenitori che hanno risposto sollecitamente alla nostra richiesta di contributo per La Civetta che speriamo possa continuare a essere ancora per molto tempo una voce libera e obiettiva della comunità siracusana. Ricordiamo che è possibile effettuare donazioni con bonifico all’Unipol, agen-zia di viale Teracati, Siracusa – Iban IT37O03127171000 0000 0000 726 intes-tato ad Associazione Minerva, causale: abbonamento quindicinale. Grazie.

La Redazione

resistenza della dignità artistica, e di una dignità umana duramente guadagnata sul terreno storico di un’arte non meno antica dell’uomo, in cui l’umano possa ri-

flettersi e guardare a se stesso”.La mostra, aperta fino al 7 luglio, potrà essere visitata da martedì a domenica, dalle ore 18,30 alle 22,30.

Anno V n.12 - 7 giugno 2013e-mail: [email protected]

18Carrellata sui candidati sindaci e relative performances. Ci auguriamo che vinca Siracusa

Elezioni amministrative: giochi ormai fatti, rien ne va plusDopo un mese di caccia al voto, chi ha le chances migliori

di ALDO CASTELLO

Les jeux sont faits. Ci siamo. A campagna elettorale ormai conclusa proviamo a tirare le somme. Cosa rimane dopo oltre un mese di slogan, proclami, dibattiti e confronti, lettere, appelli e foto ricordo, post e link su facebook, nuovo campo di confronto dell’era moderna che se non altro ha contribuito a ridurre di molto la produzione cartacea di volantini e conseguente allurdiamento di strade e cassette postali.Otto candidati sindaco, diciotto liste, circa duemila candidati tra consiglio e quartieri. Tutti con la ricetta giusta, tutti sicuri di farcela, tutti soddisfatti della entusiasmante esperien-za che li ha portati a conoscere “i problemi di tutti i giorni che la gente vive”, a stringere tante mani, e a sentire il peso della responsabilità e del compito che dovranno affrontare….Da osservatori, speriamo attenti, e da ascolta-tori della strada, abbiamo raccolto “rumors”, commenti ed impressioni che ci hanno offer-to una rappresentazione abbastanza realistica dello scenario elettorale fin qui prodotto.Il quadro che ne viene fuori non è del tutto in-coraggiante. Per il povero, confuso e bombar-dato elettore i programmi sono poco chiari, poco attraenti e tutto sommato simili tra loro. Non c’è stato una proposta forte e dirompen-te da parte di nessuno. La parola più usata è stata cambiamento, ma non ha convinto più di tanto. Anche tra i candidati non è emersa una figura particolarmente attraente e cari-smatica che “tagliasse la scena”. In definitiva un livellamento generale (al ribasso) che non ha prodotto grandi entusiasmi e forti speranze di cambiamento tra gli elettori. L’impressione diffusa è che, a parte i militanti convinti, la maggioranza della gente non esprimerà un voto di opinione ma piuttosto di “prossimità”: il proprio familiare, il proprio vicino, il pro-prio collega. Tanta gente (soprattutto quella non “toccata” dalla prossimità con i candidati) continua ad essere delusa dalla politica e dai suoi rappresentanti e a votare non ci andrà. Molto probabilmente non ci sarà una forte e significativa convergenza verso un particolare candidato.Ma proviamo, grazie anche ai “rumors”, a comporre un quadro di sintesi almeno tra i

candidati sindaco: Gianni Briante e Franco Greco sembrano, tra tutti, i candidati con minori chances. Onesta-mente la città non sentiva un gran bisogno di liste ad personam o fai da te. Abbastanza scarna la proposta del primo, molto scontata quella del secondo: stessa faccia, stessi slogan, stesso camion. Una proposta che va in repli-ca ormai da troppo tempo. Da ammirare co-munque la caparbietà e la coerenza.Edy Bandiera, presidente del consiglio comu-nale uscente che ha diretto con imparzialità e onestà. Rispettato come giovane per bene e competente si è distinto per la sua apertu-ra alle associazioni ambientaliste in occasio-ne di alcune battaglie a difesa del territorio e per aver spesso preso le distanze dalla mag-gioranza e dai suoi ingombranti leader. Lo si dava schierato con Garozzo, ha cambiato scel-ta all’ultimo momento schierandosi contro il presunto alleato. Gli si contesta di avere alle spalle giusto chi raccolse le firme per cacciar-lo dalla carica di presidente (Pippo Gianni), il partito con cui spesso si è trovato a dissentire (il PDL di Stefania Prestigiacomo) e gli espo-nenti della Destra estrema (Gigante).Giancarlo Garozzo, giovane esponente del

PD, appartenente alla corrente renziana, usci-to vittorioso dalle primarie. Gli si riconosce di essersi distinto per una reale e proficua opposizione al governo di centro destra, di aver dimostrato coraggio per la composizio-ne della giunta, per alcuni punti forti del suo programma (a testimonianza delle sue nume-rose battaglie in consiglio) e per aver scelto di non fare apparentamenti al secondo turno. È sostenuto anche dai Verdi, Sel e dal Megafo-no. Di contro gli si addebita di appartenere ad una corrente che annovera ancora vecchi e ingombranti esponenti di potere della prima repubblica nonché di aver “imbarcato” nelle sue liste alcuni discutibili esponenti di centro destra della passata amministrazione. Marco Ortisi, Ortisi chi? È la domanda che tanti pur votando Movimento 5 Stelle si fan-no. Il candidato grillino infatti, pur rimanen-do sconosciuto ai più, ha da parte sua il van-taggio di fruire dell’effetto trascinamento che gli procura Beppe Grillo e il voto di protesta generalizzato. Ha studiato con meticolosità molti aspetti della macchina comunale facen-done il suo programma elettorale. Tuttavia nonostante la discesa in città del comico vene-ziano, non sembra prefigurarsi per il giovane

esordiente un grande exploit.Ezechia Paolo Reale, rispettato professionista, è stato esponente di spicco delle amministra-zioni di centro destra. Assessore all’urbani-stica fortemente contestato dalle associazioni ambientaliste. Ha il merito di avere una vasta competenza, una notevole esperienza ammi-nistrativa e di ricevere consensi in maniera trasversale. Ha carisma e risulta credibile e convincente nei suoi propositi. Gli viene cri-ticato di avere alle spalle i maggiori esponenti di quella stessa amministrazione che lui vuole cambiare: Granata, Mangiafico, Cappadona (usciti sconfitti alle ultime regionali), Scrofa-ni, Zappalà ed altri che ai più fanno storcere il naso e che fanno ricredere sulla reale volontà di “cambiamento”.Santi Pane e Pucci La Torre, forse la vera no-vità di questa tornata elettorale. Partiti benis-simo insieme con assemblee affollatissime e partecipate, hanno proposto programmi e candidati veramente nuovi e candidati com-petenti. Potevano essere la vera proposta alter-nativa ai soliti partiti o alle liste camuffate ma hanno commesso il grosso sbaglio di dividersi e di vanificare, così, una ghiotta occasione. Con una sola lista ciascuno alle spalle hanno obiettivamente scarse possibilità di successo.Questo quanto si raccoglie in termini di sem-plici impressioni della strada e di neutrale osservazione. Adesso la palla e la scelta passa alla gente, all’elettore che speriamo possa farsi un’idea ragionata e ponderata. Ma soprattutto che non abdica mai al dovere di responsabilità civica andando a votare nella convinzione di non perdere mai la speranza che una città mi-gliore è possibile solo con il contributo di tutti.Da parte nostra ci auguriamo che vinca Si-racusa, che nonostante lo sfascio sia così evi-dente agli occhi di ciascuno si possano ancora ritrovare e sostenere le motivazioni per salvare la Città dal degrado civile, sociale ed economi-co. Siamo sempre convinti che… la Bellezza ci salverà, la Bellezza, la Parmigiana, le Rappre-sentazioni Classiche e… il voto responsabile.

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PREMIO “MARIO FRANCESE 2012”

Ivan Lo Bello: “Il mondo politico ha commesso l’erroredi perdere di vista la visione strategica nel saper governare”

“La responsabilità della classe dirigente è un tema prioritario e centrale perché sp-esso proprio l’irresponsabilità di chi ci ha governato ha causato il declino delle is-tituzioni pubbliche. Il mondo politico ha fatto l’errore di perdere di vista la visione strategica nel sapere governare”. Lo ha detto il vicepresidente nazionale di Confindustria, Ivan Lo Bello, partecipan-do a Catania agli Stati generali delle Acli Sicilia. Facendo riferimento alla crisi e ai problemi del mondo del lavoro, Lo Bello ha aggiunto: “Non c‘è ad esempio svilup-po senza istruzione e purtroppo il tasso di disoccupazione giovanile è alto”. E riv-olgendosi, in particolar modo, ai giovani, ha detto che “spesso l’illegalità diffusa è strettamente legata ad uno scambio tra il voto e una politica che non ha più nulla da dire alla città. Una società che non si indigna è complice di questa situazione”.

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Le esponenti del gentil sesso diventano acquirenti, volta a volta, di uno dei circa 1.800 maschi iscritti

Nel web un nuovo sito in cui donne, carrello alla mano, fanno shoppingMa i prodotti in vendita sono, udite udite, gli uomini. Valanga di critiche

di MONICA LANAIA

Il sito si presenta sulle tonalità del rosa e, in primo pi-ano, una vignetta rappresenta delle donne, carrello alla mano e sguardo cinico alla merce in esposizione. Sia l’accattivante grafica  che il nome del sito,  girlshop.it, evocano lo shopping: “qual è la novità?”, direte voi, poiché di negozi online ne esistono già parecchi. La no-vità, stavolta, consiste nella “merce” in “vendita”, perché - udite, udite - si tratta di uomini. Girlshop.it è il primo sito di incontri camuffato da sito di e-commerce (abbreviazione di electronic commerce); i termini tipicamente dedicati agli “acquisti” ci sono tutti: “ultimi arrivi”, per indicare i nuovi uomini iscritti al social network, che si definiscono “prodotti”, “collezi-one primavera estate”, per indicare le novità stagionali, “carta fedeltà”, “affare del giorno”, “ordina o contatta il prodotto” prima dell’acquisto, “offerte imperdibili” e, in-fine, l’immancabile frase «soddisfatte o rimborsate». In realtà, il sito è gratuito, a differenza di altri siti di in-contri, come “Meetic“, che richiedono un importo per l’iscrizione; inoltre, dato che si tratta di un sito nato da pochi mesi non vi sono nemmeno banner (i banner, o meglio, web banner sono quelle strisce pubblicitarie che appaiono di solito all’apice di una pagina internet) né altre réclames.A differenza di altri siti di incontri, per esempio “Badoo”, il sito girlshop.it assicura massima tutela al gentil sesso: le donne, infatti, si iscrivono nel sito come “acquirenti” e, dopo aver compilato una breve scheda anagrafica, aver caricato qualche propria foto (d’altronde, il prin-cipio dei siti di incontri via web è proprio quello di con-oscersi tramite le foto pubblicate online) e ricevuto la carta fedeltà, possono iniziare a sfogliare il catalogo e dare un’occhiata agli scaffali. Agli uomini è assegnato un ruolo decisamente più limitato: innanzitutto, i loro profili, al momento dell’iscrizione, vengono vagliati e approvati dallo staff del sito (che, a tal proposito, ras-sicura le clienti sul fatto che si accettano solo i “prodotti di migliore qualità”); inoltre, in quanto “prodotti”, non possono contattare direttamente le clienti: gli uomini possono solo attendere di essere scelti e “messi nel car-rello” e, nel frattempo, tutt’al più, possono inviare oc-chiolini e ammiccamenti virtuali per farsi notare dalle donne. Il sito assicura, in tal modo, «zero spam, zero messaggi indesiderati», visto che sono solo le donne a scegliere quali uomini possono contattarle e a prendere l’iniziativa di ... aggiungerli nel proprio carrello.  Nel sito, gli uomini si descrivono, indicando le proprie “is-truzioni d’uso”, “difetti di fabbrica”, “funzionalità di spic-co” e creando, magari, un proprio slogan pubblicitario; quindi vengono inseriti nello scaffale dei “palestrati”, in quello dei “fighetti”, in quello dei “rockettari”, in quello dei “geek” (termine inglese che indica gli intellettuali), eccetera.Ora, vi chiederete: quale donna ha ideato questo sublime connubio shopping-uomini? Un uomo, trentenne mil-anese che vive da anni fra Milano, New York e Londra (un altro cervello informatico in fuga) e che lavora lan-ciando start up online. E girlshop.it è solo l’ultimo nato dalla mente di Luca Vavassori: già l’anno scorso era stato inaugurato il sito Cacciatrici.it, il cui funzionamento è analogo al sito Girlshop.it, ma l’ambiente virtuale è più, come dire, bucolico. Le donne, in questo caso, sono le “cacciatrici” e gli uomini le “prede”, suddivise in “specie” (artisti, ecologisti, esotici, manager, tatuati, tronisti, ec-cetera); le prede possono lasciare solo delle “Tracce” e sperare di essere contattati, o meglio “cacciati” e inseriti nel recinto virtuale di ogni donna. Insomma, con la scusa di tutelare le donne da avances indesiderate, con la scusa di evitare alle donne la ricezi-one di e-mail poco galanti e a sfondo sessuale (uno degli effetti indesiderati delle iscrizioni ai siti di incontri),  i classici ruoli si invertono e le esponenti del gentil ses-so diventano acquirenti o, ancor meglio, cacciatrici di uomini. A questi ultimi - attualmente gli uomini iscritti su girlshop.it sono circa 1.800 - non resta che attendere e, chissà, sotto sotto, sono pure contenti di essere solle-

vati dall’incombenza della fatidica “iniziativa”. Le donne conducono il gioco: scelgono, pro-pongono, acquistano. Non sono mancate critiche dato che, al di là della chiara ironia che ispira questi due siti, l’idea di “vendere” se stessi assimilandosi a dei prodotti da supermarket suscita perplessità. Ma l’idea è innovativa e, dal punto di vista del marketing, sembra funzionare; d’altronde, nell’attuale società, sono sempre più le coppie - di una notte o di una vita - che si conoscono virtualmente, sui siti di incontri, figli delle ar-caiche agenzie matrimoniali: girlshop.it e cac-ciatrici.it  seguono l’onda, rivoluzionando i canoni del corteggiamento; rivoluzione che, forse, si è avuta pure nel mondo reale e non solo in quello virtuale. Quante donne, ormai, hanno smesso di attendere invano il principe azzurro e si sono messe in marcia per andarse-lo a cercare?

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La società, inadempiente, pretende adempimenti dai Sindaci. O risarcimenti in caso di sfratto

Abbiamo capito male o SAI 8 vuole offrire al mercato come garanziala possibilità di risarcire il finanziamento attraverso le bollette?

di CONCETTO ROSSITTO

Non siamo andati a seguire i lavori del con-vegno sul Sistema Idrico Integrato organiz-zato da SAI8. Non ci interessava sentire le solite ragioni di parte, espresse da persone di parte, per conto di una parte in conflitto cogli interessi pubblici dei cittadini e dei Sindaci schierati al loro fianco. Non ave-vamo tempo da perdere né pazienza per sopportare la tracotanza di chi continua a parlare pro domo sua. Noi, assieme ai Sin-daci resistenti, siamo orgogliosi di militare dalla parte giusta: siam partigiani schierati a difesa dei beni comuni e degli interessi civici. Tuttavia, sollecitati (o provocati) da una certa stampa, spesso adagiata, riteniamo che non vada esclusa qualche puntualiz-zazione. Leggiamo su un quotidiano: «Solo se i Co-muni della provincia consegneranno gli im-pianti si potranno sbloccare gli investimenti previsti per le infrastrutture del servizio id-rico, a meno che non si rescinda il contratto con conseguente penale da pagare».Ci sembra la solita solfa: le reti di distribuz-ione idrica hanno grosse perdite; rifarle comporta la necessità di reperire cospicui finanziamenti; se i comuni non consegnano gli impianti, SAI8 non riuscirà ad ottenere tali finanziamenti… Insomma le difficoltà di gestione deriverebbero dalla mancata consegna di vari impianti alla società pri-vata. Ecco le parole virgolettate che il solito quotidiano attribuisce all’ing. Isoppo: «Al momento a Siracusa esistono difficoltà di gestione perché abbiamo avuto in consegna impianti ammalorati, con grosse perdite; abbiamo in programma di sostituire conta-tori e reti, ed è pronta una programmazione che in 30 anni prevede 480 milioni di inves-timenti da reperire sul mercato finanziario, soldi da restituire a lungo termine tramite il pagamento delle tariffe. Una progressività di investimenti prevista dal piano d’ambito».Ci chiediamo: ma le difficoltà di reperire le garanzie fideiussorie (7 milioni da Banca

Intesa e 7 dal Banco di Sicilia) non furono incontrate da SAI8 sin dal primo momento, cioè da prima che i Comuni maturassero la decisione di non consegnare gli impianti, cioè da quando fu SAI8 a chiedere di pren-dere in gestione solo nell’arco di un triennio i 21 Comuni della provincia, non essendo in grado di svolgere immediatamente la gestione unitaria su tutto il territorio? Ora SAI8 vorrebbe avere in carico tutti i 21 Co-muni per poter dimostrare al mercato fi-nanziario di poter spillare da tutti i cittadini della Provincia le risorse per restituire (con gli interessi) i 480 milioni di investimento che ritiene necessari. Abbiamo capito male o vuole offrire al mercato, come garanzia, la possibilità di risarcire il finanziamento attraverso le bollette? La sua credibilità dipenderebbe dalla dimostrata capacità di prelievo tariffario estesa a tutta la provincia? Ma fu proprio la scarsa credibilità di SAI8 a impedirle di ottenere (nei primi 4 mesi di gestione, a partire dall’8 febbraio 2008) la prevista e necessaria fidejussione. E tale inadempimento iniziale ha comportato, per i sindaci che non hanno voluto mettere la testa sotto la sabbia, la necessità di puntare verso la risoluzione del contratto «per re-sponsabilità esclusiva del concessionario». E alla presa di coscienza di tale inadem-pimento dell’azienda rispetto alle clausole di garanzia si è successivamente aggiunta la scoperta della illegittimità della gara e dell’affidamento (anche se, fino ad oggi, non è stato possibile ottenere l’annullamento del contratto, pur indissociabile dalla nullità della gara). Avvalendosi solo di sentenze che predicano non ancora risolto il con-tratto, SAI8 pretende di spacciarsi per un gestore con tutte le carte a posto e con tutti i crismi della legittimità? Le difficoltà del tormentato iter giudiziario finalizzato a far valere le giuste ragioni dei sindaci dovreb-bero valere come legittimazione di fatto e definitiva del contraente illegittimo e in-adempiente? Troppo!

Quanto ad una frase del luminare Toscano, confessiamo di non essere in grado di ca-pirne l’altissima logica, per noi inarrivabile: «La legge regionale del 2013 sull’acqua pub-blica è una norma che i Comuni ritengono di copertura, ma che invece riguarda solo il futuro. Se avesse effetto retroattivo sarebbe incostituzionale».I Comuni, a nostro modesto avviso, riten-gono che la legge regionale n. 2/2013 valga per il presente e per il futuro. Il comma 6 di tale legge recita (con il presente prescrit-tivo): “Nelle more dell’approvazione della legge di cui al comma 5, i Comuni che non hanno consegnato gli impianti ai gestori del servizio idrico integrato continuano la ges-tione diretta». Di quale effetto retroattivo parla il luminare? Non ci sembra che tale statuizione riguardi il passato. Riguarda il presente e il futuro prossimo, sino al varo della legge in gestazione. E i Comuni, forti di tale dettato legislativo (certamente non retroattivo) non consegnano. In attesa di sviluppi (anche giuridici) che facciano ri-conoscere il loro buon diritto. Ciò ovviamente vale secondo la nostra log-ica di semplici cittadini. I luminari seguono le loro personali illuminazioni e forse anche gli interessi dei loro committenti. Che non sono gli interessi dei cittadini liberi. Forse la legge citata, a parere del luminare, infran-

gerebbe il diritto derivante a SAI8 dal con-tratto? Ma tale contratto è stato calpestato da SAI8 nelle clausole di garanzia (risolu-torie) ed è indissociabilmente legato ad una procedura di gara illegittima. Pertanto, se esso sia ancora valido o da considerare ri-solto o annullato o annullabile etiam nunc sub iudice lis est. Nelle more che sia dichiar-ato nullo o risolto dovrebbe essere rispettato unilateralmente solo dalla parte pubblica, che lo ha impugnato per ottime ragioni? Nel virgolettato riferito dal solito giornale ci sembra di cogliere anche una generosa disponibilità di Sai8 ad accettare la risoluzi-one del contratto con indennizzo: «Non abbiamo alcun problema se si optasse per la risoluzione del contratto, si tratterebbe di un risarcimento di 250 milioni di euro, oppure i Comuni dovranno consegnare gli impianti». Come sono generosi con se stes-si i signori di SAI8! Chiedono appena 250 milioni di euro! Ribadiamo per l’ennesima volta che l’art. 7 del contratto prevede la risoluzione “per responsabilità esclusiva del concessionario”. E, se alla risoluzione si arriverà per loro responsabilità esclusiva, probabilmente dovranno rassegnarsi a non poter ottenere il becco di un quattrino. Noi siamo fiduciosi: si potrà arrivare alla risoluzione per inadempimento contrattu-ale (sulla base dell’ulteriore procedimento avviato dai Sindaci, di cui abbiamo dato notizia nel numero precedente), o si potrà ottenere l’annullamento per illegittimità (conseguente alla prima sentenza del CGA) o si potrà arrivare alla ripubblicizzazione del servizio per via legislativa. Solo in tale caso forse SAI8 potrebbe chiedere qualcosa a titolo di danno emergente. Forse! Noi ci auguriamo che la legge, prima di prevedere elargizioni compensative di mancati guadagni, prenda in considerazi-one la complessità del quadro esistente e le responsabilità dei gestori uscenti. Ce lo auguriamo nell’interesse dei cittadini, a cui Crocetta ci sembra piuttosto sensibile.

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Se ci fosse un legame tra cittadini e governo dei C.d.Q., dovremmo attenderci suffragi di 3.000-4.000 voti

Due Consigli comunali incapaci di ridurre il numero delle circoscrizioniDavvero si è in ansia per l’elezione diretta dei Presidenti dei C.d.Q.?

di ROBERTO FAI

Sul finire del 2003 – si sarebbe vo-tato nella primavera del 2004 –, lan-ciavo, con interventi sulla stampa e nelle TV locali, la proposta “radi-cale” dell’abolizione dei Consigli di quartiere. Avevo maturato in quel tempo quest’idea alla luce dei quasi vent’anni d’insediamento dei C.d.Q. La loro nascita era infatti ascrivibile al clima irenico ed utopistico della prima metà degli anni ’70, in cui si riteneva che una dilatazione perif-erica degli organismi di decentra-mento (dagli organi collegiali della scuola ai C.d.Q.) avrebbe determi-nato una disseminazione moleco-lare del potere, sino a rendere tras-parente il controllo di quest’ultimo. In poche parole, un vizio di demo-craticismo, accentuato dall’euforia ingenua di una sorta di microfisica del potere: come se, disseminando microistituzioni di controllo e di gestione del potere, si sarebbe reso più trasparente il potere o resa più efficace l’azione amministrativa. Purtroppo, l’epilogo, nei vent’anni della loro esperienza – parallela alla profonda crisi dei partiti di massa e di profondi cambiamenti nei rap-porti tra politica e società –, si è tra-dotto sia nella visibile improduttività politica di tali organismi sia in un avvitamento burocratico e improdu-ttivo delle stesse istituzioni locali, dal momento che gli inevitabili processi di personalizzazione della politica (l’elezione diretta dei sindaci, ecc.) stringevano nell’angolo il ruolo dei C.d.Q., rendendo il loro proliferare talmente inutile, segnato negativa-mente sia dalla crescente disaffezi-one dalla partecipazione politica e dalla percezione di un insostenibile costo sociale della politica – senza

contare che il proliferare di un eser-cito di consiglieri di Quartere faceva di costoro (a parte l’eccezione di alcune persone volenterose ed ani-mate da seri propositi di impegno civico) solo un nutrito gruppo di portaborse o di figure aspiranti ad un successivo ruolo politico più gratificante, dentro l’area di qualche “boss” politico di rango. Con la proposta dell’eliminazione dei C.d.Q. invitavo a prendere atto dell’esperienza fallimentare – e mortificante, stando al giudizio di persone serie che avevano vissuto quest’esperienza –, sottolineando peraltro il paradosso dell’eccessivo numero di tali organismi nella nos-tra città (addirittura, 9 a Siracusa), mentre nelle metropoli o grandi cit-tà (Roma, Milano, Torino, Palermo, Napoli, ecc) il territorio cittadino di competenza di un solo C.d.Q. cor-rispondeva ad una popolazione di circa 150/200 mila abitanti (in altri termini, oltre l’intera Siracusa, che ne aveva 9. Davvero un assurdo!).Tuttavia, quella mia proposta, pur trovando il consenso ampio e con-vinto dell’opinione pubblica, faceva attrito nell’infantilismo politico dei gruppi dirigenti di diversi par-titi. Senza contare i fastidi che la

proposta creava, con mio vivo stu-pore, anche nella sinistra e nei DS che, refrattario a misurarsi con il sorgere di nuove domande, preferi-va il vizio dell’indecisione politica, esprimendo una cultura politica autoreferenziale, incapace dl deci-dere insieme ai propri consiglieri di Quartiere di chiudere un’esperienza fallimentare (e addirittura quasi restia anche a ridurre il numero), ed incapace di corrispondere agli umori e agli orientamenti di una società che mostrava segni vistosi di una delegittimazione del sistema partitico ed istituzionale. Infatti, in quel contesto politico-cul-turale andava montando un clima di disaffezione critica verso l’intero sistema politico-istituzionale. In-fatti, di lì a poco, attorno alla stessa espressione «costo sociale della po-litica» sarebbe cresciuta una sensi-bilità dell’opinione pubblica ed una mirata campagna giornalistica e di inchiesta che troverà, nel 2007, la sua pietra miliare nel libro dei due giornalisti de “Il Corriere della Sera”, Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, dal titolo inequivocabile «La casta. Così i politici italiani sono di-ventati intoccabili». Una campagna giornalistica e di inchiesta che leg-

ittimamente provava a disvelare i perversi intrecci di una megamac-china statale che si era irresponsa-bilmente autoalimentata tra sprechi, parassitismi, para-istituzioni ed Enti inutili, nomine ed affari, clientele e promozioni di ceto politico. Sia chiaro, non intendo, a partire dallo spaccato di questa vicenda is-tituzionale modesta e residuale, av-venturarmi in un cortocircuito che intenda tracciare un filo diretto tra i limiti dei C.d.Q. e del loro ruolo e la vergogna parassitaria di un sistema politico-istituzionale, per come si è spalancato nel corso degli ultimi anni. Resta piuttosto il fatto che, nel vivo di un processo di delegittimazi-one del sistema politico, mentre sarebbe stato necessario decidere un drastico ridimensionamento del numero dei C.d.Q, in questi 10 anni i due Consigli comunali che si sono succeduti (dapprima, con sin-daco Bufardeci, in ultimo sindaco Visentin) non sono stati in grado di prendere neppure la decisione minimalista di ridurre a 4 i C.d.Q., come avevo proposto davanti allo stallo di ogni decisione Vale a dire, lasciare Belvedere e Cassibile, in quanto frazioni periferiche – che vivono da anni l’ansia della sepa-

razione definitiva da Siracusa: esi-genza però fuori luogo mentre si af-fermano logiche di unificazione dei piccoli aggregati – ed unire in uno solo C.d.Q. il vasto centro urbano di Siracusa (Ortigia, Neapolis, Borgata S. Lucia), e in un altro il resto della città (Tiche, Acradina, Grottasanta, Epipoli), anche per ridurre il nume-ro dei consiglieri di Quartiere, per far sì che il loro “iniziatico” sapere politico si potesse misurare attorno ad ambiti più grandi di questioni, inquadrando in un’ottica sistemica i vari problemi del territorio (scuole, traffico, mercati, servizi, trasporti, sport, cultura, ecc..).Non è poi patetico il fatto che l’intero Parlamento (sic!) siciliano, col Gov-erno Lombardo, abbia varato una legge che vedrà, il 9 giugno, l’elezione diretta dei Presidenti dei C.d.Q.? Ma vi rendete conto? Come se i cittadi-ni – che al massimo percepiscono e “sentono” come riferimento il Sinda-co – stiano adesso quasi in ambasce o in trepidazione nell’attesa o nella speranza di vedere “eletto” il loro Presidente del Consiglio di quartiere. Chi si è fatto carico di una proposta come questa – una legge surreale, e c’è chi ne teorizza l’alto valore! –, come espressione di espansione della democrazia, è fuori dalla re-altà o è un furbo, o è semplicemente un “pre-politico”. Ma purtroppo il grado di competenza legislativa e di cultura politica è arrivato a questo obbrobrio giuridico-politico ed is-tituzionale. Se fosse vero, profondo e reale, questo legame tra cittadini e governo dei C.d.Q., non dovremmo attenderci Presidenti dei C.d.Q. eletti con 3.000-4.000 voti? Sarà davvero così? Accetto scommesse.

Tragedie greche e psico-patologia. Dialoghi Inter-nazionali sulle tragedie greche. Il convegno, organizzato dall’Istituto di Gestalt Therapy hcc Kairòs (GTK), arriva alla sua ottava edizione. Sira-cusa, da sempre, scenario prediletto dal prof. Gio-vanni Salonia, direttore dell’Istituto, per approfon-dire le tematiche psico-logiche delle tragedie greche elaborando teorie innovative ed evolutive rispetto alle classiche inter-pretazioni psicoanalitiche. Suoi ospiti studiosi di cara-tura internazionale: Bruno Callieri, Eugenio Borgna, Vincenzo Cappelletti, Angela Ales Bello, Salva-tore Natoli, Pietro Bria, Sergio De Risio, Vittorio Cigoli, Rosolino Buccheri, Guido Paduano. Ospite d’eccezione, quest’anno: Gustavo Zagrebelsky. Sa-bato 15 giugno, dalle 9, presso Sala Convegni del Santuario Madonna delle Lacrime.Per informazioni: www.gestaltherapy.it La partecipazione, seb-bene gratuita, necessita di iscrizione online.

Antigone è colei che resiste. Per definizione, o meglio

per generazione ella è “contro”. Nel suo nome il suo destino:

lei rappresenta la generazione dell’opposizione. Generata

per resistere, in lei ritroviamo un suggestivo e antico destino

della donna: l’essere “anti”, l’essere-contro. Paritaria,

certamente, ma di una parità che richiede l’essere di fronte,

il fronteggiare. A questo destino della donna è affidata

la custodia dell’ordo amoris. Giovanni Salonia

Antigone: alba della legge e metafora di legami relazionali“Tra” Gustavo Zagrebelsky e Giovanni Salonia

Da sinistra: Francesco Alberoni e Paola Argentino, Giovanni Salonia e Valeria Conte.

«Interrogarsi sul tragico, sulla dimensione drammatica dell’esistenza, diventa espe-rienza di crescita e interrogazione terapeu-tica, all’interno della quale il dolore esercita una funzione etica: sanare la frattura tra l’indicibile e l’inudibile» è la dott.ssa Paola Argentino, Psichiatra-Psicoterapeuta della Gestalt e coordinatore scientifico-didattico e docente nei Master istituiti in Sicilia dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, a spiegarci le motivazioni che spingono l’Istituto a organizzare – da quasi un decen-nio – i Dialoghi internazionali sulle tragedie greche. «Nella tragedia greca la salvazione dell’uomo – continua la dott.ssa Argentino – è affidata alla dignità con cui l’eroe recupera la propria autonomia di fronte alla condanna degli dei, accettando quest’ultima, ma opponendo alla volontà divina la consapev-olezza di essere un uomo che soffre. L’eroe, pur imprigionato nelle maglie del destino, ritrova la propria dignità e il senso della propria esistenza in quanto tragica. È una lotta impari perché il personaggio tragico deve fronteggiare qualcosa che sta al di sopra e al di là di lui, il fato, il destino, gli dei, ma non si arrende: l’eroe tragico è colui che ha il coraggio di lottare, anche se sa di perdere. È un’interpretazione della condizione umana che afferma la dignità dell’uomo di fronte all’ineluttabile tragicità dell’esistenza». Quest’anno la scelta cade su due eroi della saga tebana: in maggio, dal 23 al 25, è stato scandagliato il personaggio mitico di Edipo. Il convegno “Edipo dopo Freud” è stato momento di riflessione per comprendere se resista ancora oggi la semantica freudiana della tragedia sofoclea o se, nel nuovo con-testo sociale e culturale, non debbano essere integralmente riletti i significati dell’Edipo e i suoi fondamentali risvolti. Sabato 15 giugno, invece, sarà la volta di “Antigone: la grazia dell’audacia”. Quali tensioni e tesori racchiude il “tra” che unisce e separa Antigone nei suoi rapporti con Cre-onte, con Edipo, con Ismene e con Emone? Il convegno si svilupperà sulla piccola, ma fon-damentale, preposizione “tra” e sulla figura mitologica, Antigone, analizzata nei suoi vari contesti relazionali. Antigone rappresenta “l’alba della legge” come spiegherà Zagrebel-sky, durante la lectio magistralis che aprirà la giornata d studi. Ma Antigone è anche l’alba di un nuovo rapporto padre-figlia, come sostiene Giovanni Salonia: «Donna e uomo devono apprendere che la crescita dei figli richiede ambedue i genitori nella condivi-

23Arte e Cultura

sione del codice dell’esserci con quello del divenire. È, infatti, la relazione padre-madre che autoregola il triangolo primario: si tratta di andare oltre (trasgredire!) il paradigma “patriarcale” del padre che ‘in nome della legge’ impone al figlio (o, meglio, al deside-rio incestuoso del figlio) l’ordine degli affetti. Si tratta di porre al centro una relazione padre-madre, nella quale ognuno dei due ritiene insostituibile e costitutivo il punto di vista dell’altro».Antigone è nuova presenza della donna nella polis, come illustrerà il prof. Antonio Sichera dell’Università di Catania. Per-ché – chiarisce ancora il direttore Salonia: «l’attualità di Antigone è in questo ricordare che la città appartiene anche alla donna come la casa appartiene anche all’uomo. È nel ritrovare nuovi spazi di relazionalità che includano il femminile e il maschile che si può inaugurare un vero nuovo ordine di con-vivenza. Questo è il tema aperto, il compito assegnato alla condizione umana dopo secoli di scissione tra il femminile e il maschile».«Antigone è un femminile che si diversi-fica» non ha dubbi la dott.ssa Valeria Conte, Direttore didattico dell’Istituto GTK, perché «le figure femminili delle tragedie greche consentono, non solo una comprensione

profonda dell’animo femminile e delle sue potenzialità, ma spunti sempre attuali sulla condizione umana, sul divenire dell’esistenza e del vivere insieme. Dobbiamo provare a vedere l’altro non solo come diverso da me e, quindi, lontano e incomprensibile, ma come parte silenziosa di me. Ascoltare l’altro come altro da me a cui dare voce è il presupposto che garantisce la pienezza creativa. di en-trambe le sorelle: Antigone è la cifra di ogni rifiuto del pensiero unico; Ismene è icona di chi resta nel silenzio per fare risuonare nella città la voce di coloro che non hanno voce».Così Antigone donerà orizzonti inediti di una conflittualità calda e creativa delle antinomie dell’esistenza: la legge del cuore e il cuore della legge, la fragilità della forza e la forza della fragilità, la grazia dell’audacia e l’audacia della grazia. Conclude il direttore Giovanni Salonia: «L’Antigone sofoclea vinta, vince; morta, rinasce. Il diritto degli affetti può anche es-sere negato, da qualche legge e per qualche tempo, ma riemerge sempre indomito: Anti-gone non è rimasta sola. Quante vite, quante donne debbono essere sacrificate prima che la città apprenda la legge non scritta nella polis ma inscritta nel corpo di ogni donna: “non sono nata per condividere l’odio, ma per condividere l’amore” (v 523)?».

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