il contemporaneo attraverso i libri #1 il volume del futuro

Il contemporaneo letto ed esplorato attraverso un libro. È questa l’idea che guida questo ciclod’incontri, giunto alla sua 2a edizione, che propone uno sguardo sul nostro tempo mediato da una“lettura ad alta voce”. Cinque incontri in cui a interrogarsi su cosa sia davvero il contemporaneo sonouomini di cultura della nostra città invitati a selezionare un libro e presentarlo al pubblico attraversouna relazione “abitata” da letture e performance interpretative, affidate ai diversi linguaggi delle arti. Una prospettiva che vuole essere plurale sia nella scelta dei tanti relatori che nella diversità delleletture, che gli stessi relatori hanno selezionato. E che prende le mosse da una ipotesi teorica che,muovendosi tra Agamben e Calvino, guarda alla “distanza”, allo “scarto” alla “non coincidenza” tra see il proprio tempo come chiave per comprenderne le sue oscurità. Un relatore, dei lettori, unmusicista e una performance costituiranno, pertanto, il setting di ogni incontro; uno spazio in cuiparola, corpo, suono e azione costruiranno la rappresentazione che ciascun relatore farà del suolibro (un romanzo, un saggio, un poema o una sceneggiatura - a prescindere dal suo genere e daltempo in cui è stato scritto) proposto come viatico che ci aiuti a leggere e a comprendere ilcontemporaneo; un accadimento attraverso cui la parola raccontata, letta, recitata, o interpretatadai linguaggi delle arti, coniughi i diversi sensi con cui possiamo accoglierla dentro di noi.Una scelta che guarda alla letteratura e alle arti in genere come spazi necessari e inesauribili per laconvivenza consapevole di ogni comunità; e che invita programmaticamente a riflettere sul libro(in quanto manufatto materiale) come costruttore di paesaggi fisici oltre che mentali; e comeoggetto/soggetto transizionale ineliminabile e “incombustibile” - per dirla con Bradbury – oggi chel’e-book e le tecnologie del web sembrano minacciarne il suo futuro. Un futuro che i curatori hannovoluto immaginare come un volume: un corpo denso, tridimensionale, attraversabile e sfogliabile,sebbene fatto della leggerezza che le parole e la letteratura sono capaci di donare; e di cui il nostrotempo ha bisogno per farci immaginare la materia di cui esso sarà fatto.

il contemporaneo attraverso i libri #1

IL VOLUME DEL FUTUROLetture, divagazioni ed altro intorno a questi nostri tempia cura diGianfranco Perriera/Insieme per la cultura

3-6 luglio Cantieri Culturali alla Zisa - Arena Vittorio De Seta

CANTIERI del CONTEMPORANEOLETT

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Città di Palermo

Assessorato alla Cultura

un progetto di Giuseppe Marsala

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3 luglio ore 19.00

Roberto AlajmoISTRUZIONI PER RENDERSI INFELICIdi Paul Watzlawick

Lettori: Silvia Ajelli,Giuditta Perriera e Elena Pistillo Musiche: Rita Collura

4 luglio 19.00

Matteo Di GesùDISCORSO SULLO STATO PRESENTE DEI COSTUMI DEGL’ITALIANIdi Giacomo Leopardi

Lettori: Serena Barone,Stefania Blandeburgoe Giuseppe La LicataMusiche: Dario Lo Cicero

5 luglio 19.00

Licia Callari SATIRYCONdi Petronio

Lettori: Giuditta Perriera, Elena Pistillo e Valerio Strati Musiche: Mario Bajardi

6 luglio 19.00

Giulia De Spuches AMATISSIMA di Toni Morrison

Anna TedescoLE METAMORFOSI di Ovidio

Lettori: Filippo Luna e Giuditta Perriera.Roberto Burgio e Sabrina Recupero Musiche e canto: Irene Ientile e Davide Velardi



3-6 luglio Cantieri Culturali alla Zisa - Arena Vittorio De Seta

CANTIERI del CONTEMPORANEO

LETTERATURA

CANTIERI del CONTEMPORANEO | Cantieri Culturali alla Zisa | Via Paolo Gili, 4 | 90138 Palermo Italia | tel . +39 091 7408461 ore 9 -13 [email protected] | fb CANTIERI CULTURALI ALLA ZISA | www.cantiericulturaliallazisa.it

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LETTERATURAil contemporaneo attraverso i libri #1

IL VOLUME DEL FUTUROLetture, divagazioni ed altro intorno a questi nostri tempia cura diGianfranco Perriera/Insieme per la cultura3-6 luglio Cantieri Culturali alla Zisa

3 luglio ore 19.00 - Arena Vittorio De Seta

ROBERTO ALAJMOIstruzioni per rendersi infelicidi Paul WatzlawickLettori: Silvia Ajelli, Giuditta Perriera e Elena PistilloMusiche: Rita Collura

Città di Palermo



“È giunta l’ora di farla finita con la favola millenaria secondo cui felicità,beatitudine e serenità sono mete desiderabili della vita. Troppo a lungo ci èstato fatto credere, e noi ingenuamente abbiamo creduto, che la ricerca dellafelicità conduca alla felicità.Basta con i dissennati consigli di guru e sessuologi, con i decaloghi fumosidi tecnocrati e maestri di vita, con le prediche sulla pace interiore e leparalizzanti esortazioni alla spontaneità.”Watzlawick mobilita tutti gli espedienti argomentativi, tutti i mezzi a suadisposizione, dall'intelligenza critica allo humour nero, mettendoci di fronteuno specchio ironico, tenendo viva una costante tensione tra il divertimentoe il disagio di riconoscerci, ma non privandoci del piacere di interpretare ilmessaggio: come rendersi felicemente infelici?

Roberto Alajmo è giornalista Rai e scrittore. Sue opere sono state tradotte ininglese, francese, olandese, spagnolo e tedesco. Con il romanzo “Cuore dimadre” è secondo classificato al premio Strega e premio Selezione Campiello,premio Verga, premio Palmi. Con “Notizia del disastro” ha vinto il PremioMondello e con il libro “L'arte di annacarsi” ha vinto il Premio letterario AntonioAniante.Il suo romanzo È stato il figlio è stato trasposto, nel 2012, in un omonimo filmper la regia di Daniele Ciprì, con Toni Servillo come interprete protagonista.Nel settembre 2013 è nominato direttore del Teatro Biondo Stabile di Palermo.

ROBERTO ALAJMOIstruzioni per rendersi infelicidi Paul Watzlawick



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MATTEO DI GESÙDiscorso sopra lo stato presente dei costumi degl'italiani di Giacomo LeopardiLettori: Serena Barone, Stefania Blandeburgo e Giuseppe La LicataMusiche: Dario Lo Cicero

Città di Palermo



Leopardi è un autore del futuro, per molte ragioni. Perché è un poeta e unoscrittore da rileggere per intero, anzi da leggere per la prima volta: dopo cheavremo finito di liberare i suoi libri dalle incrostazioni critiche fuorvianti, dailuoghi comuni, dalle banalizzazioni scolastiche tramandatesi di generazionein generazione con una persistenza degna di miglior causa, finalmentescopriremo un autore colmo di ironia, passione, anticonformismo, desiderio,disperata vitalità.Ma Leopardi è un autore del futuro anche perché, tanto nella sua elaborazionefilosofica quanto nella sua produzione letteraria, ha costantemente proiettatoil suo sguardo al di là del proprio tempo, e alla giovinezza come irripetibilemomento di slancio aurorale e come condizione felicemente eversiva, nonchéai giovani e ai bambini (dunque a chi il futuro lo abiterà) ha dedicato paginedi insuperata bellezza: tra i suoi progetti letterari rimasti incompiuti c'eraanche una Lettera a un giovane del ventesimo secolo.Leopardi è un autore del futuro anche quando, da filosofo sociale, riflette sulproprio presente, come nel Discorso sopra lo stato presente dei costumidegl'italiani, un breve saggio scritto tra il 1824 e il 1827 e mai pubblicato invita. Un'inchiesta intellettuale sull'Italia dell'età della Restaurazione nella qualel'implacabile intelligenza del poeta registra retaggi, difetti, guasti di unasocietà incapace di pensarsi comunità civile. «Indispensabile più di ogni Censisper capire l'Italia e gli italiani», come ebbe a definirlo Alberto Arbasino, questopiccolo libretto, oltre a parlare al nostro tempo rivelando una sorprendenteattualità, è anche un esercizio esemplare di senso critico: la lezione di un'maestro del sospetto' del passato, da ascoltare nel presente, per immaginareun futuro diverso.

Matteo Di Gesù insegna Letteratura italiana all’Università di Palermo. Hascritto, tra l'altro: La tradizione del postmoderno (2003), Palinsesti delmoderno (2005), Dispatrie lettere (2005), I paralleli (2009), Il carattere degliitaliani, vol. I (2012) e vol. II (2014), Una nazione di carta (2013) oltre a numerosisaggi in riviste e volumi collettanei, e ha curato Letteratura, identità, nazione(2009). Collabora con il domenicale del «Sole 24 ore», «Il Manifesto», e conaltre testate cartacee e on line.

MATTEO DI GESÙDiscorso sopra lo stato presente dei costumi degl'italiani di Giacomo Leopardi



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LICIA CALLARI Satirycondi PetronioLettori: Giuditta Perriera, Elena Pistillo e Valerio Strati Musiche: Mario Bajardi

Città di Palermo



Il Satyricon di Petronio è da considerare il romanzo più affascinante e“misterioso” che l’antichità ci abbia trasmesso. La sua originalità sta non solonell’offrirci frammenti di vita quotidiana e di luoghi tipici dell’antico mondoromano, ma nel presentare una visione del reale critica e disincantata. Il“realismo” della satira petroniana si potrebbe definire “il realismo del distacco”,poiché l’Autore pur soffermandosi su tipi sociali ben precisi – il parassita, ilricco stupido, il poetastro, la donna che ostenta virtù – non inserisce alcunfiltro morale. Petronio non giudica né condanna; narra e ritrae il costume dellasua epoca, lasciando al lettore una personale chiave interpretativa.Leggere, ri-leggere, presentare, rap-presentare il Satyricon consente,quindi,di dirigere uno sguardo su un passato che vive nel presente, testimoniandol’universalità di un testo che dal I secolo a.C. ha attraversato il tempoaffascinando i suoi lettori; probabilmente perché, il carnevalesco mondorappresentato e i suoi “eroi”, disegnati con tratti rapidi e essenziali,sottolineano un realismo a-temporale e a-spaziale che potrebbe aiutarci acomprendere le luci e le oscurità del mondo contemporaneo.

Licia Callari ricercatrice all’Università di Palermo, dove insegna Teatro edrammaturgia. Studiosa del mondo classico, ha sviluppato l’interesse per ogniforma di spettacolo per l’antichità classica e per il teatro greco e latinodedicando particolare attenzione alla continuità temporale del mito e alla suauniversalità. I suoi studi più recenti vertono sulla riscrittura e proposizionesulla scena del testo drammatico che analizza e presenta situazioni legateall’aspetto sociale. Tra le sue pubblicazioni nel settore: Tempus erat tempusest – Un’epica del quotidiano (2005); Liberi di scegliere. Due racconti teatrali(2009); Lungo il filo di Arianna. Voci del mito al femminile (2012).

LICIA CALLARI Satirycondi Petronio



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GIULIA DE SPUCHES Amatissimadi Toni MorrisonLettori: Filippo Luna e Giuditta PerrieraMusiche e canto: Irene Ientile e Davide Velardi

Città di Palermo




LETTERATURA

Amatissima (1987) è un libro della scrittrice e premio Nobel Toni Morrison che traeispirazione da una storia dal XIX secolo, tuttavia il riflesso sul mondocontemporaneo è evidente. La storia racconta di una casa e delle sue abitanti inun’America dove un fiume traccia ancora una linea di divisione tra libertà e schiavitù.Allo stesso tempo, come dice Morrison stessa, è un romanzo che riflette su cosasignifichi per le donne la parola “libera”; ma anche su cosa sia la responsabilità,celebrata dal famoso passaggio del libro: it was not a story to pass on. Leggere Toni Morrison oggi significa ancora una volta chiedersi cosa sia l’Europa,quali e quante persone e memorie dobbiamo perdere per essere coincidenti con larappresentazione che il vecchio continente vuole per sé. Un’Europa che allora conla schiavitù, oggi con le leggi sulla migrazione ha dovuto e deve disumanizzare nonsolo gli schiavi/migranti ma anche se stessa.La performance si avvale della professionalità di due artisti come Irene Ientile eFilippo Luna, di un djembe suonato da un’amica: Lucina Marchese e, infine dallafisarmonica suonata da me stessa.

Giulia de Spuches nasce a Palermo. E’ professoressa di Geografia Culturaleall’Università degli Studi di Palermo. Si è sempre occupata di città sia teoricamentesia attraverso ricerche sul campo, ha lavorato sui concetti di periferie e quartiere.Ha pubblicato, su questi argomenti vari articoli e un libro: La città incompleta,Palumbo, 2002.Altro tema è quello della frontiera poi confluito sul concetto di diaspora, inparticolare nello spazio mediterraneo dove si sono analizzate le pluralità deisoggetti e le pratiche del domestico; queste ricerche sono confluite in alcuni articolie nel libro: La città cosmopolita. Altre narrazioni, Palumbo, 2011.Attualmente sta lavorando sul corpo come strumento d’indagine per analizzaredifferenze e forme di resistenza all'interno dello spazio pubblico.

GIULIA DE SPUCHESAmatissimadi Toni Morrison



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3-6 luglio Cantieri Culturali alla Zisa


ANNA TEDESCO Le metamorfosi di OvidioLettori: Roberto Burgio e Sabrina RecuperoMusiche e canto: Irene Ientile e Davide Velardi

Città di Palermo




LETTERATURA


Perché le Metamorfosi? Perché le Metamorfosi di Ovidio? Perché un libro così antico, scrittonei primissimi anni del I sec. d. C? Un testo in latino, che suona tanto “liceo classico”? Perchéindicarlo come “Libro del futuro”? Una strana scelta, a maggior ragione per una che dimestiere non si occupa di Letterature classiche. Invece i motivi per parlare delleMetamorfosi sono tantissimi, e comincio con quelli squisitamente personali: il primo è cheho sempre amato la mitologia sin da bambina, quando una zia mi regalò un libro che miaffascinò, Storie di bambini molto antichi. In esso scoprì chi erano Giove e Pallade Atena(la mia dea preferita), che Mercurio era un ladro, che Apollo era il dio della musica e perchéEfesto fosse zoppo. Scoprì degli Dei che abitavano sull’Olimpo, però avevano tantecaratteristiche comuni agli essere umani, sulla cui vita interferivano: odiavano, amavano,erano gelosi, vendicativi, compivano delle crudeltà. Il secondo motivo personale perparlare delle Metamorfosi è che le storie raccontate in questo grande libro si sonointrecciate spesso con la mia traiettoria personale di studiosa d’opera: come vedremo esoprattutto come ascolteremo miti come quello di Orfeo, ma anche di Dafne, di Calisto, diMedea sono alla base di tanti capolavori della storia dell’opera, così come sono presentiin tante opere d’arte, pitture e sculture innanzitutto, ma anche opere letterarie, fino ainostri giorni. Le Metamorfosi sono un’ottima guida per riconoscere (nei musei di tutto ilmondo) quelle figure mitologiche che gli artisti amavano raffigurare, spesso per desideriodei loro committenti: dalle eroticissime Veneri e Danae di Tiziano, amate da Filippo II diSpagna, al Fauno flautista di Picasso. Sono un libro che ha, a sua volta, generato tanti altrilibri, tante altre storie, tante altre d’opere d’arte e che ha avuto un ruolo enorme nellacultura europea, soprattutto tra Rinascimento e Barocco, ma non solo. È dunque quelloche chiamiamo un “classico”. Le Metamorfosi però sono anche un libro terribilmentemoderno, uno dei testi (vi sorprenderà) che più somiglia ad Internet. Come il World WideWeb, le Metamorfosi sono un mondo, tante storie che hanno la presunzione di raffiguraretutto, di raccontare tutto, di spiegare tutto. E di raccontarlo attraverso l’idea del continuocambiamento, della metamorfosi appunto, e passando da una storia all’altra, come da unlink ad un altro, aprendo finestre dentro finestre. Pensiamo al passato come a qualcosa difermo e di immutabile ed al presente come il regno della velocità e del continuocambiamento. Niente però è più veloce di Atalanta e niente è più mutevole di Proteo.

Anna Tedesco si è formata nelle Università di Palermo e Bologna. È attualmente professoreassociato nell’Università di Palermo, dove coordina il corso di laurea magistrale inMusicologia ed insegna Drammaturgia musicale. È inoltre docente del dottorato in Musicae Spettacolo (Roma La Sapienza). Le sue ricerche vertono sulla vita musicale nella Palermodel Seicento, sul melodramma tra Sei ed Ottocento, sui rapporti musicali tra Italia e Spagna.Quest’ultimo campo di indagine l’ha portata spesso in Spagna, dove ha insegnato nelleuniversità di Salamanca e Madrid. Come docente e come vice-presidente degli Amici delTeatro Massimo, si interessa alla diffusione della cultura musicale, organizzando eventi dicarattere divulgativo in collaborazione con Feltrinelli e Fondazione Teatro Massimo.

ANNA TEDESCO Le metamorfosi di Ovidio


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il contemporaneo attraverso i libri #1 il volume del futuro

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