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Università degli studi di Bergamo a.a. 2009/2010 IL CICLO DEI RIFIUTI IL CICLO DEI RIFIUTI L di Lavoro di: Cristina Crimella Michela Facchi Michela Facchi Mariarosa Rinaldin

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Università degli studi di Bergamo a.a. 2009/2010

IL CICLO DEI RIFIUTIIL CICLO DEI RIFIUTI

L diLavoro di:

Cristina Crimella

Michela FacchiMichela Facchi

Mariarosa Rinaldin

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I rifiuti: definizioneI rifiuti: definizioneL’art. 6, comma 1, del Dlgs 22/97: definisce come rifiuto “qualsiasi sostanza od oggetto che rientra

nelle categorie riportate nell'allegato A di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia obbligo di disfarsi”o abbia deciso o abbia obbligo di disfarsi

classifica i rifiuti in due categorie: URBANI (non pericolosi o pericolosi): rifiuti domestici provenienti da

l li l hi dibiti d di i il bit i ifi ti i ti d lllocali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione, rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade, rifiuti di qualunque natura o provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche o nelle strade ed aree private com nq e soggette ad so p bblico o s lle spiagge marittime e s llecomunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e sulle rive dei corsi d'acqua, i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi

SPECIALI (non pericolosi o pericolosi): rifiuti che si originano da cicli d tti i tti ità di i i ( i i ifi ti d i ti d tti itàproduttivi o attività di servizio (per esempio, i rifiuti derivanti da attività

agricole, commerciali, di demolizione e costruzione, da lavorazioni industriali o artigianali…)

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Rifiuti pericolosiRifiuti pericolosi

Sono pericolosi i rifiuti non domesticiSono pericolosi i rifiuti non domestici inclusi nell'allegato A della Direttiva del Ministero dell’Ambiente 9/4/2002 che sonoMinistero dell Ambiente 9/4/2002 che sono contrassegnati con un "*" asterisco.

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La gestione del ciclo dei rifiutiLa gestione del ciclo dei rifiuti

Per gestione del ciclo dei rifiuti si intende l’insieme delle azioni volte a gestire l’intero processo dei rifiuti, dalla l d i fi ll l t fi l hloro produzione fino alla loro sorte finale, che coinvolgono quindi la raccolta, il trasporto, il trattamento e lo smaltimentoe lo smaltimento. L’obiettivo della gestione è quello di annullare o almeno contenere gli impatti ambientali e sanitari, riducendocontenere gli impatti ambientali e sanitari, riducendo anche la produzione dei rifiuti stessi e potendo recuperare risorse da essi.

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Le fasi del ciclo dei rifiutiLe fasi del ciclo dei rifiuti

• Raccolta e trasporto

• Trattamento

• Smaltimento

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Raccolta e trasportoRaccolta e trasportoSono le operazioni che permettono di mantenere salubri gli ambienti di vita e di lavoro.Un ruolo importante riveste la raccolta differenziata, in quanto costituisce il presupposto indispensabile per svolgere un'attività di p pp p p griciclaggio consistente: soltanto raccogliendo in modo differenziato i materiali che è possibile riciclare si puó procedere correttamente verso il loro riutilizzoil loro riutilizzo. Sono diversi i materiali che è possibile raccogliere in modo differenziato; la raccolta differenziata è suddivisa in "residui suscettibili di riutilizzo" quali la carta il vetro le lattine i contenitori in plastica per idi riutilizzo , quali la carta, il vetro, le lattine, i contenitori in plastica per i liquidi, e in rifiuti urbani pericolosi e inquinanti, come le pile e i farmaci scaduti, che pur non potendo essere riciclati vanno raccolti in modo diff i t l l i l itàdifferenziato per la loro pericolosità .

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TrattamentoTrattamentoL’art. 2 della Direttiva 1999/31/CE definisce il trattamento dei rifiuticome l’insieme dei “processi fisici, termici, chimici, o biologici, inclusa lacome l insieme dei processi fisici, termici, chimici, o biologici, inclusa lacernita, che modificano le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurneil volume o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne ilrecupero”recupero .A seconda del tipo di raccolta effettuata si possono avere diversi tipi ditrattamento dei rifiuti.

RECUPERO MATERIALI

RACCOLTA DIFFERENZIATA

RECUPERO MATERIALI(riciclaggio)

RECUPEROFRAZIONE ORGANICA

(compostaggio)

RACCOLTA NON DIFFERENZIATA RECUPERO ENERGIA

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Il riciclaggioIl riciclaggio Il riciclaggio consiste nell'attività di raccolta, rielaborazione,commercializzazione e uso del materiale precedentemente consideratocommercializzazione e uso del materiale precedentemente consideratorifiuto; è possibile riciclare una grande quantità di rifiuti urbani, peresempio: il vetro, che con una serie di lavorazioni può essere trasformato in, p

contenitori e nuove bottiglie; la carta e il cartone, che vengono riciclati in imballaggi e nuova carta; le lattine, che "rinascono" sotto forma di scatolame e contenitori vari;le lattine, che rinascono sotto forma di scatolame e contenitori vari; i contenitori in plastica, che possono avere una nuova vita attraverso

la loro trasformazione in materiale per arredo urbano, in altricontenitori o in tubature per l'ediliziacontenitori o in tubature per l edilizia.Bisogna poi considerare che è fondamentale effettuare la raccoltadifferenziata delle plastiche, in quanto la plastica esiste in molteti l i diff ti h t tti i ti i di t t i ltipologie differenti, e che non tutti i tipi di questo materiale sonoriciclabili.

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Il compostaggioIl compostaggio

Il compostaggio è una tecnologia biologica usata pertrattare la frazione organica dei rifiuti raccolta in modotrattare la frazione organica dei rifiuti raccolta in mododifferenziato (detta anche umido), sfruttando un processodi bio-ossidazione e trasformandola in ammendanteagricolo di qualità da utilizzare quale concime naturale.

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Il trattamento dei rifiuti raccolti in modo non differenziato

I rifiuti raccolti in modo non differenziato sono naturalmente molto più difficili daI rifiuti raccolti in modo non differenziato sono naturalmente molto più difficili datrattare di quelli raccolti in modo differenziato.

Possono essere seguite tre strade principali:

• trattamenti a freddo, ovvero separazione e parziale recupero dimateriali, biostabilizzazione e conferimento in discarica;

• trattamenti a caldo (o termico), che comprendono tre possibili processi:( ) p p pl’incenerimento, che è una tecnologia consolidata che permette di ottenere

energia elettrica e fare del teleriscaldamento sfruttando i rifiuti indifferenziatio il CDR (Combustibile Derivato dai Rifiuti); la pirolisi e la gassificazione, che( ) p gsono dei trattamenti termici dei rifiuti che implicano la trasformazione dellamateria organica tramite riscaldamento a temperature variabili,rispettivamente in condizioni di assenza di ossigeno o in presenza di unap g plimitata quantità di questo elemento;

• conferimento diretto in discarica (oggi molto usato ma certamente daevitarsi).)

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SmaltimentoSmaltimento

Lo smaltimento degli scarti derivanti dai processi dit tt t d i ifi ti lti i d diff i t dtrattamento dei rifiuti raccolti in modo differenziato edindifferenziato consiste nel loro conferimento allediscarichediscariche.

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Conclusioni sulla gestione del ciclo dei rifiutiConclusioni sulla gestione del ciclo dei rifiuti

Il modo più intelligente di gestire il ciclo dei rifiuticonsiste quindi nella capacità di tutelare la salute econsiste quindi nella capacità di tutelare la salute el’ambiente, ricavando nel contempo utilità e reddito dairifiuti, che in questo modo possono essere considerati unaut , c e questo odo posso o esse e co s de at u arisorsa.

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L i l iLegislazione

La normativa sullo smaltimento dei rifiuti si articola in quattro leggi fondamentali, di cui la prima e la terza

(ovvero quella del 10 settembre 1982 n.915 e la legge ( q ggn.475 del 9 novembre 1988) sono caratterizzate da una

notevole organicità e da una vastissima area d’intervento, ossia rifiuti urbani, speciali, assimilabili aglid intervento, ossia rifiuti urbani, speciali, assimilabili agli

urbani, tossici e nocivi; mentre la legge n.441 del 29 ottobre 1987 si presenta, sostanzialmente, come legge

di finanziamento e di incentivazione degli impiantidi finanziamento e di incentivazione degli impianti pubblici e privati di smaltimento.

La legge n.45 del 10 febbraio 1989 concerne, infine, esclusivamente i rifiuti ospedalieri, assimilabili agli

urbani o speciali, perché infetti e contagiosi.

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Quali sono gli elementi di progresso grazie a queste fonti?

Si possono rilevare: Ampio raggio di azione, compresi quelli liquidi che non rientrino

ll i i i d ll l M linelle previsioni della legge Merli; Finalità perseguite (di tutela ambientale e della salute, di riciclo del

rifiuto);); Dilatazione della nozione di smaltimento (dal conferimento al

trattamento, sino alla distruzione finale)e la sua qualificazione di attività di pubblico interesse;attività di pubblico interesse;

Attuazione del principio comunitario del “chi inquina paga” ( i costi dello smaltimento sono a carico del produttore-detentore del rifiuto);

Il riparto delle competenze fra stato ( Comitato interministeriale e, quindi, ministero dell’ambiente), regioni ( con potestà legislativa e pianificatoria) ed entità locali minori (cui è affidata un’attività dipianificatoria) ed entità locali minori (cui è affidata un attività di vigilanza, controllo,istruttoria e anche autorizzatoria delegata);

Un sistema punitivo, modulato sulla gravità delle infrazioni, che i i i i i t ti licommina sanzioni amministrative o penali.

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Il quadro legislativo appena tracciato viene integrato da

significativi interventi normativi,

Vediamone i fondamentali:

26 Gennaio 1990: contiene l’individuazione delle materie prime secondarie e la determinazione delle norme tecniche generali relative alle attività di stoccaggio, trasporto, trattamento e riutilizzo delle stesse materie prime secondarie.

29 Maggio 1991: detta indirizzi generali per la regolamentazione della raccolta differenziata dei rifiuti solidi, e nel Giugno dello stesso

i i t d tt l’ tti i d ll’Alb i l d ll ianno, viene introdotta l’attivazione dell’Albo nazionale delle imprese esercenti servizi di smaltimento dei rifiuti.

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27 Gennaio 1992: attuazione delle direttive CEE nn.75/439 e 87/101, l ti ll li i i d li li ti tt i d ll di ttirelative alla eliminazione degli oli usati, e attuazione delle direttive

CEE nn.78/176, 82/883, 83/29 e 89/428, in materia di inquinamento provocato dai rifiuti dell’industria del biossido di titanio.

I criteri generali ai quali devono attenersi le regioni regolando la materia dei rifiuti sono dettati dal decreto legislativo 5 febbraio 1997 n 22dei rifiuti sono dettati dal decreto legislativo 5 febbraio 1997 n.22.

5 Febbraio 1997: attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio (Decreto Ronchi). Abrogato dall’art 264 del decreto legislativo n.152 del 3 Aprile 2006.del 3 Aprile 2006.

8 Novembre 1997: Modifiche ed integrazione al decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.22, in materia di rifiuti, di rifiuti pericolosi, di imballaggi e di rifiuti di imballaggio.

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11 marzo 1998: Regolamento recante norme per lo smaltimento in discarica g pdei rifiuti e per la catalogazione dei rifiuti pericolosi smaltiti in discarica. Abrogato dal Decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36: Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiutidella direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti.

27 aprile 1999: DECRETO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA n 15827 aprile 1999: DECRETO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, n. 158Regolamento recante norme per l’elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani.O i t il t d li t l d fi i i d llOvvero, viene approvato il metodo normalizzato per la definizione delle componenti di costo da coprirsi con le entrate tariffarie e per la determinazione della tariffa di riferimento ( essa rappresenta l'insieme dei criteri e delle condizioni che devono essere rispettati per la determinazione della tariffa da parte degli enti locali)relativa alla gestione dei rifiuti urbani.

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25 febbraio 2000: Ministero Ambiente - Regolamento recante i valori li it di i i l t i h i d ti l tt i ti hlimite di emissione e le norme tecniche riguardanti le caratteristiche e le condizioni di esercizio degli impianti di incenerimento e di coincenerimento dei rifiuti pericolosi, in attuazione della direttiva 94/67/CE del Consiglio del 16 dicembre 1994.

31 Ottobre 2001: Istituzione di una Commissione parlamentare di31 Ottobre 2001: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.

14 Febbraio 2003: Decreto del Presidente del Consiglio dei MinistriDichiarazione dello stato di emergenza in relazione all'attività di smaltimento dei rifiuti radioattivi dislocati nelle regioni Lazio,smaltimento dei rifiuti radioattivi dislocati nelle regioni Lazio, Campania, Emilia-Romagna, Basilicata e Piemonte, in condizioni di massima sicurezza.

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18 Aprile 2005: Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee. Legge comunitaria 20042004. Art. 18 Obblighi a carico dei detentori di apparecchi contenenti policlorodifenili e policlorotrifenili, ivi compresi i difenili mono e diclorurati, nonché a carico dei soggetti autorizzati a ricevere detti apparecchi ai fini gg ppdel loro smaltimento.Art. 26 Recante misure di razionalizzazione della finanza pubblica.

26 Maggio 2005: Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano. Accordo, ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo, l i i l i t ll' d i di h d ti lle regioni e le province autonome, sull'adozione di una scheda-tipo per la rilevazione annuale dei dati relativi alla quantità dei rifiuti sanitari ed al loro costo complessivo di smaltimento, ai fini dell'istituzione dei sistemi di monitoraggio e di analisi dei costi e della congruità dei medesimimonitoraggio e di analisi dei costi e della congruità dei medesimi.

1 luglio 2009: Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Recepimento della direttiva 2007/71/CE recante modifica dell'allegato IIRecepimento della direttiva 2007/71/CE, recante modifica dell allegato II, della direttiva 2000/59/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui di carico.

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Gestione dei Rifiuti

Lo Stato italiano si è assunto il dovere di recepire nell'ordinamento interno le direttive dell'Unione Europeo e che, per effetto degli articoli 10 e 11 della

Costituzione, le norme contenute in dette direttive, se di applicazione i di i t l i tt i di t l i ttincondizionata, prevalgono nei settori di competenza, sempre nel rispetto

dei principi fondamentali dell'ordinamento e dei diritti inalienabili della persona umana garantiti dalla Costituzione.

La gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse: essi devonoLa gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse: essi devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell'uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente e, in particolare: , p

a) senza determinare rischi per l'acqua, per l'aria, per il suolo e per la fauna e la flora;

b) senza causare inconvenienti da rumori o odori; )c) senza danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse, tutelati in

base alla normativa vigente. Inoltre, la gestione dei rifiuti si conforma ai principi di responsabilizzazione e g p p p

di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell'utilizzo e nel consumo di beni da cui originano i rifiuti, nel rispetto dei principi dell'ordinamento nazionale e comunitario.

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Smaltimento dei rifiuti

• Deve essere effettuato in condizioni di sicurezza e costituisce la fase residuale della gestione dei rifiuti e questi devono essere il piùresiduale della gestione dei rifiuti, e questi, devono essere il più possibile ridotti potenziando la prevenzione e le attività di riutilizzo, riciclaggio e recupero.

2. E’ attuato con il ricorso ad una rete integrata ed adeguata di impianti di smaltimento, che tenga conto delle tecnologie più perfezionate a , g g p pdisposizione che non comportino costi eccessivi, al fine di: - permettere lo smaltimento dei rifiuti in uno degli impianti appropriati più vicini, al fine di ridurre i movimenti dei rifiuti stessi, tenendo conto d l t t fi d ll ità di i i ti i li tidel contesto geografico o della necessità di impianti specializzati per determinati tipi di rifiuti;

tili i t di l t l i iù id i ti lt- utilizzare i metodi e le tecnologie più idonei a garantire un alto grado di protezione dell'ambiente e della salute pubblica.

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3. A partire dal 1° gennaio 1999 la realizzazione e la gestione di nuovi impianti di incenerimento possono essere autorizzate solo se il relativo processo di combustione è accompagnato da recupero genergetico con una quota minima di trasformazione del potere calorifico dei rifiuti in energia utile, calcolata su base annuale, stabilita con apposite norme tecniche, ed è vietato inoltre smaltire i rifiuti urbani non pericolosi in Regioni diverse da quelle dove glirifiuti urbani non pericolosi in Regioni diverse da quelle dove gli stessi sono prodotti, fatti salvi gli accordi regionali o internazionali

4. Dal 1° gennaio 2000 è consentito smaltire in discarica solo i rifiuti inerti, i rifiuti individuati da specifiche norme tecniche ed i rifiuti che residuano dalle operazioni di riciclaggio, di recupero e di es dua o da e ope a o d c c agg o, d ecupe o e dsmaltimento.

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Competenze dello Stato:

L d fi i i d i i i di tt l id i il i i l i il La definizione dei piani di settore per la riduzione, il riciclaggio, il recupero e l'ottimizzazione dei flussi di rifiuti;

l'indicazione delle misure atte ad incoraggiare la razionalizzazione della raccolta, della cernita e del riciclaggio dei rifiuti;

L'individuazione delle iniziative e delle azioni, anche economiche, per favorire il riciclaggio ed recupero di materia prima dai rifiuti, nonché per ggpromuovere il mercato dei materiali recuperati dai rifiuti ed il loro impiego da parte della Pubblica Amministrazione e dei soggetti economici;

L'individuazione degli obiettivi di qualità dei servizi di gestione dei rifiuti; L individuazione degli obiettivi di qualità dei servizi di gestione dei rifiuti; la determinazione dei limiti di accettabilità e delle caratteristiche

chimiche, fisiche e biologiche di talune sostanze contenute nei rifiuti in l i ifi h tili i i d li t irelazione a specifiche utilizzazioni degli stessi;

La determinazione dei criteri qualitativi e quantitativi per l'assimilazione, ai fini della raccolta e dello smaltimento, dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani;

l'adozione delle norme tecniche, delle modalità e delle condizioni di utilizzo del prodotto ottenuto mediante compostaggio, con particolare riferimento all'utilizzo agronomico come fertilizzante e l’aggiornamento dei decreti.

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Competenze delle Regioni:

La regolamentazione delle attività di gestione dei rifiuti, ivi compresa la raccolta differenziata di rifiuti urbani, anche pericolosi, con l'obiettivo prioritario della separazione dei rifiuti di provenienza alimentare, degli scarti di prodotti vegetali e animali, o comunque ad alto tasso di umidità, dai restanti rifiuti;

L’'elaborazione, l'approvazione e l'aggiornamento dei piani per la pp gg p pbonifica di aree inquinate;

L'approvazione dei progetti di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti, anche pericolosi, e l'autorizzazione alle modifiche degli , p , gimpianti esistenti;

l'autorizzazione all'esercizio delle operazioni di smaltimento e di recupero dei rifiuti, anche pericolosi;recupero dei rifiuti, anche pericolosi;

la promozione della gestione integrata dei rifiuti, intesa come il complesso delle attività volte ad ottimizzare il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti;il recupero e lo smaltimento dei rifiuti;

l'incentivazione alla riduzione della produzione dei rifiuti ed al recupero degli stessi.

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Competenze delle Province:

le funzioni amministrative concernenti la programmazione e l'organizzazione dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale;

Il controllo e la verifica degli interventi di bonifica e del monitoraggio ad Il controllo e la verifica degli interventi di bonifica e del monitoraggio ad essi conseguenti;

Il controllo periodico su tutte le attività di gestione, di intermediazione e di commercio dei rifiuti ivi compreso l'accertamento delle violazioni delcommercio dei rifiuti, ivi compreso l accertamento delle violazioni del presente decreto;

La verifica ed il controllo dei requisiti per l’applicazione delle procedure di smaltimento;smaltimento;

Ai fini dell'esercizio delle proprie funzioni le Province possono altresì avvalersi di organismi pubblici con specifiche esperienze e competenze tecniche in materia, con i quali stipulano apposite convenzioni.

Il personale appartenente al Nucleo Operativo Ecologico dell'Arma dei Carabinieri è autorizzato ad effettuare le ispezioni e le verificheCarabinieri è autorizzato ad effettuare le ispezioni e le verifiche necessarie ai fini dell’espletamento di queste funzioni;

Sottopongono ad adeguati controlli periodici gli stabilimenti e le imprese che smaltiscono o recuperano rifiuti in particolare l’origine e lache smaltiscono o recuperano rifiuti, in particolare l origine e la destinazione dei rifiuti.

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Competenze dei Comuni:

I C i di i li l ti d i ifi ti b i iti l ti I Comuni disciplinano la gestione dei rifiuti urbani con appositi regolamenti che, nel rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità, stabiliscono in particolare: a) le disposizioni per assicurare la tutela igienico-sanitaria in tutte le fasia) le disposizioni per assicurare la tutela igienico-sanitaria in tutte le fasi della gestione dei rifiuti urbani; b) le modalità del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani; c) le modalità del conferimento della raccolta differenziata e del trasportoc) le modalità del conferimento, della raccolta differenziata e del trasporto dei rifiuti urbani al fine di garantire una distinta gestione delle diverse frazioni di rifiuti e promuovere il recupero degli stessi; d) le disposizioni necessarie ad ottimizzare le forme di conferimento,d) le disposizioni necessarie ad ottimizzare le forme di conferimento, raccolta e trasporto dei rifiuti primari di imballaggio in sinergia con altre frazioni merceologiche, fissando standard minimi da rispettare; e) le modalità di esecuzione della pesata dei rifiuti urbani prima di inviarli al recupero e allo smaltimento; f) l'assimilazione per qualità e quantità dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani ai fini della raccolta e dello smaltimento sulla base dei criteri fissati ai sensi dell'articolo 18fissati ai sensi dell'articolo 18.

È, inoltre, di competenza dei Comuni l'approvazione dei progetti di bonifica dei siti inquinatidei siti inquinati.