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IL MANCATO BOMBARDAMENTO DI GIBILTERRA DEL GIUGNO 1940

1. L'ITALIA ENTRA IN GUERRA

10 giugno 1940, Benito Mussolini, dal balcone di piazza Venezia, annunciava al popolo italiano che dalle ore 24.00 l'Italia sarebbe entrata in guerra, al fianco della Germania, contro l’Inghilterra e la Francia. Sia gli alleati, tedeschi e giapponesi, che i nemici, francesi ed inglesi, si aspettavano significative azioni militari da parte dell’Italia vista l’ormai evidente disfatta della Francia da parte delle truppe corazzate tedesche. La realtà fu, però ben diversa; l’Italia entrava in guerra… con l’intento di non farla. Mussolini aveva, infatti, dato precise disposizioni affinché fossero effettuate solo azioni di contrasto da parte della marina e dell’aeronautica al traffico aeronavale nemico nel Mediterraneo centrale.“Intende riservare le Forze Armate, e specialmente l'Esercito e l'Aeronautica per avvenimenti futuri. Quindi stretta difensiva, per terra e per aria, in tutti i settori. “ Queste sono le parole riportate dal Capo di Stato Maggiore gen. Pietro Badoglio, nella riunione del 5.6.40 tenuta con i tre capi di Stato Maggiore. In particolare, al gen. Pricolo, Capo di SM della Regia Aeronautica (RA), veniva richiesto di compiere azioni aeree offensive contro Malta e Alessandria, contro la Francia, solo se l’iniziativa fosse partita prima dal nemico e di attendere ordini per un’azione su Gibilterra. Per quest’azione, Badoglio, ne doveva informare prima il Duce in quanto era necessario atterrare in Spagna con 12 aerei.

Il piano di guerra e mobilitazione PR 12, messo a punto dalla RA, prevedeva, per la lotta al traffico aeronavale nel Mediterraneo, di effettuare l'attacco delle forze navali nemiche, sia in mare che nelle basi aeroportuali, mediante bombardamenti di massa. Per la base navale inglese di Gibilterra, però, visto che:

- la distanza, tra questa base e quella italiana più vicina, Alghero in Sardegna, era di 2.600km superiore a quella raggiungibile dai bombardieri della R.A.(*);

- presentava un’orografia montagnosa, con numerose installazioni in caverna, per cui il bombardamento aereo poteva non provocare la distruzione e inutilizzazione della base;

si prevedeva di compiere solo azioni saltuarie, con lo scopo di provocare disturbo e stati di allerta. Questo non appena fossero entrati in linea gli SM82B(**) e/o i Bombardieri a Grande Raggio (BGR) (***), velivoli in grado di effettuare bombardamenti lontani con sufficiente carico di bombe e autonomia.

(*) In totale la RA, al 10.6.40, aveva in linea 5 Stormi di bombardieri SM81 (con 300kg di bombe autonomia di 1.800km), 12 stormi di SM79, (200kg di bombe autonomia di 2.500km), 2 stormi di idro CZ506, (300kg bombe autonomia di 2.750km) e 4 Stormi di BR20 (200kg bombe, autonomia di 2.600km.). Queste autonomie massime, riportate da G. Santoro nel libro “l'Aeronautica italiana nella II guerra mondiale” sono da considerare teoriche. In condizioni operative e belliche le stesse venivano a ridursi, anche in maniera sensibile.

(**) versione da bombardamento del noto velivolo da trasporto S82, i primi tre velivoli da bombardamento approntati dalla ditta SIAI furono inviati il 9.7.40 al Centro Sperimentale di Guidonia e subito impiegati in missione operativa contro la piazzaforte di Gibilterra ( notte del 17.7.40).

(***)Il concorso BGR fu indetto dalla R.A. agli inizi del 1938; dei vari progetti presentati il preferito della R.A. era il Cant Z 1014, in quanto rispondeva pienamente ai requisiti operativi richiesti (velocità superiore a 500kmh, autonomia di 4.000km a 400kmh, forte armamento difensivo e di lancio). Risultò però vincitore il Piaggio P108B, in quanto, nonostante non rispondesse appieno ai citati requisiti, era già in costruzione e la ditta lo forniva ad un prezzo di molto inferiore al CZ1014. Al 10.6.40 era disponibile il prototipo che aveva eseguito il 1° volo il 24.11.1939. La sua messa a punto fu però lunga e laboriosa ed i pochi velivoli costruiti (in tutto 24) entrarono in linea solo dal giugno del 42. Furono impiegati principalmente contro Gibilterra, in pattuglie di pochi velivoli perché ebbero sempre una limitata efficienza operativa a causa per l’inaffidabilità dei motori.

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Fig. 1: Cartina pubblicata su “Cronache della Guerra” del 1940) con riportati i raggi d’azione normali (600 km) dei bombardieri italiani.

2. GLI ACCORDI PRESI DAGLI EX AVIATORI LEGIONARI

Nel contesto delle pianificazioni operative della RA, all’atto dell’entrata in guerra, come riportato da Badoglio, era prevista quindi anche un’operazione di bombardamento contro la roccaforte di Gibilterra. Nel libro “L’aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale” di G. Santoro (*) si legge “l'Aeronautica Italiana non disponeva al giugno del 1940 di velivoli con autonomia tale da raggiungere Gibilterra con compiti offensivi. Il solo apparecchio dotato dell'autonomia necessaria e, al tempo stesso, capace di trasportare un carico sufficiente di bombe era l'S 82, del quale però sino a quel momento erano stati approntati pochi esemplari nella versione trasporto, privi delle installazioni per il carico, il puntamento ed il lancio delle bombe. Se nonostante questa temporanea impossibilità di impiego, lo SM Generale ordinava azioni su Gibilterra, ciò deriva dal fatto che, in base a non definiti contatti ufficiosi presi con le autorità spagnole, nel Capo del Governo, nel Comando Supremo e nello stesso Superarereo si era determinata la convinzione che il governo di Franco avrebbe concesso l'atterraggio ed il rifornimento in territorio spagnolo di una nostra Unità destinata al bombardamento di Gibilterra; la quale unità avrebbe potuto in tal modo superare l'impossibilità derivante dalla insufficiente autonomia dei velivoli”. Non è stato possibile appurare chi per primo ebbe l’idea di eseguire il bombardamento di Gibilterra utilizzando uno scalo tecnico su un aeroporto Spagnolo. Il libro di Borgiotti-Gori sul Savoia Marchetti S79, fa un attenta analisi di questa operazione e riporta che “l’incarico di definire gli illusori previ accordi era ufficiosamente conferito al Magg. Ettore Muti (**), Segretario del Partito Nazionale Fascista e Comandante del 41°Gruppo del 12°Stormo di Ciampino, nella quasi certezza che i suoi vittoriosi trascorsi nei cieli di Spagna con gli S79 dell’Aviazione Legionaria, gli avessero consolidato amicizie importanti, tali da consentire di superare divieti, ottenere gli indispensabili supporti logistici ed il munizionamento di caduta.

(*) G. Santoro, Gen di S. A., durante la guerra fu Sottocapo di Stato Maggiore. Dopo la guerra pubblicò il libro “l'Aeronautica italiana nella II guerra mondiale” che è la fonte più accreditata per quanto riguarda la storia della Regia Aeronautica durante il secondo conflitto mondiale.

(**) Ettore Muti, (1902-1943) è l’Ufficiale italiano che ha avuto più decorazioni di guerra. Volontario durante la 1^ GM, partecipò all’impresa di Fiume e aderì, sin da subito, al fascismo diventando Console di Ravenna. Entusiasta dell’Arma Azzurra, accettò di farne parte con il grado di tenente pilota di complemento. Partecipò alla guerra di Etiopia nella famosa Sq. “La Disperata” con Galeazzo Ciano, di cui divenne grande amico. Fu poi alla guerra di Spagna dove, come capitano al comando di una squadriglia di bombardieri, per le azioni rischiose condotte, gli fu conferita una medaglia d’oro al valor militare. Su proposta di Ciano divenne, dall’ottobre del 1939, segretario del PNF. Con lo scoppio della guerra, con il grado di magg. comandò il 41° Gr da bombardamento partecipando ad azioni contro la Francia. Trasferito, con il suo Gruppo, nell’isola di Rodi effettuò significative azioni belliche come il bombardamento di Haifa e dell’isola di Bahrein. Nell’estate del 43 fu trasferito al Servizio Informazioni Aeronautico ed inviato a Madrid. Dopo il 25 luglio rientrò in Italia e, nella notte del 23 agosto del 43, venne ucciso, in circostanze poco chiare, nel corso del suo arresto, effettuato da carabinieri, per ordine del governo Badoglio.

Le persone maggiormente coinvolte nella pianificazione della citata missione, oltre il Muti, furono:

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il gen. Ruggero Bonomi (*), ex Comandante dell’Aviazione Legionaria in Spagna, che nel 1940 era a Capo del 3° Reparto dello Stato Maggiore (Operazioni), quindi ufficialmente responsabile dei piani e programmi operativi della RA. Essendo Bonomi e Muti amici, ex aviatori Legionari e ricoprendo entrambi incarichi di preminenza nella gerarchia militare e fascista, molto probabilmente, nei loro incontri ufficiali e non, idearono e concertarono il piano di bombardare Gibilterra, confidando nell’aiuto degli ex colleghi spagnoli;

il col. Rocco Appignani, Addetto Aeronautico presso la Regia Ambasciata di Madrid che godeva, così come il Muti che il Bonomi, dell’amicizia sia del Capo di Stato Maggiore Col. Eduardo Gonzalez Gallarza, sia del ministro dell’Aire Gen. Juan Yague Blanco;

E’ da tenere presente che in Spagna, nonostante l’Aviazione Legionaria fosse stata sciolta con la fine della guerra spagnola, erano rimasti in servizio presso i Reparti e stabilimenti dell’esercito de l’Aire numerosi ufficiali e specialisti della RA per curare l’assistenza tecnica dei numerosi velivoli di costruzione italiana ivi lasciati. Il centro principale dell’OMS (Oltre Mare Spagna) era a Madrid con sottocentri a Barcellona e Palma di Maiorca. Questi centri erano provvisti di propri Centri di Comunicazioni Classificate per i collegamenti con la RA.

Fig. 2: Il Gen. Bonomi e il Magg. Muti

(*) Gen Ruggiero Bonomi, pilota di marina durante la 1^ GM, con la costituzione della RA nel 23 vi transitò con il grado di tenente al comando di una squadriglia di idrovolanti. Partecipò alla Crociera del Mediterraneo Orientale. Con lo scoppio della guerra di Spagna comandò la squadriglia di bombardieri SM81, nella quale era anche Ettore Muti, inviata da Mussolini nel luglio del 1936 in Marocco per consentire a Franco il trasporto delle truppe dall’Africa alla Spagna. Vi rimase per più di due anni come Comandante dell’Aviazione Legionaria partecipando a rischiose operazioni belliche e contribuendo con gli uomini e i mezzi forniti dall’Italia (circa 790 aerei e 6.000 uomini) alla costituzione de l’Esercito de l’Aire ed alla vittoria finale. Durante la 2^G.M. fu capo del 3° reparto SMA, poi vicecomandante del CAI (Corpo Aereo Italiano) che operò in Belgio e Francia contro l’Inghilterra. Dopo l’8 settembre 1943, aderì alla Repubblica Sociale Italiana e, nel novembre del 1944, venne nominato da Mussolini Sottosegretario per l’Aeronautica.

3. ETTORE MUTI E IL MANCATO BOMBARDAMENTO DI GIBILTERRA

In previsione dell’entrata in guerra dell’Italia, Ettore Muti si tolse la divisa di Segretario del Partito Nazionale Fascista e riprese quella, a lui più congeniale, di Maggiore pilota della R A. L'incarico affidatogli (3 giugno 1940) era di Comandante del 41° Gruppo del 12° Stormo da bombardamento veloce, dislocato a Ciampino Nord, con la 204^ e la 205^ Squadriglia su velivoli SM79. Praticamente aveva alle sue dipendenze i migliori piloti da bombardamento, quelli dei famosi “tre Sorci Verdi”(*). Muti già dal 5 giugno aveva disposto l’invio del velivolo civile SM75 I-LAME (con piloti il T. Col Federigi e il Cap. Bresil), in carico al suo Gruppo (**) a Siviglia, con lo scopo di eseguire, durante l’avvicinamento a tale aeroporto, un’accurata ricognizione fotografica della roccaforte di Gibilterra.

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Fig 3: il Magg Ettore Muti

Il velivolo, dopo aver sostato nella notte nell’aeroporto spagnolo, tornò in Italia, sorvolando nuovamente la rocca effettuando numerose fotografie. Le informazioni e le fotografie fatte furono utili al Magg. Muti per pianificare la missione bellica. Questa prevedeva l’impiego di n° 12 velivoli SM79 da rischierare a Cagliari Elmas, fare il pieno di carburante e decollare per raggiungere Gibilterra, bombardarla e, sulla via del ritorno, fare uno scalo tecnico alle isole Baleari o in un campo spagnolo, rifornirsi di carburante e tornare in Italia. Il carico bellico veniva limitato a 250kg di bombe per ogni velivolo (il carico max era di 1250kg).

L’8 giugno il Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano, anch’egli Ufficiale pilota di complemento della Regia Aeronautica (***), inviò una lettera al corrispettivo spagnolo Serrano Suner informandolo che “un nostro gruppo di aeroplani da bombardamento, al ritorno da un’importante azione di guerra, dovrà far sosta in uno dei vostri aeroporti per compiere il rifornimento necessario a rientrare in Italia. Il gruppo è al comando di Ettore Muti, Segretario del Partito, Legionario di Spagna e Vostro amico”. Nella lettera, Ciano riportava anche che si

(*) i tre sorci verdi erano il fregio della 205 Sq che fu la prima ad impiegare i velivoli S79, bombardieri all’epoca più veloci dei caccia disponibili (CR32). La 205^ Sq. divenne famosa perché partecipò, con 6 velivoli, e valenti piloti tra cui A. Biseo, B. Mussolini, Tondi e Moscatelli, alla corsa Istres-Damasco del 20-21 agosto 1937, piazzandosi ai primi 5 posti e all’8° posto. Successivamente il 23 gennaio 1938 tre velivoli della 205^Sq. effettuarono il collegamento veloce Roma-Dakar-Rio de Janeiro percorrendo 9.800km in poco più di 24h, alla media di 400kmh.

(**) il 41° Gruppo aveva in carico 18 poi 20 bombardieri SM79 e i velivoli civili l’SM75 I_LAME e l’SM83 I_MOCI.

(***) Galeazzo Ciano partecipò alla guerra di Etiopia, con il grado di capitano pilota, nella 93^ Sq. da bombardamento “La Disperata” insieme a numerose altre personalità fasciste fra le quali c’era anche E. Muti. Nella 2° guerra mondiale con il grado di maggiore, poi tenente colonnello, fu al comando del 105° Gr del 46° St, effettuando azioni contro la Francia, nel giugno del 40, e la Grecia, nel novembre del 40.

rivolgeva a lui per chiedere al Generalissimo Franco di dare le opportune disposizioni affinché ai velivoli e agli equipaggi fosse data l’assistenza necessaria per permettere loro di ripartire subito. L’operazione avrebbe avuto il carattere dell’eccezionalità e non avrebbe avuto ulteriori seguiti; se però avesse avuto clamore internazionale l’Italia si sarebbe assunta l’intera responsabilità dell’accaduto, smentendo l’esistenza di preventivi accordi. L’Italia inoltre si sarebbe impegnata a mantenere il più assoluto segreto su tale operazione.

La lettera di risposta di Serrano Suner del 10 giugno, riportava “ Caro Ciano. Rispondo alla vostra lettera quattro ore dopo averla ricevuta, durante le quali ho parlato col Caudillo della nostra posizione in relazione al gran problema dell’Europa e specialmente dell’Italia. Sono soddisfatto delle notizie che posso comunicarvi. Siamo assolutamente d’accordo con la richiesta di aiuto che ci fate per realizzare il Vostro piano. Non solo per una volta ma per tutte quelle che Voi vorrete. Con nota successiva dobbiamo formulare alcune osservazioni per la migliore esecuzione del Vostro intento. …omissis” Anche Franco, nella risposta alla lettera di Mussolini,

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che lo informava della dichiarazione di guerra del 10 giugno, riportava, in maniera generica, che “Omissis. Cordialmente vi confermo che coglieremo tutte le occasioni per aiutarvi per quanto sarà in nostro potere. Omissis”

Fig 4: Il Magg. Ciano, nel giugno del 40, al ritorno di un’azione effettuata contro la Francia con gli S79 del 105° Gr., 46° Stormo

Tutto, a livello politico sembrava a posto quindi Ettore Muti il 10 giugno, dette il via all’operazione di bombardamento di Gibilterra. Ordinò pertanto al velivolo I-LAME di partire la mattina (ore 06.15) da Ciampino per effettuare una accurata ricognizione su Gibilterra, atterrare a Siviglia e comunicare gli eventuali aggiornamenti. Il giorno dopo, a guerra dichiarata da poche ore, Ettore Muti con 8 velivoli SM79 della 205^Sq, decollò da Ciampino (ore 09.45) per raggiungere Cagliari Elmas, pronto, quindi, ad effettuare il balzo finale per bombardare Gibilterra. Qui però ci fu un primo stop all’operazione. Lo Stato Maggiore Aeronautico non autorizzò la prosecuzione della missione perché non ebbe la conferma della possibilità di utilizzare l’aeroporto spagnolo (Siviglia) predisposto per rifornire gli S79. Possiamo quindi capire il disappunto del Magg. Muti, che il 12 giugno, con i suoi S79, si vide costretto a rientrare alla base di Ciampino. Il velivolo I-LAME, rimasto sul campo di Siviglia, lo stesso giorno effettuò un ulteriore passaggio sulla rocca e sullo stretto di Gibilterra ed il giorno successivo, 13 giugno, decollò da Siviglia alle 1030 diretto a Ciampino sempre passando sopra la rocca.

La missione non veniva però cancellata. Nei giorni successivi vennero ripresi i contatti per poterla effettuare al più presto. Il 14 giugno il solito velivolo I_LAME decollò da Ciampino per sorvolare la Rocca ed atterrare a Siviglia da dove iniziò ad effettuare una serie di voli, quasi giornalieri (15,16,17,18, 21, 23giugno), con destinazione Ceuta e Tetuan, nel Marocco spagnolo, per tenere sempre sotto osservazione la roccaforte di Gibilterra, rientrando poi a Ciampino il 24 giugno, sempre sorvolando la rocca.

4. LA DOCUMENTAZIONE UFFICIALE SULL’OPERAZIONE

Seguiamo ora l'evolversi della operazione attraverso la lettura della documentazione ufficiale reperita sia nelle cartelle “SIA” dell’Ufficio Storico dell’AM che in quelle di “Gabaereo” dell’Archivio di Stato (in corsivo il testo integrale):

Fig. 5: i tre sorci verdi dipinti sulla fusoliera di un S79 della 205^Sq. del 41° Gr.

a. 21 giugno, msg n° 1057/S, indirizzato da Aeritalia (Addetto Aeronautico) Madrid a Gabaereo (Gabinetto del Ministro dell’Aeronautica):“Capo di Stato Maggiore Aire

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informatomi confidenzialmente essere disposto concedere eventuale base rifornimento carburanti et lubrificanti per eccezionali necessità apparecchi e predisporvi, at richiesta, fabbisogno servizi aerei. Egli però riterrebbe opportuno che detto rifornimento avvenisse presso aeroporto esclusivamente militare, preferibilmente nella zona di Mar Menor (Cartagena), scopo evitare che numerosi agenti inglesi operanti altra regione ….(mancano alcuni gruppi)/./segue lettera esplicativa. F.to Appignani”

b. 21 giugno, fg. 1058/S da Aeritalia Madrid (addetto Aeronautico) a Gabaereo: “oggetto: base rifornimento in Spagna per nostri apparecchi militari. A seguito del msg 1057, in data odierna, ho il pregio di comunicare quanto segue: Il giorno 19 corrente mese, venivo invitato dall’Incaricato d’Affari di questa Regia Ambasciata, Conte Zoppi, ad assistere ad un colloquio con questo ministro degli Affari Esteri , Colonnello Beigbeder, da egli chiesto allo scopo di conoscere preventivamente quale sarebbe l’atteggiamento di questo governo, nel caso che nostri apparecchi militari, in azioni di guerra nella zona adiacente o prospiciente il territorio spagnolo, avessero necessità di atterrare su aeroporti spagnoli, per eventuale rifornimento di carburante e lubrificante. Durante tale colloquio, il ministro Beigbeder si mostrò di massima favorevole ad una nostra iniziativa in tal senso, ed assicurare che avrebbe appoggiato la nostra richiesta, nel prospettarla al generalissimo ed al ministro Yague. Contemporaneamente venni invitato a prender contatto con il Ministero del Aire. Recatomi dal Capo di SM, Col. Gallarza, questi si è dichiarato a mia completa disposizione, promettendo qualsiasi aiuto da parte sua. In via amichevole, egli mi ha però prospettato l’opportunità che, come base di eventuale riferimento, venisse utilizzato un aeroporto militare, preferibilmente della zona del Mar Menor (Cartagena), e ciò per eventuali ragioni di segretezza, dato che in altre regioni, e specie in Andalusia, operano numerosi agenti inglesi. Ove risultasse conveniente uno dei campi esistenti in detta località, egli sarebbe disposto a trasferirvi anticipatamente qualcuno degli S79 che sono in dotazione ai reparti spagnoli, allo scopo di far passare inosservato il movimento di nostri apparecchi di tale tipo, nonché a predisporvi, dietro nostra richiesta, i quantitativi di benzina ed olio di ricino che saranno ritenuti necessari. Nel segnalare quanto precede, rimango in attesa di eventuali istruzioni che codesto Superiore Gabinetto crederà farmi pervenire. F.to Appignani”

Fig. 6: un S79 della 205^Sq, 41° Gr., 12° St. nel campo di Ciampino-

b. 24 giugno, msg 46227/S dal Ministero dell’Aeronautica a Aeritalia Madrid “riferimento foglio 1058/S datato 21 corrente (manca il punto) comunicare quantitativi munizionamento, carburanti e lubrificanti che potranno essere posti disposizione nostri apparecchi. E’ preferibile che materiale menzionato sia disponibile su aeroporto Alicante e non su quello Cartagena in quanto Alicante est più conveniente per maggiori dimensioni campo. Se non possibile utilizzare subito Alicante si potrà impiegare Cartagena in attesa che il primo sia pronto per consentire azioni aeree con continuità. Rimango attesa urgente riscontro. F.to Pricolo”

c. 24 giugno, fg. 1078/S, da Aeritalia Madrid a Gabaereo “oggetto: base rifornimenti in Spagna per nostri apparecchi militari. A seguito del fg 1058, si ha il pregio di informare che il Capo di SM del Aire sarebbe disposto a concedere, come eventuale base di

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rifornimento per i nostri apparecchi il campo di Carmoli, fornendo i quantitativi di carburante e lubrificante all’uopo necessari. Il predetto capo di SM , nel comunicare quanto sopra, ha prospettato allo scrivente la necessità di essere tempestivamente avvertito delle date di eventuale utilizzazione di detto campo, di cui si inviano tre schizzi fotografici. F.to Appignani”

d. 25 giugno, nella riunione tenutasi presso lo Stato Maggiore Generale, il gen. Badoglio chiese espressamente al gen Pricolo di bombardare Gibilterra, utilizzando i noti accordi ufficiosi con la Spagna, in quanto su tale porto, dai rapporti inviati dagli agenti del SIM , era stato riscontrato un forte incremento d’unità navali britanniche (come noto la Forza H si stavano rinforzando per procedere all’attacco della flotta da battaglia francese ancorata ad Orano dopo la loro richiesta di armistizio). In particolare nel relativo verbale è riportato:

“Badoglio:esaminiamo innanzi tutto due questioni di importanza limitata che interessano essenzialmente l'aviazione: Gibilterra e Malta. Per Gibilterra, bisogna cercare di farci dare dagli spagnoli oltre che il carburante, anche le bombe.

Pricolo: è già stato fatto. Gli spagnoli ci possono dare bombe per tre, quattro azioni.

Badoglio: dato che il porto di Gibilterra è piuttosto ristretto e contiene obbiettivi anche di grandi dimensioni, c'è da sperare, arrivando la mattina presto, di conseguire buoni risultati. I piloti li abbiamo e in questi giorni hanno dimostrato massimo ardire e massima buona volontà. Essi giungendo su Gibilterra non affaticati da una lunga traversata in mare, possono dare una buona lezione agli inglesi. Disponete in questo senso appena potete.

Pricolo: credo che fra due o tre giorni al massimo si potrà agire”.

e. 26 giugno, msg n° 1096/S, da Aeritalia Madrid a Gabaereo “rientrato immediatamente Madrid ho conferito con Capo di SM Aire che non consiglia utilizzare campo Alicante per seguenti motivi: vicinanza centri abitati cui sarebbe notato movimenti nostri apparecchi; minori dimensioni del campo volo et presenza su aeroporto uno stormo Curtiss ivi dislocato che intralcerebbe nostre operazioni/./At comprensivo giudizio risulta più conveniente invece campo di Carmoli, nei pressi Cartagena, situato lato a mare in zona isolata et di maggiori dimensioni di quelle di Alicante. Inoltre da aeroporto militare Sjaver, distante solo10km da quello di Carmoli, potrà essere fatto affluire su questo ultimo carburante et lubrificante necessari per cui quantitativo non fa alcuna riserva/./Circa munizionamento, desidererebbe (il CSM de l’Aire) inoltre conoscere tipo et calibro per esaminare possibilità loro approntamento/./At mezzo corriere diplomatico che giungerà oggi costà con aereo postale Ala Littoria inviato foglio n° 1078/S con allegati tre schizzi campo Carmoli. F.to Appignani”

Fig 7: il medagliere di Ettore Muti

f. 27 giugno, il velivolo I_LAME con a bordo il Gen Bonomi parte da Ciampino alle 07.40 ed atterra a Madrid alle ore 14.00

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g. msg 1107/S, da Aeritalia Madrid a Gabaereo, “Seguito msg 1096/S corrente 26. Per mattino sabato 29 sarà approntato su campo Carmoli quantitativo carburante et lubrificante occorrente, nonché 150 bombe da 100kg et 30 bombe da 250kg. Comunica/./ Gen. Bonomi mattino detto giorno 29 corrente attenderà arrivo Gruppo at Carmoli. F.to Appignani”

h. 27 giugno, msg 47153/S, da Ministero Aeronautica a Aeritalia Madrid “ Comunica at Bonomi che sta bene per munizionamento bombe da 100. Est indispensabile avere sul posto almeno 50 bombe da 250. Tenere presente che la spedizione anziché di 18 apparecchi sarà di 20 apparecchi. F.to Gen Urbani”

i. 27 giugno, msg 306/S, da Ambasciata Madrid a Ministro Anfuso” seguito msg 281, Bonomi telegraferà oggi dettagli per suo dicastero. Posso anticipare che tutto procede nel migliore dei modi. F.to Zoppi”.

j. 28 giugno, Il velivolo I_LAME da Madrid si trasferisce a Siviglia. k. 28 giugno, msg 1115/S, da Aeritalia Madrid a Gabaereo “Capo di SM Aire informami che,

causa ritardo trasporto bombe et spolette che devono affluire da altro aeroporto, difficilmente munizionamento potrà essere approntato su campo Carmoli prima di domani 29 sera/./ Consigliasi pertanto che arrivo gruppo su campo Carmoli sia rinviato at Domenica 30 mattina, consigliasi anche che con gruppo stesso giunga numero armieri sufficienti per assicurare messa a punto bombe stesse/./ provvedo avvertire Generale Bonomi attualmente Carmoli. Fto Appignani”

l. 28 giugno, il velivolo I_Lame parte da Siviglia, alle ore 10.00, con a bordo il Gen Bonomi, per effettuare un’ultima ricognizione su Gibilterra ed atterrare poi sul campo di Carmoli alle 15.05.

m. 29 giugno, msg 1118/S, da Aeritalia Madrid a Gabaereo per Gen Urbani “ generale Bonomi ritiene opportuno che con noto gruppo giunga at campo Carmoli anche tenente Anelli provvisto macchina per ripresa cinematografica. Omissis. F.to Appignani”

n. 29 giugno, msg 1119/S, da Aeritalia Madrid a Gabaereo “quantitativo bombe da 250kg richiesto con telegramma 47153 corrente 28 non potrà essere approntato campo Carmoli prima 3 aut 4 giorni/./ Pertanto confermasi che entro giornata 29 corrente saranno pronte su campo predetto 150 bombe da 100kg et 30 bombe da 250 kg, come segnalato con telegramma cifrato 1107/s corrente 27. F.to Appignani”

o. il 29 giugno, alle 05.25, n° 20 velivoli SM79 del 41° Gruppo (204^ e 205^ Sq) decollano da Ciampino con destinazione il campo di Carmoli, che viene raggiunto alle ore 10.10. Ad attendere i velivoli c’è il gen. Bonomi con il velivoli SM83 I-MOCI, giunto un’ora prima da Alghero dopo aver effettuato una ricognizione sulla rocca. L’SM75 I_LAME alle 0940 decollò dal campo con direzione Ciampino sempre dopo aver effettuato un passaggio sulla rocca. Dopo poche ore, viene trasmesso msg 1123/S, da Aeritalia Madrid a Gabaereo “dopo aver ottenuto le ampie assicurazioni di qualsiasi assistenza per

Fig. 8: velivoli S79 della 205^ Sq del 41° Gr in volo

per tutte le necessità nota spedizione, governo spagnolo, per motivo che non trova modo giustificare et precisare, ha determinato, ultimo momento, vietare esecuzione nostra missione. Gen. Bonomi appositamente recatosi in volo Madrid, conferito con nuovo ministro Aire/./ Gruppo rientrerà pertanto sede domani 30 cormes/./Segue relazione. F.to

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Appignani/./” Lo stesso 29 giugno, viene originato un altro messaggio, senza numero identificativo e provenienza, indirizzato a Gabaereo “d’ordine Stato Maggiore Spagnolo ricevo strano ordine sospensione azione et rientro/./ Comunque resterò qui a tutto domani, Bonomi est ora andato a Madrid per conferire con Appignani et Autorità. Stimo sospendere ritorno Spagna I-LAME Federici. F.to Muti”

p. 30 giugno, msg senza numero da apparechhio V1XY a Gabaereo “Non viene consentita azione. Rientro Roma decollo ore 09.30 avvertire Sardegna sorvolo ventuno aeroplani. F.to Muti” Invece furono solo 13 gli SM79 che partirono da Carmoli (alle ore 14) per tornare a Ciampino (alle ore 18.25). Gli altri 7 velivoli rimasero sull’aeroporto, ufficialmente per problemi insorti sui motori. Il 30 giugno con msg 1132, originato da OMS per Gabaereo comunica che “ Mayer con 7 apparecchi impossibilitato partire oggi, necessitano manutenzione motori. Partira Domattina. F.to Bonomi”. C’è un ulteriore msg, 1133/S, dello stesso giorno originato sempre da OMS per Gabaereo “Pregasi inviare, a mezzo aereo linea ala littoria in partenza per Madrid domani 1° luglio numero 100 candele F.R. 12, richieste da Cap. Mayer. F.to Appignani“

q. 1 luglio, con msg 11134/S, da Aeritalia Madrid a Gabaereo, “Capitano Mayer è partito stamane at ore 08.45 con 5 apparecchi, altri 2 rientreranno con Gen. Bonomi non appena effettuato cambio candele.F.to Appignani”

r. Il 2 luglio, con msg n° 40/S, originato da OMS per Gabaereo “Gen. Bonomi ha avuto oggi colloquio con Ministro Aire. Possibilità esecuzione secondo primi accordi rimandata alcune settimane. Gen. Bonomi partirà domani all’alba per Carmoli, portando con se candele FR12 giunte oggi. Proseguirà mattinata stessa per Roma unitamente a 2 S79 rimasti colà. .F.to Appignani”

s. Il 3 luglio con un msg senza numero da OMS a Gabaereo, il Col. Appignani comunica: “3 apparecchi Gen. Bonomi partiti per Roma stamane ore 09.20.”

Fig. 9: il velivolo SM 83 I-MOCI

5. LE RELAZIONI SULLA MANCATA OPERAZIONE

Nel verbale della riunione del Capo di SMG con i Capi delle FFAA, tenutasi il 2 luglio 1940, veniva riportato:

“Badoglio: per Gibilterra quali difficoltà vi sono?

Pricolo: gli spagnoli hanno rifiutato all'ultimo momento l'assistenza promessa; forse anche in seguito al cambiamento del Ministro de l'Aire, avvenuta in questi giorni. Avevamo già inviato 20 apparecchi ed erano state preparate le bombe e la benzina necessaria. Poco prima dell'azione hanno cominciato a sollevare difficoltà. Allora abbiamo dovuto far tornare indietro gli aerei- il generale Bonomi è andato a parlare direttamente con Franco ed abbiamo anche interessato gli Esteri per chiarire la situazione. Forse ci autorizzeranno la prima azione che avevamo prevista: partenza dall'Italia e, dopo effettuato il bombardamento, atterraggio a Cartagena per il rifornimento per il viaggio di ritorno. Ad ogni modo non ci daranno la possibilità di adoperare

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un campo loro come base, non dico permanente, ma neanche temporaneo, come era stato già prospettato.”

Come riportato nel messaggio del Col. Appignani del 29 giugno, il Ministro de l'Aire , gen. Juan Yague Blanco, era stato sostituito dal gen Juan Vigon Suero Diaz e quest’ultimo non dette l'autorizzazione al decollo dei velivoli dal campo di Carmoli per il bombardamento di Gibilterra. Il gen. Yague venne destituito da Franco il 27 giugno 1940 in quanto i rapporti fra loro erano andati via via a deteriorarsi perché il Ministro de l’Aire era apertamente a favore dell'intervento della Spagna con le forze dell'Asse contro l’Inghilterra. Inoltre Franco era venuto a sapere (dal suo servizio segreto) che Yague stava tramando per la sua destituzione in favore del ritorno della monarchia in Spagna. Questa notizia fece evidentemente prendere a Franco la decisione di sostituirlo e di togliergli ogni potere politico e militare.

Fig. 10: lo stretto e la rocca di Gibilterra (disegno riportato su “Cronache della Guerra” del 1940).

Nella corrispondenza proveniente dall’Ambasciata d’Italia a Madrid, reperita presso l’Archivio di Stato, sono state rinvenute due relazioni a firma dell’Incaricato d’Affari e dell’Addetto Militare in merito alla mancata operazione. La loro lettura è molto esaustiva e spiegano, nei particolari, i motivi delle mancata operazione, se ne riportano pertanto i testi integrali

Fg. 4106/1206/S del 1.7.40, da R. Ambasciata a R- Ministro degli Affari Esteri.

“Come avevo riferito col mio msg segreto n. 265, il 18 giugno corrente anno, Federici(*) mi riferiva che la notizia relativa al noto progetto per cui egli aveva approntato nel campo di aviazione di Siviglia 30.000 litri di benzina era trapelata, e che il comandante di quello stesso campo aveva fatto conoscere al rappresentante dell’Ala Littoria di non poter consentire, salvo ordini superiori, il rifornimento di carburante agli attesi apparecchi (**). In conseguenza di ciò, poichè subito dopo l’entrata dell’Italia in guerra, le autorità si erano dichiarate disposte a prestarci eventuale assistenza in fatto di rifornimenti per sottomarini (ed intese in tal senso erano favorevolmente in corso) ritenni conveniente prendere con questo governo opportuni contatti cercando di estendere tale assistenza anche al campo aereo.

(*) Francesco Federici era il nome che il Gen Bonomi aveva preso nel 1936 per arruolarsi nell’aviazione del “El Tercio” (legione straniera) e partecipare come volontario alla guerra Spagnola, senza dover compromettere l’Italia. Gim Valeri era il nome adottato da Ettore Muti

(**) Questo spiega il motivo della mancata missione di bombardamento di Gibilterra del Comandante Muti del giorno 11 luglio 1940. Sul campo di Siviglia (che era militare e civile) era stata approntata, su richiesta del Gen Bonomi, la benzina per il rifornimento dei 10 S79 di ritorno dal bombardamento di Gibilterra. La notizia di tale rifornimento e quindi la missione era stata scoperta dagli agenti nemici e visto che l’operazione era improntata sulla segretezza, lo Stato Maggiore della RA (ovvero il Gen Bonomi) non dette l’autorizzazione al decollo dei velivoli di Muti, già pronti a partire dall’aeroporto di Cagliari Elmas.

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Questo Ministero degli Affari esteri, da me interessato in merito, dopo ottenutane autorizzazione dal Caudillo (così egli almeno mi disse) autorizzava questo Addetto Aeronautico a porsi a tale scopo d’accordo con il capo di stato maggiore dell’Aria, Col. Gallarza. Quest’ultimo si dichiarava senz’altro d’accordo per il rifornimento dei nostri aerei del necessario carburante e di sua iniziativa prometteva oltrechè la benzina anche l’olio di ricino. Solo faceva presente la opportunità di sostituire il campo di Siviglia con quello di Carmoli presso Cartagena (mio msg n. 281), dove si offriva anche di mandare alcuni S79 spagnoli per abituare quella città alla sagoma di questo tipo di apparecchi: ciò per far passare inosservato l’arrivo dei nostri aerei di tipo uguale. Comunicato quanto precede da questo Addetto Aeronautico al R. Ministro dell’Aeronautica, quest’ultimo inviava a Madrid il Gen. Bonomi per concertare opportune intese e per cercare di ottenere che, oltre al carburante, venisse possibilmente messo a nostra disposizione un certo quantitativo di bombe di origine italiana qui rimaste dopo la guerra civile. Il gen. Bonomi prendeva a tale scopo contatto con il Col. Gallarza il quale non sollevava al riguardo alcuna difficoltà e solo chiedeva che il generalissimo ne fosse informato e desse il suo consenso. Si recava quindi dal ministro Beigbeder per appoggiare la richiesta del Gen. Bonomi e per pregarlo di chiedere il benestare del generalissimo. Beigbeder si prometteva di interpellare Franco e di farmi quindi conoscere la decisione che questi avrebbe adottato. E difatti il 27 mattina Beigbeder, presente il Gen. Bonomi e questo addetto Aeronautico Col. Appignani, mi informava che Franco non aveva obiezioni acchè venissero date ai nostri aerei “carburante, bombe generi alimentari e quanto altro potesse loro occorrere, purchè tutto venisse fatto con segretezza” aggiungeva a me d’esempio, che sarebbe stato opportuno circondare il campo di aviazione da guardia per non lasciare avvicinare nessuno al momento dell’arrivo dei nostri aeroplani, che conveniva pure interrompere le comunicazioni telefoniche fra il campo stesso e l’esterno, e magari mascherare i distintivi degli aerei italiani. A conclusione del colloquio (mio msg n. 306) il Ministro Beigbeder consegnava al Col. Appignani una lettera redatta di suo pugno in nostra presenza e diretta al capo di Stato Maggiore dell’aria Col. Gallarza, nella quale dava a quest’ultimo istruzioni di mettersi d’accordo con il R. Addetto Aeronautico senza sollevare difficoltà per quanto veniva da lui demandato. Nel pomeriggio del 27 giugno, al Ministero dell’Aria, in una atmosfera di grande cordialità e cameratismo, venivano concretate le intese che il col. Appignani telegrafava nella stessa giornata al suo dicastero a Roma e che consistevano:

1°) – nel predisporre nel campo di Carmoli (Cartagena) il carburante e lubrificante necessario per 18 apparecchi (litri 60.000 di benzina e il corrispondente quantitativo di olio di ricino);

2°) – nel far affluire dai depositi di Granata ed altri circostanti 150 bombe da 100kg e 30 bombe da 250kg, corrispondenti all’armamento di 18 apparecchi.

Fig 12: il Gen Juan Yague Blanco, Ministro de l’Aire fino al 26 luglio 40

Dopo di che, il gen Bonomi si recava al campo di Carmoli (Cartagena) ed il Col. Appignani informava il R. Ministero dell’Aeronautica che tutto sarebbe stato pronto a cominciare dal mattino del 29. Il giorno 28 il Ministro dell’Aria Yague veniva sostituito con il generale Vigon, sino allora Capo dell’Alto Stato Maggiore, uomo serio, onesto e di fiducia del generalissimo, ma

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per sua natura schivo di responsabilità, estremamente prudente e di temperamento indeciso. Il 28 sera questo Addetto Aeronautico veniva informato dal Capo di S.M. dell’Aria, e ne informava subito a Roma, che conveniva ritardare l’arrivo degli aerei perché sino al 29 sera le bombe promesse non avrebbero potuto arrivare a Cartagena. Il 29 mattina non essendo tale comunicazione pervenuta in tempo a Roma, giungeva al campo di Carmoli il noto gruppo, accolto da quelle autorità aeronautiche e dai camerati spagnoli, in base alle istruzioni ad essi precedentemente dirette dal Col. Gallarza con la massima cordialità ed a quanto mi ha riferito il gen. Bonomi anche con schietto entusiasmo. Ma nel pomeriggio dello stesso giorno 29, il Gen Vigon ed il Col. Gallarza chiamavano il Col Appignani e lo informavano che il generalissimo disapprovava quanto era stato concordato e rimproverava a Beigbeder e al Ministero dell’Aria di essere andati oltre le sue istruzioni, asserendo che egli non era stato messo al corrente né del progettato rifornimento di materiale esplosivo(!) né del fatto che gli aerei italiani sarebbero giunti in così gran numero. Il gen. Vigon aggiungeva che una operazione di tale natura avrebbe compromesso la Spagna rischiando di trascinarla in una guerra per la quale le Forze Armate del paese non sono ancora pronte. Nel frattempo era venuto a Madrid da Carmoli il gen Bonomi il quale prendeva contatto con il gen. Vigon che tuttavia gli confermava quanto già detto al Col. Appignani. Resosi Beigbeder irreperibile cercavo di prendere contatto col generalissimo il quale mi faceva confermare quanto sopra esposto. E’ certo difficile poter controllare se e sino a qual punto sia esatto che le istruzioni del Generalissimo siano state oltrepassate da Beigbeder e dal Ministro dell’Aria, o se questo rimprovero rivolto da Franco ai suoi collaboratori non serva piuttosto a mascherare una di quelle resipiscenze, frequenti come noto in questo paese,. Mia impressione, corroborata dall’insieme delle circostanze su esposte e da qualche ammissione fatta tanto dal col Gallarza quanto da Serrano Suner, è che il Gen. Vigon, trovatosi, appena assunto il suo nuovo dicastero dinanzi al progetto di cui trattasi e ne sia impressionato e ne abbia impressionato Franco consigliandolo a rimangiarsi le autorizzazioni concesse; giacchè non appare pensabile che tanto Beigbeder quanto il Ministero dell’Aria abbiano, in maniera così delicata, potuto mentire o equivocare sulle intenzioni del generalissimo. Conosco ormai abbastanza bene la mentalità di questa gente per non rendermi conto che l’insistere in tali condizioni, e di fronte alla posizione presa da Franco, non avrebbe sortito il risultato sperato ed avrebbe anzi potuto creare situazioni delicate, da evitarsi, a mio subordinato parere, in questo ambiente e nell’attuale momento per un complesso di ovvie ragioni. Ho quindi ritenuto preferibile, d’accordo con tutti gli interessati, di riportare la questione alle sue origini e cioè alla semplice richiesta di carburanti; in un colloquio che ho avuto su tale argomento il 30 mattina con Serrano Suner lo ho quindi pregato di appoggiare la richiesta di rifornimento di benzina avanzata al gen. Vigon e già contemplata in precedenti intese. Ciò che egli mi ha promesso di fare (mio msg n.310), facendomi però comprendere l’opportunità di rinviare la questione di qualche tempo. Firmato Zoppi. “

Fig.13: il Col Eduardo Gonzales Gallarza, capo di SM dell’Aire

Fg. 1141/S, datato 1.7.40, da Aeritalia Madrid al Ministero dell’Aeronautica gabinetto del ministro quanto segue:

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“Relazione sulle trattative svolte con le autorità spagnole per l’eventuale utilizzazione di una base di rifornimento apparecchi. Come comunicato con il fg. 1058/s del 21 corrente, il giorno 19 u.s., in seguito ad invito dell’Incaricato di affari di questa R. Ambasciata, Conte Zoppi, presi

Fig. 14:il nuovo capo di SM dell’Aire Gen Juan Vigon Suero Diaz

contatto con il Capo di SM dell’Aria, Col. Gallarza, nell’intento di conoscere quale assistenza avrebbe potuto essere prestata, nel caso che nostri velivoli, in azione di guerra nella zona adiacente o prospiciente il territorio spagnolo, avessero avuto necessità di atterrare su un aeroporto locale per rifornirsi di carburanti e lubrificanti. Il Capo di SM si mostrò senz’altro a nostra completa disposizione, aggiungendomi, anzi, che a suo giudizio e per ragioni di segretezza, la località a tale scopo più opportuna sarebbe stata quella di Cartagena, mentre era da scartarsi la zona dell’Andalusia, ove era stata notata la presenza di numerosi agenti inglesi. Di quanto sopra detti notizia con il msg 1057/S del 21 stesso e con il citato fg. 1058/S. Il giorno 23 il Col. Gallarza, da me intrattenuto nuovamente sull’argomento, mi precisò, in relazione alla precedente intesa, che sarebbe stato disposto a concedere, come eventuale base di rifornimento, il campo di Carmoli ed a fornire i quantitativi di carburante e lubrificante all’uopo necessari. Nello stesso tempo, mi consegnò 3 schizzi fotografici di detto campo, che inviai allegati al fg 1078/S del 24 corrente. Poichè assicurazioni, nello stesso senso, erano state date da Questo Ministero degli Affari Esteri al nostro Incaricato d’Affari, e tutto sembrava pacifico, il 25 partivo per Lisbona, ove la mia presenza veniva richiesta da quella R. Legazione. Rientrato a Madrid la mattina del 26, in seguito al msg di codesto ministero n° 46227 del 24 corrente, mi recai subito dal Capo di SM, per ottenere che, oltre al carburante, venisse messo a nostra disposizione un certo quantitativo di bombe. Del risultato di detto colloquio riferii con msg n, 1096/S del 26 corrente. Aggiungo che il capo di SM fu, in primo tempo, sorpreso della nostra richiesta di munizionamento, non essendosene mai prima di allora parlato, e cercò di fare delle difficoltà, che però riuscii a superare. Mi prospettò, tuttavia, l’opportunità che questa R. Ambasciata ottenesse, per via diplomatica, l’autorizzazione del Generalissimo. Nel pomeriggio di detto giorno, giunse a Madrid, il Sig. Gen. Bonomi, ed assieme tornammo dal Capo di SM dell’Aria, che confermò quanto aveva detto il mattino insistendo sulla necessità che il Caudillo ne venisse informato e desse il suo benestare. Nell’intento di ottenere tale consenso, il conte Zoppi si recò subito dal Ministro degli Affari esteri, il quale promise il suo immediato interessamento presso il generalissimo, riservandosi di dargli risposta a riguardo per l’indomani giorno 27 mattina, dopo un colloquio che avrebbe con questi avuto nella notte dal 26 al 27. Ed infatti il 27 mattina, ci recammo, il Gen. Bonomi, il conte Zoppi ed io, dal Ministro Beigbeder, per avere la risposta, che fu affermativa. Il ministro Beigbeder, a conclusione di quanto comunicatoci, ci consegnò una lettera per il capo di S.M. dell’Aria, nella quale gli diceva di mettersi a nostra disposizione e di agevolarci, per tutto quanto poteva occorrere. Prendemmo quindi il gen. Bonomi ed io, nuovamente contatto con il Col. Gallarza, al quale consegnammo la lettera del ministro Beigbeder, e , d’accordo, concretammo, anche nel dettaglio, le nostre richieste precisando il quantitativo di bombe (150 da 100kg e 30 da 250kg) e di benzina (oltre 60.000litri) e di olio di ricino di cui avremmo avuto bisogno. Nel corso di detto colloquio, si discusse anche sull’itinerario più conveniente da seguire, partendo da Carmoli, per portare l’attacco su Gibilterra nelle migliori condizioni ed agire di sorpresa sul nemico. Di quanto innanzi

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concretato detti comunicazione con il msg 1107/S del 27 corrente. Nel pomeriggio, il gen. Bonomi partiva per Siviglia, per dare l’ordine di ritiro di tutta la benzina già accantonata sul campo di San Pablo (in modo che le voci, che correvano in quella località, cessassero al conoscere che i preparativi fatti venivano interrotti), essendo sua intenzione raggiungere Carmoli il giorno successivo, per predisporvi quanto necessario per l’arrivo degli apparecchi. Il 28 mattina, avuta conoscenza del cambio di Ministro del Dicastero dell’Aire, mi recai immediatamente dal capo di SM per avere notizie al riguardo e per sentire anche se tale fatto potesse apportare qualche variante agli accordi stabiliti, ma ebbi la più ampia assicurazione che nulla sarebbe stato modificato, in quanto della questione si era interessato il generalissimo, che, a quanto dello stesso assicuratomi, gli avrebbe confermato personalmente l’autorizzazione concessa. Quindi ancora tutto sembrava pacifico. Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, il capo di stato maggiore dell’Aria mi informava che, a causa di un imprevisto ritardo sui trasporti delle bombe e delle spolette, (che dovevano affluire da Granata e da altri aeroporti lontani) il munizionamento non avrebbe potuto essere approntato che per la sera del 29, anziché per il mattino, e mi pregava di avvertire, in conseguenza, codesto Gabinetto, perché il Gruppo giungesse a Carmoli il 30 anziché il 29 mattina. Inviai perciò il telegramma urgentissimo n.1116/S. Giuntomi nel frattempo il msg 47153, interessai immediatamente il capo di SM dell’Aria per conoscere se poteva dare il maggiore quantitativo di bombe richiesto. Mi sembrò contrariato, e solo dopo vive insistenze, ottenni la promessa che avrebbe dato l’ordine necessario. Però mi aggiunse che, essendo festivi i giorni 29 e 30, dette bombe non avrebbero potuto essere approntate sul campo di Carmoli prima di tre o quattro giorni. Inviai in proposito il msg n. 1119/S. Il giorno 29 mattina, una telefonata del capo di SM dell’Aria mi avvertiva che il gen. Vigon, nuovo ministro dell’Aria, desiderava vedermi, e che, a tale scopo, mi aveva fissato un colloquio per le 13. Recatomi pertanto dal gen Vigon, all’ora stabilita, ebbi subito la sensazione, alle prime battute scambiate, che si cercava di fare marcia indietro. Mi parlò delle difficoltà dell’attacco a causa di predisposizioni di difesa, quasi volesse convincermi sulla opportunità di desistere dall’azione i cui risultati, a suo giudizio, sarebbero stati dubbi. Gli feci notare che una parte di rischio esiste in ogni impresa e che di esso era stato certamente tenuto conto, essendo ben noto a Roma il sistema difensivo di Gibilterra. Di fronte alle mie obiezioni, ed alla mia insistenza (il colloquio durò un’ora e un quarto), mi lasciò tuttavia comprendere che per il momento le cose avrebbero avuto corso. Nel pomeriggio dello stesso giorno (ore 17 circa), invece , il capo di SM, nel comunicarmi che il nostro Gruppo era giunto poco prima a Carmoli, mi informò, con mia grande sorpresa, che era stato costretto, in seguito a disposizioni sopravvenute dal generalissimo, a dare l’ordine di farlo rientrare immediatamente. Mi aggiunse in proposito che il Caudillo avrebbe provveduto a dare giustificazioni a Roma del provvedimento. Non appena terminata detta comunicazione, fui chiamato per telefono da Bonomi, che mi espresse, naturalmente, la sua meraviglia per l’inatteso contrordine. Cercai di fargli capire qualcosa di quanto era, nel frattempo, avvenuto, e, in conseguenza, egli decise di venire subito a Madrid. Dal gen. Bonomi, che a bordo di uno Junkers dell’aviazione spagnola giunse a Barrajas verso le ore 20, appresi che il gruppo era arrivato a Carmoli il mattino del giorno 29, e non nel pomeriggio, come mi aveva riferito il Col. Garraza. Insieme ci recammo subito in casa del capo di SM dell’Aria che nulla seppe aggiungere a quanto mi aveva precedentemente comunicato, e poco più tardi, fummo ricevuti dal gen. Vigon. Il gen. Vigon, evidentemente a corto di argomentazioni, alle nostre rimostranze, cercò di giustificare il contrordine adducendo che il generalissimo non era stato precedentemente messo al corrente della nostra richiesta di munizioni, e dette la colpa dell’accaduto al ministro degli Affari Esteri che non gli avrebbe, a suo tempo, prospettata la cosa convenientemente. Aggiunse anzi che sarebbero state richieste al ministro Beigbeder spiegazioni per iscritto in proposito. Ci comunicò altresì, che , a suo parere, gli accordi sarebbero rimasti quelli concertati anteriormente alla nostra richiesta di munizionamento, e cioè che verrebbe concesso il rifornimento di soli carburanti e lubrificanti, qualora nostri aerei, di ritorno da un’azione, ne avessero necessità.

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Riteneva però necessario interpellare nuovamente in proposito il generalissimo, aggiungendo che, in ogni caso, gli apparecchi da rifornire non avrebbero dovuto superare il numero di 10. Contemporaneamente confermava l’ordine di rientro del Gruppo. In vista di ciò, il gen, Bonomi veniva nella determinazione di tornare a Carmoli perché fosse data esecuzione all’ordine sopra riferito. Giunto a Carmoli e messo al corrente degli avvenimenti il Comandante del Gruppo, questi decideva di partire immediatamente per l’Italia, mentre il gen. Bonomi faceva, nella mattina stessa, ritorno a Madrid nell’intento di meglio chiarire con il Ministro dell’Aria quanto accaduto, e cercava di definire la questione relativa al rifornimento dei soli carburanti.”

Fig. 15: la rocca di Gibilterra, disegno riportato su “Cronache della Guerra” del 1940.

6. CONCLUSIONI E CONSIDERAZIONI

Quanto riportato nelle citate relazioni fa piena luce su come si svolsero i fatti per il mancato bombardamento di Gibilterra da parte di Ettore Muti e del suo 41° Gruppo. Se vogliamo però analizzare il motivo per cui tale operazione non venne autorizzata, all’ultimo momento, dalla Spagna dobbiamo un attimo soffermarci sui passi delle citate relazioni riguardanti le spiegazioni ufficiali del governo Spagnolo e la supposizione dei nostri diplomatici a Madrid. Entrambe possono essere ritenute giuste in quanto senz’altro Franco venne informato della missione degli italiani, del campo messo a disposizione, dei rifornimenti di benzina, olio e armamento che sarebbero stati approntati ma una cosa è certa: non era a conoscenza del numero dei velivoli partecipanti. Dalla lettura della documentazione si parla inizialmente di 10 velivoli (lettera di Ciano inviata a Serrano Suner) poi niente fino al msg del 27 giugno del ministero dell’aeronautica indirizzato ad Aeritalia Madrid dove è riportato “Tenere presente che la spedizione anziché di 18 apparecchi sarà di 20 apparecchi.”. Anche nelle relazioni, nei rapporti dei colloqui con gli spagnoli, non si fa mai cenno al numero degli apparecchi partecipanti. Questo quindi lascia supporre che il gen Franco, quando Vigon gli riferì della missione parlandogli di 20 aerei, ne rimase alquanto sorpreso e contrariato. Se a questo si aggiunge il timore rappresentato dal nuovo ministro dell’Aire a Franco sulle possibili ripercussioni una volta eseguita la missione da bombardamento, ovvero quando gli inglesi avrebbero avuto conoscenza dell’assistenza fornita dagli spagnoli agli aviatori italiani; tutto questo probabilmente fece prendere a Franco la decisione di far sospendere la missione così come era stata pianificata. E’ da notare che non si rimangiò la parola a suo tempo data, in quanto confermava la possibilità di fornire assistenza ai velivoli italiani in numero non superiore a 10, solo al ritorno delle missioni di bombardamento su Gibilterra.

Effettivamente la concessione di mettere a disposizione un aeroporto, benzina e bombe per rifornire e armare 20 aerei, rientrava tutta nell'ottica di un appoggio incondizionato nei confronti

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di una nazione belligerante contro un’altra. Il Gen. Francisco Franco non voleva entrare in guerra, almeno in quel momento, perchè l’Inghilterra non era stata affatto sconfitta e manteneva il dominio del mare. La Spagna d’altronde era appena uscita dalla sua lunga guerra civile e stava ancora cercando di riprendersi sia da un punto di vita politico che economico che militare. Non voleva quindi dare spunti all'Inghilterra per farsi dichiarare la guerra e/o di effettuare ritorsioni militari contro le sue isole e colonie dell’Atlantico (isole Canarie, Africa Equatoriale Spagnola e Rio Muni), sulle quali gli inglesi avevano già mostrato interesse ad impossessarsene per migliorare le proprie posizioni strategiche nel mar Atlantico.

L'idea originale della missione che prevedeva l'assistenza tecnica dei velivoli al ritorno dal bombardamento di Gibilterra, se rimasta tale, avrebbe potuto senz’altro avere luogo. In effetti, a guerra inoltrata, si verificarono numerose situazioni di assistenza ai velivoli della Regia Aeronautica di ritorno da azioni di bombardamenti su Gibilterra. Si trattava in genere di pochi o isolati velivoli, SM82 e P108, che per l’eccessivo consumo di carburante e/o le avarie subite si videro costretti ad atterrare in territorio Spagnolo. Questi velivoli furono regolarmente riforniti e lasciati tornare in Italia senza essere requisiti, come di regola avveniva da parte delle altre nazioni neutrali nei confronti dei velivoli delle nazioni belligeranti.

A livello ufficiale, da parte delle gerarchie militari e politiche italiane, non si parlò più di chiedere la disponibilità di un campo spagnolo per il rifornimento di velivoli da bombardamento, anche perché la RA dal luglio del 40 iniziava ad avere a disposizione i velivoli S82B, capaci di compiere il bombardamento di Gibilterra partendo dal territorio italiano senza effettuare scali tenici in Spagna. Riportiamo, infine, come conclusione, i ringraziamenti fatti dal Gen Bonomi al Col Appignani con il fg 49294 del 7 luglio 1940: “Caro Appignani, desidero anzitutto ringraziarti vivamente per le cortesie usatemi durante la mia permanenza a Madrid. E’ inutile che ti dica come, tanto l’Eccellenza Muti quanto gli altri siano restati male per l’inqualificabile esito della nostra spedizione, aggravata ora dalla mancata possibilità di intervenire negli avvenimenti di Orano. Per quanto riguarda le tue richieste, ti faccio presente che, le pessime impressioni ricevute qui a Roma sullo spirito di cooperazione dell’aviazione spagnola verso di noi ha fatto si che l’Eccellenza il Sottosegretario(Gen Pricolo) non solo è assolutamente contrario ad ogni aumento del personale, ma è deciso a far rientrare gradatamente anche quello che vi si trova ora…. Omissis”

Fig. 15: ecco come il 30 giugno 1940 si poteva presentare il porto di Gibilterra alla vista dei 20 bombardieri S79 (foto riportata su “Cronache della Guerra” del 40)

Qualora il bombardamento avesse avuto luogo, come previsto, nella giornata del 29 giugno, gli aerei del 41° Gruppo avrebbero trovato, ancorata sulla rada di Gibilterra, l’intera Forza H. Erano presenti la portaerei Ark Royal, l’incrociatore corazzato Hood, le corazzate Valiant e Resolution, gli incrociatori Arethusa ed Enterprise, 12 cacciatorpediniere, varie unità belliche minori e numerose navi da trasporto. Possiamo supporre che l’arrivo di sorpresa di ben 20 bombardieri SM79, con un carico bellico di 22 tonnellate di bombe, avrebbe sicuramente causato danni sensibili alle infrastrutture e…visto che la fortuna aiuta gli audaci, forse qualche bomba da 250kg

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avrebbe potuto causare.... sensibili danni anche alle grosse navi ivi ancorate. Non sarebbe stato come la notte di Taranto, dove gli aerosiluranti inglesi colpirono e affondarono ben 3 navi da battaglia italiane, però, qualcosa di efficace le bombe lo avrebbero anche potuto fare.