il bambù n. 2, giugno 2006

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    Cristo Vera Speranza

    Speciale ScuolaAssociativa: " c ; c ; nCVS casa e scuoladi speranza" '".

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    Centro Volontari della Sofferenza di Dari-Ditonto - Anno I, N. 2, giugno 2006

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    SommarioEditoriale 31Mondiali di calcio e la virtu della speranza .4CVS-TG 9Una giornata diversa 1010 c'ero! E tu? 12Solennita del Corpus Domini 14

    Inserto: Mons. Luigi Novarese seminatore di speranzaIL CVS "CASA E SCUOLA DI SPERANZA" 15TESTIMONI DI GESU' RISORTO, SPERANZA DELMONDO 24Arrivederci, Giovanna, nel CVS di lassu 26La posta del Bambu 27

    "11Bambu" e la continuazione di "Cristo Vera Speranza", il gloriosogiornalino che ha raccontato il cammino del CVS di Bari-Bitonto permolti anni.

    La nuova testata si rifa ad una antichissima parabola cinese cheesprime (inconsapevolmente) in termini poetici il carisma della nostraassociazione: cosi infatti il bambu esclama con termini molto... cristiani:Eccomi, Signore! Prendimi e fa' di me quello ehe ouoi (cfr. Lc 1,38 e Mc14,36).Hanno collaborato a questo numero:Annalisa Caputo, Rosa Casalino, Giuseppe Pastore,Florinda Wanda Rinaldi, Rosa SinisiRedazioneDonVittorio Borracci, Alessandro Pastore, Emanuele Rinaldi, FlorianoSciosciaIndirizzo: "11Bambu", clo Scioscia, Via Maranelli 2, 70124 BariE-mail: [email protected] informativo generale del CVS www.sodcvs.orgSito a livello locale: cvsbari.altervista.org2 II Bambu - giugno 2006

    mailto:[email protected]://www.sodcvs.org/http://www.sodcvs.org/mailto:[email protected]
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    EditorialeCercando sull'enciclopedia

    la voce "bambu" si legge chela particolarita di questapianta e che si sviluppa inte-ramente in una sola stagio-ne, sia in larghezza sia inaltezza. Nelle stagioni sue-cessrve mette solo nUOVIrami e ramoscelli.

    II nostro giornalino, chedal bambu prende il nome,crescera invece pili gradual-mente, con il contributo ditutti i civuessini, L'acco-glienza del primo numero egia stata molto costruttiva:sono giunti numerosi sugge-rimenti utili a migliorare siala forma sia il contenuto.Cercheremo di rendere ilgiornalino sempre pili unappuntamento atteso e fami-liare nella stesso tempo,come la visita di un buonamICO.

    Per trarre forza nel cam-mino e bene riscoprire leproprie radici, le motivazioniprofonde che ci fanno appar-

    tenere al Centro Volontaridella Sofferenza. Percio vo-gliamo iniziare con questanumero a ripercorrere la vitaed il messaggio di Mons. Lui-gi Novarese, attraverso ilracconto a fumetti della suavita, accompagnato dalle sueriflessioni spirituali. Questoappuntamento, come insertospeciale al centro del giorna-lino, ci accompagnera permolti numeri e dara modo dimeditare sui diversi aspettidella preziosa eredita spiri-tuale lasciataci da Mons. No-varese, che abbiamo ilcompito di diffondere nellanostra diocesi e in tutto ilmondo. Come il bambu delracconto che da origine alnome del giornalino, riporta-to nel primo numero, potre-mo cosi offrire la nostrasofferenza per farci strumen-ti del Signore e portare l'ac-qua limpida della speranzaalla terra assetata.

    Floriano Scioscia

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    [email protected] Mondiali di calcio e la virtu dellasperanza

    1) Non si spera nel solocalcio. pero ...

    II problema e tutto qui,sig. Rossi: tu, di che speran-za sei? Oggi si batte il fischiodi inizio dei Mondiali di cal-cio, rna puoi accontentarti disperare che l'Italia divengaper la quarta volta campio-ne del mondo? (Anche soloper questa ci vuole la manadi Dio, naturalmente). 10vorrei, pero, che tu coltivassisperanze pili alte, perche ilcalcio non e solo un gioco,siapure il 'pili bello del mondo',esso ha anche un grande va-lore simbolico nella nostrasocieta e la sua caduta nelfango e una sconfitta non dipoco conto per tutti. Tempofa si diceva sconsolati, allar-gando le braccia: "Non c'epili religione!", ora - a pro-cesso di 'calciopoli' aperto -

    si potrebbe aggiungere: "Nonc'e pili calcio, anche il 'giocopili bello del mondo, e irri-mediabilmente caduto insie-me con tanti altri sogni digioventu: non ci resta chepiangere". (Nello scriverequeste righe ho davanti agliocchi il volta triste di unamico sedicenne, tifoso dellaJuve, sembra che gli abbianotagliato le ali della gioia edella speranza). Ben vengaallora, nel suo piccolo, ilMondiale in Germania peraiutare un po' tutti a ripren-dere quota: la giustizia(sportiva ed ordinaria) facciapure il suo corso nei confron-ti dei responsabili di questa'pasticciaccio', rna in questamondo, che ha gia tanti mo-tivi di melanconia e tristez-za, non muoia, non muoiaanche quest'ultimo pezzettodi paradiso che e il giuoco

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    mailto:[email protected]:[email protected]
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    del pallone. In verita, sig.Rossi, fu un brutto giornosotto il sole quello in cuiqualcuno disse:2) Chi di speranzavive. disperato muore.

    Si, sig. Rossi, non e statomai cosa facile sperare: il so-spetto contro la speranza e ,infatti, un male antico quan-to la storia del mondo edoggi particolarmente viru-lento. A mo' di esempio ricor-do a te e a me qualche fioredi non-speranza di ieri e dioggi: "La speranza e la piligrande falsificatrice della ve-rita" (Baltasar Gracian); "0speranze, speranze, ameniinganni della mia primaeta!" (Giacomo Leopardi).Pili recentemente GiovanniPaolo II constatava con ama-rezza: "L'Europa non fa figliperche ha paura del futuro".E recentissimamente Seba-stiano Vassalli concludeva'L'archeologia del presente'(Einaudi 2001) con questestudiate parole: che idioti!Ecco l'ultima pagina del suolibro: "Ho alzato gli occhi su-

    gli edifici dall'altra parte delviale e mi e sembrato di ve-dere, per la prima volta daquando sono vivo, l'opacitadelle cose, la loro sovrana in-differenza. Tutto passa. Gliuomini si inseguono, si ac-coppiano, cercano di sopraf-farsi, si accudiscono, siderubano, si commemorano,si ammazzano e fanno tan-tissime altre cose, ma dietroquesto fervore di superficienon succede niente di impor-tante. Il mondo va dove vuo-le lui, e non dove noivorremmo che andasse. Hoesclamato ad alta voce: eheidioti!)), e pensavo, natural-mente, a Leo e Michela maanche a quelle migliaia diuomini e di donne di cui siparla nelle enciclopedie e neilibri di storia. Ai santi, agliinventori, ai condottieri, agliartisti, agli scienziati, ai re-latori, ai rivoluzionari, aglieretici, ai martiri di tutte lefedi e di tutte le cause, aipionieri di tutte le trasfor-mazioni ... A tutti quelli chein ogni epoca hanno speso leloro vite per far diventare il

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    mondo perfetto, e eke a prez-zo di sofferenze e di enormi[atiche sono riuseiti a portar-lo dov'e adesso, cioe sull'orlodel baratro. Ho seosso la te-sta. Ho ripetuto: eke idio-til. [Peggio di cosi non sipoteva proprio concludere!]A questa punta si impone ladomanda: Ma ...

    3) Dove si e cacciata lasperanza?Nel cuore dei credenti

    osiamo... sperare. Ma, specienel nostro tempo, "la speran-za e un bene fragile e raro, eil suo fuoco e sovente tenueanche nel cuore dei credenti"(Testimoni di Gesu risorto,2). (La ragione e semplicissi-rna: i credenti sono anch'essifigli del loro tempo, e quelloattuale e tempo di pensierodebole e di speranze anch'es-se deboli). Opportunamente,allora, i vescovi italiani ci as-segnano

    4) Gli "allenamenti"della speranza

    Da compiersi - ed inquantita maSSlCCla - per

    camminare verso il quartoConvegno ecclesiale, che siterra a Verona nel prossimoottobre con il titolo davveroformidabile: [Siate] 'testimo-ni di Gesu risorto, speranzaper il mondo'. Sulla loro sciati propongo anch'io, sig. Ros-si. una energica cura ricosti-tuente di Cristo risorto.Devi, infatti, convenire conme, sig. Rossi, che tuttoquello che stiamo scrivendosulla speranza resterebbe unmero castello di carta co-struito sulla sabbia, e tuttinoi saremmo davvero gli'idioti' di cui parla 1'autoresuccitato, se dimenticassimol'essenziale e cioe che 'ilnome della speranza cristia-na e il Crocifisso Risorto'(TGR, 2). La speranza e an-cora una virtu - ed unagrande virtu - solo se tu, sig.Rossi, io e tutti saremo i 'ri-generati ad una speranzaviva mediante la resurrezio-ne di Gesu Cristo dai morti'(lPt 1,3). Cia puntualizzato,ti invito a compiere, nel tuoallenamento di speranza,due 'esercizi', uno piu impor-

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    tante dell'altro:a) Cercar fatti di spe-

    ranza vale a dire aprire gliocchi e frugare attentamentevicino e lantana (se necessa-rio utilizzare anche il can-nocchiale l'essenziale e pero,non limitarsi a vedere ilmondo attraverso il telegior-nale ...). A tale riguardo tisara utile, sig: . Rossi, la let-tura di un indovinato testodi L. Accattoli, vaticanistadel Corriere della sera, daltitolo 'Cerco fatti di vangelo',S.E.I.). E, 'di fatti di speran-za', ne trovi, ne trovi, sig.Rossi, se sai cercare bene.Due esempi fra mille:

    1) Quel grande 'esperto' diCristo risorto che fu GiorgioLa Pira (sulla sua tomba e

    Cercar fatti disperanza

    inciso 'Spes contra spem'!) sitrova a Mosca negli anni '50- quando in Russia ancoraimperversava il marxismoateo- e gira per chiese con1'amico giornalista VittorioCitterich; costui e grande-mente amareggiato perchenelle chiese vede solo vecchi-ne, il "sindaco santo" 10 rim-provera: Non fare il'giornalista' (cioe il superfi-ciale), piuttosto guard a ingrande: queste vecchinestanno custodendo la fededei padri: la primavera dellareligione in Russia a meappare imminente!. 2)Esempio fresco di appenaqualche giorno fa: il 4.06.06in Aosta una mini delegazio-ne della parrocchia Buon Pa-store partecipaall'ordinazione presbiteraledel 'nostro' carissimo GabrielBogatu: ci puo essere qualco-sa di pili gravido di futuro diuna firma messa su unacambiale in bianco e conse-gnata al Dio delle sorpreseattraverso la mediazione diun Vescovo?Ma poverini noi. 'sig, Rossi, se dovessimo limi-

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    tarci a guard are i gesti capo-lavori di speranza degli altri,occorre soprattutto che sia-mo noi ab) Metter fatti di spe-ranza. Consentimi, sig. Ros-si, due ultime sottolineature:

    Metter fatti disperanza

    1) Solo chi e disposto a co-minciare subito di persona, enel quadratino del pianetasu cui egli abita, costui stacominciando a cambiare la-faccia della terra, senzaaspettare che si muova il go-verno, 0 la parrocchia, od al-tri 2) Tu resti undonchisciotte da operetta seti dimentichi di metterti inrete con gli altri, perche ge-nialmente disse il saggio: "10voglio, tu vuoi ... noi possia-

    mo!" Si, sig. Rossi, se moltiuomini di poco conto, in mol-ti paesi di poco conto, faces-sero cose di poco conto, lafaccia della terra cambiereb-be davvero! Del resto non do-vrebbe essere 'solo' questa lachiesa, una stupenda 'casa escuola di speranza'? Cioe illuogo - il pili bello sulla fac-cia della terra! - in cui lasperanza mette la sua stabi-le dimora, e a casa, e dove,giorno dopo giorno, ci si aiu-ta fraternamente ad impara-re a sperare (oggi tu l'insegnia me, domani io ate)?

    San ta Maria, Madre dellaChiesa, tu di speranza fon-tan a vivace (Dante), acco-glici alla tua scuola edinsegnaci a mettere speran-za laddove non c'e speranzae fiorira speranza.

    Don Vittorio Borracci(Assistente Diocesano)

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    CVS-TG

    ~ Mercoledi 3 maggio sono convolati agiuste nozze Camilla De Lillo e France-sco Ciriello presso la Parrocchia di S.Ferdinando.~ Domenica 18 maggio con le lacrime agli occhi salu-tiamo il seminarista Graziano Mastroleo, che dopo treanni di tirocinio pastorale pres so di noi ci saluta peraver terminato il corso istituzionale di Teologia pres soil Seminario di Molfetta: gli rivolgiamo tanti auguriper il prosieguo del suo cammino.~ Auguriamo una pronta guarigione a Michele Scar-dicchio, dell'equipe del "Gruppo Attivo", che ha subitoun brutto incidente sullavoro.~ II 31 ottobre prossimo, presso la Parrocchia dellaSpirito Santo in Barletta, Cosimo Damiano Del Cura-tolo ricevera il ministero di Presbitero. Noi civuessinipreghiamo per accompagnarlo in questa cammino.

    Rosa Sinisi(Responsabile Diocesana)

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    Una giornata diversaAncora una volta a 'La Boara' per ringiovanire sempre di

    piuQuesto e il secondo che

    partecipo all'''incontro di pri-mavera" alla Boara organiz-zato dal CVS regionale. Noidel gruppo di Bari siamopartiti la mattina alle otto etrenta con automobili messea nostra disposizione da per-sone di buona volonta, 10 hoviaggiato oltre che con duecare amiche, Cecilia Pasca-zio e Rosa Sinisi, con Grazia-no e Andrea, due seminaristiche per tanti mesi durantel'anno ci animano la cateche-si raccontandoci la vita diGesu e degli Apostoli e dan-doci pure qualche buon con-siglio sui libri da leggere.

    Appena giunti abbiamotrovato altre persone venuteda Taranto e altre localitavicine. Con grande piacereho rivisto tante persone co-nosciute 10 scorso anna:appena scesi dalle macchinee dai pullman ci siamo ab-

    bracciati con tanta gioiacome vecchi amici che si ri-vedono dopo tanto tempo, su-bito dopo c'e statal'accoglienza come la chiamaCecilia (una ricca colazione abase di focaccedolci e salate,torte, ciambelloni e altre de-lizie).

    Dopo la colazione abbiamofatto un giro di perlustrazio-ne: la Boara e un'oasi im-mersa nel verde, la casa checi ospita e molto rustica, convicino un lungo tavolo di pie-tra, un forno a legna e difronte una grande pineta.Un poco pili lantana c'e unapiccola grotta con una Ma-donnina rupestre, dalle suemani pendono tanti rosari,vicino un vasa di vetro condelle margherite di campo;questa semplice Madonninae custodita da un cancellettoun poco arrugginito. Pocolantana c'e una piccola Chie-

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    sa, verso le undici e arrivatodon Cristian, un giovaneprete di Taranto che ci ha of-ferto uno spunto di riflessio-ne sul tema: Anche chi eover 60 e chiamato ad essereuomo/donna di speranza,

    Subito dopo sotto un per-golato sono state sistematedue sedie per chi voleva con-fessarsi: devo dire che e sta-ta una delle esperienze pilibelle della mia vita, perchetutto mi parlava di Dio, ilcielo azzurro, il cinguettiodegli uccelli, una dolce brez-za e il sole che s'infiltravasotto il pergolato. Dopo laconfessione ci siamo recatitutti in Chiesa per la cele-brazione della S. Messa.

    AIle tredici ci siamo riuni-ti intorno al tavolo per con-

    sumare insieme con allegriail nostro pranzo al sacco,ognuno offriva all'altro qual-cosa che aveva portato, allafine del pranzo un'amica ciha offerto delle ciliegie chemanco a dirlo sono sparite inun lampo. Dopo pranzo ab-biamo chiacchierato raccon-tandoci i fatti della nostravita quotidiana, quanti pro-blemi per tutti! II fatto diparlare con gli altri ci hadato un po' di serenita e spe-ranza.

    Verso le quindici abbiamorecitato il S. Rosario, alIafine ci siamo salutati contanti abbracci e tanti arrive-derci al prossimo anno. Tor-nando in macchina a Bari,ho ripensato con gioia e unpizzico di nostalgia alIa bellagiornata appena trascorsa.La Boara e proprio un luogodi riflessione, di pace e diamore.

    Florinda Wanda Rinaldi(GdAS.M. Del

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    10 c'ero! E tu?II 14 maggio 2006 si e te-

    nuto, presso il seminario diMolfetta, l'incontro region aledel CVS. Un'occasione perpoter incontrare amici lonta-ni, riabbracciarli e vivere in-sieme a loro momenti digioia, svago rna anche di pre-ghiera e di riflessione sul no-stro opera to e sul ruolo cheognunodi noioccupaall'in-ternodell'as-SOCIa-ZlOne eal difuori diessa, os-siacomeamba-sciatori del vangelo della sof-ferenza. In questa ci ha datouna mana sorell a AngelaPetti ti, elogiando la forza divolonta e la voglia di vivere

    dei ''Volontari Della Soffe-renza".

    Oltre a questa momento diriflessione c'e stato un lungorna non abbastanza momen-to di svago e di gioco prepa-rato e animato da tutti iseminaristi del 40 anno, chesi sono sbizzarriti nell'inven-

    tareatti-vita ePICCO-li mo-mentidi co-mICI-taoI

    semi-nari-stiave-

    vano allestito parecchistand, dove in ognuno di essidue 0 pili seminaristi che. .ammavano un glOCO,emprediverso dallo stand successi-

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    yo. Vi era 10 stand del tiro albersaglio, quello della slalome uno tra i pili divertenti ero10 stand Foto-Show (dove siveniva fotografati dietro sa-gome di cartone a dir pocoimbarazzanti).

    Dopo e partito 10 spettaco-10 dei seminaristi che hannointerpretato alcuni gruppimusicali come gli Oesais edaltri, tutto sulla falsa rigadel duetto comico di Toti &Tata.

    Sotto un sole cocente diun bel pomeriggio e partitoinfine l'ultimo spettacolo LABANDA del seminario chepoco dopo si ritrovava incoda tutti i presenti; ovvioche con un sole cosi non po-

    tevano mancare dei "gavetto-ni" per rinfrescare l'umore,anche se qualcuno e statorinfrescato un po' troppo per-che gettato nella fontana po-sta al centro del giardino delsermnario,

    Alla fine di tutto c'e statoovviamente il triste momen-to dei saluti, degl'abbracci eanche di qualche lacrimone,rna tutti fiduciosi di riveder-ci presto.

    Una bella giornata non c'eproprio che dire... CI VE-DIAMOALLAPROSSIMA

    Giuseppe Pastore(GdA Santissimo

    Sacramento)

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    Solermita del Corpus Domini"Non abbiate paura del Dio vicino"

    II 18 Giugno e stata unagiornata indimenticabile!!!

    Tutti i componenti delCVS si sono recati alIa Mes-sa tenutasi in Cattedrale epresieduta dal VescovoFrancesco Cacucci.

    In quel silenzio di racco-glimento S 1 pregava conGesu, abbiamo vissuto laSanta Messa con immensapartecipazione da parte ditutti i presenti. Dopo la Mes-sa e stata avviata la proces-sione per l'adorazione delSantissimo e tutti i compo-nenti del CVS aprivano laprocessione preceduti dallacroce.

    La processione S 1 e snoda-ta per tutte le strade delBorgoAntico di Bari e a tuttisembrava di camminare sul-le strade di Gerusalemme esentivamo la presenza delCristo Risorto al nostro fian-

    co e la gioia ci ardeva nel no-stro animo.

    Dopo aver deposto, su unpiccoloaltare posta in piazzadel Ferrarese, il Santissimo,nel raccoglimento davanti aGesu, il Vescovo ha dimo-strato un affetto verso i fede-li come quello di un padreverso i figli.

    Tornando a casa tuttiquanti eravamo stati colpitida un'esplosione di gioia...

    GESU' VIVENTE CONLA TUA LUCE GUIDACISEMPRE NEL NOSTROCAMMINO ...

    Rosa Casalino(GdASantissimo

    Sacramento)

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    Mons. Luigi Novareseseminatore di speranza

    Inizia con questo numero un inserto speciale a puntate che vuol farcirivivere il singolare itinerario percorso da Mons. Luigi Novarese attraver-so un racconto a fumetti. Quest 'opera di Paola Camoriano, di cui ripor-tiamo la copertina, ci aiutera a cogliere 1'insegnamento che Mons.Novarese continua a lanciare al mondo, cosi ciascuno nel CVS potra im-pegnarsi a vivere il carisma associativo, secondo cui "unendoci alle soffe-renze di Cristo in croce, salveremo il mondo"

    In ogni numero de '1 1 Bambii" il foglio centrale riportera due pagine difumetto e una breve riflessione spirituale della stesso Mons. Novarese cheaiuta a comprendere meglio la sua storia. Staccando e conservando i di-versi inserti sara possibile rileggere l'intero raeconto e ottenere una rae-colta dei suoi pensieri spirituali.Uniamoci ora a Jessica e Andrea, protagonisti del fumetto, in quest 'af-fascinante viaggio ...

    Mons. Luigi Novarese, seminatore di speranza - I

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    Mons. Luigi Novarese, seminatore di speranza - II

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    Iuito ebbe inizio cos!...

    Mons. Luigi Novarese, seminatore di speranza - III

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    RiflessioneLa sofferenza spesso ci porta ad abbassare gli occhi e achiuderci in noi stessi. E l'esperienza che, nella storia del [u-metto, fa Jessica. Mons. Novarese ci invita, invece, a levare losguardo, perche solo cosi potremo scoprire le possibilita che lavita ancora vuole donarci (non senza il dolore, ma - attraver-so di esso - al di la di esso). Leggiamo in quest'ottica questapregkieralpoesia del nostro fondatore.

    Aiutami, 0Madrea vederene1buio dell'anima mia.Fa che il mio sguardonon sia 1imitatoa me stesso.

    II do1ore mi afferrae pareche la vita sia terminata,rna Tu mi diciche non e cosie che ci sono ancoradelle possibilitaanche per me.

    Com'e possibi1e questo,quando il buio e l'iso1amentosono dentro il mio cuoree l'aridita pili cupariempieil mio giorno?

    Schiudimii ve1i della fede,fa che vedaa1di 1a delle cose della terra

    e sotto la Tua guidapossa comprendereche tutto non ecia che vedo.

    Tu mi diciche ci sono orizzonti nuovi,possibilita nuove,attivita e conquisteoltre quelle dalla materia.

    Che io comprendaqueste realta,che io sappia usciree possa uscire da me stessoper riempireil mio iso1amentoe per dare anch'io,sia pure da questa 1etto,iso1ato, dalla mia antic a cer-chia di vita,il mio apportoper tutti(Mons. Luigi Novarese)

    Mons. Luigi Novarese, seminatore di speranza - IV

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    IL CVS "CASA ESCUOLA DI SPERANZA"F. t o : DON FRANCO D'APOLLONIO

    II 4 giugno 2006 si e tenutapresso i Padri Comboniani laseconda tappa della "Scuola as-sociativa", che doveva servirciper imparare a 'progettare' ilnostro essere CVS nella Chiesalocale. Credo di esprimere ilpensiero di molti dei presenti

    dicendo che il nostro umore eoscillato tra una gioia grande euna grande malinconia. Gioiaper la freschezza e la profondi-ta delle parole di Don FrancoD'Apollonio(relatore della gior-nata). Malinconia per il fatto diessere stati COS! pochi li, a poter

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    godere di questa ricchezza. Po-tremmo fare tante osservazionisulla nostra scarsa partecipa-zione ai momenti formativi del-la Scuola associativa, scarsitache dice forse un po' di stan-chezza e un po' di demotivazio-ne. Ma vogliamo non daretroppo spazio a queste conside-razioni malinconiche e riporta-re, invece, i contenuti dellarelazione, in modo che, anchegli assenti, possano trarne be-neficio.

    Don Franco e partito da unaconstatazione: noi siamo undono. II CVS e un dono di DioalIa Chiesa. Non dobbiamosciupare questa dono, che e an-che immediatamente un compi-to. E qual e questadono/compito? 'Dire' Dio, 'dare'Dio. Dobbiamo dire Dio agli al-tri con la nostra vita e darLoagli altri con tutta la nostraesistenza crocifissa e risorta.La sfida del CVS e quella dimostrare che la vita ha senso.La mia vita non e inutile: per-che servo. Servo a Qualcuno(cioe a Gesu crocifisso/risorto) ea qualcuno (gli altri fratelli).

    Ma, per servire, dobbiamoprepararci. I progetti sono utilia questo. Volendo usare un'im-magine, pensiamo ad un viag-gio che stiamo facendo conl'auto. Dobbiamo scegliere lavia giusta. II progetto e come lamappa stradale, che ci serveper sapere che strada dobbiamofare per raggiungere la meta.

    ~~,.rCome si fa un progetto pasto-

    rale? Dobbiamo fare due pre-messe.a) Innanzitutto dobbiamosuperare un rischio gravissimo:il pessimismo (abbiamo gia fat-to tanti progetti e non sono maiserviti a niente; perche perderetempo? Sono chiacchiere inuti-li; e gia tanto se riusciamo afare i nostri incontri di cateche-si e pregare un po'... ). II pessi-mismo e una strada senzauscita. Si puo manifestare intanti modi: con la stanchezza,'tirando a campare' . Oppurecon il 'mimetismo'; in questacaso facciamo come i camaleon-ti, che cambiano il colore a se-conda di dove sono (non eimport ante dirsi e sentirsi

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    CVS, rna I'importante e stare inChiesa); rna la vita e fatta a co-lori, e ogni associazione ha ilsuo. Se facciamo i camaleonti, eabbiamo i piedi in tante asso-ciazioni, significa che abbiamouna debole appartenza associa-tiva (siamo tutto e siamo nien-te); il rischio di questa scarsaforza di identita e quello di ave-re scarse difese immunitarie equindi ammalarsi presto.b) La seconda premessaimport ante e che, per fare unserio progetto pastorale, e ne-. . .cessario saper riconoscere 1 se-gni di Dio che sono pre sentinella nostra vita e in quelladelle persone che ci sono accan-to. La nostra vera vocazione eessere chiamati da Dio a co-struire la felicita degli altri.

    ~~riCNel progetto pastorale, il

    primo protagonista e Dio. Dal-l'altra parte non c'e solo 'io', rnaio per gli altri

    DIO~IOt

    ALTRI

    Se io non sono per gli altrimotivo di felicita, la mia vitanon serve. Dobbiamo fare inmodo che gli altri, quando pen-sana a noi, debbano dire: chebello, non vedevo I'ora di incon-trarlo! Solo COS! la nostra vitamerita di essere vissuta. Comedice San Paolo, Dio sceglie ciache nel mondo e debole, perconfondere i forti; la nostra de-bolezza e la forza di Dio.

    Noi, nella nostra debolezza,nelle nostre fragilita, siamopreziosi. II nostro tesoro e chiu-so nella scrigno della Chiesa. Ela chiave non dobbiamo tenerlagelosamente per noi. La chiaveche apre questa tesoro e una'comunella' (COS! la chiama DonFranco: evidentemente in luce-rino si dice COS! una chiave cheapre tutte le porte). E questachiave e I'amore, I'amore chemette nei nostri cuori 10 SpiritoSanto.

    Un progetto pastorale, infatti,e innanzitutto un'operazionespirituale, in cui e fondamenta-le I'azione della Spirito Santo.Percio e stato bello fare la

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    Scuola associativa sul progettopastorale/spirituale del CVS diBari-Bitonto proprio il giorno diPentecoste (4 - 6- 2006).

    Dopo queste premesse, en-triamo nella specifico. Che cosaserve per fare un progetto?

    ~~,.r1) Innanzitutto un OBIETTI-VO. Ma questa non ce 10 diamonoi. Ce 10 da la Chiesa. NellaChiesa di Bari-Bitonto (che ciha dato la vita), qual e il nostroobiettivo? L'obiettivo pastoraledell'anno (sulla scia del Conve-gno di Verona) e "diventare an-nunciatori e testimoni diSPERANZA".Questa e la paro-la chiave di quest'anno: SPE-RANZA. In quest'anno,dobbiamo scegliere ogni mezzoper essere annunciatori e testi-moni di una SPERANZA TEO-LOGALE. Cioe non e unasperanza umana (speriamo divincere i mondiali, speriamo divincere un terno a Lotto, ecc.).La speranza teologale ci vieneda Dio ed e diversa dalle spe-ranze umane. Va sempre insie-me alle altre due sorelle: fede ecarita. La fede ci fa credenti, la

    carita ci fa credibili; rna la spe-ranza ci fa essere creduti. E tie-ne fede e carita per la mano.

    Ma, a parte l'obiettivo, perfare un progetto, dobbiamoaver chiari i destinatari e checosa dobbiamo dire loro.

    ~~,.r2) Chi sono i nostri DESTINA-TARI?TUTTI GLI AMMALATIDELLAPARROCCHIA.

    Ma chiediamoci: ci preoccu-piamo veramente degli amma-lati della nostra Parrocchia?Solo grazie a noi puo arrivareai malati della nostra Parroc-chia l'annuncio che ilcrocifisso/risorto ha trasforma-to il dolore da inutile a possibi-lita di bene. Questa e la nostravocazione: annunciare con lanostra vita che la sofferenzadegli uomini non e inutile, per-che Cristo ha scelto di salvaregli uomini attraverso 10 scanda-10 della croce. Se io del CVSnon mi immergo nel mistero diGesu morto e risorto, le paroleche dire saranno tutte chiac-chiere. Se mi immergo in que-sto mistero, avro il bisogno diparlare a chi, come me, speri-

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    menta la sofferenza. Allora di-vento salvatore e la mia vitasalvata!! "Guarda me: io non misono disperato, non ho sciupatola mia vita!". Tanti si perdono,perche non hanno trovato moti-vi per sperare. Noi si: abbiamoincontrato Gesu e ci siamo in-namorati di lui, Crocifisso.

    Se non arriviamo a questo, ilCVS non serve a niente. E pri-rna 0 poi muore, finisce. Si sec-ca.3) Ulteriore passo: COME?Come portare agli ammalatidella nostra Parrocchia questasperanza? CON IL GRUPPOD'AVANGUARDIA. Ricordia-mo che il fine del gruppo d'a-vanguardia non e solo lacatechesi, rna l'apostolato. Qua-le apostolato? L'ammalato permezzo dell'ammalato con l'aiutodel fratello sano. Non serve ve-dersi per la catechesi, quella lapossiamo fare in Parrocchia,anche senza il CVS. Noi siamonel CVS per fare questa aposto-lato: per andare da tutti gli am-malati della Parrocchia adannunciare la speranza teolo-

    gale. E allora chiediamoci: iocome faccio apostolato? Quantotempo dedico agli ammalatidella mia Parrocchia?

    ~~riC4) Dopo esserci lasciati provo-care da questa domanda, fac-ciamo un altro passo in avantie chiediamoci: con quali stru-menti posso realizzare il mioprogetto? Per realizzare questaprogetto ho bisogno di dueELEMENTI FONDAMENTALIche non devono mai mancare. IIprimo e la Parola di Dio (Van-gelo), una Parola vivente: nonscritta, rna incarnata. Noi sia-mo la parola di Dio oggi, la pa-rola della croce trasfigurata eredenta (chiediamoci: sonorealmente questa Parola?Quanto mi nutro della Parola,ogni giorno, per essere capacepoi di incarnarla?). IIsecondoelemento fondamentale e il ca-risma di Mons. Luigi Novarese.Non dobbiamo essere dei cri-stiani generici. Ma essere cri-stiani secondo la nostravocazione, cioe come Civuessi-ni. E allora chiediamoci: cono-sciamo veramente quello cheNovarese ha detto negli anni in

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    cui ha fondato il CVS? Cono-sciamo la spiritualita della Cro-ce e della Resurrezione, laspiritualita mariana, la tendainteriore, i sette gradi del silen-zio interiore? Dilatiamo ognigiorno la nostra tenda interio-re, per far entrare in essa laTrinita (7-6-5 grado), in Maria(4 grado), eliminando il peccatodentro noi (1-2 grado) e vivendoin grazia di Dio (3 grado)?

    ~~,.r5) Detto questo, dobbiamo ri-cordare come, ovviamente, ilnostro progetto deve avere del-le TAPPE. Le tappe sono quelleproposte dalla Chiesa, dal tem-po liturgico: avvento, Natale,quaresima, Pasqua, tempo or-dinario (il nostro progetto non efuori della Chiesa, rna nellaChiesa).

    ~~,.r6) E deve avere anche delleSTRADE. Quali sono questestrade particolari? La prima sichiama 'INSIEME' (perche sia-mo 'Chiesa'; non si puo realiz-zare un progetto da soli; il CVS

    e una porzione di Chiesa; il no-stro progetto va fatto con gli al-tri fratelli del CVS, rna tenendopresente l'orizzonte della Chie-sa locale). La seconda strada sichiama 'CONCRETAMENTE'(non dobbiamo fare le predicheagli ammalati, rna vivere conloro esperienze di speranza;non basta solo vedersi all'incon-tro 0 andare dagli ammalatisolo per dire il rosario; dobbia-mo essere noi per primi perso-ne di speranza). La terzastrada si chiama 'OPERATIVA-MENTE': cioe con scelte precisedi speranza; qualcosa devecambiare; se rimaniamo sem-pre gli stessi, vuol dire chequalcosa non funziona; che lasperanza non arriva. Dobbiamo'bruciare' il mondo con la no-stra speranza. Altrimenti ab-biamo mancato l'obiettivo.

    ~~,.r7) In quest'ottica diventa im-port ante l'utilizzo di alcuniSUSSIDI: ESERCIZI SPIRI-TUALI, FORMAZIONE NEIGRUPPI, DINAMICA FECON-DA TRA GRUPPI E SETTORI,GUIDA DEL CONSIGLIODIOCESANO, nella responsa-

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    bilita di ciascuno e nella verifi-ca continua dellavoro svolto.

    Con queste fondamenta, epossibile passare alla program-mazione concreta. La program-mazione non viene all'inizio,rna alla fine.

    E la programmazione dovraessere fatta in ogni gruppo d'a-vanguardia, a partire dalla pro-grammazione 'sapiente' delConsiglio Diocesano. Ricapito-lando:

    ProgettoObiettivo: speranza teologalePer chi: tutti i malati della parrocchiaCosa: la sofferenza, trasfigurata dalla croce di cristoCome: il gruppo d'avanguardiaElementi fon- parola di dio e carismadamentali:Tappe: tempi liturgiciStrade: insieme, concretamente, operativamenteSussidi: esercizi spirituali, formazione nei gruppi, dinami-

    ca feconda tra gruppi e settori, guida del consigliodiocesano

    Dopo questa prima parte del-l'incontro, Don Franco ci ha la-sciato delle schede su CUIlavorare (vedi allegato) pergruppi. E ha incontrato il Con-siglio Diocesano per una pili at-tenta analisi della situazione,sottolineando soprattutto la ne-cessita di cominciare dalla 'for-

    mazione' della stesso Consiglioe dei capigruppo.

    Nel pomeriggio, in assemblea,Don Franco ha ascoltato i lavo-ri dei gruppi e ci ha consegnato

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    un lucido 'diagramma' dellasperanza

    L'icona della speranza eAbramo, colui che spero controogni speranza (che il Signoregli desse quanta aveva promes-so: un figlio). Abramo ci inse-gna che la speranza si gioca tradue poli: l'attesa (perche il com-pimento delle promesse e undono, viene da Dio e non da noi,e quindi possiamo solo atten-derlo) e l'operosita (perche nonsi attende mai a braccia conser-te, rna dobbiamo lavorare, perpoter ottenere quanta speria-mo, prendendoci le nostre re-sponsabilita). Per vivere benequesti due poli dobbiamo eser-citare due virtu: la pazienza ela perseveranza. La pazienza., 'per ClO che non dipende da me edevo attendere. La perseveran-za, per cio che dipende da me eper cui devo lottare. Non si puoessere eroi una volta nella vitarna dob~iamo esserlo sempre:nella fatica piu terribile, che equella di vivere il nostro quoti-diano.

    ~~,.rNella sofferenza, la speranza

    e piu difficile. Allora dobbiamomaggiormente esercitare l'artedella pazienza. Dobbiamo averpazienza innanzitutto con noistessi (accettere i nostri limiti eanche le nostre ribellioni inte-riori). Ci dovrebbe essere d'aiu-to, in questo, ricordare che ilprimo ad aver pazienza con noie ad aspettarci sempre e Gesu.II vero cireneo non e Simone diCirene, rna e Gesu. E semprelui che si accosta alle nostrecroci, le prende su di se e cam-mina con noi. E lui che ci ac-compagna sul calvario e poi alsepolcro vuoto, verso la resur-rezione. Ma per arrivare al se-polcro vuoto, non possiamosaltare le varie stazioni dellavia crucis, e quindi anche quel-la della croce. Ricordandociun'altra cosa, che, sotto la Cro-ce, Gesu ci consegna Maria(''Madre, ecco tuo figlio"). L'haconsegnata a Giovanni, il disce-polo amato, che stava li muto,perche non capiva il senso diquella croce. Ma sentiva chequella sofferenza non potevaessere inutile. Li, in quel mo-mento, Gesu gli consegna Ma-ria, e la consegna anche a noi,con la consapevolezza che saraLei, madre della Chiesa, a gui-dare Giovanni e noi tutti verso

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    il sepolcro vuoto della Resurre-zione.

    ~~riCE chiaro che non ho potuto

    rendere per iscritto la freschez-za del discorso di Don Franco,rna spero che un po' dell'entu-siasmo e della speranza che hacomunicato ai presenti possaessere arrivato anche a voi at-traverso queste pagine.

    Alla luce di quanta detto, pro-viamo a rivedere i progetti deinostri GdA. Ma, soprattutto einnanzitutto, proviamo a rive-dere i progetti della nostra vita.1) Sono veramente unapersona di speranza?2) Quanto mi preoccupodegli ammalati della mia Par-rocchia?3) Quanto sono incarnazio-ne di una sofferenza trasfigura-ta dalla croce di Cristo?

    4) Come vivo la mia appar-tenenza al GdA?5) Come curo l'ascolto dellaParola di Dio e 10 studio del ca-risma di Mons. Novarese?6) Come vivo, inserito inParrocchia, il tempo liturgico?7) Come percorro le trestrade fondamentali del GdA:insieme, concretamente, opera-tivamente?8) Come sfrutto i sussidiche mi vengono proposti, cioe:esercizi spirituali, formazionenei gruppi, relazione tra gruppie settori, rapporto con il consi-glio diocesano?

    Auguro a tutti ... buona spe-ranza!

    Annalisa Caputo(GdABuon Pastore)

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    Il Convegno Eeclesiale di Verona e il CVS

    TESTIMONI DI GESU' RISORTO,SPERANZA DEL MONDO"Gesii, il Croeifisso, e risorto! Questa e la speranza vivaehe la Chiesa intende offrire agli uomini di oggi ... (Tuttavia)la speranza e un bene fragile e raro, e il suo fuoeo e soventetenue anehe nel euore dei eredenti" (Testimoni di Gesii Risor-to, speranza del mondo, 2).II prossimo convegno ecclesiale, che si terra a Verona dal

    16 al 20 ottobre p.v. intende raccogliere la sfida alla quale laChiesa si sente chiamata e che interpella la stessa speranzadei credenti del terzo millennio: ridare all'annuncio della Ri-surrezione la credibilita e la vivacita (ivi n. 1) che porta sal-vezza.

    E' Gesu Cristo, il Crocifisso Risorto, il cuore della Speran-za!

    Ma e ancora Lui il senso e il contenuto del carisma cheMons. Luigi Novarese ha ricevuto dallo Spirito Santo, a ser-vizio della Chiesa.

    Dal documento, alcune provocaziom per il gruppo diavanguardia!

    1. Vedere ed incontrare ilRisorto."Ho visto il Signore" (Gv 20, 18): e l'esperienza di Ma-

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    ria Maddalena che ripropone l'itinerario di ogni ere-dente.Vedere il volto di Cristo, che e volta del Figlio, voltodolente e volta del Risorto (cfr NMI, 24-28).Incontrare il volta della Chiesa che e la comunitadei credenti, nata dall'evento della Risurrezione di Cri-sto

    2. Comunicare il Risorto."L'incontro con il Risorto e esperienza di relazione" (n.5)Si tratta di scrivere illibro della missione (cfrIIvol-to delle parrocchie in un mondo che cambia, 6) nel qua-le il credente scrive con la sua vita il racconto dellasperanza.Anzi, il cristiano e il narratore della speranza, cioedi Gesu Cristo Risorto! (n. 10)

    3. Tra gli ambiti entro cui farsi portatori di Cristo, uno inparticolare "ci appartiene": quello della fragilita.!Non occorre nasconderla, per non smarrire la profondi-to' di significate che essa porta con se, in termini di va-lore e di dignita.Piuttosto essa va accolta con discrezione e tenerezza

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    J\rri'Veaerci, (gio'Vanna,net' cvs ai Iassi;...Dolcissima Nina,la tua non facile vita, sorrettada una fede profonda e stataper noi tutti esemplare.Tenera come una madre,fragile come una bambina,ci hai insegnato con il tuo affettoe con la tua dedizione il valoredell'Amore, la forza dell'ascoltoe l'importanza del perdono.

    Giovanna Mummolo fu la prima civuessina della nostradiocesi: la sua scheda di iscrizione risale all 'anno associativo19741751

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    La posta del Bambu J. ~ .

    ~1 0 J ' " ' q

    Con questo numero si apre uno spazio dedieato alle vostrelettere. Inviate tutto quello eke ritenete piic opportuno riguar-do il CVS ma non solo: richieste, opinioni, giudizi, comuni-eazioni ... ed altro aneora!!!

    Spedite le vostre Iettere a:

    "II Bambu"clo SciosciaVia Maranelli 270124 Bari

    Se invece preferite la posta elettronica, scrivete a:

    [email protected]

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    mailto:[email protected]:[email protected]
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