ido dall'applicazione per individuaregli immigrati sbarcati a quella … · 2015-11-26 · tea...

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... IDO Dall'applicazione per individuaregli immigrati sbarcati a quella per evitare lo spreco dei cibi. Anche le Fondazioni ora sanno come spendere i loro soldi L a f antasia al servizio d e i socia l e: pro f it e Ong s 'incontrano con l e app LLA SALA .............................. ividere la super- ficie terrestre in una rete virtuale di tre metri qua- drati e attribuire a ogni spazio tre parole: "Ta- volo - sedia - pavimento" po- trebbe allora indicare l'ango- lo di una spiaggia dove è ap- pena sbarcato un migrante. "Nel mondo, ci sono quattro miliardi di persone senza in- dirizzo": lunghi capelli ca- stani, giacca e stivali di pelle, Khrisma Nayee è tra i fonda- tori della start - up londinese What3words, che due setti- mane fa ha ottenuto 3,5 mi- lioni di dollari di fondi da In- tel Capital e accumulato in due anni 5 milioni di dollari di capitale. Racconta allapla- tea di Techfugees Italy, all'H-Farm in provincia di Treviso, come funziona la piattaforma . "Pensiamo alle favelas o alle bidonville: co- me si può capire in quale de- gli edifici vive chi cerchia- mo? Come gli si può fornire assistenza se Google Maps non ha dato un nome a quel luogo?". Le coordinate Gps sono troppo difficili da me- morizzare e comunicare. "Allora abbiamo setacciato i vocabolari di nove lingue e associato, tramite un algorit- mo, tre termini univoci a ogni riquadro. Così sarà più facile per tutti far conoscere lapro- pria posizione , in qualsiasi lingua". MyFoody, invece, è una start - up italiana: una piattaforma su cui vendere e acquistare , risparmiando, prodotti alimentari a rischio spreco. L'idea dei fondatori è far conoscere la loro idea al mondo delle associazioni no profit, e infatti Myfoody è nell'elenco delle start-up ita- liane come "impresa a voca- zione sociale ". Nell'ultimo anno, secondo i dati di Info- camere, in Italia sono state avviate circa 40 start-up avo- cazione sociale sul totale di 4.890. Vuol dire che tra i loro obiettivi ci sono l'assistenza sociale e sanitaria , l'istruzio- ne, la tutela dell'ambiente e il perseguimento del benesse- re della società . E gli opera- tori che investono su di esse, hanno maggiori benefici fi- scali. "CHI DICE che dal no profit non si debbatrarre un guada- o?": Cesare Fermi è un o- peratore umanitario, re- sponsabile migrazione di In- tersos che da20 anni offre as- sistenza nelle zone di crisi e oggi è in Serbia, a Sid, al con- fine con la Croazia. È un fiero sostenitore dell'incontro tra startup, profit, tecnologia e Ong. "Le organizzazioni u- manitarie - dice - hanno l'ob- bligo di offrire i loro servizi senza trarne alcun profitto. Le imprese, però possono i- deare gli strumenti e le tec- nologie necessari . Ignorare il lato economico della que- stione è stupido ". Le Ong, in- fatti, hanno budget che devo- no essere investiti in progetti con obiettivi chiari e che ga- rantiscano efficacia ed effi- cienza. "Non possiamo sba- gliare". Anche perché le Ong ele agenzie non sono più con- siderate intoccabili come un tempo. I governi le ostacola- no, sono percepite come por- tatrici di libertà, di collega- menti con altre realtà. Spes- so, infatti , basta solo un wifi. Michele di Mauro è uno dei fondatori di Wiman, una start-up bolognese per la condivisione delle reti wifi i- nutilizzate . "In Italia, l'85,4 per cento di reti è protetto da password - spiega. - E quando ci sono cataclismi o emergen- ze, uno degli hashtag più dif- fusi su Twitter è #apritelere- tiwifi. Allora ci siamo chiesti: perché aprirle solo durante le crisi?". La App Wiman serve cosìaevitare che chiusaquel- larete se ne impadronisca. La protegge e al tempo stesso la rende disponibile agli altri, anche ai migranti. Hanno già due milioni di utenti e map- pato due milioni di reti. "La tecnologia è in grado di supe- rare quasi tutti i limiti - spiega Fermi - e il mondo dell'uma- nitario può offrire comunque ottime occasioni di guadagno e prospettive per chi voglia investire . Il no profit porta aiuto, il profit può metterci in condizione di aiutare". Si apre allora il capitolo della tecnologia. Il terzo set- tore italiano, nel pieno della suariforma (attualmente fer- ma in Senato), ha un gap di- gitale molto forte: banche da- ti quasi inesistenti , scarsa in- formatizzazione dei servizi, gestione analogica. "Pur es- sendo una fondazione molto ricca, durante l'emergenza migranti ci siamo accorti di non essere in grado di affron- tare in modo efficace la crisi umanitaria", dice Maria Cri- stina Ferrandini di Fonda- zione Vodafone Italia. Du- rante l'emergenza, hanno chiesto aiuto e si sono consul- tati con le fondazioni degli al- tri Paesi europei. "E'necessa- rio un cambiamento . Il terzo settore ha un evidente gap di- gitale, prima di tutto nellage- stione dei dati". La fondazio- ne ha così deciso di destinare l'80 per cento del capitale nel no profit e nell'imprenditoria sociale per progetti di inno- vazione digitale . Ha attivato un bando di milione e mezzo di euro per la digitalizzazio- ne del terzo settore, riservato ai giovani. "E ' una scelta ne- cessaria . Ai bisogni a cui la tecnologia non è in grado di dare risposta, destineremo il restante 20-30 per cento". LE FONDAZIONI e le aziende che vogliono fare beneficen- za hanno smesso di donare oggetti, soldi e prodotti, pro- muovendo invece nuovi ser- vizi. Come nel caso dellaFon- dazione Ibm. Ha creato un team interno di 2mila volon- tari specializzati . " Prima ci chiedevano di donare iPc, og- gi aiutiamo a sviluppare e creare progetti per migliora- re il loro lavoro", racconta Angelo Failla, direttore della fondazione . Ibm ha infatti creato con CSVnet la prima banca dati nazionale delle or- ganizzazioni di volontariato in Italia. Hanno raccolto i da- ti, li hanno unificati e si sono accorti che le associazioni stanno diminuendo . " Il rap- porto tra profit e no profit sta cambiando - dice - ma il pri- mo passo da fare per essere efficienti è conoscere. E noi vogliamo aiutare afare anche questo". © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Page 1: IDO Dall'applicazione per individuaregli immigrati sbarcati a quella … · 2015-11-26 · tea di Techfugees Italy, all'H-Farm in provincia di Treviso, come funziona la piattaforma

... IDO Dall'applicazione per individuaregli immigrati sbarcati a quellaper evitare lo spreco dei cibi. Anche le Fondazioni ora sanno come spendere i loro soldi

La fantasia al serviziodei sociale: profit e Ong

s'incontrano con le appLLA SALA..............................

ividere la super-ficie terrestre inuna rete virtualedi tre metri qua-drati e attribuire

a ogni spazio tre parole: "Ta-volo - sedia - pavimento" po-trebbe allora indicare l'ango-lo di una spiaggia dove è ap-pena sbarcato un migrante."Nel mondo, ci sono quattromiliardi di persone senza in-dirizzo": lunghi capelli ca-stani, giacca e stivali di pelle,Khrisma Nayee è tra i fonda-tori della start -up londineseWhat3words, che due setti-mane fa ha ottenuto 3,5 mi-lioni di dollari di fondi da In-tel Capital e accumulato indue anni 5 milioni di dollaridi capitale. Racconta allapla-tea di Techfugees Italy,all'H-Farm in provincia diTreviso, come funziona lapiattaforma . "Pensiamo allefavelas o alle bidonville: co-me si può capire in quale de-gli edifici vive chi cerchia-mo? Come gli si può fornireassistenza se Google Mapsnon ha dato un nome a quelluogo?". Le coordinate Gpssono troppo difficili da me-morizzare e comunicare."Allora abbiamo setacciato ivocabolari di nove lingue eassociato, tramite un algorit-mo, tre termini univoci a ogniriquadro. Così sarà più facileper tutti far conoscere lapro-pria posizione , in qualsiasilingua". MyFoody, invece, èuna start - up italiana: unapiattaforma su cui vendere eacquistare , risparmiando,prodotti alimentari a rischiospreco. L'idea dei fondatori èfar conoscere la loro idea almondo delle associazioni noprofit, e infatti Myfoody ènell'elenco delle start-up ita-

liane come "impresa a voca-zione sociale ". Nell'ultimoanno, secondo i dati di Info-camere, in Italia sono stateavviate circa 40 start-up avo-cazione sociale sul totale di4.890. Vuol dire che tra i loroobiettivi ci sono l'assistenzasociale e sanitaria , l'istruzio-ne, la tutela dell'ambiente e ilperseguimento del benesse-re della società . E gli opera-tori che investono su di esse,hanno maggiori benefici fi-scali.

"CHI DICE che dal no profitnon si debbatrarre un guada-

o?": Cesare Fermi è un o-peratore umanitario, re-sponsabile migrazione di In-tersos che da20 anni offre as-sistenza nelle zone di crisi eoggi è in Serbia, a Sid, al con-fine con la Croazia. È un fierosostenitore dell'incontro trastartup, profit, tecnologia eOng. "Le organizzazioni u-manitarie - dice - hanno l'ob-bligo di offrire i loro servizisenza trarne alcun profitto.Le imprese, però possono i-deare gli strumenti e le tec-nologie necessari . Ignorare illato economico della que-stione è stupido". Le Ong, in-fatti, hanno budget che devo-

no essere investiti in progetticon obiettivi chiari e che ga-rantiscano efficacia ed effi-cienza. "Non possiamo sba-gliare". Anche perché le Ongele agenzie non sono più con-siderate intoccabili come untempo. I governi le ostacola-no, sono percepite come por-tatrici di libertà, di collega-menti con altre realtà. Spes-so, infatti , basta solo un wifi.Michele di Mauro è uno deifondatori di Wiman, unastart-up bolognese per lacondivisione delle reti wifi i-

nutilizzate . "In Italia, l'85,4per cento di reti è protetto dapassword - spiega. - E quandoci sono cataclismi o emergen-ze, uno degli hashtag più dif-fusi su Twitter è #apritelere-tiwifi. Allora ci siamo chiesti:perché aprirle solo durante lecrisi?". La App Wiman servecosìaevitare che chiusaquel-larete se ne impadronisca. Laprotegge e al tempo stesso larende disponibile agli altri,anche ai migranti. Hanno giàdue milioni di utenti e map-pato due milioni di reti. "Latecnologia è in grado di supe-rare quasi tutti i limiti - spiegaFermi - e il mondo dell'uma-nitario può offrire comunqueottime occasioni di guadagnoe prospettive per chi vogliainvestire . Il no profit portaaiuto, il profit può metterci incondizione di aiutare".

Si apre allora il capitolodella tecnologia . Il terzo set-tore italiano, nel pieno dellasuariforma (attualmente fer-ma in Senato), ha un gap di-gitale molto forte: banche da-ti quasi inesistenti , scarsa in-formatizzazione dei servizi,gestione analogica. "Pur es-sendo una fondazione moltoricca, durante l'emergenzamigranti ci siamo accorti dinon essere in grado di affron-tare in modo efficace la crisiumanitaria", dice Maria Cri-stina Ferrandini di Fonda-zione Vodafone Italia. Du-rante l'emergenza, hannochiesto aiuto e si sono consul-tati con le fondazioni degli al-tri Paesi europei. "E'necessa-rio un cambiamento . Il terzosettore ha un evidente gap di-gitale, prima di tutto nellage-stione dei dati". La fondazio-ne ha così deciso di destinarel'80 per cento del capitale nelno profit e nell'imprenditoria

sociale per progetti di inno-vazione digitale . Ha attivatoun bando di milione e mezzodi euro per la digitalizzazio-ne del terzo settore, riservatoai giovani. "E ' una scelta ne-cessaria . Ai bisogni a cui latecnologia non è in grado didare risposta, destineremo ilrestante 20-30 per cento".

LE FONDAZIONI e le aziendeche vogliono fare beneficen-za hanno smesso di donareoggetti, soldi e prodotti, pro-muovendo invece nuovi ser-vizi. Come nel caso dellaFon-dazione Ibm. Ha creato unteam interno di 2mila volon-tari specializzati . "Prima cichiedevano di donare iPc, og-gi aiutiamo a sviluppare ecreare progetti per migliora-re il loro lavoro", raccontaAngelo Failla, direttore dellafondazione . Ibm ha infatticreato con CSVnet la primabanca dati nazionale delle or-ganizzazioni di volontariatoin Italia. Hanno raccolto i da-ti, li hanno unificati e si sonoaccorti che le associazionistanno diminuendo . "Il rap-porto tra profit e no profit stacambiando - dice - ma il pri-mo passo da fare per essereefficienti è conoscere. E noivogliamo aiutare afare anchequesto".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Con le nuoveregole, pocosociale ma moltopiù commercio

0GAP DIGITALE,ma non solo. Il Terzo

Settore italiano è nellimbo di una riformaannunciata più di un annofa e bloccata inSenato daaprile. "E credonon sisbloccheràprima dellaprimavera".Flaviano Zandonai(nella foto) è il segretariogenerale della rete degliistituti di ricercasull'Impresa sociale. Ciracconta che in Italiaquesto tipo diimprenditoria èrappresentata soprattuttodalle cooperative. "Se lariforma dovessemodificare i vincoli chehanno le imprese sociali,si assisterà alla nascita diun nuovo tipo diimprenditorialità sociale,con giovani e startup chehanno una formazionetecnica e specializzata".Nei mesi scorsi, ancheattraverso ilFattoquotidiano.it, lariforma del Terzo Settore èstata il tema di un ampiodibattito. Al centro, le

modifiche al vincolo delladistribuzione degli utili.Per legge, un'impresasociale deve gestire iprofitti solo come mezzoper rendersiautosufficiente. Con lariforma, invece, gliinvestitori potrebberogoderne. "Anche se variconosciuto chesull'impresa sociale serveintervenire visto che non èdecollata dopo la suaistituzione - ha dettoStefano Cecconi,responsabile del TerzoSettore della Cgilnazionale - la nuovadisciplina ne rafforza ilruolo commerciale,indebolendone le finalitàsociali". Si rischia,insomma, una derivacommerciale che, dopo gliscandali di Mafia Capitalee i tagli alla spesa per iservizi sociali, potrebbedanneggiare ancoral'immagine di uno deisettori più attivinell'economia italiana.Senza contare che questeimprese potrebbero avereaccesso ai fondostrutturali europei."Se troppo duroe rigido, ilvincolo di distribuzionedegli utili rischia però solodi favorire l'elusione - diceZandonai -. Qualche mesefa un ricercatore svedeseha pubblicato un elenco ditutti i modi in cui èpossibile raggirare ilvincolo della distribuzionedegli utili in unaOrganizzazione no profit.Pare ce ne siano almeno21".

,5.

Con il freno tirato

Peccato che l'Italia ha un gap

digitale: poche banche dati, scarsa

informatizzazione e una riforma del

terzo settore che dorme in Senato

Miliardile entratedel no profit.Provengonoper due terzida fontiprivate e per il48% da ricavidi vendite dibeni e servizisia a privatiche alla PA..............

MilaGli addetti delTerzo settorein Italia. 4,7milioni sono ivolontari. Leassociazionisono 269.353,mentre lefondazionisono circaG mila

n LA APP Èun'applica-zione perdispositivimobili:smartphoneo tablet. È unsoftware cheper strutturainformatica èsimile a unagenericaapplicazione,maècaratterizzatada unasemplifica-zione edeliminazionedel superfluo,per ottenereleggerezza,essenzialitàe velocità

Le start-upa vocazionesociale natein Italianell'ultimoanno, suun totaledi 4.890iniziativeavviate

Impresesociali in

Italia. Si

tratta

soprattutto

di coop (38%,

di cui l'86%

sono coop

sociali),

imprese di

capitali

(30%),società dipersone (n%)e altreistituzioni noprofit diversedallecooperativesociali (2%)

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Infografica di Pierpaolo Balani