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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche PARTE I: Quadro conoscitivo di base 259 I.8 Agricoltura I.8.1 Territorio, popolazione e agricoltura Il territorio trentino è tipicamente montano e quindi caratterizzato da una orografia complessa e da una ridotta area suscettibile di coltivazioni intensive, da aree abbastanza vaste che possono essere coltivate o utilizzate per la zootecnia, da boschi abbondanti ed aree rocciose. Il 4,74% del territorio risulta essere coltivabile a seminativi o con legnose agrarie, quasi il 20% a prati e pascoli ed oltre il 75% è inutilizzabile ai fini agricoli. La scarsa presenza di terreni idonei alla coltivazione, unitamente alla acclività dei terreni che solo in poche aree possono essere considerati pianeggianti, evidenzia come non sia possibile prevedere l’acquisizione di nuove superfici per la produzione agricola. La popolazione attiva presente sul territorio ha manifestato negli ultimi decenni notevoli cambiamenti rispetto ai settori economici di impiego; fra il 1971 ed il 1999 si è infatti passati da 21.378 a 10.791 addetti all'agricoltura, pur in presenza di un aumento complessivo di quasi 39.000 unità lavorative, assorbite soprattutto nei servizi e nel commercio (Tabella I.8.1 e Tabella I.8.2). Questo dato riveste grande interesse per il settore agricolo poiché le aree coltivabili intensamente si sono ridotte a vantaggio dell’urbanizzazione e delle attività produttive secondarie e terziarie. Un consistente calo ha riguardato anche le aree a prato a causa della impossibilità di meccanizzazione che le ha spesso rese non più suscettibili di reddito (Tabella I.8.3 e Tabella I.8.4). Per una panoramica più generale sulle dinamiche della popolazione si rimanda al capitolo successivo (I.9) L’agricoltura trentina è inoltre sostenuta in modo significativo da agricoltori part time (dato non sempre rilevabile dal censimento della popolazione) come risulta in modo evidente nella Tabella I.8.5 che illustra la composizione della popolazione agricola individuando superfici ed addetti in base all’impegno professionale degli agricoltori. Nella Tabella I.8.6 si evidenzia la pressione complessiva della popolazione sul territorio rispetto al numero di abitanti per 100 ettari di SAU. Pur essendo questo dato influenzato dalla terziarizzazione dell’attività economica è utile riportarlo per un inquadramento generale del rapporto fra popolazione e territorio. Va inoltre sottolineata la frammentazione e la dispersione della proprietà fondiaria. L'azienda agricola media in provincia è di 1,5 ettari e l’appezzamento medio è di circa 3000 m 2 (in alcune aree anche notevolmente inferiore). Per quanto riguarda la dispersione le proprietà sono spesso dislocate su tutto il territorio comunale e talvolta anche in comuni contigui. Questo fenomeno da un lato indica l’attaccamento della popolazione alla terra e dall’altro esprime la difficoltà di attuare quelle economie aziendali di scala che sono invece possibili nei territori pianeggianti della pianura

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 259

I.8 Agricoltura

I.8.1 Territorio, popolazione e agricoltura

Il territorio trentino è tipicamente montano e quindi caratterizzato da unaorografia complessa e da una ridotta area suscettibile di coltivazioni intensive, da areeabbastanza vaste che possono essere coltivate o utilizzate per la zootecnia, da boschiabbondanti ed aree rocciose. Il 4,74% del territorio risulta essere coltivabile aseminativi o con legnose agrarie, quasi il 20% a prati e pascoli ed oltre il 75% èinutilizzabile ai fini agricoli. La scarsa presenza di terreni idonei alla coltivazione,unitamente alla acclività dei terreni che solo in poche aree possono essere consideratipianeggianti, evidenzia come non sia possibile prevedere l’acquisizione di nuovesuperfici per la produzione agricola.

La popolazione attiva presente sul territorio ha manifestato negli ultimidecenni notevoli cambiamenti rispetto ai settori economici di impiego; fra il 1971 ed il1999 si è infatti passati da 21.378 a 10.791 addetti all'agricoltura, pur in presenza diun aumento complessivo di quasi 39.000 unità lavorative, assorbite soprattutto neiservizi e nel commercio (Tabella I.8.1 e Tabella I.8.2). Questo dato riveste grandeinteresse per il settore agricolo poiché le aree coltivabili intensamente si sono ridotte avantaggio dell’urbanizzazione e delle attività produttive secondarie e terziarie. Unconsistente calo ha riguardato anche le aree a prato a causa della impossibilità dimeccanizzazione che le ha spesso rese non più suscettibili di reddito (Tabella I.8.3 eTabella I.8.4).

Per una panoramica più generale sulle dinamiche della popolazione si rimandaal capitolo successivo (I.9)

L’agricoltura trentina è inoltre sostenuta in modo significativo da agricoltoripart time (dato non sempre rilevabile dal censimento della popolazione) come risultain modo evidente nella Tabella I.8.5 che illustra la composizione della popolazioneagricola individuando superfici ed addetti in base all’impegno professionale degliagricoltori.

Nella Tabella I.8.6 si evidenzia la pressione complessiva della popolazione sulterritorio rispetto al numero di abitanti per 100 ettari di SAU. Pur essendo questo datoinfluenzato dalla terziarizzazione dell’attività economica è utile riportarlo per uninquadramento generale del rapporto fra popolazione e territorio.

Va inoltre sottolineata la frammentazione e la dispersione della proprietàfondiaria.

L'azienda agricola media in provincia è di 1,5 ettari e l’appezzamento medio èdi circa 3000 m2 (in alcune aree anche notevolmente inferiore). Per quanto riguarda ladispersione le proprietà sono spesso dislocate su tutto il territorio comunale e talvoltaanche in comuni contigui. Questo fenomeno da un lato indica l’attaccamento dellapopolazione alla terra e dall’altro esprime la difficoltà di attuare quelle economieaziendali di scala che sono invece possibili nei territori pianeggianti della pianura

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base260

Padana. Alcuni dei problemi posti dalla diffusione dell’attività in miriadi di aziendevengono risolti con l’incentivazione di sistemi collettivi per la lavorazione e lacommercializzazione dei prodotti; quelli derivanti dalla frammentazione e dalladispersione delle aziende agricole mediante la facilitazione ad eseguire infrastruttureed opere di miglioramento fondiario, private e collettive.

Censimento popolazione attiva 1971 Censimento popolazione attiva 1991

Sottobacino Agrico

ltura

Indust

ria

Com

mer

cio

Ser

vizi

Tot

ale

Agrico

ltura

Indust

ria

Com

mer

cio

Ser

vizi

Tot

ale

Adige 5.537 28.360 11.529 20.703 66.129 3.302 26.493 17.443 40.003 87.241

Avisio 1.985 5.757 2.873 3.084 13.699 863 5.463 4.466 5.154 15.946

Fersina 1.078 1.541 491 618 3.728 283 1.420 785 1.402 3.890

Noce 6.220 7.080 3.151 3.629 20.080 3.327 6.849 4.592 6.683 21.451

Brenta 2.437 7.663 2.584 4.051 16.735 1.165 8.124 4.150 8.160 21.599

Vanoi 162 338 162 132 794 89 167 165 203 624

Cismon 315 975 659 499 2.448 173 839 1.013 1.010 3.035

Cordevole 28 64 17 16 125 7 44 8 28 87

Astico 54 230 212 114 610 38 141 231 186 596

Sarca 2.756 9.809 4.617 5.137 22.319 1.355 9.647 7.751 10.117 28.870

Chiese 806 2.497 560 591 4.454 189 2.466 800 1.238 4.693

Totale PAT 21.378 64.314 26.855 38.574 151.121 10.791 61.653 41.404 74.184 188.032

Tabella I.8.1: raffronto tra popolazione attiva del 1971 e del 1991, per categorie di attività e per sottobacino.

Variazione della composizione della

popolazione attiva

Variazione percentuale della

composizione della popolazione attiva

Sottobacino Agrico

ltura

Indust

ria

Com

mer

cio

Ser

vizi

Tot

ale

Agrico

ltura

Indust

ria

Com

mer

cio

Ser

vizi

Tot

ale

Adige -2.235 -1.867 5.914 19.300 21.112 -40% -7% 51% 93% 32%

Avisio -1.122 -294 1.593 2.070 2.247 -57% -5% 55% 67% 16%

Fersina -795 -121 294 784 162 -74% -8% 60% 127% 4%

Noce -2.893 -231 1.441 3.054 1.371 -47% -3% 46% 84% 7%

Brenta -1.272 461 1.566 4.109 4.864 -52% 6% 61% 101% 29%

Vanoi -73 -171 3 71 -170 -45% -51% 2% 54% -21%

Cismon -142 -136 354 511 587 -45% -14% 54% 102% 24%

Cordevole -21 -20 -9 12 -38 -75% -31% -53% 75% -30%

Astico -16 -89 19 72 -14 -30% -39% 9% 63% -2%

Sarca -1.401 -162 3.134 4.980 6.551 -51% -2% 68% 97% 29%

Chiese -617 -31 240 647 239 -77% -1% 43% 109% 5%

Totale PAT -10.587 -2.661 14.549 35.610 36.911 -50% -4% 54% 92% 24%

Tabella I.8.2: Variazione della composizione della popolazione attiva tra il 1971 e il 1991.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 261

Censimento Agricoltura 1970 Censimento Agricoltura 2000

Sottobacino Sem

inat

ivi

Col

tiva

zion

i

per

man

enti

Prat

i

per

man

enti

e pas

coli

Super

fici

e

bos

cata

Sem

inat

ivi

Col

tiva

zion

i

per

man

enti

Prat

i

per

man

enti

e pas

coli

Super

fici

e

bos

cata

Adige 1.506 9.364 16.837 44.078 1.019 8.939 14.574 49.694

Avisio 441 902 24.697 47.182 88 1.007 17.134 47.604

Fersina 487 801 3.797 9.110 213 650 3.539 10.386

Noce 1.125 7.227 27.694 57.612 121 7.796 24.847 60.974

Brenta 1.419 1.643 20.501 34.970 1.020 1.452 17.707 40.659

Vanoi 19 3.337 5.895 3,61 0,41 2.329 5.895

Cismon 27 0,03 5.952 9.517 3,11 0,71 4.223 9.079

Cordevole 1,37 162 619 0,23 135 667

Astico 37 6,75 1.771 3.190 2,64 3,03 1.110 3.601

Sarca 2.326 2.599 32.852 60.218 1.420 2.830 26.194 63.546

Chiese 271 182 11.194 16.358 235 61 8.325 16.644

Totale PAT 7.661 22.726 148.796 288.749 4.125 22.740 120.116 308.749

Tabella I.8.3: Raffronto dei censimenti dell’agricoltura del 1970 e del 2000: superfici in ettari per tipo di coltura e persottobacino.

Sottobacino SeminativiColtivazioni

permanenti

Prati permanenti e

pascoli

Superficie

boscata

Adige -488 -425 -2.263 5.617

Avisio -353 104 -7.562 423

Fersina -274 -151 -257 1.276

Noce -1.004 569 -2.847 3.362

Brenta -399 -191 -2.794 5.690

Vanoi -15 0,41 -1.008

Cismon -24 0,68 -1.729 -438

Cordevole -1,14 -28 47

Astico -35 -3,72 -662 411

Sarca -907 230 -6.658 3.328

Chiese -36 -120 -2.870 286

Totale PAT -3.536 14 -28.679 20.001

Tabella I.8.4: Variazione delle superfici coltivate tra il 1970 e il 2000: superfici in ettari per classi di coltura e persottobacino.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base262

Aziende con almeno 1 componente a

tempo pienoAziende con soli componenti part - time

Sottobacino

Numero

aziende

Iscritti in

prima

Iscritti in

secondaSAU [ha]

Numero

aziende

Iscritti in

prima

Iscritti in

secondaSAU [ha]

Adige 1.180 1.429 581 10.165 1.645 1.881 4.457

Avisio 263 328 117 2.694 376 416 1.448

Fersina 185 211 43 2.425 313 348 623

Noce 1.686 2.004 675 9.198 1.504 1.711 3.230

Brenta 378 464 131 4.893 380 437 1.510

Vanoi 16 18 2 125 16 17 52

Cismon 42 58 16 657 87 94 1.482

Cordevole 3 3 20 10 11 41

Astico 11 18 6 315 7 7 96

Sarca 451 577 184 5.766 586 664 2.697

Chiese 60 76 25 1.485 88 105 680

Totale PAT 4.275 5.186 1.780 37.743 5.012 5.691 16.316

Tabella I.8.5: Consistenza delle aziende agricole a tempo pieno e part-time per ciascun sottobacino.

SottobacinoPopolazione

1990

SAU [ha]

2000

Popolazione /

100 ha

Adige 215.878 24.532 880

Avisio 39.267 18.229 215

Fersina 10.402 4.403 236

Noce 53.964 32.763 165

Brenta 56.694 20.179 281

Vanoi 1.657 2.333 71

Cismon 7.904 4.226 187

Cordevole 211 135 156

Astico 1.404 1.115 126

Sarca 74.447 30.444 245

Chiese 11.886 8.621 138

Totale PAT 473.714 146.981 322

Tabella I.8.6: Densità della popolazione ogni 100 ha di SAU (superficie agricola utile).

Sulla base dei dati raccolti in occasione del Censimento generale svoltonell’anno 2000 è stato ricostruito inoltre (vedi Tabella I.8.1) il quadro aggiornato,suddiviso per sottobacini, circa l’estensione delle diverse tipologie colturali; tali datisono stati desunti da un accurato confronto tra le sezioni 2 e 9 del modulo utilizzatoper il censimento; va precisato al riguardo che la nona sezione evidenziava un erroredi circa il 3% nella localizzazione degli appezzamenti a seminativo ed a colturepermanenti. La ripartizione delle superfici è stata effettuata con criteri di aggregazioneche consentissero valutazioni di carattere generale.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 263

Sottobacino

Coltivazione Ad

ige

Avis

io

Fers

ina

No

ce

Bre

nta

Van

oi

Cis

mon

Cord

evole

Ast

ico

Sarc

a

Ch

iese

Tota

le P

AT

Cereali 0,97 0,16 1,52 0,42 14 4,26 0,29 22

Mais granella 4,51 1,17 3,27 7,14 0,06 47 156 219

Legumi 3,15 0,41 2,95 0,18 9,44 0,18 1,25 4,81 22

Patata 147 13 33 46 56 0,02 0,88 0,02 208 35 540

Barbabietole 0,04 0,01 0,05 0,04 0,14

Industriali 2,68 0,45 0,56 0,02 0,20 1,40 5,30

Ortive 212 3,71 13 10 18 2,41 0,24 0,73 65 3,43 328

Ortive serra 1,85 1,01 1,31 0,31 12 1,16 1,68 1,23 21

Pomodori serra 0,03 0,01 0,26 0,30

Ortive protette 4,21 2,35 44 2,41 17 0,01 0,004 9,17 3,39 83

Fiori 10,25 1,59 2,79 2,19 7,09 0,14 0,10 10 35

Vivaio 4,24 0,50 1,90 0,48 2,37 0,20 2,48 12

Foraggere avvic. 243 12 8,52 23 23 102 412

Mais ceroso 179 2,08 44 2,20 750 866 16 1.859

Produz. sementi 0,03 0,39 0,42

Rotazione colture 70 2,36 4,99 1,17 7,75 31 1,65 119

Totale parziale

dei seminativi883 41 162 88 924 3,59 1,71 0,86 1.352 222 3.678

Vite 6.265 761 193 190 208 2,30 1.408 27 9.055

Olivo 10 0,55 0,08 0,20 0,30 0,12 370 381

Melo e pero 2.359 211 304 7.547 1.036 0,22 0,38 678 8,95 12.144

Altra frutta 125 21 140 11 154 0,41 0,15 166 3,33 621

Kiwi 75 3,14 3,66 4,33 55 0,43 142

Alte esotiche 3,36 0,74 3,79 0,85 5,58 0,20 2,34 16,86

Frutta da guscio 47 8,05 2,45 4,55 34 0,08 98 22 216

Vivai 53 0,91 3,01 42 7,92 0,04 48 0,58 155

Legnose serra 0,12 0,01 0,12 0,09 2,61 0,25 1,79 4,99

Altre legnose 1,98 0,02 0,10 0,10 2,91 5,11

Totale parziale

delle legnose8.939 1.007 650 7.796 1.452 0,41 0,71 3,03 2.830 61 22.740

Orti 135 47 51 32 96 0,02 1,40 0,23 1,78 69 14 447

Prati 4.115 4.044 1.400 5.213 4.860 227 1.141 67 459 6.151 1.670 29.346

Pascoli 10.460 13.091 2.139 19.634 12.847 2.102 3.081 68 651 20.043 6.655 90.770

Totale Sau 24.532 18.229 4.403 32.763 20.179 2.333 4.226 135 1.115 30.444 8.621 146.981

Pioppi 0,52 1,07 1,59

Boschi 49.694 47.604 10.073 60.974 40.972 5.895 9.079 667 3.601 63.545 16.644 308.747

Altre Superfici 3.693 3.134 651 1.533 1.516 458 248 65 180 1955 490 13.924

Superficie

Totale vegetata77.920 68.967 15.127 95.271 62.667 8.686 13.553 867 4.896 95.944 25.755 469.654

Tabella I.8.7: Superfici vegetate rilevate dal censimento generale dell’anno 2000 (ettari).

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base264

A conclusione di questa breve sintesi sul rapporto tra popolazione, territorio eagricoltura preme osservare come, nonostante le critiche che da varie parti vengonorivolte all’agricoltura, essa resta fondamentale non solo per la produzione di alimenti,ma anche per una stretta relazione fra il settore primario ed il resto delle attivitàeconomiche, che dalle produzioni agricole vengono sollecitate molto più che da altre.Infatti laddove è stata abbandonata l’attività agricola vengono abbandonati anche icentri abitati, che nella migliore delle ipotesi si trasformano in dormitori o residenzetemporanee. In vari casi si sono verificati sul territorio abbandonato dissestiidrogeologici, che hanno ulteriormente ridotto l’utilizzabilità dei terreni. Il presidioagricolo del territorio, consente infatti di mantenere un più efficace controllo deldeflusso delle acque meteoriche ed una migliore stabilità dei terreni.

I.8.2 Valore economico della produzione

La valutazione economica del comparto agricolo è stata condotta incollaborazione con il prof. Geremia Gios (ordinario di Economia ed Estimodell'Università di Trento).

L’analisi ha interessato l’indotto dell’agricoltura rispetto agli altri settorieconomici distinguendo la produzione indotta ed il valore aggiunto di quest’ultima. Èstata anche valutata l'esternalità dell'attività agricola comprendendo in questa lastima della valenza estetico - paesaggistica e quella in ordine all'assetto idrogeologicodei terreni.

Infatti, al fine di valutare l’importanza dell’acqua dal punto di vista economicoper l’agricoltura trentina è necessario tenere presente che:

• senza irrigazione non è possibile ottenere un’agricoltura competitiva.

• L’alternanza di produzione tipica delle colture in asciutto non è sopportabile nonsolo perché la riduzione della produzione nelle annate non favorevoli crea unaforte riduzione di reddito, ma anche perché tale riduzione comporta la perdita dimercati che sono poi difficilmente recuperabili. Inoltre gli elevati investimentinecessari per ottenere il raccolto fanno si che riduzioni nei ricavi aumentino ilrischio di uscita dal mercato di un numero elevato di aziende. Infine, in molticasi, le nuove varietà e le nuove tecniche colturali risultano meno resistenti aperiodi di stress idrico delle vecchie varietà.

• Il peso dell’agricoltura dal punto di vista economico non va valutato solo comevalore aggiunto ed occupati diretti, ma si deve tenere conto anche dell’elevatopotenziale di attivazione del settore agricolo nei confronti dell’intera economia.

• L’agricoltura non può essere valutata solo in termini di attività economica, maanche in relazione alle esternalità positive che la stessa produce. Tra questequelle relative al paesaggio ed ai problemi idrogeologici.

Per le finalità connessa alle valutazioni economiche l'aggregazione delle superfici giàriportata in Tabella I.8.7 può essere ulteriormente semplificata secondo quantoriportato in Tabella I.8.8 e in Tabella I.8.9, dove l’estensione e l’impatto economicosono distinti sulla base di 4 tipologie colturali più una quinta che racchiude sotto lavoce “altre” tutte quelle meno rappresentative.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 265

Sottobacino Frutteto Vite / Olivo Altre Prato PascoloSuperficie

totale

Adige 2.662 3,263 948 4.115 10.460 18.188

Avisio 201 0,396 86 4.044 13.091 17.421

Fersina 375 0,100 208 1.400 2.139 4.122

Noce 6.237 0,099 119 5.213 19.634 31.202

Brenta 1.018 0,108 1.015 4.860 12.847 19.740

Vanoi 0,30 3,61 227 2.102 2.333

Cismon 0,34 3,36 1.141 3.081 4.226

Cordevole 0,23 67 68 135

Astico 0,45 0,001 2,64 459 651 1.113

Sarca 1.037 0,924 1.391 6.151 20.043 28.622

Chiese 29 0,014 234 1.670 6.655 8.587

Totale PAT 11.559 4,906 4.010 29.346 90.770 135.689

Tabella I.8.8: Aggregazione delle superfici agricole [ha] ai fini della valutazione economica.

SottobacinoProduzione Lorda

Vendibile

Valore aggiunto

indottoEsternalità Totale

Adige 150.125 34.481 83.080 267.686

Avisio 25.956 10.168 71.343 107.468

Fersina 19.721 6.159 21.116 46.996

Noce 159.036 61.967 101.849 322.852

Brenta 37.141 14.074 61.703 112.918

Vanoi 730 622 4.788 6.140

Cismon 2.363 2.059 15.876 20.298

Cordevole 121 105 810 1.036

Astico 911 751 5.756 7.418

Sarca 68.548 22.564 81.185 172.298

Chiese 5.869 3.535 23.616 33.021

Totale PAT 470.522 156.486 471.123 1.098.131

Tabella I.8.9: Valutazione dell’impatto economico dell’agricoltura (in migliaia di euro).

Nella Tabella I.8.10 viene sintetizzato per ciascun sottobacino il valore totaledell'agricoltura del Trentino, distinguendo i valori di produzione lorda vendibile, divalore aggiunto indotto e le esternalità. I valori sono espressi in migliaia di euro edammontano complessivamente a 1.098.131.000 €.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base266

Sottobacino

Ad

ige

Avis

io

Fers

ina

No

ce

Bre

nta

Van

oi

Cis

mon

Cord

evole

Ast

ico

Sarc

a

Ch

iese

Tota

le P

AT

PLV 27.036 3.549 12.601 143.486 18.017 6 7 9 16.723 354 221.787

Prod.ind. 22.440 1.065 7.560 119.093 10.089 12.877 106 173.231

v.a. indotto 9.649 458 3.251 51.210 4.338 5.537 46 74.489

Fru

tteto

Esternalità 6.759 1.100 5.292 33.002 4.865 1,49 1,67 2,22 4.850 103 55.976

PLV 109.550 13.301 3.372 3.323 3.634 42 31.024 464 164.712

Prod.ind. 42.725 5.187 1.315 1.296 1.417 16 12.099 181 64.237

v.a. indotto 17.090 2.075 526 518 567 7 4.840 72 25.695

Vit

e /

olivo

Esternalità 33.961 8.247 1.315 1.296 1.417 15 11.169 167 57.587

PLV 5.215 472 1.145 652 5.579 20 18 1,26 14 7.647 1.285 22.048

Prod.ind. 1.043 94 229 130 1.116 3,97 3,70 0,25 2,90 1.529 257 4.410

v.a. indotto 417 38 92 52 446 1,59 1,48 0,10 1,16 612 103 1.764Alt

re

Esternalità 782 71 172 98 837 2,98 2,77 0,19 2,17 1.147 193 3.307

PLV 8.324 8.634 2.603 11.575 9.911 705 2.338 119 845 13.154 3.766 61.975

Prod.ind. 18.313 18.995 5.727 25.465 21.805 1.550 5.144 263 1.859 28.939 8.286 136.345

v.a. indotto 7.325 7.598 2.291 10.186 8.722 620 2.058 105 744 11.575 3.314 54.538

Pra

to e

pasc

.

Esternalità 41.578 61.926 14.337 67.454 54.585 4.783 15.871 810 5.736 64.019 23.154 354.253

Tabella I.8.10: Valutazione dell’impatto economico dell’agricoltura in migliaia di euro.

La valenza economica dell’agricoltura è indubbiamente legata anche al ruolosvolto dall’irrigazione (per il quale si rimanda al paragrafo successivo), non è tuttaviaagevole quantificare in termini economici la perdita di valore che, in assenza di acquaper uso irriguo o in seguito ad una riduzione nella disponibilità della stessa, si avrebbenell’economia trentina.

Si possono comunque fare le seguenti valutazioni di massima:

1. Si può stimare che in carenza di acqua di irrigazione la produzione lorda vendibiledel settore agricolo trentino si ridurrebbe del 45% per quanto riguarda il settorefrutticolo, del 30% per il settore viticolo e del 10 % per il settore zootecnico.

2. Il peso dell’agricoltura (escluse le foreste e comprese le prime lavorazioni) intermini di produzione lorda vendibile per la provincia di Trento può esserestimato in circa 568 milioni di euro all’anno. La non disponibilità di acqua irriguaporterebbe ad una riduzione di circa 165 milioni di euro all’anno di PLV ed allaperdita stimabile di circa 6000 occupati standard. In relazione all’indotto direttoed indiretto si può stimare che la riduzione della produzione porterebbe aperdere ulteriori 4000 posti di lavoro ed una riduzione aggiuntiva di 93 milioni dieuro di valore aggiunto.

3. Relativamente alle esternalità positive dell’attività agricola una stima prudenzialeporta a valutare le stesse pari ad almeno il valore della PLV.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 267

I.8.3 Acqua e agricoltura

L’agricoltura comincia a svincolarsi dalla sua arretratezza con l’introduzionedell’irrigazione, che la pone al riparo dalle variabilità meteoriche ed in particolare dallasiccità, fenomeno che condiziona notevolmente la costanza della produzione.

Fino dalla seconda metà del 1700 cominciano ad essere realizzate opere diadduzione impegnative per portare l’acqua da punti in quota alle aree agricole distantidai punti di prelievo. È del 1792 la vertenza nell’alta Valle di Non fra gli abitanti dellefrazioni di Mione, Marcena e Corte e quelli di Lanza, per il passaggio della canalettache dal torrente Lavazè porta l’acqua irrigua necessaria alle campagne. Soprattutto inquesta Valle sono state costruite opere che portavano in quota le acque per icomprensori irrigui, come quelle realizzate sui torrenti Tresenga, Pongaiola e S.Romedio.

L’agricoltura diventa moderna solo nella seconda metà dell’800, conl’introduzione della concimazione e dei primi prodotti fitosanitari e si “industrializza”nel secondo dopoguerra con l’introduzione massiccia della meccanizzazione.

Nel secondo dopoguerra l’esigenza principale delle popolazioni era quella diottenere grandi quantità di alimenti, senza particolare attenzione alla qualità deiprodotti. Più di recente l’attenzione del consumatore si è spostata verso lecaratteristiche qualitative del prodotto, che quindi deve rispettare lo standardcommerciale e la continuità della produzione. Queste caratteristiche sonopesantemente condizionate dalla disponibilità di acqua, soprattutto in particolariperiodi fenologici.

L’ampliamento dei mercati, mentre ha consentito di svincolarsi dalleproduzioni del passato rivolte all’autoconsumo, obbliga a realizzare produzioni diqualità competitive con merci prodotte in ambienti dove i costi di produzione sonomolto inferiori.

Diventa quindi fondamentale mirare a prodotti di elevata qualità, con costanzadi produzione e con la disponibilità di tutti i mezzi necessari alla produzione. Anchel’acqua viene erogata più per esigenze merceologiche (accrescimento dei frutti e degliortaggi, raggiungimento del tenore zuccherino richiesto per una vinificazione diqualità) che per aumentare le quantità unitarie di prodotto.

L’orografia del territorio limita notevolmente la distribuzione dell’acqua con ilsistema a canaletta e la distribuzione a scorrimento. Questo limite viene superato conil trasporto mediante tubazioni in pressione. I risultati dimostrano che il principalelimite alla diffusione della frutticoltura e di altre colture redditizie, oltre alla quota, èstata ed è la ridotta disponibilità di acqua.

Il passaggio da una produzione aziendale diversificata ad una altamentespecializzata, caratterizzata dalla necessità di presentare alla vendita un prodottosempre più appetibile ed uniforme, accentua il bisogno di una distribuzione regolare esufficiente di acqua. L’evoluzione delle tecniche colturali ha portato dapprima ad unadistribuzione di grandi quantità di acqua per sommersione, con turni lunghi, spessoaccompagnate anche da massicce concimazioni, per passare poi a sistemi a pioggialenta e recentemente a goccia con una notevole economia della risorsa. Si è passaticosì da consumi di 2 l/s per ettaro a 0,8 e questi valori potrebbero essereulteriormente ridotti. Alla modifica delle tecniche irrigue si è arrivati, non solo persoddisfare la necessità di acqua con sistemi più efficienti di distribuzione, ma ancheperché le tecniche culturali hanno portato a scegliere coltivazioni che anticipano laproduzione. I nuovi impianti iniziano a produrre al 2°-3° anno, e consentono una

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base268

maggiore costanza ed uniformità di produzione. È da tenere presente inoltre che lamodifica delle tecniche colturali, soprattutto l’introduzione dei portainnesti deboli, hamodificato il periodo vegetativo della coltura del melo, anticipandolo di oltre 15 giornie determinando una ridotta capacità di resistere agli stress idrici a causa dellalimitatezza e della superficialità dell'apparato radicale.

Per quanto riguarda l’organizzazione dell’irrigazione nella nostra provincia è danotare che la pratica irrigua è prevalentemente collettiva con una bassa percentuale diimpianti irrigui privati. In questo modo è stato possibile ridurre notevolmente i prelievipredisponendo una adeguata turnazione. Per contro l’irrigazione individuale abbisognadi prelievi immediati su tutta la superficie e contemporanei, la cui entità (stimabile incirca 11,5 l/s), dipende solamente dal tipo di impianto irriguo adottato. Per questomotivo è stato incentivato in modo differenziato l’impianto irriguo consorziale rispettoa quello aziendale. I settori su cui si può intervenire sono sostanzialmente riferibili almiglioramento delle tecniche della distribuzione irrigua allo scopo di favorire unamaggior efficacia delle somministrazioni, alla centralizzazione della distribuzione perrazionalizzarne l’impiego e all’organizzazione dei prelievi con eventuale conservazionedell’acqua in bacini.

Per meglio definire queste azioni nel programma di sviluppo rurale (PSR)2000-2006 sono stati definiti gli obiettivi, già adottati da tempo dall'Amministrazione,riorganizzandoli nel seguente modo:

• favorire la gestione collettiva delle risorse idriche;

• ottenere un maggiore controllo sull’uso delle risorse idriche permettendo unaprogrammazione più efficace degli interventi da parte dell’Ente pubblico;

• garantire l’approvvigionamento per gli usi agricoli compatibilmente con leesigenze ambientali dei corsi d’acqua;

• migliorare le condizioni dei corsi d’acqua;

• consentire una maggiore economia di gestione da parte dei beneficiari finali;

• limitare e raggruppare le opere di presa sui torrenti evitando sprechi di risorse emigliorando la situazione ambientale;

• ridurre i prelievi di acque sotterranee al fine di tutelare l’equilibrio idrico dellefalde.

Che si concretizzano nella incentivazione di iniziative che prevedono:

• adozione di tecniche irrigue che consentano un risparmio d’acqua e di energia;

• soddisfacimento delle reali esigenze delle colture, evitando eccessi di erogazioni;

• raggiungimento di adeguate garanzie di sicurezza per gli impianti;

• gestione collettiva della risorsa idrica ai fini del controllo e della razionalizzazionedel prelievo;

• adozione di tecniche irrigue che consentano di distribuire opportuni elementinutritivi con maggiore attenzione alle esigenze delle colture e dell’ambiente(sistema a goccia per fertirrigazione).

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 269

I.8.4 Definizione dei fabbisogni irrigui ottimali

In considerazione del fatto che l’utenza agricola rappresenta, dopo quellaidroelettrica, la maggiore consumatrice di risorsa idrica, si è ritenuto di approfondire laconoscenza del rapporto tra acqua ed agricoltura soprattutto in riferimento alleesigenze irrigue che le principali tipologie di colture manifestano nei periodi massimostress estivo.

Nelle pagine seguenti si riporta quindi lo studio svolto in tal senso dall’IstitutoAgrario di S. Michele all’Adige, dove tutte le analisi ed i relativi risultati sono distintiper singolo sottobacino idrografico.

I.8.4.1 Materiali e Metodi

Per la stima delle necessità irrigue si è operato in base alle seguenticonsiderazioni.

Precipitazioni

I campi di precipitazione rilevanti le necessità irrigue sono molto variabili neltempo e nello spazio, in particolare nel territorio della PAT per ovvie ragioni connessecon l’orografia del territorio. La problematica trattata si interessa alla pioggiaprincipalmente per stabilire quanta parte dei fabbisogni evaporativi di un periodopossa essere supplito dalla pioggia caduta nel medesimo lasso di tempo o in tempi(utilmente) precedenti.

Evapotraspirazione (ET)

È l'insieme dell'acqua evaporata da terreno nudo (chiamata evaporazione) e diquella evaporata dalle superfici dei vegetali vivi (traspirazione). La dinamica dellaperdita di acqua dal terreno tramite passaggio allo stato di vapore è governata daalcuni importanti fattori:

• atmosfera (temperatura dell'aria, umidità dell'aria, vento, radiazione solare)

• terreno (stratigrafia del terreno, relazione tensione-umidità di ogni strato,presenza di scheletro)

• pianta (specie, stadio vegetativo, sviluppo radicale)

Negli studi sull'ET si fa sempre infatti riferimento al “sistema atmosfera,pianta, terreno”.

Il metodo di valutazione dell'evapotraspirazione delle colture che si è adottatoper questo lavoro è quello suggerito dalla FAO [Allen et. Al. 1998], che si svolge in 3passi successivi.

• Passo 1: si calcola l'evapotraspirazione di una coltura di riferimento (Referencecrop evapotranspiration). A livello internazionale la coltura di riferimento piùusata è il prato di festuca ben irrigato con erba alta 12 cm (ETo). La stima di ETopuò essere effettuata in vari modi, ma per questo studio è stata calcolatapartendo da dati meteorologici per mezzo di formule matematiche. Per le stazioni

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base270

dove sono disponibili temperatura, umidità, vento, radiazione e pressioneatmosferica, si è usata la formula di Penman-Monteith (Pmon); nei casi in cui cisia solo il dato di temperatura, si sono usate quelle di Thornthwaite (Thor), diHargreaves (Harg) e di Blaney-Criddle (BlCr).

• Passo 2: si calcola l'ET della coltura in atto ben irrigata (ETc) (Cropevapotranspiration under standard conditions), moltiplicando ETo per opportunicoefficienti colturali (Kc) variabili con la coltura e la fase fenologica.

• Passo 3: in certe circostanze l’ET effettiva delle colture può essere inferiore allamassima potenziale ETc a causa di condizioni ambientali diverse da quellestandard, e soprattutto a causa del basso livello di acqua disponibile per la piantanel terreno. Per tener conto di tale fenomeno, si moltiplica ETc per un opportunocoefficiente (Kd) che è determinato in funzione dell’acqua disponibile e di altrifattori deprimenti l’ET e si giunge così all’evapotraspirazione effettiva dellacoltura (ETc adj) (Crop evapotranspiration under non-standard conditions).Dovendo stabilire i livelli necessari per una ottimale delle colture, non si èritenuto, in sede di Piano, considerare la riduzione dell’ETc e si è mantenutoETcadj = ETc.

Criteri di calcolo dell’evapo-traspirazione

Per giungere ad una buona stima di ETo è stato necessario risolvere alcuniproblemi preliminari, legati ai due fattori seguenti:

1. solo un numero ridotto di stazioni meteo permette di usare formule accurate perla stima di ETo

2. per molte stazioni sono disponibili solamente i dati mensili, e non quelligiornalieri

Relazione tra varie formule di calcolo di Eto

Come sopra detto, si ritiene attualmente che la miglior formula per la stima diETo sia quella di Penman-Monteith. Siccome in Provincia di Trento il numero distazioni meteo in grado di fornire tutti i parametri per tale formula è però moltoridotto, si è reso necessario fare generalmente uso di formule meno precise, qualiquelle di Thornthwaite, di Blaney-Criddle e di Hargreaves, “agganciandone” i risultati aquelli forniti da Pmon in alcune stazioni di riferimento, operando in questo modo:

• per tutte le stazioni di interesse agrario, in funzione da un ragionevole lasso ditempo e dotate di un numero di sensori sufficiente per Penman-Monteith, si sonocalcolati i valori di ETo con tutte le formule citate e si sono poi ricavate delleequazioni di regressione che permettano di risalire a ETo Pmon partendo daglialtri metodi.

• L’estensione ragionata di tali equazioni anche alle stazioni dotate solo di sensoridi temperatura, ha permesso infine una stima di ETo secondo Penman-Monteithsu tutto il territorio.

Per i calcoli del fabbisogno irriguo in presenza di soli dati di temperatura,l’orientamento di massima è stato verso la formula di Hargreaves che, servendosi ditemperatura minima e massima anziché solo della media, è ritenuta migliore dellealtre due [Allen et al. 1998].

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 271

Relazione tra ETo giornaliera ed ETo media di periodi di varia lunghezza

I set di dati disponibili per le stime di ETo comprendevano sia dati giornalieriche mensili, che non potevano essere elaborati direttamente assieme perché il calcolodi ETo effettuato giorno per giorno è solitamente diverso dal valore medio giornalieroricavato per intervalli temporali più grandi, dove si ha un appiattimento dei picchi diETo direttamente proporzionale all’ampiezza dell’intervallo.

Per avere una stima di tali differenze, si sono calcolate per Pmon le mediemobili a 3, 5, 7, 15, 30, 60 giorni, mettendole in relazione col dato giornaliero. Lerette di regressione tra tali valori, quantificano il “filtraggio” dei picchi di EToeffettuato tramite medie mobili, e permettono (se significative) una corretta stima deipicchi di ETo giornaliera ai fini irrigui, partendo da dati settimanali, quindicinali,mensili etc.

Software usato per i calcoli di ET

I calcoli di ET sono stati eseguiti con il software REF-ET [Allen,.R.G. 2001], chepermette di ricavare l’evapotraspirazione secondo i più attuali algoritmi di calcolo.

Stazioni Meteorologiche

Le stazioni scelte come riferimento sono quelle della cosiddetta “reteSPARTAC” dell’Istituto Agrario di San Michele (S. Michele, Borgo Valsugana, Arco, Ala,Cles, Trento Sud), attivate nel 1983. Gli anni scelti per i calcolo sono quellidell’interavallo chiuso 1984 -1989, per i quali erano disponibili anche i dati mensilidell’Ufficio Idrografico della Provincia Autonoma di Trento (PAT).

Metodo irriguo

In provincia di Trento sono usati tutti i principali metodi irrigui (e.g.a.scorrimento, pioggia, goccia). La tipologia di gran lunga prevalente è con il metodo apioggia, che in occasione del rinnovo degli impianti viene dove possibile sostituita conmetodi microirrigui. L'orientamento dell’Assessorato all’Agricoltura della PAT è diindirizzare gli utenti verso quelli a maggior rendimento (tipicamente goccia).

Da ricordare però che in tutte le zone potenzialmente soggette a gelate tardivela difesa antibrina impone tassativamente:

A. irrigazione a pioggia lenta soprachioma

B. possibilità di funzionamento simultaneo di tutti gli irrigatori nelle notti di gelo.

L’efficienza dei metodi irrigui è molto variabile. [USDA-NRCS 1997]; vienedefinita una efficienza generale Ea [ ] dell’applicazione irrigua data dal rapporto trasomministrazione netta Fn [mm] (l’acqua che effettivamente si rende disponibile persostenere l’evapotraspirazione) e somministrazione lorda Fg [mm] (la quantità totaledi acqua irrigua somministrata al campo).

È da notarsi che:

1. Pioggia. Con un impianto di irrigazione a pioggia ben progettato e ben gestito, sipossono avere efficienze di applicazione da 50 a 95%. L’efficienza dipende dalsistema, dalle pratiche colturali e dalla gestione.Le perdite del sistema sono causate da:

• evaporazione diretta nell’aria dallo spruzzo dell’irrigatore, dalla superficie delsuolo e dalle foglie delle piante che intercettano l’acqua spruzzata;

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base272

• trasporto da parte del vento (normalmente da 5 al 10 % a seconda dellatemperatura, velocità del vento e dimensione delle goccioline);

• gocciolamenti e drenaggio del sistema;

• scorrimento superficiale e percolazione profonda causate da non uniformedistribuzione sulla superficie.

2. Goccia. Con appropriata gestione dell’acqua, le efficienze di applicazione per unsistema a goccia ben progettato, installato e mantenuto possono essere nelranger da 80 a 90% per l’area irrigata. Senza appropriata gestione dell’acqua, ivalori sono tipicamente nell’intervallo da 55 a 65%. Di gran lunga il principaleproblema di gestione è la sovrairrigazione.

3. Scorrimento. Con appropriata progettazione e gestione, il sistema a scorrimentopuò fornire un’alta uniformità di distribuzione e un’alta efficienza generale diapplicazione. Si possono ottenere per singola irrigazione efficienze di applicazioneche superano il 90%. Notevoli limitazioni all’adozione si hanno in terreni conpendenza e velocità di infiltrazione molto variabili.

Nella stima delle efficienze da attribuire ai vari metodi, dati gli ampi intervalliriportati dalla letteratura, e dato che appare ragionevole riferirsi a stime per l’aziendairrigua “ordinaria”, si sono adottati tendenzialmente i valori centrali dei range,fissando il rendimento al 70%.

Gestione irrigua

Come già accennato sopra, una buona gestione è influente sulla efficienza diapplicazione dell’acqua e in un’ottica di uso parsimonioso delle risorse merita dunqueattenzione. L’efficienza della gestione è una delle componenti più importanti chevanno a determinare il valore della efficienza generale Ea.

La gestione irrigua ottimale dovrebbe, da un punto di vista economicoaziendale, essere quella che maggiormente incrementa il reddito del coltivatore.

Da un punto di vista tecnico semplificato, la gestione è invece ottimale quandoil terreno viene mantenuto nella condizione ottimale di umidità per le piante e nelcontempo non si spreca l'acqua irrigua. In ottemperanza al principio prestabilito diconsiderare condizioni di ordinarietà dell’azienda irrigua, anche per la gestione si èconsiderato in livello media di qualità.

Colture

Il tipo di coltura e la sua fase fenologica influiscono su ET e di conseguenzasulle necessità irrigue, specialmente quando si tratti di colture erbacee a ciclo annualein cui è marcata la differenza nello sviluppo fogliare e radicale nel corso della stagione.

Nel caso di colture arboree adulte, lo strato di terreno esplorato dalle radicipuò essere considerato costante nel corso di una stagione agraria, mentre influenterimane la fase fenologica della coltura ed anche dell'erba che cresce tra i filari. Sipensi, ad esempio, che ad inizio stagione, mentre meli e viti sono ancora quasi privi divegetazione, l'erba nei filari supera spesso i 12 cm di altezza usati per il calcolo dell'ETdi riferimento. Il coefficiente di evapo-traspirazione del frutteto risulta in tal modoprossimo o maggiore di 1 anche in questa fase vegetativa.

Dovendosi redigere uno studio destinato ad influire in modo duraturo sullefuture disponibilità irrigue, è ragionevole definire le necessità facendo riferimento alle

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 273

colture più esigenti in modo che in futuro eventuali mutamenti d'indirizzo colturalenon trovino un vincolo nella disponibilità idrica. A tale proposito, la coltura diriferimento per il Trentino non può essere che il melo, esigente dal punto di vistairriguo e coltivato in ogni zona della provincia fino a circa 1000 m di altitudine.

Criteri di progettazione degli impianti irrigui

La progettazione di impianti irrigui può essere fatta adottando criteri didifferente fiducia nei confronti degli apporti di acqua da parte della pioggia e neiconfronti della capacità del terreno di immagazzinare acqua.

L’acqua del terreno disponibile per le piante dipende dal tipo di terreno e dallaprofondità dello strato esplorato dalle radici.

Si definisce [Benami et.al. 1984] Capacità di campo (Field Capacity = FC)[mm/m] la quantità di acqua residua in un terreno 1-3 giorni dopo una irrigazioneabbondante che ha saturato tutti i pori. Si definisce Punto di appassimento (WiltingPoint = WP) [mm/m] l’umidità residua del terreno quando le molecole sono trattenutecosì fortemente che le radici non riescono più ad estrarre nulla e le piante muoiono.L’Acqua disponibile totale (Total Available Water Capacity = TAWC) [mm/m] è datadalla differenza FC – WP e varia nel campo tra 30 e 150 [mm/m].

Le radici delle colture sono attive principalmente nella parte superiore dellazona radicale del terreno, dove estraggono la maggior parte dell’acqua usata dallapianta. In generale la profondità che contribuisce al 80-90% dell’acqua usatatotalmente, è chiamata zona radicale principale (Main Root Zone) [m]. Per progettaregli impianti irrigui è necessario conoscere la zona radicale principale nel periodo dipicco di richiesta di umidità, che viene definita zona radicale di progetto (Design RootZone = DRZ) [m].

Il valore di acqua disponibile totale da considerare in fase di progettazione diun impianto deve tener conto della profondità esplorata della radici ed è dato perciòda:

][])/[]/[(][ mDRZmmmWPmmmFCmmTAWCprogetto ∗−=

La maggior parte degli esperimenti in campo indicano però che non bisognapermettere un totale svuotamento della riserva idrica del suolo prima di irrigare. Ciòsignifica che solo parte della TAWC è usata nella progettazione e nella gestione deisistemi irrigui.

Il livello sotto il quale l’acqua disponibile non è autorizzata a scendere èconosciuto come punto critico (Critical Point = CP) [mm/m]. Esso varia con la coltura,il suolo, il clima ed è generalmente valutato con esperimenti di campo.

L’intervallo tra FC e CP è spesso chiamato deficit gestionale ammissibile(Management Allowable Deficit = MAD), e può essere espresso come percentuale diTAWC. Generalmente il MAD varia tra 30% di TAWC (chiamato trattamento umido) e70% (chiamato trattamento secco), con un 50% usato frequentemente.

Una volta calcolato il MAD, è possibile calcolare il fabbisogno netto (NetWaterRequirement = NWR) necessario per riportare alla FC la zona radicale principale.Nel periodo della richiesta di picco di umidità, il NWR di progetto viene calcolato comesegue:

100/[%]*][][ MADmmTAWCmmNWRprogetto =

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base274

In regioni con climi estivi temperati si può aspettarsi che una irrigazione di 36mm, in assenza di pioggia, duri 5-7 giorni. In condizioni climatiche più severel’intervallo tra irrigazioni può dover essere ridotto a 3-4 giorni. Condizioni climaticheestreme associate con suoli sabbiosi, basso MAD e colture con radici superficiali,possono richiedere persino una o più irrigazioni al giorno.

Quando l’acqua irrigua viene somministrata, vi sono sempre delle perdite.Queste perdite sono compensate aggiungendo sufficiente acqua (se disponibile) alfabbisogno netto (NWR). Si considerino per esempio le perdite rilevabili conl’irrigazione a pioggia. Esse risultano da a) evaporazione e trasporto da parte delvento, b) distribuzione non uniforme e percolazione profonda. Se esse sonorispettivamente stimate in 10% e 20% dell’acqua irrigata, l’efficienza di distribuzioneè calcolata da:

(90/100) x (80/100) = 0,72 = 72%

In altre parole, il 72% dell’acqua totale somministrata è disponibile per l’usoda parte della pianta.

Per determinare il fabbisogno lordo (Gross Water Requirement = GWR), dovec’è sufficiente acqua a disposizione, l’indice NWR deve essere diviso per l’efficienza didistribuzione, i.e. 0,72.

La relazione tra GWR, NWR e efficienza di progetto del sistema è espressa da:

)[%](100][

][DelSistemaDiProgettoEfficienza

mmNWRmmGWR

∗=

I criteri di progettazione degli impianti possono avere diversi livelli di“severità”.

• Secondo il criterio più restrittivo, la progettazione viene condotta in modo dasoddisfare il massimo valore atteso di evapotraspirazione (ET di picco).Normalmente questo è il valore di picco giornaliero, ma può essere selezionatoun qualunque altro periodo. Nel caso più restrittivo, pioggia e umiditàimmagazzinata nel suolo non sono prese in considerazione. Questa procedura diprogetto si basa sulla determinazione della ET delle colture nel corso dell’annoper la maggior parte delle coltivazioni irrigue della zona. L’ET delle colture per ilgiorno di picco di consumo, le settimane e i mesi varia però anche di anno inanno.

• Dove possa essere realizzata una riduzione nella capacità del sistema, conconseguente riduzione dei costi, deve essere eseguita una analisi della frequenzao del rischio di insufficienza del sistema. Tenendo conto in fase di progetto dellepiogge effettive e della massima capacità di immagazzinamento di acqua nelterreno, si può realizzare un ulteriore risparmio nell’impiantistica e nella fornituradi acqua.

Nel presente lavoro si è adottato il criterio di stima più restrittivo operando nelseguente modo:

• si sono trascurati gli apporti di pioggia perché troppo aleatori, in particolaretemporalmente, per garantire i livelli di qualità richiesti dalle colture frutticole dipregio presenti in Trentino;

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 275

• si sono adottati come valori di picco per ET non quelli giornalieri, che talvolta ingiorni di vento raggiungono livelli molto elevati, ma la loro media mobile a 3giorni, tenendo così conto in modo indiretto del potere di volano idrico delterreno.

Per un orientamento sui possibili risparmi ottenibili con un’analisi probabilisticadei fenomeni, si è pure calcolato il bilancio idrico pluriennale dei terreni.

• Per le stazioni dove i dati erano disponibili solo su base mensile, il lavoro è statofatto seguendo il metodo sviluppato da Thornthwaite [Hufty A. 1979] per studiclimatici. L’aggiornamento del bilancio idrico viene fatto alla fine di ogni mesericavando il nuovo contenuto idrico del terreno, dato grossomodo dal contenutoalla fine del mese precedente più gli apporti di pioggia o irrigazione nel meseappena trascorso, meno l’evapotraspirazione (secondo Hargreaves *0,8) nellostesso periodo. Terreni con alta acqua disponibile totale, a parità di pioggia edevapotraspirazione, mettono meno frequentemente le piante in situazione distress rispetto a terreni con limitata TAW.

• Per le 6 stazioni SPARTAC è stato eseguito il bilancio idrico giornaliero su tutti glianni a disposizione, usando gli algoritmi adottati per il software di gestioneirrigua IRRI3, presente sul sito WEB di IASMA (www.ismaa.it).

Irrigazione antibrina

Nelle zone dove si rende necessaria la difesa contro le gelate tardive, gliimpianti irrigui debbono poter funzionare simultaneamente su tutta l’area daproteggere e debbono perciò essere dimensionati in modo adeguato. L’intensità dipioggia normalmente adottata è dell’ordine di 4 [mm/h], equivalenti a 40 [m3/(ha*h)]e ogni intervento deve durare dal momento in cui la temperatura dell’aria scendesotto la soglia di intervento (circa 0 °C) fino a quello in cui torna sopra lo zero. Learee frutticole della Provincia di Trento più soggette a gelate sono principalmente laval d’Adige e l’alta Valsugana.

Bacini idrografici

Ai fini del piano, il Trentino è stato suddiviso in 11 bacini: Adige, Noce, Avisio,Chiese, Sarca, Brenta, Vanoi, Cismon, Cordevole, Astico, Fersina, pur tenendo inconsiderazione che la superficie delle Provincia di Trento facente capo ai bacini delCordevole e dell’Astico è ridottissima. Per ogni bacino sono state fornitedall’Assessorato all’Agricoltura della PAT le superfici pertinenti ad ogni tipo di colturapraticata.

ETo è stata calcolata per ogni bacino usando i dati puntuali delle stazionimeteo ivi presenti o di quelle ragionevolmente più vicine, suddividendo eventualmentel’area in sotto-zone, in presenza di una sensibile differenza nei valori di precipitazioneo di evapo-traspirazione.

Il dato intensivo di ETo, espresso in [mm/d], [m3/ (ha*d)], [l/(s*ha)] o in[mm/mese], è stato moltiplicato in ogni bacino per il corretto coefficiente colturale Kce per l’area in [ha] o [km2] occupata da ogni coltura, ottenendo così il dato estensivodi ETc espresso in [m3/d], [l/s], [m3/mese].

La somma dei valori estensivi delle varie colture, dà per ogni bacino il valoreglobale di ETc.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base276

I.8.4.2 Risultati

Relazione tra varie formule di calcolo di ETo

I risultati ottenuti, riportati in Figura I.8.1 e Figura I.8.2, mostrano come leformule di Blaney-Criddle e di Hargreaves diano generalmente valori superiori rispettoa Penman-Monteith, con differenze dell’ordine di 1 [mm/d] per i massimi di ETogiornaliera. Nelle figure sono riportate pure le equazioni di regressione per la stima diPmon, dove si nota che i coefficienti angolari delle rette di regressione rimangonopressoché uguali passando dai dati giornalieri a quelli mensili, mentre i valori diintercetta vengono moltiplicati di un numero pari alla durata di ciascun mese.

La formula di Thornthwaite fornisce valori abbastanza prossimi a Pmon neimesi estivi, mentre risulta inferiore in quelli invernali poiché l’algoritmo prevede unazzeramento di ET quando la temperatura è inferiore a quella “di gelo” (fissata disolito a –1°C).

Per i calcoli del fabbisogno irriguo dove si abbiano solo dati di temperatura si èscelta, come detto, la formula di Hargreaves,che è ritenuta migliore delle altre duepoiché si serve di temperatura minima e massima anziché solo della media.

La retta di regressione di ETo Pmon su ETo Harg, calcolata sui dati mensili ditutte le stazioni simultaneamente, è

][*)009,0740,0(][ mmHargmmPmon ±=

con il valore della pendenza significativo per p<0,001 e quello dell’intercettanon significativamente diverso da zero.

Per una definizione di massima dei fabbisogni irrigui che non penalizzi qualchezona, si è assunto però il coefficiente angolare massimo rilevato nelle 6 stazioniSPARTAC, cioè quello di S. Michele, adottando così la formula

][8,0][ mmHargmmPmon ∗= (1)

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 277

0 2 4 6 8

02

46

8

S.Michele; 1984-1989; Confronto formule ETo

ETo Blaney-C riddle, Hargreaves, Thornthwaite [mm/d]

ET

o P

enm

an-M

onte

ith [m

m/d

]

PMon=0.147 + 0.743*BlCrPMon=-0.246 + 0.8*HargPMon=0.33 + 0.853*Thor

0 2 4 6 8

02

46

8

Borgo; 1984-1989; Confronto formule ETo

ETo Blaney-C riddle, Hargreaves, Thornthwaite [mm/d]

ET

o P

enm

an-M

onte

ith [m

m/d

]

PMon=0.232 + 0.659*BlCrPMon=-0.238 + 0.684*HargPMon=0.227 + 0.73*Thor

0 2 4 6 8

02

46

8

Arco; 1984-1989; Confronto formule ET o

ETo Blaney-C riddle, Hargreaves, Thornthwaite [mm/d]

ET

o P

enm

an-M

onte

ith [m

m/d

]

PMon=0.212 + 0.741*BlCrPMon=-0.027 + 0.788*HargPMon=0.513 + 0.771*Thor

0 2 4 6 8

02

46

8Ala; 1984-1989; Confronto formule ETo

ETo Blaney-C riddle, Hargreaves, Thornthwaite [mm/d]

ET

o P

enm

an-M

onte

ith [m

m/d

]

PMon=0.469 + 0.696*BlCrPMon=0.398 + 0.73*HargPMon=0.852 + 0.761*Thor

0 2 4 6 8

02

46

8

Cles; 1984-1989; Confronto formule ET o

ETo Blaney-C riddle, Hargreaves, Thornthwaite [mm/d]

ET

o P

enm

an-M

onte

ith [m

m/d

]

PMon=0.141 + 0.73*BlCrPMon=-0.212 + 0.703*HargPMon=0.272 + 0.74*Thor

0 2 4 6 8

02

46

8

Trento; 1984-1989; Confronto formule ETo

ETo Blaney-C riddle, Hargreaves, Thornthwaite [mm/d]

ET

o P

enm

an-M

onte

ith [m

m/d

]

PMon=0.189 + 0.719*BlCrPMon=-0.157 + 0.788*HargPMon=0.43 + 0.841*Thor

Figura I.8.1: Relazione tra vari metodi di calcolo dell’evapo-traspirazione di riferimento (ETo) giornaliera

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base278

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0 50 100 150

05

01

00

15

0S.M ichele; 1984-1989; Confronto formule ET o

ETo Blaney-Criddle, Hargreaves, Thornthwaite [mm/mese]

ET

o P

enm

an-M

onte

ith [

mm

/mes

e]

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PMon=4.377 + 0.744*BlCrPMon=-7.011 + 0.794*HargPMon=9.021 + 0.87*Torn

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0 50 100 150

05

01

00

15

0

Borgo; 1984-1989; Confronto formule ET o

ETo Blaney-Criddle, Hargreaves, Thornthwaite [mm/mese]

ET

o P

enm

an-M

onte

ith [

mm

/mes

e]

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PMon=6.96 + 0.661*BlCrPMon=-6.021 + 0.669*HargPMon=6.875 + 0.73*Torn

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0 50 100 150

05

01

00

15

0

Arco; 1984-1989; Confronto formule ET o

ETo Blaney-Criddle, Hargreaves, Thornthwaite [mm/mese]

ET

o P

enm

an-M

onte

ith [

mm

/mes

e]

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PMon=7.077 + 0.733*BlCrPMon=0.758 + 0.769*HargPMon=14.804 + 0.784*Torn

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0 50 100 150

05

01

00

15

0Ala; 1984-1989; Confronto formule ET o

ETo Blaney-Criddle, Hargreaves, Thornthwaite [mm/mese]

ET

o P

enm

an-M

onte

ith [

mm

/mes

e]

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PMon=17.15 + 0.662*BlCrPMon=14.659 + 0.699*HargPMon=26.337 + 0.754*Torn

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05

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00

15

0

Cles; 1984-1989; Confronto formule ETo

ETo Blaney-Criddle, Hargreaves, Thornthwaite [mm/mese]

ET

o P

enm

an-M

onte

ith [

mm

/mes

e]

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PMon=4.192 + 0.732*BlCrPMon=-5.583 + 0.691*HargPMon=7.563 + 0.753*Torn

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05

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00

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0

Trento; 1984-1989; Confronto formule ET o

ETo Blaney-Criddle, Hargreaves, Thornthwaite [mm/mese]

ET

o P

enm

an-M

onte

ith [

mm

/mes

e]

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PMon=6.023 + 0.716*BlCrPMon=-4.658 + 0.786*HargPMon=12.213 + 0.856*Torn

Figura I.8.2: Relazione tra vari metodi di calcolo dell’evapo-traspirazione di riferimento (ETo) mensile

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 279

Relazione tra ETo giornaliera ed ETo media di periodi di varia lunghezza

Le rette di regressione tra tali valori giornalieri di ETo Pmon e medie mobili a3, 5, 7, 15, 30, 60 giorni, riportate in Figura I.8.3, mettono bene in evidenza il“filtraggio” dei picchi di ETo effettuato tramite medie mobili. I massimi di ETogiornaliera diminuiscono ad esempio di circa 1 [mm/d] passando da dati giornalieri adati mensili.

Calcolo dei fabbisogni irrigui

Il valore medio di ETo per 3 giorni consecutivi, adottato per stabilire lenecessità irrigue di picco nei vari bacini idrografici, viene stimato in modo diverso aseconda del tipo di dati meteo a disposizione.

1. Dove possibile, si usa direttamente Pmon, con dati giornalieri o mensili e siricava il valore a 3 giorni dalle equazioni di Figura I.8.3.

2. Negli altri casi il valore medio di ETo di 3 giorni successivi deve essere stimato indue passaggi:

a. tramite la equazione Pmon [mm/d] = 0,8 * Harg [mm/d] sviluppata nelparagrafo precedente, si ricava il valore di ETo Pmon partendo dai valori diHarg,

b. si stabilisce la miglior stima dell’ETo media Pmon a 3 giorni, usando leequazioni della Figura I.8.3.

Nel frequente caso in cui si parta da dati di temperatura medi mensili,un’equazione mediamente valida per le 6 stazioni SPARTAC ed il cui uso è stato estesoanche alle altre è:

]/[18,136,0]/[ 30,3, dmmETodmmETo MMPmonMMPmon ∗+= (2)

dove:MM3=media mobile a 3 giorni eMM30=media mobile a 30 giorni

che, combinata con la equazione 1), dà per valori giornalieri

]/[95,0036,0]/[ 30,3, dmmETodmmETo MMHargMMPmon ∗+= (3)

e, per valori mensili

][95,011][ 30,3, mmETommETo MMHargMMPmon ∗+= (4)

Si può dunque ricavare la seguente regola pratica:i valori di ETo mensile [mm] secondo Hargreaves divisi per la durata del mese

[d], danno una buona stima del picco di ETo media su 3 giorni [mm/d] calcolatosecondo Penman-Monteith.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base280

0 2 4 6 8

02

46

8S .M iche le ; 1984-1989; ET o P e n m a n -M o n teith

ETo giornaliera [mm]

Me

dia

Mo

bile

a 3

gg

ET

o [

mm

]

gior y=0 + 1*xmm3 y=0.198 + 0.903*xmm5 y=0.27 + 0.868*xmm7 y=0.314 + 0.846*xmm15 y=0.384 + 0.812*xmm30 y=0.446 + 0.782*xmm60 y=0.519 + 0.745*x

0 2 4 6 8

02

46

8

Borgo; 1984 -1989; ET o P e n m a n -M o n teith

ETo giornaliera [mm]

Me

dia

Mo

bile

a 3

gg

ET

o [

mm

]

gior y=0 + 1*xmm3 y=0.145 + 0.91*xmm5 y=0.198 + 0.877*xmm7 y=0.232 + 0.856*xmm15 y=0.282 + 0.825*xmm30 y=0.331 + 0.795*xmm60 y=0.394 + 0.755*x

0 2 4 6 8

02

46

8

Arco; 1984-1989; ET o P e n m a n -M o n teith

ETo giornaliera [mm]

Me

dia

Mo

bile

a 3

gg

ET

o [

mm

]

gior y=0 + 1*xmm3 y=0.236 + 0.887*xmm5 y=0.322 + 0.846*xmm7 y=0.376 + 0.82*xmm15 y=0.458 + 0.781*xmm30 y=0.52 + 0.751*xmm60 y=0.595 + 0.714*x

0 2 4 6 8

02

46

8Ala; 1984-1989; ET o P e n m a n -M o n teith

ETo giornaliera [mm]

Me

dia

Mo

bile

a 3

gg

ET

o [

mm

]

gior y=0 + 1*xmm3 y=0.341 + 0.858*xmm5 y=0.464 + 0.807*xmm7 y=0.54 + 0.775*xmm15 y=0.667 + 0.722*xmm30 y=0.773 + 0.678*xmm60 y=0.86 + 0.641*x

0 2 4 6 8

02

46

8

C les; 1984-1989; ET o P e n m a n -M o n teith

ETo giornaliera [mm]

Me

dia

Mo

bile

a 3

gg

ET

o [

mm

]

gior y=0 + 1*xmm3 y=0.142 + 0.91*xmm5 y=0.195 + 0.876*xmm7 y=0.228 + 0.855*xmm15 y=0.285 + 0.819*xmm30 y=0.338 + 0.785*xmm60 y=0.399 + 0.745*x

0 2 4 6 8

02

46

8

T rento; 1984-1989; ET o P e n m a n -M o n teith

ETo giornaliera [mm]

Me

dia

Mo

bile

a 3

gg

ET

o [

mm

]

gior y=0 + 1*xmm3 y=0.234 + 0.888*xmm5 y=0.316 + 0.849*xmm7 y=0.365 + 0.825*xmm15 y=0.45 + 0.784*xmm30 y=0.512 + 0.755*xmm60 y=0.592 + 0.716*x

Figura I.8.3: Relazione tra dati giornalieri di ETo calcolati con la formula di Penman-Monteith e loro medie mobili a 3,5, 7, 15, 30, 60 giorni.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 281

Calcolo dell’Evapotraspirazione delle colture (ETc)

I coefficienti di evapotraspirazione (kc) che permettono il passaggiodall’evapotraspirazione di riferimento (ETo) alla ET di una coltura ben irrigata (ETc)sono riportati nella tabella seguente, dove è chiaramente visibile che kc massimo èper quasi tutte le colture pari a 1,0-1,1, superato con 1,2 solo dal melo e da alcuneerbacee in condizioni di forte ventosità.

minimo medio massimo

vento moderato 1,10Acqua a pelo libero

vento forte 1,15

vento moderato 1,10Erbe acquatiche

vento forte 1,15

vento moderato 0,60 0,80 1,05Prato

vento forte 0,50 1,00 1,15

vento moderato 0,50 0,85 1,05Medica

vento forte 0,30 1,05 1,25

vento moderato 0,55 1,00 1,05Leguminose foraggere

Vento forte 0,55 1,10 1,20

vento moderato 0,55 0,95 1,05Pascolo

vento forte 0,50 1,05 1,15

vento moderato 1,05Mais

vento forte 1,10

vento moderato 1,05Fagiolo

vento forte 1,10

vento moderato 1,00Carota

vento forte 1,05

vento moderato 0,95Lattuga

vento forte 0,95

vento moderato 1,05Orzo

vento forte 1,10

Apr mag giu lug ago set ott

vento moderato 0,50 0,75 1,00 1,10 1,10 1,10 0,85Melo– Ciliegio

vento forte 0,50 0,75 1,10 1,20 1,20 1,15 0,90

vento moderato 0,50 0,70 0,90 1,00 1,00 0,95 0,75Pero – Albicocco – Susino

vento forte 0,50 0,70 1,00 1,05 1,10 1,00 0,80

vento moderato 0,50 0,65 0,75 0,80 0,75 0,65Vite

vento forte 0,50 0,70 0,80 0,85 0,80 0,70

Olivo 0,70 0,70 0,70

Tabella I.8.11: Coefficienti di evapotraspirazione (FAO Irrigation and Drainage paper n. 24; 1992).

Necessità irrigue per ciascuna tipologia di coltura nei diversi bacini

Si riportano di seguito i dati relativi al calcolo dei fabbisogni irrigui massimi,intendendo questi ultimi come riferiti alle giornate di massimo stress estivo con livellodi rendimento medio degli impianti pari al 70%.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base282

MELO &

PEROEto max Superficie Kc max Etc max

Fabbisogno

max piante

Rendimento

irrigazione

Fabbisogno

max estivo

imp. Irr.

Fabbisogno

max estivo

bacino

Bacino [mm/d] [ha] [mm/d] [l/s/ha] [%] [l/s/ha] [l/s]

Adige 5,50 2358,59 1,1 6,05 0,70 70 1,00 2.359

Avisio 4,50 210,61 1,1 4,95 0,57 70 0,82 173

Fersina 4,50 304,25 1,1 4,95 0,57 70 0,82 249

Noce 4,50 7547,46 1,1 4,95 0,57 70 0,82 6.189

Brenta 4,50 1036,36 1,1 4,95 0,57 70 0,82 850

Vanoi 4,00 1,1 4,40 0,51 70 0,73

Cismon 4,00 0,22 1,1 4,40 0,51 70 0,73 0,16

Cordevole 4,00 1,1 4,40 0,51 70 0,73

Astico 4,00 0,38 1,1 4,40 0,51 70 0,73 0,28

Sarca 5,00 677,67 1,2 6,00 0,69 70 0,99 671

Chiese 4,50 8,95 1,1 4,95 0,57 70 0,82 7,34

Totale 12.144,48 10.498

VITE Eto max Superficie Kc max Etc maxFabbisogno

max piante

Rendimento

irrigazione

Fabbisogno

max estivo

imp. Irr.

Fabbisogno

max estivo

bacino

Bacino [mm/d] [ha] [mm/d] [l/s/ha] [%] [l/s/ha] [l/s]

Adige 5,50 6.265,45 0,80 4,40 0,51 70 0,73 4.574

Avisio 4,50 761,39 0,80 3,60 0,42 70 0,60 457

Fersina 4,50 193,10 0,80 3,60 0,42 70 0,60 116

Noce 4,50 190,17 0,80 3,60 0,42 70 0,60 114

Brenta 4,50 207,90 0,80 3,60 0,42 70 0,60 125

Vanoi 4,00 0,80 3,20 0,37 70 0,53

Cismon 4,00 0,80 3,20 0,37 70 0,53

Cordevole 4,00 0,80 3,20 0,37 70 0,53

Astico 4,00 2,30 0,80 3,20 0,37 70 0,53 1,22

Sarca 5,00 1.407,69 0,80 4,00 0,46 70 0,66 929

Chiese 4,50 26,58 0,80 3,60 0,42 70 0,60 16

Totale 9.054,59 6.332

OLIVO Eto max Superficie Kc max Etc maxFabbisogno

max piante

Rendimento

irrigazione

Fabbisogno

max estivo

imp. Irr.

Fabbisogno

max estivo

bacino

Bacino [mm/d] [ha] [mm/d] [l/s/ha] [%] [l/s/ha] [l/s]

Adige 5,50 10,12 0,70 3,85 0,45 70 0,64 6,48

Avisio 4,50 0,55 0,70 3,15 0,36 70 0,52 0,29

Fersina 4,50 0,08 0,70 3,15 0,36 70 0,52 0,04

Noce 4,50 0,20 0,70 3,15 0,36 70 0,52 0,10

Brenta 4,50 0,30 0,70 3,15 0,36 70 0,52 0,16

Vanoi 4,00 0,70 2,80 0,32 70 0,46

Cismon 4,00 0,70 2,80 0,32 70 0,46

Cordevole 4,00 0,70 2,80 0,32 70 0,46

Astico 4,00 0,12 0,70 2,80 0,32 70 0,46 0,06

Sarca 5,00 369,53 0,70 3,50 0,41 70 0,58 214,33

Chiese 4,50 0,70 3,15 0,36 70 0,52

Totale 380,89 221,45

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 283

KIWI Eto max Superficie Kc max Etc maxFabbisogno

max piante

Rendimento

irrigazione

Fabbisogno

max estivo

imp. Irr.

Fabbisogno

max estivo

bacino

Bacino [mm/d] [ha] [mm/d] [l/s/ha] [%] [l/s/ha] [l/s]

Adige 5,50 74,86 1,10 6,05 0,70 70 1,00 75

Avisio 4,50 3,14 1,10 4,95 0,57 70 0,82 2,57

Fersina 4,50 3,66 1,10 4,95 0,57 70 0,82 3,00

Noce 4,50 1,10 4,95 0,57 70 0,82

Brenta 4,50 4,33 1,10 4,95 0,57 70 0,82 3,55

Vanoi 4,00 1,10 4,40 0,51 70 0,73

Cismon 4,00 1,10 4,40 0,51 70 0,73

Cordevole 4,00 1,10 4,40 0,51 70 0,73

Astico 4,00 1,10 4,40 0,51 70 0,73

Sarca 5,00 55,13 1,20 6,00 0,69 70 0,99 55

Chiese 4,50 0,43 1,10 4,95 0,57 70 0,82 0,35

Totale 141,55 139

ALTRI

FRUTTIEto max Superficie Kc max Etc max

Fabbisogno

max piante

Rendimento

irrigazione

Fabbisogno

max estivo

imp. Irr.

Fabbisogno

max estivo

bacino

Bacino [mm/d] [ha] [mm/d] [l/s/ha] [%] [l/s/ha] [l/s]

Adige 5,50 125,32 1,00 5,50 0,64 70 0,91 114

Avisio 4,50 21,11 1,00 4,50 0,52 70 0,74 16

Fersina 4,50 139,85 1,00 4,50 0,52 70 0,74 103

Noce 4,50 10,78 1,00 4,50 0,52 70 0,74 7,98

Brenta 4,50 153,81 1,00 4,50 0,52 70 0,74 114

Vanoi 4,00 0,41 1,00 4,00 0,46 70 0,66 0,27

Cismon 4,00 1,00 4,00 0,46 70 0,66

Cordevole 4,00 1,00 4,00 0,46 70 0,66

Astico 4,00 0,15 1,00 4,00 0,46 70 0,66 0,10

Sarca 5,00 165,98 1,10 5,50 0,64 70 0,91 151

Chiese 4,50 3,33 1,00 4,50 0,52 70 0,74 2,46

Totale 620,74 509

MAIS Eto max Superficie Kc max Etc maxFabbisogno

max piante

Rendimento

irrigazione

Fabbisogno

max estivo

imp. Irr.

Fabbisogno

max estivo

bacino

Bacino [mm/d] [ha] [mm/d] [l/s/ha] [%] [l/s/ha] [l/s]

Adige 5,50 426,98 1,10 6,05 0,70 70 1,00 427

Avisio 4,50 15,74 1,10 4,95 0,57 70 0,82 13

Fersina 4,50 56,84 1,10 4,95 0,57 70 0,82 47

Noce 4,50 25,93 1,10 4,95 0,57 70 0,82 21

Brenta 4,50 794,01 1,10 4,95 0,57 70 0,82 651

Vanoi 4,00 1,10 4,40 0,51 70 0,73

Cismon 4,00 0,06 1,10 4,40 0,51 70 0,73 0,04

Cordevole 4,00 1,10 4,40 0,51 70 0,73

Astico 4,00 1,10 4,40 0,51 70 0,73

Sarca 5,00 1.020,05 1,10 5,50 0,64 70 0,91 928

Chiese 4,50 172,20 1,10 4,95 0,57 70 0,82 141

Totale 2.511,81 2.228

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base284

PATATA e

similiEto max Superficie Kc max Etc max

Fabbisogno

max piante

Rendimento

irrigazione

Fabbisogno

max estivo

imp. Irr.

Fabbisogno

max estivo

bacino

Bacino [mm/d] [ha] [mm/d] [l/s/ha] [%] [l/s/ha] [l/s]

Adige 5,50 498,09 1,10 6,05 0,70 70 1,00 498

Avisio 4,50 64,22 1,10 4,95 0,57 70 0,82 53

Fersina 4,50 100,29 1,10 4,95 0,57 70 0,82 82

Noce 4,50 87,12 1,10 4,95 0,57 70 0,82 71

Brenta 4,50 178,89 1,10 4,95 0,57 70 0,82 147

Vanoi 4,00 2,45 1,10 4,40 0,51 70 0,73 1,79

Cismon 4,00 2,70 1,10 4,40 0,51 70 0,73 1,97

Cordevole 4,00 0,23 1,10 4,40 0,51 70 0,73 0,17

Astico 4,00 2,53 1,10 4,40 0,51 70 0,73 1,85

Sarca 5,00 343,56 1,10 5,50 0,64 70 0,91 313

Chiese 4,50 56,82 1,10 4,95 0,57 70 0,82 47

Totale 1.336,90 1.216

PRATI

PERMAN.Eto max Superficie Kc max Etc max

Fabbisogno

max piante

Rendimento

irrigazione

Fabbisogno

max estivo

imp. Irr.

Fabbisogno

max estivo

bacino

Bacino [mm/d] [ha] [mm/d] [l/s/ha] [%] [l/s/ha] [l/s]

Adige 5,50 4.114,66 1,10 6,05 0,70 70 1,00 4.115

Avisio 4,50 4.043,85 1,10 4,95 0,57 70 0,82 3.316

Fersina 4,50 1.400,06 1,10 4,95 0,57 70 0,82 1.148

Noce 4,50 5.212,90 1,10 4,95 0,57 70 0,82 4.275

Brenta 4,50 4.860,11 1,10 4,95 0,57 70 0,82 3.985

Vanoi 4,00 226,63 1,10 4,40 0,51 70 0,73 165

Cismon 4,00 1.141,45 1,10 4,40 0,51 70 0,73 833

Cordevole 4,00 67,25 1,10 4,40 0,51 70 0,73 49

Astico 4,00 458,84 1,10 4,40 0,51 70 0,73 335

Sarca 5,00 6.150,93 1,10 5,50 0,64 70 0,91 5.597

Chiese 4,50 1.669,51 1,10 4,95 0,57 70 0,82 1.369

Totale 29.346,19 25.188

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 285

Portate necessarie per soddisfare il massimo fabbisogno irriguo

La seguente tabella è ricavata sulla base delle precedenti ed esprime il fabbisogno intermini di portata complessiva su tutta il territorio provinciale; si tratta sempre divalori riferiti alle giornate di massimo stress idrico estivo e basati sul rendimentomedio degli impianti irrigui pari al 70%.

ColturaSupericie

[ha]

Portata max

[l/s]

Melo - Pero 12.144 10.498

Vite 9.055 6.332

Olivo 381 221

Kiwi 142 139

Altri frutti 621 509

Mais 2.512 2.228

Patata ecc… 1.337 1.216

Prati 29.346 25.188

Totale 55.537 46.331

Tabella I.8.12: Necessità irrigue delle principali colture nei giorni di massimo stress estivo e in condizioni di rendimentodegli impianti irrigui pari al 70% (per l’intero territorio provinciale).

In ragione della particolare rilevanza che l’irrigazione assume per le speciearboree, si riportano inoltre di seguito i valori di portata calcolati per questo tipo dicolture in ciascun sottobacino.

Sottobacino

Evapotraspirazione

max

[mm/d]

Superficie

coltivata

[ha]

Fabbisogno

unitario max

[l/s/ha]

Portata max

[l/s]

Adige 5,50 8.834,34 0,81 7.128

Avisio 4,50 996,80 0,65 648

Fersina 4,50 640,94 0,74 472

Noce 4,50 7.748,61 0,81 6.311

Brenta 4,50 1.402,70 0,78 1.092

Vanoi 4,00 0,41 0,66 0,27

Cismon 4,00 0,22 0,73 0,16

Cordevole 4,00 0,00

Astico 4,00 2,95 0,56 1,65

Sarca 5,00 2.676,00 0,75 2.020

Chiese 4,50 39,29 0,66 26

Totale PAT 22.342,26 17.699

Tabella I.8.13: Necessità irrigue delle sole colture arboree nei giorni di massimo stress estivo e in condizioni direndimento degli impianti irrigui pari al 70% (per singolo sottobacino)

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base286

I.8.4.3 Metodi di calcolo dell’evapotraspirazione di riferimento (ETo)

Metodo di Penman-Monteith suggerito dalla FAO

Gli esperti della FAO [Allen et. al. 1998] hanno raccomandato l’adozione delmetodo di combinazione di Penman-Monteith come nuovo standard perl’evapotraspirazione di riferimento e suggerito le procedure per il calcolo dei variparametri

)34,01(

)(273

900)(408,0

2

2

u

eeuT

GRET

asn

o ++∆

−+

+−=

γ

γ

dove ETo [mm/d] evapotraspirazione di riferimentoRn [MJ/(m2*d)] radiazione netta alla superficie della colturaG [MJ/(m2*d)] densità del flusso di calore nel suoloT [°C] temperatura media giornaliera a 2 m di altezzau2 [m/s] velocità del vento a 2 m di altezzaes [kPa] pressione di vapore saturo dell’acquaea [kPa] pressione di vapore attuale dell’acquaes-ea [kPa] deficit di saturazione∆ [kPa/°C] pendenza della curva della pressione di vaporeγ [kPa/°C] costante psicrometrica

Metodo di Hargeaves-Samani

La formula di Hargreaves versione 1985 [Allen R.G. 2001] stima la ETo in basealle temperature ed alla radiazione solare extraterrestre.

)8,17()(0023,0 5,0minmax +⋅−⋅⋅= mediaa TTTRETo

dove ETo [mm/d] evapotraspirazione di riferimentoRa [mm/d] radiazione solare extra atmosferica, espr. come acquaevaporabile

Tmax [°C] media delle temperature massime del periodoTmin [°C] media delle temperature minime del periodo

Tmedia [°C] temperatura media del periodo, calcolata come(Tmax+Tmin)/2

Ra [mm/d] = Ra [MJ/(m2*d)] / 2,45.Ra può essere accuratamente calcolata con formule esatte, ma per la

latitudine media del Trentino che è di circa 46°N, sono validi mese per mese i seguentivalori medi

MESE Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov dic

Ra [mm/d] 4 7 10 13 16 17 16 14 11 8 5 4

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 287

In genere si consiglia di adottare questo metodo per periodi di una settimanao superiori.

Metodo di Blaney-Criddle suggerito dalla FAO

Presentato nel 1977 da [Blaney et al.], è adatto per periodi uguali o maggioridi cinque giorni e viene qui ripreso da [Turri et al.].

[ ])13,846,0( +⋅⋅⋅+= TpbaETo

dove 41,1/0043,0 −−⋅= NnRHa min

dminminmin uRHNnRHNnRHb ⋅⋅−⋅⋅−⋅+⋅−= 0006,0/006,0/07,10041,082,0ETo [mm/d] evapotraspirazione di riferimentoa [mm/d] primo coefficiente di correzioneb [ ] secondo coefficiente di correzionep [%] percentuale media giornaliera delle ore annuali di lucen/N [ ] rapporto tra ore di sole effettive e massime teoriche del

periodo (min=0,45, media=0,7, max=0,9)RHmin [%] media dell’umidità relativa minima del periodoud [m/s] velocità media del vento nel periodo a 2 m di altezza

Per la latitudine del Trentino, i valori medi mensili di p sono riportati nellaseguente tabella

MESE Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov DicP [%] 0,20 0,23 0,27 0,31 0,34 0,36 0,35 0,32 0,28 0,24 0,21 0,20

Metodo di Thornthwaite

La formula di Thornthwaite [Giardini L.] si serve solo di dati di temperaturamedia del periodo studiato. Per dati mensili può essere sviluppata nel modo seguente

a

y

c

IT

fETo

⋅⋅⋅=

1016

dove 0,492I 0,01792I 0,0000771-I50,00000067 y2

y3

y +⋅+⋅⋅=a

∑=

=12

1

)(Ii

my iI

1,514c

m 5T

I

=

ETo [mm/mese] evapotraspirazione di riferimentoT [°C] temperatura media del meseTc [°C] temperatura corretta: se T>=0 allora Tc=T; se T<0 allora

Tc=0Iy [ ] indice termico annuoIm [ ] indice termico mensilef [ ] fattore correttivo per la latitudine; rapporto ore di luce / ore

di buio.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base288

Per la latitudine del Trentino, i valori medi mensili del parametro f sonoriportati nella seguente tabella:

MESE Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov DicP [%] 0,79 0,81 1,02 1,13 1,29 1,31 1,32 1,22 1,04 0,94 0,79 0,74