i supplementi di 11 ambiente e sviluppo sostenibile · re delle piante officinali, legata,...

42
ASSESSORATO AGRICOLTURA, AMBIENTE E SVILUPPO SOSTENIBILE 11 I SUPPLEMENTI DI A cura di PATRIZIA ALBERTI - servizio Sviluppo Sistema Agro-Alimentare, Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con il GIARDINO DELLE ERBE OFFICINALI “AUGUSTO RINALDI CERONI” di Casola Valsenio (RA) CENTRO RICERCHE PRODUZIONI VEGETALI Piccola guida alle erbe officinali Proprietà, impieghi, notizie sulla coltivazione

Upload: phungdiep

Post on 16-Feb-2019

214 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

ASSESSORATO AGRICOLTURA,AMBIENTE E SVILUPPO SOSTENIBILE11I SUPPLEMENTI DI

A cura di PATRIZIA ALBERTI - servizio Sviluppo Sistema Agro-Alimentare,Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con il GIARDINO DELLE ERBE

OFFICINALI “AUGUSTO RINALDI CERONI” di Casola Valsenio (RA)CENTRO RICERCHE PRODUZIONI VEGETALI

Piccola guidaalle erbe officinali

Proprietà, impieghi, notizie sulla coltivazione

I S U P P L E M E N T I D I

Piccola guidaalle erbe officinali

Proprietà, impieghi, notizie sulla coltivazione

I S U P P L E M E N T I D I

2

IndicePresentazione .................................................................. pag. 3

Cosa occorre sapere ........................................................ pag. 5

Le specie più diffuse ....................................................... pag. 7

Tecniche di coltivazione................................................... pag. 9

Coltivazione e lavorazione............................................... pag. 13

Il giardino delle erbe officinali di Casola Valsenio........... pag. 15

Schede tecniche ............................................................... pag. 17

© Copyright Regione Emilia-Romagna - anno 2001

Le foto in copertina sono di B.M. Rizzoli.Interno: Arch. Giardino delle Erbe Officinali di Casola Valsenio (RA); Diateca “Agricoltura” (pag. 31).

Distribuzione: Direzione Generale Agricoltura/Servizio Sviluppo Sistema Agro-AlimentareViale Silvani, 6 - 40122 Bologna - Tel. 051.284289 - 051.284427 - 051.284264; Fax 051.284577E-mail: [email protected]

Presentazione

I S U P P L E M E N T I D I

3

Con il nome “officinale” si intendono tutte le piante spontanee e coltivate conte-nenti al loro interno principi attivi utili per la cura o la prevenzione delle malattiedell’uomo, degli animali e delle piante.Officinale deriva da officina, laboratorio ovvero luogo di trasformazione all’inter-no del quale le erbe vengono essiccate o lavorate fresche per preparare tisane,creme, tinture, sciroppi, ecc.. Infatti, fin dall’antichità le erbe erano utilizzate perestrarre con tecniche diverse i principi attivi utili per la medicina.Nell’ambito delle specie officinali possiamo fare distinzioni in funzione del loroutilizzo: piante come la salvia, il timo, la menta hanno un interesse culinario, sonoinfatti utilizzate in cucina per l’aromatizzazione di minestre, dolci, zuppe, arrosti;alcune piante hanno invece proprietà coloranti quali la camomilla, il cartamo, lozafferano, la calendula, l’achillea; altre ancora sono considerate tossiche o vele-nose come ad esempio la cicuta, il mughetto, il gisquiamo, la brionia, l’oleandro.Interessante è anche l’utilizzo di molte specie officinali spontanee che, con i lorofiori, attirano le api permettendo di migliorare e aumentare la qualità dei mieli;queste specie sono chiamate mellifere e sono ad esempio il tiglio, il biancospino,la salvia, la lavanda, il coriandolo, il tarassaco.Inoltre quasi mai si pensa all’impiego delle erbe officinali a fini decorativi ed or-

(Foto Marchetti)

namentali anche se, molto spesso, sono presenti in giardini perché naturalizzateo perché i semi sono stati portati dagli uccelli o dal vento.Macchie colorate di rosso, di giallo o di bianco sono date dai fiori delle digitali, delCentranthus ruber, del timo, del piretro, del topinambur, della grindelia, della ca-momilla; di colore azzurro o blu violetto date dai fiori di malva, di fiordaliso, di echi-nops, di eringium, delle nigelle, o il bel colore porpora dell’echinacea purpurea.Si ricorda poi che molte officinali possono servire anche in agricoltura biologicanella prevenzione e nella lotta contro i patogeni e i parassiti delle piante coltivate,basta pensare ad esempio alle piretrine contenute nella pianta di piretro e tossi-che per mosche, afidi, zanzare, ma non per l’uomo.L’essenza di menta, di lavanda, di timo possono essere impiegate per ridurre lapresenza di alcuni patogeni sulle piante; l’estratto di ortica, abbondante negli in-colti e nelle vicinanze di terreni ricchi di sostanza organica, è un buon repellenteper gli afidi e un concime per le piante. Infine, importante è l’utilizzo di molte piante nella cosmesi mediante l’impiego de-gli oli essenziali, delle gemme, delle mucillaggini, ecc.; rientrano in questo grup-po piante come la calendula, la camomilla, la lavanda, la salvia, il pino, la malva,l’altea e tante altre.Il ricorso alle officinali in Italia in questi ultimi anni sta sempre più aumentandograzie anche ai positivi risultati di studi e ricerche condotte da aziende farmaceu-tiche, erboristiche, cosmetiche e alla sempre maggiore richiesta del consumatoredi prodotti naturali.L’uso delle erbe e dei suoi derivati da parte dalla maggior parte delle persone è vi-sto come una alternativa alle medicine di sintesi con la garanzia e la sicurezza dinon incorrere in tutte le controindicazioni che si ritrovano in molti farmaci di deri-vazione sintetica.Per tanti le erbe possono essere utilizzate senza incorrere in nessun rischio di in-tossicazione. Tutto questo, però, non è sempre vero. Si debbono considerare le“erbe” come piante medicinali e perciò farmaci a tutti gli effetti. Sarebbe benequindi cancellare il concetto di pianta medicinale uguale a naturale e, pertanto,priva di effetti collaterali. Certamente la natura mette a disposizione dell’uomo una grande ricchezza di pro-dotti dalle straordinarie proprietà terapeutiche alcune delle quali ancora insosti-tuibili e tante ancora da scoprire. All’interno del mondo vegetale vi sono peròpiante tossiche e velenose. In molte zone a causa dell’inquinamento ambientale lepiante assorbono sostanze nocive dall’aria incamerandole nei propri tessuti e se ivegetali non vengono controllati precedentemente l’impiego, possono diventarecausa di intossicazioni. �

Presentazione

I S U P P L E M E N T I D I

4

Prima di intraprendere una coltivazione di piante offici-nali è sempre consigliabile verificare l’organizzazione dellapropria azienda: dove collocare il prodotto, dove reperiremacchinari per le varie lavorazioni, quale prima trasforma-zione impostare, dove sono collocati i più vicini centri di tra-sformazione delle erbe, ecc..

Il mercato delle piante officinali, poi, è poco trasparen-te; gli agricoltori che decidono di intraprendere questo tipodi coltivazioni si trovano quasi sempre in condizioni di iso-lamento, le nuove aziende non sempre conoscono bene ilmercato e quest’ultimo, è sempre molto altalenante.

Cosa occorre sapere

I S U P P L E M E N T I D I

5

Inoltre, spesso, sono contrastanti le indicazioni forniteagli agricoltori sulla convenienza o meno di utilizzo di tecni-che di coltivazioni di tipo biologico, biodinamico, conven-zionale.

ProduzioneProduzionee mercatoe mercatoNegli ultimi anni in Italia, come in altri Paesi europei, si

è assistito ad un fiorire di numerose iniziative, a diverso li-vello, riguardanti la produzione di piante officinali, intese

(Foto Marchetti)

nali sono estremamente scarsi. Attualmente non esistonorilevazioni riguardanti il consumo dei prodotti a base diqueste piante, mentre per la produzione ci si deve affidarealle stime, largamente indicative, che l’Ismea pubblica ognianno. Si sa però che l’importanza economica di questocomparto produttivo risulta piuttosto limitata.

Recenti indagini confermerebbero una tendenziale cre-scita del settore: il desiderio di utilizzare maggiormente pro-dotti di origine naturale per la cura del proprio corpo, l’accre-sciuto fabbisogno di diversificare i preparati alimentari conl’aggiunta di condimenti aromatizzati, costituiscono le princi-pali cause del rinnovato interesse verso le piante officinali.

LL’evoluzione’evoluzionedella domandadella domandaPur non potendo fornire una dettagliata analisi circa l’e-

voluzione della domanda nei vari comparti in cui le pianteofficinali trovano maggiore impiego, si può confermareche, ad esempio, l’industria farmaceutica ha ulteriormenteaumentato le proprie richieste. Si spiega così l’accresciutobisogno di alcune essenze come l’iperico, la passiflora, l’e-chinacea, il tiglio, la camomilla, ecc.. Anche il settore dell’a-limentazione si mostra sempre più esigente nei confronti dipiante aromatiche.

La richiesta delle piante officinali appare, comunque,ancora fortemente condizionata dalla conoscenza che gliutilizzatori hanno delle varie specie e delle loro modalità diutilizzo. Questi aspetti sono l’ostacolo primario ad una loropiena valorizzazione.

L’aumento della domanda non ha però, corrisposto adun adeguato aumento dell’offerta interna, che rimane forte-mente al di sotto del fabbisogno nazionale. Le coltivazionidi piante officinali, infatti, si presentano spesso frammenta-te ed inadeguate a far fronte alle richieste delle industrie cheprincipalmente lamentano difficoltà nell’approvvigiona-mento di adeguate quantità di prodotto per lo più a prezzielevati rispetto a quelli delle forniture estere.

Pertanto solo la qualificazione delle produzioni offertepotrà costituire l’elemento decisivo per creare un rapportopreferenziale tra utilizzatori e produttori locali. La qualitàesige tuttavia un’elevata professionalità. In questo sensopotrà contribuire la nuova figura che uscirà dai Diplomiuniversitari di recente istituzione. �

Cosa occorre sapere

I S U P P L E M E N T I D I

6

(Foto Dell’Aquila)

come “piante medicinali, aromatiche e da profumo”.Viviamo in un momento, infatti, in cui per motivazioni

di vario tipo si assiste ad una forte enfasi della ricerca versole cosiddette produzioni alternative.

I soggetti coinvolti, però, sono relativamente pochi;spesso i ricercatori interloquiscono direttamente con colo-ro che determinano le politiche agrarie e, quando interes-sata, con la grande industria, che dovrebbe essere, in teoria,l’utente principale dei risultati.

I casi di realtà produttive di piccola scala sono ancora,tutto sommato, pochi e quindi è ancora abbastanza lonta-no il coinvolgimento di un numero rappresentativo di ope-ratori.

Da quanto detto, appare evidente come la produzionedi piante officinali sul territorio nazionale si configuri spes-so come un’attività altamente innovativa, mentre in Paesidove tali produzioni si sono già affermate, sia per il consu-mo interno sia per l’esportazione (Est europeo, Canada,Israele, ecc.) tali produzioni non hanno niente a che vederecon tecniche o ambienti marginali.

I dati disponibili riguardo al mercato delle piante offici-

più affermandosi e nel settore officinale trova una colloca-zione maggiore all’estero. I prodotti impiegati nell’agricol-tura biologica sono gli stessi ammessi e riportati dai disci-plinari del biologico.

Presso il Giardino delle Erbe di Casola Valsenio, adesempio, è stata studiata, in collaborazione con l’Istituto diPatologia vegetale dell’Università di Bologna, l’efficacia dialcuni estratti naturali a base di propoli, equiseto, senape,olio di lavanda, timo e menta nella prevenzione delle ruggi-ni di menta piperita e dragoncello con buoni risultati para-gonabili, in alcuni casi, al prodotto chimico.

Per facilitare le operazioni colturali, sia nella coltivazio-ne convenzionale che in quella biologica, sarà bene adotta-re tutte le tecniche di prevenzione di tipo agronomico par-tendo dalla scelta del terreno e della specie da coltivare finoad arrivare alle lavorazioni e alla raccolta.

Le specie più diffuse

I S U P P L E M E N T I D I

Per secoli i prodotti di origine vegetale hanno rappre-sentato per l’uomo la principale fonte dalla quale otteneremedicamenti, aromi, cosmetici, coloranti, ecc.. Dopo anni didisinteresse, attualmente, si assiste ad una ripresa del setto-re delle piante officinali, legata, principalmente, alla gran ri-chiesta da parte dei Paesi industrializzati di prodotti naturali.

Da un punto di vista più strettamente agricolo, l’inte-resse per le officinali è poi basato anche su questioni piùpropriamente tecniche di politica agraria che si sono rivela-te rispondenti alle esigenze di coltivazione di queste piante.

In questo supplemento verranno trattate alcune impor-tanti piante officinali prescelte in considerazione del fattoche, da una prima indagine, sono apparse essere le piùadatte alla coltivazione anche in terreni collinari, abbastan-za semplici dal punto di vista della tecnica colturale e tra lepiù richieste dal mercato con prezzi interessanti.

BiologicoBiologicoo convenzionale?o convenzionale?Ancora oggi non esiste un elenco di prodotti chimici te-

stati, registrati ed ammessi dal ministero delle Politicheagricole, alimentari e forestali per la lotta ai parassiti, ai pa-togeni e alle malerbe delle specie medicinali ed aromatiche.

In alcuni casi sono riportate informazioni per le speciearomatiche più spesso coltivate, quali il basilico, il car-ciofo, il finocchio, il prezzemolo, la cipolla, la menta. Lamaggior parte delle aziende che coltivano piante medici-nali fanno riferimento, per la lotta alle infestanti e ai pato-geni, ai prodotti in commercio impiegati per le colture ap-partenenti alla stessa famiglia o, quando esistenti, allostesso genere.

Per questo motivo, le piccole e medie aziende preferi-scono la coltivazione con tecniche biologiche e biodinami-che, che, nonostante i costi di produzione più elevati, trova-no maggiori garanzie dal punto di vista legislativo.

Il prodotto biologico, in questi ultimi anni, va sempre

(Foto Marchetti)

ConsiderazioniConsiderazionieconomicheeconomicheCome già evidenziato, attualmente l’espansione delle

piante officinali sul mercato è principalmente legata ai pro-blemi dei costi di produzione che difficilmente, nei prossimianni, potranno subire drastiche riduzioni.

Occorre pertanto puntare sull’aspetto qualitativo delleproduzioni, basato sui contenuti caratterizzanti delle variespecie e sull’igienicità del prodotto.

Si è accennato al fatto che il mercato delle piante offi-cinali è altalenante, pertanto risulta sempre più difficileconsigliare quale tipo di coltura attivare o prevederne l’an-damento.

Vi sono specie officinali la cui richiesta si mantiene sta-bile, o quasi, nel tempo, altre che alternano periodi di fortedomanda e scarsa produzione e viceversa.

Il mercato nazionale delle erbe è strettamente legato al-la produzione estera, all’offerta di prodotto proveniente daaltri Paesi produttori, alle nuove tendenze e mode del setto-re cosmetico ed erboristico.

Le modeste dimensioni della maggior parte delleaziende coltivatrici non consentono l’acquisto o l’ammorta-mento di macchinari necessari alla lavorazione delle erbe,mentre le piccole produzioni risultano essere poco appeti-bili per mercato.

L’associazionismo delle aziende, e la formazione dicontratti di produzione con l’industria o con il commercio,potrebbero incentivare ulteriormente il mercato, garanten-do maggior sicurezza circa la collocazione del prodotto aprezzi più interessanti e facilitando la reperibilità di merceda parte delle aziende acquirenti.

La certificazione del biologico, poi, per molte aziendepotrebbe essere un’ulteriore garanzia di qualità e divenireun ottimo mezzo per facilitare la collocazione del prodotto.Il mercato estero, in particolare il Nord Europa, è infatti piùattento alla qualità delle erbe preferendo prodotti di originebiologica o biodinamica.

Le piante officinali, inoltre, dovrebbero avere lo scopodi diversificare e/o integrare i redditi aziendali non solo perle aziende agricole vere e proprie, ma anche per settori di at-tività come l’agriturismo (le piante mellifere potrebbero es-sere coltivate per migliorare la qualità del miele di propriaproduzione, le specie aromatiche, oltre ad essere utilizzateper insaporire cibi, potrebbero essere vendute direttamen-te ai clienti portando valore aggiunto, ecc.).

Infine, un’ultima raccomandazione: la scelta delle spe-cie officinali da coltivare deve sempre essere fatta tenendoconto della forza lavoro e delle attrezzature disponibili inazienda; è consigliabile orientarsi su poche specie che ri-chiedano operazioni colturali e tempi di raccolta il più pos-sibile distribuite nell’arco della stagione vegetativa. �

Le specie più diffuse

I S U P P L E M E N T I D I

8

(Foto Marchetti) (Foto Dell’Aquila)

Le tecniche colturali non differiscono molto, in linea dimassima, da quelle normalmente impiegate per le altrecoltivazioni.

La scelta e la preparazione del terreno va fatta in fun-zione della specie che si intende coltivare. Prima di intra-prendere una coltivazione di officinali, è importante osser-vare quali specie spontanee crescono nel terreno che si in-tende utilizzare. Da questa osservazione sarà possibile ca-pire se il terreno individuato è da ritenersi più o meno adat-to alla coltivazione di una determinata specie.

In ogni caso, è sempre bene conoscere l’esatta com-posizione del terreno, il contenuto in elementi nutritivi, ilgrado di acidità (pH). Inoltre, è importante valutare alcunialtri fattori quali l’esposizione, la giacitura, le temperatureminime e massime che si registrano durante l’annata, leprecipitazioni e la disponibilità di acqua per eventuali irri-gazioni di soccorso.

Anche la vicinanza ad eventuali fonti inquinanti è unacomponente da valutare attentamente: ad esempio coltu-re frutticole trattate con pesticidi, industrie che scaricanogas o acque inquinanti, ecc.. A questo proposito occorreràprestare anche particolare attenzione alle acque di irriga-zione, che possono essere inquinate da scarichi a montedelle zone di utilizzo e diventare un pericolo per la qualitàfinale del prodotto officinale.

PropagazionePropagazioneMoltissime specie medicinali ed aromatiche si ripro-

ducono da seme, permettendo di mantenere bassi i costi diimpianto. Nel mercato delle sementi, le specie officinalisono quasi sempre poco considerate e di conseguenza laloro reperibilità è scarsa. La mancanza di un mercato vastoquanto quello dei comuni cereali ha impedito un lavoro diselezione e di miglioramento genetico delle varie speciemedicinali e aromatiche coltivate. Vi sono specie officinali icui semi hanno una germinabilità scarsa e scalare e spes-

so richiedono interventi agronomici quali trattamento confreddo, stratificazione, bagni in acqua tiepida.

I semi, in molti casi, provengono da mercati esteri conla conseguenza di non poter verificare, ad esempio, l’adat-tabilità alle situazioni pedoclimatiche in cui si intende ope-rare. Generalmente le aziende che già coltivano piante of-ficinali destinano piccole superfici di terreno per la produ-zione di seme da reimpiegare, poi, in azienda per la prepa-razione di nuove parcelle.

Le semine possono essere fatte direttamente in pienocampo, come per tante specie annuali quali il coriandolo,l’aneto, l’anice, il finocchio dolce, la borragine, la camomil-la comune; mentre per specie biennali e perenni quali l’is-sopo, la salvia officinale, la calendula, il timo, l’origano, lasaponaria, la cardiaca, il meliloto, l’iperico, la sclarea, la se-mina diretta viene effettuata solo se si hanno a disposizio-ne semi facilmente germinabili.

La scelta del periodo di semina in campo è determina-ta da vari fattori quali il ciclo vegetativo della pianta, l’anda-

Tecniche di coltivazione

I S U P P L E M E N T I D I

9

(Foto Dell’Aquila)

origano, altea, ecc.) altre solamente per via vegetativa (la-vandino, menta x piperita, santoline, timo cedrino, assen-zio pontico, camomilla romana, dragoncello). In questo ca-so il periodo più indicato per la loro moltiplicazione si hadurante il riposo vegetativo o nella tarda estate. Il nuovomateriale vegetativo verrà posto direttamente nel terrenose si tratta di stoloni, di bulbi, di rizomi, mentre le talee ver-ranno poste in appositi substrati a base di torba e sabbia, inambienti controllati per facilitare l’emissione delle radici.

Altra tecnica di moltiplicazione utilizzata oggi soprat-tutto per le specie ornamentali, è la micropropagazione invitro, che consente di ottenere un numero molto elevato dipiantine identiche alla pianta madre. Le prove eseguite dal-l’Azienda regionale Foreste dell’Emilia-Romagna (oggi sop-pressa) durante gli anni ’80 su camomilla romana, dragon-cello, santoreggia, timo cedrino ed i lavandini, hanno ripor-tato ottimi risultati, ottenendo piantine con lo stesso vigorevegetativo e la stessa longevità delle piante progenitrici.

Cure colturaliCure colturaliAl momento dell’impianto o della semina in campo è

necessario che il terreno sia stato ben lavorato ed affinato.Utilissimo è l’apporto di sostanza organica durante la lavo-razione principale. Durante la crescita delle piante sono ne-cessarie alcune sarchiature che hanno il compito di elimi-nare le infestanti, di garantire l’interramento delle sostan-ze fertilizzanti e di ridurre le perdite di acqua per capillarità.

Molto importante è la lotta alle infestanti, che può es-sere effettuata con sistemi tradizionali mediante zappetta-ture manuali lungo la fila e lavorazioni con motocoltivato-ri o sarchiatrici nell’interfila. Su alcune specie officinali so-no stati provati anche prodotti diserbanti non ammessi nel-la coltivazione biologica.

La tecnica dell’inerbimento è utilissima ed interessan-te per specie perenni quali la lavanda, il lavandino, la sal-via. Dopo i primi due anni in cui il terreno viene normal-mente lavorato per garantire un rapido sviluppo delle pian-te ed una minore competizione con le infestanti, incomin-cia l’inerbimento che può essere artificiale con semina del-le specie più adatte o naturale. L’erba verrà sfalciata più vol-te nell’anno e lasciata decomporre nell’interfila.

La pacciamatura con paglia, film plastico o altro mate-riale è sempre fattibile ed indicata per le specie a ciclo pe-renne. La pacciamatura può essere completa sull’intero ap-

Tecniche di colt ivazione

I S U P P L E M E N T I D I

10

mento climatico dellazona di coltivazione, ladisponibilità di unbuon letto di semina, lareperibilità del seme, lapercentuale di germi-nazione, la velocità disviluppo delle giovanipiantine, le specie infe-stanti presenti nel terre-no.

Le semine autun-nali, nei casi in cui l’an-damento climatico loconsenta, possono es-sere eseguite per lespecie a ciclo biennaleo perenne per anticipa-re la vegetazione e laraccolta del prodotto.

I mesi più indicatiper la semina autunna-le vanno da settembrea novembre. La prima-vera, in particolare il

mese di aprile, è il periodo più indicato per l’esecuzione del-le semine dirette in campo.

Importante, per ottenere una buona germinabilità, è ilgiusto posizionamento del seme, che non dovrà mai esse-re posto troppo in profondità nel terreno (al massimo ad 1centimetro). Il seme di camomilla, ad esempio, non va in-terrato, ma distribuito in superficie avendo cura di sceglie-re giornate prive di vento.

Nei casi in cui non si disponga di abbondanti quantita-tivi di seme, o il seme non abbia una buona germinabilità,o ancora, vi siano condizioni climatiche avverse per la se-mina in campo, è preferibile ricorrere alla semina in se-menzaio ed al successivo trapianto.

In questo caso le semine si eseguono in vari periodidell’anno, in letti riscaldati o in letti freddi. Il trapianto dellegiovani piantine potrà avvenire manualmente o con tra-piantatrici a partire dal mese di ottobre e, stagione permet-tendo, fino a maggio.

Molte piante officinali oltre a riprodursi per seme sipropagano anche per via vegetativa (lavanda, timo, salvia,

(Foto Rizzoli)

vazione, dal terreno, dall’andamento climatico, dall’altitu-dine, dall’età della pianta.

Le parti interessate alla raccolta possono essere le fo-glie, i fiori, le radici, la corteccia, le gemme, il frutto, la pian-ta intera.

La raccolta delle porzioni epigee della pianta, quali fo-glie, fiori, frutti, dovrà avvenire in giornate asciutte, evitan-do di raccogliere le piante bagnate dalla rugiada. Per alcu-ne specie il momento migliore per la raccolta sembra es-sere nelle prime ore della mattina, appena la pianta si èasciugata dalla rugiada, o la sera dopo il tramonto.

La presenza di rugiada sulle porzioni di pianta raccoltefacilita i processi di annerimento e di fermentazione. Du-rante le ore più calde della giornata, la porzione di piantatagliata e lasciata giacente in campo va soggetta ad un ra-pido processo di cottura e di fermentazione, con conse-guente perdita di principio attivo, alterazione del colore edella consistenza e conseguente deprezzamento.

Le porzioni ipogee della pianta, quali radici, tuberi, ri-zomi, bulbi, vengono raccolte nel periodo di riposo vege-tativo della pianta stessa, momento corrispondente almassimo accumulo di sostanze di riserva.

Il periodo di riposo vegetativo della pianta è compre-so, per quasi tutte le specie, fra l’inizio dell’autunno e la fi-ne dell’inverno. Fanno eccezione, ad esempio, l’iris e lascilla, per le quali il riposo vegetativo inizia in maggio do-po la fioritura, riprendendo poi in autunno.

Le foglie e le cimette vanno raccolte poco prima dell’i-nizio della fioritura della pianta e, nella maggior parte deicasi, il periodo balsamico corrisponde al pieno rigoglio ve-getativo. La raccolta dei fiori e delle sommità fiorite vieneeffettuata all’inizio dell’antesi (fioritura) o, se la fioriturafosse scalare, quando almeno il 50 per cento dei fiori èsbocciato.

I frutti andranno raccolti a maturità, prima della lorocaduta fisiologica nel terreno.

È praticamente impossibile determinare una regolagenerale per la raccolta di tutte le specie officinali; ognispecie, infatti, ha delle proprie regole e, spesso, esistonoaddirittura differenze fra ogni singola pianta.

Durante il ciclo vegetativo della pianta si verificano va-riazioni nel contenuto in principio attivo: un esempio è datodalla Menta x piperita L. dove, nelle giovani piante, l’olioessenziale che si estrae per distillazione dalla parte epigea è

Tecniche di colt ivazione

I S U P P L E M E N T I D I

11

(Foto Marchetti)

pezzamento o localizzata solo lungo la fila. Si rende spessonecessario nella pacciamatura con film plastico l’introdu-zione di tubi irrigatori sotto il film. L’applicazione del pirodi-serbo alla lotta alle infestanti nell’interfila ha dato buoni ri-sultati nell’interfila delle colture perenni già in atto.

RaccoltaRaccoltae tempo balsamicoe tempo balsamicoLe modalità e l’epoca di raccolta variano a seconda

delle specie e della loro utilizzazione.Per quanto concerne l’epoca di raccolta è essenziale ri-

spettare il tempo balsamico, cioè il periodo in cui la partedi pianta interessata alla raccolta fornisce un prodotto conla più alta presenza di principi attivi. Ogni specie ha un pro-prio periodo balsamico che può variare dalla zona di colti-

ricco di mentone e povero di mentolo,viceversa quest’ultimo è presente inquantità massima nelle foglie primadella fioritura.

Fino ad oggi quasi tutti i raccogli-tori ed agricoltori effettuavano la valu-tazione del momento migliore per laraccolta mediante constatazioni empi-riche e, ancora oggi, solo l’esperienzacorredata, in alcuni casi, da analisi di la-boratorio e dal supporto di opportunetabelle, permette di valutare il momen-to più idoneo alla raccolta.

MeccanizzazioneMeccanizzazioneLe piante officinali sono sempre

state considerate come una nicchia dimercato su cui le aziende costruttrici,non vedendo un tornaconto economico, hanno, sino adora, investito pochissimo. Attualmente, salvo per pochespecie, non esistono macchinari specifici, ma più spessomacchine adattate anche per le piante officinali.

Per molte specie, ad esempio, si è ancora costretti adeseguire la raccolta manuale, a causa della particolare ete-rogeneità delle varie porzioni della pianta (ad esempio, laraccolta delle gemme e dei pistilli di zafferano).

In alcuni casi esistono macchinari appositamente rea-lizzati per la lavorazione o la raccolta delle piante officinali,ma questi hanno costi elevati e, comunque, non accessibi-li per piccole aziende o per chi intraprenda l’attività per laprima volta.

Molti agricoltori, poi, iniziano le coltivazioni di offici-nali distribuendo il rischio su più colture: questo comportauna difficoltà maggiore nell’organizzazione razionale dellacoltivazione e, conseguentemente, nel scegliere un appro-priato parco macchine. Per tale ragione quasi tutte le azien-de iniziano coltivazioni officinali costruendo macchinari inmodo artigianale, spesso veri e propri prototipi.

Per la raccolta dell’intera porzione epigea della pianta sifa spesso ricorso a barre falcianti, a falcia-caricatrici. Le bar-re falcianti possono essere a lama semplice, a lame con-trapposte, a lama alternativa e controlama fissa; possonoessere portate su trattrici o essere semoventi (spesso sonole stesse macchine impiegate per il taglio dell’erba medica).

Sarà opportuno regolare l’altez-za di taglio delle barre falcianti in fun-zione della specie. Quando si rendenecessaria la sola raccolta delle por-zioni apicali della pianta o delle ci-mette, occorrerà regolare le barre fal-cianti in modo da eseguire la raccoltadella sola porzione di pianta interes-sata, aggiungendo delle reti di raccol-ta dove il prodotto si accumula; il pro-dotto potrà poi essere caricato ma-nualmente su dei rimorchi.

Per la raccolta delle infiorescenzedi lavanda, di issopo e di salvia, spes-so destinate alla distillazione, è possi-bile impiegare le “mietilavande”: sitratta di macchine portate, trainate osemoventi che tagliano e legano inpiccoli covoni il prodotto.

Presso il Giardino delle Erbe di Casola Valsenio, neglianni ’60, è stata studiata e messa a punto una mietilegatri-ce per lavanda semovente. La macchina, di piccole dimen-sioni è tutt’ora impiegata in molte piccole aziende per viadel basso costo di acquisto, di gestione e per la praticitàd’impiego, si rifà, con le opportune modifiche, alle vecchiemietilegatrici da grano utilizzate nei terreni collinari.

La raccolta dei frutti o dei semi di numerose specie,quali coriandolo, aneto, anice, finocchio, ecc., è forse l’o-perazione più semplice. Tale raccolta può essere effettuatasia in campo con l’impiego di mietitrebbiatrici sia con mie-tilegatori; in questo caso la trebbiatura avverrà in un se-condo momento in campo o in aia. In altri casi occorre in-tervenire manualmente o mediante scuotitori (galbuli di ci-presso, cinorrodi di rosa canina, bacche di ginepro, ecc.).

Più difficoltosa è la raccolta delle porzioni ipogee dellapianta, dove spesso si rende necessario, oltre alla sempli-ce estrazione dal terreno, anche una pulizia della piantastessa.

La raccolta di bulbi, rizomi, tuberi, radici poco profon-de avviene spesso con l’aiuto di vanghe-zappe, se effettua-ta manualmente, o mediante piccoli aratri possibilmentecon versoio finestrato per liberare le radici dal terreno.

Per radici profonde sono spesso necessari aratri di di-mensioni maggiori, che possono arrivare alla profondità di60 centimetri. �

Tecniche di colt ivazione

I S U P P L E M E N T I D I

12

(Foto Dell’Aquila)

Per conservare il prodotto è spesso necessario sotto-porre il materiale ad alcuni trattamenti subito dopo la rac-colta, al fine di evitare processi fermentativi dovuti all’atti-vità enzimatica.

Una tra le pratiche più comuni è l’essiccamento. Si trat-ta di un processo di trasformazione che consiste nell’elimi-nare l’acqua libera presente nel vegetale, affinché le attivitàenzimatica e microbica non intacchino i principi attivi alte-rando le proprietà e i caratteri organolettici.

Inoltre, l’essiccamento permette di ridurre il peso delraccolto facilitandone il trasporto anche su lunghe distanze.

L’essiccazione di tutte le specie officinali, da effettuarsinel più breve tempo possibile, deve avvenire in ambienticontrollati, bui, asciutti, caldi, ventilati. L’essiccazione puòessere fatta all’ombra su tralicci o telai, sistemati in localiampi ed arieggiati quali fienili, solai, porticati.

L’essiccazione effettuata in serra, su graticci o telai, in-vece, permette di accelerare la disidratazione del prodotto.All’interno della serra occorrerà ridurre al minimo la lumi-nosità mediante reti ombreggianti o altro materiale simile,e provvedere al montaggio di ventilatori in prossimità del-le porte per facilitare il ricambio di aria.

Il processo di essiccazione più diffuso avviene in loca-li chiusi, riscaldati con aria calda proveniente da una fontedi calore quale una caldaia posta all’esterno del locale o uncollettore assiale ad aria. L’essiccazione in cella ad aria deu-midificata ed a bassa temperatura avviene mediante ab-bassamento dell’umidità dell’aria tramite apposite appa-recchiature aspiranti; la deumidificazione avviene median-te un energico raffreddamento con reimmissione in circo-lo dell’aria stessa, dopo averla riportata alla temperaturaprefissata.

Questo procedimento consente di realizzare un circo-lo continuo di aria sempre più secca, che provoca l’elimi-nazione dell’acqua per evaporazione (l’acqua evaporata,trasferita all’impianto, verrà condensata e drenata). Duran-te tutto il procedimento la temperatura all’interno della

serra rimane costantemente a 35-40 gradi. Questo proces-so di essiccazione garantisce condizioni igieniche ottimali,salvaguardando i principi attivi e le qualità organolettichedel prodotto.

DistillazioneDistillazioneAltro processo di trasformazione, da effettuarsi dopo la

raccolta, è la distillazione in corrente di vapore, che consistenell’estrazione degli oli essenziali contenuti nella pianta.

Coltivazione e lavorazione

I S U P P L E M E N T I D I

13

(Foto Marchetti)

Il processo di distillazione può essere effettuato impie-gando parte di pianta verde appena raccolta, appassita osecca.

Il prodotto che si ottiene è un liquido oleoso di colora-zione variabile in funzione della droga distillata, con odorecaratteristico e ricordante la pianta dalla quale si è estratto.

Gli oli essenziali sono molto concentrati e sono quasisempre destinati alle aziende farmaceutiche, cosmetiche,liquoristiche, alimentari e conserviere.

Data la loro particolare composizione la conservazio-ne degli oli essenziali andrà fatta all’interno di contenitoridi vetro scuro, o in acciaio inox e posti in locali a tempera-tura costante.

I distillatori più comunemente impiegati dalle aziendeagricole sono del tipo a fuoco diretto o in corrente di vapo-re. Gli alambicchi hanno dimensioni variabili e sono spes-so legati al quantitativo di materiale da distillare. Quasi tut-ti i distillatori attualmente utilizzati sono del tipo a carico di-scontinuo, cioè con interruzione della distillazione per il ca-rico e lo scarico della droga.

Nella distillazione grande importanza deve essere da-ta al serpentino di raffreddamento, che se ben proporzio-nato e perfettamente funzionante, permette un rapido ecompleto recupero degli oli essenziali senza rischi di alte-razione del profumo.

StoccaggioStoccaggioDopo l’essiccazione il prodotto può rimanere per un

periodo più o meno lungo in azienda. In questo momento

del ciclo della pianta è importante che la conservazione av-venga nel modo più corretto affinché non si verifichino de-terioramenti con conseguente perdita di valore. Lo stoc-caggio può durare 1-2 mesi o protrarsi fino ad 1 anno.

La conservazione del prodotto deve avvenire in localiben chiusi, avendo cura di evitare soprattutto la contami-nazione da parte di polveri o insetti, al buio, a temperaturedi 10 gradi, ad un’umidità relativa del 60 per cento.

In alcuni casi possono verificarsi nei prodotti, anche do-po l’essiccazione e la distillazione, alterazioni dei principi at-tivi, decolorazione delle foglie e dei fiori, sviluppo di muffe.

LavorazioneLavorazionedelle erbedelle erbeLe droghe vegetali essiccate spesso richiedono altri

processi di lavorazione prima di essere utilizzate. Questeoperazioni vengono eseguite prevalentemente dalle azien-de erboristiche e, sempre più spesso, dagli stessi agricolto-ri che coltivano le erbe. Le attività più agevoli da eseguire inazienda sono le operazioni di sminuzzatura e di selezione.

La sminuzzatura consiste nell’eseguire il taglio o lacontusione delle droghe rispettivamente mediante l’aiutodi taglierine a ghigliottina oppure con mulini a martelli o alame fisse. Il taglio si esegue sulle parti più delicate dellapianta quali foglie, cortecce, sommità.

Da questo tipo di operazione si ottengono droghe ta-gliate irregolarmente, della dimensione di qualche centi-metro di lunghezza, mediamente da 1 a 3 centimetri.

La contusione, che invece interessa le radici, i rizomi, isemi, i frutti e le scorze dei frutti, riduce le droghe a cubettipiù o meno regolari.

L’ultimo processo di lavorazione consiste nella prepa-razione del taglio tisana: il prodotto più richiesto per la pre-parazione di infusi e decotti.

Il taglio tisana si effettua attraverso una serie di passag-gi con setacci di vari diametri nei quali il prodotto, tagliato econtuso precedentemente, viene selezionato, scartando leparti troppo piccole, troppo voluminose o polverose.

Un’eventuale ulteriore lavorazione è la polverizzazio-ne: tale attività viene principalmente effettuata da aziendefarmaceutiche per la preparazione di capsule, compresse esi esegue con mulini a martelli o a perni fissi e con il pas-saggio del prodotto ricavato, in setacci per selezionare levarie granulometrie. �

Colt ivazione e lavorazione

I S U P P L E M E N T I D I

14

(Foto Rizzoli)

La conoscenza e la divulgazione delle piante medici-nali è uno degli obiettivi che la Regione Emilia-Romagna,mediante il “Giardino delle erbe officinali Augusto RinaldiCeroni” di Casola Valsenio (RA), ha portato avanti dal 1974,quando cioè l’Azienda regionale delle foreste impiantò ungiardino di piante officinali con scopi didattici e sperimen-tali.

Il “Giardino” nasce però nel 1938, quando il professorAugusto Rinaldi Ceroni cominciò a coltivare nel terrenoantistante la scuola di avviamento ad indirizzo agrario, del-la quale era direttore, le prime piante officinali sia per leesercitazioni degli alunni, sia per la sperimentazione, conla speranza di arrivare ad avere un vero giardino botanicospecializzato.

Per oltre 35anni Rinaldi Ce-roni portò avan-ti le sue speri-mentazioni ri-volte in partico-lare alle lavan-de e ai suoi ibri-di (una di que-ste porta oggi ilsuo nome). Ilsuo importantecontributo con-vinse semprepiù gli espertidel settore dellereali possibilitàdi coltivazionenegli ambienticollinari e mon-tani delle specieofficinali, capacidi riconvertire i

terreni abbandonati o di sostituire con maggiore resa eco-nomica i terreni coltivati a foraggi e cereali.

Agli inizi degli anni ’70 l’Azienda regionale delle fore-ste incaricò Rinaldi Ceroni di realizzare un giardino offici-nale ad un chilometro dal paese, dove trasportare anche lepiante che avevano dimora nel campo annesso alla scuo-la. Attualmente il Giardino delle erbe, di proprietà della Re-gione Emilia-Romagna e gestito su incarico della Regionestessa dal Comune di Casola Valsenio, occupa una superfi-cie di circa 4 ettari con oltre 400 specie di piante officinaliutilizzate nella medicina, nella cosmesi, nella cucina.

La sua attività è duplice: da una parte costituisce uncentro di didattica e coltura dove il visitatore può conosce-re le varie specie di piante utili alla gastronomia, alla liquo-reria, alla cosmesi, alla profumeria, agli usi terapeutici emedicinali, all’industria farmaceutica; dall’altra è centro diricerca e sperimentazione rivolta soprattutto all’utilizzodelle piante officinali su larga scala come salvia, timo, ori-gano, melissa, ecc..

Il Giardino comprende un’esposizione permanente dipiante essiccate, fotografie, una biblioteca specializzata,una olfattoteca, una serra, un punto di vendita di prodottierboristici.

Le piante, coltivate su 11 terrazze, presentano ancheuna suddivisione in specie officinali, specie aromatiche,specie mellifere, specie per la floricoltura, specie coloranti.

Si può visitare il “Giardino” tutti i giorni feriali (tempopermettendo) dalle 8 alle 16,30; nei mesi di febbraio, mar-zo, aprile e settembre il sabato dalle 14,30 alle 17,30 e la do-menica dalle 10 alle 12 e dalle 14,30 alle 17,30; da maggioad agosto il sabato dalle 15,30 alle 18,30 e la domenica dal-le 10 alle 12 e dalle 15,30 alle 18,30.

Le schede che seguono sono una breve descrizionedelle principali utilizzazioni e degli aspetti agronomici del-le piante medicinali più diffuse allo stato spontaneo, pian-te che – è bene ricordare – possono costituire una valida al-ternativa reddituale per gli agricoltori. �

Il giardino delle erbe officinalidi Casola Valsenio

I S U P P L E M E N T I D I

15

(Foto Dell’Aquila)

16

I S U P P L E M E N T I D I

Schede tecnicheSchede tecnicheSchede tecnicheSchede tecnicheSchede tecnicheSchede tecnicheSchede tecnicheSchede tecnicheSchede tecniche

S c h e d e t e c n i c h eSchede tecnicheSchede tecnicheSchede tecnicheSchede tecnicheSchede tecnicheSchede tecnicheSchede tecnicheSchede tecnicheSchede tecnicheSchede tecnicheSchede tecniche

I S U P P L E M E N T I D I

18

Il nome calendula deriva dal latino calendae, “il primogiorno del mese”, perché fiorisce ogni mese anche d’in-verno. È una pianta erbacea annuale o biennale che cre-sce facilmente in tutto il territorio italiano. I suoi fiori di co-lore arancio compaiono quasi tutto l’anno.Le foglie sono a margine intero, quelle basali spatolate edisposte in rosetta, quelle superiori lanceolate ed alterne.Tutta la pianta emana un aroma intenso alquanto sgra-devole. Si propaga per seme e facilmente diventa infe-stante grazie ai numerosissimi semi che produce e chematurano scalarmente durante l’anno.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

I fiori di calendula hanno proprietà coleretiche (facilitanola secrezione biliare), emmenagoghe (facilitano la com-parsa delle mestruazioni), antisettiche, antispastiche, co-lecistocinetiche (hanno effetti positivi sul funzionamentodella cistifellea), decongestionanti, lenitive e idratanti.Si utilizza sottoforma di infuso, di tintura alcolica, di olio ein polvere.In fitoterapia si impiega nel trattamento delle gastriti, del-le cistiti, per regolarizzare le mestruazioni e quando que-ste sono dolorose.Più diffuso è l’impiego della calendula sottoforma di tin-ture, infusi, pomate per la cura delle infiammazioni dellacute e delle mucose, negli eritemi dei lattanti, nelle bru-ciature. L’infuso con acqua distillata serve per bagni agliocchi infiammati. I decotti di calendula sono indicati nel-

le scottature, nei geloni e nei formicolii. In cosmesi l’oliodi calendula si utilizza nelle creme di bellezza. La calendula ha un’azione elettiva sull’apparato genitalefemminile ed è priva di effetti collaterali dannosi. Il dr. Piergiorgio Chiereghin, farmacista, ed autore delmanuale di fitoterapia "Farmacia Verde" (ed. Edagricole),in particolare, consiglia la tintura madre in 10-20 gocce algiorno durante la settimana che precede la comparsa del-le mestruazioni; verrà così facilitato il loro verificarsi edattenuati i disturbi somatici collegati. La calendula si utilz-za infine anche nei casi di stomatiti, gengiviti ed afte.Viene impiegata anche come colorante di stoffe e di ali-menti. I fiori vengono utilizzati nelle insalate. È una pian-ta ad interesse mellifero dato che i fiori attirano gli insettipronubi e in particolare le api.

PARTICOLARITÀ

I petali di calendula si possono utilizzare in cucina per ladecorazione di insalate e pietanze. È una pianta coloran-te. Si coltiva spesso come pianta ornamentale e decora-tiva. Simile alla calendula officinale è la calendula arven-se, spontanea negli incolti e con fiori più piccoli. �

CALENDULATecnica di propagazione: seme

Epoca di semina: aprile-maggio nei climi freddi; au-tunno nei climi caldi; trapianto di piantine nate in ago-sto

Terreno: fertile, leggero, ben concimato, fresco e benesposto al sole

Densità: 60-70 centimetri fra le file (6 piante/m2)

Raccolta: i fiori in fioritura (raccolta scalare, può du-rare settimane)

CalendulaCalendula officinalis L. - Fam. compositæ

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

I S U P P L E M E N T I D I

19

La camomilla comune è una pianta erbacea annuale,spontanea e abbondantissima ovunque dal mare ai mon-ti. Fiorisce da maggio a settembre. I fiori sono riuniti in ca-polini di colore giallo nella parte centrale, con linguettebianche a raggiera rivolte in basso.Si utilizzano i capolini, le sommità fiorite e la pianta inte-ra (per la distillazione). I capolini detti comunemente fiorivanno raccolti prima della piena fioritura, momento dimaggior ricchezza in principi attivi e noto appunto con ilnome momento balsamico.La raccolta si effettua a mano oppure con pettini appositio a macchina. L’essiccazione si deve fare all’ombra sugraticci, stuoie o teli posti in luoghi arieggiati; la conser-vazione del prodotto viene fatta in locali asciutti e in sac-chetti di tela. È necessario far mantenere ai fiori il loro ca-ratteristico odore aromatico e l’interezza dei capolini flo-reali.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

Alla camomilla si attribuiscono proprietà calmanti, anti-spasmodiche, antinevralgiche, digestive, antisettiche; èconsigliata nelle cefalee, negli spasmi viscerali, nelle dif-ficili digestioni e nelle agitazioni nervose.Il suo uso è conosciuto fin dai più antichi tempi. Viene uti-lizzata in farmacia, in erboristeria, nell’industria liquori-stica e in cosmetica. L’infuso terapeutico prevede l’impie-go di 50 grammi di capolini secchi in un litro d’acqua la-sciandoli in infusione per 30-40 minuti; si spreme il tutto

CAMOMILLA COMUNETerreno: asciutto, ricco di scheletro; rifugge i terreniacidi

Propagazione: seme

Epoca di semina: settembre o aprile

Sesti d’impianto: 30-40 centimetri fra le fila e 5-10centimetri o in continuo lungo la fila

Densità: 20-25 piante/m2

Raccolta: i capolini in fioritura (maggio-giugno)

Camomilla comuneMatricaria camomilla L. - Fam. Compositæ

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

e si filtra addolcendo con miele. Si prende a tazzine unpoco distante dai pasti. L’essenza viene usata nei dolorireumatici o nelle distorsioni. Per frizioni particolari si pre-para un olio facendo bollire a bagnomaria olio d’oliva e ifiori di camomilla.

PARTICOLARITÀ

L’antica medicina ne suggerisce l’impiego nei casi di ne-vralgia del trigemino. Si può preparare anche un vinomedicinale alla camomilla, consigliabile nelle disappe-tenze, lasciando macerare 50 grammi di fiori in 1 litro divino bianco per 30 giorni; si filtra e si addolcisce con mie-le e il preparato va bevuto a bicchierini prima dei pasti. In-fine si ricorda che il decotto di camomilla rende i capellilucenti e più chiari. �

I S U P P L E M E N T I D I

20

È una pianta comunissima, spontanea, nota col nome diradicchio comune o selvatico. È perenne, alta 70-100centimetri, con radice fittonante, fusto eretto, foglie den-tate, quelle basali formano una rosetta; tutta la piantacontiene un lattice bianco. I fiori di colore azzurro chiarosono riuniti in infiorescenza, si aprono al sorgere del solee si richiudono al tramonto. La fioritura avviene fra mag-gio e ottobre.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

Si impiegano le foglie e le radici. Le foglie vanno raccolteda maggio ad agosto, le radici invece in autunno. En-trambe si possono utilizzare fresche oppure essiccate al-l’ombra e conservate in contenitori al buio.La pianta ha proprietà depurative, digestive, diuretiche,lassative. È consigliata nelle inappetenze, nelle malattiedella pelle, nella cura dell’itterizia e nei vari disturbi del fe-gato.Viene impiegata sotto forma di infuso, di decotto o di suc-co. Nella preparazione dell’infuso si utilizzano le foglie inquantità di una manciata se secche e di due se fresche perlitro di acqua. Si filtra e si addolcisce con il miele.Nel decotto si utilizzano le radici tagliuzzate nella quantitàdi due manciate per litro di acqua. Si filtra e si addolciscesempre con il miele. L’infuso e il decotto vanno bevuti atazzine. Il succo di cicoria si ottiene spremendo fortemente le fo-glie dopo un leggero riscaldamento a bagnomaria. L’uso

è identico a quello del decotto o dell’infuso. Il radicchioviene utilizzato anche come cataplasma nelle infiamma-zioni della pelle. Utile e importante è l’uso alimentare siadelle foglie che dei fiori come insalata fresca.

PARTICOLARITÀ

La radice è un ottimo surrogato del caffè. La cura con lapianta del radicchio è consigliabile per tutti ad ogni iniziodi primavera, essendo giudicata un ricostituente e unostimolante; per quanto riguarda la dose occorre prende-re un bicchierino giornaliero di succo a digiuno e man-giare di frequente le foglie come insalata verde. �

CICORIA Terreno: cresce spontanea in quasi tutti i terreni, aibordi di strade, nelle scarpate. Sviluppa facilmente neiterreni sciolti ed in quelli argillosi. Rifugge i ristagniidrici

Propagazione: per seme

Semina: in primavera in pieno campo

Densità: 4-6 piante /m2; 60-70 centimetri fra le file, 25-30 centimetri lungo la fila

Raccolta: le radici in inverno, le foglie e i fiori in ve-getazione.

Cicoria o Radicchio di campoCichorium Intybus L.- Fam. compositæ

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

I S U P P L E M E N T I D I

21

Il dragoncello, chiamato anche estragone, è una pian-ta erbacea perenne originaria della Russia; e spontaneain diverse zone dell’Europa, è coltivata in Francia, Ger-mania e in alcune province Italiane.Sono conosciuti numerosi ibridi e varietà; a giudizio deipiù si ritiene che l’estragone maggiormente diffuso e digrande valore, per il suo aroma, profumo e contenuto inprincipi attivi o per il pregio della essenza, sia l’ibrido pie-montese o francese.Minor valore hanno perciò l’estragone di Russia e quellodi Germania, che presentano caratteri diversi dati dallagrande vegetazione (altezza fino a un metro e mezzo),dalla impossibilità di dare seme, oltre che dal negativogiudizio olfattivo e analitico.L’estragone “Francese” o “Piemontese” ha forma di uncespuglio alto non più di 70 centimetri. formato di unamassa erbacea ricca di foglie odorose e di aromi partico-larmente apprezzati, che ricordano il profumo dell’anice edel finocchio.La pianta preferisce terreni asciutti soleggiati e tendenti alsiliceo. L’unica forma di propagazione per l’ibrido “Pie-montese” è quella per divisione del cespo mancando ilseme.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

Si utilizzano le foglie o la pianta intera. Ha proprietà ape-ritive, antireumatiche, antisettiche, aromatizzanti, digesti-ve (è utile nelle digestioni difficili), febbrifughe, toniche estimolanti.

Viene utilizzato nel meteorismo, nella mancanza di appe-tito e nel caso di alito cattivo e di singhiozzo. Trova impie-go nell’industria alimentare, in erboristeria, in fitoterapia,in farmaceutica e nell’ industria delle essenze.L’estragone “Francese” o del tipo “Piemontese”, ha unaroma fine e penetrante, sapore inconfondibile amaro-gnolo e piccante, odore intenso e gradevole che si avvici-na all’odore dell’anice.Le foglie fresche e tenere possono entrare, sempre in do-si moderate, nelle insalate e nelle salse (tritate o mesco-late con burro e limone), nelle conserve, nei ripieni e ma-rinate. Il suo maggior impiego è nella industria dei con-servanti, in quella dei sottaceti e della preparazione degliaromi. Serve a profumare il burro o le carni lessate, edaromatizzare gli arrosti di caccia e di maiale; dà un tonoraffinato all’aceto.L’essenza costituisce la base dei conservanti per la confe-zione dei cibi in scatola quali la carne e il pesce.

PARTICOLARITÀ

Nota in Francia come erba da cucina detta estragon. Lamedicina popolare e tradizionale attribuisce a questapianta il potere di dare una “forza da dragone o da leone”e di immunizzare contro la peste. È una pianta preziosaper chi non può usare il sale nei cibi. �

DRAGONCELLOTerreno: si adatta a quasi tutti i terreni. Non tollera i ri-stagni idrici. Teme le gelate e i freddi prolungati. Predi-lige i terreni posti in pieno sole, fertili, umidi o irrigabili

Propagazione: per divisione di cespo.Un cespo = 10-15 piante

Epoca di trapianto: aprile - maggio

Densità: 20-25 centimetri lungo la fila e 50-70 centi-metri fra le fila; 5-7 piante/m2

Durata della coltura: 4-5 anni

Raccolta: le foglie prima della fioritura

Dragoncello o EstragoneArtemisia Dracunculus L. - Fam. Compositæ

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

I S U P P L E M E N T I D I

22

L’echinacea è originaria del Nord America; in Italia è pre-sente solo come coltivazione. È una pianta erbacea pe-renne, con foglie basali riunite in rosette, glabre e a mar-gine dentellato nella E. purpurea, tomentose e lanceolatea margine intero in E. angustifolia.Hanno entrambe fiori riuniti in capolini di colore porporache compaiono in giugno e luglio. La propagazione av-viene per seme o per divisione di cespo all’inizio della pri-mavera.Si utilizzano le radici e le parti aeree composte da fusti,foglie e fiori raccolte rispettivamente durante il periodo diriposo e prima della fioritura. L’essiccazione della drogaavviene in locali bui a temperature di circa 30-35 gradi.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

All’echinacea vengono attribuite proprietà antisettiche,antivirali, cicatrizzanti, analgesiche; esercita una funzionedi stimolo del sistema immunitario. Si impiega essenzial-mente in estratto fluido per uso esterno ed interno. All’e-sterno è impiegata nei casi di cicatrizzazione difficile del-le ferite, nelle affezioni cutanee di natura infiammatoria,per pustole e foruncoli. Il decotto serve contro gli eczemi,le emorroidi e le varici.In cosmetica è utilizzata nei preparati per il trattamentodelle rughe e delle smagliature, in pomate per le maniscrepolate, arrossate, nei geloni e nelle piaghe da decu-bito. Gli estratti di echinacea sono batteriostatici e viru-statici.

ECHINACEA Terreno: predilige i terreni calcarei, leggeri, soleggia-ti. Sopporta male i terreni pesanti mal drenati, sui qua-li vive poco a lungo

Propagazione: per seme e per divisione di cespo

Semina: in primavera in pieno campo o in semenzaio

Moltiplicazione: a fine inverno la divisione dei vec-chi cespi e la messa a dimora delle giovani piantine

Densità: 6 piante /m2; 60-80 centimetri fra le file e 20-25 centimetri lungo la fila

Raccolta: la parte epigea in fioritura, le radici in in-verno

EchinaceaEchinacea purpurea Moench. eedd Echinacea

angustifolia DC - Fam. compositæ

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

Rallenta la velocità di penetrazione dei microrganismi neitessuti, accelera la guarigione delle ferite e diminuisce ilrischio delle infezioni.

PARTICOLARITÀ

Gli indiani del Nord America facevano uso dell'echina-cea fresca e essiccata per guarire le ferite nei periodi diaccresciuto rischio di epidemie e per scacciare gli insettimolesti.È molto indicata nel potenziamento dei poteri immunita-ri dell'organismo. È particolarmente utile nella profilassiautunnale contro le "malattie da comunità" dei bambiniche frequentano gli asili o in età scolastica. Indicata nelleinfluenze e nelle malattie da raffreddamento in genere. Èmolto bella come pianta ornamentale soprattutto la Echi-nacea purpurea. �

I S U P P L E M E N T I D I

23

L’erba cipollina è una pianta perenne originaria delle zo-ne temperato-fredde dell'emisfero settentrionale. In Italiaè presente al nord nei prati umidi e torbosi, dalla collinaall'alta montagna. È soprattutto coltivata negli orti e neigiardini.I suoi fiori, di color lilla, compaiono da giugno ad agostoe sono visitati da molte api. Si può coltivare facilmentenell’orto, in giardino o mantenere in vaso sul davanzale oin terrazza. Si propaga da seme o per divisione di vecchi cespi daiquali è possibile ottenere anche più di 20 nuove piantine.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

L’erba cipollina ha proprietà antisettiche, emollienti, aro-matizzanti, ipoglicemizzanti (riduce la glicemia), diureti-che. Ha lo stesso impiego in medicina della cipolla. Le fo-glie fresche sono largamente usate in cucina per il lorosapore delicato e per l'aroma ineguagliabile. Viene utiliz-zata in salse, insalate, minestre, uova, formaggi, carni,pesce, frittate e liquori.

Durante l’inverno le foglie delle piante coltivate all’aper-to muoiono ritornando a vegetare con l’arrivo della pri-mavera. Viene considerata un’erba fine e si consiglia dinon cuocere le foglie.

PARTICOLARITÀ

Anche i piccoli bulbi possono essere utilizzati in cucina.È spesso coltivata come pianta decorativa e ornamenta-le grazie al colore dei suoi fiori. È una pianta mellifera. �

ERBA CIPOLLINATerreno: predilige i terreni umidi e torbosi adattando-si anche a quelli calcarei ad asciutti

Propagazione: seme, divisione di cespo delle pianteadulte

Epoca di semina: da marzo ad agosto in serra o sot-to ombrario; da marzo a maggio in pieno campo. Il tra-pianto si esegue a fine inverno-inizio primavera, inter-rando i nuovi bulbi a qualche centimetro di profondità

Densità: 20 centimetri lungo la fila e 50-80 centimetrifra le fila

Fertilizzazione: letame maturo, terriccio. In alcuniterreni sarà utile l’apporto al momento del trapianto odella semina di torba

Raccolta: le foglie durante la fase vegetativa; i semi amaturità (giugno-luglio)

N.B.: dopo ogni sfalcio è consigliabile una piccola irri-gazione per stimolarne il ricaccio. Sono possibili nel-l’arco di una stagione vegetativa fino a 8- 9 sfalci.

Erba cipollinaAllium schoenoprasum L. - Fam. Liliaceæ

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

I S U P P L E M E N T I D I

24

L’hypericum perforatum è più spesso noto con il nomedi cacciadiavoli o erba di San Giovanni. È una pianta er-bacea triennale, spontanea, facilmente reperibile ai bordidi strade, fossi, campi incolti e facilmente riconoscibileper via dei suoi fiori gialli che compaiono quasi semprenel mese di giugno.Alta da 30 centimetri ad 1 metro, ha rametti legnosi cheportano in sommità i fiori di color giallo e le foglie picco-le, allungate presentanti nel lembo fogliare infiniti fori.Tutta la pianta esala un odore balsamico e si propaga perseme o per divisione di cespo.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

Gli si attribuiscono proprietà antisettiche, astringenti, de-congestionanti, digestive e vermifughe. Favorisce la cica-trizzazione delle ferite e delle piaghe e, per la sua azionesfiammante e sedativa, è stato fin dai tempi antichi usatosotto forma di linimento oleoso.Si usa come olio, tintura, estratto fluido e infuso. L’indu-stria lo impiega nella preparazione degli amari, dei dige-stivi e dei cosmetici. È consigliabile impregnare garze ocotone da applicare per l’uso pratico su piaghe, ustioni,arrossamenti, ecc.La tradizione popolare ha tramandato un preparato an-cora molto comune e di facile reperimento anche in com-mercio, chiamato olio di Iperico.Per la preparazione si utilizzano le sommità fiorite o infio-rescenze raccolte in pieno sole, possibilmente lontano dastrade e dai centri abitati. Queste, tagliate della lunghez-

za di qualche centimetro. e poste in vaso di vetro chiarocon l’aggiunta di olio di oliva, si espongono al sole per unperiodo di 40-50 giorni avendo cura di agitare di tanto intanto.Quando l’olio ha acquistato un colore rosso mattone sifiltra e si conserva in boccette di vetro scuro. La dose dipreparazione può essere così indicata: una parte di fiori diiperico e due parti di olio d’oliva. Sarà bene non riempiremai il vaso che si usa per la preparazione perché l’aria e ilcalore hanno una grande importanza nel periodo dellamaturazione.

PARTICOLARITÀ

L’olio di iperico è fotosensibilizzante ed andrà utilizzatosolo dopo esposizione prolungata sotto il sole e mai pri-ma. Viene consigliato nella cura delle gravi piaghe da de-cubito.Con le infiorescenze dell’iperico si può preparare ancheun alcoolato (alcool etilico e fiori) utile per massaggi o fri-zioni nella cura della sciatica, di artriti e reumatismi.L’aggettivo perforato deriva dalla particolare conforma-zione della lamina fogliare che, guardata controluce, ap-pare come crivellata con tanti piccoli fori.La denominazione cacciadiavoli ha origine nella tradizio-ne di appendere i rametti di iperico alle porte e alle fine-stre per allontanare il maligno.È chiamato anche erba di San Giovanni in quanto l’ordinedi San Giovanni la utilizzava per cicatrizzare ferite e taglidurante le battaglie. �

IPERICO PERFORATOTerreno: si adatta a quasi tutti i terreni prediligendoquelli sciolti calcarei o di medio impasto, soleggiati

Propagazione: per divisione di cespo o per seme

Epoca di semina: ottobre-novembre o in primavera.Il trapianto si esegue da novembre ad aprile

Densità: 7-8 piante/m2; 15-20 centimetri lungo la fila e65-70 centimetri fra le fila o 37,5x37,5 centimetri

Raccolta: in fioritura

Epoca di raccolta: giugno-luglio

Iperico perforatoHypericum perforatum L. - Fam. ipericaceæ

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

I S U P P L E M E N T I D I

25

La lavanda è un piccolo arbusto perenne, spontaneo neiPaesi del bacino del Mediterraneo occidentale. In Italiacresce spontanea solo nelle isole ed è sporadica nella pe-nisola. In Emilia-Romagna è presente in alcune zone dellaRomagna, del Bolognese e del Piacentino, dove attecchi-sce nei suoli aridi dell’Appennino e della fascia collinare.Ha foglie di colore verde chiaro e di consistenza coriacea,con fiori portati in piccole infiorescenze su corti steli prividi foglie, alla sommità della pianta. Fiorisce fra giugno eluglio. Tutta la pianta è profumata.Importanti e molto diffusi sono gli ibridi della lavandachiamati comunemente “lavandini”, che si differenzianodalla lavanda officinale per il loro maggior sviluppo ve-getativo e per la notevole lunghezza degli steli che porta-no le infiorescenze. Le piante sono prive di polline fertile,quindi non producono seme.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

Si utilizzano le infiorescenze, le sommità fiorite, il fioresgranato, la pianta intera per la distillazione. I fiori ema-nano un intenso e gradevole profumo persistente, la suafragranza è insuperabile e inconfondibile.L’essenza (od olio essenziale) si estrae mediante la distil-lazione in corrente di vapore o a fuoco diretto. Particolar-mente pregiata è l’essenza della lavanda vera, che serveper preparare le acque da toilette. Un esempio praticoconsiglia di prendere 30 grammi di essenza di lavanda,12 grammi di tintura di benzoino, 20 grammi di acqua di

rose e 500 grammi di alcool a 75°. Nota in tutto il mondoè l’acqua di colonia.Ha proprietà aromatiche, antisettiche, carminative (con-sente l’eliminazione nell’intestino dei gas prodotti in ec-cesso), battericide, antispasmodiche della tosse. Trovaimpiego nell’industria farmaceutica, cosmetica. Vieneutilizzata nelle affezioni delle vie respiratorie, nella curadell’emicrania, nei casi di asma, nei dolori reumatici.Grazie alle proprietà antisettiche e battericide è consiglia-to fare dei bagni salutari e stimolanti mettendo alcunegocce di essenza nella vasca da bagno o lasciare sospesosull’acqua una manciata di fiori. Una vecchia ricetta utileper le emicranie consiste nel preparare l’acqua di lavan-da che va annusata e massaggiata sulle tempie; si misce-lano per la realizzazione 1 litro di alcool a 75° con 45grammi di fiore di lavanda, 30 grammi di mentolo e 5grammi di canfora.

PARTICOLARITÀ

La polvere della lavanda è starnutatoria. È tradizione edusanza raccogliere le spighe di lavanda il giorno di SanGiovanni e farne dei mazzetti profumati o sgranarne i fio-ri per profumare la biancheria nei cassetti. È un ottimapianta mellifera.Secondo alcuni autori la lavanda coltivata in mezzo allerose dovrebbe allontanare gli afidi. �

LAVANDATerreno: predilige terreni calcarei, leggeri, permeabi-li delle zone calde e ben esposte fino ai 900-1.200 me-tri sul livello del mare. Non teme la siccità e il freddo,ma non sopporta il ristagno idrico

Propagazione: seme o talea; 1-1,5 ettogrammi di se-me in 50 m2 di semenzaio sono sufficienti per impian-tare 1 ettaro di terreno

Densità: 1,5 piante/m2; 150-180 centimetri fra le file e30-50 centimetri lungo la fila

Raccolta: in piena fioritura per la distillazione, ed ainizio fioritura per l’erboristeria

LavandaLavanda officinalis Chaix - Fam. Labiatæ

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

I S U P P L E M E N T I D I

26

Originaria dell’Asia, la maggiorana è una pianta erbaceapoliennale, cespugliosa, spontanea e coltivata. Tutta lapianta emana un odore intenso e graditissimo. È spessoconfusa con una varietà di origano nota con il nome diorigano maggioranato.Ha le foglie più larghe dell’origano e rotondeggianti; il ce-spo è più stretto e composto, di minor altezza, di color ce-nerognolo-verde glauco; i fiori piccoli, di color bianco-ro-sa, sono disposti in spiga. Fiorisce in estate.È una pianta di tipo mediterraneo poco resistente al fred-do. Esige sole e luce. Si propaga mediante il seme, per di-visione del cespo o per talea. Si utilizzano le foglie, le cimette, le sommità fiorite o lapianta intera. La pianta cimata ricaccia con facilità. Le fo-glie o le cimette vanno raccolte durante la fioritura. L’essiccazione si pratica con moderni essiccatoi o all’om-bra in luoghi ventilati; la conservazione viene fatta in vasidi vetro scuro o in sacchetti di tela.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

Le si attribuiscono proprietà antispasmodiche, anticatar-rali, aromatizzanti, carminative (aiuta ad eliminare i gasprodotti in eccesso nell’intestino), stimolanti, toniche,stomachiche (favorisce un buon funzionamento dellostomaco) e battericide. Viene impiegata nei disturbi dige-stivi accompagnati da senso di pienezza, nelle flatulenze,nelle coliche, nella diarrea e nelle emicranie. La polvere èstarnutatoria.

L’essenza rappresenta un lenimento per storte e lesioni; èipotensiva, calmante, ipnotica ed è un riequilibrante ge-nerale, viene inoltre considerata un vasodilatatore.Trova impiego nell’industria farmaceutica, cosmetica, li-quoristica, conserviera.Caratterizzata da un gradevole e delizioso aroma, dal pro-fumo e dal sapore delicato, è il principale condimento pergli arrosti, le minestre, i ripieni, gli intingoli, le insalate, icontorni, le carni ai ferri. Insaporisce il pesce, le carni in-saccate e le pizze.In commercio si trova la maggiorana in foglie e la mag-giorana monda (mescolanza di foglie e infiorescenze).

PARTICOLARITÀ

Un poeta descrisse così la piantina di maggiorana: “pic-cola è la sua foglia, grande è la sua carica”. Viene utilizza-ta in sostituzione dell’origano. È una pianta mellifera. �

MAGGIORANA Terreno: predilige i terreni calcarei, leggeri, soleggia-ti. Sopporta male i terreni pesanti mal drenati

Propagazione: per seme per divisione di cespo o pertalea

Semina: in primavera in pieno campo o in semenzaio

Moltiplicazione: in primavera le talee e la divisionedi cespo

Densità: 6-8 piante /m2; 50-60 centimetri fra le file, 25centimetri lungo la fila

Raccolta: sommità in fioritura per la distillazione e al-l’inizio della fioritura per l’impiego erboristico

MaggioranaOriganum Majorana L. - Fam. labiatæ

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

I S U P P L E M E N T I D I

27

Si trovano allo stato spontaneo due varietà di malva: lapiù comune detta Malva silvestris o grande malva, l’altradetta Malva rotundifolia o piccola malva, che presentafiori più piccoli.Il contenuto in principi attivi è da considerarsi identico.Entrambe le specie crescono spontanee ovunque, sonopiante erbacee annuali o biennali, hanno fusto eretto nel-la prima varietà, strisciante nella seconda; forma cespu-gliosa, foglie picciolate col lembo irregolare o rotondeg-giante. I fiori sono vivacemente colorati in lilla, viola orosso striato.Cresce spontanea ovunque: ai bordi di strade, fossi, neicampi, sui ruderi. È facile da coltivare. Si riproduce da se-me e vive mediamente due o tre anni.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

Si utilizzano i fiori e le foglie che si raccolgono rispettiva-mente da maggio a settembre e da giugno ad agosto. Ilprodotto va essiccato all’ombra e conservato all’asciutto.Ha proprietà emollienti, calmanti, e lassative. È impiega-

ta nell’industria farmaceutica, erboristica e cosmetica.Consigliabile nella cura della bronchite cronica e dellatosse, nelle infiammazioni della bocca e della pelle in par-ticolare per curare i foruncoli ed i paterecci. Si usa purenelle enterocoliti.Si fanno infusi di fiori, di foglie o misti; il liquido filtratoviene addolcito con miele e bevuto a bicchieri o usato pergargarismi. Per quanto riguarda la dose si utilizzano tremanciate di prodotto secco in un litro di acqua.Il decotto si applica con impacchi sulle gengive infiam-mate. Si prepara pure sotto forma di cataplasma cuocen-do le foglie o anche la pianta intera.

PARTICOLARITÀ

Dalle foglie si estrae industrialmente la clorofilla che ser-ve per tingere in verde confetture e liquori.Le foglie e i fiori sono utilizzati in cucina per la prepara-zione di insalate, zuppe, frittate e ripieni. �

MALVA Terreni: leggeri e ben esposti; cresce spontanea unpo' ovunque

Propagazione: seme

Densità: 6-7 piante/m2; 60-80 centimetri fra le fila e30-40 centimetri lungo la fila

Raccolta: foglie e fiori

Epoca di raccolta:pieno rigoglio vegetativo giugno-luglio, ottobre-novembre

MalvaMalva sylvestris L. - Fam. malvaceæ

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

I S U P P L E M E N T I D I

28

Nota anche con il nome di erba limona o limoncina o ce-dronella, la melissa è un’erba perenne e spontanea dif-fusa ovunque dal mare ai monti.La pianta profumata ed aromatica, emana un gradevoleodore di limone. Fiorisce da maggio ad agosto. Ha fogliepicciolate, ovali rugose e fiori piccoli di colore biancastroe roseo, ha stelo diritto e la pianta raggiunge un’altezzavariabile da 40 a 90 centimetriCresce facilmente nei terreni freschi, profondi. Si propa-ga per seme o per divisione di cespo all’inizio della pri-mavera.Si utilizzano le foglie, le sommità fiorite e la pianta intera,dalla quale si estrae l’olio essenziale. La raccolta vienefatta all’inizio o in piena fioritura, in funzione della desti-nazione del prodotto.La droga dovrà essere essiccata all’ombra, in locali arieg-giati e la conservazione si effettua in locali asciutti e bui.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

La melissa ha proprietà antispasmodiche, digestive, toni-che, tranquillanti, antinevralgiche, sudorifere.Si impiega in erboristeria, nell’industria farmaceutica,nell’industria liquoristica e in quella delle essenze. Vienepure largamente impiegata nella cosmetica, in profume-ria e nell’aromatizzazione degli alimenti.L’infuso si prepara mettendo due manciate di pianta sec-ca in 1 litro di acqua; si filtra, si dolcifica con miele e si be-ve a tazzine. La somministrazione é consigliata negli sta-

MELISSA OFFICINALETerreno: fertile, profondo, fresco, non troppo espostoal sole

Propagazione: divisione di cespo o per seme

Densità: 6-8 piante/m2; 50-80 centimetri lungo la fi-la,20-25 centimetri fra le fila

Raccolta: la pianta intera prima della fioritura

Epoca: giugno-luglio e settembre-ottobre

MelissaMelissa officinalis L. - Fam. labiatæ

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

ti ansiosi e negli spasmi viscerali. Il vino alla melissa è utile nelle difficili digestioni e si pre-para facendo macerare 100 grammi di prodotto secco in1 litro di vino bianco per uno o due giorni; poi si filtra e sibeve a bicchierini dopo il pasto.

PARTICOLARITÀ

È noto da secoli l’uso dell’acqua di melissa detta “dei Car-melitani” così composta: alcool, acqua, infiorescenze dimelissa, cannella e coriandolo ed ottenuta facendo ma-cerare il tutto per diversi giorni.La melissa serve per la preparazione dei famosi liquoriChartreuse e Arquebuse.Dalle foglie si estrae la clorofilla che serve per la colora-zione delle confetture. L’essenza di melissa può far spari-re l’emicrania in molti soggetti e si usa odorandola e fri-zionando la zona cervicale ed i lati della fronte. �

I S U P P L E M E N T I D I

29

Conosciuta anche con il nome di pipermint o menta pe-pe, la menta piperitaè una pianta erbacea perenne, ibri-do fra la Mentha viridis L. e la Mentha acquatica L.; è col-tivata in molte regioni d’Italia, in Inghilterra, in Francia enegli Stati Uniti per l’estrazione della essenza.Sono note numerose specie di menta; quelle più richiestedal mercato sono la menta piperita, la menta viridis dettagentile, la menta verde o romana; la menta acquatica, lamenta longifolia, la menta silvestre o selvatica, la mentapulegio e la menta rotundifolia o mentastro.La pianta della menta piperita è sterile, si propaga soloper stoloni. Ha i fusti rosso-viola oppure verdi, le spighea infiorescenze coniche di colore rosso-lilla o violetto, fio-risce in giugno.Cresce nei terreni freschi sciolti. Si raccolgono le foglie, lecimette o la pianta intera in piena fioritura. L’essiccazionesi pratica in appositi essiccatoi, oppure all’ombra e in luo-ghi ventilati; la conservazione avviene in vasi di vetroscuro o in sacchetti di tela.Tutta la pianta della menta piperita ha un particolare pro-fumo penetrante, piacevole e aromatico, e un sapore pic-cante che lascia una sensazione di freschezza.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

La menta ha proprietà antisettiche, antalgiche, antipru-rigginose, antireumatiche, antinevralgiche, vermifughe,ipertensive e insetticide. È impiegata dall’industria veteri-naria, farmaceutica, alimentare, liquoristica, cosmetica.

È un eccitante del sistema nervoso e nel contempo un an-tispasmodico e sedativo, attivante del sistema digestivo.Si utilizza in caso di alito cattivo, nell’aerofagia, nell’emi-crania, nell’impotenza, nei casi di meteorismo, di sin-ghiozzo, di vomito.L’infuso è consigliato nelle diarree, nell’insonnia, nelle di-spepsie, nei dolori di stomaco e per aumentare la secre-zione lattea.Viene impiegato sotto forma di infuso, di sciroppo, di tin-tura, di olio essenziale sia per uso interno che esterno. Sifanno bagni e cataplasmi. L’essenza è antisettica, insetti-cida e disinfettante.È considerato un condimento aromatico per le insalate, iripieni, le salse, le pietanze, in particolare per le carni diagnello e di selvaggina. Insaporisce i piselli, le patate etanti altri alimenti. La foglia viene mescolata alla camo-milla romana per ottenere un ottimo tè.

PARTICOLARITÀ

La medicina popolare e tradizionale ha sempre tenuta ingrande considerazione la menta, consigliandone l’uso,ma non l’abuso.La menta è simbolo dell’amore; le sue proprietà energe-tiche e stimolanti la fanno considerare un afrodisiaco.La pianta allontana le zanzare ed é mellifera. �

MENTA PIPERITA Terreno: predilige terreni freschi, profondi, fertili,sciolti, irrigabili, rifugge i terreni argillosi freddi. Il pHottimale del terreno è compreso fra 6,2 e 7,4.

Propagazione: si moltiplica mediante stoloni all’ini-zio della primavera o in autunno

Densità: 10 piante/m2; 90-100 centimetri fra le file edin continuo lungo la fila

Raccolta: la pianta intera in piena fioritura per la di-stillazione; prima della fioritura per uso erboristico

Menta piperitaMentha x piperita L. - Fam. Labiatæ

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

I S U P P L E M E N T I D I

30

Cresce spontanea in quasi tutte le nostre colline ed è fa-cilmente coltivabile in giardino. L’origano è una piantaerbacea perenne, sempreverde, preferisce i terreni soleg-giati e i climi miti.Ha fiori piccolissimi di colore roseo-porpora riuniti in unainfiorescenza apicale, con fioritura che avviene fra giu-gno e settembre. Si moltiplica per seme o per divisionedel cespo. La droga è data dalle sommità fiorite e dalle fo-glie che vengono raccolte rispettivamente in fioritura edurante il periodo vegetativo. L’essiccazione si esegue all’interno di appositi essiccatoioppure all’ombra e in luoghi ventilati. La conservazioneviene fatta in vasi di vetro scuro o in sacchetti di tela.L’origano correttamente essiccato mantiene il suo aroma.È una pianta molto profumata e nelle zone più calde l’a-roma è di maggior intensità, il sapore più piccante e ilprofumo più persistente.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

L’origano ha proprietà stomachiche, antispastiche, espet-toranti, aromatizzanti, aperitive, digestive, antisettiche.Trova impiegano nell’industria farmaceutica, cosmetica,veterinaria, alimentare, liquoristica, conserviera.Si impiega la foglia e il fiore come infuso, decotto, tinturavinosa, o l’olio essenziale. Trova impiego nelle digestionidifficili, per stimolare l’appetito, nei casi di aerofagia, nel-le fermentazioni intestinali, è indicato nell’itterizia, nellebronchiti, nella tosse, nei casi di dolori reumatici. L’essen-

ORIGANO Terreno: vive su suoli aridi, alcalini, neutri o legger-mente acidi, evitando comunque quelli decisamenteacidi. Sopporta bene il secco e le basse temperature(minimo -10, -12 °C)

Propagazione: si riproduce per seme, per talea o perdivisione di cespo

Epoca di semina: marzo-aprile la divisione di cesposi esegue alla ripresa vegetativa e le talee si prepara-no in primavera o in estate

Densità: 6-8 piante /m2; 20 centimetri lungo la fila e60-80 centimetri fra le fila

Raccolta: in pre-fioritura per la raccolta delle cimettee per la distillazione della pianta

OriganoOriganum vulgare L. - Fam. Labiatæ

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

za viene usata in particolare per l’asma, bronchiti, tosse,reumatismi.In cucina viene usato per aromatizzare e profumare, car-ni, spiedini, anguille ai ferri, costolette, intingoli, insalate,verdure, pizze, acciughe (conferisce un particolare sapo-re tale da definire l’origano “Acciughero”). La polvere ser-ve per cospargere tutti gli alimenti, sia crudi che cotti.

PARTICOLARITÀ

In Svezia è impiegato per rendere forte e stimolante la bir-ra.Viene considerata come la pianta della salute, simbolo dipace e di felicità. Nei tempi antichi veniva utilizzato perdecorare le tombe.Inoltre, impiegato in forti quantità, dapprima eccita poi di-venta deprimente e dà sonnolenza.È una buona pianta mellifera e le infiorescenze essiccatepossono essere utilizzate per fare composizioni floreali.Le proprietà terapeutiche dell’origano erano conosciutefin dal tempo di Aristotele e sono state tutt’oggi confer-mate. �

I S U P P L E M E N T I D I

31

È una pianta alta fino a 150 centimetri, spontanea e diffu-sa in tutte le nostre zone; è coperta di peli pungenti capa-ci di emettere un succo che produce forte irritazione, conprurito doloroso al contatto della pelle.Le foglie sono ovali, allungate e dentate al margine, i fio-ri piccoli sono riuniti in spighette pendenti sotto le foglie,fiorisce tutta l’estate. Predilige terreni freschi e ricchi disostanza organica. La propagazione dell’ortica avvieneper seme o per divisione di cespo.È consigliabile effettuare la raccolta delle foglie e delle ci-mette con l’ausilio di guanti. Si essicca all’ombra e si con-serva in sacchi di tela o di carta in luogo asciutto e buio.La droga è data dalle foglie, dalle cimette e dalle radici. Leparti verdi si raccolgono durante la fioritura e le radici siestraggono in autunno. Le foglie e le cimette, che vengo-no destinate all’alimentazione, vanno raccolte in prima-vera e se ne consiglia un uso frequente nelle minestre insostituzione dello spinacio.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

Trova impiego in erboristeria, in medicina, in cosmesi, inveterinaria, nell’industria tintoria e tessile. Le foglie e lecimette sono diuretiche, astringenti, emostatiche.Il succo di ortica è considerato, per i casi di anemia, un ot-timo ricostituente naturale. I rizomi sono utilizzati in co-smetica per la preparazione di shampoo e lozioni controla forfora e la caduta dei capelli.Tutta la pianta è ricca diclorofilla, di ferro, di azoto, di vitamina C e di carotene.

ORTICATerreno: cresce con facilità nei terreni ricchi di so-stanza organica, sopporta bene la siccità, il freddo, etutte le intemperie

Propagazione: si riproduce per seme o per divisionedi cespo

Epoca di semina: marzo-aprile. La divisione di cesposi esegue alla ripresa vegetativa

Densità: 6-8 piante /m2; 20 centimetri lungo la fila e60-80 fra le fila

Raccolta: in pre-fioritura per la raccolta delle foglie

OrticaUrtica dioica L. - Fam. urticaceae

L’ortica raccolta viene tagliata, leggermente riscaldata inacqua poi viene spremuto fortemente il succo che, suc-cessivamente, si fa bollire e filtrare. La cottura o anche lasemplice bollitura fa perdere la caratteristica di aggressi-vità posseduta dall’ortica.

PARTICOLARITÀ

Nella alimentazione delle galline ovaiole è spesso usatala polvere dell’ortica essiccata con grande vantaggio, inquanto favorisce la deposizione delle uova. Gli steli dellapianta erano utilizzati nell’industria tessile e della carta.Serve per l’estrazione della clorofilla, per la colorazione dibevande, candele, profumi e saponi. Mescolata alla bia-da dei cavalli dà lucentezza al pelo e grande vivacità.L’ortica è un efficace repellente per gli afidi. Si prepara fa-cendo macerare 1 chilogrammo di ortica in 10 litri di ac-qua per circa 5-6 giorni. Si filtra e si irrorano le parti dellepiante attaccate dalle colonie di afidi. Serve anche comeconcime fogliare. �

(Foto Diateca “Agricoltura”)

I S U P P L E M E N T I D I

32

Conosciuta in molte zone anche con il nome di bibinella osalvastrella, la pimpinella è una piante erbacea sempre-verde, perenne, spontanea e coltivata; ha la forma di unpiccolo cespuglio con foglie basali disposte a rosetta amargine dentellato.Si distinguono due specie di pimpinella, la Sanguisorbaminor Scop. e la Sanguisorba officinalis L., entrambechiamate volgarmente pimpinella. La pimpinella minoreha altezza massima di 60-70 centimetri con foglie più pic-cole, infiorescenza globosa di colore verdastro porpori-no. è tipica dei luoghi aridi soleggiati, cresce nelle scar-pate, negli argini e nelle zone erbose. Fiorisce in maggio-giugno.La pimpinella officinale ha sviluppo vegetativo maggio-re, si trova nei luoghi freschi e in terreni collinari e mon-tani, presenta una infiorescenza terminale a forma dipennello e di colore rosso-vivo, fiorisce in luglio-agosto.Le due piante contengono principi attivi aromatici e odo-rosi, più accentuati S. officinalis. Si propaga per seme. Siutilizzano le foglie fresche, raccolte recidendole al collet-to, e, solo raramente, essiccate.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

La pimpinella ha proprietà astringenti, aromatizzanti, car-minative (favorisce l’eliminazione dei gas nell’intestino),digestive, diuretiche, emostatiche, stomachiche (favori-sce il buon funzionamento dello stomaco). Il suo princi-pale uso è quello culinario, ma trova applicazione anchein veterinaria e in fitoterapia.Cura i disturbi di stomaco, il meteorismo, le emorroidi, lecistiti, i calcoli della vescica. Si impiega sottoforma di de-cotto o di infuso. Le foglie hanno sapore delicato-salino,fresco, raffinato, gradevole, con odore caratteristicamen-te erbaceo.In cucina è utilizzata per aromatizzare le minestre e i mi-nestroni, migliora il sapore e l’aroma delle insalate (do-vrebbe trovare posto in tutte le insalate).È consigliato l’impiego delle giovani foglie, il cui uso ac-cresce l’appetito.

PARTICOLARITÀ

Fornisce alla cucina una buona verdura in tutti i mesi del-l’anno.Già al tempo dei romani questa pianta era chiamata conil nome di pimpinella per il suo ruolo di pianta aromatiz-zante (da piper, cioè pepe). �

PIMPINELLATerreno: cresce spontanea in tutti i terreni, predili-gendo i terreni calcarei, leggeri, soleggiati

Propagazione: per seme

Semina: in primavera in pieno campo

Densità: 6-8 piante/m2, 50-60 centimetri fra le file, 25centimetri lungo la fila

Raccolta: le foglie, tutto l’anno

PimpinellaPoterium Sanguisorba L. - Fam. Rosaceae

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

I S U P P L E M E N T I D I

33

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

È un arbusto sempreverde con ramificazioni ascendenti,foglie opposte sessili, lineari, coriacee di colore verdescuro lucide nella pagina superiore e bianco tomentosein quella inferiore. I fiori di colore azzurro violetto com-paiono durante tutto l’anno.È originaria delle regioni del Mediterraneo. In Italia èspontanea solo lungo le coste tirreniche e del bassoAdriatico. Lo si trova spesso coltivato negli orti e nei giar-dini, sia per l’impiego come condimento, sia come pian-ta ornamentale.Si può riprodurre da seme ma la tecnica più comune-mente adottata è quella agamica mediante la talea o perdivisione di cespo di piante giovani. Le piante andrannomesse a dimora in terreni senza ristagno idrico ed espo-ste a mezzogiorno, riparate dai venti freddi del nord.Si utilizzano le foglie e le sommità fiorite che vengonoraccolte, per l’uso culinario, durante tutto l’anno mentreper l’estrazione dell’essenza è preferibile la raccolta inprimavera-estate. Le foglie o i rametti fogliati raccolti nel-le giornate di sole vanno essiccate al buio in locali arieg-giati e conservati in sacchetti di tela.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

Ha proprietà batteriostatiche, antispasmodiche, stimo-lanti, eupeptiche (facilita la digestione), aromatizzanti, to-niche, colagoghe (favorisce la secrezione biliare), antipa-rassitarie, antigottose. Si utilizza sotto forma di infuso,tintura, olio essenziale.

L’uso più noto della pianta è quello che si fa delle foglie incucina per aromatizzare carni e in liquoristica. Ha saporearomatico acre e amarognolo. Si utilizza per condire mi-nestre, legumi, arrosti, contorni.L’essenza viene usata in cosmetica e in farmaceutica perla preparazione di pomate contro le scabbie e linimentiantireumatici e balsamici. Per uso esterno trova applica-zione nei dolori reumatici, muscolari e nelle parassitosi. In dermocosmetica ha proprietà dermopurificanti, concaratteristiche tonificanti e riattivanti; si usa con questi fi-ni per bagni, frizioni dopo-bagno oppure shampoo e lo-zione per capelli.

PARTICOLARITÀ

Il rosmarino è una ottima pianta mellifera. Una manciatadi foglie nell’acqua del bagno possono aiutare a ridurre lastanchezza, deodorano e purificano la pelle.Grazie al suo apparato radicale molto sviluppato può es-sere utilizzato per consolidare le scarpate e per abbellirle.

ROSMARINO OFFICINALETerreno: pianta poco esigente, si adatta a tutti i terre-ni; predilige quelli calcarei ben esposti al sole. Interes-sante il suo sviluppo nei terreni aridi

Moltiplicazione: semina, talea, divisione di cespo

Epoca di semina: in semenzaio in primavera. Le ta-lee in marzo-aprile o in agosto-settembre

Densità: 3-4 piante/m2; 70-100 centimetri fra le fila e30-50 centimetri lungo la fila

Raccolta: i giovani rami e le foglie in primavera o insettembre per il mercato erboristico e per la cucina; inpiena fioritura per la distillazione

RosmarinoRosmarinus officinalis L. - Fam. labiatae

I S U P P L E M E N T I D I

34

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

È una pianta perenne legnosa sempreverde con foglielanceolate, più o meno larghe in funzione delle cultivar,che emana un caratteristico aroma. I fiori bilabiati sonodisposti in verticilli sovrapposti a formare una spiga concolori variabili dall’azzurro al bianco, al violaceo.Cresce nei terreni asciutti e calcarei di pianura e di collina.È quasi sempre coltivata negli orti per il suo utilizzo in cu-cina. Si impiegano le foglie e le cimette raccolte primadella fioritura. Possono essere utilizzate fresche o essic-cate al buio in un locale ventilato e conservate in sacchet-ti o in barattoli. Le grosse aziende alimentari raccolgonole cimette e le conservano mediante la surgelazione.Con tutta la parte epigea in fioritura si effettua la distilla-zione estraendo l’olio essenziale che servirà per l’indu-stria cosmetica e farmaceutica. La propagazione avvieneper talea, per divisione di cespo o per seme.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

Ha proprietà antisettiche, cicatrizzanti, toniche, antireu-matiche, digestive, antiossidanti, antisudorifere, ipogli-cemizzanti, eupeptiche (favorisce la digestione). Si utiliz-za sottoforma di tintura, di infuso e come olio essenziale.Viene impiegata nella sudorazione eccessiva di mani,piedi, ascelle, nei casi di sudori notturni causati da malat-tie infettive e convalescenze.Si impiega come tonico uterino regolarizzando le me-struazioni, favorendo la gravidanza e facilitando il parto.Arresta le leucorree e fa regredire la secrezione lattea nel-le gestanti.In uso esterno trova impiego come collutorio in stomati-

ti, gengiviti, afte, angine e faringiti, come cicatrizzantedelle piaghe già in fase di guarigione, come antisetticoper lavande vaginali e come antinevralgico nelle sciati-che, algie muscolari e crampi.In cosmetica la salvia è impiegata come componente aro-matico di saponi, detersivi, creme, lozioni e profumi (ac-qua di colonia e dopobarba).I preparati di salvia sono controindicati durante la fase diallattamento, in quanto abbassano la produzione del lat-te, nei casi di ipertensione e di insufficienza renale.In cucina trova largo impiego come condimento e aro-matizzante di salse, carni, oli e aceti. L’essenza si usa peraromatizzare amari e vermouth. Le foglie si possono uti-lizzare per l’igiene dentale.

PARTICOLARITÀ

Fin dal tempo degli egizi l’infuso di salvia veniva sommi-nistrato alle donne per renderle fertili, indicazione oggiconfermata.La scuola medica salernitana a riguardo della salvia cita ilseguente aforisma “Perchè dovrebbe morire l’uomo chefa crescere la salvia nel suo orto? Ma contro la forza dellamorte non v’è medicina negli orti. La salvia conforta i ner-vi, toglie il tremore delle mani, e le più acute febbri fuga.Salvia, castoreo, lavanda, primula, nasturzio e atanasiasalvano le paralitiche membra. Salvia salvatrice della na-tura gran mediatrice”. È un’ottima pianta mellifera. �

SALVIA OFFICINALETerreno: vive su suoli aridi, alcalini, neutri o legger-mente acidi (pH 6,5-8,5) evitando comunque quelli de-cisamente acidi

Propagazione: si riproduce per seme, per talea o perdivisione di cespo

Epoca di semina: marzo-aprile la divisione di cesposi esegue alla ripresa vegetativa e le talee si prepara-no in primavera o in estate

Densità: 6-8 piante /m2; 20 centimetri lungo la fila e60-80 centimetri fra le fila

Raccolta: in pre-fioritura per la raccolta delle cimettee per la distillazione; a maturazione dei frutti per il se-me

SalviaSalvia officinalis L. - Fam. Labiatae

I S U P P L E M E N T I D I

35

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

È un arbusto spinoso ramificato con le foglie caduche,composte da 5-7 foglioline coriacee di forma ovato-ellitti-ca a margine dentato. I fiori sono solitari o riuniti in grup-pi di 2-3; hanno petali di colore bianco alla base e roseinella parte distale e stami gialli. Il fiore emana un delica-to e gradevole profumo.I frutti (cinorrodi) sono di colore rosso arancione. Si tro-vano spesso sulla pianta delle galle che appaiono comeescrescenze ricoperte da filamenti, causate dalla punturedel Cynipis rosae, un insetto appartenente alla famigliadegli imenotteri.Cresce spontanea un po’ ovunque con prevalenza nei ter-reni collinari, nei pascoli, nel sottobosco. Le nuove pian-tine si ottengono per talea, per divisione di cespo, perpropaggine o per seme.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

Si utilizzano i fiori e i frutti che vanno raccolti rispettiva-mente in primavera quando questi sono ancora in boccioe a fine autunno quando sono maturi. I boccioli appenaraccolti vanno essiccati all’ombra e conservati al buio. Ifrutti è preferibile utilizzarli freschi oppure, per garantirnela buona conservazione, essiccarli anche nel forno da cu-cina registrato a temperature di circa 35-40 gradi.I fiori hanno proprietà sedative, diuretiche, di leggero las-sativo, astringenti mentre i frutti sono diuretici e, grazie alcontenuto di vitamina C, sono anche antiscorbutici.Si impiega sotto forma di infuso, di decotto, di tintura. I

frutti prima del loro impiego vanno privati dei semi e del-la loro peluria. Il decotto e l’infuso dei petali è un buon las-sativo. Quest’ultimo è utilizzato anche per gargarismisfiammanti.

PARTICOLARITÀ

Molto apprezzata, anche se richiede una preparazione unpo’ laboriosa, è la marmellata di rosa canina. I frutti si rac-colgono ben maturi dopo la prima gelata. Sarà importan-te eliminare da ogni frutto i semi e la peluria e il rimanen-te dovrà essere tritato finemente.Si dovrà aggiungere una quantità di zucchero pari al pe-so della polpa tritata e cuocere a fuoco basso fino a com-pleta cottura.Il nome “canina” secondo alcuni deriva da un’antica su-perstizione in base alla quali si riteneva che la piante gua-risse la rabbia dei cani. Secondo altri il nome deriva dallaparticolare forma delle spine.È spesso usata come portainnesto per le piante da fruttoed è il simbolo della bellezza e dell’amore. �

ROSA CANINATecnica di propagazione: seme, talea, divisione dicespo

Epoca di semina: marzo-aprile

Terreno: argilloso, di medio impasto. Cresce spessospontanea nei terreni aridi, prediligendo però quellipiù fertili

Densità: 0,5-1 pianta/m2

Raccolta: i fiori in fioritura, i frutti a maturazione do-po le prime gelate

Rosa caninaRosa canina L. - Fam. Rosaceae

I S U P P L E M E N T I D I

36

È un arbusto o alberello caducifolio a grandi foglie com-poste pennate, con fiori minuti color crema, profumati,riuniti in grandi corimbi ombrelliformi. Fiorisce nel mesedi maggio.I frutti neri e sferici sono radunati in corimbi pendenti ematurano nella tarda estate. Cresce spontaneo in tuttaItalia nei boschi umidi, vicino a case di campagna fino al-la media montagna. Viene spesso coltivato per fare siepi.Del sambuco si utilizzano le infiorescenze e le foglie rac-colte all’inizio della fioritura, i frutti alla loro maturazionee la corteccia in autunno.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

Ha proprietà diuretiche, antireumatiche, diaforetiche (fa-vorisce la sudorazione), antinevralgiche. È un eliminato-re dell’acido urico. Viene utilizzato in farmacia, in erbori-steria, in liquoristica e in cucina. L’infuso dei fiori ha effet-to simile all’aspirina; ha un gradevole sapore e può esse-re preso al posto del té.Il sambuco si impiega in tutti i casi di ritenzione di liquididell’organismo, nell’idropisia, nella litiasi urinaria, nellenefriti, nella gotta, nei casi di reumatismo. I fiori hannoazione diaforetica e diuretica e vengono utilizzati per laproduzione di infusi al 10 per cento.I frutti sono usati come lassativi e antinevralgici, special-mente contro le nevralgie del trigemino come è stato do-cumentato in tempi recenti. Si possono preparare, con ifrutti, decotti al 5 per cento che si assumono in quantità di

una, due tazze (dosi superiori sono lassative), oppure ilsucco che si prende in dosi di 20-30 grammi al mattino.I fiori sono impiegati in lozioni per la pelle e in infusi perbagni oculari, vengono inoltre utilizzati nell’industria ali-mentare per la preparazione di budini, gelatine, bevandealcoliche e analcoliche. Gli estratti dei fiori si usano per fa-re profumi.La corteccia, le foglie fresche e i frutti immaturi conten-gono acido cianidrico in forma glucosidica e perciò sonoda ritenere tossici. I fiori freschi possono irritare la pelle.

PARTICOLARITÀ

Esiste allo stato spontaneo il Sambucus ebulus (o sem-plicemente ebbio) i cui frutti sono velenosi. Differisce dalSambucus nigra per le infiorescenze pendenti e per i co-rimbi dei frutti che a maturazione hanno portamento eret-to. Tutta la pianta ha dimensioni ridotte rispetto al sam-buco nero.Con i fiori di sambuco nero si fanno delle ottime frittellementre con i frutti raccolti ben maturi delle buone mar-mellate. �

SAMBUCOTerreno: cresce spontaneo in tutta Italia fino alla me-dia montagna adattandosi con facilità a quasi tutti iterreni

Propagazione: per seme o per talea

Semina: in primavera in semenzaio

Moltiplicazione: direttamente in terra le talee, in pri-mavera o a fine estate

Raccolta: i fiori all’inizio della fioritura ed i frutti a ma-turità

SambucoSambucus nigra L. - Fam. caprifoliaceae

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

I S U P P L E M E N T I D I

37

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

È un piccolo cespuglio sempreverde spontaneo tipicodelle zone collinari e montane con piccole spighette ter-minali raggruppate in uno spicastro, fiorellini bianco-ro-sei e lilla, foglie lineari. La fioritura è molto scalare ed av-viene fra giugno e settembre.Predilige i terreni soleggiate e calcarei. La propagazioneavviene con l’impiego del seme. Se si destina la pianta al-la produzione del seme, questa va raccolta verso la metàdella sua maturazione in quanto il seme cade facilmente.Dopo lo sfalcio delle ramificazioni la pianta ricaccia rapi-damente.La droga è costituita dalle foglie fresche monde o secche,(liberate dagli steli legnosi) e dalle sommità fiorite. Le fo-glie si raccolgono nel periodo precedente la fioritura e lapianta intera in piena fioritura, essendo questo l’ottimoperiodo balsamico.Se la pianta è destinata all’estrazione dell’essenza, si at-tende la fine della fioritura; in questo caso anche le api netrarranno grossi vantaggi per il considerevole e impor-tante materiale disponibile per un lungo periodo.L’essiccazione si pratica con l’uso di moderni essiccatoi oall’ombra in luoghi ventilati, la conservazione viene fattain vasi di vetro scuro e in sacchetti di tela. La santoreggiaha un aroma penetrante, un odore intenso, e un saporegradevole. Conferisce profumo e gusto a fagioli, lentic-chie, zuppa di pesce, insalate.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

La santoreggia ha proprietà eccitanti, vermifughe, anti-

diarroiche, antiasmatiche, antielmintiche (consente l’eli-minazione di vermi parassiti), antireumatiche. Ne fannouso l’industria farmaceutica, liquoristica, cosmetica, con-serviera. Si impiega come infuso, tintura, polvere, olio es-senziale.È utilizzata nei casi di aerofagia, di dissenteria, nei casi didigestione difficile, nella caduta dei capelli e nelle infiam-mazioni della gola, attenua i dolori di stomaco, viene inol-tre applicata sulle punture degli insetti, ha proprietà anti-settiche ed insetticide.

PARTICOLARITÀ

In grande considerazione è tenuta la santoreggia comepianta decorativa. È un ottimo surrogato del pepe ed éuna buona pianta mellifera.Per lungo tempo la santoreggia è stata ritenuta uno sti-molante psichico e fisico e un afrodisiaco in quanto alcu-ni studiosi di etimologia fanno derivare il nome Saturejadalla parola satiro.Si consiglia di utilizzare in cucina le foglie giovani. Rendei cibi più appetibili migliorandone la digeribilità. Viene ag-giunta alle carni troppo frollate, alla cacciagione, nelsalmì per fermare eventuali alterazioni e per neutralizza-re gli odori e sapori negativi.Con il nome di santoreggia si intende anche la Saturejahortense L., simile per aroma ed impieghi alla montanama con ciclo vegetativo annuale, con fusto eretto e nu-merose ramificazioni. �

SANTOREGGIA MONTANATerreno: predilige i terreni ben esposti al sole, calca-rei di montagna, sopporta bene i freddi invernali

Propagazione: seme e divisione di cespo

Epoca di semina: febbraio-marzo o in autunno

Densità: 5-7 piante/m2; 30 centimetri sulla file e 60-90centimetri fra le fila

Raccolta: le sommità all’inizio della fioritura (agosto)per uso erboristico e per la distillazione

SantoreggiaSatureja montana L. - Fam. labiatae

I S U P P L E M E N T I D I

38

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

Noto anche con il nome di soffione o dente di leone, il ta-rassaco è una pianta erbacea perenne che cresce spon-tanea ovunque, dal mare ai monti. Presenta un ciuffo difoglie basali a rosetta, foglie molto frastagliate, dentate eappuntite.Il fiore è di un colore giallo intenso capace di creare dellebellissime macchie sui prati, nelle scarpate e ai bordi del-le strade. Dopo la fioritura si presenta con delle sfere piu-mose, il caratteristico soffione, sotto le quali sono attac-cati i semi che verranno portati dal vento per facilitarne ladisseminazione. Si riproduce per seme.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

Si utilizzano le radici, le foglie e i bottoni dei fiori. Le fogliesi raccolgono nel periodo marzo-ottobre, le radici siestraggono dal terreno in autunno. I prodotti vanno es-siccati all’ombra e ben conservati all’asciutto. Le radicivanno lavate, asciugate e tagliate per favorirne l’essicca-mento.La pianta è ricca di vitamine del gruppo B e di vitamina C,contiene un principio amaro, sali minerali ed enzimi. Èconsigliata in tutte le insufficienze del fegato, producecontrazioni alla vescicola della bile, abbassa il colestero-lo, ha inoltre proprietà elevate come diuretico tanto daessere definito “piscialetto”, infine è un ottimo depurativodel sangue. Si usa il decotto delle radici sotto forma di im-pacchi negli eczemi.L’uso più comune è quello alimentare, come verdura fre-

sca o cotta, nelle insalate (si consiglia per via del suo sa-pore amaro, di unirlo al radicchio, alla pimpinella ed allarucola). Per averlo fresco nel corso dell’annata si deve ta-gliare di frequente alla base. Anche i bottoni fiorali simangiano in insalata o si mettono sott’olio o aceto.Frequente è poi l’uso sotto forma di tisana-decotto, si fan-no bollire per due o tre minuti in acqua le foglie e anchele radici, se si hanno disponibili, poi si lascia in riposo per10 minuti circa e dopo si spreme il tutto fortemente in mo-do da ottenere un liquido che va filtrato e addolcito conmiele, il liquido così ottenuto viene bevuto prima dei pa-sti nella dose di un bicchiere.

PARTICOLARITÀ

Il decotto delle radici è noto come “tisana di primavera”per l’uso consigliabile in questa stagione come depurati-vo del sangue e rigeneratore di energia. La radice è unbuon surrogato del caffè. �

TARASSACO OFFICINALETerreno: cresce con facilità in quasi tutti i terreni dipianura e collina ad esclusione di quelli con pH troppobasso

Propagazione: per seme

Semina: in primavera in pieno campo

Densità: 10-15 piante /m2; 50-60 centimetri fra le file,15 centimetri lungo la fila

Raccolta: le radici nei mesi invernali durante il riposovegetativo della pianta

TarassacoTaraxacum officinale Web - Fam. compositae

I S U P P L E M E N T I D I

39

(Foto Arch. “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio)

È una piantina sempreverde a forma di piccolo cespo conrametti legnosi alla base; è spontanea nei terreni benesposti al sole e vive nell’ambiente collinare e montano.Ha foglie lineari di colori diversi, dal cenerognolo al ver-de cupo. Da tutti noi è conosciuto anche un altro timospontaneo: il serpillo, noto come pepolino (Tymus serpil-lum L.): questa pianta differisce per il portamento stri-sciante e si presenta, quando è in piena fioritura, come uncuscino roseo fiorito adagiato sul terreno, sulle scarpatee sui bordi delle strade.Il serpillo, quale erba vivace, è molto diffuso, sfruttato an-che industrialmente e viene raccolto in primavera-estate.Ha proprietà quasi analoghe a quella del timo ordinario.Il timo comune o vulgare ha fiori bianco-rosei, fiorisce nelperiodo maggio-agosto. Si conoscono specie e varietàdiverse; uno degli ibridi più noti è il Citriodorus, a fiorelli-ni bianchi e foglie con odore di cedro. È pure nota una va-rietà che fiorisce verso la metà di aprile, molto interes-sante per l’apicoltura. Il seme va raccolto presto e primadella completa maturazione perché cade facilmente. Lapropagazione avviene per seme, per talea e per divisionedi cespo.La droga è costituita dalle sommità fiorite e dalle foglie.La raccolta delle foglie si effettua nel periodo precedentela fioritura, ma può essere attuata anche in tutto il corsodell’annata.L’essiccazione si pratica con l’uso di moderni essiccatoi,oppure all’ombra e in luoghi ventilati. La conservazioneviene fatta nei vasi di vetro scuro o in sacchetti di tela.

PROPRIETÀ MEDICINALI E IMPIEGHI

Il timo ha proprietà espettoranti, antibatteriche, bronco-spasmolitiche, antivirali, aromatiche, digestive, balsami-che, stimolanti, revulsive. Il suo impiego avviene sottoforma di decotto per inalazione come espettorante nellebronchiti acute e croniche, pertosse e catarri delle vie ae-ree superiori, per combattere fermentazioni intestinali,dispepsia e disturbi digestivi. È impiegato inoltre come collutorio per fare gargarismiper disinfettare il cavo orale, come iperemizzante, (favori-sce la circolazione sanguigna) come antibatterico, comecicatrizzante delle ferite. Infine l’olio essenziale nelle ac-que del bagno ha effetto tonico e stimolante utile per ireumatici e gli anemici.Tutta la pianta possiede un caratteristico aroma, un fre-sco profumo, un sapore pungente e penetrante. In cucinaè un ottimo aromatizzante delle carni, dei legumi, delleverdure delle insalate, delle zuppe, delle minestre, deibrodi, delle salse e degli intingoli; utilizzato per insapori-re tutti i piatti di pesce, trova impiego nelle marinate, neiripieni e nei funghi trifolati.Il timo impedisce e rallenta le decomposizioni e le altera-zioni dei cibi e facilita la digestione dei grassi.

PARTICOLARITÀ

L’infuso di timo è considerato da molti un salutare e gra-devole succedaneo del té o del caffè. �

TIMO COMUNETerreno: predilige i terreni calcarei, leggeri, soleggia-ti. Sopporta male i terreni pesanti mal drenati sui qua-li vive poco a lungo

Propagazione: per seme, per divisione di cespo oper talea

Semina: in primavera in pieno campo

Moltiplicazione: in primavera le talee e la divisionedi cespo

Densità: 6-8 piante /m2; 50-60 centimetri fra le file, 25centimetri lungo la fila

Raccolta: le sommità in fioritura piena per la distilla-zione e all’inizio della fioritura per l’impiego erboristico

TimoTymus vulgaris L. - Fam. labiatae

40

PICCOLA GUIDA ALLE ERBE OFFICINALIProprietà, impieghi, notizie sulla coltivazione

Supplemento ad “AGRICOLTURA” N. 12 - Dicembre 2001

Direttore responsabile: Franco Stefani

Sito internet: http://www.regione.emilia-romagna.it

Reg. Trib. di Bologna N. 4269 del 30-3-1973

Progetto grafico e impaginazione: Alessandro De Angeli (Studio Sintesi - Bs)

Impianti litografici e stampa: Promodis - Brescia

ASSESSORATO AGRICOLTURA, AMBIENTE E SVILUPPO SOSTENIBILE