i rivelatori di particelle elementari
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I Rivelatori di Particelle Elementari. Idee generali sui rivelatori di particelle Le interazioni radiazione-materia I sistemi di tracciatura I sistemi calorimetrici Esperimenti ai collisori Identificazione di particella. Stefano Miscetti LNF - 17 Set 2002. - PowerPoint PPT PresentationTRANSCRIPT
I Rivelatori di Particelle Elementari
Idee generali sui rivelatori di particelle Le interazioni radiazione-materia I sistemi di tracciatura I sistemi calorimetrici Esperimenti ai collisori Identificazione di particella
Stefano Miscetti LNF - 17 Set 2002
La fisica delle particelle elementari
Esperimenti a bersaglio fisso
La fisica delle alte energie (HEP) studia le interazioni tra le particelleeffettuando degli esperimenti di diffusione tra differenti particelle
Come risultato si possono:
Modificare direzione, energia, impulso delle particelle
Creare nuove particelle
lunghezze d’onda piccolissime ( = h/P) studio della struttura interna creazione di nuove particelle E = mc2
Collisioni Ptot = 0 s.c.m.
ALTE ENERGIE
Quantità misurabili 4-impulso (E, Px, Py, Pz) E = mo c2 (energia in eV) P = mo v (impulso in eV/c)
Massa (in eV/c2) - quantità derivata da E, P - misurata dai prodotti di decadimento mo
c4 = (E1+E2)2 - (cp1+ cp2)2
Carica
Vita media (Lab) = (cm) - dal percorso prima di decadere
Spin dalle distribuzioni angolari
E2 = P2 c2 + mo2 c4
= 1/ (1- 2) = v/c
m
E1,p1
E2,p2
Scale di masse, energie, lunghezze e tempi (I)
1 MeV 1 GeV 1 TeV
Me = 0.5 MeVMm = 105 MeV
Mp = 140 MeV
Mn,p = 1 GeVMZ = 91 GeV
MLEP = 200 GeV
MLHC = 14 TeV
Scala energia e masse in HEP:
Paragone energie HEP con energie macroscopiche
mape = 1 g = 5.8 · 1032 eV/c2
vape = 1 m/s Eape = 10-3 J = 6.25 · 1015 eV
1eV = 1.6 10 -19 J , c = 300.000 km/s 1eV/c2 = 1.8 10-36 kg
ELHC (1 protone) = 1.4 x 1013 eV
Se però si considerano tutte le particelle in un fascio (1014) ....
Etot = 1014 x 1.4 x 1013 eV 10 8 J Energia cineticadi un tir in corsa
Scale di masse, energie, lunghezze e tempi (II)
spesso per semplificare le formule si pone = c = 1 c = 1 = 197 MeV fm
E2 = p2 + m02 [E] = [m] = [p] = eV
= /|p| = 1/|p| T = L/c = 1/|p| = 1/E
Valori tipici di lunghezze1 m (10-6 m) risoluzione spaziale rivelatori 1 nm (10-9 m) lunghezza d’onda visibile 400-600 nm1 A (10-10 m) dimensione dell’atomo1 fm (10-15 m) dimensione del protone
Valori tipici di tempo1 s (10-6 s) tempo di deriva e– in 5 cm di Ar 1 ns (10-9 s) un e– relativistico percorre
30 cm1 ps (10-12 s) vita media di un mesone B (10-23 s) tempi decadimenti nucleari forti
1 fm 200 MeV 1 A 2000 eV (raggi X) 400 nm 0.5 eV (visibile)
Paragone lunghezze energia
• Particelle cariche– Leptoni e–, e+ , (muoni) solo interazioni em+deboli
– Adroni p (protoni) subiscono anche interazioni forti
– Mesoni (pioni), K(Kaoni) subiscono anche interazioni forti
• Particelle neutre (fotoni) propagatori della interazione em
– Adroni n (neutroni)
– Mesoni K0 (Kaoni)
– Leptoni (neutrini) solo interazioni deboli!
Particelle da rivelare ...........
Rivelatori di particelle (I)
I rivelatori di particelle sono degli strumenti che permettono di misurare i segnali rilasciati al passaggio della particella in un mezzo. Esiste una grande quantità di rivelatori diversi, ognuno ottimizzato per effettuare delle misure specifiche. In generale i rivelatori vengono grossolanamente suddivisi in 3 grandi categorie:
contatori (frequenza)
traccianti (traiettoria,carica, momento)
calorimetri (energia, tempo di volo)
Combinando le informazioni di più rivelatori si ottengono informazioni più dettagliate come massa, velocità, spin, tipo di particella.
Rivelatori di particelle (II)
m, P, E
m, P1, E1Sistema di tracciatura
m, P, E
Sistema Calorimetrico
Il sistema di tracciatura determina la traiettoria della particella Se immerso in un campo magnetico B si riescono a determinare anche la carica Q ed il momento P La particella subisce una minima perdita d’energia nel sistema
In questo caso invece la particella viene quasi completamente assorbita Il segnale è proporzionale alla sua energia:
S = K E
+ -B
Risposta e risoluzione di un rivelatore
Il segnale di risposta, Q , prodotto dal rivelatore al passaggio della particella determina il valore della quantità misurabile S: Q è legata ad S dalla relazione S = f(Ki, Q) dove Ki sono le costanti di calibrazione. Tipicamente la risposta è lineare ( E = KQ , X = V (T-T0) ) La risposta è distribuita “solitamente” secondo una curva gaussiana la cui deviazione standard rappresenta la risoluzione del rivelatore
Le costanti di calibrazione:- possono dipendere dalla posizione nel rivelatore- devono essere determinate per ogni singolo canale di lettura- la loro stabilità deve anche essere controllata nel tempo
Proprietà di un rivelatore di particelle ideale
In un rivelatore ideale vorremmo essere in grado di ricostruire tutte le variabili in esame con: - risoluzione perfetta - in tutto l’angolo solido - per tutte le particelle incidenti - con una velocità di risposta elevata - senza alcun rumore - facilità e stabilità nella calibrazione
L’efficienza di un rivelatore è il rapporto = NR NI tra il numero di particelle
segnalate dal rivelatore e il numero diparticelle incidenti.
L’efficienza di un rivelatore è il rapporto = NR NI tra il numero di particelle
segnalate dal rivelatore e il numero diparticelle incidenti.
Il rumore è dato dai segnali prodotti dalrivelatore non correlati alla particella inesame ma dovuti a fluttuazioni intrinsechedel sistema (es: rumore elettronico).
Il rumore è dato dai segnali prodotti dalrivelatore non correlati alla particella inesame ma dovuti a fluttuazioni intrinsechedel sistema (es: rumore elettronico).
Le particelle cariche
Due effetti “principali” caratterizzano il passaggio delle particelle cariche nella materia:
1) collisioni inelastiche con gli elettroni atomici del materiale 2) diffusione elastica dai nuclei
fenomeni più rari sono: emissione Cerenkov, reazioni nucleari, bremsstrahlung
Il fenomeno 1) determina per le particelle pesanti la perdita di energia nella materia - In tali collisioni dell’energia viene trasferita dalla particella all’atomo causando ionizzazione o eccitazione degli stati atomici. - Talvolta gli elettroni estratti hanno energia sufficiente per creare altre ionizzazioni (delta rays). La diffusione elastica con i nuclei avviene molto più raramente e l’energia trasferita è poca poiché la massa nucleare è tipicamente maggiore della particella incidente.
Particella pesante di massa M e carica ze
Elettroni atomici Eo E1
x
La perdita media di energia, dE, per unitàdi percorso, dx(g/cm2) = dx(cm) , di unaparticella pesante (M, q=ze) in un materiale di densità , numero atomico Z, peso atomico A è dato dalla formula di Bethe-Block.
dE
dx = 4 NAre2 me c2 z2 1/2 ln Tmax 2 Z
A2
2me c
I2
discesa di Bragg 1/ 2
minimo di ionizzazione 2 , 11, 13 MeV/cm in plastica, ferro, piombo risalita relativistica
Per e+ e– la massa del bersaglio e del proiettile sono uguali Tmax = E/2 . Inoltre BREMS
Per e+ e– la massa del bersaglio e del proiettile sono uguali Tmax = E/2 . Inoltre BREMS
Tmax = me c2 massima energia trasferita I = IoZ (Io = 10 eV) potenziale di eccitazione medio
dE
dx Dipende solo da non da M
La formula di Bethe-Block
(Bremsstrahlung = Irraggiamento)A causa della piccola massa gli elettroni subiscono oltre alla perdita di energia anchedeviazioni sostanziali per diffusione da parte del nucleo emettendo radiazione e.m.
dE/dx| irr = –E/Xo
dE/dx| tot = dE/dX|coll + dE/dx|irr
L’energia in cui dE/dX|coll = dE/dx|irr è chiamata energia critica ed èparametrizzabile come Ec = 550 MeV/z. Per E > Ec la Brems. è dominantee l’energia decresce esponenzialmente come E(x) = Eo e (–X/Xo)
X0 = 716.4 g cm A
Z (Z+ 1) ln (287/ Z)
Perdite di energia per elettroni e positroni
Lunghezzadi radiazione
Ec
e
Ze e
Rivelazione di fotoniPer poter essere rivelato un fotone deve creare o cedere energia ad una particella carica
+ atomo ione+ + e X X
e
Vengono estratti principalmente elettroni delle shell K foto Z5foto Z5
compton
Z
+ campo Coul. e+ + e
Diffusione su elettrone quasi libero
e
+ e ’ + e’
Effettofotoelettrico
DiffusioneCompton
Produzione di coppie
La creazione di coppie avviene solo per energie maggiori
di 2 me ed è il fenomeno dominante per E > 20 MeV.
pair 7/9 A/(NaXo)pair 7/9 A/(NaXo)
I(x) = Io exp(-7/9 x/Xo)
Rivelazione di adroni
Z,AAdrone
n
p
Gli adroni nei materiali, oltre alla perdita di energia se carichi, danno originiad interazioni nucleari eccitando o frantumando il nucleo.
molteplicità è ln(E) per analogia con interazioni e.m. si definisce la lunghezza di assorbimento adronico - = A/ ( NA INEL ) - N(X) = NO exp (-X/ )
Rivelazione di neutroni e neutrini
1) n + 6Li + 3He2) n + 10B + 7Li3) n + 3He p + 3H
I neutroni sono adroni “neutri”. Ad alte energie si rivelano come tutti gli adroni (sciami) Ad energie < 1 GeV si rivelano per diffusione elastica di protoni Ad energie < 20 MeV
I neutroni termici ( E = 1/40 eV ) danno origine a fenomeni di fissione
l + n l + pl + p l + n l = e, l’efficienza di rivelazione 1 m di Ferro 5 1017
La sezione d’urto del processo n e+ n e- + p e` circa 10-43 cm2
I neutrini sono leptoni neutri e si rivelano solo con processi indiretti (deboli)
Per rivelare i neutrini : - (direttamente) flussi elevati , rivelatori giganteschi - (indirettamente) in collisioni con rivelatori ermetici si trovano i neutrini come assenza di energia, impulso nell’evento
I rivelatori a gas (I) Le particelle cariche che attraversano un gas lo ionizzano creando delle coppie
elettrone (e–) Ione (X+) (Ionizzazione primaria). Gli e– emessi (-rays) possono produrre Ionizzazione secondaria.
Tipicamente si crea una coppia e–X+ ogni 30 eV. In Ar gas a STP una m.i.p. deposita circa
3 keV/cm i.e. si producono 100 coppie/cm. Poca carica amplificazione
In presenza di campo elettrico gli elettroni viaggiano (drift) verso l’anodo (gli ioni verso il catodo) dove il segnale viene raccolto Le miscele privilegiano i gas Nobili in quanto le shell esterne sono completamente riempite, riducendo la ricombinazione degli elettroni lungo il percorso
AnodoHV +
Catodoa massa
Z
I rivelatori a gas (II)In funzione della tensione applicata ci sono diversi regimi diversi di lavoro
HV (Volts)
Nioni/N1
250 500 750
1
102
104
108
A1A2
A3
A4
Regime di ionizzazione:carica raccolta senza moltiplicazione
Regime proporzionale: si forma una valanganella regione intorno all’anodo che è proporzionale alla carica iniziale.
Regime di streamer limitato: si formanopiù valanghe, si perde la proporzionalità
Regime Geiger: la scarica si estende lungotutto il filo. Si interrompe spengendo
Nelle prossimità del filo la valanga crea atomi eccitatiche emettono fotoni capaci di ionizzare ulteriormente.Si utilizzano molecole poliatomiche aggiunte come assorbitori “quencher” es. metano (CH4), Isobutano
MWPC (Camera Proporzionale a Molti Fili)
ITC (ALEPH)Inner Tracking Chamber
Spaziatura tra anodi (d) è 1 –2 mmCoordinata Z si determina con: - piani incrociati di fili - divisione di carica - tempo di arrivo (delay line) - induzione su strisce catodiche segmentate
d
x
z
Risoluzioni migliori: x 100 m, z 2-3 mm
Ar 80%Isobutano 24.5%Freon 0.5%
Camere a deriva
Regione di derivaa alto campo
anododeriva
Regione di derivaa basso campo
x
scintillatore
ritardostart
stop
TDC
La posizione della particella si ricostruisce misurando il tempo di arrivo degli elettroni di deriva all’anodo rispetto ad un tempo di partenza (T0). Tale tempo viene o assegnatotramite un contatore esterno o ricalibrato come la posizione intorno al filo
X = Vd (T-T0)
Miscele tipiche Ar-Etano (50%-50%) G in regime proporzionale Vd = 50 m /ns con velocità saturata (dVd/dHV = 0)
Risoluzione spaziale determinata da 3 fattori - risoluzione temporale (1-2 ns) - fluttuazione statistica della ionizzazione primaria - diffusione longitudinale
Risoluzioni tipiche: 150 – 300 m
Risoluzione in impulsoRicostruiti i punti spaziali, la curvatura della traiettoria ( in presenza di B)permette di determinare la carica e l’impulso della particella. La particella descrive un elica nello spazio ma tipicamente (nei collisori) B è parellelo al fascio(z) e la traiettoria è un arco di cerchio nel piano trasverso X-Y.
mv2/ = Flor=qvB/c
R
x
y S
B // z P(GeV) = 0.3 B(Tesla)(m)
S R2/2
p/p = s/s = (3/2) xy p/(0.3BR2)
S1 R2/8 = .3BR2/8P
p/p = (720/N+4) xy p/(0.3BR2)
Utilizzando 3 punti
Utilizzando N punti equidistanti:
Buona risoluzione in P grandi B e R, buona risoluzione spaziale!! Peggiora all’aumentare di P
Camere a proiezione temporale (TPC)
Cilindro riempito
Di miscela gassosaCilindro riempito
Di miscela gassosa
Fili anodici
MWPCDetermina r,
MWPCDetermina r,
- -- - - - -
- --
-
--
++
+
+
++
z = vdrift tz = vdrift t
E
B
Unione delle2 tecniche: Drift lungo Z MWPC nel piano trasverso
Permette di tracciare in una grande quantità di spazio conpochi fili nella direzione longitudinale: - Alta risoluzione - Lenta - Limitata dalla diffusione longitudinale E // B E = 100-200 V/cm, B = 1-1.5 T
Catodo a massa
Aleph TPC
Massima frequenza sopportabile ~ KHz,grazie alla griglia per ioni intorno alla MWPC
OK a LEP con collisioni di bassa frequenza
TPC di: 3.6 m diametro Lunghezza = 4.4m Ar-CH4 91%, 9% Pads r- 6x30 mm2
Max Tdrift = 45 s
(r-) = 150 m, (z) = 750 m
Pt /Pt = 0.1 % Pt (GeV) 0.3%
Rivelatori di microverticeCi sono altre tecnologie che permettono tracciatura ad alta precisione e nonsono limitate in frequenza: fibre scintillanti, microstrips a gas, GEM. Non ne tratteremo in questa lezione: per una discussione approfondita vedere sito educational www.lnf.infn.it Rivelatori 2001 di P.Giannotti.
Accenniamo soltanto ai rivelatori a stato solido per l’importanza che svolgono nei rivelatori di vertice secondario. - limitati dalle strips di silicio (tipicamente 50 m). - risoluzioni spaziali di 10-25 m.
Now precision limited by strip distance 10 - 100 m
Now precision limited by strip distance 10 - 100 m
Permettono di ricostruire vertici secondari distanti dal vertice primario con risoluzione 30–50 m
Misure di vite medie
Rivelatori a scintillazioneUna particella carica, attraversando uno scintillatore, perde energia eccitando gli atomi del materiale. Questi ultimi, diseccitandosi, emettono luce visibile (detta luce di scintillazione).
Una particella carica, attraversando uno scintillatore, perde energia eccitando gli atomi del materiale. Questi ultimi, diseccitandosi, emettono luce visibile (detta luce di scintillazione).
Scintillatori inorganici (NaI, CsI, BGO, BaF2)
sono cristalli ionici drogati con impurità - alta efficienza di scintillazione 1/ 20-100 eV - elevata densità (rivelatori compatti) 4-5 g/cm2
- tempi di emissione elevati (100-600 ns) - possono essere igroscopici ed avere la risposta dipendente dalla temperatura Scintillatori organici (BC102, POPOP, ... ) sono complesse molecole organiche (tipicamente solute in opportune basi plastiche) in cui si ha emissione di luce UV in seguito all’eccitazione di livelli molecolari. Si aggiungono poi altre molecole (wave length shifter) per trasferire la luce nel visibile:
- tempi di emissione rapidi (2.5-10 ns)- minor risposta luminosa 1/ 400 eV
Tipi di scintillatori
Raccolta di luce e fotomoltiplicatoriIn un rivelatore a scintillatore la luce visibile prodotta viene trasportata verso un apparecchio (fotomoltiplicatore, fotodiodo)che la converte in un segnale elettrico.
fotomltiplicatoreFotocatodo: vetro o quarzo con deposito di materiale FOTOSENSIBILE a basso potenziale di estrazione Efficienza quantica q = Np.e./N = 10-30% Dinodi Estrazione secondaria K = 3-4 Partitore divisore resistivo per applicare HV sui dinodi Anodo raccolta segnale G KNdinodi
Le fibre scintillanti
TR = 21
TR = 21
particella
cladding
core36
aria
Gli scintillatori si realizzano anchesotto forma di fibra ottica.La fibra è costituita da: un nucleo scintillante interno detto “core” costituito da materiale plastico (polistirene) opportunamente drogato. Indice di rifrazione: n1 = 1.6. Un rivestimento trasparente detto “cladding” costituito di plexiglass. Indice di rifrazione: n2 = 1.5
Gli scintillatori si realizzano anchesotto forma di fibra ottica.La fibra è costituita da: un nucleo scintillante interno detto “core” costituito da materiale plastico (polistirene) opportunamente drogato. Indice di rifrazione: n1 = 1.6. Un rivestimento trasparente detto “cladding” costituito di plexiglass. Indice di rifrazione: n2 = 1.5
La luce prodotta in un cono di 21 si propoga per riflessione totale entro la fibra.- 3% raccolta- buona qualità (fluttuazioni temporali, attenuazione)
CalorimetriI calorimetri assorbono l’energia della particella incidente E e rilasciano unsegnale ad essa proporzionale: Svolgono un ruolo rilevante e complementare alla tracciatura per la loro versatilità di uso e per il fatto che la risoluzione migliora all’aumentare dell’energia della particella! Si dividono in due categorie: - Omogenei ( tutto il materiale è sia assorbitore che attivo ) - Eterogenei ( è costituito da strati alternati di assorbitore e attivo )
Si dividono in calorimetri elettromagnetici (EM) o adronici (HAD) in funzione
della capacità di rivelare , 0
o adroni (n, p, , K)
Le dimensioni dei calorimetri HAD sono maggiori di quelli EM in quanto int > X0
!!
EM HAD, 0
n, p, , K
Calorimetri Elettromagnetici (I): sciamiI calorimetri elettromagnetici sono i più semplici da comprendere in quanto il fotone e l’elettrone che incidono creano degli sciami nel materiale il cuicomportamento è oggi completamente descritto da simulazioni dettagliate al computer (EGS4).
Lead atom
Massimo sciame
dE/dt = E0 ct exp(-t)
t = X/X0
Codasciame
Calorimetri EM (II): modello semplice di sciami
Lo sciame è creato da e+, e–
che emettono per BREMSe che creano coppie e+, e– Questi processi avvengono a distance di 1 X0
In ogni processo E = Ei / 2
Alla distanza X abbiamo nprocessi avvenuti con: n = X/Xo
Es = E0/2n
Ns = 2n
La valanga si ferma ad Es = Ec
Il massimo dello sciame si ottiene ad Lmax = ln (E0/Ec) / ln 2Lo sciame procede poi con processi dissipativi tipo ionizzazione, effetto Compton o fotoelettrico. Si forma così la coda dello sciame
I calorimetri eterogenei
Materiali assorbentiDensi ad alto Z: PB, W ... Rivelatori di particelle cariche,
scintillatori, camere proporzionali,camere a ionizzazione (Kr, Xe),
fibre scintillanti
Struttura a sandwich!!Strati di assorbitore emateriale attivo intervallati: Facilità di montaggio Costi ridotti Alta versatilità in - granularità di lettura - componente attiva
Struttura a sandwich!!Strati di assorbitore emateriale attivo intervallati: Facilità di montaggio Costi ridotti Alta versatilità in - granularità di lettura - componente attiva
Calorimetri composti solo Calorimetri composti solo di componente attivadi componente attiva
Segnaleelettrico
Fotoni dellosciamee.m.
Questi cristalli sono usati anche in altri campi, in particolare in campo medicoperchè permettono alte risoluzioni per fotoni di bassa energia (PET)
Questi cristalli sono usati anche in altri campi, in particolare in campo medicoperchè permettono alte risoluzioni per fotoni di bassa energia (PET)
Fotodiodo
Crystal (BGO, PbWO4,…)
I calorimetri omogenei
Le risoluzioni energetiche sono dominate da 3 fattori- Fluttuazioni del segnale raccolto (es: N di fotoelettroni = Np.e.) dipendono dalla statistica di Poisson: 1/Np.e.
- Fluttuazioni di campionamento dipendono dalla fluttuazione del numero di secondari prodotti nell’assorbitore e sono proporzionali a d / Np.e. (d=spessore)- Perdite dello sciame per non completo contenimento (leakage laterale o longitudinale)
Calorimetri Elettromagnetici: risoluzioni
Per calorimetri eterogenei:(E/E)2= 1 / Np.e. + Ks / Np.e. Per calorimetri a cristalli: (E/E) = K / E1/4
(4 – 20 %)/E(GeV)
2 – 4 % / E ¼
NaI (Tl) 14 % a 6 keV 2% ad 1 MeV 1% ad 1 GeV Assumendo completo contenimento
I calorimetri adronici sono molto più complicati di quelli EM perchè glisciami creati dagli adroni nel materiale non sono perfettamente descrivibili.Difatti in uno sciame adronico troviamo: 1) complicata produzione di secondari 2) presenza di componente elettromagnetica per creazione di 0
fem(E) 0.11 ln(E) 3) neutrini e muoni da decadimenti deboli di , 4) processi nucleari
I calorimetri adronici con migliore risoluzione e linearità sono quelli con e/h = 1 (vedi ref. Wigmans) in cui /E = 44 % E(GeV) vs 80-100 %
Calorimetri Adronici
Oltre ai fenomeni di campionamento e raccolta segnale questi calorimetri mostrano un limite intrinsico nella risoluzione causato dalle fluttuazioni in energia non rivelata (3)+(4). Inoltre se c’è diversità nella risposta tra elettroni e adroni(e/h > 1) si crea a causa di (2) una non-linearità nella risposta ed un deterioramento della risoluzione.
Struttura di un “General purpose experiment”
Identificazione delle particelle (I)
Start Stop
Tempo di voloTempo di volo
t =L
c
t per L = 1 m
t = 300 ps separazione p/K fino ad 1 GeV/c
t = 300 ps separazione p/K fino ad 1 GeV/c
Perdita di energiaPerdita di energia ALEPH TPC
risoluzione dE/dx 5%
risoluzione dE/dx 5%
P(GeV)
Se si dispone di un rivelatore con buona risoluzione temporale e per tragitti (L) della particella abbastanza elevati ....
Sfruttando la differenza di perdita di Energia dE/dx per particelle cariche in un gas e utilizzando molte misure di carica > 40 (media troncata) si riescono ad ottenere buone separazioni di particella fino ad 1 GeV
Identificazione delle particelle (II)
specchioradiatore
particelle
PM
Cherenkov a soglia:
c
fronte d’onda
cos c = 1
n
Ring imaging e RICH: viene misuranto l’angolo di aperturadel cono
DELPHI RICH
Effetto Cherenkov: le particelle cariche che avanzano in un materiale a velocità maggiore di quella della luce nel mezzo (β>1/n) producono della luce “veloce” per depolarizzazione delmateriale.
Conclusioni
Le applicazioni dei rivelatori di HEP nella vita di tutti i giorni sonorilevanti particolarmente in medicina nucleare: rivelatori per PET
La storia e l’utilizzazione dei rivelatori di particelle è senza fine la complessità e la dimensione degli esperimenti sta raggiungendo dei valori incredibili (frequenza degli eventi, dimensioni,numero di persone partecipanti all’esperimento ... ) tali da rendere importanti anche considerazioni di carattere sociologico!
Bibliografia
K. Kleinknecht, Detectors for Particle Radiation, 2nd edition, Cambridge University press 1998.
R.Fernow, Introduction to Experimental Particle Physics, 1st edition, Cambridge University Press 1986.
W.R. Leo, Techniques for Nuclear and Particle Physics Experiments, 2nd edition, Springer 1994.
R.Wigman, Calorimetry: Energy measurement in particle physics, 1st edition, Oxford Science Publications 2000.
Review of Particle Physics, Phys.Rev.D 66, 2002.