i poeti siciliani
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La nascita della poesia lirica: dalla Sicilia alla
Toscana
Pillole di letteratura per Elena
Perché proprio la lirica?
• Dopo il 1000 l’individuo è più sicuro di sé e diventa più innovativo in molti settori della vita produttiva, sociale e artistica
• Dal punto di vista letterario, la lirica fa grandi progressi, diventa più raffinata
• La ragione è che la poesia esprime i bisogni profondi di una persona: i sentimenti più intimi, le passioni e le scelte culturali
Individualismo e amore
• In tutta l’area romanza dell’epoca (secoli XI, XII e XIII) la spinta individualista coincide con il tema dell’amore
• L’amore viene trattato in tutte le salse: se ne studiano tutti gli aspetti e le dinamiche
• Questo comporta una profonda analisi comportamentale e psicologica del rapporto con la donna amata
Come conosciamo poeti e poesie del Duecento?
• Le opere antiche sono arrivate a noi attraverso i ‘codici’, che sono dei manoscritti che raccolgono i testi antichi (vedi immagini)
• In particolare le poesie in volgare di rimatori siciliani, bolognesi e toscani sono contenute nel codice Canzoniere Vaticano Latino 3793 che si trova nella Biblioteca Apostolica Vaticana a Roma
• Sono circa 1000 componimenti divisi fra sonetti e canzoni
Chi ha scritto quel codice?
• Qualcuno fra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento ha ordinato a un copista di raccogliere le poesie note all’epoca
• Questo ‘qualcuno’ doveva essere ricco, forse era un commerciante fiorentino.
• Anche il copista era fiorentino perché mentre copiava le poesie provenienti da altre regioni o città le ha modificate un po’, le ha toscanizzate
I lettori del Duecento erano consapevoli di cosa leggevano?
• Sì perché tutti sapevano che i Provenzali erano stati i primi a scrivere poesie d’amore in volgare, cioè in ‘lingua d’oc’
• Sì perché sapevano che in Sicilia scrivevano poesie simili con la ‘lingua del sì’
• Dante – che era il più bravo anche come critico letterario – ha scritto in una sua opera che le prime poesie in volgare erano del 1140-50. E oggi, grazie ai documenti che abbiamo, si confermano quelle date.
Perché i poeti iniziarono a scrivere in volgare?
• ‘Perché volevano farsi capire dalle donne a cui erano indirizzate le poesie: il tema amoroso interessava alle donne, ma le donne non sapevano bene il latino e quindi i poeti cominciarono a scrivere nella lingua di uso quotidiano, appunto il volgare.’
• Questa risposta è stata data da Dante Alighieri
Ancora Dante
• Nel ‘De vulgari eloquentia’ Dante scrive che i migliori poeti italiani – ovviamente prima di lui – sono stati i Siciliani.
• Le ricerche critiche posteriori confermano che una grande passione e un grande dibattito ha animato il Duecento, dalla Sicilia al nord Italia.
I rimatori siciliani
• 1221-1250: regno di Federico II in Sicilia e nell’Italia meridionale
• Molti poeti erano funzionari di corte a Palermo o nell’apparato statale
• Venendo da un ambiente di corte questo gruppo di letterati riproducono la situazione della Provenza. Alcuni hanno addirittura tradotto o rifatto poesie in lingua d’oc
Ecco i nomi e le loro professioni
• Giacomo da Lentini, notaio e funzionario dell’Imperatore
• Pier delle Vigne, funzionario• Jacopo Mostacci, falconiere a corte• Re Enzo, figlio naturale
dell’Imperatore Federico• Guido delle Colonne, giudice a
Messina• Percivalle Doria, di nobile famiglia
genovese in servizio a Palermo
Amore e solo amore: i temi delle poesie
• Amore come reverenza e omaggio alla ‘madonna’ dalla quale implora comprensione
• Gentilezza e raffinatezza dei modi di comportarsi
• Spietatezza della donna nei confronti del poeta innamorato
• Ubbidienza dell’uomo nei confronti della donna
Amore sincero o rituale?
• Le poesie presentano sempre le stesse situazioni
• Danno l’impressione di offrire un rituale mondano e materialista
• Se questi poeti fossero davvero innamorati delle donne che hanno cantato non si sa: se lo erano, comunque il loro amore lo esprimevano secondo la tradizione letteraria
« Le novità sono a livello formale »: che significa?
• Sono i primi a scegliere un volgare diverso da quello provenzale
• La lingua siciliana si presta a una grande varietà di metafore e similitudini che questi poeti usano intensamente
• Ai Siciliani – in particolare a Giacomo da Lentini - si deve l’invenzione del sonetto
• Arricchiscono le forme della ‘canzone’ a livello anche metrico