i nuraghi torri preistoriche di sardegna - parte i (giovanni lilliu)

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  • 8/12/2019 I Nuraghi Torri Preistoriche Di Sardegna - Parte I (Giovanni Lilliu)

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    BIBLIOTHECA SARDAGRANDI OPERE

  • 8/12/2019 I Nuraghi Torri Preistoriche Di Sardegna - Parte I (Giovanni Lilliu)

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    I NURAGHITorri preistoriche di Sardegna

    prefazione di Alberto Moravetti

    GIOVANNI LILLIU

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    Indice

    7 Prefazione

    25 Nota biografica

    28 Nota bibliografica

    47 Avvertenze redazionali

    I NURAGHITorri preistoriche di Sardegna

    53 Premessa

    57 I nuraghi

    97 Bibliografia

    107 CATALOGO

    231 TAVOLE

    INDICI

    383 Indice delle figure

    384 Indice delle tavole

    389 Indice dei nomi e dei luoghiRiedizione dellopera:

    I nuraghi. Torri preistoriche di Sardegna, Cagliari, La Zattera, 1962.

    Copyright 2005ILISSO EDIZIONI - Nuorowww.ilisso.it - e-mail [email protected]

    ISBN 88-89188-53-7

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    Prefazione

    Nel volgere di pochi anni dal 1962 al 1966 Giovanni Lilliu dava allestampe tre opere fondamentali sulla preistoria e protostoria della Sardegna, quasiun bilancio ed una riflessione sul lungo e faticoso cammino di studi e di ricerchecompiuto dallautore a partire dalla seconda met degli anni Quaranta.1Al volu-me I nuraghi. Torri preistoriche di Sardegna,2 che ora si ristampa per le edizioniIlisso, seguivano La civilt dei Sardi dal Neolitico allet dei nuraghi3 e, a breve di-stanza, Sculture della Sardegna nuragica.4

    Nella Civilt dei Sardi, considerato a ragione un classico della letteratura ar-cheologica di ogni tempo, lo studioso delineava con mano felice un affresco va-sto e vigoroso delle pi remote vicende dellisola, componendo in una visione orga-nica e sistematica tutti i dati fino ad allora acquisiti.

    Nelle Sculture, invece, veniva pubblicato per la prima volta il corpusdi tuttii bronzetti conosciuti, sia quelli esposti nei musei sardi sia quelli presenti nel-la penisola o disseminati in collezioni straniere. In questo volume, per certi ver-si analogo nellimpostazione a I nuraghi(saggio introduttivo e schede), Lilliuesaminava gli aspetti formali (iconografici e stilistici), la cronologia, i confrontiextrainsulari, le implicazioni socio-economiche e religiose che tali statuine inbronzo sottendono.

    In I nuraghi. Torri preistoriche di Sardegnaaffrontava un tema a lui molto ca-ro e sul quale aveva gi scritto pagine significative: Sia per linteresse e limpor-tanza scientifica e culturale in genere dellargomento, sia per far conoscere alpubblico i risultati delle pi recenti ricerche e studi sul caratteristico monumen-to e offriva cos un riassunto delle principali questioni che si pongono, oggicome e pi di prima, a chi si volge con impegno allindagine sui nuraghi.5

    1. Il primo testo a stampa prodotto dallo studioso risale al 1936: G. Lilliu, Scoperta di una tom-ba in localit Bau Marcusa ed altre tracce archeologiche in Barumini (Cagliari), in Studi Sardi,

    III (1936), 1937, p. 147 ss.2. G. Lilliu, I nuraghi. Torri preistoriche di Sardegna, Cagliari, La Zattera, 1962.

    3. G. Lilliu, La civilt dei Sardi dal Neolitico allet dei nuraghi, Torino, ERI, 1963, 354 pagine, 52tavole e 73 disegni: seguiranno le edizioni aggiornate del 1967 (403 pagine, 52 tavole e 73 dise-gni) e del 1988 (G. Lilliu, La civilt dei Sardi dal Paleolitico allet dei nuraghi, Torino, NuovaERI, 1988, 669 pagine, 121 foto e 213 disegni).Una ristampa delledizione del 1988 stata pubblicata da Il Maestrale-Rai ERI, Nuoro, 2003, conprefazione di A. Moravetti.

    4. G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, Cagliari, La Zattera, 1966.

    5. Cfr. qui p. 53.

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    dallinsegnamento e costretto a lasciare lItalia per gli Stati Uniti ove insegner al-lUniversit di Princeton fino alla conclusione del conflitto mondiale.

    A Doro Levi si deve, fra laltro, lo scavo del villaggio nuragico di Serra Orriosdi Dorgali, nel quale, per la prima volta, vengono individuate due strutture ret-tangolari interpretate come tempietti a megaron.

    Alla partenza di Doro Levi seguir un periodo di rallentamento nellattivit ar-cheologica dellisola, una sorta di sbandamento determinato in parte dagli anni dif-ficili che precedono la guerra e gli stessi eventi bellici, ma soprattutto come spie-

    gher Lilliu dovuto alla danza degli instabili archeologi continentali, al carosellodei soprintendenti reggenti, alla episodicit degli scavi: i reperti rimpiangevano laterra che li aveva custoditi mancando ad essi lalito vivificatore della scienza.9

    Nellarco di pochi anni si avvicendarono infatti alla direzione della Soprin-tendenza alle Antichit della Sardegna Paolo Mingazzini (1939), Salvatore Pu-glisi (1940), lo storico dellarte Raffaello Delogu (1940), Massimo Pallottino(1941-42) ed ancora Delogu (1943-49).

    Ed proprio in questi anni che Giovanni Lilliu si avvia a raccogliere la dif-ficile eredit del Taramelli, dal quale tuttavia si stacca fra laltro per una pirigorosa applicazione del metodo stratigrafico e per una pi ampia ed innovati-va visione delle dinamiche culturali.

    Nato a Barumini il 13 marzo del 1914, Giovanni Lilliu ha compiuto glistudi liceali nel Collegio salesiano Villa Sora di Frascati, si poi iscritto alla

    Facolt di Lettere e Filosofia dellUniversit di Roma ove si laureato in LettereClassiche con Ugo Rellini.10 Nel medesimo Ateneo, la stessa Universit di Ro-ma, Lilliu ha frequentato i tre anni della Scuola Nazionale di Archeologia ed haconseguito il diploma di specializzazione, nel 1943, con una tesi sulle stele pu-niche di Sulcis11 discussa con Giulio Quirino Giglioli.

    Negli anni romani Lilliu avr modo di frequentare la casa del Taramelli aparlar di Sardegna, quasi un simbolico passaggio di consegne fra il vecchio ar-cheologo, carico di ricordi e di nostalgia per una terra che aveva amato profon-damente e che aveva indagato pi di ogni altro, ed il giovane studente sardo,ricco di ingegno e di entusiasmo, che forse gli ricordava gli anni giovanili e quel-lisola sempre pi lontana.

    9. G. Lilliu, Alla Consulta un archeologo, in Corriere di Sardegna, 26 settembre 1945.

    10. La tesi, dal titolo Religione primitiva della Sardegna, fu discussa il 9 luglio 1938; correlatore eraRaffaele Pettazzoni, insigne storico delle religioni. Il Pettazzoni (1883-1959) aveva partecipato, dagiovane ispettore del Museo Preistorico-Etnografico di Roma (intitolato in seguito a Luigi Pigorini),alla seconda campagna di scavi nel santuario nuragico di Santa Vittoria di Serri, nel 1909. Da quellaesperienza nascer linteresse per il pensiero religioso dei protosardi che maturer nelledizione del-la Religione primitiva in Sardegnadel 1912.Sulla figura di Ugo Rellini (1870-1943), cfr. A. Guidi, Storia della Paletnologia, Roma, Laterza, 1988,pp. 79-80. Si veda G. Lilliu, Necrologi, in Rivista di Scienze Preistoriche, I, 1946, pp. 131-133.

    11. G. Lilliu, Le stele puniche di Sulcis (Cagliari), in Monumenti Antichi dei Lincei, XL, 1944, coll.293-418; cfr. inoltreMonumenti Antichi, a cura di A. Moravetti, Sassari, Carlo Delfino, I, 2003.

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    Prefazione

    In queste tre opere due di approfondimento tematico ed una a caratteregenerale (comprensiva anche della fase preistorica) si veniva delineando ilquadro ricco ed articolato scandito nel tempo e in un ampio contesto medi-terraneo di una civilt che nel suo divenire era stata capace di svilupparetratti estremamente originali e nella quale i sardi sembrano riconoscere le radicidella propria identit.

    Allapparire de I nuraghi, la Sardegna nuragica poteva ormai contare su unaconsolidata tradizione di studi che nei primi decenni del 900 aveva avuto in

    Antonio Taramelli6 il pi alto e valido esponente.Lo studioso aveva lasciato la Sardegna dopo una attivit trentennale (1903-

    33), fervida ed appassionata, durante la quale si era prodigato alla soluzione deimolteplici problemi che affliggevano la ricerca archeologica al momento delsuo arrivo nellisola:7 a lui si devono a volersi limitare al solo periodo nuragi-co ricognizioni topografiche, la scoperta e lesplorazione di nuraghi, templi apozzo e fonti sacre, tombe di giganti e ledizione di cospicui complessi di mate-riali (ceramiche, bronzi duso e figurati, etc.). I risultati di queste ricerche, sem-pre tempestivamente pubblicati in riviste prestigiose, costituiscono uno straordi-nario patrimonio di dati e di intuizioni che sono ancora oggi fondamento deglistudi sulla Sardegna preistorica e nuragica.

    Al Taramelli, andato in pensione per raggiunti limiti di et, era subentrato nel-lincarico Doro Levi,8 studioso gi noto e di valore, che tuttavia rimarr nellisola

    per soli tre anni (1935-38): infatti, in applicazione delle leggi razziali, verr sospeso

    6. Sullattivit di Antonio Taramelli (1868-1939), cfr. G. Lilliu, La preistoria sarda e la civilt nu-ragica nella storiografia moderna, in Ichnussa, Milano, Scheiwiller, 1981, pp. 511-519; A. Mora-vetti, Presentazione, in A. Taramelli, Scavi e Scoperte, Sassari, Carlo Delfino, 1982-85, 4 voll. (ri-stampa anastatica): questopera costituisce una raccolta dellintera produzione scientifica delgrande archeologo.

    7. Taramelli, nel 1903, aveva sostituito Giovanni Patroni nella direzione del Museo e degli Scavidi Antichit della Sardegna.

    8. Doro Levi (1898-1991) era giunto in Sardegna come professore di Archeologia e Storia dellAr-te antica presso lUniversit di Cagliari e con lincarico della direzione della Soprintendenza alleAntichit. Nei pochi anni di permanenza nellisola Doro Levi mostrer di essere un degno succes-sore del Taramelli, lasciando scritti significativi sullattivit da lui svolta nellisola: Scavi e ricerchearcheologiche della R. Soprintendenza alle opere di Antichit e Arte, in Bollettino dArte, 1937,

    pp. 193-210; Nule. Bronzi preromani rinvenuti fortuitamente in localit Santu Lesei presso Nu-le, in Notizie degli Scavi, 1937, pp. 83-90; The Amphitheatre in Cagliari, in American Journal ofArchaeology, XLVI, 1942, pp. 1-9; Il cuoiaio sardo di Gonone, in Mlanges dArchologie e dHi-stoire offerts Charles Picard, Paris, 1949, pp. 644-658; LAntiquarium Arborense di Oristano, inBollettino dArte, 1949; Lipogeo di S. Salvatore di Cabras, Roma, 1949; La necropoli di AngheluRuju e la civilt eneolitica della Sardegna, in Studi Sardi, X-XI, 1950, pp. 5-51; Le necropolipuniche di Olbia, in Studi Sardi, IX, 1950, pp. 50-120, tavv. I-XIX.Sullattivit di Doro Levi in Sardegna, cfr. G. Lilliu, Doro Levi e larcheologia della Sardegna, inMNHMEION. Ricordo triestino di Doro Levi. Atti della giornata di studio (Trieste, 16 maggio1992), Roma, Quasar, 1992, pp. 131-146; AA.VV., Omaggio a Doro Levi, in Quaderni della So-printendenza ai Beni archeologici per le province di Sassari e Nuoro, 19, Ozieri, Il Torchietto, 1994.

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    lo aveva portato a rivelare lo straordinario complesso di Su Nuraxi di Barumi-ni21 e gli scavi condotti nelle Baleari, nel sito fortificato di Ses Passes.22

    Sar soprattutto lesplorazione sistematica del complesso nuragico di Su Nu-raxi di Barumini, iniziata con un modesto saggio nellestate del 1940,23 prose-guita nel 194924 e quindi dal 1951 al 1955, a costituire una svolta fondamentalenegli studi della Sardegna nuragica.25 La lettura delle sequenze stratigraficheemerse a Barumini consent infatti di individuare il succedersi di varie fasi di vi-ta che attestavano la frequentazione della fortezza e dellannesso villaggio dalla

    met del II millennio fino ai tempi della presenza punica e romana. A Baruminivenivano riconosciuti, per la prima volta in modo chiaro e preciso, momenti divita differenziati ai quali corrispondevano fasi edilizie distinte, prodotti artistici emateriali duso, forme ideologiche, categorie sociali ed economiche. Nel campopi strettamente tecnico-architettonico si veniva definendo una tipologia delletorri nuragiche secondo un processo dal semplice al complesso con il progres-sivo arricchimento di elementi funzionali che avr una pi completa classifica-zione proprio nel volume I nuraghi. Torri preistoriche di Sardegna.

    Gli scavi condotti negli anni 1959-62 nelle Baleari gli consentono poi dievidenziare le strette analogie esistenti fra le costruzioni nuragiche e le torridella Corsica, i sesi di Pantelleria, i talaiots e le navetas delle Baleari.

    Inoltre, a partire dallanno accademico 1945-46, Lilliu aveva dato inizio adun ambizioso progetto di censimento del patrimonio archeologico isolano me-

    diante la stesura di Saggi di Catalogo Archeologico,26 che nascevano come tesi

    in Studi Sardi, VI (1944), 1945, pp. 23-41; Sculture della Sardegna nuragica, Venezia, Alfieri, 1949,pp. 3-42, tavv. LXVIII (in collab. con G. Pesce); Sculture della Sardegna nuragica, Cagliari, La Zat-tera, 1956; Bronzetti nuragici da Terralba (Cagliari), in Annali delle Facolt di Lettere, Filosofia eMagistero dellUniversit di Cagliari, XXI, 1953, pp. 3-94; Cuoiai o pugilatori? A proposito di trefigurine protosarde, in La parola del passato, LXVII, Napoli, 1959, pp. 294-304.

    21. G. Lilliu, Il nuraghe di Barumini e la stratigrafia nuragica cit.

    22. G. Lilliu: Primi scavi del villaggio talaiotico di Ses Passes (Art-Maiorca), in Annali delleFacolt di Lettere, Filosofia e Magistero dellUniversit di Cagliari, XXVII, 1959, pp. 33-74 (in col-lab. con F. Biancofiore); Primi scavi del villaggio talaiotico di Ses Passes (Art-Maiorca), in Ri-vista dellIstituto Nazionale dArcheologia e Storia dellArte, n.s., IX, 1960, pp. 5-73; La missionearcheologica italiana nelle Baleari, inArchivio Storico Sardo, XXVIII, 1962, pp. 300-302.

    23. G. Lilliu, Barumini (Cagliari). Saggi stratigrafici presso i nuraghi di Su Nuraxi e Marfudi; vicus di

    S. Lussoriu e necropoli romana di Su Luargi, in Notizie degli Scavi, VII, serie VII, 1946, p. 175 ss.; orain Sardinia. Notizie degli Scavi, II, Sassari, Carlo Delfino, 1988, p. 732 ss. (ristampa anastatica).

    24. G. Lilliu, Scoperte e scavi di antichit fattisi in Sardegna durante gli anni 1948 e 1949, in StudiSardi, VIII-IX (1948-49), 1950, pp. 392-559.

    25. G. Lilliu, Il nuraghe di Barumini e la stratigrafia nuragica cit.

    26. Nel 1962 erano state redatte una ventina di tesi: durante gli anni del suo insegnamento, fino allan-no accademico 1984-85, Lilliu stato relatore di 73 tesi di catalogo archeologico: cfr. elenco in G. Lilliu,La civilt dei Sardi cit., 1988, p. 586. Altre ancora ne sono state discusse nellAteneo cagliaritano fino adoggi, cos come nellUniversit di Sassari a partire dalla istituzione della cattedra di Antichit Sarde(1976) nella Facolt di Magistero, divenuta poi Facolt di Lettere e Filosofia.

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    Prefazione

    Rientrato in Sardegna nel 1943, negli anni 1944-55 Lilliu ha operato nellaSoprintendenza alle Antichit della Sardegna, prima come Ispettore e quindi co-me Direttore, insegnando nel contempo varie discipline (Paletnologia, Storiadelle Religioni, Archeologia e Storia dellArte greca e romana, Geografia) nellaFacolt di Lettere e Filosofia dellUniversit di Cagliari, ove ha dato vita ad unaprestigiosa scuola di studi nella quale molti si riconoscono. Nel 1955, vinta laCattedra di Antichit Sarde e lasciata la Soprintendenza per dedicarsi esclusiva-mente alla ricerca e alla didattica, Lilliu ha insegnato nella Facolt di Lettere del-

    lAteneo cagliaritano fino al suo collocamento fuori ruolo nel 1984.

    Nel 1962 lo studioso poteva dunque gi vantare una notevole attivit di ri-cerche sul territorio, di scavi e di studi, ed inoltre aveva maturato unesperienzadidattica quasi ventennale. Ai numerosi scritti sulle diverse problematiche relati-ve alla civilt nuragica dalle indagini topografiche,12 allarchitettura civile-mili-tare13 e religiosa,14 alle tombe di giganti,15 alla storiografia nuragica,16 ai proble-mi di cronologia,17 al tema dei rapporti con il mondo fenicio-punico,18 ai saggisui bronzi duso19 e su quelli figurati20 Lilliu poteva aggiungere limpresa che

    12. G. Lilliu: Scoperta di una tomba in localit Bau Marcusa ed altre tracce archeologiche in Ba-rumini (Cagliari) cit.; Barumini. Necropoli, pagi, ville rustiche romane, in Notizie degli Scavi,XV, serie VI, 1939, pp. 370-380; Setzu. Domus de janas di Domu sOrku e nuraghi alle faldedella Giara, in Notizie degli Scavi, I, serie VII, 1940, pp. 239-247; Gesturi. Tombe di giganti inregione Ollastedu e Scusorgiu e sepolture dellet del ferro in contrada Nerbonis, in Notizie degliScavi, 1940, p. 234 ss.; Siddi. Su Pranu di Siddi e i suoi monumenti preistorici, in Notizie de-gli Scavi, II, serie VII, 1941, pp. 130-163; Las Plassas (Cagliari). Villaggio preistorico di Su Pra-nu, il gruppo preistorico di Simaxi e nuraghi e tombe megalitiche del falsopiano di Pauli, in No-tizie degli Scavi, IV, serie VII, 1944, pp. 170-182; Gergei (Sardegna). Villaggio nuragico di SuIriu, in Notizie degli Scavi, 1944, pp. 166-170.

    13. G. Lilliu: Modellini bronzei di Ittireddu e Olmedo (nuraghi o altiforni?), in Studi Sardi, X-XI (1950-51), 1952, pp. 67-120; Il nuraghe di Barumini e la stratigrafia nuragica, in Studi Sar-di, XII-XIII (1952-54), 1955, pp. 90-469.

    14. G. Lilliu: Nuovi templi a pozzo della Sardegna nuragica, in Studi Sardi, XIV-XV (1955-57),1958, p. 197 ss.; Religione della Sardegna nuragica, in Atti del Convegno di Studi Religiosi Sardi(Cagliari, 24-26 maggio 1962), Padova, 1963, pp. 1-14.

    15. G. Lilliu, Uno scavo ignorato dal Dott. Ferruccio Quintavalle nella tomba di giganti di Go-ronna a Paulilatino (Cagliari), in Studi Sardi, VIII, 1948, pp. 43-72.

    16. G. Lilliu, Storiografia nuragica dal secolo XVI al 1840, in Archivio Storico Sardo, XXVIII,1962, pp. 255-276.

    17. G. Lilliu: Appunti sulla cronologia nuragica, in Bollettino di Paletnologia Italiana, V-VI, 1941-42,p. 143 ss.; Preistoria sarda e civilt nuragica, in Il Ponte, settembre-ottobre 1951, pp. 983-988.

    18. G. Lilliu: Rapporti fra la civilt nuragica e la civilt fenicio-punica in Sardegna, in StudiEtruschi, XVIII (1944), 1945, p. 323 ss.; Le stele puniche di Sulcis cit.

    19. G. Lilliu: Bronzi preromani in Sardegna, in Bollettino di Paletnologia Italiana, V-VI, 1941-42,p. 179 ss.; Dun candelabro paleosardo del Museo di Cagliari, in Studi Sardi, VIII, 1948, pp. 5-42.

    20. G. Lilliu: Bronzi figurati paleosardi esistenti nelle collezioni pubbliche e private non insulari,

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    Dopo aver disquisito sul nome stesso di nuraghe, analizzato le fonti anticheche in qualche modo sembrano ricordare le torri nuragiche, rilevato lalto nu-mero di costruzioni31 che rappresentano una realt demografica che stupi-sce ancora noi ma indicativo di un popolamento rurale disperso che ha im-pedito il costituirsi di forti aggregazioni capaci di superare lo stadio di villaggionel quale si attardava la societ nuragica , Lilliu procede ad analizzare i puntisalienti di questo suo lavoro.

    Il tema centrale del volume costituito dallanalisi degli elementi architetto-

    nici del nuraghe, visto dapprima come unit isolata che si evolve nella suastruttura interna, quindi come architettura complessa composta da numerosetorri che si aggregano secondo precisi e ripetuti schemi planimetrici.

    Lilliu disponeva ormai di una cospicua documentazione che gli consentivadi fare il punto sui nuraghi, di formularne unarticolata tipologia e di cogliernela linea evolutiva nei particolari costruttivi.

    Dalla sua forma pi elementare camera a tholospreceduta dal corridoiodingresso la classica torre a tronco di cono si sarebbe poi arricchita di ele-menti funzionali (scala) e di spazi sussidiari (nicchie, stipetti, silos), indicatividi una lunga esperienza tecnico-costruttiva e di nuove esigenze.

    Lo sviluppo architettonico della torre testimoniato, ad esempio, dallado-zione di due tipi di scala: uno, scomodo e poco funzionale, si trova allinternodella camera; laltro, elicoidale, parte dal corridoio dingresso e corre nello spes-

    sore murario, consentendo laccesso ai piani superiori e al terrazzo. Lanterioritdel primo tipo sembra provata dal fatto che essa presente in torri dallinternoscarsamente articolato, vale a dire prive o povere di spazi sussidiari che sono in-vece il segno di una architettura matura, capace di svuotare la massa murariaper ampliare la superficie utile alla vita. I dati in nostro possesso suggerisconoche lo sviluppo architettonico della torre nuragica tenda ad una maggiore fun-zionalit soprattutto la mobilit interna e ad una continua ricerca di spazio.

    Vengono quindi valutati tutti gli indici (massa-spazio, diametro-altezza,etc.) dei diversi elementi del nuraghe al fine di individuare proporzioni edeventuali moduli costruttivi formalizzati.

    Si osserva che lindice massa-spazio tende ad aumentare in rapporto allam-pliarsi della camera a tholos; oppure che lo spessore dei muri direttamenteproporzionale allo sviluppo progressivo degli ambienti interni, per dare luogo

    ai vani sussidiari (nicchie, scale, corridoi, cellette, etc.); oppure ancora che auna maggiore inclinazione delle murature esterne sembra corrispondere unamaggiore antichit.

    Si notato, poi, che il profilo dellandito passa progressivamente da sezio-ni angolari-trapezoidali a sezioni rettangolari, e questo trova corrispondenza

    31. Circa 7000 con una densit dello 0,27 per kmq (cfr. qui p. 58). Sul controverso problema delnumero dei nuraghi, destinato a rimanere irrisolto, cfr. da ultimo E. Contu, Sul numero dei nu-raghi, in AA.VV., Studi in onore di Massimo Pittau, Sassari, 1994, pp. 107-117.

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    Prefazione

    di laurea ed erano mirati alla conoscenza diretta ricognizioni sul terreno, carto-grafia, schedatura e documentazione grafica e fotografica dei monumenti indivi-duati delle emergenze antiche. Questi lavori avevano consentito di acquisire unaconsiderevole mole di dati e si erano rivelate di notevole interesse e di concretaimportanza scientifica, il cui valore si pu apprezzare seguendo le pagine di questoVolumeche molto deve, come contributo di base, al lavoro faticoso e veramentemeritorio e positivo degli estensori dei Saggi.27

    Ne I nuraghi Lilliu analizzava lo sviluppo architettonico delle torri nuragiche,

    lorigine della tholos, il rapporto di questi monumenti con il territorio, la lorofunzione, il significato socio-economico, la cronologia e le affinit con le costru-zioni megalitiche del Mediterraneo.

    Il libro, dedicato agli allievi, costituito da una premessa, seguita dal testointroduttivo e dalle schede descrittive di 107 nuraghi, del tempietto a megarondi Domu e Orga di Esterzili, di tre torri della Corsica,28 di sei talaiots29 edue poblados30 delle Baleari, di alcuni bronzi e ceramiche di et nuragica: incalce ad ogni scheda riportata una bibliografia completa. Una ricca ed ineditadocumentazione grafica e fotografica 18 disegni, 107 tavole di foto e 2 cartedella Sardegna correda il lavoro, che si presentava come una novit nel pano-rama delleditoria sarda sia per il grande formato sia per la curata veste tipografi-ca che poteva vantare almeno in ambito archeologico il solo precedente del-lo splendido volume di Ch. Zervos La civilisation de la Sardaigne du dbut delnolithique la fin de la priode nouragique pubblicato a Parigi nel 1954.

    Nella premessa, Lilliu richiama due dei concetti a lui cari e sempre presentinella sua attivit di ricerca: la relativit dellinterpretazione del dato archeologi-co e il valore assoluto della documentazione: Alcune [questioni sui nuraghi] scriver appariranno risolte o in via di risoluzione, altre resteranno ancorasenza conclusione, allo stato di problema, ribadendo, se mai ve ne fosse biso-gno, quel carattere di relativit di cui soffre la scienza archeologica, da noi co-me altrove, di l dalla presentazione ottimistica che taluni amano fare delle suelaboriose conquiste.

    27. Cfr. qui p. 104: segue lelenco bibliografico degli estensori di queste tesi di laurea fra i quali spiccail nome di Ercole Contu ora Professore Emerito di Antichit Sarde allUniversit di Sassari chepubblicher due interessanti monumenti, rilevati, fra i tanti, durante le ricognizioni effettuate per la

    stesura della sua tesi: E. Contu: Esterzili. Tempietto rettangolare megalitico di Domu de Orga in lo-calit Cuccuredd, in Studi Sardi, VIII, 1948, pp. 313-317; La fortezza nuragica di nuraghe Orru-biu presso Orroli (Nuoro), in Studi Sardi, X-XI (1950-51), 1952, pp. 120-160, tavv. I-IV.

    28. Sono le torri di Foce, Torre e Balestra, monumenti messi a confronto, rispettivamente, con inuraghi Murartu-Silanus, Sa Coa Filigosa-Bolotana e Tusari-Bortigali.

    29. Talaiots di Santa Monica, Rafal Roig, Es Mestal, Torre Nova den Lozano 1 e 2 (Minorca) eSes Passes (Maiorca), accostati ad alcuni nuraghi sardi, e non si tratta di pure coincidenze di for-me semplici (cfr. qui p. 90).

    30. Si tratta dei villaggi fortificati Alfurinet-Minorca e Els Antigors-Maiorca portati associati aicomplessi nuragici di Scer-Ilbono e Serbissi-Osini.

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    appaiono architetture attardate e decadute, segno del tramonto di una civilt,create per contrastare gli invasori cartaginesi e romani.

    I risultati delle analisi radiometriche effettuate su materiale organico del PeppeGallu di Uri49 forniscono una datazione compresa fra VI-III sec. a.C., a confermadella cronologia bassa avanzata da Lilliu che in questi monumenti riconoscevale costruzioni sotterraneee legrottedi Diodoro (IV, 30; V, 15, 4), su informazio-ne di Timeo del IV sec. a.C., e le spelonche ricordate da Pausania (X, 17) e daZonara (VIII, 18) con riferimento alle campagne consolari contro i sardi Ioli e

    Blari nel 231 a.C.Nella seconda edizione della Civilt dei Sardi,50 sulla base di nuovi dati,51

    pur confermando che il nuraghe a tholosha preceduto nel tempo come in-venzione quello a corridoio, tuttavia nellapplicazione ora si trova congiuntaorganicamente col nuraghe a tholos, risultando le due forme coeve.

    Pertanto, il nuraghe a corridoio fu un prodotto tanto antico nelloriginequanto attardato nella conservazione. Per tale carattere e anche per la varietdella stessa forma, ne vediamo la durata per pi di un millennio, con tappe benindicate dalle cronologie al C14: circa 1800 a.C. del Bruncu Mdugui, circa1200 a.C. dellAlbucciu, tra VI-IV sec. a.C. del Peppe Gallu.52

    Viene ribadito il carattere militare dei nuraghi a corridoio: nuraghi-trappoleo nuraghi-nascondigli da utilizzare per la guerriglia contro gli invasori esterni enelle lotte tribali (gli pseudonuraghi pi antichi); alcuni di essi, tuttavia, potevano

    avere funzione di vedetta o di abitazione.A partire dalla Civilt nuragica, del 1982, Lilliu distingue fra pseudonura-

    ghi-nuraghi a corridoio le costruzioni prive di camere a tholos e i protonu-raghi, nei quali compaiono piccoli ambienti voltati ad ogiva.53 Inoltre, tuttequeste costruzioni pseudonuraghi e protonuraghi vengono ricondotte allefasi iniziali dellet nuragica.54

    49. Contu colloca i 13 nuraghi a corridoio da lui conosciuti fra XI-VIII sec. a.C. (E. Contu, I piantichi nuraghi e lesplorazione del Nuraghe Peppe Gallu (Uri-Sassari), in Rivista di Scienze Prei-storiche, XIV, 1959, pp. 59-121).

    50. G. Lilliu, La civilt dei Sardicit., 1967, p. 293: i nuraghi a corridoio erano gi una quarantina(p. 299).

    51. Questa diversa valutazione dei nuraghi a corridoio nasceva dallacquisizione di nuove date al

    C14 relative al Bruncu Mdugui-Gesturi e allAlbucciu-Arzachena che dilatavano notevolmente ildato fornito dal Peppe Gallu, peraltro poco attendibile. Inoltre, negli scavi del Bruncu Mduguierano stati rinvenuti frammenti fittili, decorati, attribuiti allora alla cultura di Monte Claro che inquegli anni veniva ritenuta un aspetto arcaico della civilt nuragica. Ora sappiamo che quelle cera-miche appartengono ad et nuragica, ma al Bronzo Medio (U. Badas, Il nuraghe Bruncu Mdu-gui di Gesturi: un riesame del monumento e del contesto ceramico, in Quaderni della Soprinten-denza ai Beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano , 9, Cagliari, 1992, pp. 31-76.

    52. G. Lilliu, La civilt dei Sardicit., 1967, p. 302.

    53. G. Lilliu, La civilt nuragica cit., p. 17 ss.

    54. G. Lilliu, La civilt preistorica e nuragica in Sardegna, in Atti dellAccademia Nazionale dei

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    Prefazione

    spinta primaria esterna (anche quella minoico-micenea), senza nulla togliere alcontributo evolutivo della tradizione costruttiva gi esistente nel luogo.43

    La teoria dellorigine elladico-micenea della tholosverr decisamente respin-ta nei lavori pi recenti a favore di una linea evolutiva interna: In passato sicredette dai pi che la pseudovolta dei nuraghi fosse derivata da quella applica-ta nelle tombe a tholos della civilt elladica-micenea. Recenti ricerche hanno ri-portato ragioni per ritenerla di origine e sviluppo autoctono Nellordine stati-co-strutturale, comparando nuraghi e tholoi micenee, Cavanagh e Laxton hanno

    rilevato che il coefficiente esponenziale costante utilizzato per creare la falsa vol-ta diverso nelle due forme costruttive: di 1/2 nei nuraghi e di 3/4 nelle tombepeloponnesiache.44 Ed ancora: Piacque anche a me e la caldeggiai per lungotempo e vi insistono tuttora giovani archeologi locali. Ma la ricerca attuale nonconsente di mantenerla con valide ragioni.45

    Nella classificazione delle torri nuragiche Lilliu introduce la distinzione fra duetipi di nuraghi:46 la prima forma quella del nuraghe a tholos, cio con la cameracircolare coperta dalla falsa cupola o pseudovolta. la forma ricordata dagli scrit-tori greci quando parlano di daidleia e di tholoi in Sardegna, costruzioni fatteal modo arcaico greco, cio miceneo La seconda forma quella del nuraghea corridoio o pseudonuraghe o nuraghe a galleria [e in essa] potrebbe ve-dersi la componente occidentale, di gusto dolmenico-rettilineo o a trilite.47

    Sulla cronologia di queste costruzioni, Lilliu sembra inizialmente perplesso,48ma nel prosieguo dellopera i circa trenta nuraghi a corridoio allora conosciuti gli

    43. G. Lilliu, La civilt nuragica, Sassari, Carlo Delfino, 1982, pp. 31-32.

    44. G. Lilliu, Costruzioni circolari in pietre a secco con copertura a tholos (Sardegna, Corsica, Mi-norca), in Costruzioni circolari con copertura a tholos in Europa. Atti del Convegno Internazionale(Ascoli Piceno, 2-3 aprile 1998), p. 10.

    45. G. Lilliu, La Sardegna fra il XVII e il XIV secolo a.C.: linee di sviluppo e relazioni esterne,in AA.VV., Culture marinare nel Mediterraneo centrale e occidentale fra il XVII e il XV secolo a.C.Ricerche di storia, epigrafia e archeologia mediterranea, a cura di C. Giardino, Roma, Bagatto Libri,2001, pp. 271-272.Per una provenienza egea della tholos, cfr. G. Ugas: La tomba megalitica I di San Cosimo-Gonnosfa-nadiga (Cagliari): un monumento del Bronzo Medio (con la pi antica attestazione del miceneo inSardegna), inArcheologia Sarda, dicembre 1981, p. 11 ss.; Un nuovo contributo per lo studio della

    tholos in Sardegna. La fortezza di Su Mulinu di Villanovafranca, in Studies in Sardinian Archaeology,M. Balmuth (ed.), vol. III, BAR, 387, Oxford, 1987, pp. 77-128; P. Bernardini, Tholoi in Sardegna:alcune considerazioni, in Studi Etruschi, LI, s. III, 1985, p. 48 ss.; ipotesi pi sfumata, in G. Ugas,Architettura e cultura materiale nuragica: il tempo dei protonuraghi, Cagliari, SarEdit, 1999, p. 57.

    46. Il problema dellesistenza di due tipi di nuraghi gi in C. Dess, Singolari nuraghi in Gallura,Sassari, 1922 era stato approfondito in G. Lilliu, Il nuraghe di Barumini e la stratigrafia nura-gica cit.

    47. Cfr. qui pp. 61-62.

    48. Cfr. qui p. 62: Oggi non si pu dire quale delle due forme abbia preceduto nel tempo comeinvenzione.

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    (fortezze), etc. si era aggiunta, nel 1901, quella autorevole del Pinza, 58 il qua-le, sulla base di raffronti con le tholoimicenee, si era convinto del loro caratterefunerario.

    Al suo arrivo in Sardegna, il Taramelli si era subito inserito in questa animosaquerelle ed era entrato apertamente in polemica con il Pinza, sostenendo che laf-finit fra il nuraghe e la tholosfuneraria micenea era una trappola che aveva sor-preso la buona fede di coloro che fanno larcheologia sui libri o di coloro checredono di affrontare il problema avendo tuttal pi visitato due o tre o dieci di

    siffatti monumenti.59Per il Taramelli, invece, bisognava buttare dalla finestra chiacchiere ed ag-

    gettivi ed affrontare il problema nuragico con i piedi servendosi del metododelle scienze positive, con lo studio cio dei monumenti nella loro relazionecol terreno. Era necessario, quindi, studiare i nuraghi nella loro distribuzionesu estesi e ben delimitati territori.

    Fin dal giugno del 1903, insieme al validissimo Filippo Nissardi, applica questoprincipio ed inizia mente et pedibus lindagine topografica della giara di Gesturi,che, oltre ai principi della tipologia nuragica, agli anelli di evoluzione dal sempliceal complesso lo determina nella convinzione che il sistema nuragico era stato for-mato nel corso dei secoli a scopo di vigilare, possedere e difendere un territorio. 60

    Alla soluzione del problema nuragico non poteva, per, essere sufficiente lasola investigazione topografica: essa andava integrata sia con lo scavo stratigrafico

    dei nuraghi sia con lesplorazione di altri monumenti che con questi sembravanoin stretta relazione (tombe, villaggi, edifici di culto). Lo scavo di alcuni impor-tanti complessi nuragici,61 la sapiente lettura strutturale dei monumenti ed il rin-venimento di materiali di uso quotidiano, di focolari e di resti di pasto nelle ca-mere nuragiche gli confermeranno sempre pi quanto losservazione diretta sulterreno gli aveva fatto intuire: la funzione, cio, civile e soprattutto militare diquesti edifici che solo in qualche caso e in epoca pi tarda erano stati riutilizza-ti come luoghi di culto.

    Sul problema della funzione dei nuraghi, Lilliu disponeva delle esperienzedel Taramelli, ma soprattutto poteva utilizzare dati di prima mano, da lui rac-colti negli scavi di Su Nuraxi di Barumini ove aveva riportato alla luce un veroe proprio castello con borgo. Unalta torre svettante al centro di un poderoso

    58. G. Pinza, Monumenti primitivi della Sardegna, in Monumenti Antichi dei Lincei, IX, 1901,coll. 1-280, tavv. I-18; ora in Sardinia. Monumenti Antichi, Sassari, Carlo Delfino, 2003, I, pp.14-173 (ristampa anastatica).

    59. A. Taramelli, Nuraghe Santu Antine in territorio di Torralba cit., col. 14; ora in A. Taramelli,Scavi e scopertecit., IV, p. 503.

    60. A. Taramelli, Nuraghe Santu Antine in territorio di Torralba cit., col. 14; ora in A. Taramelli,Scavi e scopertecit., IV, p. 503.

    61. Nuraghi Palmavera-Alghero (1905), Lugherras-Paulilatino (1906), S. Barbara-Villanova Trusched-du (1903, 1915), Losa-Abbasanta (1915), Domu e sOrku-Sarrok (1924), S. Antine-Torralba (1933).

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    Prefazione

    Uno dei temi relativi allarchitettura nuragica pi dibattuti negli ultimi anni quello che vede contrapposti protonuraghi e nuraghi classici a tholos: nei pri-mi, variamente definiti nel tempo (nuraghi senza camera,falsi nuraghi,pseudo-nuraghi, nuraghi a galleria, nuraghi-nascondiglio, nuraghi a corridoio/i,protonura-

    ghi), taluni vedono una costruzione arcaica, premessa di un processo evolutivoche porter al nuraghe a tholos, mentre altri ritengono che i due tipi di costru-zione siano contemporanei e differenti nella struttura per ragioni diverse manon per motivi cronologici.

    In realt, la differenza formale e concettuale fra le due architetture emergecon sempre maggiore evidenza man mano che il numero dei protonuraghi noticresce in seguito allintensificarsi delle indagini territoriali. Questi monumenti,che per la loro sporadicit apparivano come prodotti minori, imperfetti, deca-denti o premessa della pi evoluta architettura del nuraghe a tholos, sono oggioltre 400, e sulla base di una proiezione statistica il loro numero stato stimatofra le 1200 e le 1500 unit.55

    Una classe monumentale, quindi, che appare tipologicamente articolata esempre pi diffusa in tutta lisola, ma con particolare predilezione per larea cen-tro-settentrionale, la stessa interessata dalle tombe megalitiche (dolmen, allescouvertes, tombe di giganti). Non architettura episodica ed occasionale, quindi,ma consapevole e ben definito fenomeno culturale con un suo sviluppo struttu-rale che raggiunger piena maturit nel nuraghe con camera centrale a tholos.56

    Il tema dominante dellarcheologia sarda sul quale si erano versati fiumidinchiostro spesso con petulante incompetenza da chi non aveva la minimapreparazione a queste ricerche,57 sembrava essere, almeno fino agli inizi delNovecento, quello relativo alluso e alla destinazione dei nuraghi.

    Alle diverse e curiose interpretazioni formulate in passato Vidal (case digiganti), Madao (tombe), Peyron (tombe), Mimaut (tombe), Manno (tombe),Inghirami (monumenti funerari), Lamarmora (tombe), Arri e Angius (edificidestinati al culto del fuoco), Spano (abitazioni), Pais (uso polivalente), Nissardi

    Lincei, Memorie, XV, serie IX, Roma, 2002, p. 237: Agli inizi del II millennio compaiono i Nuraghia corridoio con vano rettangolare a solaio piano contornato da nicchie e con scala ascendente allabi-tazione superiore, erede del megalitismo eneolitico. Negli stessi tempi compaiono i protonuraghi, di

    pianta ellittica e di struttura muraria rastremata verso lalto: allinterno uno o pi vani con laccennodi falsa cupola.

    55. G. Ugas: Centralit e periferia. Modelli duso del territorio: il Guspinese, in LAfrica romana,XII, 1998, p. 553;Architettura e cultura materiale nuragica cit., p. 55.

    56. Premessa allarchitettura dei protonuraghi, ad indicare una linea evolutiva che affonda le sueradici nellet del rame, stato da tempo considerato il recinto-torre di Monte Baranta-Olmedo,della cultura di Monte Claro: cfr. A. Moravetti, Nota agli scavi nel complesso megalitico di Mon-te Baranta (Olmedo), in Rivista di Scienze Preistoriche, XXXVI, 1981, p. 281 ss.

    57. A. Taramelli, Nuraghe Santu Antine in territorio di Torralba, in Monumenti Antichi dei Lin-cei, XXXVIII, 1939, col. 12; ora in A. Taramelli, Scavi e Scopertecit., IV.

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    guerrieri potentemente armati64 e le numerose armi in bronzo rinvenute un po intutta lisola; tutti elementi che sembravano proiettare limmagine di una Sardegnadilaniata da conflittualit interne e minacciata di continuo da pericoli provenientidoltremare.

    Questa forte posizione presente ancora nel 1967,65 ma gi si attenua in Lacivilt dei Sardidel 1988: si ritiene scrive Lilliu riguardo ai nuraghi monotorri che essi siano stati usati, fin dallorigine, come abitazione e per controllo (chenon significa uso militare quanto vigilanza di beni economici diffusi nel compen-

    dio di una o pi torri).66 In quanto ai nuraghi complessi, essi sono delle fortez-ze: le caratteristiche costruttive, con i tanti espedienti e meccanismi atti ad assicu-rare protezione respingendo attacchi interni ed esterni di bande armate quandonon di veri e propri eserciti, sono oltremodo significative e probanti.67

    Negli scritti pi recenti, venuto a cadere il presupposto storico del nuraghequale fortezza per contrastare gli eserciti punici e romani: per maggior sicurezzaa seguito anche di aumentati pericoli interni (conflitti fra cantoni) ed esterni (pi-raterie), le antiche torri isolate furono irrobustite con laggiunta di altri possenticorpi di fabbrica.68

    In questi anni, quindi, si fortemente attenuato il carattere militare deinuraghi: le forme semplici sono ritenute delle strutture abitative quasi fatto-rie sparse nelle campagne69 ed occupate da un clan familiare pi o meno esteso allinterno di un sistema tribale nel quale architetture pi complesse ed arti-

    colate assolvono la funzione di centri di controllo e di difesa del territorio.Tuttavia, ancora oggi come nellOttocento, non mancano in Sardegna ap-passionati cultori di archeologia che vedono nei nuraghi delle costruzioni mi-steriose, edifici di culto, monumenti legati al cielo e alle sue stelle!70A nessuno

    64. Sulla controversa cronologia della bronzistica figurata sarda esistono attualmente due correntidi pensiero contrapposte, entrambe prive di elementi decisivi: una rialzista, che colloca questestatuine tra XII-IX sec. a.C., ed una ribassista che propone una datazione compresa fra IX-VIsec. a.C. Se si accetta la cronologia pi bassa che almeno sul piano storico appare pi congrua e si combina con il fatto che gi partire dal X sec. a.C. non si costruiscono pi nuraghi, appareevidente che alla visione bellicista dei nuraghi viene a cadere il supporto dei guerrieri in bronzo.

    65. G. Lilliu, La civilt dei Sardicit., 1967, p. 288: Dire architettura militare e dire nuraghi lastessa cosa.

    66. G. Lilliu, La civilt dei Sardicit., 1988, p. 492.

    67. G. Lilliu, La civilt dei Sardicit., 1988, p. 513.

    68. G. Lilliu, La civilt preistorica e nuragica in Sardegna cit.

    69. Questa definizione in A. Moravetti, Ricerche archeologiche nel Marghine-Planargia, in Studi eMonumenti, 5, vol. II, Sassari, Carlo Delfino, 2000, p. 91 ss.

    70. Severa ed impietosa la critica di Giovanni Lilliu nei confronti di certo dilettantismo della ar-cheoastronomia isolana: Si tratta di un sottobosco di archeoastronomi improvvisati che pullulanoin varie parti del mondo e prosperano anche nel nostro Paese. Essi vanno qua e l, aggrediscono imonumenti, prendono misure e indicano orientamenti a vanvera e danno interpretazioni persona-li fantastiche, strampalate, e propongono teorie scriteriate e campate in aria, suscitando, per, la

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    Prefazione

    bastione quadrilobato con torri sporgenti e raccordate da possenti cortine mu-rarie: il tutto delimitato da un antemurale munito di sette torri. Allesterno, aipiedi della fortezza, il villaggio con la Capanna delle riunioni (vano 80). Il ri-trovamento di centinaia di mensoloni alla base delle mura indicavano lesisten-za di ballatoi, proprio come nelle torri medievali.

    A Su Nuraxi Lilliu aveva potuto inoltre documentare diverse fasi costruttivee ristrutturazioni: in particolare, il bastione era stato ispessito con un rifasciomurario e lingresso dal piano di campagna era stato rialzato a 7 metri: un espe-

    diente che rendeva la costruzione inaccessibile.A Barumini Lilliu aveva le prove e tutti gli elementi per considerare Su Nura-

    xi una poderosa fortezza, una sorta di capoluogo di un ampio territorio o canto-ne nuragico.

    Quindi, nello scrivere I nuraghi, Lilliu ha una visione militarista della fun-zione dei nuraghi, anche pi accentuata rispetto allo stesso Taramelli, che pure ritenuto linterprete pi guerrafondaio dei nuraghi.

    La natura militare dei nuraghi provata scrive Lilliu anche dallaspettogenerale massiccio dei muri Ma sono soprattutto alcuni espedienti singolaridi grande efficacia difensiva ed offensiva, che rivelano il carattere di fortiliziodel nuraghe. Sono le feritoie, gli angoli morti, le svolte a zigzag , i piom-batoi , le scale retrattili, i passaggi angusti, le botole, le garette di guardia, leridotte , i canali acustici etc. Si aggiungano le armi di pietra (proiettili per

    fionda e palle per piombatoi ) e di metallo (lance, spade, pugnali etc.).Pertanto, pur non escludendo che alcuni nuraghi semplici siano stati delleabitazioni di pastori e contadini, Lilliu ritiene che, nella massima parte, sianelle forme semplici sia in quelle plurime di mole maggiore sono da ritenersidelle costruzioni di carattere e di uso militare fisso. Nelle forme semplici costi-tuiscono una specie di limes a batterie di fortini dissolti nel sistema difensivo Nei nuraghi plurimi era il fulcro della resistenza ad oltranza.62

    Anche i nuraghi a corridoio sono torri di difesa, come quelli a tholos: Il ne-mico veniva attratto nella profondit di questi lunghi e lunghissimi corridoi,tenuti volutamente in uno stato di semioscurit, e, una volta addentratosi neltranello di quegli angusti passaggi, veniva repentinamente assalito dai gruppidarmati La concezione di difesa dunque non si fonda pi, come abbiamovisto nei nuraghi plurimi e polilobati, su uno spiegamento fisso che manovra

    dalle camere darme e sugli spalti contro unoffesa statica Si affida, invece,allagguato insidioso di piccole unit mobili abituate ai colpi di mano In de-finitiva, sembra di individuare nel tipo di pseudonuraghe un dispositivo fortifi-cato che risponde alle esigenze dellaguerriglia.63

    Va anche detto che a questa interpretazione delle torri nuragiche cos legata allaguerra contribuivano a parte le poderose architetture i bronzetti raffiguranti

    62. Cfr. qui p. 60.

    63. Cfr. qui pp. 79-80.

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    Affiora anche ne I nuraghi e sar uno dei motivi ricorrenti nel pensiero poli-tico di Lilliu il convincimento di una diversit etnica, etica e culturale dei Sardi,maturatasi nellet dei nuraghi e giunta fino a noi grazie alla resistenza dei suoivalori contro ogni forma di colonizzazione: Il nuraghe (e la sua civilt) fu il frut-to di una societ di pastori e guerrieri e trov nel dinamismo, nelle competizionicontinue, negli appetiti territoriali e, in genere, nello spirito bellicoso delle comu-nit pastorali il fondamento della sua origine, il senso della sua struttura e la spin-ta e lalimento incessante al suo sviluppo che dur per molti secoli. Fu questo un

    valore attivo e vitale della nostra primitiva storia non documentale e da questamatrice antica ha tratto forma, pi o meno confusa ma sempre viva, il ribelli-smo sardo, quella qualit etica cio, caratteristica di societ pastorale, storica-mente positiva, che oggi ha sfociato a modi ordinati di autonomismo dove risie-dono le premesse spirituali e culturali della rinascita isolana.72

    Questo volume, se da una parte risente di oltre quarantanni di ricerche chehanno in qualche modo rinnovato e modificato quanto si credeva su taluni aspet-ti dellet nuragica (la cronologia, il significato della sua fine, una pi sfumata in-terpretazione della funzione dei nuraghi, ladozione di sofisticati modelli dianalisi territoriale, una maggiore conoscenza della struttura-nuraghe ora fonda-ta su un considerevole numero di costruzioni, la ricerca dellunit di misuranelle costruzioni nuragiche, etc.), esso rimane tuttavia ancora vitale come lezio-

    ne di analisi del dato archeologico, come esempio di lettura di un monumentoe come base tipologica dellarchitettura nuragica. Ma soprattutto rimane ancorainalterato nel suo valore documentario, perch di l della parte opinabile del li-bro (tale o potrebbe essere il testo introduttivo), vi nel libro stesso unaltraparte, che pure la pi estesa: ossia quella del Catalogo dei monumenti, la qua-le rappresenta leffettivo contributo di dati concreti. Le 107 schede descrittivedei nuraghi costituiscono la realt obbiettiva e visiva di questo lavoro, quelche oggi si usa dire, in linguaggio antiretorico, la verit. 73

    Un pensiero corre anche a quei giovani laureati che allora come oggi trovavano difficolt ad inserirsi nel campo della ricerca archeologica. Si ramma-ricava, lo studioso, che tali fresche e promettenti energie si siano perdute, qua-si per intero, per la disciplina che le lusing per un momento, deviate dalle ne-cessit della vita materiale in una societ che non risponde ancora, come si

    deve, ai richiami della cultura e della scienza, contraddittoria quale essa e alie-nata da pressioni apparentemente pi importanti e pi urgenti.74In chiusura del volume come gi nella premessa e come sempre avviene

    negli scritti di Lilliu emerge il militante della cultura, lintellettuale che nella

    72. Cfr. qui p. 54.

    73. Cfr. qui p. 54.

    74. Cfr. qui p. 56.

    23

    Prefazione

    di questi moderni sacerdoti del mondo nuragico viene in mente in realtbisognerebbe averne consapevolezza! che per determinare la funzione di unastruttura antica occorre valutare anche il contesto culturale di riferimento e chesolo esaminando unitamente materiali e costruzione, in armonia stratigrafi-ca, possibile proporre non dico la verit assoluta ed ultima ma almeno ipotesilogiche e comprovate nei dati.

    In quanto ai tempi di svolgimento dellarchitettura nuragica, ne I nuraghiLilliu propone lo schema cronologico elaborato sui dati emersi a Barumini. La

    civilt nuragica viene suddivisa in tre fasi distinte: nuragico arcaico (1500-1000a.C.); apogeico (1000-500 a.C.); della decadenza (500-238 a.C.).Lo stato attuale degli studi sembra suggerire un rialzo della fase iniziale fi-

    ne del Bronzo Antico per i protonuraghi e Bronzo Medio iniziale per i nuraghia tholos mentre ormai opinione condivisa da molti che intorno al XI-X se-colo a.C. tali edifici cos come le tombe di giganti non venissero pi co-struiti:71 pertanto, alla fine del II millennio lesperienza nuragica pu considerar-si conclusa, anche se londa lunga della bella et dei nuraghi rimarr ancoraviva ed operante nei primi secoli dellet del Ferro fino alla conquista cartagine-se, alla fine del VI sec. a.C.

    Questa nuova cronologia comporta quindi una minore durata della civiltnuragica e soprattutto assolve Fenici, Cartaginesi e Romani dalla colpa di esserestati la causa primaria per invasione e conquista della sua fine. Il mondo nu-

    ragico sembra invece esaurire la propria forza propulsiva senza apparenti traumiderivati dallesterno, ma forse a causa delle profonde trasformazioni socio-eco-nomiche che negli stessi tempi investono il bacino del Mediterraneo, a frontedelle quali la societ nuragica viene colta impreparata ed incapace di rinnovarsi.

    Il nuraghe sopravvive miniaturizzato in modellini di bronzo, pietra ed argil-la sia in forme semplici sia in forme complesse che come betili o ex votovengono deposti allinterno di edifici a carattere civile (le capanne delle riunio-ni) o di culto, a ricordo, forse, di un passato ormai entrato nel mito.

    curiosaggine del pubblico privo di discernimento. Di questi gruppuscoli ne contiamo pi dunoin Sardegna, malamente indottrinati, i cui componenti si radunano in congressi e scrivono in rivi-ste esibendo idee cervellotiche, quali, ad esempio, quella sul nuraghe Santu Antine di Torralba Ebbene, questi sciagurati archeoastronomi ne hanno fatto un osservatorio astronomico (G. Lilliu,

    Il mondo dei megaliti, in AA.VV., Archeoastronomia, credenze e religioni nel mondo antico. Attidel Convegno Internazionale(14-15 maggio 1997), Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 1998,pp. 251-252).

    71. G. Lilliu, La civilt preistorica e nuragica in Sardegna cit., p. 249; A. Moravetti, La preisto-ria: dal Paleolitico allet nuragica, in AA.VV., Storia della Sardegna, I, Bari, Editore Laterza,2002, p. 31; V. Santoni, Introduzione, in Splendidissima civitas Neapolitanorum, a cura di R.Zucca, Roma, Carocci, 2005, p. 12.Decisamente contrario alla definizione del termine post-nuragico utilizzato per indicare il periododel I Ferro isolano, P. Bernardini: Cartagine e la Sardegna: dalla conquista allintegrazione (540-238 a.C.), in Rivista di Studi Fenici, XXXI, 2, 2003; Presentazione, in E. Alba, La donna nura-gica, Roma, Carocci, 2005, p. 6.

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    lettura di quel lontano passato, glorioso e fervido, coglie un forte messaggio difuturo e di speranza per unisola pi libera, autonoma e nuovamente padronadel mare: Lantica vena culturale, per, seguit a correre per canali nascosti eancor oggi, di tanto in tanto, affiora, nei luoghi pi remoti e negli strati conser-vativi e puri, come sottile sensazione di valori che non hanno perduto ogni effi-cacia storica e rappresentano, se saputi rivivere in nuove e impegnative esperien-ze, elementi di vita e di progresso civile.75

    Gratitudine ed affetto allinsigne Maestro, ed un plauso allIlisso per la sensibi-

    lit culturale mostrata nel promuovere questa impegnativa ristampa e per i grandimeriti acquisiti in questi anni di elevata produzione editoriale.

    Alberto Moravetti

    75. Cfr. qui p. 96.

    24

    Nota biografica*

    Giovanni Lilliu nato a Barumini (Cagliari) il 13 marzo 1914 da Giuseppe e

    da Anastasia Frailis. Dopo le prime due classi elementari nel villaggio natale ha fre-quentato le tre restanti e i cinque anni del ginnasio nel Collegio Salesiano di Lanu-sei (Nuoro). Ha compiuto gli studi liceali a Frascati nel Collegio Villa Sora, sem-pre dei Salesiani. Si iscritto poi nella Facolt di Lettere e Filosofia dellUniversitdi Roma, frequentando il corso di Lettere Classiche e approfondendo gli studi ar-cheologici e paletnologici. Si laureato il 9 luglio 1938 discutendo col professorUgo Rellini una tesi sulla religione primitiva in Sardegna. Nella stessa Facolt hafrequentato per tre anni la Scuola di specializzazione in Archeologia, superandolesame di diploma il 22 febbraio 1942 con una tesi sulle stele puniche di Sulcidiscussa col professor Giulio Quirino Giglioli. Sino al dicembre 1943 stato assi-stente volontario alla cattedra di Paletnologia dellAteneo romano. Nel 1942 havinto una borsa di studio per frequentare un corso di perfezionamento in Preisto-ria e Paletnologia a Vienna, alla scuola del professor Oswald Menghin; borsa non

    goduta a causa di una malattia. Rientrato in Sardegna, dal 1 febbraio 1943 chia-mato ad insegnare Paletnologia, in qualit di professore incaricato, presso la Facol-t di Lettere e Filosofia dellUniversit di Cagliari, con lobbligo dellinsegnamentodella Geografia. Dal 1 novembre 1943 al 31 ottobre 1947 ha insegnato Archeolo-gia e dal 1 novembre 1950 al 31 ottobre 1951 Storia delle Religioni. Dal 1944 al1955 Lilliu stato Funzionario della Soprintendenza alle Antichit della Sardegna,prima come ispettore e poi come direttore. A cominciare dal 1939 ha effettuatonumerose ricerche e scavi in Sardegna e nelle Baleari (Art, Maiorca). Dopo alcunirilievi preliminari (1940-49), la campagna di scavi pi famosa, compiuta neglianni 1951-56, riguarda il complesso nuragico Su Nuraxidi Barumini (Cagliari).Il rilievo della scoperta permise a Lilliu di acquisire unindubbia autorevolezzascientifica a livello internazionale. Risalgono a questo periodo alcune fondamentalimonografie sulla preistoria, quali, ad esempio, I nuraghi. Torri preistoriche di Sarde-

    gna(1962), lampia opera di sintesi La civilt dei Sardi dal Neolitico allet dei nu-raghi(1963), ristampata, ampliata e rimaneggiata nel 1967 e nel 1988, che restauna delle opere pi importanti della storiografia sarda del Novecento e Sculturedella Sardegna nuragica(1966).

    Il nuovo incarico (dal 1 dicembre 1954) di Antichit Sarde gli consent di vin-cere la cattedra presso la Facolt di Lettere cagliaritana, che ricopr prima come

    * La nota biografica, curata da A. Mattone, tratta dal volume di G. Lilliu, La costante resistenzia-le sarda, Nuoro, Ilisso, 2002.

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    1990 il riconoscimento pi prestigioso socio nazionale dellAccademia deiLincei di Roma. Dal 1989 professore emerito della Facolt di Lettere e Filo-sofia di Cagliari. Dal 1966 commendatore al merito della Repubblica Italiana,ha ottenuto il 2 giugno 1967 il diploma di prima classe di benemerito della scuo-la, della cultura e dellarte.

    Dal 1994 Lilliu decisamente schierato su posizioni progressiste e di cen-tro-sinistra ed impegnato, come presidente onorario della Fondazione Sardi-nia, nelle attivit tese alla valorizzazione della cultura e della identit autonomi-

    stica dei Sardi. Vive e lavora a Cagliari, continua a coltivare gli studi storici earcheologici, e interviene regolarmente sul quotidiano La Nuova Sardegnasuitemi di attualit politica, civile e culturale.

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    Nota biografica

    professore straordinario, dal 15 dicembre 1955 al 14 dicembre 1958, e poi comeprofessore ordinario dal 15 dicembre 1958 alla sua andata fuori ruolo il 1 novem-bre 1984. Lilliu ha ricoperto numerose cariche accademiche: preside della Facoltdi Lettere per ben diciannove anni (dal 1959 al 1967, dal 1969 al 1978); direttoredellIstituto di Antichit, Archeologia e Arte e del Corso di perfezionamento in

    Archeologia e Storia dellArte dal 1969 al 1983; membro del Consiglio dammini-strazione e dal 1979 al 1989 presidente della Commissione dAteneo. Dal 1970 al1989 ha insegnato nella Scuola di specializzazione in Studi Sardi, di cui stato

    animatore e direttore per diversi anni (nel 1979-82, nel 1984-87, nel 1988-89).Dal 1955 ha diretto la rivista, dellIstituto e poi della Scuola, Studi Sardi. Dal1983 dirige il Nuovo Bullettino Archeologico Sardo.

    Accanto allattivit scientifico-accademica, Lilliu ha svolto unintensa mili-tanza politica, sin dagli anni universitari romani, nelle fila dellAzione Cattolicae della FUCI e poi, dopo il rientro cagliaritano del 1943, della Democrazia Cri-stiana, di cui stato consigliere e assessore nellAmministrazione Provinciale diCagliari. Cattolico democratico e antifascista, schierato con la sinistra democri-stiana, Lilliu stato consigliere regionale dal 1969 al 1974, consigliere comunaledi Cagliari dal 1975 al 1980. Ha svolto anche unintensa attivit pubblicistica sutemi politici, sociali e culturali, collaborando sia alle riviste e ai giornali del do-poguerra, da Riscossaa Il Corriere dellIsola, Il Corriere di Sardegna, Il Convegno,sia a quelli degli anni della Rinascita, come Autonomia Cronachee Rinascita

    Sarda, sia ai periodici pi impegnati sui temi dellidentit, come Il popolo sar-do. Collaboratore de LUnione Sarda a cominciare dal 1947, dal 1994 Lilliu collaboratore stabile de La Nuova Sardegna. Diversi suoi articoli sono stati pub-blicati da quotidiani nazionali e stranieri, come Il Giornale dItalia, Il Corrieredella Sera, il francese Le Monde.

    Lilliu stato sempre impegnato nella difesa dei beni culturali e ambientali del-la Sardegna dalla speculazione e dal degrado, sostenendo la necessit di un passag-gio di competenze in questo settore dallo Stato alla Regione Autonoma: dal 1975al 1980 stato componente del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali e Ambien-tali e membro del Comitato di settore archeologico presso il Ministero per i BeniCulturali e Ambientali. Dal 1976 al 1986 stato presidente del Comitato Stato-Regione per i Beni Culturali e Ambientali. Il 1 aprile 1985 stato nominato presi-dente dellIstituto Superiore Regionale Etnografico con sede a Nuoro.

    Negli ultimi decenni, Lilliu ha continuato ad occuparsi della preistoria sarda lultima sua corposa monografia,Arte e religione della Sardegna prenuragica, stata pubblicata nel 1999 , delle antichit puniche e romane e dellarcheologiaaltomedioevale, ma affrontando spesso anche tematiche di antropologia cultu-rale, di sociologia e di lingua sarda. Dal 1975 al 1985 ha ripreso inoltre lattivi-t di scavo archeologico (Fonni: localit Madau, Bidistili, Logomakeecc.). Dal1953 socio corrispondente dellIstituto Archeologico Germanico in Roma,dal 1956 socio dellIstituto di Studi Etruschi di Firenze, dal 1964 socio onora-rio della Sociedad Arqueolgica Lulliana di Palma di Maiorca e, infine, dal

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    Nota bibliografica

    1937

    Scoperta di una tomba in localit Bau Marcusa ed altre tracce archeologiche inBarumini (Cagliari), in Studi Sardi, III (1936), 1937, pp. 147-155.

    1939

    Barumini. Necropoli, pagi, ville rustiche romane, in Notizie degli Scavi, XV, serieVI, 1939, pp. 370-380.

    1940

    Alcuni monumenti preistorici di Siniscola (Nuoro), in Studi Sardi, IV, 1940,pp. 14-24.

    Gesturi. Tombe di giganti in regione Ollastedu e Scusorgiu e sepolture dellet delferro in contrada Nerbonis, in Notizie degli Scavi, I, serie VII, 1940, pp. 234-238.

    Il villaggio punico-romano e la chiesa di S. Pantaleo di Bangius (Barumini), in

    Studi Sardi, IV, 1940, pp. 25-30.Setzu. Domus de janas di Domu sOrku e nuraghi alle falde della Giara, in No-tizie degli Scavi, I, serie VII, 1940, pp. 239-247.

    Siddi. Tomba romana imperiale in contrada Is Arroccas di Codinas, in Notiziedegli Scavi, XV, serie VI, 1940, pp. 251-254.

    Tharros. Ceramiche puniche di varia epoca, in Notizie degli Scavi, XV, serie VI,1940, pp. 247-251.

    Un monumento del primo 600: il palazzo apata di Barumini, in Studi Sardi,IV, 1940, pp. 149-152.

    1941

    Architettura civile sei-settecentesca in Marmilla, in Studi Sardi, V, 1941, pp.

    165-187.Siddi. Su Pranu di Siddi e i suoi monumenti preistorici, in Notizie degli Scavi,II, serie VII, 1941, pp. 130-163.

    Siniscola (Nuoro). Ricerca e scavi, in Notizie degli Scavi, XVI, serie VI, 1941,pp. 164-171.

    1942

    Appunti sulla cronologia nuragica, in Bollettino di Paletnologia Italiana, V-VI,1941-42, pp. 143-177.

    Bronzi preromani in Sardegna, in Bollettino di Paletnologia Italiana, V-VI, 1941-42, pp. 179-196.

    1943

    Recensione di A. Taramelli, Nuraghe Santu Antine in territorio di Torralba-Sassari,Monumenti Antichi dei Lincei, XXXVIII, 1939, in Bollettino di Paletnologia Ita-liana, V-VI, 1943, pp. 141-144.

    Vestigia preistoriche in territorio di Siniscola (Nuoro), in Bollettino di Paletnolo-

    gia Italiana, VII, 1943, pp. 97-102.1944

    Barumini. Nuovi Scavi nella necropoli romana di Siali di Sotto; tombe romanein localit Molinu, in Notizie degli Scavi, IV, serie VII, 1944, pp. 182-187.

    Gergei (Sardegna). Villaggio nuragico di Su Iriu, in Notizie degli Scavi, IV, serieVII, 1944, pp. 166-170.

    Las Plassas (Cagliari). Villaggio preistorico di Su Pranu, il gruppo preistorico diSimaxi e nuraghi e tombe megalitiche del falsopiano di Pauli, in Notizie degli Sca-vi, IV, serie VII, 1944, pp. 170-182.

    Le stele puniche di Sulcis (Cagliari), inMonumenti Antichi dei Lincei, XL, 1944,coll. 293-418.

    Setzu. Tomba romana in localit Bingia Molinu, in Notizie degli Scavi, IV, serieVII, 1944, p. 188.

    1945

    Alla Consulta un archeologo, in Corriere di Sardegna, 26 settembre 1945.

    Bronzi figurati paleosardi esistenti nelle collezioni pubbliche e private non insula-ri, in Studi Sardi, VI (1944), 1945, pp. 23-41.

    Orzo carbonizzato di duemila anni fa, in LAgricoltura Sarda, XXII, n. 4, dicem-bre 1945, pp. 81-82.

    Rapporti fra la civilt nuragica e la civilt fenicio-punica in Sardegna, in StudiEtruschi, XVIII (1944), 1945, pp. 323-370.

    1946

    Barumini (Cagliari). Saggi stratigrafici presso i nuraghi di Su Nuraxi e Marfudi;vicus di S. Lussoriu e necropoli romana di Su Luargi, in Notizie degli Scavi, VII,serie VII, 1946, pp. 175-207.

    Le scoperte e gli scavi paletnologici in Italia durante la guerra (Sardegna), in Ri-vista di Scienze Preistoriche, I, 1946, pp. 104-107.

    Necrologi (Ugo Rellini), in Rivista di Scienze Preistoriche, I, 1946, pp. 131-133.

    Sardegna: isola anticlassica, in Il Convegno, n. 10, ottobre 1946, pp. 9-11.

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    Las Plassas (Cagliari). Ritrovamento di tombe di epoca romana, in localit Su Ac-cu e sEna, in Notizie degli Scavi, XXVII, 1949, pp. 284-286.

    Necrologio (Salvatore Pittalis), in Studi Sardi, IX, 1949, pp. 597-598.

    Nurallao (Nuoro). Ripostiglio di monete imperiali romane, rinvenuto in contra-da imprecisata del territorio, in Notizie degli Scavi, XXVII, 1949, pp. 301-308.

    San Gavino Monreale (Cagliari). Scoperta di tombe romane in localit GibaOnida, in Notizie degli Scavi, XXVII, 1949, pp. 275-284.

    Sculture della Sardegna nuragica, Venezia, Alfieri, 1949, pp. 42, tavv. LXVIII (incollab. con G. Pesce).

    1950

    Scoperte e scavi di antichit fattisi in Sardegna durante gli anni 1948 e 1949, inStudi Sardi, VIII-IX (1948-49), 1950, pp. 392-559.

    1951

    Preistoria sarda e civilt nuragica, in Il Ponte, settembre-ottobre 1951, pp.983-988.

    1952

    Modellini bronzei di Ittireddu e Olmedo (nuraghi o altiforni?), in Studi Sardi,X-XI (1950-51), 1952, pp. 67-120.

    Necrologi (C. Albizzati, G. Patroni, M. Varsi), in Studi Sardi, X-XI (1950-1951), 1952, pp. 602-609.

    Recensione di G. Serra, Scritti vari di glottologia sarda, in Studi Sardi, X-XI(1950-51), 1952, pp. 579-594.

    Sardisch-nuragische Bronzestatuetten, in Du, Zrich, 7 luglio 1952.

    1953

    Bronzetti nuragici da Terralba (Cagliari), inAnnali delle Facolt di Lettere, Filoso-fia e Magistero dellUniversit di Cagliari, XXI, 1953, pp. 3-94.

    I nuraghi della Sardegna, in Le vie dItalia, LIX, n. 10, ottobre 1953, pp. 1289-1297.

    1955

    I nuraghi della Sardegna, in Nuovo Bollettino Bibliografico Sardo, I, n. 4, 1955,pp. 4-6.

    Il nuraghe di Barumini e la stratigrafia nuragica, in Studi Sardi, XII-XIII (1952-54), 1955, pp. 90-469.

    Nuraghi e Bronzetti, in Lillustrazione italiana, fasc. speciale (Sardegna), Natale1955, p. 31.

    Pensieri sulla Sardegna, in Studi Sardi, XII-XIII (1952-54), 1955, pp. 7-20.

    31

    Nota bibliografica

    Siddi (Cagliari). Tesoretto monetale in regione Tradoriu, in Notizie degli Scavi,XXV, serie VI, 1946, pp. 206-209.

    1947

    Attivit dellIstituto per gli Studi Sardi, in Studi Sardi, VII, 1947, pp. 323-326.

    Barumini (Cagliari). Tomba di epoca romana in localit Sanzianu, in Notiziedegli Scavi, XXV, serie VI, 1947, pp. 325-327.

    Carbonia (Cagliari). Scoperta di tombe romane in localit Campo Frassoi, Cabu

    dAcquas, Sa Cresiedda ed altre tracce archeologiche del Sulcis, in Notizie degliScavi, XXV, serie VI, 1947, pp. 312-325.

    Dorgali (Nuoro). Villaggio nuragico di Serra Orrios. Impressioni ed osservazio-ni, in Studi Sardi, VII, 1947, pp. 241-243.

    Gergei (Nuoro). Tomba di epoca romana in localit Prabazzedda, in Notizie de-gli Scavi, XXV, serie VI, 1947, pp. 327-330.

    Notiziario, in Rivista di Scienze Preistoriche, II, 1947, pp. 335-336.

    Notiziario Archeologico (1940-1946), in Studi Sardi, VII, 1947, pp. 247-263.

    Notiziario Bibliografico Sardo (1940-1946), in Studi Sardi, VII, 1947, pp. 267-320.

    Per la topografia di Biora (Serri-Nuoro), in Studi Sardi, VII, 1947, pp. 27-104.1948

    Avvenimenti culturali, in Studi Sardi, VIII, 1948, pp. 455-460.

    Dun candelabro paleosardo del Museo di Cagliari, in Studi Sardi, VIII, 1948,pp. 5-42.

    Necrologi (G. Clemente, P.M. Cossu, A. Imerani), in Studi Sardi, VIII, 1948,pp. 461-465.

    Notiziario Archeologico (1947), in Studi Sardi, VIII, 1948, pp. 412-431.

    Notiziario Bibliografico Sardo 1947 (e Appendice 1940-1946), in Studi Sardi,VIII, 1948, pp. 359-411.

    Recensioni (W.F. Albright, V. Bertoldi, P. Cintas), in Studi Sardi, VIII, 1948, pp.438-454.

    Tracce puniche nella Nurra, in Studi Sardi, VIII, 1948, pp. 318-327.

    Uno scavo ignorato dal Dott. Ferruccio Quintavalle nella tomba di giganti diGoronna a Paulilatino (Cagliari), in Studi Sardi, VIII, 1948, pp. 43-72.

    1949

    Galtell (Nuoro). Ripostiglio di monete imperiali rinvenuto in localit Sa Turrit-ta, in Notizie degli Scavi, XXVII, 1949, pp. 286-301.

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    1960

    I nuraghi, in Il progresso della Sardegna, Cagliari, 1960.

    La facies nuragica di Monte Claro (sepolcri di Monte Claro e Sa Duchessa-Ca-gliari e villaggi di Enna Pruna e Su Guventu-Mogoro), in Studi Sardi, XVI,1960, pp. 3-266 (in collab. con M.L. Ferrarese Ceruti).

    Primi scavi del villaggio talaiotico di Ses Passes (Art-Maiorca), in Rivista dellIsti-tuto Nazionale dArcheologia e Storia dellArte, n.s., IX, 1960, pp. 5-73.

    1962Due navicelle di bronzo protosarde in collezioni private, in Studi Sardi, XVII(1959-61), 1962, pp. 260-269.

    I nuraghi. Torri preistoriche di Sardegna, Cagliari, La Zattera, 1962.

    La missione archeologica italiana nelle Baleari, inArchivio Storico Sardo, XXVIII,1962, pp. 300-302.

    Las nuragas, inAmpurias, XXIV (1959), 1962, pp. 67-120.

    Mediterranei occidentali antichi centri, in Enciclopedia Universale dellArte, vol.VIII, Roma, 1962, coll. 1013-1026.

    Storiografia nuragica dal XVI secolo al 1840, inArchivio Storico Sardo, XXVIII,1962, pp. 255-276.

    1963Fonti artistiche delleconomia protosarda, in Economia e storia, Milano, X, 1,gennaio-marzo 1963, pp. 153-156.

    Il nuraghe della Giara, la dimora borghese di un reuccio pastore, in Sardegna og-gi, II, n. 19, 1-15 febbraio 1963, pp. 10-12.

    La civilt dei Sardi dal Neolitico allet dei nuraghi, Torino, ERI, 1963.

    La triste penombra delle domus de janas, in Tuttitalia (Sardegna), Firenze, San-soni, 1963, pp. 53-59.

    Nuraghe, in Enciclopedia italiana, XXV, Roma, 1963, pp. 81-83.

    Religione della Sardegna nuragica, inAtti del Convegno di Studi Religiosi Sardi(Cagliari, 24-26 maggio 1962), Padova, 1963, pp. 1-14.

    1964Cenno sui pi recenti scavi del villaggio talaiotico di Ses Passes ad Art-Maiorca(Baleari), in Studi Sardi, XVIII (1962-63), 1964, pp. 22-52.

    1965

    Apporti pirenaici e del Midi alle culture sarde della prima et del Bronzo, in Se-parata de arquitectura megalitica y ciclopea catalano-balear, 1965, pp. 71-88.

    La Sardegna nel II millennio a.C., in Rivista Storica Italiana, LXXVII, 1965, pp.358-420.

    33

    Nota bibliografica

    1956

    I nuraghi della Sardegna, in Realt Nuova, n. 9, 1956.

    Sculture della Sardegna nuragica, Cagliari, La Zattera, 1956.

    1957

    Archeologia sarda, in Il Convegno, 10, n. 12, dicembre 1957, p. 5.

    Religione della Sardegna prenuragica, in Bollettino di Paletnologia Italiana, XI,1957, pp. 7-96.

    1958

    A thousand years of prehistoric Sardinia: the nuraghe of Barumini and its village.A recent large-scale excavation, in The illustrated London news, March 8, 1958.

    Barumini, in Enciclopedia dellarte antica, classica e orientale, vol. I, Roma, 1958,pp. 982-984.

    Ciottolo inciso prenuragico dalla grotta sarda di San Michele di Ozieri-Sassari,inArcheologia classica, X, 1958, pp. 183-193.

    Nuovi templi a pozzo della Sardegna nuragica, in Studi Sardi, XIV-XV (1955-57), 1958, pp. 197-288.

    Vasettino prenuragico di Mannias (Mogoro-Cagliari), in Studi Storici in onore diFrancesco Loddo Canepa, Firenze, 1958, pp. 237-267.

    1959

    Betilo, in Enciclopedia dellarte antica, classica e orientale, vol. II, Roma, 1959, pp.72-75.

    Cuoiai o pugilatori? A proposito di tre figurine protosarde, in La parola del pas-sato, LXVII, 1959, pp. 294-304.

    Dei nuraghi della Sardegna, in Il Convegno, gennaio 1959, pp. 5-9.

    Larcipelago nella preistoria e nellantichit classica, in Ricerche sullarcipelago de LaMaddalena, inMemorie della Societ Geografica Italiana, XXV, 1959, pp. 197-266.

    Le conversazioni. Missione archeologica a Maiorca, Rotary internazionale, 188 di-stretto, club di Cagliari, 1959.

    Missione archeologica a Maiorca, in Realt Nuova, n. 12, 1959.

    Primi scavi del villaggio talaiotico di Ses Passes (Art-Maiorca), inAnnali delleFacolt di Lettere, Filososofia e Magistero dellUniversit di Cagliari, XXVII, 1959,pp. 33-74 (in collab. con F. Biancofiore).

    The Nuraghi of Sardinia, inAntiquity, XXXIII, March 1959, pp. 32-38, pl.VII-VIII.

    The Proto-Castles of Sardinia, in Scientific American, December 1959.

    Trulla. Cupola in Sardegna, inArchivio Storico Sardo, XXVI, 1959, pp. 509-522.

    32

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    Rapporti architettonici sardo-maltesi e balearico-maltesi nel quadro dellipogei-smo e del megalitismo, inAtti del XV Convegno di Storia dellarchitettura (Malta,11-16 settembre 1967), Roma, 1970, pp. 99-172.

    1971

    La costante resistenziale sarda, Cagliari, Stef, 1971, pp. 41-56.

    Navicella di bronzo protosarda da Gravisca, in Notizie degli Scavi, XXV, serieVIII, 1971, pp. 289-299; anche inAtti dellAccademia dei Lincei, CCCLXVIII, e

    in Studi Sassaresi, serie III, 1971.1972

    Cultura prevalente e cultura alternativa popolare nella Regione sarda, in Culturae politica, II, Cagliari, Fossataro, 1972, pp. 3-25.

    Resoconto di mezza legislatura, Sassari, Gallizzi, 1972.

    1973

    Il diavolo in Sardegna, Cagliari, Stef, 1973.

    Lambiente nuorese nei tempi della prima Deledda, in Studi Sardi, XXII (1971-72), 1973, pp. 753-783.

    Tripode bronzeo di tradizione cipriota dalla grotta Pirosu-Su Benatzu di Santadi(Cagliari), in Estudios dedicados al Profesor Dr. Luis Pericot, Barcelona, Universi-

    dad de Barcelona, Insituto de Arqueologa y Prehistoria, 1973, pp. 283-307.1975

    Antichit nuragiche nella diocesi di Ales, in La diocesi di Ales-Usellus-Terralba,aspetti e valori, Cagliari, Fossataro, 1975, pp. 133-161.

    Lindagine del Consiglio regionale della Sardegna e linchiesta del Parlamento ita-liano sui problemi di criminalit in Sardegna, in Studi Sardi, XXIII (1973-74),1975, pp. 443-469.

    Questioni di Sardegna, Cagliari, Fossataro, 1975.

    Un giallo del secolo XIX in Sardegna. Gli idoli sardo-fenici, in Studi Sardi,XXIII (1973-74), 1975, pp. 313-363.

    1977

    Dal betilo aniconico alla statuaria nuragica, in Studi Sardi, XXIV (1975-76),1977, pp. 73-144.

    Il sacco di Cagliari, il depuratore a Molentargius, Cagliari, edizioni 3T, 1977.

    Sardinien, Mnchen, 1977 (in collab. con Tet Arnold Von Borsig e D. Fisher).

    1978

    Attivit della scuola di specializzazione di studi sardi, relazioni e documenti, inStudi Sardi, XXIV (1975-77), 1978, pp. 731-770.

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    Nota bibliografica

    Sanluri nellantichit, in Sanluri terra e lori, Cagliari, Tipografia S.P.S., 1965,pp. 23-25.

    1966

    Apporti pirenaici e del Midi alle culture sarde della prima et del Bronzo, in Stu-di Sardi, XIX (1964-65), 1966, pp. 36-58.

    Larchitettura nuragica, inAtti del XIII congresso di Storia dellArchitettura (Caglia-ri, 6-12 aprile 1963), vol. I, Roma, Centro di studi per la Storia dellArchitettura,

    1966, pp. 17-92.Sarda Arte, in Enciclopedia dellarte antica, classica e orientale, VII, 1966, pp.40-44.

    Sculture della Sardegna nuragica, Cagliari, La Zattera, 1966.

    Sviluppo e prospettive dellarcheologia in Sardegna, in Studi Sardi, XIX (1964-65), 1966, pp. 3-35.

    1967

    Al tempo dei nuraghi, in La societ in Sardegna nei secoli, Torino, ERI, 1967, pp.7-31.

    Frhe Randkulturen des Mittelmeerraumes. Korsika, Sardinien, Balearen, Iberische Hal-binsel, Baden Baden, 1967 (in collab. con H. Schubart; introduz. di J. Thimme).

    La civilt dei Sardi dal Neolitico allet dei nuraghi, Torino, ERI, 1967 (aggiorna-mento delledizione del 1963).

    1968

    Civilt Mediterranee. Corsica, Sardegna, Baleari, Gli Iberi, Milano, Il Saggiatore,1968 (in collab. con H. Schubart).

    Il dolmen di Motorra (Dorgali-Nuoro), in Studi Sardi, XX (1966-67), 1968,pp. 74-128.

    La degradazione storica della societ barbaricina, in Autonomia Cronache, 2,1968, pp. 27-40.

    Rapporti fra la cultura torreana e aspetti pre e protonuragici della Sardegna, inStudi Sardi, XX (1966-67), 1968, pp. 3-47.

    1969

    Zone interne e interventi esterni, Cagliari, Stef, 1969, pp. 3-15.

    1970

    Civilisations anciennes du bassin Mditerranen. Corse, Sardaigne, Balares, Les Ibres,Paris, Michel, 1970 (in collab. con H. Schubart).

    Civilisations anciennes du bassin Mditerranen. Les Cyclades, Chypre, Malte, la Syrieancienne, Paris, Michel, 1971 (in collab. con J. Thimme, P. Astrom e J. Vesner).

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    Il Paleolitico e il Neolitico, in Storia dei Sardi e della Sardegna, I, Milano, JacaBook, 1988, pp. 41-68.

    La bella Et del Bronzo, in Storia dei Sardi e della Sardegna, I, Milano, Jaca Book,1988, pp. 83-110.

    La civilt dei Sardi dal Paleolitico allet dei nuraghi, Torino, Nuova ERI, 1988 (ag-giornamento delledizione del 1967).

    La crescita delle aristocrazie: let del Ferro, in Storia dei Sardi e della Sardegna,

    I, Milano, Jaca Book, 1988, pp. 111-127.Nuova ricchezza e nuovo potere, in Storia dei Sardi e della Sardegna, I, Milano,

    Jaca Book, 1988, pp. 69-82.

    Recensione de I Catalani in Sardegna(a cura di J. Carbonell e F. Manconi), Mila-no, 1984, in Studi Sardi, XXVII (1986-87), 1988, pp. 503-524.

    Recensione de Le opere e i giorni. Contadini e pastori(a cura di G. Angioni e F.Manconi), Milano, 1982, in Studi Sardi, XXVII (1986-87), 1988, pp. 525-529.

    Solitudine come crocevia, in Lumana avventura, Milano, Jaca Book, primavera1988.

    Su Nuraxi di Barumini, Sassari, Carlo Delfino, 1988 (in collab. con R. Zucca).

    1989

    Introduzione, in L. Porru, R. Serra, R. Coroneo, SantAntioco. Le catacombe, lachiesa martyrium, i frammenti scultorei, Cagliari, Stef, 1989, pp. 7-12.

    La Sardegna preistorica e le sue relazioni esterne, in Notiziario dellUniversit diCagliari, Cagliari, 1989, pp. 43-59; anche in Studi Sardi, XXVIII (1988-89),1989, pp. 11-36.

    Lineamenti di cultura materiale dal Neolitico allAlto Medioevo, in Il Museo Ar-cheologico di Cagliari, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi, 1989, pp. 21-30.

    Meana dalle origini allalto medioevo, in Meana, matrici e tradizioni, Cagliari,1989, pp. 29-100.

    Monumenti della religiosit della Sardegna preistorica, in Religiosit, teologia edarte. Convegno di studio della Pontificia Facolt Teologica della Sardegna (Cagliari,

    27-29 marzo 1987), Roma, Citt Nuova, 1989, pp. 25-32.Origine e storia del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, in Il Museo Ar-cheologico di Cagliari, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi, 1989, pp. 11-20.

    Recensione de Larcheologia romana e altomedievale nellOristanese, Taranto,1984, in Studi Sardi, XXVIII (1988-89), 1989, pp. 545-568.

    Relazione di apertura, in La cultura di Ozieri, problematiche e nuove acquisizioni.Atti del I Convegno di studio (Ozieri, gennaio 1986-aprile 1987), a cura di L. Cam-pus, Ozieri, 1989.

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    Nota bibliografica

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    Le lingue emarginate e i mezzi di informazione, in Sardegna Autonomia, ottobre-dicembre 1986, pp. 17-24.

    Le miniere dalla preistoria allet tardo-romana, in Le miniere e i minatori dellaSardegna, a cura di F. Manconi, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi, 1986, pp. 7-18.

    Per il catalogo archeologico dei villaggi e delle chiese rurali abbandonati in Sarde-

    gna, inArchivio Storico Sardo, XXXV, 1986, pp. 145-168.Recensione di S. Tin, Passo di Corvo e la civilt neolitica del Tavoliere, Genova1983, in Studi Sardi, XXVI (1981-85), 1986, pp. 361-368.

    Societ ed economia nei centri nuragici, in Un millennio di relazioni fra la Sarde-gna e i paesi del Mediterraneo. Atti del I Convegno di studi(Selargius-Cagliari, 29-30novembre 1985), Cagliari, Stef, 1986, pp. 77-87.

    Tomba di giganti a Preiganti (Gergei-Nuoro), in Studi Sardi, XXVI (1981-85),1986, pp. 51-61.

    1987

    In diretta dai nuraghi, intervista a Giovanni Lilliu (A. Paracchini), TC, 29 marzo-4aprile 1987.

    Inseguendo il sogno di riconquistare il mare, in Sardegna Autonomia, n.s., XIII,gennaio-febbraio 1987, pp. 17-32.

    La Sardegna tra il II e il I millennio a.C., in Un millennio di relazioni fra la Sar-degna e i paesi del Mediterraneo. Atti del II Convegno di studi (Selargius-Cagliari,1986), Cagliari, 1987, pp. 13-32.

    Lautonomia dimenticata, in Rinascita Sarda, 10, ottobre 1987.

    Museo Italia. La pi grande Mostra darte allaria aperta. Sardegna, Milano, A. Cur-cio, 1987, pp. 218-229.

    Nella societ nuragica linvalido non veniva emarginato, in Notiziario provincialedellinvalido civile, Cagliari, dicembre 1986-aprile 1987, pp. 8-9.

    Per una rappresentazione dinamica della cultura popolare sarda, in Il museo etno-

    grafico di Nuoro, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi, 1987, pp. 11-20.Riconquistare la libert, intervista a Giovanni Lilliu (F. Casula), in Citt quartie-re, maggio 1987.

    Ricordo di Ferruccio Barreca, in Quaderni della Soprintendenza archeologica perle province di Cagliari e Oristano, 4, 1987, pp. 16-18.

    1988

    Eredit delle origini. Per una storia dellidentit, in La Sardegna, 3, 1988, pp.19-22.

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    Recensione diAmpsicora e il territorio di Cornus, Taranto, 1988, in Studi Sardi,XXIX (1990-91), 1991, pp. 557-560.

    Recensione di L. Porru, R. Serra, R. Coroneo, SantAntioco. Le catacombe. Lachiesa martyrium. I frammenti scultorei, Cagliari, Stef, 1989, in Studi Sardi, XXIX(1990-91), 1991, pp. 564-569.

    Recensione di Sancti innumerabilis. Scavi nella Cagliari del Seicento: testimonianzee verifiche, Oristano, SAlvure, 1989, in Studi Sardi, XXIX (1990-91), 1991, pp.

    561-564.Recensione di Sassari. Le origini, Sassari, Gallizzi, 1989, in Studi Sardi, XXIX(1990-91), 1991, pp. 570-581.

    Ricordo di Raffaello Delogu, in Studi Sardi, XXIX (1990-91), 1991, pp. 545-548.

    Sulla coralit di ispirazione popolare, in Lannuario sardo. Rivista di storia, arte etradizioni, 1990-91, pp. 45-51.

    1992

    Ancora una riflessione sulle guerre cartaginesi per la conquista della Sardegna, inAtti dellAccademia Nazionale dei Lincei, Rendiconti, serie IX, 3, Roma, 1992, pp.17-35.

    Collezionismo etnografico in Sardegna, in Sardegna antica. Culture mediterranee,

    Nuoro, La Poligrafica Solinas, 1992, pp. 30-32, 37.Conclusione e saluto, in La Sardegna nel Mediterraneo tra il Bronzo medio e ilBronzo recente (XVI-XIII secolo a.C.). Atti del III Convegno di studi: Un millennio direlazioni fra la Sardegna e i Paesi del Mediterraneo (Selargius-Cagliari, 19-22 no-vembre 1987), Cagliari, Della Torre, 1992, pp. 639-647.

    Doro Levi e larcheologia della Sardegna, inMNHMEION. Ricordo triestino diDoro Levi. Atti della giornata di studio (Trieste, 16 maggio 1992), Roma, Quasar,1992, pp. 131-146.

    Isole del Mediterraneo occidentale: specificit e relazioni socio-culturali durante itempi della preistoria e della protostoria, inX Jornades dEstudios histricos locals.La Prehistria de les Illes de la Mediterrnia occidental (Palma de Mallorca del 29 al31 doctubre de 1991), Palma de Mallorca, Grfiques Miramar, 1992, pp. 21-46.

    La figura e lopera di Piero Meloni, in Sardinia antiqua. Studi in onore di PieroMeloni in occasione del suo settantesimo compleanno, Cagliari, Della Torre, 1992,pp. 13-28.

    Larchitettura nuragica, in Scienza dei materiali e beni culturali. Esperienze e pro-spettive nel restauro delle costruzioni nuragiche, Atti del Convegno (Cagliari, 11 di-cembre-Villanovaforru, 12 dicembre 1990), Cagliari, Stef, 1992, pp. 1-7.

    Memoria di Barumini, in Insieme, Barumini, 1992, pp. 9-13.

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    Nota bibliografica

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    1990

    I musei regionali, inMusei locali e musealizzazione delle aree archeologiche: proble-matiche di gestione e figure professionali, in Quaderni della Soprintendenza archeolo-

    gica per le provincie di Cagliari e Oristano, 7, 1990, supplemento, pp. 5-8.

    Prefazione, in Nicola Tiole: Album di costumi sardi riprodotti dal vero (1819-1826), Nuoro, Istituto Superiore Regionale Etnografico, 1990, pp. 5-7.

    Prefazione e La questione nazionale sarda, in G. Contu, La questione nazionalesarda, Quartu SantElena, Alfa, 1990, pp. 9-15, 191-194.

    Premio letterario Marmilla Mogoro, in Antologia di poesia e prosa in linguasarda e italiana, Mogoro, La Tipografia Mogorese, 1990, pp. VII-XI.

    Sopravvivenze nuragiche in et romana, in LAfrica Romana. Atti del VII Conve-gno di studio (Sassari, 15-17 dicembre 1989), 7, Sassari, 1990, pp. 415-446.

    1991

    Ai padri sacri, in Sardegna, numero speciale a cura degli uffici P.R. dellItaltour,1991, pp. 4-10.

    Antonio Amore: venti anni di Sardegna, Oristano, SAlvure, 1991, pp. 5-8.

    Appunti per una storia del paese di Barumini (Cagliari), Sassari, Carlo Delfino,1991, pp. 3-15.

    Figli della pietra, in Comunit Montana n. 3-Gallura, 7, n. 3, Tempio, luglio-agosto 1991, pp. 16-28.

    Il grido di dolore di Giovanni Lilliu, inArcheologia viva, n.s., X, n. 22, settembre1991, pp. 74-78.

    La Sardegna e il mare durante let romana, in LAfrica Romana. Atti dellVIIIConvegno di studio (Cagliari, 14-16 dicembre 1990), 8, Sassari, 1991, pp. 661-694.

    Medicina in Sardegna durante let romana, in Scritti in onore di Ugo Carcassi,Cagliari, Universit di Cagliari, 1991, pp. 206-208.

    Prefazione, in In nome del pane. Forme, tecniche, occasioni della panificazione tra-

    dizionale in Sardegna, Sassari, Carlo Delfino, 1991, pp. 7-10.Presentazione, in M. Medde, Il senso del cammino, Ghilarza, 1991, pp. 1-6.

    Quel demiurgo Sardus Pater. Una testimonianza epistolare sulla salvaguardiadei beni culturali nellisola, in E. Lussu, Una leggenda sullaltipiano, in La Citt.Periodico di cultura e arte, II, nn. 3-4, 1991, pp. 61-72.

    Recensione dei Quaderni della Soprintendenza archeologica per le province di Ca-gliari e Oristano, I-II, n. 4, 1987, in Studi Sardi, XXIX (1990-91), 1991, pp.551-556.

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    1996

    Bicentenario dei moti di liberazione del 1796. Leffimero trionfo dellAngioy, inIl Popolo sardo. Rivista bimestrale della Sardegna, II, n. 2, maggio-giugno, 1996, pp.27-35.

    La lingua sarda: problemi e prospettive, inAttoppus cun sa lingua e sa cultura deSardigna, Dolianova, Grafica Parteolla, 1996, pp. 17-24.

    Sardegna anticlassica, in Societ sarda. Periodico di Nuovo impegno, 3 quadrime-

    stre, Quartu SantElena, Castello, 1996, pp. 68-74.Uomo e ambiente in Sardegna nel percorso storico, in Studi Sardi, XXX (1992-1993), Cagliari, 1996, pp. 5-19.

    1997

    Due statuine in bronzo di et nuragica dalla localit di Agrani-Nurallao (No-ro), in Alle soglie della classicit. Il Mediterraneo tra tradizione e innovazione.Studi in onore di Sabatino Moscati, a cura di E. Acquaro, Pisa-Roma, 1997, pp.833-841.

    Il manoscritto Gilj e gli idoli sardo-fenici, in Le Carte dArborea. Falsi e Falsarinella Sardegna del XIX secolo, a cura di L. Marrocu, Cagliari, AM&D, 1997, pp.287-300.

    Il Mediterraneo fra passato e presente, in Pastorizia e politica mediterranea. Attidel XIX Seminario per la cooperazione mediterranea (Cagliari, 14-15 novembre1997), a cura di F. Nuvoli, R. Furesi, Cagliari, Tema, 1997, pp. 25-33.

    La grande statuaria nella Sardegna nuragica, in Atti dellAccademia dei Lincei,Memorie, IX, serie IX, fasc. 3, Roma, 1997, pp. 284-385, tavv. I-XXXVI.

    Pesca e raccolta dalla preistoria allet romana, in Pesca e pescatori in Sardegna.Mestieri del mare e delle acque interne, a cura di G. Mondardini, Cinisello Balsamo,Amilcare Pizzi, 1997, pp. 15-27, figg. 1-20.

    Presentazione, in La cultura di Ozieri. La Sardegna e il Mediterraneo nel IV e IIImillennio a.C. Atti del II Convegno di studio (Ozieri, 15-17 ottobre 1990), a curadi L. Campus, Ozieri, Il Torchietto, 1997, pp. 9-12.

    Sa die de sa Sardigna, in Il popolo sardo. Rivista trimestrale della Sardegna, III, 2,

    aprile-giugno 1997, pp. 51-54.Sarda Arte, in Enciclopedia dellarte antica, classica e orientale, Supplemento II(1971-94), Roma, Istituto dellEnciclopedia Italiana, 1997, pp. 134-141, figg.166-176.

    Trentanni di lotta per la lingua sarda, in Lamarezza leggiadra della lingua. Attidel Convegno (Tonino Ledda e il movimento felibristico del premio di letteratura Cittdi Ozieri. Percorsi e prospettive della lingua materna nella poesia contemporanea) ,Ozieri, Il Torchietto, 1997, pp. 33-39.

    43

    Nota bibliografica

    Miti e rituali nella Sardegna preistori