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I mortacci sono vostri

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I mortaccisono vostri

CLASSIFICA DELLE

SALME FOTOGENICHEDieci suggerimenti moda per un decesso very glamour

by R. Fiore

10. Auguste Pinochet. Beniamina di certi poliziotti italiani, questa salma non si èmai distinta per la sua cordialità. Una personalità piena di idiosincrasie e di tutti ipeggiori vezzi da prima donna che, diciamolo francamente, hanno stancato giàdall’immediato dopo Greta Garbo. Alle esequie si è presentato con un vetro sullafaccia. In rapida discesa. Bye bye!

9. Ernesto Che Guevara. Se John Lennon l’avevafatta fuori dal vaso dicendo di voler diventare piùfamoso di Gesù, la scelta di farsi raffigurare come il

“Cristo Morto” delMantegna è unarovinosa caduta distile del quasisempre impecca-bile Che. Un per-sonaggio in calo dipopolarità in unaposa pretenziosa.In lenta ma inesorabile discesa.

8. La testa di Nick Berg. Non c'è niente di peggio di uno snuff con pretese arti-stiche! Comunque questo inutile filmato dal taglio rozzamente caravaggesco haportato alle luci della ribalta la prima web celebrity della storia ed ha messo anudo i meccanismi di uno show business sempre pronto a cooptare e disinnescarepersonaggi e tendenze sul nascere. Da ricordare (o meglio da dimenticare) la con-troversa intervista da Bruno Vespa a Porta a Porta che gli ha spalancato i cancellidi una ambigua ed effimera popolarità: dalle foto sui principali rotocalchi allapartecipazione alle sequenze più esilaranti di “Natale in Afghanistan”, come quellain cui un Christian De Sica perennemente in calore entra per sbaglio nella stanza

di una bella afghana nuda e sorpresodal marito di lei (un talebano vestitocome Sandokan che va in giro con unasciabola di un metro), fugge nudo per icorridoi dell’albergo coprendosil’erezione con la prima cosa che glicapita a tiro: la testa di Nick Berg chesbirciava appoggiata sul comodino.Stabile.

7. Michael Jackson. Sicuramente la più pimpantefra le salme nella Top Ten. La si vede cantare edanzare in uno stato di conservazione tutto som-mato buono nel bellissimo This is it. Aveva anco-ra molto da dare ai suoi fans e alla danza, nono-stante a ogni giravolta volasse via qualche pezzo.Il pene, distaccatosi accidentalmente mentre agi-tava il pacco a tempo è stato battuto all’asta dauna famosa casa d’aste newyorchese. Ad aggiu-dicarselo per la cifra di 56 milioni di dollari unricco magnate della finanza russo. Stabile.

6. Vladimir Il'ič Ul'janov per gli amiciLenin. Cosa si può dire su questasalma che non sia già stato detto daOliviero Diliberto? Stabile a metà clas-sifica da decenni, non riusciamo a lib-erarcene come un cartone di vecchieriviste che non leggiamo da anni mache non ci decidiamo a buttare o vesti-ti smessi comprati due mesi fa e poipassati di moda. I più complottisti fra isoliti ben-informatiavanzanol’ipotesiche la

salma che abbiamo conosciuto e amato in realtà siauna statua di cera. Potrebbe, a sorpresa e nonostantequesto, rivelarsi un leader del Partito Democraticomolto più credibile di quelli visti finora! Quandoriesumano Veltroni sale sempre di un paio diposizioni.

5. Benito Mussolini. Semplicemente l’uomo che inseg-nò agli italiani di terra, di mare e dell’aria (?!) la prat-ica della body suspension. Una salma la cui popolaritàè ultimamente in rapida salita.

4. Aldo Moro. In una cattiva vignetta de Il

male l'ex segretario della DC inginocchiatodavanti alla bandiera con lo stellone si scusa-va per la propria caduta di stile. In realtàstava dando alla luce il radical chic italiano.Un richiamo fuori dai ranghi per l’alta borgh-esia molto più potente di quello di JoeStrummer (e senza errori di ortografia): i ric-chi punkabbestia da sabato pomeriggio,senza neppure saperlo, devono tutto a ques-ta icona dal fascino scarmigliato. Uno scattoche è pietra fondante di tutta l’estetica diquella sinistra-destra che dagli anni Ottantain poi sempre più peso avrà per la nascita e il consolidamento del Pensiero UnicoDominante. A dire il vero però la classe non l'ha mai abbandonato: con la lungimi-ranza, il buon gusto di quando “borghese” non era un insulto e la sobrietà di chisignore è nato, ha legato indissolubilmente la propria immagine all’auto che rap-presenta tuttora il massimo insuperato del design automobilistico popolare anniSettanta. La sua salma è ricordata con tanto affetto anche per questa fortunatajoint venture.

3. Padre Pio. Quando il kitschdiventa cifra stilistica. Quando ilcattivo gusto è spinto talmente allimite da diventare chic. Come epiù dell’ultimo Elvis, Padre Pio hascardinato ogni regola delbuongusto. È grazie a Pio che oraSan Giovanni Rotondo ha la suaLas Vegas, un ecomostro imbotti-to d’oro come neanche la più pac-chiana delle ville dei camorristi èmai riuscita a osare. Una brutturaapparentemente senza logica che

apre nuove frontiere all’architettura. Per la prima volta l’orrido non è involontarioma prepotentemente ricercato, lo si chiamerà irrazio-nalismo italiano, ma sarannonecessari degli anni. Pio non si è smentito neanche quando ci ha lasciato, facen-dosi vendere a tranci ai numerosi visitatori che si accalcavano per banchettare sulsuo corpo, dimostrando, con un’umiltà che molti artisti concettuali molto menosofisticati non hanno, che se lui è trash, noi di certo non siamo da meno. Fra itanto a tributarli i giusti benché tardivi onori John Waters. In discesa.

2. Gesù di Nazareth. Un nome da calci-atore brasiliano ed una faccia da sur-fista californiano che è già icona, tantopervasiva da diventare logo. Moltoprima delle serigrafie di Warhol e leballerine di Aphex Twin! È e rimane uncapolavoro di marketing, benchécostruito su un falso storico. Ai fansinfatti non importa affatto che Gesùnon avesse né la qualità musicale né lapresenza scenica dei Pistols né chegran parte della farina venisse dalsacco del produttore Phil Spector(trala-sciando completamente la disas-trosa parentesi cinematografica, solo

Elvis è riu-scito a fare di peggio). Un personaggio finito nel mito per meriti cheesulano dalle sue capacità artistiche, in verità assai modeste (un destino comunea molti belli morti prematuramente, vedasi il caso di James Dean). Il suo lascitova cercato altrove: è stato l’indossatore che ha reinventato completamente il con-cetto di Sindone, portando per la prima volta in passerella il sudario confezionatocon tessuti decorati con la stampa del viso di chi lo indossa, un’idea apparente-mente semplice eppure geniale che solo chi ha una personalità talmente forte dasopravvivere alle proprie spoglie mortali poteva avere! Non “un” cadavere, ma“IL” cadavere, nel lavoro tuttora avanguardistico fatto sul corpo. La carne chediventa immagine, che diventa prodotto. La chiamano transustanziazione. Di quipasseranno tutti, da Malcom McLaren a David Bowie, dalle Spice Girls a LadyGaga. Perde il primo posto.

1. Giovanni Paolo II. È indubbia-mente lui la salma del momento. Isuoi comportamenti misogini e lesue esternazioni omofobe fannoquasi sorridere (e le insulse provo-cazioni filonaziste alla Sid Vicious diBenedetto XVI erano ancora ben lon-tane!), ma bisogna entrare nellospirito dei tempi, erano cose chefacevano davvero scalpore, anche esoprattutto all’interno dell’ambientepunk-hardcore politicizzato dell’e-poca dal quale Giovanni Paolo (natoKarol Wojtila e ribattezzato dal chi-tarrista della sua band dell’epocapochi minuti prima di salire sul palcoper il primo concerto) proveniva.Una vita e un successo che sono uninsulto a una società sempre piùanestetizzata dal politically correct.Lette organicamente, le liriche diG.P. II sono provocazioni molto piùsottili del banale “Voglio essere iltuo cane” di Iggy Pop o dell’esplicito“Per favore ammazzatemi” diRichard Hell, quello che per una vita,inascoltato, ha chiesto a gran voce auna società che preferisce odiare chimangia merda come G.G. Allin piut-tosto che riflettere un minuto su unafrase era “Cos’altro devo dire per

farmi odiare? ”. Le polemiche su una beatificazione tanto frettolosa e una santifi-cazione che procede inesorabile come un carro armato israeliano nella striscia diGaza ben carburata da miracoli costruiti ad arte, li lasciamo alle solite malelingue,come anche le critiche velenose sulle sue frequentazioni quanto meno discutibili(vedi alla posizione n. 10) o sul fatto che il suo pontificato sia stato un paradisoper i preti pedofili. La beatificazione di Giovanni Paolo II è vincere la finale deimondiali con un rigore inesistente. Sono tutti contenti ed è subito POO POPPÓPOPPO POOOO PO (o se preferite SA-NTO SU-BI-TO!).