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I momenti salienti del progetto In ordine cronologico la genesi e lo sviluppo del progetto “Quartieri in quota” come è stata raccontata nel sito www.mountcity.it che a Milano da tempo tiene alta l’immagine della montagna “tra zero e ottomilaSulle Grigne con i ragazzi del Gratosoglio La montagna per creare solidarietà, amicizia e sicurezza in città. Questo in estrema sintesi lo scopo dell’iniziativa “Quartieri in Quota” nata sotto l’egida dell’associazione “Quartieri tranquilli” con la partecipazione della Sezione di Milano del Club Alpino Italiano, del sito mouncity.it e di alcuni sponsor tra i quali df-Sport Specialist e Focus Himalaya Travel. Il progetto pilota, che mira a coinvolgere diversi quartieri periferici attraverso una serie di proposte mirate alle scuole e alle associazioni, si apre nel week end del 12 e 13 settembre nelle Grigne. Un gruppo di ragazzi di tre scuole medie del Gratosoglio e i loro accompagnatori (guide alpine, volontari del Cai, volontari dell’Associazione “Piccolo Principe”) sono ospiti con i loro insegnanti del rifugio “Carlo Porta” del Cai Milano. “Ai ragazzi si offre l’occasione di esplorare qualcosa che esca dal loro quotidiano problematico e li possa ‘traghettare’ verso attività positive che li aiutino nella crescita”, dice Elena Biagini dell’associazione onlus “Attraverso la montagna” che coordina il progetto. Il progetto “Quartieri in Quota” intende anche contribuire, come auspicato dalla legge regionale 1075 per il “Riordino normativo in materia di attività motorie e sportive” (Bollettino Ufficiale n. 40, supplemento del 1 Ottobre 2014), alla diffusione delle pratica sportiva e motoria in ambito scolastico “anche quale strumento di contrasto al fenomeno della dispersione e dell’abbandono”. MountCity, 10/09/2015

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I momenti salienti del progetto In ordine cronologico la genesi e lo sviluppo del progetto “Quartieri in

quota” come è stata raccontata nel sito www.mountcity.it che a Milano da

tempo tiene alta l’immagine della montagna “tra zero e ottomila”

• Sulle Grigne con i ragazzi del Gratosoglio La montagna per creare solidarietà, amicizia e sicurezza in città. Questo in estrema sintesi lo scopo

dell’iniziativa “Quartieri in Quota” nata sotto l’egida dell’associazione “Quartieri tranquilli” con la

partecipazione della Sezione di Milano del Club Alpino Italiano, del sito mouncity.it e di alcuni

sponsor tra i quali df-Sport Specialist e Focus Himalaya Travel.

Il progetto pilota, che mira a coinvolgere diversi quartieri periferici attraverso una serie di proposte

mirate alle scuole e alle associazioni, si apre nel week end del 12 e 13 settembre nelle Grigne. Un

gruppo di ragazzi di tre scuole medie del Gratosoglio e i loro accompagnatori (guide alpine, volontari

del Cai, volontari dell’Associazione “Piccolo Principe”) sono ospiti con i loro insegnanti del rifugio

“Carlo Porta” del Cai Milano.

“Ai ragazzi si offre l’occasione di esplorare qualcosa che esca dal loro quotidiano problematico e li

possa ‘traghettare’ verso attività positive che li aiutino nella crescita”, dice Elena Biagini

dell’associazione onlus “Attraverso la montagna” che coordina il progetto.

Il progetto “Quartieri in Quota” intende anche contribuire, come auspicato dalla legge regionale 1075

per il “Riordino normativo in materia di attività motorie e sportive” (Bollettino Ufficiale n. 40,

supplemento del 1 Ottobre 2014), alla diffusione delle pratica sportiva e motoria in ambito scolastico

“anche quale strumento di contrasto al fenomeno della dispersione e dell’abbandono”.

MountCity, 10/09/2015

• I ragazzi dell’associazione Piccolo Principe

scoprono la montagna Non è un caso se questa ormai storica falesia del Lecchese, il Sasso di Introbio, fu utilizzata già dal

1974 da don Agostino Butturini, che ai suoi ragazzi dell’oratorio insegnò l’arrampicata come

divertimento: è sicuramente per via della sua facile raggiungibilità e della ricchezza di itinerari anche

per ragazzi al primo contatto con la roccia che l’iniziativa “Quartieri in Quota” ha avuto qui il suo

battesimo. Sabato 12 settembre mattina un manipolo di giovanissimi climber per la prima volta, dal

Gratosoglio, vengono a esplorare la montagna.

Mentre la guida alpina Valentina Casellato finisce di sistemare due assicurazioni sulle paretine

attrezzate con prese artificiali di fianco alla casa delle guide: i ragazzi son già pronti, con imbrago

caschetto e scarpetta, e osservano in silenzio le agili manovre. Assieme a loro i quattro educatori della

cooperativa Piccolo Principe, che al Gratosoglio svolge da anni un lavoro di sostegno, organizzando

una serie di attività integrative al normale iter scolastico, Elena Biagini, ideatrice del progetto

“Quartieri in Quota”, aderente all’associazione milanese “Quartieri tranquilli”, e da diversi anni

promotrice di iniziative di accompagnamento di ragazzi in montagna con l’associazione “ALM”

(Attraverso la Montagna) e un accompagnatore del Club alpino, cronista e fotoreporter di questa

avventura.

È sempre un piacere osservare la prima timida scoperta del mondo verticale, la meraviglia nel toccare

con mano la possibilità di staccarsi da terra e muoversi in sicurezza attraverso una sequenza di gesti e

posture attentamente monitorate dal basso. Così come osservare con quanta attenzione questi ragazzi si

incaricano di fare sicurezza ai loro compagni, consapevoli che attaccata a quel filo c’è una vita umana,

rafforzando così un legame basato sulla fiducia e sulla complicità.

Dopo una veloce sosta per rifocillarsi ci si avvia verso Pala Condor attraverso un ripido sentiero dove i

ragazzi possono cimentarsi con veri passi di arrampicata su roccia compatta e ben attrezzata. A un

primo sguardo si potrebbe pensare che Valentina abbia fatto il passo più lungo della gamba perché non

sembra possibile che questi novellini possano affrontare passaggi di 5b. Ma la guida come un gatto

arriva a guidare mani e piedi, a far scoprire piccoli gradini e fessure che nessuno pensava fossero la

chiave per sfilare verso il cielo. I ragazzi sono concentrati e si fanno il tifo a vicenda, alcuni non

riescono da subito ma ci riprovano, altri ripetono più volte. Concentrazione e attenzione, ma anche un

clima disteso, nonostante la severità dell’ambiente e la necessità di prestare attenzione a ogni

movimento, anche al piede poco agevole della parete, per non far franare sassi, per non rotolare nei

cespugli. Chi l’avrebbe detto che dei ragazzini così cittadini si sarebbero trovati così a loro agio?

La giornata non è finita, mezzora di trasferimento col furgoncino del Piccolo Principe e si risalgono i

14 tornanti fino al piazzale dei Resinelli. Qui senza neanche troppe proteste, all’imbrunire, il gruppo si

avvia a piedi verso il rifugio Porta dove Claudio Trentani li sta aspettando con una buona cenetta e

caldi piumini per il secondo battesimo della giornata: la prima notte in un rifugio alpino, le chiacchere e

le confidenze che la stanchezza presto spegne in un magico silenzio. Le luci della pianura in lontananza

(“ma noi dove siamo?”), le nuvole che “salgono fino a noi”.

Al mattino caffelatte e marmellata, poi una schiarita fa partire i gruppetti per un specie di caccia al

tesoro nel “Bosco Giulia”: dopo la lettura della carta topografica si parte alla ricerca dei segnali guidati

da indicazioni e tecniche di orientamento. Subito il primo scroscio di pioggia: si aprono gli ombrelli e

ci vorrà un’ora e mezza per rientrare con la raccolta del bottino che permette di ricomporre e decifrare

il messaggio. Solo un gruppo prova due sentieri prima di individuare i percorso giusto, ma è

ricompensato della scoperta delle magiche torri, teatro delle imprese di Cassin e tanti altri; non solo,

sulla via del ritorno il gruppetto si immobilizza vedendo sfilare nel bosco un capriolo grande ed il suo

piccolo. “Se non sbagliavamo strada, non lo vedevamo!”

Si scopre anche, tutti fradici, l’utilità del cambio asciutto, nel prescritto sacco di plastica. La scorta di

qualche pile supplementare non guasta. E il magico rifugista trasforma i panini “al sacco” in un pranzo

caldo che rinfranca. La tavolata chiacchiera tranquilla e gli educatori li vedono diversi, più grandi, più

sereni fra loro. Ognuno ha visto gli altri al di fuori dagli schemi prestabiliti dalla scuola, dal quartiere,

dalla comunità. Ognuno dice la sua parola.

Si lascia il rifugio dopo aver lasciato la firma sul librone, dove si può leggere di altri che prima di noi

hanno amato e vissuto questa natura aspra e forte, dove si legge di altri lontani luoghi di origine. Si

possono evocare i nomi dei soci CAI, naturalisti, esploratori, semplici amici che hanno voluto questa

“casa”per ospitare, per accogliere. E si possono evocare i versi “Madri Montagne” della poetessa

Antonia Pozzi, le difficili vicende di guerra e Resistenza, di baite distrutte e rifugi bruciati, storie di

belle, grandi imprese, i maglioni rossi dei Ragni… e sempre sullo sfondo resta la bellezza, il coraggio,

l’amore per una montagna .

La pioggia non la smette e si organizza un veloce trasporto fino al piazzale della Miniera Anna. Forniti

di caschetti, pile frontali e stivali, scendiamo “nel cuore della terra”. Così il giovane geologo ci fa

scoprire nelle gallerie le vene del minerale, gli attrezzi e le tecniche più antiche, l’evoluzione tecnica in

quasi 5 secoli di lavoro, con il trenino che tardi sostituisce almeno in parte le gerle piene di minerale

grezzo portate a spalla fino al pozzo e alla superficie, alle fonderie di Laorca, a Lecco, a Milano.

Chi erano i minatori? Nella buona stagione contadini e pastori, poi per mesi al chiuso e nel buio. E

come vivevano, come venivano retribuiti, cosa mangiavano, dove dormivano in grotta questi ragazzi

quindicenni senza scuola, che imparavano il lavoro dagli esperti trentenni “più anziani” e a 45 anni

dovevano abbandonare la miniera, e tornavano a casa e in famiglia con i polmoni rovinati dalla

silicosi?

Pian piano il silenzio è interrotto da parecchie domande. E poi fuori all’aria, di nuovo il cielo, le nuvole

arrampicate sul Resegone, il pullmino, la strada verso la pianura, verso la città, verso casa. Ma presto ci

rivedremo.

Luisa Ruberl e Lorenzo Serafin

MountCity, 27.09.2015

• Trekking a Portofino per i ragazzi di “Quartieri in

quota” Tutto è cominciato nel mese di settembre del 2015 con 11 vivacissimi alunni dell’Istituto Comprensivo

Statale “Arcadia” e dell’Istituto Comprensivo Statale di via Palmieri al Gratosoglio che partecipano a

“Quartieri in quota” dell’associazione “Quartieri tranquilli”, un progetto pilota di solidarietà cittadina

attraverso la montagna A Introbio, in Valsassina, i ragazzi hanno imparato i primi rudimenti

dell’arrampicata con l’aiuto di Valentina Casellato e delle Guide alpine dell’associazione “Attraverso la

montagna”. Per tutti, un’emozione mai provata, come racconta il 22 gennaio Lina Sotis, coordinatrice

di Quartieri tranquilli, nel supplemento “Sette” del Corriere della sera.

Alcune settimane più tardi, il 24 novembre, è stato il turno di un gruppo di quasi tutti i plessi di Zona 5

che frequenta l’associazione Piccolo Principe. “L’obiettivo”, spiega Elena Biagini coordinatrice del

progetto, “era quello di lavorare sulla classe per cercare di creare un gruppo più unito. Per questo

motivo sono stati divisi in quattro sottogruppi. A ogni gruppo è stato dato un argomento che hanno poi

dovuto sviluppare anche in aula e condividere con l’intera classe”. Gli argomenti sono stati scelti

secondo il programma didattico legato alla materia della geografia (punti cardinali, cartina geografica,

clima costiero, flora e coltivazioni, popolazione e stile di vita, etc.). Il percorso a piedi partiva da Santa

Margherita Ligure e si spingeva fino alla spiaggia di Paraggi, limitrofa a Portofino. L’accompagnatore

di media montagna era Andrea Fornaroli che ha conosciuto i ragazzi in un incontro in aula e ha saputo

sapientemente coinvolgerli durante l’escursione. Il progetto “Quartieri in Quota”, patrocinato dalla

Sezione di Milano del Club Alpino Italiano, intende promuovere presso gli alunni delle scuole milanesi

nei vari quartieri, e in particolare quelli nella fascia di età fra gli 11 e i 13 anni, un primo approccio

conoscitivo dell’ambiente alpino da svolgersi per quanto possibile all’interno del percorso curricolare

delle scuole medie inferiori e coinvolgendo il personale didattico delle scuole. La realizzazione è

affidata all’associazione “attraverso La Montagna” che collabora con le associazioni operanti

nell’assistenza al disagio sociale per realizzare concreti programmi socio-educativi a vari livelli.

MountCity, 28.01.2016

• Imparare “attraverso la montagna”. L’esperienza

dei “Quartieri in quota” Trentaquattro ragazze e ragazzi milanesi di due seconde della media Sandro Pertini della Zona 5 in

trasferta tra i graniti della Val di Mello, paradiso dei climber e dei fortunati che vi si avventurano.

Tutt’intorno cascate, laghetti di cristallo, prati in fiore, linde baite di pietra. E lassù le vette scintillanti

ancora cariche di neve. C’è sicuramente qualcosa di magico, d’irreale in questo angolo della Valtellina

così vicino alla città-metropoli da potersi considerare quasi una periferia. Nei due giorni trascorsi in

questa vallata alla fine di maggio, i ragazzi hanno affrontato con impegno esercitazioni di arrampicata e

orienteering. Ma soprattutto si sono guardati intorno e hanno scoperto la grande e per loro insospettata

bellezza dell’ambiente alpino. E inoltre questa è stata per loro l’occasione di vivere un’esperienza con i

compagni, gli insegnanti, gli educatori e le guide dell’associazione “Attraverso la montagna” che

sostiene il progetto insieme con Quartieri Tranquilli, Mountcity.it e il Cai Milano

Dice Elena Biagini, coordinatrice dell’iniziativa: “Condividere fatica, emozioni, ascolto e silenzio crea

vicinanza e confidenza tra ragazzi e adulti. Di qui può poi iniziare il lavoro educativo”. Il progetto

denominato “Quartieri in quota” coinvolge anche la zona 8 e l’anno prossimo sarà ampliato. Fino a

oggi, in questa fase di avvio, sono stati coinvolti circa 150 ragazzi diventati o almeno lo si spera,

convinti testimonial della montagna. Per gli organizzatori una “scalata” non priva d’incognite,

supportata anche da imprenditori illuminati oltre che dai Consigli di zona. Particolare importante. A

raccontarla con la sua prestigiosa telecamera sarà il filmaker Gigi Giustiniani, Genziana d’oro del Cai

nel 2015 al Trentofilmfestival per “Ninì”. Il film sarà presentato all’inizio della prossima stagione

scolastica nel corso di uno spettacolare evento in cui si prevede il lancio di una campagna di

crowdfunding.

“Quartieri in quota” intende promuovere presso gli alunni delle scuole milanesi nei vari quartieri, e in

particolare quelli nella fascia di età fra gli 11 e i 13 anni, un primo approccio conoscitivo dell’ambiente

alpino da svolgersi per quanto possibile all’interno del percorso curricolare delle scuole medie inferiori

e coinvolgendo il personale didattico delle scuole. La realizzazione è affidata, come si è detto,

all’associazione “Attraverso La Montagna” che collabora con le associazioni operanti nell’assistenza al

disagio sociale per realizzare concreti programmi socio-educativi a vari livelli.

MountCity, 27.05.2016

• I ragazzi dell’Arcadia scoprono le meraviglie

dell’Alto Lario Nuove importanti tappe si annunciano per il progetto “Quartieri in Quota” patrocinato dalla Sezione di

Milano del Club Alpino Italiano, che intende promuovere presso gli alunni delle scuole milanesi nei

vari quartieri, e in particolare quelli nella fascia di età fra gli 11 e i 13 anni, un primo approccio

conoscitivo dell’ambiente alpino da svolgersi per quanto possibile all’interno del percorso curricolare

delle scuole medie inferiori e coinvolgendo il personale didattico delle scuole.

La realizzazione è affidata all’associazione “attraverso La Montagna” che collabora con le associazioni

operanti nell’assistenza al disagio sociale per realizzare concreti programmi socio-educativi a vari

livelli.

Il primo incontro dell’anno tra i ragazzi e le montagne della Lombardia è stato condotto da Elena

Biagini, Andrea Fornaroli e Luisa Ruberl il 10 febbraio. I tre educatori hanno accompagnato una terza

media del Plesso di Via dell’Arcadia lungo un percorso escursionistico che da Piona si sviluppa fino a

Colico nell’Alto Lario. A differenza di altre esperienze, il viaggio è stato compiuto con il treno,

partenza da Milano e arrivo a Piona. Una scelta motivata. Per antica tradizione, il treno è infatti il

simbolo per eccellenza del viaggiare in compagnia. I ragazzi hanno colto benissimo lo spirito

dell’escursione e si sono goduti il bellissimo panorama sul lago e sulle montagne imbiancate dalla neve

caduta proprio in quei giorni. Come al solito il gruppo classe è stato diviso in sottogruppi e ognuno

aveva un suo argomento ben preciso da sviluppare (flora/fauna, lo storico forte Lusardi, orientamento,

geomorfologia). Particolare interessante. Lungo il tragitto la comitiva ha conosciuto il signor Angelo,

una persona che vive in quel lembo del Lago di Como dove è nato e cresciuto. E’ stato un incontro di

grande valore, un costruttivo confronto tra generazioni.

Una volta arrivati a Colico i ragazzi hanno pranzato sul lungo lago. Poi tutti al forte Lusardi al

Montecchio Nord di Colico, un’opera fortificata non più in uso a scopi militari, musealizzata a partire

dal 2009. Il Forte fu realizzato sull’altura situata a nord-est della stazione ferroviaria di Colico chiamata

Montecchio Nord, una delle quattro colline rocciose che, poste alle pendici settentrionali del monte

Legnone, dominano l’Alto Lario e lo sbocco dell’Adda nel lago di Como.

MountCity, 03.03.2016

• Gli studenti delle periferie incontrano la

montagna L’idea, tutt’altro che inedita e insolita, è che attraverso la montagna si possa creare solidarietà, amicizia

e sicurezza. A crederci sono in tanti tra gli appassionati milanesi che si prodigano da volontari per

portare la montagna in città, per farla conoscere e apprezzare. Più di 150 ragazzi fra gli 11 e i 13 anni

delle periferie hanno scoperto in questi mesi la montagna grazie al progetto “Quartieri in quota”

patrocinato dal Cai Milano e nato da un’idea di Lina Sotis, giornalista e scrittrice, infaticabile

animatrice dell’associazione “Quartieri tranquilli” (www.quartieritranquilli.it) di cui è presidente.

Questo primo approccio conoscitivo dell’ambiente alpino, da svolgersi per quanto possibile all’interno

del percorso curricolare delle scuole medie inferiori e coinvolgendo il personale didattico delle scuole,

ha ovviamente un costo e l’associazione presieduta dalla Sotis ha offerto un concreto contributo per i

non pochi oneri dell’organizzazione con un assegno di 1500 euro consegnato durante un amichevole

incontro alla sede del Club Alpino Italiano in via Duccio da Boninsegna.

A ricevere l’assegno alla presenza del presidente Massimo Minotti e di Luisa Ruberl che in

Sezione cura i rapporti con le scuole milanesi, c’era Elena Biagini in rappresentanza dell’associazione

“Attraverso La Montagna”, capofila del progetto. “Quartieri tranquilli” era rappresentata anche da

Laura Guardini, candidata alle amministrazioni comunali nella lista di Beppe Sala, che segue questo e

altri progetti e ha partecipato a un successivo incontro alla scuola Arcadia (zona 5) con il dirigente

Giampaolo Bovio, la Biagini e la Ruberl, presenti insegnanti e genitori, per la presentazione del nuovo

capitolo di “Quartieri in Quota”. “In montagna”, dice Elena Biagini, “tutto è diverso, la condivisione è

naturale, la solidarietà facile. I ragazzi si avvicinano agli adulti con più confidenza, gli adulti li

ascoltano con più calma: camminando in salita si costruisce fiducia. Parlare di montagna nel periodo

di tre anni, dalla prima alla terza media, significa fare un lavoro ampio e profondo, che spazia dalle

conoscenze naturalistiche alla difesa dell’ambiente”. In questa fase di avvio i ragazzi sono diventati, o

almeno lo si spera, convinti testimonial della montagna. Lo si deduce dai loro sorrisi soddisfatti al

ritorno dalle escursioni con i prof e le guide alpine. Le uscite si sono concluse in maggio nella

meravigliosa aula a cielo aperto della Val di Mello: un soggiorno durante il quale ragazzi e ragazze,

nell’amalgama delle loro etnie, hanno appreso anche nozioni di arrampicata sui famosi “sassi” di

granito che costituiscono un’attrazione irresistibile di questo paradiso di roccia. C’è adesso solo il

rischio che per alcuni di loro l’arrampicata possa diventare una malattia.

MountCity, 01.06.2016

• Il contagioso entusiasmo di Bozzetto tra i ragazzi

di “Quartieri in quota” Quasi due ore passate a raccontare ai ragazzi del Gratosoglio dei suoi pupazzetti, del cinema e della

montagna, grandi passioni della sua vita. Tante mani alzate, tanta curiosità, tante risate quando

finalmente sullo schermo è apparso il signor Rossi sciatore con i suoi spettacolari capitomboli. Un

“cartoon” realizzato da Bruno Bozzetto, figuriamoci, nel 1963 eppure ancora oggi di grande attualità

nel rappresentare le nevrosi che si nascondono dietro lo sci che in quegli anni era in procinto di

diventare di massa. Alla scuola Arcadia, in occasione della “giornata aperta” dedicata ai progetti

“Quartieri in quota” e “Una finestra sul ‘900”, Bozzetto si è presentato alle scolaresche venerdì 16

dicembre 2016 nella doppia veste di papà del cinema di animazione italiano e di testimone della

montagna. “Quando ho iniziato io a fare cinema”, ha raccontato ai ragazzi, “sugli schermi circolavano

solo i disegni animati di Walt Disney. Realizzare lungometraggi come West and soda e Allegro non

troppo fu considerata poco più di una follia. Ma io sono un tipo testardo e riconosco che ho anche avuto

fortuna”.

Settantottenne, vigoroso e battagliero, Bozzetto ha trovato il modo di fare breccia fra i tanti ragazzi

preventivamente istruiti sulla sua personalità dal dirigente scolastico Gianpaolo Bovio. E’ stata una

tappa importante questa presenza di un personaggio che con la sua creatività ha segnato il mondo

dell’infanzia nel cammino di “Quartieri in quota”, il progetto inserito nella sfera operativa

dell’associazione “Quartieri tranquilli” con l’organizzazione dell’associazione “attraverso la

Montagna” e il sostegno del Club Alpino Italiano per far conoscere la montagna ai bambini che

difficilmente avrebbero occasione di frequentarla. Tra i primi a felicitarsi con Bozzetto è stato il

presidente della Sezione di Milano del Cai Massimo Minotti. “Io sono cresciuto con le sue opere”, è il

messaggio che, nell’impossibilità di presenziare all’evento, Minotti ha voluto trasmettere al maestro del

disegno animato. “Spesso ho riso a crepapelle grazie al suo umorismo sottile ed immediato.

Sicuramente lei, Bozzetto, è in grado di trasmettere a questi nostri ragazzi l’entusiasmo nella vita che è

il motore della creatività di cui lei è promotore. Entusiasmo che anima anche i nostri volontari che

rendono possibili progetti sociali meritevoli come Quartieri in quota”.

MountCity, 17.02.2016

• I ragazzi di “Quartieri in quota” al Forum delle

Politiche Sociali “Montagna palestra di vita”. Con questo titolo viene presentato a Milano il progetto di “Quartieri in

quota” sabato 25 febbraio 2017 al Forum delle Politiche Sociali . L’appuntamento è nella Sala Alessi di

Palazzo Marino dove alle 9.30 si apre il convegno”Incluse le vette” dedicato alla montagna “che aiuta”.

Come riferiscono Elena Biagini, coordinatrice e Luisa Ruberl, consigliere della Sezione di Milano del

Cai, il progetto nasce nel 2015 a Milano dall’incontro di tre associazioni, già operative sul territorio

milanese: Quartieri Tranquilli, ALM (Attraverso La Montagna), Club Alpino Italiano. Sulla base di una

consolidata esperienza con i giovani, il progetto propone alle scuole e alle realtà che operano nel

sociale, progetti educativi che aiutano a scoprire e vivere la montagna.

Stretta è la collaborazione in “Quartieri in quota” tra professionisti e volontari competenti. Parti

fondamentali del progetto sono il creare rete per supportare i progetti, una stretta collaborazione con le

istituzioni delle zone, lavoro educativo sia in fase di condivisione degli obiettivi educativo/didattici,

con i referenti del gruppo classe o del gruppo del centro diurno, sia nella fase di monitoraggio e di

verifica finale. Gli obiettivi scelti variano ogni volta perché calibrati sul gruppo e valutati dagli

educatori / docenti dei ragazzi stessi. Le relatrici al Forum delle Politiche Sociali precisano che ALM

(Attraverso la Montagna) è un’associazione che vuole mettere in comunicazione il mondo del lavoro

“nel sociale” e quello delle scuole con quello della montagna, fornendo i mezzi concettuali, tecnici e

materiali per utilizzare le attività come strumenti educativi. Fin dalla sua nascita, partner del progetto è

il sito mountcity.it che ne divulga l’attività. Come osserva Lina Sotis sul settimanale “Sette”,

presentando il 17 febbraio il progetto nella sua rubrica “Quartieri tranquilli”, “la montagna e le persone

che ci vivono e vi lavorano, la sua cultura, storia, economia e realtà di oggi sono il pianeta che i ragazzi

delle scuole medie delle periferie milanesi possono scoprire, accompagnati da esperti, partecipando alle

gite collettive. Quest’anno Giampaolo Bovio, dirigente della Scuola Arcadia, ha detto sì con tanti

genitori e tanti studenti a questa idea. Dunque due classi prime delle medie sono a indirizzo ambiente

montagna e su quel sentiero cammineranno fino alla terza. Lavoro interdisciplinare in classe e ogni

anno almeno quattro uscite, tutti insieme, alla scoperta di nuovi orizzonti, nuove persone, nuovi

ambienti e, perché no, anche nuove possibilità di lavoro e di vita”. A quanto si apprende, “Quartieri in

quota” ha in serbo in primavera a Milano anche un evento aperto al pubblico con l’amichevole

partecipazione di Nicolò Bongiorno con il suo bellissimo film sul Cervino e di Simone Pedeferri, astro

dell’arrampicata moderna e raffinato pittore disposto a mettere in vendita alcuni suoi dipinti a scopo

benefico. Un momento di festa, ma anche un invito agli amici della montagna perché contribuiscano

con generose offerte a un progetto che onora Milano e il Cai.

MountCity, 20.02.2017

• Mille gradini per “imparare” la montagna Più che un avvicinamento alla montagna previsto nei piani educativi, per i ragazzi di “Quartieri in

quota” quello di mercoledì 15 marzo 2017 è stato un viaggio nel tempo e nello spazio. Un blitz di un

solo giorno che forse non dimenticheranno mai. Punto di partenza: la periferia urbana del Gratosoglio

dove i ragazzi vivono e studiano e da cui è stato complicato per il pullman che li ospitava districarsi nel

groviglio delle tangenziali. Punto di arrivo, due ore dopo: la boscaglia della remota Val Veddasca, nel

Varesotto. Dal formicaio multietnico di Milano, per intendersi, alle rarefatte borgate di pietra dove i

residenti si contano sulle dita di una mano. L’escursione del 15 marzo era da tempo programmata dalla

scuola media Arcadia. Vi ha partecipato tutta o quasi la prima dove per l’intero triennio è stato

instaurato l’orientamento “ambiente, sport e montagna” con lavoro interdisciplinare in classe e

alcune uscite.

Diverse le ragioni che hanno indotto gli insegnanti a portare lassù questi giovanissimi che per ambiente

familiare e sociale raramente (per non dire mai) hanno la possibilità di conoscere la montagna e di

praticarla con spirito di scoperta. La montagna vera, non quella dei luna park sciistici con corredo di

gonfiabili. Superare la barriera psicologica della fatica è stata una di queste ragioni. Per raggiungere dal

fondovalle Monteviasco in una giornata grigia e freddina, i ragazzi non avevano altra scelta se non

quella di percorrere una storica mulattiera con mille gradini. Lo hanno fatto divertendosi, scambiandosi

senza affanno le loro impressioni. In cima li ha accolti un borgo tutto in pietra appartenente a un

remoto passato rurale, precedente al quattordicesimo secolo. Sorpresa. Si può vivere senza dover

dipendere dai mezzi a motore. Scesi poi a valle con una piccola teleferica, i ragazzi sono stati accolti in

un agriturismo tra le baite di pietra. Un gruppo si è dedicato alla produzione di squisite formaggelle, un

altro a impastare il pane, altri ancora hanno esplorato con Andrea, esperto accompagnatore di media

montagna, il torrente e i prati circostanti punteggiati dal giallo tenue delle primule.

Nato nel 2014, il progetto “Quartieri in quota” riguarda per ora i ragazzi della scuola media Arcadia del

quartiere Gratosoglio (Municipio 5) ed è sostenuto dalle associazioni “Quartieri Tranquilli”

(www.quartieritranquilli.it), “Attraverso la Montagna” (http://www.alm-onlus.org), dal blog Mount

City (http://www.mountcity.it) e dal Cai Milano (http://www.caimilano.org). Si può dire che la

montagna sia in tal modo entrata a vele spiegate nelle moderne aule dell’Arcadia, anche con

l’amichevole sostegno di alcune personalità. In dicembre a dialogare con i ragazzi del Gratosoglio è

stato il re dei cartoons Bruno Bozzetto, mentre mercoledì 20 marzo tocca a Nicolò Bongiorno, figlio

dell’indimenticabile Mike e filmaker provetto. Nicolò ha accettato di raccontare ai ragazzi la sua

scalata al Cervino con il veterano Marco Barmasse, da lui stesso documentata in un appassionante

mediometraggio. Altra presenza prestigiosa, questa volta nel campo del free climbing, sarà il 5 aprile al

Teatro Arca in corso XXII Marzo il “ragno” Simone Pedeferri. Scalatore di classe (è accademico del

Cai), pittore, cineasta, Simone ha simpaticamente accettato di condurre una serata per la raccolta di

fondi. Un altro contributo prezioso per far sì che la montagna come strumento didattico sempre più

possa figurare nella programmazione della scuola dell’obbligo.(Ser)

MountCity, 21.03.2017

• Tutti in vetta con Nicolò, uno come noi Questa volta a portare la montagna tra gli alunni del quartiere Gratosoglio a Milano è stato Nicolò

Bongiorno. Un’esperienza bella e appagante, come in dicembre lo fu la visita del “Walt Disney

italiano” Bruno Bozzetto. A organizzarla mercoledì 22 marzo 2017 è stata la scuola media dell’obbligo

Arcadia nel quadro delle attività svolte da “Quartieri in quota” con il sostegno delle

associazioni “Quartieri Tranquilli” (www.quartieritranquilli.it), “Attraverso la Montagna”

(http://www.alm-onlus.org), il blog Mount City (http://www.mountcity.it) e il Cai milanese

(http://www.caimilano.org). Il figlio di Mike, oggi esperto documentarista, ha proposto ai ragazzi il suo

film “Cervino. La montagna del mondo”. E i ragazzi si sono appassionati soprattutto nell’assistere alla

parte riguardante la scalata di Nicolò con il veterano Marco Barmasse lungo la via “normale” italiana.

Come il suo indimenticabile genitore, Nicolò è un tipo atletico, ottimo nuotatore e sciatore, senza

essere un fuoriclasse dell’alpinismo. E proprio per questo la sua testimonianza volutamente di “uno

come noi” riesce a far capire che cosa c’è dietro a certe sfide, a quali energie occorre attingere per

realizzare un sogno come quello di salire in cima alla Gran Becca e abbracciarsi con il compagno di

scalata, ebbri di felicità, accanto alla grande croce. “In montagna”, ha spiegato Bongiorno rispondendo

alle tante domande dei ragazzi, “occorre essere attenti e onesti perché un determinato passo conduce a

una determinata conseguenza”. A tutti i ragazzi coinvolti nel progetto “Quartieri in quota” Nicolò ha

distribuito infine uno speciale “passaporto” dove segnare le uscite in montagna. Particolare importante.

Quasi nessuna delle famiglie di questi ragazzi può permettersi soggiorni in montagna e quindi ogni

occasione è buona per allargare i propri orizzonti. “Quartieri in quota” dà ora appuntamento mercoledì

5 aprile per una serata al teatro Arca in corso XII Marzo con l’alpinista e pittore Simone Pedeferri:

l’ingresso è libero, ma sarà gradita un’offerta per aiutare i solerti organizzatori a portare in montagna

questi giovanissimi delle periferie milanesi. Perché la montagna sempre più sia vista come strumento

didattico e come maestra di vita, non soltanto come un banale luna park. (Ser)

MountCity, 23.03.2017

• Pedeferri superstar… e la montagna sorride alle periferie Viviamo in un mondo fatto di odio e rancore, ma ogni tanto qualche buon segnale ci riconcilia con la vita.

A Milano l’associazione “Quartieri tranquilli” presieduta da Lina Sotis porta la montagna nelle cosiddette

periferie. La porta in quell’altra Milano visitata di recente da Papa Francesco, dove le persone parlano

lingue diverse, ma nella stessa lingua sorridono e piangono. E’ nato così e prospera da tre anni in qua, in

rete con diverse altre iniziative di “Quartieri tranquilli”, il progetto “Quartieri in quota” che ha messo radici

al Gratosoglio e coinvolto tanti amici della montagna: gli stessi che il 5 aprile si sono ritrovati al Cine

Teatro Arca di Corso XXII Marzo per ascoltare i racconti di Simone Pedeferri, uno dei famosi “ragni della

Grignetta”, ma anche e soprattutto per offrire un contributo al progetto: un’abbondante manciata di euro

raccolte in una cassetta all’ingresso del cinematografo. E un modo per guardare con più fiducia al futuro di

questa iniziativa che, con il determinante contributo dell’associazione “Attraverso la montagna”, ha

consentito a più di 300 ragazzi di assaporare per la prima volta la grande bellezza delle montagne. Pedeferri

è capace di domare con un sorriso pareti strapiombanti e si è visto nei suoi filmati con quanta classe e

determinazione si sappia impegnare anche dipingendo i ghiribizzi dei suoi coloratissimi quadri .

“Socialmente inutile” definisce nel titolo di un film il suo alpinismo, ma forse è un modo originale per

andare alla ricerca di consensi. Simone sa circondarsi da amici e l’atmosfera è sempre serena, talvolta

ridanciana, anche quando s’impegna nelle più repulsive scalate, aggrappato come un pipistrello alle

strapiombanti pareti del Buco del Piombo in Brianza.

Basta così. Siamo agli antipodi della filosofia di Walter Bonatti per il quale tutto in alpinismo è sempre e

irrimediabilmente terribile, la fame, la sete, le difficoltà, le condizioni del tempo quasi sempre infernali.

Anche per questo aspetto del suo carattere, Pedeferri non ha esitato a dimostrarsi “socialmente utile”

mettendosi a disposizione del progetto milanese di “Quartieri n quota”, con la presentazione dall’amabile

compagno di scalate Luca Biagini. Una disponibilità, la sua, di cui hanno dato prova di recente anche il

maestro dei “cartoons” Bruno Bozzetto e il bravo Nicolò Bongiorno, autore di un bellissimo film sul

Cervino, entrambi scesi tra i ragazzi del Gratosoglio per raccontare di montagna e di scalate.

Alla serata al cine teatro Arca non poteva mancare un autorevole rappresentante del Club Alpino Italiano

come Massimo Minotti che presiede la Sezione di Milano, partner del progetto insieme con MountCity,

accolto da Lina Sotis che ha approfittato anche per fare il punto sulle diverse attività che “Quartieri

tranquilli” organizza con autorevoli sostegni, comprese le iniziative per illuminare le giornate dei detenuti

di San Vittore. Tra gli amici della montagna che hanno contribuito al successo della serata con la

partecipazione di Coldiretti e Pattini Marinoni, vanno segnalati Gianpaolo Bovio, dirigente del

Comprensivo dell’Arcadia – Gratosoglio, presente con il corpo insegnante che segue l’attività dei ragazzi di

“Quartieri in quota”. E inoltre Andrea Mandelli, pianista e cantante del gruppo teatrale”Gin Song” di

Merate, Marilena Giovannelli, l’Associazione Piccolo Principe, i “cartografi delle Alpi” Laura Tassi e

Giorgio Aliprandi, gli artefici del sito “Vie storiche” Dario Monti e Rosalba Franchi. Da Monteviasco, al

confine con il Canton Ticino, sono scesi a Milano per partecipare alla festa i gestori di Kedo Agriturismo

che hanno con tanto calore ospitato i ragazzi insegnando loro a impastare fragranti pagnotte e a produrre

squisiti formaggini. Perché questa e solo questa è la montagna che vive e a cui guardare come strumento

didattico, lontana dai rutilanti luna park delle località griffate. (Ser)

MountCity, 13.04.2017