i discorsi di sn goenka

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    S.N. GOENKAS.N. GOENKA

    I DISCORSI

    Questi discorsi, tenuti da S.N. Goenka durante unQuesti discorsi, tenuti da S.N. Goenka durante uncorso di meditazione Vipassana, sono stati riassunti ecorso di meditazione Vipassana, sono stati riassunti e

    curati da William Hart.curati da William Hart.

    Associazione Vipassana ItaliaAssociazione Vipassana Italia

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    PRIMA EDIZIONE: luglio 1997

    Pubblicato da:Associazione Vipassana ItaliaVia Martinelli, 6420092 Cinisello Balsamo (MI)

    Telefono e fax: 02-6600214E-mail: [email protected]

    Con il permesso del curatoree del Vipassana Research Institute,Dhammagiri, Igatpuri 422 403, Mahrashtra, India.

    Stampato da: Tipografia Cristinziano, Cinisello B. (MI)per conto dell'Associazione Vipassana Italia.

    Per distribuzione interna e a beneficio dei partecipanti aicorsi di meditazione Vipassana.

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    PREMESSA

    "La liberazione si raggiunge con la pratica, mai

    semplicemente discutendone", dice S.N. Goenka. Uncorso di meditazione Vipassana offre lopportunit di farepassi concreti verso la liberazione. In esso il partecipanteimpara come liberare la propria mente dalle tensioni e daipregiudizi che disturbano la vita quotidiana. Ci porta ascoprire come si possa vivere ogni momento nella pace enella gioia, e ad essere attivi e produttivi.

    Nello stesso tempo, si inizia il cammino verso le metepi alte alle quali l'umanit possa aspirare: purezzamentale, liberazione dalla sofferenza, piena illuminazione.Per giungere a questi traguardi, non basta pensarci su osemplicemente desiderarli, bisogna incamminarsi verso diessi. Per questo, in un corso di Vipassana, si insistesempre sulla pratica effettiva. Non sono ammessediscussioni filosofiche, n dibattiti teorici, n questioni

    estranee all'esperienza personale di ciascuno. Siincoraggiano i meditatori a trovare le risposte ai loroproblemi, per quanto possibile, all'interno di loro stessi.L'insegnante fornisce tutte le istruzioni necessarie allapratica, ma spetta poi ad ognuno applicarle concretamente;ciascuno deve combattere la propria battaglia personale,conquistare la salvezza con le proprie forze.

    Pur sottolineando la necessit della pratica, tuttavianecessario offrire il contesto di riferimento. Per questo,ogni sera del corso, il maestro Goenka tiene un "discorsosul Dhamma" che esamina gli aspetti della pratica dellagiornata e ne chiarisce la tecnica. Egli avverte che questidiscorsi non intendono gratificare l'intelletto o leemozioni, ma vogliono semplicemente aiutare i meditatoria capire ci che devono fare, spiegandone i motivi; sar

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    cos possibile lavorare in modo corretto e raggiungererisultati adeguati.

    Questi discorsi, undici in tutto, sono qui presentati in

    forma concentrata. Essi forniscono una visione d'insiemedell'insegnamento del Buddha. L'approccio a questoargomento non per n accademico n analitico;l'insegnamento viene infatti presentato nel modo in cuiesso si svela progressivamente al meditatore e cio comeun insieme dinamico e coerente. Attraverso le sue diversesfaccettature, si intravede una fondamentale unit, quelladata dall'esperienza meditativa. Questesperienza ilfuoco interno che conferisce vita e splendore al gioiellodel Dhamma. Senza di essa impossibile afferrareappieno il significato di questi discorsi e, in ultima analisi,dell'insegnamento del Buddha.

    Questo vuol dire che c' anche spazio per lacomprensione intellettuale dell'insegnamento stesso; essaserve di sostegno per la pratica meditativa, anche se la

    meditazione un processo che oltrepassa i limitidell'intelletto.La finalit di questi riassunti quella di fissare i punti

    essenziali di ogni conversazione. Essi vogliono soprattuttoilluminare e guidare coloro che praticano la meditazioneVipassana insegnata da S.N. Goenka.

    auspicabile che i semplici lettori siano stimolati a

    partecipare ad un corso di Vipassana, in modo da speri-mentare direttamente gli argomenti trattati.I riassunti non dovrebbero essere considerati un

    manuale di fai-da-te per imparare la meditazioneVipassana, in sostituzione di un corso di dieci giorni. Lameditazione, e in particolare la tecnica di Vipassana, cheaffronta le profondit della mente, una cosa seria e nondovrebbe mai essere presa con leggerezza e superficialit.

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    Il modo corretto di imparare Vipassana quello dipartecipare ad un corso organizzato, dove il meditatoretrova un'atmosfera adatta e una guida esperta.

    Chi volesse trascurare questi avvertimenti e imparare latecnica semplicemente sulla base di quanto ha letto, lofarebbe interamente a suo rischio. Attualmente vengonoorganizzati corsi di Vipassana in diverse parti del mondo,secondo l'insegnamento di S.N.Goenka. Si possonoricevere i programmi di questi corsi scrivendo ai centrielencati in fondo al presente volume.

    Questi riassunti sono, per la maggior parte, ricavati daidiscorsi tenuti da S.N.Goenka al Centro di MeditazioneVipassana del Massachusetts, U.S.A., nell'agosto del1983. L'unica eccezione rappresentata dal discorso deldecimo giorno, che si basa su di un corso tenutonell'agosto del 1984.

    S.N.Goenka ha esaminato questo materiale e ne haapprovato la pubblicazione, ma non ha avuto il tempo di

    controllarne i dettagli. Il lettore potrebbe quindi trovaredelle inesattezze e discrepanze che non possono essereaddebitate al maestro od all'insegnamento, ma unicamentea chi scrive. Sarei quindi grato per ogni correzione checontribuisse ad eliminare le imperfezioni del testo. Miauguro che questo lavoro possa aiutare molti nella loropratica del Dhamma.

    Che tutti gli esseri siano felici!

    William HartWilliam Hart

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    ANNOTAZIONI SUL TESTO

    I detti del Buddha e dei suoi discepoli, citati da

    Goenkaji, provengono dalle Raccolte della disciplinamonastica (Vinaya-piaka) e dei discorsi (Sutta-piaka)del Canone Pli (un certo numero di queste citazioniappare in entrambe le raccolte, per quanto in casi delgenere vengano dati qui solamente i riferimenti ai Sutta).Vi sono pure alcune citazioni tratte dalla letteratura plipost-canonica. Nei suoi discorsi, Goenkaji spiega questipassaggi pi con l'uso di parafrasi che servendosi dellatraduzione letterale dal pli. La sua intenzione quella direstituire l'essenza di ogni passaggio nella linguacolloquiale, sottolineandone il rapporto con la pratica dellameditazione Vipassana.

    Quando nei presenti riassunti viene citato un brano inpli, la spiegazione che ne viene offerta quella data daGoenkaji nel discorso corrispondente. Nell'ultima parte di

    questo volume, e precisamente nella sezione in pli contraduzione italiana, si cercato di riprodurre piesattamente i brani in questione, sempre partendo dalpunto di vista del meditatore.

    Nel testo dei riassunti, l'uso delle parole pli statoridotto al minimo. Quando queste parole sono stateutilizzate, per coerenza ne abbiamo dato il plurale secondo

    la forma pli: ad esempio, il plurale di sakhra sakhr, quello di kalpa kalp, quello di prampram.

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    INDICEINDICE

    Premessa .........................................................pag. 3Annotazioni sul testo.......................................pag. 6Discorso del primo giorno................................pag. 13Difficolt iniziali - scopo di questa meditazione - perchsi sceglie la respirazione come punto di partenza - lanatura della mente - causa delle difficolt e come

    affrontarle - pericoli da evitare.Discorso del secondo giorno............................pag. 21Definizione universale di moralit e immoralit - ilNobile Ottuplice Sentiero: la e samdhi.

    Discorso del terzo giorno.................................pag. 28Il Nobile Ottuplice Sentiero: pa - saggezzaacquisita, saggezza intellettuale, saggezza basatasull'esperienza - le kalp- i quattro elementi - le trecaratteristiche: impermanenza, illusoria natura dell'io,sofferenza - andare al di l della realt apparente.

    Discorso del quarto giorno...............................pag. 35Domande sulla pratica di Vipassana - la legge delkamma - importanza dell'azione mentale - le quattroparti della mente: coscienza, percezione, sensazione,reazione - rimanere consapevoli ed equanimi la via per

    uscire dalla sofferenza.Discorso del quinto giorno...............................pag. 45Le Quattro Nobili Verit: sofferenza, causa dellasofferenza, liberazione dalla sofferenza, il mezzo pereliminare la sofferenza - la catena dei condizionamenti.

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    Discorso del sesto giorno................................pag. 53Importanza di sviluppare consapevolezza ed equanimitnei confronti delle sensazioni - i quattro elementi ed il

    loro rapporto con le sensazioni - le quattro cause delflusso della materia - i cinque ostacoli: bramosia,avversione, indolenza fisica e mentale, agitazione,dubbio.

    Discorso del settimo giorno..............................pag. 62Importanza dell'equanimit sia verso le sensazioni pisottili che verso quelle pi forti - continuit dellaconsapevolezza - i cinque "amici": fede, sforzo,consapevolezza, concentrazione, saggezza.

    Discorso dell'ottavo giorno .............................pag. 72La legge della moltiplicazione ed il suo contrario, lalegge dell'eliminazione - l'equanimit il bene maggiore- l'equanimit rende possibile una vita di vera azione -rimanendo equanimi, ci si garantisce un futuro felice.

    Discorso del nono giorno.................................pag. 81

    Applicazione della tecnica nella vita quotidiana - i diecipram.

    Discorso del decimo giorno..............................pag. 90Ripasso della tecnica.

    Discorso dell'undicesimo giorno......................pag. 101Come continuare la pratica dopo la fine del corso.

    Passaggi in pli citati nei discorsi con traduzione inItaliano............................................................ pag.108Glossario delle parole pli................................ pag.138

    Centri per la pratica della meditazione Vipassanainsegnata da S.N.Goenka. ............................... pag.154

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    RIASSUNTI DEI DISCORSI

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    Namo tassa bhagavato arahato

    samm-sambuddhassa

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    DISCORSO DEL PRIMO GIORNODISCORSO DEL PRIMO GIORNO

    Difficolt iniziali - scopo di questa meditazione -

    perch si sceglie la respirazione come punto dipartenza - la natura della mente - causa delledifficolt e come affrontarle - pericoli da evitare.

    Il primo giorno pieno di grandi difficolt e di disagi, inparte perch non si abituati a star seduti tutto il giornonello sforzo di meditare, ma soprattutto a causa del tipo dimeditazione che avete cominciato a praticare:consapevolezza del respiro, solamente del respiro.

    Sarebbe stato pi facile e rapido concentrare la mente,evitando tutti questi disagi se, insieme alla consapevolezzadel respiro, aveste cominciato a ripetere una parola, unmantra, il nome di una divinit, o se aveste cominciato adimmaginare l'apparenza o la forma di un dio. Vi sirichiede invece di osservare il semplice respiro, cos com'

    naturalmente, senza regolarlo: non si devono aggiungereparole n formare immagini.Queste ultime non sono ammesse perch scopo di

    questa meditazione non la concentrazione della mente.La concentrazione solo un supporto, un gradino cheporta ad una meta pi elevata: la purificazione dellamente, che comporta lo sradicamento di tutte le

    contaminazioni mentali e delle negativit interiori,conducendo cos alla liberazione da tutte le sofferenze edal raggiungimento della piena illuminazione.

    Ogni volta che nella mente sorge un'impurit, comerabbia, odio, passione, paura, ecc., si diventa infelici. Ognivolta che accade qualcosa di indesiderato, ci irritiamo ecominciamo a creare tensione dentro di noi. Ogni voltache non si avvera ci che desideriamo, ecco che

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    generiamo di nuovo tensioni al nostro interno. Questoprocesso va avanti tutta la vita, e si arriva al punto che lanostra intera struttura, fisica e mentale, diventa un fascio

    di grandi tensioni. E non ci limitiamo a tenere questetensioni dentro di noi, ma le comunichiamo a tutti quellicon cui entriamo in contatto.

    Non certo questo il modo giusto di vivere. Sietevenuti a questo corso di meditazione per imparare l'arte divivere: come vivere in pace ed armonia con voi stessi, ecome procurare gioia ed armonia a tutti gli altri; comevivere felici nel quotidiano, progredendo, nel frattempo,verso la massima felicit di una mente totalmente pura,piena di amore disinteressato, di compassione, di gioia perla felicit altrui, di equanimit.

    Per imparare l'arte di vivere armoniosamente, occorreinnanzi tutto scoprire la causa della disarmonia. La causa sempre dentro di noi, e per questa ragione dobbiamoesplorare la realt di noi stessi. Questa tecnica vi aiuta ad

    esaminare la vostra struttura mentale e fisica, ed il forteattaccamento che provate per essa, che produce soltantotensioni e infelicit.

    attraverso l'esperienza che dobbiamo arrivare a capirela natura sia del corpo che della mente. Solo allora si potrsperimentare qualsiasi cosa possa esserci al di l dellamente e della materia. Questa si pu quindi definire una

    tecnica che porta alla realizzazione della verit, allacomprensione di s stessi, attraverso la penetrazione dellarealt di ci che chiamiamo il "s". Potremmo anchechiamarla una tecnica di realizzazione di Dio, visto cheDio non altro che verit, amore, purezza.

    L'esperienza diretta della realt essenziale. "Conoscite stesso": dalla realt superficiale, apparente, grossolana,attraverso realt pi sottili, fino alla pi profonda realt

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    della mente e della materia. Dopo aver sperimentato tuttoci, si pu allora procedere oltre, fino a sperimentare larealt ultima che sta oltre la mente e la materia.

    La respirazione il punto di partenza giusto per questoviaggio. L'uso di un oggetto immaginario, frutto dellanostra fantasia, rischia soltanto di dar luogo ad altreimmaginazioni ed a maggiori illusioni: non aiuter ascoprire la verit profonda su se stessi. Per giungere aduna forma pi sottile di verit, occorre partire da unaverit, da una realt chiara ed evidente qual il respiro.Inoltre, se ci si serve di una parola, o dell'immagine di unadivinit, la tecnica diventa settaria. La parola o l'immagineverr associata ad una cultura, ad una certa religione, epotr quindi risultare inaccettabile per coloro che hannoaltre credenze. Essendo la sofferenza una malattiauniversale, il rimedio non pu essere settario, e la con-sapevolezza del respiro risponde a questa esigenza diuniversalit, perch il respiro comune a tutti, e chiunque

    pu accettare di osservarlo. Ogni passo che si compie sulsentiero deve essere libero da settarismi, dal confinamentodi verit universali in particolari strutture religiose.

    Il respiro lo strumento che permette di osservare laverit su se stessi. In effetti, si sa ben poco del nostrocorpo. Conosciamo solo la sua apparenza esterna, e quelleparti e funzioni di esso che possiamo controllare

    coscientemente. Non sappiamo nulla degli organi interniche operano al di fuori del nostro controllo, nulla dellecellule di cui composto l'intero corpo e che cambiano incontinuazione. Ininterrottamente, in tutto il nostro corpo,avvengono innumerevoli reazioni biochimiche ed elet-tromagnetiche, ma di esse non sappiamo niente.

    Seguendo questa via, arriverete a conoscere tutto ciche ignorate su voi stessi. E, per questo scopo, la

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    respirazione particolarmente adatta. Agisce infatti daponte tra il conosciuto e l'ignoto, poich la respirazione l'unica funzione fisica che pu essere sia conscia che

    inconscia, sia intenzionale che automatica. Noi inco-minciamo con una respirazione intenzionale, conscia, eproseguiamo verso la consapevolezza del respiro normale,naturale. Di l progrediremo verso verit sempre piprofonde su noi stessi. Ogni passo un passo compiutonella realt; ogni giorno penetrerete pi a fondo nellascoperta delle realt pi impercettibili su voi stessi, sulvostro corpo e sulla vostra mente.

    Oggi vi stato chiesto di osservare semplicementecome funziona il respiro, ma contemporaneamente aveteanche osservato la mente, poich la natura del respiro strettamente connessa allo stato mentale. Infatti, nonappena nella mente sorge un'impurit, una negativit, ilrespiro diventa anormale e si comincia a respirare pirapidamente e pesantemente. Quando la negativit se ne

    va, il respiro ridiventa leggero. cos che il respiro pudiventare uno strumento per esplorare non solo la realtdel nostro corpo, ma anche della nostra mente.

    Una caratteristica della mente, che avete cominciato asperimentare oggi, la sua abitudine di saltare incontinuazione da un oggetto all'altro. La mente non vuolerimanere fissa sul respiro o su qualsiasi altro oggetto di

    attenzione: preferisce scorrazzare incontrollatamente.E quando la mente divaga, dove va? Avete ormai notatoche va o nel passato o nel futuro. Si tratta di un'abitudinefissa della mente: non vuole rimanere nel momentopresente. In realt, nel presente che dobbiamo vivere.Ci che passato irrevocabilmente finito; ci che futuro non si pu raggiungere, fino a che non diventapresente. Ricordare il passato e pensare al futuro serve

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    solo nella misura in cui ci aiuta a vivere il presente.Eppure, a causa di un'abitudine radicata, la mente cercacontinuamente di fuggire dalla realt del presente verso un

    passato od un futuro irraggiungibili; una mente pazza,perpetuamente agitata ed infelice.La tecnica che state imparando qui si chiama arte di

    vivere, e la vita si pu vivere concretamente solo nelpresente. Perci il primo passo imparare come vivere nelmomento presente, mantenendo la mente su una realtpresente: il respiro che in questo momento sta entrando euscendo dalle narici. Anche se superficiale, questa larealt di questo momento. Quando poi la mente divaga,noi dobbiamo, sorridendo e senza tensione, accettare ilfatto che, a causa di un'abitudine ormai radicata, essa si distratta. Non appena ci rendiamo conto che la nostramente si distratta, essa ritorna naturalmente e spon-taneamente, alla consapevolezza del respiro.

    Avete facilmente riscontrato la tendenza della mente a

    scivolare in pensieri riguardanti il passato od il futuro. Diche tipo sono questi pensieri? Oggi avete constatato chetalvolta i pensieri sorgono senza alcuna sequenza, senzacapo n coda. Un comportamento mentale del genereviene di solito considerato segno di follia. Ora anche voiavete fatto la scoperta di essere dei pazzi, immersinell'ignoranza, nell'illusione, nellautoinganno. Ma anche

    quando i pensieri seguono una logica, essi hanno comeoggetto qualcosa di piacevole o di spiacevole. Nel caso diun oggetto piacevole, si comincia a reagire con un sensodi gradimento, che sfocia in bramosia e attaccamento. Sel'oggetto spiacevole, si comincia a provare ripugnanza,che si trasforma in avversione ed odio. La mente costantemente colma di ignoranza, bramosia ed avver-sione. Tutte le altre impurit hanno origine da queste tre

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    impurit fondamentali, che in pli vengono chiamaterispettivamente: moha, rga, dosa, ed ognuna causa diinfelicit.

    Scopo di questa tecnica quello di purificare la mente,di liberarla dalla sofferenza, sradicando gradualmente icondizionamenti interiori. un'operazione che avvienenelle profondit dell'inconscio, compiuta nell'intento discovare ed eliminare i complessi che vi sono nascosti.Anche il primo passo in questa tecnica deve purificare lamente, e questo il caso: osservando il respiro, aveteiniziato non soltanto a concentrare la mente, ma anche apurificarla. Forse, nel corso di questa giornata, la vostramente stata concentrata sul respiro solo per pochimomenti, ma ognuno di questi estremamente efficaceper cambiare l'abitudine mentale. In momenti del genere,siete consapevoli della realt del presente, e cio delrespiro che entra o esce dalle narici, senza illusioni. Npotete provare desiderio o avversione nei confronti del

    respiro, perch vi limitate ad osservarlo, senza reagire.Mentre fate questo, la mente libera dalle trecontaminazioni di base, ed quindi pura. Questo momentodi purezza a livello conscio ha un forte impatto sullevecchie impurit accumulate nell'inconscio. Il contatto traquella forza positiva e queste forze negative produceun'esplosione; alcune delle impurit nascoste nell'in-

    conscio emergono a livello conscio, e si manifestano comedifferenti tipi di disagi fisici o mentali.Il pericolo, in una situazione del genere, quello di

    agitarsi, aumentando cos le proprie difficolt. Lasaggezza dovrebbe suggerirci che ci che ci appare comeun ostacolo in realt un segno di successo nella medi-tazione, un'indicazione che la tecnica ha effettivamentecominciato a funzionare. iniziata l'operazione nell'in-

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    conscio, e parte del pus chi vi nascosto ha cominciato aduscire dalla piaga. Il processo pu risultare spiacevole, ma l'unico modo per liberarsi dal pus, per eliminare le

    impurit. Continuando a lavorare nel modo giusto, tuttequeste difficolt a poco a poco diminuiranno. Domani sarun po pi facile, il giorno dopo ancora di pi. Se lavoratebene, gradualmente tutti i problemi spariranno.

    Siete voi che dovete lavorare, nessun altro puassumersi questo compito al vostro posto. Per riuscire aliberarvi, dovete esplorare la realt all'interno di voi stessi.

    Alcuni suggerimenti su come lavorare

    Rimanete all'interno durante le ore di meditazione.Facendo meditazione all'aperto, a diretto contatto con laluce ed il vento, non riuscirete a penetrare in profonditnella vostra mente. Potete invece andar fuori durante gli

    intervalli.Dovete rimanere entro il perimetro del luogo in cui sisvolge il corso. State eseguendo un'operazione sulla vostramente: rimanete in sala operatoria.

    Prendete la decisione di fermarvi per l'intero periododel corso, indipendentemente dalle difficolt che potreteincontrare. Ricordatevi di questa ferma determinazione

    ogniqualvolta, durante l'operazione, sorgeranno deiproblemi. Andarsene a met corso pu essere pericoloso.Allo stesso modo, decidete di attenervi alla disciplina

    ed a tutte le regole, la pi importante delle quali laregola del silenzio. Ripromettetevi anche di attenervi agliorari e soprattutto di essere in sala di meditazione per letre sedute di gruppo quotidiane di un'ora.

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    Evitate di mangiar troppo, di cedere alla sonnolenza edi parlare quando non ve ne sia necessit.

    Seguite esattamente le istruzioni. Mettete da parte, per

    il periodo del corso, tutto ci che avete letto od imparatoaltrove, senza giudicarlo. Mescolare le tecniche moltopericoloso. Se qualcosa non vi chiaro, chiedetespiegazioni all'insegnante. Ma sperimentate questa tecnicasenza pregiudizi; se lo farete, i risultati saranno eccellenti.

    Utilizzate questo periodo nel miglior modo possibile,per liberarvi dalla schiavit dell'attaccamento, dell'av-versione, dell'ignoranza, e cos provare vera pace, veraarmonia, vera felicit.

    Auguro a tutti voi la felicit vera.

    Che tutti gli esseri siano felici!

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    DISCORSO DEL SECONDO GIORNODISCORSO DEL SECONDO GIORNO

    Definizione universale di moralit e immoralit -

    il Nobile Ottuplice Sentiero: sla e samdhi.

    Il secondo giorno terminato. Sebbene sia statoleggermente migliore del primo, rimangono ancora delledifficolt. La mente cos inquieta, agitata, incontrollata: come un toro od un elefante infuriato, che provocadistruzione quando entra in un insediamento umano. Se,con saggezza, qualcuno addomestica ed addestraquell'animale selvaggio, allora tutta la forza diquest'ultimo, usata fino a quel momento per distruggere,comincer ad essere utile e costruttiva per la societ. Allostesso modo la mente, che molto pi potente e pericolosadi un elefante selvaggio, deve essere addomesticata edallenata: allora la sua immensa forza comincer ad essereal vostro servizio. Ma dovete lavorare con molta pazienza

    e costanza, in continuazione. la continuit della praticail segreto della sua efficacia.Siete voi che dovete lavorare: nessuno pu farlo al

    vostro posto. Una persona illuminata, con tutto l'amore ela compassione, pu indicare il metodo di lavoro, ma nonpu portare nessuno sulle proprie spalle fino alla metafinale. Dovete essere voi a muovere un passo dopo l'altro,

    a combattere la vostra personale battaglia, a conquistare lavostra salvezza. Naturalmente, non appena comincerete alavorare, riceverete l'aiuto di tutte le forze del Dhamma,ma siete comunque voi a dover lavorare. Dovete per-correre voi stessi l'intero cammino.

    Cercate di capire cos' questo sentiero su cui vi sieteincamminati. Il Buddha lo ha descritto in termini moltosemplici:

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    Astenersi dalle azioni immorali e corrotte,compiere solo quelle buone e salutari,

    purificare la mente;questo l' insegnamento degli illuminati.

    un cammino universale, che persone di qualsiasicultura, razza o paese possono accettare. La difficolt stanel dare il giusto significato ai concetti di moralit eimmoralit. Quando il Dhamma non viene colto nella suaessenza, esso diviene oggetto di devozione settaria. Ognisetta allora dar una sua diversa definizione della moralit,identificandola con esteriorit, o con pratiche rituali, o condeterminate credenze. Queste sono definizioni settarie, chealcuni accettano e altri no. Dhamma d invece un signi-ficato universale alla moralit e alla immoralit. Ogniazione che danneggia gli altri, che disturba la loro pace edarmonia, immorale e cattiva. Le azioni che giovano agli

    altri, che contribuiscono alla loro pace ed armonia, sonomorali e buone.Questa definizione non si basa su dogmi, ma sulla legge

    di natura. Ed legge naturale che non si possa compiereun'azione dannosa per gli altri, senza aver prima generatonegativit nella propria mente, sia che si tratti di rabbia,paura, odio od altro; ed ogni volta che si genera una

    negativit mentale, si diventa infelici e si sperimentanodentro di s le pene dell'inferno. Allo stesso modo non sipossono compiere azioni che giovino agli altri, senzaprima generare amore, compassione, benevolenza; e nonappena si comincia a sviluppare al proprio interno questepure qualit mentali, si comincia a godere di una pacecelestiale. Aiutando gli altri, automaticamente aiutate voi

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    stessi, cos come danneggiando gli altri automaticamentedanneggiate voi stessi.

    Questo il Dhamma, la verit, la legge l'universale

    legge di natura.Il cammino del Dhamma chiamato "Nobile OttupliceSentiero", nobile nel senso che chiunque lo percorra destinato a diventare una persona santa, dal cuore nobile.Il sentiero diviso in tre parti: sla, samdhi e pa.Sla la moralit, l'astenersi da azioni immorali siacorporee che verbali. Samdhi l'azione positiva disviluppare la padronanza della propria mente. Sonoentrambe pratiche importanti, ma n sla n samdhipossono sradicare tutte le negativit accumulate nellamente. A questo scopo occorre praticare la terza parte delsentiero: pa, sviluppo della saggezza, cio dellacomprensione profonda, che purifica completamente lamente.

    Sla comprende tre parti del Nobile Sentiero:

    1) Samm-vc: giusta parola, purezza dell'azionevocale. Per capire cosa sia la purezza di linguaggio,dobbiamo sapere cos' il linguaggio impuro: mentire,ingannare, usare parole aspre che offendono, diffonderemaldicenze o calunnie, fare pettegolezzi e chiacchierareinutilmente. Quando ci si astiene da tutto ci, quel cherimane la giusta parola.

    2) Samm-kammanta: giusta azione, purezza del-l'azione fisica. Sul cammino del Dhamma vi un solometro per misurare se un'azione pura o impura, sia essafisica, mentale o vocale: se giova agli altri o li danneggia.Uccidere, rubare, commettere violenze sessuali oadulterio, intossicarsi in modo tale da perdere il dominiodi s, sono tutte azioni che danneggiano gli altri ed anche

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    se stessi. Quando ci si astiene da queste azioni fisicheimpure, ci che rimane la giusta azione.

    3) Samm-jva: giusti mezzi di sussistenza. Ognuno

    deve aver modo di sostentare se stesso e quelli che da luidipendono, ma se il mezzo di sussistenza danneggia glialtri, chiaramente non quello giusto. Anche se non sicompiono direttamente delle azioni illecite perguadagnarsi da vivere, ma si incoraggiano altri acompierle, non si usa un giusto mezzo di sussistenza. Peresempio, vendere alcolici, gestire una casa da gioco,vendere armi, commerciare in animali vivi o in carni, nonrappresentano occupazioni lecite. Anche la professionepi nobile, esercitata con lo scopo di sfruttare gli altri, non un mezzo di sussistenza corretto. Se invece lo scopo dellavoro quello di fare la propria parte come membro dellasociet, contribuendo con la propria abilit ed il propriosforzo al bene comune, ricevendo una giusta remu-nerazione con cui mantenere se stessi ed i propri familiari,

    allora ci si guadagna la vita nel modo giusto.Un laico ha bisogno di denaro per mantenersi. Ilpericolo, per, che il guadagnare diventi un mezzo pergonfiare l'ego: si cerca di ammassare il pi possibile per sestessi, e si considerano inferiori coloro che guadagnanomeno. Questo atteggiamento, oltre a danneggiare gli altri,danneggia anche se stessi, perch pi l'ego forte, pi la

    liberazione lontana. Perci un altro aspetto essenzialeconsiste non solo nel guadagnare correttamente, ma anchenel dividere con gli altri ci che si guadagnato. Allora ilguadagno non va solo a proprio vantaggio, ma anche abeneficio degli altri.

    Ma se il Dhamma consistesse semplicemente inesortazioni ad astenersi dal danneggiare gli altri, nonavrebbe alcun effetto. facile rendersi conto, a livello

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    intellettuale, di quanto sia dannoso compiere azioni cattivee quanto giovi farne di buone; oppure si pu dareimportanza a sla per devozione verso chi la predica.

    Tuttavia, si continua ad agire nel modo errato, perch nonsi possiede il controllo della propria mente.Ecco perch la seconda sezione di Dhamma samdhi,

    imparare a controllare la propria mente. Questa sezionecomprende altre tre parti del Nobile Ottuplice Sentiero:

    4) Samm-vyma: giusto sforzo, giusto esercizio.Avete constatato, attraverso la pratica, come la mente siadebole e incostante, come vaghi sempre da un pensieroall'altro. Una mente del genere ha bisogno di esercizio perrinvigorirsi. Ci sono quattro esercizi per rinforzare lamente: liberarla da tutte le qualit negative che possiede,precluderle le qualit negative che non ha, preservare edaccrescere le qualit positive che gi ha, ed aprirla allequalit positive che le mancano. Indirettamente, attraversola pratica della consapevolezza del respiro (npna),

    avete gi cominciato a fare questi quattro esercizi.5) Samm-sati: giusta consapevolezza, consapevolez-za della realt del momento presente. Dal passato possonosolo sorgere ricordi; per il futuro possiamo soltanto avereaspettative, paure, fantasie. Esercitandovi a rimanereconsapevoli di qualsiasi realt si manifesti nel presenteentro lo spazio intorno alle narici, avete cominciato a

    praticare samm-sati. Dovete sviluppare la capacit diessere consapevoli dei differenti livelli di realt, da quellipi grossolani a quelli pi sottili.

    Per cominciare, avete concentrato l'attenzione sulrespiro conscio ed intenzionale, poi su quello naturale eleggero, quindi sul punto di contatto del respiro. Oradovrete portare l'attenzione su un oggetto ancora piimpercettibile: le sensazioni fisiche naturali che si

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    manifestano in questa zona limitata. Potrete sentire latemperatura del respiro, leggermente fresca quando entra eun po pi tiepida quando esce. Oltre a questa, vi sono

    innumerevoli altre sensazioni non collegate col respiro:caldo, freddo, prurito, pulsazioni, vibrazioni, pressione,tensione, dolore, ecc. Non potete scegliere che sensazioneprovare, perch non potete creare sensazioni.

    Dovete soltanto osservare, rimanendo semplicementeconsapevoli. Non importante dare un nome allasensazione; ci che conta essere consapevoli della realtdella sensazione senza reagire ad essa.

    Come avete visto, la mente continua, per abitudine, ascivolare nel futuro o nel passato, generando bramosia odavversione. Praticando la giusta consapevolezza, avetecominciato ad infrangere quest'abitudine. Non che dopoquesto corso dimenticherete completamente il passato, nsmetterete di pensare al futuro. Prima, oscillandoinutilmente dal passato al futuro, sprecavate la vostra

    energia in modo tale che, quando vi occorreva ricordarequalcosa o fare piani per il futuro, non ne eravate in grado.Ora invece, sviluppando samm-sati, imparerete a fissarepi stabilmente la mente nella realt del presente, econstaterete di potere, al bisogno, ricordarvi di cosepassate e fare adeguati programmi. Sarete in grado dicondurre una vita felice e sana.

    6) Samm-samdhi: giusta concentrazione. Laconcentrazione non lo scopo di questa tecnica; laconcentrazione a cui dovete arrivare deve essere pura, ciolibera da negativit. Si pu anche concentrare la mente purmantenendo un fondo di bramosia, avversione odillusione, ma questo non samm-samdhi. Occorreessere consapevoli della realt presente all'interno di noistessi, senza nutrire per essa bramosia od avversione.

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    Mantenere questa consapevolezza in continuazione,momento per momento, questo samm-samdhi.

    Seguendo scrupolosamente i cinque precetti, avete

    cominciato a praticare sla. Allenando la mente arimanere focalizzata su un certo punto, un oggetto realedel presente, senza bramosia od avversione, avetecominciato a sviluppare samdhi. Continuate a lavorarecon applicazione per rendere pi acuta la mente, in modoche quando comincerete a praticare pa, sarete ingrado di penetrare nelle profondit dell'inconscio, disradicare tutte le impurit che vi si nascondono, e digodere di una reale felicit - la felicit della liberazione.

    Felicit vera a tutti voi.

    Che tutti gli esseri siano felici!

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    DISCORSO DEL TERZO GIORNODISCORSO DEL TERZO GIORNO

    Il Nobile Ottuplice Sentiero: pa - saggezza

    acquisita, saggezza intellettuale, saggezza basatasull'esperienza - kalpa - i quattro elementi - letre caratteristiche: impermanenza, illusorianatura dell'io, sofferenza - andare al di l dellarealt apparente.

    Il terzo giorno passato. Domani pomeriggio entrerete nelcampo di pa, saggezza, la terza parte del NobileOttuplice Sentiero. Senza la saggezza il sentiero rimaneincompleto.

    Si inizia il sentiero praticandosla, cio astenendosi daldanneggiare gli altri; ma anche se non si fa del male aglialtri, si pu danneggiare se stessi col generare negativitnella propria mente. Per questa ragione si inizia adesercitaresamdhi, si impara cio a controllare la mente,

    ed a sopprimere le negativit che vi si sono manifestate.Comunque, sopprimere le negativit non vuol direeliminarle. Esse rimangono nell'inconscio e l simoltiplicano, continuando a nuocere. Ecco allora il terzogradino di Dhamma, pa: non permettendo allenegativit di sfogarsi, n sopprimendole, le si lascia venirea galla in modo da sradicarle.

    Quando le negativit sono sradicate, la mente liberada impurit. E quando la mente stata cos purificata,rimane pi facile evitare le azioni che danneggiano glialtri, poich una mente pura naturalmente colma dibenevolenza e compassione verso il prossimo. Cos sipotranno evitare facilmente anche le azioni chedanneggiano noi stessi. Si vive allora una vita felice esana. necessario fare un passo dopo l'altro sul sentiero.

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    Sla porta allo sviluppo di samdhi, giusta concen-trazione; samdhi porta allo sviluppo di pa, saggezzache purifica la mente; pa porta al nibbna, la

    liberazione da tutte le impurit, la piena illuminazione.Pa riguarda altre due parti del Nobile OttupliceSentiero:

    7) Samm-sakappa: giusto pensiero. Nell'attesa diiniziare a praticare la saggezza, non necessariosospendere l'intero processo del pensiero. I pensieririmangono, ma cambia il tipo di pensieri. Le negativitesistenti alla superficie della mente cominciano ascomparire grazie alla pratica della consapevolezza delrespiro. Invece di pensieri di bramosia, avversione,ignoranza, si comincia ad avere pensieri sani, pensieririguardanti il Dhamma, la via che porta alla liberazione.

    8) Samm-dihi: giusta comprensione. Questa veramentepa, comprendere la realt cos com', noncome appare.

    Vi sono tre stadi nello sviluppo di pa. Il primo suta-may-pa, saggezza acquisita ascoltando oleggendo parole dette da altri. Questa saggezza ricevuta molto utile per indirizzarci nella direzione giusta.

    Tuttavia, da sola essa non pu liberarci, perch in effetti solo una saggezza presa in prestito. La si accetta comevera o per fede cieca, o per avversione, perch si ha paura

    che si andr all'inferno, oppure spinti dal desiderio e dallasperanza che, credendo, si andr in paradiso. Non si trattacomunque di una saggezza veramente nostra.

    La funzione della saggezza acquisita dovrebbe esserequella di condurre allo stadio successivo: cint-may-pa, comprensione intellettuale. Si esamina razional-mente ci che si letto o udito per vedere se logico,pratico, benefico, e solo in quel caso lo si accetta. Anche

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    questa comprensione razionale importante, ma pu dive-nire molto pericolosa se la si considera come un punto diarrivo. il caso di chi acquista una conoscenza intellettua-

    le, e giunge quindi alla conclusione di essere una personamolto saggia: in realt, tutto ci che apprende serve solo agonfiare il suo io; un tipo cos lontano dalla liberazione.

    La vera funzione della comprensione intellettuale quella di condurre allo stadio successivo: bhvan-may-pa, la saggezza che nasce all'interno di noistessi, a livello di esperienza. Questa la vera saggezza.Saggezza acquisita e comprensione intellettuale sonomolto utili se servono come ispirazione e guida per ilpasso successivo. Tuttavia, solo la saggezza a livello diesperienza che pu liberare, in quanto si tratta di saggezzaveramente nostra, basata sulla nostra esperienza.

    Il seguente esempio pu illustrare i tre tipi di saggezza:un medico prescrive una medicina ad un malato. L'uomova a casa e, per la gran fiducia che nutre verso il suo

    medico, recita ogni giorno le parole della ricetta; questapotrebbe essere suta-may-pa. Non ancora sod-disfatto, l'uomo ritorna dal medico, e chiede e ricevespiegazioni sulla ricetta, sull'efficacia della medicina e sulrisultato che dar: questa cint-may-pa. Final-mente il nostro uomo prende la medicina: solo allora lasua malattia viene curata. I risultati positivi si hanno solo

    al terzo stadio, quello di bhvan-may-pa.Siete venuti a questo corso per prendere personalmentela medicina, per sviluppare la vostra saggezza personale.Per fare ci, dovete comprendere la verit a livello diesperienza. Nel mondo esiste tanta confusione perchl'apparenza delle cose totalmente diversa dalla loro veranatura. Per dissipare questa confusione, dovete svilupparein voi una saggezza che sia frutto dell'esperienza. E

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    all'esterno della struttura fisica, la verit non si pusperimentare, ma solo intellettualizzare. Dovete quindiacquistare la capacit di sperimentare la verit all'interno

    di voi stessi, andando dai livelli pi grossolani esuperficiali a quelli pi sottili, in modo da liberarvi datutte le illusioni e da tutte le schiavit.

    Tutti sanno che l'universo in continuo mutamento, macapire questa verit a livello intellettuale non serve aniente: all'interno di noi stessi che dobbiamosperimentarla. A volte un avvenimento traumatico, comela morte di qualcuno che ci molto vicino, o molto caro,ci costringe a guardare in faccia la cruda realtdell'impermanenza, e questo l'inizio della saggezza,perch si vede la futilit di correre dietro ai beni di questaterra, contendendoli agli altri. Ma ben presto si riaffermala nostra tendenza all'egoismo, e la saggezza svanisce,perch non era basata su un'esperienza diretta e personale.Non avevamo sperimentato la realt dell'impermanenza

    all'interno di noi stessi.Tutto effimero, sorge e svanisce in ogni istante:anicca; ma la rapidit e la continuit di questo processocreano l'illusione della permanenza. La fiamma di unacandela e la luce di una lampadina elettrica sono entrambein continuo cambiamento. Se, come nel caso della fiammadella candela, i nostri sensi possono percepire questo

    processo, si liberi dall'illusione. Ma se, come nel casodella lampadina elettrica, il cambiamento cos rapido econtinuo che non lo si pu percepire con i sensi, alloral'illusione molto difficile da spezzare. Si pu discernereil cambiamento costante della corrente di un fiume, ma chi in grado di capire che anche l'uomo che si bagna nelfiume cambia ad ogni istante?

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    Il solo modo per spezzare questa illusione di impararead esplorare l'interno di noi stessi e di sperimentare larealt della nostra struttura fisica e mentale. ci che fece

    Siddhattha Gotama per diventare un Buddha. Lasciandoda parte ogni preconcetto, egli esamin se stesso perscoprire la vera natura del corpo e della mente. Partendodalla realt apparente pi superficiale, egli penetr fino alsuo livello pi profondo e sottile, scoprendo che l'interastruttura fisica, l'intero mondo materiale, composto diparticelle subatomiche, chiamate in pli aha kalpa. Escopr che ognuna di queste particelle composta daquattro elementi terra, acqua, fuoco, aria e delle lorocaratteristiche sussidiarie.

    Egli si rese conto che queste particelle sono gli elementifondamentali di cui costituita la materia e checontinuano anch'esse a sorgere e svanire con granderapidit trilioni di volte in un secondo. In realt il mondomateriale non possiede alcuna solidit: esso non che

    combustione e vibrazioni.Gli scienziati moderni hanno confermato la scoperta delBuddha e hanno provato, attraverso i loro esperimenti, chel'intero universo materiale composto di particellesubatomiche che nascono e svaniscono con granderapidit. Questa saggezza puramente intellettuale non hatuttavia liberato questi scienziati dalla sofferenza. A

    differenza del Buddha, essi non hanno sperimentato laverit direttamente, all'interno di loro stessi. solo quandosi sperimenta personalmente la realt della propriaimpermanenza che si comincia ad uscire dall'infelicit.

    Di mano in mano che cresce in noi la comprensione dianicca, si manifesta un altro aspetto della saggezza:anatt, cio la non esistenza dell"io" e del "mio". Al-l'interno della struttura mentale e fisica, non vi nulla che

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    duri pi di qualche attimo, nulla che si possa identificarecon un s permanente o con un'anima. Se qualcosa fosseveramente "mio", allora dovrei essere in grado di posse-

    derlo, di controllarlo, mentre invece non ho neppure lapadronanza del mio corpo: esso infatti continua a cam-biare, a deteriorarsi, senza tener conto dei miei desideri.

    Allora diviene evidente un terzo aspetto della saggezza,la comprensione di dukkha, la sofferenza. Il desiderio dipossedere e di aggrapparci a qualcosa che muta e sfugge alnostro controllo inevitabilmente ci procura sofferenza.Siamo soliti identificare la sofferenza con esperienzesensoriali spiacevoli, ma anche quelle piacevoli possonoessere fonte di dolore se nasce l'attaccamento verso diesse, visto che anch'esse sono impermanenti. Attaccarsi aci che effimero porta inevitabilmente alla sofferenza.

    Quando la comprensione di anicca, anatt e dukkhasi rafforza, questa saggezza si manifesta nella vitaquotidiana. Come si imparato a penetrare al di l della

    realt apparente all'interno di noi stessi, cos anche nellecircostanze esterne si sar in grado di discernere la realtapparente, e anche la verit ultima. cos che ci si liberadalle illusioni, e si vive una vita felice e sana.

    Molte sono le illusioni create da una realt che appareconsolidata ed integrata per esempio, l'illusione dellabellezza fisica. Il corpo appare bello solo nel suo insieme.

    Ogni parte di esso, vista separatamente, non attraente,non ha bellezza in pli asubha. La bellezza fisica una realt superficiale, apparente, non la verit ultima.

    Tuttavia, l'aver compreso la natura illusoria della bel-lezza fisica non porter a repulsione verso gli altri, perch,nella misura in cui aumenta la saggezza, la mente diventanaturalmente equilibrata, distaccata, pura, piena di bene-volenza verso tutti. Avendo sperimentato la realt all'inter-

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    no di se stessi, ci si pu liberare dall'illusione, dalla bra-mosia, dall'avversione, e vivere una vita pacifica e felice.

    Domani pomeriggio, quando comincerete a praticare

    Vipassana, farete il primo passo sul sentiero di pa.Non aspettatevi, quando inizierete, di vedere subito leparticelle subatomiche che nascono e scompaiono in tuttoil corpo. No, si comincia dalla verit pi appariscente esuperficiale e, rimanendo equanimi, si penetra via via finoa verit pi sottili, fino all'estrema verit della materia,della mente e dei suoi contenuti; e infine si arriva allaverit ultima, che oltre la mente e la materia.

    Per raggiungere questo traguardo, dovete lavorare conle vostre sole forze. Quindi rafforzatesla, poich questa la base della vostra meditazione, e continuate a praticareAnapana fino alle 15.00 di domani; continuate ad osser-vare la realt nella zona delle narici, continuate ad affinarela concentrazione della mente in modo che, quandodomani comincerete a praticare Vipassana, potrete

    penetrare nei suoi livelli pi profondi e sradicarne leimpu-rit pi nascoste. Lavorate con pazienza, concostanza, in continuazione; per il vostro bene, per la vostraliberazione.

    Che tutti voi possiate muovere con successo i vostriprimi passi sul sentiero della liberazione.

    Che tutti gli esseri siano felici!

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    DISCORSO DEL QUARTO GIORNODISCORSO DEL QUARTO GIORNO

    Domande sulla pratica di Vipassana - la legge del

    kamma - importanza dell'azione mentale - lequattro parti della mente: coscienza, percezione,sensazione, reazione - rimanere consapevoli edequanimi la via per uscire dalla sofferenza.

    Il quarto giorno un giorno molto importante. Avetecominciato a fare qualche immersione nel Gange delDhamma interiore, esplorando la verit di voi stessiattraverso le sensazioni del corpo. Nel passato, a causadella vostra ignoranza, queste stesse sensazioni hannocausato il moltiplicarsi della vostra sofferenza, ma orapossono essere gli strumenti per sradicarla. Imparando adosservare le sensazioni del corpo rimanendo equanimi,avete fatto il primo passo sul sentiero che conduce allaliberazione.

    Spesso gli studenti si pongono degli interrogativi aproposito della tecnica: perch spostare l'attenzioneattraverso il corpo secondo un certo ordine, eperch proprio in quell'ordine? Si pu seguirequalsiasi ordine, ma un ordine necessario. Altrimenti sirischia di tralasciare alcune parti del corpo, e quelle partirimarranno dimenticate, insensibili. Esistono sensazioni in

    tutto il corpo, e in questa tecnica molto importantesviluppare la capacit di sperimentarle ovunque. A questoscopo, molto utile muoversi con ordine. Se non avetesensazioni in qualche parte del corpo, l potete trattenerel'attenzione per un minuto. In realt, la sensazione c'anche l, come in ogni pi piccola parte del corpo, ma cos tenue che la mente non ne cosciente, e perci quellazona sembra vuota, insensibile. Fermatevi quindi l per un

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    minuto, osservando con calma, tranquillit ed equanimit.Non mettetevi a desiderare spasmodicamente unasensazione e non indispettitevi perch non la sentite. Se

    fate cos, significa che avete perso il vostro equilibriomentale, ed una mente non equilibrata molto ottusa: nonpu certo percepire delle sensazioni sottili. Se invece lamente rimane equilibrata, diventa pi acuta e sensibile,capace di percepire le sensazioni pi impercettibili.Osservate quella zona con equanimit per la durata di unminuto, non di pi. Se entro un minuto non appaionosensazioni, passate oltre, con la massima serenit. Al giroseguente, rimanete di nuovo in quel punto per un minuto;prima o poi comincerete a provare sensazioni sia l che nelresto del corpo. Se vi siete fermati per un minuto, e ancoranon percepite sensazioni, allora provate a sentire ilcontatto degli indumenti se si tratta di una zona coperta, oil contatto dell'aria se scoperta. Cominciate con questesensazioni superficiali e, gradualmente, arriverete a

    sentirne anche altre.Se l'attenzione ferma su una parte del corpo, esorge una sensazione da un'altra parte, ci si devespostare avanti o indietro per osservare quest'altrasensazione? No, continuate a muovervi in ordine. Noncercate di eliminare le sensazioni che sono sorte in altreparti del corpo d'altronde non ci riuscireste ma non

    date loro importanza. Osservate ogni sensazione manmano che arrivate in una certa zona, muovendovi conordine. Altrimenti salterete da un punto all'altro,tralasciando molte parti del corpo ed osservando solo lesensazioni pi grossolane. Dovete esercitarvi ad osservaretutte le diverse sensazioni in ogni parte del corpo, sianoesse intense o leggere, piacevoli o spiacevoli, nette o

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    indistinte. Quindi non permettete mai all'attenzione disaltare da un posto all'altro.

    Quanto tempo bisognerebbe impiegare per far

    scorrere l'attenzione dalla testa ai piedi? Il tempovarier a seconda delle circostanze. Vi stato detto difissare la vostra attenzione su una certa zona, e di passareoltre non appena sperimentata una sensazione. Se la mente sufficientemente acuta, sarete consapevoli dellasensazione non appena giungete in una certa zona, e poteteallora proseguire subito. Se questo accade anche nel restodel corpo, potrete spostarvi dalla testa ai piedi in circadieci minuti ma, a questo stadio, non consigliabilemuoversi pi velocemente. Se invece la mente lenta, cisaranno forse molte zone in cui necessario fermarsianche un minuto prima che appaia una sensazione. Inquesto caso, lo spostamento dalla testa ai piedi purichiedere mezz'ora, od un'ora. Non importante il tempoche ci vuole per fare un giro. Continuate a lavorare con

    pazienza e costanza: sicuramente i risultati sarannosoddisfacenti.Quanto dovrebbe essere grande lo spazio su cui

    fissare l'attenzione? Prendete una zona del corpo dicirca cinque-sette centimetri; poi spostatevi di altrettanticentimetri, e cos via. Se la mente pigra, prendete inosservazione degli spazi pi grandi, per esempio l'intera

    faccia, o l'intero avambraccio; poi, gradualmente, cercatedi ridurre la zona su cui portate l'attenzione. Alla fine,riuscirete a sentire sensazioni in ogni parte del corpo, maper ora va bene una zona di cinque-sette centimetri.

    Si dovrebbero sentire sensazioni solo sullasuperficie del corpo, o anche all' interno di esso?Succede a volte che un meditatore provi delle sensazioniall'interno del corpo non appena inizia Vipassana, altre

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    volte all'inizio si sperimentano le sensazioni solo insuperficie. Va bene in entrambi i casi. Se le sensazioniappaiono solo in superficie, continuate ad osservarle, fino

    a sentire le sensazioni su tutta la superficie del corpo.Dopo aver sperimentato sensazioni sull'intera superficie,comincerete poi a penetrare all'interno. Gradualmente, lamente acquister la capacit di provare sensazioniovunque, sia fuori che dentro, in ogni parte della strutturafisica. Ma per cominciare, anche le sensazioni insuperficie vanno bene.

    Questo sentiero conduce, attraverso l'intero camposensoriale, alla realt ultima, che sta oltre l'esperienza deisensi. Se continuerete a purificare la mente attraverso lapercezione delle sensazioni, arriverete certamente allatappa finale.

    Le sensazioni causano il moltiplicarsi della nostrasofferenza, perch, per ignoranza, reagiamo ad esse conavidit od avversione. In realt i problemi sorgono e le

    tensioni si creano proprio a livello di sensazioni fisiche. quindi l che si deve lavorare per cambiare la situazione,per modificare i nostri schemi mentali. Si deve impararead essere consapevoli di tutte le sensazioni senza, tuttavia,reagire ad esse, perch ci si rende conto che sonoimpermanenti ed impersonali. Cos facendo, ci si liberadall'abitudine inveterata di reagire ciecamente, e ci si

    affranca dalla sofferenza.Che cos' la sensazione? tutto ci che sisperimenta a livello fisico tutto ci che di naturale,normale, ordinario si percepisce nel corpo, sia essopiacevole o spiacevole, evidente o appena percettibile,intenso o tenue. Non trascurate mai una sensazione colpretesto che semplicemente causata dalle condizioniatmosferiche, o dal fatto di rimanere seduti a lungo, o che

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    il residuo di una vecchia malattia. Qualunque ne sia lacausa, l'importante che state percependo una sensazione.In passato cercavate di respingere le sensazioni spiacevoli

    e di trattenere quelle piacevoli. Ora, invece, le osservatesemplicemente con obiettivit, senza identificarvi conesse.

    Si tratta di un'osservazione imparziale; non cercate maidi selezionare le sensazioni, accettate invece qualsiasisensazione si manifesti naturalmente. Se cominciate acercare qualcosa di particolare o di straordinario, vicreerete delle difficolt e non sarete in grado di progredire.La tecnica non consiste nello sperimentare qualcosa dispeciale, ma nel rimanere equanimi di fronte a qualsiasisensazione. Anche nel passato avevate sensazioni similinel corpo, ma non ne eravate consapevoli, e reagivate adesse. Ora state imparando ad essere consapevoli ed a nonreagire, a sentire tutto ci che succede a livello fisico ed amantenere l'equanimit.

    Se lavorerete in questo modo l'intera legge naturale sisveler gradualmente ai vostri occhi. Dhamma significaproprio questo: natura, legge, verit. Per comprendere laverit attraverso l'esperienza diretta, la si deve scoprireall'interno del proprio corpo. ci che fece SiddhatthaGotama per diventare un Buddha. Comprese chiaramenteche in tutto l'universo, sia all'interno che all'esterno del

    nostro corpo, ogni cosa in continuo cambiamento. Echiunque lavori nello stesso modo scoprir questa verit.Niente un prodotto finale, tutto partecipa al continuoprocesso del divenire: bhava. Si delineer chiaramenteanche un'altra realt: il fatto che niente succede per caso.Ogni cambiamento l'effetto di una certa causa, equell'effetto, a sua volta, diventa la causa di un altrocambiamento, formando cos una catena infinita di cause

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    ed effetti. E diverr evidente un'ulteriore legge: com' lacausa, tale sar l'effetto; com' il seme, tale sar il frutto.

    Sullo stesso terreno si gettano due semi, uno di canna

    da zucchero, l'altro di neem un albero tropicale dai fruttimolto amari. Dal seme della canna da zucchero sisvilupper una pianta che sar dolce in ogni sua fibra; dalseme di neemnascer una pianta amara in ogni sua fibra.Ci si potrebbe chiedere perch la natura benigna con unapianta e crudele con l'altra. In realt la natura non nbenigna n crudele, segue semplicemente delle leggi fisse:essa aiuta soltanto il seme a manifestare la sua qualit. Sesi seminano semi di dolcezza, il raccolto sar dolce; se siseminano semi di amarezza, il raccolto sar amaro. Ilfrutto della stessa natura del seme; cos pure, ogni azionedar un risultato corrispondente.

    Volendo raccogliere frutti dolci, si molto attenti almomento del raccolto; il guaio che, alla stagione dellasemina, si sono sconsideratamente piantati semi di

    amarezza. Se si vogliono frutti dolci, bisogna piantare itipi di semi appropriati. Se non vogliamo ingannare noistessi, dobbiamo capire qual la legge di natura, eseguirla, altrimenti non servir pregare o sperare in unmiracolo. Occorre stare bene attenti alle proprie azioni,poich sono esse i semi che, a seconda della loro qualit,daranno frutti dolci o amari.

    Le azioni sono di tre tipi: fisiche, vocali e mentali. Chiha imparato ad osservarsi, capir subito che l'azionementale la pi importante, poich essa il seme da cuiderivano le altre. Le azioni vocali e quelle fisiche sonosemplici proiezioni dell'azione mentale, il metro su cuimisurare la sua intensit. Tutto ha inizio nella mente, esolo successivamente si manifesta a livello vocale o fisico.Per questo il Buddha ha dichiarato:

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    "Tutto ha origine nella mente: la mente lacosa pi importante. Ogni cosa prodotta

    dalla mente.Chiunque compia un'azione fisica o vocale conmente impura verr seguito dalla sofferenza,proprio come la ruota del carro segue ilcavallo che vi attaccato.Viceversa, la felicit seguir come la suastessa ombra colui che compie azioni vocali ofisiche con una mente pura".

    Se le cose stanno cos, indispensabile sapere cos' lamente e come funziona. Con la vostra pratica, avetecominciato ad analizzare questo fenomeno. Di mano inmano che procederete, vi renderete conto che la mentecomprende quattro processi principali, o aggregati.

    Il primo si chiama via, che si pu tradurre con

    coscienza. Gli organi dei sensi rimangono inanimati se lacoscienza non entra in contatto con essi. Ad esempio, sesono tutto preso da sensazioni visive e in quel momento siproduce un suono, non lo sentir, perch tutta la miacoscienza impegnata con gli occhi. La funzione di questaparte della mente quella di conoscere, di prenderesemplicemente atto, senza differenziare. Un suono viene

    in contatto con l'orecchio: via, la coscienza, registrasoltanto il fatto che arrivato un suono.Poi entra in funzione l'altra parte della mente: sa, la

    percezione. giunto un suono e, sulla base delle mieprecedenti esperienze e dei miei ricordi, lo riconosco: unsuono... parole... parole di lode: bene; oppure: un suono...parole... parole offensive: male. Basandomi sulla miaesperienza passata, do una valutazione positiva o negativa.

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    Immediatamente scatta il terzo processo della mente:vedan, la sensazione. Non appena il suono arriva, nelcorpo si produce una sensazione, ma quando la percezione

    la riconosce e la valuta, questa diventa piacevole ospiacevole, a seconda del giudizio che stato dato. Peresempio: giunge il suono... parole... parole di lode: bene e si prova una sensazione piacevole in tutto il corpo.Oppure: arriva il suono... parole... parole offensive: male e tutto il corpo percorso da una sensazione spiacevole.Le sensazioni sorgono nel corpo e vengono percepite dallamente; questo il processo che chiamiamovedan.

    A questo punto entra in azione il quarto elementomentale: sakhra, la reazione. arrivato il suono...parole... parole di lode... bene... sensazione piacevole esi comincia a gradirla: "Queste lodi sono fantastiche! Nevoglio ancora!". Oppure: giunto il suono... parole...parole offensive... male...sensazione spiacevole e sicomincia a detestarla: "Non posso sopportare questi

    insulti, basta!". E questo processo avviene per ognunodegli organi dei sensi: occhi, orecchie, naso, lingua,superficie del corpo. Similmente, quando un pensiero oduna fantasia vengono in contatto con la mente, nel corpo simanifesta una sensazione piacevole o spiacevole, a cui sireagisce con attrazione o repulsione. Questa momentaneaattrazione si trasforma in forte avidit; questa repulsione

    diventa un'intensa avversione. cos che si comincia afare nodi al nostro interno. il sakhra, la reazione mentale, il seme da cui

    nasceranno i frutti, l'azione che produrr i suoi risultati. un seme che spargiamo in continuazione, ogni volta chereagiamo con piacere o ripulsa, bramosia od avversione: e,cos facendo, ci rendiamo infelici.

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    Ci sono reazioni che lasciano appena una lieve traccia,e sono quasi immediatamente cancellate; altre chelasciano un'impronta un po pi profonda, e vengono

    eliminate dopo un po di tempo; altre ancora che siincidono profondamente, e che verranno sradicate solodopo molto tempo. Alla fine della giornata, se cerchiamodi ricordare tutti i sakhr che abbiamo generato,riusciremo a riportarne alla memoria solo uno o due, quelliche hanno lasciato l'impressione pi profonda durante quelgiorno. Allo stesso modo, alla fine di un mese o di unanno, saremo in grado di ricordare soltanto quel paio disakhr che, in quel periodo, si sono impressi piprofondamente in noi. E, che ci piaccia o no, alla finedella vita, sar il sakhra che si inciso piprofondamente a venire alla superficie della mente; e lavita futura inizier con un atteggiamento mentale dellastessa natura, avente le stesse qualit di dolcezza oamarezza. Con le nostre azioni, creiamo il nostro futuro.

    Vipassana insegna l'arte di morire: come morire in pace,armoniosamente. E si apprende l'arte di morire imparandoquella di vivere: come diventare padroni del momentopresente, come evitare di generare un sakhra in questomomento, come vivere una vita felice qui ed ora. Se ilpresente buono, non ci si dovr preoccupare del futuro,che semplicemente frutto del presente e che sar quindi,

    inevitabilmente, buono.Due sono gli scopi di questa tecnica. Il primo quellodi far cadere la barriera che si frappone tra il livelloconscio e quello inconscio della mente. Generalmente lamente conscia ignara di ci che succede nell'inconscio.Nascoste da questa ignoranza, le reazioni continuano asuccedersi a livello inconscio; e quando raggiungono illivello conscio, sono diventate cos intense da sopraffare

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    facilmente la mente. Con questa tecnica la mente nel suoinsieme diventa cosciente, consapevole, e l'ignoranzaviene eliminata.

    Il secondo scopo della tecnica l'equanimit. Si consapevoli di tutto ci che si sperimenta, di ognisensazione, ma non si reagisce, non si fanno nuovi nodi dibramosia o di avversione, non ci si procura altra infelicit.

    All'inizio, quando sedete in meditazione, passerete lamaggior parte del tempo reagendo alle sensazioni, maarriver qualche momento in cui, pur provando un fortedolore, rimarrete equanimi. Momenti come questi hanno ilgrande potere di cambiare i comportamenti abituali dellamente. Gradualmente, arriverete al punto in cui riusciretea sorridere di ogni sensazione, sapendo che anicca,destinata a passare.

    Per raggiungere questo stadio dovete lavorare con levostre forze, nessuno pu lavorare al vostro posto. ottima cosa che abbiate fatto il primo passo su questo

    sentiero: ora continuate a camminare, passo dopo passo,verso la vostra liberazione.Che possiate tutti godere della vera felicit.

    Che tutti gli esseri siano felici!

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    DISCORSO DEL QUINTO GIORNODISCORSO DEL QUINTO GIORNO

    Le Quattro Nobili Verit: sofferenza, causa dellasofferenza, liberazione dalla sofferenza, il mezzoper eliminare la sofferenza - la catena deicondizionamenti.

    Cinque giorni sono passati: ne avete ancora cinque perlavorare. Fatene l'uso migliore, lavorando seriamente ecercando di comprendere correttamente la tecnica.

    Dall'osservazione del respiro all'interno di una piccolazona, siete passati ad osservare le sensazioni in tutto ilcorpo. All'inizio di questa pratica, molto probabile che siprovino sensazioni forti, solide, intense e spiacevoli, comedolore, pressione, ecc. Anche nel passato avete provatosensazioni del genere, ma per una radicata abitudine

    mentale voi reagivate ad esse, cullandovi nel piacere edibattendovi nel dolore, in perpetua agitazione. Ora stateimparando ad osservare senza reagire, ad esaminare lesensazioni obiettivamente, senza identificarvi con esse.

    Il dolore esiste, l'infelicit pure. Non piangendo che cilibereremo dalla sofferenza. Come uscirne? Come con-vivere con essa?

    Per curare un malato, il medico ha bisogno di sapere diche malattia soffre, e quale ne sia la causa fondamentale.Se vi una causa, la via d'uscita consiste nell'eliminarla.Eliminata la causa, automaticamente lo sar anche lamalattia. Bisogna quindi prendere le misure necessarie persradicare la causa.

    In primo luogo, occorre riconoscere il fatto che sisoffre. verit universale che la sofferenza esiste

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    ovunque. Ma essa diventa una verit nobile quando sicomincia ad osservarla senza reagire, in quanto chiunqueagisca cos destinato a diventare una persona nobile e

    santa.Quando si comincia ad osservare la Prima NobileVerit, la verit della sofferenza, ben presto viene inevidenza la causa stessa della sofferenza, ed allora siconsidera anche quella; si tratta della Seconda NobileVerit. Sradicando la causa, si sradica anche la sofferenza:la liberazione dalla sofferenza la Terza Nobile Verit.Per giungere a questa liberazione, occorre adottare lemisure necessarie; la Quarta Nobile Verit riguardaproprio il modo di porre fine alla sofferenza, sradicandonela causa.

    Si inizia dunque imparando ad osservare senza reagire.Esaminate il dolore che provate obiettivamente, come sefosse il dolore di un altro. Analizzatelo come fa unoscienziato che osserva un esperimento di laboratorio.

    Quando non ci riuscite, riprovate. Continuate a provare evedrete che, gradualmente, vi libererete dalla sofferenza.Ogni essere animato soffre. La vita comincia col pianto:

    la nascita una grande sofferenza. Colui che nato destinato a sperimentare la sofferenza della malattia edella vecchiaia. Ma per quanto infelice sia la propria vita,nessuno vuole morire, perch la morte una grande

    sofferenza.Durante tutta la vita ci imbattiamo in cose che non cipiacciono, mentre quelle che ci piacciono ci sono negate.Succedono avvenimenti indesiderati e non succedonoquelli che vogliamo: di conseguenza, siamo infelici.

    La comprensione di questa realt sul pianosemplicemente intellettuale non riuscir a liberarenessuno. Potr solo stimolare a guardarsi dentro, in modo

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    da sperimentare direttamente la verit e trovare la viad'uscita dalla sofferenza. Ecco ci che permise aSiddhattha Gotama di divenire il Buddha: cominci ad

    osservare la realt all'interno della struttura del suo corpo,come fa un ricercatore scientifico, passando dalla veritsuperficiale ed apparente a verit via via pi sottili, finoalla pi sottile. Egli not che, quando in noi sorge unsenso di bramosia o di avversione perch si vuoletrattenere una sensazione piacevole o ci si vuole liberareda una spiacevole, e questa pulsione non viene soddisfatta,ha inizio la sofferenza.

    Procedendo oltre, a livelli pi profondi, con una mentetotalmente concentrata, egli si avvide che l'attaccamento aicinque aggregati sofferenza. Intellettualmente si pucapire che l'aggregato materiale, il corpo, non "io", non "mio", ma che soltanto un fenomeno impersonale emutevole che sfugge al nostro controllo; in realt ci siidentifica con il corpo e si ha per esso un attaccamento

    smisurato. Analogamente si sviluppa l'attaccamento aiquattro aggregati mentali coscienza, percezione, sensa-zione, reazione e ci si aggrappa ad essi come "io","mio", nonostante essi siano in perenne mutamento. Siamocostretti ad usare i termini "io" e "mio" per motivi pratici,ma se lasciamo che in noi sorga l'attaccamento per icinque aggregati, ci procuriamo sofferenza. Ovunque c'

    attaccamento c' infelicit, e maggiore l'attaccamento,maggiore sar l'infelicit.Quattro sono i tipi di attaccamento che ognuno di noi

    continua a generare nella propria vita. Il primo l'attaccamento ai propri desideri, all'abitudine dellabramosia. Ogni volta che nella mente sorge avidit, essaviene accompagnata da sensazioni fisiche. Sebbene alivelli profondi sia cominciata una tempesta di agitazioni,

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    ad un livello superficiale di percezione quella sensazionerisulta gratificante, e si desidera che continui. comequando ci si gratta una parte del corpo irritata; cos

    facendo la si irrita ancora di pi, eppure il grattarci ciprocura piacere. Analogamente, poich la sensazione cheaccompagna un desiderio svanisce non appena il desiderio soddisfatto, continuiamo a creare nuovi desideri, inmodo che quella sensazione possa continuare. Si diventacos dipendenti dalla bramosia, aumentando all'infinito lanostra sofferenza.

    Un altro attaccamento l'aggrapparsi all"io", al "mio",senza peraltro sapere ci che sia esattamente questo "io".Non si sopportano critiche ed offese al proprio "io". Elattaccamento si estende a tutto ci che riguarda l'"io", atutto ci che "mio". Questo non comporterebbesofferenza se ci che "mio" potesse durare in eterno, el'"io" potesse vivere eternamente per goderne, ma leggedi natura che prima o poi l'uno e l'altro finiscano.

    L'attaccamento a ci che impermanente porta irrime-diabilmente alla sofferenza.Allo stesso modo, si ha un profondo attaccamento alle

    proprie opinioni e convinzioni, e non si sopporta che essevengano criticate o che gli altri ne abbiano di diverse. come se ciascuno di noi portasse occhiali colorati, edognuno li avesse di un colore diverso. Togliendo gli

    occhiali si potrebbe vedere la realt cos com', senzatravisamenti, ma noi preferiamo continuare a guardareattraverso i nostri occhiali colorati, mantenendo i nostripregiudizi e le nostre convinzioni.

    Anche l'aderire strettamente a riti, pratiche e cerimoniereligiose una forma di attaccamento. Non ci si rendeconto che si tratta di manifestazioni puramente esteriori,nelle quali non risiede l'essenza della verit. Chi continua

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    ad aderire a vuote forme esteriori, nonostante che gli siastata mostrata la via che conduce all'esperienza direttadella verit all'interno di s, sar soggetto a forti tensioni

    interiori, che si risolveranno in ulteriore sofferenza.Se si esaminano con attenzione le sofferenze della vita,ci si accorge che esse nascono tutte da uno di questiquattro attaccamenti. ci che scopr Siddhattha Gotamadurante la sua ricerca della verit. Tuttavia egli continuad indagare all'interno di se stesso per scoprire la causapi profonda della sofferenza, per comprenderne ilmeccanismo, per risalire alla sua origine.

    ovvio che le sofferenze della vita, quali malattia,vecchiaia, morte, dolori fisici e mentali sono laconseguenza inevitabile dell'essere nati. Ma allora qual la ragione per cui si nasce? Naturalmente, la causapi immediata l'unione fisica dei genitori ma, in unaprospettiva pi ampia, la nascita avviene a causadell'incessante processo del divenire in cui immerso

    l'intero universo. Questo processo non finisce neanche conla morte: il corpo continua a corrompersi ed a disin-tegrarsi, mentre la coscienza si collega ad un'altra strutturamateriale e continua a fluire, a divenire.

    E qual la ragione di questo processo deldivenire? Il Buddha vide chiaramente che la causa l'attaccamento che generiamo. Questo fa s che in noi si

    producano delle forti reazioni, i sakhr, che siincidono in profondit nella mente. Al termine della vita,una di queste reazioni emerger alla superficie dellamente, dando nuovo impulso al fluire della coscienza.

    Qual dunque la causa di questo attaccamento?Il Buddha scopr che esso nasce da reazioni momentaneedi attrazione e repulsione. L'attrazione si trasforma in fortebramosia; la repulsione in avversione profonda, la

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    controparte della bramosia; ed entrambe si risolvono inattaccamento. Ed a che cosa sono dovute questemomentanee reazioni di attrazione e repulsione?

    Chiunque si osservi noter che esse avvengono comerisultato di sensazioni fisiche. Quando nasce unasensazione piacevole, la si gradisce e si desideratrattenerla e moltiplicarla. Ogni volta che sorge unasensazione spiacevole, la si detesta e si cerca disbarazzarsene. E perch ci sono queste sensazioni? chiaro che si producono a causa del contatto di uno deisensi con un suo oggetto: contatto dell'occhio conun'immagine, dell'orecchio con un suono, del naso con unodore, della lingua con un sapore, del corpo con qualcosadi tangibile, della mente con un pensiero o una fantasia.Appena avviene il contatto, nasce immediatamente unasensazione, che pu essere piacevole, spiacevole o neutra.Perch c' questo contatto?

    Poich tutto l'universo pieno di oggetti percepibili dai

    sensi, fino a che i cinque sensi fisici, con in pi la mente,funzioneranno, essi incontreranno per forza i lororispettivi oggetti. anche evidente che gli organi dei sensisono parte integrante del flusso della mente e dellamateria: essi esistono fin dal momento della nascita. Ed acosa dovuto questo fluire della vita, di mente emateria? Dipende dallo scorrere della coscienza da un

    momento all'altro, da un'esistenza all'altra; e questo flussodella coscienza reso possibile, a sua volta, daisakhr, le reazioni mentali. Ogni reazione d unaspinta al flusso della coscienza; il flusso continua perl'impeto che gli stato impresso dalle reazioni. Maperch mai ci sono queste reazioni? Il Buddha ne videla causa nel-l'ignoranza. Si ignora ci che si sta facendo, si incon-sapevoli del modo in cui si reagisce, e

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    conseguentemente si continuano a generare sakhr.Fino a che vi sar ignoranza, la sofferenza continuer.

    L'origine della sofferenza, la sua causa pi profonda,

    dunque l'ignoranza. Da essa ha inizio la catena di eventiattraverso i quali ci procuriamo montagne di sofferenza.Se riusciamo a sradicare l'ignoranza, anche la sofferenzaverr eliminata.

    Ma com' possibile fare questo? Come spezzare lacatena? Il flusso della vita ormai in moto. Il suicidio nonrisolverebbe il problema, creerebbe solo ulteriore infe-licit. N possiamo distruggere i nostri sensi senzadistrug-gere noi stessi. D'altra parte, fino a che esisterannoi sensi, essi entreranno in contatto con i rispettivi oggetti,ed ogni volta che c' un contatto, necessariamente ci saruna sensazione nel corpo.

    qui, a questo anello della catena, rappresentato dallesensazioni, che si pu interrompere il collegamento. Finoad ora, ogni sensazione provocava una reazione di

    attrazione o repulsione, che si trasformava in un acutosenso di bramosia od avversione, cio in grandesofferenza. Ora per, invece di reagire alle sensazioni,state imparando ad osservarle con equanimit, bensapendo che "anche questo passer". In questo modo lasensazione produce solamente saggezza, cio lacomprensione di anicca, dell'impermanenza di ogni

    sensazione. Si smette di far girare la ruota in direzionedella sofferenza e la si fa ruotare in senso opposto, versola liberazione.

    In ogni momento in cui non si genera un nuovosakhra, salir alla superficie della mente un sakhradel passato, accompagnato da una sensazione nel corpo.Se si rimane equanimi, questo sakhra svanir, ed alsuo posto affiorer un'altra vecchia reazione. Continuando

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    a rimanere equanimi nei confronti delle sensazioni fisiche,si permetter ai vecchi sakhrdi venire a galla e disparire, uno dopo l'altro. Se invece, per ignoranza,

    reagiamo alle sensazioni, non faremo altro chemoltiplicare i sakhr, aumentando la nostra infelicit.Ma se in noi nata la saggezza, e non reagiamo allesensazioni, allora i sakhrsaranno sradicati uno dopol'altro, e lo sar anche la sofferenza.

    Questo sentiero la via che conduce fuori dallasofferenza. Praticando questa tecnica, vi accorgerete cheavete smesso di fare nuovi nodi, e che i vecchiautomaticamente si sciolgono. Gradualmente, procederetead eliminare tutti i sakhr responsabili di una nuovanascita, e quindi di nuove sofferenze; raggiungerete quindilo stadio della totale liberazione, della piena illumi-nazione.

    Per intraprendere questa pratica, non occorre credereall'esistenza di vite passate o future. Nella pratica di

    Vipassana il presente che conta. nella nostra vitaattuale che continuiamo a produrre sakhr, a renderciinfelici. Ed qui ed ora che si deve rompere con questaabitudine ed incominciare ad uscire dalla sofferenza. Secontinuate a praticare, verr certamente il giorno in cuipotrete dire di avere sradicato tutti i vecchi sakhr, diaver smesso di generarne di nuovi, e di esservi liberati da

    ogni sofferenza. Per raggiungere questo traguardo, dovetelavorare con le vostre sole forze. Lavorate sodo, dunque,nei rimanenti cinque giorni, per uscire dalla sofferenza edarrivare a godere la felicit della liberazione. Possiate tuttisperimentare la vera felicit.

    Che tutti gli esseri siano felici!

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    DISCORSO DEL SESTO GIORNODISCORSO DEL SESTO GIORNO

    Importanza di sviluppare consapevolezza ed

    equanimit nei confronti delle sensazioni - iquattro elementi ed il loro rapporto con lesensazioni - le quattro cause del flusso dellamateria - i cinque ostacoli: bramosia, avversione,indolenza fisica e mentale, agitazione, dubbio.

    Il sesto giorno finito: ve ne restano quattro per lavorare.In quattro giorni potrete sradicare alcune impurit mentali,ed imparare la tecnica cos bene da poterla utilizzare pertutta la vita. Se lavorate con il giusto discernimento edimparate ad applicare la tecnica alla vita quotidiana,sicuramente ne ricaverete grandi benefici. Cercate dunquedi comprendere bene la tecnica.

    Il cammino che abbiamo intrapreso non porta al

    pessimismo. Il Dhamma ci insegna ad accettare l'amaraverit della sofferenza; ma ci insegna anche ad uscirne. perci un cammino di ottimismo, combinato al realismoed al "lavorismo": ognuno di noi deve lavorare per liberarese stesso.

    Il significato di questo cammino di liberazione contenuto in poche parole:

    "Tutti i sakhr sono impermanenti".Quando si ha l'esatta comprensione diquesta verit, allora si diventa liberi dallasofferenza; questo il cammino dellapurificazione.

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    Qui la parola "sakhra" significa "reazione mentale",ma indica anche il risultato di questa reazione. Ognireazione mentale un seme che produce un frutto, e tutto

    ci che si sperimenta nella vita un frutto, il risultatodelle proprie azioni, cio il proprio sakhra, passato opresente. Diventa allora chiaro il significato di un'altraaffermazione: "Tutto ci che nasce e diventacompatto destinato a finire, a disintegrarsi". Perpurificare la nostra mente, per, non basta accettare questarealt a livello emotivo, intellettuale, o per fede. Occorreaccettarla concretamente, e questo pu avvenire sesperimentiamo il processo per cui le cose sorgono epassano all'interno di noi stessi. Se si fa un'esperienzadiretta dell'impermanenza, osservando le nostre sensazionifisiche, allora la comprensione che ne deriva verasaggezza, saggezza veramente nostra, con la quale ci silibera dall'infelicit. Anche se il dolore permane, non sisoffre pi per causa sua. Possiamo anzi sorriderne, perch

    lo osserviamo con distacco.Per una vecchia abitudine mentale, abbiamo semprecercato di respingere le sensazioni spiacevoli e ditrattenere quelle piacevoli. Fino a che si coinvolti inquesta altalena di dolore e piacere, respingere e trattenere,la mente rimane agitata e l'infelicit aumenta. Ma quandosi impara ad osservare spassionatamente, senza

    identificarsi con le sensazioni, ha inizio il processo dipurificazione, e l'abitudine inveterata di reagireciecamente e di accrescere la propria infelicit si vagradualmente indebolendo, fino a spezzarsi del tutto. Madobbiamo imparare semplicemente ad osservare, soltantoosservare, senza fare altro.

    Tutto questo non vuol dire che praticando Vipassana sidiventa un "vegetale" che subisce passivamente le offese.

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    La realt che si impara ad agire invece che a reagire. Inprecedenza, vivevate una vita fatta di reazioni, e lareazione sempre negativa. Ora state imparando come si

    fa a vivere nel modo giusto, a condurre una vita sana divera azione.Chi ha imparato ad osservare le sensazioni, ogni volta

    che nella vita sar alle prese con una situazione difficile,non si lascer andare a reazioni cieche. Aspetter inveceper alcuni momenti, rimanendo consapevole dellesensazioni con assoluta equanimit, e soltanto dopodecider sull'azione da intraprendere. Si trattercertamente di un'azione positiva, perch frutto di unamente equilibrata; sar un'azione creativa, utile a s e aglialtri.

    Imparando ad osservare il fenomeno della mente e dellamateria all'interno di se stessi, ci si liberer dall'ignoranzae, di conseguenza, dalle reazioni. L'abitudine allareazione, come abbiamo visto, dipende unicamente

    dall'ignoranza. Se non si mai osservata la propria realtinteriore, non si pu capire ci che succede in profondit esi ignora come avvengano quelle reazioni di avidit e diavversione, che generano tensioni e si traducono ininfelicit.

    Il problema che la mente molto pi mutevole dellamateria. I processi mentali avvengono in maniera cos

    rapida che, se non ci si allenati a farlo, non li si puseguire. Ignoranti della nostra realt, siamo profon-damente convinti di reagire agli oggetti esterni, comevisioni, suoni, sapori, ecc. Apparentemente cos, ma chiha imparato ad osservarsi scoprir che, a livelli piprofondi, la realt diversa. L'intero universo esternoesiste, per una persona, solo quando essa lo sperimentadirettamente, e cio quando uno dei sensi entra in contatto

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    con un oggetto. Questo contatto produce immediatamenteuna vibrazione, una sensazione. La percezione valuta lasensazione come buona o cattiva, basandosi su esperienze

    e condi-zionamenti del passato, su vecchi sakhr.Come conseguenza di questa valutazione soggettiva,condi-zionata, la sensazione diventer piacevole ospiacevole, e si comincer a reagire con simpatia oantipatia, con bramosia o avversione.

    La sensazione l'anello di congiunzione, che noiignoriamo, tra l'oggetto esterno e la nostra reazione.Questo intero processo avviene con una tale rapidit chenon ne siamo consapevoli: nel momento in cui la reazioneraggiunge il livello conscio, essa si ripetuta eintensificata trilioni di volte, ed divenuta cos forte dapoter facilmente sopraffare la mente.

    Siddhattha Gotama raggiunse l'illuminazione scoprendola causa che sta alla radice della bramosia edell'avversione, e sradicando queste ultime sul nascere,

    cio al livello delle sensazioni. In seguito, egli trasmiseagli altri questa sua esperienza. Non era il solo adinsegnare che occorre liberarsi dall'avidit e dall'av-versione; altri, prima di lui, l'avevano gi fatto in India. Eneppure la moralit e il controllo della mente eranoinsegnamenti caratteristici del Buddha. Cos pure esempidi saggezza, a livello intellettuale, emozionale o devo-

    zionale, esistevano gi prima del Buddha.L'elemento specifico del suo insegnamento sta altrove,nel fatto che egli identific le sensazioni fisiche come ilpunto cruciale in cui hanno inizio bramosia ed avversione,ed in cui queste vanno eliminate. Se non si lavora sullesensazioni, si rimarr alla superficie della mente, mentre,in profondit, si continuer a reagire. Imparando ad essereconsapevoli di ogni sensazione che si manifesta in noi, ed

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    a rimanere equanimi nei suoi confronti, bloccheremo lereazioni sul nascere, e ci lasceremo l'infelicit alle spalle.

    Non si tratta qui di un dogma da accettare per fede, n

    di una filosofia da capire con l'intelletto. attraversol'indagine personale che giungerete a scoprire la verit:accettatela come tale solo quando l'avrete sperimentata.Anche sentir parlare della verit utile, ma solo comestimolo a praticarla concretamente. Tutti gli insegnamentidel Buddha devono essere messi in pratica e vissuti inprima persona, se desideriamo affrancarci dall'infelicit.

    Il Buddha ci ha insegnato che tutta la struttura fisica formata da particelle subatomiche kalp compostedall'insieme dei quattro elementi e dalle lorocaratteristiche sussidiarie. Nel mondo, sia esterno cheinterno, facile constatare che parte della materia solida:elemento terra; una parte liquida: elemento acqua; unaparte gassosa: elemento aria; e che in tutti i casi presente la temperatura: elemento fuoco. Tuttavia, chi

    esamina la realt all'interno di se stesso, comprender iquattro elementi in modo pi sottile. Tutto ci che ha ache fare col peso, dalla pesantezza alla leggerezza, fa partedell'elemento terra. L'elemento fuoco il campo dellatemperatura, dal caldo estremo all'estremo freddo.L'elemento aria collegato con il moto, dall'immobilitapparente al massimo del movimento. L'elemento acqua

    ha la qualit della coesione, e rappresenta ci che lega.Le particelle che si formano hanno una predominanzadi uno o pi elementi; gli altri rimangono latenti. A suavolta, la sensazione che si manifesta dipende dalla qualitdell'elemento predominante nelle particelle. Sorge unakalpa con una predominanza dell'elemento fuoco, siavr una sensazione di caldo o di freddo; e cos avverrper gli altri elementi. a questo modo che nascono le

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    sensazioni all'interno della struttura fisica. Se si ignoraquesto processo, si daranno valutazioni e si reagir allesensazioni, creando nuove occasioni di infelicit. Ma se in

    noi nata la saggezza, si constater semplicemente che leparticelle subatomiche si formano con una predominanzadell'uno o dell'altro elemento, e che si tratta comunque difenomeni impersonali e mutevoli, che continuamente simanifestano e svaniscono.

    Con questa comprensione, non perderemo pil'equilibrio della mente di fronte ad alcuna sensazione.

    Continuando ad osservarci, scopriamo come sorgono lekalp: esse derivano dall'impulso che diamo al flussodella nostra vita, che flusso della materia e della mente.Il flusso della materia richiede un impulso materiale, che di due tipi: il cibo di cui ci nutriamo e l'atmosfera in cuiviviamo. Il flusso della mente richiede un impulsomentale, un sakhra, anch'esso di due tipi: del presenteo del passato. Se in questo momento alimento la mia

    mente con la rabbia, immediatamente questa negativitmentale ha una corrispondenza a livello fisico, e lekalp che nascono avranno una predominanzadell'elemento fuoco, causandomi una sensazione di calore.Se l'alimento la paura, le kalp generate in quelmomento avranno una predominanza dell'elemento aria, esi avr una sensazione di tremore; e cos via. Il secondo

    tipo di impulso mentale un sakhra del passato. Ognisakhra