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INDICE PREMESSA 1. Il percorso metodologico pag. 3 2. Strumenti metodologici pag. 10 I CAPITOLO IL CONTESTO DISTRETTUALE PAG. 19 1. Il territorio pag. 20 2. La struttura produttiva pag. 22 3. La popolazione pag. 22 4. La mappa dei servizi pag. 30 II CAPITOLO LA SPESA SOCIALE DEI COMUNI PAG. 36 1. Premessa pag. 37 2. Elaborazione Osservatorio Bilanci Comunali pag. 38 3. Griglia spese funzioni delegate pag. 49 4. Test sperimentale spesa sociale Comune di Langhirano pag. 60 4.1 Relazione contabile sullandamento del bilancio sociale nel 2001 e nel 2002. pag. 71 III CAPITOLO DALLANALISI DEI BISOGNI ALLA DEFINIZIONE DELLE PRIORITA SOCIALI 2002-2003 PAG. 73 1. Premessa pag. 74 2. Area di intervento: Anziani pag. 75 2.1Relazione riassuntiva degli aspetti qualitativi emersi dalle schede dei singoli Comuni e dal gruppo di lavoro sulla popolazione anziana pag. 90 3. Area di intervento: Dipendenze Patologiche pag. 92 3.1 Il contesto di riferimento pag. 97 4. Area di intervento: Disabili e Salute Mentale pag. 101 4.1 Gli aspetti qualitativi pag. 117 5. Area di intervento: Famiglia pag. 121 6. Area di intervento: Immigrati pag. 127 7. Area di intervento: Minori pag. 137 8. Area di intervento: Povert/ Adulti in difficolt pag. 148 9. Audizioni sociali pag. 153 IV CAPITOLO GLI OBIETTIVI DI PRIORIT SOCIALE PAG. 158 1. Gli obiettivi di priorit sociale e le linee strategiche per il bilancio 2002-2003. pag. 159 2. Analisi e studio dei gruppi di lavoro pag. 162 2.1 Area dintervento: Azioni trasversali pag. 162 2.2 Area dintervento: Anziani pag. 166

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INDICE

PREMESSA1. Il percorso metodologico pag. 32. Strumenti metodologici pag. 10

I° CAPITOLO �IL CONTESTO DISTRETTUALE� PAG. 191. Il territorio pag. 202. La struttura produttiva pag. 223. La popolazione pag. 224. La mappa dei servizi pag. 30

II° CAPITOLO � LA SPESA SOCIALE DEI COMUNI� PAG. 361. Premessa pag. 372. Elaborazione Osservatorio Bilanci Comunali pag. 383. Griglia spese funzioni delegate pag. 494. Test sperimentale spesa sociale Comune di Langhirano pag. 60

4.1 Relazione contabile sull�andamento del bilancio sociale nel2001 e nel 2002. pag. 71

III° CAPITOLO �DALL�ANALISI DEI BISOGNI ALLA DEFINIZIONE DELLE PRIORITA� SOCIALI 2002-2003� PAG. 73

1. Premessa pag. 742. Area di intervento: Anziani pag. 75

2.1Relazione riassuntiva degli aspetti qualitativi emersi dalle schededei singoli Comuni e dal gruppo di lavoro sulla popolazione anziana pag. 90

3. Area di intervento: Dipendenze Patologiche pag. 923.1 Il contesto di riferimento pag. 97

4. Area di intervento: Disabili e Salute Mentale pag. 1014.1 Gli aspetti qualitativi pag. 117

5. Area di intervento: Famiglia pag. 1216. Area di intervento: Immigrati pag. 1277. Area di intervento: Minori pag. 1378. Area di intervento: Povertà/ Adulti in difficoltà pag. 1489. Audizioni sociali pag. 153

IV° CAPITOLO �GLI OBIETTIVI DI PRIORITÀ SOCIALE� PAG. 1581. Gli obiettivi di priorità sociale e le linee strategiche per il bilancio

2002-2003. pag. 1592. Analisi e studio dei gruppi di lavoro pag. 162

2.1 Area d�intervento: Azioni trasversali pag. 1622.2 Area d�intervento: Anziani pag. 166

2

2.3 Area d�intervento: Povertà ed Adulti in difficoltà pag. 1782.4 Area d�intervento: Responsabilità familiari, minori e dipendenze

patologiche pag. 1842.4.1 Minori pag. 1862.4.2 Responsabilità familiari pag. 1892.4.3 Dipendenze patologiche pag. 1912.4.4 Integrazione e collaborazione tra i settori: sociale, sanitario

e scolastico pag. 1942.5 Area di intervento: Immigrazione pag. 1962.6 Area di intervento: Disabili pag. 203

2.6.1 Salute Mentale pag. 217

V° CAPITOLO �IL PROGAMMA ATTUATIVO 2002� PAG. 2191. Premessa pag. 2202. Area d�intervento: Azioni trasversali pag. 2213. Area d�intervento: Anziani pag. 2234. Area d�intervento: Povertà pag. 2255. Area d�intervento: Adulti in difficoltà pag. 2266. Area d�intervento: Minori, Responsabilità familiari e Dipendenze

patologiche pag. 2287. Area d�intervento: Immigrazione pag. 2308. Area d�intervento: Disabili pag. 233

8.1.Salute Mentale pag. 2389. Quadro economico riassuntivo degli interventi nel

Programma attuativo 2002 pag. 24010. Il primo Piano di Zona del Distretto Sud-Est pag. 241

3

PREMESSA

1. IL PERCORSO METODOLOGICO

Il Piano di Zona, in quanto strumento fondamentale di programmazione concertata epartecipata, finalizzato allo sviluppo del sistema integrato di interventi e servizi sociali previstodalla L. 328/00, richiede, per salvaguardare il sostanziale valore innovativo che la sua correttapredisposizione comporta, una rilevante capacità di riflessione ed una revisione profonda da partedi tutti i soggetti coinvolti nelle pratiche sin qui abitualmente seguite. A tal fine, il nostro territoriozonale si è avvalso della partecipazione al percorso di formazione-intervento propostodall�Assessorato Provinciale ai Servizi Sociali e Sanità per la costruzione dei primi Piani di Zonasperimentali di ambito distrettuale 2002-2003. La Provincia di Parma, oltre a svolgere il proprioruolo di raccordo con la Regione rispetto alle linee guida, per supportare efficacemente il percorsodi predisposizione dei Piani di Zona e promuovere il coinvolgimento effettivo di tutti i soggettiprevisti, ha scelto di lavorare a stretto contatto con il nostro territorio garantendo il supportometodologico attraverso la presenza dei propri consulenti ad ogni passaggio, sia a livello locale chea livello provinciale, del progetto di accompagnamento descritto qui di seguito. Il percorso haprevisto la messa a punto e la realizzazione di due processi paralleli ma fra loro strettamenteintegrati: uno a livello politico-istituzionale ed uno a livello tecnico-operativo.

A livello politico-istituzionale, il Comitato di Distretto ha costituito il tavolo diconcertazione di ambito distrettuale per la definizione dei Piani di Zona ed il coordinamento delleattività progettuali relative. Il che ha comportato la realizzazione di una serie di sedute del Comitatodi Distretto dedicate alle diverse fasi del processo di costruzione del Piano, secondo l�agenda diseguito indicata:

DATA DELLASEDUTA

OGGETTO E RISULTATI

17 dicembre 2001Presentazione e discussione del percorso metodologico per la predisposizionedel I Piano di Zona con l�Assessore provinciale ai Servizi Sociali e Sanità.Messa a punto del Gruppo tecnico distrettuale e definizione del mandato almedesimo di partecipazione al percorso di formazione-intervento.Ruolo di supporto dell�Osservatorio Provinciale sulle Politiche Sociali(O.P.P.S.) e del promotore sociale.

28 febbraio 2002I Audizione sociale per ambiti tematici (famiglia, minori, dipendenze, anziani,disabili, immigrati, povertà) aperta al Terzo settore e alla cittadinanza per larilevazione delle criticità dei servizi sociali e dei bisogni insoddisfatti edinespressi nel contesto comunitario.

1 marzo 2002

Analisi dei risultati conoscitivi raggiunti dal Gruppo tecnico distrettuale emediante le audizioni sociali e definizione degli obiettivi di priorità sociale edelle linee strategiche d�indirizzo per la predisposizione del Piani di Zonasperimentali 2002-2003.

4

19 aprile 2002

22 aprile 2002

10 maggio 2002

20 maggio 2002

Comitato di Distretto preparatorio della Conferenza dei serviziPresentazione del Piano di attuazione 2002.

Conferenza dei servizi preliminare all'Accordo di programma

Discussione e approvazione del Piano di attuazione 2002 elaborato dalGruppo tecnico distrettuale e definizione delle forme di titolarità e dellemodalità di gestione e di finanziamento e delle azioni di supporto degliinterventi previsti.Incontro congiunto tra i rappresentanti di tutti i gruppi di lavoro tecnici, perconfrontarsi sui progetti delle diverse aree d�intervento e le spese ipotizzate.

Comitato di distretto per la validazione finale delle modalità di gestione e difinanziamento del programma attuativo 2002

22 maggio 2002

Conferenza dei servizi

Firma dell�Accordo programma dopo la deliberazione in merito da parte ditutti i Comuni coinvolti.

Data da definirsiII Audizione sociale per ambiti tematici (famiglia, minori, dipendenze, anziani,disabili, immigrati, povertà) aperta al Terzo settore e alla cittadinanza perpresentare il Piano di zona 2002 � 2003 e il programma attuativo 2002.

Prima di ogni passaggio decisionale il Comitato di Distretto ha incontrato i Sindacati, per unconfronto sullo stato di avanzamento della predisposizione dei Piani di Zona e i relativi contenuti.

Inoltre, l�Assessore ai servizi sociali del Comune capo-distretto ha partecipato il 4 dicembre2001 al I incontro del Tavolo di coordinamento politico provinciale con l�Assessore provincialeai Servizi Sociali e Sanità per la approvazione del percorso metodologico proposto dalla Provinciaper la predisposizione dei Piani di zona sperimentali, e al II incontro del medesimo Tavolo il 23febbraio 2002 per la definizione dei contenuti dei Piani attuativi 2002. Ha infine collaborato allapredisposizione della I Consulta provinciale sui servizi sociali prevista per il 15 giugno 2002 aconclusione dei Piani di Zona.

Sempre a livello provinciale, tutti i sindaci/assessori ai servizi sociali del distretto hannopartecipato il 7 dicembre 2001 alla giornata di presentazione dei Piani di Zona tenutasi a Parmapresso l�Amministrazione provinciale; e avranno modo di intervenire nella valutazione dei risultatiottenuti con i primi Piani di Zona sperimentali nel corso della I Consulta provinciale sui servizisociali indicata.

La Provincia ha fornito al Distretto una bozza dell'Accordo di Programma, che è stataanalizzata dal Comitato di Distretto e adattata alle esigenze del territorio.

Parallelamente, a livello tecnico-operativo è stato istituito, su mandato del Comitato diDistretto, il Gruppo tecnico distrettuale che ha partecipato al percorso di formazione-intervento

5

organizzato dall�Amministrazione provinciale, composto dai seguenti rappresentanti dei Comuni,della Comunità Montana, del distretto Sud-Est dell'Azienda USL e del Terzo settore:

N. Nome e Cognome Ruolo Ente di appartenenza1 Roberta Perfigli Assistente sociale Comune di Collecchio2 Edda Sassi Resp. Settore Servizi sociali Comune di Collecchio3 Rosetta Mattioli Assistente sociale Comune di Langhirano4 Rossi Lucia Assistente Sociale Comune di Langhirano5 Aliani Alessandra Responsabile Settore Comune di Langhirano6 Ramazzotti Maria Rosa Resp. Dei servizi alla

personaComune di Traversetolo

7 Bocconi Samanta Assistente Sociale Comune di Traversetolo8 Stefania Pelosio Assistente Sociale Comune di Montechiarugolo9 Chiara Adorni Resp. Servizi sociali Comune di Montechiarugolo10 Fontanesi Comune di Sala Baganza11 Coruzzi Rosanna Responsabile SAI Comune di Felino

e/o Sartori Cristina Assistente sociale Comune di Felino12 Lisa Dallapina Assistente Sociale Comunità Montana13 Francesca Dotti Assistente Sociale Comunità Montana14 Piera Papani Responsabile SAA

distrettualeServizio Assistenza Anziani

15 Patrizia Zinelli Medico-Psichiatra - ServizioSalute Mentale

Ausl-(Assessore ComuneTraversetolo)

16 Chezzi Rossana Assistente sociale - ServizioSociale Collecchio

Ausl

17 Malpeli Silvia Servizio sociale Langhirano Ausl18 Alfonso Bellettini Psicologo -

Neuropsichiatria InfantileAusl

19 Giuliano Giucastro Medico - Sert Ausl20 Graziella Ghizzoni Medico - Unità valutazione

geriatrica (Cure Primarie)Ausl

21 Ferrari Cristina Caposala - Unitàvalutazione geriatrica -Coordinatrice Ass.domiciliare

Ausl

22 Ilda Boccacci Assistente sanitaria -Servizio Pediatria diComunità Collecchio

Ausl

23 Silvana Belli Dirigente Istitutocomprensivo

Scuola Collecchio

24 Devincenzi Raffaella Ist. Comprensivo Neviano,Monchio, Palanzano

Scuola Monchio

25 Tarcisio Zatti Dir. Scolastico Scuola26 Bertoli Marzio Ist. Comprensivo

TraversetoloScuola Traversetolo

27 MezzadriMartinelliCamellini Rosanna

Dirigente Ass.to Formazioneprofessionale ProvinciaReferenti locali

Servizio per l'impiego diLanghirano

28 Bruna Albertelli Casa protetta Val Parma Ipab

6

29 Tiziana Mori Coop. Medoranza Ente gestore servizi socio-sanitari

30 Luca Rossi Coop. Domus Ente gestore servizi socio-sanitari31 Stefano Mambriani PRO. GES. Ente gestore servizio minori32 Faimali Nella Casa anziani di Collecchio Casa anziani Collecchio33 Dott. Berselli Orizzonte CTT34 Casella Preisdente Comitato Consultivo Misto35 Monica Moretti Volontariato Assistenza Volontaria di

Collecchio36 Zanardi Mauro Volontariato Forum Traversetolo37 Sig. Cordero Paolo Camera del Lavoro di

LanghiranoCGIL - Pensionati

38 Sig. Benoldi Uil Parma UIL

Hanno partecipato come uditori:

N. Nome e Cognome Ruolo Ente di appartenenza1 Massimo Fabi Direttore Distretto Sud Est Ausl2 Marella Zatelli Ufficio Epidemiologia Ausl3 Evaristo Dalla Turca Assessore sanità e servizi

socialiComune di Collecchio

4 Carlo Missorini Pres. Commissione sanità eservizi sociali

Comune di Langhirano

5 Casalini Cristiano Assessore delegato Comune di Langhirano6 Borelli Vittorio Assistenza Volontaria Collecchio7 Don Marco Uriati Consorzio Cultura e

Formazione8 Dalcielo Lorena Assessore Servizi Sociali Comune di Monchio9 Gandolfi Luigi Assessore Servizi Sociali Comune di Lesignano10 Carbognani Alfredo Forum Traversetolo11 Incerti Daniela Cisl Parma CISL13 Rosella Capretti SAI Comune di Felino

Il Gruppo tecnico distrettuale ha partecipato alle 3 giornate di formazione previste dalCorso e tenutesi la I in data 19 gennaio 2002 relativamente alla presentazione del significato e dellametodologia di costruzione dei Piani di zona e alla predisposizione della base conoscitiva relativa,la II in data 2 marzo 2002 relativamente alla definizione dei contenuti del Piano attuativo 2002 e laIII in data 23 aprile 2002 relativamente alla definizione della titolarità e delle modalità di gestione efinanziamento degli interventi previsti.

Al fine di predisporre in modo adeguato il Piano di Zona, il Gruppo tecnico distrettuale si èsuddiviso in 7 gruppi tematici di lavoro, seguiti in loco con il supporto, sul piano procedurale emetodologico, di tre consulenti tecnici dell�Amministrazione Provinciale secondo i seguentiraggruppamenti:

• Famiglia/Minori/Dipendenze � n° totale partecipanti al gruppo: 10;• Anziani/Disabili � n° totale partecipanti al gruppo: 18;• Immigrati/Povertà estreme � n° totale partecipanti al gruppo: 6.

Il calendario degli incontri si è così articolato per i 7 gruppi di lavoro:

1. Famiglia (coordinatore: Edda Sassi) che si è riunito n. 4 volte nelle seguenti date:

7

13 febbraio - 18 marzo - 3 aprile - 2 maggio

2. Minori (coordinatore: Alfonso Bellettini) che si è riunito n. 4 volte nelle seguenti date:13 febbraio - 18 marzo - 3 aprile - 2 maggio

3. Dipendenze patologiche (coordinatore: Francesca Dotti) che si è riunito n. 4 volte nelleseguenti date:13 febbraio - 18 marzo - 3 aprile - 2 maggio

4. Anziani (coordinatore: Piera Papani) che si è riunito n. 7 volte nelle seguenti date:28 gennaio - 12 febbraio - 8 marzo - 18 marzo - 22 marzo - 4 aprile - 11 aprile

5. Disabili(coordinatore: Silvia Malpeli) che si è riunito n. 6 volte nelle seguenti date:28 gennaio - 12 febbraio - 5 marzo - 12 marzo - 22 marzo - 10 aprile � 2 maggio

6. Immigrati (coordinatore: Maria Rosa Ramazzotti) che si è riunito n. 7 volte nelle seguentidate:11 febbraio - 14 marzo - 25 marzo - 9 aprile - 17 aprile - 3 maggio - 6 maggio

7. Povertà estreme (coordinatore: Rossana Chezzi) che si è riunito n. 7 volte nelle seguentidate:11 febbraio - 14 marzo - 25 marzo - 9 aprile - 17 aprile - 3 maggio - 6 maggio

Ciascun gruppo di lavoro tematico ha partecipato alla ricostruzione della base conoscitivadel Piano di zona mediante la raccolta dei dati quanti/qualitativi e ha curato il loro invio per larelativa elaborazione all�Osservatorio Provinciale sulle Politiche Sociali; ha contribuito in modosostanziale all�organizzazione delle audizioni sociali in collaborazione con il promotore socialedella Provincia e, soprattutto, ha svolto un ruolo essenziale nella redazione dei Piani di zonamediante la progettazione e definizione degli interventi finalizzati al raggiungimento degli obiettividi priorità sociale e la messa a punto delle relative modalità di gestione e finanziamento e delleazioni di supporto trasversale necessarie.

La Provincia ha proposto di mantenere attivi i gruppi tecnici distrettuali, eventualmenteintegrandoli con i referenti del tavolo tecnico provinciale relativo alla L. 285 e i referenti per iprogetti della L. 286, al fine di monitorare e valutare il grado di integrazione tra i progetti del primoprogramma attuativo e per predisporre il lavoro relativo alla definizione del programma attuativo2003.

Inoltre, il Gruppo tecnico distrettuale ha eletto tre rappresentanti (uno per i comuni:Mattioli Rosetta; uno per l�AUSL: Alzapiedi Anahi; ed uno per il Terzo settore: Zanardi Mauro)che hanno partecipato al Gruppo di coordinamento tecnico provinciale riunitosi in una I seduta il7 marzo 2002 per la discussione dei contenuti dei Piani attuativi 2002, in una II seduta il 28 marzo2002 per la definizione delle modalità di stesura dei Piani di zona, e in una III seduta prevista per il29 maggio 2002 per una valutazione dei risultati ottenuti con questo primo percorso sperimentale.

Al fine di rendere più facilmente comprensibile il percorso metodologico seguito, inseriamoa seguito uno schema di sintesi:

8

IL PERCORSO METODOLOGICO

mandato

base conoscitiva

Audizioni sociali

PRIORITÀ eOBIETTIVI

definizione contenuti del PdZ

DISCUSSIONE EAPPROVAZIONE

definizione modalità di

gestioneACCORDO DIPROGRAMMA

Audizioni sociali

COMITATO DIDISTRETTO

GRUPPOTECNICO

9

Un significato di particolare rilievo nel percorso metodologico suggerito dalla Provinciahanno assunto l�audizione sociale quale strumento fondamentale di ascolto delle istanze delTerzo settore e dei cittadini e di partecipazione dei medesimi alla gestione degli interventiprevisti dal Piano attuativo 2002, sulle quali è possibili esprimere una prima serie divalutazioni/rilievi critici relativamente alle loro modalità di organizzazione e ai contenutiemersi:

Un primo aspetto da evidenziare, e di fondamentale importanza, è stata la non informazionedi tutto il Volontariato relativamente ai progetti in essere ed alla programmazione in atto, questo hadeterminato interventi spesso ripetitivi e relativi ad interventi già attuati o previsti.

Un secondo aspetto, che ha costituito un elemento di criticità è stata la tempistica richiesta,che non ha concesso possibilità di confronto tra le Associazioni ed elaborazione di proposte comunie condivise.

Va inoltre precisato che, alla prima consultazione sociale è seguita una consultazione scritta,sulla base di una griglia predisposta dalla Provincia (Tab. 1).

10

2. STRUMENTI METODOLOGICI

Inseriamo a seguito gli strumenti metodologici forniti dall�Assessorato Politiche sociali e sanitàdella Provincia di Parma al Tavolo politico e ai gruppi tecnici, come supporto all�elaborazione deiPiani di zona distrettuali 2002-2003.

TAB. 1 - GRIGLIA DI INTERVENTO - AUDIZIONI SOCIALI PER I PIANI DI ZONADISTRETTUALI 2002/2003

Ente:______________________________________ SETTORE DI ATTIVITÀ:Indirizzo:_______________________________________

• Anziani,• Disabili,

Comune:_______________________________________

• Minori,• Famiglie,

Tel.:_______________________________________________

• Povertà/adulti in difficoltà,• Immigrati,

Fax:_______________________________________________

• Dipendenze patologiche.

e-mail:_______________________________________________Compilatore1:_______________________________________________

A - Quali INTERVENTI possono essere considerati INNOVATIVI nel Vostro settore di attività(interventi già in essere o da proporre)?________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

B - Quali sono le principali CRITICITÀ da Voi individuate nel settore?________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

1 Per la compilazione potrebbe essere interessante ed utile una riflessione allargata con coloro che lavorano all'internodell'organizzazione. Vi preghiamo in ogni caso di specificare chi ha compilato il documento e in che veste lo ha fatto.

11

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

C - E' possibile fare una stima dei BISOGNI INESPRESSI dalla popolazione di riferimento?________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

D - Quali sono, invece, i BISOGNI che rimangono INSODDISFATTI?________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

E - Quali possono essere considerate le PRIORITÀ DI INTERVENTO nel Vostro settore?________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

F - Che tipo di RISORSE siete in grado di mettere a disposizione?________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

12

TAB. 2 - GRIGLIA PER L�INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI DI PRIORITÀSOCIALE

Al fine di individuare quali bisogni sociali soddisfare in via prioritaria, indicare per ciascuna aread�intervento, secondo una scala di priorità decrescenti (da 1 a....n), gli obiettivi di priorità socialesulla base sia del Programma regionale degli interventi che dei risultati emersi dal confronto tradomanda (bisogni inespressi/insoddisfatti) e offerta di servizi (criticità individuate) nel proprioambito distrettuale:

AREA D�INTERVENTO _________________________________________________________

OBIETTIVI DI PRIORITÀ SOCIALE SCALA DIPRIORITÀ

13

TAB. 3 - GRIGLIA PER LA DEFINIZIONE DELLE LINEE STRATEGICHE D�INDIRIZZO

Al fine di definire quali livelli essenziali delle prestazioni erogare per soddisfare i bisogni individuati come prioritari e secondo quali criteri emodalità strategiche, indicare con una X per ciascuna area d�intervento quali tipologie di servizi e prestazioni privilegiare e le relative direttrici diinnovazione:

AREA D�INTERVENTO ___________________________________________________________

TIPOLOGIE DI SERVIZI E PRESTAZIONIDIRETTRICI DIINNOVAZIONE

SERVIZIOSOCIALE

PROFESSIONALEE SEGRETARIATO

SOCIALE

SERVIZIO DIPRONTO

INTERVENTOSOCIALE

ASSISTENZADOMICILIARE

STRUTTURERESIDENZIALI E

SEMI-RESIDENZIALI

CENTRICOMUNITARI DIACCOGLIENZARESIDENZIALI

O DIURNI

Partecipazione attiva

INTEGRAZIONEDEGLI INTERVENTI

Dialogo sociale econcertazione

14

Azioni diinformazione,

accompagnamento,sportelli per lacittadinanza

Interventi per ladomiciliarità e la

deistituzionalizzazione

Interventi diintegrazione sociale

Umanizzazione epersonalizzazione dei

servizi

Innovazione nei titoliper l�acquisto

dei servizi

TABELLA 4 - TITOLARITÀ DELL�INTERVENTO E FORME DI GESTIONEPer ciascuna area di bisogno e per ciascun intervento individuato al suo interno, andranno evidenziati enti titolari dell�intervento(con una X) e forme di gestione (specificare chi/come).

AREA ____ ____ INTERVENTO _________________________________________________

TITOLARITA� DELL�INTERVENTO FORME DI GESTIONETIPO DIINTERVENTO

COMUNE

DELEGA

AUSL

AUSL CONSORZIO

DIRETTA CONVENZIONE CONVOLONTARIATO

AFFIDAMENTO AIMPRESA SOCIALE

ISTITUZIONE OAZIENDA SPECIALE

(SPECIFICARE)

ALTRE FORME(SPECIFICARE)

INTERVENTIDI WELFARECOMUNITARIO

SERVIZISOCIALISEGRETARIATO SOCIALE

INTERVENTI DIASSISTENZADOMICILIARE

SERVIZI DIPRONTOINTERVENTOSOCIALE

STRUTTURERESIDENZIALIE SEMI-RESIDENZIALI

TABELLA 5 RIPARTIZIONE DEI FINANZIAMENTI PER GLI INTERVENTI PREVISTI NEL PIANO ATTUATIVO 2002DEL PIANO DI ZONA PER PROVENIENZA DELLE RISORSE

AREE DIINTERVENTO

RISORSECOMUNALI

RISORSE AUSL(FONDO

SOCIALE)

RISORSE AUSL(FONDO

SANITARIO)

UTENTI ALTRE TOTALESPESA

RESPONSABILITA�FAMILIARI

MINORI

DISABILITÀ

ANZIANI

IMMIGRAZIONE

POVERTA� EDESCLUSIONE SOCIALE

DIPENDENZEPATOLOGICHE

INTERVENTI NONRIPARTIBILI NELLESINGOLE AREE

N.B. Questa tabella consente di evidenziare per area di intervento la provenienza delle risorse e il finanziamento complessivo

17

DEFINIZIONE DEL BILANCIO DEL PIANO DI ZONATABELLA � 6 LE RISORSE FINANZIARIE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2002

ENTRATEFondo sociale nazionale (risorse indistinte)

Fondo sociale regionale

Risorse proprie dei comuni

Risorse dell�Azienda Usl

Risorse provinciali

Quota compartecipazione utenti

Fondi vincolati

______________________________________________________

Totale entrate

USCITE (DISTINTE PER INVESTIMENTO E CORRENTE)Spese per interventi area responsabilità familiari

Spese per interventi area diritti dei minori

Spese per interventi area disabilità

Spese per interventi area anziani

Spese per interventi area immigrazione

Spese per interventi area anziani

Spese per attività istituzionali e tecniche di costruzione del PdZ e dell�AdP

Spese per attività di gestione del PdZ

Spese per attività di valutazione del PdZ

Spese per interventi formativi e di supporto

Spese per attività di accompagnamento amministrativo______________________________________________________

Totale uscite

18

TABELLA 7 - PROGRAMMA DELLE AZIONI DI SUPPORTO AL PIANO DI ZONA

AZIONI STRATEGICHEDI SUPPORTO

ATTIVITÀ PREVISTE COSTI STIMATI

Attività di gestione del PdZ

Attività di valutazionedel PdZ

Attività formative disupporto al Pdz

Attività di accompagnamentoamministrativo

Altre attività

19

I Capitolo

IL CONTESTO DISTRETTUALE

20

1. Il territorio

SUDDIVISIONE DEL TERRITORIOPROVINCIALE IN DISTRETTISANITARI ZONE ALTIMETRICHE

COMUNI

1 Albareto 11 Compiano 21 Mezzani 31 Sala Baganza 41 Torrile2 Bardi 12 Corniglio 22 Monchio 32 Salsomaggiore 42 Traversetolo3 Bedonia 13 Felino 23 Montechiarugolo 33 San Secondo 43 Trecasali4 Berceto 14 Fidenza 24 Neviano Arduini 34 Sissa 44 Valmozzola5 Bore 15 Fontanellato 25 Noceto 35 Solignano 45 Varano Mel.6 Borgotaro 16 Fontevivo 26 Palanzano 36 Soragna 46 Varsi7 Busseto 17 Fornovo 27 Parma 37 Sorbolo 47 Zibello8 Calestano 18 Langhirano 28 Pellegrino 38 Terenzo9 Collecchio 19 Lesignano 29 Polesine 39 Tizzano10 Colorno 20 Medesano 30 Roccabianca 40 Tornolo

21

I Comuni del Distretto Sud-Est si dividono in due fasce: i Comuni che afferiscono allaFascia Pedemontana, che presentano caratteristiche demografiche, sociali ed economiche simili, egli otto Comuni della Comunità Montana che, con l�eccezione di Langhirano e Lesignano de�Bagni,presentano a loro volta caratteristiche analoghe sia per quanto riguarda l�aspetto sociale cheeconomico e, non ultimo, demografico.

Il Comune del Distretto con maggior numero di residenti è Collecchio (11.765), al contrarioquello con il minor numero di residenti è Monchio delle Corti (1.283).Questi due dati, con forte capacità di rappresentazione, ma con debole capacità di rilevazione,indicano però in modo netto la differenza tra i Comuni della Fascia Pedemontana e quelli dellaComunità Montana.

In generale, si può affermare che la maggior presenza di popolazione residente nei Comunidella Fascia Pedemontana è dovuta ad una serie di fattori fra i quali quelli di maggior rilievo sono:

• processo di immigrazione (sia straniera che nazionale) favorito dalla posizionegeografica del territorio, nonché dalla localizzazione di industrie di differenti dimensioniche hanno stimolato l�occupazione sia di cittadini italiani che stranieri.

• un diffuso desiderio di allontanarsi dalle zone caotiche della città, per stabilirsi inlocalità meno inquinate, ma ugualmente servite e chilometricamente vicine alla città.

• un mercato immobiliare con prezzi più accessibili, rispetto all�area urbana di Parma,favorente l�insediamento delle giovani coppie provenienti dalla città.

Da notare che i Comuni di Langhirano e Lesignano de�Bagni, pur afferendo allaComunità Montana, per molti aspetti presentano peculiarità analoghe ai Comuni della FasciaPedemontana, grazie soprattutto all�elevata presenza di industrie di piccole e medie dimensioni, chehanno favorito e continuano a favorire il processo occupazionale.

Anche dal punto di vista �comunicativo� si nota una differenza significativa fra la zonapedemontana e montana:

il numero di autovetture circolanti al 31 dicembre 2000 è vistosamente superiore nella zonapianeggiante (36.521), mentre nella zona montana le auto circolanti risultano 4.059, in lieve calorispetto al dato del 31 dicembre �95 (vedi tab. 25).

Alcuni Comuni della Fascia Pedecollinare ad alcuni della Fascia Montana hanno istituitoservizi di �taxi sociale�: tali servizi hanno come finalità principale quella di favorire l�accesso aiservizi ubicati nel territorio comunale ed in quelli contermini, di anziani e persone che presentanodifficoltà di tipo logistico o disagio sociale.

Questi servizi ovviano al disagio derivante dalla carenza e, alcune volte, dall�assenza dimezzi di trasporto pubblici che non sempre sono di facile fruibilità da parte dei residenti, inparticolare anziani e portatori di disabilità fisica. Risultano particolarmente difficoltosi icollegamenti tra frazioni e capoluogo nei Comuni della Comunità Montana oltre ad uncollegamento dei Comuni anche in Fascia Pedemontana.

Occorre evidenziare che vi sono ancora anziani residenti nella zona montana sprovvisti dilinea telefonica. Tale elemento può rappresentare un rischio, soprattutto per le famiglieunipersonali, che non possono contare, nelle immediate vicinanze, sull�aiuto di familiari, inparticolare per le ore notturne ed i giorni festivi. Inoltre, la mancanza della linea telefonica precludela possibilità di poter attivare il sistema di emergenza, di poter usufruire del servizio di telesoccorsoo di altri servizi similari (telecontrollo, Filo d�Arianna).

Infatti, mentre nella zona pedemontana gli allacciamenti telefonici al 31 dicembre �95 erano36.524, nella zona montana erano solo 4.059.

La linea ferroviaria presenta una unica stazione nel Comune di Collecchio.

22

2. La struttura produttiva

La popolazione attiva del Distretto Sud-Est è di 42.677 unità, di cui 22.030 maschi e 20.647femmine. Al 31 dicembre �96 l�attività economica con un maggior numero di addetti è l�attivitàmanifatturiera (che conta 11.488 addetti), caratterizzata in particolare dal settore alimentare, dove siregistra un costante aumento di personale straniero.

Il territorio presenta, inoltre, numerose attività di commercio sia all�ingrosso che aldettaglio, indice di una economia fiorente ed in fase di espansione.

Come risulta dalla tabella 23, il territorio è caratterizzato dalla prevalenza di piccoleimprese, con alcune eccezioni, ad esempio l�industria alimentare Parmalat, che ha sede nel Comunedi Collecchio.

Questo Distretto, come in generale il territorio di tutta la Provincia di Parma, non èparticolarmente segnato dal problema della disoccupazione, a parte per quanto riguarda le fasce piùdeboli (come invalidi, donne, ecc.).

3. La popolazione

Anche per ciò che riguarda la popolazione si evidenziano differenze rilevanti tra la Fasciapedemontana e la Comunità Montana, in particolare si registra una maggior incidenza dipopolazione anziana nei Comuni montani, ed un minor numero di giovani:

- Il Comune con la maggior percentuale di giovani 0-15 anni è Lesignano (13.38%), seguitoda Felino (12.48%), Sala Baganza (12.16%).

- I Comuni che invece presentano una minore presenza di giovani sono Corniglio (7.35%) eMonchio delle Corti(6.7%).

- Il più alto valore percentuale di persone anziane ultrassessantacinquenni sul totale dellapopolazione è stato registrato a carico del Comune di Corniglio (37.70%), mentre la percentuale piùbassa a Sala Baganza (17.74 ). I Comuni della Comunità Montana in linea di massima si attestanointorno al 20%, con l�unica eccezione per il Comune di Lesignano de�Bagni (17.37).

- Tra i Comuni appartenenti alla Fascia Pedemontana la percentuale di popolazioneultrasessantacinquenne più elevata è stata calcolata a carico del Comune di Traversetolo (21.41%),che mantiene un valore elevato anche nella percentuale di popolazione ultrasettantacinquenne(0.36%).

In generale si può affermare che la Comunità Montana ha valori percentuali superiori aquelli della fascia pedemontana di quasi 8 punti per quanto riguarda la popolazioneultrasessantacinquenne e di circa 4 punti per la popolazione ultrasettantacinquenne.

L�analisi degli indicatori ha evidenziato che:- l�indice di vecchiaia generale è più elevato nei Comuni della Comunità Montana, in

particolare a Monchio delle Corti (538.4). Fra i Comuni della Comunità Montana, oltre a Monchioanche Corniglio (512.4), Palanzano (414.5), Tizzano Val Parma (402.2), Neviano degli Arduini(380.2) si attestano su valori elevati. Langhirano e Lesignano de�Bagni, al contrario, presentanovalori più vicini ai Comuni della Fascia pedemontana (rispettivamente 163.5 e 129.9).

- gli indici di vecchiaia femminile e maschile evidenziano, per tutti i contesti territorialiconsiderati, una maggior presenza di donne ultrasessantacinquenni. Si tratta di un fenomenogeneralizzato, noto come femminilizzazione della popolazione anziana.

- l�indice di dipendenza senile evidenzia il numero di anziani che grava su 100 giovani-adulti in età produttiva o che comunque da questi �dipendono� socialmente. L�indice di dipendenzasenile più elevato è da imputare al Comune di Corniglio (68.62%), mentre il più basso è delComune di Lesignano de� Bagni (25.09%).

23

- l�indice di ricambio della popolazione attiva è il rapporto percentuale tra la popolazione trai 60 ed i 64 anni e quella tra i 15 ed i 19 anni. Questo indice è normalmente utilizzato per valutare ilrapporto tra la classi di età che stanno per uscire dal mercato del lavoro e quelle che stanno perentrarvi. In definitiva, questo indice evidenzia la disponibilità di posti di lavoro creata da coloro cheescono dal mondo del lavoro. Un basso indice testimonia il fatto che pochi escono dal mercato dellavoro presente nei seguenti Comuni: Lesignano, Felino, Sala Baganza. Al contrario, un altoindice evidenzia la forte uscita dal mercato del lavoro e la conseguente possibilità di assorbirenuova forza lavoro (es. Monchio, Corniglio, Palanzano).

- l�indice di femminilizazione fornisce un�immagine immediata dell�invecchiamentorelativo della popolazione femminile rispetto a quella maschile. L�indice di femminilizazione piùelevato, calcolato sulla popolazione femminile ultrasessantacinquenne, si riscontra nei Comuni diMonchio, Sala Baganza, e Corniglio, mentre, per quanto attiene all�indice di femminilità calcolatosulla popolazione femminile ultrasettantacinquenne, i Comuni che si attestato sui valori più elevatisono Corniglio, Monchio, Tizzano, Montechiarugolo, Sala Baganza.

Dalla tabella 2 si evince un considerevole aumento della fascia di popolazione oltre gli 85anni (+ 22.3%) ed un lieve aumento anche della fascia 75- 84 anni. Una differenza significativa fraComuni montani e pedemontani si ritrova nell�indice di vecchiaia molto maggiore nell�alta valle(vedi tab 5).

Da sottolineare anche una ripresa del tasso di natalità che vede un aumento dei bambini da 0a 4 anni del 15.5% tra il �96 ed il 2000. Questo dato è da correlarsi all�aumento della popolazioneimmigrata, come dimostra il numero dei bambini stranieri 0-4 anni, residenti al 31/12/2000 (vediTab. 11).

Si evidenzia che nei Comuni di Collecchio, Sala Baganza, Felino, Langhirano,Montechiarugolo (come da ricerca specifica) risulta che il numero dei bambini nati da entrambi igenitori stranieri (extra UE) raggiungono nel 2000 il 14.5%, mentre i figli con un genitore stranierosono il 3.4%.

24

NUOVI NATI, NEL CORSO DEL 2000, PER NAZIONALITA’ DEI GENITORI

naz. madrenaz. padre

italiana stranieratotale

italiano 289 8 297straniero 4 51 56totale 294 59 353

naz. madrenaz. padre

italiana stranieratotale

italiana 81,9 2,3 84,1straniera 1,1 14,4 15,9totale 83,3 16,7 100,0

entrambi italiani

81,9%

entrambi stranieri

14,4%

un genitore italiano ed

uno straniero

3,4%

Il 18% dei nuovi nati nella pedemontana ha almeno uno dei genitori dinazionalità extra-ue.

2,3 1,10

0,5

1

1,5

2

2,5

madrestraniera epadre italiano

padre stranieroe madreitaliana

25

Altro dato significativo è l�aumento del numero delle famiglie correlato alla diminuzione delnumero dei componenti: si passa infatti, da 3.9 componenti nel 1951 a 2.4 del 1999 (vedi tab 2).

Sempre nella ricerca di cui sopra, nei Comuni interessati, risulta che la percentuale difamiglie monogenitoriali è pari al 7.9%: nella maggioranza il genitore ha un�età compresa tra i 45 ei 50 anni, i genitori che vivono senza partner con i propri figli sono madri nell�81.3% dei casi, inqueste famiglie vive almeno un figlio di età inferiore ai 18 anni.

FAMIGLIE MONOGENITORIALI PER COMUNE

monogenitoriali ogni 100

comune di residenza famiglie monogenitorialiresidenti nella zona

famiglieresidenti nel comune

Collecchio 30,5 8,2Felino 14,0 6,6Langhirano 23,0 8,4Montechiarugolo 22,4 8,2Sala Baganza 10,1 7,1

TOTALE 100 7,9

Le famiglie MONOGENITORIALIresidenti nella zona considerata

sono1.303, pari al 7.9% di tutte le famiglie

Famiglie monogenitoriali sul totale delle famiglie residenti nei cinque comuni della zona

6,68,2 8,4 8,2 7,10

2

4

6

8

10

Collecchio Felino Langhirano Montechiarugolo Sala Baganza

MEDIA:7,9

Rispetto alle stime disponibili,il numero del le famiglie monogenitoriali è poco rilevante

nella zona considerata, specie se si considera che la quota indicata(7,9% del totale) comprende anche monogenitoriali adulte e anziane.

Come si vedrà,sono solo 390 (pari al 2,5% di tutte le famiglie)

le monogenitoriali con figli minori,mentre sono 928 (pari al 5,6% di tutte le famiglie),le monogenitoriali con figli al di sotto dei 35 anni.

26

FAMIGLIE MONOGENITORIALI PER età DEL GENITORE E COMUNE

Classe di etàComune di residenza

18-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75-84 85 e oltreTOTALE

Collecchio 0,3 4,3 18,1 22,4 21,9 13,8 13,8 5,5 100,0Felino 0,0 7,7 17,0 24,2 19,8 17,0 11,0 3,3 100,0Langhirano 0,7 5,7 23,7 15,3 17,7 20,3 10,7 6,0 100,0Montechiarugolo 0,0 5,1 16,4 22,3 21,6 18,2 8,6 7,9 100,0Sala Baganza 0,0 4,6 16,8 27,5 14,5 16,8 13,7 6,1 100,0TOTALE 0,2 5,3 18,7 21,5 19,8 17,0 11,5 5,9 100,0

Nella maggioranza delle famiglieMONOGENITORIALI

il genitore ha un�età compresatra i 45 ed i 50 anni (21.5%) �

Famigliemonogenitorialiresidenti nella zonaper fascia d'età 0,2

5,3

18,7

21,5

17,0

19,8

5,911,5

18-24 25-3435-44 45-5455-64 65-7475-84 85 e oltre

L'età del genitore mostra tre gruppi principali di famigliemonogenitoriali:

le giovani famiglie, presumibilmentecon figli molto piccoli (5,5%)

le famiglie adulte, presumibilmentecon figli adolescenti o giovani (60%)le famiglie anziane, presumibilmente

con figli adulti o anziani essi stessi (34,5%)

27

FAMIGLIE MONOGENITORIALI PER STATO CIVILE DEL GENITORE E COMUNE

stato civileComune di residenza

Celibe /nubile Coniugato/a Divorziato/a Vedovo/aTOTALE

Collecchio 6,8 29,1 8,5 55,5 100,0Felino 2,7 39,6 9,3 48,4 100,0Langhirano 5,3 29,0 9,0 56,7 100,0Montechiarugolo 4,5 34,2 11,6 49,7 100,0Sala Baganza 6,1 29,0 12,2 52,7 100,0TOTALE 5,3 31,7 9,8 53,2 100,0di cui stranieri extra UE 4,3 1,7 0,0 0,0 0,8

Nella maggioranza delle famiglieMONOGENITORIALI

il genitore èconiugato/a (31.7%) o vedovo/a (47.0%) �

5,3 31,7 9,8 53,20

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

55

60

Celibe /nubile Coniugato/a Divorziato/a Vedovo/a

Lacomponente

straniera apparedel tutto

trascurabile(10 nuclei)

E' ipotizzabile che lamaggior parte dei

coniugati siaseparata, di fatto o

legalmente.

28

FAMIGLIE MONOGENITORIALI SECONDO IL GENERE DEL GENITORE

76,6 23,4

80,7 19,3

80,6 19,4

74,0 26,0

80,0 20,0

89,8 10,2

91,7 8,3

0% 20% 40% 60% 80% 100%

meno di 35

35-44

45-54

55-64

65-74

75-84

85 e oltre

donne e uomini che vivono come unici genitori con i propri figli ogni 100 della stessa fascia d'età

Madri Padri

I genitori che vivono con i propri figlisenza il partner

sono MADRI (81.3%)nella stragrande maggioranza

Padri18,7%

Madri81,3%

29

FAMIGLIE MONOGENITORIALI SECONDO IL NUMERO E L'ETA' DEI FIGLI

Questi dati hanno naturalmente una ripercussione nella gestione familiare, in particolare perquanto riguarda le difficoltà economiche.

Per quanto riguarda la popolazione straniera residente sul territorio si sottolinea unacospicua presenza nella zona pedemontana, rispetto all�alta valle, in particolare della fascia d�etàcompresa tra i 19 ed i 49 anni, con una presenza maggiore di uomini (vedi tab. 12 e 13).

5,3

28,8

41,3

24,6

hanno solo figli minori

hanno figli sia minori sia tra i 18 ed i 34 anni

hanno solo figli tra i 18 ed i 34 anni

hanno solo figli con 35 anni ed oltre

70,7

25,5

3,7

un figlio

due figli

3 figli o più

In 390 nucleicon un solo genitore convivente,

pari al 30% del totale,vive almeno un figlio minore di 18 anni

Tra coloro che hannosolo figli minori,

la maggioranza (71,7%)ha un solo figlio.

Maggiori difficoltà diconciliazione e, più in

generale, diorganizzazione della cura

familiare possonoincontrare coloro chehanno due o più figli

minori (29 3%)

30

4. La mappa dei servizi

La Scuola, soprattutto nei piccoli centri, più o meno isolati, assume un�importanza fondamentale,nell�osservazione e raccolta dei bisogni emergenti, e nella promozione di iniziative volte allaprevenzione del disagio.

E� in questo senso che la scuola si può fare mediatore tra i ragazzi, i loro genitori ed ilterritorio, garantendo continuità educativa tra il tempo scolastico e l�extra-scuola.

Nel territorio del Distretto Sud-Est i servizi per l�infanzia al 31/12/01, sono così rilevati(vedi Tab. 15):

Asili Nido � n. scuole 10, con ricettività 301 postiScuole Materne � n. scuole 27, con recettività 1526 posti.

Nei Comuni di Collecchio, Felino, Langhirano, Montechiarugolo, Sala Baganza, su 10bambini stranieri residenti, 7.7 frequentano la scuola materna o altri servizi educativi rivolti allafascia d�età 3-5 anni.

In nessuno dei paesi considerati tale quota scende al di sotto del 50%.Per ciò che concerne i bambini italiani residenti, su 10 l�8.6 frequenta la scuola materna o

altri servizi educativi rivolti alla fascia d�età sopra citata.In nessuno dei paesi considerati tale quota scende al di sotto del 69%.

Scuole Elementari � n. scuole 22, numero alunni 2.424Scuole Medie Inferiori �n. scuole 14, numero alunni 1.537Scuole Medie Superiori � n. scuole 2, numero alunni 217(vedi Tab. 16)

Nei cinque Comuni precedentemente citati nelle scuole elementari oltre 1/3 degli alunnifrequentano il tempo pieno, solo in tre Comuni su cinque nella scuola media inferiore è attivo iltempo prolungato, frequentato in media da circa ¼ degli iscritti.

Sul territorio sono presenti:n. 62 associazioni di volontariaton. 68 circoli ricreativin. 20 circoli culturalin. 65 circoli sportiviLe discoteche, i cinema ed i teatri in tutto sono 16

Sono in atto, in un percorso di progettazione partecipata, progetti per la realizzazione dilaboratori ludico-creativi-ambientali e centri di aggregazione e di ascolto.

I Servizi nel territorio del Distretto sono presenti in modo disomogeneo, in particolare sievidenzia, come già trattato nei punti precedenti, una differenza tra zona pedemontana e montana.

Un�ulteriore differenziazione si può riscontrare nella presenza di servizi definibili dicarattere obbligatorio, garantiti in ogni Comune, e servizi facoltativi, relativi al tempo libero,all�aggregazione, ecc.. Tutto questo si può evincere dal numero di Associazioni di Volontariato,presenti sicuramente in modo più consistente nella fascia Pedemontana.

E� volontà delle Amministrazioni ridurre il divario sopra evidenziato, ponendo come obiettivoprioritario l�erogazione di servizi o prestazioni rivolte alle categorie più svantaggiate.

31

Un esempio è l�estendersi dei Servizi alla persona: l�incremento dei punti di prenotazioneper servizi sanitari; la presenza, seppur limitata, del servizio di Assistenza Domiciliare nel territoriodella Comunità Montana; il coinvolgimento di tutte le Amministrazioni Comunali nell�elaborazionedi progetti rivolti ai minori (L.285/97); la grande adesione alla progettazione relativa alla L.286/98,da parte di tutti i Comuni con una presenza significativa di immigrati nel proprio territorio.

32

INDICATORI TERRITORIALI

Superficieterritoriale(kmq) 895,79 Stazioni ferroviarie 1Densitàdemograficaall 31.12.2000(xkmq) 72,75 Trasporti urbani n.linee 0Numerocomuni (1pianura8collina4montagna) 13 Trasporti extraurbani n.linee n.d.Stazioni Carabinieri 12 Licenzetaxi 1

POPOLAZIONEEINDICATORI DEMOGRAFICI

POPOLAZIONERESIDENTEVARIAZIONI EINDICATORI

31Dicembre Maschi Femmine Totale Var. cumulata Var. cumulata% Famiglie Dimens.famiglie1951 35.790 34.877 70.667 0 0 18.073 3,91961 30.843 30.219 61.062 -9.605 -13,6 17.690 3,51971 27.871 27.398 55.269 -15.398 -21,8 17.706 3,11981 29.274 29.643 58.917 -11.750 -16,6 21.264 2,81991 30.039 30.755 60.794 -9.873 -14,0 23.373 2,61999 31.868 32.681 64.549 -6.118 -8,7 26.942 2,4

31Dicembre 1996 1997 1998 1999 2000 Variazioneass. e%1996-20000-4anni 2.296 2.353 2.431 2.543 2.653 +357 +15,55-14anni 4.781 4.807 4.902 4.964 4.995 +214 +4,515-64anni 41.930 42.047 42.124 42.458 42.677 +747 +1,865-74anni 7.678 7.660 7.537 7.453 7.411 -267 -3,575-84anni 4.780 4.819 4.918 5.025 5.195 +415 +8,785anni eoltre 1.833 1.938 2.017 2.106 2.242 +409 +22,3Totale 63.298 63.624 63.929 64.549 65.173 +1.875 +3,0

MOVIMENTI ANAGRAFICI EINDICATORI

Anno Nati Morti Saldonat. Iscritti Cancellati SaldoMigr. SaldoTot.1995 432 833 -401 2.388 1.573 +815 +4141996 479 805 -326 2.333 1.488 +845 +5191997 484 855 -371 2.347 1.591 +756 +3851998 505 835 -330 2.476 1.768 +708 +3781999 528 810 -282 2.799 1.945 +854 +5722000 541 745 -204 2.828 2.002 +826 +622

INDICI ETASSI DEMOGRAFICI VARIAZIONEINDICEDI VECCHIAIA

Anno Ind.di vecchiaia Tassodi natalità Tassodi mortalità1996 201,9 7,6 12,81997 201,4 7,6 13,51998 197,4 7,9 13,11999 194,3 8,2 12,62000 194,1 8,3 11,5Indicedi vecchiaia=pop.65eoltre/pop.0-14anni%

VARIAZIONEINDICEDI VECCHIAIAPERZONAALTIMETRICA

INDICI DEMOGRAFICI

31Dicembre %pop.>64anni %pop.>74anni A B C D E2000 22,8 11,4 52,7 17,9 34,8 99,0 161,7AIndicedi dipendenzatotale=0-14anni+65anni eoltre/15-64anni% DIndicedi strutturadellapopolazioneattiva=40-64anni/15-39anni%BIndicedi dipendenzagiovanile=0-14anni/15-64anni% EIndicedi ricambiodellapopolazioneattiva=60-64anni/15-19anni%CIndicedi dipendenzasenile=65anni eoltre/15-64anni%

DISTRETTOSUD-EST

201,9 201,4197,4

194,3 194,1

1996 1997 1998 1999 2000

153,4 157,6 164,5 171,3 174,5 177,1 179,0 179,0 175,4 173,1

321,2371,9 395,7 408,6

439,5 444,6 455,7 459,3 456,7 459,5 471,1

172,7

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000

Collina-pianura Montagna

33

Classi d'età Collina-Pianura Montagna Totale Distrib.Totale% Collina-Pianura% Montagna% Totale%0-17anni 8.503 662 9.165 14,1 92,8 7,2 10018-36anni 15.532 1.354 16.886 25,9 92,0 8,0 10037-55anni 15.356 1.566 16.922 26,0 90,7 9,3 10056-74anni 12.737 2.026 14.763 22,7 86,3 13,7 100>=75anni 6.006 1.431 7.437 11,4 80,8 19,2 100Totale 58.134 7.039 65.173 100 89,2 10,8 100

DISTRIBUZIONE%POPOLAZIONECOLLINA- PIANURA DISTRIBUZIONE%POPOLAZIONEMONTAGNA

Classi d'età Maschi Femmine Totale Maschi% Femmine% Totale%0- 14anni 3.961 3.687 7.648 12,3 11,2 11,715 - 64anni 22.030 20.647 42.677 68,4 62,6 65,5>=65anni 6.197 8.651 14.848 19,3 26,2 22,8Totale 32.188 32.985 65.173 100 100 100

Classi d'età Maschi Femmine Totale Maschi% Femmine% Totale%0-2anni 842 783 1.625 2,6 2,4 2,53-5anni 772 739 1.511 2,4 2,2 2,36-10anni 1.329 1.241 2.570 4,1 3,8 3,911-13anni 765 686 1.451 2,4 2,1 2,214-18anni 1.310 1.237 2.547 4,1 3,8 3,919-29anni 4.557 4.181 8.738 14,2 12,7 13,430-39anni 5.519 5.130 10.649 17,1 15,6 16,340-49anni 4.474 4.164 8.638 13,9 12,6 13,350-64anni 6.423 6.173 12.596 20,0 18,7 19,365-74anni 3.512 3.899 7.411 10,9 11,8 11,4>=75 2.685 4.752 7.437 8,3 14,4 11,4Totale 32.188 32.985 65.173 100 100 100

PIRAMIDI DELLAPOPOLAZIONEAL31 DICEMBRE2000 - VALORI PERCENTUALI

POPOLAZIONERESIDENTEPERCLASSI D'ETA' AL31 DICEMBRE2000

CollinaePianura

4,3

4,2

6,6

8,7

7,0

6,5

6,0

4,2

1,6

0,2

4,0

3,9

6,2

8,2

6,6

6,3

6,0

5,6

3,1

0,7

10 8 6 4 2 0 2 4 6 8 10

0-9anni

10-19

20-29

30-39

40-49

50-59

60-69

70-79

80-89

90eoltreMaschi Femmine

Montagna

2,5

2,7

5,8

6,4

5,9

7,0

7,3

7,9

3,2

0,6

2,4

3,1

4,2

5,0

5,0

5,9

7,4

6,1

1,8

9,8

10 8 6 4 2 0 2 4 6 8 10

0-9anni

10-19

20-29

30-39

40-49

50-59

60-69

70-79

80-89

90eoltreFemmineMaschi

14,6

26,7 26,421,9

10,3

0-17anni 18-36anni 37-55anni 56-74anni >=75anni

19,2 22,228,8

20,39,4

0-17anni 18-36anni 37-55anni 56-74anni >=75anni

34

STRANIERI RESIDENTI SERIE STORICA

31 Dicembre Maschi Femmine Totale x 100 abitanti Classi d'età 31.Dicembre20001996 770 435 1.205 1,9 0-4 anni 2501997 854 526 1.380 2,2 5-14 anni 2451998 921 623 1.544 2,4 15-64 anni 1.6801999 1.094 743 1.837 2,8 65 anni eoltre 302000 1.308 897 2.205 3,4 Totale 2.205

STRANIERI PER ZONE ALTIMETRICHE DI RESIDENZA

Classi d'età Collina-Pianura Montagna Totale Distrib.Totale% Collina-Pianura% Montagna% Totale%0-9 anni 388 16 404 18,3 96,0 4,0 10010-19 anni 192 10 202 9,2 95,0 5,0 10020-29 anni 443 32 475 21,5 93,3 6,7 10030-39 anni 642 31 673 30,5 95,4 4,6 10040-49 anni 319 17 336 15,2 94,9 5,1 10050-59 anni 58 3 61 2,8 95,1 4,9 100>=60 anni 44 10 54 2,4 81,5 18,5 100Totale 2.086 119 2.205 100 94,6 5,4 100

DISTRIBUZIONE POPOLAZIONE STRANIERA PER CLASSI D'ETA'

STRANIERI PER SESSO RAPPORTO FRA STRANIERI E POPOLAZIONE TOTALE

Classi d'età Maschi Femmine Totale Maschi% Femmine% Totale%0-2 anni 91 77 168 10,8 9,8 10,33-5 anni 62 58 120 8,0 7,8 7,96-10 anni 74 62 136 5,6 5,0 5,311-13 anni 31 20 51 4,1 2,9 3,514-18 anni 69 46 115 5,3 3,7 4,519-29 anni 238 253 491 5,2 6,1 5,630-39 anni 436 237 673 7,9 4,6 6,340-49 anni 247 89 336 5,5 2,1 3,950-64 anni 45 40 85 0,7 0,6 0,7>=65 anni 15 15 30 0,2 0,2 0,2Totale 1.308 897 2.205 4,1 2,7 3,4

PRIMI DIECI PAESI DI PROVENIENZA DELLA POPOLAZIONE STRANIERA

POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE

POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE AL 31 DICEMBRE 2000

0-19 anni

20-39 anni

40-59 anni

60 eoltre

386

260 234

90 68 49 43 35 31

495

Marocco Albania Tunisia Senegal India Ghana Romania Francia Sri Lanka Nigeria

35

31Dicembre2001 N. scuole Ricettivitàposti Domandeinevase %Dom.inevase Popolazioneal 31Dicembre2000 Ind.di frequenza%Asili nido 10 301 93 23,6 0-2anni 1.625 18,5Scuolematerne 27 1.526 n.d. n.d. 3-5anni 1.511 101,0Totale 37 1.827 93 0-5anni 3.136 58,3

POPOLAZIONEINETA' PRESCOLARE0-5 ANNI - RILEVAZIONE31 DICEMBRE

31Dicembre2001 N. scuole N. alunni %Alunni N. classi N. insegnanti Alunni/classi Alunni/insegnantiScuoleelementari 22 2.424 58,0 146 307 16,6 7,9Scuolemedieinf. 14 1.537 36,8 87 240 17,7 6,4Scuolesuperiori 2 217 5,2 15 66 14,5 3,3Totale 38 4.178 100 248 613 16,8 6,8

POPOLAZIONEINETA' SCOLARE6-13 ANNI - RILEVAZIONE31 DICEMBRE

SANITA' - SERVIZI SANITARI EALTRI SERVIZI

MEDICI DI MEDICINAGENERALEEPEDIATRI

31Dicembre2001 N. medici Popolazioneal 31Dicembre2000 Pop./mediciMedicinagenerale 49 15anni eoltre 57.525 1.174Pediatri di base n.d. 0 - 14anni 7.648 n.d.Totale 49 0- 110anni 65.173 n.d.

SERVIZI SANITARI

31Dicembre2001 N. N.Farmacie 25 Ospedali 0Poliambulatori 5 Casedi cura 2CUP 5 Centri salutementaleCSM 1Laboratori analisi 2 Comunità/residenzeprotettepsichiatriche 2Prontosoccorso 0 Appartamenti protetti psichiatrici 1

Centri diurni psichiatrici 0

ALTRI SERVIZI EASSOCIAZIONI

31Dicembre2001 N. N.Parrocchie 50 Associazioni di volontariato 62Uffici postali 35 Circoli ricreativi 68Cinema-teatri 7 Circoli culturali 20

Discoteche 7 Circoli sportivi 65

SERVIZI PERL'INFANZIA- ISTRUZIONE

2.608 2.606 2.661 2.706 2.756 2.800 2.788 2.8182.936

3.029

3.136

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000

2.410 2.307 2.290 2.348 2.570

1.8661.651

2.462

1.484 1.440 1.438 1.451

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000

6-10anni (scuolaelementare) 11-13anni (scuolamediainferiore)

36

II Capitolo

LA SPESA SOCIALE DEI COMUNI

37

1. Premessa

Elemento fondamentale per la programmazione delle politiche sociali del territorio e quindiper la definizione dei Piani di zona è costituito dalla ricomposizione della spesa sociale. A questoproposito la Regione Emilia Romagna ha predisposto due “Griglie di rilevazione della spesasociale”, una per i Comuni e una per i Distretti sanitari, entrambe suddivise per aree di intervento eper tipologie specifiche di servizi/prestazioni sociali offerti.

La presenza dell�Osservatorio provinciale sui Bilanci comunali ha consentito una primaelaborazione storica della spesa sociale (consuntivo 1998, assestato 1999, previsione 2000) sullabase della voce di bilancio FUNZIONE SOCIALE e dei SERVIZI in cui è scomposta come daschema di bilancio: per quanto riguarda le uscite i dati vengono inseriti direttamente sotto questevoci dai Comuni, mentre per le entrate l'Osservatorio bilanci ha utilizzato un questionario specificoper risalire ai dati.

Si è immediatamente constatata la parzialità e insufficienza delle informazioni disponibiliperché alcuni Comuni non hanno risposto o non hanno compilato tutte le voci e perché laclassificazione dei dati di bilancio non consente, senza ulteriore approfondimento con la ragioneriadel singolo Comune, una facile allocazione per area di intervento sociale così come richiesto dallaRegione.

E� stato invece possibile considerare alcune sottovoci di interventi di spesa come�personale�, �prestazione di servizi�, �trasferimenti�.

Nell�ambito del Piano di Zona sperimentale si è, quindi, ritenuto utile testare in un Comunedel Distretto (e, allo stesso modo, in ogni Distretto della Provincia) la scheda di rilevazioneregionale, così da accogliere eventuali osservazioni utili ad una somministrazione successiva a tuttii Comuni del territorio.

L'Azienda USL ha invece compilato la scheda regionale di sua competenza per ogniDistretto socio-sanitario.

Inseriamo a seguito la sintesi fornita dall'Osservatorio provinciale bilanci comunali, ilrisultato del test sul Comune campione e la scheda compilata dall'Azienda USL.

38

2. Elaborazione Osservatorio Bilanci comunali

ENTRATESERVIZI FUNZIONE SOCIALE*

*Escluso Servizio Necroscopico e Cimiteriale

Comuni che non hanno risposto al questionario (n.d.):

Tizzano Val Parma

Servizio Abitanti(31/12/96)

Comune Consuntivo 1997 Consuntivo 1998 Consuntivo 1999

Asili Nido, Servizi Infanzia e per i Minori 1.321 Monchio delle Corti - - -

Asili Nido, Servizi Infanzia e per i Minori 1.469 Palanzano - - -

Asili Nido, Servizi Infanzia e per i Minori 1.777 Calestano - - -

Asili Nido, Servizi Infanzia e per i Minori 2.195 Tizzano Val Parma n.d. n.d. n.d.

Asili Nido, Servizi Infanzia e per i Minori 2.459 Corniglio - - -

Asili Nido, Servizi Infanzia e per i Minori 3.351 Lesignano de` Bagni - 18.945.000 11.675.000

Asili Nido, Servizi Infanzia e per i Minori 3.635 Neviano degli Arduini - - 3.325.000

Asili Nido, Servizi Infanzia e per i Minori 4.504 Sala Baganza 20.000.000 52.617.588 62.735.067

Asili Nido, Servizi Infanzia e per i Minori 6.688 Felino 222.894.000 233.461.000 254.102.000

Asili Nido, Servizi Infanzia e per i Minori 7.391 Traversetolo - - 14.970.000

Asili Nido, Servizi Infanzia e per i Minori 8.081 Langhirano - 39.222.000 87.000.000

Asili Nido, Servizi Infanzia e per i Minori 8.725 Montechiarugolo 137.171.000 181.703.050 223.718.000

Asili Nido, Servizi Infanzia e per i Minori 11.702 Collecchio 234.819.000 242.438.000 294.864.000

Totale distretto 63.298 614.884.000 768.386.638 952.389.067

Servizio Abitanti(31/12/96)

Comune Consuntivo 1997 Consuntivo 1998 Consuntivo 1999

Servizi Prevenzione e Riabilitazione 1.321 Monchio delle Corti - - -

Servizi Prevenzione e Riabilitazione 1.469 Palanzano - - -

Servizi Prevenzione e Riabilitazione 1.777 Calestano - - -

Servizi Prevenzione e Riabilitazione 2.195 Tizzano Val Parma n.d. n.d. n.d.

Servizi Prevenzione e Riabilitazione 2.459 Corniglio - - -

Servizi Prevenzione e Riabilitazione 3.351 Lesignano de` Bagni - - -

Servizi Prevenzione e Riabilitazione 3.635 Neviano degli Arduini - - -

Servizi Prevenzione e Riabilitazione 4.504 Sala Baganza - - -

Servizi Prevenzione e Riabilitazione 6.688 Felino - - -

Servizi Prevenzione e Riabilitazione 7.391 Traversetolo 34.336.280 30.952.000 27.516.000

Servizi Prevenzione e Riabilitazione 8.081 Langhirano 89.294.089 197.144.719 210.000.000

Servizi Prevenzione e Riabilitazione 8.725 Montechiarugolo 2.800.000 5.800.000 3.000.000

Servizi Prevenzione e Riabilitazione 11.702 Collecchio - - -

Totale distretto 63.298 126.430.369 233.896.719 240.516.000

Servizio Abitanti(31/12/96)

Comune Consuntivo 1997 Consuntivo 1998 Consuntivo 1999

Strutture Residenziali e Ricovero Anziani 1.321 Monchio delle Corti - - -

Strutture Residenziali e Ricovero Anziani 1.469 Palanzano - - -

Strutture Residenziali e Ricovero Anziani 1.777 Calestano 66.820.790 42.000.000 50.663.000

Strutture Residenziali e Ricovero Anziani 2.195 Tizzano Val Parma n.d. n.d. n.d.

Strutture Residenziali e Ricovero Anziani 2.459 Corniglio 129.000.000 142.000.000 199.500.000

Strutture Residenziali e Ricovero Anziani 3.351 Lesignano de` Bagni - 40.000.000 31.392.350

Strutture Residenziali e Ricovero Anziani 3.635 Neviano degli Arduini - - 33.115.840

Strutture Residenziali e Ricovero Anziani 4.504 Sala Baganza - - -

39

Strutture Residenziali e Ricovero Anziani 6.688 Felino - - -

Strutture Residenziali e Ricovero Anziani 7.391 Traversetolo 71.063.500 92.627.000 108.986.270

Strutture Residenziali e Ricovero Anziani 8.081 Langhirano 62.835.560 122.418.487 245.000.000

Strutture Residenziali e Ricovero Anziani 8.725 Montechiarugolo - 61.325.978 116.000.000

Strutture Residenziali e Ricovero Anziani 11.702 Collecchio - - -

Totale distretto 63.298 329.719.850 500.371.465 784.657.460

Servizio Abitanti(31/12/96)

Comune Consuntivo 1997 Consuntivo 1998 Consuntivo 1999

Assistenza e Beneficenza 1.321 Monchio delle Corti 38.465.000 30.000.000 31.684.000

Assistenza e Beneficenza 1.469 Palanzano - 217.058.824 200.000.000

Assistenza e Beneficenza 1.777 Calestano 52.018.030 49.000.000 40.422.900

Assistenza e Beneficenza 2.195 Tizzano Val Parma n.d. n.d. n.d.

Assistenza e Beneficenza 2.459 Corniglio 79.742.989 88.402.000 51.511.560

Assistenza e Beneficenza 3.351 Lesignano de` Bagni 20.638.715 22.368.827 29.277.484

Assistenza e Beneficenza 3.635 Neviano degli Arduini 41.592.167 28.932.755 36.770.000

Assistenza e Beneficenza 4.504 Sala Baganza 35.926.150 30.000.000 61.498.450

Assistenza e Beneficenza 6.688 Felino 74.121.000 72.821.000 82.996.000

Assistenza e Beneficenza 7.391 Traversetolo 75.670.567 90.567.581 106.542.280

Assistenza e Beneficenza 8.081 Langhirano - - -

Assistenza e Beneficenza 8.725 Montechiarugolo 144.620.255 199.004.976 213.944.163

Assistenza e Beneficenza 11.702 Collecchio 186.239.000 255.992.000 360.406.000

Totale distretto 63.298 749.033.873 1.084.147.963 1.215.052.837

Totale entrate Funzione sociale(escluso Servizio Necroscopico Cimiteriale) 1.820.068.092 2.586.802.785 3.192.615.364

40

USCITEFUNZIONE SOCIALE COMPLESSIVA*

*Comprensiva del Servizio necroscopico e cimiteriale

Valori in milioni di lire

Tipologia di Spesa Abitanti(31/12/96)

Comune FUNZIONESOCIALE

Consuntivo '98

FUNZIONESOCIALE

Assestato '99

FUNZIONESOCIALE

Preventivo '00

Spesa Corrente 1.321 Monchio delle Corti 146 213 203

Spesa Corrente 1.469 Palanzano 299 335 412

Spesa Corrente 1.777 Calestano 185 281 259

Spesa Corrente 2.195 Tizzano Val Parma 292 343 320

Spesa Corrente 2.459 Corniglio 286 320 324

Spesa Corrente 3.351 Lesignano de` Bagni 464 570 638

Spesa Corrente 3.635 Neviano degli Arduini 651 747 762

Spesa Corrente 4.504 Sala Baganza 882 966 997

Spesa Corrente 6.688 Felino 1.242 1.485 1.563

Spesa Corrente 7.391 Traversetolo 1.273 1.470 1.424

Spesa Corrente 8.081 Langhirano 1.697 2.195 2.181

Spesa Corrente 8.725 Montechiarugolo 1.816 2.120 2.381

Spesa Corrente 11.702 Collecchio 3.342 3.396 3.622

TOTALE 63.298 12.577 14.440 15.086

Tipologia di Spesa Abitanti(31/12/96)

Comune FUNZIONESOCIALE

Consuntivo '98

FUNZIONESOCIALE

Assestato '99

FUNZIONESOCIALE

Preventivo '00

Spesa C/capitale 1321 Monchio delle Corti 33 66 46

Spesa C/capitale 1469 Palanzano 90 458 470

Spesa C/capitale 1777 Calestano 20 168 20

Spesa C/capitale 2195 Tizzano Val Parma 92 1.170 1.062

Spesa C/capitale 2459 Corniglio 197 625 225

Spesa C/capitale 3351 Lesignano de` Bagni 92 527 792

Spesa C/capitale 3635 Neviano degli Arduini 71 290 340

Spesa C/capitale 4504 Sala Baganza 121 200 130

41

Spesa C/capitale 6688 Felino 618 164 120

Spesa C/capitale 7391 Traversetolo 40 1.295 540

Spesa C/capitale 8081 Langhirano 144 2.357 1.440

Spesa C/capitale 8725 Montechiarugolo 102 11.564 9.635

Spesa C/capitale 11702 Collecchio 850 1.094 230

TOTALE 63298 2.469 19.979 15.050

Tipologia di Spesa Abitanti(31/12/96)

Comune FUNZIONESOCIALE

Consuntivo '98

FUNZIONESOCIALE

Consuntivo '98MEDIA

VARIAZIONEFUNZIONESOCIALE

Consuntivo '98

FUNZIONESOCIALE

Assestato '99

FUNZIONESOCIALE

Assestato '99MEDIA

VARIAZIONEFUNZIONESOCIALE

Assestato '99

FUNZIONESOCIALE

Previsione '00

FUNZIONESOCIALE

Previsione '00MEDIA

VARIAZIONE

FUNZIONE

SOCIALEPrevision

e '00Spesa Corrente 1321 Monchio delle Corti 110.387 198.692 -44,44% 161.486 228.131 -29,21% 153.755 238.338 -35,49%

Spesa Corrente 1469 Palanzano 203.743 198.692 2,54% 227.763 228.131 -0,16% 280.234 238.338 17,58%

Spesa Corrente 1777 Calestano 104.365 198.692 -47,47% 157.980 228.131 -30,75% 145.970 238.338 -38,76%

Spesa Corrente 2195 Tizzano Val Parma 133.190 198.692 -32,97% 156.074 228.131 -31,59% 145.968 238.338 -38,76%

Spesa Corrente 2459 Corniglio 116.373 198.692 -41,43% 130.313 228.131 -42,88% 131.609 238.338 -44,78%

Spesa Corrente 3351 Lesignano de` Bagni 138.441 198.692 -30,32% 170.006 228.131 -25,48% 190.463 238.338 -20,09%

Spesa Corrente 3635 Neviano degli Arduini 179.032 198.692 -9,89% 205.543 228.131 -9,90% 209.514 238.338 -12,09%

Spesa Corrente 4504 Sala Baganza 195.799 198.692 -1,46% 214.581 228.131 -5,94% 221.296 238.338 -7,15%

Spesa Corrente 6688 Felino 185.768 198.692 -6,50% 221.981 228.131 -2,70% 233.640 238.338 -1,97%

Spesa Corrente 7391 Traversetolo 172.285 198.692 -13,29% 198.829 228.131 -12,84% 192.677 238.338 -19,16%

Spesa Corrente 8081 Langhirano 210.047 198.692 5,71% 271.615 228.131 19,06% 269.938 238.338 13,26%

Spesa Corrente 8725 Montechiarugolo 208.101 198.692 4,74% 243.014 228.131 6,52% 272.943 238.338 14,52%

Spesa Corrente 11702 Collecchio 285.617 198.692 43,75% 290.197 228.131 27,21% 309.533 238.338 29,87%

42

USCITESERVIZI FUNZIONE SOCIALE*

Spese Correnti*Escluso Servizio Necroscopico e Cimiteriale

Valori in lire

Servizio Abitanti(31/12/96)

Comune Consuntivo 1998 Assestato 1999 Preventivo 2000

Servizio Asili Nido 1321 Monchio delleCorti

617.000 617.000 617.000

Servizio Asili Nido 1469 Palanzano 652.800 800.000 800.000

Servizio Asili Nido 1777 Calestano 754.400 800.000 7.525.000

Servizio Asili Nido 2195 Tizzano ValParma

959.000 959.000 1.000.000

Servizio Asili Nido 2459 Corniglio 55.224.627 58.900.873 63.828.583

Servizio Asili Nido 3351 Lesignano de`Bagni

70.300.599 77.446.000 87.786.000

Servizio Asili Nido 3635 Neviano degliArduini

58.965.956 13.500.000 24.500.000

Servizio Asili Nido 4504 Sala Baganza 281.632.699 303.052.942 345.575.263

Servizio Asili Nido 6688 Felino 394.741.092 456.966.000 471.521.000

Servizio Asili Nido 7391 Traversetolo 2.116.150 28.466.058 28.011.141

Servizio Asili Nido 8081 Langhirano 202.905.443 502.696.000 452.264.000

Servizio Asili Nido 8725 Montechiarugolo 454.010.780 496.796.000 535.836.598

Servizio Asili Nido 11702 Collecchio 645.775.083 627.089.000 657.872.000

Totale Distretto 63298 2.168.655.629 2.568.088.873 2.677.136.585

Servizio Abitanti(31/12/96)

Comune Consuntivo 1998 Assestato 1999 Preventivo 2000

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 1321 Monchio delleCorti

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 1469 Palanzano

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 1777 Calestano

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 2195 Tizzano ValParma

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 2459 Corniglio

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 3351 Lesignano de`Bagni

11.300.000 11.300.000 11.300.000

43

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 3635 Neviano degliArduini

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 4504 Sala Baganza

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 6688 Felino 4.948.000 4.848.000 6.000.000

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 7391 Traversetolo 231.351.530 271.425.961 199.981.000

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 8081 Langhirano 103.894.175 111.500.000 117.000.000

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 8725 Montechiarugolo

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 11702 Collecchio 3.117.199 20.000.000 20.004.000

Totale Distretto 63298 354.610.904 419.073.961 354.285.000

Servizio Abitanti(31/12/96)

Comune Consuntivo 1998 Assestato 1999 Preventivo 2000

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 1321 Monchio delleCorti

28.349.943 20.581.445

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 1469 Palanzano

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 1777 Calestano - 51.676.590 42.601.250

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 2195 Tizzano ValParma

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 2459 Corniglio

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 3351 Lesignano de`Bagni

145.033.985 157.570.220 151.700.000

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 3635 Neviano degliArduini

445.389.161 557.037.135 571.600.702

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 4504 Sala Baganza

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 6688 Felino 32.880.120 71.000.000 87.000.000

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 7391 Traversetolo 425.992.123 486.171.188 566.197.761

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 8081 Langhirano 395.821.938 433.000.000 430.000.000

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 8725 Montechiarugolo - 251.850.000 277.507.875

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 11702 Collecchio 417.450.022 470.615.000 479.697.000

Totale Distretto 63298 1.862.567.349 2.507.270.076 2.626.886.033

Servizio Abitanti(31/12/96)

Comune Consuntivo 1998 Assestato 1999 Preventivo 2000

Servizio Assistenza e Beneficenza 1321 Monchio delleCorti

94.832.227 130.441.000 133.430.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 1469 Palanzano 284.402.402 319.133.140 393.217.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 1777 Calestano 127.118.303 168.474.245 150.457.185

Servizio Assistenza e Beneficenza 2195 Tizzano Val 208.682.494 223.112.943 242.400.000

44

Parma

Servizio Assistenza e Beneficenza 2459 Corniglio 230.935.396 261.207.208 259.500.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 3351 Lesignano de`Bagni

182.671.799 267.048.000 326.383.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 3635 Neviano degliArduini

123.902.696 123.105.000 126.105.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 4504 Sala Baganza 536.594.749 588.883.892 576.226.089

Servizio Assistenza e Beneficenza 6688 Felino 664.230.447 811.604.000 863.496.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 7391 Traversetolo 460.377.829 510.027.352 418.080.625

Servizio Assistenza e Beneficenza 8081 Langhirano 757.383.845 925.230.000 958.062.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 8725 Montechiarugolo 1.140.018.257 1.221.577.530 1.459.338.262

Servizio Assistenza e Beneficenza 11702 Collecchio 2.104.261.855 2.059.922.000 2.252.712.000

Totale Distretto 63298 6.915.412.299 7.609.766.310 8.159.407.161

Totale uscite Funzione sociale(escluso Servizio Necroscopico Cimiteriale) 11.301.246.181 13.104.199.220 13.817.714.779

USCITEFUNZIONE SOCIALE* - SCOMPOSIZIONE SERVIZI IN ALCUNI INTERVENTI

Spese Correnti*Escluso Servizio Necroscopico e Cimiteriale

Valori in lire

personale personale personale prestazioni diservizi

prestazioni diservizi

prestazioni diservizi

trasferimenti trasferimenti trasferimenti

Servizio Abitanti(31/12/96)

Comune Consuntivo1998

Assestato1999

Preventivo2000

Consuntivo1998

Assestato1999

Preventivo2000

Consuntivo1998

Assestato1999

Preventivo2000

Servizio Asili Nido 1321 Monchiodelle Corti 617.000 617.000 617.000

Servizio Asili Nido 1469 Palanzano652.800 800.000 800.000

Servizio Asili Nido 1777 Calestano754.400 800.000 7.525.000

Servizio Asili Nido 2195 Tizzano ValParma 959.000 959.000 1.000.000

45

Servizio Asili Nido 2459 Corniglio55.224.627 58.900.873 63.828.583

Servizio Asili Nido 3351 Lesignanode` Bagni 49.324.383 58.328.000 67.518.000 4.232.500 4.688.000 4.688.000 1.251.300 9.437.000 8.000.000

Servizio Asili Nido 3635 Nevianodegli Arduini 15.600.000 6.000.000 15.500.000 4.500.000 3.000.000 6.000.000 26.717.200 2.500.000 2.500.000

Servizio Asili Nido 4504 SalaBaganza 127.299.704 110.824.940 114.549.832 144.113.979 185.635.472 223.520.000 680.000 700.000 700.000

Servizio Asili Nido 6688 Felino195.820.198 181.466.000 194.542.000 106.638.740 162.820.000 156.000.000 47.029.050 61.280.000 59.380.000

Servizio Asili Nido 7391 Traversetolo1.000.000 26.966.058 26.511.141 1.116.150 1.500.000 1.500.000

Servizio Asili Nido 8081 Langhirano157.035.928 450.000.000 403.000.000 3.600.000 3.300.000

Servizio Asili Nido 8725 Montechiarugolo 298.142.918 282.220.000 283.423.987 93.854.747 146.096.000 181.823.470

Servizio Asili Nido 11702 Collecchio412.885.902 410.375.000 428.003.000 115.461.897 119.337.000 114.200.000 2.000.000 2.000.000 2.000.000

Totale Distretto 632981.099.073.105 1.049.213.940 1.103.536.819 626.837.791 1.098.542.530 1.115.742.611 137.001.527 143.093.873 151.150.583

personale personale personale prestazioni diservizi

prestazioni diservizi

prestazioni diservizi

trasferimenti trasferimenti trasferimenti

Servizio Abitanti(31/12/96)

Comune Consuntivo1998

Assestato1999

Preventivo2000

Consuntivo1998

Assestato1999

Preventivo2000

Consuntivo1998

Assestato1999

Preventivo2000

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 1321 Monchiodelle Corti

n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 1469 Palanzano n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 1777 Calestano n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 2195 Tizzano ValParma

n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 2459 Corniglio n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 3351 Lesignanode` Bagni 11.300.000 11.300.000 11.300.000

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 3635 Nevianodegli Arduini

n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 4504 SalaBaganza

n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 6688 Felino4.948.000 4.848.000 6.000.000

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 7391 Traversetolo207.091.530 247.925.961 177.481.000

46

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 8081 Langhirano103.894.175 111.500.000 117.000.000

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 8725 Montechiarugolo

n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Servizio Prevenzione e Riabilitazione 11702 Collecchio3.117.199 20.000.000 20.000.000

Totale Distretto 63298- - - 123.259.374 147.648.000 154.300.000 207.091.530 247.925.961 177.481.000

personale personale personale prestazioni diservizi

prestazioni diservizi

prestazioni diservizi

trasferimenti trasferimenti trasferimenti

Servizio Abitanti(31/12/96)

Comune Consuntivo1998

Assestato1999

Preventivo2000

Consuntivo1998

Assestato1999

Preventivo2000

Consuntivo1998

Assestato1999

Preventivo2000

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 1321 Monchiodelle Corti

n.d. n.d. n.d.

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 1469 Palanzano n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 1777 Calestano

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 2195 Tizzano ValParma

n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 2459 Corniglio n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 3351 Lesignanode` Bagni 43.297.985 57.362.220 49.000.000 97.030.000 97.305.000 100.000.000

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 3635 Nevianodegli Arduini 406.665.554 495.210.000 531.000.000

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 4504 SalaBaganza

n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 6688 Felino32.880.120 71.000.000 87.000.000

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 7391 Traversetolo198.941.299 213.453.718 290.754.534 32.642.470 33.346.517 28.621.215 14.927.000 19.000.000 25.000.000

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 8081 Langhirano391.086.938 425.000.000 386.000.000

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 8725 Montechiarugolo 72.750.000 73.354.442 - 130.510.000 153.997.928

Servizio Residenziali e Ricovero Anziani 11702 Collecchio115.749.873 107.115.000 120.157.000 167.798.833 208.800.000 210.000.000

Totale Distretto 63298314.691.172 393.318.718 484.265.976 1.041.491.780 1.350.228.737 1.358.619.143 144.837.120 187.305.000 212.000.000

personale personale personale prestazioni diservizi

prestazioni diservizi

prestazioni diservizi

trasferimenti trasferimenti trasferimenti

Servizio Abitanti(31/12/96)

Comune Consuntivo1998

Assestato1999

Preventivo2000

Consuntivo1998

Assestato1999

Preventivo2000

Consuntivo1998

Assestato1999

Preventivo2000

47

Servizio Assistenza e Beneficenza 1321 Monchiodelle Corti 27.724.220 32.671.000 33.200.000 67.108.007 97.770.000 100.230.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 1469 Palanzano4.653.590 24.285.000 27.424.000 58.054.000 73.038.725 79.476.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 1777 Calestano88.373.777 89.736.000 88.057.000 38.744.526 78.538.245 61.400.185

Servizio Assistenza e Beneficenza 2195 Tizzano ValParma 40.015.441 37.200.000 39.000.000 124.251.229 134.912.943 130.400.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 2459 Corniglio225.935.396 243.307.208 241.500.000 5.000.000 16.400.000 16.500.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 3351 Lesignanode` Bagni 68.705.611 78.400.000 70.000.000 111.466.188 188.648.000 254.383.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 3635 Nevianodegli Arduini 31.081.526 24.500.000 24.500.000 92.021.170 95.605.000 98.605.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 4504 SalaBaganza 146.014.233 156.158.175 158.722.495 143.507.678 183.727.790 200.652.790 220.725.285 222.092.605 188.411.602

Servizio Assistenza e Beneficenza 6688 Felino258.592.046 284.592.000 297.804.000 182.820.641 264.527.000 292.544.000 156.547.555 191.281.000 207.312.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 7391 Traversetolo309.673.892 321.200.000 266.000.000 64.521.808 83.023.520 61.000.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 8081 Langhirano301.771.271 347.718.000 358.453.000 118.010.176 173.450.000 191.000.000 261.550.138 320.000.000 336.000.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 8725 Montechiarugolo 291.170.272 227.093.000 245.729.013 742.652.574 756.424.000 797.301.000 24.694.500 69.110.000 85.661.000

Servizio Assistenza e Beneficenza 11702 Collecchio350.880.436 385.147.000 423.844.000 886.731.657 767.500.000 849.500.000 440.092.000 470.000.000 558.000.000

Totale Distretto 632981.388.443.699 1.437.908.175 1.523.552.508 2.829.870.738 2.959.727.998 3.081.678.790 1.664.776.406 2.040.420.038 2.177.378.787

Totale uscite per tipo di Intervento(escluso Servizio Necroscopico Cimiteriale)

2.802.207.976 2.880.440.833 3.111.355.303 4.621.459.683 5.556.147.265 5.710.340.544 2.153.706.583 2.618.744.872 2.718.010.370

I dati presentati, elaborati dall�Osservatorio sui Bilanci comunali della Provincia, non offrono una fotografia esaustiva della spesa relativa ai servizisociali e socio-sanitari del Distretto: infatti, i bilanci comunali raggruppano la spesa sociale nella macro voce �Funzione sociale� e non è statoquindi possibile estrapolare i Piani economici di gestione per aree di intervento, ci si è limitati ad elencare le macro aree in cui è suddivisa laFunzione sociale come da bilancio.- Asili nido, Servizi infanzia e per i Minori;- Prevenzione e riabilitazione;- Strutture residenziali e Ricovero anziani;- Assistenza e beneficenza.

48

E� possibile, comunque, qualche considerazione:le suddette tabelle mostrano il differente approccio, ai vari servizi esistenti, tra fascia pedemontana e fascia montana.Prendendo riferimento il consuntivo 1998 abbiamo come utilizzato dai Comuni della fascia montana:

Spesa distrettuale Spesa area montana

1. Asili nido su 2.168.655.629 - 117.173.7832. Prevenzione e riabilitazione su 354.610.904 - 11.300.0003. Residenziali e ricovero su 1.862.567.349 - 445.389.1614. Assistenza e beneficenza su 6.915.412.299 - 1.043.862.823 Totale 11.301.246.181 Totale 1.617.725.767

Si evince, quindi, che l�incidenza della spesa di Comuni dell�area della fascia montana, rispetto alla spesa complessiva del Distretto risulta esseredel 14.3%.E�, inoltre, doveroso segnalare che nella tabella Uscite � Funzione Sociale Complessiva � troviamo degli importi comprensivi del ServizioNecroscopico e Cimiteriale; estrapolabile unicamente con la collaborazione dei singoli Comuni.

49

3. Griglia spesa funzioni delegate

REGIONE EMILIA-ROMAGNAAssessorato Politiche sociali. Immigrazione.Progetto giovani. Cooperazione internazionale PROVINCIA PARMA

DISTRETTO SUD-EST

GRIGLIA DI RILEVAZIONE DELLA SPESA SOCIALE DEI DISTRETTI SANITARI(socio-sanitaria e socio-assistenziale delegata)

Compilata da: __CHIASTRA/PINI_______________Qualifica: ________________________________Recapito Tel: ____865207/203__________________Recapito e-mail: ________________________________

50

NOTE DI ACCOMPAGNAMENTO

Presentazione

La Scheda allegata si propone come un primo strumento predisposto a livello regionale nel tentativo di raccogliere e rendere visibile la spesa sociale del territoriodistrettuale al fine della definizione dei piani di zona.La consapevolezza delle risorse disponibili è necessaria a chi si trova di fronte al delicato compito di progettare/riprogettare in modo organico il sistema integratodi servizi ed interventi sociali.Nel predisporre la scheda si e fatta la scelta di pensare al sociale in modo ampio, per questo sono indicate voci che spesso non consideriamo � servizi sociali�, mache sono state inserite in quanto si è convenuto avessero un forte impatto sul Benessere sociale e fossero dipendenti da scelte e politiche locali.Analoga scheda viene compilata dai Comuni per i servizi socio-assistenziali e socio-educativi.

La scheda che si propone non vuole, né può, avere in nessun modo un valore certificativo di dati finanziari, si tratta piuttosto di uno strumento a fini conoscitiviper la raccolta di spese sociali, strumento probabilmente ancora impreciso e che potrà presentare difficoltà e lacune in corso di compilazione; soltanto lasperimentazione e la collaborazione di chi lo utilizzerà potrà migliorarlo e renderlo sempre più utile per la pianificazione, ogni segnalazione da parte deicompilatori sarà quindi opportuna e gradita, Ve ne ringraziamo sin d�ora.

NOTE PER I COMPILATORI

1. La scheda è articolata secondo aree che ricalcano il modello del Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001 � 2003 e, successivamente in�interventi/servizi�. Nel caso risulti impossibile compilare per ogni singolo intervento le voci di entrata ed uscita si chiede di compilare almeno:- la colonna della presenza o meno del servizio (SI � NO);- la colonna relativa alla modalità di gestione;- i totali dell�area.

2. Le somme vanno indicate in migliaia di lire.3. Nell�inserire le spese �indistinte� (riferibili a più servizi/interventi) per non duplicarle è possibile collocarle per prevalenza oppure, attraverso una stima

frazionarle nei diversi servizi/interventi.4. In particolare per quanto riguarda i contributi economici, se non sono separabili per le varie aree, si chiede, specificandolo, di collocarli nell�area �

responsabilità familiari�.5. Per le modalità di gestione indicare le seguenti sigle:

- GD = gestione diretta della Az. USL- E = esternalizzazione-appalto/convenzioni.

6. I costi sono riferiti alla gestione corrente e non agli investimenti..

51

Conto consuntivo 2000 Previsione definitiva 2001(1)Presenza

del servizio COSTI COSTI COSTI COSTIINTERVENTI/SERVIZI

SI NO

Modalitàdi gestione

Bil. sociale Bil. sanitario Bil. sociale Bil. sanitario

1 � AREA RESPONSABILITA� FAMILIARI:

centri per le famiglie Xmediazione familiare- sostegno alle competenze genitoriali Xcontributi economici X 65.040prestiti sull�onore X

spesa per contributi e/o esenzione sui servizi scolastici(rette scuola materna, comunale, mensa, trasporto) X

altre iniziative di promozione sociale(diritto cittadinanza-qualità della vita) X

altro specificare X

TOTALI DELL�AREA (2) 65.040

NOTE:1. Compilare con riferimento alla previsione definitiva budget 2001.2. Se è impossibile separare le aree Responsabilità familiari e infanzia indicare il totale nella Area 2 segnalandolo.

52

Conto consuntivo 2000 Previsione definitiva2001Presenza

del servizio COSTI COSTI COSTI COSTIINTERVENTI/SERVIZI

SI NO

Modalitàdi gestione

Bil. sociale Bil. sanitario Bil. sociale Bil. sanitario

2 - AREA DIRITTI DELL�INFANZIA e dell�ADOLESCENZAservizi alla prima infanzia (L.R.1/2000) (1) Xinterventi socio educativi extrascolastici � educativa di strada Xcentri estivi � soggiorno di vacanza CONTRIBUTI X 6.000

sostegno socio educativo individuale domiciliare e/o scolastico X

contributi per affido familiare X 77.500servizio adozione-affido X 17.000 39.000comunità, gruppi famiglie, gruppi appartamento fino al 30/6 X E 144.400Comunità, gruppi famiglie, gruppi appartamento (rette esterne) X E 156.270altre iniziative di promozione sociale, X

contributi economici(Formazione professionale, borse lavoro) X

Servizi / sportelli psico-pedagogici Xaltro specificare X

TOTALI DELL�AREA 401.170 39.000

NOTE:1. Nidi, servizi integrativi, centri gioco, spazi bambini e genitori, sperimentazione 0-3 anni

53

Conto consuntivo 2000 Previsione definitiva2001Presenza

del servizio COSTI COSTI COSTI COSTIINTERVENTI/SERVIZI

SI NO

Modalitàdi gestione

Bil. sociale Bil. sanitario Bil. sociale Bil. sanitario

3 - AREA DISABILITA�servizio di aiuto personale (SAP L.R.29/97) X

assistenza in orario scolastico(Accordo di programma L. 104/92) X E 440.000

sostegno all�inserimento lavorativo (1) CONTRIBUTI X 157.400

sostegno all�inserimento sociale/interventi tempo libero/soggiorniestivi CONTRIBUTI X 5.600

servizio assistenza domiciliare X E 109.000 255.000trasporti (se non compresi in altre voci)laboratori protetti o altri servizi assimilabili X GD 103.800Laboratori protetti o altri servizi assimilabili RETTE ESTERNE X 80.900 232.000servizi socio riabilitativi diurni (centro Madregolo) X E 139.000 239.000strutture residenziali (centro �La Casetta�) X E 132.000 626.000Strutture residenziali RETTE ESTERNE X E 36.300 174.000Ausili Xaltre iniziative di promozione sociale Xcontributi economici X 23.300 42.500altro, specificare X

TOTALI DELL�AREA 1.227.300 1.568.500

NOTE:1. Adolescenti e adulti (escluso il settore psichiatrico che va inserito nell�area dell�esclusione sociale)

54

Conto consuntivo 2000 Previsione definitiva2001Presenza

del servizio COSTI COSTI COSTI COSTIINTERVENTI/SERVIZI

SI NO

Modalitàdi gestione

Bil. sociale Bil. sanitario Bil. sociale Bil. sanitario

4 - AREA ANZIANI

attività ricreative, sociali, culturali Xtelesoccorso, teleassistenza Xservizio assistenza domiciliare X

oneri a rilievo sanitario e personale sanitario assistenza domiciliare X 254.000

trasporti, (se non compresi in altre voci di spesa) Xcentri diurni Xoneri a rilievo sanitario e personale sanitario centri diurni X 250.000strutture residenziali (RSA, case protette, case di riposo,�) X 1.389.000

oneri a rilievo sanitario e personale sanitario per struttureresidenziali X 4.205.000

ausili Xaltre iniziative promozionali Xcontributi economici Xassegno di cura X 486.500Altro: �Filo D�Arianna� (prevalenza di utenti anziani) X 38.000

TOTALI DELL�AREA 6.622.500

55

Conto consuntivo 2000 Previsione definitiva2001Presenza

del servizio COSTI COSTI COSTI COSTIINTERVENTI/SERVIZI

SI NO

Modalitàdi gestione

Bil. sociale Bil. sanitario Bil. sociale Bil. sanitario

5 - AREA IMMIGRAZIONE

campagne informative X

sostegno all�accoglienza, integrazione sociale e culturale, centriservizi, mediazione (1) X

sostegno all�inserimento lavorativo Xstrutture di accoglienza Xcontributi economici Xaltre iniziative di promozione sociale Xaltro, specificare X

TOTALI DELL�AREA

NOTE:1. Gli interventi in ambito scolastico vanno inseriti nell�area 2 - diritti infanzia e adolescenza.

56

Conto consuntivo 2000 Previsione definitiva2001Presenza

del servizio COSTI COSTI COSTI COSTIINTERVENTI/SERVIZI

SI NO

Modalitàdi gestione

Bil. sociale Bil. sanitario Bil. sociale Bil. sanitario6 - AREA CONTRASTO ALLA ESCLUSIONE � POVERTA�� DIPENDENZE (1)campagne informative Xmediazione sociale Xsostegno all�inserimento sociale Xsostegno all�inserimento lavorativo (borse lavoro,..) X 21.010strutture, comunità, alloggi pronta accoglienza,� X E 7.900 235.700strutture, comunità, alloggi pronta accoglienza,�Psichiatria X E 933.000altre iniziative di promozione sociale Xinterventi di strada Xcontributi economici Xaltro, specificare X

TOTALI DELL�AREA 28.910 1.168.700

NOTE:1. Comprende anche: interventi in materia di prostituzione, violenza alle donne, carceri, senza fissa dimora, alcolisti, soggetti affetti da HIV-AIDS, disagio ecronicità psichiatrica.

57

Conto consuntivo 2000 Previsione definitiva 2001Presenzadel servizio COSTI COSTI COSTI COSTIINTERVENTI/SERVIZI

SI NO

Modalitàdi gestione

Bil. sociale Bil. sanitario Bil. sociale Bil. sanitario

7 � AREA ALTROServizi per l�emergenza sociale, specificare (1)________________________________________________________________________________________________________ X

interventi di promozione dell�associazionismo sociale, mutuoaiuto, ecc� X

spese per servizio sociale aziendale (escluse quelle già inseritenelle aree precedenti) X

altre spese sostenute in campo sociale, specificare X

TOTALI DELL�AREA

NOTE:1. Specificare anche l�area a cui si riferisce (bimbi maltrattati, emergenza tossicodipendenze, senza fissa dimora, ecc�) se non comprese nelle aree precedenti

58

PERSONALE IMPIEGATO NELLE ATTIVITA� SOCIALI DEL DISTRETTO __________________________ AL 31/12/2001

(escluso il personale impiegato nei servizi alla prima infanzia, in strutture residenziali e semiresidenziali e nell'assistenza domiciliare)

Qualifica N° di unità tempo pieno N° di unità tempo parzialeTotale ore settimanali del

personale a tempo parziale

Dirigente 1 50%

Responsabile Coordinatore di Area

Assistente sociale 5

Addetto assistenza di base

Educatore professionale 4

Operatore 1

Mediatore

Animatore

Psicologo

Pedagogista 1 50%

Amministrativo 1

Altro specificare

_______________________

_______________________

59

NOTE DEL COMPILATORE:

Si precisa che:1) nella scheda 2 AREA DIRITTI DELL�INFANZIA E DELL�ADOLESCENZA

nella riga � servizi adozione affidi � è riportato il costo del personale dipendente impegnato in tale funzione

2) nella scheda 3 AREA DISABILITA� nelle righe- Assistenza in orario scolastico- assistenza domiciliare- servizi socio riabilitativi diurni- strutture residenziali �La Casetta�- laboratori protettiI costi indicati sono comprensivi di quota di spesa di personale dipendente e quota si spese di carattere generale

3) nella scheda 6 AREA CONTRASTO ALLA ESCLUSIONE � POVERTA� DIPENDENZE nella riga- strutture, comunità, alloggi pronta accoglienza Psichiatria sono state considerate solo le rette degli istituti esterni non direttamente gestiti

Comparando i costi della griglia di rilevazione spese sociali, 2000/2001, si registrano i seguenti aumenti relativi a: affido (due nuove situazioni),assistenza in orario scolastico L. 104, per nuove situazioni e soprattutto perché è stata trasferita la competenza da un altro Comune, il CentroResidenziale ha avuto un ampliamento del numero degli utenti terminata la ristrutturazione.Si registra una diminuzione dei costi relativi al Gruppo Appartamento per minori per sospensione dell�attività al 30/06/2001.

4. Test sperimentale spesa sociale Comune di Langhirano

REGIONE EMILIA-ROMAGNAAssessorato Politiche sociali. Immigrazione.Progetto giovani. Cooperazione internazionale PROVINCIA PARMA

DISTRETTO SUD-EST COMUNE LANGHIRANO

GRIGLIA DI RILEVAZIONE DELLA SPESA SOCIALE DEI COMUNI(socio assistenziale e socio educativa)

Compilata da: FRANCO MANCUSOQualifica: D3Recapito Tel: 0521/351307Recapito e-mail: [email protected]

61

NOTE DI ACCOMPAGNAMENTOPresentazione

La Scheda allegata si propone come un primo strumento predisposto a livello regionale nel tentativo di raccogliere e rendere visibile la spesa sociale del territoriodistrettuale al fine della definizione dei piani di zona.La consapevolezza delle risorse disponibili è necessaria ai Comuni che si trovano di fronte al delicato compito di progettare / riprogettare in modo organico ilsistema integrato di servizi ed interventi sociali.Nel predisporre la scheda si è fatta la scelta di pensare al sociale in modo ampio, in coerenza con le linee dettate da Piano Nazionale. Per questo sono indicate vociche spesso non consideriamo � servizi sociali�, ma che sono state inserite in quanto si è convenuto avessero un forte impatto sul Benessere sociale e fosserodipendenti da scelte e politiche locali.Una scheda analoga verrà inviata alle Az. UUSSLL al fine di raccogliere quanto eventualmente delegato dai Comuni e la spesa socio sanitaria.La scheda che si propone non vuole, né può, avere in nessun modo un valore certificativo di dati finanziari, si tratta piuttosto di uno strumento a fini conoscitivi perla rilevazione delle spese sociali, strumento probabilmente ancora impreciso e che potrà presentare difficoltà e lacune in corso di compilazione; soltanto lasperimentazione e la collaborazione di chi lo utilizzerà potrà migliorarlo e renderlo sempre più utile per la pianificazione. Ogni segnalazione da parte dei compilatorisarà quindi opportuna e gradita. Ve ne ringraziamo sin d�ora.

NOTE PER I COMPILATORI1. La scheda è articolata secondo aree che ricalcano il modello del Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001�2003 e, successivamente in

�interventi/servizi�. Nel caso risulti impossibile compilare per ogni singolo intervento le voci di entrata ed uscita si chiede di compilare almeno:- la colonna della presenza o meno del servizio (SI � NO),- la colonna relativa alla modalità di gestione,- i totali dell�area.Vi chiediamo inoltre, in ragione della specificità ed entità di tale spesa, di indicare sempre le spese per i servizi alla prima infanzia ex LR 1 / 2000.

2. Le somme vanno indicate in migliaia di lire.3. Nell�inserire le spese �indistinte� (riferibili a più servizi/interventi) per non duplicarle è possibile collocarle per prevalenza oppure, attraverso una stima

frazionarle nei diversi servizi/interventi.4. In particolare per quanto riguarda i contributi economici, se non sono separabili per le varie aree, si chiede, specificandolo, di collocarli nell�area � responsabilità

familiari�.5. Nel caso di delega di servizi interventi alla Az. USL segnalare nelle aree soltanto eventuali parti di spesa rimaste a carico del Comune e compilare la voce di

spesa � trasferimento per funzioni delegate� prevista nell�area 7. Alla specifica provvederà direttamente l�Az. USL con apposita scheda.6. Nel primo riquadro di ogni area di intervento, le entrate e spese, accertamenti ed impegni sono riferiti alla gestione corrente e non agli investimenti, che sono

rilevati nel riquadro che segue.7. Per le modalità di gestione indicare le seguenti sigle:

- DI = gestione diretta del singolo comune (compresa l�Istituzione)- DIA = diretta-associata (associazione di Comuni, Consorzi, Unione di Comuni, Accordo di Programma) - Nel caso di una gestione associata il Comune

capofila del progetto dovrà indicare anche "CAPOFILA"- E = esternalizzazione- DEL/ausl = delega Azienda ULS

8. Il trasferimento del fondo sociale 2001, regionale e nazionale, va indicato a pag. 10 con la segnalazione della % di accertamento.9. Relativamente alla �presenza del servizio� indicare Sì se il servizio viene offerto ai cittadini del Comune (indipendentemente dalla localizzazione)

62

Presenzadel servizio

Conto consuntivo2001

Previsione definitiva2002INTERVENTI/SERVIZI

SI NO

Modalità digestione

Accertamenti Impegni Entrate Spese

1 � AREA RESPONSABILITA� FAMILIARI:centri per le famiglie Xmediazione familiare- sostegno alle competenze genitoriali X DI 5.122 20.000 20.000contributi economici X DEL/auslprestiti sull�onore X

spesa per contributi e/o esenzione sui servizi scolastici(rette scuola materna, comunale, mensa, trasporto) X DEL/ausl

spesa per contributi e/o esenzione sui servizi scolastici(rette scuola materna, comunale, mensa, trasporto) X DI 2.250 12.752

altre iniziative di promozione sociale(diritto cittadinanza - qualità della vita) X

altro specificare X

INVESTIMENTI specificare tipologia di investimento e modalità di finanziamento

TOTALI DELL�AREA 2.250 17.874 20.000 20.000

63

Presenzadel servizio

Conto consuntivo2001

Previsione definitiva2002INTERVENTI/SERVIZI

SI NO

Modalità digestione

Accertamenti Impegni Entrate Spese

2 - AREA DIRITTI DELL�INFANZIA e dell�ADOLESCENZAservizi alla prima infanzia (L.R.1/2000) (1) X DI 96.217 276.486 103.000 280.806interventi socio educativi extrascolastici � educativa di strada X DI 85.795 110.795 100.000 146.779centri estivi � soggiorno di vacanza X DI 37.404 73.589 40.000 80.000

sostegno socio educativo individuale domiciliare e/o scolastico X DEL/ausl

contributi per affido familiare X DEL/auslservizio adozione-affido X DEL/auslcomunità, gruppi famiglie, gruppi appartamento X DEL/auslaltre iniziative di promozione sociale X DEL/auslcontributi economici(Formazione professionale, borse lavoro) X DI 7.800 9.200

servizi / sportelli psico-pedagogici Xaltro specificare X

INVESTIMENTI specificare tipologia di investimento e modalità di finanziamento

TOTALI DELL�AREA 219.416 468.670 243.000 516.785

NOTE:1. Nidi, servizi integrativi, centri gioco, spazi bambini e genitori, sperimentazione 0-3 anni

64

Presenzadel servizio

Conto consuntivo2001

Previsione definitiva2002INTERVENTI/SERVIZI

SI NO

Modalità digestione Accertamenti Impegni Entrate Spese

3 - AREA DISABILITA�servizio di aiuto personale (SAP, L.R.29/97) X

assistenza in orario scolastico(Accordo di programma L. 104/92) X DEL/ausl

sostegno all�inserimento lavorativo (1) X DI 69.661 70.170

sostegno all�inserimento sociale/interventi tempo libero/soggiorniestivi X DEL/ausl

sostegno all�inserimento sociale/interventi tempo libero/soggiorniestivi X DI 12.800 16.500

servizio assistenza domiciliare X DEL/ausltrasporti (se non compresi in altre voci) Xlaboratori protetti o altri servizi assimilabili Xservizi socio riabilitativi diurni X DEL/auslstrutture residenziali X DI 27.759 75.056Ausili Xaltre iniziative di promozione sociale Xcontributi economici Xaltro, specificare X

INVESTIMENTI specificare tipologia di investimento e modalità di finanziamentoUtilizzo contributo regionale per barriere architettoniche private 4.100 4.100 50.000 50.000Acquisizione immobili per strutture sociali 1.500.000 1.500.000 490.000 490.000

TOTALI DELL�AREA 1.516.900 1.618.020 540.000 685.226

NOTE:1. Adolescenti e adulti (escluso il settore psichiatrico da inserire nell�area dell�esclusione sociale)

65

Presenzadel servizio

Conto consuntivo2001

Previsione definitiva2002INTERVENTI/SERVIZI

SI NO

Modalità digestione

Accertamenti Impegni Entrate Spese

4 - AREA ANZIANIattività ricreative, sociali, culturali X DI 80.085 101.814 10.000 19.924telesoccorso, teleassistenza X DIA 13.430 71.226 22.500 69.485servizio assistenza domiciliare X DI 293.327 321.050 295.097 341.278trasporti, (se non compresi in altre voci di spesa) X DI 1.499 35.141 10.000 35.828centri diurni X DIA 156.000 413.506 222.000 525.117strutture residenziali (RSA, case protette, case di riposo,�) X DI 137.564 155.253 123.000 218.822Ausili X DEL/auslaltre iniziative promozionali X DEL/auslcontributi economici X DI 7.969 8.000assegno di cura X DEL/auslRimborso spese per inserimento lavorativo volontario (es. Auser) X DI 77.000 90.000altro, specificare X

INVESTIMENTI specificare tipologia di investimento e modalità di finanziamento

TOTALI DELL�AREA 681.905 1.182.959 680.097 1.308.454

66

Presenzadel servizio

Conto consuntivo2001

Previsione definitiva2002INTERVENTI/SERVIZI

SI NO

Modalità digestione

Accertamenti Impegni Entrate Spese

5 - AREA IMMIGRAZIONEcampagne informative X

sostegno all�accoglienza, integrazione sociale e culturale, centriservizi, mediazione (1) X DIA 31.700 41.907 0 11.069

sostegno all�inserimento lavorativo Xstrutture di accoglienza X 5.428contributi economici X DEL/auslaltre iniziative di promozione sociale Xaltro, specificare X

INVESTIMENTI specificare tipologia di investimento e modalità di finanziamento

TOTALI DELL�AREA 31.700 41.907 0 16.497

NOTE:1. Gli interventi in ambito scolastico vanno inseriti nell�area 2 - diritti infanzia e adolescenza.

67

Presenzadel servizio

Conto consuntivo2001

Previsione definitiva2002INTERVENTI/SERVIZI

SI NO

Modalità digestione

Accertamenti Impegni Entrate Spese

6 - AREA CONTRASTO ALLA ESCLUSIONE � POVERTA�� DIPENDENZE (1)campagne informative X DEL/auslmediazione sociale X DEL/auslsostegno all�inserimento sociale X DEL/auslsostegno all�inserimento lavorativo (borse lavoro,..) X DEL/auslstrutture, comunità, alloggi pronta accoglienza,� X DEL/auslaltre iniziative di promozione sociale X DEL/auslinterventi di strada X DEL/auslcontributi economici X DI 326 1.086altro, specificare X

INVESTIMENTI specificare tipologia di investimento e modalità di finanziamento

TOTALI DELL�AREA 326 1.086

NOTE:1. Comprende anche: interventi in materia di prostituzione, violenza alle donne, carceri, senza fissa dimora, alcolisti, soggetti affetti da HIV-AIDS.

68

Presenzadel servizio

Conto consuntivo2001

Previsione definitiva2002INTERVENTI/SERVIZI

SI NO

Modalità digestione

Accertamenti Impegni Entrate Spese

7 � AREA CASAAlloggi di edilizia residenziale pubblica X

Contributi per l'affitto X DI 57.554 115.312 20.000 119.303

Altro specificare X

TOTALI DELL�AREA 57.554 115.312 20.000 119.303

69

Presenzadel servizio

Conto consuntivo2001

Previsione definitiva2002INTERVENTI/SERVIZI

SI NO

Modalità digestione

Accertamenti Impegni Entrate Spese

8 � AREA ALTROservizi per l�emergenza sociale, specificare (1)____________________________________________________________________________________________________________ X

interventi di promozione dell�associazionismo sociale, mutuoaiuto, ecc� (3) X DI 84.000 84.000

spese per ufficio servizio sociale comunale (escluse quelle giàinserite nelle aree precedenti) X

altre spese sostenute in campo sociale, specificare: X

INVESTIMENTI specificare tipologia di investimento e modalità di finanziamento

TOTALI DELL�AREA

TRASFERIMENTI DA RER DEL FONDOSOCIALE 2001

L. 205.097 PERCENTUALE DI ACCERTAMENTO 100%

TRASFERIMENTI DAL COMUNE ALLA USLPER FUNZIONI DELEGATE 2001 (2) L. 300.117 TRASFERIMENTI DAL COMUNE ALLA USL

PER FUNZIONI DELEGATE 2002L. 320.000

NOTE:1. Specificare anche l�area a cui si riferisce (bimbi maltrattati, emergenza tossicodipendenze, senza fissa dimora, ecc.) se non comprese nelle aree precedenti.2. Allegare dettaglio Ausl con breve nota illustrativa.3. Le spese per le contribuzioni all'associazionismo riguardano anche i settori sportivo, ricreativo, culturale e turistico.

70

PERSONALE IMPIEGATO NELLE ATTIVITA� SOCIALI DEL COMUNE DI LANGHIRANO AL 31/12/2001

(escluso il personale impiegato nei servizi alla prima infanzia, in strutture residenziali e semiresidenziali e nell'assistenza domiciliare)

Qualifica N° di unità tempo pieno N° di unità tempo parzialeTotale ore settimanali del

personale a tempo parzialeDirigente

Responsabile Coordinatore di Area

Assistente sociale

Addetto assistenza di base

Educatore professionale

Educatore

Mediatore

Animatore

Psicologo

Pedagogista

Amministrativo

Altro specificare

_______________________

_______________________

NOTE DEL COMPILATORE:IL PERSONALE DIPENDENTE DAL COMUNE DI LANGHIRANO E� ESCLUSIVAMENTE ADIBITO ALLE ATTIVITA� DI PAG. 11PER CUI LA RELATIVA TABELLA NON VIENE COMPILATA

71

4.1 RELAZIONE CONTABILE SULL�ANDAMENTO DEL BILANCIO SOCIALE NEL 2001 E NEL2002.

Nel bilancio del Comune di Langhirano il servizio sociale presenta i seguenti dati di entrata e di spesa. Si osservi come i dati riferiti al 2001siano stati determinati dall�attuale situazione di preconsuntivo, mentre per il 2002siano stati tratti dal bilancio di previsione approvato dal ConsiglioComunale nella seduta del 27/12/2001:

Consuntivo 2001 Previsione definitiva2002AREE DI ATTIVITA� (MIGLIAIA DI LIRE)

Accert. Impegni Entrate Spese1 � AREA RESPONSABILITA� FAMILIARI 2.250 17.874 20.000 20.0002 � AREA DIRITTI DELL�INFANZIA E DELL�ADOLESCENZA 219.416 468.670 243.000 516.7853 � AREA DISABILITA� 12.800 113.920 20.000 145.2264- AREA ANZIANI 681.905 1.182.959 680.907 1.308.4545 - AREA IMMIGRAZIONE 31.700 41.907 0 16.4976 � AREA CONTRASTO ALL�ESCLUSIONE, POVERTA� E DIPENDENZE 0 326 0 1.0867 - AREA CASA 57.554 115.312 20.000 119.3038 - ALTRI INTERVENTI SOCIALI 0 84.000 0 84.0009 � FUNZIONI DELEGATE ALL�USL 0 300.117 0 320.000TOTALE ENTRATE ED USCITE CORRENTI 1.005.625 2.325.085 983.907 2.531.351TOTALE INVESTIMENTI 1.504.100 1.504.100 540.000 540.000TOTALE GENERALE ENTRATE E SPESE 2.509.725 3.829.185 1.523.907 3.071.351

Si noti come globalmente il finanziamento del servizio sociale sia stato dato nel 2001 dal 43.25% di entrate dirette e dal 56.75% attraverso ilricorso alla fiscalità generale, mentre nel 2002 dette percentuali si modificano rispettivamente nel 39,03% e nel 60,97%. L�incremento del ricorso allafiscalità generale è dovuto principalmente all�incremento di spesa per l�area anziani pari a L. 125.495.000 (+ 10.61%), cui non è ancora seguito uncorrispondente incremento di ricavi, che, comunque, potrà essere verificato solo a consuntivo.

IL FINANZIAMENTO ATTRAVERSO LA FISCALITÀ GENERALE È CRESCIUTO DEL 9,84% PER GLI INTERVENTI PERL�INFANZIA, DEL 23,84% PER GLI INTERVENTI PER I DISABILI, DEL 25,25% PER INTERVENTI A FAVORE DEGLI ANZIANI E DEL71,93% PER INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA LOCAZIONE. L�INCREMENTO TOTALE DEL RICORSO ALLA FISCALITÀ GENERALE ÈSTATO PARI A L. 227.984.000 (+ 17,28%) E RAPPRESENTA POCO MENO DEL MAGGIO PRELIEVO STABILITO NEL 2002 INMATERIA DI ADDIZIONALE IRPEF.

72

La composizione nel 2002 del saldo finanziato dalla fiscalità generale dimostra che un 40,55% è rappresentato da spese per l�area anziani, dal 20,68%dalle funzioni trasferite all�USL, dal 17,69% dagli interventi per l�infanzia e l�adolescenza, dall�8,09% interventi a favore dei disabili e dal 12.99% daaltri interventi.

La spesa corrente dei servizi sociali rappresenta per il 2002 rappresenta ben il 9,45% della intera spesa corrente del Comune di Langhirano e sidimostra certamente ben al di sopra della media degli Enti Locali ed ormai in grado di coprire gran parte delle esigenze dei cittadini, pur non mancandopotenzialità di ulteriore sviluppo.

73

III CAPITOLO

DALL�ANALISI DEI BISOGNI ALLADEFINIZIONE DELLE PRIORITÀ SOCIALI

2002 - 2003

74

1. Premessa

Nella prima fase del percorso di elaborazione del Piano di zona sperimentale 2002-2003 si è proceduto alla ricostruzione della base conoscitivanecessaria per arrivare ad una programmazione efficace e che tenesse conto di tutti i servizi già esistenti.Questo ha comportato un grosso sforzo da parte di tutti i soggetti coinvolti ma ha consentito un primo confronto sullo stato in essere dei servizi e suidati e le analisi già in possesso della varie amministrazioni. E� stato anche possibile individuare le prime criticità, bisogni e interventi innovativipresenti nel territorio.

Presentiamo a seguito il risultato di tali elaborazioni, suddiviso per aree di intervento ognuna delle quali così articolata:

• Indicatori di bisogno/domanda;• Indicatori relativi al sistema di offerta: tipologia delle strutture per n° utenti/n° addetti/ente gestore (pubblico/privato/Terzo settore), tipologia

delle prestazioni per n° utenti, liste d�attesa, ecc.;• Gli eventuali interventi innovativi in atto;• Principali criticità emerse e bisogni inespressi/insoddisfatti;

Infine vengono presentati i risultati delle audizioni sociali.

75

2. Area di intervento: ANZIANI

Indicatori di bisogno/domanda

A INDICATORI DI DOMANDA / BISOGNODISTRETTO

SUD-ESTPROVINCIADI PARMA

REGIONEEMILIA

ROMAGNA

ITALIA

1999 18,0%1 Indice di invecchiamento(vedi scheda generale) = popolazione ≥ 65 a. x 100 popolazione totale 2000 22,8% 22,9% 22,15% -

1999 124,5%2 Indice di vecchiaia (vedi scheda generale) = popolazione ≥65 a. x 100 popolazione 0-14 a. 2000 194.1% 204,6% 193,9% -

1999 26,6%3 Indice dipendenza anziani (vedi scheda generale) = anziani ≥ 65 a. x 100 pop. 15-64 a. 2000 34.8% 34,8% 33,35% -

POPOLAZIONE M F 200065-74 anni 3.512 3.899 7.41175-84 anni 2.011 3.184 5.19585 anni e oltre 674 1.568 2.242

Totale popolazione anziana ≥ 65 anni 6.197 8.651 14.848di cui: ≥75 anni 2.685 4.752 7.437

76

INDICATORI DI OFFERTA DI SERVIZI/STRUTTURE/ATTIVITA�

B Assistenza domiciliare Distretto2000 1,29%1 Indice di attività = n° utenti x 100

popolaz. ≥ 75 a. 20012000 85.7%2* indice di attivazione = n° utenti x 100

n° utenti a param. 20012000 57,2%3* indice di recupero = n° ore rimborsate x 100

n° ore erogate 2001 58,7%2000 16,2%4* indice di carico familiare = oneri a carico utenti x 100

oneri totali 20012000 £ 30.9265* onere sanitario medio annuo pro capite = onere sanitario annuo

popolaz. ≥ 75 a. 20012000 4%6* incidenza spesa A.D. = oneri sanitari annuali per A.D. x 100

spesa sanitaria annuale totale 200120002001 5,4

7* carico assistenziale = n° anziani assistiti n° A.d.b.

2001

C ASSEGNO DI CURA Distretto

2000 2,6%1 indice di attività = n° beneficiari a. c. x 100 anziani ≥ 75 a. 2001

2000 81,5%2 indice utilizzo risorse = somma annua erogata x 100 somma annua assegnata 2001

2000 64.8113* importo medio pro capite = somma annuale erogata (lire) popolazione ≥ 75 a. 2001

2000 3,64* importo medio assegno = somma annuale erogata (milioni) n° assegni di cura erogati 2001

5* tasso di riduzione a. c. = n° assegni ridotti x 100 n° assegni

2000

77

2001 85%20006* incidenza assegni A = n° assegni A erogati x 100

n° assegni 2001 18,6%20007* incidenza assegni B = n° assegno B erogati x 100

n° assegni 2001 57,8%20002001 20,5%

8* incidenza assegni C = n° assegni C erogati x 100 n° assegni

2001

D CENTRI DIURNI Distretto2000 0,89%1 indice di attività = n° posti convenzionati x 100

popolazione ≥ 75 a. 20012000 89.2%2 indice di attivazione = n° posti convenzionati x 100

n° posti a parametro 20012000 23.3%3 tasso occupazione posti = n° presenze effettive annuali x 100

n° posti convenz. x n° gg apertura 2001 37.7%2000 22.9%4 carico familiare = oneri annuali a carico famiglia x 100

costo annuale totale 20012000 32.7632001

5 spesa sanitaria pro capite = oneri sanitari per C.D. (lire) popolazione ≥ 75 a.

2001

E CASE PROTETTE + RSA Distretto

2000 3.36%1 indice di attività = n° posti letto convenzionati x 100 popolazione ≥ 75 a. 2001

2000 84.2%2001

2 indice di attivazione = n° posti letto convenzionati x 100 n° posti letto a parametro

20012000 702.4347 spesa media pro capite = oneri sanitari annuali CP+RSA (lire)

popolazione ≥ 75 anni 2001

78

OFFERTA SERVIZI-STRUTTURE(per le prestazioni delle strutture vedi tab. 1, per il personale vedi tab. 2)

2000 2001 N° Comuni chehanno risposto

2000-2001Case di riposo

n. strutture 1 1 13n. posti letto autorizzati 60 60 13n. posti letto convenzionati 0 0 13utenti ammessi nell�anno 18 9 13utenti dimessi nell�anno 15 15 13utenti deceduti nell�anno 1 0 13n. utenti (totale al 31.12.) 52 46 13Di cui (31.12):Maschi

10 9 13

Femmine 42 37 13utenti provenienti da fuori Comune 41 36 13utenti provenienti da fuori Distretto 39 36 13

utenti provenienti da fuori Provincia 1 2 13n. totale addetti (vedi Tab.2) 19 19 13

Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altron. Enti gestori pubblici 0 0 0 0 0 0 13

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontar

iato

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

aton. Enti gestori non profit 0 0 1 0 0 1 13n. Enti gestori profit 0 0 13n. Retta intera assistito 50 44 13n. Retta parziale 2 2 13n. Retta gratuita 0 0 13n. Retta intera presidio 0 0 13tot. anno 2000: Ricavo compartecipazioniutenti

0 0 13

tot. anno 2000: Rimborso oneri di rilievosanitario AUSL

0 0 13

tot. anno 2000: Spese complessiveservizio a carico del Comune

0 0 13

n. utenti in Lista d�attesa 0 0 13

79

Case protetten. strutture 6 6 12n. posti letto autorizzati 66 285 12n. posti letto convenzionati 88 165 12n. posti letto psicogeriatrici 35 35 12utenti ammessi nell�anno 170 71 12utenti dimessi nell�anno 83 46 12utenti deceduti nell�anno 52 53 12n. utenti (totale al 31.12.) 185 210 12

Di cui (31.12): Maschi 46 33 12Femmine 111 91 12

utenti da fuori Comune su postiautorizzati

74 120 12

utenti da fuori Comune su posticonvenzionati

52 71 12

utenti da fuori Distretto su postiautorizzati

63 65 12

utenti da fuori Distretto su posticonvenzionati

6 6 12

utenti da fuori Provincia su postiautorizzati

0 0 12

utenti da fuori Provincia su posticonvenzionati

0 0 12

utenti autosufficienti al di fuori del postoconvenzionato

NR 9 12

n. giornate totali di ricoveri ospedal.convenzionati all�anno

350 1.257 12

n. totale addetti (vedi Tab.2) NR 193,5 0-12Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altro

n. Enti gestori pubblici: 12IPAB Coop.

SocialiAss.

volontariato

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

aton. Enti gestori non profit: 2 1 2 2 1 2 12n. Enti gestori profit 1 1 12n. Retta intera assistito 84 162 12

80

n. Retta parziale 75 84 12n. Retta gratuita 26 30 12n. Retta intera presidio 0 0 12tot. anno 2000: Ricavo compartecipazioniutenti

3.621.785.755 904.477.814 10-7

tot. anno 2000: Rimborso oneri di rilievosanitario AUSL

1.124.304.926 531.155.119 10-7

tot. anno 2000: Spese complessiveservizio a carico del Comune

296.057.230 NR 9-0

n. utenti in Lista d�attesa LISTASAA

NR 0-0

R.S.A. 2000 2001n. strutture 1 1 13n. posti letto autorizzati 20 20 13n. posti letto convenzionati 20 20 14utenti ammessi nell�anno 131 89 15utenti dimessi nell�anno 105 76 16utenti deceduti nell�anno 30 17 17n. utenti (totale al 31.12.) 16 18 18

Di cui (31.12): Maschi 5 5 19Femmine 11 13 20

utenti provenienti da fuori Comune 12 7 21utenti provenienti da fuori Distretto 2 2 22

utenti provenienti da fuori Provincia 0 0 23n. totale addetti (vedi Tab.2) NR 26,5 0-13

Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altron. Enti gestori pubblici 0 0 0 0 0 0 13

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontar

iato

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

aton. Enti gestori non profit 0 1 0 0 1 0 13n. Enti gestori profit 0 0 13n. Retta intera assistito 0 0 13n. Retta parziale 14 16 13n. Retta gratuita 2 2 13n. Retta intera presidio 0 0 13

81

tot. anno 2000: Ricavo compartecipazioniutenti

545.998.838 NR 13-0

tot. anno 2000: Rimborso oneri di rilievosanitario AUSL

350.886.000 NR 13-0

tot. anno 2000: Spese complessiveservizio a carico del Comune

46.983.962 NR 13-0

n. utenti in Lista d�attesa LISTASAA

LISTASAA

0

Residenza protetta 2000 2001n. strutture 1 1 13n. posti letto autorizzati 8 8 13utenti ammessi nell�anno 5 NR 13utenti dimessi nell�anno 2 NR 13utenti deceduti nell�anno 0 NR 13n. utenti (totale al 31.12.) 4 NR 13

Di cui (31.12): Maschi 3 NR 13Femmine 1 NR 13

utenti provenienti da fuori Comune 1 0 13utenti provenienti da fuori Distretto 0 0 13

utenti provenienti da fuori Provincia 0 0 13n. totale addetti (vedi Tab.2) NR 1 0-13

Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altron. Enti gestori pubblici 1 0 0 1 0 0 13

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontar

iato

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

aton. Enti gestori non profit 0 0 0 0 0 0 13n. Enti gestori profit 0 0 13n. Retta intera assistito 0 NR 13n. Retta parziale 4 NR 13n. Retta gratuita 0 NR 13n. Retta intera presidio 0 NR 13tot. anno 2000: Ricavo compartecipazioniutenti

11.400.000 NR 13-0

tot. anno 2000: Rimborso oneri di rilievosanitario AUSL

0 NR 13-0

82

tot. anno 2000: Spese complessiveservizio a carico del Comune

23.000.000 NR 13-0

n. utenti in Lista d�attesa 0 0 13Comunità alloggio 2000 2001

n. strutture 2 2 13n. posti letto autorizzati 34 34 13utenti ammessi nell�anno 20 18 13utenti dimessi nell�anno 18 11 13utenti deceduti nell�anno 2 2 13n. utenti (totale al 31.12.) 25 28 13

Di cui (31.12): Maschi 9 10 13Femmine 16 20 13

utenti provenienti da fuori Comune 9 10 13utenti provenienti da fuori Distretto 1 0 13

utenti provenienti da fuori Provincia 0 0 13n. totale addetti (vedi Tab.2) NR 8 0-13

Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altron. Enti gestori pubblici 2 0 0 2 0 0 13

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontar

iato

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

aton. Enti gestori non profit 0 0 0 0 0 0 13n. Enti gestori profit 0 0 13n. Rette intere assistito 9 10 13n. Rette parziali 16 20 13n. Rette gratuite 0 0 13n. Rette intere presidio 0 0 13tot. anno 2000: Ricavo compartecipazioniutenti

478.522.600 NR 13-0

tot. anno 2000: Rimborso oneri di rilievosanitario AUSL

0 NR 13-0

tot. anno 2000: Spese complessiveservizio a carico del Comune

482.886.143 NR 13-0

n. utenti in Lista d�attesa 0 0 13Centri diurni 2000 2001

n. strutture 5 5 13n. posti autorizzati 73 93 12

83

n. posti convenzionati 49 66 12media giornaliera (su base annua) di postioccupati sui posti autorizzati

23,29 37,69 11

media giornaliera (su base annua) di postioccupati sui posti convenzionati

37 48,5 12

utenti ammessi nell�anno 50 44 12utenti dimessi nell�anno 38 30 12utenti deceduti nell�anno 11 15 12n. utenti (totale al 31.12.) 65 86 12

Di cui (31.12): Maschi 29 40 12Femmine 36 46 12

utenti provenienti da fuori Comune 1 10 12utenti provenienti da fuori Distretto 0 0 13

utenti provenienti da fuori Provincia 0 0 13n. totale addetti (vedi Tab.2) 0-13

Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altro

n. Enti gestori pubblici 5 0 0 5 0 0 13IPAB Coop.

SocialiAss.

volontariato

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

aton. Enti gestori non profit 0 0 0 0 0 0 13n. Enti gestori profit 0 0 13n. Retta intera assistito 0 0 13n. Retta parziale 63 80 13n. Retta gratuita 2 3 13n. Retta intera presidio 0 0 13tot. anno 2000: Ricavo compartecipazioniutenti

577.221.970 NR 13

tot. anno 2000: Rimborso oneri di rilievosanitario AUSL

243.656.000 NR 13

tot. anno 2000: Spese complessiveservizio a carico del Comune

1.692.320.789 NR 13

n. utenti in Lista d�attesa 4 8 13Assistenza domiciliare 2000 2001

12 13 13utenti ammessi nell�anno 153 178 11

84

utenti dimessi nell�anno 64 98 11utenti deceduti nell�anno 76 81 11n. utenti (totale al 31.12.) 305 300 11

Di cui (31.12): Maschi 127 115 11Femmine 178 195 11

di cui n. utenti con domicilio fuoriComune

2 2 11

di cui n. utenti con domicilio fuoriDistretto

2 1 11

media mensile (su base annua)utenticonvenzionati

150,58 116,2 10

n. totale addetti (vedi Tab.2) NR 107,1 0-13Di cui: convenzionati NR NR 0

n. ore effettuate posti convenzionati(anno 2000)

18.245 NR 9-0

n. ore rimborsate posti convenzionati(anno 2000)

7.652 NR 7-0

Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altro

n. Enti gestori pubblici 13 0 0 13 0 0 13IPAB Coop.

SocialiAss.

volontariato

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

aton. Enti gestori non profit 0 0 0 0 0 0 13n. Enti gestori profit 0 0 13n. Retta intera assistito 32 32 12n. Retta parziale 188 32 11n. Retta gratuita 39 39 11n. Retta intera presidio 0 0 11tot. anno 2000: Ricavo compartecipazioniutenti

505.860.747 NR 11

tot. anno 2000: Rimborso oneri di rilievosanitario AUSL

202.572.000 NR 11

tot. anno 2000: Spese complessiveservizio a carico del Comune

2.424.735.819 NR 11

n. utenti in Lista d�attesa 1 3 11

85

ATTIVITA' 2000 2001 N° Comuni chehanno risposto

2000-2001Anziani assistiti in ADI Dati SAA 375 di cui 74 NODO 613 di cui 113 NODO 13Lista d�attesa Dati SAA NR NR 13

Dati SAA A B C A B C 13

Assegni di cura Dati SAAIntero

1 15 12 0 12 25 13

Dati SAARidotto

33 130 0 59 165 49 13

Lista d�attesa Dati SAAIntero

NR NR NR 7 24 37 0-13

Dati SAARidotto

NR NR NR

N. utenti non autosufficienti certificati UVG Dati SAA anno2000

346 NR 13

Dati SAA anno2001

611 NR 13

Tempo medio di attesa dalla richiesta allavisita UVG

Dati SAA anno2001

NR NR 0

Anziani provenienti dal Comune assistiti inCasa protetta o RSA (31.12.2001):

fuori comune NR NR 0

fuori distretto NR NR 0fuori provincia NR NR 0

Altre strutture/servizi n. strutture/servizio NR NR 0n. utenti NR NR 0

n. utenti complessivi in lista d�attesa al 31.12.(dato SAA)

Dato SAA2000

NR NR 0

Dato SAA2001

NR NR 0

N. addetti complessivi 2000 NR NR 0(somma per tutte le attività) 2001 NR NR 0

86

Tab. 1 TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI(SAD)

2000 2001 N° Comuni chehanno risposto

2000-2001n.

utentin.

prestazionin.

utentin.

prestazioni

Accompagnamento 0Assistenza infermieristica diurna 0Assistenza infermieristica notturna 0Assistenza medica 0Assistenza psicologica 0Assistenza riabilitativa 0Assistenza tutelare diurna/aiuto alla persona 0Assistenza tutelare notturna 0Attività culturali 0Attività di animazione/socializzazione 0Attività ginnico/sportive 0Fornitura pasti/consegna 37 65 2.697 *Lavanderia/guardaroba 10 11 104 **Podologo 0Pulizia e riordino camere/locali/abitazione 0Pulizia generale/riordino spazi comuni 0Segretariato sociale 0Servizi amministrativi 0Trasporti 290 593 972 1.814 ***Vacanze estive 53 129 ****

* 12 Comuni nel 2001 hanno rilevato il n° utenti e 6 il n° prestazioni - 4 il n° utenti nel 2000** 11 il n. utenti nel 2001 e 8 il n. prestazioni - 3 il n. utenti nel 2000*** Nel 2001, 9 comuni non hanno rilevato il n. prestazioni. Nel 2000 solo 4 hanno rilevato li n. utenti e solo 1 il n. prestazioni.**** Nel 2001, 2 comuni non hanno rilevato il n. utenti.

87

Tab. 2 Tipologia del personale N. addetti - Anno 2001(per tutte le strutture) Case di

riposoCase

protetteR.S.A. Residenze

protetteComunità alloggio

Centridiurni

TotaleStrutture

Assistenza domiciliare N.SAD

Coordinatore responsabile della struttura 4,5 0,5 0 0 1 6 Coordinatore responsabile della struttura 3Personale direttivo 2,5 0,5 0 0 3,5 6,5 Personale direttivo 3,5Personale amministrativo 6 1 0 0 3,25 10,25 Personale amministrativo 5,5Assistenti sociali 0 0 0 0 3 3 Assistenti sociali 12,6Responsabili attività assistenziali (R.A.A.) 6 1 0 0 2 9 Responsabili attività assistenziali

(R.A.A.)3

Addetti all'assistenza (con attestatoregionale)

68 4 0 4 19 95 Addetti all'assistenza (con attestatoRegionale)

41,5

Addetti all'assistenza (senza attestatoRegionale)

32 7 1 1 2 43 Addetti all'assistenza (senza attestatoRegionale)

14

Sociologi 1 0 0 0 0 1 Sociologi 0Animatori 1,5 0,5 0 0 0 2 Animatori 0Psicologi 1 0 0 0 0 1 Psicologi 0Medici (non sono da rilevare i medici dibase di scelta individuale)

3 1 0 0 0 4 Assistenti sanitari 0

Neuropsichiatra 0 0 0 0 0 0 Infermieri professionali 1Assistenti sanitari 0 0 0 0 0 0 Infermieri generici 0Infermieri professionali 20,5 6 0 0 1 27,5 Fisioterapisti/Massofioterapisti 1Infermieri generici 2 0 0 0 0 Logopedisti 0Fisioterapisti/Massofioterapisti 5 0,5 0 0 1 6,5 Podologi 1Logopedisti 0 0 0 0 0 0 Altri terapisti della riabilitazione 0Podologi 0,5 0,5 0 0 0,5 1,5 Autisti 3Altri terapisti della riabilitazione 0 0 0 0 0 Obiettori 8Addetti ai servizi generali (cucina, 39 4 0 2 5 50 Altro (specificare AUSER Taxi sociale) 10lavanderie, pulizie, �..) 0 0 0 0 0 0Autisti 0 0 0 0 0 0Obiettori 0 0 0 1 11 12Altro (specificare ���.��.) 1 0 0 0 3,5 4,5

TOTALE 193,5 26,5 1 8 55,75 282,75 TOTALE 107,1N° Comuni che hanno risposto 2000-2001 0 12 13 13 13 13 13 13

88

Risorse esterne ai servizi attive nel settoreanziani

2000Numero

2001Numero

N° Comuniche hannorisposto

2000-2001Associazioni di volontariato 12 8 4Associazioni di promozione sociale 7 7 4Centri sociali (es. circolo, orti) 6 6 4Università popolare 0 0 4Cooperative sociali 2 2 4Altro 1 1 4

Per le risorse esterne convenzionate: N° Comuni chehanno risposto

2000-2001Denominazioneorganizzazione

Ambito di attività Riferimento(nome, cognome)

Indirizzo Telefono 4

Felino 4AUSER Assistenziale Scaccaglia

GiuseppeS. Michele Tiorre Via Berlinguer,14

0521-831758 4

ASSISTENZAPUBBLICA

Socio �sanitaria SchianchiAngelo

V. 7 Fratelli cervi,1 � Felino 0521-831524 4

AVOPRORIT Assistenziale,socio-sanitaria

ZaccomerEmilia

P.zzale Kennedi, 9 � Felino 0521 � 833561 4

COMITATOANZIANI

Sociale ricreativo Righi Enzo V. Don Milani, 3 S. MicheleTiorre

0521-836021 4

PARMA SOCCORSO Sanitaria Sig.ra Ponticelli 0521-292555 4CAMST Ristorazione V. XXIII Marzo, 20 Collecchio 0521- 800545 4LAVANDERIA�ACQUA BLU�

Artigianale-commerciale V. Vittorio Emanuele II, 0521- 836744 4

COOP: A.T.I. -AURORA

Socio �assistenziale

Maria GraziaFrigoli

V. Belli, 4/b 0521-291506 4

Langhirano 4AUSER Trasporto C.D. Sig.ra Silva / 4Comitato Anziani Sogg. Marini Sig. Giuberti Via Battisti, 20 / 4Assististenza Pubblica Telesoccorso e Filo d�Arianna Via Cascinapiano, 1/b 0521/852548 4Pro.ges Personale C.D. e S.A.D. 4

89

Camst Fornitura pasti C.D. e S.A.D. 4Montechiarugolo 4Azienda USL sanitaria p.za Garibaldi 2 Langhirano 4Coop. Aurora assistenza Via Belli 4 PR 4CAMST Prep. Pasti Via Bernini PR 4COLSER pulizie Via Langhirano PR 4Circolo Arci �Ilrugantino�

Promozionesociale

Tanzi Nando Via ghiare 30 Basilicanova 4

Circolo �Ghiretti� Promozionesociale

Mazzali Valter Via Parma 93/b Basilicagoiano 4

Circolo �amici dellaPiazza�

Promozionesociale

Zoni Paride Via Traversetolo 29 Basilicanova 4

Circolo �Punto Blu� Promozionesociale

Dello RussoGiuseppe

Via Nenni 9 Monticelli Terme 4

Parrocchia di Santo Stefano Don Bajoli Via Parma Basilicagoiano 4Sala Baganza 4ATI Aurora � Domus assistenziale Roberta Lasagna

(Domus)P. le Badalocchio (Domus) 0521/981010 4

Auser volontariato Marsilli Bruno 4Banca del tempo volontariato Tina Carpena P.zza Gramsci 0521 - 336096 4Comitato anziani volontariato Giusto Del Porto P. Gramsci 4Gruppo alpini volontariato Augusto

MontagnaV. Di Vittorio 4

Pro-loco Ass. turistica Amighetti Pietro 4Assistenza Pubblica Socio - sanitario Collecchio � V. Rosselli 0521 - 802244 4Camst ristorazione Collecchio 0521-800545 4Lavanderia Lavasecco� Acqua Blu

commerciale FedericoFrancesca

V. Vittorio Emanuele 4

Sala Baganza 0521-83674 4Parma Soccorso Socio - sanitaria 4Traversetolo 4Centro Sociale Anziani Capelli Afra Via Cantini 4(Traversetolo) 521842688 4Associazione Pubblica Assistenza Bergamaschi C. V.le Verdi (Traversetolo) 4Coop.Domus Assistenza Anziani Via Badalocchio (P.R.) 0521-981010 4Sodexho Spa Fornitura pasti V.le Stelvio, 71 Milano 4Auser Sociale Aiovalasit Via Buozzi, 18 (Traversetolo) 4

90

2.1 RELAZIONE RIASSUNTIVA DEGLI ASPETTI QUALITATIVI EMERSI DALLA SCHEDE DEI SINGOLI COMUNI E DALGRUPPO DI LAVORO SULLA POPOLAZIONE ANZIANA

CRITICITA� EMERSE

! Dai dati sul Servizio d�assistenza domiciliare comunale, anno 2001, relativamente ai rimborsi sugli utenti in convenzione, emerge in modomarcato la differenza di diffusione del servizio fra zona pedemontana e quella montana. Nella prima area il numero degli anziani seguiti èsuperiore, quasi in ogni Comune, al parametro minimo dell�1,5% previsto della normativa regionale, e dal numero d�ore effettuate si evince chemolto spesso sono effettuati più interventi durante il giorno con due operatori, da questo si deduce che sono progetti realizzati su situazionigravi.Nell�area della Comunità Montana il numero d�anziani convenzionati è inferiore in modo netto al parametro regionale. Da una riflessione suquesta realtà territoriale si evidenzia che in quattro Comuni su sette è presente una sola addetta all�assistenza di base, in alcuni Comuni non sonoerogati i pasti a domicilio, in nessun Comune sono previsti interventi serali e festivi. Senza dubbio la presenza di servizi radicati nel territorioinfluenza la domanda, ma sussiste tutt�oggi la volontà delle famiglie a garantire al proprio interno l�assistenza e la tendenza a rivolgersi alservizio pubblico solo nel momento in cui la situazione non è più gestibile a domicilio; queste sono concause che andrebbero approfondite evalutate con attenzione al fine di procedere anche con una progettualità mirata ad una maggiore informazione.In tutto il Distretto emerge l�esigenza di un servizio domiciliare più flessibile che risponda in modo differenziato ai bisogni delle personeanziane; si porta ad esempio che in diversi Comuni non sono effettuati interventi nella fascia serale e, in nessuna realtà, nei giorni festivi e nelleore serali del sabato. Si segnala inoltre che, nei Comuni montani il numero delle richieste d�intervento domiciliare aumenta nei mesi estivi inmodo notevole anche per la presenza di persone residenti che trascorrono i mesi invernali in città.

! Per quanto riguarda i Centri diurni, dall�analisi dei dati relativi agli oneri a rilievo sanitario si denota una scarsa occupazione dei posticonvenzionati. Di fatto, i posti autorizzati al centro diurno sono tutti occupati, molto spesso sono persone al limite della non autosufficienza,quindi con livelli di gravità media lieve. Questo dipende da due motivi: la famiglia, alla presenza d�elevata non autonomia, a volte, preferisceorganizzare un�assistenza a domicilio con personale privato, in secondo luogo i Centri diurni non sono, a volte, in grado di gestire situazionimolto gravi e complesse per il numero limitato di personale assistenziale. Nei Comuni della Comunità Montana esistono due centri diurni, uno aNeviano degli Arduini e uno a Langhirano, si segnala che nei di Comuni di Lesignano Bagni e Palanzano si sta approfondendo l�opportunità direalizzare il Centro diurno.

! La formazione degli operatori sociali, assistenti sociali e addetti all�assistenza di base, è certamente un punto di criticità; avviare unaprogrammazione distrettuale permetterebbe un risparmio sui costi. Dal lavoro di gruppo sono già uscite dell�indicazione sui bisogni formativi,come ad esempio le problematiche relative alla demenza e alla gestione del rapporto professionale con l�utenza, sarebbe in ogni modo necessariouna consultazione più approfondita in merito.

91

! L�integrazione fra sanitario e sociale è basata su atteggiamenti personali e professionali dei singoli operatori più che su un vero modelloorganizzativo definito e condiviso, questo comporta una mancanza d�omogeneità e continuità. Il definire percorsi metodologie ecc. èun�esigenza sentita dal gruppo di lavoro, anche in previsione della realizzazione dei nuclei di cure primarie.

! Per quanto riguarda le Case Protette si è discusso sul cambiamento della tipologia dell�utenza, avvenuto in questi ultimi anni. Si denota, infatti,un aumento delle persone con disturbi comportamentali e un generale aggravamento del livello di non autosufficienza. Questo, di fatto, significache sempre di più si ricorre all�inserimento in Casa Protetta solo quando diventa difficoltoso gestire l�anziano nel proprio domicilio per lagravità della situazione e per l�impegno prolungato nel tempo. Nello stesso tempo, però, comporta all�interno della Casa Protetta la necessità diadeguare sia gli aspetti strutturali, sia i livelli assistenziali alla complessità delle situazioni.

BISOGNI INESPRESSI

! Come già accennato l�anziano non autosufficiente rimane sempre più a lungo all�interno del proprio nucleo familiare. Questo è senz�altro unaspetto positivo ma pone l�attenzione l�esigenza di nuove modalità di sostegno ed aiuto alle famiglie.Si sta già realizzando un progetto che prevede interventi d�addestramento dei familiari sulle pratiche assistenziali che, senza dubbio puòrispondere ad alcuni aspetti della problematica; occorre però ripensare ad una progettualità articolata e complessiva rivolta al sostegnodella famiglia.

! Sempre in questa logica di supporto alle famiglie, si ritiene utile procedere a momenti informativi qualificati sui servizi esistenti al fine difacilitarne non solo l�utilizzo, ma anche capire meglio i bisogni della popolazione, (momenti informativi? Sportello di risposta? Ecc.).

! Le attività di socializzazione e animazione, svolte in alcuni Comuni, hanno messo in luce un bisogno di comunicare e partecipare molto forte,soprattutto in quelle situazioni d�autonomia parzialmente compromessa che impedisce rapporti autonomi verso l�esterno. Questo problema, chepuò essere affrontato in collaborazione con il volontariato, può essere considerato non solo come miglioramento della qualità della vita maanche come importante strumento di prevenzione.

BISOGNI INSODDISFATTI

! Nella realtà distrettuale, dove i servizi sociali sono più consolidati, iniziano a pervenire richieste da parte delle famiglie d�informazione esostegno per quanto riguarda le problematiche della demenza.

! La domanda d�assegno di cura è senza dubbio in aumento, soprattutto perché si stanno diffondendo, sempre di più, forme d�assistenza privata adomicilio, molto diversificate come monte ore giornaliere, e sempre più estese anche sulle 24 ore. In queste situazioni l�assegno di cura è unarisorsa determinante, ma troppo limitata nel tempo. Inoltre a livello distrettuale e presente, da qualche tempo, una lista d�attesa.

! Si è più volte accennato all�impegno di cura che grava sulla famiglia, la possibilità di poter usufruire di posti temporanei convenzionati in CasaProtetta potrebbe essere un�ulteriore risorsa per ritardare l�inserimento definitivo.

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3. Area di intervento: DIPENDENZE PATOLOGICHE

INDICATORI DI BISOGNO/DOMANDA

INDICATORI SOCIALI DISTRETTOSUD-EST

PROVINCIA DIPARMA

REGIONE EMILIAROMAGNA67 (1999)

N° utenti deceduti per overdose 1 12 55 (2000 dato nondefinitivo)

N° carcerati td certificati/n° utenti SerT 2,26% 2,72%

N° utenti SertT anni che abusa di sostanzestupefacenti/popolazione 15-44 anni

0,27% 0,67% -

N° utenti SerT anni alcolisti/popolazione 15-44anni

0,19% 0,25% 0,20%

N° utenti td in inserimento lavorativo/n° utentiSerT

1,26% 3,34%

N° utenti in Comunità terapeutica al 31/12/2001/n° utenti SerT al 31/12/2001

30,5% 16,49% 11,83%

POPOLAZIONE 2000

Uomini Donne Totale<15 anni 3.961 3.687 7.64815-19 anni 1.344 1.283 2.62720-24 anni 1.881 1.665 3.54625-29 anni 2.389 2.232 4.62130-34 anni 2.788 2.621 5.40935-39 anni 2.731 2.509 5.24040-44 anni 2.358 2.171 4.52945 anni e oltre 14.736 16.817 31.553

Totali 32.188 32.985 65.173

93

ALTRO 2000 2001 N°Comuni chehanno risposto

2000-2001n. morti per AIDS -certificati n. r. 1 0-13n. morti per abuso di stupefacenti-certificati

1 1 13

n. carcerati tossicodipendenti-certificati 3 4 13

OFFERTA SERVIZI-STRUTTURE(per le prestazioni delle strutture vedi tab. 1, per il personale vedi tab. 2)

2000 2001

N°Comuniche hannorisposto

2000-2001

Comunità terapeutica n. comunità 1 1 13(Enti ausiliari) n. posti autorizzati 25 25 13

n. posti convenzionati 25 25 13utenti ammessi nell�anno n.r. 54 0-13utenti dimessi nell�anno n.r. 59 0-13utenti deceduti nell�anno n.r. 0 0-13n. utenti (al 31.12.) n.r. 54 0-13

Maschi Femmine Tot Maschi Femmine Tot Di cui: <15 anni n.r. n.r. n.r. 0 0 0 0-13

15-19 anni n.r. n.r. n.r. 0 0 0 0-1320-24 anni n.r. n.r. n.r. 36 1 37 0-1325-29 anni n.r. n.r. n.r. 9 1 10 0-1330-34 anni n.r. n.r. n.r. 7 0 7 0-1335-39 anni n.r. n.r. n.r. 0 0 0 0-13

40 anni e oltre n.r. n.r. n.r. 0 0 0 0-13Totale n.r. n.r. n.r. 52 2 54 0-13

utenti provenienti da fuori Comune n.r. 26 0-13utenti provenienti da fuori Distretto n.r. 52 0-13utenti provenienti da fuori Provincia n.r. 28 0-13utenti stranieri (vedi Tab. 3) n.r. n.r. 0n. addetti (31.12.) n.r. 5 0-13n. Enti gestori pubblici n.r. 0 0-13n. Enti gestori ausiliari 1 1 13

94

n. Retta a carico SSN n.r. 25 0-13n. Retta intera comunità n.r. 0 0-13n. utenti in Lista d�attesa n.r. 10 0-13

SerT M F Totale M F Totalen. utenti residenti nel Distretto (al 31.12.) 139 20 159 154 23 177 13

Di cui: <15 anni n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. 015-19 anni n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. 020-24 anni n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. 025-29 anni n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. 030-34 anni n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. 035-39 anni n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. 0

40 anni e oltre n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. 0utenti stranieri n.r. n.r. 0n. utenti tossicodipendenti 70 72 10n. utenti alcolisti 50 51 10n. utenti in Lista d�attesa n.r. n.r. 0

ATTIVITA' anno Numero Note N°Comuniche hannorisposto

Unità di Strada (n. contatti) 2000 n.r. 02001 n.r. 0

Servizio �Drop in� (n. utenti del Comune) 2000 0 132001 0 13

n. inserimenti lavorativi in Borsa lavoro 2000 2 122001 2 12

Lista d�attesa 2001 n.r. 0n. assunzioni (in seguito a Borsa Lavoro) 2000 0 12

2001 0 12Altre strutture/servizi n. strutture/servizi 0 13

n. utenti 0 13N. addetti complessivi 2000 n.r. 0(somma per tutte le attività) 2001 n.r. 0

95

2000 2001 N°Comuniche hannorisposto

2000-2001

Tab. 1AZIONI INTEGRATE SOCIO-SANITARIE (1)

n.Azioni

n.Azioni

Note (es. descrivere tipo progetti o interventi)

1- Prevenzione primaria (scuola, quartiere, gruppiformali e informali, ecc.)

n.r. n.r. Progetto Prevenzione territoriale che svolge azioni su tutto il territorio dellaComunità Montana all'interno delle scuole con uno sportello per i docenti e sulterritorio. Progetto informazione e prevenzione che svolge azioni attraverso leautoscuole e la scuola con sportelli di consulenza alle famiglie.

7 ComuniComunitàMontana

2- Prevenzione primaria (scuola, quartiere, gruppiformali e informali, ecc.)

39 45 Progetto Telemaco: serve come prevenzione del disagio e prevede incontri coni ragazzi delle scuole medie ed uno sportello d'ascolto per i ragazzi ma ancheper i genitori e gli insegnanti. Progetto compagni di strada che è sempre diprevenzione del disagio giovanile e comprende sia l'istituzione di laboratori(Rubiamo tempo alla noia, lab. di cinema, ecc..) con interventi diretti dieducatori di strada che incontrano i ragazzi nei loro punti di ritrovo.

Felino eSala

Baganza

3- Prevenzione primaria (scuola, quartiere, gruppiformali e informali, ecc.)

n.r. n.r. Prevenzione svolta dal SerT nella Scuola AUSL

4- Prevenzione primaria (scuola, quartiere, gruppiformali e informali, ecc.)

2 2 Progetto Telemaco: Prevenzione primaria in collaborazione con la scuola e leassociazioni sportivo culturali del territorio - gestione Centro di solidarietàL'Orizzonte. Consulenza psicologica rivolta a genitori, insegnanti, alunni.

Collecchio

Reinserimento sociale anche in collaborazione convolontariato e associazionismo

n.r. n.r. ATTIVO 13

Interventi di riduzione del danno (2) SI SI ATTIVO 13Interventi in carcere n.r. n.r. ATTIVO 13Attività di formazione professionale n.r. n.r. ATTIVO 13Inserimento lavorativo (con presenza di tutor) n.r. n.r. ATTIVO 13Inserimento in strutture socio-assistenzialisemiresidenziali e residenziali

n.r. n.r. ATTIVO 13

Assistenza sociale e tutela giuridica SI SI ATTIVO 13Sussidi economici ad integrazione del redditoindividuale e famigliare

n.r, n.r. ATTIVO 13

Mensa e trasporti 0 0 NON ATTIVO 13Alloggi 0 0 NON ATTIVO 13(1) Azioni che richiedono il concorso di competenze proprie delle SSN e di competenze proprie delle funzioni socio-assistenziali degli EE.LL.(2)Attività di informazione sui comportamenti a rischio, distribuzione di materiale illustrativo, distribuzione di siringhe, distribuzione di profilattici, informazione sullaprevenzione dell�overdose, assistenza in caso di overdose

96

Risorse esterne ai servizi attive nelsettore dipendenze patologiche (legalie illegali)

2000Numero

2001Numero

N° Comuniche hannorisposto

Associazioni di Volontariato(aCollecchio)

6 6 1

Club alcolisti, alcolisti anonimi n.r. n.r. 0Associazioni di familiari n.r. n.r. 0Associazioni di promozione sociale (aCollecchio)

16 16 1

Centri di aggregazione giovanile n.r. n.r. 0Cooperative di inserimento lavorativo (aCollecchio)

1 1 1

Altro (a Felino: Coop.Creativ eOrizzonte)

2 2 1

97

3.1 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO

Per comprendere i nodi critici sul versante degli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione degli stati di tossicodipendenza e delle problematichealcol-correlate bisogna innanzitutto fare riferimento a considerazioni di carattere generale del tutto trasponibili anche alla realtà del Distretto Sud-Est dell'AUSL di Parma.Esse hanno a che vedere con il mutamento degli scenari legati alle problematiche di abuso di sostanze tra gli adolescenti e i giovani adulti. A frontedi un trend tendenzialmente costante, lievemente in crescita nel consumo di eroina e derivati dell'oppio, si assiste ad una diffusione sempre piùampia del consumo delle cosiddette nuove droghe (ecstasy, derivati anfetaminici, allucinogeni) in associazione ad altre sostanze già ampiamenteutilizzate quali cocaina, cannabinoidi, bevande alcoliche.Il quadro che emerge è quello di un "sommerso" di cosiddetti poliabusatori di sostanze, scarsamente consapevoli della problematicità insita in taliabitudini comportamentali e di conseguenza poco propensi ad entrare in contatto con i Servizi Sanitari territoriali. Si allarga cioè l'area del disagiogiovanile a fronte di una inadeguatezza di assetto attuale dei Servizi nell'intercettare questo disagio.Da tali considerazioni emerge pertanto come elemento di criticità l'opportunità di potenziare gli interventi dal lato della sensibilizzazione e dellaprevenzione a fronte della esiguità di risorse disponibili.Accanto a tale fenomenologia, le attività del Ser.T distrettuale si sono caratterizzate nel corso degli ultimi anni per la necessità di far fronte aproblematiche di disagio sociale più gravemente espresso, sia sul versante dell'eroina - dipendenza (prevalentemente ma non esclusivamenteappannaggio dei Comuni della pianura), sia sul versante dell'alcol - dipendenza (tanto nei Comuni del territorio montano quanto in quelli dellapianura), con un trend di attività, espressa in termini di utenti in carico, costantemente in crescita.Rispetto alle attività connesse con tale tipologia di utenza, storicamente target principale nell'attività dei Ser.T, è utile sottolineare che il quadrolegislativo complessivo in materia, (Art. 114 DPR 309/90, " Testo unico delle leggi in materia di tossicodipendenza", la Delibera Regionale n. 722del '95 " Indirizzi programmatici e direttive sull'organizzazione dei Servizi per le tossicodipendenze "così come la Legge 328 del Novembre 2000"Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali"), attribuiscono agli Enti Locali i compiti di prevenzioneprimaria e di reinserimento scolastico, lavorativo e sociale degli stati di tossicodipendenza con la necessità di collaborazione e coordinamento traServizi Sanitari ed Enti Locali.Tali dispositivi normativi, se da una parte spingono verso una sempre migliore integrazione tra Servizi Sanitari ed Enti Locali, vincolano d'altraparte gli interventi erogabili nell'ambito della prevenzione e riabilitazione alle esigenze di bilancio di questi ultimi, con un inevitabilecondizionamento nella modulazione di intensità delle prestazioni erogabili.

A questa relazione fornita dal Servizio Tossicodipendenza del Distretto Sud Est è importante inserire anche le considerazioni e le rilevazioni che iComuni hanno evidenziato nelle loro schede. Si inseriscono di seguito i contributi:Comunità Montana Appennino Parma Est � Comuni di: Calestano, Corniglio, Langhirano, Lesignano dè Bagni, Monchio delle Corti, Neviano degliArduini, Palanzano e Tizzano Val Parma.

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CRITICITÀ EMERSE

Le ricerche effettuate sul territorio afferente alla Comunità Montana hanno confermato la presenza di giovani ed adulti in situazione di disagio e didipendenza.In particolare, si riscontra un elevato consumo di sostanze alcoliche da parte di giovani ed adulti del territorio, con la conseguenza del manifestarsidi problemi di disagio familiare, fenomeni di esclusione sociale, difficoltà nel mondo del lavoro, incidenti stradali, consolidamento di una mentalitàdi dipendenza da sostanze.L'inizio precoce del fenomeno del consumo di alcolici e super alcolici, in particolare nei Comuni di montagna, da parte di minori ed adolescentiporta a gravi rischi connessi quali consumo "sociale" inteso come normalità, assenza di capacità critica e di autocontrollo, guida di automezzi ecomportamenti a rischio.

BISOGNI

La particolare situazione culturale della zona, relativa soprattutto alle sostanze alcoliche e alla tradizione locale richiedono un approccio e uncontinuo percorso d�informazione, sensibilizzazione e di conoscenza dei rischi dovuti all�abuso di sostanze, che parte da alcuni soggetti significativiper poi raggiungere una diffusione capillare.Il bisogno che emerge per i giovani è inerente soprattutto alla possibilità di creare uno spazio dove possano ricevere informazioni e sostegno perorientarsi nelle scelte che valorizzino e potenzino la loro crescita personale. Questo centro di ascolto potrebbe essere realizzato presso gli istitutiscolastici, per integrare i percorsi di prevenzione che già vengono svolti e per poter avere un resoconto in itinere sulle problematiche evidenziate daigiovani al fine di realizzare una progettualità continua sul bisogno emergente e sommerso.Per gli adulti invece, si sottolinea l�esigenza di un supporto psicologico accessibile e pubblicizzato su tutto il territorio che possa fornire sostegno aisoggetti che incontrano difficoltà nella gestione del proprio quotidiano.Si evidenzia inoltre, come priorità, il raccordo costante tra gli operatori del settore tossicodipendenze ed i Comuni al fine della messa in rete delleinformazioni per la rilevazione dei bisogni per una programmazione comune degli interventi.E� infatti pacificamente assodato che è sempre più facile lavorare sui prodromi di un problema che sul problema stesso già �esploso�.

COMUNI DI FELINO E SALA BAGANZA

CRITICITÀ EMERSE:

• Occorrerebbe un lavoro di conoscenza, analisi e di informazione sulle nuove dipendenze (anche alcooliche) e sulle nuove modalità di approcciocon le sostanze (mix di droghe e sostanze, uso delle droghe al sabato sera, ecc..)

99

• Necessità di raccordo tra operatori dei Comuni, dell�AUSL ed amministratori come scambio di informazione, rilevazione dei bisogni eprogrammazione dei servizi.

• Esigenza di accompagnamento dei ragazzi oltre la scuola dell�obbligo sia per chi continua la scuola, sia chi è inserito nel mondo del lavoro.

BISOGNI:

• Progetti �Compagni di strada� e Telemaco come prevenzione alle tossicodipendenze.

COMUNI DELLA COMUNITA� MONTANA

CRITICITÀ EMERSE

Le ricerche effettuate sul territorio montano hanno confermato la presenza di giovani ed adulti in situazione di disagio e di dipendenza.In particolare, si riscontra un elevato consumo di sostanze alcoliche da parte di giovani ed adulti del territorio, con la conseguenza del manifestarsidi problemi di disagio familiare, fenomeni di esclusione sociale, difficoltà nel mondo del lavoro, incidenti stradali, consolidamento di una mentalitàdi dipendenza da sostanze.L'inizio precoce del fenomeno del consumo di alcolici e super alcolici, in particolare nei Comuni di montagna, da parte di minori ed adolescentiporta a gravi rischi connessi quali consumo "sociale" inteso come normalità, assenza di capacità critica e di autocontrollo, guida di automezzi ecomportamenti a rischio.

BISOGNI

La particolare situazione culturale della zona, relativa soprattutto alle sostanze alcoliche e alla tradizione locale richiedono un approccio e uncontinuo percorso d�informazione, sensibilizzazione e di conoscenza dei rischi dovuti all�abuso di sostanze, che parte da alcuni soggetti significativiper poi raggiungere una diffusione capillare.Il bisogno che emerge per i giovani è inerente soprattutto alla possibilità di creare uno spazio dove possano ricevere informazioni e sostegno perorientarsi nelle scelte che valorizzino e potenzino la loro crescita personale. Questo centro di ascolto potrebbe essere realizzato presso gli istitutiscolastici, per integrare i percorsi di prevenzione che già vengono svolti e per poter avere un resoconto in itinere sulle problematiche evidenziate daigiovani al fine di realizzare una progettualità continua sul bisogno emergente e sommerso.Per gli adulti invece, si sottolinea l�esigenza di un supporto psicologico accessibile e pubblicizzato su tutto il territorio che possa fornire sostegno aisoggetti che incontrano difficoltà nella gestione del proprio quotidiano.Si evidenzia inoltre, come priorità, il raccordo costante tra gli operatori del settore tossicodipendenze ed i Comuni al fine della messa in rete delleinformazioni per la rilevazione dei bisogni per una programmazione comune degli interventi.

100

E� infatti pacificamente assodato che è sempre più facile lavorare sui prodromi di un problema che sul problema stesso già �esploso�.

101

4. Area di intervento: DISABILI E SALUTE MENTALE

INDICATORI DI BISOGNO/DOMANDA

N° INDICATORI SOCIALIAL 31/12/2001*

DISTRETTOSUD EST

PROVINCIA DIPARMA

1 N° alunni disabili nelle scuola del obbligo-------------------------------------------------------------- x 100

popolazione target (6-13 anni)22,70% 1,83%

(a.s. 2000/01)2 N° alunni disabili nelle scuole superiori

------------------------------ ----------------------------- x 100popolazione target (14-18 anni)3

0,52% 0,92%(a.s. 2000/01)

3 N° assunzioni di disabili in carico ai servizi nel Mercato del Lavoro--------------------------------------------------------------------------------------------------------------- x100

Totale disabili iscritti al Collocamento mirato dichiaratisi disponibili al lavoro3,91% 4,15%

4 N° assunzioni di utenti in carico al CSM nel Mercato del Lavoro--------------------------------------------------------------------------------------------------------------- x100

Totale disabili iscritti al Collocamento mirato dichiaratisi disponibili al lavoro2,34% 2,47%

5 N° assunzioni disabili (compreso utenti CSM) nel Mercato del Lavoro----------------------------------------------------------------------------------------------------------------- x100

Totale disabili iscritti al Collocamento mirato dichiaratisi disponibili al lavoro6,25% 6,61%

6 N° totale assunzioni di disabili iscritti al Collocamento mirato----------------------------------------------------------------------------------------------------------------- x100

Totale disabili iscritti al Collocamento mirato dichiaratisi disponibili al lavoro14,84%4 24,3%5

* se non diversamente indicato, valori 2001 su dati di popolazione al 31.12.20002 12 Comuni (manca Montechiarugolo)3 9 Comuni (mancano Collecchio, Montechiarugolo, Sala Baganza, Traversetolo)4 Totale Distretto invalidi civili >45% iscritti al Collocamento mirato (L.68/99) dichiaratisi disponibili al lavoro: n. 128.

102

7 N° disabili inseriti in un percorso con Borsa lavoro nell’anno----------------------------------------------------------------------------------------------

N° disabili assunti nell’anno (anche senza percorso in Borsa lavoro)8,2 8,1

8N° disabili (invalidi) del Distretto iscritti al Collocamento mirato dichiaratisi disponibili

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------- x100Totale disabili (invalidi) iscritti al Collocamento mirato dichiaratisi disponibili al lavoro

12,64%

POPOLAZIONE

2000

M F Totale0-17 anni 4.745 4.420 9.16518-64 anni 21.246 19.914 41.160

Totale 0-64 anni 25.991 24.334 50.325

Risposte su 13 ComuniSCUOLE 2000 20012000 2001

n. disabili minori inseriti nelle scuole Scuola dell'obbligo29

(+2 materna)

Superiori 6

Scuola dell'obbligo94

(+2 materna)

Superiori6

9 (2) 12 (2) e 10

Totale disabili residenti nel Distretto Sud Est avviati al lavoro nel 2001: n. 195 Nel corso dell�anno 2001 sono stati emessi 246 provvedimenti di avviamento al lavoro di persone invalide (civili, del lavoro e di servizio); al 31.12.2001, gli iscritti al collocamento mirato sono stati 1013 dichiaratesi disponibili ad essere avviati al lavoro.

103

INDICATORI DI OFFERTA DI SERVIZI/STRUTTURE

N.B.: gli indicatori non tengono conto del fatto se gli ospiti delle strutture sono anche residente nel Distretto Sud Est

N° INDICATORI SOCIALIAL 31/12/2001*

DISTRETTOSUD EST

ITALIA

9N° disabili adulti 18-64 anni ospiti nelle strutture semiresidenziali presenti nel Distretto

(Centro socio riabilitativo diurno)---------------------------------------------------------------------------------------------------------------- x1000

popolazione 18-64 anni del Distretto

0,25

10N° disabili adulti 18-64 anni ospiti nelle strutture residenziali presenti nel Distretto

(Centro socio riabilitativo residenziale)--------------------------------------------------------------------------------------------------------------- x1000

popolazione 18-64 anni del Distretto

0,17

11N° utenti CSM 18-64 anni ospiti nelle strutture residenziali presenti nel Distretto

(Comunità terapeutica + Appartamento trattamenti prolungati)--------------------------------------------------------------------------------------------------------------- x1000

popolazione 18-64 anni del Distretto

0,58

12N° totale disabili (compr. utenti CSM) 18-64 anni che vivono fuori famiglia

(nelle strutture residenziali)--------------------------------------------------------------------------------------------------------------- x1000

popolazione 18-64 anni

0,75 0,71**

(anno 1999)

13N° disabili minori 0-17 anni che vivono fuori famiglia

(nelle strutture residenziali)---------------------------------------------------------------------------- x1000

popolazione 0-17 anni

0 0,22**

(anno 1999)

14N° disabili da fuori Comune in strutture semiresidenziali (Centro socio riabilitativo diurno)------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ x100

** calcolati su dati 1999 dell�indagine campionaria ISTAT sulle Condizioni di Salute e Ricorso ai Servizi Sanitari.

104

Totale disabili in strutture semiresidenziali 60%

15N° disabili da fuori Comune in strutture residenziali (Centro socio riabilitativo residenziale)------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ x100

Totale disabili in strutture residenziali100%

16N° utenti CSM da fuori Distretto in strutture residenziali

(Comunità terapeutica + Appartamento trattamenti prolungati)------------------------------------------------------------------------------------------- x100

Totale disabili in strutture residenziali

63%

17N° disabili assistiti in strutture semiresidenziali (Centro socio riabilitativo diurno)

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------N° operatori delle strutture

1,11

18N° disabili assistiti in strutture residenziali

(Centro socio riabilitativo residenziale)--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

N° operatori delle strutture

0,33

19N° utenti CSM assistiti in strutture residenziali

(Comunità terapeutica + Appartamento trattamenti prolungati)-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

N° operatori delle strutture

1,20

20N° utenti CSM in carico (anno 2000)

(Comunità terapeutica + Appartamento trattamenti prolungati)--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

N° operatori (solo AUSL) del CSM

34,33

105

DISABILI

OFFERTA SERVIZI-STRUTTURE(per le prestazioni delle strutture vedi tab. 1,per il personale vedi tab. 2)

2000 2001 Risposte su 13 Comuni

Centro socio riabilitativo residenziale6 2000 2001 2000 2001

n. strutture 1 1 13 13Recettività: n. posti (letto) 6 9 13 13n. posti letto convenzionati 0 0 13 13utenti ammessi nell�anno 6 1 13 13utenti dimessi nell�anno 0 0 13 13utenti deceduti nell�anno 0 0 13 13n. utenti (al 31.12) 6 7 13 13

di cui: disabili minori 0 0 13 13di cui: disabili provenienti da fuori Comune 6 7 13 13

n. totale addetti (vedi Tab.2) 20 21 13 13di cui: personale convenzionato 17 0 13

Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altron. Enti gestori pubblici 1 1 13 13

IPAB Coop. Sociali Ass.volontari

ato

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

aton. Enti gestori non profit 0 0 13 13n. Enti gestori profit 0 0 13 13n. Retta intera 0 0 13 13n. Retta parziale 0 7 13 13n. Retta gratuita 6 0 13 13n. Retta intera presidio 0 0 13 13n. utenti in Lista d�attesa 0 0Gruppo appartamento 2000 2001 2000 2001

n. strutture 0 0 13 13

6 Nel Comune di Langhirano

106

Recettività: n. posti (letto)n. posti letto convenzionatiutenti ammessi nell�annoutenti dimessi nell�annoutenti deceduti nell�annon. utenti (al 31.12)

di cui: disabili minoridi cui: disabili provenienti da fuori Comune

n. totale addetti (vedi Tab.2)Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altro

n. Enti gestori pubbliciIPAB Coop. Sociali Ass.

volontariato

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

aton. Enti gestori non profitn. Enti gestori profitn. Retta interan. Retta parzialen. Retta gratuitan. Retta intera presidion. utenti in Lista d�attesaResidenza protetta 2000 2001 2000 2001

n. strutture 0 0 13 13Recettività: n. posti (letto)n. posti letto convenzionatiutenti ammessi nell�annoutenti dimessi nell�annoutenti deceduti nell�annon. utenti (al 31.12)

di cui: disabili minoridi cui: disabili provenienti da fuori Comune

n. totale addetti (vedi Tab.2)Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altro

n. Enti gestori pubblici

107

IPAB Coop. Sociali Ass.volontari

ato

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

aton. Enti gestori non profitn. Enti gestori profitn. Retta interan. Retta parzialen. Retta gratuitan. Retta intera presidion. utenti in Lista d�attesaCentro socio riabilitativo diurno7 2000 2001 2000 2001

n. strutture 1 1 13 13Recettività: n. posti 8 8 13 13n. posti convenzionati 0 0 13 13utenti ammessi nell�anno 0 0 13 13utenti dimessi nell�anno 0 1 13 13utenti deceduti nell�anno 0 0 13 13n. utenti (al 31.12) 11 10 13 13

di cui: disabili minori 0 0 13 13di cui: disabili provenienti da fuori Comune 0 6 13 13

n. totale addetti (vedi Tab.2) 7 9 13 13di cui: personale convenzionato 7 7

Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altron. Enti gestori pubblici 1 1 13 13

IPAB Coop. Sociali Ass.volontari

ato

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

aton. Enti gestori non profit 0 0 13 13n. Enti gestori profit 0 0 13 13n. Retta intera 0 0 13 13n. Retta parziale 0 4 13 13n. Retta gratuita 11 6 13 13

7 Nel Comune di Collecchio

108

n. Retta intera presidio 0 0 13 13n. utenti in Lista d�attesa 0 0Assistenza domiciliare 2000 2001 2000 2001

nel comune è attivo il servizio? (1=Sì; 0=NO) Sì 15 Sì 15* 13 13il servizio ha una sede operativa nel comune ? 3 3 13 13utenti ammessi nell�anno 7 7utenti dimessi nell�anno 7 7utenti deceduti nell�anno 7 7n. utenti nel Comune (31.12.) 35 34 13 13n. totale addetti (vedi Tab.2) 8 5 5

Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altron. Enti gestori pubblici 2 13 13 13

IPAB Coop. Sociali Ass.volontari

ato

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

aton. Enti gestori non profit 0 0 13 13n. Enti gestori profit 0 0 13 13n. Retta intera assistito 2 3n. Retta parziale assistito 2 3n. Retta gratuita pubblica 2 3n. Retta intera presidio 2 3n. utenti in Lista d�attesa 0 6 7

SALUTE MENTALE

OFFERTA SERVIZI-STRUTTURE(per le prestazioni delle strutture vedi tab. 1,per il personale vedi tab. 2)

2000 2001 Risposte su 13

Comuni

Comunità terapeutica9 2000 2001 2000 2001

n. strutture 1 1 CSM CSM 8 di cui 2 SAD dei Comuni di Felino e Sala Baganza, oltre a quello dell'AUSL;il SAD del Comune di Felino (n. 4 A.d.B.) segue anche disabili adulti <65 anni: nel 2000 due persone, nel 2001 una persona9 Comune di Collecchio - "Fattoria di Vigheffio"

109

Recettività: n. posti (letto) 18 18 CSM CSMn. posti letto convenzionati 18 18 CSM CSMutenti ammessi nell�anno 1 3 CSM CSMutenti dimessi nell�anno 1 3 CSM CSMutenti deceduti nell�anno 0 0 CSM CSMn. utenti (al 31.12) 18 18 CSM CSM

di cui: ospiti minori 0 0 CSM CSMdi cui: ospiti provenienti da fuori Distretto 15 CSM

n. totale addetti (vedi Tab.2) 15 CSMdi cui: personale convenzionato 12 CSM

n. Enti gestori pubblici Comuni Ausl1

Altro Comuni Ausl1

Altro CSM CSM

n. Enti gestori non profit IPAB Coop.Sociali

Ass.volontariat

o

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

ato

CSM CSM

n. Enti gestori profit 0 0 CSM CSMn. Retta intera 0 CSMn. Retta parziale 13 CSMn. Retta gratuita 5 CSMn. Retta intera presidio 0 CSMn. utenti in Lista d�attesa 10 CSMAppartamento per trattamenti prolungati10

n. strutture 1 1 CSM CSMRecettività: n. posti (letto) 6 CSMn. posti letto convenzionati 6 CSMutenti ammessi nell�anno 0 CSMutenti dimessi nell�anno 0 CSMutenti deceduti nell�anno 0 CSMn. utenti (al 31.12) 6 CSM

di cui: ospiti minori 0 CSMdi cui: ospiti provenienti da fuori Distretto 0 CSM

n. totale addetti (vedi Tab.2) 5 CSM

10 (c/o Centro sociale di Monchio)

110

di cui: personale convenzionaton. Enti gestori pubblici Comuni Ausl

1Altro Comuni Ausl

1Altro CSM CSM

n. Enti gestori non profit IPAB Coop.Sociali

Ass.volontariat

o

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

ato

CSM CSM

n. Enti gestori profit 0 0 CSM CSMn. Retta intera 0 CSMn. Retta parziale 3 CSMn. Retta gratuita 3 CSMn. Retta intera presidio 0 CSMn. utenti in Lista d�attesa 0 CSMCSM � Attività territoriale 2000 2001 2000 2001

nel comune è attivo il servizio? (1=Sì; 0=NO) Sì 13 Sì 13 CSM CSMsedi AD nel comune ? (1=Sì; 0=NO) 2 2 CSM CSMutenti ammessi nell�annoutenti dimessi nell�annoutenti deceduti nell�annon. utenti in carico al CSM nel Distretto (31.12.) 583 CSM CSM

n° visite domiciliari 2.690 2.698 CSM CSMn. totale addetti CSM (vedi Tab.2) 15 17 CSM CSM

di cui: operatori AUSL 15 17 CSM CSMpersonale in convenzione con AUSL 0 0 CSM CSM

n. Enti gestori pubblici Comuni Ausl1

Altro Comuni Ausl1

Altro CSM CSM

n. Enti gestori non profit IPAB Coop.Sociali

Ass.volontariat

o

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

ato

CSM CSM

n. Enti gestori profit 0 0 CSM CSMn. Retta intera assistito 0 0 CSM CSMn. Retta parziale assistito 0 0 CSM CSMn. Retta gratuita pubblica (tutti gli utenti CSM) 583 tutti CSM CSMn. Retta intera presidio 0 0 CSM CSMn. utenti in Lista d�attesa 0 0 CSM CSM

111

ATTIVITA' - DISABILI 2000 2001 Risposte su 13 Comuni2000 2001

n. disabili minori in carico ai servizi sociali 51 70 13 13Lista d�attesa 0 10

n. assunzioni soggetti disabili nel mercato del lavoro 4 5* 13 13

Lista d�attesa 0 11n. inserimenti lavorativi in Borsa lavoro 40 41 13 13

Lista d�attesa 0 11Trasporti scolastici 8 9 11 11

Lista d�attesa 0 11Trasporti Assistenza domiciliare 2 2 11 11

Lista d�attesa 0 11Trasporti Centro diurni 6 6 12 12

Lista d�attesa 0 11Trasporti Taxi sociale 29 30 12 12

Lista d�attesa 0 11Sostegni scolastici 36 53 13 13

Lista d�attesa 0 11Assegno di cura per disabili <65 anni 0 1 13 12

Lista d�attesa 1 11Sussidi economici erogati a persone disabili: 0 0 10 10

Lista d�attesa 0 10Disabili provenienti dal Comune, assistiti in Residenzaprotetta /Centro socio riabilitativo residenziale/Gruppoappartamento: fuori comune

8 12

fuori distretto 7 11fuori provincia 0 11

Altre strutture/servizi (n°) 1 2 13 13Laboratorio preavviamento AUSL (n. utenti) 5 6 13 13

Laboratorio preavviamento Cooperativa sociale (n. utenti) 6 7 13 11N. addetti complessivi (per tutte le attività territoriali) 0 0 * Totale Distretto invalidi civili >45% iscritti al 31.12.2001 al Collocamento mirato (L.68/99) dichiaratisi disponibili al lavoro: n. 128. Totale disabili residenti nel Distretto Sud Est avviati al lavoro nel 2001: n. 19

112

ATTIVITA' - SALUTE MENTALE 2000 2001 Risposte su 13 Comuni2000 2001

n. disabili minori in carico ai servizi sociali 0 0 CSM CSMLista d�attesa 0 CSM CSM

n. assunzioni soggetti disabili nel mercato del lavoro 0 3* CSM CSMLista d�attesa 0 CSM CSM

n. inserimenti lavorativi in Borsa lavoro 13 CSM CSMLista d�attesa 0 CSM CSM

Trasporti 0 CSM CSMLista d�attesa 0 CSM CSM

Assegno di cura (disabili <65 anni) 0 0 CSM CSMLista d�attesa 0 CSM CSM

Sussidi economici erogati a persone disabili: 0 23 CSM CSMLista d�attesa 0 CSM CSM

Disabili provenienti dal Comune, assistiti in Residenzaprotetta /Centro socio riabilitativo residenziale/Gruppoappartamento: fuori comune

0 CSM CSM

fuori distretto 0 CSM CSMfuori provincia 0 CSM CSM

Altre strutture/servizi (n°) 2 0 CSM CSM Appartamenti autogestiti (n. utenti) CSM CSM

N. addetti complessivi (per tutte le attività territoriali) 15 17 CSM CSM

113

DISABILI

Tab. 1 TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI 2000 2001(somma per tutte le strutture) n. utenti n. prestazioni n. utenti n. prestazioni

Accompagnamento 0Assistenza infermieristica diurna 0Assistenza infermieristica notturna 0Assistenza infermieristica di pronta reperibilità 17 SìAssistenza medica 7 SìAssistenza medica di pronta reperibilità 17 SìAssistenza psicologica 0Assistenza riabilitativa 17 SìAssistenza tutelare diurna/aiuto alla persona 17 SìAssistenza tutelare notturna 7 SìAttività culturali 10 SìAttività didattico-educative 17 SìAttività di animazione/socializzazione 17 SìAttività di controllo e sorveglianza 17 SìAttività fisioterapiche 0Attività ginnico/sportive 0Attività occupazionali 0Formazione professionale 0Fornitura pasti/consegna 17 SìLavanderia/guardaroba 17 SìPulizia e riordino camere/locali/abitazione 17 SìPulizia generale/riordino spazi comuni 17 SìSegretariato sociale 17 SìServizi amministrativi 17 SìTrasporti 17 SìVacanze estive 10 Sì

114

SALUTE MENTALE

Tab. 1 TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI 2000 2001CENTRO DI SALUTE MENTALE n. utenti n. prestazioni n. utenti n. prestazioni

AccompagnamentoAssistenza infermieristica diurna Sì SìAssistenza infermieristica notturnaAssistenza infermieristica di pronta reperibilitàAssistenza medica Sì SìAssistenza medica di pronta reperibilitàAssistenza psicologica Sì SìAssistenza riabilitativa Sì SìAssistenza tutelare diurna/aiuto alla personaAssistenza tutelare notturnaAttività culturaliAttività didattico-educative Sì SìAttività di animazione/socializzazione Sì SìAttività di controllo e sorveglianzaAttività fisioterapicheAttività ginnico/sportiveAttività occupazionali Sì SìFormazione professionale Sì SìFornitura pasti/consegnaLavanderia/guardarobaPulizia e riordino camere/locali/abitazionePulizia generale/riordino spazi comuniSegretariato sociale Sì SìServizi amministrativi Sì SìTrasporti Sì SìVacanze estive

115

DISABILI

N. addetti - Anno 2001Tab. 2 Tipologia del personaleCentri socio riabilitativo

residenzialeCentri socio riabilitativo

diurnoAssistenza domiciliare

Coordinatore responsabile della struttura 0,5 0,5 N.R.Personale direttivo 0 0 N.R.Personale amministrativo 0,5 0,5 N.R.Assistenti sociali 0 0 N.R.Responsabili attività assistenziali (R.A.A.) 0 0 N.R.Addetti all'assistenza (con attestato regionale) 2 0 N.R.Addetti all'assistenza (senza attestato regionale) 0 0 N.R.Sociologi 0 0 N.R.Animatori 0 0 N.R.Psicologi 1 0 N.R.Pedagogisti 3 0 N.R.Educatori con attestato regionale e/o diploma specifico 5 5 N.R.Educatori senza attestato regionale e/o diploma specifico 4 0 N.R.Insegnanti ed altri addetti alla formazione 0 0 N.R.Medici (non sono da rilevare i medici di base di scelta individuale) 0 0 N.R.Neuropsichiatra 0 0 N.R.Assistenti sanitari 0 0 N.R.Infermieri professionali 0 0 N.R.Infermieri generici 0 0 N.R.Fisioterapisti/Massofioterapisti 0 0 N.R.Logopedisti 0 0 N.R.Altri terapisti della riabilitazione 0 0 N.R.Addetti ai servizi generali (cucina, lavanderie, pulizie, �) 2 0 N.R.Autisti 0 2 N.R.Obiettori 2 0 N.R.Altro (specificare ���.��.) 0 0 N.R.TOTALE (n° addetti) 21 9 N.R.

116

SALUTE MENTALE

Tab. 2 Tipologia del personale N. addetti - Anno 2001Comunità terapeutica Appartamenti per

trattamenti prolungatiAttività CSM

(personale AUSL)Coordinatore responsabile della struttura 0Personale direttivo 0Personale amministrativo 0Assistenti sociali 1Responsabili attività assistenziali (R.A.A.) 0Addetti all'assistenza (con attestato regionale) 2 1 1Addetti all'assistenza (senza attestato regionale) 0Sociologi 0Animatori 0Psicologi 0,5 0Pedagogisti 0Educatori con attestato regionale e/o diploma specifico 5 0

Educatori senza attestato regionale e/o diploma specifico 0

Insegnanti ed altri addetti alla formazione 0Medici (non sono da rilevare i MdB di scelta individuale) 0,2 3,5

Neuropsichiatra 0Assistenti sanitari 0Infermieri professionali 2 2 11Infermieri generici 0Fisioterapisti/Massofioterapisti 0Logopedisti 0Altri terapisti della riabilitazione 0Addetti ai servizi generali (cucina, lavanderie, pulizie, �) 2,5 1 0

Autisti 0Obiettori 0Altro (specificare: guardiani notturni) 2 0

TOTALE (equivalente unità tempo pieno) 14,2 4 16,5TOTALE (N° addetti) 21 5 17

117

Risorse esterne ai servizi attive nel settoreDisabili + Salute Mentale

2000Numero

2001Numero

Associazioni di volontariato 11 12Associazioni di promozione sociale 15 15Sportelli di ascoltoLaboratori di al preavviamento al lavoro 2 2Cooperative di inserimento lavorativo - 1Laboratorio teatrale 1 1Altro

4.1 Gli aspetti qualitativi

Le criticità emerse sia dal gruppo di lavoro che dalle schede di sintesi elaborate dall�Amministrazione Provinciale, recependo i dati trasmessi daiServizi Comunali, evidenziano la mancanza del dato numerico complessivo dei cittadini disabili minori e adulti, residenti nel territorio delDistretto, conoscenza che permetterebbe di identificare strumenti efficaci per migliorare la capacità di informare il cittadino (l�informazione,l�accessibilità), di prevedere interventi di sostegno/affiancamento alle persone e alle loro famiglie (l�integrazione, l�accessibilità, la sussidiarietà)che non rispondano solo all�emergenza e alle criticità della specifica situazione, ma realizzino quel sistema integrato che la legge quadro delinea eche il progetto di legge regionale �Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi eservizi sociali�, assumendone i principi, delinea, raggiungendo chi altrimenti non avrebbe voce (l�accessibiltà, la sussidiarietà).Attualmente i dati in possesso ai Servizi sono quelli inerenti il bisogno espresso.

Un altro punto di grande difficoltà è inerente i trasporti.La mobilità è un punto trasversale rispetto ai vari gruppi di lavoro, vi è la necessità di strutturare con progetti anche innovativi: taxi sociali,collaborazioni con volontari, vicini di casa, accordi tra la Tep, gli autotrasportatori privati e i Comuni rispetto all�attivazione di nuovi e/o diversipercorsi, serviti attraverso: autobus di linea o bus a chiamata (significativo a questo proposito è la sperimentazione che partirà a breve nel territoriodella Comunità Montana Valli Taro e Ceno, ecc..), per rispondere a questa esigenza che risulta preliminare e che vede nella zona montana fortidifficoltà di attivazione e ampliamento e nella pedemontana la difficoltà a sostenere le richieste di un servizio già strutturato, e a mantenerle epotenziarle per il restringimento e la successiva, a breve termine, eliminazione del servizio civile.

118

Le azioni potrebbero coinvolgere più servizi, quali quelli per persone disabili, anziani e minori finalizzate al:- Mantenimento del taxi sociale nei Comuni in cui il servizio è già presente ed attivazione nei singoli Comuni dove ancora non è attivo, con il

coinvolgimento del Volontariato (Auser, Filo d�Arianna, volontariato femminile);- Creare un collegamento con gli altri servizi specialmente con gli ANZIANI, per mettere in rete i trasporti.

INTERVENTI INNOVATIVI

Disabili:Felino:• Taxi sociale che permette non solo trasporti per visite specialistiche, ma anche per socializzazione, accompagnamenti;• Alcune attività di socializzazione organizzate dal S.A.D. sono aperte anche ai disabili adulti;• L�associazione �Non solo teatro� organizza spettacoli teatrali anche per disabili;• Laboratorio teatrale per persone disabili organizzato da � Natura dei teatri�.Sala Baganza:• Coinvolgimento da parte della Parrocchia all�interno delle loro attività (es. coro della chiesa) di disabili adulti;• Presa in carico da parte del SAD per attività di socializzazione e laboratorio manuale di alcuni disabili adulti;• Adulti disabili in carico al Taxi Sociale sia per trasporti scolastici, che ai luoghi di lavoro; servizio quindi necessario per lo svolgimento della

loro quotidianità.• Informazione all�accesso e utilizzo dei finanziamenti Regionali previsti dalla L.R. 29/1997e quelli riguardanti la permanenza nella propria

abitazione

Salute mentale:• Utilizzo di corsi di formazione: sia per il percorso specifico nell�acquisizione di abilità lavorative, sia per un�influenza di tipo evolutivo in vari

ambiti della sfera relazionale e sociale;• Possibilità di sbocco di un percorso �riabilitativo� (o meglio più in generale �terapeutico�) e formativo in un�assunzione, grazie all�attuale

normativa e al sorgere di una cooperativa sociale di tipo �B�.

CRITICITÀ EMERSE

Disabili:Per tutti:" Non siamo in grado al momento, di evidenziare il dato di incidenza della disabilità, perché il programma informatico del servizio igiene

pubblica riporta solo le domande, le visite e la percentuale. Le persone non sono divise per comune, non si conosce se visitati per la prima volta

119

o successive, nella modulistica non è specificato la disabilità e i codici diagnostici. La patologia è nel cartaceo di ogni verbale (nel 2000 sonostate visitate 1061 persone, nel 2001 sono state visitate 1250 persone).

" Per i disabili vi è una grave difficoltà nell�accedere ai servizi in quanto mancano i mezzi di trasporto pubblico, questo servirebbe per dare piùautonomia alle persone.

" Sostituzioni troppo frequenti degli operatori che seguono i casi di assistenza domiciliare.

Sala Baganza:• Necessità di maggiori raccordi tra A.USL, Comune e volontariato per la programmazione di attività riguardanti i disabili e per il costante

passaggio di informazioni circa le criticità e le novità del settore.

Salute mentale:• scarsa varietà e quantità di strutture, oltre che di personale, e quindi scarsa possibilità di effettuare percorsi terapeutici, tenendo conto delle

caratteristiche dell�utente e del grado di intensità del disagio per il quale è in carico;• rigidità nel poter scarsamente utilizzare in rete Servizi ad un livello provinciale;• confusione delle funzioni attribuite ufficialmente e quelle che di fatto gravano su un Servizio che non è provvisto per farlo, per esempio: per

persone con comportamenti disturbanti per la comunità, ma non affette da patologia psichiatrica (a parte il disturbo di personalità che è ovvio intutti coloro che tengono comportamenti antisociali) si ritenga responsabile il Servizio di Salute Mentale, sia per quanto riguarda il reperire unacasa, i soldi (che ovviamente sono spesi poi in modo illecito) ed un contenimento del comportamento. I chiarimenti forse sono necessari nonsolo a livello locale, ma condivisi anche a livelli più �elevati�.

• Facendo seguito a questo esempio ci sentiamo di affermare che, nel nostro Distretto, non è emersa una significativa criticità per il problemacasa, che a nostro avviso viene a torto riversato sul nostro servizio. Ma piuttosto di luoghi con una specificità terapeutica, che possanotemporaneamente (durante il giorno, o durante un periodo anche lungo) sostituire la casa che spesso i nostri utenti hanno, ma da cui vengonoespulsi o si auto-espellono a causa dell�intensità del disagio.

BISOGNI INESPRESSI

Disabili:

Per tutti:" Estrema difficoltà nel conoscere quante persone residenti nel territorio sono disabili (dato di prevalenza)Felino e Sala Baganza:• Cercare il coinvolgimento diretto dei disabili e delle loro famiglie nella programmazione dei servizi a loro favore (es. creazione di gruppi di

mutuo aiuto, punto d�ascolto per disabili�.).

120

BISOGNI INSODDISFATTI

Disabili:

Per tutti:" Sostegno alle famiglie:

- Assistenza domiciliare integrata- Vita extrafamiliare, vita indipendente- Servizi temporanei di sollievo e di accoglienza per disabili medio/lievi e medio gravi

" Mancano le opportunità per il tempo libero e di aggregazione socialeFelino:• Necessità di dare un sostegno anche economico alle famiglie tipo assegno di cura• Rimozione di barriere architettoniche esterne per garantire l�accesso ai disabili;• Necessità di coniugare le esigenze e i desideri di vita autonoma dei disabili con l�accesso e la fruizione dei beni culturali tenendo conto anche

dei loro vincoli (Esempio: accesso al castello).Sala Baganza:• Necessità di rimozione delle barriere architettoniche esterne, necessarie per garantire l�accesso dei disabili ai luoghi pubblici. Necessità di

coniugare le esigenze e i desideri di vita autonoma dei disabili ai beni culturali del paese (accesso alla rocca, alla biblioteca, ai Boschi di Carregae al Centro Parco).

•Salute mentale:• necessità di maggiore possibilità di percorsi formativi lavorativi e, dove possibile, assunzioni• avere una mappatura della disabilità psichica per meglio intervenire in tali percorsi• mancanza di iniziative (a parte i corsi di formazione) che aiutino a ridurre la solitudine di buona parte dei nostri utenti.

121

5. Area d�intervento: FAMIGLIA

INDICATORI DI BISOGNO/DOMANDA

INDICATORI DISTRETTOSUD-EST

PROVINCIAdi PARMA

EMILIA-ROMAGNA ITALIA

numero medio dicomponenti

1961 3,5 3,5 3,5 3,61971 3,1 3,1 3,2 3,31981 2,8 2,7 2,8 3,01991 2,6 2,6 2,6 2,81997 - - 2,6 2,71999 2,4 - 2,5 2,72000 2,31 i 2,3 2,5 2,62001 2,33 ii - - -

totale famiglie1961 17.690 112.2771971 17.706 127.0461981 21.264 146.4101991 23.373 153.3101999 26.942 169.424

% famiglie in alloggipopolari*

2000 1,392001 1,41

% famiglie con contributieconomici*

2000 0,182001 0,23

122

% famiglie con contributiper l'affitto*

2000 0,512001 0,59

* La percentuale è ottenuta utilizzando un dato del 1999 (numero totale delle famiglie) e dati 2000 e 2001, tenendo oltretutto presente che nel primoe nel terzo caso hanno compilato la scheda 12 Comuni su 13, nel secondo caso 11 su 13.

POPOLAZIONE 2000 2001 N° Comuniche hannorisposto

2000-2001Composizione famiglia % %1 componente 6384 34,4% 6048 34,1% 8-102 componenti 4661 25,2% 4882 27,5%3 componenti 4023 21,7% 3594 20,3%4 componenti 2677 14,4% 2453 13,8%5 o + componenti 787 4,3% 758 4,3%

ALTRO 2000 2001 N° Comuniche hannorisposto

2000-2001N. Famiglie monoparentali 2019 n.r. 3 - 0Dimensione media famiglie 2,31 2,33 11 - 6N. divorzi 25 16 8 - 9

123

OFFERTA SERVIZI-STRUTTURE(per il personale vedi tab. 2)

N° Comuniche hannorisposto

2000-2001Centri per le famiglie n. centri 0 0 13

n. nuclei familiari ammessi nell�annon. nuclei familiaridimessi nell�annon. nuclei famigliari assistiti (al 31.12)

di cui: famiglie straniere (vedi Tab. 3)Di cui: utenti provenienti da fuori

Comunen. addettin. Enti gestori pubblici Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altro

n. Enti gestori non profit IPAB Coop.Sociali

Ass.volonta

riato

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontar

iaton. Enti gestori profitn. utenti in Lista d�attesa

ATTIVITA'(per le prestazioni delle strutture vedi tab. 1)

anno Numero Note N° Comuniche hannorisposto

2000-2001N. famiglie con minori con sostegnoeconomico

2000 48 11

2001 61 11Lista d�attesa 2001 0 1

N. famiglie con alloggi di EdiliziaResidenziale Pubblica

2000 374 12

2001 379 12Lista d�attesa 2001 161 3

N. famiglie con contributi per affitto (fondosociale per l�affitto)

2000 139 12

2001 159 12

124

Lista d�attesa 2001 9 1N. Appartamenti di prima accoglienza 2000 8 12

2001 8 12Lista d�attesa 2001 0 0

N. Alloggi di emergenza abitativa 2000 12 122001 15 12

Lista d�attesa 2001 6 3N. scuole ristrutturate adibite ad alloggi 2000 3 12

2001 3 12Lista d�attesa 2001 n.r. 0

N. famiglie che usufruiscono del Prestitod�Onore

2000 0 10

2001 1 10Lista d�attesa 2001 n.r. 0

Famiglie provenienti dal Comune assistite: fuori comune n.r. 0fuori distretto n.r. 0fuori provincia n.r. 0

Minimo Vitale 2000 6 22001 5 2

Lista d�attesa 2001 n.r. 0Altre strutture/servizi n. strutture/servizio 0 13

n. utenti 0 13N. addetti complessivi 2000 9 2(somma per tutte le attività) 2001 9 2

Risorse esterne ai servizi attive nelsettore

2000Numero

2001Numero

N° Comuni chehanno risposto

2000-2001Associazioni di volontariato 12 13 4Associazioni dei famigliari 1 1 4Associazioni di promozione sociale 24 24 4Cooperative Sociali 1 1 4Sportelli di ascolto 3 3 4Corsi genitori (Scuola genitori) 12 20 4Centri d�ascolto 0 0 4Altro 0 0 4

125

INTERVENTI INNOVATIVI IN ATTO:

La collaborazione e la successiva convenzione tra Comune ed Associazione Banca del Tempo ha costituito un consistente aiuto alle famiglie ancheextracomunitarie. Diversi sono stati gli interventi in atto: aiuto nei compiti, trasporto di bambini, ragazzi ed anziani, aiuto per lavori domestici e dipiccola manutenzione, giardinaggio, custodia di bambini, consulenze varie, ecc..

INTERVENTI INNOVATIVI SUGGERITI:

• Minimo vitale per le famiglie calcolato almeno con la stessa soglia di quella degli anziani;• Prevedere la possibilità di prestiti d�onore;• Favorire l�aiuto e la solidarietà tra le famiglie;• Favorire la partecipazione delle famiglie nella progettazione di servizi ed opportunità loro rivolte;• Sostenere le attività di cura nel suo complesso (anziani, minori, disabili, o per particolari esigenze di orari, lavoro, tempi di vita);• Centri di aggregazione;• Raccordo con il volontariato e le parrocchie e tutti gli organismi che si occupano di educazione dei giovani e dei problemi della famiglia in

generale.

CRITICITÀ EMERSE:

• Pesante pressione abitativa con difficoltà derivanti principalmente dal �caro affitto�;• crescente numero di famiglie in difficoltà economiche (coppie giovani con 1 o più figli minori � nuclei monoparentali);• Un numero sempre maggiore di famiglie a basso reddito (1 solo componente che può svolgere attività lavorativa in modo continuativo, presenza

di 1 o più figli minori, malattia di uno dei genitori) si trova a dover affrontare situazione di temporanee emergenze economiche. L�impossibilitàad intervenire tempestivamente mettendo a disposizione le somme necessarie (nella maggior parte dei casi sarebbero sufficienti importi nonelevati che si stimano da un minimo di � 500,00 ad un massimo di � 2.500,00) genera condizioni di indigenza che rischiano di prolungarsi neltempo. All�indigenza protratta possono seguire situazioni di disagio socio-psicologico con gravi ripercussioni sui minori. Da qui la necessità diistituire anche a livello sovracomunale l�intervento del prestito d�onore.

126

CRITICITÀ E BISOGNI NEI COMUNI MONTANI

Le famiglie presenti sul territorio montano incontrano molti ostacoli nella gestione del trend quotidiano familiare; questo a causa della dislocazioneterritoriale, delle difficoltà nel trovare un posto di lavoro all�interno del Comune (che comporta spostamenti continui per raggiungere il luogo dilavoro), nell�offerta dei servizi che tendono ad essere sempre più centralizzati verso la pianura.Ciò nonostante in montagna, la famiglia rimane una risorsa sempre disponibile e l�unica forma di �capitale sociale� a disposizione degli individui edella collettività.Si evidenzia però, la carenza di un coinvolgimento delle famiglie per costruire momenti di aggregazione per confrontarsi ed evidenziare leproblematiche comuni.Il bisogno emergente è espresso nella possibilità di creare degli spazi autogestiti di riflessione e di condivisione sul ruolo genitoriale. A questo siaggiunge l�esigenza di una consulenza e sostegno di tipo specialistico per approfondire alcune tematiche specifiche e fornire nuovi strumenti peraffrontare le problematiche della quotidianità.

127

6. Area di intervento: IMMIGRATI

INDICATORI DI BISOGNO/DOMANDA

INDICATORI SOCIALI DISTRETTOSUD-EST

PROVINCIA DIPARMA

REGIONE EMILIAROMAGNA

ITALIA

% stranieri sulla popolazione totale 3,4% 3,7% 3,3% 2,5%Tasso di femminilizzazione 40,7% 43,9% 45,0% 45,9%

%Minorenni su popolazione straniera 25,2% 21,1% 19,0%%Anziani su popolazione straniera 1,4% 1,5%

POPOLAZIONE STRANIERA 2000Sesso 0-17 18-64 > 65 totaleMaschi 308 985 15 1308Femmine 248 634 15 897TOTALE 556 1619 30 2205

128

INDICATORI DI OFFERTA DI SERVIZI/STRUTTURE

INDICATORI SOCIALI DISTRETTOSUD-EST

PROVINCIA DIPARMA

REGIONE EMILIAROMAGNA

CENTRO DI ACCOGLIENZA ABITATIVA% minori stranieri/n° utenti tot.

31/12/2001

0% 15,8% 20,8%

CENTRO DI ACCOGLIENZA ABITATIVA% anziani stranieri/n° utenti tot.

31/12/2001

0% 1,1% 1,1%

OFFERTA SERVIZI-STRUTTURE(per le prestazioni delle strutture vedi tab. 1, per il personale vedi tab. 2)

N° Comuniche hannorisposto

2000-2001Centro di accoglienza abitativa n. strutture 4 3 13

n. posti letto autorizzati 25 19 13n. posti letto convenzionati 6 6 13n. utenti ammessi nell�anno 2 3 11-12n. utenti dimessi nell�anno 2 3 11-12n. utenti deceduti nell�anno 0 0 12n. totale utenti al 31.12. 23 17 13(vedi anche Tab. 3)

Di cui: n. utenti minori 0 0 12-13n. utenti adulti 23 17 13

n. utenti anziani 0 0 12-13n. addetti (al 31.12) 0 0 11

n. Enti gestori pubblici Comuni 2

Ausl0

Altro0

Comuni1

Ausl0

Altro0

13

n. Enti gestori non profit IPAB

0

Coop.Sociali

0

Ass.volontariato

1

IPAB

0

Coop.Sociali

0

Ass.volontari

ato1

13

n. Enti gestori privati 1 1 13n. Rette intera assistito 23 17 13

129

n. Retta parziale 0 0 13n. Retta gratuita 0 0 13n. Retta intera presidio 0 0 13n. utenti in Lista d�attesa 0 1 10-11

ATTIVITA' anno Numero Note N° Comuniche hannorisposto

2000-2001Centri servizi 2000 0 13

2001 13 In 6 Comuni Ciac -Informastranieri - In 1Comune + Libero accesso

13

Lista d�attesa 2001 0 3Mediazione culturale 2000 0 13

2001 59 13Lista d�attesa 2001 0 1

Interventi di sostengo scolastico 2000 7 32001 2 3

Lista d�attesa 2001 0 1Alloggi adibiti all'accoglienza diextracomunitari

2000 8 4

2001 8 42001 0 1

Comunità abitative 2000 0 32001 0 3

Lista d�attesa 2001 0 1Corsi di alfabetizzazione 2000 6 4

2001 8 5Lista d�attesa 2001 3 3

Servizi Ausl dedicati 2000 0 132001 0 13

Lista d�attesa 2001 0 0Altre strutture/servizi n. strutture/servizio 0 13

n. utenti 0 13

130

N. addetti complessivi 2000 2 2(somma per tutte le attività) 2001 11 2

FLUSSI DATI DA ATTIVARE 2000Numero

2001Numero

N° Comuniche hannorisposto

2000-2001

Permessi di soggiorno n.r. n.r. 1Presenze stimate n.r. n.r. 1Ricongiungimenti familiari Minori > 18

anniMinori > 18

anniMaschi n.r. n.r. 0

Femmine n.r. n.r. 0N. immigrati nelle Scuole 146 288

Scuola elementari 86 186 5-11Scuola media-inferiore 58 96 5-11Scuola media superiore 2 6 12-13

2000 2001Tab. 1 TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI(somma per tutte le strutture) n.

utentin.

prestazionin.

utentin.

prestazioni

N° Comuni chehanno risposto

2000-2001

Responsabilità delle ammissioni 0 0 0 0 11-10Vigilanza diurna 0 0 0 0 11-10Vigilanza notturna 0 0 0 0 11-10Accompagnamento 6 0 6 0 11-10Assistenza medica 6 0 6 0 11-10Assistenza psicologica 0 0 0 0 11-10Attività culturali 0 0 0 0 11-10Attività didattico-educative (Formazione scolasticaSOSTEGNO)

0 0 0 0 11-10

Attività di animazione/socializzazione 6 0 6 0 11-10Attività ginnico/sportive 0 0 0 0 11-10Attività occupazionali 0 0 0 0 11-10Formazione professionale 0 0 0 0 11-10Fornitura pasti/consegna 0 0 0 0 11-10

131

Lavanderia/guardaroba 0 0 0 0 11-10Pulizia e riordino camere/locali/abitazione 0 0 0 0 11-10Pulizia generale/riordino spazi comuni 0 0 0 0 11-10Segretariato sociale 0 0 0 0 11-10Servizi amministrativi 0 0 0 0 11-10Trasporti 0 0 0 0 11-10

N. addetti - Anno 2001Tab. 2 Tipologia del personale(per tutte le strutture) Centro di accoglienza abitativa

N° Comuni chehanno risposto

2000-2001Coordinatore responsabile della struttura 1 12Personale direttivo 1 12Personale amministrativo 1 12Assistenti sociali 0 12Addetti alla vigilanza 0 12Addetti all'assistenza (con attestato regionale) 0 12Addetti all'assistenza (senza attestato regionale) 0 12Sociologi 0 12Animatori 0 12Psicologi 0 12Educatori con attestato regionale e/o diploma specifico 0 12Educatori senza attestato regionale e/o diploma specifico 0 12

Insegnanti ed altri addetti alla formazione 0 12Medici (non sono da rilevare i medici di base di sceltaindividuale)

0 12

Assistenti sanitari 0 12Infermieri professionali 0 12Infermieri generici 0 12Fisioterapisti/Massofioterapisti 0 12Logopedisti 0 12Altri terapisti della riabilitazione 0 12Addetti ai servizi generali (cucina, lavanderie, pulizie�) 1 12Addetti alla manutenzione 0 12Autisti 0 12Obiettori 0 12

132

Altro (specificare ���.��.) 0 12TOTALE 4 12

N. utenti - Anno 2001Tab. 3 - Paese di provenienza(per le strutture)

N° Comuni chehanno risposto

2000-2001Africa centrale 12 13Africa occid. e merid. 5 13Africa orientale 30 13Africa settentrionale 2 13Altri paesi europei 0 13America meridionale 0 13America sett., centr. e caraib. 0 13Asia meridionale 0 13Asia occidentale 0 13Asia orient. e sud-orient. 0 13Australasia, Oceania etc. 0 13UE 3 13Altri paesi europei 0 13APOLIDE 0 13Totale 52 13

Risorse esterne ai servizi attive nelsettore

2000Numero

2001Numero

N° Comuni chehanno risposto

2000-2001Associazioni di immigrati 1 2 6Associazioni per immigrati 6 6 6Totale Associazioni 5 5 6Totale Associazioni di Volontariato 11 12 6Associazioni di promozione sociale 9 9 6Centri interculturali 0 1 6Università popolare 0 0 6Cooperative sociali di inserimentolavorativo

1 1 6

Altro 1 1 6INTERVENTI INNOVATIVI

133

La presenza nel nostro Paese di cittadini stranieri, sta diventando una realtà sempre più importante.Il costituirsi di una società multietnica impone il pensare in maniera critica ai Servizi ed alle prestazioni erogate, per comprendere le difficoltà che ilcittadino straniero vive quotidianamente.

Lo Stato sta investendo molto nella realizzazione di infrastrutture che permettano un�integrazione tra culture differenti, affinché siano contrastate ledisuguaglianze e tutelati i diritti dei più deboli.Il Piano Sanitario Nazionale degli ultimi anni da indicazione affinché le Regioni procedano all�elaborazione di Progetti.Il Comune di Langhirano partecipa alla realizzazione di alcuni di questi, elaborati dai Comuni della Provincia di Parma.

PROGETTI L. 286/98ANNO 2000/2001Progetto Informa Stranieri: Capofila Comune di Parma: creazione di una rete telematica per l�informazione, l�orientamento e la consulenza acittadini stranieri.Costo complessivo £ 125.640.000.Il progetto prevedeva la condivisione con tutti i Comuni coinvolti di un sistema informativo contenente informazioni di elevato interesse percittadini stranieri: legislazione, lavoro, casa, scuola, opportunità formative, servizi, cultura, tempo libero ecc.E� stato realizzato un percorso formativo di 4 giornate per gli operatori front-office ed un incontro con i tecnici informatici.

Progetto Immigrazione e Cittadinanza (CIAC) - Capofila Comune di Collecchio: creazione di una rete di competenze giuridiche sul temaimmigrazione asilo e cittadinanza. Formazione del Personale delle Amministrazioni Pubbliche. Consulenze giuridiche.Costo complessivo £ 128.369.231Il progetto relativo alla prima annualità è già stato realizzato, e prevedeva:Una serie di incontri rivolti agli operatori front-office per la formazione che considerasse diversi profili (antropologico, statistico, legislativo�).L�apertura, dal mese di luglio 2001, di uno sportello rivolto agli immigrati per consulenze.Per i casi più complessi, per cui è necessaria la consulenza di un avvocato, l�utente viene inviato diretta mente alla sede provinciale di Ciac.

Progetto Gruppo permanente di formazione e informazione interculturale - Capofila Comune di Collecchio: creazione di un gruppo dipersone che pur lavorando in Servizi differenti, sia in grado di collaborare per attivare una rete di scambio tra le professionalità presenti sul territorioche si occupano a vario titolo del problema dell�immigrazione.Costo complessivo £ 56.787.000.

Progetto Guida per i cittadini extracomunitari per soggiornare, studiare e lavorare in Italia � Capofila -Comune di Montechiarugolo:realizzazione di una guida, tradotta in cinque lingue, in cui si troveranno informazioni sui servizi, l�iter per accedervi, la modulistica necessaria.

134

Costo complessivo £ 19.241.600.Progetto in fase di attuazione.Questo Progetto ha visto il coinvolgimento di rappresentanti dell�Ufficio Scuola, Anagrafe e Servizi Sociali, per la definizione delle schede dainserire nella Guida e la stesura del testo relativo.

Progetto Libero Accesso � Comune Capofila Langhirano: realizzazione di una banca dati delle prestazioni e dei servizi socio-sanitari-assistenziali per l�informazione e l�accesso ai Servizi. Creazione di un sito Web con accesso agli utenti ed operatori del settore, con modulisticatradotta e aggiornata e aggiornata in tempo reale.Costo complessivo £ 37.400.000Nella prima fase del Progetto sono state realizzate tre giornate seminariali per la formazione di operatori, sia dell�Azienda USL, Comuni delDistretto, che Provincia di Parma.Agli incontri hanno partecipato due rappresentanti dell�Ufficio Servizi Sociali ed uno dell�Ufficio Anagrafe.Sono stati predisposti gli attestati di partecipazione per tutti gli operatori coinvolti.La seconda fase del progetto prevede l�individuazione delle schede che dovranno essere tradotte.

ANNO 2001/2002

Progetti ripresentati per una seconda annualità:Progetto Informa StranieriNella seconda annualità il Progetto intende:Acquisire e mantenere aggiornate le informazioni da condividere con i partnersMantenere collegate tra loro tutte quelle realtà, singolo o associate, istituzionali o di �società civile�, che si occupano di stranieri.Progetto Immigrazione e Cittadinanza (CIAC)

Nuovi Progetti elaborati:

�Dall�accoglienza a una nuova Comunità �Capofila Comune di Traversetolo, in collaborazione con Comuni ed Istituti Comprensivi.Il progetto si pone i seguenti obbiettivi:Interventi di sostegno all�apprendimento per i minori stranieri immigrati.Interventi volti a fornire strumenti interculturali tali da garantire la partecipazione degli alunni e delle famiglie al percorso scolastico.Interventi di sostegno all�apprendimento della lingua italiana da parte degli adulti stranieri.

135

�Accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati in stato di necessità�Capofila Comune di Felino.Il Progetto si propone di dare realizzazione locale al diritto all�Asilo aprendo una piccola struttura (appartamento), d�accoglienza temporanea perrichiedenti asilo e rifugiati.Nessun costo a carico del Comune di LanghiranoCosto complessivo 50.461.000.

�Scuolamondo�.Capofila Comune di Parma.Il Progetto si propone di supportare le Scuole dell�obbligo nella fase di accoglienza ed inserimento dei nuclei familiari neo-arrivati.L�impegno richiesto al Comune è quello di partecipare alle riunioni di coordinamento e il lavoro di reperimento informazioni per l�elaborazionedella Guida multilingua e l�utilizzo della stessaCosto Complessivo £ 36.627.500

Collaborazione tra Associazioni di volontariato (banca del tempo) e Comune di Sala Baganza per:organizzazione di corsi di alfabetizzazione per le donne straniere e contemporaneamente di accudimento dei loro figli;gestione di un corso di lingua italiana per bambini delle elementari e medie, (compreso l�aiuto nei compiti pomeridiani).

CRITICITÀ EMERSE

La mancanza della �casa�, il caro affitto e l�inadeguatezza degli alloggi occupati rappresentano sicuramente le maggiori criticità.La scarsità di risorse abitative induce molto spesso i cittadini stranieri ad accettare soluzioni del tutto inadeguate sia sotto il profilo igienico-sanitario che economico con forme di locazione non regolare. Di conseguenza anche il cittadino straniero che dispone di una casa si vede semprepiù frequentemente negati altri diritti (ricongiungimenti familiari, rilascio carta di soggiorno, contributi per l�affitto).Relativamente alle opportunità di integrazione si evidenzia la necessità, segnalata in misura crescente dalla scuola, della presenza dimediatori culturali.

Altre criticità:• Presenza sommersa di donne straniere che si occupano di assistenza anziani senza permesso di soggiorno;

136

• Mancanza di un collegamento formale Comune � questura;• Mancanza di integrazione tra gli stranieri e la popolazione locale;• Necessità di un raccordo costante e diretto comune � stranieri per l�organizzazione di servizi a loro favore;• Necessità di uno sportello di accoglienza ed ascolto che funga da mediatore con le Amministrazioni nel riportare i loro bisogni per la creazione

di nuovi servizi ed opportunità;• Scarsa conoscenza delle leggi, dei regolamenti e dei costumi italiani;• Scarsa integrazione delle donne straniere soprattutto di alcune zone di provenienza;• Necessità di mediazione culturale all�interno delle scuole con le famiglie;• Conflitti generazionali determinati dal confronto di due culture diverse.

BISOGNI:

BISOGNI INESPRESSI:• Necessità di maggiori opportunità di integrazione tra le famiglie;• Necessità di sostegno consultoriale alle donne per problemi legati alla procreazione, sessualità e per sostegno psicologico.

BISOGNI INSODDISFATTI:

• Casa;• Il bisogno primario che emerge dalla popolazione immigrata del territorio comunale è relativa alla difficoltà di apprendimento della lingua e del

suo utilizzo, quindi sarebbero necessari corsi di alfabetizzazione soprattutto per adulti.

137

7. Area di intervento: MINORI

INDICATORI DI BISOGNO/DOMANDA

POPOLAZIONE 2000

Classi di età Maschi Femmine

Totale

0 - 2 842 783 16253 - 5 772 739 15116 - 10 1.329 1.241 313611 - 13 765 686 145114 - 17 1.037 971 2.008Totale 4745 4420 9731

FAMIGLIA 2000 2001 N° Comuniche hannorisposto

2000-2001Composizione famiglia % %1 componente 6384 34,4% 6048 34,1% 8-102 componenti 4661 25,2% 4882 27,5%3 componenti 4023 21,7% 3594 20,3%4 componenti 2677 14,4% 2453 13,8%5 o + componenti 787 4,3% 758 4,3%

ALTRO 2000 2001 N° Comuniche hannorisposto

2000-2001N. Famiglie monoparentali 2019 n.r. 3 - 0Dimensione media famiglie 2,31 2,33 11 - 6N. divorzi 25 16 8 - 9

138

INDICATORI DI OFFERTA DI SERVIZI/STRUTTURE

INDICATORI SOCIALI DISTRETTOSUD-EST

PROVINCIA DIPARMA

REGIONE EMILIAROMAGNA

Tasso di frequenza ASILI NIDO(n° utenti Asili nido/popolazione 0-2 anni) 18,5%** 17,05%

19,6%(banca datiregionale al

1997/8)Tasso soddisfazione domanda espressa

ASILI NIDO(n° utenti/n° utenti+n° utenti lista di attesa)

23,6% ** 23,62%

Tasso di frequenza SCUOLE PER L'INFANZIA(n° utenti Scuole per l'infanzia/popolazione 3-5

anni)100%** 92%

(a.s. �00/�01)

98,4%(banca datiregionale al

1999/00)COMUNITA� FAMILIARI(n° utenti stranieri/n° utenti)

11%al 31/12/�01

** Valori utenza al 31/12/2001 su popolazione al 31/12/2000

OFFERTA SERVIZI-STRUTTURE(per le prestazioni delle strutture vedi tab. 1, per il personale vedi tab. 2)

N° Comuniche hannorisposto

2000-2001Comunità di pronta accoglienza n. strutture 0 0 13

n. posti letto autorizzati 13n posti letto convenzionati 13minori ammessi nell�anno 13minori dimessi nell�anno 13minori deceduti nell�anno 13n. utenti (al 31.12.) 13

di cui: minori stranieri (vedi Tab.3)

13

di cui: minori disabili 13di cui: minori provenienti da fuori 13

139

Comunedi cui: minori provenienti da fuori

Distretto13

di cui: minori provenienti da fuoriProvincia

13

n. addetti (al 31.12.) 13

n. Enti gestori pubblici Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altro 13

n. Enti gestori non profit IPAB Coop.Sociali

Ass.volontariat

o

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontariato

13

n. Enti gestori profit 13n. Retta intera assistito 13n. Retta parziale 13n. Retta gratuita 13n. Retta intera presidio 13n. utenti in Lista d�attesa 13

Comunità di tipo familiare n. strutture 2 2 13n. posti letto autorizzati 12 12 13n posti letto convenzionati 0minori ammessi nell�anno 2+1ma

dre3+1ma

dre12

minori dimessi nell�anno 1+1madre

0 12

minori deceduti nell�anno 0 0 12n. utenti (al 31.12.) 1 9+1ma

dre13

di cui: minori stranieri (vedi Tab.3)

1 1 13

di cui: minori disabili 0 0 12di cui: utenti provenienti da fuori

Comune0 0 12

di cui: minori provenienti da fuoriDistretto

1 3+1madre

12

di cui: minori provenienti da fuoriProvincia

0 0 12

140

n. addetti (al 31.12.) 8+2volontari

8+2volontari

13

n. Enti gestori pubblici Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altro 12

n. Enti gestori non profit IPAB Coop.Sociali

Ass.volontaria

to 1

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontariato 1

13

n. Enti gestori profit 1famigli

a

1famigli

a

12

n. Retta intera assistito 0 0 13n. Retta parziale 0 0 13n. Retta gratuita 3 3 13n. Retta intera presidio 0 0 13n. utenti in Lista d�attesa 0 0 13

Comunità accoglienza n. strutture 0 0 13n. posti letto autorizzati 13n posti letto convenzionati 13Minori ammessi nell�anno 13Minori dimessi nell�anno 13Minori deceduti nell�anno 13n. utenti (al 31.12.) 13

di cui: minori stranieri (vedi Tab.3)

13

di cui: minori disabili 13di cui: utenti provenienti da fuori

Comune13

di cui: minori provenienti da fuoriDistretto

13

di cui: minori provenienti da fuoriProvincia

13

n. addetti (al 31.12.) 13n. Enti gestori pubblici Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altro 13

n. Enti gestori non profit IPAB Coop.Sociali

Ass.volontariat

o

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontariato

13

141

n. Enti gestori profit 13n. Retta intera assistito 13n. Retta parziale 13n. Retta gratuita 13n. Retta intera presidio 13n. utenti in Lista d�attesa 13

Centro diurno n. strutture 0 0 13n. posti autorizzati 13n. posti convenzionati 13Minori ammessi nell�anno 13Minori dimessi nell�anno 13Minori deceduti nell�anno 13n. utenti (al 31.12.) 13

di cui: minori stranieri (vedi Tab.3)

13

di cui: minori disabili 13di cui: utenti provenienti da fuori

Comune13

di cui: minori provenienti da fuoriDistretto

13

di cui: minori provenienti da fuoriProvincia

13

n. addetti (al 31.12.) 13n. Enti gestori pubblici Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altro 13

n. Enti gestori non profit IPAB Coop.Sociali

Ass.volontariat

o

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontariato

13

n. Enti gestori profit 13n. Retta intera assistito 13n. Retta parziale 13n. Retta gratuita 13n. Retta intera presidio 13n. utenti in Lista d�attesa 13

142

ATTIVITA' anno Numero Note N° Comuniche hannorisposto

2000-2001SERVIZI TERRITORIALI: interventieffettuatiAdozioni: 2000 19 10 su 13

2001 21 8 su 13Lista d�attesa 2001 0 su 13

Affidamenti 2000 26 17 parentali, 9etero familiari

12 su 13

2001 34 26 parentali, 8etero familiari

10 su 13

Lista d�attesa 2001Assistenza domiciliare a minori AUSL 2000 15 utenti 13 su 13

2001 14 utenti 13 su 13Lista d�attesa 2001

Assistenza neuropsichiatrica infantile AUSL 2000 1713 prestaz. 13 su 132001 2153 prestaz. 13 su 13

Lista d�attesa 2001Assistenza psicologica AUSL 2000 439 prestaz. 11 su 13

2001 296 prestaz. 11 su 13Lista d�attesa 2001

Assistenza riabilitativa AUSL 2000 3874 prestaz. 13 su 132001 4430 prestaz. 13 su 13

Lista d�attesa 2001Assistenza sociale a minori con disagioAUSL

2000 252 utenti 13 su 13

2001 292 utenti 13 su 13Segretariato sociale 2000 90 utenti 13 su 13

2001 114 utenti 13 su 132000 2001

Minori provenienti dal Comune assistiti instrutture residenziali e semiresidenziali:

fuori comune: n.r. n.r. 0

fuori distretto: n.r. n.r. 0fuori provincia: n.r. n.r. 0

Altre strutture/servizi n. strutture/servizio n.r. n.r. 0n. utenti n.r. n.r. 0

143

NIDI PER L�INFANZIA n. strutture 5 6 7-6Recettività: n. posti 178 225 4-6n. utenti 173 212 4-6

di cui: minori stranieri 6 8 3-3di cui: minori disabili 2 1 2-2

di cui: minori provenienti da fuoridistretto

4 6 2-3

(andrebbero differenziati tra educatori eoperatori)

n. addetti 5-5

n. Enti gestori pubblici Comuni4

Ausl Altro Comuni4

Ausl Altro 5-4

n. Enti gestori non profit IPAB Coop.Sociali

Ass.volontariat

o

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontariato

3-2

n. Enti gestori profit 0 0 3-2n. Retta intera 76 85 4-5n. Retta parziale 23 8 4-4n. Retta gratuita 1 1 3-2n. Retta intera presidio 0 0 1-1

(all'inizio dell'anno e non alla fine) n. utenti in Lista d�attesa 9 30 3-4SCUOLE PER L'INFANZIA n. strutture 13 16 4-7

Recettività: n. posti 616 1164 4-9Montechiarugolo ha sbagliato lacompilazione, credo

n. utenti

e per questo non ho messo gli utenti di cui minori stranieri 42 115 4-9di cui: minori disabili 3 8 3-8

di cui: minori provenienti da fuoridistretto

16 20 3-7

n. addetti 85 99 4-7n. Enti gestori pubblici 6 9 3-5n. Enti gestori non profit 3 3 2-3n. Enti gestori profit 1 2 2-4n. Retta intera 216 317 4-6n. Retta parziale 155 150 4-6n. Retta gratuita 30 38 3-5n. Retta intera presidio 0 0 1-1n. utenti in Lista d�attesa 0 2 3-3

144

SCUOLEScuola dell'obbligo n. iscritti 1330 3205 2-10

di cui: minori stranieri 79 268 2-9di cui: minori disabili 26 70 2-9

n. abbandoni scolastici 0 0 2-5Scuola superiore n. iscritti 0 121 2-2

di cui: stranieri 0 4 1-2di cui: disabili 0 11 1-2

n. abbandoni scolastici 0 0 1-2N. addetti complessivi 2000 n.r. n.r. 0 su 13(somma per tutte le attività) 2001 n.r. n.r. 0 su 13

Risorse esterne ai servizi attive nelsettore anziani

2000Numero

2001Numero

N° Comuni chehanno risposto

Associazioni di volontariato 20 20 4Associazioni di Promozione sociale(culturali, ricreative, sportive ecc)

51 51 4

Centri per le famiglie (es: interventi dimediazione per minori contesi)

0 0 13

Centri aggregativi 2 2 1Sportelli di ascolto 1 2 2Oratori 14 14 4Spazi Gioco Bimbi 16 17 2Laboratori 9 9 2Servizi Orientamento Lavoro 0 1 2Informagiovani 2 2 4Cooperative sociali 3 3 2Altro 0 0 13

145

INTERVENTI INNOVATIVI

♦ Nell�ambito dei finanziamenti previsti dalla L. 285 il Comune di Collecchio ha partecipato con un progetto �Centro Minori�, recentementeavviato, che prevede la possibilità per bambini già conosciuti e seguiti dal Servizio Sociale di usufruire in giorni ed orari non copertidall�impegno scolastico (quindi anche durante tutto il periodo estivo) di spazi per attività di studio e tempo libero alla presenza di un numeroadeguato di educatori. Obiettivo del progetto è anche di estendere la possibilità di accedere anche a minori non seguiti per favorire processi diintegrazione e socializzazione.

♦ Nell�ambito dei finanziamenti previsti dalla L. 285 i Comuni di Sala Baganza e Felino hanno avviato il progetto �Compagni di strada�: prevedela formazione di laboratori e la presenza di educatori di strada con la finalità di prevenire situazioni di disagio ed attivare insieme coi ragazziattività di stimolo e di aiuto per il tempo libero.

♦ Centro intercomunale per le politiche giovanili realizzato con i comuni di Felino, Sala Baganza, Collecchio, Montechiarugolo e Langhirano: hal�obiettivo di istituire un osservatorio permanente sulla condizione giovanile del territorio e programmare azioni ed iniziative rivolte ai giovani,con i giovani e per i giovani.

♦ Progetto Telemaco realizzato in collaborazione con i Comuni di Felino, Sala Baganza Collecchio e Montechiarugolo e le rispettive scuole. Taleprogetto prevede incontri con i ragazzi di 5° elementare e delle scuole medie su tematiche giovanili ed in particolare sulle difficoltà incontratenei momenti di passaggio tra una condizione e l�altra, tra una scuola e l�altra. L�obiettivo principale è la prevenzione delle condizioni di disagiopsicologico. Sono attivi: uno sportello per i ragazzi, uno per i genitori, uno per gli insegnanti.

♦ Centro pomeridiano a Collecchio anche per i comuni di Sala Baganza e Felino per i ragazzi in difficoltà. Tale centro serve per socializzazione eper aiuto nei compiti.

♦ A Sala Baganza con la collaborazione della �Banca del tempo� vengono forniti interventi di aiuto nei compiti e di custodia e diaccompagnamento dei minori ad attività ludico-ricreative

♦ Centri estivi: - uno organizzato dall�A.N.S.P.I. di Felino dai 6-14 anni- uno organizzato dall�A.N.S.P.I. e comune di Sala Baganza a Sala Baganza dai 6-14 anni- un centro organizzato a Felino insieme anche al comune di Sala Baganza rivolto ai bambini 3-6 anni- un centro organizzato dal comune di Felino per i bambini dai 6-14 anni- un centro dell�A.U.S.L. a Collecchio per tutti i bambini disabili di Collecchio, Sala Baganza e Felino

♦ Il Comune di Lesignano dè Bagni ha presentato due progetti per la legge 285: uno è rivolto ai minori per far conoscere il territorio e l�ambientenaturale, per infondere l�appartenenza e il rispetto della natura e per formare qualche giovane come guida naturalistica per visite guidate aicoetanei; l�altro progetto è rivolto ai genitori degli studenti delle scuole medie per sostenere e promuovere una riflessione sul loro ruolo e peraiutarli ad affrontare le situazioni di disagio dei ragazzi.

♦ Il Comune di Langhirano ha presentato due Progetti per la legge 285: uno teso, attraverso il lavoro degli operatori di strada, alla realizzazione diun centro di aggregazione e di ascolto; il secondo è un progetto di progettazione partecipata che vede coinvolte le scuole elementari e medie,supportate da un�équipe di architetti.

146

♦ Il Comune di Corniglio ha presentato un Progetto per la legge 285 al fine di iniziare a far fronte alle problematiche della popolazione giovanilesul territorio comunale. Il progetto tende a promuovere iniziative di organizzazione del tempo libero mediante la partecipazione ad attivitàmusicali di tipo corale e attività teatrali legate alla conoscenza e all�approfondimento delle tradizioni locali, per sostenere il senso di radicamentoe appartenenza alla cultura del territorio.

♦ Il Comune di Calestano ha presentato due Progetti per il finanziamento tramite la legge n.285. Un progetto è mirato a valorizzare le potenzialitàdei ragazzi, a sviluppare rapporti interpersonali sereni e a consolidare la partecipazione emotiva, cognitiva, motoria espressiva attraversolaboratori teatrali �la tabula dei sentimenti�. Il secondo progetto è mirato all�accrescimento dell�autostima, a sviluppare l�integrazione nelgruppo e il rispetto verso l�altro attraverso l�educazione alla pace ed all�interculturalità attraverso la musica.

♦ Il Comune di Tizzano ha iniziato a far fronte alle necessità della popolazione giovanile attraverso la creazione di uno spazio di aggregazionegiovanile organizzato, volto ad essere uno strumento di prevenzione al disagio in particolare per giovani che manifestano atteggiamenti diisolamento ed emarginazione.

♦ Il Comune di Monchio ha presentato un Progetto per la legge 285 al fine di iniziare a far fronte alle problematiche della popolazione giovanilesul territorio comunale. Il progetto tende a promuovere iniziative di organizzazione del tempo libero mediante la partecipazione ad attività diconoscenza ambientale, per sostenere il senso di radicamento e appartenenza alla cultura del territorio.

♦ Il Comune di Neviano degli Arduini ha presentato un Progetto in merito alla legge 285 per creare gruppi di aggregazione giovanile volti allarealizzazione di un percorso di conoscenza comune.Il Progetto punta sullo sviluppare conoscenze musicali e promuovere forme attive di educazione musicale al fine di formare dei gruppi musicaliautogestiti.

♦ Il Comune di Palanzano ha presentato un Progetto per lo svolgimento di un laboratorio musicale all�interno del contesto scolastico, al fine diporre le basi per la creazione di un possibile centro di aggregazione dove i ragazzi potrebbero essere partecipanti attivi degli interventi damettere in atto, per organizzare insieme le attività da fare.

Un filo conduttore relativo agli interventi innovativi a livello distrettuale può concentrarsi su alcuni punti validi per tutte le esperienze di evidenziateda tutti i Comuni:

♦ gli interventi innovativi si riferiscono nella maggior parte a progetti finanziati con la legge 285/97;♦ siccome nel triennio 2001/2003 la Regione ha chiesto di mirare gli interventi sulla fascia adolescenziale, quasi tutti i progetti innovativi si

rivolgono a questa fascia lasciando ad altri finanziamenti regionali la fascia 0/10 (L.R.1/2000 ad esempio)♦ Le mancanze maggiormente avvertite fino ad oggi erano e in parte sono ancora centri aggregativi, anche se in molti casi come evidenziano le

segnalazioni dei Comuni, la legge 285/97 è stata una buona occasione per i Comuni per finanziare parte di progetti che riguardavano propriol'apertura di spazi aggregativi e di ascolto.

147

CRITICITÀ EMERSE A LIVELLO DISTRETTUALE:

" Attività destinate ad aumentare la socializzazione tra i ragazzi e le risorse educative della comunità." Necessità d�istituire un raccordo sistematico tra operatori dell�azienda sanitaria, tecnici dei Comuni e amministratori per una più puntuale e

corretta rilevazione dei bisogni e relativa programmazione dei servizi idonei. Tali incontri servirebbero anche per una sistematica rilevazione evalutazione dei servizi resi.

" Carenza di interventi culturali extra-scolastici per i ragazzi come opportunità di aggregazione e di esperienze formative e ricreative, ad esempiocentri aggregativi o ricreativi.

BISOGNI EMERSI A LIVELLO DISTRETTUALE:" I bisogni che emergono sul territorio riguardano soprattutto la necessità di avere un luogo di ritrovo con attività di tipo educativo al proprio

interno, ad esempio centri aggregativi autogestiti." Attività rivolte alle famiglie per sostegno alla genitorialità.

148

8. Area di intervento: POVERTA' / ADULTI IN DIFFICOLTA'

INDICATORI DI BISOGNO/DOMANDA

INDICATORI SOCIALI(REDDITO IMPONIBILE ANNO 1995*)

DISTRETTOSUD-EST

PROVINCIA DIPARMA

N° contribuenti con reddito � = 7.200.000/n° tot.contribuenti

14% 13%

N° contribuenti con reddito da 7.200.000 a20.000.000/n° tot. contribuenti

48% 39%

* Fonte: Atlante socio-economico dei Comuni parmensi

149

OFFERTA SERVIZI-STRUTTURE(per le prestazioni delle strutture vedi tab. 1, per il personale vedi tab. 2)

N° Comuniche hannorisposto

2000-2001Centro per adulti in difficoltà n. centri 0 0 13

n. posti letto autorizzatin. posti letto convenzionatiutenti ammessi nell�annoutenti dimessi nell�annoutenti deceduti nell�annon. totale ospiti al (31.12.)

Di cui: n. ospiti adultin. ospiti anziani

n. ospiti stranieri (vedi Tab.3)n. addetti (al 31.12.)

n. Enti gestori pubblici Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altro

n. Enti gestori non profit IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

ato

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontar

iaton. Enti gestori privatin. Rette intera assistiton. Retta parzialen. Retta gratuitan. Retta intera presidion. utenti in Lista d�attesa

Centri di supporto all�emergenza n. centri 0 0 13(casa famiglia, ricoveri notturni, ecc.) n. posti letto autorizzati

n. posti letto convenzionatiutenti ammessi nell�annoutenti dimessi nell�annoutenti deceduti nell�annon. totale ospiti al (31.12.)

Di cui: n. ospiti adultin. ospiti anziani

n. ospiti stranieri (vedi Tab.3)n. addetti (al 31.12.)

150

n. Enti gestori pubblici Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altro

n. Enti gestori non profit IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

ato

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontar

iaton. Enti gestori privatin. Rette intera assistiton. Retta parzialen. Retta gratuitan. Retta intera presidion. utenti in Lista d�attesa

Mense n. mense 0 0 13Recettività: n. postin. posti convenzionatin. totale ospiti (media giornaliera subase annua)

Di cui: n. ospiti adultin. ospiti anziani

ospiti stranieri (vedi Tab. 3)n. addetti (al 31.12.)n. Enti gestori pubblici Comuni Ausl Altro Comuni Ausl Altro

n. Enti gestori non profit IPAB Coop.Sociali

Ass.volontari

ato

IPAB Coop.Sociali

Ass.volontar

iaton. Enti gestori privatin. Rette intera assistiton. Retta parzialen. Retta gratuitan. Retta intera presidion. utenti in Lista d�attesa

151

ATTIVITA' anno Numero Note N°Comuni

che hannorisposto

2000-2001SERVIZI TERRITORIALI:Erogazioni economiche 2000 52 12

2001 64 12Lista d�attesa 2001 n.r. 0

Sostegno ricerca alloggio 2000 31 22001 36 2

Lista d�attesa 2001 n.r. 0Sostegno ricerca lavoro 2000 11 2

2001 9 2Lista d�attesa 2001 n.r. 0

Fornitura buonipasto 2000 50 12001 50 1

Lista d�attesa 2001 n.r. 0Fornitura vestiario, mobili, ecc 2000 n.r. 0

2001 1 1Lista d�attesa 2001 n.r. 0

Altre strutture/servizi n. strutture/servizio n.r. 0esenzione ticket indigenti anno 2001 n. utenti 65 1N. addetti complessivi 2000 6 4(somma per tutte le attività) 2001 6 4

Risorse esterne ai servizi attive nelsettore

2000Numero

2001Numero

N° Comuni chehanno risposto

2000-2001

Associazioni di volontariato 5 5 3Associazioni di promozione sociale 16 16 1Enti religiosi n.r. n.r. 0Caritas parrocchiali 7 7 5Cooperative di inserimento lavorativo 1 1 1Altro n.r. n.r. 0

152

INTERVENTI INNOVATIVI:

• Minimo vitale;• Taxi sociale per situazioni di persone in difficoltà negli spostamenti;• Convenzione con la mensa per persone in situazioni di emergenza.

CRITICITÀ EMERSE:

• Mancanza di un centro d�ascolto;• Mancanza di abitazioni.

BISOGNI:

Non è possibile al momento rilevare i bisogni principali in modo preciso e puntuale in quanto servirebbe un raccordo costante e programmato congli altri servizi, Associazioni, ecc.. La delega per questo settore è stata data all�AUSL.

153

9. AUDIZIONI SOCIALI - 28 FEBBRAIO 2002

Presentiamo a seguito il verbale della audizione sociale nella quale il Tavolo politico distrettuale (Comitato di Distretto) ha incontrato i

rappresentanti del Terzo settore, al fine di individuare i principali bisogni del territorio e per un primo confronto sulle priorità di intervento. I Piani

di zona suggeriscono una modalità nuova di relazione con la società civile organizzata. Il percorso, quindi, è solo all�inizio e dovrà trovare modalità

e strumenti adeguati per rendere il dialogo costante e fattivo.

COMUNI PRESENTI:

Calestano

Collecchio

Felino

Langhirano

Montechiarugolo

Monchio delle Corti

Neviano degli Arduini

Sala Baganza

Palanzano

Traversetolo

PER LA PROVINCIA:

Ghiretti Monica

Tradardi Vincenzo

Turbati Renato

Weber Gerald

154

ELENCO SOGGETTI TERZO SETTORE PRESENTI:

Associazione Culturale ArcadiaComitato Anziani di MonchioComitato AnzianiAss. Centro Anti-ViolenzaForum TraversetoloComunità Girotondo - ForumComunità Famigliare "Il Noce"Comitato Consultivo Misto sud - estCircolo ARCI LanghiranoC.R.I. Comune di Tizzano Val ParmaIstituto Comprensivo di FelinoCoop. Sociale "La Giunchiglia"Coop. Sociale "La Medoranza"Comitato Anziani di LanghiranoAssistenza Pubblica di CalestanoCaritas di CalestanoAUSER CalestanoCasa Protetta di CalestanoCircolo ARCI CamaleonteC.R.I. di Tizzano Val ParmaAssistenza Pubblica di Langhirano

PREMESSA

PAZZONI ALBERTO - SINDACO DI TRAVERSETOLO: dopo una breve premessa sulla L. 328/00 e sul Piano di Zona, sottolinea la fondamentaleimportanza del dialogo fra pubbliche amministrazioni e Terzo settore.

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EVARISTO DALLA TURCA � ASS.RE POLITICHE SOCIALI COMUNE DI COLLECCHIO: I Piani di Zona comprendono gli interventi che si mettono incampo nell�ambito del sociale. La responsabilità principale della programmazione spetta ai Comuni. Nel nostro Distretto si deve tenere conto delfatto che, per quanto riguarda l�area anziani la gestione è dei Comuni, mentre per le altre aree i servizi sono gestiti in delega dall�AUSL.Il Pdz ha come unità territoriale il Distretto, anche per questo è fondamentale l�associazione fra Comuni e l�appoggio del territorio.Il Piano di Zona 2002/2003 ha una connotazione sperimentale e la Regione Emilia Romagna, attraverso il Programma regionale degli interventi, hadefinito gli obiettivi di priorità sociale di questo Pdz:1. Valorizzazione e sostegno delle responsabilità familiari e delle capacità genitoriali;2. Rafforzare i diritti dei minori;3. Potenziamento degli interventi a contrasto della povertà;4. Sostegno della domiciliarità;5. Prevenzione delle dipendenze;6. Azioni per l�integrazione sociale degli immigrati;Occorre inoltre tenere presenti le forme di finanziamento esterne alla L. 328, come i finanziamenti L. 286 e L. 285.

Il percorso metodologico scelto dal Distretto ha individuato 7 aree di intervento, all�interno delle quali vengono elaborati i progetti. Queste areesono:• Anziani,• Disabili e salute mentale,• Minori,• Famiglie,• Immigrati,• Dipendenze patologiche,• Povertà ed esclusione sociale.Il percorso ha previsto inoltre la creazione di un gruppo di lavoro, predisposto dal Comitato di Distretto sulla base del gruppo già costituito per iPiani per la salute, che sta seguendo un corso di formazione, intervento condotto dalla Provincia e che ha già iniziato il lavoro: in questa prima fasesi tratta di ricostruire la base conoscitiva e individuare i bisogni e le criticità principali del territorio distrettuale. Un primo risultato è stato quello dilavorare sui dati e capire dove si trovano e quali difficoltà ci sono nel reperirli. In tutto questo percorso è stato fondamentale il supporto dellaProvincia, anche attraverso la costituzione dell�Osservatorio provinciale sulle politiche sociali, soprattutto per la funzione di monitoraggio che ciaiuterà a comprendere lo sviluppo dei lavori.Ovviamente in questa fase si paga lo �scotto� della prima volta, ma sarà un�esperienza molto utile per il futuro.Questo incontro non vuole essere un convegno a 360° sulle problematiche sociali, soprattutto a causa della scarsità del tempo, ma stasera si apre uncanale comunicativo e informativo e si avvia un nuovo modo di operare (in parte già iniziato col progetto �In volo�). I Piani di zona proseguirannonei prossimi anni e si spera di poter consolidare questa metodologia di lavoro.

156

Occorrerà anche individuare nuove modalità operative, in particolare su due questioni:1. Modalità di consultazione sociale futura,2. Rappresentatività delle Associazioni,ovviamente non esistono ricette predefinite, ma si è scelto di iniziare nel modo più allargato possibile.

PAZZONI ALBERTO - SINDACO DI TRAVERSETOLO: da stasera prende l�avvio un modo nuovo di fare il sociale e per questo è necessario unconfronto costante con voi.

INTERVENTI

SORSOLI ANTONIA � ASS.NE ARCADIA DI SALA BGANZA: l�Ass.ne ha due funzioni principali, organizzare corsi di artigianato e creatività per adultie laboratori nelle scuole; ora, ad esempio, stanno lavorando sul progetto �Come giocavamo�.PAZZONI ALBERTO - SINDACO DI TRAVERSETOLO: abbiamo bisogno di capire se nelle aree sensibili esistono criticità o punti di forza, non ci servetanto in questa fase sapere cosa fate come Ass.ni.

SILVANI ANTONIO � CARITAS DI CALESTANO: per quanto riguarda gli immigrati uno dei bisogni principali è il recupero di mobilio decente.Propone, a questo scopo, la creazione di un magazzino in cui raccogliere i mobili vecchi. Altro problema enorme è la ricerca dell�alloggio perpersone extracomunitarie.

PIOLI � COMITATO ANZIANI DI MONCHIO: si occupano della creatività degli anziani e dei disabili, in particolare nelle Case protette.

ZUCCARI � AUSER DI CALESTANO: è necessario un magazzino per recuperare mobili ancora utilizzabili.

PAZZONI ALBERTO - SINDACO DI TRAVERSETOLO: soffermiamoci in particolare sui punti di debolezza del sistema dei servizi sociali.

CROCE ROSSA ITALIANA: i bisogni principali sono concentrati nell�area anziani, che hanno bisogno di servizi di trasporto per la giornata, dimedicine per l�inverno, di poter raggiungere gli ambulatori per le visite specialistiche, ecc.. Per questo propone l�utilizzo del Taxi sociale, la CroceRossa si sta muovendo in questo senso.

ZANARDI � COMUNITÀ GIROTONDO E FORUM TRAVERSETOLO: La L. 328 è una grande occasione per le Ass.ni che assumono un nuovo ruolo.La sua ass.ne ha fatto un piccolo sondaggio informale ad una compagnia di 100 giovani ed è risultato che 48 di essi bevono (ubriacandosi) al finesettimana, 52 fumano marijuana, 2 usano cocaina e 1 eroina. Per tale ragione si rende necessario lavorare in termini di rete tra le varie agenzieeducative ed è necessario che le Ass.ni dialoghino con le Scuole e gli altri Enti che si occupano di queste tematica.

157

Per quanto riguarda l�integrazione delle persone con handicap, sottolinea che le famiglie vivono esperienze diversissime da Comune a Comune,perché i servizi dipendono dalla sensibilità delle persone. Il Pdz potrebbe puntare sulla creazione di una rete, ad esempio fra le Scuole. Per ladisabilità anche il tempo libero è un grosso problema perché queste persone sono totalmente dipendenti dalla famiglia.Infine sottolinea che le Ass.ni necessitano di formazione per poter entrare nella co-progettazione voluta dalla L. 328. Per quanto riguarda lapossibilità di creare Tavoli tematici distrettuali, sarebbe utile, anche se è fondamentale creare rete anche fra i vari settori.

GHIRETTI MONICA � Provincia di Parma: la Provincia si sta muovendo, in collaborazione con Forum solidarietà, per attivare dei percorsi diformazione rivolti all�associazionismo e al mondo della cooperazione, in particolare sulle tecniche della progettazione sociale, nel quadro della L.328.SORSOLI: il bisogno insoddisfatto principale per i giovani è il bisogno di comunicazione.

ALFREDO � GRUPPO DI COORDINAMENTO DELLE ASS.NI DI TRAVERSETOLO: occorre creare una mentalità nuova che si opponga alla tendenzaverso l�individualismo diffuso.

SCIASCIA � CENTRO ANTIVIOLENZA DI PARMA: i dati di violenza sulle donne sono spaventosi, sarebbe utile aprire uno sportello per le donne chesubiscono tali violenze, anche perché occorre informazione e prevenzione.

ABELLI FILIPPO - SINDACO DI CALESTANO: propone per il futuro di incontrare le Ass.ni sul territorio per poi fare una riunione plenaria a livello diDistretto.

VINCENZO TRADARDI � PROVINCIA DI PARMA: si sente entusiasta, perché siamo ad un livello ottimo di coinvolgimento dal basso, la logica si stacapovolgendo, anche se siamo all�inizio del percorso. Il volontariato è in �trincea�, quindi i problemi li conosce da vicino; inoltre è un soggetto chevuole essere protagonista di progetti creativi, non solo un �tappabuchi�. Le Istituzioni tendono a ripetersi nel tempo, ma occorre una sempremaggiore flessibilità. Anche per questo il tavolo con il Terzo settore dovrebbe diventare un tavolo permanente.

PAZZONI ALBERTO - SINDACO DI TRAVERSETOLO: è garantita la consultazione periodica del Terzo settore. Dà la parola al Direttore del Distrettoper chiudere la serata.

MASSIMO FABI � DIRETTORE DI DISTRETTO AUSL: E� iniziato un nuovo percorso. La Provincia e soprattutto l�Ausl si pongono al servizio diquesto percorso. Questa è la prima volta che il Comitato di Distretto invita il Terzo settore per costruire insieme un progetto, sebbene in questosenso si è già lavorato per costruire il Progetto �In volo�. E� fondamentale ascoltare i cittadini, anche se poi la responsabilità è dei Comuniattraverso il Comitato di Distretto.

158

IV Capitolo

GLI OBIETTIVI DI PRIORITÀ SOCIALE

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1. Gli obiettivi di priorità sociale e le linee strategiche per il biennio

2002-2003

Gli obiettivi di priorità sociale e le linee strategiche individuate dal Tavolo Politico sonoquelle riportate nelle tabelle di seguito inserite.Occorre specificare che tali obiettivi, nonostante la volontà di adottare un approccio globale, sonoper semplicità stati individuati per aree d�intervento.Sono, però, state individuate anche delle priorità definite �trasversali�, comuni alle varie aree, comead es. la domiciliarità, per ciò che concerne la riduzione delle differenze tra zona montana e zonapedemontana del Distretto. Un�altra priorità che richiede interventi trasversali è quella legata allanecessità di formazione del personale, ad es. relativamente alle nuove problematicità emergenti.

ANZIANIscala dipriorità

OBIETTIVI DI PRIORITA' SOCIALE

1 RIDUZIONE DELLE DIFFERENZE TRA LA ZONA PEDEMONTANA E MONTANA2 INTERVENTI DI SOSTEGNO E DI AIUTO ALLE FAMIGLIE3 POTENZIAMENTO SAA4 FORMAZIONE DEGLI OPERATORI5 MIGLIORAMENTO DELLA GESTIONE DELL'ASSEGNO DI CURA E DEL BUDGET

6 ESTENSIONE DEL SERVIZIO AD7 INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO DELL'INTEGRAZIONE TRA SOCIALE E SANITARIO

8 INTERVENTI "LEGGERI" DI ACCOMPAGNAMENTO E SOSTEGNO9 TELESOCCORSO E TELEASSISTENZA

10 ADEGUAMENTO DEGLI ASPETTI STRUTTURALI E ASSISTENZIALI DELLE STRUTTUREPROTETTE ANCHE TENENDO CONTO DELL'OPPORTUNITA' DI REALIZZAREAPPARTAMENTI PROTETTI

11 MOBILITA'

POVERTA'/ADULTI IN DIFFICOLTA'scala dipriorità

OBIETTIVI DI PRIORITA' SOCIALE

1 ADEGUAMENTO DEL MINIMO VITALE2 TENSIONE ABITATIVA3 STRUTTURE DI SUPPORTO/ACCOGLIENZA

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MINORIscala dipriorità

OBIETTIVI DI PRIORITA' SOCIALE

1 AGGREGAZIONE GIOVANILE2 AFFIDI ED ADOZIONI3 SOSTEGNO AGLI ADOLESCENTI

RESPONSABILITA' FAMIGLIARIscala dipriorità OBIETTIVI DI PRIORITA' SOCIALE

1 SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA'2 PRESTITO D'ONORE3 ADEGUAMENTO DEL SISTEMA DI EROGAZIONE DEL MINIMO VITALE4 INTERVENTI NEL CAMPO DEL "CARO AFFITTO"5 CURA E DOMICILIARITA'6 INTERVENTI NEL CAMPO DELLA MOBILITA'7 ADEGUAMENTO DEGI ORARI DEI SERVIZI AI MINORI8 CO-PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI9 INTERVENTI DI MEDIAZIONE FAMILIARE

10 INTERVENTI DI PREVENZONE DEI FENOMENI DI VIOLENZA

PREVENZIONE DELLE DIPENDENZEscala dipriorità

OBIETTIVI DI PRIORITA' SOCIALE

1 PREVENZIONE PRIMARIA2 ALCOOLISMO3 REINSERIMENTO SOCIALE ABITATIVO E LAVORATIVO4 PERCORSI RIABILITATIVI5 PERCORSI TERAPEUTICI

AZIONI PER L'INTEGRAZIONE SOCIALE DEGLI IMMIGRATIscala dipriorità

OBIETTIVI DI PRIORITA' SOCIALE

1 CASA2 INTEGRAZIONE / MEDIAZIONE CULTURALE E LINGUISTICA3 LAVORO4 CONFLITTI GENERAZIONALI5 SNELLIMENTO DELLA BUROCRAZIA

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DISABILIscala dipriorità

OBIETTIVI DI PRIORITA' SOCIALE

1 SOSTEGNO ALLA DOMICILIARITA'2 FORMAZIONE DEGLI OPERATORI3 SERVIZI PER IL "DOPO DI NOI"4 POTENZIAMENTO DEI SERVIZI DI AIUTO ALLA PERSONA PER IL TEMPO LIBERO5 ATTENZIONE AGLI ADULTI IN USCITA DAL MERCATO DEL LAVORO6 ACCOGLIENZA TEMPORANEA7 ASSEGNO DI CURA AI DISABILI

SALUTE MENTALEscala dipriorità

OBIETTIVI DI PRIORITA' SOCIALE

1 PROBLEMATICHE DI INTEGRAZIONE2 SPAZI TERAPEUTICI3 OPPORTUNITA' LAVORATIVE4 PROBLEMATICHE ABITATIVE

Sulla base di questi obiettivi, i Gruppi tecnici distrettuali hanno elaborato progetti in un�ottica diincremento del Sistema dei servizi ed interventi sociali.

Nel capitolo che segue, sono descritte le elaborazioni progettuali complessive per area di interventoche i gruppi di lavoro proposto in un ottica di respiro anche pluriennale. Tutto il lavoro svoltocostituisce materiale prezioso per la futura programmazione sociale.

Nel successivo Capitolo V saranno riportati i progetti accolti in sede di Comitato di Distretto efinanziati con il �Programma attuativo 2002� del Piano di Zona biennale, sintetizzati nelle griglieutilizzate per la progettazione. Sulla base del mandato del Tavolo politico, il gruppo tecnico hasviluppato progetti relativi ai primi due obiettivi di priorità sociale per ogni area di intervento, cheinseriamo a seguito.

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2. Analisi e studio dei gruppi di lavoro

Sulla base del mandato del Tavolo politico, il gruppo tecnico ha sviluppato progetti relativi ai primidue obiettivi di priorità sociale per ogni area di intervento, che inseriamo a seguito.

2.1 AREA DI INTERVENTO: AZIONI TRASVERSALI

Il Programma di Iniziativa Comunitaria Equal si configura come un ulteriore strumento diintervento a disposizione degli Stati membri che ha l�obiettivo generale di promuovere, tramite unmix di azioni integrate, multidimensionali e complesse, nuove pratiche di lotta alla discriminazionee alle disuguaglianze nel mercato del lavoro. In quanto parte integrante della Strategia Europea perl�Occupazione, Equal intende contribuire ad un aumento dell�occupazione attraverso la creazione direti locali che coinvolgano i diversi attori del territorio strategici rispetto alle priorità identificate edi reti europee che promuovano la collaborazione e lo scambio tra gli interventi realizzati neidiversi Stati membri.

IL PROGETTO �INSEREG� DI PARMA

Nello specifico, il Progetto INSEREG di Parma fa riferimento ad un mercato del lavoro locale che,pur con alti indici di occupazione maschili e femminili, non riesce ad eliminare le difficoltà diinserimento lavorativo e sociale di fasce deboli. Tale situazione è caratterizzata sia da una�marginalità tradizionale�, sia da una �marginalità nuova�. La marginalità tradizionale èrappresentata da fasce deboli che necessitano di un inserimento al lavoro guidato e protetto:sofferenti psichici, detenuti, tossicodipendenti, soggetti che usufruiscono di servizi previsti dal�collocamento mirato�; la marginalità nuova è rappresentata, invece, da popolazione immigrata siamaschile che femminile. La popolazione immigrata nella provincia di Parma appare quasiequamente rappresentata sia da uomini che da donne che accedono, però, a settori diversi delmercato del lavoro locale. Se, per quanto riguarda gli uomini, si tratta per lo più di mansioni operaienel settore dell�edilizia, per le donne immigrate lo sbocco naturale è quello del lavoro di cura eassistenza ad anziani e/o a famiglie.In sintesi, si tratta, quindi, di tre target di utenza con caratteristiche e condizioni specifiche che, peressere affrontate, necessitano di soluzioni operative diversificate. Il Progetto mira, tuttavia, adaffrontare il problema dell�emarginazione sociale in maniera il più possibile globale e unitariaattraverso obiettivi e azioni comuni di riferimento che guideranno trasversalmente tutta larealizzazione del Progetto.

Obiettivi comuni del Progetto sono:

1. Il cambiamento e l’innovazione dei sistemi finalizzati alla formazione, l'inserimento lavorativo eall’occupazione nell’ottica di uno sviluppo locale sensibile all’integrazione, anche sociale,degli individui;

2. La creazione di opportunità di inserimento stabile e regolare nel mercato del lavoro di fasce dipopolazione emarginata, dove per “stabile” ci si riferisce, in particolare, ai problemi di tuteladel lavoro e di “visibilità sociale” del lavoro/lavoratore nell’ambito del mercato del lavoro edove, per “regolare”, ci si riferisce al superamento di condizioni non legali attraverso lasperimentazione di metodologie, strumenti e organizzazioni innovative nell’approccio alproblema del diritto al lavoro per i soggetti più deboli;

3. La qualificazione professionale di queste fasce di popolazione, favorendo anche l'acquisizionedegli strumenti basilari per la loro inclusione nella "società dell'informazione".

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Considerato che le azioni comuni, proprio per la necessità di dotarsi di soluzioni operativediversificate, richiedono una progettazione specifica, di seguito, vengono sinteticamente elencate,per le tre diverse tipologie di utenza, le azioni da attivare durante il Progetto.

AZIONI COMUNI CHE RICHIEDONO UNA PROGETTAZIONE SPECIFICA

Disagio sociale

1. Attività di ricerca finalizzata sia all�analisi dei punti di forza e debolezza degli strumenti e dellemodalità di inserimento lavorativo utilizzate fino ad ora (tra cui le borse lavoro) indagando inprofondità le culture del lavoro ad esse sottostanti, sia all'elaborazione di nuovi strumenti diinserimento e al reperimento di nuove tecnologie, anche informatiche, volte a favorire ilsuperamento di alcuni handicap nella fase dell'inserimento sul lavoro;

2. Osservazione e Monitoraggio: si tratta di mettere in campo un sistema permanente diosservazione, monitoraggio e autovalutazione sul tema, in integrazione e completamento distrumenti già esistenti (Osservatorio provinciale sul Mercato del Lavoro e Osservatorio dellePolitiche Socio-Sanitarie);

3. Creazione di una rete stabile di attori (Rete) che, connettendo risorse ed attori che a vario titolosi occupano di inserimento lavorativo di persone svantaggiate, sarà volta anche a supportare e amigliorare l'efficacia del "collocamento mirato". Tale Rete consentirà la condivisione el�armonizzazione di modalità, strumenti, linguaggi e obiettivi, la creazione di prassi comuni, lasperimentazione di interventi a sostegno dello sviluppo locale e dell�economia sociale; favoriràaccoglienza, orientamento, preavviamento al lavoro e aiuto alla scelta del proprio percorsolavorativo e all'inserimento, fino alla completa indipendenza, consentendo un processo dideframmentazione degli interventi di inserimento lavorativo per fasce deboli, in particolareintegrazione con i Centri per l�Impiego. In quanto strumento di progettazione partecipata tra isoggetti istituzionali locali, le amministrazioni pubbliche, le imprese sociali, i servizi socio-assistenziali, le imprese e punto di riferimento per gli operatori e per le persone in difficoltà,diventa uno strumento di eccellenza per l'integrazione delle politiche attive del lavoro, dellepolitiche formative e di coesione sociale per persone portatrici di varie forme di disabilità;

4. Attività di sensibilizzazione/coinvolgimento dei destinatari diretti e dei destinatari indiretti;5. Attività di formazione personalizzata e integrata, anche �in situazione� e Servizi di facilitazioni

per gli utenti disagiati (percorsi di riabilitazione sociale/lavorativa personalizzati, ecc.);6. Laboratorio per l’innovazione dei sistemi formativi e del lavoro finalizzato, in particolare, alla

progettazione formativa personalizzata, alla definizione di un sistema di creditiformativi/professionali (per la eventuale acquisizione della qualifica professionale di operatoredell�inserimento lavorativo) e alla sperimentazione di nuovi circuiti di servizi per l’occupabilitàcollegati con i Servizi per l�Impiego e con altri strumenti già esistenti a questo fine. IlLaboratorio si caratterizza quale luogo permanente di ricerca, confronto, progettazione di nuovemetodologie e strumenti, distribuito sul territorio e che supporterà fin dall'inizio le azionipreviste dal Progetto. Il "Laboratorio", quale strumento operativo e nodo della Rete, è spazioche favorirà, attraverso connessioni strutturate con gli attori della Rete, la specializzazionedell'offerta di formazione e di inserimento lavorativo;

7. Servizi di facilitazioni per le imprese (assistenza per l�inserimento del disagiato attraversoattività di formazione di tutor aziendali, ecc.);

8. Sperimentazioni di interventi a sostegno delle imprese sociali di inserimento lavorativo;9. Servizio di accompagnamento gestito da nuove figure professionali (operatore dell�inserimento

lavorativo) inserite sia nei servizi sia nelle imprese sociali, con competenze di progettazione,valutazione, gestione complessiva (educativo-relazionale) e di "tutor aziendali", che potrannosupportare con competenze specifiche le persone disabili e con disagio al momento del loroingresso sul posto di lavoro.

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Lavoro di cura

1. Attività di ricerca al fine di conoscere le dimensioni quantitative e le caratteristiche qualitativedel fenomeno;

2. Osservazione e Monitoraggio: si tratta di mettere in campo un sistema permanente diosservazione, monitoraggio e autovalutazione sul tema, in integrazione e completamento distrumenti già esistenti (Osservatorio provinciale sul Mercato del Lavoro e osservatorio dellePolitiche Socio-Sanitarie);

3. Creazione di una rete stabile di attori (Rete) che sia luogo di integrazione a livello strategico etecnico-operativo fra diversi soggetti, all�interno della quale sviluppare servizi e strumenti per laqualificazione professionale e l�inserimento lavorativo, offrire punti di riferimento territorialivisibili, riconoscibili, facilmente accessibili, prese in carico personalizzate e percorsi ditransizione a reali contesti lavorativi, strutturare circuiti formalizzati tra la rete di servizipubblici attualmente erogati e il lavoro di cura domiciliare;

4. Nei casi in cui è necessario, regolarizzazione delle lavoratrici già operanti presso le famiglieattraverso la definizione di percorsi per il pieno utilizzo degli strumenti normativi finalizzati apermettere una regolarizzazione della permanenza in Italia;

5. Definizione di applicazioni contrattuali aderenti alla specificità del lavoro di cura svolto atempo pieno, in stretto collegamento con la figura professionale di "lavoratrice/ lavoratore dicura famigliare� che dovrà essere definita e formata. Applicazioni contrattuali che consentano,almeno in determinate situazioni, retribuzioni superiori alle soglie minime, soprattutto nellesituazioni assistenziali aventi le caratteristiche di idoneità all'ingresso in Casa protetta o RSA;

6. Sperimentazione di un utilizzo mirato dell’assegno di cura;7. Attività di formazione volta a qualificare il lavoro di assistenza tutelare a domicilio progettando

e realizzando percorsi formativi peculiarmente tesi a valorizzare l'apprendimento "insituazione", individuando, attraverso un programma mirato di assistenza sul campo, formestrutturate di accompagnamento professionale;

8. Attività finalizzata alla progettazione formativa “in situazione” (Laboratorio per l’innovazionedei sistemi formativi e del lavoro). Il Laboratorio si caratterizza quale luogo permanente diricerca, confronto, progettazione di nuove metodologie e strumenti, distribuito sul territorio eche supporterà fin dall'inizio le azioni previste dal Progetto. Il "Laboratorio", quale strumentooperativo e nodo della Rete, è lo spazio che favorirà, attraverso connessioni strutturate con gliattori della Rete, la specializzazione dell'offerta di formazione e di inserimento lavorativo;

9. Definizione di un sistema di crediti formativi/professionali finalizzato alla definizione di unafigura professionale specifica, quella di "lavoratrice/ lavoratore di cura famigliare�;

10. Servizi di facilitazioni per le lavoratrici (integrazione salariale, utilizzo degli strumentinormativi, informazione e orientamento all�uso della città e dei servizi, ecc.)

11. Servizi di facilitazioni per le famiglie (fruizione degli sgravi contributivi per la regolarizzazionedel lavoratore, ecc.);

12. Sperimentazione di interventi di accesso al mercato del lavoro in un territorio della provinciaattraverso la definizione e l�avvio di un Servizio (Centro risorse) con funzioni di supporto allefamiglie e alle lavoratrici nel corso del rapporto di lavoro, in grado di fornire consulenza sullepossibilità e le risorse a cui accedere al fine dell'emersione, supporto nella stipula del contratto,mediazione di conflitti, informazione sui percorsi formativi, orientamento/valutazione dellecompetenze, raccordo con la rete dei servizi sociali, monitoraggio dei bisogni di cura eassistenza, assistenza per l�eventuale costituzione di nuove imprese sociali;

13. Sperimentazione di un Punto di incontro (collocato in un normale contesto abitativo) la cuifunzione sarà quella di essere un luogo di relazione, socializzazione, integrazione evalorizzazione delle culture di appartenenza in stretto contatto con donne della comunità locale.

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Lavoratori edili

1. Attività di ricerca al fine di conoscere le dimensioni quantitative e le caratteristiche qualitativedel fenomeno;

2. Osservazione e Monitoraggio: sugli appalti pubblici e privati e sulla manodopera occupata.3. Creazione di una rete stabile di imprese edili (Rete di imprese) interessate a far emergere il

lavoro nero attraverso un forte lavoro di promozione sul territorio, finalizzato anche allaqualificazione della domanda stessa di lavoro.

4. Interventi di formazione sul lavoro, promossi e realizzati dalla Rete, propedeuticiall�inserimento lavorativo regolare (Patto formativo per la regolarità e la qualità)

5. Attività finalizzata alla progettazione formativa “in situazione” (Laboratorio per l’innovazionedei sistemi formativi e del lavoro);

6. Servizi di facilitazioni per le imprese (voucher che integrino in parte il costo per la formazione,servizio di assistenza e consulenza in merito alle procedure di controllo, ecc.);

7. Servizi di facilitazioni per i lavoratori (accesso alla casa in affitto a prezzi calmierati, periodicorientro nei Paesi di origine, servizi di mensa, per l�infanzia, utilizzo degli strumenti normativi,informazione e orientamento all�uso della città e dei servizi, servizio di assistenza e consulenzain merito alla tutela delle situazioni lavorative, ecc.).

AZIONI GENERALI DI SISTEMA TRASVERSALI AI TRE TARGET

1. Coordinamento operativo del Progetto nel suo complesso, con particolare attenzioneall�integrazione delle attività specifiche per target. Nella fase attuale (Azione 1) è responsabilitàdel Gruppo Guida individuare le opportune forme di integrazione tra le esigenze specifiche �pertarget� e le esigenze di unitarietà del Progetto Equal e delle azioni di sistema in esso previste.

2. Coordinamento gestionale e finanziario del Progetto.3. Valutazione esterna e indipendente sul Progetto in generale e sul rispetto del mainstreaming di

genere.4. Attività di sensibilizzazione e comunicazione esterna comuni ai tre target (iniziale, in itinere e

finale).5. Attività di raccordo con altri progetti Equal in regione e non (Provincia di Modena e Reggio

Emilia, ecc.)6. Azioni per la costituzione del partenariato transnazionale.

LA REALIZZAZIONE DELL’AZIONE 1 PER L’APPROVAZIONE FINALE DI INSEREG

La presentazione del Dossier di candidatura e la realizzazione dell�attuale Azione 1 perl�ammissione definitiva al finanziamento del Progetto sono curati da una struttura operativaarticolata:- Gruppo Strategico: composto dai rappresentanti dei nove soggetti proponenti e firmatari del

Dossier di candidatura, con funzioni di indirizzo progettuale e di sviluppo di rapporti con glialtri soggetti partners per la formalizzazione dell�Accordo di partnership;

- Gruppo Guida: composto da esperti interni ed esterni all�Amministrazione provinciale, confunzioni di coordinamento progettuale, di attivazione dei tre Gruppi di lavoro tematici e di altriGruppi o Sottogruppi che si renderanno necessari, attivazione dell�Accordo di cooperazionetransnazionale; stesura del Progetto esecutivo (Piano di lavoro);

- Gruppi di lavoro tematici (Disagio sociale, Lavoro di cura, Lavoro edile).

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2.2 AREA DI INTERVENTO: ANZIANI

PROGETTO PER LA CONOSCENZA �DELLA REALTÀ ANZIANI�

Rilevazione preventiva dei bisogni, presa in carico leggera degli anziani a rischio,

residenti nel territorio.

L�esperienza di questi anni ha dimostrato come, quasi sempre, gli anziani e le loro famiglie sirivolgono ai Servizi assistenza anziani comunali, di seguito denominati S.A.A., solo quando lasituazione precipita verso la non autosufficienza per effetto di un evento grave e improvviso. Questasituazione costringe la famiglia e spesso anche i Servizi a adottare soluzioni non ottimali,pesantemente condizionate dall�urgenza di mettere in atto una qualunque risposta e dallacontingente disponibilità sul versante dell�offerta di Servizi senza poter tenere conto della volontà edella libera scelta dei soggetti.

Diversa sarebbe la situazione se il S.A.A. fosse già a conoscenza di situazioni d�anziani a rischio ese, sulla base di queste conoscenze potesse esercitare una funzione di consulenza e di presa incarico leggera capace di intervenire quindi in forma preventiva su tutti i fattori di rischio e didelineare e consigliare con largo anticipo strategie di risposta alla non autosufficienza che rispettinoil criterio della domiciliarità e del diritto dell�anziano a vivere nel suo contesto naturale, agendo siasul versante sanitario sia sul versante sociale.

Esperienze di questo tipo sono già in atto nel territorio del distretto. Si segnala in particolarel�esperienza del comune di Sala Baganza (Telefono Solidale), che può diventare un modello diriferimento su cui definire e modulare l�approccio ai bisogni degli anziani in via preventiva,integrando tutte le risorse informali e formali presenti nel territorio e mettendo in atto vere strategiedi programmazione, fondate sui bisogni reali degli anziani e su un uso efficace di tutte le risorse.

Obiettivo di questo progetto è di riformulare i criteri di presa in carico degli anziani sostituendo aduna strategia d�attesa di una possibile non autosufficienza una strategia di presa in carico leggera,intendendo con questo termine una presa in carico che non sia ancora erogazione vera e propria diservizi ma che permetta di mantenere attivo un canale di conoscenza della situazione e dei fattori dirischio sociali e sanitari che essa presenta.

AZIONI1. Elaborazione di una scheda personale di presa in carico leggera partendo dalla valutazione �

validazione della scheda e della modulistica adottata dal SAA del Comune di Sala Baganza.

2. Attivazione attraverso gli uffici anagrafici comunali di un sistema ordinario di segnalazione alservizio S.A.A. di tutti gli anziani, che entrino o si trovino in una situazione di maggiore rischiopotenziale di non autosufficienza, stabilendo delle soglie e degli indicatori generici di rischio.Questi potrebbero essere rappresentati, in una prima fase, dall�età (>75 anni), dallo stato disolitudine (anziani soli o coppie d�anziani soli) dalla situazione d�isolamento dell�anziano e/odel suo nucleo familiare (anziani domiciliati in case sparse o in frazioni isolate).

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3. Approvazione e attivazione di un protocollo con i medici di base, che permetta di segnalare contempestività al S.A.A. tutte le situazioni a rischio più propriamente sanitario e che devonoindurre ad allertare i Servizi e a adottare procedure di presa in carico leggera, ancheindipendentemente dall�età del soggetto, ovvero di anticipare una vera e propria presa in caricoin occasione d�eventi particolari, per esempio ricoveri ospedalieri.

4. Il S.A.A. sulla base di entrambi i canali di segnalazione (Ufficio anagrafico comunale e MMG)ovvero per segnalazioni estemporanee pervenute anche direttamente dalle famiglie, o da terzisoggetti, attiva un primo contatto telefonico per dichiarare la presenza del servizio e peracquisire dall�anziano e dalla sua famiglia il consenso ad una prima visita domiciliare chepermetta una complessiva valutazione della situazione, informando gli anziani e le loro famigliesulle disponibilità, le opportunità e i diritti esigibili in termini di servizi alle persone.

5. Nel caso in cui l�anziano e la sua famiglia siano disponibili ad entrare in un sistema di presa incarico �leggera� concordare:a) con l�anziano e la sua famiglia, uno scadenzario periodico di contatti telefonici, mensile,settimanale o con altra cadenza secondo la situazione reale;

b) con il MMG una procedura di segnalazione automatica di tutti gli eventi, sanitari e non, chepossano implicare un intervento a carattere socio-assistenziale, per esempio una patologia checostringa al ricovero in ospedale, in altre parole un�emergenza di qualsiasi tipo, come peresempio una subentrante difficoltà del naturale caregiver di farsi carico della situazioned�assistenza.

TEMPI PREVISTI

Sei-nove mesi circa e, comunque, proporzionale al numero di anziani da contattare e da prendere incarico.

In questo arco di tempo dovrebbero essere messe in atto le seguenti attività specifiche:1. Delibera di giunta comunale che dispone una procedura automatica che impegna gli uffici

anagrafici alla segnalazione al SAA di tutti gli anziani che si trovano in una determinatasituazione o fascia di rischio;

2. Incontri con i MMG per concordare un protocollo d�intervento e di segnalazione al SAA dianziani a rischio di non autosufficienza;

3. Individuazione dei soggetti da contattare;4. Attivazione di un numero telefonico dedicato;5. Contatto telefonico da parte del SAA di tutti gli anziani che si trovano nella fascia a rischio;6. Effettuazione della prima visita a carico del SAA, compilazione della cartella personale e

definizione, d�intesa con l�anziano e con la sua famiglia, della periodicità dei contatti;7. Predisposizione di materiale informativo: carta dei servizi ecc. ecc.;8. Attivazione di una campagna informativa e promozionale che spieghi il significato del

progetto a tutta la popolazione.

RISULTATI ATTESI

1. Maggiore conoscenza dei bisogni degli anziani e della domanda potenziale;2. Maggiore informazione della popolazione dei servizi esistenti;

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3. Contatti con l�utenza al fine d�instaurare una relazione d�aiuto;4. Consolidamento del lavoro di rete e dell�integrazione di diverse figure professionali;5. Efficace utilizzo delle risorse.

INDICATORI DI VERIFICA

1. N°. anziani censiti e contattati sul numero totale d�anziani > 75 anni,2. N°. anziani che hanno accettato di incontrare il SAA su numero d�anziani contattati,3. N°. anziani che hanno richiesto la presa in carico su n. d�anziani visitati,4. N°. MMG che aderiscono al progetto,5. N°. di segnalazioni/anno pervenute dai MMG.

RISORSE

" Uffici anagrafici dei Comuni," Assistenti sociali ADB e RAA dei Comuni," Tirocinanti Assistenti sociali" Medici di medicina generale," Rete formale ed informale, già censita, gli elenchi sono disponibili per ogni singolo Comune

COSTI

" Costi relativi alle attività volte all�informazione," Costi del personale coinvolto, anche con un monte ore straordinarie.

Riduzione delle differenze tra i Comuni della zona pedemontana e iComuni della montagna

Il Comitato di Distretto, nell�individuazione delle priorità per il Piano di Zona, settore anziani, hacollocato al primo punto la riduzione delle differenze che esistono nell�offerta di Servizi tra Comunidella zona pedemontana e quella montana.

L�esame dei dati a disposizione evidenzia, infatti, le forti disomogeneità esistenti fra i Comuni delDistretto.

In prima approssimazione il gruppo di Comuni che appaiono sottodimensionati dal punto di vistadell�offerta di servizi agli anziani s�identificano nei Comuni appartenenti alla Comunità Montana.In realtà la situazione non è proprio questa, e il criterio puramente istituzionale non costituisce lachiave di lettura della condizione del territorio.Altri e più sensibili indicatori debbono essere usati per individuare il gruppo di Comuni a bassacopertura assistenziale; in particolare sembrano essere discriminanti:

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a) La composizione demografica della popolazione così com�è rappresentato dall�indiced�invecchiamento e meglio ancora dall�indice di vecchiaia;

b) La dimensione demografica del Comune.

Il primo indicatore permette di individuare quei comuni che, a seguito di un andamentodemografico negativo presentano un carico, anzi un bisogno assistenziale molto elevato rispetto allapopolazione complessiva.Il secondo indicatore distingue i comuni dal punto di vista della loro capacità d�intervento, sia sottoil profilo della disponibilità di risorse proprie, sia sotto il profilo della capacità di mettere in campoServizi equilibrati e sostenibili sotto il profilo costi/benefici.

In definitiva i comuni che presentano situazioni critiche sono:" Comuni ad alto indice di vecchiaia;" Comuni di piccole dimensioni demografiche (al di sotto di 3.000 abitanti);" Comuni caratterizzati da condizione di densità demografica, dispersione della popolazione,

accessibilità, dotazione d�infrastrutture, che incidono negativamente sui costi di gestione deiservizi.

Nella tabella 1, con riferimento all�anno 2000, sono riportati alcuni dei fattori e degli indicatoriprima ricordati, per i Comuni del Distretto Sud-Est.Ad essi sono stati aggiunti altri parametri. In colonna 3 è riportato il dato della popolazione presentein frazioni e case sparse, purtroppo incompleto ma certamente molto importante perché fornisce unamisura della dispersione della popolazione sul territorio, non altrimenti rilevata dal valore delladensità demografica. Le ultime tre colonne poi, sulla base degli ultimi dati disponibili (Ann.statistico provinciale), esaminano i comuni sotto il profilo del reddito delle famiglie (% di famigliecon reddito inferiore a 20 milioni), del n° di famiglie dotate d�allacciamento telefonico e, ultimacolonna, il numero d�autovetture per abitante.

Tabella 1

2000popolaz.(1.1.2000)

densitàdemogr.

pop.frazionie case s.

pop.≥ 65anni

pop.≥75anni

indicevecchiaia

indiceinvecch.to

reddito≤20mil 1995

abb.tel/fam% 1996

auto/abit.%1996

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10Calestano 1.772 30,99 503 270 246,6 28,4% 61,6% 102,9% 56,7%Corniglio 2.297 13,82 866 469 512,4 37,7% 69,1% 110,6% 54,7%Monchio 1.283 18,55 463 232 538,4 36,1% 70,4% 104,6% 49,0%Neviano 3.650 34,47 3.069 1.228 615 380,2 33,6% 69,6% 101,7% 56,3%Palanzano 1.382 19,65 485 244 414,5 35,1% 64,2% 103,9% 56,7%Tizzano 2.157 27,57 736 391 402,2 34,1% 69,6% 124,1% 60,7%

totale 12.541 4.281 2.221 34,1%Langhirano 8.352 117,93 3.590 1.682 790 163,5 20,1% 52,7% 96,2% 61,8%Lesignano 3.625 76,26 630 280 129,9 17,4% 58,0% 90,9% 60,4%

totale 11.977 2.312 1.070 19,3%Comunità montana. 24.518 6.593 3.291 26,9% Collecchio 11.765 200,11 4.378 2.445 1.196 171,3 20,8% 48,0% 93,3% 61,3%Felino 6.943 181,23 3.241 1.362 625 157,1 19,6% 51,2% 83,5% 62,5%Montechiarugolo 8.940 186,21 1.702 791 159,4 19,0% 53,0% 80,7% 60,9%Sala Baganza 4.622 149,53 820 424 145,9 17,7% 51,2% 87,7% 62,6%Traversetolo 7.761 142,11 2.787 1.662 804 168,4 21,4% 55,5% 86,2% 60,2%

Pedemontana 40.031 7.991 3.840 20,0%DISTRETTO 64.549 14.584 7.131 194,1 22,6%

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E� quindi possibile individuare un gruppo di 6 comuni, tutti appartenenti alla Comunità Montanache presentano caratteristiche molto simili e tali da trovarsi i reali difficoltà nell�attivare adeguatiservizi assistenziali per la popolazione anziana.

In coerenza con gli obiettivi di priorità sociale individuati nel 1° Piano nazionale e nel Pianoregionale che per quanto riguarda l�area anziana individuano in forma prioritaria il �Sostegno alladomiciliarità�, si passa ora ad esaminare la situazione dell�offerta di servizi attualmente esistenteper quanto riguarda:

a) Assistenza domiciliareb) Centri diurni

a) Assistenza domiciliareNella tabella 2, sono riportati i principali fattori dell�offerta, in termini di utenti, ore erogate, onerisanitari versati e numero di ADB che operano nel territorio.

tabella 22001 ASSISTENZA DOMICILIARE

pop.≥75 anniparametro1,5%≥75a

utenticonvenz. ore eff. totali ore/posti par.

orerimborsate

oneri san.(mil)

n° adb in organico

1 2 3 4 5 6 7 8Calestano 271 4 0 0 0 0 0 1Corniglio 531 7 5 902 902 902 9,02 1Monchio 251 4 3 1.035 1.035 1.035 10,35 1Neviano 628 9 9 990 990 990 9,9 3Palanzano 241 4 3 394 394 394 3,94 1Tizzano 408 6 5 686 686 686 6,86 2

totale 2330 34 25 4.007 4.007 4007 40,07 9Langhirano 828 12 21 3.672 3.383 3.326 33,26 6Lesignano 289 4 5 701 701 698 6,98 2

totale 1117 16 26 4.373 4.084 4.024 40,24 8Comunità montana 3447 50 51 8.380 8.091 8.031 80,31 17Collecchio 1.241 18 34 14.085 8.807 5.580 55,8 17Felino 646 9 15 3.754 2.714 2.608 26,08 8Montechiarugolo 832 12 12 6.780 6.780 3.720 37,2 8Sala Baganza 435 6 9 3.321 2.679 1.740 17,5 4Traversetolo 836 12 17 6.980 6.523 3.720 37,2 11

pedemontana 3.990 57 87 34.920 27.503 17.368 173,78 48DISTRETTO 7.437 107 138 43.300 35.594 25.399 254,09 65

Nella tabella 3 sono riportati alcuni valori derivati che evidenziano meglio le differenze fra i diversigruppi di comuni.

La colonna 1 evidenzia come nei 6 Comuni montani i posti convenzionati raggiungono solo il 73%del valore a parametro mentre nei Comuni della pedemontana si supera addirittura del 50% ilparametro stesso.

La colonna 2 evidenzia come, mentre i Comuni della C.M. si limitano ad erogare solo le ore per lequali hanno un rimborso di oneri sanitari, i comuni della pedemontana erogano ore di A.D. inproporzione ben superiore a quelle con riconoscimento del rimborso di oneri sanitari.

171

tabella 32001 ASSISTENZA DOMICILIARE

posti ore oneri sanitari adb 1 2 3 4 5 6 p.c./p.par.% % h.r./h.e.h.r./p≥75a o.s.£/p≥75 a. adbx100≥75 pop.≥75a./adb6 comuni 73,5% 100,0% 1,7 17.197 0,39 259Comunità montana 98,0% 99,2% 2,3 23.298 0,49 203Pedemontana 152,6% 49,7% 4,3 43.553 1,20 83Distretto 129,0% 58,6% 3,4 34.165 0,87 114

La colonna 3 evidenzia il n° medio di ore rimborsate per abitante > 75 anni e la colonna successivail corrispettivo valore in lire. Le ultime due colonne evidenziano il rapporto fra numero di ADB inorganico e n° di anziani > 75 anni.

E� evidente come per tutti questi fattori la condizione dei 6 Comuni montani è nettamentesottodimensionata.Se si prende come parametro di riferimento per il riequilibrio il rapporto fra popolazione > 75 anni en° di ABD (114 a livello distrettuale), nei 6 Comuni occorrerebbe portare il n° di ADB dal valoreattuale di 9 a un valore di 20.

c) Centri DiurniLa tabella 5 riporta i principali dati di attività e di costi. I dati si riferiscono all�anno 2000 perchépiù completi, sotto il profilo della spesa, rispetto ai dati del 2001.Gli oneri per i CD sono prevalentemente a carico dei Comuni (67,5%), gli utenti partecipano per il22,9% e gli oneri sanitari corrispondono al 9,5%.Il dato più rilevante è la bassa diffusione di questo servizio. I C.D. sono presenti solo in 5 comuni su13. Solo 1 comune su 6 del primo gruppo, Neviano degli Arduini, dispone di un C.D..

tabella 52000 CENTRI DIURNI

n° postiautor.

n° posticonven.

n°ut./anno

pres.med.giornal.

tot. ggpresenze

onerisanit.

oneriComuni

compar.utenti o.s./≥75a.

1 2 3 4 5 6 7 8 9Calestano 0 0 0 0 0 0 0 Corniglio 0 0 0 0 0 0 0 Monchio 0 0 0 0 0 0 0 Neviano 13 8 19,7 185,5 91 Palanzano 0 0 0 0 0 0 0 Tizzano 0 0 0 0 0 0 0

totale 13 8 19,7 185,5 91 8.870Langhirano 20 17 42,9 301,2 131,4 Lesignano 0 0 0 0 0 0 0

totale 17 42,9 301,2 131,4 Comunità montana 33 25 62,6 486,7 222,4 19.022Collecchio 20 18 17 95,2 514,9 150,8 Felino 0 0 0 0 0 0 0 Montechiarugolo 20 12 10 44 419,3 133,9 Sala Baganza 0 0 0 0 0 0 0 Traversetolo 20 11 7 37,3 271,4 67,9

pedemontana 60 41 176,5 1.206 352,6 45.963DISTRETTO SUD-EST 93 66 11.015 239,1 1.692 575 33.530

172

L�analisi di questi dati, anche se non completi, dimostrano in modo molto chiaro la disomogeneitàesistente all�interno del Distretto Sud Est fra zona pedemontana e Comunità Montana, conparticolare riferimento ai sei Comuni evidenziati:Il processo d�adeguamento nelle diverse realtà non potrà che essere graduale e prevedere comeprima fase l�informazione sui servizi rivolti alla persona e di conoscenza dei bisogni dellapopolazione.Ciò premesso si può tentare d�individuare alcune priorità.

OBIETTIVI SPECIFICI

1. Attuare in tutti i sei Comuni, in modo prioritario, il progetto � conoscenza della realtà anziana�al fine di realizzare un�analisi approfondita dei bisogni e una maggiore informazione dellapopolazione;

2. Coinvolgere tutte le reti informali; (es. vicinato) e volontariato al fine realizzare interventileggeri a sostegno della domiciliarità;

3. Potenziare i Servizi territoriali.

AZIONI IN ORDINE DI PRIORITÀ

1. Realizzazione di una rete solidale, soprattutto per quelle situazioni che vivono in case isolateanche attraverso l�erogazione dell�assegno di cura;

2. Potenziamento dell�organico del Servizio d�assistenza domiciliare, finalizzato alla presa incarico dei casi di non autosufficienza grave dove è necessaria la presenza di due operatori;

3. Consegna dei pasti a domicilio, sempre in collaborazione con i servizi residenziali, valutandoanche la possibilità di consegna attraverso il volontariato.

4. Attivazione del Telesoccorso nei sei Comuni della Comunità Montana con un accordo con ilComune di Langhirano;

5. Attivazione del Taxi sociale;6. Realizzazione di un Centro diurno presso i locali dell�attuale Comunità alloggio di Palanzano,

proponendo anche una convenzione con il Comune di Monchio per l�utilizzo del servizio daparte dei cittadini di entrambi i Comuni.

INDICATORI DI VERIFICA

" N° incontri effettuati con il volontariato," N° anziani non autosufficienti seguiti dal Sad in rapporto alla popolazione," N° pasti erogati" N° allacciamenti di telesoccorso.

RISORSE

" Assistenti Sociali e ADB" Rete formale ed informale" Servizi residenziali" AUSER" MMG

173

RISULTATI ATTESI

" Maggiore conoscenza dei bisogni della popolazione anziana;" Realizzazione di una rete solidale che favorisca la permanenza dell�anziano nel suo contesto di

vita;" Incrementare il numero d�anziani assistiti a domicilio;" Attivazione di centri di servizi in modo tale da realizzare risposte differenziate all�utenza ed

ottimizzare l�utilizzo delle risorse.

COSTI

1. Potenziamento del Servizio d�assistenza di due unità, pari a 72 ore settimanali; per un importocomplessivo di � 56.810,00 (£ 110.000.000), la contribuzione degli utenti ammonta a �12.911,00 (£ 25.000.000). Il monte ore dovrebbe essere gestito in forma associata, con modalitàda concordare fra Comunità montana e Comuni al fine di rispondere in modo mirato ai bisogniemergenti. Per ottimizzare l�utilizzo delle risorse si attueranno convenzioni con i Serviziresidenziali dei singoli Comuni per l�utilizzo personale a part-time.

2. L�attivazione del servizio di consegna dei pasti a domicilio, tenendo presente le risorse locali, almomento è realizzabile nei Comuni di:Calestano: confezione pasti presso la struttura protetta con contribuzione a carico dell�utenza econsegna attraverso convenzione con AUSER per un importo indicativo di � 1.548,58(£.3.000.000).Lesignano: convenzione con ditta Camst, costo a carico dell�utenza e consegna tramiteobiettori.

3. Attivazione del telesoccorso nei Comuni della Comunità Montana attraverso un accordo con ilComune di Langhirano.

4. Attivazione del taxi sociale nei Comuni di:Corniglio e Tizzano, in entrambi i Comuni è disponibile un automezzo, attivando laconvenzione con AUSER per 18 ore settimanali per ciascun Comune.Monchio e Palanzano s�ipotizza una convenzione fra i due Comuni, utilizzando il mezzo diproprietà del Come di Palanzano, logicamente con il rimborso delle spese d�ammortamento daparte del Comune di Monchio. L�attivazione della convenzione con AUSER potrebbeimpegnare 36 ore settimanali. L�importo presunto per i quattro Comuni ammonterebbe a �13.535,39 (£ 26.208.000).

5. L�apertura del Centro diurno di Palanzano comporta l�assunzione di due addetti all�assistenza dibase, le spese di trasporto e dei pasti, i costi relativi sono vincolati alla contribuzione richiestadal Comune.

174

Interventi a sostegno delle famiglie impegnate nel lavoro di cura dianziani non autosufficienti.

La famiglia, pur in presenza di profonde trasformazioni che ne condizionano la capacità digarantire, come nel passato, il lavoro di cura, rappresenta tuttavia ancora oggi il principale punto diriferimento e di presa in carico dell�anziano non autosufficiente.È decisivo quindi, per garantire l�obiettivo della domiciliarità sostenere la famiglia, spesso si trattasolo del coniuge o di una figlia, nel lavoro complesso di accudimento e di assistenza alla personaanziana, attraverso una serie di interventi che vanno dalla consulenza alla informazione, a interventidi sollievo, a promozione di forme di autoaiuto e infine di vera integrazione fra interventi informalie interventi e servizi formali.

OBIETTIVI GENERALI

1. Condivisione all'impegno di cura dei famigliari;2. Riconoscimento e valorizzazione del ruolo del caregiver;3. Supporto psicologico e pratico, sociale e sanitario.

OBIETTIVI SPECIFICI

1. Attivare consulenze/sostegno alla famiglia nell�impegno di cura da parte degli operatori;2. Utilizzare l�assegno di cura com�effettiva risorsa della rete dei servizi attraverso un�analisi

puntuale dei bisogni e la realizzazione di progetti mirati, rivolti soprattutto alle famiglieimpegnate nell�assistenza d�anziani affetti da deterioramento cognitivo;

3. Offrire servizi flessibili in base all'esigenza d�ogni singola famiglia;

AZIONI IN ORDINE DI PRIORITÀ

1. Consulenze e addestramento dei familiari da parte degli operatori, Assistente Sociale per quantoriguarda l�accettazione e l�elaborazione della malattia, ADB per la cura dell�anziano adomicilio, progetto �A fianco delle famiglie che curano i propri anziani a domicilio�;

2. Progetti mirati a sostegno delle famiglie con anziani affetti da deterioramento cognitivoattraverso l�erogazione dell�assegno di cura,

3. Elasticità ed estensione degli orari d�apertura del servizio d�assistenza domiciliare nelle orepomeridiane, serali e festive, da attivare su progetti individualizzati.

4. Apertura dei Centri diurni, in modo omogeneo in tutto il Distretto, nella giornata di sabato;5. Apertura dei Centri diurni festivi, con possibilità d�inserimento anche di quelle situazioni gestite

dai familiari e/o assistenti private in modo continuativo nei giorni feriali, valutando anche lafattibilità di accordi intercomunali;

6. Attivazione di posti convenzionati temporanei presso le case protette in particolari momenti didifficoltà (es. malattia del caregiver) ma, anche, per un periodo di riposo della famiglia (es.vacanze);

175

RISULTATI ATTESI

" Favorire la permanenza dell�anziano non autosufficiente nel proprio nucleo famigliare," Maggiore autonomia delle famiglie nell�impegno di cura," Risposte mirate alle esigenze delle singole famiglie.

INDICATORI DI VERIFICA

1. N°. interventi di sostegno ed addestramento delle famiglie,2. N° interventi del SAD nelle ore serali e nei giorni festivi,3. N° Assegni di cura erogati,4. N° ricoveri temporanei in Casa protetta,

RISORSE

" Assistenti Sociali, RAA, Assistenti di base," M.M.G.," Ampliamento degli interventi del SAD nella fascia serale," Apertura dei Centri diurni nei giorni prefestivi e festivi," Posti temporanei in Casa Protetta," Rete formale ed informale del volontariato.

COSTI

1. Per quanto riguarda il progetto � A fianco delle famiglie che curano i propri anziani adomicilio�, è stato finanziato per il 50% dalla Regione e per il 50% dai Comuni per un importocomplessivo di � 34.148,13 (£ 66.162.000)

2. L�importo del progetto degli assegni di cura sarà così suddiviso � 23.875,68 (£ 46.229,763) dalfondo regionale e � 2.142,20 (£ 4.147.877) da parte dei Comuni del Distretto Sud Est.

3. L�attivazione del Servizio d�assistenza domiciliare nelle ore serali e festive nei Comuni, dovenon è ancora presente, si può preventivare un budget complessivo di � 61.974,83 (£120.000.000) che potrà essere gestito all�interno d�ogni sub area in base ai bisogni. Si puòindicativamente prevedere una contribuzione da parte dell�utenza di � 12.394,97 (£ 24.000.000).

4. L�apertura di Centri diurni nella giornata di sabato comporta un costo complessivo di �92.962,24 (£ 180.000.000). La contribuzione da parte degli utenti ammonterebbe a � 18.592,45(£36.000).

5. L�apertura dei Centri diurni può essere realizzata anche in modo alternato all�interno d�ogniSub- area, con un costo indicativo � 77.468,53 (£ 150.000.000). La contribuzione da parte degliutenti ammonterebbe a � 15.493,71 (£ 30.000.000).

176

Riduzione delle differenze tra i Comuni della zona pedemontana e i Comuni della montagna

PROSPETTO RIASSUNTIVO DEI COSTI

Interventi previsti Piano di zona

� £

RisorseComunali

Contribuzione da partedegli utenti

� £Potenziamento del

SAD56.810,00 110.000.000 12.911,00 25.000.000

Consegna pasti 1.548,58 3.000.000 Costo pasto

Taxi sociale 13.535,39 26.208.000 2.707.00 5.241.000

Totale 71.883,97 139.208.000 15.618,37 30.241.000

177

Interventi a sostegno delle famiglie impegnate nel lavoro di cura di anziani non autosufficienti.

PROSPETTO RIASSUNTIVO DEI COSTI

Interventi previsti Piano di zona

� £

Finanziamenti regionali

� £

Risorse comunali

� £

Contribuzione degli utenti

� £Consulenza eaddestramento deifamiliari

17.084,91 33.081.000 17.084,91 33.081.000

Budget assegni di cura 2.142,20 4.147.877 23.875,68 46.229.763

Sad serali e festivi 61.974,83 120.000.000 12.395,00 24.000.000

Centri diurni-aperturaprefestiva

92.962,24 180.000.000 18.592,45 36.000.000

Centri diurni - aperturafestiva

77.468,53 150.000.000 15.493,71 30.000.000

Totale 234.520,80 454.147.877 40.960,59 79.310.763 17.084,91 33.081.000 46.481,16 90.000.000

178

2.3 AREA DI INTERVENTO: POVERTA� ED ADULTI IN DIFFICOLTA�

PREMESSAL�assistenza economica costituisce uno dei modi per fronteggiare situazioni di non

autonomia temporanea, soprattutto in famiglie, pluri o monogenitoriali, con figli e/o adulti indifficoltà.

Consiste in aiuti economici e materiali a sostegno dei singoli e di nuclei familiari incondizioni economiche tali da non consentire il soddisfacimento dei bisogni fondamentali di vita,oppure in stato di bisogno straordinario, al fine di promuovere l�autonomia e prevenire il rischio diallontanamento dei figli dal nucleo familiare e/o condizioni gravi di emarginazione sociale.

L�intervento economico è finalizzato a sostenere percorsi di riappropriazione dellecompetenze e delle risorse familiari ed individuali e l�acquisizione di strumenti adeguati perdeterminare i propri percorsi di vita, con particolare attenzione ad evitare rischi di cronicizzazionedelle situazioni e di dipendenza dai Servizi, di emarginazione dagli ambienti sociali e diistituzionalizzazione dei minori.

Le prestazioni assistenziali si realizzano innanzitutto attraverso il complesso dei servizisocio assistenziali, sanitari ed educativi del territorio, la cui integrazione deve essere stimolata ecoordinata per cogliere anche le esigenze più specifiche dei cittadini; in questo complesso di servizirientrano anche le strutture territoriali finalizzate al mantenimento e all�inserimento sociale deicittadini, per le quali permane l�impegno promozionale e contributivo dei Comuni deleganti.

Gli interventi assistenziali devono rispondere ai bisogni specifici di ogni soggetto, senzaisolare ogni singolo caso, ma riconducendolo alle varie collettività interessate (famiglia, Comunità,etc) per fare emergere anche le problematiche sociali sulle quali operare.

Gli interventi assistenziali non si esauriscono nelle provvidenze economiche che vannoconsiderate come supporto dell�opera di recupero e di socializzazione e che, pertanto vanno semprecollegate con le prestazioni di servizio sociale.

Le provvidenze economiche devono essere limitate nel tempo, destinate a sostenereiniziative specifiche adeguatamente motivate, quantitativamente misurate in rapporto allecondizioni del soggetto e alla soluzione praticata.

Quanto sopra è specificato al fine di consentire la massima uniformità possibile, nell�interoambito aziendale degli interventi assistenziali.

L�erogazione del contributo economico è strettamente connessa con la definizione di unprogetto stilato congiuntamente dal servizio sociale competente e dal richiedente e mirato a definirepercorsi e modi per il raggiungimento dell�autonomia.

La richiesta di aiuto economico è spesso un elemento di avvicinamento al Servizio, puòcostituire un primo terreno di richiesta di aiuto altrimenti non formulabile.

Il contributo economico si rivolge a nuclei familiari con minori, singoli minori, nucleifamiliari di adulti, anche soli, residenti o comunque presenti nel territorio, in situazione diemergenza economica o di bisogno straordinario che impediscono il soddisfacimento dei bisognifondamentali di vita e la conquista o il recupero dell�autonomia.

179

Sono altresì destinatari dei contributi economici i soggetti portatori di disabilità per i quali lalegge prevede interventi mirati.

Qualsiasi intervento di natura economica a prescindere dalla sua consistenza va collocatonell�ambito di un preciso e organico progetto di intervento che prevede obiettivi tempi e modalitàprecise di realizzazione, onde evitare il rischio di cronicizzazione di situazioni di bisogno e didipendenza dai Servizi.

Prima dell�erogazione del contributo economico il Servizio Sociale dovrà esperire tutti itentativi utili di propria competenza, per ottenere il mantenimento dell�utente interessato, da parte diparenti tenuti per legge ed in grado di ottemperare.

Per l�anno 2001 sono stati erogati a sostegno delle famiglie 42194 euro e 52 centesimi, asostegno di adulti 23085 euro e 62 centesimi e sono stati respinti nove contributi economici persuperamento del reddito

OBIETTIVO DI PRIORITA� SOCIALE:

RIDEFINIZIONE DEI TRATTAMENTI DI SUPPORTO ECONOMICO

OBIETTIVO SPECIFICO

• Rimozione delle condizioni di svantaggio economico e conseguente emarginazione sociale

• Miglioramento della qualità della vita delle persone

AZIONI

• Elaborazione di un regolamento distrettuale sui trattamenti economici con relativi parametri

• Costituzione di un gruppo di lavoro composto da rappresentanti dei Comuni e darappresentanti dell�A.U.S.L. essendo materie delegate

• Elaborazione di un regolamento distrettuale con adeguamento reddituale della soglia

• Applicazione ISE

• Attivazione controlli

RISULTATI ATTESI

Un regolamento che prevede una soglia reddituale tale da permettere al singolo e allafamiglia uno stile di vita dignitoso e possa salvaguardare le esigenze imprescindibili sotto alle qualisi rientra in un percorso di emarginazione sociale.

180

Il regolamento in essere prevede come limite massimo di accesso alla contribuzione unreddito individuale di £. 680.000 mensili più integrazioni.

Va da sé che la quota fissata non garantisce la qualità di vita alle persone che accedono aiServizi per varie difficoltà economiche.

Si ritiene al fine di supportare le fasce più deboli della popolazione innalzando il limite delreddito di accesso al contributo equiparandolo ai limiti di reddito previsto nei regolamenti comunaliper la popolazione anziana.

Si vuole offrire un supporto ad un numero maggiore di famiglie e di singoli ai limiti dellapovertà.

L�intervento economico deve essere uno strumento operativo per un progetto personalizzatodel Servizio teso a rimuovere gli ostacoli per una piena autonomia della persona.

INDICATORI DI VERIFICA

• Numero di partecipanti al tavolo

• Stesura del regolamento

• Approvazione del regolamento

• Numero contributi economici erogati

ENTE GESTORE

Ente delegato Azienda A.U.S.L. di Parma

SOGGETTI COINVOLTI

• Comuni

• Azienda A.U.S.L.

• Patronati

COSTI

Si ipotizza che l�adeguamento del minimo vitale comporterà un maggior impegno economico peri Comuni pari a:

euro 30987,41

181

Prestito sull�onore

La lettura della situazione demografica a partire dalla configurazione dei nuclei familiari èessenziale agli scopi della programmazione territoriale in vari ambiti: da quelli definiti in termini dipolitiche socio assistenziali, alle politiche abitative.Ciò nonostante, raramente, essa è disponibile nel panorama degli studi territoriali per l�insufficienzadelle fonti correttamente utilizzate allo scopo.Per quanto concerne i censimenti, la fruibilità del dato locale mal si concilia con i veloci mutamentidel contesto. Le ricerche campionarie, d�altra parte, assicurano una rappresentatività statistica deldato, solo a livello regionale.I singoli Comuni non traggono, pertanto, alcun vantaggio conoscitivo da tali informazioni.

In un�ottica di programmazione mirata, cinque Comuni del Distretto hanno realizzato unaricerca specifica da cui si estrapolano i seguenti dati relativi alle famiglie:• La maggioranza delle famiglie residenti nell�area è composta da marito, moglie e figli (39%),

risponde cioè alla tipologia classica della famiglia nucleare.• Le famiglie unipersonali rappresentano il 26.8%.• L�8% delle famiglie è composto da un solo genitore e dai suoi figli.

La famiglia monogenitoriale può sottendere situazioni diverse, ma si traduce comunque,generalmente, in rischi di povertà, costituendo un focus rilevante nella prospettiva delle politichesocio-assistenziali o delle politiche dirette a sostenere la qualità di vita dei cittadini.Dato tanto più importante se si pensa che i genitori che vivono con i propri figli senza il partnersono madri nella stragrande maggioranza (81.3%).Occorre pertanto pensare a degli strumenti innovativi a supporto in tutte quelle situazioni border-line.

Il gruppo di lavoro ha individuato come uno degli strumenti utili a sostegno dellagenitorialità e del singolo cittadino il prestito sull�onore.

Questo presuppone una capacità reddituale dell�utente e la sostiene fornendo nella formanon di erogazione, ma di prestito, le disponibilità economiche attraverso le quali fronteggiarenell�immediato difficoltà contingenti, che impediscono di far fronte ad impegni dimaternità/paternità e, più complessivamente di genitorialità.Fatta salva la necessità di verifiche che, pur basandosi per definizione sulla � solvibilità� economicadel soggetto, sondino la plausibilità delle sue dichiarazioni di impegno, i prestiti d�onore si basano,su un rapporto fiduciario tra ente locale e beneficiario. A costui è riconosciuta una concreta capacitàdi ripristinare condizioni di autonomia in ragione della capacità-possibilità dell�ente locale diaffiancarlo in tale sforzo ed in vista di tale obiettivo. Implicano, dunque, reciprocità tra due soggetti,entrambi attivi in una relazione che si riferisce, nell�insieme, ad una logica di parità e non diasimmetria tra istituzione e cittadino.In altri termini, attraverso il prestito d�onore:- Si affronta non tanto l�esclusione sociale, quanto una crisi che la famiglia non può fronteggiare

e superare efficacemente attraverso i normali canali del finanziamento e del prestito;- Si sostengono l�autostima e la capacità di assumersi responsabilità in soggetti che possono aver

maturato nel rapporto con le istituzioni atteggiamenti di passività e di delega alle soluzioni deipropri problemi.

In sintesi, il servizio è qui soprattutto sostituto funzionale di una rete sociale inesistente o impotentee come tale reagisce, costruendo le condizioni di un contratto che presuppone impegni reciproci efiducia nel fatto che saranno onorati.

182

OBIETTIVO DI PRIORITA� SOCIALE:SUPPORTO A MOMENTI DI DIFFICOLTA� ECONOMICA TEMPORANEA ACONTRASTO DI UN POSSIBILE RISCHIO DI DISAGIO SOCIALE

OBIETTIVI SPECIFICI

Attivazione dei Prestiti sull�onore tesi a:• Offrire uno strumento innovativo di politica sociale, finalizzato a fornire un supporto economico

ai singoli, alle coppie e alle famiglie con figli minorenni, con una modalità che stimola neidestinatari le capacità di saper utilizzare le proprie risorse, di autostima, nonché di assumersi leproprie responsabilità.

• Promuovere un intervento forte, di supporto e di stimolo alle capacità di autogestione eall�autostima di persone che frequentemente hanno sviluppato nel rapporto con l�istituzioneassistenziale atteggiamenti di passività e di delega alla soluzione dei propri problemi.

• Promuovere interventi preventivi nei riguardi di persone in condizioni di difficoltà, che nonhanno però ancora fatto ricorso a prestazioni assistenziali di tipo riparativo.

• Attivare una opportunità che per le sue caratteristiche permetta di far fronte a problemi che bendifficilmente i beneficiari dei prestiti potrebbero risolvere altrimenti.

AZIONI

• Stesura e approvazione di uno specifico regolamento• Convenzionamento con un Istituto di credito• Nomina di una commissione di valutazione delle domande• Attività di informazione e pubblicizzazione• Erogazione dei prestiti• Monitoraggio dell�intervento attraverso strumenti appositamente elaborati

RISULTATI ATTESI

• Supportare in modo concreto le famiglie monogenitoriali nel loro ruolo educativo• Accompagnare le persone, già conosciute dai servizi, ad uscire dal circolo vizioso

dell�assistenzialismo recuperando la loro capacità di autogestione e di autostima.• Evitare che situazioni già collocate in condizione border-line si possano trovare, in presenza di

crisi temporanee, in situazioni a rischio di povertà.• Favorire il ricongiungimento delle famiglie immigrate.• Accompagnare i giovani adulti, già in tutela al Servizio sociale, nel percorso di autonomia dal

circuito assistenziale.

INDICATORI DI VERIFICA• Approvazione regolamento• Stipula convenzione• N. prestiti concessi

Entità del prestito• N. prestiti concessi

N. insolvenze

183

ENTE GESTORE

Comune capofila del progetto (da individuarsi).

SOGGETTI COINVOLTI

ComuniAUSLIstituto di credito

COSTI

I costi previsti per la realizzazione del progetto sono dati dal pagamento degli interessi sui prestitierogati dall�Istituto di credito e dal rischio di possibili insolvenze. In fase di sperimentazione siritiene di stabilire in � 77468,53 la cifra da erogare in prestiti. Per quanto riguarda la quota daaccantonare per il rischio insolvenze, in caso che tutti i titolari di prestiti onorassero gli impegni,sarà utilizzata per erogare ulteriori prestiti.

Spese di gestione fondo � 25822,84

FINANZIAMENTI

Finanziamento dei Piani di Zona

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2.4 AREA DI INTERVENTO: RESPONSABILITA� FAMILIARI, MINORI EDIPENDENZE PATOLOGICHE

Il concetto di prevenzione in campo sociale stenta a realizzarsi concretamente perchédifficile è avere strumenti in grado di leggere e decodificare bisogni spesso non espressi edesplicitati. Un�azione concreta di prevenzione deve affrontare innanzitutto la quotidianità dellafamiglia per consentirle di rispondere al soddisfacimento dei bisogni primari.

La famiglia e, quindi, le responsabilità familiari sono diverse in relazione alla presenza omeno di elementi fondamentali e fortemente condizionanti che fanno emergere bisogni diversi, adesempio: l�abitare in zone montane o pedemontane, pianeggianti, la situazione occupazionale equindi l�effettiva capacità economica, la disponibilità in proprietà o in affitto della casa, la presenzadi minori, la presenza di entrambi o di un solo genitore, la presenza di disabili, anziani nonautosufficienti, infermi che necessitano di assistenza e cura, l�essere o non essere famiglieimmigrate �straniere.

La presenza degli stessi elementi in un numero sempre crescente di famiglie già collocate incondizione border-line fra �normalità� e povertà fa� sì che un incidente, una malattia grave, unaseparazione, un licenziamento diventino causa di esclusione dall�accesso a risorse di benessere che,magari, non fanno precipitare le condizioni di vita in povertà estrema, ma molto spessocontagiandosi, generano disagio, inerzia e debolezza nelle capacità di reazione e di superamentodelle difficoltà.

Le condizioni di rischio, purtroppo, sono sempre meno evidenti e si nascondono insituazioni apparentemente normali. E così anche un lavoro sottopagato o precario, la disponibilitàdella casa, ma ad un canone esoso, l�assenza dei genitori nei confronti dei figli per mancanza ditempo o stimoli possono diventare cause di esclusione.

È necessario, pertanto, ridurre il divario tra il contenimento del disagio sociale el�attivazione di adeguate politiche sociali e dell�educazione creando servizi in grado di rispondererealmente ai bisogni con l�obiettivo di promuovere il benessere.

Si tratta di pensare alla creazione di una rete di agenzie educative per bambini e ad unadiffusione di servizi collaterali all�asilo nido quando si tratta di prima infanzia, ad un ampliamento ead uno sviluppo dei servizi aggregativi e di socializzazione per i pre-adolescenti e gli adolescenti ingrado di dare risposte fortemente finalizzate.

Contestualmente si dovrà tendere a creare e/o potenziare servizi rivolti a nuclei familiari perconsentire una maggiore coscienza dei propri ruoli, uno sviluppo delle capacità di ascolto tra iconiugi e tra genitori e figli, un aumento delle conoscenze sullo sviluppo adolescenziale, nonché unmiglioramento delle competenze genitoriali.

Nel momento in cui ci si appresta a predisporre un piano territoriale di intervento èassolutamente necessario superare le logiche assistenziali riparatorie per lasciar spazioall�espressione di un coordinamento di energie e risorse di diverso tipo.

Il fattore coordinamento diventa quindi decisivo per un effettivo coinvolgimento dei soggettiistituzionali operanti nel territorio e quelli operanti nella comunità locale.

Si ipotizza così un sistema di servizi a supporto e sostegno della “famiglia”, intesa qualeportatrice di bisogni molteplici, in quanto riferiti ai diversi soggetti che la compongono e che simaterializza attraverso diverse offerte:

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• La rete dei consultori familiari, che può esprimere grosse potenzialità di risposte ai bisognidell�area materno-infantile, della genitorialità e della famiglia;

• La rete delle consulte familiari;• La rete dei servizi per la prima infanzia;• La rete dei servizi per la prevenzione del disagio minorile;• L�assistenza domiciliare ai minori;• L�assistenza economica alle famiglie;• L�educazione di strada, intesa come contatto e interazione con i gruppi informali e tra i gruppi e

la comunità;• La promozione dell�aggregazione giovanile.

Appendice metodologica

Il gruppo di lavoro tecnico, dopo attenta valutazione delle priorità indicate dal Comitato diDistretto, non ha ritenuto opportuno inserire in questa prima elaborazione dei Piani di Zona le areedi intervento relative agli Affidi ed Azioni ed al sostegno economico (prestito sull�onore,adeguamento del sistema di erogazione del minimo vitale, ecc.) in quanto:• affidamento: è tuttora in atto il progetto finanziato dalla Legge 285/97 finalizzato al sostegno e

alla promozione dell�affido. Dall�avvio del progetto ad oggi i dati a livello Distrettuale sono iseguenti: N° 29 affidi � N° 15 adozioni oltre a 14 adozioni speciali. Per ulteriori azioni dapromuovere in futuro il gruppo di lavoro ha ritenuto di attendere i risultati e le verifiche finalidell�esperienza in atto;

• adozioni: la nuova normativa sull�istituto dell�adozione sta iniziando adesso a porre le basi diprogrammazione sia all�interno dei servizi pubblici che degli enti privati; pertanto il gruppotecnico si è trovato in difficoltà a stilare un progetto in grado di recepire le ultime indicazionilegislative;

• sostegno economico: tali indicazioni sono state recepite ed approfondite dal gruppo di lavorodelle povertà ed immigrazione.

I progetti elaborati sul versante dei minori e delle dipendenze patologiche sono stati stilatiintegrando, ampliando e potenziando alcuni progetti già avviati ed in parte finanziati con la L.285/97 e DPR 309/90 nei diversi Comuni afferenti al Distretto Sud-Est.

Il gruppo tecnico ha recepito inoltre l�esigenza manifestata dal mondo della scuola dielaborare un progetto finalizzato alla creazione di una sinergia tra Scuola, Comuni ed Azienda USLper evidenziare le problematicità che emergono nell�azione educativa quotidiana.

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2.4.1 AREA DI INTERVENTO: MINORI

Premessa

La scuola, soprattutto nei piccoli centri, dove c�è carenza o totale assenza di centri sociali oaggregativi di riferimento e scarsissime risorse disponibili, assume un�importanza fondamentalenell�osservazione e raccolta dei bisogni emergenti e nella promozione di iniziative volte allaprevenzione del disagio, all�avanzamento della cultura della solidarietà e della tolleranza.

È in questo senso che la scuola si può fare mediatore tra i ragazzi, i loro genitori ed ilterritorio e garantire una linea di continuità educativa tra il tempo scolastico e l�extrascuola.

La realizzazione di centri di aggregazione giovanili permette la creazione di luoghi in cui iragazzi possono avere punti di riferimento alternativi stabili, in cui potersi incontrare e nei quali glispazi e le attività nascono direttamente dalle loro esigenze (progettazione partecipata).

A tal fine è necessario partire dalla realtà del ragazzo/a, dalla sua storia personale e dalle suerisorse ed esigenze, accettandone le provocazioni iniziali, condividendone le sofferenze,proponendo con libertà e senza infingimenti, che cosa possiamo offrirgli per risolvere i suoiproblemi, per dare un senso alla sua vita, valorizzando quanto di positivo c�è in lui e nella suafamiglia.

Le azioni che ci si prefigge di perseguire nel lungo periodo si possono così sintetizzare:• Consulenza psicologica ai giovani;• Interventi di educazione socio-affettiva;• Interventi di sostegno pomeridiano per i ragazzi della scuola dell�obbligo (Es: svolgimento dei

compiti, attività ludico-ricreative etc.);• Sviluppare strutture istituzionali e non, di formazione, informazione e consulenza per

incrementare e diffondere un�adeguata informazione sulle problematiche connesse allatossicodipendenza (fumo, droga, alcool, ecstasy), al disagio e alle problematiche giovanili.

Obiettivo di priorità sociale:Promozione all�aggregazione giovanile ed interventi di prevenzione ai fenomeni

di disagio giovanile

Obiettivi specifici

• Avvicinare i preadolescenti e gli adolescenti in esperienze di progettazione partecipata, a misuradei loro bisogni e delle loro aspettative, attraverso iniziative pensate, proposte ed attuate sul loroterritorio (per sostenere il senso di radicamento e appartenenza alla cultura del territorio), apartire dalle ricchezze e risorse in esso presenti;

• Coinvolgere fasce di adolescenti nella creazione di spazi ed iniziative al di fuori dell�ambitoscolastico;

• Prevenire il disagio giovanile espresso con forme di isolamento, insuccesso scolastico,provocazione, ribellione, �baby gang�;

• Creare momenti di aggregazione temporanei nel periodo estivo (Es.: Ludobus, Centri Estivietc.);

• Creare una rete di scambi e confronti sulla preadolescenza e adolescenza tra i Comuni delDistretto al fine di attivare analisi e confronti allargati sull�universo giovanile.

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Azioni

• Lavoro di strada da parte di educatori per entrare in relazione con gruppi di adolescentiattraverso metodologie accattivanti;

• Censire possibili spazi strutturali dove creare dei centri di aggregazione;• Potenziamento dei centri di aggregazione già esistenti sul territorio attraverso la condivisione

del Ludobus per incentivare nuovi giovani a partecipare alle attività dei centri;• Meeting dei giovani.

Risultati attesi

Promuovere la presenza dei giovani del territorio con la loro creatività e originalità.Tendere al benessere dei destinatari e al loro coinvolgimento nella comunità territoriale.Prevenire il disagio giovanile espresso con forme di isolamento, insuccesso scolastico,provocazione, ribellione, ecc.Far sì che i ragazzi si sentano protagonisti attivi nel tessuto sociale che abitano.Creare iniziative che diano risalto alla presenza dei giovani.Creare senso di appartenenza e responsabilità verso il territorio che i ragazzi abitano.Creare sinergia di attenzione e intervento nel mondo giovanile fra le realtà presenti sul territorio epotenzialmente coinvolgibili.Lasciare sul territorio luoghi, persone, strumenti che garantiscano continuità di attenzione versopreadolescenti e adolescenti.Creare una rete di scambi e confronti su questo progetto con esperienze simili presenti in altricomuni della Provincia di Parma al fine di attivare analisi e confronti allargati sull�universogiovanile.

Indicatori di verifica

Numero dei partecipanti coinvolti.Livello di gradimento dei partecipanti coinvolti.Numero degli incontri tra il Tavolo di lavoro della L. 285/97 e il Tavolo tecnico dei Piani di Zona.

Ente gestore

Comune capofila del progetto (da individuarsi)

Soggetti coinvolti

ComuniAuslComunità MontanaSoggetti del Terzo SettoreScuoleParrocchieGruppi formali ed informali di giovani

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Costi

I costi sono previsti dalla firma dell�Accordo di Programma a settembre 2003:

Spese del personale sui tredici Comuni � 45.117,67

Spese di gestione e materiale � 16.857,15

Costo Totale del Progetto � 89.600,00

Finanziamenti Finanziamento dei Piani di Zona

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2.4.2 AREA DI INTERVENTO: RESPONSABILITA� FAMILIARI

Premessa

La nostra società è stata recentemente caratterizzata da profonde trasformazioni sociali eculturali che hanno condizionato in particolare l�evolversi dell�istituto familiare ed hanno talvoltaagito negativamente sulle condizioni di vita dei/delle bambini/e. In questo contesto è andatomodificandosi anche il ruolo di genitore con l�emergere di una sempre più chiara responsabilitàeducativa connessa al mettere al mondo dei/delle figli/e.

I genitori della nostra società sono soli, poiché oltre alla inesistenza � almeno fino ad oggi �di una qualsiasi politica per le famiglie, essi possono godere raramente di sostegni di tipo materiale,sociale, psicologico o di un confronto con gli altri genitori sui comportamenti da adottare. Ai fini diuna crescita equilibrata dei/delle figli/e � sia piccoli che adolescenti � si rivela quindiparticolarmente importante non abbandonare a loro stessi i genitori ma supportarli nelle fasi piùcritiche del loro difficile e fondamentale ruolo per un sano sviluppo dei bambini e degli adolescenti.

Conseguentemente, l�obiettivo va rivolto, anche nelle situazioni più difficili, a valorizzare lerisorse del nucleo famigliare coinvolgendo i suoi membri nella ricerca delle modalità disuperamento delle difficoltà, nella consapevolezza che sia le competenze individuali, parentali, chele risorse dell�ambiente sono �attori� essenziali dell�intervento. Da questa consapevolezza deriva ilbisogno di arricchire le competenze dei genitori, favorendo anche esperienze di auto-aiuto inmaniera tale che la loro collaborazione favorisca l�integrazione nella comunità delle persone chesono in difficoltà.

Il gruppo di lavoro ha sviluppato, sulla base delle priorità individuate dal Comitato diDistretto, un progetto denominato �Sostegno alla genitorialità� che si articola in tre filoni diintervento:1. Mediazione familiare che si rivolge prioritariamente a genitori coniugati o non separati o in

procinto di separarsi con l�obiettivo di aiutarli a riaprire la necessaria comunicazione affinchéessi, e non altri, nell�esercizio delle responsabilità genitoriali, che permangono comuni anchedopo la rottura di coppia, giungano a definire soluzioni costruttive per i figli e per se stessi.

2. �Scuole genitori� che si rivolgono prioritariamente a famiglie con figli minori con l�obiettivo disostenere e rispondere alle esigenze di conoscenza e approfondimento di tematiche riferite allagenitorialità;

3. Rilevazione dei bisogni delle famiglie con minori di età compresa tra 0 e 6 anni.

Obiettivi specifici

• Sostegno alla genitorialità.

Azioni

• Attivazione di un servizio di mediazione familiare fruibile da parte dei cittadini di tutti i Comunidel Distretto.

• �Scuole genitori� e censimento da parte dei Comuni, dei gruppi familiari che già operanospontaneamente e con l�appoggio economico dei Comuni nei vari territori e individuazione deipossibili referenti.

Obiettivo di priorità sociale:Sostegno alla genitorialità

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• Rilevazione attraverso un questionario inoltrato alle famiglie che hanno minori in età compresatra gli 0 e i 6 anni, per verificare il livello di rispondenza dei servizi rivolti ai bisogni dellestesse.

Risultati attesi

Mediazione familiare: creazione di uno sportello finalizzato a riaprire la necessaria comunicazionefra i due genitori affinché essi, e non altri, nell�esercizio delle responsabilità genitoriali chepermangono comuni anche dopo la rottura di coppia, giungano a definire soluzioni costruttive per ifigli e per se stessi.“Scuole genitori”- maggiore coinvolgimento e valorizzazione delle famiglie finalizzato al miglioramento delle

competenze genitoriali;- identificazione di gruppi familiari che operano sul territorio per l�eventuale creazione di

consulte familiari che interagiscano fra di loroRilevazione 0-6 anni: valutazione e analisi dei dati rilevati dai questionari somministrati allefamiglie.

Indicatori di verificaNumero di coppie che si rivolgono allo �sportello�.Numero delle famiglie partecipanti alle scuole genitori in rapporto al numero complessivo.Numero dei questionari restituiti sul totale dei questionari somministrati.

Ente gestore

Comune capofila del progetto (da individuarsi)

Soggetti coinvolti

ComuniAuslComunità MontanaProvincia di ParmaScuoleSoggetti del Terzo SettoreGruppi formali ed informali di Genitori

CostiI costi sono previsti dalla firma dell�Accordo di Programma a giugno 2003:

• Spese del personale sui tredici Comuni � 18.635,00• Spese del personale per sportello di

mediazione familiare sui tredici Comuni � 49.555,00• Spese di gestione e materiale � 6.714,00

Costo Totale del Progetto € 74.904,00

Finanziamenti Finanziamento dei Piani di Zona

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2.4.3 AREA DI INTERVENTO: DIPENDENZE PATOLOGICHE

Premessa

Per comprendere i nodi critici sul versante degli interventi di prevenzione, cura eriabilitazione degli stati di tossicodipendenza e delle problematiche alcol-correlate bisognainnanzitutto fare riferimento a considerazioni di carattere generale del tutto trasponibili anche allarealtà del Distretto Sud-Est dell'AUSL di Parma.

Esse hanno a che vedere con il mutamento degli scenari legati alle problematiche di abuso disostanze tra gli adolescenti e i giovani adulti. A fronte di un trend tendenzialmente costante,lievemente in crescita nel consumo di eroina e derivati dell'oppio, si assiste ad una diffusionesempre più ampia del consumo delle cosiddette nuove droghe (ecstasy, derivati anfetaminici,allucinogeni) in associazione ad altre sostanze già ampiamente utilizzate quali cocaina,cannabinoidi, bevande alcoliche.

Il quadro che emerge è quello di un "sommerso" di cosiddetti poliabusatori di sostanze,scarsamente consapevoli della problematicità insita in tali abitudini comportamentali e diconseguenza poco propensi ad entrare in contatto con i Servizi Sanitari territoriali. Si allarga cioèl'area del disagio giovanile a fronte di una inadeguatezza di assetto attuale dei Servizinell'intercettare questo disagio.

Da tali considerazioni emerge pertanto come elemento di criticità l'opportunità di potenziaregli interventi dal lato della sensibilizzazione e della prevenzione a fronte della esiguità di risorsedisponibili.

Accanto a tale fenomenologia, le attività del Ser.T distrettuale si sono caratterizzate nelcorso degli ultimi anni per la necessità di far fronte a problematiche di disagio sociale piùgravemente espresso, sia sul versante dell'eroina - dipendenza (prevalentemente ma nonesclusivamente appannaggio dei Comuni della pianura), sia sul versante dell'alcol - dipendenza(tanto nei Comuni del territorio montano quanto in quelli della pianura), con un trend di attività,espressa in termini di utenti in carico, costantemente in crescita.

Rispetto alle attività connesse con tale tipologia di utenza, storicamente target principalenell'attività dei Ser.T., è utile sottolineare che il quadro legislativo complessivo in materia, (Art. 114DPR 309/90 "Testo unico delle leggi in materia di tossicodipendenza", Delibera Regionale n.722/95 "Indirizzi programmatici e direttive sull'organizzazione dei Servizi per letossicodipendenze" così come la Legge 328 del Novembre 2000 "Legge quadro per la realizzazionedel sistema integrato di interventi e servizi sociali"), attribuisce agli Enti Locali i compiti diprevenzione primaria e di reinserimento scolastico, lavorativo e sociale degli stati ditossicodipendenza con la necessità di collaborazione e coordinamento tra Servizi Sanitari ed EntiLocali.

Tali dispositivi normativi, se da una parte spingono verso una sempre migliore integrazionetra Servizi Sanitari ed Enti Locali, vincolano d'altra parte gli interventi erogabili nell'ambito dellaprevenzione e riabilitazione alle esigenze di bilancio di questi ultimi, con un inevitabilecondizionamento nella modulazione di intensità delle prestazioni erogabili.

Il gruppo di lavoro, in base alle priorità espresse dal Comitato di Distretto, ha individuato ilprogetto �Prevenzione ai fenomeni di dipendenza� che si estrinseca attraverso:

- consulenza psicologica: ha come destinatari ultimi i giovani partendo dall�esigenza di dare piùcompetenze e strumenti a chi ha compito di educare. L�intervento si prefigge di supportare gliadolescenti nel faticoso percorso di maturazione aiutando innanzitutto gli adulti a loro più

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vicini. Si punterà pertanto alla formazione degli educatori, degli insegnanti, delle famiglie e deigiovani per contribuire insieme a loro alla realizzazione di quel benessere che tutti cercano;

- guida sicura: i destinatari dell�intervento sono i gruppi strutturati composti prevalentemente dagiovani che frequentano i corsi teorici per conseguire la patente di guida (moto, auto, camion,ecc.).

Obiettivi specifici

• consulenza psicologica: offrire occasioni concrete di consulenza, informazione e sostegno peraffrontare situazioni problematiche ed a rischio di disagio;

• guida sicura: Incrementare, tramite attività di sensibilizzazione e di informazione, laconsapevolezza dei possibili rischi che l�uso di alcol e di sostanze comporta, perché è dallaconoscenza che nasce la capacità di autoproteggersi e diventare protagonisti attivi della propriasalute.

Azioni

• consulenza psicologica: attivazione di sportelli in ambito scolastico e/o in altre sedi rivolti agliinsegnanti, genitori e ragazzi;

• guida sicura: l�azione prevede il contatto diretto in aula, di tutti gli iscritti che frequentano alleautoscuole del territorio distrettuale per il conseguimento della patente di guida. Un espertopresenterà con materiali adeguati gli effetti sulla guida dell�alcol e di altre sostanze.

Risultati attesi

• consulenza psicologica: (a) incrementare la consapevolezza del proprio ruolo e la sensibilitàeducativa degli adulti rilanciando la loro responsabilità quali testimoni privilegiati dicomportamenti corretti in relazione all�uso ed abuso di sostanze; (b) fare comprendere imeccanismi della comunicazione fornendo elementi per poter impostare atteggiamenti educativicorretti.

• guida sicura: riduzione del consumo occasionale e continuativo di sostanze a seguito delleazioni informative e dissuasive sui comportamenti a rischio.

Indicatori di verifica

Numero di utenti contattati nelle diverse azioni.

Ente gestore

Comune capofila del progetto (da individuarsi).

Obiettivo di priorità sociale:Prevenzione ai fenomeni di dipendenza.

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Soggetti coinvolti

ComuniComunità MontanaAzienda U.S.L.Terzo SettoreAutoscuole presenti nel distretto

Costi

Si riferiscono ai Comuni che non usufruiscono di altri finanziamenti.

I costi sono previsti dalla firma dell�Accordo di Programma fino a giugno 2003.

Spese personale per consulenza psicologica € 12.000,00

Guida Sicura:Spese Personale € 8.000,00Spese Materiale � 1.300,00

Costo Totale del Progetto € 21.300,00

Finanziamenti Finanziamenti dei Piani di Zona

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2.4.4 INTEGRAZIONE E COLLABORAZIONE TRA I SETTORI: SOCIALE,SANITARIO E SCOLASTICO

Premessa

La necessità della collaborazione interistituzionale emerge con sempre più forza perconsentire una collaborazione che razionalizzi e renda efficienti ed efficaci i servizi offerti daidifferenti settori (sociale, sanitario e scolastico).

Un primo bisogno risulta essere la reciproca conoscenza in ordine alle esigenze. Questoaspetto non è scontato né può essere affrontato con estemporaneità. Spesso infatti le esigenze nonvengono rappresentate con la necessaria chiarezza, altrettanto spesso accade che venganoindirizzate in modo errato. È anche possibile che parte delle esigenze non emerga con sufficienza.

Tutto ciò comporta inevitabili sprechi in termini di risorse complessive (tempo, persone,finanziamenti, ecc.) delle varie istituzioni coinvolte, a fronte di necessità che aumentanoprogressivamente.Sono queste le ragioni che impongono un�azione di conoscenza reciproca tra i settori sociale,sanitario e scolastico.

In secondo luogo è indispensabile che questo momento di conoscenza si concretizzi nellacreazione di un momento di lavoro interistituzionale a livello di Distretto: si ritiene opportuno checiò abbia carattere tecnico.

Obiettivi specifici

• Rilevazione delle esigenze delle scuole del Distretto in merito a problematiche che siriscontrano sul versante socio-educativo

• Rilevazione dei servizi dell�Azienda U.S.L.• Rilevazione da parte dei Comuni: dei propri servizi offerti, delle richieste dell�utenza, della

spesa sostenuta a supporto di progetti realizzati dalla scuola.

Azioni

• Questionario somministrato per le scuole materne al plesso scolastico e per le scuole elementari,medie e superiori ai consigli di classe.

I questionari devono essere accompagnati dal contesto della scuola presentato dal Capod�Istituto che sottolinei i bisogni, le difficoltà e le caratteristiche.

L�elaborazione dei dati deve essere svolta con la collaborazione della Provincia.• Relazione da parte dell�Azienda U.S.L. contenente i servizi forniti e le richieste raccolte in

relazione a:- Prevenzione primaria;- Aggregazione giovanile;- Integrazione delle differenze in merito a situazioni di handicap, immigrazione, disagio

sociale e difficoltà di apprendimento.• I Comuni dovranno fornire una relazione contenente i servizi forniti, le richieste raccolte e

indicazione sull�adeguatezza delle risposte in relazione a:

OBIETTIVO GENERALE: Integrazione e collaborazione tra i settorisociale, sanitario e scolastico.

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- Prevenzione primaria;- Aggregazione giovanile;- Integrazione delle differenze in merito a situazioni di handicap, immigrazione, disagio

sociale e difficoltà di apprendimento.• Creazione di un tavolo tecnico di lavoro distrettuale, composto da: Enti Comunali, Provincia,

Comunità Montana, Azienda U.S.L., Scuola e Terzo Settore.

Risultati attesi

Approfondimento delle necessità emergenti sul territorio.Conoscenza reciproca interistituzionale.Individuazione di esigenze non esplicite.

Indicatori di verifica

Numero dei questionari restituiti sul totale dei questionari somministrati.

Ente gestore

Comune capofila del progetto (da individuarsi)

Soggetti Coinvolti

Scuole presenti nel DistrettoComuniComunità MontanaAzienda USLProvincia di ParmaTerzo Settore

Costi

Spese Personale � 1.445,36Spese Materiale � 1.135,64

Costo Totale del Progetto € 2.580,00

Finanziamento Finanziamenti dei Piani di Zona

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2.5 AREA DI INTERVENTO: IMMIGRAZIONE

Premessa

Nella costruzione di un sistema di welfare che aiuti ed accompagni le persone e le famiglie,teso alla prevenzione delle cause di esclusione sociale e del disagio in genere, non si può nonaffrontare il problema abitativo.I mutamenti intervenuti negli ultimi decenni nella società, lo spopolamento della montagna e ilconseguente aumento della popolazione dei Comuni pedemontani, l�aumento della popolazioneimmigrata, la trasformazione della famiglia, l�emergere di nuove forme di disagio, suggeriscono lanecessità di politiche che affrontino il problema �casa�, creando e coordinando sinergie, non solopubbliche, ma integrate con tutti i settori che incidono sulla qualità della vita delle persone.Politiche, quindi, realizzate in collaborazione con il privato ed il terzo settore.Proprio la pluralità dei soggetti che concorrono alla realizzazione di un sistema potrà offrire deglistrumenti di regolazione dell�offerta.Ma per elaborare una politica abitativa più articolata occorre un�analisi ed una conoscenzaterritoriale degli alloggi non occupati che, dai primi dati del censimento, variano per il nostrodistretto dal 2,7% di Collecchio al 62,9% di Tizzano.Il gruppo di lavoro ha evidenziato la necessità di una programmazione che utilizzi più strumenti eincentivazioni, concertando diverse sinergie sul seguente obiettivo:

Obiettivo di priorità sociale:CASA

OBIETTIVI SPECIFICI:

• Favorire l�integrazione sociale tramite il sostegno alla ricerca di un alloggio dignitoso,ampliando l�offerta di abitazioni in locazione a canone ridotto rispetto ai valori di mercato

• Rispondere al fabbisogno abitativo delle famiglie meno abbienti e a quello di particolaricategorie sociali attraverso l�incremento del fondo affitti ai sensi della legge 431/98:�Disciplina delle locazioni e del rilascio di immobili adibiti ad uso abitativo�, così comemodificata dalla legge n.21/2001 recante � Misure per ridurre il disagio abitativo edinterventi per aumentare l�offerta di alloggi in locazione �

• Coordinamento delle politiche abitative con particolare riferimento a tutte le fascesvantaggiate, volto a promuovere la qualificazione dei programmi, dei progetti e deglioperatori, attraverso lo sviluppo dei programmi di riqualificazione urbana e a favorire ilraccordo della programmazione degli interventi abitativi con le politiche sociali. (Obiettivotrasversale anche all�area �povertà/adulti in difficoltà�)

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AZIONI DA AVVIARE NEI 12 MESI:

Azione 1

• Ricerca conoscitiva

a) Censimento degli alloggi sfitti e case sfitte in ciascun Comune del Distrettob) Loro dislocazionec) Ricerca della disponibilità dei privati a partecipare al progettod) Individuazione dei singoli e delle famiglie che possono accedere al progettoe) Adempimenti burocratici conseguenti.

Azione 2

• Adesione da parte dei Comuni del Distretto al Protocollo d�intesa, proposto dallaAmministrazione Provinciale, per la istituzione di un Fondo di garanzia a favore di proprietaridi immobili che affittano a lavoratori immigrati dipendenti da aziende della Provincia; ilprogetto prevede il coinvolgimento della Fondazione Cassa di Risparmio di Parma, dell�UnioneParmense degli Industriali, della Caritas Diocesana, del Centro per l�Immigrazione, Asilo eCooperazione Internazionale di Parma e della Azienda Casa Regione Emilia Romagna.

Azione 3

• Costituzione di un �tavolo di lavoro distrettuale� per l�approfondimento degli strumentilegislativi ritenuti idonei per le politiche abitative, attraverso lo sviluppo dei programmi diriqualificazione urbana e a favorire il raccordo della programmazione degli interventiabitativi con le politiche sociali. (L.R. N.24/2001)

• in particolare:

Edilizia Sovvenzionata:Tipologie e destinazione degli interventiI contributi per l�edilizia sovvenzionata sono destinati alle seguenti tipologie di intervento:

a) recupero edilizio,b) nuova costruzione anche a seguito di demolizione;c) manutenzione straordinaria;d) adeguamento alle norme di sicurezza ed eliminazione delle barriere

architettoniche;e) acquisto alloggi immediatamente utilizzabili o per i quali sia contestualmente

previsto l�onere del completo recupero;f) opere di urbanizzazione primaria, ivi comprese le bonifiche di aree dimesse;g) opere di urbanizzazione secondaria, ivi compresa la trasformazione di immobili

ad uso non residenzialeI soggetti destinatari dei contributi di edilizia sovvenzionata sono i Comuni.

I Comuni possono individuare inoltre Enti pubblici, fra i quali le Aziende Case, quali attuatorilimitatamente agli interventi di cui alle lett. a), c), d), purché effettuati su patrimonio destinato adedilizia residenziale pubblica già di proprietà degli stessi enti individuati.Gli I.A.C.E.R. possono effettuare gli interventi per conto dei Comuni, previa stipula di appositaconvenzione nella quale vengono stabiliti gli oneri e i relativi patti.

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Poiché gli alloggi della presente programmazione vengono realizzati con fondi E.R.P. sono destinatialla locazione e utilizzati dai Comuni secondo le procedura previste dalla legge regionale N.12/84 esuccessive modificazioni ed integrazioni.

Edilizia agevolata- interventi per la locazione• Locazione a termine

Gli interventi per la locazione a termine o per l�assegnazione in godimento possono essererealizzati da soggetti privati fra cui imprese di costruzione o cooperative di abitazione che siconvenzionano con il Comune.Il periodo minimo per la destinazione alla locazione è di dieci anni a partire dalla data delverbale di consegna dell�alloggio relativo al primo contratto di locazione o atto di assegnazione.Gli alloggi sono soggetti alla locazione in regime di canone convenzionato o concordato ai sensidella legge 431/98.

• Locazione permanenteGli interventi per la locazione permanente o per l�assegnazione in godimento sono realizzati dacooperative di abitazione proprietà indivisa ovvero da altri soggetti privati i quali, in caso dicessazione o cambiamento di attività, siano tenuti in base all�atto costitutivo ovvero per unesplicito impegno assunto in apposita convenzione, a devolvere il proprio patrimonio o gliimmobili oggetto dei contributi al Comune.

Azione 4

• Omogenizzazione a livello distrettuale degli interventi economici volti a tutela delle famigliee dei singoli individui a basso reddito, sia attraverso l�incremento del fondo comunale suicontributi per l�affitto, che a integrazione del finanziamento regionale spettante al singolo o allafamiglia, fino a copertura dell�intero contributo teorico previsto dalla legge 431/98, cosìmodificata dalla legge 21/2001.

Azione 5

• Promozione di un dialogo con le aziende private sul tema della ricerca di alloggi adeguati dadestinare alle fasce svantaggiate, a completamento della ricerca conoscitiva individuatanell�azione 1.

RISULTATI ATTESI:

1. Conoscenza del numero di alloggi sfitti, loro dislocazione e stato dei locali,Individuazione di proprietari disponibili ad aderire al progetto

2. Sottoscrizione del fondo di garanzia3. Creazione di un tavolo tecnico di approfondimento degli strumenti legislativi per le politiche

abitativeIndividuazione di strumenti comuni

4. Stanziamento da parte dei Comuni della quota di finanziamento aggiuntivo per raggiungere lequota di contributo teorico previsto dalla legge 431/98

5. Individuazione aziende disponibili al dialogoCreazione di tavoli comunali di concertazioneIndividuazione strategie di azione.

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INDICATORI DI VERIFICA:

1. numero proprietari disponibilinumero totale alloggi sfitti

2. numero dei comuni aderenti al fondonumero totale dei Comuni

3. numero dei partecipanti al tavolonumero invitati

4. numero contributi massimi erogabili

5. numero di aziende private disponibili al dialogonumero di aziende contattate

individuazione strategie comuni

ENTE GESTORE

Comune capofila del progetto (da individuarsi)

SOGGETTI COINVOLTI:

Comuni del DistrettoAssociazioni di categoriaSingoli proprietariAziende del territorioSindacatiAssociazioni di volontariato sensibili al tema immigrazione

COSTI:

Spese per l�azione n.1: indagine conoscitiva sugli alloggi è data dalla spesa di personale dei comunicoinvolti (1 unità cat. D. al costo orario di euro 13,63 n. 10 ore mensili x 12 mesi x ciascuncomune) pari a euro 21.262,80

Spese per l�azione n.4, calcolate in via presunta, sulla base dei dati ACER 2001 in � 225.573,76come da prospetto allegato.

Costo totale del progetto € 246.836,56

200

INTEGRAZIONE SOCIO-CULTURALE DEI CITTADINI STRANIERI

PREMESSA:

Il gruppo di lavoro ritiene che il raggiungimento di questo obiettivo possa essere attuato attraverso iprogetti finanziati con la legge 286/98, in parte già attuati nell�anno 2000/2001 e in parte in fase direalizzazione.

ANNO 2000/2001

- Progetto Informa Stranieri: Capofila Comune di Parma: creazione di una rete telematica perl�informazione, l�orientamento e la consulenza a cittadini stranieri.Il progetto prevedeva la condivisione con tutti i Comuni coinvolti (Collecchio,Montechiarugolo, Sala Baganza, Felino, Traversetolo e Langhirano) di un sistema informativocontenente informazioni di elevato interesse per cittadini stranieri: legislazione, lavoro, casa,scuola, opportunità formative, servizi, cultura, tempo libero ecc.La Banca Dati attualmente è attiva, e nei vari Comuni sono operative postazioni di lavoro:presso gli uffici Servizi Sociali ed una presso gli Uffici Urp o Anagrafe.E� stato realizzato un percorso formativo di 4 giornate per gli operatori front-office ed unincontro con i tecnici informatici.Tutti i Comuni hanno aderito alla prosecuzione del Progetto presentata dal Comune di Parma.

- Progetto Immigrazione e Cittadinanza (CIAC) - Capofila Comune di Collecchio: creazionedi una rete di competenze giuridiche sul tema immigrazione asilo e cittadinanza. Formazione delPersonale delle Amministrazioni Pubbliche. Consulenze giuridiche.Partecipano i Comuni di: Montechiarugolo, Sala Baganza, Felino, Traversetolo e Langhirano.Il progetto relativo alla prima annualità è già stato realizzato, e prevedeva:• Una serie di incontri rivolti agli operatori front-office per la formazione che considerasse

diversi profili (antropologico, statistico, legislativo, sanitario).• L�apertura, dal mese di luglio 2001, di uno sportello rivolto agli immigrati per consulenze.

Detto sportello gestito da un membro dell�Associazione Ciak è aperto una giornata allasettimana nei vari Comuni. Per i casi più complessi, per cui è necessaria la consulenza di unavvocato, l�utente viene inviato direttamente alla sede provinciale di Ciac.

- Progetto Gruppo permanente di formazione e informazione interculturale - CapofilaComune di Collecchio: creazione di un gruppo di persone che pur lavorando in Servizidifferenti, sia in grado di collaborare per attivare una rete di scambio tra le professionalitàpresenti sul territorio che si occupano a vario titolo del problema dell�immigrazione.Comuni coinvolti: Sala Baganza, Traversetolo, Langhirano e Montechiarugolo.

- Progetto Guida per i cittadini extracomunitari per soggiornare, studiare e lavorare inItalia � Capofila -Comune di Montechiarugolo: realizzazione di una guida, tradotta in cinquelingue, in cui si troveranno informazioni sui servizi, l�iter per accedervi, la modulisticanecessaria.

Progetto in fase di attuazione.Questo Progetto ha visto il coinvolgimento dei Comuni di Traversetolo, Langhirano,dell�Associazione Mondoinsieme di Montechiarugolo, nonché di rappresentanti dell�UfficioScuola, Anagrafe e Servizi Sociali, per la definizione delle schede da inserire nella Guida e lastesura del testo relativo.

201

- Progetto Libero Accesso � Comune Capofila Langhirano: realizzazione di una banca datidelle prestazioni e dei servizi socio-sanitari- assistenziali per l�informazione e l�accesso aiServizi, utilizzabile c/o sportelli informativi situati nei punti di maggiore affluenza del Distrettoe c/o le sedi comunali.

- Creazione di un sito Web con accesso agli utenti ed operatori del settore, con modulisticatradotta e aggiornata e aggiornata in tempo reale.Nella prima fase del Progetto sono state realizzate tre giornate seminariali per laformazione di operatori, sia dell�Azienda USL, Comuni del Distretto, che Provincia di Parma.Agli incontri hanno partecipato due rappresentanti dell�Ufficio Servizi Sociali ed unodell�Ufficio Anagrafe. Sono stati predisposti gli attestati di partecipazione per tutti gli operatoricoinvolti. La seconda fase del progetto prevede l�individuazione delle schede che dovrannoessere tradotte.

ANNO 2001/2002

Progetti presentati per una seconda annualità:

1) Progetto Informa StranieriNella seconda annualità il Progetto intende:

• Acquisire e mantenere aggiornate le informazioni da condividere con i partners• Mantenere collegate tra loro tutte quelle realtà, singolo o associate, istituzionali o di �società

civile�, che si occupano di stranieri.

2) Progetto Immigrazione e Cittadinanza (CIAC)• Proseguimento della fase precedente• Partecipano di Comuni: Collecchio, Montechiarugolo, Sala Baganza, Felino, Traversetolo e

Langhirano.

Nuovi Progetti elaborati:

3) �Dall�accoglienza a una nuova Comunità �Capofila Comune di Traversetolo, in collaborazione con Comuni ed Istituti Comprensivi.Il progetto si pone i seguenti obbiettivi:• Interventi di sostegno all�apprendimento per i minori stranieri immigrati.• Interventi volti a fornire strumenti interculturali tali da garantire la partecipazione degli

alunni e delle famiglie al percorso scolastico.• Interventi di sostegno all�apprendimento della lingua italiana da parte degli adulti stranieri.Tale progetto, nato appunto in collaborazione con gli Istituti comprensivi cerca di supportareadeguatamente ed in modo concertato, un lavoro già in atto negli anni precedenti, di esperienzemirate all�integrazione dei minori immigrati, istituendo tra le altre cose un � Protocollosperimentale di accoglienza ai alunni stranieri�, ed un progetto di �prevenzione all�insuccessoscolastico�, volti all�educazione interculturale in senso lato.

4) �Accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati in stato di necessità�Capofila Comune di Sala BaganzaIl Progetto si propone di dare realizzazione locale al diritto all�Asilo aprendo una piccolastruttura (appartamento), d�accoglienza temporanea per richiedenti asilo e rifugiati.Nessun costo a carico dei comuni aderenti (Langhirano, Felino, Traversetolo, Collecchio eMontechiarugolo).

202

5) �Scuola e culture del mondo�- Capofila Comune di ParmaComuni coinvolti: Langhirano, Mezzani, Noceto e SorboloIl Progetto si propone di supportare le Scuole dell�obbligo nella fase di accoglienza edinserimento dei nuclei familiari neo-arrivati, attraverso la formazione degli insegnanti neipercorsi di integrazione dell�utenza straniera e la messa in rete delle competenze acquisite fra levarie Scuole.L�impegno richiesto al Comune è quello di partecipare alle riunioni di coordinamento e il lavorodi reperimento informazioni per l�elaborazione della Guida multilingua e l�utilizzo della stessa.

Al di fuori dei progetti di cui alla legge 286 i Comuni di: Collecchio, Montechiarugolo, SalaBaganza, Felino, Traversetolo e Langhirano hanno attivato corsi di alfabetizzazione di primo esecondo livello che proseguiranno anche in questa annualità, mentre il Comune di Langhiranoavvierà in forma sperimentale, due corsi: uno di informatica di base e avanzato e un corso per ilraggiungimento del diploma di geometra, tramite postazioni fisse di insegnanti a disposizione pervia telematica.

AZIONI:

• Sono quelle previste nei singoli progetti di cui alla legge 286/98 sopra riportati e che quiintendono integralmente richiamate.

• Collaborazione con i Centri di formazione territoriale per l�organizzazione dei corsi dilingua e per la sperimentazione.

COSTI:

• Non vengono inseriti i costi relativi ai progetti di cui alla legge 286/98 in quanto già finanziati,mentre sono qui considerati i costi dei corsi di lingua e di sperimentazione, quantificati per laparte a carico dei Comuni ad integrazione dei finanziamenti gestiti dai Centri di formazione intotali

Euro 7.282,04

203

2.6 AREA DI INTERVENTO: DISABILI

Il Territorio e la comunità locale sono la dimensione in cui definire e implementare lepolitiche sociali. Sul territorio possono essere letti i bisogni nel loro emergere e nelle lorocaratteristiche specifiche, sul territorio si può unire al momento assistenziale la progettazionedell�inserimento, sul territorio gli enti pubblici possono coinvolgere le esperienze sociali e crearepercorsi per favorire relazioni significative fra servizi e utenza.

La predisposizione di un piano territoriale di intervento - i piani di zona - è l�occasione perpensare e cominciare ad agire, metodi di lavoro e collaborazioni perché l�intera comunità maturisensibilità ai problemi dell�emarginazione, del benessere, della socializzazione, se ne faccia carico,sviluppi, come auspica l�art.1 della L.328/2000, partecipazione attiva e solidarietà sociale,valorizzando le iniziative delle persone e dei nuclei familiari, le forme di auto aiuto e la solidarietàorganizzata espressa dagli enti pubblici come dal terzo settore, il coordinamento quindi tra isoggetti istituzionali che operano nel territorio e quelli operanti nella comunità locale diventa unfattore decisivo.

Il gruppo di lavoro tecnico, dopo un�attenta valutazione dei bisogni conosciuti dai Servizi,ha proposto al Comitato di Distretto gli obiettivi di priorità sociale in cui al primo punto vi è ilsostegno alla domiciliarità.

Si è ritenuto questo il punto centrale: la possibilità di pensare ed attivare progetti che sianocapaci di intrecciare servizi, opportunità, solidarietà sociali, senso di appartenenza comunitaria ingrado di sviluppare una responsabilità diffusa verso le persone con disabilità, assicurando diritti dicittadinanza realmente esigibili e identificati in modo univoco, quale parametro con cui si deverapportare concretamente la rete dei servizi, avendo presenti contemporaneamente la persona conhandicap e la sua autonomia possibile, ma anche i diritti di chi la cura e condivide la vita di ognigiorno, ci riferiamo ai genitori e soprattutto alle madri che molto spesso non hanno più uno spazio euna progettualità per sé.

Gli altri punti: • LA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI• I SERVIZI PER IL DOPO DI NOI• I SERVIZI DI AIUTO ALLA PERSONA PER IL TEMPO LIBERO• L�ACCOGLIENZA TEMPORANEA• GLI ASSEGNI DI CURA

sono strettamente intrecciati con il sostegno alla domiciliarità e con i processi di integrazionescolastica e socio lavorativa.

I progetti elaborati presuppongono l�attivazione ed il potenziamento di una forte sinergia ecoordinamento tra i Servizi dell�Ausl, dei Comuni del Distretto, della Cooperazione sociale e delvolontariato.

Nel sostegno alla domiciliarità riteniamo abbia un ruolo rilevante il tema del LAVORO edel collocamento mirato dei disabili fisici, psichici e sensoriali e delle fasce deboli anche nel nostroterritorio la ricerca di occupazione è il tema centrale per una vera e reale integrazione sociale dellepersone.

204

Il passaggio da forme di inserimento lavorativo in contesti protetti verso forme di lavoro piùvicine all�ingresso del mercato del lavoro (borse lavoro, tirocini formativi, corsi di formazioneprofessionale..) avviene in maniera insufficiente.

Se non si creano sbocchi in uscita dal sistema dell�inserimento lavorativo, la conseguenza èche rimangono precluse le possibilità di crescita a chi vi è entrato e di accesso a chi non ha avutoancora la possibilità di provare, solitamente le persone con maggiori disabilità lavorative e/o sociali.

Si evidenziano gli interventi svolti dal Settore Inserimenti Lavorativi nel 2° semestre 2001.

INTERVENTI FORMATIVIDistretto Sud Est 2° semestre 2001

OPERATORI COSTIAREA DI

INTERVENTODipendenti Convenzionati Bilancio

socialeBilanciosanitario

Inserimenti lavorativi Coordinatore Coordinatore 158.427.400 39.633.700n. 46 n. 01 n.

Alternanza scuola-lavoro econsulenza

Educatore Educatore 4.165.000

n. 05 n. 04 n. 00

Inserimento Cooperativa Operatore Operatore 27.912.000 41.868.000n. 05 n. 02 n. 08

Laboratorio 47.927.000n. 11

Appoggio alla territorialità 25.419.225 18.938.465n. 08

Assunzioni regolarin. 24

TOTALE:99 progetti - 94 utenti * 7 8 263.850.625 100.440.165

*Il conteggio totale tiene in considerazione gli utenti che durante il semestre hanno usufruito di più interventi

205

SCHEDE INSERIMENTI LAVORATIVIDistretto Sud Est 2° semestre 2001 **

N° UTENZA DISABILITA INVALIDITA'CERTIFICATA

PROGETTO TEMPID'ATTESA

ATTIVITA'SVOLTA

OPERATORI SILDIPENDENTI

COSTICONVENZIONATI

PERCENTUALEBORSE-

LAVORO

DIRETTIVA1637/96

Inser. Lavor. Fisica Si n. 42 Fase di Fino a 1 mese Ausiliario Coordinatore Coordinatore Borsa lavoro Bilanciosociale

n. 46 n. 5 osservazionen. 08

n. n. 14 n. 1 x h 611 n. £ 75.100.000 n. 50%

Sensoriale No n. 04 Formativo Fino a 3 mesi Operaio Educatori Educatori INAIL Bilanciosanitario

n. 0 n. 18 n. n. 23 n. 3 x h.4021 n. £ 2.200.000 n. 50%

Trauma Assistenziale Oltre 3 mesi Impiegato Operatori Operatori AssicurazioneR/C

Cranico n. 2 n. 20 n. n. 09 n�.. x h�.. n. 2 x 14 h £

Psicofisican. 36

Psichican. 3

DisagioSociale n.0

** Le somme delle varie colonne devono corrispondere al dato "n. utenza inserimenti lavorativi"

207

SCHEDE DITTE INSERIMENTI LAVORATIVIDistretto Sud Est 2° semestre 2001

SETTORE NUMERO ASSUNZIONI NEL MODALITA' DIDIPENDENTI SEMESTRE ASSUNZIONE

Agricoltura 1-5 Collocamento ordinario Tempo determinaton. 0 n. 09 n. 0 n.

Industria 6-15 CollocamentoObbligatorio

Tempo indeterminato

n. 03 n. 15 n. 03 n. 02

Artigianato 16-35 Contributo L. R. n.45/97

n. 01 n. 03 n.

Terziario 36-50 Apprendistaton. 42 n. 02 n. 01

Oltre Formazione lavoron. 17 n.

Coll. LiberoProfessionalen.

Stagionalen.

Lavoro in affitton.

SCHEDA MONITORAGGIO ASSUNZIONIDistretto Sud Est 2° semestre 2001

DISTRETTO N° UTENZA DISABILITA' INVALIDITA' MONITORAGGIOCERTIFICATA

Fisica n. 02Sensoriale n. 02 Mensile n. 08

Sud - Est 24 Trauma cranico n. Si n. 22 Trimestrale n. 08Psicofisica n. 17 No n. 02 Semestrale n. 08Psichica n. 02 Annuale n.Disagio sociale n.01

208

ALTERNANZA SCUOLA - LAVORODistretto Sud Est 2° semestre 2001

ETA' OPERATORIN°UTENZA

DISABILITA' INVALIDITA'CERTIFICATA

SCUOLAFREQUENTATA

TIPO-LOGIADITTA

Dipendenti ConvenzionatiCONSULENZA

5 Fisica Si n. 01 11/14 n. Sc. MediaInferiore

Privata Coordinatore Coordinatore Sc. MediaInferiore

n. n. 0 n. 01 n 1 SIL Xh���

n. n. 0

Sensoriale No n. 04 15/20 n. 05 Sc. MediaSuperiore

Pubblica Educatori Educatori Sc. MediaSuperiore

n. n. 05 n. 04 n 1 SIL + 1 xh�***

n.0 n.

Trauma Cooperativa

Operatori Operatori

Cranico n. n. n 1 lab. + 1 Xh�***

n. 0

Psicofisican. 03

Psichican.

DisagioSociale n. 02

*** Gli operatori dipendenti che collaborano con le scuole per i suddetti progetti sono gli stessi del S.I.L. (il monte oreutilizzato in questi progetti rientra nelle ore della tab. 2). Collaborano, inoltre, a tempo parziale, 1 educatore e 1operatore del Settore Minori del Servizio Sociale

DATI GENERALI AREA INTERVENTI FORMATIVIDistretto Sud Est 2° semestre 2001

DISTRETTO INSERIMENTILAVORATIVI

ALTERNANZASCUOLA-LAVORO

INSERIMENTOIN

COOPERATIVA

LABORATORIOArti e mestieri

APPOGGIOALLA

TERRITORIALITA'

ASSUNZIONIREGOLARI

Sud - Est 46 5 5 11 8 24

209

A titolo illustrativo per rappresentare il sistema e i dati emersi, si rimanda ai dati e alle attivitàelaborate dall�osservatorio provinciale (vedi capitolo 3).

E� stato attivato da parte della Provincia Assessorati: Formazione Professionale e Politichedel Lavoro, Servizi Sociali e Pubblica Istruzione un tavolo di coordinamento a cui partecipal�Azienda Usl - coordinamento Servizi Sociali, Dipartimento Salute Mentale, DipartimentoDipendenze Patologiche, il Comune di Parma - Agenzia Disabili e la Comunità Montana Valli Taroe Ceno, per quanto attiene alla L.68/99 e la L.R. 14/00 in tema di COLLOCAMENTOOBBLIGATORIO dei disabili e delle persone con svantaggio sociale ed è stato firmato unprotocollo d�intesa con l�obiettivo di costruire sul territorio provinciale una rete di punti operativiatti, per quanto di competenza, a sostenere e accompagnare al lavoro i soggetti disabili esvantaggiati.

In questi giorni si stanno creando le condizioni, per il concretizzarsi di un�esperienzasperimentale nel territorio del ns. Distretto e in quello di Fidenza di collaborazione tra i serviziinserimenti lavorativi dell�Ausl e della Provincia.

I Comuni del Distretto e l�Ausl hanno aderito con la Provincia al progetto EQUAL �INSEREG � azione 1 �DISAGIO SOCIALE� -�LAVORO DI CURA� � �LAVORO EDILELAVORO SOMMERSO� e le azioni si sono concretizzate in un progetto trasversale che vedecoinvolte le aree di intervento: DISABILI, ANZIANI, IMMIGRATI.

L�obiettivo è mettere in atto una strategia integrata capace di sperimentare una forteconnessione tra le politiche della formazione, del lavoro e della coesione sociale, attraverso loscambio e la condivisione di informazioni, metodologie, strumenti e formule innovative di azione,favorendo l�efficace attuazione delle leggi sul collocamento mirato e di sperimentare formuleinnovative che assumano la complessità delle reti di attori locali, come strumenti strategici per losviluppo locale, ampliando le opportunità di inserimento.

L�innovazione si misura sulla capacità di ideare e definire un preciso processo progettualeove si riconoscano e valorizzino ruoli e competenze di ogni singolo attore coinvolto, ove si innescaun meccanismo decisionale che permetta non solo ad alcuni di essere protagonista, ma che offra lapossibilità a ciascuno dei soggetti coinvolti, ed in particolare ai � destinatari � dell�attivitàprogettuale, di potere esprimere la propria valutazione.

Proponiamo l�aumento e il potenziamento dell�ASSISTENZA DOMICILIARE ancheattraverso i programmi di intervento in ambito distrettuale ai sensi della L.162/98 introducendocriteri di maggior articolazione e personalizzazione nell�offerta dei servizi, che consentano unutilizzo più coordinato delle risorse presenti sul territorio, promuovendo la sperimentazione diforme personalizzate di sostegno personale e familiare per mantenere i cittadini disabili nel proprioambiente di vita e superando logiche standardizzate nell�organizzazione dei centri socio riabilitativiattraverso l�ampliamento e flessibilità dell�orario, e della L.284/97 per gli interventi a favore dicittadini sordo-ciechi e pluriminorati sensoriali; progetti e richiesta di finanziamenti la cuiscadenza era prevista per il 30 Aprile 2002, ma il cui progetto complessivo il Comitato di Distrettoha scelto di far rientrare nei Piani di Zona.

Si riportano, in seguito, i progetti elaborati dal Servizio Sociale del Distretto Sud Est, parteintegrante delle delibere del Comune di Langhirano, inoltrate alla Regione per la richiesta difinanziamenti.

210

Progetto d�intervento a favore dei sordociechi e pluriminorati sensoriali in attuazionedella Legge n° 284 del 28 agosto 1997.

PROGETTO DI ASSISTENZA DOMICILIARE

Il Progetto è rivolto a tre minori del territorio, già seguiti in assistenza scolastica con gravipatologie: ciechi e non deambulanti.

Gli interventi si articolano in:1) attività ludico-ricreative, attività pedagogico-educativa che dovrebbe sviluppare una

competenza all’ascolto della lettura, della musica, alla manipolazione dei materiali;2) attività legata alla conoscenza dell’acqua, sviluppo del movimento degli arti

nell’acqua, conoscenza del proprio corpo e maggiore dinamicità del corpo stesso.

RISULTATI ATTESI: Sviluppo della percezione dell’ambiente esterno.

OBIETTIVI: assicurare la presenza di tre Operatori che si occupino di assistere i bambini dalpunto di vista educativo, ricreativo, ricreativo, ludico; un assistente-istruttore per attivitàleagata all�acquaticità.

FASI DI REALIZZAZIONE: periodo estivo

DESTINATARI: pluriminorati sensoriali

DIMENSIONAMENTO TERRITORIALE DEL PROGETTO:

Azienda USL di Parma Distretto Sud Est

TEMPI DI REALIZZAZIONE: 15 giugno – 15 settembre

211

Obiettivi:

Legge n° 162 del 21/05/1998

SPERIMENTAZIONE DI FORME PERSONALIZZATE DI SOSTEGNO PERSONALE EFAMILIARE E

AMPLIAMENTO E FLESSIBILITA’ DELL’ORARIO NEI CENTRI RESIDENZIALI ESEMIRESIDENZIALI

Il Servizio sta attualmente garantendo sul Territorio Assistenza Domiciliare a persone chepresentano disabilità, mediante utilizzo di operatori dipendenti e operatori in convenzione.

Tale Servizio fornisce interventi nelle ore diurne e feriali.

Attualmente nel territorio distrettuale sono presenti nove situazioni di disabilità grave,gestite in parte dai nuclei familiari costituiti da genitori singoli o coppie, che non sono piùin grado di garantire autonomamente l’assistenza necessaria ai figli.

Dagli incontri con le famiglie è emersa la necessità di erogare un’assistenza flessibile al finedi dare risposta alle emergenze nonché ampliare il Servizio di Assistenza Domiciliare nelleore festive o se necessario in quelle notturne.

Il Servizio Sociale ritiene di sperimentare una nuova modalità di erogazione dell’assistenzain convenzione in orari differenziati.

TEMPI DI REALIZZAZIONE:

Il progetto avrà durata di un anno a decorrere da settembre 2002.

DESTINATARI:

I destinatari del Progetto vengono quantificati in 9 persone con disabilità gravi (Distrofiamuscolare, Down, Tetraparesi), con necessità di elaborazione di una risposta che favoriscale opportunità di permanenza al proprio domicilio.

DIMENSIONAMENTO TERRITORIALE DEL PROGETTO:

Azienda USL di Parma Distretto Sud Est

212

- sperimentazione di forme personalizzate di sostegno personale e familiare- l�ampliamento e flessibilità dell�orario nei centri residenziali e semiresidenziali- nuove forme di collaborazione tra i Servizi Domiciliari Comunali e Servizi

Domiciliari Ausl.

La finalità di porre il cittadino al centro del sistema dei servizi di cura e d�assistenza, perprogrammare interventi organici di miglioramento e potenziamento dei servizi territoriali, volti almantenimento della domiciliarità, potrebbe portare ad attivare forme di collaborazione tra ilServizio domiciliare dell�Ausl e i Servizi Assistenza Anziani dei Comuni per poter organizzaremeglio gli interventi al domicilio delle persone, fino ad ora per l�Ausl è sempre stato molto difficileriuscire ad attivare in collaborazione con le Coop.ve titolari dell�appalto per i Servizi Territoriali,singoli interventi di aiuto alla persona come igiene personale, alzata, rimessa a letto ecc.., perchési prevedevano poche ore giornaliere e/o settimanali di operatori i quali non avevano altri interventie o possibilità di ampliamenti in quel singolo Comune.

Attivando operatori già presenti nel territorio Comunale, che andrebbero formati anche sulleproblematiche della disabilità, lasciando agli operatori dell�Ausl gli interventi più educativi per iquali è attiva un�équipe strutturata, permetterebbe di rivedere le modalità organizzative andando aconcordare specifici protocolli di collaborazione tra Comune ed Ausl.

Azioni:- costruzione di un protocollo che definisca i modelli organizzativi- preparazione di corsi di formazione rivolti agli operatori sanitari, comunali e del

privato sociale in convenzione

Riteniamo che per meglio rispondere alle esigenze di sostegno e di affiancamento ai disabilie alle loro famiglie, sarebbe opportuno nell�ambito della progettualità sociale, attivare sinergie erisorse che migliorino e potenzino i Servizi Territoriali con una forte integrazione progettuale tra lecompetenze ed esperienze presenti nel Distretto, nei Comuni, nella Cooperazione Sociale, nelVolontariato.

La metodologia del progetto �in Volo� ha portato a costruire collaborazioni, protocolli dilavoro e prassi che pensiamo possano coinvolgere anche altri progetti, rivolti in modo più specificoalle persone disabili. Molto interessante è la modulazione dei singoli interventi in aree territorialiche uniscono Comuni con realtà peculiari, con caratteristiche omogenee per numerosità ecomposizione della popolazione residente, caratteristiche di viabilità, dotazioni di servizi, realtàsocio � economiche.

Possibilità di ampliamento del progetto �Filo di Arianna� e del �Telesoccorso� anche allepersone disabili e alle loro famiglie, in un�ottica di comunità solidale, potrebbe permettere diattivare contatti, conoscenze e relazioni significative costruendo una rete di opportunità.

Il servizio potrebbe in una prima fase essere rivolto alle famiglie delle persone disabili perpermettere una prima conoscenza, filtro e contatto secondo la modalità programmatoria specificadel progetto (contatti telefonici, piccoli servizi a domicilio ecc..),e successivamente con lacollaborazione e mediazione delle figure parentali e genitoriali, promuovere interventi con i disabilistessi.

Azioni:- Ampliamento della convenzione già in essere per gli anziani

213

- Servizio alle famiglie- Servizio al disabile

INTERVENTI PER IL TEMPO LIBERO E L�AGGREGAZIONE SOCIALE

L�attivazione di un tavolo di coordinamento che veda coinvolti le Amministrazioni Comunali,gli Istituti Scolastici, il Servizio Sociale dell�Ausl, la Cooperazione Sociale e l�Associazionismo permettere in rete le opportunità attive nel territorio e sollecitare e sostenere una progettualitàcomunitaria di promozione del benessere per tutti, nel contesto del miglioramento delle condizionidi vita dell�intera comunità, organizzate:

• con i programmi della L.285/97 e L.286/98, le azioni si sono caratterizzate perl�integrazione tra soggetti e servizi così da trasformare logiche settoriali in prospettive piùampie e interventi limitati, in sinergie ad ampio spettro.E� in questa logica che crediamo sia opportuno pensare ed agire percorsi di inserimento edintegrazione delle persone disabili all�interno di progetti pensati ed organizzati per tutte lepersone, nelle situazioni territoriali abituali di vita, dove la realizzazione di centri diaggregazione giovanile permette la creazione di luoghi in cui le persone tutte (disabili enon), possono avere punti di riferimento alternativi stabili, in cui potersi incontrare e neiquali gli spazi e le attività nascono direttamente dalle loro esigenze (progettazionepartecipata), fornendo un sostegno ed un punto di riferimento educativo che si distingue perun qualificato e proficuo rapporto con la figura adulta, spazi di integrazione con i coetanei,attività che favoriscano la socializzazione e l�integrazione con l�ambiente.

• In questa logica rientrano anche la conoscenza e la messa in rete delle opportunitàaggregative organizzate da Coop.ve Sociali, Associazioni sociali e culturali (Centri SocialiAnziani, Associazioni teatrali ecc..), per gli adulti e per gli anziani attive nel territorio,promuovendo la partecipazione e inserimento per persone disabili adulte e in uscita dalmercato del lavoro, per pensionamento e/o inabilità al lavoro.Promozione di laboratori all�interno delle attività strutturate dei Centri Sociali Anziani, dovela risorsa aggiuntiva può diventare lo scambio generazionale e dove i �mestieri artigianali�tipici delle tradizioni storico culturali del territorio, possano diventare anche fonte ditrasmissione della specificità del paese, con l�individuazione di �maestri di mestieri�, epresumibili possibili ricadute positive, nella riabilitazione e nella normalità, per tutti.

Obiettivi:- Fruizione a Centri di aggregazione giovanile- Promozione di Laboratori

Azioni:- Attivazione di un tavolo di coordinamento- Mappatura delle risorse- Sensibilizzazione delle famiglie dei disabili, della scuola e dei centri di aggregazione- Operatori con funzioni di mediatori- Valorizzazione delle risorse per la messa in rete delle opportunità- Produzione di informativo per la diffusione delle iniziative in atto- Frequenza ai centri già in essere ed in quelli in programmazione

ASSEGNI DI CURA

214

La Regione ha emanato una bozza per quanto riguarda la modalità di erogazione degliassegni di cura �Direttiva su criteri, modalità e procedure per l�erogazione di contributi economicifinalizzati a favorire le condizioni di domiciliarità dei cittadini in situazione di handicap grave�, conla quale si provvede alla definizione delle modalità di attuazione della introduzione sperimentaledell�assegno di cura per coloro che assistono persone disabili in situazione di gravità.

Azioni:- Predisposizione insieme al SAA di un regolamento- Predisposizione insieme al SAA degli strumenti di lavoro- Conoscenza e sensibilizzazione delle opportunità- Sperimentazione dell�intervento assegno di cura per 6 mesi, da dicembre 2002 a maggio 2003, rivolto a venti famiglie al cui interno vi sia un componente in situazione di handicap grave.

SERVIZI PER IL DOPO DI NOI E ACCOGLIENZA TEMPORANEA

Sviluppare interventi di affiancamento e sostegno ai famigliari che assistono personedisabili, realizzando servizi temporanei di sollievo � ospitalità residenziale temporanea.Sviluppare piani di azione rivolti ai cittadini disabili, anche in situazione di gravità, finalizzati alraggiungimento dei maggiori livelli possibili di autonomia personale nella gestione della vitaquotidiana.Ampliamento e flessibilità degli orari di accesso ai centri semiresidenziali e residenziali per megliorispondere ai bisogni soggettivi.

Questi interventi hanno la funzione di supportare e affiancare le famiglie nella quotidianità,gli obiettivi individuati rientrano nel concetto di domiciliarità e intendono perseguire l�agio dellaquotidianità in una strutturazione di azioni diverse ma integrate in un unico contesto di accoglienzadelle famiglie, che cerca di migliorare la vita quotidiana, soprattutto per gli aspetti organizzativi, lapossibilità di spazi temporali di sosta e di sollievo dalla cura e dall�assistenza dei figli e checonsentano alle famiglie di recuperare energie e forze.

A titolo illustrativo per rappresentare il sistema e i dati emersi si rimanda agli indicatori di offertadi servizi/strutture, nelle attività e nelle tipologie delle prestazioni � personale, elaboratedall�osservatorio provinciale.

L�età adulta dei figli porta con sé l�invecchiamento delle famiglie, si presenta condiscrezione la preoccupazione del �dopo�, in special modo per quelle persone che necessitano dimolto aiuto, di molto aiuto nei diversi momenti e aspetti della vita quotidiana.Possiamo pensare a tante opportunità di forme diverse tra di loro, rispetto alle specifiche necessitàma tutte impostate sul principio della �domiciliarità� in cui la possibilità di residenzialità diventicontemporaneamente:

• Opportunità di abitazione in carenza di aiuto della famiglia di origine,• Opportunità di educazione all�autonomia psico-affettiva sia per la famiglia che per il

figlio/a,• Opportunità di �respiro� per le famiglie in difficoltà rispetto al lavoro di cura,• Possibilità di sperimentare delle separazioni dalla e della famiglia.

Utilizzando e ampliando le possibilità di risposta nei nostri centri sia nel residenziale in cui èprevisto un posto per le emergenze, sia in altri centri dell�Azienda o in convenzione con l�Azienda,

215

sia nel semiresidenziale nel quale erano già stati previsti spazi per risposte temporanee e diemergenza, sia nelle Case Protette.

Possibilità di progettare risposte rivolte a disabili medio lievi per i quali si potrebbe pensareall�attivazione di un � gruppo appartamento “ a bassa tutela, all�interno di un progetto di portineriasociale rivolta anche agli anziani e a un gruppo appartamento gestito, che risponda alle esigenze dipersone con disabiltà medio grave ma con buona integrazione socio lavorativa.

Obiettivi:

- Servizi temporanei di sollievo- Servizi per il Dopo di noi

Azioni:- Integrazione con il Servizio anziani per l�individuazione di appartamenti protetti a

bassa tutela- Individuazione di un appartamento per la costituzione di un gruppo appartamento

gestito- Mappatura delle esigenze e dei bisogni emergenti.

FORMAZIONE

La Formazione Sociale risulta essere un tema da affrontare trasversalmente a tutti i gruppi di lavoro,con una richiesta forte di formazione per gli operatori (pubblici e del privato sociale) chesvolgono lavoro di cura nei nostri servizi, sia come formazione - apprendimento delle tematicheriguardanti le disabilità acquisite e le gravi malattie invalidanti, problematiche sempre più presenti,sia come formazione permanente con lo scopo di favorire e migliorare l�integrazione socio-sanitaria fra le diverse competenze che operano nel territorio, sia per favorire la presa in caricocomplessiva ed unitaria delle situazioni e per migliorare la finalità dell�intervento.

Le azioni rivolte agli operatori del servizio disabili dell�Ausl e dei servizi anziani dei Comunipotrebbero svilupparsi attraverso:

- Corso di formazione socio-sanitaria inerente le disabilità acquisite;- Supporto e supervisione costante per gli operatori.

216

PRIORITA� NEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2002

Il gruppo tecnico, approfondendo le indicazioni emerse dal Comitato di Distretto, per lapredisposizione dei piani di zona per l�anno 2002 ha incentrato l�elaborazione progettuale sullaDOMICILIARITA� � Interventi personalizzati di sostegno personale e familiare in attuazione allaLegge 162/98, Interventi di sostegno a favore di persone sorde e cieche e pluriminorati sensoriali inattuazione della legge 284/97, la FORMAZIONE DEGLI OPERATORI, gli ASSEGNI DI CURA egli inserimenti lavorativi nel progetto EQUAL con le aree Anziani e Immigrati.

PIANO DI ZONA 2002AREA DI INTERVENTO DISABILI

Sostegno alla domiciliarità

Progetto L. 284/97

ProgettoL. 162/98

ProgettoAssegni di cura Totale

Pdz3.477,75 euro

Pdz6751,00 euro

Pdz16.915,08 euro

Pdz27.103.83 euro

Formazione

Progetto formazione operatoriPdz8748,78 euro

TOTALI COSTI FINANZIAMENTI PIANI DI ZONA 2002

35.852,61 EURO

217

2.6.1 AREA D�INTERVENTO: SALUTE MENTALE

PremessaL�opportunità di partecipare alla stesura dei Piani di Zona, si inserisce, per quanto riguarda la sub-area (per dargli una cornice) �Salute mentale�, in un percorso operativo-culturale iniziato parecchianni fa (con diverse modalità e sfumature nei diversi Paesi), e rispetto al quale il servizio SanitarioPubblico, in Italia, (nella fattispecie il servizio psichiatrico, ma non solo), con le pur molte traversiee contraddittorietà è stato uno dei luoghi di riferimento circa la cultura dell�integrazione:integrazione perché sia la singola persona, sia la famiglia, sia il Servizio e/o l�insieme dei Servizi,sia il contesto socioculturale più allargato sono sistemi: sistemi di parti e/o persone e/o livellidifferenti che ricorrono e si influenzano vicendevolmente in �circuiti riflessivi� (se vogliamo rubareun termine alle scienze relazionali).Fermo restando che compito del Servizio Sanitario, e quindi del Servizio Psichiatrico Territorialeche ne è parte, è di promuovere Salute, e che questo è un valore di per se stesso di cui i cittadinihanno diritto fondamentale, sappiamo anche come questo sia un valore complesso, e come perciòsiano difficilmente separabili interventi diversi, ad es. di tipo sanitario e sociale, e di come lo statodi salute metta il cittadino nelle condizioni di potersi realizzare meglio in una dimensione sociale,così come d�altra parte questo tipo di realizzazione influenza positivamente il livello �Salute� permotivi che possono sembrare sin troppo ovvi per essere ripetuti qui.Il Piano di Zona può essere perciò l�occasione finalmente di uno sbocco più ampiamente condiviso,consapevole a più parti e strutturato di un percorso iniziato da tempo.

Obiettivo prioritario:FAVORIRE LA DOMICILIARITA�

Nell�area complessiva �Disabili�, così come in quella �Anziani�, gli interventi atti a favorire ladomiciliarità sono stati riconosciuti prioritari.Nel caso della Salute Mentale promozione della domiciliarità va di pari passo con la promozionedella �Salute� e dell�Integrazione sociale�.

OBIETTIVI SPECIFICI

1) aumentare la possibilità di integrazione sociale nel tempo libero

2) aumentare la possibilità in inserimenti lavorativi e sbocchi lavorativi

Nell�individuare le azioni specifiche bisogna tenere conto che l�inserimento della disabilità portatadai cittadini che usufruiscono delle prestazioni del Servizio di Salute Mentale nelle areeproblematiche dei Piani di Zona, quindi nell�ambito delle politiche sociali cui i Comuni pongonoattenzione, rappresenta un passo nuovo. Si ritiene pertanto che le azioni debbano essere tali dacreare nella realtà delle premesse ad azioni concrete e finali degli obiettivi specifici.In particolare si ritiene che in questa prima fase deve svilupparsi:1) una rete di relazioni, che ora è debole tra operatori sanitari, enti comunali, privato sociale e

volontariato riguardo all�area specifica;2) un nuovo modo di apprendere e investire nella salute e nel lavoro.Le azioni di questa prima fase dovrebbero pertanto servire a questo scopo �preliminare�.

AZIONI NEI PROSSIMI DODICI MESI

1) risposta al problema della solitudine e all�isolamento con le seguenti azioni che mirano afavorire l�integrazione sociale

218

- censimento da parte dei Comuni delle Associazioni - Centri di aggregazione già presenti nelterritorio e differenziati per età, interessi, ecc. Trasmissione ad uno (o due) referente dell�Az. USLper l�area �disabili�. - i Comuni dovrebbero organizzare momenti di incontro con le associazioni, magari invitandooperatori del settore, nell�ambito della diffusione della conoscenza del lavoro svolto per i Piani diZona; raccogliere in questi ambiti o in altri gli interessi e le sensibilità

INDICATORIIn questa prima fase potrebbero essere prevalentemente qualitativi e consistenti nel raccoglierel�interesse e il numero di associazioni che danno una adesione, una disponibilità all�accoglienza, ea progettualità comuni; in seguito si potrebbe aggiungere il dato: n. persone proposte/ n. personeaccolte.

2) Aumentare gli sbocchi lavorativi

Per quanto riguarda il lavoro, si sottolinea come già da circa dieci anni, in particolare nel nostroDistretto e in quello delle Valli taro e Ceno, gli operatori del Servizio psichiatrico territoriale sisono impegnati nel creare modalità di inserimento lavorativo cosiddetto �semi-protetto�, che sidifferenziassero da interventi puramente assistenzialistici; gli inserimenti lavorativi dovevanodiventare dei momenti in cui la persona, inserita in un�attività alla sua misura a adatta alle suecapacità e aspirazioni, in un ambiente accogliente, incoraggiante e non svalutante, stimolato adefinire compiti precisi ed utili, si riappropriasse della consapevolezza delle proprie risorse, dellapossibilità di svolgere un�attività utile e di poter avere relazioni positive con gli altri lavoratori equindi con gli altri in generale. E� mancato per anni uno sbocco nel normale mercato del lavoro.Ultimamente, per quanto riguarda le persone con disabilità psichica, qualche sbocco si è avutograzie alle opportunità offerte da Cooperative presenti nel territorio. In questa breve esperienza sisono tuttavia evidenziati alcuni limiti che pensiamo possa avere margine di miglioramento.L�azione finale potrebbe essere dunque una formazione rivolta alle cooperative interessate, cheabbia due scopi: 1) migliorare le capacità relazionali con le persone svantaggiate inserite al lavoro2) migliorare l�imprenditorialità, e quindi la capacità di produrre lavoro ed opportunità di lavoro.Questo affinché più persone svantaggiate siano messe in grado di poter fornire un utile lavoro edevolvere da una situazione di inserimento lavorativo ad una di lavoratore a tutti gli effetti, nellecooperative stesse o in altre aziende.In questo Piano di Zona sperimentale riteniamo che le azioni da svolgere siano ancora preliminari, econ un coordinatore che potrebbe, visti gli ampi rapporti da tenere, essere anche individuato inambito provinciale. Le azioni dovrebbero essere di tipo innanzitutto conoscitivo: - conoscere le realtà dei vari Distretti e valutare l�opportunità di azioni future sovradistrettuali - conoscenza delle risorse, dei fondi eventualmente a disposizione per la formazione per lecooperative - valutare la possibilità che rappresentanti delle cooperative partecipino a tavole rotonde con icomuni, si scambino le conoscenze sulle possibilità offerte dalle cooperative e sui bisogni che lecooperative possono colmare.

INDICATORI:aver dato risposte a questi quesiti e aver effettuato o meno gli incontri di cui sopra.

Queste azioni sarebbero preliminari e a costo zero, per valutare l�opportunità e i costi dellaformazione secondo le finalità prima esposte.

219

V CAPITOLO

PROGRAMMA ATTUATIVO 2002

220

1. Premessa

I gruppi di lavoro, suddivisi per aree d�intervento tradizionali, ma in stretto collegamento fra di lorocon momenti di confronto costante, hanno analizzato in modo approfondito tutta la realtà territorialeattraverso un percorso ben definito:• Analisi dei dati elaborati da ogni singolo Comune.• Studio comparato dei bisogni emergenti dalla popolazione e lo stato di risposta da parte delle

rete dei servizi esistenti nel Distretto, individuando le criticità, i bisogni ecc..• Proposte di progetti innovati che nascono dall�esperienza concreta a diretto contatto con

l�utenza.Ciò ha permesso, prima di tutto, di costruire una progettualità complessiva e condivisa che è senzaombra di dubbio una preziosa base di partenza per il lavoro futuro, ma anche di costruire un metododi lavoro comune e di creare una maggiore conoscenza fra i vari settori.A questo punto inseriamo una sintesi della progettualità elaborata dopo aver individuato i progettiprioritari che saranno finanziati con il Fondo sociale 2001 (già illustrati nel precedente capitolo 4) erelativi a tutte le aree di intervento individuate, comprese le azioni trasversali.Tutto il lavoro svolto rimane materiale prezioso per la futura programmazione sociale.

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2. AREA D�INTERVENTO: AZIONI TRASVERSALI

GRIGLIA PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2002Progetto EQUAL

CARATTERISTICHEDEGLI INTERVENTI

SERV. SOCIALE PROFESSIONALE/SEGRET. SOCIALE

OBIETTIVO DIPRIORITÀ SOCIALE

1. Il cambiamento e l�innovazione dei sistemi finalizzati allaformazione, l�inserimento lavorativo e l�occupazione nell�ottica diuno sviluppo locale sensibile all�integrazione, anche sociale, degliindividui;

2. La creazione di opportunità di inserimento stabile e regolare nelmercato del lavoro di fasce di popolazione emarginata, dove per �stabile� ci si riferisce, in particolare, ai problemi di tutela del lavoroe di �visibilità sociale� del lavoro/lavoratore nell�ambito delmercato del lavoro e dove, per �regolare�, ci si riferisce alsuperamento di condizioni non legali attraverso la sperimentazionedi metodologie, strumenti e organizzazioni innovativenell�approccio al problema del diritto al lavoro per i soggetti piùdeboli;

3. La qualificazione professionale di queste fasce di popolazione,favorendo anche l�acquisizione degli strumenti basilari per la loroinclusione nella �società dell�informazione�.

OBIETTIVISPECIFICI

• Disagio sociale• Lavoro di cura• Lavoro edile

CONSOLIDAMENTOMIGLIORAMENTO

INNOVAZIONE

Progetto EQUAL

AZIONIDA REALIZZARE

NEI 36 MESI

• Attività di ricerca• Osservatorio e Monitoraggio• Creazione di una rete stabile di attori (Rete)• Attività di sensibilizzazione/coinvolgimento• Laboratorio per l�innovazione dei sistemi formativi e del lavoro

finalizzato, in particolare, alla progettazione formativapersonalizzata

• Servizi di facilitazione per le imprese• Sperimentazione di interventi a sostegno delle imprese sociali di

inserimento lavorativo• Servizio di accompagnamento gestito da nuove figure professionali

RISULTATI ATTESI Come da progetto

INDICATORI DIVERIFICA

Come da progetto

222

ENTE/I GESTORE/I Provincia

SOGGETTICOINVOLTI

• Provincia• Comuni• Az. U.S.L.• Centri Territoriali di Formazione• Cassa Edile• Associazioni

COSTI € 5164,57

FINANZIAMENTIFinanziamenti Piano di Zona

223

3. AREA DI INTERVENTO: ANZIANIGRIGLIA PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2002

AREAD�INTERVENTO

Anziani

OBIETTIVO DIPRIORITA� SOCIALE

RIDUZIONE DELLE DIFFERENZE TRA LA ZONAPEDEMONTANA E MONTANA

OBIETTIVISPECIFICI

Attuare in tutti i sei Comuni, in modo prioritario, il progetto�conoscenza della realtà anziana� al fine di realizzare un�analisiapprofondita dei bisogni e una maggiore informazione dellapopolazione;Coinvolgere tutte le reti informali; (es. vicinato) e volontariato al finerealizzare interventi leggeri a sostegno della domiciliarità;Potenziare i Servizi territoriali al fine di favorire la domiciliarità.

AZIONI Realizzazione di una rete solidale, soprattutto per quelle situazioni chevivono in case isolate anche attraverso l�erogazione dell�assegno dicura;Potenziamento dell�organico del Servizio d�assistenza domiciliare,finalizzato alla presa in carico dei casi di non autosufficienza gravedove è necessaria la presenza di due operatori;

RISULTATI ATTESI Maggiore conoscenza dei bisogni della popolazione anziana;Realizzazione di una rete solidale che favorisca la permanenzadell�anziano nel suo contesto di vita;Incrementare il numero d�anziani assistiti a domicilio;Attivazione di centri di servizi in modo tale da realizzare rispostedifferenziate all�utenza ed ottimizzare l�utilizzo delle risorse.

INDICATORI DI N° incontri effettuati con il volontariato,N° anziani non autosufficienti seguiti dal Sad in rapporto alla

224

VERIFICA popolazione,N° allacciamenti di telesoccorso.

ENTE/I GESTORE/I Comuni, Comunità montana

SOGGETTICOINVOLTI

Comuni, Comunità montana, SAA, Casa protette, Associazioni divolontariato.

COSTI � 56.810,00

FINANZIAMENTI Piani di zona � 43.899Contribuzione da parte dell�utente � 12.911,00

225

GRIGLIA PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2002

AREAD�INTERVENTO

Anziani

OBIETTIVO DIPRIORITA� SOCIALE INTERVENTI DI SOSTEGNO E DI AIUTO ALLE FAMIGLIE

OBIETTIVISPECIFICI

Utilizzare l�assegno di cura com�effettiva risorsa della rete dei serviziattraverso un�analisi puntuale dei bisogni e la realizzazione di progettimirati, rivolti soprattutto alle famiglie impegnate nell�assistenzad�anziani affetti da deterioramento cognitivo.

AZIONI Progetti mirati a sostegno delle famiglie con anziani affetti dadeterioramento cognitivo attraverso l�erogazione dell�assegno di cura.

RISULTATI ATTESI Favorire la permanenza dell�anziano nel proprio domicilio,Maggiore autonomia della famiglia nell�impegno di cura.

INDICATORI DIVERIFICA N° Assegni di cura erogati

ENTE/I GESTORE/I Comuni, SAA

SOGGETTICOINVOLTI

Comuni, SAA

COSTI � 26.017,88

FINANZIAMENTI Piani di zona � 2.142,20Finanziamento regionale � 23.875,68

226

4. AREA DI INTERVENTO: POVERTA�

GRIGLIA PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2002

AREAD�INTERVENTO

Povertà

OBIETTIVO DIPRIORITA� SOCIALE

RIDEFINIZIONE DEI TRATTAMENTI DI SUPPORTOECONOMICO

AZIONI #

#

RISULTATI ATTESI Stesura di un regolamento che prevede una soglia reddituale tale dapermettere al singolo e alla famiglia di far fronte alle esigenze

227

fondamentali al di sotto delle quali rientrerebbe in un percorso diemarginazione sociale

INDICATORI DIVERIFICA

# Numero di partecipanti al tavolo

# Stesura del regolamento

# Approvazione del regolamento

# Numero contributi erogati

ENTE/I GESTORE/I Ente delegato Azienda USL di Parma

SOGGETTICOINVOLTI

Comuni

Azienda USL

Sindacati

COSTI � 30.987,41

FINANZIAMENTI Finanziamento dei Piani di Zona

228

5. AREA D�INTERVENTO: ADULTI IN DIFFICOLTA�

GRIGLIA PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2002

CARATTERISTICHEDEGLI INTERVENTI

SERV. SOCIALE PROFESSIONALE/SEGRET. SOCIALE

OBIETTIVO DIPRIORITÀ SOCIALE

SUPPORTO A MOMENTI DI DIFFICOLTÀ ECONOMICATEMPORANEA A CONTRASTO DI UN POSSIBILE RISCHIODI DISAGIO SOCIALE.

OBIETTIVISPECIFICI

• Offrire uno strumento innovativo di politica sociale, finalizzato afornire un supporto economico ai singoli, alle coppie ed allefamiglie con figli minorenni, con una modalità che stimoli neidestinatari le capacità di saper utilizzare le proprie risorse, diautostima, nonché di assumersi le proprie responsabilità.

• Promuovere un intervento forte di supporto e di stimolo allecapacità di autogestione all�auto stima di persone chefrequentemente hanno sviluppato nel rapporto con l�istituzioneassistenziale atteggiamenti di passività e di delega alla soluzionedei propri problemi.

• Promuovere interventi preventivi nei riguardi di persone incondizioni di difficoltà, che non hanno però ancora fatto ricorso aprestazioni assistenziali di tipo riparativo.

• Attivare una opportunità che per le sue caratteristiche permetta difar fronte a problemi che ben difficilmente i beneficiari dei prestitipotrebbero risolvere altrimenti.

CONSOLIDAMENTOMIGLIORAMENTO

INNOVAZIONE

Attivazione Prestiti sull�onore

• Stesura ed approvazione di uno specifico regolamento.• Convenzionamento con un Istituto di credito.• Nomina di una commissione di valutazione delle domande.

229

AZIONIDA REALIZZARE

NEI 12 MESI

• Attività d�informazione e pubblicizzazione• Erogazione dei prestiti.• Monitoraggio dell�intervento attraverso strumenti appositamente

elaborati.

RISULTATI ATTESI

• Supportare in modo concreto le famiglie monogenitoriali nel lororuolo educativo.

• Accompagnare le persone, già conosciute dai Servizi, ad uscire dalcircolo vizioso dell�assistenzialismo recuperando la loro capacitàdi autogestione e di autostima.

• Evitare che situazioni già collocate in condizione di border-line sipossano trovare, in presenza di crisi temporanee, in situazioni arischio di povertà.

• Favorire il ricongiungimento delle famiglie immigrate.• Accompagnare i giovani adulti, già in tutela al Servizio Sociale, nel

percorso di autonomia dal circuito assistenziale.

INDICATORI DIVERIFICA

• Approvazione regolamento• Stipula convenzione• N. prestiti concessi Entità del prestito• N. prestiti concessi

N. insolvenze

ENTE/I GESTORE/I Comune Capofila del Progetto (da individuarsi)

SOGGETTICOINVOLTI

ComuniAUSLIstituto di Credito

230

COSTI � 25822,84

FINANZIAMENTI Finanziamento dei Piani di Zona

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6. AREA DI INTERVENTO: MINORI, RESPONSABILITA� FAMILIARI E DIPENDENZE PATOLOGICHE

GRIGLIA PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2002

AREA DIINTERVENTO 6.1

MINORI E RESPONSABILITÀFAMILIARI

6.2DIPENDENZE PATOLOGICHE

6.3INTEGRAZIONE E COLLABORA-ZIONE TRA I SETTORI SOCIALE,

SANITARIO E SCOLASTICO

OBIETTIVO DIPRIORITA� SOCIALE

SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA� PREVENZIONE AI FENOMENI DIDIPENDENZA

INTEGRAZIONE E COLLABORA-ZIONE TRA I SETTORI SOCIALE,SANITARIO E SCOLASTICO

AZIONI# Attivazione di un servizio di

mediazione familiare fruibile da parte deicittadini di tutti i Comuni del Distretto

# Consulenza psicologica �attivazione di sportelli in ambitoscolastico e/o in altre sedi rivolti adinsegnanti, genitori, ragazzi;

# Questionario somministrato aidiversi organismi scolastici per larilevazione delle esigenze delle scuole delDistretto in merito a problematiche che siriscontrano sul versante socio-educativo;

# Relazione da parte dell�AUSLcontenente i servizi forniti e le richiesteraccolte in relazione a: prevenzioneprimaria, aggregazione giovanile,integrazione delle differenze in merito asituazioni di handicap, immigrazione,disagio sociale e difficoltà diapprendimento;

# I Comuni dovranno fornire unarelazione contenente i servizi forniti, lerichieste raccolte e indicazionesull�adeguatezza delle risposte in relazioneai punti di cui sopra

# Creazione di un tavolo tecnico dilavoro distrettuale composto da: Enticomunali, Provincia, Comunità Montana,AUSL, Scuola, Terzo Settore.

RISULTATI ATTESI# Creazione di un servizio

(Mediazione familiare) finalizzato ariaprire la comunicazione fra i genitori

# Incrementare la consapevolezzadel proprio ruolo e la sensibilitàeducativa degli adulti rilanciando la loro

# Approfondimento delle necessitàemergenti

# Conoscenza reciproca interistitu-

232

affinché essi e non altri nell�eserciziodelle responsabilità genitoriali giunganoa definire soluzioni costruttive per i figlie per sé stessi anche dopo la rottura dellacoppia

# Maggiore coinvolgimento evalorizzazione delle famigliemigliorando le competenze genitoriali

responsabilità quali testimoni privilegiatidi comportamenti corretti in relazioneall�uso ed abuso di sostanze; farecomprendere i meccanismi dellacomunicazione fornendo elementi perpoter impostare atteggiamenti educativicorretti;

zionale# Individuazione esigenze non

esplicite

INDICATORI DIVERIFICA

# Numero di coppie che si rivolgonoal �Servizio di Mediazione�

# Numero di utenti contattati nellediverse azioni

# Numero di questionari restituiti sultotale dei questionari somministrati

ENTE/I GESTORE/IIl Comune capofila del progetto � daindividuare

Il Comune capofila del progetto � daindividuare

Il Comune capofila del progetto � daindividuare

SOGGETTICOINVOLTI

ComuniAUSLComunità MontanaProvincia di ParmaTerzo SettoreScuole

ComuniAUSLComunità MontanaTerzo SettoreScuole del territorio

ScuoleComuniComunità MontanaAUSLProvincia di ParmaTerzo Settore

COSTII costi sono previsti per il periodo di tempoche va dalla firma dell�accordo diprogramma a giugno 2003 e si riferisconoalle spese per la fruizione del servizio daparte di 20 coppie per n° 8 incontriciascuna.

€ 11.568,00

I costi sono previsti per il periodo di tempoche va dalla firma dell�accordo diprogramma a settembre 2003 e siriferiscono alle spese effettivamente acarico di ogni singolo comune non copertida eventuali altre fonti di finanziamento.

€ 17.363,00

I costi sono previsti per il periodo di tempoche va dalla firma dell�accordo diprogramma a settembre 2003 e siriferiscono alle spese effettivamente acarico di ogni singolo comune.

€ 2.580,00

FINANZIAMENTI Comunale con riferimento a quantoderivante dalla 328

Comunale con riferimento a quantoderivante dalla 328

Comunale con riferimento a quantoderivante dalla 328

233

7. AREA DI INTERVENTO: IMMIGRAZIONE

GRIGLIA PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2002

CARATTERISTICHEDEGLI INTERVENTI WELFARE DI COMUNITA�

OBIETTIVO DIPRIORITÀ SOCIALE

FAVORIRE L'INTEGRAZIONE SOCIALE TRAMITE IL SOSTEGNO ALLA RICERCA DI UN ALLOGGIODIGNITOSO.

OBIETTIVISPECIFICI

Coordinamento politiche abitative con particolare attenzione alle fasce svantaggiate.

CONSOLIDAMENTOMIGLIORAMENTO

INNOVAZIONE

Innovazione e miglioramento.

AZIONIDA REALIZZARE

NEI 12 MESI

1. Ricerca conoscitiva: - Mappatura alloggi sfitti, - loro dislocazione, - 1° contatto con i proprietari per sondare la lorodisponibilità, - verifica dello stato in essere dei locali.

2. Adesione al progetto di costituzione di un fondo di garanzia a favore di proprietari di immobili che affittano alavoratori immigrati dipendenti da aziende della Provincia di Parma.

3. Approfondimento ed eventuale applicazione su base distrettuale degli strumenti legislativi ritenuti idonei per lepolitiche abitative (L.R. 24/2001) e in particolare: - edilizia sovvenzionata, edilizia agevolata - interventi per lalocazione.

4. Promozione di un dialogo con le aziende private sul tema della ricerca di alloggi da destinare alle fasce svantaggiate.

RISULTATI ATTESI

1. Conoscenza del n° di alloggi sfitti, loro dislocazione e stato dei locali, Individuazione di proprietari disponibili sul progetto.2. Sottoscrizione del fondo di garanzia.3. Creazione di un tavolo tecnico di approfondimento degli strumenti legislativi per le politiche abitative,

Individuazione di strumenti comuni.4. Individuazione aziende disponibili al dialogo, Creazione di tavoli comunali di concertazione,

234

Individuazione strategie di azione.

INDICATORI DIVERIFICA

1. n° proprietari disponibili n° tot. Alloggi sfitti

2. n° partecipanti al tavolo n° invitati3. n° contributi massimi erogabili4. n° aziende private disponibili al dialogo n° aziende contattate5. Individuazione strategie comuni

ENTE/I GESTORE/I Comune capofila del progetto (da individuarsi)

SOGGETTICOINVOLTI

Comuni del DistrettoAssociazioni di categoriaSingoli proprietariAziende del territorioSindacatiAssociazioni di volontariato sensibili al tema immigrazione

COSTI � 10.841,40

FINANZIAMENTI Piani di zona

235

8. AREA DI INTERVENTO: DISABILI

GRIGLIE PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2002

CARATTERISTICHEDEGLI INTERVENTI

ASSISTENZA DOMICILIARELegge 162 del 21/05/1998

OBIETTIVO DIPRIORITA' SOCIALE Sostegno alla domiciliarità attraverso la sperimentazione di forme personalizzate di sostegno personale e familiare e

flessibilità dell'orario nei centri semiresidenziali e residenziale

OBIETTIVISPECIFICI Ampliamento del Servizio di assistenza domiciliare

CONSOLIDAMENTOMIGLIORAMENTO

INNOVAZIONEConsolidamento delle prestazioni già erogate

AZIONI DAREALIZZARE NEI

12 MESI

• Il progetto avrà durata di 1 anno a decorrere da settembre 2002.• Interventi educativi e abilitativi /riabilitativi.• Assistenza domiciliare

RISULTATIATTESI

Permanenza presso il proprio domicilio diminuendo l'ingresso in strutture semiresidenziali e residenziali

INDICATORI DIVERIFICA

• Numero utenti seguiti• Numero nuovi casi• Livello di gradimento delle persone coinvolte• Aumento delle risposte rispetto ai bisogni espressi

ENTE/IGESTORI/I

Ausl su delega dei Comuni del Distretto

SOGGETTICOINVOLTI

Cooperative sociali che collaborino con l'Ausl attraverso l'appalto

COSTIIl progetto ha un costo complessivo di � 33.755,00.Compartecipazione dei Comuni al finanziamento con quota pari al 20% di � 6.751,00 e finanziamentoregionale pari al 80% � 27.004,00

FINANZIAMENTI Piano di zona anno 2002

236

CARATTERISTICHEDEGLI INTERVENTI

ASSISTENZA DOMICILIAREL. 284 del 28/08/1997

OBIETTIVO DIPRIORITA' SOCIALE

Sostegno alla domiciliarità con interventi di assistenza domiciliare rivolti a minori con gravi patologie

OBIETTIVISPECIFICI

Interventi attuati con operatori che si occupino di assistere i bambini dal punto di vista educativo, ricreativo e ludico

CONSOLIDAMENTOMIGLIORAMENTO

INNOVAZIONEInnovazione nelle prestazioni da erogare

AZIONI DAREALIZZARE NEI

12 MESIAssistenza domiciliare. Tempi dal 15 giugno al 15 settembre

RISULTATIATTESI

Stimolare la percezione residua

INDICATORI DIVERIFICA

Aumento delle potenzialità e sviluppo della percezione dell'ambiente esterno

ENTE/IGESTORI/I

Ausl per delega dei Comuni del Distretto

SOGGETTICOINVOLTI

Cooperative sociali che collaborino con l'Ausl attraverso l'appalto

COSTI Comuni 20% pari a � 3.437,75 ad integrazione del finanziamento regionale 80% pari a � 13.750,95FINANZIAMENTI Piani di zona anno 2002

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CARATTERISTICHEDEGLI INTERVENTI

WELFARE COMUNITARIO � SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALEFormazione operatori

OBIETTIVO DIPRIORITA'SOCIALE

La formazione sociale è un tema da affrontare trasversalmente nei gruppi di lavoro, in quanto emerge una forte richiesta diformazione da parte degli operatori pubblici e del privato sociale, che svolgono lavori di cura nei nostri servizi.Formazione sia come apprendimento delle tematiche riguardanti le disabilità acquisite e le gravi malattie invalidanti, sia comeformazione permanente con lo scopo di favorire e migliorare l'integrazione socio sanitaria fra le diverse competenze cheoperano nel territorio.

OBIETTIVISPECIFICI

Acquisizione di elementi conoscitivi rispetto alle particolarità di queste patologie e miglioramento dellerelazioni con le persone seguite.

CONSOLIDAMENTOMIGLIORAMENTO

INNOVAZIONEMiglioramento dell'integrazione tra gli operatori dei vari Servizi Ausl e Comuni

AZIONI DAREALIZZARE NEI

12 MESI

Corso di formazione che si svolgerà dalla fine del 2002 fino a primavera 2003.2/3 incontri a fine dicembre, 3/4 tra gennaio/ aprile 2003. L'intero costo sarà impegnato nel 2002.La formazione per tutti gli operatori è prevista in orario di lavoroDestinatari- assistenti sociali, educatori, operatori ADB, OSS, OTA, pedagogistaArgomenti trattati- disabilità come esito di gravi malattie acquisite: sclerosi multipla, trauma cranico,ictus, Alzheimer ed altre gravi malattie invalidanti da esiti tumorali.Panoramica sulle patologie- implicazioni mediche e riabilitative per l'intervento sociale,La relazione che si instaura tra l'operatore e la persona seguitaLa particolare criticità che si può creare nel rapporto con persone affette da patologie acquisite perl'insorgere di uno stato d'invalidità, di non autosufficienza, di perdita di autonomiaSupervisione dei casiTempi di realizzazione- il corso si svolgerà da dicembre 2002 con frequenza quindicinale per 4 oregiornaliere.Docenti- Si collaborerà con esperti in neurologia, fisiatria e riabilitazione, psicologi esperti in relazioni sociali e supervisionecasi, esperto in welfare comunitario

238

RISULTATIATTESI

Acquisizione di elementi conoscitivi sulle patologieMiglioramento del rapporto operatori/utentiAcquisizione di elementi che permettano agli operatori di vivere con meno ansia la presa in caricodegli utenti e maggior sicurezza nella predisposizione di interventi individualizzati.

INDICATORI DIVERIFICA

Avvio corso come programmazione previstaVerifica sia sulle conoscenze delle patologie e malattie invalidanti che sugli elementi relazionali.Livello di gradimento dei partecipanti coinvoltiQuestionario agli operatori sulla percezione del cambiamento nella relazione con gli utenti dopo lafrequenza al corso

ENTE/IGESTORI/I

Ausl tramite il Servizio Formazione Aziendale

SOGGETTICOINVOLTI

Partecipano al corso operatori dei Comuni, dell'Ausl e del privato sociale - Cooperative che, in collaborazione con l'Ausl,gestiscono interventi ed aperto al volontariato coinvolto (Assistenza Pubblica, Comitati Anziani ecc)

COSTI Costo totale progetto � 8.748,78 - Docenza � 2.169,12Costi generali (materiali consumo, varie) � 1.807,60Costo corsisti Cooperative o sostituzione op. dipendenti � 4.772,06

FINANZIAMENTI Piani di zona 2002

239

8.1 AREA D�INTERVENTO: SALUTE MENTALE

GRIGLIA PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2002

CARATTERISTICHEDEGLI INTERVENTI

WELFARE DI COMUNITA�Salute mentale

OBIETTIVO DIPRIORITÀ SOCIALE

1. FAVORIRE L�INTEGRAZIONE SOCIALE/ DOMICILIARITA�2. OPPORTUNITA' LAVORATIVE

OBIETTIVISPECIFICI

1. Aumentare la possibilità di integrazione sociale nel tempo libero. Nell�area complessiva �Disabili�, così come inquella �Anziani�, gli interventi atti a favorire la domiciliarità sono stati riconosciuti prioritari. Nel caso della SaluteMentale promozione della domiciliarità va di pari passo con la promozione della �Salute� e dell�Integrazionesociale�.

2. Aumentare la possibilità in inserimenti lavorativi e sbocchi lavorativiCONSOLIDAMENTOMIGLIORAMENTO

INNOVAZIONEInnovazione

AZIONIDA REALIZZARE

NEI 12 MESI

1. risposta al problema della solitudine e all�isolamento con le seguenti azioni che mirano a favorire l�integrazione• censimento da parte dei Comuni delle Associazioni - Centri di aggregazione già presenti nel territorio e

differenziati per età, interessi, ecc. Trasmissione ad uno (o due) referente dell�Az. USL per l�area �disabili�.• i Comuni dovrebbero organizzare momenti di incontro con le associazioni, magari invitando operatori del settore,

nell�ambito della diffusione della conoscenza del lavoro svolto per i Piani di Zona; raccogliere in questi ambiti oin altri gli interessi e le sensibilità

2. Aumentare gli sbocchi lavorativi. Ultimamente, per quanto riguarda le persone con disabilità psichica, qualchesbocco si è avuto grazie alle opportunità offerte da Cooperative presenti nel territorio. In questa breve esperienza sisono tuttavia evidenziati alcuni limiti che pensiamo possa avere margine di miglioramento. L�azione finale potrebbeessere dunque una formazione rivolta alle cooperative interessate, che abbia due scopi:• migliorare le capacità relazionali con le persone svantaggiate inserite al lavoro• migliorare l�imprenditorialità, e quindi la capacità di produrre lavoro ed opportunità di lavoro.

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RISULTATI ATTESI Avvio di un processo di integrazione, tra servizi, tra sanitario e sociale, tra pubblico e privato sociale.

INDICATORI DIVERIFICA

1. In questa prima fase potrebbero essere prevalentemente qualitativi e consistenti nel raccogliere l�interesse e ilnumero di associazioni che danno una adesione, una disponibilità all�accoglienza, e a progettualità comuni; inseguito si potrebbe aggiungere il dato: n. persone proposte/ n. persone accolte.

2. aver dato risposte a questi quesiti e aver effettuato o meno gli incontri di cui sopra

ENTE/I GESTORE/I Azienda USL

SOGGETTICOINVOLTI

ComuniAssociazioniCooperative sociali di inserimento lavorativo

COSTI Queste azioni sarebbero preliminari e a costo zero, per valutare l�opportunità e i costi della formazione secondo lefinalità prima esposte.

FINANZIAMENTI In questa fase non ci sono finanziamenti.

241

9. QUADRO ECONOMICO RIASSUNTIVO DEGLI INTERVISTI NEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2002

RIPARTIZIONEPER AREA DIINTERVENTO

RisorseComunali

RisorseAusl

(Fondosociale)

RisorseAusl

(Fondosanitario)

Utenti AltreTotalespesa

RESPONSABILITÀ

FAMILIARI E MINORI14148,00 / / / / 14148,00

DISABILITÀ35852,21 / / / 80223,47 116075,68

ANZIANI45841,12 / / 12911,00 23875,68 82627,80

IMMIGRAZIONE10631,40 / / / / 10631,40

POVERTÀ ED

ESCLUSIONE

SOCIALE

56810,25 / / / / 56810,25

DIPENDENZE

PATOLOGICHE17363,30 / / / / 17363,30

INTERVENTI NON

RIPARTIBILI NELLE

AREE

5164,57 / / / 25822,85 30987,42

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10. Il primo Piano di Zona del Distretto Sud-EstNon vorremmo fare una relazione convenzionale né tantomeno didascalica. Molti di voi

conoscono da vicino il tema, ad altri comunque non ne sfuggono i contenuti.In effetti è grande la tentazione di attingere a piene mani da quanto in questi ultimi tempi si è

andato elaborando a livello di gruppi di lavoro e di Comitato di Distretto, ed in parte lo faremo.Desideriamo tuttavia rendere conto

• della filosofia dell�approccio ai piani di zona attuata in questo Distretto• delle scelte prioritarie formulate• dei valori aggiunti che l�elaborazione del Piano di Zona può comportare

Permettetici di iniziare con una provocazione: perché mai dopo anni di sforzi per far passareil concetto dell�integrazione sociale - sanitaria, ci troviamo oggi a sentir parlare in manieraapparentemente disgiunta di Piani per la salute prima, di Piani di Zona poi, magari dopo averaccennato alla L.285 o alla L. 286 e di quant�altro in una miriade di modalità di intervento, diprogettualità, di utilizzo di risorse, provenienti da canali diversi?

I nostri servizi comunali ogni giorno sono impegnati a �tener testa�, oltre che alle esigenzeche vengono prospettate dalla popolazione, ad una molteplicità di riferimenti progettuali, normativied organizzativi tale da costituire spesso un ostacolo sensibile alla chiarezza della visionecomplessiva, all�efficacia delle azioni intraprese e alla economicità della spesa. Il rischio didispersione delle risorse in mille rivoli è sempre in agguato.

Per non parlare poi dei problemi del semplice cittadino il quale non sa di Piani per la salute,di Piani di Zona, di progetti� ma che viene a chiedere la soluzione per i propri problemi.

Da questa piccola provocazione si potrebbe uscire con un escamotage facendo notare cheabbiamo parlato di �sforzi per..”, non abbiamo certo detto che ci siamo riusciti! In realtà si tratta diun cammino lungo e difficile che parte da un nuovo concetto di salute intesa come benessere socialedel singolo e della comunità e si indirizza al suo conseguimento passando attraverso le politiche e levalutazioni prospettiche, nell�alternarsi tra le disfunzioni (della cui esistenza bisogna dareonestamente atto) e le innovazioni organizzative che anche in questo Distretto sono stateconseguite, tra l�ostilità (dovuta al fatto che l�impegno per raggiungere i massimi livelli diintegrazione comporta uno sforzo, un impegno intellettuale e culturale elevato) e l�adesioneentusiastica che molti attori del sistema, dagli operatori pubblici e del non - profit, agliamministratori, ai volontari hanno dimostrato.

Ciò di cui si parla è un benessere individuale che, nel divenire benessere collettivo, ricadeancora positivamente sull�individuo, attivando quel circolo virtuoso che amplifica i determinantidella qualità sociale di tutta la comunità.

In questo percorso di avvicinamento diviene sempre più significativo l�aggregarsi delleazioni che è metaforicamente rappresentabile in un riferimento bidimensionale.

In una direzione troviamo il crescente livello di integrazione tra i servizi , nell�altra lacrescente complessità e la ricchezza delle relazioni tra Comuni, Azienda USL e tutti coloro chevengono definiti �soggetti interessati� (volontariato, terzo settore, ecc) con uno sviluppo che ha unavalenza anche di tipo territoriale e comunitario.

La Direttiva regionale sancisce, per i Piani di Zona, l�ambito distrettuale come quello piùappropriato per l�applicazione di questa prima fase sperimentale ma sappiamo che, nella complessarete delle relazioni, molte questioni hanno aspetti che travalicano i semplici confini del Distretto perrealizzare sinergie e assetti organizzativi in ambiti più ampi.

Questa rappresentazione bidimensionale descrive una relazione che in questo Distrettoavevamo già adottato e sulla quale abbiamo già operato azioni concrete, dalla sperimentazione diintegrazione socio-sanitaria del progetto �In Volo�, con tutte le articolazioni contenute nel progetto,agli Accordi di programma, all�intesa con il Sindacato che ha arricchito il patrimonio di idee e di

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prospettive di lavoro per migliorare la qualità della vita della popolazione anziana nella nostra area,alle progettazioni sovracomunali su varie materie del sociale e del socio-sanitario, non ultimo ilprotocollo di delega triennale delle competenze in ambito sociale con esclusione di quella suglianziani.

Ed è a questa modalità che ci siamo ispirati ed è in questo quadro di riferimento che nelnostro Distretto ci siamo mossi per dare corpo a quello che viene definito come: �lo strumentofondamentale attraverso il quale i Comuni, con il concorso di tutti i soggetti attivi nellaprogettazione, possono disegnare il sistema integrato di interventi e servizi sociali con riferimentoagli obiettivi strategici, agli strumenti realizzativi e alle risorse da attivare"; poche righe ma densedi significato nella prospettiva che ci sta di fronte.

Gli interventi normativi, sia a livello nazionale, come la L. 328 del 2000 che sta alla base diuna parte importante dei ragionamenti di oggi e che definisce il quadro per la realizzazione delsistema integrato di interventi e servizi sociali sia a livello regionale (fin dalla 2/85), sostengono ipercorsi e preparano il terreno nella direzione alla quale abbiamo accennato.

Non abbiamo quindi visto contraddizione o dualismo tra quanto si stava evolvendo a livellodi Piani per la salute e quanto occorreva delineare a livello di Piani di Zona.

In base a questa volontà di non perdere di vista l�obiettivo finale dell�integrazione piena,anche sul piano pratico abbiamo quindi deciso di costruire la base del percorso metodologicoutilizzando l�ossatura del gruppo di lavoro che aveva già operato in precedenza e che vedeva lacompresenza della componente tecnica e di quella politico-amministrativa .

Quello che si è inteso fare è uno sforzo di sintesi per la realizzazione di un approccioglobale, indipendentemente dall�origine delle linee programmatiche e normative che discendonodalle diverse competenze regionali in materia di sanità piuttosto che di servizi sociali.

Ovviamente occorre comunque tenere conto che lo sviluppo logico e pratico degli interventi,e qui ci riferiamo più specificatamente ai percorsi dei Piani per la salute e dei Piani di Zona, al finedi rendere maggiormente efficace la fase progettuale e realizzativa, seguono tempistiche e modalitàrelativamente autonome tra loro.

Solo apparentemente però queste sono indipendenti: in realtà sono fortementeinterdipendenti ed il nostro sforzo principale sarà quello di armonizzarle al massimo livellopossibile.

Una volta presa questa decisione, assistiti e stimolati dall�attività della Provincia alla qualequi facciamo solo un accenno ma alla quale la normativa regionale assegna un ben preciso ruolo dipromozione, informazione e supporto informativo e tecnico nei confronti dei soggetti impegnatinella definizione deiPiani di Zona, si è proceduto a dare avvio al processo di costruzione del Pianodi Zona sperimentale secondo i vari step previsti:• dall�attivazione della procedura, con lo sforzo teso a condividere un linguaggio ed una

metodologia che permettesse ai soggetti coinvolti di attivare il percorso di elaborazione con lamassima efficacia possibile

• alla ricostruzione della base conoscitiva ai fini dell�analisi dei bisogni e della conoscenzadell�esistente

• alla individuazione degli obiettivi strategici e alla definizione delle priorità• per giungere poi alla precisazione dei contenuti e delle modalità di gestione• all�approvazione del piano di zona mediante sottoscrizione dell�accordo di programma.

Parallelamente a questo percorso, sono state gettate le basi, anche attraverso una raccoltadati su base comunale, per la costruzione dell�Osservatorio Provinciale sulle Politiche Sociali sottol�egida dell�Amministrazione Provinciale, Assessorato ai Servizi Sociali, strumento operativo moltoutile alla prosecuzione delle attività connesse ai Piani di Zona e alla loro rielaborazione futura.L�Osservatorio dovrà garantire la disponibilità di una base dati affidabile ed organizzatascientificamente che possa validamente supportare gli interventi da programmare (nelle prime fasidel percorso di elaborazione del Piano di Zona ci siamo accorti di quanto sia indispensabile talebase e di quanto occorra ancora fare, nei Comuni e in Provincia, per poterla strutturare in modosufficiente!). La costituzione della base dati verrà accompagnata dalla definizione di un Laboratorio

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Tematico che svolga una funzione di supporto all�elaborazione delle progettualità di interventoattraverso diverse modalità e strumenti.

Così descritto il processo sembrerebbe di facile attuazione sennonché la limitatezza deltempo da una parte e la complessità delle questioni dall�altra ha reso estremamente complesso ilpercorso.

Abbiamo di fronte a noi il grossissimo rischio di BANALIZZARE i contenuti del Piano diZona scegliendo scorciatoie progettuali estremamente semplificate e quello dell�IMPASSE dovutaalla necessità di rispondere all’esigenza di favorire la formazione di sistemi locali di interventofondati su servizi e prestazioni complementari e flessibili, stimolando in particolare le risorse localidi solidarietà e di auto-aiuto, nonché a responsabilizzare i cittadini nella programmazione e nellaverifica dei servizi.

Quando si parla di:

• valorizzare e sostenere le responsabilità familiari e le capacità genitoriali• rafforzare i diritti dei minori• potenziare gli interventi a contrasto della povertà• sostenere la domiciliarità• prevenire le dipendenze• compiere azioni per l�integrazione sociale degli immigrati

ci si rende conto da subito della ampiezza dello spettro degli interventi e delle finalità.Anche per questo motivo si è tentato di operare un compromesso tra la definizione a tutto campodel cosiddetto �sistema integrato� e la individuazione di aree precise di intervento nelle quali isopraccitati programmi trovassero modalità di applicazione concreta.Le aree :• ANZIANI• DISABILI• RESPONSABILITÀ FAMIGLIARI• MINORI• POVERTÀ / ADULTI IN DIFFICOLTÀ• SALUTE MENTALE• PREVENZIONE DELLE DIPENDENZE• AZIONI PER L�INTEGRAZIONE SOCIALE DEGLI IMMIGRATIsono state quelle individuate sulle quali i sottogruppi di lavoro hanno svolto la loro attività diraccolta dati e di individuazione di criticità.

È sulla base di quanto è emerso dal lavoro di questi gruppi e dalla piena assunzione diresponsabilità in campo programmatorio del Comitato di Distretto che sono quindi stati delineati gliobiettivi di priorità sociale .

Ma a questo punto si inserisce un elemento che riteniamo fortemente innovativo, almeno dalpunto di vista della metodologia di lavoro del Distretto:la dichiarata volontà di operare un coinvolgimento reale e non formale dei soggetti attivi e presentinelle realtà locali ha fatto sì che si aprisse un canale di dialogo e di confronto ad un livello digeneralizzazione crediamo mai sperimentato prima.

Dal momento che su questo terreno si sta pagando lo scotto della novità, non bisognanascondere il fatto che alcuni rischi esistono. Uno di essi potrebbe essere legato alla generazione diaspettative non soddisfatte da correlarsi al rapporto tra la quantità e la qualità degli interventiproposti e quelli effettivamente portati a realizzazione. Ricordiamo che ad esempio, dal punto divista finanziario le risorse previste per questo primo Piano di Zona distrettuale ammontano a circa180.000 �, pari al 30% del finanziamento totale. Il restante 70% (pari a circa 600.000 �) è destinato

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alla contribuzione alla spesa storica che i Comuni stanno pesantemente sostenendo sugli interventigià attivati nel corso degli anni.

In questa logica di condivisione ad ampio raggio si è innestato anche un rapporto con ilSindacato imprenscindibile interlocutore della programmazione sociale. Dopo l�esperienza fatta inmerito alle questioni sugli anziani, oggi il Sindacato ci fornisce ancora un�importante opportunità diconfronto a tutto campo in un orizzonte più ampio che abbraccia le tematiche del sociale nella lorogeneralità.

L�occasione per fare un quadro a 360° delle problematiche sociali del Distretto si ètramutata nella stesura delle priorità che, pur non avendo la pretesa di rappresentare dei precisi titolidi progetto, costituiscono il complesso delle indicazioni fornite dal tavolo politico al gruppo dilavoro.

L�approccio �verticale� alle tematiche può tuttavia, da un certo punto di vista, costituire unostacolo ad una visione trasversale ed integrata per interventi e criticità comuni alle varie aree (es.domiciliarità; copertura territoriale; integrazione socio-sanitaria; bisogni legati alla casa e al lavoro;formazione trasversale; welfare mix tra pubblico, privato e privato sociale). Questo aspetto è statoesplicitato nella discussione del gruppo di lavoro.

Molti dei temi posti sul tappeto non sono certo nuovi ma, attraverso l�approccio dei Piani diZona, le proposte progettuali potrebbero essere meglio centrate e adattate alle peculiarità sia legateal territorio che agli ambiti sociali e culturali delle nostre zone.

Un utile esempio potrebbe essere quello relativo al tema della domiciliarità. Parlando diriduzione delle differenze tra zona montana e zona pedemontana del nostro Distretto abbiamo benpresenti i limiti oggettivi posti dalla conformazione del territorio che rende ben più complessi edonerosi gli interventi in zona montana rispetto a ciò che avviene nelle aree pedemontane. Ciò nontoglie che si possano mettere in campo azioni che siano parimenti appropriate anche sfruttandoquella flessibilità di budget che permetta di dirottare risorse ed ottimizzarne l�utilizzo in funzionedell�obiettivo proposto.

Continuando nell�esemplificazione, il lavoro di presa in carico di un�utenza �sommersa� orelativamente nuova specialmente nell�ambito della disabilità che si è andato consolidando neglianni e grazie al quale è stato prodotto un grande patrimonio culturale e di �know-how�,parallelamente ad altre criticità, sta evidenziando, se non altro per necessità anagrafiche, la messa incrisi delle risorse famigliari che fino ad ora hanno costituito un tassello importante nellarealizzazione degli interventi. L�incrocio tra la necessità di garantire adeguati livelli di tutela adomicilio e di fornire appropriate risposte ai problemi è una delle motivazioni a sostegno dellanecessità di pensare a servizi definiti come �DOPO DI NOI�.

Da sottolineare infine la necessità di formazione del personale in funzione delle nuoveproblematicità emergenti: anche questo è un tema trasversale e comune a diverse aree di intervento.

È chiaro che ora siamo nel bel mezzo del gioco, un gioco di cui ancora facciamo fatica acomprendere le regole e a capire come poter ottimizzare gli schemi.

Noi Amministratori oggi abbiamo ancora tanto bisogno di ASCOLTARE, ma anche tantobisogno di FARE.

Le indicazioni di priorità fornite spesso sottendono a problemi di criticità elevata che nonpossono essere lasciati a lungo a macerare.

Bisogna riconoscere che non abbiamo certamente ancora completato il passaggio dallaPROGRAMMAZIONE NEGOZIATA ad una PROGRAMMAZIONE CONDIVISA, concertata,integrata, partecipata ad ampio raggio.

Allora il concetto relativo all�esercizio di una sussidiarietà vera, intesa come valorizzazionedelle capacità e delle risorse (ciascuno faccia ciò che è bravo a fare e lo faccia a beneficio dellacollettività, sia esso un soggetto appartenente alla sfera del pubblico, che del privato sociale o meno,che del volontariato) va esteso all�operare quotidiano e la filosofia dei Piani di Zona ci aiuta arenderlo concreto.

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Il tema dell�individuazione di un opportuno livello di rappresentatività di soggetti diversi dagliEnti Locali e dall�Azienda è senza dubbio uno dei più complessi. In questo panorama, dobbiamoporci una domanda: come salvaguardare l�originalità e la concretezza del contributo che provieneda realtà seppur piccole ma profondamente radicate a fronte della necessità di essere �operativi� intermini di snellezza delle strutture?

Questo è un tema tuttora aperto, sul quale ci si sta confrontando, ma che crediamo non si possaprescindere dai rapporti che gli amministratori devono coltivare nelle proprie realtà.

A livello personale siamo convinti che l�articolazione della politica attraverso la diversaimpostazione delle istituzioni rappresentative, accanto ad altri vantaggi, abbia portato alla crisi deicanali tradizionali di raccordo tra politica e società. Le difficoltà incontrate dalla forma-partitocrediamo ne rappresentino un esempio. È� allora necessario ricostruire il dialogo con la societàcivile. L�elaborazione ed il �ciclo di vita� dei Piani di Zona forniscono un�occasione che non sivuole perdere anche da questo punto di vista.

I Comuni non intendono comunque rinunciare a questa occasione per assumersi laresponsabilità delle scelte alle quali sono chiamati per incidere in maniera significativa, grazieanche a forme di associazione, nel determinare gli orientamenti e le azioni in campo sociale e socio-sanitario.

Il percorso non è facile ma il mantenimento di alcuni capisaldi come il ruolo svolto daiComuni nell�attività di programmazione della Conferenza dei Sindaci per il Piano di Zona e dellaConferenza Sanitaria Territoriale deve rappresentare una delle garanzie che stanno alla base diun�operatività che non va vista in termini meramente tecnicistici.

Dove il confine tra gli aspetti gestionali e quelli politici nei fatti non è così perfettamentedelineato, le scelte di lavoro comune e di destinazione delle risorse costituiscono lo spartiacquedelle volontà politiche e delle impostazioni culturali.

Il lavoro svolto sul primo Piano di Zona ci sta anche aiutando a meglio individuare e valorizzarequesto spartiacque.