i blocchi residenziali di mirafiori sud
DESCRIPTION
L' elaborazione della mia tesi comincia con la partecipazione al Kick-off meeting del progetto SINERGI ( Social Integration Through Urban Growth Strategies), nell'ambito del programma europeo Europe for Citizens, che si è tenuto a Torino il 24-25-26 Marzo 2014. Il tema dell’ incontro faceva riferimento a: (...) La costruzione di una rete di cooperazione tra amministrazioni, esperti, ed associazioni civiche, che sviluppi esperienze e conoscenze sui temi della partecipazione e dell’inclusione dei cittadini nel campo della progettazione urbana e della gestione delle trasformazioni, a partire dall’istruzione di casi studio e dalla definizione di buone pratiche (...)TRANSCRIPT
I BLOCCHI RESIDENZIALI
DI MIRAFIORI SUD
POLITECNICO DI TORINO
FACOLTA' DI ARCHITETTURA
I BLOCCHI RESIDENZIALI DI MIRAFIORI SUD:
UN'APPLICAZIONE DELLA MAVT PER IL SUPPORTO AI PROCESSI
DECISIONALI DI PIANIFICAZIONE URBANA.
Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione e Città
Tesi di laurea Magistrale
a.a 2014/2015
Relatori: Alessandro Armando Candidata:
Marta Bottero Elisa Taraglio
Massimo Crotti
Premessa
CAPITOLO 1: INTRODUZIONE AL QUARTIERE
1. 1. I bordi
1. 2. Il bordo nord
1. 3. Il bordo est
1. 4. Il bordo sud
1. 5. Il bordo ovest
CAPITOLO 2: I VOLTI DI UNA CITTA'
2. 1. Il volto agricolo
2. 2. Il volto che aspetta
2. 3. Il volto industriale
2. 3. 1. La ragazza di Via Millelire
2. 4. Verso il volto di oggi
2. 5 . Il consumo di suolo
CAPITOLO 3: LE VISION
3. 1. Il Piano di Recupero Urbano
3. 2. Torino Città d’acque e Corona Verde. Intervista a
Paolo Miglietta
3. 3. Torino Nuova Economia
3. 4. Ambito Corso Marche
3. 5. Linea 2 Metropolitana
CAPITOLO 4: IL FRAMMENTO
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4. 1. Chi lo racconta? Intervista a Tecla Zaia
4. 2. AlloggiAMI
4. 3. Crowdmapping Mirafiori Sud. Intervista a Francesca
De Filippi
4. 4. Miraorti. Intervista a Isabella de Vecchi
4. 5. Altre Iniziative Locali
4. 6. Eventi a Torino
4. 6. 1. We-Traders, cedo crisi, offro città
4. 6. 2. Festival Architettura in Città. Mirafiori Next
CAPITOLO 5: MAPPATURA DEL QUARTIERE
5. 1. Funzioni
5. 2. Uso dei Suoli
5. 3. Pubblico-Privato
5. 4. Permeabilità dei suoli
5. 5. Grafo Strade
5. 6. Considerazioni
CAPITOLO 6 : LE AREE OMBRA DI MIRAFIORI
6. 1. Superfici delle Funzioni
6. 2. Indagine di Mercato
6. 2. 1. Blocchi residenziali
6. 2. 2. Blocco 1
6. 2. 3. Blocco 2
6. 2. 4. Blocco 3
6. 2. 5. Blocco 4
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6. 2. 6. Blocco 5
6. 2. 7. Blocco 6
6. 2. 8. Immobili di riferimento
6. 3. Indagine sociale
6. 3. 1. Dati socio-demografici
6. 3. 2. Densità abitativa fondiaria
6. 3. 3. Presenza popolazione anziana
6. 3. 4. Presenza popolazione giovane
CAPITOLO 7: IL BLOCCO 2
7. 1. La scelta dell’area
7. 2. Il blocco 2
7. 2. 1. Planimetria dello stato di fatto
7. 2. 2. Sezioni e Prospetti dello stato di fatto
7. 3. Analisi SWOT
7. 4 . Ipotesi di Finanziamento
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
8. 1. Individuazione obiettivi
8. 2. Alternative progettuali.
8. 2. 1. Il blocco ritrutturato
8. 2. 2. Il blocco semplice
8. 2. 3. Il Blocco potenziato
8. 3. Costi-Ricavi
8. 3. 1. Costi-Ricavi: Il blocco ristrutturato
8. 3. 2. Costi-Ricavi: Il blocco semplice
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8. 2. 3. Costi-Ricavi: Il blocco potenziato
8. 4. Le funzioni di valore
8. 5. Metodo Swing
8. 6. Valutazione finale
8. 7. Discussione dei risultati
8. 8. Analisi di Sensitività
Conclusioni
Bibliografia
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PREMESSA
L' elaborazione della mia tesi comincia con la partecipazione al Kick-off meeting del
progetto SINERGI ( Social Integration Through Urban Growth Strategies), nell'ambito
del programma europeo Europe for Citizens, che si è tenuto a Torino il 24-25-26 Marzo
2014. Il tema dell’ incontro faceva riferimento a:
(...) La costruzione di una rete di cooperazione tra amministrazioni, esperti, ed asso-
ciazioni civiche, che sviluppi esperienze e conoscenze sui temi della partecipazione
e dell’inclusione dei cittadini nel campo della progettazione urbana e della gestione
delle trasformazioni, a partire dall’istruzione di casi studio e dalla definizione di buone
pratiche (...)
La prima fase di lavoro si è concentrata sullo studio di un particolare caso studio torine-
se, che possedesse determinate caratteristiche, come la presenza di Associazioni locali
attive, partecipazione degli abitanti, disponibilità al dialogo, al fine di poter indirizzare
questi punti di forza anche nel campo della progettazione e della rigenerazione urbana.
La scelta è ricaduta quindi sul quartiere Mirafiori Sud, che può essere genericamente
preso come esempio delle tante periferie dormitorio che ormai caratterizzano una re-
altà del territorio.
Al termine di questo lavoro di indagine, lo studio si è poi focalizzato sull’applicazione
dell’analisi MAVT( Multiple Attribute Value Theory), come strumento di supporto ai
processi decisionali nel campo della progettazione urbana, tentando di integrare una
varietà di criteri, gestendoli contemporaneamente e sfruttando le diverse combinazioni
nella prospettiva di possibili scenari di trasformazione.
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1 INTRODUZIONE AL QUARTIERE:
Il quartiere di Mirafiori Sud, coincidente con il territorio dell'omonima circoscrizione amministrativa numero 10 del
Comune di Torino, situato nel quadrante Sud-Ovest dell'area torinese, confina a est con Moncalieri, a Sud con Nichelino e
Beinasco, a Ovest con Orbassano e Grugliasco.
Il quartiere presenta tre particolari caratteristiche che lo contraddistinguono:
- La presenza delle industrie, proprio perché Mirafiori è sempre stato connotato come un quartiere dalla composizione so-
ciale in prevalenza operaia e sul suo territorio hanno sede numerose fabbriche, tra le più importanti lo stabilimento di Fiat
Mirafiori.
- I grandi spazi verdi, che circondano le case, il parco che costeggia il Sangone, i filari di alberi lungo le vie, i parchi pubblici,
l’agricoltura.
- Un’architettura costituita in preponderanza da abitazioni alte, che dovevano rispondere nell’immediatezza ad un’emergenza
abitativa, che colpi’ il quartiere durante il grande boom edilizio della Fiat negli anni ‘70.
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Figura 1. Localizzazione di Mirafiori
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CAPITOLO 1: INTRODUZIONE AL QUARTIERE
SCALA 1: 25.000
STABILIMENTO FIAT: 2.882.184,66 m2
ZTL TORINO: 2.976.024,34 m2
Figure 2 e 3. Stabilimento Fiat e ZTL di Torino a confronto
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1. 1. I BORDI:
Le delimitazioni fisiche del quartiere sono individuabili con dei segni molto evidenti, in effetti la forma del quartiere sembra
essere racchiusa da tracce che ben si distinguono, come la ferrovia, il fiume, lo stabilimento Fiat e la tangenziale.
Figura 4. Ortofoto di Mirafiori con evidenziati gli assi più evidenti13
CAPITOLO 1: INTRODUZIONE AL QUARTIERE
1. 2. IL BORDO NORD:
La Fiat viene tagliata in due da Corso Luigi Settembrini , che poi
incrocia Corso Unione Sovietica. Questo corso ha due corsie per
senso di marcia e in alcuni punti presenta delle lunghe recinzioni,
soprattutto vicino alle industrie, creando spazi completamente as-
senti di qualsiasi attività o attrazione. Questo problema si verifica
soprattutto a ridosso dei due stabilimenti, proprio perché la ve-
locità delle auto aumenta, visto che sempre di più ci si avvicina
all’autostrada, e sempre di più si arriva in uno spazio ‘’vuoto’’; si è
avvolti infatti da queste fabbriche enormi, le macchine da un lato
e le fabbriche dall’altro, che quasi ci danno il Benvenuto di ingres-
so alla città. Questo corso stradale tende a cambiare, una volta
superata la rotonda e arrivati in Corso Unione Sovietica, diventato
il filtro tra Mirafiori Nord e Sud. L’altra delimitazione fisica a nord
del quartiere e dello stabilimento Fiat è individuabile con Corso
Tazzoli, che racchiude il perimetro della fabbrica. Questo Corso è
stato recentemente riqualificato con l’inserimento di un filare di
alberi e di una pista ciclabile centrale al corso.
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Figura 6. Corso Tazzoli
Figura 5. Corso Unione Sovietica
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CAPITOLO 1: INTRODUZIONE AL QUARTIERE
1. 3. IL BORDO EST:
La Ferrovia che da direzione Sud-Ovest si dirige verso la stazione Lingotto, costituisce un’altra barriera fisica ,
perché delimita il territorio di Basse Lingotto e quindi del quartiere per la maggior parte costituito da case
popolari, conosciute come le case di ‘’Via Artom’’. Lungo tutta la ferrovia non troviamo elementi di interesse
o di percorribilità, ma, anzi, recinzioni, filari di alberi o abitazioni subito a ridosso dei suoi perimetri, che
tendono a nasconderla.
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Figura 7. Ferrovia
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CAPITOLO 1: INTRODUZIONE AL QUARTIERE
Figura 8. Sangone
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1. 4. IL BORDO SUD
Il Sangone rappresenta un limite naturale, affluente del Po', è lungo 47 km. Questa area lungo il torrente ha subito vistose
modificazioni, soprattutto a partire dal ‘900, poiché frantumato dalla rete delle strade di grande traffico come la tangenziale
sud di Orbassano, a scapito del tessuto agricolo, che una volta connotava questi luoghi.1
Solitamente i fiumi hanno rappresentato da sempre punti di aggregazione e perni per futuri insediamenti, ma in questo senso
Mirafiori è diverso, proprio perché nato in tempi successivi; il quartiere si è inserito in modo infestante nell’area, paralizzando
totalmente la preziosità del tessuto agricolo.
1- SASSO L., Lungo il Sangone, Torino, Celid, 1996, p.18
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CAPITOLO 1: INTRODUZIONE AL QUARTIERE
1. 5. IL BORDO OVEST
La delimitazione è segnata dalla Tangenziale Sud di Torino, che sfocia poi in Corso Orbassano, altro corso di delimitazione di
Mirafiori, ad alto scorrimento con due corsie per senso di marcia e con controviale, che costeggia il lungo recinto in cemento
delle Fiat . Inoltre tra lo stabilimento Fiat e la tangenziale è presente un immenso deposito Auto, lungo Via Anselmetti, dove
da un lato troviamo un recinto di cemento e dall’altra parte vi è la zona residenziale di Via Plava e di Via Roveda, che sono
stati costruiti come i quartieri dormitorio Fiat
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Figura 9. Corso orbassano
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CAPITOLO 1: INTRODUZIONE AL QUARTIERE
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2 I VOLTI DI UNA CITTA':
Durante questo capitolo ho voluto affrontare il tema delle trasformazioni fi-
siche del quartiere, attraverso l'utilizzo della sovrapposizione di una CTR di
Torino del 2010 con delle carte meno recenti, che cominciano con un IGM del
1923, perciò anteriore alla nascita della Fiat. Inoltre, ho evidenziato come il
costruito nel tempo si sia mantenuto, come si sia evoluto e quali siano le varie
funzioni degli edifici, e di come queste ultime siano notevolmente cambiate
dall'inizio del secolo, passando da uno scenario agricolo ad uno scenario di
città.
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2. 1. IL VOLTO AGRICOLO:
Nel sovrapporre un IGM del 1923 con una CTR recente si può notare come nell'arco di un secolo il paesaggio sia completa-
mente cambiato:
- L'edificato residenziale innanzitutto era scarsissimo, proprio perché non vi erano veri e propri insediamenti residenziali,
ma probabilmente abitazioni a bassa densità che si affiancavano ad attività rurali.
- Le attività principali che si svolgevano, come testimoniano gli edifici, erano sostanzialmente agricole, infatti notiamo
la presenza di numerose cascine, qualcuna ancora esistente adesso. In quantità minore ma comunque presenti erano poi le
Fornaci, edifici destinati all'industria per materiali da costruzione. Alcune di queste strutture vengono mantenute fino ad aggi
ma con un cambiamento di funzione. Questo fa supporre che fosse già presente una vocazione industriale, cominciata nel
territorio dal '700. Esse producevano una malta, da cui veniva ricavato il cotto utilizzato per il castello di Mirafiori, ma anche
per opere di fortificazione della città e per l'edilizia militare.1
- Gli assi urbani principali sono Corso Orbassano, Corso Unione Sovietica e Via Sestriere diventata oggi Via Nizza.
La traccia di questi ultimi rimane invariata, mentre varierà la sezione stradale e l’inserimento di verde urbano lungo i solchi.
- L’Ippodromo, situato nelle vicinanze del parco Colonnetti, modificò lo stile di vita dei suoi abitanti, in effetti da quel mo-
mento in poi molte cascine vennero adattate per il ricovero dei cavalli. Questa struttura rimase attiva fino al 1950, dopodichè
l’ippodromo fu trasferito a Vinovo e i terreni di Mirafiori vennero destinati alla costruzione di nuovi insediamenti residenziali
durante il grande sviluppo del quartiere nel boom economico.2
- L’attuale parco Colonnetti, era invece un Aerodromo, con annesso l’ Aeroporto, inaugurato nel 1911 e che svolse fino
al 1933 un’azione prevalentemente bellica. L’areoporto fu poi definitivamente distrutto nel 1944, da un bombardamento
1- CIRCOSCRIZIONE X, Mirafiori Sud, Citta di Torino,2000, p.142- CHIEA L.,CROLETTO L., Riqualificazione urbana dell’area Mirafiori Sud di Torino, un nuovo polo universitario, Tesi di Laurea, Po-litecnico di Torino, 2010, p. 12
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tedesco e quest’area rimase inutilizzata fino agli anni ‘50, quando il Comune di Torino la diede in concessione alla Facoltà di
Agraria, che la occupò durante tutti gli anni ‘60.3
- Nel lotto Fiat si può notare la presenza dell’Ospedale San Luigi, inaugurato nel 1909. Rimarrà qui ubicato ancora per
molti anni, fino a quando non venne gravemente danneggiato dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. Sarà
poi ricostruito nel dopoguerra e successivamente trasferito ad Orbassano nel Corso degli anni ‘70.4
- Ciò che invece sono rimaste invariate nel tempo, sono le Permanenze storiche, che fino al ‘900, sono state elementi di
perno fondamentali, purtroppo attualmente non ancora valorizzati con la dovuta importanza. Tra questi troviamo il Castello
del Drosso, del XIII secolo, il Mausoleo della Bela Rosin, del XIX secolo e infine la Palazzina di Caccia di Stupinigi, del XVIII
secolo, che determinò in passato la nascita di una serie di attività secondarie lungo l’attuale Corso Unione Sovietica come la
presenza di cascine e borghi cittadini.
Figura 1. Torino a Nord-Ovest verso Stupinigi e con le Alpi sullo sfondo:
Veduta dell’area su cui sorgerà lo stabilimento Mirafiori5
3- CIRCOSCRIZIONE X, Mirafiori Sud, Citta di Torino, 2000, p.144-LUPO M., I secoli di Mirafiori, Edizioni Piemonte in Bancarella, Torino, 1985, p.255- OLMO C. , Mirafiori 1936-1962, Allemandi, Torino, 1997
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2. 2. IL VOLTO CHE ASPETTA:
Ho deciso di definire questa fase storica attraverso l’attesa, proprio perché in questo particolare momento ci furono le aspet-
tative verso un futuro glorioso, determinate attraverso le numerose azioni di propaganda fascista, ma bloccate dalla crisi
derivante dalla Seconda Guerra Mondiale.
Nell’immagine precedente ho sovrapposto un PRG del 1959 con un CTR recente: durante questo lungo intervallo di tempo
ci ritroviamo di fronte innanzitutto alla nascita dello stabilimento Mirafiori avvenuto nel 1939, che si presentò come un
modello di fabbrica non soltanto per le innovazioni riguardanti il suo complesso produttivo, ma anche, e soprattutto, per
l’immaginario fascista di ‘’rivoluzione nel progresso sociale’’ legato all’ ambiente di lavoro.
Parole come igiene, sicurezza, conforto, fanno da sfondo a tutte le descrizioni delle caratteristiche della nuova struttura,
insieme a molteplici altri accorgimenti come nuovi ambulatori, vari refettori di reparto, ambulatori e servizi di assistenza
sanitaria, spogliatoi con armadietti individuali, lavabi e docce. Tutti servizi che oltre ad attestare ed esaltare “il progresso
sociale della nuova fabbrica”, hanno anche la finalità di rafforzare nei dipendenti il senso di appartenenza a quella che gli
Agnelli chiamano “la nostra famiglia di lavoro”.6
Durante la Guerra si visse un periodo di forte crisi accompagnato da insurrezioni operaie e numerosi bombardamenti. Fino al
1947 la produzione industriale fu ferma e soltanto dopo, tra il 1956 e il 1958, la Fiat procedette al raddoppio della superficie
dell’impianto produttivo e ad una successiva e rapida ripresa dell’economia.7
In questo momento di ripresa economica le osservazioni che si possono fare a partire dal confronto con le immagini sono:
- Nel territorio su cui poi sorgerà la Fiat, furono abbattute, per far spazio alla fabbrica, le cascine Canale, Ospedaletto,
Nuova, Generala e la scuderia Gualino. Tale spazio quasi esclusivamente caratterizzato da prati, campi e cascine, ma al con6- PASSERINI L.,Torino operaia e fascismo. Una storia orale, Laterza, Bari, 1984, p. 226, pp 227, 2397- LUPO M., I secoli di Mirafiori, Edizioni Piemonte in Bancarella, Torino, 1985, p.104
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tempo sufficientemente dotato di infrastrutture stradali e ferroviarie, risultò perfetto per la nascita di un nuovo stabilimento
industriale.
- I primi insediamenti residenziali, in risposta alla grande richiesta abitativa, vennero collocati nelle aree tra Corso Taz-
zoli e Corso Giovanni Agnelli, nel cosiddetto quartiere M2, caratterizzato da abitazioni destinate alle maestranze impegnate
nella costruzione dello stabilimento. Si tratta dei primi interventi di edilizia pubblica su terreni venduti al Comune dalla Fiat
e tali opere di urbanizzazione proseguirono negli anni ‘60 e ‘70 a seguito del boom economico e della crescente richiesta di
manodopera da parte della Fiat.8 Altri nuclei abitativi vennero inseriti nell’area denominata di Basse Lingotto, circoscritta dal
Sangone, dall’ex campo volo e da Via Onorato Vigliani. 9
- Incominciarono a localizzarsi nuove realtà industriali, non necessariamente legate all’automobile , ma che contribui-
ranno a definire Mirafiori come periferia produttiva.
8- CHIEA L., CROLETTO C., Riqualificazione urbana dell’area Mirafiori Sud di Torino, un nuovo polo universitario, Tesi di Laurea, Politecnico di Torino, p. 139- CASTROVILLI A., Mirafiori, la città oltre il Lingotto: storie di via Artom e dintorni , Mentelocale, Torino, 2000, p.19
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CAPITOLO 2: I VOLTI DI UNA CITTA’
Figura 2. La grande inaugurazione dello stabilimento industriale, il 15 Maggio 1939.
‘‘Duce! A questa nuova fabbrica tu porti oggi la vita del nostro lavoro e di oggi vittoria!
Gratitudine e Fede dei 50.000 lavoratori FIAT’’.10
10- Archivio e Centro storico Fiat36
Figura 3. Veduta aerea dello stabilimento di Mirafiori con annessi i primi quartieri residenziali.(1942) 11
11- C. OLMO, Mirafiori 1936-1962, Allemandi, Torino37
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2. 3. IL VOLTO INDUSTRIALE:
Dalla fine degli anni ‘50 Torino diventò la meta privilegiata delle grandi ondate migratorie; infatti la popolazione di Torino
raddoppiò, arrivando nel 1961 ad un milione di abitanti, mentre quella di Mirafiori Sud da circa 3.000 abitanti, arrivò fino a
40.000 abitanti.12
L’edilizia privata riuscì ad assorbire la domanda di abitazioni provenienti dalla classe più agiata, viceversa l’edilizia pubblica
dovette fornire una serie di alloggi a prezzi contenuti, per rispondere all’emergenza abitazione. Tra il il 1963 e il 1971 l’inter-
vento pubblico di società come Gescal, Iacp e Poste, favorì la costruzione di quasi 17000 alloggi a Torino. Il tessuto urbano
si espanse a macchia d’ olio e nuovi quartieri, sovente carenti o completamente mancanti di servizi, sorsero nelle periferie. La
città si trovò impreparata, perchè ancora dovette far fronte agli interventi di urbanizzazione di base, come fognature, acque-
dotti, gas e strade, che l’abnorme attività edificatoria imponeva.13
- Nel giro di un decennio la superficie dello stabilimento Fiat raddoppiò, espandendosi anche aldilà di Corso Set-
tembrini.
- La realizzazione della tangenziale Sud di Torino cominciò a partire dalla fine degli anni ‘60 e si concluse nel
1976, permettendo una maggiore rapidità di costruzione dello stabilimento FIAT, grazie alla facilitazione nel trasporto di
materiali.14
- Iniziarono a localizzarsi i primi quartieri residenziali, nati anche grazie ad accordi con la Fiat, per realizzare alloggi,
per i dipendenti della fabbrica e non solo. I primi attestamenti residenziali si individuarono nel quartiere Basse Lingotto, nella
Borgata Mirafiori e nel quartiere lungo Corso Tazzoli. Chiaramente questi quartieri non erano dotati di servizi, proprio perché
l’emergenza principale era quella abitativa e soltanto successivamente, iniziarono ad inserirsi attività commerciali, impianti
12-LEVI F., MAIDA B., La città e lo sviluppo. Crescita e disordine a Torino, 1945-1970, Franco Angeli, Milano, 2002 13- CASTROVILLI A., Mirafiori, la città oltre il Lingotto: storie di via Artom e dintorni, Mentelocale, Torino, 2000, p. 1214- Autostrada Torino, Ivrea, Valle d’Aosta, www.ativa.it.
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sportivi e scuole.
- Lo stabilimento Fiat divenne un attrattore anche
per altre attività che non si focalizzeranno soltanto nel settore
automobilistico. Da questo momento infatti, le industrie inizia-
rono a moltiplicarsi e questo territorio iniziò radicalmente a
cambiare volto. Nacquero nuove aziende come la Avio, le For-
naci, la Centrale elettrica e tutta una serie di altre industrie di
vari settori, che in principio saranno collocate esternamente ai
contesti urbani, ma che con il passare degli anni, diventeranno
parte integrante del tessuto urbano.
- L’ attività agricola restò confinata solo più lungo la
fascia del Sangone dove si preferì una produzione cerealicola, e
iniziarono a sorgere i primi orti agricoli abusivi, proprio perché
unica fonte di sussistenza possibile.
- Le aree verdi sono ancora molte, perché ereditate dal
passato agricolo, ma non essendo più sfruttate in quanto tali,
vennero per molti anni poco considerate.
Figura 4. Servizio pubblicitario per la 500. (1957) 15
15- C. OLMO,Mirafiori 1936-1962, Allemandi, Torino43
CAPITOLO 2: I VOLTI DI UNA CITTA’
Figura 5. Operai alla porta n° 2 per l’inizio del turno. (1956)16 Figura 6. Veduta aerea di un gruppo case Fiat. (1962)17
16- C. OLMO,Mirafiori 1936-1962, Allemandi, Torino17- Ibidem.
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Figura 5. Operai alla porta n° 2 per l’inizio del turno. (1956)16 Figura 6. Veduta aerea di un gruppo case Fiat. (1962)17
16- C. OLMO,Mirafiori 1936-1962, Allemandi, Torino17- Ibidem.
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CAPITOLO 2: I VOLTI DI UNA CITTA’
2. 3. 1: LA RAGAZZA DI VIA MILLELIRE
Al fine di ricostruire l’atmosfera di tensione che si respirava in quegli
anni ho voluto rilevare alcuni aspetti interessanti, riguardo al film
‘’La ragazza di Via Millelire’’, che tanto fu criticato, ma che mi è stato
utile per individuare delle forme sociali, coglibili soltanto attraverso
le immagini e la narrazione, che solo uno strumento come il cinema
può offrire. E’ un film del 1980 diretto da Gianni Serra, che affronta
le problematiche sociali, che hanno coinvolto Mirafiori Sud, in una di
quelle aree dormitorio, sorte ai margini di una città industriale, per
ospitare i sottoproletari del boom economico. Non incontrò i favori
del grande pubblico nè degli abitanti stessi di Mirafiori, i quali erano
spaventati all’idea di essere sempre più etichettati ed emarginati. La
narrazione non si pone come un documentario, ma la trama si svi-
luppa attraverso gli occhi e le vicende dei personaggi, che tra l’altro
erano realmente abitanti di Mirafiori Sud, i quali si schierano sostan-
zialmente in due fazioni:
- Da una parte troviamo giovani con situazioni familiari difficili,
senza progettualità che vivono alla giornata, privi di prospettive, che
però dimostrano un forte senso di appartenenza al loro quartiere,
difendendolo in tutto e per tutto, fino a costituirsi in bande vere e
proprie che sfociarono in faide tra quartieri.
- Dall’altra parte vi sono invece i lavoratori onesti che conti-
nuano imperterriti il loro lavoro. Un esempio può essere individuato
nell’immagine di un lavoratore che continua ad aggiustare tutte le
mattine i lampioni, sistematicamente distrutti dai vandali, durante la 46
Figura 8. A sinistra l’assistente sociale e a destra l’operaio che ogni mattina ripara i lampioni, rotti ogni notte dai vandali.
Figura 7. A sinistra la protagonista Betty e a destra l’assistente sociale, in pensiero per il futuro e le poche aspettative che attendono la ragazza.
notte. Alla fine vince il lavoratore, che non molla, ma sono i van-
dali a stufarsi. Tuttavia, questa parte di personaggi onesti non è in
grado di gestire da solo il problema dell’immigrazione, della droga,
del vandalismo e il film denuncia proprio questa immobilità delle
istituzioni sociali. Da un lato quindi, esistono coloro, come la moglie
dell’operaio, assistente presso il centro sociale, che si sforzano di ri-
comporre lo squilibrio sociale, impegnando ogni momento della pro-
pria vita, e dall’altro coloro come l’operaio, che criticano l’impegno
della moglie accettando passivamente questa realtà, infatti, finito il
turno di lavoro, si ritirano nell’ indifferenza.
Il film non ha una vera e propria conclusione, perché termina con la
protagonista Betty, giovane figlia di immigrati meridionali, che per
l’ennesima volta è scappata e sembra essere totalmente ingestibile
per il centro d’accoglienza, che ha provato qualsiasi soluzione per fa-
vorirne l’integrazione. Con il finale ‘’Le abbiamo provate tutte’’ riman-
da l’attenzione allo spettatore che osserva queste periferie in via di
abbandono senza agire e lasciando che si autogestiscano da sè.
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CAPITOLO 2: I VOLTI DI UNA CITTA’
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2. 4. VERSO IL VOLTO DI OGGI
Con questo paragrafo si conclude la successione cronologica e volutamente non ho etichettato il capitolo con un aggettivo
che potesse riconoscere il quartiere in un’unica parola, per lasciare aperto il dubbio e la riflessione su che cosa è oggi.
- Dal confronto con la carta precedente si può osservare come l’impianto Fiat sia ormai da tempo definitivo, mentre
nel frattempo, è aumentata la costruzione di alloggi, in particolare nella zona tra Strada del Drosso, Via Plava e Corso Unione
Sovietica. Per quanto riguarda la realizzazione degli alloggi che un tempo era una delle tante emergenze, adesso vi è il pro-
blema opposto; Molte di queste abitazioni pensate un tempo per famiglie numerose, sono ormai sfitte, invendute e abitate
da persone sole e anziane, le stesse, tra l’altro, proprietarie originarie. Questo è una delle prime nuove questioni con cui ci si
deve confrontare.
- L’attività industriale sembrerebbe quasi regredire, in effetti molti stabilimenti Fiat sono stati abbandonati. Riguardo
a questo tema, il film Mirafiori Lunapark in uscita a Dicembre 2014, racconterà molto bene la realtà tragica di queste fab-
briche, vuote e immense, che permangono nel nostro vicinato senza alcun possibile futuro. I protagonisti, 3 ex operai Fiat,
si oppongono alla demolizione degli stabilimenti nel tentativo di far rivivere la loro memoria, trasformando i capannoni in
luoghi di memoria per i loro nipoti.18
- Il problema principale nella fase dello sviluppo industriale, oltre alla grave emergenza case, era la mancanza di servizi,
mentre oggi ci sono molte scuole e impianti sportivi. In prospettiva futura, nuove attività sono previste all’interno del piano
TNE, dove già si è realizzato il Centro del Design, e successivamente, si realizzerà la Centrale del latte ed un Centro multi-
servizi che comprenderà un supermercato.19
- La propensione agricola che caratterizzava il quartiere non viene totalmente dimenticata, infatti nell’area verde lun-
go il Sangone, sono nati una serie di orti spontanei, non regolamentati e anzi molto spesso pericolosi, perché sorti in aree
inondabili o inquinate.
18- CAROLI C. , Mirafiori Lunapark, la favola della classe operaia in pensione, in La Repubblica, Torino, 2013, p. 1519-www.torinonuovaeconomia.it
54
Oggi le periferie industriali si stanno svuotando, i valori immobiliari
calano, le case si svuotano e la produzione industriale viene sempre
meno. Non ci sono più condizioni di pressione demografica, econo-
mica o criminale ma la nuova priorità è diventata quella di far si
che in queste aree succeda qualcosa, anche solo di piccolissimo, in
modo da far innescare dei meccanismi che smuovano ulteriori piccoli
tasselli, che ridiano fiducia al luogo e alle persone. Le nostre periferie
adesso, sembrano essere delle grandi macchine ferme in attesa che o
qualcosa venga fatto o che il declino proceda inesorabilmente. L’in-
tervento pubblico ‘‘dall’alto’’ non ha dato grandi risultati negli ultimi
anni, allora è forse possibile far qualcosa con dei meccanismi ‘‘ dal
basso’’ di partecipazione cittadina?
55
CAPITOLO 2: I VOLTI DI UNA CITTA’
2. 5. IL CONSUMO DI SUOLO
<< Pochi giorni di ruspe e betoniere, e un suolo coltivato e curato da millenni viene improvvisamente distrutto e sostituito
con un manufatto edile. Dicasi distrutto, in quanto un orizzonte pedologico non si forma dall’oggi al domani, ma è un proces-
so naturale, mediato dal clima che impiega millenni ad evolvere. Rifare il suolo dopo che lo si è asportato non è possibile,
almeno in tempi umani. Ci sono surrogati di suolo artificiale, ma costano energie e materie prime, e si possono applicare
solo su piccola scala. Insomma, la distruzione del suolo ad opera dell’impermeabilizzazione e della costruzione di edifici è
irreversibile. In questo termine sta tutta l’importanza e l’urgenza di un problema ormai tanto dirompente quanto trascurato:
il consumo di suolo e, quasi sempre, del suolo migliore. >> 1
Proprio relativamente a questo tema, la Regione Piemonte nel 2003 approva il PTCP, Piano Territoriale Provinciale, che
fonda le sue basi nella conservazione e nella tutela del suolo. L’assunto che il Piano ha inteso porre all’intera comunità e
alle istituzione è quello di fermare il consumo di suolo esterno alla perimetrazione esistente dell’abitato, evitando di dilatare
ulteriormente lo Sprawl Urbano.2 Per tali fini è stato disposto nel 2002, l’Osservatorio sulle trasformazioni territoriali e
demografiche, il quale monitora il consumo del suolo ed elabora dei dati periodici sulle trasformazioni urbane della città di
Torino. In particolare, è stato fatto uno studio relativamente alla quantità di terreno utilizzato ed in rapporto alla popolazione
dal 1820 al 2006.3
1- MERCALLI L. , Prefazione, in Trasformazioni territoriali della Provincia di Torino, 20092-www.sistemapiemonte.it3- www.provincia.torino.gov.it
56
Nel primo grafico, si può notare bene, come a partire dal primo decennio del 900, lo svilupparsi di grandi industrie, tra cui la
Fiat, determinò una massiccia crescita demografica, causata soprattutto dalle grandi ondate migratorie di nuovi lavoratori. A
questo andamento, corrispose una reazione da parte del settore edile, che dovette affrontare le forti esigenze sia infrastrut-
turali, sia abitative. Lungo questo lasso di tempo cominciarono a sorgere aree urbanizzate all’esterno della città, costituendo i
primi quartieri periferici popolari. Negli anni ‘70 poi, si registrò il boom della crescita demografica, alla quale si accompagnò
un ulteriore sviluppo delle superfici urbanizzate.
Dopo gli anni della grande crescita nel settore edile, ci si avvicinò verso una progressiva crisi industriale, ma soprattutto
verso politiche di decentramento e di ricollocazione delle attività produttive, che determinarono un’inversione di tendenza.
Nonostante una continua occupazione del suolo, si verificò un decentramento del ruolo che aveva ricoperto fino a quel mo-
mento l’area torinese; infatti la popolazione torinese decrebbe, mentre aumentarono gli abitanti nelle Province.4
Figura 9. Il consumo di suolo di Torino dal 1880 al 2000.5
4- PROVINCIA DI TORINO, Trasformazioni territoriali della provincia di Torino, 2009, pp. 17-19.5- Ibidem, cit., pp. 17-19
57
CAPITOLO 2: I VOLTI DI UNA CITTA’
Il grafico successivo evidenzia i progressivi mutamenti del suolo e della popolazione dal 1990 al 2006. Come si può notare,
la forbice tra il consumo del suolo e la popolazione continua ad aumentare. Questo fenomeno è parzialmente spiegabile con
il cambiamento dei nuclei familiari, talvolta sempre più ridotti, e dunque, più richiedentidi un maggiorn numero di abitazioni.
A concorrere a questo fenomeno contribuiscono, inoltre, fenomeni puntuali, quali la creazione di nuovi poli insediativi isolati,
a carattere residenziale, produttivo o commerciale e la crescente richiesta di seconde case.6
Figura 10. Il consumo di suolo di Torino dal 1990 al 2006.7
6- PROVINCIA DI TORINO, CSI PIEMONTE, Il consumo di suolo nella provincia di Torino, 2009.7- Ibidem, cit., pp. 17-19
58
Figura 11. Il consumo di suolo di Torino 8
8- Dati reperiti dal sito dell’Osservatorio sulle trasformazioni territoriali e demografiche della provincia di Torino59
CAPITOLO 2: I VOLTI DI UNA CITTA’
60
3LE VISION:
Il quartiere di Mirafiori, rientra all'interno di un programma di macro inter-
venti, che ormai attendono da qualche anno una fase di ulteriore sviluppo:
- Sul piano del verde, già tanto era stato fatto nel Parco Colonnetti,
grazie al Piano di Recupero Urbano e al Piano di Accompagnamento Sociale,
ma con Torino Città d'Acque e Corona Verde, sembrerebbe prospettarsi una
riqualificazione del parco del Sangone e un collegamento tra quest’ ultimo ed
i parchi limitrofi.
- Recentemente Torino Nuova Economia gestisce la difficile partita di
riconversione delle aree dismesse della Fiat.
- Dal punto di vista infrastruttuale è previsto l’attestamento di Cor-
so Marche nella “Piazza Mirafiori” e l’attesa del ramo sud della linea 2 della
metropolitana.
61
62
63
3 .2. IL PIANO DI RECUPERO URBANO:
Nel 1997 la Città ha avviato il Progetto Speciale Periferie, attualmente stabilizzatosi nella struttura organizzativa comu-
nale e trasformato in Settore Periferie. Il Settore presiede e coordina progetti e interventi di riqualificazione fisica e sociale,
caratterizzati da un approccio integrato tra diversi settori dell’amministrazione cittadina, da modalità innovative di lavoro
nell’ambito delle quali sono centrali il coinvolgimento attivo e la progettazione partecipata con i cittadini direttamente
interessati. L’attività si svolge con la collaborazione dei soggetti locali, con le Circoscrizioni, le associazioni, le parrocchie, i
privati e l’Agenzia territoriale per la casa (Atc) di Torino, ma anche con tutti i settori dell’amministrazione.1
Il Progetto Periferie ha attivato 3 PRU (Programmi di recupero urbano), 10 Azioni di Sviluppo Locale Partecipato e un
Contratto di Quartiere e alcuni di questi interventi rientrano nell' Urban II.2 Gli Urban sono progetti finanziati dall'Unione
Europea, concernenti la rivitalizzazione socio-economica delle città e delle zone adiacenti in crisi, per promuovere uno svi-
luppo urbano-sostenibile.3
Per quanto riguarda Mirafiori, il Programma di Recupero Urbano (PRU), finanziato dalla legge nazionale 493/93, destinata
alla riqualificazione delle periferie urbane, viene avviato operativamente nell’anno 2000 e prevede una serie di interventi
tra cui:
- La demolizione di due degli otto edifici del complesso di edilizia residenziale pubblica, mentre per gli altri sei sono
previsti interventi di manutenzione straordinaria, che includono il totale isolamento termico delle facciate e del tetto, la
sostituzione dei serramenti, un nuovo impianto elettrico, il ripristino dei vani scala e interventi diffusi su bagni e cucine. Per
poter demolire gli edifici di Via Artom 99 e Via Garrone 73 è stato necessario trasferire le famiglie che vi abitavano, a seconda
delle esigenze, sia in alloggi di Via Artom, sia in altre zone della città, con alcuni bandi pubblici d'acquisto.
- Riqualificazione del Parco Colonnetti e delle sponde del Sangone con inserimento di laghetti, percorsi didattici, 1-CITTA’ DI TORINO, perifèrie, 1997-2005, promozione a cura del servizio centrale Comunicazione e promozione della città, 20052-LOSTIA A. ,Progetto Yepp (Youth Empowerment Partnership Programme): Chi è Mirafiori Sud, Torino, 20033-www.europa.eu
64
botanici e storici, per la conoscenza e la valorizzazione del parco.
- Inserimento di un’area giochi nell’area Colonnetti Nord, all’angolo tra Via Artom e Via Onorato Vigliani.
- Inserimento della ‘’Casa nel parco’’, edificio su accesso da Via Artom, che ospiterà un bar/ristorante ed un centro
informazioni.4
Nell’ambito di ciascun PRU è stato attivato un Piano di accompagnamento sociale, il quale ha il compito di :
- Ricostruire un’identità positiva dei luoghi
- Potenziare e qualificare la rete commerciale
- Informare gli abitanti sulle trasformazioni in atto
- Definire con i residenti le priorità sulle quali elaborare i progetti di tipo sociale.5
4-CITTA’ DI TORINO, Periferie al centro, I piani di accompagnamento sociale – primo bilancio delle azioni svolte, 20015-www.comune.torino.it
65
CAPITOLO 3: LE VISION
Figura 1. Viale alberato Colonnetti
L
Figura 2. Casa nel parco
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Figura 3. Le case di Via Artom
68
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CAPITOLO 3: LE VISION
3. 3. TORINO CITTA' D'ACQUA E CORONA VERDE. INTERVISTA A PAOLO MIGLIETTA
Per poter affrontare al meglio questi temi ho intervistato l'agronomo Paolo Miglietta, responsabile delle Grandi Opere del
Verde Pubblico, presso il Comune di Torino, il quale mi ha spiegato che cosa sta succedendo oggi nell'area del Parco del
Sangone, chi sono i soggetti che attualmente svolgono un ruolo nello sviluppo futuro del parco e quali sono le effettive
prospettive di attuazione dei progetti in corso.
Nel 1995 a Torino comincia il progetto Torino Città d'Acque, che ha come obiettivo quello di realizzare interventi concreti per
la riqualificazione ambientale e territoriale delle sponde fluviali attraverso la creazione di un unico sistema verde di 70 km.6
<< Un passo fondamentale avviene nel 1995, quando il nuovo PRG recepisce Torino Città d’Acque, perciò tutte le aree che noi
avevamo individuato come potenziali aree verdi, ma che al contempo si sarebbero potute destinare ad altri settori, in quel
modo sono state vincolate a verde, quindi abbiamo eliminato tutte le possibilità edificatorie, che avrebbero potuto ostaco-
lare Torino Città d’Acque. Oggi il progetto è realizzato per quasi l’80 % perché ci sono arrivati quasi tutti i fondi, anche grazie
al fatto che nel 2011, questo progetto è diventato visibile dal punto di vista paesaggistico, quindi Regione Piemonte pone
Città d’Acque al centro di un altro progetto, questa volta metropolitano, che si chiama Corona Verde.>>
Corona Verde è un progetto a regia regionale, che interessa sia l’area metropolitana, sia l’area della collina torinese, coin-
volgendo 93 comuni. Esso intende realizzare un sistema verde che integri le Residenze Sabaude all’interno del patrimonio
naturale dei parchi metropolitani, dei fiumi e delle aree più rurali.7
6- RUBINO. A., Torino : spazi aperti tra progetto e realtà, in Macramè : trame e ritagli dell’urbanistica n° 1, Torino 2005, pp. 79-877- www.regione.piemonte.it
70
Figura 4. Corona Verde.1
1- Ibidem.71
CAPITOLO 3: LE VISION
<< Il tratto del Sangone possiamo dire che è oggi realizzabile grazie a tre modalità di finanziamento :
La prima modalità consiste nel fare un progetto paesaggisticamente notevole, che anche l’Europa trovi interessante, quindi
deve avere una dimensione progettuale come minimo di scala metropolitana. L’Unione Europea stanzia quindi i fondi per
Corona Verde, pari a 10 milioni di Euro.
La seconda modalità consiste nell’avere la ‘’fortuna’’ di avere vicino il Termovalorizzatore del Gerbido, che per legge e non
solo per la decisione della Città di Torino, deve pagare il 10% del suo costo. I soldi verranno destinati per interventi entro i
2 km dal Termovalorizzatore e quindi nei vari comuni che confinano con il Gerbido.
La terza modalità consiste nel fatto che, se il privato vuole realizzare delle opere sulla città di Torino, deve fornire un contrib-
uto economico alla Città, come compensazioni urbanistiche e diritti edificatori, che vengono poi ridistribuiti a livello locale.
Questa integrazione con il privato è diventata sempre più diffusa nei progetti che hanno un impatto ambientale considerev-
ole e ha permesso ulteriori introiti economici.>>
72
Figura 5. Ortofoto con identificazione dei due lotti di intervento
73
CAPITOLO 3: LE VISION
Nel corso dell’intervista mi racconta poi che, a breve, sottoscriveranno definitivamente un piano di finanziamento con il den-
aro del termovalorizzatore, che consentirà la realizzazione del progetto del Parco del Sangone, appartenente al primo lotto.
Per risolvere il problema della molteplicità di proprietari, che si distribuivano su tutta l’area di intervento, e che quindi
compromettevano la riuscita e la linearità del progetto, sono stati utilizzati per l’ appropriazione delle aree due strumenti
fondamentali:
<< Il primo strumento lo troviamo nel Piano Regolatore del 1995, che recita, che se il privato è proprietario dei terreni, su di
essi viene impedita qualsiasi capacità edificatoria. Con l’ultima variante del PRG si dà, però, la possibilità al privato di cedere
alla città gratuitamente questi terreni, in cambio di un diritto edificatorio da utilizzare altrove>>.
Miglietta sostiene che questa modalità di scambio a costo zero tra amministrazione e privato sia un meccanismo fondamen-
tale, che ha permesso una maggiore rapidità di azione in tempi molto più brevi. Molto spesso infatti, gli oneri di esproprio
sono cari e seguiti da cause, ricorsi o rivalutazioni; perciò, nel caso si voglia espropriare, probabilmente, non si riesce ad
ottenere in tempi rapidi le terre. Invece, con questa formula, tutti hanno ceduto le aree e quindi la Città di Torino è diventata
proprietaria dei lotti.
<< Il secondo strumento è stato lo ‘’scambio di aree’’, come ad esempio è successo per le aziende agricole lungo il Sangone,
che erano di proprietà privata, ma che avevano degli interessi su Corso Marche, attualmente zona molto più appetibile. Questi
soggetti privati ci hanno così ceduto le aree, in cambio di capannoni industriali da poter costruire su Corso Marche.>>
74
Mi racconta poi qualcosa in più rispetto al lotto 2, visto che Città di Torino ne è diventata proprietaria, anche grazie ai soldi
del Termovalorizzatore.
<< Per certi versi il lotto 2, è un’area molto più disincentivante, perché ricca di fabbricati industriali e di recinzioni di ENEL e
FIAT AVIO. Presenta però in sé una continuità paesaggistica con il parco fluviale molto interessante, perché , innanzitutto, dà
successione ai due lotti e, poi, perchè il lotto 2 sarà collegabile, attraverso Via Anselemetti, con il parco agricolo del Gerbido.
E’ uno scambio tra parchi che deve passare da Via Anselmetti per forza e la pista ciclabile su questo tratto sarà fatta in parte
da noi e in parte dai futuri proprietari delle aree cedute da TNE>>
75
CAPITOLO 3: LE VISION
3. 4. TORINO NUOVA ECONOMIA
Il 14 Ottobre del 2005 è stata costituita la società mista TNE (Torino Nuova Economia), avente come soci Finpiemonte
Partecipazioni S.p.A, Finanziaria Città di Torino, Provincia di Torino, Fiat Partecipazioni, a capitale prevalentemente misto di
67 milioni di Euro, per la riqualificazione e la valorizzazione delle aree ex Fiat Mirafiori e di Campo Volo di Collegno.
La sostenibilità dell’operazione complessiva, in parte finanziata da risorse pubbliche, è basata sugli introiti che deriveranno
dalla vendita e gestione delle aree destinate all’insediamento di nuove imprese di produzione e del terziario avanzato, delle
attività di formazione e ricerca del Politecnico di Torino e di quelle di servizio alle persone ed alle Imprese, tra cui in partico-
lare le attività commerciali. 2
Sempre più comparti del grande fabbricato sono in via di dismissione o sono già dismessi, perciò questa diventa un’occasione
di riqualificazione urbana, attraverso la reindustrializzazione e l’inserimento di nuove attività di servizio. La società T.N.E
s.p.a, nata per riqualificare e valorizzare le aree di Mirafiori, diventa quindi proprietaria di tre aree denominate zona A, zona
B, zona C, che complessivamente coprono una superficie di 300.000 m2, e che facevano parte del comprensorio industriale
Fiat Mirafiori.3
A partire dal 2005, si sono avuti momenti di immobilità, caratterizzati da aste mancate, diatribe con Fiat per la copertura
della spesa di bonifica dei lotti, tentativi più o meno falliti, per cercare di attrarre investimenti anche dall’estero. Da circa un
anno a questa parte le cose però sono cambiate e si sono compiuti alcuni progressi: gli accordi con Tecnocad, azienda italiana
di Design e Engignering per un valore di 3,4 milioni di Euro, con la Centrale del latte per un valore di 4,3 milioni di Euro e
infine l’intervento più importante con l’arrivo della NovaCoop per un valore di 19,7 milioni di Euro.4
Stefano Lo Russo, assessore all’Urbanistica del Comune di Torino, spiega << L’arrivo di NovaCoop significa, nei fatti, creare
nuove infrastrutture a servizio del Centro del Design del Politecnico, disegnato da Isolarchitetti e frequentato da 1.500
studenti, da sempre rimasto un’”isola nel deserto”; In futuro, potrebbe fruire di una cittadella polifunzionale, con negozi,
2- www.territorieinnovazione.mit.gov.it3-TORINO NUOVA ECONOMIA S.P.A, Allegato A1, Dossier informativo4- www.ilsole24ore.com
76
servizi, magari una palestra. L’arrivo dell’investimento, signifi ca anche rilanciare il progetto urbanistico di piazza Mirafi ori, il
punto di ingresso a sud della città dove, nei progetti dell’amministrazione, dovrebbe attestarsi la linea 2 della metropolitana.
Soprattutto si creerà una nuova centralità urbana in un’ottica di area metropolitana, con altri 18mila metri quadrati di verde
restituiti ai cittadini >>.
ZONA A:
La trasformazione della zona A avviene con l’ampliamento del Centro del De-
sign e la realizzazione di un comparto, per attività di servizio alle persone e
alle imprese, destinato a ospitare anche attività commericiali come NovaCoop.
Completano il quadro di riqualifi cazione le Residenze Universitarie, Centri es-
positivi, Terziario Avanzato e Incubatori di Impresa.
Figura 6. Il centro del Design5
5-www.torinonuovaeconomia.it77
CAPITOLO 3: LE VISION
ZONA B:
Immobili disponibili per la localizzazione di nuove attività econo-
miche produttive tra cui si inserirà Tecnocad progetti.6
Ex mercato Italia:
Palazzina Uffici di circa 5.000 m2, distribuiti su 2-3 piani fuori terra
ed un piano interrato.
Ex Centro Stile:
Fabbricato industriale di circa 13.000 m2 con annessa palazzina
uffici di circa 3.000 m2, distribuiti su due piani fuori terra.
Ex Fiat Engineering:
Sono previsti interventi di riqualificazione degli edifici e il manteni-
mento della vocazione produttiva.
6- www.ricerca.repubblica.it
Figura 7. Zona B7
Figura 8. Zona C8
7- www.torinonuovaeconomia.it8- www.urbancenter.to.it
78
ZONA C:
Un intervento di riqualificazione urbanistica, consentirà di realizzare
opere di urbanizzazione funzionali e l’’insediamento di nuove attività
produttive, come La Centrale del Latte.9
Il lungo tratto di Via Anselmetti, sarà attrezzato da verde pubblico,
percorsi pedonali e ciclabili e da aree di servizio, in risposta agli
standard urbanistici, secondo criteri di sostenibilità ambientale. Sono
inoltre previsti 6.000 m2 di parcheggio ed una nuova rotonda tra Via
Plava e Via Anselmetti.
L’ambito Tne copre inoltre, una posizione strategica ulteriormente
valorizzata, grazie ai progetti di pianificazione territoriale sovra co-
munale, quali il nuovo “Asse viario di Corso Marche”e la futura “Piaz-
za Mirafiori”, l’ampliamento della”Linea 2 della Metropolitana”, e
il sistema integrato di percorsi ciclopedonali di collegamento fra i
parchi verdi.
9- Conferenza Architettura in Città-Loft 3 - Basic Village, Torino. 10 – 14 giugno 2014 - ore 16.30 - 18.30
79
CAPITOLO 3: LE VISION
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81
3. 5. AMBITO CORSO MARCHE:
Il piano di sviluppo del Quadrante Sud-Ovest oltre a vedere coin-
volte la zona A-B-C dell’ambito TNE, prevede anche un piano di
rivisitazione della viabilità. Il futuro Corso Marche, si direzionerà
verso Piazza Mirafiori e diventerà il collegamento tra Torino e i
suoi comuni limitrofi e avrà lo scopo di dare una continuità tra il
sistema veicolare urbano e quello tangenziale, dal momento che
ora non è presente.10
L’asse di Corso Marche costituisce quindi un’opportunità per rea-
lizzare un corridoio infrastrutturale che integra su più livelli:
- La nuova linea ferroviaria Tav Torino-Lione, che sarà
interrata su due livelli e la quale si raccorderà alla tratta TAV To-
rino-Milano.
- Un asse di scorrimento autostradale, tra la ferrovia e
il grande viale alberato, che collegherà la tangenziale nord alla
tangenziale sud di torino.
- Un nuovo viale alberato di superficie di circa 6 km, che
affiancherà i sistemi viari.11
10-www.comune.torino.it11- www.provincia.torino.gov.it, Filmati presentati dall’Architetto Augusto Cagnardi, responsabile del progetto di Corso Marche
82
Nel giugno 2005 i diversi enti interessati hanno definito un quadro di esigenze e siglato un Protocollo d’intesa che prevede
l’analisi dei flussi di traffico e lo sviluppo di una prima ipotesi relativa alla realizzazione di un sistema di infrastrutture di
trasporto (raccordo ferroviario, autostrada e viale urbano), sia del possibile ridisegno territoriale del corridoio, sia delle
modalità di finanziamento in project financing. L’ obiettivo finale del Protocollo, firmato da Regione Piemonte, Provincia di
Torino e dai Comuni di Torino, Collegno, Grugliasco e Venaria Reale, con la partecipazione della Camera di Commercio di
Torino è quello di raggiungere un livello progettuale sufficiente ad essere portato all’attenzione dei Ministeri competenti , e
di eventuali gruppi privati interessati, affinché sia inserito nella programmazione infrastrutturale nazionale. L’analisi proget-
tuale, viene affidata a competenze diverse, con una divisione di compiti fra gli enti firmatari: la Regione, attraverso l’assess-
orato ai Trasporti, si occupa dell’approfondimento delle infrastrutture di trasporto, mentre la Provincia, che gestisce il Piano
territoriale di coordinamento (seguito dall’assessorato alla Pianificazione territoriale), affronta il tema della riorganizzazione
del territorio.12
Figura 9. Spaccato di Corso Marche.13
12-BONOMO. F, La scommessa torinese di Corso Marche, in Strade, Ferrovie e Nuove Centralità a Torino, Aprile 2008, p. 4 13-www.provincia.torino.gov.it/speciali/corsomarche
83
CAPITOLO 3: LE VISION
3. 6. LINEA 2 METROPOLITANA
Il 2 Settembre del 2009 è arrivata da parte della Regione Piemonte l’approvazione definiva della realizzazione della Linea
2 della metropolitana. Essa costituirà un tassello fondamentale delle linee di forza del trasporto metropolitano, andando ad
aumentare l’offerta nel quadrante sud-ovest della conurbazione torinese.14
Figura 10. Percorso della linea 2 della Metropolitana.
14- CITTA’ DI TORINO-DIVISIONE INFRASTRUTTURE E MOBILITA’, Linea 2 Metro, Studio di Fattibilità, Giugno 200984
4 IL FRAMMENTO:
Non sempre le realizzazioni delle Grandi Visioni sono o saranno possibili, per-
ché richiedono grande capitale a disposizione, il dialogo e l'accordo tra più
enti, oltre al fatto che necessitano di molto tempo e di molta burocrazia. La
grande questione di oggi è capire se ci sono altri modi di intervenire sulla
città, e questo è possibile, forse, ripensando al frammento e quindi svolgendo
un lavoro inverso rispetto a prima. In questo senso Mirafiori Sud, è sicuramen-
te attiva, grazie anche alla forte presenza negli ultimi anni di Fondazione
Mirafiori, associazione fondata nel 2008 dalla Compagnia di San Paolo e dall’
Associazione Miravolante.
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<<(..)Si trattava di non disperdere i risultati raggiunti con gli interventi di rigenerazione urbana e di trasformazione del terri-
torio. Dal 1999, infatti, grazie a fondi statali e comunali a Mirafiori si sono realizzati il Programma di Recupero Urbano di Via
Artom, la riqualificazione del Parco Colonnetti, delle sponde del Sangone e della Piazza Monastir, il restauro del Mausoleo
della Bela Rosin, l’apertura della Biblioteca Pavese. La Fondazione di Comunità è sembrato lo strumento giusto: un capitale
che cresce nel tempo, il coinvolgimento delle istituzioni pubbliche, una grande flessibilità di azione, la possibilità di racco-
gliere e attivare risorse del territorio a beneficio dei suoi stessi abitanti, un approccio di sviluppo locale e di comunità che va
oltre gli stereotipi e l'emergenza.>>1
Attraverso questo capitolo ho voluto raccontare una serie di micro-azioni che si sono svolte nel quartiere e che stanno lenta-
mente cambiando l'immagine di Mirafiori in modo innovativo.
1- www.fondazionemirafiori.it88
4. 1. CHI LO RACCONTA? INTERVISTA A TECLA ZAIA
Per poter ricostruire i frammenti, ho ritenuto utile provare a intervistare qualcuno che conoscesse a fondo Mirafiori Sud, non
tanto per capire quali fossero le problematiche all'interno del quartiere, che già erano state approfonditamente analizzate in
un lavoro precedente da parte di Celeste Moiso e Giulia Mazza con la tesi di laurea dal titolo ''Dal parassitismo alla metamor-
fosi urbana. Strategie di rigenerazione di un quartiere ex-Ina Casa a Mirafiori Sud'', ma per focalizzarmi sul modo di vivere e
sulla qualità di vita del quartiere, di come viene ancora percepita la fabbrica, chi sono gli abitanti oggi, che rapporto hanno
con il loro quartiere e quali sono le loro possibili attese e speranze future.
Tecla Zaia vive in Via Roveda dal 1966 e mi ha raccontato che quando è arrivata con la sua famiglia da bambina, in questa
zona non c'era assolutamente nulla, non c'erano scuole, supermercati, panetterie, anzi, addirittura, nel verde tra le case pa-
scolavano le pecore che, provenienti dai campi, un tempo connotavano il quartiere. Qualcosa c'era però, ed era l'unione tra
le persone, mosse dal desiderio di cambiamento, ma soprattutto mosse dal bisogno. Uno dei primi edifici costruiti è stato
Il Centro Sociale L'Isola, in Via Plava 145, dove gli assistenti sociali che vi lavoravano, hanno contribuito a formare il primo
comitato di quartiere, in cui tra l'altro, lavorava suo papà. In effetti è stato proprio attraverso queste organizzazioni, che è
stato possibile preparare furgoni, destinati all’approvigionamento alimentare, o disporre di persone che si occupassero del
verde e della sicurezza. Una storia particolare che mi ha raccontato, riguarda una famiglia, che l'aveva colpita particolarmente,
perché aveva addirittura ipotecato la casa, per poter con quei soldi, contribuire all'arredo urbano.
<< Quando sono venuta a vivere qui da piccola ci saranno stati 100 bambini e si viveva bene; Ovvio c'era il problema della
droga e della micro-criminalità, ma nonostante questo era un quartiere unito. Con gli anni chiaramente si è spopolato, la
gente è invecchiata, il Benessere è subentrato e perciò non c'era più tanto la necessità di aiutarsi l'un l'altro. Questo però è
di nuovo un momento di cambiamento, perché con la crisi economica si ricomincia ad avere di nuovo bisogno di unione >>.
Lei è proprietaria del Bed and Breakfast ''Il Nido di Guz'', in cui ha ospitato tantissime persone, nonostante, mi ha confessato,
la derisione da parte dei suoi vicini, che naturalmente non avrebbero mai scommesso su un B&B a Mirafiori, e che anzi, le
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CAPITOLO 4: IL FRAMMENTO
hanno consigliato di lasciar perdere perché chissà a quali pericoli sarebbe potuta andare incontro. A cominciare da questa
scommessa, è rimasta sbalordita dai commenti dei suoi ospiti, che , via via, le hanno fatto guardare il suo quartiere con occhi
diversi.
Ha ospitato tantissime persone, tra cui anche di recente una scrittrice ed uno scultore famoso. I commenti di alcuni di loro
sono stati << Com'è tranquillo! Quanto verde! Come si dorme bene! Vicino al centro.>> Con questa esperienza si è resa conto
che in realtà sono i torinesi che non verrebbero mai a vivere in questa zona, a causa dei tanti pregiudizi che con gli anni sono
andati ad accumularsi.
<< Ricordo che un giorno sono arrivati tantissimi impiegati Fiat in Via Plava, i quali avevano l’aria davvero spaventata. Mi
hanno detto qui sono solo anziani, non c’è nessuno!.>>
Con questa affermazione non è per niente d’accordo, perché, mi spiega, non essendo un quartiere di passaggio, è logico che
al mattino o al pomeriggio, gli adulti lavorino e i bambini vadano a scuola, ma non è di certo un quartiere vecchio, anche se
negli ultimi anni si sta diffondendo quest’idea. Anzi, lei si fa promotrice di un progetto, che sicuramente ha coinvolto molti
giovani. Questa iniziativa si chiama AlloggiAMI, con cui ha fornito un’abitazione agli studenti, la possibilità agli abitanti di
integrare il reddito e di coinvolgere anche i commercianti, creando agevolazioni e sconti agli studenti.
Durante l’intervista sono emersi una serie di piccole mosse che secondo lei si dovrebbero fare per poter migliorare la qualità
di vita. Parlando del suo quartiere, lei mi ha detto che si vive bene e che generalmente crede sia un sentimento diffuso, ma
nonostante questo si rende conto che ci sarebbero delle cose da fare, che non stravolgano però la quotidianità e la tranquil-
lità del vivere. Queste trasformazioni devono soltanto migliorare la vita attraverso piccoli interventi, come la promozione del
verde, la riqualificazione di edifici, il miglioramento dei servizi pubblici, ma non bisogna assolutamente cambiare l’identità
dei luoghi, perché c’è ed è viva.
CIRCOLAZIONE:
90
Una nuova questione riguarda la circolazione, perché , dice, che è un quartiere molto escluso da Torino e, per chi come lei si
muove in bicicletta o con i mezzi pubblici, diventa davvero difficile e pericoloso, perché mancano buoni marciapiedi o piste
ciclabili adeguate. Segnalazioni al riguardo sono state fatte anche dagli studenti di alloggiAMI, che impiegano 1h e 30 per
arrivare al Politecnico in Corso Duca degli Abruzzi.
<< E’ un quartiere isolato, perché i mezzi pubblici sono troppo scarsi e lontani. In passato si è fatto in modo che il pullman,
come il 34, facesse più fermate per raccogliere più anziani, ma non si è fatta mai una reale indagine sulle esigenze del luogo,
escludendo quest’area totalmente dal passaggio del tram 4 , per esempio.>>
Una questione recente riguarda la continuazione o meno della pista ciclabile su Via Plava, che teoricamente dovrebbe andare
a sostituire i parcheggi all’ombra sotto il filare di alberi. Non tutti però sembrano d’accordo perché vorrebbero continuare ad
avere il parcheggio sotto casa.
<< Abbiamo un filare di alberi stupendo, sotto il quale si potrebbe camminare o andare in bicicletta, ma invece d’estate dob-
biamo guardare l’anziano che cuoce sotto il sole mentre le macchine sono al fresco.>>
PUNTO DI INCONTRO
Un tempo le cose funzionavano grazie al Comitato di Quartiere, ma, purtroppo, ormai non esiste più, proprio perché per
tanti anni ‘’era già stato fatto tutto’’ e ci si è un po’ dimenticati di questa preziosa risorsa. La Casa nel Parco del Colonnetti sta
facendo molto in questo senso, però è difficile che risponda a tutti i problemi che ci sono, per non parlare poi del fatto che
si trova in una zona ben lontana dalle case di Mirafiori, perciò non è un reale punto di riferimento per quella parte di città.
<< Nel mio giro di amicizie c’è una forte voglia di fare e di migliorare, ma il problema è che manca un coordinamento e un
punto di incontro. Se si vuole fare qualcosa sono costretta a ‘’suonare i campanelli’’.>>
91
CAPITOLO 4: IL FRAMMENTO
ABITAZIONE
Quando parla di casa sua ne parla con affetto e passione, non vuole cambiare grandi cose. In effetti mi racconta che le abita-
zioni di chi vive li sono tutte molto accoglienti, infatti per anni sono state curate, sono state seguite, perché chiaramente le
famiglie o intere generazioni hanno vissuto lì per tantissimo tempo.
<< La manutenzione di queste case viene fatta, il problema è che essendo case di cemento, hanno un’ enorme dispersione
termica e dei consumi spropositati, in più il tetto essendo solo in coppi è come se non ci fosse, perciò non fa che incrementare
i consumi. >>
VERDE
Una delle prime cose di questo quartiere che colpisce è sicuramente il verde, grazie ai suoi lunghi viali alberati lungo le
strade e lungo le case, ma il grave problema è che nulla di tutto ciò viene sfruttato.
<<Abbiamo un parco immenso, che si chiama Fred Buscaglione, ma l’assurdo è che non c’è assolutamente nulla. Tra le case
inoltre non vi sono neanche delle panchine, gira la voce che un tempo le abbiano tolte per evitare che si sedessero i droga-
ti.>>
L’AUTO-COSTRUZIONE
A questo punto le chiedo come si può fare, per far sì che anche solo qualcosa di piccolo venga fatto, considerando il fatto
che la crisi economica non sembra prefigurare a breve la possibilità di interventi strutturali sulle periferie e, in generale, sui
sistemi di insediamento che chiedono compensazioni, e che non possono restituire immediata redditività agli investimenti.
<< Dovremmo ripartire dal basso e dare la sensazione di poter fare, anche solo attraverso piccoli interventi, ma che consenta-92
no di riprendere la fiducia e a quel punto l’effetto potrebbe rivelarsi ‘‘a domino’’. Il
problema più grande sono i costi, che in questo momento nessuno può affrontare,
allora la sola soluzione, a mio avviso, è l’auto-costruzione. Bisogna di nuovo la-
vorare insieme con i cittadini. C’è tanta gente che sarebbe anche motivata a farlo,
ma è chiaro che bisogna prima avere un coordinamento, un po’ come succedeva
un tempo con il Comitato di Quartiere.>>
4. 2. AlloggiAMI
Questo iniziativa è sostenuta da Fondazione della Comunità di Mirafiori ONLUS
e dalla Circoscrizione 10 e prevede la messa a disposizione di alloggi, in attesa
di vendita, oppure alloggi abitati con camere libere da concedere a studenti, che
possono accedere a questi ultimi con prezzi calmierati.2
Gli alloggi interessati attualmente sono 23 e accolgono 103 utenti, studenti stra-
nieri che studiano al Politecnico di Torino o giovani tirocinanti. Di quest’ultimi 28
sono donne e 75 sono maschi e hanno un’età media di 24 anni.3
Attraverso un Focus Group di 12 studenti aderenti al progetto, viene messo in
discussione quest’ultimo per capirne vantaggi e svantaggi da cui sono emersi una
serie di commenti provenienti dai ragazzi di alloggiAMI, che ho riportato nella
pagina seguente.
2-www.alloggiamirafiori.wordpress.com3-Dati reperiti durante il Festival dell’architettura in città presso il Basic Village l’11 Giugno 2014, grazie ad un video realizzato dai ragazzi del Politecnico di Torino aderenti al progetto.
93
CAPITOLO 4: IL FRAMMENTO
94
4. 3. CROWDMAPPING MIRAFIORI SUD: INTERVISTA A FRANCESCA
DE FILIPPI
E’ un progetto finanziato dal Politecnico di Torino, elaborato a partire dal Centro
CRD-PVS, impegnato in attività di ricerca, di documentazione e di formazione nel
campo dell’habitat nei Paesi in via di sviluppo e con il supporto della Fondazione
della Comunità di Mirafiori Onlus. Per capire meglio questa esperienza mi sono
recata presso il dipartimento CRD-PVS, dove ho intervistato Francesca De Filippi,
direttrice di quest’ultimo. Mi ha spiegato che l’idea alla base è stata quella di svi-
luppare un’esperienza pilota partecipativa con la popolazione e le associazioni
di quartiere e che restituisse le informazioni ottenute in modo georeferenziato.
<<Questo progetto è stato reso possibile attraverso l’utilizzo della piattaforma
Ushaidi e coinvolgendo la cittadinanza, mettendola in contatto con l’amministra-
zione locale, al fine di creare un dialogo tra cittadini e pubblica amministrazione
nell’uso dello spazio pubblico. >>
Lo strumento utilizzato è la Crowdmap, mappa partecipata, che consiste in una
piattaforma open source, progettata e realizzata dal team di Ushaidi. Quest’ul-
tima è un’organizzazione no profit di Nairobi, finalizzata alla raccolta collettiva
di informazioni. In Swahili significa ‘‘testimonianza’’ e venne elaborata in Kenya,
per segnalare nel 2008 i casi di violenza post-elettorale e utilizzata in seguito
per localizzare disastri ambientali, crisi umanitarie, politiche e violenze di genere
a livello globale.4
4-www.polito.it/mapmirafiorisud95
CAPITOLO 4: IL FRAMMENTO
<<Inizialmente abbiamo cominciato con delle giornate di conoscenza, attraverso delle passeggiate per il quartiere, con cui è
stato possibile assistere gli abitanti, i quali si sono resi molto disponibili, nell’inviare segnalazioni SMS o tramite messaggi
vocali. Questo è stato possibile tramite Arduino, piattaforma a basso costo e open-hardware, con componente 3G. Tramite
questo strumento l’SMS viene inoltrato alla Piattaforma Crowdmap e ai responsabili del progetto, dopodiché il Team verifica
la validità delle informazioni ricevute e le pubblica sulla mappa.
L’obiettivo finale è quello di porre i problemi all’amministrazione sia a partire dalla stimolazione del cittadino, sia nel fornire
le informazioni in modo aperto e trasparente. Forse può essere un modo nuovo di agire diverso e a basso costo, che potrebbe
essere affiancato all’operare tradizionale e burocratico, che comporta invece tempi più lunghi e una scarsa visione d’insieme
dei problemi.>>
Foto schermata della Piattaforma Crowdmapping Mirafiori Sud del sito www.polito.it/mapmirafiorisud
96
4. 4. MIRAORTI: INTERVISTA A ISABELLA DE VECCHI
Il progetto nasce nel 2010 grazie a Stefano Olivari, allora neolaureato all’Ecole
du Paysage di Versailles, con una tesi sull’area di Mirafi ori Sud lungo il torrente
Sangone. Inizia una stretta collaborazione con Isabella De Vecchi, per le nuove
trasformazioni ambientali di Mirafi ori. Il progetto di accompagnamento ha pro-
dotto un quadro d’insieme, chiamato Parco agricolo del Sangone, all’interno del
quale si sono elaborate 5 visioni : orti regolamentati, orti spontanei, Parco Pie-
monte, agricoltura sostenibile, sponde fl uviali.
Figura 1.Il progetto Miraorti nel Parco Sangone.5
5- www.miraorti.com97
CAPITOLO 4: IL FRAMMENTO
AGRICOLTURA SOSTENIBILE:
Per migliorare la funzionalità ecologica e il rispetto delle acque si
potrebbe riconvertire l’agricoltura intensiva in un agricoltura soste-
nibile, con la creazione di prati stabili per la fienagione e il pascolo,
attraversati da siepi miste e fossati.
ORTI SPONTANEI:
L’Istituzionalizazione degli orti potrebbe avvenire attraverso la bo-
nifica e riorganizzazione degli spazi occupati dagli orti spontanei.
La riqualificazione avverrebbe in maniera graduale con l’impegno
diretto degli ortolani, con l’obiettivo di differenziare gli usi e rendere
l’area accessibile al quartiere.
PARCO PIEMONTE:
Per promuovere la riappropriazione dell’area da parte di abitanti e
cittadini, si potrebbe valorizzare la vocazione agricola dell’area, coin-
volgendo associazioni e soggetti deboli in un progetto che integri
agricoltura sociale, pista ciclabile, orti regolamentati e parco ur-
bano.
LA PISTA CICLABILE:
Permetterà di collegare le diverse componenti del Parco Agricolo del
Sangone, facendosi filo conduttore e motore delle trasformazioni. Il
tracciato potrebbe privilegiare la funzionalità del percorso.
98
ORTI REGOLAMENTATI:
Attualmente ci sono 102 orti regolamentati, con problemi di gestione e degrado degli spazi comuni, ma grazie alle attività
di lavoro sul campo, si è creato un comitato di ortolani e si sono attuate modifi che al regolamento di assegnazione degli orti
della Circoscrizione 10 e al regolamento della Città di Torino.
Ora che la borsa di studio di Stefano Olivari è conclusa, sarà fondamentale passare alla fase attuativa. L’intervista ad Isabella
De Vecchi sarà infatti incentrata sulla effettiva fattibilità di Miraorti negli anni futuri.6
<< Mi sento positiva sulla realizzazione di Miraorti, soprattutto per quanto riguarda la zona che va dal Parco Piemonte alla
zona degli orti abusivi, infatti l’area degli orti spontanei apparterrà ad una successiva fase di attuazione. Alcuni degli orti
abusivi verranno eliminati perché situati nell’alveo del fi ume e quindi pericolosi, o dove non è prevista la regolamentazione,
mentre una parte andrà proprio bonifi cata. Gli ortolani sono per circa il 70% di Mirafi ori, mentre altri arrivano anche da fuori,
saranno direttamente coinvolti nella progettazione e loro stessi sanno che a partire dal progetto preliminare, dovranno però,
passare ancora 3 anni. Questi ultimi sono diventati proprietari delle aree per mezzo dell’Usucapione, infatti a partire dagli
anni 70, si sono insediati su queste vaste aree verdi, di confi ne, tra le fabbriche, sfruttate come orto. Tutto è progettato nel
minimo dettaglio, solo Che il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ci ha fatto attendere 2 anni i
fi nanziamenti, che però ora sono arrivati e vanno sommati ai soldi di compensazione del termovalorizzatore del Gerbido. Il
primo lotto sicuramente si realizzerà, nonostante sarà un processo lento.>>
Figura 2. Fiera Miraorti al Salone del Mobile di Milano.7
6-www.miraorti.wordpress.com7- Foto scattata da Giuseppe Moccia
99
CAPITOLO 4: IL FRAMMENTO
4. 5. ALTRE INIZIATIVE LOCALI
Più di recente ulteriori iniziative sono diventate protagoniste della
rinascita del quartiere. Mi è sembrato utile citare le più importanti, che
riguardano principalmente le tematiche sociali ed ambientali.
LOVE ARTOM:
Il piano di comunicazione,’’Love Artom-di un quartiere ci si innamo-
ra’’, racconta il percorso di trasformazione del quartiere, dall’abbatti-
mento degli edifici, alla loro sostituzione con un nuovo progetto nel
rispetto dell’ambiente, utilizzando nuove tecnologie per il risparmio
energetico e ponendo particolare attenzione alla creazione di mix so-
cio-generazionale, con alloggi destinati in gran parte a giovani coppie
al di sotto dei 40 anni. L’ obiettivo è la comunicazione dell’area, at-
traverso affissioni, concerti, manifestazioni culturali e sportive, do-
cumenti, video, affinché i cittadini possano riprendere coscienza del
quartiere e divenirne essi stessi i protagonisti.8
TURISMO SOSTENIBILE A MIRAFIORI:
Cristian Violi, ideatore del progetto, prese spunto da un progetto di
accoglienza turistica, attraverso una serie di strutture a gestione fa-
miliare localizzate in un piccolo quartiere di Rio de Janeiro. Applicare
questa formula a Mirafiori significava offrire un opportunità a coloro
8-www.loveartom,blogspot.com100
che hanno degli spazi inutilizzati nelle loro abitazioni per spingerli a intraprendere l’apertura di un Bed and Breakfast. Oltre
alla possibilità di un maggiore sfruttamento delle risorse abitative, altrimenti inutilizzate, si è voluto sensibilizzare Mirafiori
da un punto di vista turistico, dal momento che possiede una variegata presenza di elementi interessanti: la grande fabbrica,
la prima immigrazione e i suoi processi di stratificazione urbana e sociale con il tessuto storico della città, il primo campo
volo, la Bela Rosin e la vicina residenza di Stupinigi. Sono stati quindi elaborati degli itinerari ciclo-pedonali scaricabili
direttamente dal sito della fondazione, che spiegano il contesto territoriale a tappe.9
Figura 3. Il Nido di Guz, Bed and Breakfast di Tecla Zaia.10
LAB TESSERE:
Progetto interamente autofinanziato dall’ associazione Miravolante, nasce sull’esperienza del progetto MIGI, Mirafiori Incu-
batore Giovani Imprese, da cui emerge la necessità di diffondere la cultura socio-ambientale, aiutando i residenti ad intra-
prendere attività a favore del territorio, con particolare attenzione verso l’impatto ambientale.
Esso fornisce linee guida sull’elaborazione di progetti, attività, eventi, o propone collaborazioni con altre persone ed enti, aiu-
tandoli a cercare anche finanziamenti per gli individui, con priorità al di sotto degli Under 35 o con le imprese che vorrebbero
intraprendere azioni a favore della zona. Un esempio che viene fatto sul sito è un’ impresa che, ad esempio, vuole modificare
il suo sistema di gestione dei rifiuti nell’ottica di un risparmio energetico e ambientale.11
9- www.fondazionemirafiori.it/bedandbreakfast10- www.airbnb.it11-www.fondazionemirafiori.it
101
CAPITOLO 4: IL FRAMMENTO
5. 6. EVENTI A TORINO
Forse qualcosa nella città sta cambiando. Le persone si riuniscono, parlano, discutono e propongono. Torino diventa sempre
di più centro di dibattiti e conferenze rispetto al tema di questi bordi dimenticati da tutti, forse destinati al degrado, se non si
interviene in fretta. L’urgenza è tale, che l’attenzione verso questi spazi è diventata d’obbligo, ed ecco che sempre più persone
si mobilitano per fare qualcosa, anche di piccolo, ma che contribuisca a sottrarre questi pezzi di città dall’immobilità più totale.
Con questo capitolo ho voluto raccontare due eventi, che hanno visto coinvolto Torino e più da vicino Mirafiori, e che hanno
favorito lo scambio di idee tra i vari soggetti, ma soprattutto la consapevolezza della direzione verso cui si sta andando.
5. 6. 1. WE TRADERS, CEDO CRISI, OFFRO CITTA
La mostra We-Traders, promossa dal Goethe Institut in partnership con Città di Torino, attiva a Torino da Settembre 2013 a
Dicembre 2014, mette in connessione quest’ultima con le città di Madrid, Lisbona, Berlino e Tolosa. Ciascuna di queste, pos-
siede pezzi di città in crisi, ma proprio attraverso questa occasione si vuole rendere trasparente l’agire di ogni singola Città,
rispetto ai comuni o ai diversi problemi, in modo da dare consigli, o trarne ispirazione.
I We-traders sono i cittadini che attraverso la loro iniziativa diventano parte attiva della città, ridefinendo il valore di crisi e
trasformandola in occasione per loro e per altri.1
‘’Terreni ex industriali convertiti in orti spontanei e una società di mutuo soccorso cinematografico a Torino; un laboratorio di
artigianato che restituisce dignità e autodeterminazione ai ragazzi di origine straniera della periferia berlinese; la rivitaliz-
zazione degli edifici abbandonati di Alfama, il quartiere più antico di Lisbona; l’occupazione a Madrid del Campo de Cebada,
un cantiere mai terminato, trasformato dagli abitanti della zona in luogo pubblico; l’agricoltura partecipativa delle famiglie
di Tolosa che sostengono i produttori locali; modelli di «cohousing» e «coworking», nuove modalità di abitare e lavorare.’’2
Tra le numerose iniziative che hanno rappresentato Torino ci sono state anche AlloggiAMI e Miraorti.
1- www.goethe.de2- -www.lastampa.it/cultura/wetraders
102
Figura 4. Fotografie scattate da Elisa Taraglio
103
CAPITOLO 4: IL FRAMMENTO
5. 3. FESTIVAL ARCHITETTURA IN CITTA'-MIRAFIORI NEXT
In occasione del Festival Architettura in Città 2014, il Centro di Ricerca e Documentazione in Tecnologia, Architettura e
Città nei Paesi in Via di Sviluppo (CRD-PVS) del Politecnico di Torino, l’Istituto Europeo di Design (IED), TNE Torino Nuova
Economia e la Fondazione della Comunità di Mirafiori si sono incontrati per ‘’Mirafiori Next’’, il 14 Giugno 2014, presso il
Basic Village di Torino.
L’intento è stato quello di raccontare Mirafiori da un nuovo punto di vista, a cominciare dalle recenti trasformazioni, alle
recenti sperimentazioni in corso, attraverso video, fotografie e installazioni:
- Un video, curato dal Team ‘’Crowdmapping Mirafiori Sud’’ racconta i risultati di un Focus Group di 12 studenti aderenti
al progetto AlloggiAMI.
- Un tavolo con una mappa racconta la rete dei luoghi frequentati quotidianamente dai ragazzi di AlloggiAMI,che ci hanno
portato a riflettere sul tema delle periferie, viste con uno sguardo nuovo.
- Le foto del backstage del Film ‘’Mirafiori Lunapark’’ di Stafano di Polito e le testimonianze degli abitanti, che raccontano
la vita del quartiere dagli anni ‘70 ad oggi.
- Tavole di progetto degli studenti dello Ied di Torino, che propongono residenze universitarie e una nuova rigenerazione
urbana, per le aree vicino al Centro del Design.3
Figura 5. Conferenza 11 Giugno 2014 Basic Village,Torino, Mirafiori Next.4
3- www.architetturaincitta.oato.it4-www.alloggiamirafiori.wordpress.com
104
In merito alla conferenza ho raccolto una serie di interventi significativi :
L’amministratore delegato di TNE Davide Canavese, apre la conferenza spiegando la situazione TNE: << L’unica operazione
fatta finora è quella del Centro del Design, ma per ora ulteriori finanziamenti stanno arrivando, grazie a Tecnocad, azienda di
Design and Engignering, e Novacoop. Il centro multiservizi ovviamente ci sarà, visto che ci si trova in un punto scomodo per i
collegamenti e ci sarà anche una parte di supermercato, perché senza quest’ultimo il sistema non funziona. I lavori inizieranno
nei prossimi mesi dove verranno anche realizzati nuovi parcheggi, una rotonda e una pista ciclabile.>>
Romano Borchiellini, Vice-rettore per la Logistica e l’Organizzazione del Politecnico di Torino, risponde ponendo il pro-
blema rispetto al tema del centro del Design: << Ci sono alcuni problemi che gli studenti ci segnalano, aldilà del fatto che il
Centro è tutt’ora incompiuto, ci sono soltanto due aule studio, che per la mole di studenti sembrano essere poche. Non ci sono
spazi esterni, come tavolini, panchine, quando si potrebbe magari creare anche delle zone di studio per le stagioni calde o
delle zone con un riscaldamento ad infrarossi per le stagioni fredde. >>
Bruno Manghi, Presidente della Fondazione della Comunità di Mirafiori, dice << Non c’è tanto un problema di risanamento
quanto di vitalità e soprattutto per gli studenti c’è poco, perchè la popolazione sta invecchiando e mancano proprio degli spazi
vivi. Il potenziale c’è! Credo che raccoglieremo degli esiti positivi negli anni futuri, questo grazie anche al sempre maggiore
livello di istruzione che ormai si sente. >>.
Riccardo Balbo, Direttore dello IED di Torino e coordinatore del Master in Architettura sostenibile e rigenerazione urbana,
si focalizza sul lavoro svolto su Mirafiori insieme ai suoi studenti:<< Ci siamo occupati del quartiere tra Via Plava, Via Ansel-
metti e Strada Del Drosso, focalizzandoci sia su una riqualificazione edilizia e urbana, avendo come obiettivo la riappropria-
zione della campagna, della natura e della biodiversità, integrando quest’ultima con il tessuto edilizio. Gli studenti si sono
entusiasmati del progetto AlloggiAMI, come se diventasse un’istanza della progettualità dal basso. Dopo questo lavoro abbia-
mo incluso TNE, lavorando sul tema delle residenze universitarie, offrendo servizi agli studenti del Politecnico di Torino o di
AlloggiAMI. La fabbrica è diventata occasione per mettere in campo nuove progettualità e TNE diventa il traino per mettere
in atto processi virtuosi. La residenza universitaria è perciò un obiettivo da perseguire, che completa la mappa di una città,
diventando il catalizzatore per altre cose. >>
105
CAPITOLO 4: IL FRAMMENTO
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5MAPPATURA DEL QUARTIERE
Qui di seguito ho disegnato una serie di mappe con tematiche differenti, che
potessero raccontare il territorio a partire dalle sue funzioni, dagli usi dei suo-
li, dalle tipologie stradali, dalla porosità e dalla permeabilità di quest’ultimo.
Dopo le mappe ci sarà un un paragrafo di considerazioni, volto a riflettere
sull’area, valutata dal punto di vista degli argomenti proposti.
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5. 1. FUNZIONI
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5. 2. USO DEI SUOLI
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5. 3. PUBBLICO\PRIVATO
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5. 5. PERMEABILITA' DEI SUOLI
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5. 5. GRAFO STRADE
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5. 6. CONSIDERAZIONI:
FUNZIONI:
Come si può notare dalla carta, il quartiere è prevalentemente residenziale e industriale, nell’area compresa tra Strada Del
Drosso, Via Anselmetti, Via Plava e Via Negarville, mentre cambia notevolmente nel nucleo più antico di Mirafiori, chiamato
Borgata Mirafiori, perché le fabbriche tendono a scomparire e ad essere sostituite da piccole imprese, negozi e servizi, che
ravvivano il quartiere. I campi sportivi e le aree destinate all’istruzione, sono sparse in maniera omogenea su tutta l’area.
USO DEI SUOLI:
Utilizzando la stessa legenda delle funzioni è stato possibile andare a determinare le porzioni di suolo appartenenti al mede-
simo edificato. Come prima, buona parte del terreno è destinato all’industria e alla residenza; La superficie residenziale però
non è sempre destinata al costruito, come succede in prevalenza a Borgata Mirafiori, ma anche ad ampi spazi verdi; Oltre a
queste due categorie infatti, prevale la categoria di verde attrezzato, nella quale ho compreso sia gli spazi attrezzati a verde,
sia gli orti urbani.
PUBBLICO\PRIVATO:
Un’altra caratteristica interessante della zona considerata, è la forte presenza di spazi privati, ma di pertinenza pubblica. Que-
sto accade soprattutto per quanto riguarda le case a blocco di Mirafiori, infatti molte di queste, possiedono nei vari interstizi
una serie di spazi verdi vastissimi e non utilizzati, forse anche a causa della promiscua proprietà. Differentemente succede
nella Borgata Mirafiori, la quale presenta molti spazi di verde privato, che appartengono alle varie abitazioni di due o tre piani.
PERMEABILITA’ DEI SUOLI:
118
Attraverso questa carta è stato possibile individuare la porosità del suolo o le sue interruzioni. Molto spesso ci si trova di fronte
a recinti, muri, o semplicemente spazi circoscritti, ma l’eccezione si presenta nuovamente nelle case a blocco, che invece appa-
iono essere aperte al pubblico, senza essere pubbliche. La restante parte degli spazi, come ad esempio l’area del Parco lungo
il Sangone è delimitata da un lungo recinto, con qualche ingresso, che difficilmente si coglie o invoglia l’ingresso.
GRAFO STRADE
Guardando la mappa nel suo complesso, ci si accorge delle diverse tipologie morfologiche stradali, che sono molto rettilinee
e regolari in alcuni lotti, mentre in altri sembrano seguire un andamento più sparso. I servizi pubblici coprono solo in parte
alcuni lotti, in effetti la linea tranviaria c’è, ma è molto lontana da alcune aree, mentre le linee dei pullman circondano quasi
tutti i lotti. La pista ciclabile invece è praticamente assente in tutta l’area, perché presente solo in Corso Unione Sovietica e
in un tratto di Via Plava.
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CAPITOLO 5: MAPPATURA DEL QUARTIERE
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6LE AREE OMBRA DI MIRAFIORI
A partire dai ragionamenti svolti precedentemente, è stato possibile indivi-
duare un’area, che al suo interno potesse avere un certo numero di tematiche
comuni:
- Blocchi residenziali caratterizzati da grandi altezze
- Alloggi di ampie metrature
- Estese aree verdi mal utilizzate
- Aree industriali dismesse
- Assenza di servizi
- Identità sociale
- Spopolamento delle case
- Invecchiamento della popolazione
- Nuclei abitativi ristretti
In questo modo ho circoscritto uno spazio racchiuso tra Strada del Drosso,
Via Anselmetti, Via Plava e Via Negarville, che rispondesse a queste temati-
che. I paragrafi successivi sono dedicati a ulteriori temi di approfondimento,
in particolare per ciò che concerne una mappatura quantitativa delle varie
superfici relative alle funzioni, un’indagine di mercato e un’indagine
sociale.
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6. 1. SUPERFICI DELLE FUNZIONI
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Le carta delle superfici è utile, per comprendere quali siano le categorie di funzioni prevalenti, non soltanto rispetto all’im-
pronta edilizia, ma anche, rispetto alle superfici lorde di pavimento e al numero di piani. Si tratta di aree residenziali, ma
con una forte connotazione industriale; infatti se si osserva il primo aerogramma, quindi relativo all’impronta dell’ edificato,
l’industria è quella ad avere un’ estensione sul territorio maggiore; mentre andando a calcolare le aree relative alla SLP e al
numero di piani, la categoria prevalente è quella residenziale.
E' un quartiere quindi, che possiede un gran numero di abitazioni, che però, risultano spesso essere isolate, perchè assenti
di servizi, mentre non mancano le aree destinate alle autorimesse o all’industria, che sembrano connotare lo spazio aperto,
rubando spazio ad altri settori di fondamentale importanza.
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6. 2. INDAGINE DI MERCATO:
Attraverso un’indagine di mercato ho individuato quali fossero i valori immobiliari presenti nell’area da me circoscritta. Per
prima cosa ho selezionato 6 diverse tipologie di abitazioni, denominate blocchi, perchè tutti considerabili edifici a stecca, di
grande altezza, aventi in comune le stesse caratteristiche architettoniche. Per ogni blocco sono andata poi a considerare :
- La metratura
- Il costo €/m2
- Il costo totale dell’appartamento
- La presenza o assenza della cantina nella vendita
- La presenza o assenza dell’ autorimessa nella vendita
- Il numero di alloggi vuoti
- Il numero di alloggi destinati all’iniziativa alloggiAMI
Attraverso l’utilizzo dei colori e di un modello 3d, ho potuto geolocalizzare queste informazioni, in modo da rendere più chiara
e veloce la lettura. Dopodiché, nei paragrafi successivi, ho indicato quali fossero gli immobili di riferimento utilizzati per ogni
blocco. Infine, tramite l’Osservatorio Immobiliare della città di Torino, è stato possibile scaricare i dati relativi ai segmenti
residenziali nuovi oppure usati, così da avere una visione d’insieme per future considerazioni.
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CAPITOLO 6: LE AREE OMBRA DI MIRAFIORI
126
6. 2. 1. I BLOCCHI RESIDENZIALI
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6. 2. 2. IL BLOCCO 1
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6. 2. 3. IL BLOCCO 2
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6. 2. 4. IL BLOCCO 3
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6. 2. 5. IL BLOCCO 4
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6. 2. 6. IL BLOCCO 5
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6. 2. 7. IL BLOCCO 6
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6. 2. 8. IMMOBILI DI
RIFERIMENTO:
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Figura 1. Andamento dei valori immobilirai di un segmento residenziale usato
Figura 2. Andamento dei valori immobilirai di un segmento residenziale nuovo1
1- I dati sono stati reperiti dall’Osservatorio Immobiliare della Città di Torino e in particolare rispetto alla Microzona 30, coincidente con la Circoscrizione X,
143
CAPITOLO 6: LE AREE OMBRA DI MIRAFIORI
Questi dati possono essere così sintetizzati:
- Gli esiti di queste indagini rispecchiano una realtà abbastanza critica, sia per quanto riguarda i valori immobiliari, molto
calanti rispetto al segmento residenziale medio, sia per l'offerta abitativa proposta, che il più delle volte si limita ad apparta-
menti di grandi dimensioni, non sempre rispondenti alle sempre più recenti richieste di abitazioni più ridotte.
- Gli alloggi vuoti inoltre, non sono tanti, ma attraverso successivi approfondimenti socio-demografici, si può osservare come
,in realtà, questi grandi alloggi sono abitati il più delle volte da nuclei abitativi ristretti e\o da anziani soli.
L'iniziativa alloggiAMI che mira ad una densificazione sociale e ad una coesione sociale tra fasce di età differenti è troppo
puntuale e ancora molto sporadica per innescare un vero e proprio cambiamento nel tessuto sociale; forse però, se incentiva-
ta, potrebbe portare davvero a un rinnovamento.
6. 3. INDAGINE SOCIALE:
Al fine di poter individuare il tessuto sociale dell'area, ho selezionato alcuni dati statistici, rilevati durante il 15° Censimento
Generale della popolazione e delle abitazioni, nel decennio intercensuario tra il 2001 e il 2011.
Mi sono soffermata innanzitutto sui valori di densità abitativa, per capire quanti fossero gli abitanti in rapporto alla quantità
di suolo, ed effettivamente Mirafiori è risultata una delle circoscrizioni con la densità abitativa più bassa. Questa prima con-
siderazione si incrocia poi con il tema degli alloggi, che al contrario sono vuoti, ma solo per una minima percentuale. Siamo,
perciò, di fronte ad un territorio di numerosi alloggi abitati da piccoli nuclei familiari.
A questo punto, ho voluto indagare su come fossero costituiti i nuclei familiari; La categoria principale è quella delle persone
sole, a seguire, le famiglie, ovvero le coppie con figli. La fascia di età prevalente è quella delle persone anziane, il che signi-
fica che molti abitanti soli superano i 65 anni di età e vivono autonomamente in queste case, che come abbiamo visto nel
paragrafo precedente, sono da 5 locali e più. Questo giustifica una densità abitativa molto bassa.
Il tema della densità abitativa che decresce è uno dei fenomeni che sta colpendo le periferie, che un tempo rappresen-144
tavano veri luoghi di aggregazione e di popolamento, oggi invece , rischiano di essere abbandonate a sè stesse, se non si
interviene in qualche modo. Il vero parametro su cui bisognerebbe puntare è la ridensificazione di questa aree, dal mo-
mento che ormai il consumo di suolo è già avvenuto in determinati luoghi, per lo meno, sarebbe opportuno ottimizzarli.
Per capire quindi, quali delle aree prese in considerazione abbiano maggiori problemi di spopolamento, ho individuato il
numero di abitanti presenti, riferendoli ai singoli fogli catastali e poi facendo il rapporto con la superficie fondiaria, così è
stato possibile geolocalizzare le varie densità abitative.
145
CAPITOLO 6: LE AREE OMBRA DI MIRAFIORI
6. 3. 1. DATI SOCIO-DEMOGRAFICI:
Figura 3. Densità abitativa per Circoscrizione
146
Figura 4. Percentuale Nuclei Familiari Mirafiori Sud
Figura 5. Fasce di età Mirafiori Sud
Figura 6. Posizione professionale Mirafiori Sud. 2
2- Figura 3-6 : 15° decennio intercensuario (2001-2011). www.istat.it147
CAPITOLO 6: LE AREE OMBRA DI MIRAFIORI
148
6. 3. 2. DENSITA' ABITATIVA FONDIARIA
149
150
6. 3. 3 PRESENZA POPOLAZIONE ANZIANA
151
152
6. 3. 4 PRESENZA POPOLAZIONE GIOVANE153
154
7IL BLOCCO 2
Nei successivi paragrafi verranno proposte una serie di tematiche ed analisi,
che inducono a riflettere su quali possano essere le trasformazioni da realiz-
zare, soffermandosi, in particolare, su uno di questi blocchi, al fine di rendere
le problematiche più facilmente visualizzabili e tangibili all'interno di una ben
determinata area.
155
7. 1. LA SCELTA DELL'AREA:
Il range di scelta dell’ area comprende innanzitutto i 6 Blocchi residenziali; qui di seguito ho riportato delle tabelle all’interno
delle quali ho voluto sintetizzare i miei criteri di scelta in base a due categorie:
- Punti di Forza
- Occasioni Progettuali
Ogni criterio è pesato tramite un valore da 0 a 1, in modo da renderlo quantitativo e poterlo confrontare con gli altri; in
questo modo ho individuato il blocco, che possiede più combinazioni progettuali.
156
Tabella 1. Occasioni progettuali e punti di forza del Blocco 1.
157
CAPITOLO 7: IL BLOCCO 2
Tabella 2. Occasioni progettuali e punti di forza del Blocco 2. E’ evidenziato il punteggio maggiore rispetto a
tutti gli altri blocchi.
158
Tabella 3. Occasioni progettuali e punti di forza del Blocco 3.
159
CAPITOLO 7: IL BLOCCO 2
Tabella 4. Occasioni progettuali e punti di forza del Blocco 4.
160
Tabella 5. Occasioni progettuali e punti di forza del Blocco 5.
161
Tabella 6. Occasioni progettuali e punti di forza del Blocco 6.
162
7. 2. Il BLOCCO 2
Il Blocco 2 si trova lungo Strada del Drosso, tra Via Anselmetti e Via Negarville, circondato da un fitto insieme di alberature e
di verde pubblico. Il complesso è composto da 6 edifici di 8 piani, in cui al primo piano sono presenti cantine e spazi comuni,
mentre nelle zone di verde che separano gli edifici, vi sono le autorimesse.
Questo Blocco si è rivelato quello che, a mio giudizio, più si presta ad una trasformazione, per quanto riguarda tematiche
rivolte all’ambiente, al sociale, ai servizi e alla residenza e per le motivazioni che qui di seguito riassumo:
- E’ già presente AlloggiAMI, iniziativa di cohousing, da eventualmente valorizzare e potenziare.
- Crowdmapping ha già in parte individuato le problematiche esistenti grazie alla partecipazione cittadina, diventando uno
strumento utile per la progettazione.
- La Popolazione è in maggioranza anziana e vive sola; Questa potrebbe diventare un’occasione di progetto, in cui si unisce
la solitudine al cohousing, considerando inoltre le grandi metrature degli alloggi.
- Le case non offrono una grande varietà tipologica, perciò si possono ipotizzare nuove o diverse superfici abitabili.
- Il verde e lo spazio aperto non sono attrezzati, di conseguenza si dovrebbero includere progetti di verde e di riqualifica-
zione.
- I servizi inoltre sono totalmente assenti, pertanto vanno studiati quali potrebbero essere le attività più necessarie da inse-
rire.
163
CAPITOLO 7: IL BLOCCO 2
164
7. 2. 1. STATO DI FATTO PLANIMETRIA165
166
7. 2. 2 SEZIONI E PROSPETTI DELLO STATO DI FATTO
167
CAPITOLO 7: IL BLOCCO 2
7. 3. ANALISI SWOT:
Dopo l’ analisi conoscitiva del luogo, che è cominciata dallo studio dello sviluppo urbano del territorio, e di cui si sono sotto-
lineate le differenti fasi storiche, si è passati ad approfondimenti più mirati, legati ai temi di mobilità, spazio aperto, funzioni,
permeabilità del suolo, fino ad arrivare ad indagini riguardanti il mercato immobiliare ed indagini socio-demografiche. Sulla
base delle informazioni contenute nel quadro conoscitivo, è ora possibile iniziare la fase di concertazione, che deve portare
all’elaborazione di linee guida, utili alla definizione di strategie ed obiettivi operativi. In questo senso, uno strumento che si
presta a supportare le scelte, rispondendo all’esigenza di razionalizzare i processi decisionali è l’ Analisi SWOT. E’ una tecnica
introdotta negli anni cinquanta da Albert Humphrey, a sostegno delle scelte aziendali di sistemi incerti e competitivi, poi,
successivamente a partire dagli anni ottanta del Novecento, sperimentata e applicata nel campo dell’intervento pubblico, per
casi che riguardano il territorio.1
E’ un metodo di analisi finalizzato ad individuare gli aspetti che possono favorire o frenare lo sviluppo, in senso sostenibile,
del contesto territoriale stesso; tali elementi possono essere interni al contesto (punti di forza e di debolezza) o esterni
(opportunità e minacce) e possono essere di carattere diverso (economico, sociale, culturale, amministrativo, ambientale).2
Per tale ragione vengono prioritariamente individuati dei settori economici e/o tematici (agricoltura, trasporti, beni culturali,
abitazioni, etc.) che sono interessati dal piano e sui quali si intende intervenire. Per ognuno di tali settori si costruisce la ma-
trice SWOT a 4 quadranti, nei quali si indicano rispettivamente i punti di forza, debolezze, opportunità e minacce.
Le procedure per determinare i 4 fattori SWOT sono due:
- metodo a tavolino: Il ricercatore sulla base dei dati raccolti formula la previsione degli scenari.
- analisi partecipata o lavoro di gruppo: In questo caso lo studio dei fattori viene condotto attraverso le tecniche di parte-
cipazione e Focus Group, il che significa portare gli stakeholder dentro la valutazione, verso quindi, un processo decisionale
1-MONDINI. G., Il progetto di sostenibilità, in BOTTERO, MONDINI, Valutazione e Sostenibilità. Piani, Programmi, Progetti, CELID,2009 pp 24-53.2-STORTI. D, L’analisi SWOT, Working paper, Istiituto Nazionale di Economia Agraria, Roma, 2009
168
partecipativo che si affianca ad una progettazione partecipata.
Nel mio caso si è ricorso al metodo ‘‘a tavolino’’, sulla base di interviste svolte a soggetti diversi (Tecla Zaia, Paolo Miglietta,
Isabella De Vecchi, Francesca De Filippi)e sulla base di un’ analisi dello stato di fatto, in particolare del lavoro svolto da parte
di Crowdmapping Mirafiori Sud, è stato possibile costruire la SWOT.
Figura 1. Rappresentazione della matrice Swot.3
3- www.studiocanuto.com169
CAPITOLO 7: IL BLOCCO 2
Figura 2. Applicazione dell’analisi Swot al quartiere Mirafiori Sud.
170
171
CAPITOLO 7: IL BLOCCO 2
L’ ultima fase, quella della formulazione delle strategie, ha riguardato le linee di azione per la risoluzione delle problematiche
e la valorizzazione delle potenzialità emerse nelle fasi precedenti. Si è quindi delineata la struttura dei progetti strategici o
degli interventi applicabili, articolati sulle specifiche componenti territoriali presi in considerazione, facendo leva sui punti di
forza, riducendo quelli di debolezza, massimizzando le opportunità e minimizzando le minacce.4
4- CICIA. N., Il recupero del centro montano di Campertogno (VC): ricerca delle strategie d’intervento attraverso l’analisi SWOT, in BOTTERO,MONDINI, Valutazione e Sostenibilità. Piani, Programmi, Progetti, CELID,2009 pp 233-241.
172
Figura 3. Elaborazione delle Strategie di azione sulla base dell’analisi Swot precedentemente effettuata
173
CAPITOLO 7: IL BLOCCO 2
7. 4 . IPOTESI DI FINANZIAMENTO:
Oltre alle considerazioni precedentemente fatte, ho voluto indagare quali potessero essere eventualmente gli enti interes-
sati a voler investire su un progetto, che avesse come tematiche principali l’ambiente, Il sociale, i servizi e la residenza.
Nel mio caso, però, la ricerca di un finanziamento possibile, non considera i costi di transazione, legati all’acquisizione degli
immobili. ‘’Va considerato infatti, che immobili realizzati negli anni del dopoguerra, oggi giunti a un importante livello di
obsolescenza, sono oggetto delle nuove norme tese alla riqualificazione della città, ma scontano una proprietà frazionata e
non necessariamente omogenea, sotto il profilo delle intenzionalità e delle strategie, la cui ricomposizione va considerata
senz’altro complessa e finanziariamente onerosa. Qualora un developer dovesse procedere all’acquisto di beni di una pluralità
di proprietari, dovrebbe accollarsi tutti gli oneri legati alla ricomposizione fondiaria e immobiliare.’’5
Quindi se si considera il finanziamento del progetto, escludendo il grosso problema della proprietà frazionata, ci si può
rivolgere a svariate tipologie di enti. Una prima possibilità è quella di inserire il progetto nell’ambito europeo. Sono infatti
entrati in vigore i Regolamenti sui Fondi strutturali, che governano il prossimo ciclo di investimenti della politica di coesione
europea per il periodo 2014-2020. La struttura legislativa comprende un regolamento generale e disposizioni comuni sul
FESR, FSE e FAESR. 6
Il FESR ( Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) pone come priorità la ricerca, l’innovamento, la protezione dell’ambiente, la
prevenzione dei rischi e l’investimento infrastrutturale.
Il FSE (Fondo Sociale Europeo)si rivolge a differenti gruppi: alcuni sono destinati ai sistemi di istruzione, agli insegnanti e
agli scolari, altri si rivolgono ai disoccupati giovani e meno giovani, mentre altri ancora sono pensati per gli aspiranti impren-
ditori in ogni campo. Il Fondo sociale europeo, in poche parole, si concentra sulle persone.
Il FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale) contribuisce a migliorare la competitività del settore agricolo e
5- MICELLI E. , L’eccezione e la regola. Le forme della riqualificazione della città esistente tra demolizione e ricostruzione e interventi di riuso, in SIEV, n° 12, 2014, p. 136-www.provincia.torino.gov.it/europa/fondi
174
forestale, l’ambiente e il paesaggio, la qualità della vita nelle zone rurali e la diversificazione dell’economia rurale.7
Un’alternativa a questo, possono essere invece gli enti di carattere privato, come banche, società e fondazioni, che soprat-
tutto negli ultimi anni, si sono maggiormente interessati a progetti di recupero sociale e ambientale. Uno tra questi è Intesa
San Paolo, che promuove il Finanziamento Sostenibilità a Breve Termine, verso progetti di tutela ambientale, eco-sharing,
efficienza energetica e certificazioni ambientali, e sostiene il Fondo Immobiliare Abitare Sostenibile in Piemonte, insieme ad
altre 8 fondazioni bancarie e alla Regione Piemonte con l’obiettivo di contribuire alla nascita di una nuova cultura abitativa,
di sperimentare nuovi modelli di housing e di migliorare le opportunità abitative.8
Rientrano in quest’ultimo, le società, come Cdp Investimenti Sgr, che stanzia investimenti nel settore dell’edilizia privata
sociale, per incrementare sul territorio italiano l’offerta di alloggi sociali, per la locazione a canone calmierato e la vendita
a prezzi convenzionati, oppure ancora un altro gruppo, come le fondazioni, in particolare la fondazione Cariplo, che concede
contributi a fondo perduto alle organizzazioni del Terzo Settore per la realizzazione di progetti di utilità sociale, e che nel
2014 ha istituito il bando di concorso ‘’Salvaguardare gli spazi aperti in ambito urbano e peri-urbano’’, che prevede come
premio il sostegno economico al progetto, entro una certa cifra.9
Oltre a queste forme di finanziamento più tradizionali, esistono anche nuove forme di sovvenzionamento possibili; si tratta
del crowdfunding, letteralmente finanziamento collettivo, che consiste nell’unione e partecipazione economica di più perso-
ne alla realizzazione di un progetto, senza che queste siano necessariamente coinvolte. 10
“L’ ascesa del crowdfunding negli ultimi dieci anni deriva dal proliferare e dall’ affermarsi di applicazioni web e di servizi mo-
bile, ovvero condizioni che consentono a imprenditori, imprese e creativi di ogni genere di poter dialogare con la crowd per
ottenere idee, raccogliere soldi e sollecitare input sul prodotto o servizio che hanno intenzione di proporre” 11
7-www.europa.eu8- MOISO C., MAZZA G., Transforming Architecture. Dal parassitismo alla metamorfosi urbana. Strategie di rigenerazione di un quart-iere ex INA-Casa a Mirafìori Sud.,Tesi di Laurea in architettura, Politecnico di Torino, a.a 2013, p. 919- www.fondazionecariplo.it10-CASTRATARO D., WRIGHT T. , Crowdfunding, Come finanziarsi on-line. Introduzione al finanziamento collaborativo sul Web, Green-books, 2014, pp. 50-60.11-DE BUIYSERE, O. GAYDA, R. KLEVERLAND, D.MAROM, A framework for European Crowdfunding,2012
175
CAPITOLO 7: IL BLOCCO 2
Figura 4. Schema concettuale rispetto alle ipotetiche possibilità di finanziamento
176
8ANALISI MAVT SU BLOCCO 2:
GLi interventi di trasformazione del territorio fanno riferimento a sistemi
complessi, perchè caratterizzati da un grande numero di elementi che inte-
ragiscono tra loro, spesso in modo non semplice, perciò in questo contesto,
un valido supporto ai processi decisionali è offerto dalle Analisi Multicriteri.
La Multi-Attribute Value Theory (MAVT), fa parte di una macro tipologia di
analisi, chiamata Multiple Criteria Decision Analysis (MCDA), che prende in
considerazione differenti criteri simultaneamente, sia qualitativi, sia quantita-
tivi, al fine di far emergere i punti di vista dei diversi attori coinvolti e di offrire
al decisore una base razionale ai problemi di scelta.12
La MAVT si basa sul concetto di value-focused thinking, infatti i valori devono
essere la guida per le nostre decisioni, anche se normalmente non è cosi’;
tipicamente, infatti, i decisori si concentrano per prima cosa sulle alternative
(Alternative-focused thinking) e soltanto dopo ritornano sugli obiettivi o sui
criteri per la valutazione delle alternative. Focalizzarsi sulle alternative è un
modo limitativo di pensare, perché identifica i differenti scenari prima ancora
di articolarne i valori. Le alternative sono rilevanti solo nel momento in cui si
raggiungono gli scopi, ed è per questo, che per prima cosa, bisogna pensare
ai valori. In questo senso si può dire, che questi strumenti svolgono un ruolo
12- BOTTERO. M, FERRETTI. V., MONDINI. G., Constructing Multi-attribute Value Functions for Sustainability Assessment of Urban Project, in Computational Science and its Applications, ICCSA, 2014, pp. 51-64.
177
costruttivo e non risolutivo, sono di supporto alla decisione ma non mezzi decisionali.
In passato la valutazione era un insieme di procedure e di tecniche finalizzate a definire il legame tra causa ed effetto, più di
recente, la letteratura scientifica in materia di valutazione nel campo ambientale e di pianificazione territoriale, concorda nel
considerare la valutazione un processo di apprendimento sociale, nell’ambito del quale interpretare situazioni articolate, rap-
presenta la base su cui poter ragionare. In effetti gli approcci tradizionali, basati solo sullo studio della fattibilità finanziaria
ed economica, non sono in grado di tener conto di situazioni complesse, perchè considerano solo le variabili quantitative e
non quelle qualitative legate ad esempio all’incertezza ambientale o al rischio sociale.13 E’ infatti fondamentale che, nel pro-
cesso decisionale vi sia un approccio inclusivo della popolazione, solo così, attraverso un pubblico confronto, si può pensare
di ottenere risposte e collaborazioni nei processi di trasformazione territoriale.
Per queste ragioni, le analisi Multicriteriali sono strumenti che stanno ricevendo una maggiore attenzione negli ultimi anni,
per aiutare il processo decisionale nel campo della pianificazione urbana e territoriale, e consentire la sintesi di questioni
complesse ed interconnesse di carattere sociale, ambientale ed economico spesso in competizione.14
Figura 1. Scala Metodologica per lo sviluppo della MAVT
13- ROSCELLI, R., Misurare nell’incertezza, Celid, 2005, Torino.14-ROy, B., BOUySSOU, D., Aide multicritére à la décision: méthodes et case, Economica, 1995, Parigi.
178
8. 1. INDIVIDUAZIONE OBIETTIVI
Una volta stabilito il contesto decisionale, la Mavt si concentra sulla scelta dei criteri di valutazione, ovvero gli obiettivi ed
attributi, ed in particolare devono essere specificati:
- Gli obiettivi fondamentali: Riguardano l’intento finale a cui si aspira ed evidenziano gli aspetti più rilevanti del problema di
valutazione, perchè esplicitano ciò che si desidera raggiungere.
- Gli obiettivi strumentali o attributi: costituiscono una sotto-categoria dei fondamentali e definiscono le strategie principali
da adottare per favorire quel determinato obiettivo.
Figura 2. Generazione degli obiettivi nel caso del Blocco 2.
179
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
8. 1. ALTERNATIVE PROGETTUALI
Il processo di generazione delle alternative progettuali si fonda sulla struttura dei valori, ed è quindi dipendente dall’insieme
dei criteri di valutazione precedentemente definiti. Le alternative possono essere generate in base al principio che debbano
raggiungere al meglio i valori specificati per la singola situazione. Ad esempio si può cominciare col prendere un obiettivo, o
più di uno alla volta, e pensare all’alternativa che al meglio soddisfi quello e quei determinati obiettivi. Dopodiché si esami-
nano le alternative a disposizione e si vede se si possono combinare tra loro; diversamente vorrà dire che si configurerà più
di uno scenario. Questo processo consente di creare un’ ampia gamma di potenziali proposte.15
Nel caso del Blocco numero 2, le alternative che ho individuato sono 3:
- Il Blocco ristrutturato: Questo scenario sviluppa maggiormente il tema della residenza, riqualificando totalmente gli edifici
esistenti; si sostituiscono i serramenti, si fa un isolamento a cappotto, si rinnova la facciata, e infine si realizzano opere strut-
turali e impiantistiche; vengono poi eseguite delle sopraelevazioni sulla sommità della residenza per incrementare il volume
e la vendita immobiliare, aumentare l’offerta abitativa e poter sfruttare al meglio la panoramicità degli ultimi piani. Minore
attenzione si è posta invece allo spazio aperto, infatti si attrezza il verde solo in alcuni punti, si fanno interventi di piantuma-
zione mantenendo gli assi esistenti e si limita la costruzione di nuove pavimentazioni. Il piano terra viene destinato in parte
a servizi primari e in parte a nuove residenze, comprensive di giardino privato, con nuove e differenti metrature rispetto agli
alloggi esistenti. Per consentire un intervento di questo tipo si ipotizza che un investitore acquisti la totalità degli immobili,
in base al loro attuale valore di mercato, e che gli abitanti siano quindi indotti a vendere la propria abitazione.
- Il Blocco semplice: In questo caso l’alternativa cerca di porsi a favore di una rivitalizzazione del luogo e quindi si incentra
molto di più sullo spazio aperto, potenziandolo, ma anche inserendo zone attrezzate più specifiche per fasce di età differen-
ti; vengono inoltre riqualificate le Autorimesse, con sopraelevazioni utilizzate per servizi e un sistema di passerelle che le
colleghi e che renda vivibile anche il tetto di queste ultime. Tutte le azioni sono orientate al contenimento nella spesa nella
15- KEENEy. R., Value Focused Thinking: Identifying decision opportunities and creating alternatives’’, in European Journal of Opera-tional Research 92, 1996, pp. 537-549.
180
misura dello stretto necessario. L ’esistente infatti, viene pressochè conservato, a parte interventi necessari alla manutenzione
dell’edificio. Vengono promossi, inoltre, sia la densificazione abitativa attraverso il cohousing, sia la costituzione di luoghi di
aggregazione come gli orti urbani, ipotizzando che almeno 2\3 degli alloggi ne posseggano uno. La riqualificazione, in que-
sto caso, si rende possibile qualora vi sia un investitore, che, anzichè acquisire in totalità la proprietà, consenta agli abitanti
di mantenerla in cambio di:
a) Un contributo nella prospettiva che la loro casa acquisti valore.
b) Disponibilità ad accettare il cohousing con altre persone.
c) Qualora non fossero aperti a nessuna di queste possibilità, accettano che l’investitore paghi loro l’attuale valore dell’immo-
bile in cambio della cessione di proprietà.
- Il Blocco potenziato: In questa ipotesi invece, l’intento è sempre quello di rivitalizzare lo spazio, quindi gli interventi nello
spazio aperto sono simili al blocco semplice, ma più numerosi; il disegno dello spazio aperto non viene mantenuto tale, ma
viene riprogettato e lo spazio dedicato agli orti viene concepito in modo che ogni alloggio ne abbia uno. Per quanto riguarda
la residenza, vengono eseguiti interventi di manutenzione, ma vengono anche previste nuove unità abitative, da destinare ad
una futura utenza che abiterà il luogo. La nuova residenza, infatti, è prevista in parte al piano terra, attraverso nuovi aggetti,
che permettono sia una differenziazione tipologica degli alloggi, sia una differenziazione visiva; il piano terra è infatti trattato
con materiali differenti rispetto all’ esistente e fungerà inoltre da terrazzo per i piani superiori. Altre abitazioni, invece, sono
state pensate al di sopra delle autorimesse, affinchè insieme ad un sistema di servizi, si rivitalizzasse anche questo punto,
tramite l’utilizzo di container modulari.
Anche in questo caso gli abitanti possono scegliere secondo le tre possibilità precedentemente esposte per il Blocco semplice.
Nei successivi disegni si riportano i concept, le planimetrie e le viste progettuali, per ciascuna di queste alternative, in modo
da renderle graficamente visibili.
181
8. 2. 1. IL BLOCCO RITRUTTURATO
182
183
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186
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8. 2. 1. IL BLOCCO SEMPLICE
190
191
192
193
194
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8. 2. 1. IL BLOCCO POTENZIATO
196
197
198
199
200
201
8. 3. COSTI-RICAVI:
Nei grafici seguenti vengono riportate 3 tabelle in cui è elaborata una stima dei costi e dei ricavi, non
considerando la distribuzione dei costi lungo il ciclo di vita dell'investimento, ma attualizzando il flusso
monetario ad un tempo 0.
Per determinare il costo di produzione, dove per quest'ultimo si intende la somma degli importi monetari
necessari per finanziare i diversi fattori produttivi impiegati per la produzione del bene, va applicata la
seguente formula16:
Cp= Ca+Ci+Cc+On+St+Sg+Sc+U+In
Ca= Costo per l'acquisto dell'area. In questo caso non viene considerato poiché effettuando interventi di
riqualificazione edilizia si ipotizza che l'assetto proprietario del terreno rimanga tale.
Ci= Costo di ideonizzazione. Si riferisce a tutti i lavori preliminari necessari all'ideonizzazione del sito,
come demolizione dei manufatti esistenti e bonifica dei suoli. Anche in tale circostanza il costo non è stato
considerato perchè non vengono effettuati interventi di questo tipo.
Cc= Spese di Costruzione elaborate per via analitica tramite un Computo metrico estimativo, in cui si dif-
ferenziano i costi per funzioni (residenziale, verde, autorimesse..).
On= Si intendono gli oneri per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria e il contributo sul costo di
costruzione. Le prime due aliquote, sono determinate a livello dei singoli comuni, con delibera di Consiglio
Comunale, sulla base di una indicazione quadro regionale ed aggiornate periodicamente. Il contributo sul
Costo di Costruzione invece, è anch'esso determinato dai singoli Comuni, pur sulla base di parametri nazion-
16- PRIZZON F., Gli investimenti immobiliari: analisi di mercato e valutazione economica-finanziaria degli interventi, Celid, Torino, 2001
202
ali. Nel caso si effettuino interventi pubblici di verde, parcheggi, strade, i costi per la realizzazione di questi
ultimi vanno scomputati dal conteggio degli oneri totali.17
St= Spese per la direzione dei lavori, collaudo, rilievo planivolumetrico, progettazione urbanistica/edilizia/
strutturale, piani per la sicurezza, accatastamento, agibilità, fattibilità.
Sg= Riguarda tutte le spese relative ai costi per la costituzione, la gestione o eventuale chiusura di una soci-
età, oppure i costi per le consulenze, come valutazioni e analisi di mercato e altre spese varie come viaggi.
Sc= Spesa dei costi di commercializzazione dei fabbricati in progetto, che risulta essere più bassa per il resi-
denziale e più elevata per gli uffici e il commerciale.
U= Utile dell'imprenditore, ovvero la sua remunerazione che è pari circa al 10% dei ricavi.
In= Gli oneri finanziari che sono stimati in funzione dell'esposizione debitoria del promotore.
Oltre alle seguenti voci si è dovuto anche considerare all'interno del costo di produzione, il costo per l'acqui-
sizione degli immobili, ipotizzato rispetto all'attuale valore di mercato di questi ultimi.
Una volta definito il costo di produzione sono stati calcolati i ricavi attraverso la ricerca degli attuali valori di
mercato dei singoli beni moltiplicati per le relative quantità; E' stato poi anche considerato, ove presente, il
ricavo riferito all'affitto annuale degli alloggi che aderiscono al Cohousing. In questo modo è stato possibile
calcolare i relativi profitti degli interventi tramite la differenza tra Ricavi ed i Costi, che per essere positivi
devono essere maggiori di zero.
17- CITTA’ DI TORINO, Voce Oneri di urbanizzazione, in Regolamento Comunale in materia di disciplina del Contributo di Costruzione, Torino, 2006
203
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
8. 3. 1. IL BLOCCO RISTRUTTURATO
INTERVENTI PREZZO UNITARIO
(€\m2)
FONTE: PREZZIARIO DEI
2014
QUANTITA'
(m2)TOTALE
(€)INCIDENZA
(%)
Parco attrezzato 33 I1 4.593 151.569 0,2%Giardini privati 33 I1 2.101 69.333 0,1%Pista ciclabile 30 * 390 11.700 0,0%
Ristrutturazione Autorimesse
186 L1 2.916 542.376 0,74%
Pavimentazioni 86 I4 9.662 830.932 1,1%Nuove superfici per
residenza1.307 A3 5.040 6.587.280 9,0%
Retrofit residenza esistente
822 D21 21.252 17.469.144 23,9%
Riuso Piano terra 1.307 A3 2.024 2.645.368 3,6%SERVIZI Riuso Piano terra 1.413 D66 1.012 1.429.956 2,0%
TOTALE C.COSTRUZ. 29.737.658 40,7%
Contributo Costo Costr. 6% C.Costr. 1.784.259 2,4%
ACQUISTO ALLOGGI Residenza 954 2* 25.956 24.762.024 33,9%Tecniche 4% C.Costr 1.189.506 1,6%Gestione 5% C.Costr 1.486.883 2,0%
Commercializzazione 2% C.Costr. 495.240 0,7%PROFITTO
PROMOTORE10% Ricavi 8.177.800 11,2%
ONERI FINANZIARI 10% dei costi tot. 5.896.319 8,1%TOTALE 73.037.310
* www.fiab-onlus.it1* www.comune.torino.it/regolamenti2* www.case.trovit.it3*
INTERVENTI PREZZO UNITARIO
(€\m2)FONTE:
QUANTITA'
(m2)TOTALE
(€)INCIDENZA
(%)
Riuso piano terra 2.400 2.024 4.857.600 5,94%Nuove superfici per
residenza2.400 5.040 12.096.000 14,79%
Residenza esistente 2.400 25.956 62.294.400 76,18%SERVIZI Riuso piano terra 2.500 5* 1.012 2.530.000 3,09%TOTALE 81.778.000
4* www.oict.polito.it5* www.agenzia delle entrate.gov.it
TOTALERICAVI- COSTI 8.740.690
52.867
1*
COSTI
0,1%
0,0%
Cambio destinazione da Residenza a Commercio
Attività di trasformazione del territorio non
a carattere edificatorio
4*
Franco Prizzon, Gli investimenti immobiliari: analisi di mercato e valutazione economica-finanziaria degli interventi, CELID, 2001
33.4922
AMBIENTE\SPAZIO APERTO
MOBILITA'
RESIDENZA
RESIDENZA
SPESE
1.012
16.746ONERI
RICAVI
52,24
1.291.879ONERI AL NETTO
DELLE SPESE A SCOMPUTO
3*
1,8%
204
INTERVENTI PREZZO UNITARIO
(€\m2)
FONTE: PREZZIARIO DEI
2014
QUANTITA'
(m2)TOTALE
(€)INCIDENZA
(%)
Parco attrezzato 33 I1 4.593 151.569 0,2%Giardini privati 33 I1 2.101 69.333 0,1%Pista ciclabile 30 * 390 11.700 0,0%
Ristrutturazione Autorimesse
186 L1 2.916 542.376 0,74%
Pavimentazioni 86 I4 9.662 830.932 1,1%Nuove superfici per
residenza1.307 A3 5.040 6.587.280 9,0%
Retrofit residenza esistente
822 D21 21.252 17.469.144 23,9%
Riuso Piano terra 1.307 A3 2.024 2.645.368 3,6%SERVIZI Riuso Piano terra 1.413 D66 1.012 1.429.956 2,0%
TOTALE C.COSTRUZ. 29.737.658 40,7%
Contributo Costo Costr. 6% C.Costr. 1.784.259 2,4%
ACQUISTO ALLOGGI Residenza 954 2* 25.956 24.762.024 33,9%Tecniche 4% C.Costr 1.189.506 1,6%Gestione 5% C.Costr 1.486.883 2,0%
Commercializzazione 2% C.Costr. 495.240 0,7%PROFITTO
PROMOTORE10% Ricavi 8.177.800 11,2%
ONERI FINANZIARI 10% dei costi tot. 5.896.319 8,1%TOTALE 73.037.310
* www.fiab-onlus.it1* www.comune.torino.it/regolamenti2* www.case.trovit.it3*
INTERVENTI PREZZO UNITARIO
(€\m2)FONTE:
QUANTITA'
(m2)TOTALE
(€)INCIDENZA
(%)
Riuso piano terra 2.400 2.024 4.857.600 5,94%Nuove superfici per
residenza2.400 5.040 12.096.000 14,79%
Residenza esistente 2.400 25.956 62.294.400 76,18%SERVIZI Riuso piano terra 2.500 5* 1.012 2.530.000 3,09%TOTALE 81.778.000
4* www.oict.polito.it5* www.agenzia delle entrate.gov.it
TOTALERICAVI- COSTI 8.740.690
52.867
1*
COSTI
0,1%
0,0%
Cambio destinazione da Residenza a Commercio
Attività di trasformazione del territorio non
a carattere edificatorio
4*
Franco Prizzon, Gli investimenti immobiliari: analisi di mercato e valutazione economica-finanziaria degli interventi, CELID, 2001
33.4922
AMBIENTE\SPAZIO APERTO
MOBILITA'
RESIDENZA
RESIDENZA
SPESE
1.012
16.746ONERI
RICAVI
52,24
1.291.879ONERI AL NETTO
DELLE SPESE A SCOMPUTO
3*
1,8%
205
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
8. 3. 2. IL BLOCCO SEMPLICE:
INTERVENTI PREZZO UNITARIO
(€\m2)
FONTE: PREZZIARIO DEI
2014
QUANTITA'
(m2)TOTALE
(€)INCIDENZA
(%)
Parco attrezzato 33 I1 3.499 115.467 0,73%Parco anziani 54 I14 239 12.906 0,08%Parco giovani 54 I14 940 50.760 0,32%Parco famiglie 54 I14 762 41.148 0,26%Giardini privati 33 I1 1.868 61.644 0,39%
Orti urbani 33 I1 1.847 60.951 0,39%Pista ciclabile 33 * 390 12.870 0,08%
Ristrutturazione Autorimesse
186 L1 2.916 542.376 3,43%
Pavimentazioni 86 I4 9.810 843.660 5,34%Manutenzione residenza
esistente75 L10 21.252 1.593.900 10,08%
Riuso Piano terra 1.307 A3 2.024 2.645.368 16,73%
Nuove superfici per servizi 767 E9 456 349.752 2,21%
Riuso Piano terra 1.400 D66 1.012 1.416.800 8,96%TOTALE C.COSTRUZ. 7.747.602 49,00%
Commercio 202,02 168 33.939 0,21%Attività turistico/ricettive 245,75 180 44.235 0,28%
Contributo Costo Costr. 6% C.Costr. 464.856 2,94%
ACQUISTO ALLOGGI Residenza 954 2* 4.120 3.930.480 24,86%Tecniche 4% C.Costr 309.904 1,96%Gestione 5% C.Costr 387.380 2,45%
Commercializzazione 2% C.Costr 154.952 0,98%PROFITTO
PROMOTORE10% Ricavi 1.747.302 11,05%
ONERI FINANZIARI 10% dei Costi tot. 1.278.472 8,1%TOTALE 15.810.497
* www.fiab-onlus.it1* www.comune.torino.it/regolamenti2* www.case.trovit.it3*
INTERVENTI COSTO UNITARIO
(€\m2)FONTE:
QUANTITA'
(m2)TOTALE
(€)INCIDENZA
(%)
Riuso piano terra 2.400 4* 2.024 4.857.600 27,80%Residenza esistente 1.950 5* 4.120 8.034.000 45,98%
Cohousing affitto (mensile)
5,2 2.708 14.082 0,08%
Cohousing 1 anno 62,4 2.708 168.979 0,97%
Nuove superfici per servizi 2.000 7* 456 912.000 5,22%
Riuso piano terra 2.500 6* 1.012 2.530.000 14,48%CONTRIBUTO
CONDOMINIALE50 19.127 956.355 5,47%
TOTALE 17.473.016
4* www.oict.polito.it5* www.Immobiliare.it6* www.agenzia delle entrate.gov.it7* www.cargotecture.com
TOTALERICAVI- COSTI 1.662.518
0,28%
Cambio destinazione da Residenza a Cohousing
95,98 2.708 1,64%
RESIDENZA
SERVIZI
SPESE
3*
COSTI
Cambio destinazione da Residenza a Commercio
52,24
6*
RESIDENZA
RICAVI
Franco Prizzon, Gli investimenti immobiliari: analisi di mercato e valutazione economica-finanziaria degli interventi, CELID, 2001
AMBIENTE\SPAZIO APERTO
MOBILITA'
259.914
1,61%
ONERI 1.012 52.867 0,33%
ONERI AL NETTO DELLE SPESE A SCOMPUTO
1*
2 22.271Attività di trasformazione del territorio a carattere
non edificatorio
SERVIZI
254.405
44.542
206
INTERVENTI PREZZO UNITARIO
(€\m2)
FONTE: PREZZIARIO DEI
2014
QUANTITA'
(m2)TOTALE
(€)INCIDENZA
(%)
Parco attrezzato 33 I1 3.499 115.467 0,73%Parco anziani 54 I14 239 12.906 0,08%Parco giovani 54 I14 940 50.760 0,32%Parco famiglie 54 I14 762 41.148 0,26%Giardini privati 33 I1 1.868 61.644 0,39%
Orti urbani 33 I1 1.847 60.951 0,39%Pista ciclabile 33 * 390 12.870 0,08%
Ristrutturazione Autorimesse
186 L1 2.916 542.376 3,43%
Pavimentazioni 86 I4 9.810 843.660 5,34%Manutenzione residenza
esistente75 L10 21.252 1.593.900 10,08%
Riuso Piano terra 1.307 A3 2.024 2.645.368 16,73%
Nuove superfici per servizi 767 E9 456 349.752 2,21%
Riuso Piano terra 1.400 D66 1.012 1.416.800 8,96%TOTALE C.COSTRUZ. 7.747.602 49,00%
Commercio 202,02 168 33.939 0,21%Attività turistico/ricettive 245,75 180 44.235 0,28%
Contributo Costo Costr. 6% C.Costr. 464.856 2,94%
ACQUISTO ALLOGGI Residenza 954 2* 4.120 3.930.480 24,86%Tecniche 4% C.Costr 309.904 1,96%Gestione 5% C.Costr 387.380 2,45%
Commercializzazione 2% C.Costr 154.952 0,98%PROFITTO
PROMOTORE10% Ricavi 1.747.302 11,05%
ONERI FINANZIARI 10% dei Costi tot. 1.278.472 8,1%TOTALE 15.810.497
* www.fiab-onlus.it1* www.comune.torino.it/regolamenti2* www.case.trovit.it3*
INTERVENTI COSTO UNITARIO
(€\m2)FONTE:
QUANTITA'
(m2)TOTALE
(€)INCIDENZA
(%)
Riuso piano terra 2.400 4* 2.024 4.857.600 27,80%Residenza esistente 1.950 5* 4.120 8.034.000 45,98%
Cohousing affitto (mensile)
5,2 2.708 14.082 0,08%
Cohousing 1 anno 62,4 2.708 168.979 0,97%
Nuove superfici per servizi 2.000 7* 456 912.000 5,22%
Riuso piano terra 2.500 6* 1.012 2.530.000 14,48%CONTRIBUTO
CONDOMINIALE50 19.127 956.355 5,47%
TOTALE 17.473.016
4* www.oict.polito.it5* www.Immobiliare.it6* www.agenzia delle entrate.gov.it7* www.cargotecture.com
TOTALERICAVI- COSTI 1.662.518
0,28%
Cambio destinazione da Residenza a Cohousing
95,98 2.708 1,64%
RESIDENZA
SERVIZI
SPESE
3*
COSTI
Cambio destinazione da Residenza a Commercio
52,24
6*
RESIDENZA
RICAVI
Franco Prizzon, Gli investimenti immobiliari: analisi di mercato e valutazione economica-finanziaria degli interventi, CELID, 2001
AMBIENTE\SPAZIO APERTO
MOBILITA'
259.914
1,61%
ONERI 1.012 52.867 0,33%
ONERI AL NETTO DELLE SPESE A SCOMPUTO
1*
2 22.271Attività di trasformazione del territorio a carattere
non edificatorio
SERVIZI
254.405
44.542
207
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
8. 3. 2. IL BLOCCO POTENZIATO:
INTERVENTI PREZZO UNITARIO
(€\m2)
FONTE: PREZZIARIO DEI
2014
QUANTITA'
(m2)TOTALE
(€)INCIDENZA
(%)
Parco attrezzato 33 I1 13.500 445.500 2,35%Parco anziani 54 I14 285 15.390 0,08%Parco giovani 54 I14 760 41.040 0,22%Parco famiglie 54 I14 844 45.576 0,24%Giardini privati 33 I1 1.183 39.039 0,21%
Orti urbani 33 I1 2.987 98.571 0,52%Pista ciclabile 33 * 390 12.870 0,07%
Ristrutturazione Autorimesse
186 L1 2.916 542.376 2,86%
Pavimentazioni 86 I4 13.080 1.124.880 5,94%Nuove superfici per
residenza767 E9 1.800 1.380.600 7,29%
Manutenzione residenza esistente
75 L10 21.252 1.593.900 8,42%
Riuso Piano terra 1.307 A3 1.620 2.117.340 11,18%
Nuove superfici per servizi 767 E9 588 450.996 2,38%
Riuso Piano terra 1.400 D66 1.620 2.268.000 11,98%TOTALE C.COSTRUZ. 10.176.078 53,74%
Commercio 202,02 588 118.788 0,63%Attività turistico/ricettive 245,75 180 44.235 0,23%
Contributo Costo Costr. 6% C.Costr. 610.565 3,22%
ACQUISTO ALLOGGI Residenza 954 2* 4.120 3.930.480 20,76%Tecniche 4% C.Costr 407.043 2,15%Gestione 5% C.Costr 508.804 2,69%
Commercializzazione 2% C.Costr 203.522 1,07%PROFITTO
PROMOTORE10% Ricavi 2.188.742 11,56%
ONERI FINANZIARI 10% dei Costi tot. 1.522.593 8,04%TOTALE 18.937.261
* www.fiab-onlus.it1* www.comune.torino.it/regolamenti2* www.case.trovit.it3*
INTERVENTI COSTO UNITARIO
(€\m2)FONTE:
QUANTITA'
(m2)TOTALE
(€)INCIDENZA
(%)
Riuso piano terra 2.400 4* 1.620 3.888.000 17,76%Nuove superfici per
residenza2.000 5* 1.800 3.600.000 16,45%
Residenza esistente 1.950 4.120 8.034.000 36,71%Cohousing affitto
(mensile)5,2 2.708 14.082 0,06%
Cohousing 1 anno 62,4 2.708 168.979 0,77%
Nuove superfici per servizi 2.000 5* 588 1.176.000 5,37%
Riuso piano terra 2.500 7* 1.620 4.050.000 18,50%CONTRIBUTO
CONDOMINIALE50 19.127 956.355 4,37%
TOTALE 21.887.416
4* www.oict.polito.it5* www.cargotecture.com6* www.Immobiliare.it7* www.agenzia delle entrate.gov.it
TOTALERICAVI- COSTI 2.950.155
AMBIENTE\SPAZIO APERTO
MOBILITA'
RESIDENZA
SERVIZI
Attività di trasformazione del territorio a carattere
non edificatorio2 35.945
95,98 2.708
71.890
COSTI
84.629 0,45%1*
0,38%
Cambio destinazione da Residenza a Cohousing
SERVIZI
SPESE
Franco Prizzon, Gli investimenti immobiliari: analisi di mercato e valutazione economica-finanziaria degli interventi, CELID, 2001
RICAVI
ONERI
RESIDENZA
1,37%
Cambio destinazione da Residenza a Commercio
52,24 1.620
ONERI AL NETTO DELLE SPESE A SCOMPUTO
6*
259.914
0 0,00%
3*
208
8. 4. LE FUNZIONI DI VALORE:
Dopo aver precedentemente stabilito gli obiettivi, si può procedere con la realizzazione dei grafici. Secondo la teoria MAVT,
ogni attributo è descritto da una funzione valore che va da 0 a 1, per comparare sia dati qualitativi o quantitativi, di scale e
tematiche diverse, in modo da garantire una scala di valutazione omogenea che permetta di valutare e comparare attributi
differenti tra loro; in particolare la funzione valore traduce le prestazioni delle alternative in punteggi valori, che rappresen-
tano il grado di raggiungimento di uno o più obiettivi.18
18-BOTTERO. M, FERRETTI. V., MONDINI. G., Decision making and cultural heritage: An application of the Multi Attribute Value Theory for the reuse of historical buildings, in Journal of Cultural heritage, Spinger, 2014, pp.4-5.
INTERVENTI PREZZO UNITARIO
(€\m2)
FONTE: PREZZIARIO DEI
2014
QUANTITA'
(m2)TOTALE
(€)INCIDENZA
(%)
Parco attrezzato 33 I1 13.500 445.500 2,35%Parco anziani 54 I14 285 15.390 0,08%Parco giovani 54 I14 760 41.040 0,22%Parco famiglie 54 I14 844 45.576 0,24%Giardini privati 33 I1 1.183 39.039 0,21%
Orti urbani 33 I1 2.987 98.571 0,52%Pista ciclabile 33 * 390 12.870 0,07%
Ristrutturazione Autorimesse
186 L1 2.916 542.376 2,86%
Pavimentazioni 86 I4 13.080 1.124.880 5,94%Nuove superfici per
residenza767 E9 1.800 1.380.600 7,29%
Manutenzione residenza esistente
75 L10 21.252 1.593.900 8,42%
Riuso Piano terra 1.307 A3 1.620 2.117.340 11,18%
Nuove superfici per servizi 767 E9 588 450.996 2,38%
Riuso Piano terra 1.400 D66 1.620 2.268.000 11,98%TOTALE C.COSTRUZ. 10.176.078 53,74%
Commercio 202,02 588 118.788 0,63%Attività turistico/ricettive 245,75 180 44.235 0,23%
Contributo Costo Costr. 6% C.Costr. 610.565 3,22%
ACQUISTO ALLOGGI Residenza 954 2* 4.120 3.930.480 20,76%Tecniche 4% C.Costr 407.043 2,15%Gestione 5% C.Costr 508.804 2,69%
Commercializzazione 2% C.Costr 203.522 1,07%PROFITTO
PROMOTORE10% Ricavi 2.188.742 11,56%
ONERI FINANZIARI 10% dei Costi tot. 1.522.593 8,04%TOTALE 18.937.261
* www.fiab-onlus.it1* www.comune.torino.it/regolamenti2* www.case.trovit.it3*
INTERVENTI COSTO UNITARIO
(€\m2)FONTE:
QUANTITA'
(m2)TOTALE
(€)INCIDENZA
(%)
Riuso piano terra 2.400 4* 1.620 3.888.000 17,76%Nuove superfici per
residenza2.000 5* 1.800 3.600.000 16,45%
Residenza esistente 1.950 4.120 8.034.000 36,71%Cohousing affitto
(mensile)5,2 2.708 14.082 0,06%
Cohousing 1 anno 62,4 2.708 168.979 0,77%
Nuove superfici per servizi 2.000 5* 588 1.176.000 5,37%
Riuso piano terra 2.500 7* 1.620 4.050.000 18,50%CONTRIBUTO
CONDOMINIALE50 19.127 956.355 4,37%
TOTALE 21.887.416
4* www.oict.polito.it5* www.cargotecture.com6* www.Immobiliare.it7* www.agenzia delle entrate.gov.it
TOTALERICAVI- COSTI 2.950.155
AMBIENTE\SPAZIO APERTO
MOBILITA'
RESIDENZA
SERVIZI
Attività di trasformazione del territorio a carattere
non edificatorio2 35.945
95,98 2.708
71.890
COSTI
84.629 0,45%1*
0,38%
Cambio destinazione da Residenza a Cohousing
SERVIZI
SPESE
Franco Prizzon, Gli investimenti immobiliari: analisi di mercato e valutazione economica-finanziaria degli interventi, CELID, 2001
RICAVI
ONERI
RESIDENZA
1,37%
Cambio destinazione da Residenza a Commercio
52,24 1.620
ONERI AL NETTO DELLE SPESE A SCOMPUTO
6*
259.914
0 0,00%
3*
209
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
210
211
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
212
213
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
214
215
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
216
217
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
218
Qui di seguito si riporta l’elenco delle macro categorie, rappresentate dagli obiettivi e i loro relativi attributi. Nelle prime
tre colonne sono identificati i valori delle alternative considerate, mentre nelle successive tre colonne, si individuano i
valori standardizzati, rispetto ai grafici visti precedentemente.
Tabella 1. La standardizzazione dei valori delle tre alternative
BLOCCORISTRUTTURATO
BLOCCO SEMPLICE
BLOCCOPOTENZIATO 1 2 3
Parco attrezzato 4.593 3.499 18.700 1 0,8 1Parco anziani 0 239 m2 285 m2 0 0,9 1Parco giovani 0 940 m2 760 m2 0 1 0,8Parco famiglie 0 762 m2 844 m2 0 0,9 1Giardini privati 2.101 1.868 1.183 1 0,8 0,5
Orti urbani 0 1847 m2 2987 m2 0 0,7 1Pista ciclabile 390 m 390 m 390 m 1 1 1
Ristrutturazione autorimesse 100% 100% 100% 1 1 1
Pavimentazioni 9662 m2 9810 m2 13080 m2 0,8 0,8 1Nuove superfici per
residenza 5040 m2 0 1800 m2 1 0 0,4
Varie tipologie abitative 4 1 4 1 0 1Retrofit edifici Alto Basso Basso 1 0,25 0,25
Riuso piano terra 66% 66% 50% m2 0,66 0,66 0,5Nuove superfici per
servizi0 456 m2 588 m2 0 0,9 1
Servizi primari 1012 m2 418 m2 780 m2 1 0,4 0,7Servizi di quartiere 0 m2 328 m2 540 m2 0 0,65 1Servizi alla persona 0 m2 506 m2 672 m2 0 0,9 1Riuso piano terra 33% 33% 50% 0,33 0,33 0,5Densificazione 3,53 ab\sf 2,39 ab/sf 2,6 ab/sf 1 0,5 0,7
Cohousing 0 26 26 0 1 1Punto Accoglienza no si si 0 1 1
Punto Coordinamento no si si 0 1 1Profitto 8,7 mln€ 1,6 mln€ 2,9 mln€ 1 0,2 0,4Tempi Lenti Veloci Medi 0,25 1 0,62
Nuovi posti di lavoro 36 66 93 0,4 0,7 1Rischio Alto basso medio 0 1 0,5
ECONOMIA
SOCIALE
VALORI STANDARDIZZATIVALORI DELLE ALTERNATIVE
AMBIENTE/SPAZIO APERTO
MOBILITA'
RESIDENZA
SERVIZI
INDICATORI
219
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
AMBIENTE\ SP. APERTO
MOBILITA' RESIDENZA SERVIZI SOCIALE
GIOVANNI QUATTROCOLO 85 90 80 100 75RESIDENTE 100 90 60 100 100
RENATO PROTTI 50 100 20 50 10ILARIA BUCCELLI 85 70 90 40 100
VALENTINA FERRETTI 95 20 25 100 60
OBIETTIVI FONDAMENTALIVALORI SWING
8. 5. METODO SWING:
Ad ogni alternativa deve essere poi assegnato un punteggio, quindi bisogna selezionare un gruppo di specialisti nel campo
di ogni singolo obiettivo, che ci aiuti a sviluppare le valutazioni. La determinazione dei pesi costituisce un momento fonda-
mentale del processo decisionale per la determinazione dell’ordinamento delle alternative e quindi per l’esito della scelta
finale, perchè mette a confronto i punti di vista dei diversi attori coinvolti. Questa tipologia di approccio si chiama metodo
Swing e consiste nel chiedere a tutti gli esperti di valutare gli obiettivi in una scala da 0 a 100, per ogni stato in cui un
obiettivo migliora da peggiore a migliore.19 Differente è il caso degli attributi, per i quali viene invece richiesto un giudizio
soltanto da parte dell’esperto nel settore. Il gruppo di esperti che è stato selezionato per compilare il questionario SWING
è così composto:
Giovanni Quattroccolo: Architetto coinvolto sia nel progetto Crowdmapping Mirafiori Sud, sia nella competizione Turin(to)
green, svoltasi a Mirafiori, che indirizza i suoi obiettivi principali su una trasformazione sostenibile del luogo, a partire da
concetti di housing e urban farming.
Antonio Larotonda: Residente delle case del Blocco 2
Renato Protti: Architetto che lavora presso Circoscrizione X
Ilaria Buccelli: Lavora a Fondazione Mirafiori e in particolare per l’iniziativa AlloggiAmi
Valentina Ferretti: Assegnista di ricerca presso il Politecnico di Torino ed esperta di strumenti di supporto alle decisioni
multicriteriali
Tabella 2. I Valori degli obiettivi forniti dagli esperti:
19- BOTTERO. M, FERRETTI. V., MONDINI. G., Constructing Multi-attribute Value Functions for Sustainability Assessment of Urban Project, in Computational Science and its Applications, ICCSA, 2014, pp. 59.
220
Tabella 4. Questionario esemplificativo rispetto agli obiettivi generali di Valentina Ferretti:
221
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
222
223
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
Tabella 4. Questionario rispetto al tema dell’ ambiente\spazio aperto di Giovanni Quattroccolo.
224
Tabella 5. Questionario rispetto al tema della mobilità di Giovanni Quattroccolo.
225
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
Tabella 6. Questionario rispetto al tema della residenza di Antonio Larotonda.
226
Tabella 7. Questionario rispetto al tema dei servizi di Renato Protti.
227
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
Tabella 8. Questionario rispetto al tema sociale di Ilaria Buccelli.
228
Tabella 9. Questionario rispetto al tema economico di Valentina Ferretti.
229
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
Tabella 10. Normalizzazione degli Obiettivi fondamentali. (es: 0,18= 85/(85+90+80+100+75+40)
230
Tabella 11. Normalizzazione degli attributi. (es: 0,17= 75/(75+70+80+80+80+60)
231
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
232
233
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
8. 6. VALUTAZIONE FINALE
La Mavt utilizza differenti modelli di aggregazione, ma il più semplice ed il più usato è il modello additivo, come rappresen-
tato nell’equazione:
V(a)= Valore fi nale dell’alternativa
Vi(ai)= Valore dell’alternativa
Wi= Peso globale degli attributi
In questo caso, la tabella fi nale prende in considerazione la pesatura media degli obiettivi, in modo da ottenere dei valori
fi nali mediati da tutti gli esperti. Il risultato migliore ottenuto è quello del blocco potenziato.
Tabella 12. Valutazione fi nale con i pesi degli obiettivi mediati da parte di tutti gli esperti.
234
In questa tabella ho evidenziato i valori fi nali, rispetto
ai singoli attributi, che più hanno reso incisivo i risultati
dei tre scenari progettuali; come si può notare non
sempre gli stessi parametri sono importanti. Nell’alter-
nativa 1 e quindi nel blocco ristrutturato, l’infl uenza
maggiore è determinata da:
- La realizzazione di un parco attrezzato
-L’ inserimento di giardini privati al piano terra
- La varietà tipologica degli appartamenti
-Nuovi servizi primari ricavati dalla ristrutturazione del
piano terra
- Il fattore densifi cativo alto motivato dall’arrivo di una
nuova utenza
Nell’alternativa 2, il blocco semplice, i fattori che pesa-
no maggiormente sono:
- La realizzazione di uno spazio aperto destinato ai giovani
- L’inserimento nei container e al piano terra esistente di servizi alla persona
- Il Cohousing
L’ ultima alternativa, il blocco potenziato, risultato vincitore, poichè i suoi valori maggiori sono determinati da:
- La realizzazione di un parco attrezzato
-Uno spazio aperto destinato agli anziani
- La varietà tipologica degli appartamenti ottenuti da nuove abitazioni e dal riuso del piano terra
- L’ inserimento nei container e al piano terra esistente di servizi alla persona e servizi di quartiere
- Il Cohousing
8. 6. DISCUSSIONE DEI RISULTATI
Tabella 13. Esiti fi nali mediati da parte di tutti gli esperti con evidenziati i valori che più incidono sui risultati.
235
CAPITOLO 8: ANALISI MAVT SU BLOCCO 2
8. 7. ANALISI DI SENSITIVITA':
Questo tipo di analisi è utile per testare la coerenza del risultato nel momento in cui gli input vengono cambiati, infatti è
in grado di identificare in quale modo e in che misura i cambiamenti degli input di un processo influenzino i risultati finali.
Lo scopo è quello di individuare gli effetti che le perturbazioni degli input, hanno sugli output; se, infatti, tali cambiamenti
non influenzano in modo significativo gli output, l’analisi è considerata robusta; se , invece, ciò non accade, sarà necessario
modificare alcune fasi del processo in modo adeguato, ridefinendo obiettivi e attributi del problema decisionale ed anche
riformulando le preferenze sui criteri. Questo tipo di analisi è quindi uno strumento attraverso il quale il decisore raggiunge
una più approfondita conoscenza della struttura del problema e comprende le interazioni fra le sue parti individuando gli
elementi di disaccordo o conflitto fra i decisori. 1
In questo caso gli input sono stati modificati in relazione ai pesi degli obiettivi di ogni singolo esperto, in modo da consid-
erare caso per caso, e poter osservare l’ alternativa migliore per ciascuno, ma anche per capire se gli attributi più influenti
dell'analisi rimangono sempre gli stessi.
Sono state elaborate quindi ancora 5 tabelle, i cui risultati, insieme ai risultati della valutazione media finale sono stati messi
all’interno di un diagramma lineare al fine di rendere i dati comparabili e osservabili nel loro insieme.
1- KEENEy, R.L. AND RAIFFA, H., Decisions with Multiple Objectives: Preferences and Value Trade−offs, New York, 1976236
Tabella 14. Valutazione fi nale con i pesi degli obiettivi di Giovanni Quattroccolo.
237
Tabella 15. Valutazione fi nale con i pesi degli obiettivi di Antonio Larotonda.
238
Tabella 16. Valutazione fi nale con i pesi degli obiettivi di Renato Protti.
239
Tabella 17. Valutazione fi nale con i pesi degli obiettivi di Ilaria Buccelli.
240
Tabella 18. Valutazione fi nale con i pesi degli obiettivi di Valentina Ferretti
241
Raccogliendo i risultati dei tre scenari, sia presi singolarmente per ogni soggetto, sia presi nella valutazione
finale mediata, è possibile ricostruire un diagramma lineare, che costruisca l’andamento delle preferenze.
Tabella 19. Diagramma lineare dei risultati ottenuti.
Osservando il grafico si può notare come l’alternativa del Blocco potenziato rimanga la migliore, nonostante gli input siano
diversi, e nonostante, nelle tabelle precedenti, i fattori che influenzano maggiormente il risultato talvolta cambino. Si può
affermare che non osservando incisivi cambiamenti da soggetto a soggetto, l’analisi in questione si può considerare quindi
robusta, e non è tuttavia necessario procedere con la ridefinizione degli obiettivi e degli attributi del processo decisionale e/o
la riformulazione delle preferenze sui criteri.
242
CONCLUSIONI
L’attenzione verso il tema delle periferie industriali è quanto mai oggi sentita e diffusa.
Queste aree, infatti, non sono più il simbolo di un era industriale, figlia di un periodo di
crescita economica, ma, appaiono, invece, immobili e vuote, destinate inesorabilmente
al degrado e all’abbandono. Uno dei presupposti principali, è stato ragionare, su come
gli aspetti di inclusione sociale possano favorire e determinare dei cambiamenti. Infatti,
sperare nelle macro visioni è molto difficile, ma forse, ci si può affidare al frammento,
che nel suo piccolo, potrebbe innescare, azioni a catena di rinnovamento ‘‘dal basso’’ in
grado di salvaguardare l’identità del quartiere e, valorizzare le risorse sociali e umane
di cui esso dispone. Dall’analisi del contesto ambientale sono emersi alcuni elementi
caratterizzanti quali, ad esempio, la consistente disponibilità di verde, l’elevato numero
di alloggi sottoutilizzati, la prevalente componente anziana degli abitanti, nonché an-
che la presenza sul territorio di associazioni locali, quali alloggiAMI. Ho cercato quindi
di configurare degli scenari, che, prescindendo dalle abituali modalità di programmazi-
one urbanistica, ormai non più sostenibili per carenza di risorse economiche, sapessero
individuare delle proposte di riqualificazione, che combinassero tra loro le risorse es-
istenti. Le disponibilità di capitale infatti, è sempre minore, perciò, un tentativo è stato
anche quello di capire, se effettivamente esistono delle mosse, che possano produrre
nuovi meccanismi economici. Dopo aver individuato il contesto, spesso, sono emersi
elementi, difficilmente comparabili o aggregabili tra di loro e al fine di individuare
opportune azioni strategiche, in un quadro complesso, com’ è il territorio, ho utilizzato
l’analisi MAVT. La Multi Attribute Value Theory è stata utile, perchè tenta di aggregare
parametri differenti, assegnando a ciascuno di loro, un peso, sulla base di valutazioni
di esperti nel settore. Attraverso quindi, l’elaborazione di scenari alternativi calcolati su 243
questi pesi, è stato possibile individuare la soluzione più idonea al contesto. Nel detta-
glio, sarebbe poi opportuno, incrementare gli attributi ed integrare la progettazione con
un tipo di stumento che li visualizzi e li localizzi nello spazio. Si potrebbero, pertanto,
realizzare dei modelli, in cui, in base al singolo attributo considerato si accendono o si
spengono dei layer, in modo da ottenere delle mappe che evidenzino, ad esempio, gli
alloggi aderenti al cohousing, con la disponibilità a condividerlo da parte di chi ci abita.
In questo modo, queste mappe, potrebbero diventare strumenti utilili di supporto alla
progettazione, perchè oltre a tenere insieme elementi differenti, si combinerebbero
anche i pesi ottenuti, tramite l’utilizzo dei questionari e, quindi, del parere delle persone.
E’ fondamentale, perciò, nel campo della progettazione, l’applicazione di strumenti val-
utativi per il sostegno di scelte, che vertano su approcci dal basso, al fine poi, di poter
elaborare alternative, da cui attingere per realizzare le più opportune scelte territoriali,
in relazione alle priorità stabilite e condivise con i destinatari del progetto.
244
RINGRAZIAMENTI
Questa tesi di laurea magistrale rappresenta per me uno dei momenti più importanti
della mia vita. Desidero ringraziare quindi tutti coloro che mi hanno permesso, il raggi-
ungimento di tale obiettivo.
Innanzitutto i miei Professori, nonché Relatori, Alessandro Armando, Marta Bottero e
Massimo Crotti, che mi hanno intensamente seguito e stimolato durante questo percorso
e dai quali ho imparato molto.
Doveroso inoltre ringraziare, Fondazione Mirafiori, per la comprensione e pazienza nel
fornirmi informazioni, in particolare Tecla Zaia ed Isabella De Vecchi.
Ringrazio inoltre Paolo Miglietta e Francesca De Filippi per la loro gentilezza e dis-
ponibilità nell'accettare le interviste, e tutti coloro che si sono sottoposti ai questionari,
quindi Giovanni Quattrocolo, Ilaria Buccelli, Antonio Larotonda, Renato Protti e infine
Valentina Ferretti.
Un particolare riconoscimento va poi ai miei genitori, che non mi hanno solo fornito il
loro sostegno economico, ma sono stati anche un importante punto di riferimento.
Un grazie va poi agli amici, in particolare a Silvia Pomarico e Andrea Picchio, che, grazie
alle loro competenze, hanno saputo darmi utili consigli. Ai miei compagni di corso Lara
Gregori, Themos Papadopoulos, Valeria Savio, Augusta Trussoni, senza i quali non sarei
mai arrivata qui.
Come non ringraziare poi i miei amici di sempre quindi Edo, Pit, Marco, Andrea, Marzia,
che riescono a farmi sembrare tutto più leggero.
Indispensabili poi, le mie migliori amiche, Erika, Aurora ed Enrica, che fin dal liceo sono
presenti nella mia vita, e rappresentano per me un luogo di conforto importante.
Infine voglio ringraziare te, Davide, per esserci sempre stato.
246
BIBLIOGRAFIA
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