ho una bella notizia! - altamuralife.it · b È la quarta edizione de “il giornale dei bambini di...

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A 4 a EDIZIONE Ministero Pubblica Istruzione Ufficio Scolastico Regionale della Puglia I circolo Scuola IV Novembre - II circolo Scuola G. Garibaldi - III Circolo Scuola Roncalli IV Circolo Scuola S.Giovanni Bosco - V Circolo Scuola S. Francesco - VI Circolo Scuola d.L. Milani di Altamura il Giornale dei MAGGIO 2010 HO UNA BELLA NOTIZIA! Giuseppe Benedetto 5 a B - Scuola Garibaldi - Plesso Aldo Moro

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4a EDIZIONE

Ministero Pubblica Istruzione Ufficio Scolastico Regionale della Puglia

I circolo Scuola IV Novembre - II circolo Scuola G. Garibaldi - III Circolo Scuola Roncalli IV Circolo Scuola S.Giovanni Bosco - V Circolo Scuola S. Francesco - VI Circolo Scuola d.L. Milani

di Altamura

il Giornale dei

MAGGIO 2010

HO UNA BELLA NOTIZIA!

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È la quarta edizione de “Il Giornale dei Bambini di Altamura” e ogni volta è un’emozione diversa, un sentimento di gioia e speranza. Che bello

leggere gli articoli dei bambini, guardare i loro disegni, soffermarsi sulle pa-role o sui particolari e scorgere il grande dono che essi hanno: “guardare l’es-

senziale”. I bambini sanno vedere con il cuore, sanno scoprire le belle notizie, si emozionano e narrano tale emozione con semplicità. In questo anno 2010, abbiamo voluto dar voce alle Belle Notizie. Ricordo che quando ho detto il

tema del nuovo anno ai Dirigenti Scolastici e ad altri amici, tutti si sono fermati un po’ e poi hanno esclamato…bella idea!!! C’è bisogno di raccontare belle notizie!. Si, sentiamo il bisogno di raccontare, di

raccontarci delle belle notizie. Sembra facile vedere il puntino nero e non accorgersi del cartellone bianco. Sono tante le belle notizie che ci

sono, tanti gli avvenimenti belli che avvengono nella nostra vita però, a volte, sembra difficile raccontarli e a volte non ci accorgiamo nemme-

no che esistono. Purtroppo, oggi, è più facile che le cose non belle, non buone, prendano il sopravvento sul bello, sul vero, sul buono. Certamente,

non dobbiamo vivere di utopie ma, di speranza, si. Buona Notizia: è la tra-duzione di una parola greca (euanghélion) che vuol dire Vangelo. Raccontare

una bella notizia vuol dire raccontare il Vangelo della vita quotidiana, le belle notizie che ogni giorno accadono nella famiglia, nella scuola, nella politica, nella città. I bambini sono stati bravi e capaci di raccontarcele…a noi non resta altro che leggerle e magari iniziare a raccontare altre belle notizie.Questa quarta edizione che con tanto sacrificio da parte di tutti è stata portata a termine, diventa ora la conse-gna di un progetto che vede le scuole primarie di Al-tamura unite, per dare voce ai bambini. A loro affido questo lavoro e la continuazione di questa bella notizia, perché ogni anno, magari con il coordinamento di una scuola, si possano continuare a raccontare belle notizie.

donNunzioFalcicchio

Coordinamento generale d. Nunzio Falcicchio(Direttore Diocesano Ufficio Comunicazioni Sociali)

Coordinamento giornalistico Onofrio Bruno (La Gazzetta del Mezzogiorno)Michele Cannito (La Nuova Murgia)Sabina Piscopo (giornalista)

Dirigenti dellesei Scuole Primarie di Altamura

I Circolo: Marilena MassaII Circolo: Pasquale CastellanoIII Circolo: Rita Antonia CarulliIV Circolo: Eufemia PatellaV Circolo: Tommaso CardanoVI Circolo: Vitantonio Petronella

Progetto grafico e impaginazionePino Colonna

StampaDigital Print di Antonio Nuzzi

Non è facile offrire un cotributo significativo ad un “Giornalino” scritto da bimbi delle scuole primarie di questa frenetica città, abil-mente guidati da un maestro eccezionale, quale è Don Nunzio Fal-cicchio.Ho raccolto il suo invito, perché mi piace vincere le sfide, ponendo

però molta fiducia nella provvidenziale ispirazione dello Spirito Santo!Qualche giorno fa ho partecipato all’innaugurazione di un’opera in ceramica delle dimensioni di m. 3,50 x 1,50, che l’autore Vito Brindisi ha regalato al Circolo didat-tico “Cianciotta” di Bitetto, paese non molto distante da Altamura.L’opera che oggi impreziosisce l’androne di quella scuola, rappresenta il viaggio di due ragazzi in un’ampia e verdeggiante foresta, con alberi, piante, fiori e animali. Al centro dell’opera è collocata una figura adulta alata che accoglie una giovinetta, tendendo verso di lei le sue mani. In basso a destra sono riportate le seguenti parole: “Il mondo del sapere sembra una foresta impenetrabile; fanciulli avvicinatevi ad esso senza timore, ci sarà sempre una mano che vi guiderà”. La conoscenza, infatti, è pro-prio un cammino, una ricerca che impegna l’uomo lungo tutta la sua vita. Comincia quando è ancora piccolo, nella famiglia prima e poi nella Scuola, perché deve appro-priarsi delle conoscenze di base per poter comprendere se stesso e le persone con cui vuole entrare in comunicazione. Continua approdando a corsi di studio sempre più difficili e specialistici; sembra interrompersi quando interviene il lavoro, ma è solo una interruzione apparente, perché c’è sempre da apprendere, da conoscere, da im-parare, in contesti diversi dalla scuola e con metodi nuovi, da soli o con dei maestri, ma pur sempre seguendo le orme di altri uomini venuti al mondo prima di noi e che con noi continuano il cammino dell’umanità.Grazie alle tecnologie degli ultimi vent’anni i cambiamenti sono diventati così rapidi da rendere necessari continui aggiornamenti delle conoscenze già acquisite. Tant’è che la nostra società è stat definita in autorevoli documenti europei “Società della conoscenza”. È proprio la conoscenza, infatti, che producendo innovazione, diventa la chiave di volta del progresso economico, sociale, culturale di ogni Paese. Senza conoscenza, non c’è comunicazione, ma è la comunicazione ma è la comunicazione ad alimentare la conoscenza, cercando sempre di salvaguardare il diritto all’informa-zione al pari di quello al rispetto della privacy.Dovete andar fieri di questo Giornalino, che accogliendo un indifferibile desiderio di comunicazione, alimenta molto originale ed autentica, la conoscenza della vita della vostra comunità.

Dott.ssaLucreziaStellacci

Non è facile offrire un cotributo significativo ad un “Giornalino” scritto da bimbi delle scuole primarie di questa frenetica città, abilmente guidati da un maestro eccezionale, quale è Don Nunzio Falcicchio.

“Il Giornale dei Bambini di Altamura” e ogni GibiàGibiàGibià

senziale”. I bambini sanno vedere con il cuore, sanno scoprire le belle notizie, si emozionano e narrano tale emozione con semplicità. In questo

SECONDA EDIZIONE

MAGGIO 2008

60 anni di Costituzione Italiana

1948-2008

giuseppe iacovelli

abbiamo voluto dar voce alle tema del nuovo anno ai Dirigenti Scolastici e ad altri amici, tutti si sono

sono, tanti gli avvenimenti belli che avvengono nella nostra vita però, a volte, sembra difficile raccontarli e a volte non ci accorgiamo nemme

no che esistono. Purtroppo, oggi, è più facile che le cose non belle, non buone, prendano il sopravvento sul bello, sul vero, sul buono. Certamente,

non dobbiamo vivere di utopie ma, di speranza, si. duzione di una parola greca (euanghélion) che vuol dire Vangelo. Raccontare

una bella notizia vuol dire raccontare il Vangelo della vita quotidiana, le belle notizie che ogni giorno accadono nella famiglia, nella scuola, nella politica, nella città. I bambini sono stati bravi e capaci di raccontarcele…a noi non resta altro

abbiamo voluto dar voce alle

TERZA EDIZIONEMAGGIO 2009

Ministero Pubblica Istruzione

AttualitàII circolo - Scuola G. Garibaldi Da altri Paesi

III Circolo - Scuola Roncalli ReligioneIV Circolo - Scuola S.Giovanni Bosco

SportV Circolo - Scuola S. Francesco

CulturaVI Circolo Scuola d.L. Milani Musica-Cinema

I circolo - Scuola IV Novembre

I bambiniprima di tutto

Quarta Edizione… che emozione…

è solo passione

Il Giornale dei Bambini di Altamura - Quarta Edizione / Maggio 2010

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Scuola G. Garibaldi

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Sono nati !!!Un giorno, la maestra Leonarda è ar-rivata in classe con una bella notizia: la realizzazione di un acquario tropi-cale d’acqua dolce per osservare e co-noscere un “microsistema acquatico”.Tutti eravamo entusiasti di affrontare questa incredibile esperienza alla sco-perta del mondo dei pesci.Inizialmente abbiamo ricreato, nell’acquario, l’ambiente più adatto possibile ad ospitare pesci : terriccio, ghiaia, rocce, anfora e piantine, in alto una lampada che ha la stessa fun-zione del sole in natura.Dopo alcuni giorni di trepida attesa, sono finalmente arrivati i pesci: guiz-zavano e nuotavano allegramente, fa-cendo mille evoluzioni, ci sembrava di gurdare il film di “Nemo”.I pesciolini appartengono a specie di-verse perché hanno grandezza, forma e colori differenti tra loro.I più simpatici sono i pesci Neon, chiamati così perché sono fosfore-scenti. La loro caratteristica è una stri-scia color azzurro-turchese che luccica sul corpo. Sembra un filo sottile che volteggia di qua e di là.Nei giorni successivi, ci siamo presi cura di loro e, una bella mattina, ab-biamo notato che le femmine Guppy avevano il ventre gonfio e macchiato di nero; questo significava che sareb-bero arrivati tanti piccoli avannotti.Velocemente abbiamo preparato la sala parto nella quale mettere le pe-scioline in attesa.(La sala parto è una vasca trasparente divisa da una griglia che permette agli avannotti di rimanere nella parte inferio-re per non essere mangiati dalla mamma che si trova nella parte superiore).

Come tra gli uomini, anche tra i pe-sciolini ci sono dei momenti magici, infatti, tra alcuni di essi è sbocciato l’amore e, probabilmente, il Guppy maschio ha corteggiato per buona parte del tempo la Guppy femmina. Questa è stata fecondata e le sue uova si schiuderanno all’interno del suo corpo, per cui questi tipi di pesci si chiamano “ovovivipari” perché parto-riscono i pesciolini vivi.Una mattina, come tante, ci siamo recati in laboratorio per dare loro da mangiare ed abbiamo trovato un’ ina-spettata sorpresa: tanti piccolissimi avannotti.Che belli! Erano talmente piccoli da sembrare trasparenti; l’unica cosa che spiccava sul microscopico corpicino, molto simile a quello di un girino, era-no gli occhi che sembravano enormi.Noi non staccavamo più lo sguardo dall’acquario perché aravamo felici e incuriositi.Ora ci auguriamo di vederli crescere belli e sani.L a loro crescita sarà per noi motivo di stupore tutti i giorni !Allestire un acquario a scuola è stata un’esperienza coinvolgente ed entu-siasmante che non potremo mai di-menticare, on solo perché abbiamo studiato le Scienze in modo originale e divertente, ma anche perché abbia-mo imparato tante cose che prima non sapevamo sulla vita dei pesci.Inoltre, tutti insieme abbiamo condi-viso molte emozioni nel curare i pesci che, se sapessero parlare, esprimereb-bero anche loro tanta felicità nello stare a contatto con noi bambini.

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Sfogliando il libro di lettura, abbiamo scoperto che si possono comprare dei prodotti e aiutare direttamente le per-sone meno fortunate che vivono nei Paesi del Sud del mondo.Questo tipo di commercio si chiama Equo e Solidale. Equo: perché riconosce un prezzo equo del prodotto ed una giusta retri-buzione a chi produce Solidale: perché non sfrutta il lavoro degli altri e non fa speculazioni com-merciali Lo scopo del Commercio Equo e Solidale è di liberare i contadini del Sud del mondo, che producono per il Nord, dallo sfruttamento dei com-mercianti locali ed internazionali. La soluzione proposta è di distribuire prodotti comprati direttamente dai contadini e dagli artigiani, in modo da far godere a loro tutto il prezzo pagato. Un prezzo equo, naturalmente, stabi-lito dai produttori stessi, perchè nes-suno meglio di loro, sa qual è la giusta retribuzione. Il commercio Equo e Solidale vuo-le riequilibrare i rapporti con i Paesi

economicamente meno sviluppati, migliorando l’accesso al mercato e le condizioni di vita dei produttori svantaggiati. Garantisce, infatti, ai produttori un giusto guadagno e condizioni di lavo-ro migliori . L’equità è difficile da mettere in pra-tica perchè siamo egoisti. Eppure l’ingiustizia non conviene a nessuno, perchè crea malcontento e tante situa-zioni spiacevoli. Occorre essere più aperti alle esigenze altrui e capire che non possiamo sfruttare il lavoro degli altri per arricchirci.Anche ad Altamura, in alcuni negozi, c’è la possibilità di acquistare prodotti che aiutano questo tipo di commercio.Non sono prodotti di marche famose, ma ciò che importa è che hanno un co-sto adeguato, un’ ottima qualità, ma so-prattutto aiutano tante persone a vivere meglio il loro lavoro e la loro vita.Noi abbiamo già sperimentato questo tipo di acquisti e siamo soddisfatti…ora tocca a voi.

Glialunnidella3aF

Abbiamo scoperto il Commercio Equo e Solidale

libri scritti (dalla poesia al romanzo, fino alle raccolte di proverbi popolari) che molte persone leggono e apprez-zano. Io, purtroppo, non sono andata al comune a vedere questa magnifica e straordinaria cerimonia; comunque sono stata felicissima e molto orgo-gliosa di lui.Avere un nonno conosciuto è molto bello perchè ogni volta che vado in giro con mamma, mi chiedono se sono la nipote di Graziantonio Pa-lasciano e io nel rispondere di sì mi sento molto contenta. Inoltre, spesso, nelle librerie e anche a scuola, mi capita di vedere dei libri che sono stati scritti da mio nonno e que-sto mi dà una sensazione fantastica.Dopo aver ricevuto la targa dal sin-daco, ha invitato me e tutti i miei pa-renti per una pizza insieme ed è stato molto tenero e gentile.In pizzeria mio nonno mi ha fatto conoscere i suoi collaboratori che lo aiutano a produrre i libri.In quel momento ero molto emozio-nata, perché ho capito che mio nonno non è importante soltanto per me, ma anche per i cittadini di Altamura e non.Alla fine della serata, i camerieri han-no portato la torta con sopra lo stem-ma di Altamura con la scritta: “Gra-zie Signor Palasciano”.A quel punto mio nonno si è emozio-nato molto, tanto da commuoversi, però noi nipoti siamo subito interve-nuti per farlo ridere e giocare.

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Mio nonnoIl 5 marzo scorso, a mio nonno, Gra-ziantonio Palasciano, è stato conferito il riconoscimento “Leonessa di Puglia”. Mio nonno è molto impegnato nel sociale come Presidente dell’Unione Italiana Ciechi.Egli è riuscito a trovare molte occupa-zioni per i non vedenti e ha insegnato a molti di loro il brail, il linguaggio dei ciechi.Inoltre,è stato premiato per gli 11

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Io abito in un paese chiamato Alta-mura. Il mio paese è bello, e anche popolato da stranieri. Al centro del paese si trova la cattedrale costruita da re Federico II di Svevia che per la sua bellezza è sempre visitata da molti turisti.Io vorrei che la mia città fosse più

pulita, che tutti effettuassero la rac-colta differenziata. Vorrei che an-dassimo tutti in bici o a piedi per lo smog, che ci fossero più parchi gio-chi per bambini e che fossero pian-tati più alberi. Servirebbe costruire più fabbriche per dare lavoro a molte persone ma

che avessero dei depuratori per non inquinare l’ambiente. A parte tutto comunque la mia città è vivibile ma bisogna chiedere molto per avere al-meno il necessario.

TeresaSegreto5aG

Oggi 17 febbraio 2010 con le maestre De Lorenzis e Scalera e i miei com-pagni siamo andati in una fantastica biblioteca chiamata A.B.M.C. che significa: A archivio, B biblioteca, M museo e C civico.La A.B.M.C. si trova al piano infe-riore del Liceo Classico di Altamura. Arrivati alla A.B.M.C. siamo entrati e l’ingegnere Marvulli è stato così gen-tile da farci da guida.Prima di tutto l’ingegnere ci ha fatto visi-tare una delle tante stanze in cui si trovava la base di un pozzo che prima era custodi-ta nell’antico castello di Altamura.La A.B.M.C. tanti secoli fa non era una biblioteca, ma un luogo in cui i monaci vivevano, infatti alle spalle della biblioteca c’è proprio la chiesa di San Domenico dove i monaci andava-no a pregare. Nella stanza in cui c’era il pozzo c’era anche una scala dipinta sul muro, che è stata scoperta durante la ristrutturazione; questa scala dipin-ta era meravigliosa.

Poi ci siamo recati in una stanza che conteneva molte cose antiche e molte curiosità ma per fortuna c’era l’inge-gnere che ha chiarito le nostre curiosi-tà. Entrati in questa bellissima stanza abbiamo visto molti quadri dipinti da vari pittori, poi l’ingegnere ci ha mo-strato il favoloso “Cofanetto Limosi-no” un pezzo molto prezioso perché dentro di esso era stato conservato un pezzo della croce di Cristo che ora non c’era più. Inoltre abbiamo osser-vato anche la statua di sant’ Orsola che è stata regalata alla biblioteca da un privato.Poi siamo andati nella stanza che secon-do me era la stanza più bella che ho vi-sto: la stanza dedicata a Laudati e la sua famiglia dove c’erano dei quadri bellissi-mi che raffiguravano delle figure umane così belle che sembravano “vive”.L’ingegnere Marvulli ci ha detto che a quei tempi si usava la tecnica del Divi-sionismo. Questa tecnica è caratterizza-ta dall’impiego di colori puri distribuiti sulla tela in piccole pennellate separate, regolari e puntiformi, in modo da crea-re particolari effetti di luce.Infine siamo andati nella parte più importante della biblioteca, dove si conservavano i libri antichi. In questa stanza c’era anche un busto di Otta-vio Serena e anche il busto del figlio, la cui caratteristica era quella di farsi crescere le basette, infatti, l’ingegnere Marvulli ci ha detto anche che una volta il figlio di Ottavio andò a farsi un ritratto caricaturale e il pittore lo disegnò con le basette lunghe legate a treccine con dei nastrini.

Alla fine siamo andati nella stanza in cui si conservavano i “cinquecentini” cioè quei libri che sono stati stampati nel ‘500. Poi è arrivata l’insegnante Vicenti che è stata gentilissima spie-gandoci che i libri antichi sono chia-mati anche “incunabili” che significa arte della stampa ancora in fasce.La caratteristica principale dei libri antichi, ci ha spiegato l’insegnante Vicenti è il “capolettera” all’inizio di ogni paragrafo. Questi libri erano custoditi in armadi elettronici montati su binari e gli ar-madi erano circondati da raggi laser. In questi armadi c’era anche una tempera-tura costante per non far rovinare i libri.Insomma è stata una fantastica visita alla A.B.M.C. soprattutto, perché sia-mo stati accompagnati dal’ingegnere Marvulli e dall’insegnante Vicenti che sono stati in grado di chiarire tutte le nostre curiosità. CornacchiaMariapia4aC

Ho avuto bellissimi voti sulla scheda

La settimana scorsa gli insegnanti ci hanno detto che il pri-mo quadrimestre era finito e stavano scrivendo le schede di valutazione. Finalmente è arrivato il grande giorno in cui gli insegnanti ci hanno fatto scrivere l’avviso di comunica-zione che invitava i nostri genitori a prendere visione della scheda di valutazione. Io sono tornata a casa e ho fatto leggere l’avviso ai miei genitori. Io ero molto preoccupata e per giorni ho pensato alla mia scheda. La mia paura era per la matematica perché è una materia che non mi pia-ce molto e perché il maestro Salvatore, arrivato quest’an-no, non ci conosce ancora bene, come la maestra Iolanda che ci ha lasciati l’anno scorso per andare in pensione. Per giorni ho pensato alla mia scheda e avevo paura di brutte sorprese. Finalmente è arrivato il grande giorno, tanto at-teso. Il pomeriggio mia madre è andata a scuola e io sono rimasta a casa, a svolgere i compiti. Ho guardato l’orolo-gio in continuazione e contavo i minuti: quel pomeriggio mi è sembrato lunghissimo e la mamma non tornava più. All’improvviso, avevo appena finito i compiti, ho sentito il rumore della porta: era la mamma che tornava da scuola. La prima cosa che ho fatto è stato guardare il viso della mia mamma, per capire come era andata. La mamma era con-tenta e sorrideva. Io ho iniziato subito a sorridere. Intanto la mamma mi ha detto i voti e mi ha riferito che i miei insegnanti erano contenti di me e volevano che io con-tinuassi alla stessa maniera fino alla fine dell’anno. Sono stata felicissima di questa bella notizia che la mamma mi aveva dato e l’ho abbracciata forte forte.

AriannaCagnazzi5aA

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Visite guidate effettuate dalle classi 4a C e 4a D per visitarele sedi della A.B.M.C. e della Tipografia-Museo Portoghese.

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G. Garibaldi

Un momento particolare della nostra scuola: “Intitolazione del Teatro a Saverio Mercadante”Quest’anno nella nostra scuola “Garibaldi” si è vo-luto intitolare la sala teatro, dove ci rechiamo per assistere a spettacoli teatrali, ad un nostro illustre concittadino “Saverio Mercadante”.Noi alunni, abbiamo scritto una lettera indirizzata a S. Mercadante pensandolo ancora vivo.Altamura 6 marzo 2010

Egregio Signor Francesco Mercadante,sono un ragazzo di 11 anni e frequento la 5° Ele-mentare della Scuola “Garibaldi”.Io come Lei amo la musica. Vorrei sapere da Lei un po’ la storia della musica e come Le è nata questa passione.Io so che Lei fin da piccolo era un grande musicista e che ha studiato duramente permolto tempo a Na-poli. Come si è sentito la prima volta che ha suonato in pubblico con tanta gente?Era tranquillo o nervoso?Mi piacerebbe imparare a suonare il pianoforte, ma-gari con Lei accanto a me.Spero che mi risponda presto e mi possa dare qual-che consiglio.

FilippoQuattromini5aF

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Come vorrei la mia città

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Pace in tutto il mondo

Nel giorno che verrà, gli uomini si abbraccerannoe i bambini giocheranno.Nel giorno che verrànessuno resterà più solo.Nel giorno che verrànon esisteranno differenzetra poveri e ricchi.Nel giorno che verràin cielo volerannotante colombe bianche.Nel giorno che verràtutti saranno felici e sorridenti.

Essere amiciEssere amici è fantasticosoprattutto se hai un’amicache ti è vicinapuoi provare emozioni,gioie, gelosie, masoprattutto amore e affetto.A volte ci sono litigi,ma questo non conta.Essere amici è una fortuna.Non conta la razza,la religione o altro,ma conta essere amiciperché lo vuoi essere.Per essere amico dona.

L’amico

L’amico è un tesoroPrezioso come l’oroL’amico è il sole Che scalda e nulla vuoleL’amico è un fratello:dono molto belloL’amico è un fioreChe sboccia nel tuo cuoreL’amico è l’arcobaleno sul viso,se piangi fa tornare il sorrisoL’amico è un grande cieloChe ti copre come un velo.

MiriamBerchicci5aD

Essere amici

È fantastico essere amiciSoprattutto se hai dei nemici,con cui la pace dei farese amico vuoi diventare.Dolore, gelosia,che malinconia!Tutto questo dimenticheraise amici tu avrai.Bianco, giallo, neronon conta la razza o la religionebasta solo avere un amico vero.Per essere amico dona il cuoreper mesi, giorni e orecon tutto il tuo cuore.

AlessiaDeMauro5aD

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Scuola Roncalli

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Giovanni BoscoScuola S. Due amici SpecialiSiamo due alunne della 5a sezione A e il nostro nome è Simona è Angela.Vorremmo dire che in questi anni siamo state mol-to felici, serene e tranquille, grazie alle meravigliose maestre che ci hanno seguito in questi cinque anni con tanto amore.Anche con i nostri amici è stato bello stare insieme, perché abbiamo gioito e qualche volta anche soffer-to insieme.Ma noi vogliamo parlare in particolar modo di due amici speciali!Nella nostra classe ci sono due bambini diversamente abili, uno si chiama Rocco e l’altro Gennaro.Per noi questi bambini sono “Due amici speciali”, noi cerchiamo sempre di aiutarli, nelle loro difficoltà.Gennaro è un bambino molto generoso, affettuoso, simpatico con tutti ed è molto dolce.È un bambino che ama stare insieme ai compagni e alle maestre, abbraccia e dà i baci a tutti quelli che gli vogliono tanto bene.Rocco, invece, è un bambino bravo, ma nello stesso tempo un po’ birichino.Ricordiamo come se fosse ieri, il primo giorno di scuola, e Rocco si avvicinava a tutti chiedendo il loro nome e sia lui che Gennaro non trovavano dif-ficoltà a fare amicizia con tutti, anche perché aveva-no frequentato con la maggior parte di noi la scuola dell’infanzia.Rocco e Gennaro sono molto legati tra loro anche se a volte non manca qualche litigio.Infine vorremmo dire che in questi cinque anni ab-biamo compreso che per aiutare questi bambini in difficoltà, non dobbiamo farli soffrire, dobbiamo amarli, aiutarli, e soprattutto non dobbiamo metter-li da parte e non farli sentire persone diverse da noi.È stato bello, Rocco e Gennaro avervi come amici, ci avete dato tanto.

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CuccioliSai ho una bella notizia da dirti!A scuola abbiamo iniziato un progetto nuovo. Que-sto progetto si chiama “Cuccioli” e servirà a farci avvicinare al mondo degli animali.Sono stato molto contento, perché io vorrei avere un cane. Imparare ad occuparmi di lui mi servirà se mia madre deciderà di accontentarmi.

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I miei sentimentie le mie emozioniQuando stavo ancora a casa mi sono sentita tanto contenta ed emozionata di partecipare al progetto “Cuccioli”, perché pensavo di poter accarezzare un cucciolo, ma invece mi sono resa conto che ci sono delle regole che bisogna sapere sui cuccioli che noi non sappiamo. Anche i cuccioli hanno delle emo-zioni come noi! Noi non possiamo parlare con loro, non ci capirebbero, ma attraverso le nostre facce ar-rabbiate o contente capiscono tutto.

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Quest’ anno grazie alla nostra insegnante, io e i miei com-pagni di classe abbiamo studiato e approfondito notizie sui dinosauri.Per capire meglio la loro storia e la loro esistenza sulla terra abbiamo innanzitutto letto notizie e racconti, poi con mol-ta fantasia ho realizzato una maschera su cui ho riprodotto l’immagine del primo dinosauro comparso sulla terra dal nome Coelophipis.Successivamente grazie all’aiuto della mia insegnante e della mia classe abbiamo creato un diorama in cui si riproduceva l’ambiente di vita dei dinosauri.Dopo aver realizzato la maschera, ab-biamo creato ognuno il proprio dinosauro in cartapesta.Lo abbiamo dipinto e infine

alcuni li abbiamo posizionati nel diorama. Le nostre ricer-che e i nostri lavori sono stati molto importanti e anche scoperto che i dinosauri hanno lasciato le loro impronte anche nella mia città “Altamura”. In questo modo ho capito quanto è stato importante la loro comparsa sulla terra.Ho vissuto una bella esperienza perché ho conosciuto un

mondo nuovo, e ho capito che la loro presenza ha contribuito alla comparsa dell’uomo sulla

terra.

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È nata TeresaHo una bella notizia oggi è nata la mia sorellina Teresa.È una bambina dolcissima,tenera e dolce.Io e lei non ci separeremo mai,giocheremo insieme in allegriae non ci stancheremo mai, noi saremo delle brave sorelline.Io ringrazio mamma e papàper questo dono.

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FrancescoScuola S.

La scuola è meravigliosaCiao, sono Anna,questo è il secondo anno che sto vivendo con i miei amici una bella avventura: frequentiamo la scuola primaria e sia-mo in seconda sez. G.I primi giorni di scuola, io con i miei nuovi amici avevamo un po’ di nostalgia della scuola d’infanzia, poi, con il passa-re dei giorni e dei mesi, abbiamo fatto amicizia e ci siamo affiatati come una grande famiglia.Le nostre maestre sono meravigliose e affettuose e ci in-segnano tante cose nuove; se un amico è in difficoltà, lo aiutiamo a non rimanere indietro con i compiti.L’ anno scorso abbiamo fatto anche la nostra prima gita scolastica ed è stata fantastica: tutti eravamo contenti di questa nuova esperienza!Dico a tutti i bambini:“La scuola è una grande famiglia ed è meravigliosa”

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Il 24 febbraio scorso, sfidando le paure dei genitori che temevano il maltempo, la neve o, perlomeno la pioggia che le previsioni del tempo davano per certa, siamo partiti per Roma accompagnati da docenti, il di-rigente scolastico Antonio Petronella, due rappresentanti del Consiglio di Circolo e alcuni genitori. Il motivo del viaggio di istruzione? La visita al Quirinale, alla mostra dedi-cata a Caravaggio, presso le Scuderie del Quirinale, con una puntatina a San Pietro per ammirare dal vivo la celebre basilica ed una istruttiva pas-seggiata per le vie del centro.Potremmo parlarvi di moltissime cose vissute in quella memorabile giorna-ta, ma la bella notizia che vogliamo darvi è che i musei non sono roba da vecchi, da secchioni o da cervel-loni. In realtà, ammirare i capolavori di

Caravaggio è stata per noi l’esperien-za più coinvolgente ed emozionante della nostra avventura romana. Infatti Francesca, la guida, ci ha accompa-gnati lungo il percorso della mostra alla scoperta di questo straordinario pittore italiano, aiutandoci a cogliere da soli gli elementi caratteristici della sua tecnica pittorica: il chiaroscuro, la “fedeltà al vero”, la rappresentazione dei “moti dell’anima”, cioè dei senti-menti e delle emozioni dei personag-gi, la capacità di rendere tridimensio-nale la scena...E poi anche noi siamo diventati pit-tori, partecipando al laboratorio Ca-ravaggio, luce in scena! in cui ci hanno fatto comprendere, sperimentandolo, che ogni quadro rappresenta una sto-ria e, sottraendo un particolare, la sto-ria cambia e si trasforma in altro.Per noi quella di Caravaggio è stata la seconda mostra visitata quest’anno.

La prima l’abbiamo ammirata nella nostra città, Altamura, a novembre: Laudati a Palazzo, l’arte di Raffa-ele e Tina Laudati. Anche in quella circostanza siamo sta-ti colpiti ed affascinati dalla bellezza e dalla originalità nell’uso dei colori e delle luci nel rappresentare personag-gi, paesaggi e nature morte.Ammirare i capolavori di due nostri concittadini ci aveva già trasmesso la voglia di imitarli, di dipingere, di vi-sitare altre mostre, di conoscere storie affascinanti e avventurose di altri arti-sti... e siamo stati accontentati!Il messaggio che vogliamo dare ai let-tori è: lasciatevi catturare dalla bellez-za che l’arte in genere trasmette, non abbiate timore di annoiarvi, liberate la fantasia e vivrete l’avventura più sorprendente che ci sia!

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L’arte, non metterla da parte!

Durante quest’anno scolastico abbiamo letto, in classe, il libro “Per questo mi chiamo Giovanni”.

Luigi Garlando, l’autore, tratta un argomento molto difficile; parla di Mafia, un mostro pericoloso, una specie di enor-

me polipo che allunga i suoi tentacoli ovunque, ma che può essere combattuto sin da piccoli.

Il libro racconta di un bambino palermitano a cui il padre, per il decimo compleanno, fa un regalo inconsueto: spiegargli il motivo per cui, di tutti i nomi possibili, per lui è stato scelto il nome di Giovanni.

Comincia così un percorso attraverso le strade di Palermo alla scoperta di una figura importantissima

nella vita di suo padre, di tutta la città e di tutta l’Italia: Giovanni Falcone.

Egli era un magistrato del tribunale di Palermo che ha combattuto la Mafia senza sosta, fino alla morte. Aveva creato con compagni fedeli il “pool antimafia” che si è adoperato per catturare, processare e condannare nu-merosi mafiosi.Ha vissuto, quindi, momenti di vittoria ma anche di

sconfitta, diviso tra l’impegno di quelli come lui che lo sostenevano e l’invidia di quelli che, pur standogli accanto, lo ostacolavano con ogni mezzo.

Insieme al piccolo Giovanni abbiamo percorso le tappe della vita di questo grande magistrato, fino alla tragica fine sulla strada di Punta Raisi e abbiamo compreso che occorre combattere sin da piccoli le prepotenze che si manifestano in ogni ambiente, a cominciare dalla scuola e che la giustizia e la legalità vanno perseguite sempre e ad ogni età!

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Il destinodi un grande eroe

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