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HARDCORE

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Astrolabio - 1

anno 9 - numero 7 - 201 4ASTROLABIOIL GIORNALE DEL CARCERE DI FERRARAtestata iscritta al n.9/07 del Registro dei Giornalie dei Periodici tenuto dal Tribunale di Ferraracon decreto del Presidente del 26/07/2007Proprietario: Casa Circondariale di FerraraEditore: Casa Circondariale di FerraraDirettore responsabile: Vito MartielloStampa: Tipografia Arti in Libertà

Società Cooperativa SocialePeriodicità: bimestraleCuratore: Iosto Chinelli

Web: www.giornaleastrolabio.itRealizzato con sistemi liberi OpenSource:

SO Kubuntu e software Scribus-ng, GIMP e Inkscape

(a9.n7.2014)

In questo numeroDalla redazione

2 Inaugurazione sedeArretrati ed errata corrige

Dalla redazione

3 Hard CoreLaboratorio teatro carcereregia Andrea Amaducci

Autobiografico

4.5 La terra dei miracolipoesie autori vari

Autobiografico

6 L' isola di Peter Panquarta parte

Sport a 360°

8 Un'esperienza unicaprima parte

Arte

9 Ritratto di un figlio

Interno

1 0 La biblioteca del carcere

Autobiografico

1 1 L' immagine di me

Poesia

1 2 Autori variAutobiografico

Un altro carcere

Istituzionale

1 3 Cittadini sempre

Scritto da fuori

1 4 Ricominciamo dal tangodi Michele Balboni

la salute del corpo

1 5 Cucinare in carcere

HARDCORELABORATORIO TEATRO/CARCERECASA CIRCONDARIALE DI FERRARA.Dopo il grande favore raccolto con l'opera di Buchner "Woyzeck" suggellata dal riconoscimentodella Presidenza della Repubblica, il laboratorio Teatrale dell'Arginone torna sul palco, concopione ideato e curato da Andrea Amaducci, insegnante-performer blasonato della nostra cittàestense, che con il maestro-regista del Teatro Nucleo di Ferrara, Horacio Czertock, da ormai setteanni cura e segue con tenacia e professionalità il laboratorio della nostra Casa Circondariale.

Così lunedì 4 Novembre scorso i detenuti puntuali, preparati e motivati, hanno aperto il sipariosull'opera "in tre storie" dal titolo "Hard Core" - lo zoccolo duro - alla presenza del nostrodirettore Carmela Di Lorenzo, il nostro Comandante dottor Paolo Teducci, lo staff delle nostreeducatrici ed un parterre di tutto rispetto, composto dagli assessori Caterina Ferri per laprovincia di Ferrara e Chiara Sapigni per il Comune di Ferrara, dal presidente del ConsiglioComunale Francesco Colaiacovo, da Maurizio Pesci, direttore dei Servizi Sociali, Laura Roncagli

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Astrolabio - 2

1 32

6

Errata Corrige numero 6

Ci scusiamo con la DirettriceDott.ssa Carmela Di Lorenzo econ il direttore della testata VitoMartiello per aver erroneamentescombinato il testo inviatoci.Nell'inserimento dell'articolo condomande e risposte, si sonoinvertite alcune posizioni,rendendo difficile la lettura. Nonmancano parti e non ècompromesso il senso.

54

INAUGURAZIONEDELLA SEDE INTERNADEL GIORNALEVenerd' 1 4 giugno 201 3 l'amministrazione comunale ela casa circondariale di Ferrara, che già da annicollaborano per la realizzazione di numeroseiniziative all'interno del carcere, tra cui la redazione ela stampa del giornale Astrolabio, che racconta larealtà della casa circondariale di Ferrara e distribuitoanche all'interno, ha inaugurato la sede dellaredazione messa a disposizione della direzione delcarcere.

Alla cerimonia, durante la quale è stata posata latarga presso l'ingresso della redazione stessa, conrelativo taglio del nastro tricolore eseguitocontemporaneamente dalla direttrice dott.sa CarmelaDi Lorenzo e dall'assessore tavolo penale adultidott.sa Chiara Sapigni e la benedizione del parrocodel carcere Don Antonio Bentivoglio, hannopartecipato: Alessandro Zangara, responsabile ufficiostampa del comune di ferrara; Vito Martiello, delcomune di ferrara e direttore editorialedell'Astrolabio; Nicola Folletti, presidente dellacooperativa sociale Integrazione Lavoro; BiagioMissanelli, presidente della copperativa sociale ilGermoglio; Gianna Braghin, responsabile dellebiblioteche del Comune di Codigoro e scrittrice;Michele Ungaro, geologo per la Croce RossaInternazionale e fotografo; Iosto Chinelli, responsabileeditoriale e impaginazione del progettodell'Astrolabio; Luciana Maisto, insegnante di diritto.

Naturalmente erano presenti i componenti dellaredazione del giornale, che hanno ringraziato leautorità presenti ed hanno ribadito lo spirito che lianima, che è quello di cercare di far superare i luoghicomuni e pregiudizi di coloro che confondono l'uomocon la sua storia giudiziaria.

L'obiettivo della redazione non è certo quello didiventare giornalisti o scrittori, ma di dare una voce achi non la ha. Non è uno spirito polemico quello checi anima, che evidenzierebbe solo i disagi nei qualiviviamo. Vorremmo che tutti, chi ci giudica, chi cisorveglia, i nostri stessi compagni di detenzione, sirendessero conto che essere rinchiusi in carceresignifica perdere sicuramente la libertà, mamantenere comunque un'anima, una dignità e lapropria cultura, che si evidenzia anche nella libertà dipensare e di scrivere.

Nella foto, alcuni degli ospiti convenuti, da sinistra verso destra:

Paolo Marcolini (arci), Gianna Braghin (scrittrice), Ilaria Bosellini (Ami

Ferrara), Giovanna Vendramin (PJ), Michele Ungaro (geologo CRI), Biagio

Missanelli (coop germoglio), Luciana Maisto (insegnante di diritto),

Alessandro Zangara (giornalista COMUFE)

4 LUGLIO 2013

La redazione

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Astrolabio - 3

presidente Centro Servizi per il Volontariato, MarinoPedroni direttore del Teatro Comunale di Ferrara, VitoMartiello direttore responsabile del nostro giornale eCSV, Don Antonio Bentivoglio nostro irriducibilecappellano, insieme al caparbio coordinatoreDomenico Bedin, un inviato della Nuova Ferrara eIosto Chinelli nostro insegnante e curatoredell'Astrolabio.

Il copione si articola in tre spaccati di vita, sostenutoda un melodico tappeto musicale che Mario, Agnim eRomano - menestrelli della band sapientemente conmaestria amministrano insieme all'instancabileuomo.metronomo percussionista Andrea Amaducci.

L'excursus dell'opera comprende una prima sessioneambientata in una barberia dove un barbieremaldestro e sgangherato mentre fa la barbaintrattiene il suo avventore riportandogli frammentidella sua infanzia e di una classica ma efficacepunizione - molto in voga negli anni 60, alcuni annidopo il suo avvento - di negare, da parte dei genitori,dopo cena, la visione della televisione.

La seconda sessione è invece imperniata sulleconfidenze fatte da un amico ad un altro, dellaconfessione - dopo una giornata trascorsa sulla neve- alla sua Nadia, del suo incurabile amore e alladomanda - quasi ovvia - dell'amico che fine ha fattoNadia, lui risponde rassegnato "se fossi stato piùsveglio".

La terza sessione è una riflessione sulla fragilità dellepersone e sulla loro dirimpettaia competizione fisica.un fraseggio corporale che impegna tre personaggi:un samurai, il suo alterego-narratore, ed un bambinoadulto - provvisto di un buffo ma significativopannolone- che combattono fino alla mortedell'alterego, mentre il bambino si lancia conspontanea irrazionalità in uno sbilenco ballo,testimonianza di un'innocente e bizzarra vivacità.

Amaducci, con questa originale performance teatraleha messo certamente l'accento sulla capacitàespressiva e comunicativa dei detenuti attori incampo, sottolineando così quanta valenza può avereil contatto corporale nel creare dialogo e confrontotra uomo e uomo, tra individuo e individuo,diventando così strumento di socializzazione, maanche altresì di conflitto, di vera competizione.

L'opera chiude definitivamente i suoi battenti, eMassimo, William, Eddi e C. con una spontaneastanding ovation della platea dell'Arginone tornano,insieme a noi dell'Astrolabio, alla loro quotidianetà,alla nostra routine.

per la redazione dell'Astrolabio

Alberto Finessi

. . .continua dalla copertina

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Astrolabio - 4

LA TERRA DEIMIRACOLI

Avevo 1 4 anni quando da Golem (localitàdell'Albania,situata tra Durazzo e Kavaja),nel 2001 emigrai in Grecia invogliato daimiei coetanei, e all'insaputa dei mieigenitori, me ne andai così dalla mia terranell'intento di migliorare le mie condizionisociali e familiari.

Voglio premettere che la mia famiglia èallargata ad un fratellomaggiore e ad una sorella(mentre ho prematuramenteperso un fratello, circa 1 5anni fa, causa una malatiaincurabile).

Arrivato a destinazione,sprovvisto di regolarepermesso di soggiorno, misono visto insieme ad unamico recapitare al mittente,cioè al mio paese natio,dove ho trovato sommersi inun pianto di dolore maanche di soddisfazione imiei genitori, che peròavevano capito i motivi e leaspettative del mio audace etemporaneo esilio.

Il tempo trascorreva mentreio mi arrangiavo conlavoretti saltuari, e nel contempo miinnamoravo di Denisa, una ragazza moltotimida che frequentavo clandistinamente,fuori dagli occhi indiscreti dei suoigenitori e che malgrado le vicissitudinidella vita rimarrà sempre indelebile e vivanel mio cuore.

Dopo un fallito tentativo (a distanza dicirca un mese dal mio ritorno) diapprodare in Italia, traghettato su di un

Colombella

Colombella, Colombella,tu che plani fuori da questa cella,e per quanto mi sei vicina, sembri lontana come unastella.

Quanto sei bella Colombella, tu voli lungo la libertà,mentre io sto chiuso qua.

Colombella, Colombella,ora che capisco quanto è amara questa cella di rabbia,non ti chiudere mai dentro una gabbia.

Colombella, Colombella,ogni giorno ti dono granelli di pane da dentro la cella,l'appuntato dice che porti malattie,ma per me sono solo idiozie.Le malattie, l'uomo le ha nel cuore,sei il simbolo della pace e dell'amore.

Colombella, Colombella,grazie che mi vieni a trovare, fuori di qua,ti voglio bene perchè mi fai capire il valore della libertà.

Alessandro Silvestri

QUANDO LA VITA TI GIRALE SPALLE ED ALLORA TIPUOI ANCHE TROVARE (ASOLI 1 9 ANNI ), COMERECITA QUEL DETTO: "DALLE STELLE, ALLE STALLE

I VIAGGI DELLA SPERANZACRAZY

Ho voluto esagerare,andar oltregli schemi.Esagerato,sballato,fuori di testa...forseper essereancora più liberoforse,per non aver limiti...e non pensaread una vita normale.

Alessandro Chiapatti

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Astrolabio - 5

gommone di 1 2 metri, stipato "comesardine" con un' altra quarantina di conterranei (donne e bambini compresi),dopo circa quattro anni ho ritentato lafortuna, via terra, percorrendo inmacchina tutta la costa dei balcani, perdiverse settimane, nascosto dai fiscalicontrolli della dogana, ma sempre conl'intento inalterato di toccare la "terra deimiracoli", quell'Italia così decantata eosannata nei raconti che la mia gente eche io recepivo ed immaginavo, se purmolto giovane, come una terrapromessa,una vera alternativa per unmio più sereno e costruttivo futuro.Il viaggio si articolò in varie tappe,toccando in ordine progressivo prima ilKosovo, poi la Serbia, ed infine ricordodopo un'odissea durata circa 1 3 giorni,arrivare ad Udine, in territorio italiano esenza passare inosservati (sprovvisti didocomenti e di un' appropriataconfidenza con la lingua italiana) fummo

subito notati ed intercettati dalla Guardiadi Finanza che ci smistò subito perrifocillarci presso una scuola-ritrovo(come primo centro di accoglienza) inattesa che mio fratello da Brescia dovelavorava da manovale, appena avvisatomi venisse a prelevare per portarmi conlui. Dopo alcuni mesi di doveroso edinevitabile ambientamento comincai alavorare in edilizia, nell'impresa di miofratello Eduart.

Avevo capito subito, vista la differenza ditrattamento economico, paragonandolocon i salari retribuiti nella mia terramadre, che avrei potuto migliorare le miecondizioni ed il mio "status", masoprattutto aiutare finanziariamente efattivamente anche i miei familiari.

M'inserii subito a pieni titoli nel tessutosociale, sotto la guida fraterna e oculatadi mio fratello Eduart e oltre a farmibenvolere sul lavoro, intrecciai nuoveamicizie che sfociarono e conversero piuaffettuosamente ed intimamente nellaconoscenza di una ragazza di nome Marache mi educò e m' insegnò a divincolarmicon la lingua italiana.

La mia vita scorreva tra "lavoro, casa elavoro" e quando mi sentivo con i miei,erano telefonate di speranza e di grandesoddisfazione per una scelta di vita cheapriva nuovi orizzonti ed una nuova fase

di riscatto per me, per la mia famiglia:ero pago della strada che avevointrapreso, della direzione che avevo datoalla mia vita!!

Ma purtroppo si sa, i sogni si realizzano,e poi a volte si spengono, s'eclissano edio un bel giorno mi sono trovato "dallestelle alle stalle"

Era l'estate del 2006, approfittavo delle

ferie per recarmi da mio cugino a Parma.Sembrava la solita, classica giornatatorrida ed afosa di Agosto, un pomeriggioqulsiasi all'insegna dell'ozio e dei solitiargomenti che tra conterranei e parenti sirispolveravano in occasione di unarimpatriata, di una visita di cortesia... edinvece quella maledetta telefonata micambiò la vita!

Un incontro tra mio cugino e alcunicompaesani per rappacificare gli animi,dirimere una vecchia storia, così a miainsaputa, mi trovai di colpo proiettato alcentro di un'inaspettata ed imprevedibiletragedia, di cui ancora oggi (trascorsi seianni) pago sulla mia pelle le conseguenze.

Quell'episodio segnò significativamente ilmio futuro, insegnandomi che anche lecasualità e le fatalità della vita possonogenerare dolore e sofferenza, ma anchel'opportunità di crescere e maturare la

propria interiorità e la propria unicità... edio ci voglio credere. Voglio crescere!!!

Cari amici lettori, questa è la vera storia diun ragazzo che a soli 1 9 anni credeva ecrede ancora nel suo futuro, e nellasperanza che esista sempre e comunqueuna “terra dei miracoli”!!!

Miri

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Astrolabio - 6

Nell'episodio precedente avevoraccontato come ero arrivato aCuba e come l' atmosfera cubanami era entrata nel sangue comeun virus incurabile e dal qualenon desideravo guarire.Amavo tutto di quell'isola, il clima,la gente, la cucina, i paesaggi itramonti e so cosa state pensando“le donne” è vero amavo anche ledonne, ma credetemi bisognaviverci insieme per rendersi contoche danno molto di più di quantoricevono.

Ero alla soglia dei sessantanni emi sentivo ancora giovane con lavoglia di vivere e la vigoria di untrentenne, sicuramente c'è moltaverità in quel che scriveva CharlesBaudelaire “si resta giovani finquando si desidera sedurre edessere sedotti”.Vivevo tutti i giorni come se fossel'ultimo giorno, Cuba sembrava ilpaese dei balocchi, passavo dauna donna all'altra, da una festaall'altra, da una spiaggia all'altracon relativi immersioni, cosa chemi tornò utile quando dopo avertrovato un po' d'equilibrio mi misia fare l'accompagnatoresubacqueo, abusivo naturalmente,per guadagnarmi la vita e nonricorrere a quello che, a miogiudizio ero stato obbligato dallebanche, all'esproprio proletario neiloro confronti.

Senza rendermene conto eroentrato in un tunnel senza vie d'uscita. Abitavo prevalentemente aCuba da circa tre anni con vistoturistico che scadeva ogni 2 mesi,per cui dovevo uscire dall'isola per

un paio di settimane per poi poterrientrare. Ogni sessanta giornisalivo su un aereo per tornare inItalia o più spesso in Messico, inJamaica, alle Bahamas o isolelimitrofe. Luoghi stupendi, dei qualiho degli ottimi ricordi, ma la“saudade” di Cuba mi obbligava atornare.

Sapevo che non potevo pensare divivere eternamente in quel modo,perchè quando un uomo non hadegli obbiettivi precisi, degli scopivalidi per vivere, tutto rischia didiventar “noia”, inoltre permantenere quel tenore di vitadovevo sempre ricorrere a queimezzi che se all'inizio potevogiustificare, in seguito la miacoscienza mi imponeva di rifiutare.

Il ricordo della donna amata, ilpensiero della vita che mi erocostruito e distrutto, anche se inquel momento nessuno sapeva oavrebbe mai immaginato cosaavevo combinato per sopravvivere,dalla mia famiglia dalla quale miero allontanato ma mai avevoabbandonato, mi aveva portato acredere che l'unica soluzionepoteva essere solo “l'ultimaimmersione”, in quel modonessuno avrebbe mai saputo delrapinatore solitario con pistolagiocatolo e sarebbe rimasto solo ilricordo di quello che ero stato.

Dovevo solo attendere il momentogiusto, che si presentò nell'agostodel 2003. Nella primavera diquell'anno mia figlia si sposò conun bravo ragazzo. Cerimoniabellissima, pranzo con musica e

numerosi invitati nel migliorristorante della cittadina, viaggiodi nozze consigliato naturalmentedal padre in una località che benconosceva nell'oceano indiano, leisole Sheyscelles, un momentoindimenticabile al cuiraggiungimento avevo contribuitodoverosamente nel modo chespettava al padre della sposa.

Proposi di passare tutti insieme levacanze estive nell'isolaVentotene, posto che benconoscevo sopra e sotto il mare edove ero ben conosciuto dallostaff del circolo subacqueo localeessendo stato con Silvana uno deiprimi clienti dagli anni settanta eche aveva partecipato dal corsodegli anni con loro alla scopertadei meravigliosi fondali ed ancheal ritrovamento di qualche repertoarcheologico.Cosi nel mese di agosto tornai daCuba, ormai ero diventato unpendolare dei Caraibi, e conmoglie figlia, genero e due caniarrivai a Ventotene, dove dopo ifesteggiamenti ferragostani provaia mettere in atto l'idea fissa cheavrebbe dovuto risolvere i mieiproblemi definitivamente.

Un pomeriggio presi un gommonecon tutta l'attrezzatura sub e miportai su una parete chescendeva ben oltre i 1 00m sottol'acqua, mi preparai e senzaindugi mi immersi. In base allamia esperienza e conoscenzasapevo che oltre i 40m diprofondità scendendo velocesarebbe stato probabile,respirando con l'auto respiratore ,

L'ISOLA DIQUARTA PARTE

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Astrolabio - 7

rischiare l'ebbrezza da profonditào narcosi d' azoto per cui speravodi essere colto da quel malore edentrare in uno stato di incoscienzae senza traumi ritrovare in unaltro mondo la persona amata,persa ma mai dimenticata.

Non riuscivo a distoglierla dallamente, il suo ricordo era diventatouna dolce ossessione e anchequando facevo l'amore con unadonna per quanto fosse bella esensuale, per raggiungere ilpiacere dovevo girarla e vedere inlei Silvana, almeno sino a quelmomento.

Scesi rapidamente, 30, 40, 50metri. Niente, nessun sintomo diun minimo malore, anzi, stavobenissimo.

Con una fredda lucidità che mifaceva trascorrere il tempo alrallentatore, tanto che notai chesu uno sperone di roccia a 54metri, dove da secoli giacevaun'ancora romana in piombo cheda anni si faceva fotografare daifotosub ora non c'era più e feci lemie considerazioni sui solitipredatori che non rispettanoniente e nessuno.Guardavo il computer, lostrumento che oltre a darmi laprofondità segnala i tempi didecompressione e di risalita,lampeggiava freneticamente persegnalarmi lo stato di pericolo esul display compariva in modoallarmante la scritta: “GO UP – GOUP” vai via risali.Nulla, anzi sui 60 metri una cernia,una bella cernia uscì dalla tana e

invece di fuggire mi guardòstupita, come per dirmi “cosa faiqui, cosa vuoi??” e sceselentamente girandosi per vederese la seguivo, cosa cheeffettivamente stavo facendo. Adun certo punto entrò in un buco,ma non si nascose.

Ricomparve e come se fosse certache non ero un cacciatore e non leavrei sparato, mi guardò eboccheggiando sembrava quasiche mi sorridesse e mi volessedire qualcosa.Non so cosa subentrò in me, forsela paura, il dubbio di non essere ingrado di arrivare al punto estremodel mio intento, ma mi parve oforsi volli credere che in quellacernia, qualcuno che continuavaad amarmi volesse dirmi: “macosa stai facendo, risali, devivivere”.

Guardai il computer, 72 metri, einiziai la risalita e voltandomi, vidila cernia che mi seguì per unadecina di metri, quasi a sincerarsiche avevo cambiato idea e poiscomparve. Il problema che sipose in quel momento fu per ladecompressione, ero scesorapidamente e non avevoconsumato molta aria, ma ne avreiavuto abbastanza nella bombolaper effettuare le tappe che quellaprofondità richiedeva?Non avevo previsto la possibilità dirisalire, per cui non avevo legatouna bombola al gommone regolatesui 1 2/6 metri per sicurezza comesempre.Comunque risalii lentamenteguardando sempre il computer,

che non smetteva di lampeggiare.Mi fermai a 1 2 metri dallasuperficie, ai 6 metri, ma l'ariastava finendo, l'ultima sosta a 3metri dove avrei dovuto sostareper un tempo che non mi era piùconsentito.

Non è una bella sensazionerestare senza aria e non poterrespirare, così uscii dall'acqua.Fu bello ritrovarsi fuori e poterrespirare, ma mi ritrovai subito difronte alla realtà che mi fecepensare: “Bravo, ora se seifortunato come minimo ti becchiuna embolia e magari non muorima peggio, resti paralizzato”, manon fu così, tornai nella casa, cheavevo affittato dalla mia famiglia,come se nulla fosse successo.

Non dormii quella notte, i pensieriche si rincorrevano nella miamente non me ne davano lapossibilità, inoltre la pellesembrava mi friggesse, comepatate in padella per lemicrobollicine di azoto chetornavano alla superficie delcorpo.Non so se sia stato un colpo difortuna, ma nella mia mente sifece strada la consapevolezza chedi là non mi avevano voluto e cheera destino che dovessi continuarea vivere, ma in quel momento nonfeci un esame critico della miavita, anzi mi convinsi che vistoche dovevo vivere valeva la penache la vivessi nel miglior modopossibile.

Dopo 1 5 giorni tornai a Cuba.

PETER PAN

Gianni Lasagni

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Astrolabio - 8

UN'OCCASIONE UNICAMentre I tifosi italiani fuggono dagli stadi,ormai obsoleti, vetusti e desolatamentevuoti, quelli inglesi, tedeschi li riempionocostantemente non solo per assistere allepartite; in questi stadi somiglianti adastronavi tecnologicamente splendide eavanzatissime dove lo show dei 22 atletiche calcano la modernissima erbasemisintetica non è di sicuro il solointrattenimento offerto; innanzituttoquesti impianti vivono 7 giorni su 7 e nonsoltanto il giorno della gara come succedenel 99% degli stadi italiani (escluso loJuve Stadium) ci sono musei, ristoranti,sale giochi, store ufficiali, centri massaggie persino vasche idromassaggio per lenirelo stress della partita.. Tutto questonaturalmente a pagamento e non certo abuon mercato.

Qualcuno si chiederà come sia possibileriempire stadi del genere e soprattuttogenerare profitto sufficiente a coprire lespese. Bene, vi assciuro che non soloqueste attrazioni vanno sold-out ognisettimana, ma è difficilissmo acquistare ilticket visto che l'80% della capienza dellostadio è coperta da abbonamentidifficilissimi da reperire in quanto ilfortunato possessore dell'ambitissimatessera ha diritto di prelazione anno dopoanno, e per poter assicurarsene una cisono liste chilometriche.

Detto questo vorremmo portare la nostraavventura proprio in uno di questi stadi,forse il primo in assoluto ad esserecostruito con caratteristiche edinnovazioni descrittte poco fa, stiamoparlando del grandioso Emirates Stadium,probabilmente il migliore stadio delRegno Unito dopo il leggendario e miticoWembley. L'impianto è del 2006, la nuova“casa” dell'Arsenal. Riuscire ad assisterea una partita “normale” sarebbe giàun'impresa ed io e Lorenzo siamo riuscitia compiere un autentico miracolo, graziead amici londinesi abbiamo ricevuto dueambitissimi ticket per assistere adArsenal-Everton, valida per la 1 3^ diandata di Premiere League, competizioneseguitissima. L'Everton è una squadranobile e decaduta, attualmente naviga

nei bassifondi della classifica, lo stadioovviamente è colmo e prima della partitaci aggreghiamo al tour dell'Emirates; perun soffio manchiamo la visitaaccompagnata da una leggenda deiGunners (così vengono chiamati Igiocatori ed I supporter dell'Arsenal): si,perchè una volta al giorno all'ora dipranzo a fare da cicerone è un excalciatore, da John Redford a Lee Dixon,capitani del passato.

In coda c'è tanta gente, noi armati diaudioguida, disponibile in otto lingue,iniziamo il percorso in piena autonomia,dagli spogliatoi al tunnel che conduce alcampo, dalle sale esclusive, al museo.Il sottofondo è un mix di informazioni,aneddoti, interviste che scorrono sulpalmare in dotazione, scopriamo che qui,dove sorge l'Emirates, c'era un centro diriciclaggio che l'Arsenal ha dovutoricostruire altrove.Tirare su questa meraviglia non è statouno scherzo, I costi iniziali di 200 milionidi sterline sono schizzati fino a 390 e Iricavi dello stadio però sono passati da 44e 94 milioni di sterline, il fatturato deiGunners è il 5° più alto d'Europa.

Ma facciamo un passo indietro, acominciare dalle tappe di avvicinamentoal fischio d'inizio, decidiamo di metterci incammino due ore prima, in un classicosabato consacrato al calcio transitiamodalla stazione di St Pancras, uno deglisnodi della capitale inglese, non si puònon notare lo zigzagare di sciarpe ecappelli dai mille colori: sono tifosi diquesta o di quella squadra diretti alCraven Cottage o allo Stanford Bridge(stadi del Fulham e del Chelsea) o ancorapiù fuori, nei quartieri malfamati ad est diLondra!

Arrivati alla fermata di Arsenal lebancarelle di merchandising strabordanodi biancorosso, la procession verso lostadio è ordinata e gioiosa assieme; quelche colpisce è la normalità: la polizia c'èma resta discreta e l'atmosfera ingenerale è quella di una festa. Il pre-

partita è un piatto ricco, the Armovry, ilgigantesco negozio dell'Arsenal, vienepreso d'assalto: la prima maglia di giococosta 45 sterline, un prezzo ragionevolein relazione al costo della vita, e si puòpersonalizzare al momento.

Per accedere all'interno dell'impianto c'èsolo un controllo, niente zone difiltraggio, passiamo allo scanner I bigiettie dopo uno sguardo fugace dagli stewardpresenti, I tornelli modernissimi efunzionali si aprono!

Ci troviamo nel settore più popolare conposti dietro alla porta e in mezzo aisostenitori dell'Everton che si ostinano arestare in piedi; prima del match c'è statoil tempo di assistere sugli schermiposizionati nel ventre dello stadio, agliultimi minuti di Fulham – Tottenham(anticipo giocato alle 1 2.00), di rifocillarcicon un hot-dog e coca cola e blitz veloceai bagni (ce ne sono 900),incredibilmente puliti e non maleodoranticome quelli italiani.

Comincia lo spettacolo, fa freddo masentiamo il calore di una esperienzacollettiva e totalizzante: unica!!!Finalmente inizia la partita, le squadreiniziano immediatamente a darsibattaglia come solo le formazionianglosassoni riescono a fare, l'ambientesi fa subito elettrizzante e tutto quelloche c'eravamo immaginati nelle lunghe enoiose giornate passate nei bar Italianiprende forma; non ci sembravero............. io e Lorenzo siamo partecipidi qualcosa che sembra più grande di noima non per questo ci sentiamo fuoriposto, anzi!!!!

La gara entra nel vivo quando l'attaccantedei gunners Adebayor sfiora il gol conuna girata spettacolare che sorvola dipochi centimetri la traversa, gol sbagliato– gol subito........ così recita uno dei dettipiù comuni nel mondo del calcio enell'azione seguente un giovanissimo esconosciuto centrocampista dell'Everton(tale Nick Johnson) fa esplodere di gioiagli oltre tremila supporters giunti da

SPORT A 360°

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Astrolabio - 9

Ritratto di un figlio, opera di Gabriele Volpi

Dai detenuti dell'Arginone compagni di viaggio diCarlo, a ricordo dell'amato figlio Fabio,prematuramente scomparso.

22.01 .1 979 - 28.07.201 0

Liverpool!!!

Fossimo in Italia inizierebbe loscoramento dello stadio intero, lanci dioggetti in campo, cori offensiviall'indirizzo dei tifosi avversari esoprattutto fischi e ingiurie alla propriasquadra, fortunatamente ci troviamo nelRegno Unito, Paese controverso madalle mille risorse e i fun's Londinesicome tutti quelli di oltre manica amanola propria squadra a prescindere dalrisultato, mentalità unica nel pianetapallonaro e noi ancora una voltaeravamo attori protagonisti di questogrande,unico e meraviglioso show!!!

Ma torniamo alla gara, nel nostrosettore i tifosi dell'Everton, forseaccaldati dai fiumi di birra che scorrononei loro corpi, decidono di togliersimagliette e giubbini restando a pettonudo malgrado una temperatura che siavvicina allo zero........anche questa èpassione e soprattutto folklore, lapartita entra nel vivo e allo scadere delprimo dopo un'azione rocambolescal'Arsenal riesce a pareggiare grazie adun clamorosa papera del portiere deiToffies (così vengono chiamati i giocatoridell'Everton), 1 -1 e fine primo tempo!!!

La nostra giornata potrebbe anchechiudersi qui, abbiamo vissutoun'esperienza irripetibile, non abbiamodavvero altro da chiedere.......... l'Arsenalriuscirà a vincere la gara grazie ad unrigore discutibilissimo all'ultimo minuto,noi siamo stati partecipi di un qualcosamolto più grande di noi e cheprobabilmente resterà indelebile nellenostre teste e soprattutto nel nostrocuore.

Paolo Abati

Lorenzo Guio

ARTE

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Astrolabio - 1 0

In questi giorni, anzi, per il vero da molti mesi a questa parte,si fa un gran parlare della decadenza del Senatore SilvioBerlusconi in forza di una legge varata dal Governo “Monti” edall'allora Ministro P. Severino.Noi in questa sede non vogliamo addentrarci nelle questionipolitiche e tanto meno nelle contrapposizioni politiche di partedegli uni o degli altri. Qui volgiamo affrontare la questioneguridico-costituzionale che, ovviamente va ben al di là dei credopolitici qualunque essi siano.L'articolo 25 della nostra costituzione recita così: Nessuno puòessere distolto dal giudice naturale precostituito per legge.Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che siaentrata in vigore prima del fatto commesso.Nessuno può essere sottoposto a misure di sicurezza se nonnei casi previsti dalla legge.

Con questo articolo, l'Assemblea Costituente nel 1 947 vollestabilire un principio fondamentale di garanzia, un principioche ad oggi è attuale per qualunque Nazione democratica almondo che voglia ritenersi tale, e cioè:

1 ) Che ogni cittadino in caso di contrasto legale, bebba esseregiudicato imparzialmente dal giudice competente per legge, ilche sta a signifacare che nessun giudice di altra giurisdizione,ovvero nessun giodice che in qalche maniera potrebbe averavuto interessi personali “contrasti” con la vostra causa possapoi processarvi (“venendovi a cercare”)

2) Nessun cittadino può essere processato e condannato sullabase di una legge che sia entrata in vigore dopo il fatto

commesso, quindi questa parte dell'art. 25 della costituzione èdi fondamentale importanza; Provate un po' a supporre chedopo aver commesso un reato, mettiamo un furto (violazioneche prevede una sanzione da 6 mesi a 3 anni), dopo l'aresto,oppure quando siete a metà dell'iter processuale (1 ° grado,appello...) intervenga una legge che legalizza la sanzione del“tagio delle mani” per chi ruba.Ebbene, voi pensereste: “..quando io ho commesso il reato,sapevo a cosa andavo incontro e me ne sono assunto di fattole responsabilità che cio poteva comportare e le conseguenze,ma se avessi saputo prima che mi si tagliavano le mani..”,sarebbe in buona sostanza cominciare una partita di calcio,oppure una partita a carte e dopo che è iniziata cambiarne leregole e applicarle su quell stessa patita,ecco questo, spiegatoin parole comprensibili a tutti, è il principio su cui si fondaimportante articolo 25 della costituzione.

Anche altre “carte” del diritto internazionale hanno abbracciatoquesto principio ispirandosi proprio alla nostra costituzione,come ad esempio l'art. 7 della Convenzione Europea per laSalvaguardia dei Diritti dell'Uomo che ribadisce il concetto, edanche la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (NazioniUnite, 1 0 dicembre 1 948).

Ora, ogniuno di noi potra farsi un'oppinione in meritoall'applicazione o meno dell'articolo 25 cost. in certe vicendeche interessano il nostro paese, ma a parte le opinioni questoarticolo non dovrebbe essere eluso con artifizi di “leggine”proposte di volta in volta dal politico di turno, di qualunqeparte esso sia.

L'INPORTANZA DELL'ART. 25 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA

Alberto Cavani

A cosa serve una biblioteca? Secondo lascrittrice Marguerite Yourcenar labiblioteca svolge la stessa funzione cheuna volta svolgevano i granai pubblici, è illuogo dove «ammassare riserve control’inverno dello spirito». Per l’intellettualeargentino Alberto Menguel la biblioteca èutile perché «combatte i vincoli deltempo, portando nel presente schegge delpassato». Sono tante le risposte che sipossono fornire quando ci si interrogasull’utilità di questo luogo. Tra queste unadelle più interessanti è quella di UmbertoEco: «uno dei malintesi che dominano lanozione di biblioteca è che si vada inbiblioteca per cercare un libro di cui siconosce il titolo. In verità accade soventedi andare in biblioteca perché si vuole unlibro di cui si conosce il titolo, ma laprincipale funzione della biblioteca […] èquella di farci scoprire dei libri di cui nonsi sospettava l'esistenza, e che tuttavia siscoprono essere di estrema importanzaper noi». Proprio a partire da questa idea

LA BIBLIOTECA DEL CARCERE

Licia Vignoli - bibliotecaria del carcere per Biblioteca Bassani

è stata avviata all’interno della bibliotecadel carcere di Ferrara una profondariorganizzazione.La biblioteca è presente all’internodell’area pedagogica da molti anni, masolo dal 201 1 è stata avviata per la suagestione una convenzione tra la direzionedella casa circondariale, le bibliotechecomunali, e l’associazione Amici dellabiblioteca Ariostea. Grazie allaconvenzione è stato possibile migliorare iservizi offerti ai detenuti, aprendo lorofisicamente uno spazio altrimenti chiuso,inaccessibile. Prima era possibilesolamente richiedere i libri in prestitopresso la propria cella, scegliendoli dalcatalogo a disposizione in sezione. Adessoinvece il martedì e venerdì mattina èpossibile – previa richiesta – visitare labiblioteca e scegliere le proprie letturedirettamente dallo scaffale, ogni quindicigiorni anche il lunedì e giovedì. Ed è perfacilitare la libera fruizione dello spazioche si è intrapreso il percorso di

riorganizzazione, per convertire unabiblioteca “chiusa”, dove i libri vengonoordinati a seconda della cronologia delloro arrivo, in una biblioteca “aperta”,ordinata per facilitare i lettori nella ricercadegli argomenti o degli autori che più gliinteressano. Per chi avesse desideri oesigenze particolari è stato inoltre attivoun servizio di prestito interbibliotecario.Cosa significa? Significa che, compilandoun modulo apposito, è possibile farsirecapitare all’interno del carcere i librimessi a disposizione dalle altre bibliotechedel ferrarese. Per chi invece avesseinteresse a restare aggiornato sull’attualitàlocale e nazionale è stato attivatol’abbonamento al quotidiano La NuovaFerrara, che su richiesta può essereconsultato tutte le mattine dal lunedì alvenerdì.Dubbi? Consigli? Curiosità? Per qualsiasichiarimento o domanda l’invito – per tuttii detenuti – è quello di trascorrere un po’ditempo in biblioteca, iniziare a conoscerla.

ATTUALITÀ

DALL'INTERNO

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Astrolabio - 1 1

L'IMMAGINE DI ME

Agostino Petruzzelli

La mia immagine riflessa nello specchionon coincide con la stessa di un tempo

Ognuno di noi attribuisce alla parola“coscienza” un determinato significato,ma ciò nonostante per comprendernepienamente il valore, è necessario“fermarsi” e rifletterci sopraaccuratamente per dare, darsi unarisposta. Facendo questo genere d'analisi sono rimasto affascinato dallaconclusione alla quale sono giunto.Senza utilizzare alcun tipo di retoricaposso affermare che mi sono,meravigliosamente, resoconto che la personache hanno arrestato, unpo' di tempo fa , non èpiù la stessa.Con questo non vogliodire che la giustiziaabbia commesso unerrore arrestando lapersona sbagliata. Anzi ilmio vuole essere unpensiero molto profondoche va al di là delleapparenze. Se chiudo gliocchi, andando a ritrosonel tempo, ricordo ilmomento esatto in cuisono stato accompagnato dai carabinieriin galera e ho varcato la soglia di questaparticolarissima realtà, che non ha nullaa che vedere con quella che l'uomo“comune” vive tutti i santi giorni; vedome stesso, vedo la mia persona, la miafigura mentre sta oltrepassando ilcancello principale che separa il carceredal resto del mondo. No! Quell'individuoal quale sto rivolgendo la mia attenzione,non sono io. Si! Stessi occhi, stessicapelli, stessa fisionomia; insomma,apparentemente, l'immagine coincideperfettamente ma, è solo io lo posso fareeseguendo accuratamente un' analisiintrospettiva posso affermare che le duefigure combaciano affatto. Per intendercimeglio, in sostanza, quando sono statoarrestato, avevo pensieri, opinioni,incertezze, attese rivolte al futuro equant'altro che erano radicalmentedifferenti da quelle che sono mie algiorno d' oggi.

Com'è stato possibile tutto questo? A checosa è dovuta questa mia, intima,metamorfosi? Questo quesito me lo sonoposto ripetutamente anche perché, chideve scontare una condanna hamoltissimo tempo da dedicare all'analisidel proprio vissuto ed delle proprieesperienze. Sviluppare la propria fantasiae riflessione in carcere aiuta a superarecircostanze intollerabili ed è l' ideale delsopravvivere. E bene sono faticosamente,giunto alla conclusione che la mia “nuovacoscienza” è sempre stata dentro di menello stesso posto. È sempre stata lì,

anche quando vivevo nell'illegalità,frastornato da una percezione della vita eda alcuni ideali che non sono più miei esono completamente differenti dal miomodo di vedere le cose adesso.

Avendo conosciuto metodi vari perottenere i cosiddetti “soldi facili” e,siccome fin dalla giovane età ho semprededicato particolare interesse a loro, mi èvenuto istintivo il voler intraprenderequesta determinata strada per soddisfarei miei bisogni consumistici e di possesso.Ovviamente ho scelto una strada che nonmi ha portato molta fortuna, ancheperché sto parlando, in definitiva, delleinevitabili cause che mi hanno condottoin un luogo come il carcere. Avevosmarrito, per molto tempo, gliinsegnamenti ricevuti da mio padre e damia madre che avevano provato adinfondermi i corretti ideali, i giusti valoridella vita che una persona deve

perseguire.Comportandomi in questa determinatamaniera avevo procurato cosi del dolore,oltre che alla mia persona, anche alla miafamiglia, senza purtroppo darci unrilevante significato solo l' egoismo tipermette di accantonare i sentimenti cheogni persona nutre nei confronti deipropri cari e, in tutta franchezza, io neavevo moltissima.

Non è la prima volta che mi ritrovo incarcere ma è la prima volta che horealizzato il profondo desiderio di ciò che

voglio essere, al piùpresto, domani: unapersona nuova, diversa.Semplicemente la mia“nuova forza” era, comedire, assopita, da troppotempo, nel mioinconscio, nella miaanima e, diciamo, chemi faceva comodoignorarla vistol'ambiente che micircondava. Dopo moltesofferenze si èrecentemente risvegliatae adesso, che ne sonoconsapevole, che la

posso vedere, che la posso quasi toccaree afferrare, sento quest'energia scorreredentro di me il sol pensiero che possascivolare via dalle mie mani, per assopirsidi nuovo, mi terrorizza. Rivolgendo ilpensiero al mio futuro vedo,indubbiamente una nuova vita migliore.Con questo non voglio dire che vivereonestamente non implichi alcun generedi difficoltà, altrimenti sarei ipocrita, anzivoglio dire che ammiro moltissimo quellepersone che si accontentano di viverecon poco. La capacità di rinunciare alproprio narcisismo e di accettare lelimitazioni implicite nell'esistenza umanaè prova di profondo coraggio. D'ora in poi,anch'io voglio fare parte di questo gruppodi persone, cercando di realizzare nelcontempo i miei desideri e le miefantasie: dando cosi significato alla miaesistenza.

BIOGRAFICO

DALL'INTERNO

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Astrolabio - 1 2

Alessandro ChiapattiIvano Monchini

La maggior parte dei nostri lettoridovrebbe conoscere come è strutturato ilcarcere di Ferrara, ma in questo numeroproverò a raccontarvi il funzionamento ecome è predisposto l'Istituto di Bollate.Sicuramente avrete già sentito parlareripetutamente di questo Istituto, ma noncosì approfonditamente come proverò afare io. Appena arrivati, dopo la solitaprassi di foto e impronte digitali, si vienesubito proiettati in una realtà che nonsembra carceraria. Si attraversa questoimmenso corridoio, con degli spazi sullato sinistro occupati da quadri fatti dapersone ospitate. In mezzo ai quadri èpresente un piccolo laboratorio dovelavorano il cuoio, gli uffici dell'ariapedagogica che sopra essa ospita leclassi superiori e medie e, più avanti,l'infermeria. A destra del corridoio, sonopresenti gli ingressi dei vari reparti,abbelliti da dei murales intorno aicancelli e al numero del reparto. Ognireparto ha al piano terra l'ufficio del caporeparto, l'ufficio degli educatori, che sonodue per ogni reparto, palestra, cucina,sala hobby e sala studio. Sopra sonopresenti altri quattro piani, conventicinque celle e una saletta per lasocialità. Ogni piano ospita circa centopersone per un totale di quattrocento areparto. Le celle sono rinominate stanze,perché, chi se lo può permettere, gli èconsentito abbellire la propria cella contende, scrivanie, mensole, piante,frigorifero, ecc...insomma, quasi tutti iconfort che una persona potrebbe averenella propria stanza. Ma torniamo alcorridoio. Alla fine si svolta a sinistra,dove è presente la scala per l'ingresso aicolloqui, che d'inverno si effettuano alchiuso, mentre d'estate tutti lo fannoall'aria verde. Continuando a percorrere ilcorridoio secondario, troviamo a sinistral'aria industriale e la cucina del cattering,a destra il quarto reparto, ovvero lasezione giovani adulti, e il quintoreparto, la sezione degli “Articolo 21 ”.All'interno dell'aria industriale troviamo:il teatro, dove si svolgono dei piccolicorsi sul teatro-danza e spettacolinonché serate aperte al pubblico, illaboratorio video, che effettua un corso

sulla produzione e post produzione audioe video, lavorando su piccole riprese chevengono effettuate in teatro oppureall'esterno; due call center, un laboratorioriparazioni cellulari, la falegnameria, chepermette a tutta la popolazione di poteracquistare mensole, scrivanie, comodini,ecc... Le aziende che dispongono di questispazi lavorativi, espongono,semestralmente o annualmente, unbando lavorativo con dei criteri: il finepena, l'età, l'uso degli strumenti da lavoroe il corretto uso della lingua italiana einglese. La Direzione, sempresemestralmente o annualmente, esponebandi per l'acquisto di televisori ecomputer, che vengono usati per i varicorsi oppure per la scuola. Oltre a tuttoquello che vi ho appena elencato, c'èanche la squadra di calcio, che disputa unregolare campionato. Ogni membro dellasquadra che è nei termini, può uscire inpermesso, accompagnato dagli Agenti diP.G., per disputare la partita fuori casa.Ogni anno viene organizzato un torneoche si svolge allo stadio G. Meazza diMilano, dove è disponibile visitare glispogliatoi di Inter e Milan primadell'ingresso in campo. Tornando inistituto sono presenti anche due serre,una dove coltivano ortaggi vari e, l'altra,delle piante. La giornata all'interno vola,visti i vari impegni lavorativi e corsisti chesi possono effettuare. Cos'altro possodirvi: Bollate è una realtà carceraria che ciinvidia la maggior parte d'Europa, vistoche si concentra molto sul reinserimentodella persona, basta pensare che sumillecento detenuti, ben cinquecento –senon di più- lavorano. La mia esperienzapersonale è stata molto rieducativa, vistoche mi ha permesso d'imparare unmestiere che sicuramente mi potrà daredegli sbocchi professionali in futuro.Infine, vi dico che chiunque viva undisagio come questo, dovrebbe provare achiedere il trasferimento presso lastruttura, perché s'imparano cose che, chiha fatto degli errori come noi inprecedenza, non si sarebbe maiaspettato.

UN ALTRO CARCEREDA BOLLATE A FERRARA: UN FLASHBACK SU UNO DEICARCERI MODELLO

QUELLO CHE MI CAPITA

Oggi nuovamente qui,qui recluso,per cosa poi??Forse perchè,senza rifletteresono voluto tornare...Tornareperchè fuori non stavo beneforse malato,forse incosciente,a pensare??La noia sovrasta,sovrasta la mia mente,ed inconsapevolmente orami trovoqui tuttora,recluso.Senza nemmeno,sapere la mia cura...

O FLAVIA...

Dolce combattiva,leggiadrapiuma.Così libera,ondeggibeatatra un cielodi mille colori,distesasu di un campo verdetra erba,e palle di fienodando al tuo dolce visoancor più spicco...ad un nuovo sorriso.

POESIAPOESIA

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Astrolabio - 1 3

Vito Martiello

PROMUOVERE E CONSOLIDARELA RETE

DI VOLONTARI DELLA GIUSTIZIA

POESIAPOESIA

ISTITUZIONALE

Nel corso del 201 4, l’Associazione AgireSociale – CSV Ferrara, aderendo all’invitodella Regione E. R. e della ConferenzaRegionale Volontariato e Giustizia, haelaborato e gestirà un progetto,finalizzato a incrementare la quantità ela qualità del volontariato in ambitodell’esecuzione penale e ad operare conl’obiettivo di promuovere e sostenereuna rete stabile volontaria, a partiredall'organizzazione di percorsi formativi,aperti agli altri soggetti del privato socialee degli enti pubblici del territorio.Questa Associazione, è impegnata, inmodo diretto (attività proprie) eattraverso il supporto alle organizzazionidel territorio, nei servizi e interventi dicarattere sociale e assistenziale rivolti apersone svantaggiate ed emarginate,compreso le persone che dentro e fuoridal carcere, sono prive della libertàpersonale.

L'impegno, come CSV di Ferrara,comprende una continua e proficuarelazione con gli enti ed i serviziterritoriali ed in particolare a rapporti daiscrivere anche all’interno dell’attività delComitato Locale Area Penale Adulti e neiprogrammi del Piano di Zona, tante sonole iniziative che negli anni hannocoinvolto gli operatori ed i volontari deCSV, nella condivisione delle strategie direte per la creazione di rapporti finalizzatia stabilire relazioni significative tra ilCarcere e la Città, oltre che a promuoverel’inclusione sociale e lavorativa dipersone in esecuzione penale ingenerale.

Progetto regionale “Cittadini sempre

Siamo convinti che sia molto importantesostenere nuovi percorsi nel contestodella Giustizia, per la qualificazione delleattività rivolte alle persone private dellalibertà, a partire da percorsi formativi,destinati a volontari, organizzazioni delterzo settore, che vedano lapartecipazione del personale e deglieducatori penitenziari, degli operatori deisevizi che operano all’interno del Carceree sul territorio provinciale.

Gli obiettivi/Le attività del progetto

1 ) Percorsi di formazione-informazionecongiunta tra Carcere, Istituzioni,Servizi eTerzo Settore, che portino ad unconfronto ed una maggiore conoscenzareciproca (tra gli operatori dell’esecuzionepenale e i volontari e gli operatori deiservizi e del privato sociale) e alladefinizione di procedure dicollaborazione, a partire dalla conoscenzadelle normative, dai regolamenti e daglistrumenti già disponibili (Protocollid’Intesa, Circolari, Comitato Locale ecc),focalizzate particolarmente sul fareemergere i veri punti critici dei processidi integrazione e quindi sul ricercarestrategie e modi di agire più efficaci. Laformazione comune, vuole rappresentareuno stimolo alla nascita di uncoordinamento che sia riconosciuto e cherappresenti il contenitore delle buonepratiche pensate ed agite tra il “il dentroe il Fuori” per quanto riguarda le attivitàin carcere e fuori e soprattutto neiprocessi delle attività trattamentali ed il

reinserimento nel tessuto sociale, unavolta scontata la propria “Pena”.

2) Iniziative pubbliche, per promuoverenella comunità una conoscenza dellarealtà del carcere, delle misurealternative e delle problematicheconnesse. Organizzare un piano diconoscenza e sensibilizzazione tramitel’allestimento di iniziative a caratterepubblico: spettacoli teatrali emusicali,dentro e fuori dal Carcere,convegni e tavole rotonde(umanizzazione della pena, diritti umaniecc3) Sottoscrizione di un Protocollo diintesa tra Comitato Locale area penaleadulti (Comune capofila), CasaCircondariale di Ferrara, Agire Sociale -CSV (o altra associazione) in qualità disupporto al coordinamento delle attivitàorganizzate dentro e fuori dal Carcere.

4) Implementazione laboratori e attivitàesistenti e avvio di nuove iniziativelaboratoriali e lavorative (sviluppo orto,riparazione bici, corsi computer detenutie agenti, scrittura creativa legata a corsiscolastici e giornale Astrolabio, corsi dipittura ecc..),

Le attività previste da questo progettosono state assunte e condivise dalComitato Locale del 4 novembre 201 3,saranno inoltre funzionali alle politiche eai progetti in essere all’interno eall’esterno del Carcere (Sesamo, Acero)nonché ai progetti di prossimarealizzazione.

PER INFORMAZIONIVIA RAVENNA 52TEL. 0532/205688 – FAX 0532/[email protected]

Associazione Viale K, accoglienza esterna, fornitura beni prima necessitàAssociazione Noi per Loro, attività interne ed esterneAssociazione GAS, attività interne, inserimenti lavorativi esterniAssociazione Papa Giovanni XXIII, accoglienza e organizzazione attività interneOpera Don Calabria - Città del Ragazzo, attività formative, laboratoriali e inserimenti lavorativiAGESCI, attività sportiveUISP, attività sportiveCoop. Teatro Nucleo, implementazione attività teatrali interne ed esterneCoop. Integrazione Lavoro, attività lavorative interne ed esterneCoop. Il Germoglio, attività lavorative interne ed esterne

Attori sociali coinvolti

Comune di Ferrara – Comitato LocaleCasa Circondariale di FerraraASP - Servizio SocialeGarante dei Detenuti

I stituzioniGarante dei DetenutiProvincia di FerraraUEPEForum Terzo Settore

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Astrolabio - 1 4

RUBRICA SALUTE DEL CORPO

Michele BalboniDirettore AMI, Agenzia Mobilità FerraraLa data dell’ 1 1 dicembre è

convenzionalmente indicata come “ilgiorno internazionale del tango”. Inquesto caso costituisce l’occasione ed ilpretesto per raccontare una storia chepuò riguardare tutti noi partendo daltango, il ballo più bello di sempre.

Scrivere di tango senza poterloascoltare o vederlo ballare è comegarantire che una pietanza è squisita alpalato senza farla assaggiare anessuno, è come stare vicini ad unadonna bella e profumatissima maavendo il naso chiuso per il raffreddore.Tuttavia io ci proverò e sono convintoche alla fine chiederete di ascoltarequesta canzone e di vederla ballare.

Infatti il tango che tanto ci appassionanel ballo, ha una testa e quattrogambe: il ballo appunto, ma anche lamusica, il canto e i testi poetici dellecanzoni. Di una di queste vi parlerò. Siintitola Volvamos a empezar(letteralmente “torniamo a cominciare”,cioè “ricominciamo”),è un tango del1 953 eseguito e reso famosodall’Orchestra di Alfredo de Angelis perla voce di Oscar Larroca.

Il testo del tango Volvamos a empezarè tra i più poetici e commoventi di tuttoil vasto repertorio tanguero. Si raccontadi un ritorno a casa dopo anni dilontananza e di ansia nel ricordo delfocolare domestico. Lui è felice comenon mai, ora i suoi ragazzi - chesapevano già cosa era successo -possono finalmente mostrare agli altri illoro padre. Lui per il ritorno hacomprato dei modesti regali: giocattoli,vestiti, anche un liquore e soprattuttoun velo da sposa (“più bello del cielo”),perché la figlia – evidentementecresciuta – è già in età da matrimonio. Iragazzi lo accolgono con grande calore,lo abbracciano, è un contatto stretto,molto fisico, lui li chiama “cachorros”(cuccioli). E ce li immaginiamo quandoerano ancora piccoli e stavano nudi evicini ai genitori. Lui è consapevole diavere fatto soffrire i ragazzi e la moglie,ma ora è tornato e invita lei anascondere le lacrime, adapparecchiare la tavola ea…ricominciare.

E’ un quadro intenso e commoventenel calore dei sentimenti che evoca,reso vivo da una musica e da unamelodia semplice e coinvolgente. Puòriguardare qualsiasi uomo che torna infamiglia dopo un lungo periodo diassenza per un abbandono amoroso,per problemi di lavoro, per chissà qualimotivi della vita.Nel nostro caso è il ritorno di un exdetenuto che “nell’ombra del carcereha lavato i suoi peccati”.

“RICOMINCIAMO” DAL TANGO

Hoy vuelvo por tí otra vez a tu lado

feliz como nunca, con ansias de hogar

los chicos ya saben que es lo que ha pasado

y ahora hay un padre que pueden mostrar.

Mirá que regalos compré para todos:

juguetes y ropas, también un licor

y un velo de novia más lindo que el cielo

pue se que la nena ya tiene un amor.

Mirá...

nuestros cachorros como ayer

mirá...

como me abrazan otra vez

quién sabe cuantas veces

precisaron mi calor

y en esta desnudez

me habrán llamado con su llanto.

Hoy tengo la dicha de mi hogar

y sé que vos sufriste más que yo.

Vení, poné la mesa y escondé ese lagrimón,

no llores, volvamos a empezar.

Con sombras de carcel lavé mi pecado

si acaso la cárcel lo puede lavar.

Oggi torno di nuovo da te al tuo fianco

felice come non mai, desideroso di casa

i ragazzi già sanno quello che è successo

e ora c'è un padre che possono mostrare.

Guarda che regali ho comprato per tutti:

giocattoli e vestiti, e anche un liquore

e un velo da sposa più bello del cielo

perché può essere che la ragazza abbia già un amore.

Guarda ...

i nostri cuccioli come ieri

guarda ...

come mi abbracciano ancora

chissà quante volte

hanno richiesto il mio calore

e in questa nudità

mi hanno chiamato con le loro lacrime.

Oggi ho la gioia della mia casa

e so che hai sofferto più di me.

Vieni, apparecchia la tavola e nascondi queste lacrime,

non piangere, ricominciamo.

Con le ombre del carcere ho lavato il mio peccato

se davvero il carcere lo può lavare

Volvamos a empezarTango 1953 esecuzione orchestra Alfredo De Angelismúsica: D. Alvarez parole: E. Maradeicanta Oscar Larrocahttp://www.youtube.com/watch?v=bky1 -eEoIh0

SCRITTO DA FUORI

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Astrolabio - 1 5

RUBRICA SALUTE DEL CORPOa cura di Alberto Finessi

In ottemperanza e sintonia con la tabelladi marcia dettata dal dipartimentodell'Amm.ne Penitenziaria, il servizio“cucina detenuti”, delle carceri cittadinedell'”Arginone” ogni giorno coordinato daisuoi cuochi e dal suo staff di lavoranti“tuttofare”, cerca in un periodo di“vacche magre” di garantire un vittosoddisfacente e dignitoso, ed unagestione salutista, puntando principal-mente sull'osservanza delle buone normeigieniche, e sulla salute fisica dei suoicommensali.

La popolazione della nostra strutturacircondariale è molto eterogenea perprovenienza, culto e costumi di vita,quindi i nostri addetti ai lavori nonpossono trascurare di rispettare edifferenziare alcuni piatti, diversificando iloro ingredienti, come per i mussulmaniche escludono dai loro cibi la carne dimaiale e non solo, i nostri cuochidebbono anche tener conto di esigenze,linee alimentari, filosofie e diete variecome quelle di patologie come per idiabetici, i vegetariani, vegani e i vitti “inbianco” che escludono anche prodotticome uova, pesce ecc. ecc.

Va da sé, che con i “chiari di luna”, inquesta fase di recessione ed'impoverimento delle nostre finanze èinnegabile che ci si deve arrangiare e faredi necessità virtù, quindi nel rispetto dellequantità e della qualità delle tabelleministeriali, si cerca di diversificare evalorizzare nel limite del possibile lerisorse e le materie prime a disposizionedi una “cucina” che però non siaccontenta mai e con il supporto moraleanche degli stessi addetti della poliziapenitenziaria estraggono dal cilindroricette nuove e anche un trancio di pizzaal taglio, o un bicchiere di tè caldo puòaprire un varco ed un mesto sorriso disoddisfazione tra i detenutidell'”Arginone”.

CUCINARE ALL'ARGINONE

Ma se è vero che “quello che nonuccide fortifica” nel carcere la cucinanon è solo sinonimo di servizio e di vitto(lo stato maggiore nella preparazione edistribuzione di pasti); tra le nostre 260carceri, 60 di queste, restrizioni,diffidenza ed una buona dose diprevenzione si fondano con la creatività,l'abnegazione e la dedizione, il tuttocondito da una spolverata di solidarietàe da un volontariato esterno caparbio ecostante, per dare origine allaproduzione di ricette ed eccellenze dagran gourmet, o da guide come “IlGambero Rosso”, così nascono “I dolcidi Giotto”, i famosi e rinomati panettonisfornati dal carcere “Due Palazzi” diPadova, e a seguire prodotti con leetichette più ironiche e bizzarre, come ilpecorino dolce “Galeghiotto”, il vino“Fresco di Galera”, le lingue di gattadella “Banda Biscotti”, le tavolette “DolciLibertà”, Caglio rosso di Sulmona (AQ),lo zafferano di San Geminiano (SI), leuova di quaglia del penitenziario“Opera” di Milano e “Dolci evasioni”della casa Circondariale di Siracusa.

Una mescolanza tra pregiudizi,sovraffollamento, diritti, codici dicomportamento e solidarietà checoinvolgono e contagiano l'Amministra-zione Penitenziaria, imprenditori,cooperative sociali, maestri dolciari,gruppi d'acquisto; chi lavora nelcontesto di queste anomale eccellenzesi mette in gioco ed oltre ad apprendereun mestiere, si riapprpria di regole eritmi che solo il lavoro sa restituire,riconvertendo la pena in riscatto erieducazione, sfatando un altro luogocomune, dove di solito “chi sbagliapaga”, con “chi sbaglia può fare di più emeglio”.

In questa direzione concordiamo conGraziella Favero, direttore di “Ristretti

Orizzonti”, giornale del carcere “DuePalazzi” di Padova, quando asserisce checi sono nel microcosmo carcerariogestioni che non puntano unicamentesulla routine di “corsi e ricorsi” se purutili e costruttivi, ma anche su unaqualità delle materie prime e d'unaspecializzazione della manifattura degnedi essere citate e valorizzate.

Proferisce una responsabile di unacooperativa di volontariato:”niente comeil cibo unisce, annulla le distanze,smussa i pregiudizi, abbassa le muradelle carceri” ed è assodato che chiesercitata quest'arte con dedizionespirito professionale nell'espiazione dellapropria pena, difficilmente una voltapagato dazio alla “giustizia” torna adelinquere; uno sgravio economico nonindifferente per la società, basti pensareche ogni detenuto costa in mediacomplessivamente 70 mila euro l'anno.

E' imprescindibile che il cibo può creareun ponte tra dentro e fuori il carcere ene sono una netta testimonianza le“Cene Galeotte”, nel penitenziario diVolterra (PI), alla settima edizione, dove idetenuti coordinati da blasonati cuochiesterni preparano un menù con tutti icrismi dell'arte culinaria ad oltre 1 20invitati, mentre il ricavato dell'iniziativava devoluto completamente inbeneficenza.

Queste tra le più significative esperienzedi autogestione e di produzionecarceraria e di quanto “la cucina” possaunire ed intrecciare i nostri mondi.

LE RICETTE E SAGGI CONSIGLI DAI CUOCHI DEL NOSTRO CARCERE ESTENSE, MAANCHE UN VIAGGIO TRA I PIÙ VIRTUOSI ISTITUTI DI PENA CAPACI DI COMPETERE CONI PRODOTTI (DI PRODUZIONE PROPRIA) CON IL MADE IN ITALY DELLA NOSTRAGASTRONOMIA

Alberto Finessi

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IINNDDRROO MMOONNTTAANNEELLLLII

i l popolo cheignora ilproprio passatonon sapra' mainulla delpropriopresente

PPAARRTTEECCIIPPAA PPEERR RREESSIISSTTEERREE

TUTTI POSSONO SCRIVERE SULL'ASTROLABIO, LAVORARE IN REDAZIONE!

LA SCUOLAIN CARCERE

IMPARARE, FARSI UNA CULTURA: NON E’MAI TROPPO TARDI!!!MIGLIORA TE STESSO PER MIGLIORARELA TUA VITA. PENSA AL FUTURO.ALFABETIZZAZIONE PER CHI COMINCIA,SCUOLA MEDIA E SCUOLA SUPERIORE!