gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

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Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale -70% DCB Milano Copia di cortesia Periodico di cultura enogastronomica e turismo Anno 3 - Numero 21 - Giugno 2012 Speciale “Made in Italy”

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Speciale“Madein Italy”

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Gustare l’Italia3

In dieci anni l’Italia ha dimezzato le quote di mercato in Cina, nel Paese che nel 2020 sarà il

primo mercato al mondo, passando dal 14,2% nel 2001 al 6,5% del 2011.

Oggi cento bottiglie di vino che vengono importate solo 6 sono italiane mentre ben 55 proven-

gono dalla Francia.

Eppure i nostri vini sono molto apprezzati dai cinesi e costano anche meno di quelli dei cugini

d’oltralpe.

Le ragioni di questa incongruenza sono molto semplici: i produttori francesi investono ingen-

ti risorse per aiutare gli importatori a collocare i propri prodotti sul mercato, mentre gli italia-

ni continuano a utilizzare modelli superati e non riescono a “far sistema”.

È questa una delle tante assurdità che riguardano il “made in Italy”, soprattutto per ciò che at-

tiene alla sfera della gastronomia.

Prodotti apprezzati in tutto il mondo spesso non riusciamo a venderli o permettiamo che ven-

gano imitato in modo grossolano.

Gli esempi più clamorosi: il Parmigiano, in numerosi nazioni viene copiato anche nel nome:

parmesao, parmesan, regianito, sarvecchio parmesan e così via… e lo stesso accade per l’olio,

la pasta, i prosciutti, le salse, i vini…

Finora si è fatto poco e niente per impedire questa situazione che produce gravi danni alla no-

stra economia; basterebbe dare un’occhiata a ciò che si fa negli altri paesi per la difesa dei loro

prodotti (e magari in imitarli).

Al primo posto in questa opera viene la Francia: fino alla metà del secolo scorso qualsiasi na-

zione (Italia compresa) poteva impunemente chiamare “champagne” i proprio vini spumanti; in

pochi anni sono riusciti a impedire in modo drastico che questo accadesse: si pensi che il co-

mune di Champagne, situato nel cantone di Vaud in Svizzera, ha dovuto rinunciare a riportare il

nome del paese sui vini prodotti nel suo territorio, anche se non spumanti.

E lo stilista Yves Saint-Laurent ha dovuto annullare il lancio di un profumo che voleva chiama-

re “Champagne”…

In Italia, nella zona del Collio in Friuli, si produce da secoli il vino Tocai dal color paglierino do-

rato, profumo delicato e gradevole, sapore asciutto, pieno, con lieve gusto amarognolo.

Dal 31 marzo 2007 la Corte Europea ha stabilito che il nome Tocai non può essere più utiliz-

zato perché in Ungheria c’è il Tokaj prodotto con uve Furmint e Harsievelu che danno un vino

liquoroso molto alcolico, lontano anni luce dalla piacevolezza del nostro.

L’Argentina per difendere i proprio prodotti e migliorarne la produzione ha annunciato il bloc-

co delle importazioni dall’Italia che lo scorso anno vi aveva esportato 264 tonnellate di salumi e

così sta per accadere in Spagna e in Brasile.

Questi sono soltanto alcuni esempi di ciò che si fa negli altri paesi per difendere i propri pro-

dotti mentre in Italia per lunghi anni siamo stati a guardare.

Da un po’ di tempo però qualcosa si sta finalmente muovendo grazie ad organizzazioni nate

per la difesa del “made in Italy” e all’opera di alcuni politici che si sono svegliati hanno incomin-

ciato a fare arrivare a Strasburgo le proteste in difesa dei nostri prodotti.

Che è poi la difesa della nostra economia.

È ciò che raccontiamo in questo numero di “Gustare l’Italia”

La redazione Edito

riale

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4Gustare l’Italia

SPECIALE “MADE IN ITALY”

6 L’intervista Italiani nel mondo: intervista a Franco Narducci

10 L’agroalimentare italiano sotto assedio

Som

mar

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iugn

o 20

12

12 “Tarocco” e i suoi fratelli

14 Lotta alla contraffazione: i numeri del 2011

16 Contro le frodi alimentari al servizio dei cittadini

18 Un’agenzia contro l’agropirateria

22 Quando il nome di un popolo diventa “brand”

26 Il progetto “True Italian” e l’Italian Sounding

30 Tutti uniti in difesa del “made in Italy”

34 GDO straniera a sostegno del “made in Italy”

36 Vola all’estero il 20% del “made in Italy”

10

18

22

36

42

38 Lo spumante italiano conquista il mondo

40 Solo prodotti italiani per le bevande alla frutta

42 Topo Gigio, il “Top” del “made in Italy”

46 Continuano a prenderci in giro!

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Gustare l’Italia5

GUSTARE L’ITALIA - Periodico di cultura enogastronomica e turismo - Anno 3 - Numero 21 - Giugno 2012 - Reg. Trib. di Milano n° 201 del 14/04/2010 - Editore: Linea Editoriale srl - Viale Marche, 64 - 20159 MilanoIscrizione ROC (Registro Operatori della Comunicazione) 21940 - ISSN code 2279-7998

Direttore Responsabile: Massimo Balletti - Direttore Editoriale: Cino Tortorella - Art Director: Daniele Colzani

Impaginazione: Daniele Colzani - Giovanni Di Gregorio - Segreteria di Redazione: Rodolfo Puoti

Concessionaria pubblicità: Linea Editoriale Advertising Responsabile Trattamento Dati Personali: Dina Lietti - L’editore ga-

rantisce la massima riservatezza dei dati forniti e la possibilità di richiedere gratuitamente la rettifica o cancellazione

ai sensi dell’art. 7 del D. Lgs 196/2003 scrivendo a: [email protected]

Hanno collaborato: Giancarla Bonaglia - Paolo Bonagura - Saverio Carlo Buttiglione - Maurizio Casati - Emanuela Cat-

taneo - Federico Danesi - Paola Ciribilli - Felice Maratea - Grillo Parlante - Giancarlo Renzi - Angelo Sala - Claudio Sisto

- Lucia Tortorella - Piero Valdiserra - Accademia Italiana della Cucina - AICIG Associazione Italiana Consorzi Indicazioni

Geografiche - Assist Group - Associazione Nazionale Città della Chianina - Assolatte - Cinque Sensi - Coldiretti - Coldi-

retti Verona - Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari - Confagricoltura - Confederazione Italiana Agricolto-

ri - Consorzio del Parmigiano Reggiano - Consorzio del Prosciutto di Parma - Consorzio di Tutela Conegliano Valdob-

biadene Prosecco Superiore DOCG - ICQRF Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressioni Frodi dei

prodotti agroalimentari - Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali - Quirinale - Res Tipica

© Riproduzione (anche parziale) vietata - Indirizzi e contatti: Linea Editoriale srl - Viale Marche, 64 - 20159 Milano

Redazione Milano: Via Abbadesse, 20 - 20124 Milano

E-mail: [email protected]

58

76

50 Vino italiano: questione di qualità

52 E’ tempo di eno-turismo

56 Agriturismo?

58 “Il Mulino” un agriturismo vero

64 Mario Fongo, il “panatè”

69 “Forme di luce”

70 Le “lune” di Gustare l’Italia “La Grotta”

76 “Spazio Abbadesse”, tradizione e modernità

80 Alla scoperta di “Città della Chianina”

82 La Valtiberina toscana

84 Consumi & tradizioni Come sono cambiati gli italiani a tavola

90 Tavole nascoste La storia d’Italia è servita “À la carte”

94 Libri da mangiare

96 Ultim’ora Acquisti solidali per il Parmigiano “terremotato”

www.gustarelitalia.it

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Italiani nel mondo:intervista a Franco Narducci

6Gustare l’Italia

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Intervistiamo l’On. Franco Narducci, Presi-

dente UNAIE (Unione Nazione Associazione

Immigrati ed Emigrati)

Onorevole Narducci, quali sono i prodotti

della gastronomia italiana dei quali i nostri con-

nazionali residenti all’estero sentono maggior-

mente la mancanza?

Ognuno ha le proprie nostalgie a seconda

della regione dalla quale proviene, perché ha

nei suoi ricordi i sapori e i profumi dei cibi più

tradizionali.

Sono tante nel mondo le comunità di emi-

grati di vari popoli: spagnoli, irlandesi, porto-

ghesi, francesi… Ma pochi hanno un legame

così profondo con le loro tradizioni alimentari

come gli emigrati italiani che hanno continuato

a cercare i prodotti della loro terra e sono riu-

sciti a farli apprezzare e amare anche dalle al-

tre comunità.

Il risultato è che la nostra cucina è ai primi

posti nel mondo per gradimento; il successo

dello stile italiano trova conferma nella diffusio-

ne dei nostri prodotti all’estero dove ci sono

decine di migliaia di ristoranti che valorizzano

esclusivamente la nostra cucina; soltanto a

Zurigo, dove risiedo, ce ne sono oltre 150.

Quali sono i prodotti della gastronomia italia-

na più apprezzati all’estero?

In assoluto il più gradito, in ogni parte del

mondo, è la pizza; se qualcuno, cento anni fa,

avesse avuto l’idea di brevettare, per esempio,

la “pizza margherita” oggi con le royalties gua-

dagnate sarebbe l’uomo più ricco del mondo.

La pizza è forse il cibo più coinvolgente, il più

allegro, amato da giovani e anziani e alla por-

tata di tutte le borse.

Purtroppo la pizza si può realizzare anche

con prodotti non italiani; farina, acqua e pomo-

dori si possono trovare in ogni parte del mon-

do; quali sono i prodotti assolutamente “made

in Italy” più desiderati all’estero?

Sono quelli fondamentali dell’ alimentazione

mediterranea, la “mediterranean diet”: pasta,

olio, vini, formaggi, salumi.

Franco Narducci, vicepresidente della III Commissione (Affari Esteri e Comunitari)e Presidente UNAIE (Unione Nazionale

Associazioni Immigrati ed Emigrati)

Page 7: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia7

Tutti prodotti che molti cercano di imitare ad-

dirittura scimmiottando i nomi in modo di farli

credere autenticamente italiani: palenta, par-

mesao, mortadela, cambozola, parmesan, re-

gianito, olio romulo…

Per anni le autorità italiane sono rimaste a

guardare, a differenza delle altre nazioni che

hanno difeso con energia i prodotti nazionali.

Da qualche tempo però ci si sta svegliando

anche da noi grazie anche ad alcuni colleghi

europarlamentari che a Strasburgo hanno fatto

sentire la nostra protesta. Alcuni provvedimen-

ti sono risultati importanti per l’economia na-

zionale, abbiamo vinto alcune battaglie ma

molto resta ancora da fare.

Oggi ci sono varie organizzazioni nate per di-

fendere il “made in Italy”, in primo luogo “Ciao

Italia”, e naturalmente anche l’UNAIE; i prodot-

ti più facili da difendere sono i vini, ma come

difendere il “formaggio di fossa”, il “lardo di

Colonnata”, i fagioli di Sorana o di Lamon, le

lenticchie di Castelluccio? Come difendere il

prosciutto di Parma, di San Daniele, di Langhi-

rano in sede estera oltre il diritto dei marchi re-

gistrati?

Eppure dobbiamo riuscirci e ce la stiamo

mettendo tutta e con tutti i canali, anche a li-

vello informatico.

Per i vini abbiamo faticato molto; abbiamo

pagato l’immagine negativa che avevamo nel

mondo dopo lo scandalo del metanolo che i

nostri concorrenti hanno sfruttato abbondan-

temente senza risparmiarci nessun attacco

Oggi però il vino italiano è ai primi posti nel

mondo per esportazione.

Con la stessa determinazione ce la faremo

anche per difendere gli altri nostri prodotti

d’eccellenza.

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8Gustare l’Italia

Dobbiamo impedire i danni che ci arrivano

delle frodi a danno del cibo Made in Italy an-

che all’estero; infatti, secondo i dati elaborati

da Coldiretti, il fatturato da frode a danno del

prodotto italiano di qualità ha raggiunto nel

mondo i 60 miliardi di euro.

Più del doppio delle esportazioni dei prodot-

ti originali.

I vini francesi però sono al primo posto per

volume di affari nell’esportazione.

Questo perché se li fanno pagare di più; i

francesi sono più bravi di noi a valorizzare i lo-

ro prodotti attraverso la pubblicità; si sta però

cominciando a capire che la qualità dei nostri

vini supera spesso quelli francesi ed è perciò

antieconomico pagarli di più.

In Cina, che tra dieci anni sarà il primo merca-

to al mondo, i nostri vini sono molto apprezzati,

eppure su 100 bottiglie che importiamo, solo 6

sono italiane mentre le francesi sono al 55%.

II produttori francesi investono ingenti risor-

se per aiutare gli importatori a collocare i pro-

pri prodotti sul mercato mentre gli italiani con-

tinuano a utilizzare modelli superati; posso

però dire che le cose stanno cambiando.

Gli italiani stanno imparando a “fare siste-

ma”, gli altri ci copiano il parmigiano, il pecori-

no, il prosciutto… anche noi dobbiamo comin-

ciare a copiare qualcosa.

Per esempio?

Ad avere più orgoglio nazionale, a valorizzare

i nostri prodotti che sono i migliori al mondo, a

essere meno individualisti.

Gli italiani dovrebbero amare la propria terra

con la passione degli emigrati, di chi ha dovu-

to lasciare la Patria per andare in cerca di lavo-

ro, di chi quando riassapora i cibi della tradi-

zione è assalito dalla nostalgia fino alle

lacrime...

Page 9: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia9

Chi è Franco NarducciÈ nato a S. Maria del Molise (IS) nel 1947, primo di quattro figli. Sposato con Patrizia ha

due figli, Rebecca e Maximilian, nati in Svizzera, che amano moltissimo l’Italia, la sua cultu-

ra e la sua lingua.

Dopo la maturità tecnica ha iniziato gli studi all’Università di Napoli, facoltà di Economia e

Commercio, interrotti successivamente per tra-

sferirsi in Svizzera dove risiede dal 1970.

Ha lavorato per un decennio nel settore dell’in-

gegneria edile e ha partecipato attivamente alla

vita associativa degli italiani immigrati in questo

Paese, dedicando il suo impegno alle ACLI, in

particolare, nelle sue strutture di base.

Il mercato del lavoro e le sue trasformazioni

hanno rappresentato un punto centrale dei suoi

interessi professionali e culturali; si è occupato

vari anni di formazione professionale per i cittadi-

ni italiani giovani ed adulti residenti in Svizzera.

Fra le altre sue attività ha promosso importanti

progetti formativi finalizzati ad una qualificata in-

tegrazione professionale dei cittadini italiani residenti nel territorio elvetico, progetti elabora-

ti, organizzati e attuati in stretto accordo con le Istituzioni svizzere e italiane.

Nel dicembre 1998 è stato eletto Segretario Generale del Consiglio Generale degli Italiani

all’Estero (CGIE), carica ricoperta fino al 2006. Nel CGIE ho dato un forte impulso, fin dalla

1° Conferenza degli Italiani nel Mondo (anno 2000), all’affermazione dei diritti dei residenti

all’estero e alla riflessione sulle giovani generazioni lontane dall’Italia.

Alle elezioni politiche del 2006 è risultato il Deputato primo eletto della lista Unione Prodi,

ripartizione Europa. Durante la legislatura è stato nominato presidente del Comitato perma-

nente sugli italiani all’estero e il 28 settembre del 2007 è stato eletto, a Trento, Presidente

dell’Unione Nazionale delle Associazioni Immigrati ed Emigrati, a cui aderiscono le più im-

portanti associazioni regionali degli italiani residenti all’estero.

Rieletto nella XVI Legislatura, ricopre l’incarico di Vicepresidente della Commissione Affari

esteri e comunitari della Camera dei Deputati.

Il poco tempo libero che gli rimane a disposizione lo dedica alla famiglia, alle letture e agli

eventi sportivi, una passione che in passato lo ha portato ad essere per 8 anni presidente

del Fortuna Villmergen, una squadra di calcio della Lega dilettanti svizzera, che per quasi 40

anni ha rappresentato i valori sportivi italiani.

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L’agroalimentare italianosotto assedio

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La battaglia ai falsi e ai tarocchi che insi-

diano il nostro agroalimentare si inasprisce

sempre di più e raggiunge traguardi impor-

tanti.

Lo dimostrano le cifre in aumento del nu-

mero dei controlli, che nel 2011 hanno porta-

to al sequestro più di 500 tonnellate di pro-

dotti, per un valore di 37 milioni di euro.

Una più che necessaria azione di contrasto

al fenomeno dilagante della contraffazione, in

grado si generare nel mondo un “business il-

legale” di ben 60 miliardi di euro l’anno: soldi

“scippati” al nostro agroalimentare, di cui 3

miliardi direttamente sottratti al comparto

agricolo.

Lo afferma la Cia - Confederazione Italiana

Agricoltori, commentando quanto emerso

nella conferenza stampa del ministero alle

Politiche agricole sull’attività degli organismi

di controllo nel 2011.

Il numero crescente di ispezioni ci descrive

un impegno maggiore delle autorità compe-

tenti nella direzione della tutela del nostro pa-

trimonio agricolo, ma è anche una testimo-

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Gustare l’Italia11

nianza del grande danno economico subito

dal settore e del rischio che corrono i consu-

matori in termini di sicurezza alimentare.

Eppure l’Italia conta il maggior numero di

prodotti certificati: oltre il 22 per cento di

quelli registrati a livello europeo.

A questi vanno aggiunti gli oltre 400 vini

Doc, Docg e Igt e gli oltre 4mila prodotti tra-

dizionali censiti dalle Regioni e inseriti nell’Al-

bo nazionale.

Una lunghissima lista di prodotti costante-

mente esposti al “fuoco” del “taroccamento”,

che oltre alle vere e proprie frodi, di solito

rappresentate dai prodotti che entrano “clan-

destinamente” dall’estero e vengono intro-

dotti nei nostri mercati, sono costantemente

minacciati dal più ampio fenomeno dell’“Ita-

lian sounding”.

Apprezziamo quindi l’impegno e i risultati

delle autorità competenti, ma bisogna fare di

più per tutelare un comparto che da solo vale

il 15 per cento del Pil e che rappresenta un

patrimonio culturale e gastronomico ricchis-

simo.

Adesso servono misure “ad hoc” come

l’istituzione di una “task-force” in ambito Ue

per contrastare truffe e falsificazioni alimen-

tari; sanzioni più severe contro chiunque imiti

prodotti a denominazione d’origine; un’azio-

ne più decisa da parte dell’Europa nel nego-

ziato Wto per un’effettiva difesa delle certifi-

cazioni Ue; interventi finanziari, sia a livello

nazionale che comunitario, per l’assistenza

legale a chi promuove cause (in particolare ai

consorzi di tutela) contro chi falsifica prodotti

alimentari.

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“Tarocco” e i suoi fratelli

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“Palenta” croata per indicare invece la po-

lenta, tipico prodotto del territorio veneto e

veronese: questo è solo l’ultimo esempio di

contraffazione e pirateria nell’agroalimentare.

“Il fatto che per effetto della falsificazione

vengano sottratti all’agroalimentare nazionale

ben 164 milioni di euro al giorno dimostra che

il contrasto all’evasione fiscale, la lotta alla

contraffazione e alla pirateria rappresentano

per le Istituzioni un’area di intervento priorita-

ria per recuperare risorse economiche utili al

Paese e generare occupazione”, ha affermato

il presidente della Coldiretti Sergio Marini a

commento dei risultati della prima relazione

sulla contraffazione e pirateria nell’agroali-

mentare elaborata dalla Commissione Parla-

mentare di inchiesta.

La lotta alla contraffazione alimentare è

considerata prioritaria dalla maggioranza dei

cittadini anche rispetto ad altri settori come il

tessile: le frodi a tavola sono le più temute da

sei italiani su dieci, secondo una indagine

Coldiretti/Swg.

Ai rischi per la salute si sommano i danni

d’immagine provocati al Made in Italy che

nell’alimentare è il più copiato a livello inter-

nazionale per i grandi risultati raggiunti sul

piano della qualità.

A essere colpiti sono i prodotti più rappre-

sentativi dell’identità alimentare come è stato

evidenziato dall’esposizione della Coldiretti

sui casi più eclatanti di pirateria alimentare

divisi per regione.

Se sul piano nazionale le recenti operazioni

hanno scoperto falsa mozzarella di bufa-

la dop, ma anche vino ed olio etichettati

come doc e dop senza documenti di

tracciabilità, a livello internazionale sono

state scovate aberrazioni, dalla “palenta”

croata aconserva di pomodoro “Conta-

dina” trasformata in California, dal “Par-

ma salami” del Messico al “Parmesao”

del Brasile, dallo “Spicy thai” pesto sta-

tunitense all’olio “Romulo” con tanto di

lupa che allatta venduto in Spagna al

“Chianti” prodotto in California, ma an-

che una curiosa “Mortadela” siciliana dal

Brasile, senza dimenticar il “Cambozola”

prodotto in Germania e il provolone “Ma-

de in Wisconsin”.

Altro caso emblematico di falso Made

in italy nel mondo: il Consorzio di tutela

del radicchio Igp di Treviso denuncia che

a New York è stato commercializzato del

falso radicchio Igp.Mad

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Italy/

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Page 13: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia13

In barba a tutte le re-

gole sulla tutela comu-

nitaria del prodotto, il

prodotto porta un’eti-

chetta dove è scritto

“Radicchio Treviso,

grown in Holland, eat

right America” ed è in

vendita promozionale a

9,99 dollari in un nego-

zio di ortofrutta.

Nonostante da uno

studio Coldiretti-Euri-

spes sia emerso come

il falso “Made in Italy”

copra oltre il 75% del

mercato mondiale, sottraendo enormi possi-

bilità di export alle nostre aziende, finora si

pensava che il fenomeno fosse limitato a cibi

“simbolo” (come il Parmigiano) e facilmente

conservabili.

I numeri del fenomeno “tarocco”Ma che addirittura la contraffazione potes-

se arrivare a prodotti freschi, deperibili e ol-

tretutto meno facilmente riconoscibili dal

consumatore, sembrava impossibile.

E invece è successo. Segno che i prodotti

agroalimentari italiani sono apprezzati in tutto

il mondo e senza differenze o barriere tra le

varie tipologie; ma anche che qualcuno sta

lucrando su un brand che non è suo.

E l’episodio assume contorni ancora più in-

quietanti se i concorrenti sleali non sono pa-

esi terzi, ma membri della stessa Unione Eu-

ropea.

Gli studi che si sono occupati del falso

“Made in Italy” nel mondo sono diversi: si va

dal rapporto Censis del 2009 (“Il fenomeno

della contraffazione nel mondo e le ricadute

sul mercato italiano”), a quello di Coldiretti ed

Eurispes del 2011.

All’estero, oltre il 70% delle paste di grano

duro sarebbero “taroccate”, l’85% degli ace-

ti e il 54% del prosciutto crudo.

A livello mondiale, le stime indicano che il gi-

ro d’affari dell’Italian sounding superi i 60 mi-

liardi di euro l’anno (164 milioni di euro al gior-

no), cifra 2,6 volte superiore rispetto all’attuale

valore delle esportazioni italiane di prodotti

agroalimentari (23,3 miliardi di euro nel 2009).

Da tempo Coldiretti è impegnata in un pro-

getto di tutela e valorizzazione del vero Made

in Italy agroalimentare Occorre, pertanto, fer-

mare gli esempi di imitazione e contraffazione

di prodotti agroalimentari italiani.

Il rischio è che si associno indebitamente ai

prodotti esteri valori riconosciuti e apprezzati

dai consumatori stranieri, come quelli del ve-

ro Made in Italy agroalimentare, in primis la

qualità.

Si tratta di una concorrenza sleale nei con-

fronti dei produttori nazionali con il rischio

che, soprattutto nei Paesi emergenti come la

Cina, si radichi tra i consumatori un falso

“Made in Italy” che non ha nulla a che fare

con il prodotto originale e che toglie invece

spazio di mercato ai prodotti autentici.

Page 14: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Lotta alla contraffazione:i numeri del 2011

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Il Ministro delle politiche agricole alimentari

e forestali Mario Catania ha presentato i risul-

tati dell’attività operativa 2011, in ambito agro-

alimentare, dell’Ispettorato centrale della tute-

la della qualità e repressione frodi dei prodotti

agroalimentari, del Comando Carabinieri poli-

tiche agricole e alimentari, del Corpo forestale

dello Stato e della Guardia Costiera-Capitane-

rie di Porto.

Gli organismi di controllo hanno effettuato,

nel 2011, un totale di 79.167 controlli e seque-

stri per 36.854.189 euro, le sanzioni ammini-

strative contestate sono state 8.737 e 1.304 le

persone segnalate all’Autorità giudiziaria.

Ognuno degli organi di controllo ha un’area

specifica di intervento e l’Ispettorato centrale

della tutela della qualità e repressione frodi dei

prodotti agroalimentari, Icqrf, è l’organo di

controllo ufficiale del Ministero delle politiche

agricole e forestali, attraverso controlli sulla

qualità, genuinità e identità dei prodotti agroa-

limentari e dei mezzi tecnici di produzione

agricola, è da sempre impegnato nel contrasto

agli illeciti, alle frodi e alle contraffazioni che

portano alla concorrenza sleale e minano i di-

ritti dei consumatori.

L’Icqrf, nel 2011, ha effettuato 43.452 con-

trolli, contestato 5.513 sanzioni amministrative

e sequestrato beni per un valore di 14.988.690

euro.

Il Comando Carabinieri Politiche agricole e

alimentari, con un organico di 80 uomini, ope-

ra a supporto ed integrazione dei controlli am-

ministrativi svolti dagli altri organismi di vigi-

lanza del Ministero.

I controlli straordinari attivati dai Nac, i Nu-

clei Antifrodi Carabinieri, sono infatti sviluppa-

ti con indagini di polizia giudiziaria, secondo

metodiche proprie delle investigazioni tecni-

che e scientifiche, e pertanto sono orientate

ad individuare le aree di macro-illegalità che

assumono rilievo penale.

Due sono essenzialmente le macroaree di

intervento dei Nac: le frodi comunitarie e le

frodi agroalimentari.

Nel 2011 i Nac hanno controllato 1768

aziende, 332 sono le denunce e 187 le viola-

zioni amministrative contestate, hanno accer-

tato illeciti contributi comunitari per oltre 8 mi-

lioni di euro, sequestrato oltre 7 mila

ltonnellate di prodotti alimentari, e sottratto al

circuito illegale beni per un valore di 209 milio-

ni di euro.

Mario Catania, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali

Mad

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Gustare l’Italia15

Il Corpo forestale dello Stato Nucleo

agroalimentare e forestale ha effettuato

6.171 controlli, sequestrati 12.610 kg di

prodotti per un valore di 970.000 euro e

segnalato all’Autorità giudiziaria 187 per-

sone.

Infine il Corpo delle Capitanerie di Porto

Guardia Costiera ha effettuato 27.776

controlli: in particolare, oltre la metà degli

accertamenti effettuati dalle Capitanerie

di porto si è concentrata nei punti di sbar-

co che rappresentano il crocevia di tran-

sito del prodotto ittico verso la catena

della commercializzazione.

Inoltre, a tutela del consumatore finale e a

garanzia della libera e regolare concorrenza, il

personale del Corpo ha eseguito molteplici

ispezioni presso tutti quegli esercenti dediti alla

compravendita all’ingrosso ed al dettaglio del

pesce e ha chiuso 18 esercizi commerciali oltre

a sequestrare 186.771,29 kg di prodotti.

Il ministro Catania intervenendo ha dichiara-

to: “È opportuno evitare duplicazioni e puntare

a razionalizzare e semplificare i controlli nel

settore agroalimentare, ma dobbiamo sempre

ricordarci che quello italiano è il miglior siste-

ma produttivo del mondo anche perché può

far leva su un elevato sistema di controlli. De-

strutturarlo sarebbe un terribile autogol per il

sistema delle imprese: la qualità del controllo è

garanzia della qualità delle nostre produzioni.

La nostra attenzione alle contraffazioni e alle

frodi alimentari è rivolta, naturalmente, sia al mer-

cato nazionale che a quello estero. Il Prosecco è

una storia di successo del Made in Italy agroali-

mentare che viene contraffatta all’estero.

In Europa il prodotto gode di una protezione

sufficientemente garantita, però resta ancora

molta strada da fare.

Per esempio, stiamo portando avanti la bat-

taglia per ottenere l’obbligo, per ogni Stato

membro, di perseguire le contraffazioni sul

proprio territorio senza aspettare la denuncia

del Paese che si ritiene danneggiato

Al di fuori della Comunità europea, nei mer-

cati dei Paesi terzi come l’Australia, prodotti

come il Prosecco non vengono tutelati. In que-

sto caso dobbiamo attivarci in sede di Orga-

nizzazione mondiale del commercio e pensare

di tutelarci anche ricorrendo alla registrazione

dei marchi.

Un’attività su cui il Mipaaf interviene proatti-

vamente, assistendo i nostri operatori nella re-

gistrazione dei prodotti sui più importanti mer-

cati del mondo”.

Page 16: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Contro le frodi alimentari,al servizio dei cittadini

16Gustare l’Italia

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Il Comando Carabinieri Politiche Agricole e

Alimentari, con un organico di 80 uomini, ope-

ra a supporto ed integrazione dei con-

trolli amministrativi svolti dagli altri

organismi di vigilanza del Mini-

stero delle Politiche Agricole e

Alimentari.

I controlli straordinari attiva-

ti dai NAC, i Nuclei Anti- fro-

di Carabinieri, sono in-

fatti sviluppati con

indagini di polizia giu-

diziaria, secondo meto-

diche proprie delle investi-

gazioni tecniche e scientifiche,

e pertanto sono orientate ad individuare le

aree di macro-illegalità che assumono rilievo

penale.

Secondo quanto sancito dal d.Lgs. 5 Otto-

bre 2000, n. 297 E dal d.P.R. 22 Luglio 2009,

n. 129, due sono essenzialmente le macroaree

di intervento dei Nuclei Antifrodi Carabinieri:

le frodi comunitarie,

le frodi agroalimentari.

Questo modello operativo esclu-

sivo ha consentito di caratteriz-

zare l’elevata efficienza opera-

tiva degli 80 uomini dei NAC

come dimostrano i risultati

conseguiti nel 2011: 1768

aziende controllate,

332 denunce e 187

violazioni amministrati-

ve contestate, accertati il-

leciti contributi comunitari per

oltre 8 milioni di euro, oltre 7 mila

le tonnellate di prodotti alimentari sequestrati,

209 milioni il valore dei beni sequestrati sottrat-

ti al circuito illegale.

L’azione di contrasto alle frodi.Falso olio extra vergine d’oliva in realtà olio

d’oliva “deodorato”, fal-

so pomodoro DOP, ed

altri prodotti falsamente

indicati “biologici” a de-

nominazione di origine o

con marchi di qualità,

alimenti privi delle indi-

cazioni sulla tracciabilità,

in cattive condizioni e

scaduti di validità: queste

le principali irregolarità ri-

scontrate nei circuiti di

commercializzazione na-

zionale ed internazionale

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Page 17: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia17

e che hanno portato agli imponenti sequestri di

oltre 7 mila tonnellate di prodotti alimentari nel

corso del 2011.

Nello stesso periodo le numerose verifiche

ispettive hanno visto i Nuclei Antifrodi Carabi-

nieri (NAC) di Roma, Parma e Salerno operare

in tutto il territorio nazionale con controlli su

835 aziende, sulla grande distribuzione orga-

nizzata, nei principali centri commerciali e nei

mercati generali, verificando in particolare

l’osservanza della normativa nazionale ed eu-

ropea a tutela della qualità alimentare, specie

in riferimento agli obblighi sulla tracciabilità

degli alimenti.

Ingenti sequestri hanno riguardato in parti-

colare 9 mila litri di olio “deodorato” prove-

niente dall’estero e commercializzato in Italia

come olio extravergine d’oliva, altre 3 mila ton-

nellate di olio lampante proveniente da paesi

extracomunitari, 28 tonnellate di mais ogm

commercializzato come mais semplice privo

delle indicazioni sulla tracciabilità, falso pomo-

doro DOP destinati anche all’esportazione ne-

gli USA.

Di rilievo anche un’efficace azione di respin-

gimento attivata con l’Agenzia delle Dogane di

oltre 3 mila tonnellate di grano tenero falso

“biologico” di provenienza straniera.

I NAC ricordano ai consumatori che posso-

no consultare il sito istituzionale del Reparto

sul link: http://www.carabinieri.it/Internet/Cit-

tadino/consigli/tematici/, inoltrare segnalazioni

alla casella di posta elettronica: ccpacdo@ca-

rabinieri.it, oppure contattare direttamente il

numero verde 800 020320.

Per i casi più gravi e urgenti il cittadino può

sempre rivolgersi ad una delle oltre 4600 Sta-

zioni dei Carabinieri diffuse su tutto il territorio

nazionale.

Page 18: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Un’agenziacontro l’agropirateria

18Gustare l’Italia

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Contraffazione e agropirateria: una vera e

propria aggressione al sistema agricolo e a

tutto l’agribusiness (che vale oltre il 15% del

Pil del Paese e garantisce più del 10% dell’oc-

cupazione nazionale), con danni economici e

di immagine incalcolabili.

Nel 2011 il valore dell’export dell’agroali-

mentare ha superato i 30 miliardi di euro, po-

nendosi ai primi posti (con l’8%) nel totale

delle esportazioni del nostro Paese.

La questione è stata affrontata nella sessio-

ne plenaria del Consiglio Nazionale Anticon-

traffazioni (CNAC), al ministero dello Sviluppo

Economico, a cui ha preso parte il vicepresi-

dente di Confagricoltura, Salvatore Giardina:

“E’ problema complesso e di difficile soluzione

perché non esiste ancora una legislazione in

campo internazionale.

In qualche caso esistono

accordi bilaterali per la tu-

tela delle denominazioni

che consentono di fron-

teggiare il fenomeno, ma i

costi dei controlli sono mol-

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5

Page 19: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia19

to elevati. Là dove, invece, non ci sono

regole l’agropirateria non può neppure

essere perseguita.”

Il fenomeno, potenzialmente riguar-

da tutte le denominazione d’origine,

anche se oggi di fatto colpisce un nu-

mero molto limitato di prodotti, molto

importanti però dal punto di vista eco-

nomico (l’80% del fatturato delle Dop

e Igp è fatto da sette prodotti).

E non va trascurato il fatto che i con-

trolli sui casi di agropirateria e contraf-

fazione sono a carico dei Consorzi di

tutela e che i costi, dalla denuncia fino

alla sentenza definitiva in un eventuale

processo, sono molto elevati, visto anche l’al-

to numero dei casi.

Per contenere i costi dei Consorzi sarebbe

utile creare un’Agenzia europea per la lotta

all’agropirateria, che si occupi di effettuare i

controlli e di perseguire legalmente i colpevoli,

anche su segnalazione degli Stati membri, dei

Consorzi di tutela e dei consumatori. Una stra-

da per vincere le usurpazioni potrebbe essere

quella dell’indicazione di origine in etichetta.

Per questo in ambito WTO bisogna interve-

nire a fianco degli USA, sia come Italia, sia co-

me Ue, nel ricorso contro la decisione del Pa-

nel che si è espresso contro l’indicazione

obbligatoria delle carni bovine e suine, rite-

nendola discriminatoria.

Di pari passo si dovrebbero rilanciare, sem-

pre in sede Wto due temi importanti: la tutela

del sistema comunitario delle indicazioni geo-

grafiche (assente dal negoziato che sinora ha

privilegiato gli aspetti relativi alla riduzione del-

le tariffe doganali e dei sostegni) e quello degli

standard tecnici ed in campo ambientale e so-

ciale.

Per quanto riguarda l’“Italian sounding”, per

Confagricoltura, vanno create regole nuove.

“Prima di arrivare ad un inquadramento interna-

zionale della materia almeno

all’interno della UE, la recente

pubblicazione del regola-

mento UE 1169/11 sull’eti-

chettatura dovrebbe aiutarci

a combattere questo feno-

meno”.

no

Page 20: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012
Page 21: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

L’unità d’Italiaè stata costruitaanche a tavolaed è molto ben

rappresentatadai nostri

prodotti tipici:auspichiamo

una filieraagroalimentare

tutta italiana.

P e r i o d i c o d i c u l t u r a e n o g a s t r o n o m i c a e t u r i s m o

Page 22: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Quando il nome di un popolo diventa “brand”

22Gustare l’Italia

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Anche il nome di una nazione può diventare

brand cioè marchio commerciale: succede

quando un popolo per storia, cultura e ingegno

si distingue nel creare nuovi prodotti innovativi

in un comparto, come è successo all’Italia alla

fine del secolo scorso in quello del Tessile Ab-

bigliamento, imponendo ai mercati globali lo

stile di vita nel vestirsi alla Moda Italiana.

E’ successo che il “made in Italy” nella moda

si sia imposto al mondo con il lavoro dei sarti

italiani Valentino, Versace, Gucci, Armani, Trus-

sardi, Ferrè che sono diventati griffes inter-

nazionali trasformandosi in fabbriche manifat-

turiere favorendo la nascita di altre come

Benetton, Prada, Della valle, Costume National,

Diesel.

Da qualche anno anche nell’enogastrono-

mia e agroalimentare il brand “Italia” è diven-

tato sinonimo di qualità, gusto e sapore tipico

inimitabile, salubrità. Inimitabile???

Si è scatenata una guerra commerciale nel

mondo, come si era già fatto nella moda, per

imitare e copiare l’enogastronomia italiana,

con marchi ed etichette che assomigliassero

nel nome a quello dei prodotti “tipici” italiani

per poter sfruttare questo “valore aggiunto”

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Page 23: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia23

nel prezzo e nella possibilità di

vendita di tutt’altri prodotti.

Un mio amico docente universi-

tario nato in Puglia, Paolo De Ca-

stro, diventato Ministro alle Politi-

che Agricole ha fatto di tutto per

difendere in sede europea il Parmi-

giano Reggiano, specie dalle imi-

tazioni interne al continente come

quelle francesi, e ci è riuscito, fa-

cendo legiferare regole restrittive.

Questo Ministro mi ha invitato a

Bari all’incontro con la collega spa-

gnola quando insieme firmarono il

protocollo d’intesa per porre all’attenzione

dell’Unesco la candidatura della “Dieta medi-

terranea” quale patrimonio dell’umanità, inne-

scando un processo al quale si sono aggregate

altre nazioni rivierasche del nostro mare, pro-

duttrici di gastronomie salutari all’allungamento

della vita (come certificò il dottor Ancel Keys nel

1950 col suo studio su 12.000 persone di sette

nazioni del mondo) ed ora questo risultato è

stato raggiunto.

Questo Ministro ora è diventato Presidente

della Commissione Agricoltura al Parlamento

Europeo ed ha fatto fare una legge che “impo-

ne” nell’etichettatura dell’olio extravergine

Paolo de Castro, Presidentedella Commissione agricoltura e sviluppo rurale

del Parlamento Europeo

d’oliva “..non solo il luogo dove viene molito

ma anche quello dove le olive vengono raccol-

te” affinché sia il consumatore a decidere cosa

comprare, se è vero come è vero che per Olio

Italiano viene spacciato di tutto, l’obiettivo di

De Castro è la tracciabilità di tutti i prodotti ali-

mentari.

La sua Puglia sta diventando laboratorio

d’eccellenza di queste buone prassi, tanto è

vero che l’Assessore Regionale Dario Stefàno

ha istituito il marchio unico regionale “Prodotti

Page 24: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

24Gustare l’Italia

di Puglia”, un cappello informativo che certifi-

ca qualità, salubrità e tracciabilità, grazie an-

che al disciplinare messo a punto dall’Istituto

Agronomico Mediterraneo diretto da Cosimo

Lacirignola ed ai controlli anche via TAC effet-

tuati dall’Università di Bari.

La Puglia è la più grande regione al mondo

produttrice di olio d’oliva extravergine che, ol-

tre che buono al gusto (provatelo su una fetta

di Pane di Altamura con pomodorini di Torre

Guaceto, presidio Slowfood, oppure sulla pa-

sta Benagiano di Santeramo, fatta con le trafi-

le in bronzo a lenta essiccature, una pasta di

cui andava ghiotto Giuseppe Garibaldi che fu

eletto deputato nella vicina Andria), ha in-

credibili caratteristiche antitumorali come

mi ha tante volte spiegato il caro amico

Francesco Schittulli, presidente della Le-

ga italiana per la lotta ai tumori.

L’enogastronomia per l’Italia è poi un

potente attrattore turistico generatore di

buona economia, che in questi tempi di inau-

dita crisi occupazionale, finanziaria e di valori,

rappresenta il futuro per le nuove generazioni.

Proprio la Puglia, in tal senso ne è buona te-

stimone,

Il 23 maggio in Provincia di Bari il rettore Sal-

vatore Messina dell’Università Europea per il

Turismo ha presentato alle istituzioni, insieme

ai docenti di tante Università straniere apposi-

tamente venuti, il lavoro conclusivo con 19

proposte di incoming turistica, frutto di cinque

mesi di forum in tante località regionali insieme

agli imprenditori alberghieri, ai sindaci ed agli

stakeholders locali, lavoro che oltre al barocco

Page 25: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia25

di Lecce, al Castel del

Monte di Federico II e

ai Trulli di Alberobello

o al mare del Garga-

no, ha proposto co-

me fil rouge l’enoga-

stronomia pugliese

nella cornice dei

castelli e delle

masserie di pro-

duzione.

Il 30 maggio “Golf People Magazine” di Mi-

lano viene in Puglia a presentare il nuovo di-

stretto del Golf ed anche in questa occasione

ci sarà lo sposalizio fra sport e gastronomia.

Io stesso dopo anni di lavoro come produt-

tore televisivo grazie al quale ho portato nelle

mie trasmissioni TV le eccellenze delle filiere

enogastronomiche sono stato

sollecitato ad occuparmi, nella

veste di project manager, di uno

showroom permanente a Milano,

“Food & Moda”, in vista dell’Expo

2015.

Ma tutta l’Italia ha prodotti tipici

enogastronomici che sono la ve-

ra ricchezza di questo popolo

che non può e non deve esserne

scippato.

Secondo la CIA falsi e tarocchi

“rubano” 7 milioni l’ora e 60 mi-

liardi l’anno al “made in Italy”, nel

supermarket mondiale del “bido-

ne” i nostri prodotti sono i più clo-

nati!

Nasce un grande progetto in-

ternazionale per la promo/com-

mercializzazione dei prodotti eno-

gastronomici italiani in tutto il

mondo.

Dal 26 luglio al 12 agosto, in

occasione dei Giochi Olimpici di

Londra, True Italian Food & Wine

Ltd, società inglese controllata della Assist

Group, organizzerà importanti Eventi nella ho-

spitallity house del Comitato Olimpico Italiano,

allestita nei 6 piani del Queen Elisabeth II Cen-

tre presso Westminster, anche con un risto-

rante “True Italian Food & Wine”, proprio negli

spazi della lounge di Casa Italia.

Nell’articolo che segue descriveremo più in

dettaglio il progetto “True Italian”.

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Page 26: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Il progetto “True Italian”e l’Italian Sounding

26Gustare l’Italia

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Il progetto “True Italian Food & Wine” pre-

vede l’apertura in franchising di una rete di ri-

storanti, caffetterie e punti vendita in 6 paesi:

Usa, India, Brasile, Russia, Germania e Cina

per la distribuzione di prodotti agroalimentari

italiani selezionati, certificati e a marchio di tu-

tela.

L’obiettivo è di dare vita a una concreta

azione di supporto alle imprese di settore, so-

prattutto di quelle medio piccole, nel processo

di internazionalizzazione, ma anche di valoriz-

zare e promuovere il patrimonio agroalimenta-

re italiano.

Ogni punto vendita “True Italian Food & Wi-

ne” intende infatti essere anche una sorta di

polo di informazione e di divulgazione all’este-

ro della cultura dell’Italian style a tavola.

“True italian Food & Wine” nasce in rispo-

sta ad un duplice fenomeno, molto diffuso ne-

gli anni recenti: da un lato la scarsa capacità

delle imprese agroalimentari italiane di fare

fronte a una domanda crescente di prodotti

agroalimentari italiani, dovuta soprattutto a

quella dei nuovi mercati (India, Cina, Brasile,

Russia), dall’altro il giro di affari dell’Italian

sounding.

Buona parte delle imprese che operano nel

settore agroalimentare hanno dimensioni limi-

tate, così come limitati sono i loro budget e i

loro volumi.Mad

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Italy/

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Page 27: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia27

La risposta alla domanda e il processo di in-

ternazionalizzazione risulta quindi spesso diffi-

cile e antieconomico. Resta però il fatto che,

in particolare nel settore dell’enogastronomia,

l’appeal del Made in Italy tiene e i prodotti ita-

liani sono riconosciuti e desiderati in tutto il

mondo.

L’Italian sounding è il fenomeno di imitazio-

ne e contraffazione dei prodotti agroalimentari

italiani nel mondo, che altera la regolarità della

competizione per immissione nel mercato di

prodotti con costi e prezzi più bassi dei pro-

dotti di qualità italiana.

Ogni mese le famiglie italiane, senza saperlo,

portano sulle tavole prodotti stranieri, falsi “Ma-

de in Italy” e spendono più di 5 miliardi di euro,

per un totale annuo di oltre 60 miliardi di euro.

Quattro prodotti agroalimentari su dieci so-

no realizzati con materia prima estera e uno su

tre è un vero e proprio falso.

Basta un dato per comprendere la comples-

sità del problema: in oltre il 50% della spesa

l’etichetta è anonima.

Tra i casi più eclatanti i prosciutti: due su tre

sono prodotti con maiali stranieri e sono ven-

duti per italiani.

Per quanto riguarda i formaggi, il 50% sono

prodotti con latte estero. Circa il 45% delle

mozzarelle sono prodotte con latte e anche

cagliate straniere. Più’ del 60% del latte a lun-

ga conservazione non è prodotto in Italia.

Tutto questo si riflette immancabilmente sul-

la spesa, sull’alimentazione degli italiani e sul

sistema agricolo nazionale.

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Page 28: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

28Gustare l’Italia

In buona sostanza, per ogni prodotto agri-

colo realizzato nei campi o negli allevamenti

italiani si genera, tra contraffazioni e imitazioni,

un business cinque volte più grande.

II fenomeno è noto anche con la definizione

di Italian sounding, ovvero la commercializza-

zione di prodotti che portano nomi di marchi

che “suonano italiani”, e che in realtà sono

prodotti e venduti utilizzando in maniera im-

propria parole, immagini, marchi e ricette che

si richiamano all’Italia.

Questo genera un danno enorme per le

aziende del nostro Paese, sia in termini di gi-

ro d’affari sia di immagine, dal momento che

i prodotti contraffatti conservano nella mag-

gior parte dei casi un basso contenuto quali-

tativo.

Prosciutti, olio di oliva, formaggi, salumi, pro-

dotti ortofrutticoli, vini: nessun comparto è ri-

sparmiato dal falso, operato sia da italiani resi-

denti all’estero sia da multinazionali straniere.

E gli “agropirati” si camuffano dietro le sigle

più strane e singolari. Si va dal Parmesao

(Brasile) al Regianito (Argentina), dal Parma-

Ham (Usa) al Daniele Prosciutto & company

(Usa), dall’Asiago del Wisconsin (Usa) alla

Mozzarella Company di Dallas (Usa).

E ancora dalla Tinboonzola (Australia) alla

Cambozola (Germania, Austria e Belgio), al

Danish Grana (Usa), le penne Napolita (Lan-

cashire), i fusilli Di Peppino (Austria), e poi il

Brunetto, Napoli Tomato, Caffè Mario...

Per rispondere a queste esigenze e per far

fronte ad una domanda internazionale cre-

scente di prodotti agroalimentari Made In

italy, nasce “True Italian Food & WIne” che

prevede l’apertura di 3 diversi formati distri-

butivi:

Page 29: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia29

un Bakery Cafè: il “True Italian Espresso”

un Casual Dining Restaurant:

il “True Italian Ristorante”

uno Speciality Food Store:

il “True Italian Emporio” .

L’apertura dei format “True Italian Food &

WIne” avverrà in 5 anni in 6 paesi, per un to-

tale di circa 150 aperture.

La creazione della rete franchising è antici-

pata dall’apertura in ciascuno dei mercati di

riferimento di un flagship store denominato,

“True Italian Casa Italia”, di oltre 1.000 mq,

gestito direttamente dalla casa madre, che

rappresenta il fulcro del piano di marketing e

comunicazione.

Il progetto “True Italian Food & WIne” è ba-

sato sulla selezione di prodotti e produttori

100% Italiani, che garantiscano la miglior

qualità al prezzo più basso possibile. I pro-

dotti selezionati verranno distribuiti attraver-

so caffetterie, ristoranti, empori creando una

rete franchising che avrà il supporto continuo

della casa madre.

“True Italian Food & WIne” prevede inoltre

l’introduzione di un programma di formazione

e di valorizzazione professionale rivolto a

giovani italiani under 30.

Si tratta di un progetto didattico che preve-

de l’istituzione di un programma di studio in-

centrato sull’approfondimento della cono-

scenza del prodotto agroalimentare italiano,

sulle tecniche di preparazione, sulle tradizioni

gastronomiche e culinarie dei nostri territori e

sulla loro promozione a livello internazionale.

Page 30: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Tutti uniti in difesadel “Made in Italy”

30Gustare l’Italia

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L’AICIG - Associazione Italiana Consorzi In-

dicazioni Geografiche - è l’associazione nazio-

nale costituita tra i Consorzi di tutela ricono-

sciuti dal Mipaaf ai sensi dell’art. 14 della

Legge 21 dicembre 1999, n. 526.

La maggioranza dei Consorzi di tutela italia-

ni ha individuato nella formula associativa,

senza scopo di lucro, la chiave strategica

competitiva per tutelare, valorizzare e promuo-

vere all’unisono le rispettive indicazioni geo-

grafiche.

Quest’ultime, espressioni del patrimonio

agroalimentare del nostro Paese, rivelano le

identità storico-culturali dei distretti di riferi-

mento, e vanno protette.

Nell’ottica, dunque, di fornire a queste realtà

distrettuali il sostegno che meritano, seguen-

do tra l’altro la naturale evoluzione di settore,

prende vita l’AICIG.

Il sistema associativo tra Consorzi di tutela

realizzato per la prima volta in Italia si basa su

una convinzione e cioè quella di far funzionare

gli accoppiamenti giudiziosi (indicazioni geo-

grafiche territorio, cultura e turismo) facendoli

agire all’unisono.

I grandi ed i piccoli Consorzi hanno scelto di

unirsi per discutere i temi principali del settore

in maniera trasversale ed individuare delle li-

nee guida congiunte nell’obiettivo condiviso di

perseguire la frode e tutelare le indicazioni ge-

ografiche.

Gli scopi principali dell’Associazione sono

supportare la politica delle indicazioni geogra-

fiche in sede nazionale, comunitaria e interna-

zionale, nonché favorire lo sviluppo omogeneo

del settore, promuovendo un costante con-

fronto tra tutti i Consorzi Soci.

In sintesi AICIG nasce al fine di:

favorire lo sviluppo del settore delle IG,

promuovendo un confronto permanente tra i

Consorzi di tutela riconosciuti anche se appar-

tenenti a filiere differenti;

sostenere la politica delle IG in ambito na-

zionale, comunitario ed internazionale, in col-

laborazione con il Mipaaf;

monitorare l’evoluzione

del settore delle IG.

L’aspetto che maggior-

mente gratifica l’attività quo-

tidiana di AICIG è l’instaurarsi

e

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Italy/

8

Page 31: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia31

di frequenti collaborazioni anche

trasversali tra grandi e piccoli

consorzi operanti in comparti

merceologici differenti.

Questo infatti è lo scopo

primario dell’Associazione, ov-

vero quello di conseguire un maggiore coordi-

namento dell’intero settore che agisca com-

patto verso obiettivi condivisi.

Nel corso degli anni poi le attività di AICIG

hanno subìto un costate incremento, esse ab-

bracciano ormai diversi ambiti e sarà impor-

tante in futuro mantenere alta l’attenzione in

tutte le direzioni.

Il sistema dei Consorzi è ormai una realtà e

lavora a tempo pieno per consolidare l’impor-

tante ruolo di interlocutore privilegiato con le

Istituzioni nazionali e comunitari che si è gua-

dagnato in questi ultimi anni.

Nell’ambito dei cambiamenti a livello legisla-

tivo, l’Associazione sta sostenendo alcuni

punti fondamentali per il corretto sviluppo del

settore:

un ruolo meglio definito e di

maggior rilievo per i Consorzi di

tutela su tutto il territorio comu-

nitario,

una protezione maggiore

verso le pratiche scorrette a dan-

no delle nostre produzioni anche at-

traverso un sistema di tutela ex-officio,

la possibilità, per i Consorzi, di regolamen-

tare i volumi produttivi per trovare un equilibrio

tra domanda e offerta.

In tal senso sono stati organizzati numerosi

incontri e riunioni in ambito comunitario pres-

so il Parlamento Europeo e la Commissione

Europea, dove Aicig ha incontrato interlocuto-

ri sensibili alla problematiche esposte nonché

volti alla risoluzione delle stesse.

Anche a livello nazionale l’Associazione col-

labora costantemente con il Mipaaf (Ministero

delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali)

con il quale è in essere un protocollo d’intesa

per un corretto aggiornamento delle normati-

ve di settore.

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Page 32: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

32Gustare l’Italia

Sono stati compiuti passi importanti che

serviranno in futuro per consolidare il ruolo

dei Consorzi, delle rispettive produzioni e, più

in generale, per dare credibilità all’intero si-

stema.

Da un punto di vista differente, si sottolinea

che l’Associazione ha avviato rapporti con il

Sistema Camerale poiché è fortemente con-

vinta che la sinergia con il Sistema Camerale

potrà generare in futuro grandi benefici.

Partendo poi dalla convinzione che la cre-

scita di competenza e professionalità di set-

tore possa contribuire ad eliminare pratiche

concorrenziali scorrette nei confronti delle

Dop e Igp, l’AICIG ha organizzato in collabo-

razione con gli organi competenti del Mipaaf,

dei corsi di formazione per gli Agenti Vigilato-

ri dei Consorzi che hanno contribuito alla cre-

scita di questa importante figura.

Possono divenire Soci dell’Associazione

tutti i Consorzi di tutela riconosciuti dal Mini-

stero delle politiche agricole alimentari e fore-

stali, ossia l’associazione che dimostri la par-

tecipazione nella compagine sociale dei

soggetti che rappresentano almeno i 2/3 del-

la produzione controllata dall’organismo di

controllo e ritenuta idonea alla certificazione

e che comunque abbia fatto domanda di ri-

conoscimento al Mipaaf.

L’art. 14 della Legge 21 dicembre 1999 n.

526 stabilisce che i Consorzi di tutela ricono-

sciuti Mipaaf hanno funzioni di: tutela, pro-

mozione, valorizzazione informazione del

consumatore e cura generale delle IG.

L’Aicig rappresenta almeno il 93%, in ter-

mini economici, delle produzioni italiane ad

indicazione geografica.

Per info: www.aicig.it

I Consorsi aderenti all’AICIGAceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio

Emilia DOP Asiago DOP Bra DOP Bruzio DOP Caciocavallo Silano DOP Castelma-

gno DOP Chianti Classico DOP Clementine di Calabria IGP Dauno DOP Fontina DOP

Garda DOP Gorgonzola DOP Grana Padano DOP La Bella della Daunia DOP Limo-

ne Costa d’Amalfi IGP Limone di Sorrento IGP Mela Alto Adige IGP Montasio DOP

Mortadella Bologna IGP Monti Iblei DOP Mozzarella di Bufala Campana DOP Nocciola

del Piemonte IGP Oliva Ascolana del Piceno DOP Pane di Altamura DOP Parmigiano

Reggiano DOP Pecorino Romano DOP

Pecorino Toscano DOP Piave DOP Po-

modoro di Pachino IGP Pomodoro S.Mar-

zano dell’Agro Sarnese-Nocerino DOP Pro-

sciutto di Modena DOP Prosciutto di Parma

DOP Prosciutto di San Daniele DOP Pro-

sciutto Toscano DOP Provolone Valpadana DOP Quartirolo Lombardo DOP Radicchio

Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco IGP Raschera DOP Riso di Baraggia Bielle-

se e Vercellese DOP Riviera Ligure DOP Robiola di Roccaverano DOP Sabina DOP

Salame Brianza DOP Salame Cremona IGP Salamini Italiani alla Cacciatora DOP Speck

Alto Adige IGP Stelvio DOP Taleggio DOP Terra di Bari DOP Terra d’Otranto DOP

Terre di Siena DOP Toma Piemontese DOP Val di Mazara DOP Vitellone Bianco dell’Ap-

pennino Centrale IGP Zampone Modena Cotechino Modena IGP

Page 33: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012
Page 34: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

GDO estera a sostegnodel Made in Italy

34Gustare l’Italia

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Per aumentare l’export dei prodotti ali-

mentari è prioritario il coinvolgimento della

grande distribuzione estera. Il messaggio è

arrivata dal convegno “Cibus Global Award”,

che ha presentato il primo studio quali-quan-

titativo mai realizzato sulla presenza del food

“Made in Italy” sugli scaffali dei supermercati

di Europa, Stati Uniti ed Asia.

Una squadra di “osservatori” ha lavorato

per mesi per studiare e classificare l’esposi-

zione dell’alimentare italiano nella Gdo este-

ra; in sintesi pur essendo penalizzati dall’as-

senza di insegne italiane cresce

esponenzialmente l’interesse da parte delle

catene internazionali per l’offerta dell’indu-

stria italiana.

“Cibus Global Award”, organizzato dal

Gruppo Food e Fiere di Parma, ha anche pre-

miato le catene distributive estere che si sono

distinte per parametri di valutazione vanno

dall’ampiezza dell’assortimento al numero di

referenze a scaffale, dalle promozioni alle at-

tività informative instore. Per effettuare le rile-

vazioni, il Gruppo Food si è avvalso della col-

laborazione dei migliori esperti nei rispettivi

mercati di riferimento: Retail Watch per il

mercato europeo, Mra per quello americano,

BTG Group per quello asiatico.

Per la Gdo in Europa il primo classificato è

la catena tedesca Edeka, per il vasto assorti-

mento, per l’eccellente ordine e visibilità del

prodotto italiano in scaffale, specie nelle mer-

ceologie dei salumi e dei formaggi (secondo

e terzo classificato l’inglese Waitrose e la

francese Carrefour).

Per la Gdo statunitense il primo classificato

è la catena Central Market, premiata per il

grande coinvolgimento del consumatore

nell’esperienza di acquisto del food italiano,

con assaggi e corsi (secondo Whole Foods e

terzo Balducci’s).

Per la Gdo asiatica (Cina, Corea e Giappo-

ne) il primo premio è andato alla catena giap-

ponese Isetan, per la gran cura messa nelle

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Page 35: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia35

promozioni del prodotto italiano come le set-

timane delle “Italian Fairs”, seguita dalla cine-

se City Super e dalla giapponese Kinokunya.

Le osservazioni sulla Gdo europea hanno

evidenziato che le industrie italiane dovreb-

bero privilegiare l’investimento sui prodotti a

marchio commerciale delle varie catene, che

stanno aumentando molto il livello qualitativo

tanto da competere con i prodotti di marca,

cercando però di evidenziare al massimo sul-

la confezione la tipicità italiana, accompa-

gnandola possibilmente con informazioni sul

prodotto.

Negli Stati Uniti il problema è rappresentato

dalla vastità del prodotto imitativo, tanto che

sugli scaffali spesso convivono prodotti au-

tentici italiani e prodotti falsi. La domanda di

prodotto italiano è crescente in tutto il Paese,

non limitandosi a New York ed alle grandi cit-

tà, con una grande richiesta di pasta, sughi e

formaggi.

Ma il popolo dei “foodies”, il cui numero sa-

le costantemente, reclama anche l’arrivo di

insaccati, il prosciutto fresco in primis, pena-

lizzato da una legislazione particolarmente

protezionista.

Le migliori catene puntano su assaggi, in-

formazione e servizio par-

ticolare in corsia, cioè

personale in grado di spiegare il prodotto ed

aiutare il consumatore ad orientarsi.

Più complesso il discorso sulla Gdo asiati-

ca, dove il prodotto italiano se non viene

spiegato rischia di non essere venduto, con

l’eccezione della pasta che è un prodotto do-

ve l’italianità trionfa. Si vende bene anche

l’olio, cui fa concorrenza l’olio spagnolo, e

stanno conquistando spazi anche i formaggi

ed i salumi.

Esemplare l’esempio della Cina dove la

presenza radicata di catene francesi ed ingle-

si favorisce il consumo dei prodotti di quei

Paesi. Anche in Asia la chiave è la formazio-

ne, quindi la illustrazione del prodotto, attra-

verso assaggi, degustazioni, corsi e persona-

le qualificato in grado di spiegare.

Per quanto riguarda Cina (l’analisi si è limi-

tata alle catene di Shangai) e la Corea il cibo

italiano è acquistato solo dalle fasce alte del-

la popolazione, attratte dal lifestyle italiano,

mentre in Giappone, dove la cucina europea

è molto conosciuta da anni, tutti i prodotti ita-

liani hanno grandi potenzialità di penetrazio-

ne, anche i prodotti bio.

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formazione e servizio par-rr

ticolare in corsia, cioè

Page 36: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Vola all’esteroil 20% del Made in Italy

36Gustare l’Italia

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La quota della produzione agroalimentare

“Made in Italy” destinata all’estero ha rag-

giunto per la prima volta una percentuale re-

cord del 20 % per effetto congiunto della cre-

scita delle esportazioni del 7% e della

stagnazione dei consumi interni che sono ca-

lati in quantità del 2%.

E’ quanto emerge da una analisi della Col-

diretti in occasione dell’apertura del Cibus, il

salone internazionale dell’alimentazione, sul-

la base dei dati Ismea relativi al primo bime-

stre del 2012.

Nel settore del vino, che è la prima voce

dell’export agroalimentare “Made in Italy”, il

valore delle esportazioni ha addirittura supe-

rato quello realizzato sul mercato nazionale a

dimostrazione del cambiamento in atto.

Nei nuovi mercati emergenti come il Mes-

sico e l’India cresce infatti la domanda di ci-

bo italiano con numeri incoraggianti.

In Cina è stato lo spumante italiano a far re-

gistrare il maggior aumento della domanda

con il consumo che è piu’ che triplicato (+235

%) nel 2011 anche grazie alla presenza di al-

meno 2,7 milioni di persone con un patrimo-

nio personale netto di oltre 6 milioni di yuan

(oltre 600.000 euro) che apprezzano il cibo

italiano.

Complessivamente il valore delle spedizioni

all’estero dei prodotti agroalimentari “Made in

Italy” ha oltrepassato per la prima volta lo

scorso anno i 30 miliardi, un importo superio-

re alla voce autovetture, rimorchi e semiri-

morchi ferma a 25 miliardi.

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Page 37: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia37

Le performance positive registrate sui mer-

cati internazionali dal settore piu rappresen-

tativo dell’economia reale dimostra che il Pa-

ese può tornare a crescere solo se investe

nelle proprie risorse che sono i territori,

l’identità, la cultura e il cibo ha affermato il

presidente della Coldiretti Sergio Marini nel

sottolineare che “l’agroalimentare e una leva

competitiva formidabile per trainare il “Made

in Italy” nel mondo”.

A crescere all’estero nel 2011 - sottolinea

Coldiretti - sono stati i settori più tradizionali

del “Made in Italy” come i formaggi, a partire

da grana e parmigiano reg-

giano che sono i più espor-

tati con una crescita del

21% ma anche il vino

(+12%), l’olio di oliva (+9%),

la pasta (+8%), i prodotti da

forno (+7%) e di salumeria

(+7%).

Se il comparto più dina-

mico è quello dei formaggi e

latticini, che nel complesso

fanno segnare un successo

del +15% per l’aumento

delle vendite all’estero do-

vuto, oltre che al grana pa-

dano e parmigiano reggiano

(+21%), anche al gorgonzo-

la + 13% e al pecorino, in

ripresa con l’8% dopo una

difficile crisi.

Stabile il comparto frutticolo, do-

vuta soprattutto alle mele (+22%)

che hanno controbilanciato il

forte calo delle esportazioni

di frutta estiva e agrumi

mentre fortemente ne-

gative sono state le

esportazioni di ortaggi (-

8%), colpite ingiustamente an-

che dalla psicosi ingiustificata

generata dal batterio killer.

Tra i principali Paesi di destinazione

dell’agroalimentare tricolore si sono veri-

ficati aumenti in valore verso la Germania

(+5%), la Francia (+9%) e il Regno unito

(+3%), con un incremento medio nella Unio-

ne Europea del 6%.

Crescono però a ritmi molto più sostenuti

le richieste nei Paesi extraeuropei (+15%),

tra i quali spicca soprattutto il ruolo degli

Stati Uniti (+10%) ma va segnalato anche il

boom del vino italiano in Cina con una cre-

scita del 65%.

Le performance positive registrate sui mer-rr

cati internazionali dal settore piu rappresen-

tativo dell’economia reale dimostra che il Pa-

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Page 38: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Lo spumante italianoconquista il mondo

38Gustare l’Italia

Con 294 milioni di bottiglie esportate nel

mondo (+19%) è record storico per lo spu-

mante italiano le cui qualità hanno conquista-

to addirittura i palati raffinati dei cugini d’ol-

tralpe che sempre piu’ numerosi tradiscono il

proprio champagne.

E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base

dei dati Istat dai quali si evidenzia che il tradi-

zionale nazionalismo dei francesi è stato so-

praffatto dal boom per lo spumante italiano in

Francia dove sono state esportate 8,7 milioni

di bottiglie con un aumento del 44%.

Un riconoscimento che ha trai-

nato il successo a livello interna-

zionale dove ad apprezzare di

piu’ lo spumante sono la Germa-

nia con 55 milioni di bottiglie

(+7%) e gli Stati Uniti con 46 mi-

lioni di bottiglie (+25%) ma anche

la Russia con 35 milioni di botti-

glie (+25&).

Anche grazie a questo succes-

so il vino e gli spumanti sono di-

ventati la voce piu’ importante

dell’export agroalimentare nazio-

nale, superando quota 4,4 miliar-

di di euro, con un aumento del

12% rispetto allo scorso anno,

secondo una analisi della Coldi-

retti.

I consumi interniIl valore delle esportazioni ha

superato nel 2011 i consumi na-

zionali che sono cresciuti dell’1

per cento per un valore attorno ai

4 miliardi che porta il fatturato del

settore vitivinicolo a 8,5 miliardi.

Un risultato che è il frutto di

650mila ettari di vigneto, 250mila

aziende vitivinicole e del lavoro di Mad

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Page 39: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia39

1,2 milioni di persone che direttamente o in-

direttamente sono impegnate nel settore.

Una punta di diamante del “Made in Italy”

che deve oggi affrontare la sfida dei cambia-

menti climatici che cambia anche la distribu-

zione sul territorio dei vigneti che tendono ad

espandersi verso l’alto.

La testimonianza più importante è la pre-

senza della vite anche a quasi 1200 metri di

altezza come nel comune di Morgex e di La

Salle, in provincia di Aosta, dove dai vitigni

piu’ alti d’Europa si producono le uve per il

“Blanc de Morgex et de La Salle Dop”.

I numeri record dell’export All’estero la metà del fatturato viene rea-

lizzato nei Paesi dell’Unione europea, con la

Germania (+8%) in testa tra i paesi comunita-

ri che apprezzano il vino “Made in Italy” se-

guita dalla Gran Bretagna (+10%). Circa un

quinto del fatturato estero è stato però otte-

nuto negli Stati Uniti con un aumento record

in valore del 15% nel 2011.

La vera sorpresa viene pero’ dai paesi asia-

tici a partire dalla Cina dove le esportazioni di

vino sono aumentate del 64%) mentre conti-

nua a crescere la Russia (+14%).

Il risultato sui mercati esteri è di buon au-

spicio per la vendemmia 2011 che è risultata

di buona qualità ma su livelli produttivi da mi-

nimo storico con un calo record della produ-

zione del 14% attorno ai 40 milioni di ettolitri.

Sul piano qualitativo oltre il 60%della pro-

duzione è stata destinata a uno dei 517 vini

Docg, Doc e Igt riconosciuti in Italia.

Per effetto del crollo nella vendemmia l’Ita-

lia perde il primato quantitativo mondiale nel-

la produzione a favore della Francia balzata

oltre i 50,2 milioni di ettolitri (+11% rispetto al

2010), ma rimane davanti alla Spagna dove il

calo è stato contenuto al 2 per cento per un

totale di 39,9 milioni di ettolitri.

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Page 40: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Solo prodotti italianiper le bevande alla frutta

40Gustare l’Italia

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Un testo unificato di tre disegni

di legge per regolare la produzio-

ne e la vendita delle bevande

analcoliche al gusto ed all’aroma

di frutta e di quelle con denomi-

nazioni di fantasia e con il nome

di un frutto.

E’ quanto stato messo in cantiere

dalla commissione Agricoltura del-

la Camera dei deputati.

L’obiettivo è di garantire il consu-

matore, favorire il consumo di frut-

ta e promuovere i prodotti italiani.

Nel complesso il testo all’esame

della Commissione - spiega il pre-

sidente della Commissione Paolo

Russo - “mira non soltanto ad au-

mentare la percentuale minima di

frutta nelle bevande e ad abbassa-

re le calorie ma anche a favorire la

trasparenza dei consumi e l’utilizzo

di materia prima italiana. Sostene-

re la pratica di una corretta alimentazione - ha

aggiunto - è una strada che va perseguita con

decisione, puntando soprattutto ad elevare la

qualità dei prodotti immessi sul mercato.

Più che scoraggiare l’utilizzo del cosiddetto

junk food con iniziative di tipo protezionistico,

il cui risvolto negativo potrebbe essere quello

di alimentare “il gusto del proibito”, occorrerà

lavorare - conclude Russo - per creare le basi

di un’offerta alimentare più sana e meno insi-

diosa per la salute”.

Ma ecco nel complesso il testo all’esame

della Commissione Agricoltura.

1 - Aumento della percentuale minima di

frutta nelle bevande

Il 20% nel caso di bevande analcoliche con

denominazioni di fantasia. Non più il 12% così

come previsto dall’articolo 1 della legge

286/1961. Almeno del 20% in più dovrà esse-

re anche il contenuto di succo nelle bevande

analcoliche commercializzate con il nome di

uno o più frutti.

Attualmente la quantità è regolata dall’arti-

colo 4 del DPR 719/1958 che richiede la pre-

senza di un contenuto di succo non inferiore a

12 grammi per 100 cc.Mad

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Page 41: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia41

2 - Zuccheri

In attuazione della direttiva 2012/12/UE del

Parlamento europeo e del Consiglio del 19 apri-

le 2012, che modifica la direttiva 2001/112/CE

del Consiglio, concernente i succhi di frutta e

altri prodotti analoghi destinati all’alimentazione

umana, “dal 28 ottobre 2015 i succhi di frutta

non possono contenere zuccheri aggiunti”.

3 - Etichettatura d’origine della frutta e del

prodotto

L’obbligo, cioè, di indicare in etichetta l’ori-

gine o la provenienza del prodotto, vale a dire

il luogo dove è avvenuta l’ultima trasformazio-

ne sostanziale, il luogo di coltivazione della

frutta utilizzata e la percentuale del frutto natu-

rale contenuto.

4 - Bollino made in Italy

Un logo nazionale che identifichi le bibite

analcoliche “a base di frutta”, i “succhi di frut-

ta” e i “nettari”, che utilizzino esclusivamente

frutta nazionale e per i quali tutte le fasi di pro-

duzione e trasformazioni si siano svolte sul

territorio nazionale.

Previste anche campagne annuali di valoriz-

zazione del logo, programmate dai dicasteri

delle Politiche Agricole, dello Sviluppo econo-

mico e della Salute, che serviranno anche a

sensibilizzare i consumatori sui benefici deri-

vanti da un maggiore consumo di frutta.

5 - Controlli ed analisi sulle bevande

Controlli a campione, sui prodotti che di-

chiarino in etichetta l’origine o provenienza na-

zionale o che utilizzino il logo nazionale, da

parte dell’ispettorato centrale della tutela della

qualità e repressione frodi dei prodotti agroali-

mentari.

L’ICQRF realizzerà anche programmi straor-

dinari di lotta, attività possibile anche grazie al

50% delle entrate dovute alla irrogazione delle

sanzioni destinato all’Ispettorato.

6 - Inasprimento delle sanzioni

La contraffazione delle indicazioni di origine

e provenienza dei prodott alla base di queste

bevande, cosi come del logo potrà essere pu-

nita anche con la reclusione per 2 anni e con

la multa fino a 20mila euro, così come previsto

dall’articolo 517-quater del codice penale per

la contraffazione di indicazioni geografiche o

denominazioni di origine dei prodotti agroali-

mentari.

Page 42: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Topo Gigio,il “Top” del made in Italy

42Gustare l’Italia

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Alcune settimane fa, Cino Tortorella, il Direttore Editoriale della nostra rivista ha spedito al

Presidente del Consiglio Mario Monti la seguente lettera:

“Egregio Presidente Monti, avendo letto la proposta di autocandidatura di

Michele Santoro e di Carlo Freccero alla Direzione Generale e alla Presidenza

della Rai, ho pensato, forse con un po’ di presunzione, che anch’io potrei ave-

re qualche motivo per avanzare la stessa richiesta. Ho perciò stilato il curricu-

lum che le allego con la speranza di avere qualche probabilità di essere preso

in considerazione”.

Tortorella ha anche indicato Topo Gigio come col-

laboratore: “Gigio è entrato nel mondo dello

spettacolo nel lontano 1959, due anni dopo il

sottoscritto, ha partecipato a migliaia di spet-

tacoli in tv e a teatro”.

Il nostro Direttore ha assicurato infine a Monti che

lui e Topo Gigio metteranno tutta la loro esperienza

“gratuitamente al servizio della Rai”.

Progetto di fondo: “Ridare alle famiglie italia-

ne la Tv dei Ragazzi indecentemente cancellata

dalla programmazione Rai”.

Tortorella - si legge ancora - ha concluso con una

nota ironica: “Se la mia proposta non verrà

presa in considerazione non farò lo sciopero

della fame, come minacciato da Freccero, poiché considero troppo importante

mangiare. E mangiare bene”.

Cino Tortorella ha tenuto a precisare che, in caso di nomina, avrebbe svolto il suo

compito a titolo assolutamente gratuito, a differenza di topo Gigio che se chiamato ad

adempiere al suo incarico, non intende rinunciare a una ricompensa sottoforma di

un’abbondante razione di groviera.

La lettera è stata ripresa dai più importanti

quotidiani: Corriere della Sera, Libero, Il Mes-

saggero, la Gazzetta di Parma, Metro... e ha

avuto attenzioni anche da parte dei telegior-

nali delle reti più importanti.

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Per

ego

In seguito a questa notevole eco mediatica

sono arrivate alla nostra redazione numerose

segnalazioni da parte di lettori che si offriva-

no di pensare loro a soddisfare le richieste

gastronomiche di Topo Gigio.

Page 43: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia43

La segnalazione che più ci ha colpito è

quella che è arrivata da Barcellona inviata da

una catena di ristoranti intitolata proprio al

nostro Topo nazionale.

Abbiamo scoperto a questo punto che i ri-

storanti che contengono nell’insegna il nome

di Topo Gigio sono parecchi nel mondo: in

Spagna sono 7, oltre a Barcellona sono pre-

senti ad Alicante, Benidorm, Madrid, ma altri

sono a Londra, a Cardiff, a Francoforte sul

Meno e perfino a Chicago e Johannesburg.

In italia c’è un ristorante Topo Gigio a Bagni

di Lucca e uno a Venezia in onore di Maria

Perego, la signora che ha ideato il personag-

gio tanto amato dai bambini di molto genera-

zioni in Italia e in altre nazioni.

Gigio continua, nei ristortanti che portano il

suo nome, a ricordare all’estero i prodotti

esclusivi del made in Italy così graditi dai

gourmet di tutto il mondo.

Page 44: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

44Gustare l’Italia

Da un’indagine condotta dalla nostra reda-

zione, nei ristoranti Topo Gigio, si possono

gustare i cibi della tradizione italiana realizza-

ti con cura e attenzione grazie ai prodotti che

arrivano dal Bel paese: formaggi, oli, salumi...

accompagnati dai nostri vini.

E’ questo un risultato che certo farà molto

piacere a Peppo Mazzullo che dal 1959 ha

prestato la sua voce al Topo famoso nel mon-

do quanto (e a volte di più) di Mickey Mouse.

Da un’indagine di una rivista compiuta qual-

che anno fa, è risultato che Gigio è il perso-

naggio dello spettacolo italiano più famoso nel

Topo Gigio con lo showman Ed Sullivan

mondo; è apparso con successo in trasmis-

sioni televisive in Argentina, Bolivia, Brasile,

Chile, Colombia, Ecuador, Germania, Giap-

pone, Messico, Olanda, Paraguay, Peru, Uru-

guay ed in Venezuela.

Enorme successo ebbe anche nel “The Ed

Sullivan Show” della CBS, con ben 92 pre-

senze, divenendo quasi un ospite fisso: si

pensi che Frank Sinatra ci andò solo poche

volte.

In Uruguay, la squadra di calcio dell’Hu-

racán Buceo di Montevideo, che attualmente

milita in seconda divisione del campionato di

calcio del Paese sudamericano, ha adot-

tato Topo Gigio come propria mascotte.

Peppo, per seguire Gigio in giro per il

mondo, ha imparato a parlare perfetta-

mente inglese, spagnolo e portoghese.

da qualche tempo dsi è ritirato nella sua

Sicilia che ha sempre avuto nel cuore e

lì coltiva personalmente la sua campa-

gna e ne cucina i frutti con l’abilità di un

grande chef.

Tutti continuano a ricordare Topo Gi-

gio in Italia e nel mondo. Gli unici che lo

hanno dimenticato sono i dirigenti RAI.

Evidentemente non hanno figli, nè nipoti

e forse non sono mai stati bambini.

Qui di seguito vi indichiamo un ipoteti-

co menù “Topo Gigio” con le ricette a lui

dedicate da alcuni ristoranti che portano

il suo prestigioso nome.

Page 45: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia45

Pomodoro, mozzarella e rucola

Pomodoro, mozzarella,gamberetti e prosciutto

Spaghetti al pomodoro con tonno, capperi e aglio

Cannelloni con ripieno di carne e verdure

Ravioli con crema fresca, prosciutto e Parmigiano

Fettuccine con crema fresca, prosciutto, funghichampignon e formaggio

Tortellini con panna, prosciutto e Parmigiano

Scaloppine di vitello con salsa al Marsala

Petto di pollo con crema di prosciutto e formaggio

Pomodoro, cipolla, lattuga, peperoni rossi e verdi, asparagi, carote, cavolo rosso, cetrioli, lenticchie, ce-ci, fagioli preparati, mais

Page 46: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Continuano aprenderci in giro!

46Gustare l’Italia

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Mi riprometto di farmi prestare da Beppe

Grillo uno dei suoi più clamorosi “Vaffa…” da

inviare a Cannes agli organizzatori del “Mon-

dial du Rosè” che si è tenuto il mese scorso

nella capitale della della Côte d’Azur.

Già nell’edizione di “Gustare l’Italia” dedica-

ta al Vinitaly avevamo denunciato la “bufala”

che i cugini di Oltremare continuano a realiz-

zare ai danni dei nostri vini, fra l’indifferenza

dei produttori e delle autorità che dovrebbero

difendere il “Made in Italy”.

Il “Mondial du Rosè” è nato nel 2004; gli or-

ganizzatori che lo hanno pomposamente defi-

nito “le plus important concuors du mond”

hanno dichiarato che nasceva “con l’intento di

valorizzare e premiare la volontà e l’ambizione

dei vinaioli - produttori che danno vita a un vi-

no dalle esigenze tecniche ed enologiche

quanto mai complesse”.

Nell’edizione del 2011 aveva partecipato

una ventina di paesi che si erano contesi le

276 medaglie (d’oro e d’agrento) che doveva-

no premiare i vini migliori.

Di queste soltanto 14 erano toccate ai pro-

dotti italiani: 7 ai Chiaretti del Garda, 2 ai Ro-

sati Pugliesi, 1 al Veneto e 4 ai Cerasuoli d’

Abruzzo (l’unica d’oro assegnata all’Italia).

Aveva fatto meglio la Spagna con 23 meda-

glie, ma al primo posto si era piazzata una na-

zione con ben 208 medaglie totali.

Sfidavamo i nostri lettori a dirci qual era que-

sta nazione offrendo premi e cotillon a chi per

primo avesse dato la risposta esatta che era –

pensate un po’- la Francia; la nazione organiz-

zatrice del concorso aveva battuto tutti i suoi

avversari e si era imposta con i suoi vini. Incre-

dibile! Straordinario! Inaspettato!

Nessuno in Italia – tranne la nostra rivista -

protestò o gridò allo scandalo (o alla presa in

giro); certa stampa italiana aveva addirittura

Page 47: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia47

definito il “Mondial du Rosè” come il più pre-

stigioso evento internazionale dedicato ai vini

in rosa e aggiungendo: “i nostri vini hanno

sbaragliato la concorrenza”.

Avevamo commentato quell’articolo scri-

vendo che “se essersi aggiudicato 14 meda-

glie su 276, e di queste una soltanto d’oro me-

no della Repubblica Ceca e della Bulgaria (che

come è noto sono Paesi famosi in tutto il mon-

do per la loro tradizione enologica) vuol dire

“sbaragliare” gli avversari, sarà bene rivedere

il significato di questo verbo”.

Concludevamo che a noi quanto era acca-

duto a Cannes sembrava una colossale, presa

in giro, quella che in Italia si definirebbe “bufa-

la”, “pacco”, “fregatura”, “sola”, “canzonatu-

ra”, “bidone”, “imbroglio” e magari anche

“truffa”.

Abbiamo atteso con curiosità i risultati della

nona edizione del mondial du rosè sperando

che finalmente in Francia si fossero ravveduti

e pentiti di quanto accaduto negli anni prece-

denti si siano decisi finalmente a svolgere una

gara corretta e seria?.

Ed ecco il risultato: le medaglie questa anno

sono aumentate da 276 a 307 ma l’Italia è

passata dal quarto al settimo posto con sei

medaglie in meno, preceduta Spagna, Unghe-

ria, Romania, Repubblica Ceca e perfino dalla

Svizzera (ncredibilmente abbiamo fatto meglio

della Bulgaria!).

Indovinate quale nazione è stata la regina in-

contrastata del concorso con ben 58 medaglie

d’oro, 139 d’argento e chissà quante di bronzo?

Sì, bravi, l’avete capito: la patria dei 19 Luigi,

della Pucelle d’Orleans, di Charles De Gaulle,

e oggi di François Holland: la Francia.

Anche questa volta nessuno ha protestato,

la stampa gastronomica italiana ha trovato

questo risultato assolutamente ragionevole e

qualcuno è stato anche molto contento del

fatto che abbiamo raddoppiato il numero di

medaglie d’oro: da una a due (vinte rispettiva-

mente dall’Azienda di Bisol di Valdobbiadene

per il Desiderio Jeio Cuvèe Brut Prosecco

Spumante e all’Azienda Vigneti del Vulture di

Melfi per il Pipoli IGT).

Conosciuti questi risultati, abbiamo pensato

di confrontarli il “1° Concorso Enologico Na-

zionale Vini Rosati d’Italia” svoltosi a Bari il 20-

Page 48: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

48Gustare l’Italia

21 aprile con conclusione a Otranto il 5 mag-

gio scorso; vi hanno partecipato 288 aziende

di tutte le regioni d’Italia tranne Liguria e Val

d’Aosta nel corso della quale sono state asse-

gnate 18 medaglie (oro-argento-bronzo) ai ro-

sati delle sei tipologie previste dal concorso:

Vini Tranquilli rosati a denominazione

di origine (DOP - DOC);

Vini Tranquilli rosati a indicazione

geografica (IGP - IGT);

Vini Frizzanti rosati a denominazione

di origine (DOP - DOC);

Vini Frizzanti rosati a indicazione

geografica (IGP - IGT);

Vini Spumanti rosati a denominazione

di origine (DOP - DOC);

Vini Spumanti di qualità rosati (VSQ).

Se il concorso ideato dal dottor Dario Stefà-

no si fosse svolto con gli stessi criteri del

“Mondial du Rosè”, le aziende di Puglia avreb-

bero certo fatto la parte del leone, invece in

Puglia non ci sono state bufale o bidoni; il con-

corso si è svolto nella serietà più assoluta e i

vini sono stati giudicati nell’anonimato da otto

commissioni di assaggiatori nominati per

estrazione dall’Assoenologi che ha avuto la re-

sponsabilità di controllare tutte le operazioni

previste.

Soltanto tre vini pugliesi sono stati giudicati

meritevoli di medaglie: due d’argento e una di

bronzo.

Invitiamo gli organizzatori di Cannes a recar-

si a Bari per imparare come si svolge una ma-

nifestazione seria, attendibile, corretta.

Page 49: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012
Page 50: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Vino italiano:questione di cultura

50Gustare l’Italia

di P

iero

Val

dis

erra

Punti

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ista

Le ricorrenti campagne d’opinione contro i

consumi di prodotti alcolici prescindono spes-

so da una considerazione di fondo, che è di ba-

silare importanza nel nostro Paese. Detto in

due parole: la tradizione italiana dei consumi al-

colici è radicalmente diversa da quella di altre

nazioni. Ed è bene tenerlo sempre presente.

L’Italia è da tempi immemorabili la culla del

vino. Da noi esiste la più ampia varietà ampe-

lografica del mondo.

Il nettare di Bacco è da millenni sulle tavole

quotidiane, dal nord al sud della Penisola, ed

è la base identitaria più antica e più diffusa dei

consumi - alcolici e non. In questo noi siamo

differenti, molto differenti dagli altri popoli, so-

prattutto da quelli del Nord Europa.

In Italia non abbiamo mai conosciuto nulla di

simile al gin craze (la mania per il gin), che se-

gnò l’Inghilterra del XVIII secolo al punto da in-

durla a una prima forma di proibizionismo an-

tialcolico.

Non abbiamo conosciuto neppure l’ubria-

chezza di massa da vodka, tipica dell’Unione

Sovietica dei tempi di Breznev. Né siamo il Pa-

ese i cui abitanti, nel fine settimana, prendono

sistematicamente e programmaticamente la

sbronza da superalcolici, come invece accade

in molte città della Scandinavia.

Siamo un popolo di bevitori, in larghissima

parte moderati, di vino. Questo dovremmo te-

nerlo a mente, e spiegarlo bene ai politici che

scrivono e approvano le leggi - ma che non

sono necessariamente tenuti a saperlo.

Così si eviterebbero, ad esempio, le esaspe-

razioni da etilometro che imperversano sulle

strade italiane: esasperazioni che nascono

dall’aver voluto fotocopiare, nel Belpaese,

provvedimenti legislativi nati ad altre latitudini

per (ben) altri tipi di abusi alcolici.

La cultura italiana del vino, insomma, è

un’altra cosa rispetto alla cultura nordica della

vodka, del gin, del whisky: e questa differenza

è prima di tutto responsabilità nostra (di noi

giornalisti, cioè, di noi che amiamo intrattener-

ci con la pubblica opinione) chiarirla ed espli-

citarla in maniera semplice e comprensibile a

tutti, per favorire un dibattito corretto e per

preparare la strada a decisioni equilibrate del

legislatore.

E qui, purtroppo, noi giornalisti dobbiamo

fare ammenda: troppo spesso ci perdiamo in

sagre, degustazioni, pranzi e cene, trascuran-

do in molti casi di dare il nostro appoggio, co-

erente e convinto, ai sacrosanti diritti storici

della nostra civiltà vitivinicola.

La civiltà, anche quella nel bicchiere, non è in-

fatti un dato immutabile ed eterno: per preser-

varla, occorre difenderla giorno per giorno,

con l’intelligenza e l’impegno di tutti.

Page 51: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

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Page 52: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

E’ tempo di eno-turismo

52Gustare l’Italia

di P

iero

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stazio

ni

Giugno la falce in pugno, diceva una volta

il proverbio. Giugno il tralcio in pugno, po-

tremmo ribattere oggi. Il tralcio, ma anche il

grappolo, la bottiglia, il calice

Eh già, non sono più i tempi delle battaglie

del grano dell’Italia contadina, mentre invece

sono sempre più di tendenza le gite fuori por-

ta alla scoperta delle delizie dell’enogastro-

nomia e del tipico.

E quando la stagione si mette al bello,

l’esercito degli enoturisti - alcuni milioni di

persone, nel nostro Paese - si mette in mar-

cia per degustazioni, assaggi e abbinamenti

di territorio. Con buona pace della crisi eco-

nomica incombente.

Ecco allora che nel mese di giugno c’è una

grande fioritura di manifestazioni ed eventi

dedicati a Bacco, lungo tutta la Penisola.

Per i lettori di “Gustare l’Italia” ne abbiamo

selezionate alcune tra le più sfiziose:

“Italia in Rosa”Moniga del Garda, 1/3 giugno

Sul Lago di Garda, sponda bresciana, torna

l’appuntamento annuale dedicato ai vini ro-

sati, in una delle loro patrie di elezione - que-

sta è infatti la culla dei deliziosi Chiaretti.

Un momento importante, rappresentativo e

ben organizzato per riflettere su una tendenza

ormai consolidata del bere, quella appunto dei

rosati: prodotti che fino a non molti anni fa era-

no letteralmente emarginati e discriminati dagli

intenditori, mentre oggi costituiscono una al-

ternativa fresca, giovane, disinvolta, partico-

larmente gradita nei mesi caldi dell’anno.

A “Italia in Rosa” non manca l’opportunità

di degustare, e confrontare, i tanti nettari co-

lor salmone delle varie regioni italiane, dal Ve-

neto al Trentino, dall’Abruzzo alla Puglia, sen-

za ovviamente dimenticare le bollicine rosé.

Per info: www.italiainrosa.it

“Vini nel Mondo”Spoleto, 1/3 giugno

In Umbria, cuore verde d’Italia, e in una del-

le sue città più belle e suggestive, Spoleto, si

svolge “Vini nel Mondo”, in concomitanza

con il primo weekend del mese.

ncontri, spettacoli, eventi speciali - com-

presa la notte bianca del vino - fanno accor-

rere all’iniziativa spoletina un pubblico dalle

dimensioni ormai imponenti, stimato sulle

200mila persone.

A conferma del fatto che ambiente natura-

le, storia, cultura ed eccellenze enogastrono-

miche possono convivere assieme in una

Page 53: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia53

cornice di eleganza e di buongusto. E, parti-

colare non trascurabile, con un successo di

pubblico crescente…

Per info: www.vininelmondo.org

“Vinoforum”Roma, 1/16 giugno.

Poteva forse mancare Roma? Certo che

no. La Città Eterna si affaccia sulla scena

enogastronomica alla sua maniera; anzi,

prende la scena.

L’appuntamento capitolino infatti si segnala

per la durata (la prima metà del mese di giu-

gno) e per l’ampiezza e la varietà delle inizia-

tive che mette in campo.

“Vinoforum” rinnova la tradizione delle

grandi fiere campionarie di un tempo, e lo fa

mettendo a disposizione degli addetti ai lavo-

ri, degli appassionati e dei curiosi un pro-

gramma ricchissimo di presentazioni, degu-

stazioni, abbinamenti.

Che cosa c’è di più seducente che sorseg-

giare qualche calice prestigioso ed esclusivo

sulle rive del Tevere?

Per info: www.vinoforum.net

“Gutturnio Festival”Carpaneto Piacentino, 2/3 giugno

Questa segnalazione ci fa molto piacere,

perché ci permette di ricordare una terra bel-

lissima, dal fascino discreto e sottile, che non

tutti ancora conoscono; e che invece merita

una visita attenta e partecipe.

Stiamo parlando del piacentino, precisa-

mente di Carpaneto Piacentino, che al Ca-

stello Scotti Da Vigoleno ospita una ricca

“due giorni” di degustazioni, approfondimen-

ti, acquisti e incontri diretti con produttori e

cantine della zona.

Protagonista assoluto il Gutturnio Frizzan-

te, vero genius loci della provincia più occi-

dentale d’Emilia. Senza dimenticare le altre

eccellenze locali come le carni, i salumi e i

formaggi.

Per info: www.gutturniofestival.it

“Radici del Sud”Savelletri di Fasano, 7/11 giugno

La costa brindisina, in uno dei suoi punti

più affascinanti, ospita l’appuntamento an-

nuale dedicato ai vitigni autoctoni del Sud.

La vicinanza stessa della stupenda Egna-

zia, l’antica città - porto da cui ci si imbarcava

per l’Oriente, fa di questa manifestazione una

sorta di celebrazione dell’orgoglio enologico

della ex-Magna Grecia.

Page 54: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

54Gustare l’Italia

I vini presenti sono infatti quelli di Puglia,

Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. Il

programma dell’evento è decisamente nutri-

to, e molto interessante soprattutto per gli

addetti ai lavori.

Il finale è aperto al pubblico, con assaggi e

abbinamenti di prodotti tipici.

Per info: www.ivinidiradici.com

“Florence Wine Event”Firenze, 8/10 giugno

“È primavera, svegliatevi bambine...” canta-

va un tempo, con la sua voce inconfondibile,

Alberto Rabagliati.

E oggi, sullo scorcio finale della primavera,

si risveglia la Firenze del buon bere con il

“Florence Wine Event”.

Giunta alla sua sesta edizione, è una mani-

festazione concepita per promuovere le ec-

cellenze del vino italiano e per valorizzare

l’Oltrarno fiorentino.

La sede è il cortile dell’Ammannati di Palaz-

zo Pitti. L’atmosfera che vi si respira è quella

tipica del quartiere, a metà strada fra l’aristo-

cratico e il popolare, e consente così di coin-

volgere piacevolmente sia i fiorentini sia i tan-

ti turisti già presenti in città.

Per info: www.florencewinevent.com

“Terroir Vino”Genova, 11 giugno

È l’evento annuale organizzato dalla com-

missione degustatrice di “Tigullio Vino”, il ce-

lebre wine magazine presente ormai da molti

anni sul web.

Una giornata sola, lunedì 11 giugno, ospi-

tata presso i Magazzini del Cotone, nel Porto

Antico di Genova.

È previsto un banco d’assaggio di qualità

superiore, riservato a vini e oli d’eccellenza,

con la presenza annunciata di un folto grup-

po di operatori dell’informazione enogastro-

nomica.

Gli eventi collegati sono decisamente sin-

golari: la non-conferenza su vino, cibo e inte-

razione online, le degustazioni dal basso, il

confronto fra i vignaioli “del garage”, il barat-

to-day.

Per info: www.terroirvino.it

Page 55: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia55

“Chianti Classico è”Castellina in Chianti,1 giugno/27 luglio

La rassegna è promossa dal Consorzio

Chianti Classico che comprende una serie di

appuntamenti vinicoli e gastronomici.

Venerdì 1° giugno aprirà il calendario l’even-

to “Il Classico e l’altra faccia del Giappone-

se”: il vino Chianti Classico di Querceto, in-

sieme a tutte le altre etichette aziendali,

omaggeranno la cucina giapponese.

Nei venerdì successivi saranno tante le sor-

prese gastronomiche ma anche vinicole che

tra hamburger, bollicine, pesce e cucine etni-

che offriranno un modo per restare in contatto

con la natura, lontani dal caos metropolitano.

Per info: www.classico-e.it

“Io, Barolo”La Morra, 3/24 giugno

La Strada del Barolo e grandi vini di Langa

e l’Enoteca del Barolo, in collaborazione con

la Cantina Comunale di La Morra e l’Unione

dei Comuni del Barolo propone nel mese di

giugno “Io, Barolo”, evento arrivato ormai alla

IV edizione, dedicato alla promozione della

nuova annata del “re dei vini”.

“Io Barolo - tra le strade del Barolo” vedrà

il Comune di La Morra diventare per un gior-

no idealmente il territorio dell’intera Langa del

Barolo: ogni piazza ospiterà infatti un paese

produttore del grande vino, con i propri pro-

duttori a dare in degustazione al pubblico il

Barolo 2008.

Per info: www.stradadelbarolo.it

“Laghi divini”Bracciano,15/17 giugno

Oltre all’imperdibile occasione di degustare

vini provenienti dalle sponde dei laghi di tutta

Italia in abbinamento con i migliori prodotti

locali, la manifestazione offre l’opportunità di

approcciarsi per la prima volta al mondo del

vino o di approfondirne la conoscenza attra-

verso un percorso di mostre, incontri, semi-

nari, proiezioni ed esposizioni.

Il tutto valorizzando i territori di produzione

nelle loro componenti geografiche, artistiche

e culturali.

Per info: www.laghidivini.it

Page 56: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Agriturismo?

56Gustare l’Italia

di G

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zione

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Il termine “agriturismo” è stato inventato

negli anni sessanta del secolo scorso, ma solo

nel 1973 è entrato nella legislazione: dapprima

a livello locale (nella provincia autonoma di

Trento) e poi, dieci anni dopo, nelle leggi dello

Stato.

Le norme che regolano l’attività sono molto

precise e riguardano l’ospitalità e la ristorazio-

ne per coloro che intendono svolgere questo

lavoro, e il loro rispetto comporta una notevo-

le detrazione delle tasse dovute da alberghi e

i ristoranti normali, oltre ad ottenere aiuti finan-

ziari da parte delle Regioni e sostegni dall’Unio-

ne Europea.

Il fine è quello di valorizzare il territorio e il

suo patrimonio rurale e per questo esistono

regole che devono essere rispettate: innanzi-

tutto l’attività si deve svolgere in edifici già esi-

stenti nelle aziende agricole (è questo un note-

vole contributo nella difesa del paesaggio) e i

pasti serviti agli ospiti devono essere preva-

lentemente costituiti da prodotti delle campa-

gne dei proprietari o delle aziende agricole vi-

cine.

Alla fine del secolo scorso gli agriturismi era-

no circa 10.000, oggi secondo la Coldiretti

sfiorano le 20.000 unità con oltre 380.000 co-

perti e 200.000 posti letto.

Le regioni con l’offerta maggiore (45%) sono

quelle del Nord (con ai primi posti Toscana,

Trentino Alto Adige e Lombardia), seguite dal

Centro (34%) e dal Sud (21%).

Page 57: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia57

Il fatturato, che supera il mi-

liardo di euro, è certamente

molto importante per l’econo-

mia nazionale e se le ragioni

per le quali sono nati fossero ri-

spettate, gli agriturismi sareb-

bero di considerevole aiuto per

la nostra agricoltura.

Purtroppo spesso questo

non accade e molte strutture si

spacciano per agriturismi sen-

za avere i requisiti necessari.

Nel ponte del primo maggio

scorso la Guardia di Finanza

ha compiuto un blitz per sma-

scherare gli esercizi che di-

chiarano falsamente di svolge-

re attività di agriturismo; i

risultati sono stati drammatici

e non hanno fatto che confer-

mare quello che in fondo si sa-

peva già e che molte volte era

stato denunciato fra l’indiffe-

renza delle autorità.

Il termine “agriturismo” è

troppo spesso utilizzato da

aziende che con gli scopi per i quali è nato non

hanno nulla a che vedere, provocando danni

economici e di immagine al settore. Chi si reca

in un agriturismo lo fa soprattutto per godere

l’ospitalità in un ambiente sereno, vicino alla

natura e per gustare cibi tipici creati con gli or-

taggi e le verdure, appena raccolti, con le uova

di galline che razzolano libere e non si nutrono

di intrugli chimici, con la carne di polli e conigli

che non provengono dai campi di concentra-

mento di certe aziende magnificate dalla tele-

visione, e bevendo vini dei vigneti che circon-

dano l’azienda.

Questo è ciò che, per legge, dovrebbero for-

nire le aziende autorizzate nell’esercizio

dell’agriturismo, e se ci si imbatte in chi si

© E

man

uela

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tane

o (2

)spaccia per tali senza averne i requisiti, ben

venga la Guardia di Finanza a controllare e a

multare.

La Coldiretti consiglia a chi sceglie la vacan-

za in un agriturismo (soprattutto agli ospiti

stranieri che sono stimati ormai nell’ordine del

27% del totale) di controllare il rapporto

dell’azienda con l’attività agricola, accertarsi

che nel menù che viene proposto siano pre-

senti i prodotti stagionali e tipici della zona.

Suggerisce inoltre, prima di partire, di pren-

dere contatto con l’Azienda nella quale si sta

per arrivare per chiedere dettagliate informazio-

ni su che cosa viene offerto, sui prezzi, sulle

mete interessanti da visitare, sulle attività ricre-

ative e culturali che si possono frequentare.

Page 58: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

“Il Mulino”,un agriturismo vero

58Gustare l’Italia

di C

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rto

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Osp

italità

italia

na

Nel ponte del primo maggio scorso è stato

compiuto in tutta Italia un blitz della Guardia di

Finanza per smascherare gli esercizi che di-

chiarano falsamente di svolgere attività di agri-

turismo senza rispettare le regole stabilite dal-

la legge; sono norme severissime alle quali

dovrebbe attenersi chiunque voglia intrapren-

dere questa attività, ma che vengono troppo

spesso disattese fra l’indifferenza delle Autori-

tà che dovrebbero controllare.

Il risultato è stato deprimente; solo una

azienda su tre è risultata in regola, confer-

mando quello che già si sapeva.

Una delle principali ragioni per le quali sono

nati gli agriturismi riguardano i cibi che devono

essere esclusivamente del territorio, delle

aziende dei proprietari o di aziende vicine.

Questo obbligo stabilito dalla legge, impor-

tantissimo per l’economia delle regioni, viene

spesso ignorato ance in modo clamoroso:

qualche settimana fa mi è capitato di pranzare

nel ristorante di una azienda di Calabria che

vanta il titolo di “agriturismo”.

In tavola mi sono stati portati grissini confe-

zionati chissà dove, formaggio “grana pada-

no”, una mediocre bottiglia di vino del Friuli,

Page 59: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia59

l’olio di una oscura ditta toscana, e nel menù

mi si proponevano “gnocchi alla romana”,

“baccalà alla vicentina” e addirittura “arrosto di

struzzo”…

Qualche giorno dopo però ho avuto la ven-

tura di soggiornare in una cittadina della stes-

sa provincia dove un amico mi aveva assicu-

rato avrei trovato un “vero” agriturismo; mi

disse che era stato uno dei primi ad essere vi-

sitato dagli agenti della Finanza nel famoso

blitz, e costoro dopo un accurato controllo se

ne erano andati complimentandosi con il pro-

prietario.

Ho fatto così la felice conoscenza de “Il Mu-

lino” di Corigliano Calabro, nascosto nel verde

di agrumeti e uliveti nella piana di Sibari, a po-

chi passi dal blu intenso del mar Jonio.

Ho scoperto un relais di gran classe che non

tradisce gli scopi di difesa del territorio, per i

quali è nato; è stato voluto da Giorgio Aver-

sente un gentiluomo calabrese come è ormai

difficile incontrarne, un industriale del Sud

concessionario di ben sei marche di automo-

bili, proprietario di Tele A1, una televisione che

copre gran parte del Meridione d’Italia, inna-

morato della sua terra che vuole valorizzare ed

esaltare in questa iniziativa alla quale si è de-

dicato con entusiasmo e passione.

L’agriturismo che si estende per molti ettari,

sorge sui resti di un mulino del ’700 recupera-

to con grande rispetto da chi ha saputo unire

Page 60: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

60Gustare l’Italia

l’antico al design più moderno, facendone un

luogo di relax in un ambiente all’insegna

dell’eleganza e della bellezza.

Mi sono ritrovato in un luogo dove il tempo

è senza tempo, dove i pensieri si perdono nel-

la quiete della campagna, accarezzati dall’aria

nella quale si avverte il profumo del mare che

è lì a due passi.

La piana di Sibari, è uno dei

luoghi più prestigiosi dell’anti-

chità, la città che nel VII e VI

secolo avanti Cristo era la lo-

calità di maggior fascino della

Magna Grecia, famosa per le

bellezze naturali e il lusso dei

costumi dei suoi abitanti (an-

cor oggi si dice “sibarita” per

indicare chi ricerca nell’arte e

nella vita il godimento più in-

tenso).

Assistendo a un tramonto

sulla sua spiaggia si può capire

perché i Greci sono arrivati su

questa sponda per realizzarvi

la più alta e raffinata civiltà che

il mondo abbia conosciuto.

Giorgio Aversente,

forse l’ultimo dei “sibari-

ti”, ha realizzato “Il Muli-

no” come sarebbe pia-

ciuto ai signori della

Grecia di 2700 anni fa,

unendo in armonia le

bellezze della natura ai

più esclusivi ritrovati

della tecnologia moder-

na per il benessere e il

piacere offrendo 16 ca-

mere arredate con ele-

ganza, con modernissi-

mi servizi, tv satellitare e

con vasca di idromas-

saggio, alle quali è stato dato il nome dei

frutti tipici della zona: Sanguinello, Clementi-

na, Bergamotto, Cedro, Tarocco…

Tutto è curato con attenzione e amore per la

serenità dei fortunati ospiti, ma l’impegno

maggiore è dedicato alla cucina.

Quando si è accolti nella deliziosa sala in

pietra viva che poggia sui ruderi dell’antico

mulino visibili dal pavimento in vetro, ogni

Il santuario di Santa Maria delle Armi

Page 61: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia61

pranzo o cena è un tuffo nel passato, nei pro-

fumi, nelle fragranze di un tempo lontano che

non vuol essere dimenticato.

Se poi l’ospite è un calabrese che da anni ha

lasciato la sua magica terra, sarà per lui un

piacere ancora più intenso perché ogni piatto

che gli sarà servito, gli riporterà i ricordi dell’in-

fanzia, i sapori dimenticati e ritrovati in un

trionfo di genuinità e naturalezza: formaggi,

confetture, pollame, olio, pane e paste fatte in

casa, vini, tutti realizzati con i prodotti che la

natura regala con generosità nell’azienda agri-

cola della proprietà; a questi si unisce il pesce

freschissimo e i frutti di mare che i pescatori

agli ordini de “Il Mulino” procurano quotidiana-

mente.

È questo un esempio perfetto di come deve

essere condotto un vero agriturismo: un luogo

di pace e di serenità che riporta alla tradizione,

all’amore per la terra, un luogo che ti fa dimen-

ticare la vita frenetica e delirante della città, un

rifugio perfetto per innamorati.

È consigliabile non andarci da soli; se si sta

vivendo un amore vivo e intenso quella è la

metà ideale.

Se poi gli innamorati hanno il desiderio di vi-

sitare luoghi di assoluta bellezza, di interesse

storico e d’arte, ecco una ragione in più per

recarsi a Corigliano, perché tutta la provincia

ne è ricca: l’aerea archeologica e il museo di

Sibari, l’imponente castello Ducale, il borgo

mediovale di Altomonte, i paesi di lingua e cul-

tura “arbereshe“ (albanese), il

Parco del Pollino ricco di fiori e

di erbe.

Questo Parco è particolar-

mente apprezzato dai gourmet

perché è possibile gustare dai

pastori, gli ultimi di una civiltà

agropastorale, il favoloso “butir-

ro”, il caciocavallo con l’anima

di burro fatto con il latte della

“annichiarica”, la vacca che ha

figliato da poco e che ha perciò

il latte più gustoso e grasso, o la

“giuncata”, la ormai quasi intro-

vabile “formaggetta” schiaccia-

ta così chiamata per l’abitudine

di raccogliere la cagliata in ca-

nestri di giunco.

Page 62: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

62Gustare l’Italia

Un altro luogo da visitare è il seicentesco

santuario di Santa Maria delle Armi a Cerchia-

ra Calabra, scavata nel vivo della roccia a mil-

le metri d’altitudine sulle pendici del monte

Sellaro; oltre a essere un luogo d’arte e di in-

tensa spiritualità vi si gode una veduta emo-

zionante sul panorama che si distende nell’az-

zurro dello Jonio.

La chiesetta ricoperta di marmi policromi è il

luogo più mistico e romantico per offrirsi una

promessa d’amore ma è doveroso avvertire

che questa visita potrebbe rivelarsi una espe-

rienza pericolosa, perché è a notevole “rischio

matrimonio” per gli innamorati che ancora non

hanno affrontato il fatale passo.

Tutto a i “Il Mulino” può sembrare predispo-

sto per amori liberi e segreti, un luogo ideale

per chi non chiede altro che silenzio e privacy,

lontani anni luce dal pensiero di concludere la

vacanza con una cerimonia nuziale.

In realtà il luogo è pericolosissimo perché

nell’agriturismo c’è anche una cappella priva-

ta dove è possibile sposarsi e un prete è

sempre pronto a materializzarsi per accoglie-

re il fatidico “sì”.

Bastano alcune telefonate ed ecco accorre-

re amici e parenti che non finiranno mai di rin-

graziare i freschi sposi per aver loro fatto co-

noscere un luogo di tale bellezza e per avere

gustato nel pranzo nuziale i favolosi piatti della

cucina.

Non resta poi agli sposi che scegliere una

delle deliziose camere matrimoniali…

E se nove mesi dopo torneranno a “Il Muli-

no” con un bambino appena nato, Giorgio

Aversente regalerà il soggiorno gratuito.

Per info: www.relaisilmulino.it

Page 63: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012
Page 64: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Mario Fongo, il “panatè”

64Gustare l’Italia

di F

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arat

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rodu

ttore

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Mi trovavo a San Damiano d’Asti per parte-

cipare alla “Nota d’Oro”, il concorso canoro per

bambini giunto alla sua 38° edizione.

L’organizzatore, Don Antonio il parroco, che

in questa sua iniziativa mette passione ed en-

tusiasmo mi ha chiesto, come fa ormai da

trent’ anni, di prender parte allo spettacolo, e

come sempre non ho potuto rifiutare perché

Don Antonio è una delle più belle persone che

io conosca: buono e generoso che da anni

con i suoi parrocchiani realizza opere di soli-

darietà per i bambini che in qualche parte del

mondo soffrono miserie e privazioni.

Un altro motivo che mi impedisce di rifiutare

il suo invito è dovuto a fatto che Don Antonio,

dimenticando che la Gola è uno dei sette vizi

capitali punito con la pena più dura descritta

da Dante nel canto VI dell’inferno, riesce a

convincermi offrendomi come ricompensa gli

straordinari prodotti che la sua regione regala

con generosità e fra questi, ai primi di novem-

bre, profumatissimi, irresistibili, sensualissimi

tartufi.

Partecipare alla “Nota d’Oro” è perciò anche

un goloso ritorno in questa terra benedetta da

Dio; so che riposerò nelle quiete stanze del

Leon d’Oro di Canale, l’albergo di Ilaria Ardui-

no che continua con mamma Vittoria l’attività

avviata più di cento anni fa da nonna Rusin; so

che cenerò nel piacevole ristorante di Elio, “La

Page 65: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia65

Lanterna” e gusterò i piatti della più

stretta tradizione longarola che la

moglie, la simpaticissima donna

Lucia prepara in cucina.

La sera del 18 maggio mi trovavo

appunto a San Damiano a cena da

Elio, in attesa di partecipare alla

“Nota d’Oro”, quando vidi arrivare

un signore che non conoscevo, un

tipo simpatico e ben piantato, che

si presentò così: “Sono Mario Fon-

go, il panatè di Rocchetta Tanaro.

Mi hanno detto che lei è un buon

gourmet e che scrive sulla rivista

“Gustare l’Italia”. Le ho portato un po’ di roba

che faccio nel mio forno. Spero che le piaccia.

Buon appetito”.

Ha messo sul tavolo alcune confezioni di

prodotti e se ne andato senza che potessi dire

una parola. Avrei voluto trattenerlo per ringra-

ziarlo e perché la sua presenza e le sue parole

avevano portato una ventata di allegria; il suo

viso era una esplosione di simpatia su un cor-

po che più langarolo non si può e che, quando

ho gustato i suoi prodotti, mi sono accorto che

assomiglia alle sue creazioni: allegro, schietto,

autentico.

Come ho appreso in seguito da Don Anto-

nio, la storia della famiglia Fongo è legata alla

nascita del primo forno di Rocchetta nel 1945,

e da allora niente è cambiato e continua a

sfornare prodotti genuini di altissima qualità

come 70 anni fa anche se attenta alle tecnolo-

gie più moderne.

Ho così potuto gustare le sue invenzioni tra

le quali la più clamorose, ottenute da un impa-

sto di farina, acqua, sale e olio di oliva che un

paziente e sapiente lavorazione e cottura al

forno rende gustose e friabili; sono sottilissime

fette lunghe mezzo metro che Mario ha chia-

mato “Lingue di Suocera” perché - dice - “so-

lo le suocere hanno una lingua così lunga”.

Le ha realizzate in varie versioni: classiche,

al parmigiano reggiano, al rosmarino, e anche

al peperoncino (queste ultime però per rispet-

to alla mamma della sua bella moglie le ha

chiamate “Lingue del diavolo”).

Page 66: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

66Gustare l’Italia

Nel forno dei Fongo vengono realizzati ogni

giorno cibi della più antica tradizione piemon-

tese sempre più rari: i grissini per esempio,

quelli “stirati” classici a base di farina, sale,

malto, olio extravergine con o senza strutto; e

i più tradizionali grissini che i piemontesi co-

noscono con il nome di “grissini rubatà” quel-

li autentici, storici, inimitabili che è sempre

più difficile trovare nelle panetterie, quelli che

ogni autentico gourmet vorrebbe vedere sulle

tavole dei un ristorante invece di delle tristi

imitazioni insipide e banali racchiuse nei sac-

chetti gialli.

Anche i rubatà dei Fongo sono creati in di-

versi versioni, una più piacevole dell’altra: al

sesamo, al rosmarino, alle olive taggiasche, al-

le noci.

Paolo Massobrio racconta che quando ha

portato a casa per la prima volta quelle “croste

di pane sottilissime, saporite, immense nella

loro fragranza, la cena che le accolse fu solen-

ne. Un applauso continuo. E non sembrava

suggestione, quelle lingue del Mario, acciden-

ti, erano davvero buone!”

Ho fatto la stessa esperienza: ho portato le

lingue e i grissini ad una cena importante dove

si festeggiava il 36° anniversario delle nozze

con Maria Cristina, la deliziosa compagna, che

mi ha regalato Guido, Chiara e Lucia, i meravi-

gliosi figli che con Davide avuto dalla mia pri-

ma moglie, sono la ricchezza della mia vita.

Le “Lingue di Suocera” e i “rubatà” hanno

aggiunto piacevolezza e allegria a una straor-

dinaria cena.

Ho rivolto un pensiero riconoscente a Mario

augurandomi di avere a tavola i suoi prodotti

anche quando festeggerò il 50°anniversario.

Per info: www.mariofongo.com

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Page 68: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Il pro

dutto

re/2

68Gustare l’Italia

“Forme di luce”

Una narrazione degustativa dell’incontro tra

Luce, il primo vino ad aver interpretato in mo-

do originale un territorio tradizionalmente vo-

cato alla produzione del Brunello e il formag-

gio Forma di Luce, affinato da Hansi

Baumgartner nel suo laboratorio Degust di

Bressanone.

“Forma di Luce” è il risultato di un progetto

davvero unico: un nuovo formaggio nato

dall’incontro tra l’arte affinatoria di Hansi Bau-

mgartner e Luce: il primo vino prodotto a Mon-

talcino unendo la rotondità e la morbidezza del

merlot alla struttura del sangiovese, in una

perfetta sintesi di equilibrio e di eleganza.

“Forma di Luce” è il frutto più recente di

quella armonia del gusto che Luce ricerca da

sempre nell’incontro con un complice d’eccel-

lenza.

Possiamo dire che come in altre occasioni in

passato, Luce ha trovato un carattere che gli

assomiglia, una personalità che, come lui,

ama prendersi la libertà di innovare la tradizio-

ne che ha nel sangue”.

“Tratti comuni a mondi diversi – spiega

Hansi Baumgartner - come la mineralità e la

sapidità, mi hanno guidato nella ricerca. Vi è

mineralità nei suoli di Montalcino dove nascono

le uve di Luce, così come si ritrova nel latte che

è stato selezionato per realizzare questo

prodotto. Ed è la mineralità, unita all’elegante

tannicità di Luce, a bilanciare la componente

grassa del formaggio, i cui intensi profumi si

del

la R

edaz

ione

Page 69: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia69

fondono con il vino esaltandone la ricca

componente fruttata. Un’esperienza

che nasce dalle affinità e prosegue nei

contrasti, regalando sensazioni

inaspettate”.

Il formaggio“Forma di Luce”, dopo una

stagionatura naturale in grotta di circa

sei mesi, viene affinata con carbone

vegetale e olio di vinacciolo e

successivamente decorata da alghe e

lamina d’oro.

La forma è sostanza e la sostanza dà

la forma: l’armonia tra Luce e il “suo”

formaggio non si ferma alla sola sfera

gustativa, ma si completa diventando

estetica: sul fondo scuro brillano raggi

dorati di sole, che rimandano ad altri

raggi, ad altri profumi, per un’unica

emozione.

Hansi Baumgartner, non a caso

soprannominato “l’orafo del latte”, è un

affinatore di formaggi tra i più apprezzati.

Dopo l’esperienza come chef si è

dedicato con passione alla riscoperta,

alla selezione e all’affinamento di

produzioni casearie di nicchia.

Nel suo negozio-laboratorio “Degust”,

nei pressi di Bressanone, ai sapori della

tradizione più antica si affiancano sorprendenti

interpretazioni e proposte piacevolmente

innovative.

Il vino Luce nasce a Montalcino da una perfetta

unione di uve Sangiovese e Merlot maturate al

sole di alcuni dei vigneti più alti di questa

pregiata zona vinicola. Un vino inimitabile - la

prima annata è il 1993 da una fortunata

collaborazione tra le famiglie Frescobaldi e

Mondavi. Dal 2006, a seguito dell’uscita della

famiglia Mondavi, Luce fa capo a Tenute di

Toscana srl.

Lamberto Frescobaldi, seguendo il solco dei

due fondatori, è responsabile dello sviluppo

enologico di questo grande vino.

A Montalcino, in provincia di Siena, l’azien-

da Luce della Vite si estende su 192 ettari di

terreno - fra vigneti in produzione e di nuovo

impianto, circa 30 sono vitati - in un territorio

caratterizzato da condizioni microclimatiche e

pedologiche ottimali; con un’altezza sul livello

del mare compresa tra 350 e 420 metri, la te-

nuta è una delle più elevate della zona.

Page 70: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

70Gustare l’Italia

di C

ino

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“La Grotta”

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i Gus

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l’Ita

lia

“La Grotta” di Sasso Marconi (Bo) frazio-

ne Mongardino, meglio nota come “la trattoria

della Bruna” dal nome della bella e prosperosa

proprietaria: un altro clamoroso esempio di lo-

cale dimenticato o sottovalutato dalle guide

gastronomiche, in aiuto del quale è necessario

l’intervento delle forze corazzate di “Gustare

l’Italia” che faranno giustizia.

ai nostri lettori. Intanto, a beneficio di chi non

è mai stato dalla Bruna e voglia verificare

l’obiettività della nostra reazione al disinteres-

se dei critici, vi raccontiamo cos’è per noi il lo-

cale di Mongardino.

Vi si arriva in poco più di mezz’ora dal centro

di Bologna percorrendo la Porrettana che da

Casalecchio porta a Sasso Marconi.

Siamo soltanto a sei chilometri dalla statale,

spesso trafficatissima, ma sembra di essere

entrati in un’altra dimensione; a perdita d’oc-

chio non si vede un edificio che turbi la sereni-

tà del paesaggio, le colline si succedono alle

colline come “un oceano di montagne in on-

date successive” così scrisse Byron; in lonta-

nanza soltanto il Santuario di San Luca e qual-

che fattoria immersa nel verde.

Mongardino è una frazione di Sasso Marco-

ni; poche case intorno a quella che un tempo

era una stazione per il cambio di cavalli a uso

Ignorato dalla Michelin, dall’Espresso, dal

Sole 24 ore, dal Gambero Rosso, solo un bre-

ve cenno sulla guida del Touring Club Italiano

che gli regala due povere forchette…nemme-

no fosse la “Pensione Mariuccia” di Rocca

Sgurgola. Ed è invece un’elegante trattoria,

immersa nel verde delle colline bolognesi dove

si possono gustare al meglio i cibi della tradi-

zione emiliana. Perché?

È l’interrogativo che rivolgiamo ai responsa-

bili delle guide sopra citate sperando di riceve-

re una esauriente risposta che trasmetteremo

Page 71: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia71

delle carrozze che da Verona si dirigevano ver-

so Firenze evitando il passo della Futa; nel

1918 nonno Adelmo Negri vi aprì una trattoria

che subito diventò popolare in tutta la zona

per la qualità della cucina.

Da allora si sono succedute quattro genera-

zioni che, aggiungendo esperienza a esperien-

za, sono giunte fino ad Andrea, oggi uno dei

migliori interpreti della cucina bolognese e a

Maria Cristina sua sorella che in sala accoglie

con un sorriso luminoso i felici avventori.

La tradizione da queste parti non è una paro-

la vuota, non è un luogo comune, e la parola

“rivisitazione” è ignorata, significa al massimo

“alleggerimento”.

Andrea ha mosso i primi passi in cucina gio-

vanissimo accanto a nonna Ada e ha imparato

da lei i piatti classici che hanno fatto guada-

gnare a Bologna, oltre all’aggettivo di “dotta”,

anche quello di “grassa”: lasagne, tagliatelle al

ragù, strichetti, fritto misto… ma soprattutto

tortellini. Ha poi compiuto varie esperienze in

Italia e all’estero, più che altro per imparare le

moderne tecniche di cottura, senza mai tradire

la cucina regionale; nessuna scuola gli ha inse-

gnato a rendere più gustosi i tortellini, più appe-

titose le lasagne, più fragrante il fritto misto…

Ha insomma avuto la fortuna di incominciare

l’iter scolastico direttamente dall’università. Di

suo ha messo passione, impegno, sensibilità;

con dei genitori e dei nonni come i suoi non

occorreva altro per diventare un grande chef.

E che sia davvero bravo, tra i migliori della pro-

vincia di Bologna, deve essere vero se un cri-

tico severo fino alla perfidia come Raspelli lo

ha definito “angelo della cucina” e ha scritto

che in certi suoi piatti “c’è la dolcezza, la tene-

rezza, la struggenza delle carezze di una non-

na, dei baci di una mamma, delle coccole del

primo amore”.

Andrea, come ogni vero chef è anche un ot-

timo sommelier: nella bella cantina de “La

Grotta” ha messo insieme più di 400 etichette

dei migliori vini d’Italia anche se per la sua cu-

cina basterebbero i prestigiosi vini dei Colli

Bolognesi e in particolare quelli che produce il

padre, il signor Paolo, al “Poggiolo” nella tenuta

di famiglia a Monte San Pietro: il Merlot, il Ca-

bernet Sauvignon, il Barbera vivo e frizzante e

soprattutto il profumato Pignoletto. Dal “Pog-

giolo” arrivano anche i polli, i conigli, la caccia-

gione, gli ortaggi e la frutta che rendono così

gustosa e fragrante la cucina di Andrea.

Page 72: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

72Gustare l’Italia

Questa è la stagione ideale per un pranzo o

una cena da consumare alla Grotta perché si

svolge all’aperto sull’ampia terrazza che dà sul

giardino di tigli e castagni; qui gli ospiti vengo-

no accolti come vecchi amici con il calore au-

tentico degli emiliani, dalla Bruna la dolce sor-

ridente mamma di Andrea, un’esplosione di

simpatia in un corpo che più emiliano non si

può. È il ritratto della cucina del figlio: allegra,

gustosa, genuina, autentica, schietta, sensua-

le. Vengono poi affidati alle cure di Maria Cri-

stina che svolge il compito di perfetto “maitre”

e consiglia il menu e l’eventuale abbinamento

dei vini.

Vorrei però sostituirmi a lei e suggerire ai di-

stratti responsabili di certe guide il mio menu

preferito. Consiglierei intanto di non andare a

Mongardino da soli; vi si rechino se possibile

con un partner, e se non hanno un amore in

corso se ne inventino uno, perché la Bruna ha

una particolare attenzione nei confronti degli

innamorati; sceglierebbe per loro il tavolo più

appartato sulla veranda e darebbe il benvenu-

to con un antipasto di prodotti della zona scel-

ti tra i migliori piccoli produttori dei colli circo-

stanti: salami, prosciutti, ciccioli e mortadella,

con le favolose cipolle sott’olio e lo straordina-

rio squacquerone, un nome rabelaisiano per

un delizioso formaggio da spalmare sulle “cre-

scentine” ancora calde.

Page 73: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia73

Dopo questa ouverture alla quale aggiunge

piacevolezza l’allegro Pignoletto della casa si

sceglierà tra i primi, tutti realizzati secondo la

più classica tradizione, tutti piacevoli: ci sono

naturalmente piatti classici come le “tagliatelle

alla bolognese” o i “tortelloni come erano una

volta” con ricotta di vacca bianca modenese,

o “le tagliatelle fritte” (in bolognese “tajadela

fretta”) un antico piatto riscoperto da Andrea

che lo serve su una zuppetta di scalogno…

Ma mi permetto di consigliare agli autorevo-

li giudici, sempre che abbiano seguito il mio

consiglio e siano in piacevole compagnia, “i

tortellini”, niente di più coinvolgente, di più

afrodisiaco dei veri autentici, inarrivabili, su-

blimi “tortellini”, quelli dei quali la leggenda fa

risalire il merito dell’invenzione proprio ad

Afrodite, la dea dell’amore, della quale ricor-

derebbero l’ombelico, una delle più straordi-

narie invenzioni gastronomiche nella storia

dell’umanità (forse sto esagerando, ma quan-

do penso ai tortellini…).

Purtroppo oggi nei ristoranti italiani è sempre

più difficile trovarli al meglio; gli indirizzi dei lo-

cali dove si cucinano dei tortellini “assoluti”

vengono scambiati tra gli appassionati con lo

stesso mistero di un bookmaker che confida il

nome del cavallo che vincerà il Gran Premio.

Uno di questi, certo ai primissimi posti, è

quello della Grotta di Mongardino dove “le

sfogline” agli ordini di donna Bruna continua-

no a fare i tortellini come li facevano le nonne

e le nonne delle nonne.

“Tortellini”, dunque, e na-

turalmente in brodo di galli-

na o, meglio ancora, nel

brodo regale degli inarriva-

bili capponi della tenuta di

famiglia, dove crescono li-

beri e felici di essere sacrifi-

cati alla gioia di pochi eletti.

Li prepara una contadina

bravissima a “capponare” i

galli, per la qual operazione

occorre un’abilità particola-

re. Ci ha provato a suo tem-

po anche la Bruna ma il ma-

rito l’ha pregata di lasciar

perdere perché gli faceva

senso.

Page 74: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

74Gustare l’Italia

Per il vino da abbinare a questa preziosa

creazione non è necessario ricorrere a mar-

che prestigiose; c’è il Barbera vivace della te-

nuta di famiglia, “Il Poggiolo”; è un vino

ruspante, non ha quarti di nobiltà, non

è citato nelle guide, non si trova nelle

enoteche raffinate, ma ha il profumo

della giovinezza e dell’amore.

La cena potrebbe continuare con le

“salsicce di maiale spianate” o il “gal-

letto al sale grosso e rosmarino” o

“l’agnello di razza appenninica” cotti

nel camino a legna; la mia predilezione

si indirizza però verso il “gran fritto mi-

sto dolce e salato” un altro tradiziona-

le piatto della cucina petroniana il cui segre-

to fa parte dell’eredità assicurata ad Andrea

da nonna Ada.

Prima di concludere la cena ci può sta-

re un assaggio di formaggi delle colline

circostanti con le marmellate che la Bru-

na realizza con la frutta del “Poggiolo”.

Al momento del dessert Maria Cristi-

na, attenta e premurosa, presenterà al-

tre pregevoli creazioni: dalla “torta di ri-

so” al “gelato di crema in guazzetto di

ciliegie o di cachi”, ma se fossi in com-

pagnia, non rinuncerei per nessuna ra-

gione al mondo a un’altra invenzione di

Andrea che ritorna dal passato: l’antico

“fritto di fiori d’acacia, di sambuco e di rosa

canina”, un leggero e soffice omaggio agli in-

namorati.

Se il nostro critico, sempre che sia in piace-

vole compagnia, dopo una cena come quella

descritta, decide di non affrontare il viaggio di

ritorno, suggeriamo di farsi riservare una

camera a “Le Mingarine”, un delizioso

Bed&Breakfast a pochi metri da “La

Grotta” voluto qualche tempo fa da una

simpatica coppia, Maria e Maurizio Ga-

ragnani, i quali, dopo un’esperienza

commerciale che li ha tenuti per molti

anni lontani dall’Italia, hanno scelto di ri-

tirarsi nella terra della loro infanzia.

Hanno acquistato una bellissima villa

di fine Ottocento con un’elegante balau-

stra che dà su vigneti, boschi e uliveti e

Page 75: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia75

l’hanno trasformata nel più simpatico rifugio

per viandanti in cerca di un sereno riposo nel-

la quiete; sono quattro camere, arredate con

semplice eleganza, che prendono il nome dal

colore delle stoffe, dei tappeti e dei bagni:

gialla, verde, turchese e blu.

Sul grande terrazzo c’è anche il solarium e

nella cantina la possibilità di degustare i mi-

gliori oli e vini dei Colli. Dopo la cena dalla

Bruna vi si arriva percorrendo il bel viale fian-

cheggiato da cedri e tassi secolari e si verrà

accolti come vecchi amici con il calore auten-

tico degli emiliani.

Maurizio avrà provveduto a far trovare nella

camera prescelta un grande vino da medita-

zione: l’Albana di Romagna passito della te-

nuta Uccellina di Bertinoro, poesia liquida.

Se dopo una cena come quella descritta e,

magari, una notte alle Mingarine, il nostro cri-

tico non sentirà il dovere di attribuire alla

Grotta di donna Bruna, non dico soli o stelle

ma qualche gamberetto, qualche forchetta,

qualche cappello, qualche centesimo in più,

sarà bene che si faccia visitare da un buon

psicologo perché certo è afflitto da problemi

esistenziali di notevole gravità.

Per quanto ci riguarda, noi di “Gustare l’Ita-

lia” non abbiamo problemi nell’assicurargli la

nostra più luminosa e sorridente “luna piena”.

Page 76: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

“Spazio Abbadesse”,tradizione e modernità

76Gustare l’Italia

del

la R

edaz

ione

Loca

li sto

rici

Martedì 12 giugno Milano si arricchirà di

un nuovo ed elegantissimo “Coffee & Brunch”

in via Oldofredi 19 nelle vicinanze della nuova

sede della regione Lombardia e a fianco ella

sede di Uniocamere.

Il taglio del nastro per l’inaugurazione av-

verrà alle ore 20 alla presenza di Autorità e

personaggi del mondo dello spettacolo, dello

sport e della cultura.

L’“Abbadesse Coffee & Brunch” è una nuo-

va perla del complesso circondato dalle mura

che comprendevano le antiche “Cascine del-

le Badesse” salvato dal degrado che ha inte-

ressato gran parte delle costruzioni rurali mi-

lanesi.

Il recupero di questo luogo legato alla storia

e alla tradizione meneghina è dovuto all’“Im-

mobiliare Abbadesse” dell’Ing. Antonio Savia

che ne ha fatto un luogo dove, conservandone

le linee e il fascino originale, convivono un re-

sidence con appartamenti di lusso completa-

mente arredati e dotati di ogni confort, sale

Page 77: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Gustare l’Italia77

adibite a uffici e altri ambienti che si prestano

alle più diverse esigenze di rappresentanza, in

un’ottica sia aziendale, sia artistica e culturale

adatte a soddisfare qualsiasi esigenza istitu-

zionale o aziendale, la vetrina ideale per chi

vuole farsi conoscere a Milano.

La vicinanza con la nuova sede ammini-

strativa regionale, infatti, non è soltanto fisi-

ca; nel contesto del rinnovato quartiere

dell’Isola, che si propone come centro deci-

sionale, anche questo spazio condivide la fi-

losofia del recupero della tradizione arricchita

da tutti i vantaggi della modernità.

È per questo motivo che, in una cornice di

architettura medievale, è dotato di tutto quan-

to è reso possibile dalle nuove tecnologie: vi-

deoconferenze con traduzione simultanea

© M

auriz

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asat

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L’Ing. Antonio Savia

Page 78: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

78Gustare l’Italia

degli interventi, impianti

audio-video d’avanguar-

dia, possibilità di avere

una regia mobile per fil-

mare i momenti più signi-

ficativi, un servizio marke-

ting e un ufficio stampa

che possono affiancare

quelli dei clienti o pro-

muoverne direttamente le

iniziative.

Da martedì 12 giugno si

inaugurerà il “Coffee &

Brunch” in attesa di rea-

lizzare il sogno dell’ing.

Savia, quello di regalare ai

milanesi un locale che farà concorrenza a

“Les Folies Bergeres” e al “Moulin Rouge”.

Tutto è pronto per questo evento: un gran-

de “open space”, un locale unico nel suo ge-

nere che offrirà la formula “Cena & Spetta-

colo”, coniugando la migliore espressione

della cucina con momenti spettacolari di

grande livello.

Artisti internazionali fra i più celebri sono già

stati contattati per dare vita a questa iniziativa

preziosa per Milano che presto riceverà da tut-

to il mondo gli ospiti dell’Expo 2015.

© M

auriz

io C

asat

i (2)

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Benagiano Pastifi cio srlCorso Italia 138-140/b - 70029 Santeramo in Colle (Ba)Tel. 080-3036036 - E-mail: [email protected] - Website: www.benagiano.it

L’amore per la qualitàIl rispetto per la tradizione

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Alla scoperta di“Città della Chianina”

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La razza chianina è per storia, bellezza, fa-

scino una delle razze bovine più apprezzate al

mondo, testimoniato anche dall’esportazione

che ha avuto nel tempo.

Conosciuta da 2000 anni, citata dagli autori

latini, “Bos magnus et albus”, la chianina era

utilizzata da Etruschi e Romani come razza da

lavoro e, per il suo candido mantello, nei cortei

trionfali e nei sacrifici alle divinità. Ma nell’anti-

chità non avevano compreso il vero valore del-

la chianina, oggi nota a livello internazionale

per uno dei prodotti più apprezzati dai turisti

stranieri, la “bistecca alla fiorentina”.

E’ proprio per difendere la genuinità degli al-

levamenti chianini e per diffondere la bellezza

dei paesaggi che, nel 2005, 34 Comuni dell’Ita-

lia “di mezzo” (dalla zona del livornese pas-

sando per gran parte della Toscana e dell’Um-

bria fino alla Tuscia) si son dati la mano per

costituire l’associazione nazionale “Città della

Chianina”. La realtà di questa zootecnia di

qualità ha segnato i territori.

Ogni anno a fine settembre si svolge a Pon-

te Presale di Sestino la “Mostra Nazionale de-

gli allevamenti bovini di razza Chianina allo sta-

to semibrado e stabulazione libera iscritti al

L.G. nazionale”, con vendite all’asta di capi

provenienti dalle Regioni che oggi hanno inve-

stito in questa “razza regina”

Il “Centro fiere, servizi e selezione manze”,

sorto appositamente per una moderna orga-

nizzazione agli appuntamenti zootecnici, è una

punta avanzata della ricerca e del migliora-

mento genetico e vi arrivano i migliori soggetti

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scelti dai tecnici dell’ANABIC (Associazione

Nazionale Allevatori Bovini Italiani Carne, che

ha appena compiuto 50 anni) e dall’associa-

zione allevatori nelle stalle di Toscana, Umbria,

Lazio, per essere messi in selezione, avviati al

pascolo ed essere battuti all’asta, alla quale

concorrono grandi e piccoli allevatori deside-

rosi di migliorare i loro allevamenti con capi

chianini certificati.

Nel periodo della Mostra nazionale gli orga-

nizzatori confortano l’evento collettivo con il

percorso , un calendario di cene a tema che

si sviluppa nei ristoranti del territorio e richia-

ma palati raffinati.

“Città della Chianina” ha - tra gli obiettivi -

quello di far conoscere e “gustare” “i paesi

delle mucche felici”. Nel corso del 2011 è sta-

to lanciato, unitamente agli appassionati “co-

struttori” de “Le strade della Chianina”, anche

il concorso gastronomico “Oscar della chiani-

na”, dodici cene/confronto tra piatti di chiani-

na e di altre razze bovine, accompagnati da

olio nuovo e magnatum pico.

Le cene vogliono diffondere fra i consuma-

tori il valore del vitellone bianco dell’Appenni-

no centrale confrontato con altre carni, e di-

fendere il patrimonio zootecnico locale.

L’educazione ad una “tavola consapevole”

si basa non solo su ricette classiche ma so-

prattutto sulla gastronomia della tradizione lo-

cale.

Una attrattiva che sposta i palati raffinati an-

che da località lontane e che sintetizza nel

motto “Mordi, gusta e resta” un atteggiamento

culturale volto a reclamare qualità, trasparenza

e correttezza degli allevamenti e dei territori

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La Valtiberina toscana

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C’è l’arte di Piero, la patria di Michelangelo, il

matematico Pacioli e… il “dio Tevere”: ma la ter-

ra dei geni oggi è anche la culla che genera l’ec-

cellenza della gastronomia: la razza Chianina.

Questi accostamenti arditi traducono l’im-

presa di costruire, anche in queste terre tra

valli e montagna appenninica, l’incantamento

per un territorio dove l’uomo e la natura hanno

combinato connubi prestigiosi.

La moderna razza chianina è

stata selezionata altrove, da pro-

genitori conosciuti da Etruschi e

da Umbri, ma ai giorni nostri ha

trovato la sua espansione e nuova

patria - tra le varie terre d’altura -

nella Valtiberina toscana.

Oggi qui si alleva circa il 60%

della produzione della Provincia di

Arezzo, con 130 aziende e 5.000

capi in selezione. L’attività zootec-

nica interessa una superficie terri-

toriale che supera i 70.000 ettari.

E’ una storia recente, fiorita ne-

gli ultimi quarant’anni, quando la

crisi della montagna e della agri-

coltura tradizionale generò una

nuova classe di operatori in zoo-

tecnia: gente che accettava la sfi-

da del moderno, che voleva in-

globarsi tra le élite del prodotto

eccellente, che sfidava la voglia

di emigrare per restare e farsi imprenditori

della propria terra.

A godere i benefici di questa nuova “stagio-

ne dei campi” sono stati soprattutto i Comuni

montani, come Sestino, Badia Tedalda, Pieve

S.Stefano.

Ma oggi si sono riaperte stalle anche in pia-

nura e la Chianina, che raccoglie attorno a sé

le generazioni giovani di allevatori, interessa

tutti i Comuni, in forma individuale o associata

come a Montemercole, nel Comune di An-

ghiari. Ed è significativo di una situazione il fat-

to che l’idea di costituire l’associazione nazio-

nale delle “Città della Chianina” sia germinata

qui e che la Comunità Montana della Valtiberi-

na Toscana sia stata un socio sollecito a so-

stenere la proposta.

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Questa presenza, che tappezza di “lenzuoli

bianchi” le colline e i prati naturali quando le

Chianine escono dalle stalle e iniziano la sta-

gione allo stato brado, cesella e mantiene pro-

tetti un territorio, un ambiente e un paesaggio,

che costituiscono l’arca dentro la quale trova-

no soddisfazione il turista furetto e l’amante di

una “Piccola Grande Italia”, scrigno di multi-

versi patrimoni culturali.

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www.restipica.net

L’Associazione Res Tipica è stata creata dall’ANCI nel 2003 per promuovere in Italia e nel mon-do le identità territoriali e ad oggi riunisce 27 Associazioni di Identità, 1.842 Comuni, 4 Unioni di Comuni, 40 Province, 2 Regioni, 51 Comunità Montane, 8 Enti Parco, 8 Strade del Vino, 11 Camere di Commercio, per un totale di quasi 2000 Enti locali.

Il network, rivolto principalmente ai Comuni di piccole e medie dimensioni, intende preserva-re e favorire l’immenso patrimonio che incorpora i saperi delle comunità, le caratteristiche dell’ambiente e le produzioni tipiche, trasformando questo grande capitale culturale e socia-le in qualità della vita e in occasioni di sviluppo sociale ed economico rispettoso dei valori e della cultura locale.

ASSOCIAZIONE ITALIANA PAESI DIPINTI

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Come sono cambiati gli italiani a tavola

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Come si comportano gli italiani a tavola?

Mangiano più formaggi freschi o stagionati?

Più pane o pasta? Il pranzo è ancora il pasto

più “importante” oppure è stato sostituito dal-

la cena?

È possibile trovare una risposta a queste e

molte altre domande in una monografia stilata

dall’INRAN, l’Istituto Nazionale di Ricerca per

gli Alimenti e la Nutrizione.

Leggendola, si scoprono molte interessanti

novità. Vediamone alcune, con i relativi com-

menti di Raffaela Piccinelli, nutrizionista dell’IN-

RAN, e Laura D’Addezio, statistica dell’INRAN,

che hanno collaborato a questa indagine e

scritto la monografia.

Latte e mozzarella: i più gettonatiPer quanto riguarda il latte, il consumo me-

dio giornaliero è risultato pari a 116 grammi,

quello di yogurt alla frutta (il più consumato) 10

gr., seguito dallo yogurt bianco (7 gr.) e dallo

yogurt di altri tipi (2,5 gr.).

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Riguardo ai formaggi, il primo posto è occu-

pato dalla mozzarella vaccina (23 gr.) seguita

dal parmigiano (7 gr.), dalla mozzarella di bufa-

la (4 gr.), dalle caciotte (3 gr.) e poi via via dagli

altri.

Commento: “Gli alimenti appartenenti al

gruppo “Latte e derivati” sono stati consumati

dalla qua-si totalità del campione (99%). Con-

siderando il consumo di alcuni di questi ali-

menti per classi di età possiamo notare che nei

bambini fino ai 9 anni il consumo di “latte” è

superiore ai 250 g in media al giorno, ma que-

sto consumo diminuisce a partire dall’adole-

scenza e che gli adulti e gli anziani hanno un

maggior consumo di “yogurt e latti fermentati”.

Per quanto riguarda i “formaggi” sono gli ado-

lescenti e gli adulti a consumarne di più (più di

60 gr. in media al giorno).”

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Carne: più rossa che biancaUno dei dati più significativi, sui quali gli

stessi ricercatori si sono soffermati, riguarda il

consumo di carne rossa, pari a circa 700

grammi (peso a crudo) alla settimana.

In particolare, la carne di bovino è ancora

saldamente in testa (43 g/die). Quella bianca

di pollame è al secondo posto ma ben distan-

ziata, visto che la quantità media giornaliera è

pari a circa la metà.

Commento: «Un po’ preoc-

cupante è la preferenza verso la

carne rossa (manzo, vitello, suino,

ovino e di cavallo, incluse le carni

trasformate, quali insaccati, affet-

tati, ecc.) che viene consumata in

quantità ancora eccessive rispet-

to a quelle consigliate da World

Cancer Research Fund e Ameri-

can Institute for Cancer Rese-

arch, per la prevenzione di alcuni

tumori (non più di 400-450 gr. di

carne rossa alla settimana).

È importante ricordare inoltre

che il consumo di carne bovina è

quello con il maggior impatto am-

bientale in termini di emissioni di gas

ad effetto serra e di consumo di risor-

se idriche, sarebbe bene quindi co-

minciare a sostituire la carne rossa

con quella bianca e con i legumi”.

Pesce e legumiNei tre giorni di indagine, circa i 2/3

del campione ha consumato pesce

(in media 45 gr. al giorno) con il mer-

luzzo in testa, seguito dal tonno in

scatola a pari merito con i crostacei.

Riguardo ai legumi, invece, poco

più di una persona su tre ne ha con-

sumati: 11 grammi al giorno è il con-

sumo medio giornaliero riferito al to-

tale del campione, con i piselli al

primo posto, seguiti dai fagioli.

Commento: «Per comodità molti consu-

matori scelgono di consumare pesce sotto

forma di merluzzo (bastoncini o filetti congela-

ti) o di tonno in scatola.

Per questo gruppo alimentare così come per

gli altri sarebbe bene variare la scelta e in par-

ticolare stimolare il consumo di piccoli pesci

azzurri (alici, sardine, etc) che sono un’ottima

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fonte di acidi grassi polinsaturi, sono

generalmente meno contaminati dei

grandi pesci carnivori e il cui consumo

ha un minor impatto ambientale.

Invece i legumi, pur rappresentando

una valida alternativa alla carne, so-

prattutto se mangiati insieme ai cerea-

li, ed essendo un alimento base della

dieta mediterranea, vengono consu-

mati da pochi e in quantità ben al di

sotto di quelle consigliate. Non faccia-

moli sparire dalle nostre tavole”.

Più pane che pastaFra i cereali e derivati, il pane di fru-

mento resta ancora sovrano incontra-

stato (94 gr/die), al secondo posto la

pasta di semola (50 gr/die), mentre il consumo

di riso è di circa 16 grammi.

Fra i biscotti, al primo posto si trovano quel-

li secchi, i più semplici, seguiti dai cornetti e

dai frollini. Meno graditi i prodotti integrali: fra

biscotti e pane si superano appena i 4 grammi

al giorno.

Commento: “Ogni giorno dovremmo man-

giare anche pane, pasta o altri prodotti a base

di cereali, meglio se integrali, ricordando an-

che in questo caso di non aggiungere troppi

condimenti” recitano le Linea Guida per una

Sana Alimentazione Italiana, ed effettivamente

nel nostro studio è emerso che il consumo di

pane e pasta costituisce oltre la metà dei “ce-

reali” consumati dall’intero campione.

Anche se il modello di consumo alimentare

nella popolazione italiana sta cambiando, que-

sto risultato conferma in larga

parte ancora l’aderenza al model-

lo alimentare mediterraneo con i

cereali come alimenti base, l’olio

di oliva come condimento e il vi-

no come bevanda alcolica”.

Mele, pomodori & lattugaRiguardo alla frutta e alla ver-

dura, il consumo è risultato pari

a 418 grammi al giorno.

Per la frutta, il primo posto va

alla mela (59 grammi), fra la ver-

dura la lattuga (17 grammi). è la

prima, dopo i pomodori, molto

utilizzati oltre che a crudo come

conserva.

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Commento: “Nel loro insieme i consumi

medi giornalieri del campione totale di frutta e

ver-dura risultano, anche se di poco, al di so-

pra del minimo raccomandato dall’OMS, che

indica come obiettivo minimo il consumo di

circa 400 gr. al giorno tra frutta e verdura.

Ma non è così per tutte le fasce di età: la

frutta e verdura sono promosse dagli anziani e

bocciate dai giovani. Grazie agli anziani, che

fedeli alla nostra tradizione mediterranea, ne

mangiano di più (circa 500 gr. al giorno: 260 gr.

di frutta e 240 gr. di verdura), i consumi medi

della popolazione risultano ancora in linea con

le raccomandazioni internazionali”.

Cosa beviamo a tavola?A parte l’acqua (minerale 452 g/die + 196 di

rubinetto), è il caffè la nostra bevanda preferita

(81 gr/die) seguito, seppure a distanza, dal te

(27 gr/die) a pari merito con i succhi di frutta e

quindi dalle bevande a base di cola (19 gr/die).

Per quanto riguarda le bevande alcoliche, il pre-

ferito è il vino rosso (50 gr/die) seguito dalla bir-

ra (25 gr/die) e dal vino bianco (14 gr/die).

Commento: “È utile richiamare l’attenzione

sull’acqua: gli italiani, pur avendo a diposizione

per dissetarsi un’alternativa poco costosa ed a

basso impatto ambientale come l’acqua di ru-

binetto, continuano ad essere i primi consu-

matori in Europa di acque minerali”.

Dieta “fai da te” per il 30%Il 16% del campione ha seguito una die-ta

nell’arco dell’anno precedente l’indagine, più

le femmine che i maschi. Per quanto tempo?

Il 20% per 1-3 settimane, il 34% per 1-4 me-

si, il 42% per più di 4 mesi. Il motivo? Circa 2

su 3 per perdere peso.

Nel 30% dei casi la dieta è stata fai da te, e

questa percentuale sale al 64% fra gli adole-

scenti.

Infine, qual è il rapporto degli italiani con gli

integratori? Un’abitudine poco diffusa: l’82%

degli italiani, infatti, non ne assume.

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le alimentare, mentre solo l’1% si dichiara ve-

getariano, vegetaliano, vegano.

E il cibo etnico? Quasi la metà degli italiani

non ne vuole sapere e solo l’8% degli intervi-

stati ha espresso apprezzamento nei confron-

ti dei cibi “non mediterranei”.

Commento: “Una delle regole fondamen-

tali per una sana alimentazione è quella di fare

sempre una prima colazione ed è importante

che questa fornisca un adeguato apporto ca-

lorico per iniziare nel migliore dei modi la gior-

nata. È interessante notare che anche se il

98% del nostro campione ha fatto questo pa-

sto, l’apporto calorico che ne deriva è sottodi-

mensionato (11% delle calorie giornaliere con-

tro il 20% consigliato).

A questo si associa un eccessivo apporto

calorico dalla cena (38% delle calorie totali

contro il 30% consigliato). I pasti però vengo-

no quasi sempre consumati davanti alla televi-

sione accesa.

Gli italiani intervistati ritengono dunque di

mantenere uno stile alimentare tradizionale e

mediterraneo. Alcuni indicatori ci fanno, però,

pensare che la realtà sia un po’ diversa da

quella desiderata e che, in media, ci stiamo al-

lontanando da questo modello”.

Commento: “Ad una analisi più attenta è

emerso che coloro che hanno scelto una dieta

“fai da te” sono in maggioranza persone nor-

mo-peso, mentre chi risulta obeso si rivolge

per lo più al medico generico oppure allo spe-

cialista. Se è positivo che coloro che si trovano

in una situazione di sovrappeso o obesità af-

frontino il problema rivolgendosi al proprio

medico o ad uno specialista, ci deve far riflet-

tere il fatto che le persone normo-peso optino

spesso per una dieta “fai da te” perché po-

trebbero correre inutilmente dei rischi”.

A tavola vince la tradizioneDal punto di vista calorico, il pranzo

resta il pasto più ricco della giornata

(circa il 43% delle calorie), contro il

38% della cena, l’11% della colazio-

ne, l’8% degli spuntini, ed è ancora la

propria casa il luogo abituale in cui si

mangia.

La cucina tradizionale risulta ancora

quella preferita dal 70% dei rispon-

denti, e quasi uguale è la percentuale

di coloro che considerano i pasti co-

me un modo per stare in famiglia.

Ancora, oltre il 90% definisce ”me-

diterraneo e tradizionale” il proprio sti-

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La storia d’Italiaè servita “À la carte”

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Silenzioso protagonista dell’evoluzione sto-rico-culturale della civiltà gastronomica. Testi-mone eloquente di grandi avvenimenti, di illu-stri personaggi e delle occasioni conviviali che caratterizzano la vita politica di uno Stato.

E’ il menù: documento indispensabile per conoscere i gusti di un’epoca, seguirne l’evo-luzione attraverso le differenze nella prepara-zione delle vivande e comporre quel vastissi-mo mosaico di usi, costumi e tradizioni propri di una Nazione.

Partendo da questa angolazione, del tutto nuova, l’Accademia Italiana della Cucina - Isti-tuzione Culturale della Repubblica Italiana - ha voluto contribuire all’anniversario dell’Unità

d’Italia con il libro “I menu del Quirinale”: 150 anni di storia italiana raccontati attraverso l’inedita collezione dei menu dei 4 re d’Italia e degli 11 Presidenti della Repubblica.

Da Vittorio Emanuele III a Giorgio Napolita-no, il momento conviviale diventa espressione dell’identità culturale del Paese, vero e proprio filo conduttore dei valori culturali e gastrono-mici della nostra storia.

La raccolta di menù, che costituisce l’opera, proviene dalla collezione dell’Accademico Mau-rizio Campiverdi ed è integrata da alcuni menu messi a disposizione dagli Accademici Franco Chiarini, Giovanni Chiriotti, Domenico Musci e dall’Archivio Storico del Quirinale.

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Una suggestiva immagine del Salone delle Feste del palazzo del Quirinale

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Il Re d’Italia Vittorio Emanuele III e Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Il cerimoniale dei pranzi di StatoIl pranzo tra Capi di Stato al Quirinale costi-

tuisce - al pari della cerimonia militare all’Alta-re della Patria - il momento più solenne di ogni visita ufficiale.

Si tratta di un evento curato nel minimo det-taglio, a partire dall’abbigliamento tramandato dalla consuetudine del cerimoniale: cravatta nera per gli uomini, con decorazioni a rosetta, e abito lungo per le signore, con decorazione a fiocco.

Ogni visita che si rispetti prevede che prima di sedersi a tavola, i due Capi di Stato si in-contrino - alla presenza di pochi intimi - nella Sala del Brustolon per scambiarsi i doni e le onorificenze. Seguono poi le presentazioni uf-ficiali nella Sala dei Corazzieri, dove tutti gli in-vitati a tavola - annunciati dal Capo del Servi-zio del Cerimoniale di Palazzo - sfilano di fronte ai due Capi di Stato e alle loro consorti

Il vero e proprio banchetto ha invece luogo nel Salone delle Feste, dove gli ospiti prendo-no posto a tavola rispettando l’ordine di posto già assegnato.

L’inizio di ogni pranzo viene poi sancito dai brindisi dei due Capi di Stato che vengono distribuiti in traduzione scritta a tutti i com-mensali.

Al termine del convivio, con le rispettive consorti, seguiti dagli invitati, i due Capi di Stato ritornano nel Salone dei Corazzieri, dove vengono serviti caffè e liquori e dove avviene il congedo.

In occasione dei pranzi di Stato, il numero dei convitati può raggiungere e talvolta supe-rare il centinaio, dato che comporta una atten-zione particolare alle tempera-ture dei cibi.

La scelta del menu deve assecondare il più possibile i gusti degli ospiti e so-prattutto considera-re le possibili esi-genze dietetiche.

Bisogna tener con-to inoltre delle prescri-zioni religiose (si pensi ai ci-

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bi kosher per gli israeliani o alla assoluta assenza di alcolici sulle mense per i più intran-sigenti musulmani) e delle richieste di vegeta-riani, celiaci.

I servizi di cucina e di salaLa “Cucina Grande” del Quirinale è stata

completamente restaurata agli inizi degli anni Novanta nel rispetto dei canoni di funzionalità richiesti da una cucina moderna.

L’intero ambiente è stato suddiviso in aree, ognuna delle quali riservata alle varie fasi che compongono il processo lavorativo.

Dal locale destinato al ricevimento e al con-trollo delle merci si passa all’area riservata alla lavorazione e alla preparazione delle materie prime, fornita di abbattitori di temperatura per garantire la corretta predisposizione della ca-tena del freddo per la conservazione degli ali-menti.

Separata, per esigenze termiche, troviamo la zona destinata alle preparazioni di pasticce-ria e gelateria, attrezzata con planetaria, pa-storizzatore, mantecatore, temperatore, con-servatore in negativo, forni.

Degno di nota, all’interno della cucina, è l’imponente girarrosto in ghisa, risalente pro-babilmente alla fine dell’Ottocento o ai primis-simi anni del Novecento, restaurato e lasciato nella sua collocazione originaria a memoria di

un passato professionale che, anche senza la tecnologia attuale, è stato vissuto con la stes-sa passione di oggi dai colleghi predecessori.

L’“arte della cucina” trova poi il suo corona-mento nell’unione con la passione e la compe-tenza dimostrate dal personale destinato al servizio di sala.

Nulla deve essere lasciato al caso: dal posi-zionamento della tavola alla perfezione della tovaglia, dal controllo accurato delle stoviglie, alla scelta degli elementi decorativi appropria-ti. Grande attenzione viene prestata al proto-collo già nella fase preparatoria. I camerieri provano la sfilata per l’ingresso e il servizio de-gli ospiti - nel Salone delle Feste vengono ospitate in genere 120 persone e le portate del pranzo sono tre - che dovrà avvenire contem-poraneamente e in maniera piuttosto veloce (circa 45 minuti) per lasciare agli invitati la pos-sibilità di intrattenersi tra loro.

Infine una curiosità sugli addobbi. I fiori che abbelliscono la Sala provengono dai mercati specializzati, dalle serre del Quirinale o, sta-gione permettendo, dalla tenuta di Castelpor-ziano. Non devono essere eccessivamente profumati per non interferire con gli aromi del-le vivande. Si preferiscono i colori rosa, rosso o arancione che meglio s’intonano all’arredo della sala.

Gli addobbi floreali vengono sistemati ai piedi dei candelabri di bronzo dorato che ornano la tavola ed accesi dieci minuti prima del pranzo.

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Finger food - Viviana LapertosaBocconcini e monoporzioni da prendere con le mani, realizzati

con vere e proprie ricette ispirate alla tradizione familiare o regiona-

le italiana o ispirati ai piatti di famosi ristoranti.

Al pari dei piatti, ecco allora che diventano protagonisti bicchieri-

ni, cucchiaini, forchettine, stoviglie di design e contenitori naturali.

Un modo diverso per stuzzicare il palato moderno ed esigente

che che cerca uno sfizio ma vuole anche sostanza.

Edizione: Vallardi - Pagine: 256 - Prezzo: € 16,00

Conserve - Lindy WildsmithUn passatempo piacevole per il week end, un dono speciale per gli amici, ma soprattutto la possibi-

lità di trattenere in un vasetto il profumo e il gusto dei doni della

terra: fatevi prendere dal piacere di preparare le conserve. Lindy

Wildsmith condivide le sue ricette di marmellate e confetture,

sottaceti e conserve, liquori e chutney.

Un’introduzione sulle tecniche di base, soprattutto per quan-

to riguarda la sterilizzazione dei vasetti e la conservazione, dan-

do a chi legge i consigli per cucinare in tutta sicurezza.

Tante golose ricette per accompagnare salumi, formaggi, ma-

cedonie, dessert o una semplice fetta di pane con qualcosa di

unico!

Edizione: Luxury Books - Pagine: 64 - Prezzo: € 5,00

E’ pronto in tavola - Vito Tutti conoscono il Vito comico. Non tutti invece sanno della sua “car-

riera” ai fornelli: appassionato cuoco, gourmet e conduttore di fortuna-

te trasmissioni televisive in cui si è cimentato cucinando in diretta.

Per questa raccolta, l’attore bolognese ha messo nelle nostre mani

più di cento ricette del suo segretissimo repertorio che prendono spun-

ti da diverse tradizioni gastronomiche, in primis quella italiana ed emi-

liana, con variazioni suggerite dall’esperienza e dal gusto personali. Il

tutto corredato da preziosi consigli che facilitano le preparazioni.

E, a conclusione, ha voluto svelare le ricette tradizionali della sua fa-

miglia (il padre, ad esempio, è da sempre cuoco volontario alle feste

dell’Unità), con cui condivide la grande passione per la cucina.

Edizione: Pendragon - Pagine: 164 - Prezzo: € 15,00

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Spaghetti,Wilma,insalatina e una tazzina di caffè - Wilma De AngelisI budini di Platinette, la peperonata di Rossana Casale, gli gnocchetti

di Francesco Renga, gli involtini di Carla Fracci e persino un’insospet-

tabile pasta e fagioli di Irene Grandi. Sono solo alcune delle ricette delle

star a tavola raccontate da Lucio Nocentini.

Era il 1978 quando Wilma debuttò ai fornelli televisivi in Telemenù: in

tanti anni di spettacolo e di cucina ha avuto in regalo da cantanti, attori,

ballerini, amici non famosi, centinaia di ricette che ora mette a disposi-

zione del pubblico con una formula originale.

Con Wilma il cibo e l’arte di mettere in tavola torna ad avere il sapore

(e il sapere) dell’antica tradizionale orale, dove la ricetta anche del più

classica carbonara può essere modificata con un piccolo trucco perso-

nale che la rende unica.

Edizione: Mursia - Pagine: 304 - Prezzo: € 16,00

Frutta e verdura nell’orto di casa - Jan CookeAvete deciso di coltivare frutta e verdura, ma vi serve qualche con-

siglio? Non siete ancora convinti perché non sapete cosa aspettarvi?

La risposta a tutti i vostri dubbi è questo libro: sarà per voi una guida

utile e ricca di suggerimenti per dedicarvi con successo all’orticoltura.

I primi tre capitoli del libro propongono una panoramica generale

sull’organizzazione del lavoro, i tipi di suolo e i fertilizzanti, i metodi di

coltivazione, i parassiti e le malattie. I successivi tre presentano in det-

taglio frutta e verdura e i modi di impiego della serra.

Se siete impazienti di cominciare, passate a pag. 10: la Guida rapida

è quel che fa al caso vostro.

Edizione: Il Castello - Pagine: 128 - Prezzo: € 12,00

Low cost in cucina - Sara CovattiNon sapete come riciclare gli avanzi del pranzo luculliano per una fe-

stività o di una serata tra amici?e oggi avete la tentazione di gettare nel

cassonetto le pietanze cucinate con tanta cura?

Questo ricettario è la risposta a ogni vostro problema di avanzi: d’ora

in poi, niente andrà buttato.

Carne, pesce, verdure, latticini… tutto può essere trasformato in un

nuovo piatto, ancora più gustoso dell’originale!

Edizione: Aliberti - Pagine: 240 - Prezzo: € 14,90

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Acquisti solidali per ilParmigiano “terremotato”

96Gustare l’Italia

del

la R

edaz

ione

Ultim

’ora

Una mail per far ripartire l’economia e l’oc-

cupazione nelle zone colpite dal terremoto con

l’agroalimentare che è il motore e il simbolo di

questi territori.

Per far fronte alle migliaia di richieste di chi vuo-

le esprimere solidarietà acquistando Parmigia-

no Reggiano “terremotato” e gli altri prodotti

agroalimentari tipici dei territori colpiti dal si-

sma, Coldiretti ha attivato la e-mail terremoto@

coldiretti.it a cui ci si può rivolgere per inviare

richieste, specificando nome, indirizzo, telefo-

no, prodotto e quantitativo cui si è interessati.

Compatibilmente con la situazione di difficol-

tà che stanno vivendo i produttori verranno da-

te - sottolinea Coldiretti - tutte le necessarie in-

formazioni per contribuire concretamene a

risollevare un comparto, come quello agroali-

mentare, che ha subito danni per 250 milioni di

euro con crolli e lesioni ai magazzini di stagio-

natura, gli edifici rurali (case, stalle, fienili e ser-

re), danni ai macchinari e perdita degli animali

sotto le macerie.

L’attivazione della mail, dimostrazione della

volontà di ricominciare delle imprese colpite da

sisma, è stata sollecitata dalle richieste dei cit-

tadini che hanno intasato i centralini e la posta

elettronica di Coldiretti in una sorta di gara di

solidarietà.

Coldiretti e i produttori coinvolti, pur nelle

grandi difficoltà organizzative causate dal si-

sma, puntano ad estendere la vendita anche ad

altre città, attraverso i negozi, le botteghe e i

mercati di Campagna Amica.

Per avviare l’iniziativa nel modo migliore oc-

corre evitare le speculazioni sempre in agguato

e dare ai consumatori le necessarie garanzie

sulla qualità. Sono perciò in corso le opportune

verifiche sul prodotto che può essere commer-

cializzato, sulle modalità di acquisto e sui punti

di vendita.

Non appena Coldiretti sarà in grado di fornire

informazioni in merito, lo farà con comunicati

stampa ai media e sul sito www.coldiretti.it e al-

le stesse mail ricevute dai cittadini.

© C

onso

rzio

del

Par

mig

iano

Reg

gian

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Page 97: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Colostro, un’altra prova d’amore

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Page 98: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Su Antennasud il magazine settimanale“GUSTARE L’ITALIA: I PROTAGONISTI”

con indagini nelle filiere della Moda, Enogastronomia e Turismo.

La trasmissione televisiva prodotta da Saverio Buttiglionesarà parte integrante del progetto internazionale

“FOOD & MODA”

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Page 100: Gustare l%27 italia_nr.21_giugno_2012

Apertura non stop7.30 - 22.30

Colazioni - BrunchHappy Hour - Lounge Bar

Via Oldofredi, 19/21 - 20124 Milano(vicino alla nuova sede della Regione Lombardia,

di fianco alla sede di Unioncamere)Per info e prenotazioni:

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