guida dei fontanili della riserva naturale nazzano tevere-farfa
DESCRIPTION
La Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere Farfa da oltre 30 anni protegge e gestisce un’area di oltre 700 ettari, per più della metà costituiti da superfici d’acqua. Qui il fiume Tevere, a seguito di uno sbarramento artificiale costruito nel 1956, ha inondato parte dei suoi terrazzi più bassi creando nuove zone umide ricche di boschi ripariali, canneti e aree paludose. In un tale mosaico di ambienti, pervasi continuamente dall'incessante attività di centinaia di specie di viventi, un fontanile potrebbe apparire cosa di poco conto. Chiaramente non è così e solo la capicità di osservarlo diventa studio e comprensione dei complessi rapporti che vi si intrecciano stagione dopo stagione, anno dopo anno.TRANSCRIPT
1 3
42
TESTI Umberto Pessolano, Direttore Museo del Fiume di Nazzano e Responsabile Ufficio Cultura
FOTO Archivio Laboratorio audio-visivo“Peppe Catelli” del Museo del Fiume
PROGETTO GRAFICO E STAMPAEFFEBI eventi srl
SI RINGRAZIAGiada Malerba, Ilaria Mazzini, Enrico Migliaccio, Concetta Paternò, Alfonso Pessolano, Sirio Santodonato, Marco Seminara, Servizio di Vigilanza, Carlo Utzeri, Alberto Zilli.
UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLAREDirettori della Riserva: Pierluigi Capone, Gianluca Scialanga
SI RINGRAZIANOLe Amministrazioni comunali di Montopoli di Sabina, Nazzano e Torrita Tiberina
Opera realizzata dalla Riserva Naturale e dal Museo del Fiume
Opera finanziata dalla Regione Lazio Assessorato all’Ambiente e Sviluppo Sostenibile e dalla Riserva Naturale
Realizzato su carta ecologica Fedrigoni Freelife Vellum con certificazione Ecolabele FSC
DALLA COPERTINA
LIBELLULA, Orthetrum brunneum(Fonscolombe, 1837)
1. Equiseti
2. Natrice dal collare, Natrix natrix Linnaeus, 1758
3. Ditisco, Dytiscus marginalis Linnaeus, 1758
4. Larve di ditteri culicidi
5. Ceriagrion tenellum (Villers, 1789)
6. Corixa punctata (Illiger, 1807)
7. Aeshna cyanea (Müller, 1764)
8. Calopteryx virgo (Linnaeus, 1758)
TRITONI, Tritone punteggiato meridionale
Triturus vulgaris meridionalis (Boulenger 1882)
Il Polo Scientifico Museale “Museo del Fiume” di Nazzano è attivo dal 2002. Il percorso museale si articola su una superficie di 1.000 mq trattando tematiche sia naturalistiche sia storico-archeologiche. Il legame con la Riserva, con la Popolazione e con il mondo della scuola, sono alla base del suo operato.
Sala degli acquari
DA UNA PROPOSTA DELLA DIREZIONE DEL MUSEO DEL FIUME CONDIVISA DALLARISERVA NATURALE REGIONALE NAZZANO, TEVERE-FARFA
la vita neifontanilidipende anche da te
)(
2
INDICEI FONTANILI DELLA RISERVA
FONTANILE DELL’OSTELLO
FONTANILE DEL QUARTO DI RIPA BIANCA
FONTANILE CANNARO
FONTANILE DI CAMPO NAZZANO
FONTANILE DI CASALE BUSSOLINI
FONTANELLA DELLA FORNACE
FONTANELLA DEL BARCAROLO
ABBEVERATOIO DI CAMPO NAZZANO
I PRINCIPALI PROTAGONISTICOME OSSERVARLI
4
6
7
8
9
10
11
12
13
15
16
ALGHE VERDI
PIANTE ACQUATICHE
GASTEROPODI E BIVALVI
CROSTACEI D’ACQUA DOLCE
INSETTI EFEMEROTTERI
INSETTI ETEROTTERI
INSETTI COLEOTTERI ACQUATICI
INSETTI ODONATI
ANFIBI
CONOSCERE PER AMAREGLOSSARIO
DOVE SONO I FONTANILI
18
20
22
24
30
32
34
36
40
42
47
48
Campionamenti di macroinvertebrati autunno 2005,fontanile dell’Ostello
INTRODUZIONEA CURA DELLA RISERVA NATURALE REGIONALE TEVERE-FARFALa Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere Farfa da oltre 30 anni protegge egestisce un’area di oltre 700 ettari, per più della metà costituiti da superficid’acqua. Qui il fiume Tevere, a seguito di uno sbarramento artificiale costruitonel 1956, ha inondato parte dei suoi terrazzi più bassi creando nuove zone umidericche di boschi ripariali, canneti e aree paludose. In un tale mosaico di ambienti,pervasi continuamente dall'incessante attività di centinaia di specie di viventi,un fontanile potrebbe apparire cosa di poco conto. Chiaramente non è così e solola capicità di osservarlo diventa studio e comprensione dei complessi rapportiche vi si intrecciano stagione dopo stagione, anno dopo anno.
Commissario Straordinario della RiservaAVV. LUCIA AMBROGI
3
La Riserva vista da Nazzano
I FONTANILI DELLA RISERVAGRANDI E PICCOLE RISERVE DI BIODIVERSITÀCome tutte le aree tradizionalmentelegate all’allevamento e all’agricoltura,anche la zona attualmente compresa nellaRiserva Naturale Regionale NazzanoTevere Farfa offre la presenza di numerosi
fontanili. Sebbene solo alcuni di essipossano ancora contare su visitegiornaliere di bestiame o di agricoltori, laloro funzione resta pur semprefondamentale. Considerando, infatti, lo
4
stato di salute dei nostri fiumi e dellamaggior parte delle nostre acque interne,è facile percepire la nuova funzione chequeste piccole raccolte d’acqua dolcehanno assunto oggi ai fini dellaconservazione di centinaia di specie diinvertebrati, di anfibi, e non solo. E se èvero che, per qualche frettoloso edistratto passante, essi non sono altro
che recipienti di “acqua sporca”, si puòloro ribattere a buon diritto che talirecipienti rappresentano, invece, unanuova ed insospettata fonte diricchezza... di biodiversità. Vediamo,allora, quali sono i principali fontanili e leraccolte d’acqua artificiali presenti nellaRiserva e quali i loro, i nostri, “graditi”ospiti.
Fontanile dell’Ostello nell’autunno del 2005
RRORGANISMI
RARISSIMO
RARO
COMUN
E
MOLTO
COMUN
E
R C CC
5
1. FONTANILE DELL’OSTELLOO TEMPORA O MORESUtilizzato a pieno regime fino a pochianni fa, questo splendido fontanile è oggiun esempio eclatante di come l’ambientemuti e si trasformi.Osvaldo Boldrini, nazzanese di settantaanni, a sette ci faceva il bagno assieme aFrancesco e Gastone, grazie alla stessasorgente che, nelle vicinanze, lo alimentaancor oggi. Per trenta anni, fino al 1991,Peppino Moretti vi ha portato a bere lesue pecore e le sue mucche. Nel 2005 ilMuseo del Fiume in collaborazione con
diversi ricercatori, biologi e naturalisti,ha iniziato i campionamenti per studiarnel’ambiente che, a causa dell’arrivo delgambero rosso della Louisiana, ha vistomolti dei suoi ospiti scomparire odiminuire drasticamente di numero.Da qualche anno il fontanile dell’Ostello èdivenuto una sosta didattica importanteper tutte le scolaresche che vengono invisita guidata nella Riserva NaturaleRegionale Nazzano Tevere-Farfa.
Fontanile dell’Ostello in invernoRR
BISCIA DAL
COLLARE, IDRA
VERDE
GRANCHIO DI FIUME,
TRITONI, DIDISCIDI,
IDROFILIDI
GAMBERO ROSSO
DELLA LOUISIANA,
DAFNIE E COPEPODI
PIANTE ACQUATICHE,
RANE, LIBELLULE,
EMITTERI ACQUATICI
R C CC
6
2. FONTANILE DEL QUARTO DI RIPA BIANCANON SOLO TRADIZIONEQuesto è un bellissimo e classico esempiodi abbeveratoio per bestiame. Da decinedi anni disseta gli animali in fida pascolopresso i terreni siti sulla sponda sinistradel Tevere, di proprietà dell’UniversitàAgraria di Nazzano, Ente istituito nel 1909con Delibera del Consiglio Comunale. Letre vasche, a quote diverse per il pascolovaccino e per quello ovino, sonocostantemente tenute “pulite”, senza checiò comprometta l’esistenza sul fondo dimigliaia di larve d’insetti che convivono
con alghe filamentose e unicellularimicroscopiche. Ne è frequentatore raro ilgranchio di fiume; ne sono comuniabitatrici le numerosissime e facilmenteosservabili larve degli insetti efemerotteri;mentre, quello che appare sul fondo comeuna melma verde, altro non è che lo scartofecale di tutti i predetti frequentatori.Affaciandovi con discrezione sulle sueacque, potrete anche scorgere qualchecoleottero ditiscide, mentre risale insuperficie per respirare.
Fontanile del Quarto di Ripa Bianca,sul fondo Torrita Tiberina
R
LARVE DI LIBELLULA
EMITTERI
ACQUATICI
LARVE ACQUATICHE
DI DITTERI
ALGHE FILAMENTOSE,
EFEMEROTTERI
C C CC
7
3. FONTANILE CANNAROUN VERO ANGOLO DI NATURA “BAGNATA”Posto ai piedi della scarpata ferroviaria,lungo la strada per Campo Nazzano, èarticolato su due vasche la seconda dellequali, più bassa, è ormai del tuttonascosta dalla vegetazione; d’estate nonsi nota facilmente a causa della lenticchiad’acqua, una comune e piccolissimapianta galleggiante, che ne nasconde lasuperficie. La vasca principale bipartitaospita all’interno fioriture algali e sullepareti esterne, incrostate dai depositicalcarei dell’acqua che filtra o sgocciola,mostra una numerosa presenza di
capilvenere (Adiantum capillus-veneris L.1758), una piccola e graziosa felce.La vegetazione sulle sue sponde, lapresenza di rane e rospi, quest’ultimipresenti nella stagione riproduttiva,nonché la frequentazione di molte specied’insetti e uccelli, sono la dimostrazionedi quanto il fontanile si stianaturalizzando. L’unico rischio, sempre inagguato, è rappresentato dal ritorno sulposto di uno o più esemplari del solitoHomo sapiens Linneo, 1758!
Fontanile Cannaro
RR
TRITONI
LIBELLULE ADULTI E
LARVE
CRESCIONE,
CAPILVENERE
EFEMEROTTERI
R C CC
8
4. FONTANILE DI CAMPO NAZZANO
Questo che oggi si presenta come unluogo invaso da erbe e da rovi,sormontato da una scarpata celata dallafitta vegetazione, è stato per anni il luogod’incontro e di sosta di tutti coloro chevivevano quotidianamente il duro lavorodei campi. Il casale, ristrutturato ma nonancora riutilizzato, era il punto nevralgicodella vita della comunità locale: fino al1957 vi abitò la famiglia Amadei-Rosati.L’abbandono in cui versano gliabbeveratoi ne fanno uno dei luoghi piùinteressanti dal punto di vista
naturalistico tra quanti presenti in tutta laRiserva. Alimentato da una sorgentenaturale, con le vasche ricoperte ecircondate da vegetazione, con attiguediverse pozze causate dalle molte perdited’acqua presenti lungo le vasche, conaree sia assolate sia ombreggiate, è unluogo unico per osservare non tanto gliabitanti delle raccolte d’acqua, quanto irettili, gli anfibi, gli uccelli e l’enormenumero di insetti e piante che vigravitano attorno. Si consiglia di faresilenzio nell’avvicinarsi.
Casale e fontanile di Campo Nazzano
9
C
RANE, BISCIA DAL
COLLARE
LIBELLULE LARVE E
ADULTI, GAMMARIDI
EMITTERI E COLEOTTERI
ACQUATICI
LENTICCHIA
D’ACQUA
C C CC
5. FONTANILE DI CASALE BUSSOLINI UTOPIACostruito attorno agli anni cinquanta aservizio del casale, il fontanile versa oggiin pessime condizioni. Le radici di unalbero di fico vi hanno aperto profondefessure, sia sul fondo vasca sia sul fronte,rendendolo inutilizzabile. La speranza è diristrutturarlo e trasformarlo in un piccololaboratorio didattico all’aperto per lascoperta e la conoscenza di tutte quellepiante legate alla presenza dell’acqua,come la veronica e la menta acquatica ol’ormai introvabile erba saetta. La Riservarappresenta, proprio per quest’ultima
specie la località più meridionale del suoareale di distribuzione. La Sagittariasagittifolia è una pianta adattata agliambienti naturali delle aree diesondazione. Presenta tre tipologie difoglie, una per ognuno dei momenti tipicidell’anno: foglie strette e lunghe neimomenti durante i quali si trovacompletamente sommersa e in corrente;foglie ovali, tipo ninfea, quando le acquestazionano lente, quasi ferme; foglie asaetta quando, in periodi di magra, sitrova completamente emersa.
Fontanile di Casale Bussolini
10
6. FONTANELLA DELLA FORNACEUN VERO PICCOLO RIFUGIOPercorrendo la sterrata in sponda destra,dopo l’Ostello e il suo fontanile, siincontra uno slargo con (a destra) ilTeatrino di Valerio. A sinistra, alla basedel pendio, alimentata da una debolevenuta d’acqua sorgiva, vi è una piccolafonte con un’altrettanta piccola raccoltad’acqua, ai più invisibile, che, quandopiena, raccoglie appena 140 litri.Affacciatevi, in ginocchio, sul suospecchio d’acqua color brandy e lavedrete pullulare di larve di dittericulicidi, ovvero di diverse specie di
zanzare intente a respirare con i lorobrevi sifoni pronte a scappare sul fondo alminimo sentore di pericolo. Non si trattadelle solite fastidiosissime zanzare tigre,ma di altre specie tipiche delle areeboschive. La piccola raccolta è per loroun’enorme ambiente dove filtrare alghe alsicuro dai predatori, ma è anche il luogoutilizzato per gli accoppiamenti dalle ranerosse che, nel resto dell’anno,contrariamente alle rane verdi, caccianonel sottobosco mantenendosi non troppolontano dall’acqua.
Fontanella della Fornace a fine estate
11
RR
RANA ROSSA
ASELLIDI
CHIRONOMIDI
LARVE DI
ZANZARE
R C CC
7. FONTANELLA DEL BARCAROLOQUANDO L’ABITO NON FA IL MONACOLa raccolta d’acqua è alimentata aintermittenza da tutti coloro che,recandosi a bere, lasciano, anche perpochi secondi, scorrere nuova acqua dalrubinetto. È l’acqua potabiledell’acquedotto del Peschiera che serveRoma e che passa anche per il Comunedi Nazzano. Le gallerie all’interno dellequali sono stati posati i tubi, furonoscavate utilizzando mano d’operareclutata in loco; se lo ricorda ancorabene Gino Paggetti, che nel 1939, all’età
di 14 anni, aiutava suo padre Francesco acondurre di notte i muli fuori dallegallerie con i carrelli carichi di materialeroccioso. Ebbene, affacciandosi su questi80 litri d’acqua, oltre alle alghe delgenere Chara, si potranno vedere sulfondo piccoli bivalvi e larve rosse deiditteri chironomidi somiglianti aminuscoli vermi. In superficie, facendomolta attenzione, e meglio ancoraavvalendosi di una lente, si potrannoscoprire i piccoli ostracodi.
12
Fontanella del Barcarolo
R
COLEOTTERI
ACQUATICI
BIVALVI E OSTRACODI
ALGHE A
CANDELABRO
ALGHE FILAMENTOSE
C C CC
8. ABBEVERATOIO DI CAMPO NAZZANO
Certamente nell’ottobre 1948, quando lasignorina Leonilde Amadei, uscendo dicasa per sposarsi, si accingeva adimbarcarsi sul traghetto assieme al suofuturo marito, Umberto Rosati, questofontanile ancora non c’era.Oggi, due semplici vasche squadrate, incemento, assolvono meramente alla lorofunzione, senza null’altro aggiungere alpaesaggio di questo terrazzo fluviale dasempre utilizzato dall’uomo.Fortunatamente la natura è riuscita a
colonizzare anche quest’opera umana. Senon vi è presente del bestiame al pascolo,affacciandovi sull’acqua delle vasche,potrete avvistare numerosi insettiacquatici e un verde film algale cresciutoall’interno delle pareti ricoperto di bolled’ossigeno e già popolato dimicrorganismi. Tutt’intorno alle vasche sista formando una nuova piccola zonaumida, laddove l’acqua rende umido ilterreno tra le profonde impronte lasciatedal bestiame.
Bestiame presso l’abbeveratoio di Campo NazzanoRR
LARVE DI LIBELLULA
COLEOTTERI
ACQUATICI
EMITTERI
ACQUATICI
EFEMEROTTERI
R C C
13
Libellula, Sympetrum striolatum(Charpentier, 1840), fontanile dell’Ostello
14
I PRINCIPALI PROTAGONISTIPICCOLI SCONOSCIUTINelle necessariesemplificazioni che siadottano per classificare emeglio interpretare lacomplessa realtà naturaleche ci circonda, e dellaquale facciamo parte, si èsoliti vedere citati sempreorganismi dalle medie egrandi dimensioni.
In quest’ottica un fontanileprivo anche delle sole raneapparirà, ai più, vuoto esenza vita, semmai sporcodi fango e alghe, pieno di“tante piccole schifezze”.Ebbene, sono proprio diqueste ultime piccole maimportantissime presenzeche vogliamo raccontarvi
affichè ognuno di voipossa, nello scoprirle,interpretare comericchezza la presenza dellenumerose forme di vita,come valore assoluto laloro complessità ecome bene comune la lorostessa esistenza.Buona scoperta!
Rane verdi, Rana esculenta complex,fontanile dell’Ostello
15
COME OSSERVARLI... E NON BASTA DA VICINOÈ chiaro che vedere non significanecessariamente saper osservare.Osservare la vita in un fontanile vuol direbagnarsi le mani, sporcarsi i pantaloni,chinarsi a terra, infangarsi le scarpe,passare qualche minuto, a volte anchemolto di più, ad attendere la risalita di untritone o di un ditiscide per larespirazione, lo sfarfallamento di unzanzara, la caccia di una libellula, lafioritura delle idre, il battito sincrono
delle tracheobranchie delle ninfe degliefemerotteri, il vorticoso girovagare deigirinidi, l’elegante pattinare di gerridi evelidi, il nuoto accoppiato dei gammaridiin riproduzione.Per far tutto ciò, oltre alla pazienza,serve una buona dose di curiosità.Una curiosità accompagnata da moltacautela da discrezione, da silenzio e dagrazia nei piccoli gesti, per evitare didisturbare e di interrompere quello che i
Larva di libellula mentre richiude la maschera,fontanile di Campo Nazzano
16
nostri protagonisti sono intenti a fare.Tutto questo per apprezzare,specialmente per quanto concerne glianimali, i loro comportamenti naturali enon per assistere soltanto alle lorostrategie di fuga. Chiaramente ogni oradella giornata può regalare diverse especifiche emozioni ed ogni stagionemette in campo i propri protagonistipreferiti. I nostri piccoli attori sono gliingranaggi di un’instancabile macchinadai complessi rapporti, basati su pochi masaldi principi. Tra i tanti, uno su tutti è un
imperativo: non si deve essere mangiati.Rimanendo vivi si cresce, si maturasessualmente e con un poco di fortuna sipuò riuscire a riprodursi per garantire unanuova generazione per la propria specie.Detto ciò, molto viene da sé. Dai periodidi fioritura alla dispersione dei semi, dallefasi di corteggiamento alle cure parentali,dalla scelta dei ricoveri a quella delpartner, nulla è casuale. Molto ancora suquesti meccanismi è tutt’oggi a noisconosciuto e i futuri studi ci regalerannocertamente entusiasmanti sorprese.
Ragno, Dolomedes plantarius (Clerck, 1757)mentre preda un gerride, fontanile dell’Ostello
17
18
ALGHE VERDIALGHE FILAMENTOSE E A CANDELABROIl Regno dei Vegetali è ilmondo dei principaliproduttori d’ossigeno ditutti i tempi. Non ci fu vitasulla Terra sino a quando lealghe non saturarono i marid’ossigeno, che solo allorapoté disperdersi in unanuova atmosfera. Le alghepresenti nell'acqua dolce difiumi, laghi, sorgenti e
fontanili sono solitamenteorganismi unicellulari einvisibili ad occhio nudo.In particolari situazioni, aloro favorevoli, le alghe siriproducono cosìvelocemente e in talenumero da formare vistosiaddensamenti: le fioriturealgali stagionali.Al contrario, le alghe dette
filamentose, costituite damigliaia di cellulecilindriche unite per leestremità, formanoammassi vistosi che, graziealle bolle d’ossigeno daloro stesse prodotte,spesso vengono a galla,staccandosi dal fondo.Tali alghe sono pressochétutte alghe verdi, le più
Alghe filamentose e caracea,fontanella del Barcarolo
19
numerose nelle acque dolci a lentoscorrimento. Sempre tra le alghe verditroviamo quelle che più di tutte possonosembrare a prima vista delle vere eproprie piante, data la disposizione delleloro cellule sia corte che lunghe aformare verticilli con distanze cadenzatelungo quello che appare un gambo magambo non è. Le alghe a candelabrovivono nell’acqua e assomigliano agliequiseti o code di cavallo (vedi foto 1 incopertina), piante legate alle zone umidee presenti sulla Terra da oltre 310 milionidi anni, dei veri fossili viventi tra i
vegetali. La caratteristica delle alghe acandelabro è la presenza di grandi cellulesessuali visibili a occhio nudo: quellemaschili perfettamente sferiche detteanteridi, quelle femminili più allungatedette oogoni. Nei nostri fontanili èpresente una specie del genere Chara, lapiù comune. Tutte le caracee prediligonol’acqua calcarea e limpida. Come avvienenella vasca della Fontanella del Barcarolole alghe a candelabro sono incessantementein competizione con le alghe filamentosee la presenza di una o dell’altra speciepuò non essere scontata.
Alghe filamentose e detrito di fondo,fontanile del Quarto di Ripa Bianca
20
PIANTE ACQUATICHELENTICCHIA D’ACQUA, CRESCIONE E PIANTAGGINE D’ACQUA Molte sono le piante chevivono nelle vicinanzedell’acqua, poche quelleche vivono immerse. Perrestare sommerse bisognariuscire a non marcire equesto, quando avviene, èil risultato dei processiadattativi che in questocaso hanno permesso ilritorno all’acqua di piante
terrestri. Tutte le pianteacquatiche presentanorivestimenti costituiti datessuti di riempimentopermeabili ai soli gas: ilcosì detto parenchimaaerifero. La più piccolapianta da fiore europea èuna pianta acquatica,inconfondibile per la formadiscoidale e dotata di un un
parenchima aerifero che lepermette anche digalleggiare: è la lenticchiad’acqua, genere Lemna,che per alcuni dei fontaniliè quasi infestante.Sollevandone un esemplaresi potranno vedere lefoglioline che lacompongono e le radiciche, da sotto le foglie,
Lenticchia d’acqua con piccoli afidi, fontanile Cannaro
21
traggono nutrimento daisali disciolti nell’acqua.Ma non è solo la lenticchiad’acqua a essere comunenei nostri fontanili: lapiantaggine d’acqua oAlisma plantago-aquatica,parente della già citataerba saetta, e il crescioned’acqua o Nasturtiumofficinale Linnaeus 1753,detto anche nasturzioacquatico, sono altriesempi. A differenza della
lenticchia d’acqua,piantaggine e crescionevivono con radici benancorate al suolo e sempreparzialmente emerse.Entrambi perenni,presentano fiori, la primacon tre petali, la secondacon quattro. L’alisma non ècommestibile ed ha fogliegrandi da lanceolate aovali, il crescione ècommestibile ed ha fogliepennate. Chiaramente è
commestibile solo seraccolto in ambientiincontaminati e dalle acquepurissime, poiché lesostanze inquinanti unavolta assorbite dalle piantesono dannose al nostroorganismo. Il nome latino diNasturtium, deriva dalledue parole nasus tortus chesignificano “naso torto” inriferimento al gustopiccante che si avverte nelmangiarlo.
Piantaggine e crescione,fontanile dell’Ostello
22
GASTEROPODI E BIVALVILYMNAEA E PISIDIUMTra tutti i Molluschi le uniche due Classicon specie presenti anche in acqua dolcesono proprio i Gasteropodi e i Bivalvi.I primi molto comuni e facilmenteindividuabili, i secondi meno comuni egeneralmente poco osservabili, adeccezione delle grandi unio e anodonta,comunque non presenti nei nostrifontanili. I gasteropodi dulcacquicoli perrespirare devono incamerare nuova ariaall’interno di una sacca nella quale, come
per chiocciole e lumache terrestri, labranchia è immersa nell’acqua. In praticase ai gasteropodi terrestri serve l’acquaper non far seccare le branchie, agliacquatici serve l’aria per non moriresoffocati. Nella foto una grande L.stagnalis sta camminando all’ingiù sul filmalgale del quale si sta anche nutrendo:nella bocca si può notare la radulacomposta da centinaia di dentelli.A differenza dei gasteropodi delle acqua
Limnea mentre mangia, fontanile dell’Ostello
23
interne, tutti erbivori, i bivalvi d’acquadolce, come questo Pisidium sp. nonancora identificato e fotografato sulfondo della vasca della Fontanella delBarcarolo, sono tutti filtratori.I bivalvi filtratori per nutrirsi sono ingrado di selezionare nell’acqua leparticelle alimentari presenti alla streguadelle più “buone” e celebrate cozze.Per avvistare dei gasteropodidulcacquicoli basta osservare tra lavegetazione e sulle pareti delle vasche,mentre per scovare dei bivalvi, molto
spesso dalle abitudini fossorie, occorresetacciare delicatamente con le mani ilfondo delle vasche cercando di trattenerlitra le dita. A volte, alcune specie vannoverso la superficie aderendo col mucosulla vegetazione rendendosi così piùfacilmente osservabili. La foto ritrae, suuna foglia in decomposizione, una rossalarva di dittero chironomide (in alto asinistra), del verde muschio dei fontanili eun piccolo crostaceo ostracode dallevalve appena aperte, in basso a destra.
Chironomide, Pisidium sp. e ostracode,fontanella del Barcarolo
24
CROSTACEI D’ACQUA DOLCEGAMBERI E GRANCHITutti avranno visto e spesso anchemangiato sia granchi sia gamberi di mare.Non tutti sanno che un tempo,specialmente per le popolazionidell’entroterra, non era raro vedere intavola piatti di gamberi di fiume. Ma quelliche oggi si possono trovare in vendita nonsono certo i gamberi originari dei nostricorsi d’acqua, (Austropotamobius pallipesLereboullet, 1858), rarissimi e protetti.Sono, invece, dei gamberi rossi della
Louisiana, importati vivi a scopoalimentare e, purtroppo, ormaiacclimatatisi nelle nostre acque interne,compresi molti dei nostri fontanili. Questogambero alloctono, il cui nome in latino èProcambarus clarckii (Girard, 1852),risulta robusto e vorace, poco esigente,portatore sano di un fungo deleterio per igamberi nostrani, autoctoni, rispetto aiquali ha una capacità di resistenza e diriproduzione molto maggiore.
Gambero killer adulto, fontanile dell’Ostello
25
Tali caratteristiche glihanno fatto attribuire, danoi come in molti altriluoghi del mondo dove si èinsediato con successo, ilnome di gambero killer.Per il nostro fontaniledell’Ostello, dal 2006, èstato un flagello.Ben diverso è il discorsolegato al granchio d'acquadolce o di fiume (Potamonfluviatile Herbst, 1785),anch’esso commestibile ma
non ancora gravementeminacciato dall’uomo.Di norma vive lungo i corsid’acqua, i laghi, gli stagni,le risaie e i canali,occasionalmente frequentai nostri fontanili, inparticolare quellodell’Ostello e quello diCampo Nazzano.È osservabile al crepuscoloe soprattutto di nottequando, da onnivoro, cercaprede e resti organici per
nutrirsi. Le sue profondetane sono scavate nelterreno nelle immediatevicinanze dell’acqua.L’inquinamento delle acqueo la loro eutrofizzazione,assieme ad un crescenteprelievo illegale a scopialimentari, ne stanno ormairarefacendo gli habitat efiniranno certamente conmetterne in serio pericolola presenza sul nostroterritorio.
Granchio di fiume, fontanile dell’Ostello
26
CROSTACEI D’ACQUA DOLCEASELLIDI E GAMMARIDIIl mondo dei crostacei è tanto vario ediffuso che anche nei nostri fontanilipossiamo trovare numerosi e curiosiesemplari di asellidi e gammaridi,appartenenti rispettivamente ai gruppidegli Isopodi e degli Anfipodi. Chi di voinon conosce o non ha mai preso in manoun piccolo e timido porcellino diSant'Antonio? Bene, esso è un isopodeterrestre parente proprio dei nostriasellidi acquatici. Da parte loro, i
gammaridi, solitamente più chiari e dalcorpo compresso lateralmente, nuotanodi “piatto” e si trovano generalmente sulfondo, sotto le foglie morte checontribuiscono direttamente ad eliminare,ricoprendo così un ruolo di decompositori.Anche gli asellidi consumano sostanzeorganiche vegetali in decomposizione, mapreferiscono vivere in acque più ferme omeno ossigenate.Raramente, perché in diretta competizione,
Isopodi asellidi, fontanile Cannaro
27
gli asellidi e i gammaridi si trovano nellestesse acque. Come tutti i crostacei, nellaloro crescita, compiono varie mute e trauna muta e l’altra sono circondati daun’armatura pressoché impenetrabile.Ogni qualvolta osserverete muoversiall’unisono due individui di gammaride odi asellide, quello più grande (superiore oesterno) sarà il maschio, mentre quellopiù piccolo (inferiore o interno) sarà lafemmina, e voi starete assistendo allaloro lunga procedura di accoppiamento.Lunga anche alcune ore, poiché ad unmaschio non basta individuare e afferrare
la femmina prescelta, ma occorremantenersi pronto all’accoppiamento edattendere il momento in cui la“fortunata” compirà la muta, in modo dadepositare il proprio prezioso pacchettodi spermi nel corpo “nudo” dellacompagna.A volte, a causa di aumenti improvvisi diportata delle acque sorgive in alcunefonti, possono “venire a giorno”,raccogliendosi nelle vasche isopodiprovenienti direttamente dagli ambientisotterranei, riconoscibili perché privi diocchi e sempre privi di pigmenti.
Anfipode gammaride, fontanile di Campo Nazzano
28
CROSTACEI D’ACQUA DOLCEDAFNIE E OSTRACODISempre tra i crostacei e sempre tra quellipiù piccoli, nelle acque di alcuni fontanilisi possono rinvenire altre minuscoleforme di vita, quali le dafnie dalla vitaplanctonica, dalle incredibili esplosioninumeriche e dai caratteristici movimentiritmici, dovuti ai decisi colpi delleantenne. La loro complessità e, allo stessotempo, la loro resistenza ne fanno degliorganismi unici e incredibili. Alternanogenerazioni nate da “uova estive”
partenogenetiche, (prodotte dallefemmine senza l’aiuto di unafecondazione maschile), a quelle nate da“uova invernali” (risultantidell'accoppiamento tra i due sessi ecapaci di resistere al congelamento e allaessiccazione). Le diverse specie di dafniesi nutrono di alghe planctonichemicroscopiche e – come i copepodi, altroordine di crostacei, anch’essi planctonici –rappresentano, a loro volta, una
Dafnie e giovane gambero killer,fontanile dell’Ostello
29
fondamentale risorsa dicibo. Se guardando sullepareti dei fontanili o suldetrito di fondo, vedretedegli strani fagioli inmovimento, dal corpointeramente racchiuso dauna conchiglia costituita dadue valve calcareecollegate da una cerniera,avrete individuato gliostracodi. Anche se piccoli(sono lunghi da 0,3mm a5mm), hanno un corpo
complesso costituito daotto paia di appendici cheutilizzano per funzionidiverse: per nuotare, percamminare, per mangiare,per esplorare l’ambiente eper riprodursi. Ci sonocirca 15.000 specie diostracodi viventi presentiin tutto il mondo. Perpassare da uovo a stadioadulto l’animale muta novevolte prima di riprodursi.Gli ostracodi attuali hanno
due peni ed alcune specieproducono degli spermatozoilunghi anche 10 volte lalunghezza del loro corpo,mentre altre si riproduconosolo asessualmente. Gliostracodi mangiano unagran varietà di cibo: detritoorganico, alghe, materialevegetale, animali morti,mentre alcune speciecacciano in gruppo,attaccando animali vivimolto più grandi di loro.
Ostracodi ai piedi dell’abbeveratoiodi Campo Nazzano
30
INSETTI EFEMEROTTERIEFFIMERETra i numerosi Ordini neiquali vengono suddivisi gliinsetti, quello degliEphemeroptera è, per gliambienti acquatici, il piùcaratteristico di tutti. Lefamose mosche per lapesca alla trota sono ingran parte l'imitazionedegli adulti sessuati di talegruppo. Il loro ciclo
prevede, dalla schiusa delleuova, una ninfa che mutasino a 27 volte per esserepronta alla trasformazionefinale in adulto sessuato.Le ninfe mature, sopravvissutealla caccia spietata daparte di molti pesci e divari invertebrati, esconodall'acqua e mutano in unanuova forma alata detta
sub-imago. Dopo poche orela stessa muta di nuovo,assumendo il definitivoaspetto da adulto e, aquesto punto, non lerimane che pensare ariprodursi. Così sciamidanzanti di migliaia diindividui si accoppierannoin volo e in poche ore unciclo vitale sarà concluso e
Ninfa di efemerottero, abbeveratoiodel Quarto di Ripa Bianca
31
uno nuovo sarà pronto aricominciare. La ninfamatura è riconoscibile per isuoi vistosi astucci,contenenti le ali ancoranon distese, posti sui latidel torace. Tutte le ninfepossiedono tre cerci postisull’estremità dell'addome,le sub-imago e gli adultidue. Assieme ai plecotterie ai tricotteri, questi ultimiantenati della farfalle,rappresentano i gruppi di
invertebrati più utilizzatiper operare unavalutazione qualitativasullo stato di salute delleacqua dolci correnti,ovvero fiumi e torrenti.Difatti, esistono tra lorogeneri o specie così pocotolleranti ai cambiamentidei valori chimico-fisicidelle acque ove vivono dasegnalare, con la loromancata presenza, uninequivocabile
peggioramento ambientale.Tutti gli organismi viventi inpossesso di questacaratteristica sono dettibioindicatori e rappresentanospecie sensibili alletrasformazioni indotte daifattori inquinanti agliecosistemi nei quali vivono.Chiaramente nei fontanili sipossono osservare alcunedelle specie meno esigenti,non per questo menoaffascinanti.
Sub adulto di efemerottero, abbeveratoio del Quarto di Ripa Bianca
32
INSETTI ETEROTTERIGERRIDI E SCORPIONI D’ACQUAChi avrebbe mai pensato di trovare deglistretti parenti delle cimici puzzolentinuotare o camminare in un fontanile?Ebbene, senza neppure porre troppaattenzione, non sarà difficile scorgerli,perché diverse loro specie frequentano inostri fontanili e quasi tutte sono in gradodi volare. Sul pelo dell’acqua camminanole sottili idrometre e pattinano gerridi,entrambi capaci di sfruttare a lorovantaggio la tensione superficiale
dell’acqua, grazie al loro peso esiguo ealle parti finali delle loro zampe, i tarsi,ricoperte di sostanze oleoseidrorepellenti. I gerridi, per tenersi inequilibrio sull’acqua, utilizzano soloquattro delle sei zampe di cui sono dotati.Le mediane le usano per darsi la spinta inavanti, le anteriori, più corte, per fermaree immobilizzare le prede. Nella foto unacoppia di gerridi si accinge adaccoppiarsi, il maschio, posto sopra,
Gerridi, Gerris lacustris (Linnaeus, 1758),fontanile di Campo Nazzano
33
attende che la femminainizi il pasto che la terrà“impegnata” per dareinizio alla copula.Scrutando appena sotto ilpelo dell’acqua è possibilevedere altri insettieterotteri: le notonette e icorixidi. Per respirarerisalgono in superficiefacendo sporgere la parteterminale del corpo fuoridall’acqua. Le primenuotano a pancia in su, i
secondi a testa all’ingiù(vedi foto 6 in copertina).Entrambi i generi sonopredatori. Le sorprese perònon sono ancora finite: sulfondo, tra la melma ovicino la superficie, traradici e foglie, si possonoscorgere anche gliscorpioni d’acqua sempreeterotteri, semprepredatori. Per respiraredevono anch’essi tornare insuperficie ma, senza
correre troppi rischi, fannosporgere una specie dipiccolo tubo, composto dadue parti, detti cerci,accoppiate tra loro.Nell’immagine l’animale starespirando e si vedonobene le zampe raptatorieanteriori. L’apparatoboccale di questi animali,come nelle cimici, è di tiposucchiatore perforante eviene utilizzato pertrafiggere le prede.
Scorpione d’acqua, Nepa cinerea Linnaeus, 1758fontanile dell’Ostello
34
INSETTI COLEOTTERI ACQUATICIGIRINIDI E IDROFILIL’Ordine dei Coleotteri, conoltre 370.000 specie, è digran lunga l'espressionedel loro successoadattativo e di quello ingenerale di tutti gli insetti;in acqua chiaramente nonpotevano mancare.I coleotteri acquatici sonotutti capaci di volare e laloro forma è veramente
idrodinamica solo nellespecie predatrici, nellequali le zampe posteriorisono modificate a guisa diremi. Ad esempio i ditiscidi(vedi foto 3 in copertina),lunghi circa 4 centimetri,sono in grado di predarelarve di anfibi e avannotti.I nostri girinidi, sonoadattati a predare sul pelo
dell’acqua come i gerridi.Le loro piccole zampemediane e posteriori aforma di palette simuovono con un’elevatafrequenza di colpi,permettendo loro movimentivelocissimi e facendoliassomigliare a chicchiimpazziti di caffèimpegnati in schizofreniche
Girinidi, Gyrinus (Gyrinus) urinator Illiger, 1807,fontanile di Campo Nazzano
35
acrobazie sull’acqua.In caccia, grazie al loroprimo paio di zampeprotese a bilanciere sulmezzo liquido, sono capacid’individuare la sorgented’emissione del trenod’onde concentricoprodotto dal movimento diuna possibile preda, così dapotervi andare incontro econsumarla come pasto.Per quanto concerne gliidrofili, questi sono i più
grandi coleotteri acquaticiitaliani. Gli adulti sonomangiatori di vegetali indecomposizione, mentre lelarve acquatiche sonocarnivore, come quelle deigirinidi e dei ditiscidi.A differenza di questiultimi, essi possiedono unascorta d’aria non solo sottole elitre ma anche sullasuperficie inferiore delcorpo che, cosparsa di fittapeluria idrofoba, ne trattiene
una certa quantità. L’H.piceus mostra, nella foto,non solo la fitta peluria maanche la spina di difesaposta a 2/3 della carenaventrale. Il rinnovo dell'ariaavviene per mezzo delleantenne, che questa specieutilizza, come tutti i suoipiù stretti parenti, facendoleemergere dall’acqua, adifferenza di tutti i ditiscidiche vi fanno sporgere laparte finale dell’addome.
Idrofilo, Hydrous piceus Linnaeus, 1758,fontanile dell’Ostello
36
INSETTI ODONATILIBELLULETra gli insetti legati alleacque dolci da maggiortempo, le libellulepossiedono un veroprimato. La specie fossileMeganeura monyiBrongnianrt, 1893, risalenteal Carbonifero francese,visse volando conun’apertura alare di circa75 centimetri nelle foreste
di 300 milioni di anni fa.Sebbene nelle attualispecie le aperture alarisiano assai minori, gliodonati restano ancora ipiù formidabili e infallibilipredatori volanti dei nostritempi non solo da adulti maanche da forme larvali.Il loro sistema visivo siavvale di tre ocelli o occhi
semplici e di due occhicomposti, in alcune specie,costituiti da oltre 30.000ommatidi, capaci diassicurargli una vistaincredibile. Oggi nel mondovi sono circa 5.000 speciedi odonati suddivisi in 3Sottordini, uno dei qualicomposto da sole duespecie. In Italia, vivono
Anax imperator Leach, 1815, in caccia,nei pressi del fontanile dell’Ostello
37
circa 90 specie appartenenteai Sottordini dei Zigotteri edegli Anisotteri.Gli Anisotteri, le classichelibellule, hanno occhicomposti, quasi a contattonella parte dorsale delcapo, il torace e l’addomerobusto e le ali distese ariposo ai lati del corpo.Ad esempio i grandi esnidisono tutti potenti volatori einfallibili macchine daattacco, come si può
immaginare guardandoquesta foto di un’A.imperator ritratta duranteun volo di caccia. Moltedelle specie di Anisotteripresentano dimorfismosessuale, vale a dire che imaschi sono diversi dallefemmine, in questo caso,per colorazioni tanto delleali quanto e soprattutto delresto del corpo. Ciò èfacilmente osservabiledurante alcune delle fasi
riproduttive, quando imaschi restano attaccatialle femmine o per il temponecessario ad espletare iltrasferimento dello spermao per la scelta del luogo dideposizione delle uova.Queste ultime vengonosolitamente fatte caderenell’acqua da tutte le speciead eccezione dei soli esnidi edei cordulegastridi che,provvisti di ovopositori, leinseriscono nelle piante.
Orthetrum brunneum (Fonscolombe, 1837) in accoppiamento,nei pressi del fontanile di Campo Nazzano
38
INSETTI ODONATI
Gli Zigotteri, le nostre damigelle, sonoodonati dall’aspetto esile e leggero.Il corpo presenta un capo con gli occhicomposti ben separati, un torace robustoper potenti muscoli adduttori dellequattro ali e un addome lungo e snello.Il Genere Calopteryx presenta specie dallelivree eleganti, con colorazionedell'esoscheletro e delle ali metalliche edifferenziate tra i due sessi. I maschidella C. haemorrhoidalis (Van der Linden,
1825) hanno inferiormente, nella partefinale dell’addome, negli ultimi duesegmenti, una colorazione rosso sanguealla quale devono il nome specifico; lefemmine, dalle ali marrone chiaro eporzione apicale più scura, ne sono deltutto prive. Gli odonati maschi devono,prima di accoppiarsi, spostare i proprispermi dall'orifizio genitale ad unapposito organo posto tra il 2° e 3°segmento addominale, in prossimità del
Maschio di damigella Calopteryx haemorrhoidalis(Van der Linden, 1825), fontanile dell’Ostello
DAMIGELLE
39
torace. È in questi genitalisecondari che le femmine“prese per il collo” vanno aricevere il seme maschilecon la propria estremitàaddominale, come si puònotare nella foto di pagina37. Anche nelle fasisuccessive, il maschioaccompagna le femmine e,sempre tra gli Zigotteri, leuova vengono inserite permezzo dell’ovopositoreall’interno della vegetazioneacquatica (uova endofitiche);
questa coppia di damigelledella specie Platycnemispennipes (Pallas, 1771) èproprio intenta a fare ciò.Gli stadi giovanili o larvedelle damigelle sonoslanciate, strette e sottili,mai tozze come quelledelle libellule. Le larvehanno tracheobranchieposte alla fine dell’addomementre negli Anisotteri lebranchie sono all’internodell’apertura anale e non sivedono. Tutti gli stadi
larvali acquatici degliodonati hanno un apparatoboccale con una parte dellabbro inferiore mobile,capace di scattare in avantiper afferrare le prede,detto maschera (vedi fotopag. 16). Lo sfarfallamentodi una libellula è un eventostraordinario, neanchetanto raro, che si puòammirare con un po’d’attenzione soprattutto inestate (vedi foto 7 incopertina).
Platycnemis pennipes (Pallas, 1771) in deposizione,fontanile di Campo Nazzano
40
ANFIBIRANE, ROSPI E TRITONIAnimali dalla doppia vita (larve in acqua,munite di branchie come i pesci, e adultifuori o dentro l’acqua, ma provvisti dipolmoni), gli anfibi sono spesso comuninei nostri fontanili, nei quali le rane verdisono le più diffuse. Non sarà difficilesentirle gracidare di giorno, almeno chenon ci si avvicini troppo alle vasche,perchè - in tal caso, spaventate -resteranno silenziose senza tuffarsisubito in acqua, ancora galleggianti in
superficie o ferme tra la vegetazionedelle sponde dove la loro livrea le rendepressoché invisibili. Al contrario, le specieappartenenti al gruppo detto delle ranerosse sono raramente presenti neifontanili e vi si trovano occasionalmentequando devono accoppiarsi e deporre leuova, come questa rana agile. Del resto,tra le rane rosse, la rana agile o dalmatinanon è legatissima all’acqua ed è tipica deiboschi umidi. Nei boschi più secchi vivono
Rana agile, Rana dalmatina Bonaparte, 1839,fontanella della Fornace
41
i longevi rospi comuni chevanno alla ricercadell’acqua solo nel periododella riproduzione. Dalleuova di tutti questi anfibiusciranno dei girini, daquelle posizionate in lunghicordoni gelatinosiusciranno dei girini dirospo. Questi sono neri,mentre quelli delle altrerane sono di color grigio,più o meno scuro.Le ovature di rana sono
formate da grappoli di uovagelatinose appiccicate leune alle altre (vedi foto delfrontespizio). Nei fontanilidella Riserva non troveremosoltanto gli anfibi adultisenza coda, detti Anuri, maanche gli Urodeli, quelli chela coda ce l’hanno eccome!I tritoni, stretti parenti dellesalamandre, utilizzano inRiserva i fontanili piùnaturalizzati. La specie piùfrequente è il tritone
comune, più raro il tritonecrestato. In queste speciela coda, oltre che per darsila spinta, è utilizzata daimaschi per i corteggiamentinel periodo degli amori.Tutti gli anfibi sia da larvesia da adulti sono predatori.La loro pelle, capace discambi gassosi, èdelicatissima ed ognivalore anomalo, legato allachimica dell’acqua, lipenalizza fortemente.
Rospo comune, Bufo bufo L., 1758 in accoppiamento,fontanile dell’Ostello
Non sappiamo cosa vi sia piaciuto e cosa abbiate scoperto dinuovo del complesso mondo dei fontanili che questa guidapratica ha appena sfiorato. Certamente avrete colto la fragilitàdi tali habitat e la necessità e l’importanza di conservarlisenza comprometterli.
42
E cadde un fico secco nell’acqua,fontanile dell’Ostello
43
La Riserva Naturale Nazzano Tevere-Farfa ha una superficie di circa 700 ettariall’interno dei comuni di Nazzano (Rm), Torrita Tiberina (Rm) e Montopoli diSabina (Ri). La sua storia è indissolubilmente legata alla morfologia del Tevere,che in questo tratto scorre lentamente formando ampie anse e meandri, e allacostruzione di una diga artificiale da parte dell’Enel tra il 1953 e il 1955.
LA RISERVA NATURALE REGIONALE NAZZANOTEVERE - FARFA
Il Farfa si immette nel Tevere
44
Il più lento scorrimento delle acque fluviali e la confluenza del torrente Farfahanno infatti creato il lago di Nazzano che nel corso degli anni si è popolato dispecie di flora e fauna tipiche delle zone umide.Gradualmente salici, pioppi e ontani hanno colonizzato le sponde del bacinorealizzando uno dei pochi esempi di “bosco ripariale” presente nel Lazio,mentre la cannuccia di palude e la tifa hanno colonizzato i banchi di sedimentiche con il tempo si sono accumulati presso le rive o al centro del lago, formandodei caratteristici isolotti. Il lago di Nazzano, situato in un punto strategico per lemigrazioni degli uccelli, è presto divenuto luogo di richiamo per molte specie
Il castello Savelli e la rocca di Nazzano
45
volatili tanto che nel 1968, grazie all’intesa tra Enel, Comune di Nazzano e WWFItalia, è stata istituita un’“Oasi di protezione della fauna”.Lo straordinario valore ambientale di questo territorio è stato poi definitivamentericonosciuto nel 1977 con l’inserimento del lago nell’elenco delle “zone umided’interesse internazionale” (ai sensi della Convenzione di Ramsar) e conl’istituzione (legge regionale n.21 del 4 aprile 1979) della Riserva Naturale,prima area protetta della Regione Lazio (SIC e ZPS ai sensi delle direttiveHabitat 92/43/CEE e Uccelli 79/409/CEE, inserita nel sistema nazionale ReteNatura 2000).
Il castello e il centro storico di Torrita Tiberina
46
MONTOPOLI DI SABINAEntrando nel paese attraverso la Porta Romana o Maggiore, in stile rinascimentale,si accede all’antico Palazzo Orsini. Passeggiando per il borgo, tra archi e portalimedievali, si giunge alla chiesa parrocchiale del Patrono San Michele Arcangelo.
NAZZANOOltre al borgo medievale, da non perdere la Chiesa di Sant’Antimo del X secolo, erettasui resti di un tempio pagano, che conserva, nell’abside, affreschi attribuiti adAntoniazzo Romano. Il Castello, appartenuto alla famiglia Savelli è stato dal XVI alXX secolo proprietà della Confraternita dei Monaci di S. Paolo.
TORRITA TIBERINAIl Palazzo Baronale, situato nel Borgo Medioevale fu della famiglia Melchiorri edivenne nell’800 dimora del principe Alessandro Torlonia. Il Castello Baronale oggiè adibito a Casa per ferie e ristorante. A Torrita Tiberina si può rendere omaggio allatomba di Aldo Moro, illustre statista sepolto nella località dove amava soggiornare.
Il centro storico di Montopoli di Sabina
46
47
Addome la terza e più posterioresuddivisione del corpo degli
Artropodi, laregione ventraledei Vertebrati,che contiene gliorgani digestivi
Alloctono che nonè originario delluogo
Antenna/antenne appendicepresente nella parte anteriore diinsetti e crostacei avente funzionisensoriali
Artropodi raggruppamentoinformale che comprende parecchiPhyla di animali caratterizzati dacoppie di appendici articolate (es.Chelicerata, Crustacea, Uniramia).Per alcuni è considerato un unicoPhylum, Artropoda
Autoctono che vive nel luogo delquale è originario
Autotrofo organismo che elaboraautonomamente la sintesi deipropri costituenti partendo dasostanze inorganiche (Vegetali)
Biocenosi aggregato di specieanimali e vegetali viventi in unastessa unità ambientale checostituiscono un ecosistema, dettaanche comunità biotica
Branchia organo della respirazionedi molti animali acquatici che puòessere filamentoso, piatto o aforma di pettine
Carapace protezione rigida del corpodi molti crostacei e di alcuni animali
Cerci appendici posterioriarticolate di artropodi e altrianimali
Chitina sostanza dura, rigida opoco flessibile che costituiscel’esoscheletro di artropodi e altreparti di alcuni animali
Classe suddivisione tassonomicatra Ordine e Phylum
Classificazione (biologica)ordinamento di organismi viventiall’interno di gruppi stabiliti inmodo da evidenziare le lororeciproche relazioni
Ecosistema l’insieme di esseriviventi, ambiente e condizionichimico-fisiche che, in uno spaziolimitato, sono inseparabilmenteconnessi fra di loro, sviluppandorelazioni reciproche
Eutrofizzazione arricchimentoeccessivo di un ambiente acquaticodi varie sostanze (di solitoartificiali, es. fertilizzanti agricoli),questo può dar luogo adimprovvise e catastroficheproliferazioni di alghe e batteriche riducono l’ossigeno presentenell’acqua e la rende invivibile pergli altri organismi
Famiglia rango tassonomicointermedio tra Ordine e Genere
Fioritura variazione dellacolorazione o della trasparenzadell’acqua dovuta allasovrabbondanza di una specie
Fitofago organismo che si nutreprevalentemente di vegetali
Genere rango tassonomico traFamiglia e Specie
Igrofilo che ama l’umidità
Habitat ambiente in cui vive undeterminato organismo
Larva animale immaturo maindipendente
Metamorfosi mutamento da unaforma fisica ad un’altra, es. dallalarva all’adulto
Ordine rango tassonomicointermedio tra Classe e Famiglia
Partenogenesi riproduzioneasessuale che avviene quando unuovo non fertilizzato si sviluppa inun organismo
Phylum (pl. Phyla) il più elevatorango tassonomico contenenteorganismi evidentemente inrelazione gli uni con gli altri
Plancton tutti gli organismivegetali e animali che galleggianoo si lasciano trasportare liberidalla corrente
Specie rango tassonomicoinferiore, gruppo o popolazione diorganismi simili che possonoriprodursi tra loro, producendoprole fertile
Torace suddivisione mediana delcorpo di molti artropodi che disolito ha zampe utilizzate per lalocomozione, del petto neivertebrati.
GLOSSARIO
4848
CARTA DEI SENTIERI E SERVIZIDOVE SONO I FONTANILI
1
2
3
4 6
5 7
8
FONTANILE DELL’OSTELLO
FONTANILE DEL QUARTO DI RIPA BIANCA
FONTANILE CANNARO
FONTANILE DI CAMPO NAZZANO
FONTANILE DI CASALE BUSSOLINI
FONTANELLA DELLA FORNACE
FONTANELLA DEL BARCAROLO
ABBEVERATOIO DI CAMPO NAZZANO
RISERVA NATURALEREGIONALENAZZANO, TEVERE-FARFA
POLO SCIENTIFICO MUSEALEMUSEO DELFIUME DI NAZZANO
SEDEStrada Provinciale TiberinaKm. 28,100 - 00060 Nazzano (Roma)Tel e Fax [email protected]
COME ARRIVARE
in autola Riserva si raggiunge:
da Romacon la S.P. Tiberina sino al Km. 28,100 in località Meana frazione di Nazzano (RM);con la Via Salaria sino alla immissione per lo svincolo della A1 in direzione Firenze; si viaggia in Autostrada sino all’uscita del casello di Roma Nord Fiano Romano e si prosegue in direzione Nazzano e Torrita Tiberina;con il GRA sino alla immissione per lo svincolo della A1 in direzione Firenze; si viaggia in Autostrada sino all’uscita del casello di Roma Nord Fiano Romano e si prosegue in direzione Nazzano e Torrita Tiberina.
da Firenzecon la A1 in direzione Roma; si viaggia in Autostrada sino alla uscita del casello Ponzano-Soratte e si prosegue in direzione Nazzano e Torrita Tiberina.
da Rieticon la Via Salaria in direzione Roma; si esce sulla SS 313 in località Passo Corese e si prosegue in direzio-ne Nazzano e Torrita Tiberina.
in treno da Romacon il treno FS Roma-Orte sino alla Stazione di Poggio Mirteto Scalo dove si può proseguire a piedi o in bicicletta all'ingresso della Riserva in Torrita Tiberina.
in autobusDa Roma con il pullman per Nazzano partendo dal capolinea di Saxa Rubra.
TOUR IN BATTELLOMob 347.6104110 e 347.9364173
SEDEVia Mazzini, 1 - 00060 Nazzano (Roma)Tel 0765.332002 - Fax 0765.332710 - Mob [email protected] - www.museiresina.it
COME ARRIVARE
in autoil Museo si raggiunge:
da RomaS.S. Flaminia fino a Prima Porta e poi la Via Tiberina fino al Km 33 oppure A1 uscita Fiano Romano poi seguire le indicazioni per Nazzano; da Bologna A1 uscita Ponzano R.
in treno da Romalinea FM1 Fiumicino-Orte, stazione di Poggio Mirteto poi bus Cotral per Nazzano
in autobusda Saxa Rubra linee extraurbane Cotral per Nazzano
Croce Rossa - Corpo Volontario NazzanoTel 0765.332400
Protezione civile di Nazzano e Torrita TiberinaMob 339.3760261
MONTOPOLI COMUNETel 0765.27611 - Fax [email protected] - www.montopoli.orgPro loco: [email protected]
NAZZANO COMUNEwww.nazzano.rm.gov.itTel 0765.332002 - Fax 0765.332710 Pro loco: [email protected] [email protected]
TORRITA TIBERINA COMUNEwww.comune.torritatiberina.rm.itTel 0765.30116 - Fax 0765.30236 Pro loco: [email protected]
www.teverefarfa.it www.museodelfiume.com
5 7
86
Realizzato su carta ecologica Fedrigoni Freelife Vellum con certificazione Ecolabel e FSC