guida breve di sopravvivenza

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  • 8/12/2019 Guida Breve Di Sopravvivenza

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    Ho deciso di cominciare questa guida sulla sopravvivenza perch una mia passione, inoltre perch potrebbeessere interessante da leggere e contiene informazioni che possono sempre risultare utili. La guida frutto di studi edesperienze personali, contiene le basi per sapersela cavare alle strette ed adatta in ogni tipo di territorio.

    ATTENZIONE: La guida scritta a scopo puramente illustrativo, leggerla non vi trasformer in dei Rambo. Per applicarela maggior parte delle tecniche riportate serve attitudine e tanta, tanta, tanta esperienza. Bisogna subito chiarire unacosa, non vi insegner come sopravvivere in un isola deserta o in una foresta pluviale. Nella vita di tutti i giorni impensabile avere la necessit di utilizzare queste tecniche se non lo si vuole o se non capitano imprevisti abbastanzagravi. Vi potranno tornare utili se vi perdete durante una escursione in montagna o se vi piace il genere e volete provarea stare un paio di giorni allaperto, cosa questultima che vi sconsiglioassolutamente se non siete accompagnati daqualcuno che lo sappia fare.

    Capitolo zero, Oggetti indispensabili e KitdisopravvivenzaHo voluto scrivere questa parte introduttiva poich bene conoscere determinati oggetti. Qui vi spiegher per lo picome funzionano e quali consiglio di portarsi dietro. Ci sono tanti oggetti che possono tornare utili, infatti un kit

    di sopravvivenza pu variare le sue dimensioni da una scatoletta a un cassone. Tuttavia ci sono oggetti dei quali si pufare a meno e altri che sono indispensabili. Per prima cosa bisogna valutare dove si va e cosa si far, di conseguenzascegliere quelli che pensiamo possono tornarci pi utili limitando lingombro e il peso. Di norma per costruire un Kit ci sibasa sulla regola del 3. Si pu stare: 3 minuti senza aria, 3 ore senza riparo, 3 giorni senza acqua, 3 settimane senzacibo. Pu sembrare stupido dare pi importanza al riparo che allacqua, ma fidatevi se vi dico che passare unanotte completamente bagnati e al freddo vi far dimenticare che avete sete. Qui di seguito, seguendo lordine diimportanza, vi elencher svariati tipi di oggetti che possono tornare utili.

    Poncho:E indispensabile. Ripara il corpo e lo zaino durante il cammino dalla pioggia e pu essere usato come isolantese si dorme sul terreno. Deve essere robusto, impermeabile e senza buchi (escluso quello della testa). Pu ancheessere usato per costruire un riparo, ma di norma molto piccolo.

    Telo Impermeabile:Ha svariati utilizzi, da isolante a riparo di emergenza, anche questo deve essere robusto. Il

    problema che utile se grande (senn abbiamo gi il poncho), se grande ingombrante. A voi la scelta se portarloo meno. (Attenzione: Un telo di nylon non fa passare laria, quindi ci sono rischi di soffocamento e di condensa,prevediamo una giusta ventilazione. Avvolgersi in un telo di nylon far passare la notte al riparo dalla pioggia, ma almattino ci si sveglier comunque inzuppati, e gli abiti bagnati sono molto intimi con lipotermia. Il nylon brucia bene, nonteniamo il fuoco troppo vicino.)

    Nastro Americano: Utilissimo per riparare in fretta eventuali strappi del poncho o del telo, se non perlegatureimprovvisate. E robusto e tiene bene.

    Cordino di canapa: Per costruire un riparo non si pu chiedere di meglio, ne serve almeno 15 metri per un riparodecente e a prova di vento.

    Coltello:Ci sono molti tipi di coltelli che variano per tipo, uso e dimensioni. Un Opinel comodo e leggero, ma non ha le

    stesse funzioni di uno Svizzero, per entrambi non sono robusti come un coltello a lama fissa. Vi dico solo che io neporto sempre dietro 3. Un coltello serve principalmente per 3 cose: Tagliare, bucare e scavare. Ci sono troppeopinioni contrastanti su questo argomento, quindi inutile starci troppo sopra. Lunica cosa che raccomando di avernecura, il coltello va oliato e affilato (a cosa serve un coltello che non taglia?). ( ATTENZIONE: Il coltello pu essere unarma e per questo va maneggiato con estrema attenzione e perizia. )

    Torcia Elettrica o Lampada a gas:La prima meno ingombrante, ma fa meno luce. In ogni caso la torcia deveconsentirci di avere le mani libere, quindi meglio se si pu fissare sulla testa. Da controllare autonomia e da portarsi lebatterie o il gas di riserva.

    Accendino, fiammiferi e acciarino: Io preferisco sempre i fiammiferi allaccendino, perch se bagnati si possonoaccedere comunque (per accendere un fiammifero bagnato basta passarselo prima tra i capelli, il grasso assorbelumidit). Lacciarino fa scintille anche se bagnato, ma per accendere un fuoco pi scomodo.

    Esche per il fuoco:Diavolina naturale, pu essere utile se piove o ha piovuto.

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    Cappello: Lo metto nel kit perch la testa dissipa pi calore di tutte le altre parti del corpo, ed bene avercelo sempredietro.Deve essere di lana o in pile.

    Borraccia: Garantisce un litro di autonomia e serve da contenitore per lacqua che si trova. Meglio se mantiene lacquafresca.

    Bicchiere:preferibilmente di alluminio, serve per far bollire lacqua o preparare infusi.

    Fazzoletti: Possono servire per filtrare lacqua.

    Cibo di emergenza:Un po di zucchero garantisce energie immediatamente spendibili e abbinato con un infuso di thegarantisce una bevanda calda e un po di eccitanti (in quantit minima). Sale (condimento) e dadi per brodo.

    Kit da pesca: Solo se lo si sa usare.

    Cartina del posto: Indispensabile

    Bussola: Si dice che uno strumento a responsabilit limitata, indica il nord ma non fa nientaltro. Pi avanti vedremo

    come usarla.

    Matita: Pu sempre servire e non ingombra.

    Fischietto:Serve per indicare la nostra presenza.

    Kit medico:Ci sono troppe cose che possono o non possono servire, la salute abbastanza imprevedibile. Nonpossono mancare garze, disinfettante e antibiotici.

    Fornello a gas:E sempre bello fare una grigliata, ma spesso non ne abbiamo i l tempo o il fuoco pu non accendersi. Ilfornello deve essere leggero e non ingombrante, controllare sempre quanto gas rimane e portarsi dietro le ricariche.

    Ago e filo:Per riparare un eventuale strappo. (ATTENZIONE: Ho letto di alcuni che se li portano anche per mettersi ipunti da soli. Non osate farlo, non solo il dolore inimmaginabile, ma rischiate gravi infezioni. Pi avanti spiegher letecniche di pronto soccorso.)

    Capitolo 1 S.T.O.P. (Stop-Think-Orient-Plan)

    E necessario innanzitutto accettare la situazione. Quando mancano poche ore alla notte e non sappiamo dove ci

    troviamo non serve a nulla mettersi a correreper cercare di arrivare da qualche parte. Potremmo esaurire le nostre

    energie residue o, presi dal panico,cadere e farci male o peggio potremmo allontanarci dai soccorsi. Potremmo trovarci

    al buio senza rendercene conto, perch insituazioni di forte stress la percezione del tempo si sfalsa, e allora sarebbe

    tardi per organizzarci. E a questo punto che necessario applicare la regola dello STOP: fermati, pensa,orientati,

    pianifica. Questa regola serve proprio quando ci rendiamo conto di essere entrati nella modalit demergenza, e quanto

    prima la applichiamo, quanto prima facciamolo STOP, tanto pi tempo avremo per PENSARE al da farsi, ORIENTARCI,

    PIANIFICARE le nostre azioni. Esuccessivamente attuarle.

    Fermati

    La prima parte della regola, FERMATI, serve a mettere il corpo e la mente in una situazione quanto pi possibile

    tranquilla. Rendersi conto di dover passare una notte sotto gli alberi, inaspettatamente, provoca una serie di reazioni

    psicofisiche molto violente, anche per le persone pi preparate. E necessario combattere queste sensazioni

    psicologiche e reprimere queste reazioni fisiche, che ci impediscono di agire e di pensare razionalmente ed

    efficacemente. Questo il punto di partenza, il primo passo da fare, il pi facile e nello stesso tempo il pi difficile:

    accettare il fatto. Se abbiamo un telefono e c campo dovremo chiamare qualcuno a casa, e tranquillizzarlo, ma

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    generalmente nei boschi e sulle montagne i telefoni non vanno. Mandiamo comunque un SMS, pu succedere che

    partano, durante la notte, anche in assenza di campo, per delle oscillazioni del segnale. Farlo non costa

    niente. Fermarsi e sedersi, fare un profondo respiro, accettare la situazione, vincere il panico e passare alla seconda

    fase.

    Pensa

    Innanzitutto non bisogna farsi prendere dal panico. Mantenere la calma fondamentale. Poi bisogna capire quantotempo di luce ci rimane. Se vediamo il sole, possiamo stendere i l braccio teso davanti a noi, e contare le dita che ci sono

    fra il bordo inferiore del sole e il bordo superiore dellorizzonte. Un dito corrisponde a 15 minuti di sole. Dovrete fare una

    prova prima, a casa, perch la lunghezza del braccio e lo spessore delle dita diverso da persona a persona. E un

    sistema perfetto per sapere quanto tempo ci rimane prima che arrivi la notte. Se non vediamo il sole dobbiamo sapere a

    che ora il tramonto. E sempre buona cosa saperlo, su molti calendari c scritto. Possiamo anche cercare di ricordarci i

    giorni precedenti, per avere unidea indicativa. Poi bisogna pensare a cosa ci aspetta. Guardiamo il cielo, cerchiamo di

    capire se si sta avvicinando un

    temporale, osserviamo la direzione delle nuvole e la loro velocit, osserviamo le nuvole stesse per capire se sono

    portatrici di pioggia. E importante saper leggere le nuvole, per capire il meteo. In rete si trovano buone guide, sempre

    meglio stamparsele e portarsele dietro perch alle strette la memoria gioca brutti scherzi. Ascoltiamo i tuoni e calcoliamo

    la distanza. Dopo il lampo un tuono ci mette 3 secondi per ogni chilometro di distanza da noi, con questo metodopossiamo stimare quanto sia distante. Tuttavia la meteorologia non mai esatta e limprevisto pu sempre accadere,

    fatevi una ragione anche di questo. Tutto questo lavoro mentale ci far capire cosa ci aspetta, a cosa dobbiamo

    prepararci, e quanto tempo abbiamo per farlo. Ma avr sortito anche un secondo, importantissimo risultato: avr dato

    alla nostra mente qualcosa su cui lavorare e avr allontanato pensieri di preoccupazione.

    Orientati

    In questo caso orientarsi non serve a capire dove siamo. Serve ad identificare la nostra posizione in relazione

    allambiente naturale circostante, e questo fondamentale per poter successivamente sciegliere un posto adatto a

    costruire un riparo. Pu anche servirci a capire se il caso di scendere di quota, tempo e condizioni fisiche permettendo.

    Ogni 100 metri di quota persi si hanno, teoricamente, anche 1,5C di temperatura in pi. Ma scendere 1 00 metri,

    perdendo tempo ed energia, per risparmiare 1,5s pesso non vale la pena. Dobbiamo identificare una serie di

    elementi chiave, ricordando alcune regole fondamentali, perch un rifugio ben fatto ma posizionato male non serve aniente. E pi importante un buon posto che un buon rifugio. Quindi dobbiamo scegliere dove fermarci. Le regole base

    sono semplici, ma trovarle tutte in un solo luogo credo sia impossibile. Quindi qui sotto sono elencate in ordine di

    mia personale importanza:

    Verifichiamo di essere al sicuro anche da rocce cadenti, o frane, o valanghe se c la neve. Sopra di noi, a monte,

    deve essere tutto sicuro.

    Evitiamo come la peste di metterci a valle o a monte. A valle di notte le temperature scendono molto e lumidit alta,

    e le sommit sono sempre spazzate dal vento. Stiamo sempre a mezza costa, in modo da approfittare delle correnti

    calde che di notte salgono dal basso.

    Il luogo scelto deve essere al sicuro da eventuali passaggi dacqua dovuti a temporali o allagamenti. Osserviamo le

    pendenze, ricordiamoci che lacqua corre dallalto al basso, non mettiamoci in buche, su sentieri in pendenza, vicino a

    corsi dacqua (anche perch vicino allacqua la temperatura sempre pi bassa che poche decine di metri pi lontano).Il rumore dei torrenti nasconde quello di

    eventuali soccorsi.

    Cerchiamo sempre un posto al riparo dal vento dominante. Laria fredda si infila in ogni pi minuscolo forellino, ed

    micidiale. Il nostro rifugio deve essere costruito a prova di vento, ma farlo in zone naturalmente riparate facilita

    enormemente il lavoro.

    Mettiamoci se possibile nei declivi che danno a sud, vicino a rocce che hanno assorbito il calore del sole durante il

    giorno, ed evitiamo i lati a nord.

    Cerchiamo zone buone specialmente dove pi c disponibilit di materiali da costruzione, fogliame e aghi di pino, erba

    secca, muschio, zolle derba, sassi e legna per il fuoco.

    Cerchiamo di metterci in zone riparate da alberi e sterpaglie, che con la loro vegetazione aiutano a ridurre la perdita di

    calore dovuta a radiazione e frenano il vento. E puliamo il terreno attorno a noi con un ramo, soprattutto se ci infiliamo inuna sterpaglia bassa, in modo da allontanare insetti, ragni, scorpioni, vipere, sassi, spine a tutto quello che ci pu

    dar fastidio o essere di pericolo.

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    Troviamo una zona in piano, o durante la notte poco a poco scivoleremo via.

    Costruire un rifugio utilizzando in parte strutture naturali gi esistenti aiuta tantissimo, e fa risparmiare tempo ed

    energia.

    Cerchiamo di evitare luoghi di passaggio di animali, specialmente cinghiali. Si vedono i trottatoi segnati sul terreno, con

    le orme. Stiamone alla larga.

    Possibilmente cerchiamo una zona che sia in vista, o che ci permetta di vedere eventuali soccorsi.La scelta del luogo dove ripararci met del lavoro.

    Pianifica

    La fase successiva la pianificazione: in base alle nostre analisi cosa dobbiamo fare, come, con cosa? Guarda i

    materiali attorno a te. Cosa vedi? Alberi secchi o verdi? Grandi o piccoli? Foglie? Aghi di pino? Erba secca? Muschio?

    Rocce? Ripari naturali? Tenete presente che, anche in estate, un rifugio di fortuna deve svolgere una sola funzione:

    isolarti. Isolarti dalla pioggia, dal vento e dal freddo. Tutto quello che vedete e che pu servire da isolante prezioso,

    quello di cui sar fatto il tuo rifugio, quello da cui potrebbe dipendere la tua stessa vita. Poi dobbiamo studiare le nostre

    attrezzature. Cosa abbiamo con noi che ci pu

    essere utile? Un telo la cosa pi importante. Un semplice telo, o un poncho, ma anche un sacco dellimmondizia, una

    coperta isotermica, una giacca antiacqua, lo zaino stesso, magari con il suo sacco antipioggia, la corteccia di un albero

    secco caduto, tutto quello che pu fermare acqua e vento deve essere visto come un dono prezioso. Pu risparmiarciore di lavoro, e garantirci un ottimo riparo dai due peggiori nemici che

    dovremo affrontare: la pioggia e il vento. Se non abbiamo un telo dobbiamo ammucchiare strati su strati di materiali, per

    rendere impermeabile il tetto, e non n semplice, n veloce (e non garantisce mai una tenuta al 100%). Un semplice,

    banale rifugio di detriti pu richiedere due o pi ore di lavoro, a seconda della disponibilit di materiali. Se abbiamo un

    telo possiamo farlo in mezzora. Un coltello, possibilmente adatto a tagliare ramoscelli o rami, importante. Se non

    abbiamo strumenti da taglio dobbiamo sperare di trovare una pietra con un lato a spigolo, dalla forma grosso modo di

    una accetta, non necessariamente una selce, da usare per colpire i rametti con foglie o aghi da utilizzare come copertura

    e materasso isolante alla base, dove si attaccano al ramo o al tronco, nel senso contrario a quello verso cui crescono,

    perch strappare i rametti a mano alla lunga causa vesciche e dolori alle articolazioni. Una maglietta, un berretto, una

    sciarpa avvolti sul palmo possono proteggerci da spine, abrasioni, vesciche. Un mezzo per accendere un fuoco

    altrettanto importante. Ricordiamo che il fuoco non un qualcosa in pi, il fuoco parte integrante del nostro riparo, alivello fisico e a livello psicologico. E il fuoco lo strumento principale con cui possiamo segnalare la nostra presenza ai

    soccorsi. Vuotiamo lo zaino e vediamo se abbiamo abiti di ricambio. Teniamoli pronti, l i dovremo indossare assieme a

    quelli che abbiamo gi addosso (ma solo alla fine). Se abbiamo la possibilit di scaldare qualcosa da bere lo faremo pi

    tardi, sar un toccasana, a livello fisico e psicologico. Se abbiamo una torcia mettiamocela addosso, ma in un posto

    riparato e sicuro, nel caso fossimo avvolti dal buio senza rendercene conto.

    Ora siete pronti a cominciare a costruire il rifugio

    Capitolo 2 Il riparo di emergenza

    Ora che avete fatto tutti i preparativi siete pronti a costruirvi il riparo dove passerete la notte. Innanzi tutto sorge unadomanda: Da cosa ci dobbiamo riparare?. Abbiamo detto Acqua, Ventoe Freddo. Acqua e vento sono abbastanzaintuitivi, se avete un telo impermeabile basta appenderlo inclinato sopra al giaciglio (la direzione del vento deveSEMPRE essere posteriore allapertura, in modo che il telo ci protegga anche da esso), se non avete un teloimpermeabile dovrete costruire una struttura che funga da tettoia e ammassarci sopra quanto pi materiale trovate(foglie, corteccia, terra, etc) in modo da renderlo impermeabile (Quanto pi spessa tanto pi funzioner, io visuggerisco di farlo a strati, magari cominciando con uno di corteccia, poi uno di foglie e poi uno di terra, usatelimmaginazione, basta che sia impermeabile). Per il freddo la situazione si complica. Esaminiamo i 4 fattori che ci fannoperdere calore: conduzione, convezione, radiazioneedevaporazione. Conduzione la perdita dicalore dovuta alcontatto del nostro corpo con un corpo pi freddo, nella fattispecie il suolo. Per difenderci dalla conduzione dobbiamomettere quanto pi materiale isolante franoi e il suolo (quindi almeno 30 centimetri di detriti, aghi di pino, foglie secche,erba secca,magari facendo sotto un primo sottofondo di rami, per ridurre la risalita di umidit esollevarci dal suolo,oppure possiamo usare il nostro zaino, tutto quello che isola aiuta. Cerchiamo per materiale il pi asciutto possibile. )Convezione la perdita di calore dovuta al vento. Il rifugio dovr essere privo di spifferi (attenzione a lasciare unapiccola apertura in alto: aiuter a far uscire il monossido di carbonio e lumidit). Radiazione la perdita di calore dovutaal naturale irraggiamento del calore (un rifugio ben preparato cercher di ridurre al massimo questo problema,mantenendo dimensioni ridotte il pi possibile). Evaporazione la perdita di calore dovuta allevaporazione dellacquache ci pu bagnare. Si tratta quindi di rimanere asciutti il pi possibile. Non pensiamo solo alla pioggia. Specialmente neiboschi, con gli sbalzi termici, il suolo si riempie di condensa. Il terreno stesso, e i materiali che usiamo, contengono

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    Simile a una canadese, molto pratico e comodo. Se non avete con voi un telo potete sostituirlo con una tettoia di detriti.Consigliabile con temperature non troppo fredde e con climi piovosi.

    Fino ad ora ci siamo preoccupati solo del freddo, ma a volte il caldo che pu darci fastidio. In ambienti secchi e torridispesso consigliabile fermarsi soprattutto quando i l sole alto.

    Abbiamo parlato di rifugi, ma per realizzali bisogna saper fare i nodie le legature. Come prima ho fatto una immaginecon quelli indispensabili da sapere (cliccate sullimmagine per ingrandire):

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    Termino cos questo capitolo, il prossimo sar su come accendere un fuoco e procurarsi acqua e cibo.

    ATTENZIONE: Questo capitolo vi insegner ad usare i fuochi. Innanzi tutto dovete sapere che esistono leggi chedisciplinano questo tipo di attivit, quindi bene essere informati prima di fare una stupidaggine. Inoltre il fuoco tra lepi rischiose calamit ambientali, evitate di abusarne. Un fuoco andrebbe accesso solo in situazioni di vera necessit enon va perso di vista nemmeno un istante. Prendete sempre le dovute precauzioni, la sicurezza non mai troppa.

    Capitolo 3 Il Fuoco

    Finito il vostro riparo per rendere tutto pi confortevole serve un bel fuoco. Moltisottovalutano limportanza del fuoco, si pensa solo che esso serva a scaldarci, ma un belfuoco vicino quando ci troviamo la notte da soli sperduti nel nulla da un confortopsicologico non indifferente. Innanzi tutto da un senso di protezione (scaccia la maggiorparte degli animali), fa luce (e la notte questo fondamentale), permette di cucinare,sembra assurdo ma da un senso di compagnia e pi importante di tutto ci scalda. Tuttipenso ci sentiamo in grado di accendere un fuoco, direte che ci vuole, prendi due bastonie con un accendino gli dai fuoco. Innanzi tutto non cos semplice. Anche con la legnapi secca possibile senza una buona esca e una struttura corretta il nostro fuoco nonprender mai, inoltre se la legna bagnata la difficolt si decuplica. Infine, ammesso chesiamo riusciti ad accenderlo, il nostro fuoco richiede determinate qualit e tra queste c il

    calore e la durata, che scopriremo dopo che sono incompatibili (mantenere un fuoco altoper otto ore richiede una scorta di legna non indifferente che alle strette difficileprocurarsi). Ho costruito questa guida per punti, sperando di rendere tutto il pi chiaropossibile.

    Procurarsi il necessario

    Che cosa serve per accenderlo?

    Ovviamente la legna. La legna deve essere piccolissima, piccola e media. Evitiamo iciocchi di natale o i tronchi da boscaioli, non dobbiamo scaldare una casa o costruire unalibreria. La legna pi grande meno brucia, ci vuol dire meno calore. Il nostro fuoco avrdimensioni ridotte, il che ci render impossibile usare legna troppo grande. Un diametro di5 cm deve essere il nostro massimo. Per la lunghezza direi sui 50 cm per i ciocchi che

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    serviranno ad alimentarlo, per accenderlo serviranno di pi corti. La legna deve essereSECCA e NON deve essere UMIDA. La legna che trovate in terra sicuramente secca,ma a volte umida, controllatela sempre. Spesso basta guardare ai rami pi bassi deglialberi per trovare dei bei rami secchi pronti per essere bruciati, sono quelli che prendonomeglio. Per tagliarla non avrete problemi, per quel diametro basta un calcio ben assestato

    e il legno si spezza, per legni pi grandi serviranno una sega o un ascia che dubito avrete.Pi avanti vi spiegher come accendere un fuoco con la legna umida o bagnata.

    Poi vi servir un esca. Lesca migliore la carta (vanno bene anche i fazzoletti), maspesso non labbiamo con noi. Possiamo usare della paglia, degli aghi di pino secchi ofoglie secchie. Se non avete carta e il sottobosco bagnato siete nella merda pi pura. Ocercate disperatamente un esca asciutta o pregate. In questi casi il cotone o la lanabruciano, e bruciano bene. Io preferirei sacrificare una maglia piuttosto che passare unanotte al freddo (Non quella con cui dormirete, per dormire dovrete mettervi addosso pimaglie possibili, se ne avete di avanzo valutate bene questa opzione).

    Poi ovviamente serve qualcosa che lo accenda. Pregate di avere con voi un accendino odei fiammiferi, altrimenti potete iniziare a piangere. Le alternative sono: Una pietra focaia(se non avevo un accendino perch dovrei averla? Ipotesi da scartare a meno che nonstate su un vulcano, sbattere 2 comuni pietre vi ammaccher solo le dita, potete provarequanto volete, non fanno scintille), una lente di ingrandimento (funziona dalla tardamattinata al tardo pomeriggio, ma ovviamente la ho sempre con me), un paio di occhiali(non da sole, funziona ma ci metterete un sacco di tempo, se il sole sta tramontando osorgendo non ci riuscirete mai), uno specchietto (solo a met giornata e non ne sono deltutto sicuro), un bastone flessibile e uno spago (dopo vi spiego come funziona, preparatevia ridere). NB: Un accendino bagnato difficilmente si accende, un fiammifero bagnato sipu accendere (basta passarselo tra i capelli, il grasso assorbir lumidit) io li portosempre entrambi.

    Ultimi e fondamentali serviranno dei sassi, di un diametro grossomodo di 10 cm, vedremodopo perch.

    Scegliere il posto

    Se il vostro rifugio aperto lo dovrete fare davanti allapertura (in modo che lo stessorifugio lo riparer dal vento). Mai e poi mai posizionare un fuoco controvento. Innanzi tuttovuol dire che avete sbagliato a posizionare il rifugio, inoltre avrete il fumo o le fiamme

    contro di voi in caso di forte vento. Il vento sar vostro nemico e vostro amico. Lo fabruciare meglio, ma lo rende incontrollabile. Meglio che il fuoco sia riparato. Trovato ilposto dovrete bonificarlo. Via erbacce e generi per almeno un cerchio di 1 metro e mezzodi diametro, gli incendi sono assolutamente da evitare. Tolte tutte le erbacce posizionate isassi a cerchio intorno al braciere con un diametro di circa un metro (50 cm sono di scartoper sicurezza). I sassi non solo preverranno il rischio di un incendio, ma assorbirannocalore. Il fuoco inoltre preferibile farlo tra noi e un riflettore. Questo servir appunto perriflettere parte del calore verso di noi. Il riflettore pu essere naturale ( un grosso masso,una parete di roccia, una collina scavata) o artificiale (un muro di legna), deve esserealto circa un metro.

    Tipi di fuochi

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    Il nostro fuoco servir per scaldarci, ma ho voluto aggiungere altri tipi di fuochi per farviuna idea generale.

    A PIRAMIDE:

    Si accende

    facilmente, dluce e calore, ma

    consuma

    molta legna e

    riscalda in

    maniera

    irregolare.

    Buono per fuoco

    da campo.

    POLINESIANO:

    Riscalda bene,conserva il

    calore, non

    risente del vento.

    In caso di

    pioggia pu

    essere coperto da

    uno strato di

    terra.

    A

    RIFLETTORE:Per la cucina

    individuale o per

    scaldare. Ottimo

    per entrambe le

    cose insieme.

    DEL

    PASTORE:

    Rapido,consuma poca

    legna, ottimo per

    scaldare.

    Equilibrio

    instabile.

    Accendere il fuoco

    Questa la parte pi difficile. Per iniziare consiglio sempre di fare la piramide. Posizionate lesca al centro e mettete a

    piramide i legnetti pi piccoli che avete (corti 10 cm e di un diametro inferiore ai 5 mm). Devono essere tanti ma nondevono essere troppi, se sono troppi lo soffocheranno. Lesca deve durare, almeno 20 secondi difiamma, perci mettetene abbastanza. Spesso capita che la prima volta non prende. In questo caso disfate tutto, toglietela cenere, posizionate un altra esca e riutilizzate i legnetti di prima (se erano umidi si sono asciugati). Se fate questa

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    operazione a mani nude occhio a non scottarvi. Se i legnetti prendono dovete essere tempestivi ad aggiungerne altridella stessa misura, quando il fuoco arzillo aumentate di diametro progressivamente e con calma (non soffocatelo).

    Se la legna che avete raccolto umida o bagnata vi aspetta un lavoraccio. Innanzi tutto dovete avere la legna pi piccolain assoluto che riuscite a trovare e dovete cercare di asciugarla. Prendetela e sfregatevela tra le mani in modo dascaldarla, quando ne avrete un mucchietto consistente provate ad accenderla. Non fate questa operazione se non avetegi altra legna da buttarci. Continuate cos finch il fuoco non prende abbastanza bene, e aumentate il diametro conmolta pi calma di prima (dovete dare tempo alla legna di asciugarsi). Se il fuoco comincia a prendere posizionate lalegna bagnata che dovrete usare per alimentarlo in torno ad esso per farla asciugare prima di mettercela. A dirlo sembrafacile, ma a farlo distruttivo e deprimente e la resa minima perch la maggior parte del calore viene perso a farasciugare la legna. E far un sacco di fumo. Il mio consiglio di mettere ad asciugare la legna il prima possibile. Dieciminuti al sole possono fare miracoli, ma occhio a farlo dopo aver fatto il rifugio (non mescoliamo le priorit).

    Se non avete un accendino o un fiammifero come gi vi ho anticipato non siete messi bene. Con la pietra focaia bastaindirizzare le scintille sullesca e quando fuma soffiare leggermente. Con la lente, gli occhiali e lo specchietto bastaindirizzare la luce sullesca ed attendere che fumi. Anche qua soffiate dolcemente. Se non avete niente di tutto ci poteteiniziare a pregare. Questo un metodo arcaico che molti dicono funzioni, personalmente non lho mai provato. Prendeteun bastone flessibile e piegatelo, legate uno spago ai 2 estremi in modo da formare un arco il pi teso possibile. Fate lapunta ad un bastone. Usando la punta del bastone per regolarvi con le misure dovrete scavare (con un coltello o con unapietra) un foro su un ciocco poco pi largo della punta. A questo punto mettete lesca dentro e nei dintorni del foro.

    Prendete larco e con la corda fate un anello intorno al bastone appuntito. Ora posizionate la punta sul foro. Con lamano sinistra spingete il bastone contro il foro, con la destra utilizzate larco per far ruotare il bastone il pi velocementepossibile. Se lo state facendo correttamente il calore prodotto dallo sfregamento far fumare lesca, a quel punto dovretesoffiare dolcemente. Buona fortuna.

    Mantenere il fuoco

    Una volta acceso il fuoco va mantenuto. Come avevo gi anticipato pi la legna grande meno brucia (quindi fa menocalore) ma dura di pi. Dovrete fare un misto tra legna media/piccola per ottenere un effetto migliore. Se siete a corto dilegna cercate di razionarla. La legna ci mette parecchi secondi prima di prendere, non caricate il fuoco sprecherete sololegna. Se siete dellidea di andare a dormire non gettate pi legna al fuoco. Mai addormentarsi col fuoco acceso. Se stato acceso per molto tempo ci sar molta brace che far molto calore, e anche il riflettore far il suo lavoro per qualcheora.

    Spegnere il fuoco

    Spegnetelo utilizzando un grosso bastone, colpendo la brace. Una volta fatto questo seppellitelo con terra o sassi. Maiseppellirlo con la sola cenere, la brace resiste ore sotto la cenere e il vento pu riportarla fuori. Se avete acqua inabbondanza (per esempio siete vicini a un torrente) usate quella. Se le vostre scorte sono limitate non utilizzatela mai

    per spegnere il fuoco. Lurina una valida alternativa (e d un senso di onnipotenza ).

    Termino cos questo capitolo, sul prossimo ci dedicheremo al cibo e alla cucina.

    Capitolo 4 Cibo e AcquaQuesto un argomento la cui priorit discutibile, infatti la vera priorit in situazioni demergenza essere trovati e nonsopravvivere. Infatti potreste impiegare il vostro tempo e le vostre energie per costruire delle segnalazioni o cercare diorientarvi invece di cercare dellacqua o del cibo che magari non riuscirete a trovare. Per un argomento che si allacciabene al capitolo precedente, quindi vi dar delle nozioni fondamentali.

    Imparate a razionare

    Non stiamo facendo una scampagnata o un picnic con gli amici, se dovrete applicare quanto scritto sotto significa chesiete nei guai quindi bene comprendere che dovremo fare dei sacrifici. La priorit lacqua. Un uomo pu sopravvivere3 settimane senza cibo (ho detto sopravvivere, ma non starete bene, anzi) ma solo 3 giorni senza acqua (sono dellevariabili eh..). Io viaggio sempre con due litri dacqua e spesso non mi basta, se avete delle scorte dovete semprerazionarle al meglio. Innanzi tutto se si a corto dacqua dovete bere a piccoli sorsi e bagnando la bocca. Non bevete sestate camminando o se avete caldo perch la risuderete subito. Bevete solo se avete deciso di fare una pausa; fermateviallombra e rilassatevi, bevete solo dopo qualche minuto e rimanete a riposare per un po in modo da dare tempo alcorpo di riprendersi. Se trovate un punto dacqua e siete accaldati non bevete subito, in montagna lacqua dei ruscelli gelida e una sorsata pu farvi venire una congestione. Ogni volta che ne avete la possibilit dovete riempire tutti icontenitori che avete. Se siete senza acqua e dovete camminare fatelo la sera quando cala il sole, sentirete meno la

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    stanchezza. Per evitare di sentire il bisogno dacqua possibile tenere un sassolino inbocca (ATTENZIONE: Con questo metodo ingannate il corpo, ma non vi disseta, avrete comunque bisogno di acqua.Spesso bene sapere quanto ne abbiamo bisogno). Per il cibo invece la faccenda un po pi complessa. E vero chepossiamo stare a lungo senza cibo, ma i morsi della fame non sono piacevoli. Ogni persona reagisce diversamente allamancanza di cibo, ma solo una questione psicologica e abitudinaria. Dovrete sforzarvi molto per cercare di rimanerelucidi di mente e andare avanti. Un piccolo boccone la mattina e la sera possono bastare, il digiuno io consiglio dievitarlo, peggiorate solo le cose, in emergenza sempre meglio rimanere il pi possibile lucidi. Ricordate di lasciare

    sempre una piccola scorta se le cose peggiorano ancora.

    Procurarsi lacqua

    In vendita si trovano un sacco di cose da veri professionisti, come per esempio le pastiglie potabilizzatrici, ma noi nonvogliamo rendere le cose troppo semplici. In genere se siete lontani dai centri abitati per lacqua che scorre (fiumi,ruscelli) vige la regola pi scorre veloce pi potabile, se siete vicino a un paese non sempre in quanto ci potrebberoessere degli scarichi (si, ma se siete vicino a un paese perch bere da un ruscello?). Lacqua ferma (laghi,pozzanghere) pu essere non potabile e va purificata. Fatela bollire su un fuoco, se sporca prima va filtrata. Per filtrarelacqua ci sono sistemi semplici ma poco efficaci e complessi ma molto pi efficaci. A grandi linee basterebbero qualchestrato di fazzoletti o una maglia per un filtraggio rozzo, ma se avete tempo e materiale potete costruire un filtroartigianale, servono una bottiglia di plastica, della sabbia pulita, del cotone e dei sassolini. Tagliate il fondo della bottigliae capovolgetela, fate un buco non troppo grande al tappo e avvitatelo. Ora mettete uno strato di sassi sul fondo, poi uno

    strato di cotone, poi uno di sabbia e poi un altro di sassi. Versate lacqua sporca dalla cima e uscir dal tappo, vistupirete di quanto sar pulita (va comunque bollita). Per capire dove ci sono corsi dacqua date un occhiata allavegetazione (di solito pi fitta) oppure alla conformazione del territorio (gole, avvallamenti). Non bere mai acqua salata,acqua che non avete filtrato o bollito, urina o alcolici (lalcool vi disidrater un sacco).

    Procurarsi il cibo

    Questo un discorso molto complicato in quanto lacqua universale, il cibo no. Ci sono piante velenose e animaliimmangiabili ed bene conoscerli prima di azzardarvi a mangiarli. Per le piante non mi metter a farvi un elenco diquelle commestibili, dovrete affidarvi alle vostre conoscenze (un consiglio, se non siete sicuri non rischiate, andatesempre sul sicuro, ciliegie, mele, pere, more, lamponi, li conosciamo tutti credo). Anche alcuni funghi sono commestibili,ma gli altri sono pericolosi quanto le piante velenose se non pi, evitate di toccarli se non li conoscete. Per gli animalisiamo a cavallo, potete mangiarvi di tutto, il problema prenderli. Prima di mettervi a correre dietro a una lepre perragionateci sopra. In una situazione demergenza andare a caccia non la soluzione pi giusta per mangiare. Luomo si

    differenzia dallanimale per via della sua intelligenza, quindi usiamola. Invece di andare noi dalla preda, facciamolavenire da noi. Se avete del materiale potete costruire delle trappole. (ATTENZIONE: La caccia con le trappole si chiamaBracconaggio ed severamente punita dalle nostre leggi. Non vi spiegher come si fa, ma credo che tutti noi abbiamouna vaga idea di come si fa un cappio o una gabbia. Non va usata per divertimento, ma solo se veramentenecessario). Per, anche se riuscite a catturare qualche animale, bisogna saper scuoiarlo, sventrarlo e cucinare lacarne, cosa che non tutti sanno fare. Prima di fare cavolate ragionate se ne vale la pena, vi assicuro che non semplicese non si mai fatto. Se siete vicino a un torrente potreste trovare dei pesci, per prendere una trota basta una lenza, unamo e una cavalletta (o un altro insetto) od un bastone appuntito ed un pesce eccezionalmente buono. In alternativa atutto questo ci sono quei cibi che tanto disgustiamo ma che sono ricchi di proteine e possono salvarci la vita. Cavallette,

    scarafaggi, vermi, farfalle, formiche, etc sono tutti commestibili e a trovarli non ci si mette niente hakuna matata .

    Cucina alla trapper

    Trapper: erano cos chiamati gli uomini di frontiera; quelli che vivevano lontano dalla civilt, ai confini con mondi nuovi eselvaggi.Costoro anche nel mangiare erano pratici e semplici; non sempre usavano la padella, preferivano il fuoco vivo e la brace.Per questo la cucina alla brace nota come cucina trapper.

    La tecnica della cucina trapper essenziale, semplice e veloce. Non deve essere fatta su fiamme ma solo su braciardenti (molte braci). Non si dovrebbero usare utensili, ma solo materiale fornito dal bosco.

    Prepariamo le braci:

    Per produrre le braci adatte alla cucina trapper necessario accendere un fuoco,avendo laccortezza di scegliere particolari tipi di essenze. C quella, la cui brace duramolto; e quella, la cui brace dura meno. Ci si procura della legna secca, stagionata,

    evitando quella verde che brucia male e produce fumo. Si utilizzano legni duri, quellidegli alberi a crescita lenta come: faggio, quercia, carpino Le loro braci dureranno alungo e permetteranno una cottura completa degli alimenti. Si devono evitare i legniteneri come: pioppo, pino, abete La loro brace si consuma presto ed necessario

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    procurarne una gran quantit se si vuol mantenere costante la temperatura di cottura dei cibi.

    Per ottenere un buon letto di brace ci vuole almeno mezzora; ed meglio lavorare su 3 fuochi separati. La brace pronta quando la fiamma rossa e sulla legna compare una leggera velatura bianca. Il letto della brace deve essere pilargo dellalimento che si cucina, e deve avere lo spessore ridotto al centro e pi spesso ai lati cos da produrre un caloreavvolgente. Per valutare la temperatura del fuoco si avvicina la mano alla brace, pi o meno allaltezza cui metteremolalimento da cucinare, e si contano i secondi per verificare la sopportazione del calore, se togliete la mano:dopo 1 secondo ci sono circa 250C,dopo 2-3 secondi ci sono circa 200Cdopo 4-5 secondi ci sono circa 180Cdopo 6-8 secondi ci sono circa 140C meglio iniziare con la brace a calore medio-alto, che poi diminuir durante la cottura ma senza abbassarsi troppo.

    Utensili di cottura

    Sappiamo che con la cucina trapper non si possono usare pentole e tegami, ma comecuciniamo allora? Semplicemente usando quello che ci offre la natura. Il pi semplice utensileda costruire il classico bastoncino o toffoletta come lo chiama qualcuno; cercate un ramoverde abbastanza dritto e spesso (7mm, 1cm di diametro) e spellatelo con il coltellino (fateattenzione); poi appuntitelo e infilateci le vostre cibarie (Un consiglio: lasciate la corteccia solo

    sul manico per evitare che vi scivoli quando lo maneggiate. Non utilizzate la legna degli alberiamari o aromatizzanti: tiglio, betulla, salici Perch possono rendere cattivo il sapore dellalimento cucinato).Se siete fortunati da scovare un ramo che si biforca potreste sempre usarlo per cuocere in maniera pi ordinata (vedi ildisegno ad inizio del paragrafo). E i tempi di cottura? beh essenzialmente dipende dai vostri gusti. Personalmentepreferisco la carne al sangue, per cui la cucino poco. La risposta a questa domanda dovete chiederla al vostro palato.Se avete tempo, magari mentre il fuoco produce le braci, potete cimentarvi nella costruzione di utensili un po picomplessi; ad esempio grigliette fatte con rami verdi intrecciati. Le foto qui sotto ne mostrano solo alcuni tipi, occorreavere un podi fantasia e di inventiva.