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Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche GUIDA #13 IT ISSN 2363-4065

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Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche

G U I D A # 1 3

IT

ISSN 2363-4065

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 2

Autori:

Urszula Budzich-Tabor, Monica Veronesi Burch, Gilles van de Walle, Pedro Brosei, con contributi da Antoine Saint-Denis, Edina Ocsko, Alison Neilson,

Robert Lukesch, Valdis Kudins, Marguerite Korenblit, John Grieve.

Foto:

(3) Sylvie Goussopoulo, Ana Vlahov, Serge Gomes da Silva, Seafood Cornwall Training, Ana Vlahov; (5) Unità di sostegno FARNET; (8) Antonio Maria

Manconi / FLAG Nord Sardegna, FLAG Mórenka; (9) Gedas Kukanauskas; (12) FLAG Ostrobothnia; (13) FLAG Costa da Morte; (17) FLAG Baia di Arcachon,

FLAG Etelä-Suomi / Finlandia meridionale, FLAG Cornovaglia e Isole Scilly; (22) FLAG Bajo Nalón, FLAG Plodovi Mora; (23) FLAG Costa basca – Lande

meridionali, FLAG Mariña-Ortegal; (27) FLAG Ostrobothnia, Silvia Di Passio / Unione europea 2016; (29) Lorena van de Kolk / Unità di sostegno FARNET;

(30) Asturian Rural Development Network; (32) FLAG Marennes Oléron; (35) FLAG Slowinska; (36) FLAG GAC Sardegna Orientale, Ralf Lienert / Unione

europea 2016; (39) SECAD; (40) FLAG della Regione di Opole, GrowBiz; (42) Cinzia Gozzo / Venetian FLAG.

Produzione:

DevNet geie (AEIDL/Grupo Alba)/Kaligram.

Contatto:

Unità di sostegno FARNET

Rue de la Loi 38, boîte 2 I B-1040 Bruxelles

+32 2 613 26 50 | [email protected] | www.farnet.eu

Editore responsabile:

Commissione europea, Direzione generale degli Affari marittimi e della pesca, il Direttore generale.

Clausola di esclusione di responsabilità:

La DG Affari marittimi e pesca, pur partecipando alla produzione della presente pubblicazione, non si assume alcuna responsabilità per quanto riguarda

l’accuratezza, il contenuto o le opinioni espresse in articoli specifici. La Commissione europea, salvo diversa indicazione, non ha adottato o approvato in

alcun modo le opinioni illustrate nella presente pubblicazione e le affermazioni ivi contenute non devono essere considerate come affermazioni della

Commissione, né come opinioni della Direzione generale degli Affari marittimi e della pesca. La Commissione europea non garantisce l’accuratezza dei

dati riportati nella presente pubblicazione. Né la Commissione, né qualsiasi altra persona a nome della Commissione sono da considerarsi responsabili

dell’uso che potrebbe essere fatto di tali dati.

ISBN 978-92-79-71686-7

ISSN 2363-4065

doi: 10.2771/228006

© Unione europea, 2017

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 3

Prefazione

La presente guida ha lo scopo di assistere i gruppi di azione locale pesca (FLAG) a individuare e affrontare efficacemente il tema dell’esclusione sociale nelle zone di pesca. È principalmente destinata ai direttori dei FLAG e ai membri del consiglio di am-ministrazione nonché ai soggetti locali impegnati in attività a carattere sociale. Il documento potrebbe rivelarsi di utilità anche per le Autorità di gestione e le Reti nazionali che sostengono i FLAG nella gestione delle questioni inerenti all’inclusione sociale.

La sezione introduttiva fornisce una panoramica delle principali problematiche relative all’esclusione sociale che le comu-nità di pesca sono chiamate ad affrontare, illustrando le ragioni per cui i FLAG dovrebbero affrontare tali tematiche. In questa sezione vengono inoltre fornite informazioni su ulteriori fonti di finanziamento a disposizione dei FLAG per favorire l’inclusio-ne sociale, con alcuni esempi sul possibile utilizzo di tali fondi.

Introduzione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. p. 4

Le Sezioni A e B sono costituite da schede pratiche che illustrano varie questioni in materia di inclusione sociale, formulando raccomandazioni e consigli all’attenzione dei FLAG su come affrontare tali problematiche, con esempi di attività condotte dai FLAG in questo ambito.

Le schede di cui alla Sezione A si riferiscono a quattro tipologie di problemi riscontrabili nelle zone di intervento dei FLAG:\ la necessità di individuare fonti di reddito alternative/complementari nelle comunità di pescatori;\ il ricambio generazionale nel settore della pesca;\ l’inclusione di categorie vulnerabili della popolazione all’interno delle comunità di pescatori;\ l’integrazione di migranti e rifugiati.

Scheda A1. Fonti di reddito alternative/complementari nelle comunità di pescatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 10

Scheda A2. Ricambio generazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 15

Scheda A3. Inclusione di categorie vulnerabili della popolazione all’interno delle comunità di pescatori . . . . . . . p. 19

Scheda A4. Integrazione di migranti e rifugiati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 25

Le schede di cui alla Sezione B si concentrano sulle soluzioni per affrontare una serie di questioni emerse nelle zone di intervento dei FLAG, in particolare:\ coniugare inclusione sociale e impresa (comprese le imprese sociali);\ creare partenariati strategici con altri soggetti presenti sul territorio;\ prevedere procedure operative e di animazione dei FLAG che siano socialmente inclusive.

Scheda B1. Coniugare inclusione sociale e impresa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 31

Scheda B2. Creare partenariati strategici con altri soggetti presenti sul territorio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 34

Scheda B3. Prevedere procedure operative e di animazione dei FLAG che siano socialmente inclusive . . . . . . . . . p. 37

La maggior parte degli esempi e delle raccomandazioni riportate nella presente guida sono stati presentati nel corso dal semi-nario FARNET dal titolo “Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche”, svoltosi a Jurmala (Lettonia) dal 21 al 23 marzo 2017. Un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla raccolta di tali informazioni.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 4

Introduzione: L’inclusione sociale nelle zone di pesca

1 Si veda http://www.worldbank.org/en/topic/socialdevelopment/brief/social-inclusion. Si veda inoltre la Relazione congiunta della Commissione e del Consiglio sull’inclusione sociale http://ec.europa.eu/employment_social/soc-prot/soc-incl/final_joint_inclusion_report_2003_en.pdf

2 Tali criticità sono state individuate dai FLAG in preparazione al seminario FARNET “Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche” del marzo 2017.

1. Cosa si intende per “inclusione sociale” nel contesto delle zone di pesca?

L’inclusione sociale può essere definita come il processo che tende a migliorare le condizioni in base alle quali gli individui e i gruppi partecipano alla società1. Alcuni individui o gruppi devono affrontare ostacoli che impediscono loro di par-tecipare appieno alla società: in altre parole, sono a rischio di “esclusione”. In questa categoria rientrano, ad esempio, le persone che versano in condizioni di estrema povertà e che pertanto, a differenza di altri, non possono fruire dei benefici offerti dalla società; i disoccupati che non possono partecipare attivamente al mercato del lavoro; le minoranze etniche/religiose che possono incontrare difficoltà linguisti-che o essere vittime di discriminazione. Favorire l’inclusione sociale significa assicurarsi che questi gruppi non siano lasciati indietro.

Ai suoi esordi, la politica sociale europea era principalmente destinata a lottare contro la povertà, ma nel corso del tempo si è andato sviluppando un approccio multidimensionale che interessa varie forme di discriminazione e si concentra su que-stioni quali la disabilità, l’invecchiamento, la gioventù e, più di recente, i migranti e i rifugiati. Parallelamente si è assistito a un cambiamento di prospettiva per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi comunitari in ambito sociale: mentre inizialmente questi fondi erano considerati dei meri “trasferimenti” ai più bisognosi, oggi sono visti come “investimenti” che, in ultima analisi, si rivelano vantaggiosi per l’intera società.

Per far uscire una determinata categoria da una situazione di esclusione non sempre è necessaria una ridistribuzione di fondi: talvolta è più importante dare alle persone la possibili-tà di far udire la propria voce, di contribuire al processo deci-sionale o offrire loro la possibilità di contribuire attivamente al bene della comunità locale.

2. Quali criticità si riscontrano nelle zone di intervento dei FLAG?

In Europa, le zone di pesca sono attualmente confrontate a una serie di criticità correlate a situazioni di esclusione so-ciale2, quali:\ cambiamento demografico (invecchiamento della popo-

lazione nelle comunità di pescatori; esodo dei giovani);\ bassi livelli di istruzione, mancanza di competenze (ad

esempio in materia di commercializzazione e gestione, indispensabili per l’avviamento di nuove imprese);

\ debolezza dei mercati occupazionali, con scarse oppor-tunità di lavoro al di fuori del settore ittico (gli eventuali impieghi disponibili sono sovente scarsamente retribuiti e/o stagionali);

\ marginalizzazione della produzione primaria; \ alcune zone situate lungo i confini meridionali dell’UE

sono state fortemente penalizzate anche dal massiccio afflusso di rifugiati.

Queste problematiche non colpiscono tutte le zone di pesca nello stesso modo: ad esempio, rispetto alle zone più isolate, le aree situate in prossimità di grandi città o di centri turistici possono avere maggiori opportunità occupazionali, sebbene i membri delle comunità di pescatori non sempre possano accedervi facilmente.

Inoltre, numerose zone di pesca potrebbero incontrare problemi nel gestire le novità introdotte dalla riforma della Politica comune della pesca (PCP) quali, ad esempio, l’ob-bligo di sbarcare tutte le catture e il relativo impatto sulla redditività di alcune attività di pesca.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 5

3. Perché i FLAG dovrebbero occuparsi di queste problematiche?

I FLAG hanno un importante compito da svolgere nel cercare di migliorare il benessere dell’intera comunità. Quando si riflette sulle modalità per raggiungere questo obiettivo e sul possibile ruolo dell’inclusione sociale nella strategia del FLAG, come sottolineato dai partecipanti al Seminario FARNET sull’inclusione sociale del marzo 2017, è utile ricordare che:\ lo sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD) è un approc-

cio inclusivo nel quale la qualità del partenariato è fonda-mentale per garantire il successo della strategia locale3. Questo approccio si fonda sul principio che tutti i membri della comunità, inclusi i più vulnerabili, possono fornire il proprio contributo allo sviluppo della zona (apportando nuovi modi di affrontare i problemi, nuove idee di pro-getto, ecc.). La mancata partecipazione di uno dei membri della collettività implica la perdita del suo potenziale contributo.

\ L’esclusione è un fenomeno che non risparmia pratica-mente nessuno: ci si può ammalare o diventare disabili in seguito a un infortunio; perdere il lavoro o la casa a causa della crisi economica. Se i membri di una comunità hanno la certezza che non saranno lasciati da soli in situazioni del genere, che vi sarà sempre qualcuno pronto ad aiutarli, la loro qualità della vita e il loro impegno nei confronti della zona del FLAG saranno nettamente maggiori.

\ Le comunità inclusive, che possono contare su solidi legami tra gruppi diversi, hanno a disposizione un maggior capitale sociale e sono pertanto più resilienti (e, di conse-guenza, maggiormente in grado di assorbire gli shock e le situazioni di crisi)4.

\ Lasciare indietro talune categorie della popolazione e accentuare le disuguaglianze di reddito può generare una serie di conseguenze negative quali un sentimento di insi-curezza, l’aumento dei livelli di criminalità, il degrado di talune aree, ecc5.

3 Si veda la definizione di CLLD negli Orientamenti sullo sviluppo locale di tipo partecipativo: “CLLD è un metodo per coinvolgere i partner a livello locale, inclusi la società civile e i soggetti economici locali, nella definizione e nell’attuazione di strategie locali integrate che aiutino le loro aree a compiere la transizione verso un futuro più sostenibile”. http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/informat/2014/guidance_com-munity_local_development.pdf

4 Recenti studi hanno mostrato, ad esempio, il ruolo fondamentale che il capitale sociale e le reti svolgono nel favorire l’adattamento al cam-biamento climatico e al ripristino della situazione in seguito a disastri o calamità. A tale proposito si veda: http://journals.sagepub.com/doi/abs/10.1177/0002764214550299

5 Si veda ad esempio O’Mahony, Paul, “Punishing Poverty and Personal Adversity” in Bacik I. e O’Connell M. eds. “Crime and Poverty in Ireland” (1998) (Dublin: Round Hall Sweet and Maxwell), pagg. 49–67

Queste sono solo alcune delle argomentazioni che i FLAG dovrebbero prendere in considerazione nella definizione delle proprie attività di inclusione sociale. I FLAG devono inoltre ricordare che l’approccio CLLD è uno strumento particolarmente utile per promuovere l’inclusione sociale ed è previsto dall’articolo 63, paragrafo 1, del regolamento sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP). Quest’ultimo include gli obiettivi riportati oltre, che possono avere un sostanziale impatto in termini di inclusione sociale:\ creare occupazione in tutte le fasi della filiera dei prodotti

della pesca;\ attrarre l’interesse dei giovani nei confronti del settore

della pesca;\ sostenere l’apprendimento permanente e la creazione di

posti di lavoro all’esterno del settore della pesca;\ promuovere il benessere sociale;\ rafforzare il ruolo delle comunità;\ rafforzare la governance delle risorse di pesca locali.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 6

In vista del Seminario FARNET sull’inclusione sociale del marzo 2017, i FLAG che intendevano partecipare all’evento dovevano rispondere a una serie di domande sulle rispet-tive attività di inclusione sociale. Circa il 70% dei FLAG che hanno risposto al questionario (122) conta tra i membri del partenariato varie organizzazioni sociali, mentre il 36% ha destinato dal 10% al 30% del proprio bilancio a progetti che promuovono l’inclusione sociale.

Inoltre, ai FLAG era stato chiesto di indicare gli aspetti dell’inclusione sociale che ritenevano più importanti per la rispettiva area. Le risposte, classificate in funzione del grado di importanza attribuito dagli stessi FLAG, sono sintetizzate nel grafico che segue:

ALTO

\ Ricambio generazionale nel settore della pesca e dell’acquacoltura\ Formazione della popolazione locale\ Invecchiamento della forza lavoro nelle comunità di pesca\ Scarsi livelli di qualifiche formali tra i pescatori

MEDIO

\ Ruolo delle donne nel settore della pesca e dell’acquacoltura\ Disoccupazione di lunga durata tra i pescatori\ Servizi sociali nelle comunità di pesca

BASSO

\ Lavorare con i gruppi appartenenti a minoranze\ Integrazione dei migranti nelle comunità di pesca\ Pescatori disabili

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 7

4. Articolazione tra il sostegno del FLAG ed altre attività e fonti di finanziamento

Come testé menzionato (punto 3), alcune attività volte a promuovere l’inclusione sociale possono essere finanziate nell’ambito della Priorità 4 dell’UE (CLLD) attraverso il FEAMP. I FLAG, tuttavia, possono accedere anche ad altre fonti di finan-ziamento. Numerosi FLAG operano già come agenzie di svilup-po, con un maggior campo di intervento, e possono avviare ed attuare nelle rispettive zone un’ampia gamma di azioni di inclusione sociale, secondo una delle seguenti modalità6:\ il FLAG può attuare una strategia plurifondo, combinando

tra loro vari Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE). In questo caso, oltre al finanziamento del FEAMP, il FLAG può accedere anche ad alcuni o alla totalità dei seguenti strumenti: Fondo sociale europeo (FSE), Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). Anche quest’ultimo fondo contempla l’approccio CLLD (noto come LEADER). La combinazione dei Fondi che il FLAG potrà utilizzare dipen-derà dalla sua strategia locale, dall’esperienza e dal contesto in cui esso opera (o della relativa organizzazione capofila), nonché dall’approccio adottato dall’Autorità di gestione nello Stato membro o nella regione di riferimento.

\ Il FLAG può attuare una strategia finanziata nell’ambito di un unico fondo, ossia il FEAMP, pur avendo la facoltà di presentare domanda per altre fonti di finanziamento in funzione di ogni singolo progetto. Per la richiesta di fondi nell’ambito del FSE o del FESR, alcuni Stati membri o regioni prevedono bandi aperti a enti quali i FLAG. Talvolta, questi bandi sono riservati esclusivamente ai GAL e ai FLAG.

Presentare domanda per queste diverse fonti non solo aiuta il FLAG a ottenere maggiori finanziamenti da destinare ai progetti di inclusione sociale rispetto a quanto sarebbe possibile.

Con il solo FEAMP, ma contribuisce anche ad instaurare con-tatti con altri tipi di partner (ad esempio ONG con esperienza nel settore o agenzie pubbliche che trattano tematiche sociali) e a costruirsi una solida reputazione come soggetto socialmente inclusivo.

Tuttavia, nel presentare domanda per altre fonti di finanzia-mento, i FLAG devono fare attenzione a non perdere la propria identità (legata al FEAMP) e gli stretti legami con il settore

6 Per maggiori informazioni su come combinare diversi fondi UE, si veda la Guida FARNET n. 10 “Sviluppo locale di tipo partecipativo: avvio della fase attuativa”: https://webgate.ec.europa.eu/fpfis/cms/farnet2/library/guide/farnet-guide-10-starting-clld-implementation-practice_it

7 http://ec.europa.eu/esf/home.jsp? langId=it

della pesca. Vi sono probabilmente numerose organizzazioni in grado di attuare progetti di inclusione sociale finanziati dal FSE o dal FEAD (Fondo di aiuti europei agli indigenti). Tuttavia, queste organizzazioni potrebbero non avere la stessa portata o la stessa credibilità all’interno delle comunità di pescatori dei FLAG e, di conseguenza, escludere una quota significativa del gruppo target. I FLAG hanno il vantaggio di poter contare su stretti legami con le comunità di pesca e sulla capacità di accedere e gestire altri finanziamenti.

Le fonti di finanziamento più adeguate per i FLAG interessati all’inclusione sociale sono:

Il Fondo sociale europeo (FSE)7

Il FSE ha adottato un duplice approccio per lottare contro l’esclusione sociale. Alcuni progetti finanziati nell’ambito di questo fondo lavorano direttamente con i soggetti a rischio predisponendo azioni di formazione, consulenza e miglio-ramento degli sbocchi occupazionali. Altri si concentrano sulla percezione pubblica del fenomeno e sui sistemi sociali, promuovendo attività di sensibilizzazione per far conoscere gli effetti di stereotipi e pregiudizi e migliorando i servizi pubblici. Il sostegno del FSE a favore dell’inclusione sociale è articolato su quattro ambiti prioritari: lotta all’emarginazione, promozione delle imprese sociali, sostegno ai partenariati locali e approcci inclusivi.

Il FSE offre grandi opportunità di finanziamento per sostene-re gli elementi delle strategie locali legati al tema dell’occu-pazione e dell’inclusione sociale. I Programmi operativi (PO) del FSE possono essere gestiti su scala nazionale o regionale, spesso di concerto con il FESR. I FLAG devono individuare l’Autorità di gestione (AdG) del Programma operativo di rife-rimento per la propria zona e definire la priorità più rispon-dente ai propri bisogni, così da ottenere un finanziamento per programmi di formazione o altre attività di inclusione sociale.

Nel periodo 2014-2020, il finanziamento del FSE per attività di inclusione sociale è raddoppiato rispetto al precedente pe-riodo di programmazione (2007-2013), raggiungendo il 25% del bilancio complessivo del FSE. Per informazioni sulle mo-dalità di candidatura e i finanziamenti disponibili, rivolgersi alle autorità di gestione (nazionali o regionali) competenti.

> Per maggiori informazioni

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 8

Il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) 8

Questo fondo sostiene azioni che forniscono assistenza ma-teriale ai più indigenti. In base ai programmi FEAD approvati dalla Commissione europea, le autorità nazionali decidono i meccanismi di attuazione, lavorando con organizzazioni partner come ad esempio le ONG. Il FEAD può aiutare le per-sone a compiere i primi passi per affrancarsi dalla povertà e dall’esclusione sociale rispondendo ai loro bisogni primari, una condizione sine qua non per consentire ai beneficiari di trovare un lavoro o seguire un corso di formazione quali quelli finanziati dal FSE. Sebbene di norma i FLAG non siano stati selezionati come organizzazioni partner, potrebbero cogliere la possibilità di instaurare utili contatti con le orga-nizzazioni preposte. Qualora un FLAG desiderasse diventare un’organizzazione partner e partecipare più attivamente alla

8 http://ec.europa.eu/social/main.jsp? catId=1089

9 http://ec.europa.eu/social/main.jsp? catId=738&langId=en&pubId=7947&furtherPubs=yes

distribuzione dei fondi FEAD, dovrà contattare la competente autorità nazionale.

> Per maggiori informazioni

Un opuscolo pubblicato di recente nell’ambito del FEAD9 presenta 28 casi di studio relativi a una serie di iniziative finanziate in tutta Europa. Queste interessano tematiche quali l’organizzazione di programmi di assistenza alimentare e materiale; misure di accompagnamento e iniziative di in-clusione sociale nonché come le iniziative FEAD possono po-tenzialmente integrare altri programmi finanziati dall’Unione europea, ad esempio nel caso di comunità che chiedono assistenza per gestire i massicci flussi in entrata di migranti/rifugiati.

5. Esempi

ESEMPI Ricorrere al FSE per finanziare corsi di formazione

Un interessante esempio sull’utilizzo del FSE per sostenere lo sviluppo locale in una zona

di pesca proviene dal FLAG Nord Sardegna (Italia). Il FLAG ha risposto a un bando del FSE per la Regione Sardegna per il finanziamento di progetti destinati al miglioramento dei percorsi formativi dei disoc-cupati di lunga durata che avevano precedentemente lavorato, o che avrebbero potuto lavorare, nei settori della pesca e dell’acquacol-tura. Il progetto presentato dal FLAG, successivamente approvato, prevedeva i seguenti elementi: 1. analisi dei bisogni formativi della zona;2. sviluppo di un pacchetto comprensivo di moduli forma-

tivi, servizi di collocamento e assistenza all’avvio di nuove imprese.

Il FLAG ha messo a punto il progetto in collaborazione con agenzie di formazione locali e di concerto con i comuni, le co-munità di pescatori, gli enti parchi e le aree marine protette.

> Per maggiori informazioni

ESEMPI Finanziamenti a sostegno dell’imprenditorialità

Un’iniziativa analoga è stata adottata dal FLAG Morenka (Polonia) che interviene in una zona

isolata, caratterizzata da gravi situazioni di povertà ed elevati tassi di disoccupazione. Morenka è un FLAG finanziato da un unico fondo, ma già nella fase di preparazione della strategia di sviluppo locale i partner della zona si sono resi conto che non sarebbero stati in grado di af-frontare, da soli, tutte le sfide del territorio soltanto con il sostegno del FEAMP, soprat-tutto a causa dei bassi livelli di imprenditorialità e dell’alto tasso di disoccupazione della popolazione locale.

Hanno quindi deciso di cercare partner esperti nel campo dell’inclusione sociale, come la Società economica polacca, l’amministrazione locale, i servizi sociali e gli uffici per l’im-piego, così da sviluppare un progetto che potesse creare posti di lavoro per i disoccupati delle comunità di pescatori. La domanda di finanziamento presentata dal partenariato alle autorità regionali incaricate della gestione del FSE è stata approvata.

> Per maggiori informazioni

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 9

Affrontare specifici problemi di inclusione sociale

AQuesta sezione si compone di quattro

schede che illustrano specifici contesti di

inclusione sociale (relative problemati-

che, gruppi destinatari) che un FLAG

può dover affrontare nella fase di ela-

borazione e attuazione della propria

strategia locale.

Sezione

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 10

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeFonti di reddito alternative/complementari nelle comunità di pescatori A1 Scheda

Fonti di reddito alternative/complementari nelle comunità di pescatori

1. Perché è importante che i FLAG sostengano fonti di reddito alternative/complementari nelle comunità di pescatori?

Le comunità dedite alla pesca e all’acquacoltura sono chiamate ad affrontare un’ampia gamma di sfide socioeconomiche. Queste possono essere legate alle caratteristiche dei territori e delle comunità o essere indotte da fattori esterni quali il prezzo del carburante o i cambiamenti nelle politiche.

La Politica comune della pesca (PCP) è il principale pacchetto normativo che disciplina il settore della pesca nell’Unione europea nonché una serie di norme che, per loro stessa natura, esercitano effetti (positivi o negativi) su tutte le comunità di pescatori. La recente riforma della PCP ha introdotto alcune importanti novità che, nel breve e medio termine, metteranno alla prova le capacità di adattamento delle comunità locali, in particolare:\ l’obbligo di sbarco, in base al quale tutte le catture delle specie soggette a contingenti dovranno essere conservate a bordo

e sbarcate; \ la necessità di raggiungere entro il 2020 limiti di sfruttamento delle risorse ittiche tali da consentire di mantenere le popola-

zioni degli stock al di sopra dei livelli che ne consentano un rendimento massimo sostenibile (RMS).

Queste due importanti misure pongono grandi sfide per le comunità di pesca, ma al contempo offrono loro, nel lungo termine, potenziali opportunità. Anche le altre novità, quali un maggior controllo a livello regionale del processo decisionale, un ac-cresciuto sostegno alle attività di acquacoltura e un approccio più mirato ai sussidi per la pesca, offrono ulteriori opportunità socioeconomiche alle comunità di pescatori.

originale

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Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 11

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeFonti di reddito alternative/complementari nelle comunità di pescatori A1 Scheda

Le sfide derivanti da fattori esterni si combinano con le specifiche criticità sociali che caratterizzano molte delle comunità di pesca presenti in Europa: difficoltà nel reclutare nuovi addetti con conseguente invecchiamento della forza lavoro e, in alcune zone, spopolamento e distanza dai centri principali. Queste sfide possono essere particolarmente ardue per le comunità di pescatori, talvolta considerate conservatrici e piuttosto chiuse in sé stesse, caratterizzate da un profondo sentimento identitario, un alto livello di specializzazione e forti tradizioni.

Novità della Politica comune della pesca Peculiarità sociali delle comunità di pescatori

Obbligo di sbarco

Rendimento massimo sostenibile

Regionalizzazione

Acquacoltura

Finanziamenti mirati

Forza lavoro che invecchia

Scarso interesse da parte dei giovani

Specializzazione

Isolamento

Tradizioni

In tale contesto, lo sviluppo di fonti di reddito alternative/complementari che garantiscano ulteriori entrate è una delle pos-sibili strategie per permettere a queste comunità di vincere alcune di queste sfide.

2. Cosa possono fare i FLAG per rispondere ai bisogni locali?

I FLAG, con il loro approccio integrato e multisettoriale, si trovano in una posizione privilegiata per aiutare le comunità vocate alla pesca e all’acquacoltura a individuare e sviluppare nuove attività. Alcune di queste attività alternative/complementari pos-sono essere strettamente collegate alla catena del valore dei prodotti ittici (ad esempio, una migliore commercializzazione delle catture locali), mentre altre possono essere più indipendenti, come ad esempio le attività legate al turismo locale o al settore dell’ospitalità (ristoranti, strutture ricettive ecc.). Anche le iniziative di inclusione sociale possono rivelarsi una fonte di reddito alternativa/complementare. Le tradizioni locali, i saperi e le abilità dei pescatori possono fungere da volano per sviluppare nuove attività che consentano di coinvolgere anche quei segmenti della comunità che potrebbero altrimenti essere esclusi dall’agenda di sviluppo dell’economia locale.

Le possibili fonti di reddito alternative/complementari interessano un’ampia gamma di settori di attività, molti dei quali sono già stati trattati in una specifica guida FARNET, in particolare:\ diversificazione delle zone di pesca;\ pesca e turismo;\ commercializzazione del pescato locale;\ crescita verde nelle zone di pesca dell’UE10.

Gli esempi riportati oltre sono stati presentati nel corso del seminario FARNET sull’inclusione sociale. Sono stati scelti per la loro efficacia nel sostenere e incentivare le comunità locali di pescatori a sviluppare fonti di reddito alternative e per la loro dimensione inclusiva.

10 Tutte le guide sono disponibili online, in diverse versioni linguistiche, sul sito Internet FARNET https://webgate.ec.europa.eu/fpfis/cms/farnet2/library/guide/farnet-guides-1-10_it

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 12

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeFonti di reddito alternative/complementari nelle comunità di pescatori A1 Scheda

ESEMPI “Terapie blu” nelle zone di pesca

Il progetto “Blue Care” è ispirato al concetto di “Green Care”11 (cura nel verde o terapie verdi) che prevede l’erogazione di

servizi di cura nella natura e nell’ambiente (rurale). Il contatto con la natura può avere effetti benefici sulla salute ed essere utilizzato a scopi terapeutici. I progetti di “cura nel verde”, attivati inizialmente nelle zone rurali, sono oggi un’attività alternativa o complementare per diversi agricoltori.

Il progetto “Blue Care”, sostenuto dal FLAG Ostrobothnia (Finlandia), è at-tualmente impegnato a sondare la possibilità di adattare questo concetto alle zone costiere e, nello specifico, a verificare se anche i pescatori siano in grado di fornire servizi di questo tipo per diversificare la propria attività. In molte società, i pescatori sono considerati gli ultimi “cacciatori/raccoglitori”, persone che svolgono una professione a contatto con la natura. Questa immagine potrebbe essere sfruttata per sviluppare servizi di “cura nel blu”.

Il progetto si prefigge i seguenti obiettivi:\ sviluppare servizi di “cura nel blu” che possano essere erogati dai pescatori;\ instaurare i necessari contatti tra i prestatori di servizi (pescatori) e i potenziali clienti (comuni, servizi sociali, ecc.);\ promuovere i servizi di “cura nel blu”;\ valutare l’efficacia di questi servizi.

Nella fattispecie, il progetto mira a sviluppare modelli di “terapie blu” per:\ aiutare i bambini e i giovani a rischio di emarginazione (difficoltà di apprendimento, famiglie socialmente svantaggiate, ecc.);\ assistere disoccupati di lunga durata e altri gruppi che presentano difficoltà di inserimento a livello occupazionale (coloro che

soffrono di esaurimento, ex tossicodipendenti, ecc.) a riprendere contatto con il mercato del lavoro;\ assistere e riabilitare persone con disabilità fisiche o mentali;\ migliorare la salute generale e il benessere sul lavoro, organizzando eventi aziendali in contesti naturali.

11 Per maggiori informazioni sui servizi “green care” si veda il rapporto pubblicato al seguente indirizzo: http://www.agrarumweltpaedagogik.ac.at/cms/upload/bilder/green_care_a_conceptual_framework.pdf

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 13

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeFonti di reddito alternative/complementari nelle comunità di pescatori A1 Scheda

ESEMPI Sviluppare attività complementari per le donne nelle zone di pesca, aumentandone al contempo la visibilità

Nella zona Costa da Morte (Costa della Morte), in Galizia (Spagna), la raccolta di molluschi e la riparazione delle reti da pesca sono attività prevalentemente femminili.

Le donne che svolgono tali mansioni devono affrontare una serie di sfide: \ la stagionalità delle attività, che comporta la garanzia di reddito esclusi-

vamente per una parte dell’anno;\ mancanza di competenze e conoscenze necessarie a condurre attività

alternative correlate al settore turistico; \ mancanza di riconoscimento della loro professione all’interno del settore

e sul territorio.

Di concerto con le associazioni di mariscadoras (pescatrici di molluschi) e rederas (riparatrici di reti da pesca), il FLAG Costa da Morte ha quindi sviluppato un corso di formazione destinato a:\ permettere alle partecipanti di acquisire le competenze necessarie per sviluppare attività legate al turismo;\ aumentare l’autostima delle donne e il loro interesse verso questo tipo di attività;\ sostenere lo sviluppo di nuove attività.

Complessivamente, al primo corso hanno partecipato venti donne, tredici delle quali si sono poi impegnate in attività connesse col turismo. Tra le nuove attività avviate figurano:\ la creazione di una gamma di manufatti prodotti con le reti/corde da pesca dismesse come collane, bracciali, borse, porta-

chiavi ecc. (un’attività già sviluppata con successo da alcuni FLAG);\ visite guidate alle attività di pesca dei molluschi;\ stipula di accordi con le agenzie di viaggio per entrare a far parte di pacchetti turistici integrati;\ stipula di accordi con amministrazioni comunali ed enti del turismo per partecipare ad attività di promozione turistica (si

veda www.traveltocostadamorte.com).

Questo tipo di formazione ha rafforzato l’autostima delle partecipanti, aiutandole a comprendere meglio la loro funzione e il loro ruolo all’interno del territorio. Ha inoltre suscitato l’attenzione di altri gruppi di donne che hanno contattato il FLAG per avere assistenza per lo sviluppo di progetti analoghi.

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Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 14

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeFonti di reddito alternative/complementari nelle comunità di pescatori A1 Scheda

3. Schema di “piano d’azione” – Esempio dei gruppi di lavoro12

Gruppo target

Obiettivo

Pescatori

Diversificare le fonti di reddito; incrementarne il ruolo all’interno della comunità

Azione proposta Attività diverse dalla pesca utilizzando imbarcazioni proprie

(esempio proveniente dall’Italia, dove i pescatori partecipano al posizionamento delle boe di segnalazione delle regate veliche)

Principali ostacoli Necessità di una doppia licenza (per pesca e per altre attività)?

Mancanza delle competenze necessarie

Conciliazione tra organizzazione dei tempi + stagionalità

Regolamenti della capitaneria di porto

Attrezzature extra necessarie (sicurezza, ecc.)

Cosa può fare il FLAG? Aiutare i pescatori a comprendere le norme e i regolamenti

Sostenere i processi di governance locale per consentire nuove attività

Sostenere i progetti pilota per testare diverse soluzioni

Organizzare seminari di formazione/acquisizione delle competenze

Fornire assistenza in materia di pianificazione

Finanziare nuovi investimenti

Realizzazioni previste I pescatori possono contare su formazione e sostegno per lo sviluppo di nuove attività

Risultati attesi Attività alternative/complementari sviluppate dai pescatori

Effetti attesi Diversificazione delle fonti di reddito

Un territorio/settore professionale più dinamico

Migliore posizionamento del settore della pesca nel territorio

SUGGERIMENTI

\ Le attività alternative/complementari non nascono necessariamente da sole. È possibile che il FLAG debba gettare dei semi per veder spuntare nuove attività, come nel caso delle pescatrici di molluschi. Talvolta sono necessarie formazioni e attività di sensibilizzazione per attivare talune componenti della comunità.

\ Le conoscenze in campo ambientale di cui i pescatori sono depositari possono essere trasformate in nuove fonti di reddito, come ad esempio nel settore dell’ecoturismo (si veda un esempio virtuoso proveniente dal Portogallo).

12 Basato sul materiale elaborato dai gruppi di lavoro nel corso del seminario FARNET “Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche”, Jūrmala (Lettonia), 21-23 marzo 2017.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 15

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeRicambio generazionaleA2 Scheda

Ricambio generazionale

13 Questioni emerse dal dibattito nel corso del seminario FARNET “Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche”, Jūrmala, marzo 2017.

Una forza lavoro che invecchia è una sfida sempre più ardua per il settore ittico in Europa; per molti FLAG, suscitare l’interesse dei giovani nei confronti del settore è una priorità strategica. A tal fine, i FLAG devono dapprima analizzare le ragioni alla base di questo mancato interesse dei giovani nei confronti del settore, così da poter successivamente progettare attività per rimuovere gli ostacoli individuati.

In funzione della zona e del tipo di pesca, le ragioni più frequentemente menzionate dai giovani13 comprendono:\ la mancanza di consapevolezza della pesca/acquacoltura come scelta professionale;\ la scarsa immagine del settore della pesca; \ la durezza delle condizioni di lavoro; \ gli orari di lavoro che non consentono una vita sociale;\ gli elevati costi di avviamento dell’attività;\ scarsa retribuzione;\ mancanza di possibilità/licenze di pesca nei segmenti più redditizi del mercato;\ incertezza rispetto alle future opportunità di pesca.

1. Perché è importante suscitare l’interesse dei giovani nei confronti del settore ittico (pesca e acquacoltura)?

Invecchiamento della popolazione ed emigrazione

Molte comunità in cui la pesca e l’acquacoltura hanno tradizionalmente svolto un ruolo preponderante sono oggi confrontate all’invecchiamento demografico e all’emigrazione dei più giovani, che partono alla ricerca di opportunità lavorative nelle città. Facilitando l’accesso alle professioni nel settore ittico, i FLAG possono contribuire a creare sbocchi occupazionali sicuri per i giovani a livello locale, rendendo così le zone di pesca un luogo più piacevole in cui vivere e lavorare.

Mantenere il settore radicato nella comunità

In un mondo sempre più globalizzato, le comunità rischiano di perdere il controllo delle proprie risorse ittiche e del know-how necessario al loro sfruttamento, qualora le nuove generazioni non rilevino le imprese, imparando il mestiere e mantenendo la proprietà delle attività di pesca a livello locale. I FLAG possono aiutare le comunità a mantenere questa inestimabile risorsa.

Assicurare un futuro sostenibile al settore ittico

Per garantire la sopravvivenza e una buona redditività economica della pesca e dell’acquacoltura, il settore ittico avrà bisogno di addetti, ma dovrà anche sapersi adattare al contesto che cambia: obblighi ambientali; una concorrenza sempre più agguerrita; normative più rigorose in materia di salute e sicurezza ed evoluzione della domanda dei consumatori. Attirando un maggior numero di giovani nel settore, i FLAG possono aiutare quest’ultimo a diventare più flessibile e lungimirante, mettendo a frutto le nuove idee che le nuove generazioni inevitabilmente portano con sé. In ultima analisi, questo non potrà che contribuire a creare un settore ittico più dinamico e resiliente.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 16

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeRicambio generazionaleA2 Scheda

2. Cosa possono fare i FLAG per migliorare il ricambio generazionale?

Individuare le specifiche barriere che impediscono l’entrata dei giovani nella professione

Quando si tratta di suscitare l’interesse dei giovani nei confronti della pesca e dell’acquacoltura le diverse zone sono confrontate a sfide diverse. Questo può essere dovuto al grado di efficacia dei sistemi nazionali e regionali per la formazione e l’inserimento pro-fessionale dei giovani in questo settore o all’immagine pubblica della pesca e dell’acquacoltura a livello nazionale e locale. Anche la tipologia e la redditività delle attività ittiche locali determineranno il grado di interesse nei confronti delle professioni correlate. Ad esempio, in molte zone la pesca costiera artigianale è associata a una bassa redditività e a una scarsa affidabilità. La pesca a strascico in mare aperto è considerata un lavoro duro, mentre alcuni tipi di acquacoltura sono più frequentemente associati all’innovazione e a un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata, cosa che li rende più attraenti agli occhi delle nuove generazioni.

Per conoscere realmente ciò che ostacola l’entrata dei giovani in questo settore a livello locale, i FLAG dovrebbero analizzare i fattori che impediscono o scoraggiano i giovani dall’intraprendere una tale carriera. Solo una volta che avranno compreso appieno questo contesto, i FLAG saranno in grado di predisporre azioni per contrastare l’invecchiamento della forza lavoro nel settore della pesca.

Promuovere la pesca come attività professionale di tutto rispetto

Una delle principali questioni che i FLAG dovranno probabilmente affrontare è la necessità di migliorare l’immagine del settore. A tal fine, i FLAG dovranno assicurarsi che la popolazione locale conosca l’esistenza e l’importanza del settore ittico, nonché le competenze e i saperi necessari a gestire con successo un’attività in questo settore, dissipando eventuali dubbi sui livelli di reddito derivanti da tale professione. Lo scopo è presentare la pesca e l’acquacoltura come un’alternativa professionale attraente e di tutto rispetto, facendo leva sullo stile di vita all’aperto che il settore offre, lo stretto contatto con la natura, la crescente popolarità del pesce come alimento sano e alla moda o le opportunità per nuove soluzioni più innovative, tra cui la possibilità di abbinare alla produzione la vendita diretta o il turismo.

Promuovere l’acquisizione di conoscenze

I FLAG possono anche svolgere un importante ruolo nel sostenere progetti che garantiscano ai giovani la possibilità di acquisire le competenze e le qualifiche necessarie per svolgere la professione e valorizzare il settore della pesca e dell’acquacoltura. A tal fine potrebbe essere necessario individuare i soggetti maggiormente interessati a una carriera nel settore ittico, nonché finanziare programmi di formazione o apprendistato appositamente progettati allo scopo. In alcuni paesi, tuttavia, il percorso per l’acquisizione delle qualifiche necessarie a lavorare nel settore della pesca e dell’acquacoltura è disciplinato da precise normative e i FLAG dovrebbero instaurare contatti con gli istituti preposti, al fine di integrare ulteriormente quanto già previsto, ad esempio favorendo una maggiore diffusione delle opportunità formative.

Pianificazione della successione e avvio di nuove imprese

Qualunque siano le disposizioni in materia di formazione, i FLAG devono sempre tenere presente un importante aspetto: il pas-saggio da “apprendimento a guadagno” e, in particolare, da “apprendimento a gestione della propria impresa”. I FLAG possono contribuire a garantire che questa transizione venga correttamente pianificata e che i giovani ricevano il sostegno di cui hanno bisogno, sia per avviare una nuova impresa, sia per rilevarne una già esistente. I FLAG possono altresì promuovere attivamente la cessione dell’attività presso i pescatori prossimi al pensionamento, facendo conoscere ai più anziani i benefici derivanti dal cedere il proprio peschereccio o il proprio allevamento ittico piuttosto che “chiudere semplicemente bottega”.

Finanziare soluzioni per giovani che accedono alla professione

Come già menzionato in precedenza, i costi per aprire un’attività nel settore ittico possono rivelarsi proibitivi per la maggior parte dei giovani. I FLAG possono prevedere sovvenzioni dirette ai giovani pescatori e ad altri potenziali imprenditori nel settore. In funzione delle ambizioni dei singoli interessati, sarà inoltre possibile aiutare i giovani a presentare domanda nell’ambito di altre misure del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, qualora tale forma di assistenza sia prevista a livello nazionale o regionale. Alcuni Stati membri, ad esempio, prevedono la concessione di aiuti a norma dell’articolo 31 del FEAMP, in cui è prevista un’assistenza per l’avviamento di attività da parte di giovani pescatori. Oltre ai finanziamenti pubblici, anche i regimi di microcredito e strette relazioni con le banche potrebbero facilitare l’accesso al credito dei giovani che intendono avviare o rilevare un’attività alieutica.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 17

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeRicambio generazionaleA2 Scheda

ESEMPI Suscitare l’interesse dei giovani per l’ostricoltura

Il FLAG Baia di Arcachon (Francia) ha finanziato un progetto per sensibilizzare le scolaresche alla professione di ostricolto-

re. Diretto dalla Commissione regionale per la molluschicoltura, il progetto prevedeva l’organizzazione di gite scolastiche agli allevamenti di ostriche della zona, per vedere come queste specie vengono allevate, conoscere meglio la professione e degustare il prodotto finale. Nel primo anno di atti-vità del progetto, 183 scolari di 13 diversi istituti scolastici hanno visitato gli allevamenti di ostriche presenti nella zona e il progetto è tuttora in corso. Il FLAG ha inoltre previsto altre attività didattiche e un progetto analogo per promuovere le attività alieutiche locali.

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ESEMPI Programma Maestro-apprendista per giovani pescatori

Il FLAG Etelä-Suomi / Finlandia meridionale (Finlandia) ha individuato la necessità di fornire agli aspiranti pescatori un

sostegno che consentisse loro di acquisire un’esperienza pratica della pro-fessione e di iniziare a gestire la propria attività. Il FLAG, di concerto con la locale associazione di pescatori e le autorità nazionali e regionali, ha messo a punto un programma in grado di rispondere a questa esigenza. Sono stati così selezionati alcuni giovani apprendisti, ai quali sono stati succes-sivamente affiancati pescatori esperti con cui hanno lavorato per un anno. Ogni apprendista ha stabilito i propri obiettivi formativi presentando una relazione mensile sui progressi conseguiti, in cambio di un piccolo salario. Nei primi due anni sono stati formati quindici giovani, dodici dei quali sono ora diventati pescatori di professione.

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ESEMPI Altre opportunità occupazionali legate al settore della pesca

Numerosi FLAG hanno sostenuto progetti che aiutano i giovani a trovare un’occupazione in attività legate al settore

della pesca costiera, come ad esempio la ristorazione a base di pesce e frutti di mare. Il FLAG Cornovaglia e Isole Scilly (Regno Unito), ad esempio, ha lavorato con i centri sociali e i centri per l’impiego della zona per un progetto rivolto ai giovani disoccupati interessati a lavorare nel settore della pesca commerciale o della ristorazione a base di pesce. Il corso sulla ristorazione ha suscitato l’interesse di 12 partecipanti, dieci dei quali hanno poi trovato lavoro al termine della formazione.

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Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 18

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeRicambio generazionaleA2 Scheda

3. Schema del “piano d’azione” – Esempio dei gruppi di lavoro14

Gruppo target Giovani (che hanno lasciato la scuola / alla ricerca di un impiego)

Obiettivo Accrescere il numero dei giovani occupati nel settore della pesca

Principali ostacoli Scarsa consapevolezza delle possibilità di carriera offerte dalla pesca

Immagine negativa del settore della pesca

Durezza delle condizioni di lavoro e orari che non favoriscono la vita sociale

Elevati costi di avviamento e scarsa retribuzione

Potenziali attività per affrontarli

Analisi degli ostacoli presenti nella zona che frenano l’accesso dei giovani al settore della pesca

Attività di sensibilizzazione nelle scuole e nei centri per l’impiego e per l’orientamento professio-nale, con particolare riferimento a:\ attività e prodotti della pesca locale \ attività e prodotti dell’acquacoltura locale\ ristorazione a base di pesce e frutti di mare \ tecniche di trasformazione dei prodotti\ filiera della pesca

Formazione, orientamento, apprendistati e scambi con altre zone

Sostegno al trasferimento delle attività

Sostegno all’avviamento di attività di pesca e alle attività di valorizzazione

Scadenze Intero periodo di programmazione

Realizzazioni previste

Formazione dei giovani

Sostegno ai giovani nello sviluppo di piani aziendali sostenibili

Sostegno finanziario ai giovani per trovare lavoro nel settore ittico

Risultati attesi Accesso dei giovani nel settore della pesca

Effetti attesi Abbassamento dell’età media degli addetti nel settore della pesca

SUGGERIMENTI

\ Lavorare di concerto con le scuole, i centri per l’impiego e per l’orientamento professionale e altri partner strategici.

\ Assicurarsi che gli apprendistati siano seguiti da un’efficace strategia per l’inserimento sul mercato del lavoro, così da garantire il passaggio all’attività professionale.

\ Creare nessi tra il settore della pesca e il comparto turistico e altri settori innovativi al fine di migliorare l’attrattiva del settore ittico.

14 Basato sul materiale elaborato dai gruppi di lavoro nel corso del seminario FARNET “Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche”, Jūrmala (Lettonia), 21-23 marzo 2017.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 19

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeInclusione di gruppi vulnerabili nelle comunità di pescatori A3 Scheda

Inclusione di gruppi vulnerabili nelle comunità di pescatori

15 Questi gruppi sono stati individuati nelle fasi di preparazione e durante il seminario FARNET “Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche”, Jūrmala, marzo 2017

Quando decidono di impegnarsi nella costruzione di una comunità di pescatori socialmente inclusiva, i FLAG devono assicurarsi che nessun membro della collettività venga lasciato in disparte. In tutte le comunità esistono persone che, per loro stessa natura, sono particolarmente attive e dinamiche: partecipano regolarmente agli incontri, esprimono con chiarezza le loro esigenze, presentano progetti da finanziare e si accertano che i loro interessi vengano presi in considerazione. Esiste tuttavia il rischio che le attività dei FLAG soddisfino soltanto le esigenze di queste persone, dimenticandosi degli altri che, per varie ragioni, possono essere meno attivi, ma che hanno comunque le proprie necessità e qualcosa di importante da dare. Per tale ragione, i FLAG devono impegnarsi in modo particolare per far sì che tutti i membri della comunità vengano coinvolti.

Tra i gruppi che potrebbero richiedere una particolare attenzione figurano15:\ i disoccupati di lunga durata, i quali hanno particolari difficoltà ad inserirsi o reinserirsi nel mercato del lavoro. Spesso appa-

iono poco interessanti agli occhi dei datori di lavoro, a causa del loro curriculum o della mancanza di esperienza, e potrebbero incontrare difficoltà a riabituarsi alla vita lavorativa dopo un lungo periodo di disoccupazione;

\ le persone con disabilità fisiche o mentali (tra cui i pescatori disabili o invalidi a seguito di infortuni), le cui competenze potreb-bero essere sottovalutate o i cui problemi fisici o mentali potrebbero limitare la possibilità di svolgere un impiego non protetto;

\ le donne, che costituiscono circa la metà della popolazione locale e che offrono un ricco patrimonio di saperi ed esperienze. Tuttavia, nelle zone in cui le attività come la pesca richiedevano tradizionalmente una certa forza fisica, le donne possono essere ancora relegate ai lavori domestici o a svolgere mansioni non riconosciute (contabilità, cucina, ecc.)

\ giovani, le cui idee vengono talvolta ignorate o criticate perché ritenuti inesperti, ma nei confronti dei quali la comunità deve impe-gnarsi per garantire loro di poter continuare a vivere nella zona (invece di emigrare) e fornire il loro contributo economico al territorio;

\ gli anziani, che rappresentano una parte sempre più cospicua della popolazione e che possono essere una preziosa fonte di saperi da capitalizzare, ma che spesso sono percepiti come meno dinamici e più onerosi rispetto ai più giovani;

\ minoranze (etniche, religiose, linguistiche ecc.), che rappresentano una quota sempre maggiore della forza lavoro in Europa, ma che possono essere confrontate a barriere linguistiche e culturali, allo scarso riconoscimento delle qualifiche e a forme di discriminazione razziale.

Questo elenco non sarà mai completo: la principale caratteristica di un gruppo a rischio di esclusione è di essere facilmente trascurato o dimenticato! In ogni zona saranno presenti gruppi che richiedono un particolare impegno per far sì che possano partecipare appieno alla vita della collettività e alle attività di sviluppo locale.

La piena partecipazione allo sviluppo delle zone di pesca di questi gruppi può essere ostacolata da molteplici fattori che i FLAG devono conoscere. Tra i principali:

\ mancanza di qualifiche – non solo le qualifiche necessarie a trovare un impiego, ma molto spesso le competenze di base richieste per la vita di tutti i giorni, quali la capacità di gestire un bilancio famigliare o saper leggere e comprendere docu-menti amministrativi;

\ mancanza di risorse – risorse finanziarie, ma spesso anche risorse materiali (un luogo decoroso in cui vivere, mezzi di tra-sporto) o fisiche (forza, salute, ecc.);

\ mancanza di una rete di contatti – molto spesso le persone sono vittime di esclusione perché non hanno una rete di vicini, amici, parenti e conoscenti su cui poter contare in caso di bisogno (spesso su base reciproca);

\ senso di impotenza – le persone a rischio di esclusione non credono di poter contare; molto spesso non partecipano alla vita politica (elezioni) o alle attività di sviluppo della comunità, quali i dibattiti sulla strategia locale.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 20

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeInclusione di gruppi vulnerabili nelle comunità di pescatori A3 Scheda

1. Perché è importante che i FLAG tengano conto dei gruppi più vulnerabili?

Carattere integrato del FLAG

Molto spesso il FLAG è l’unica organizzazione in grado di considerare la comunità di pescatori nel suo complesso (e non at-traverso una lente settoriale); di conseguenza, può individuare e prendere in considerazione anche le esigenze dei gruppi più vulnerabili.

Il FLAG ha gli strumenti giusti

Il FLAG ha gli strumenti giusti per rispondere alle esigenze dei gruppi vulnerabili. Se il principale bisogno individuato sono le competenze, il FLAG può attivare corsi di formazione e potenziamento delle capacità. Se l’ostacolo principale è la mancanza di risorse, il FLAG può trovare i modi per erogare forme di assistenza finanziaria o servizi in natura che agevolino la partecipazione dei gruppi vulnerabili. I FLAG godono di una posizione privilegiata per fornire sostegno di rete e contribuire a superare i senti-menti di impotenza di queste persone, assicurando che i rappresentanti di questi gruppi partecipino e possano influenzare il processo decisionale in merito alla strategia locale e alla selezione dei progetti.

I gruppi vulnerabili possono contribuire al lavoro del FLAG

L’inclusione dei gruppi più vulnerabili può anche recare sostanziali benefici ai FLAG e alla comunità. Spesso, i rappresentanti di questi gruppi possono contribuire in modo significativo alla definizione e all’attuazione della strategia locale, ad esempio in quanto volontari. In molti casi possiedono speciali competenze o conoscenze (come ad esempio i pescatori in pensione) e talvolta contribuiscono al dibattito apportando una prospettiva totalmente nuova, che consente di trovare soluzioni innovative alle sfide locali.

2. Cosa possono fare i FLAG per rispondere alle esigenze dei gruppi vulnerabili?

Sviluppo, attuazione e valutazione della strategia

È fondamentale che i gruppi vulnerabili vengano considerati sin dalle primissime fasi delle attività del FLAG, ossia dalla pre-parazione della strategia locale. Di norma, le persone a rischio di esclusione non si recano agli incontri, non partecipano ai sondaggi, né esprimono le proprie idee ed è quindi necessario che il partenariato si impegni in modo particolare per far udire la loro voce. Questo coinvolgimento è di per sé il primo passo per affrontare il problema dell’esclusione e le attività e i progetti ideati con la partecipazione di questi gruppi avranno maggiori probabilità di successo. Il loro coinvolgimento dovrebbe inoltre proseguire per l’intera fase di attuazione e valutazione della strategia, soprattutto se il FLAG è seriamente intenzionato a raggiungere i propri obiettivi di inclusione.

Tra i metodi a disposizione dei FLAG per assicurare che la maggior parte dei gruppi vulnerabili partecipi allo sviluppo della strategia:\ sfruttare i contatti con le organizzazioni che lavorano con questi gruppi per far passare l’informazione riguardo a incontri,

rilevazioni, ecc.; anche le scuole possono svolgere un importante ruolo a questo proposito;\ utilizzare i rappresentanti dei gruppi a rischio di esclusione che già conoscono il FLAG come “ambasciatori”, per coinvolgere

gli altri membri;\ facilitare la partecipazione agli incontri con il sostegno di volontari (in alcuni casi, i volontari potrebbero aver bisogno di una

particolare formazione, come ad esempio la lingua dei segni, ecc.);\ assicurare la presenza di facilitatori esperti e imparziali, in grado di garantire ai partecipanti delle categorie più vulnerabili la

possibilità di esprimere le proprie necessità/idee;\ prevedere un campionamento aleatorio tra i cittadini per le interviste e i sondaggi, al fine di garantire che i gruppi vulnerabili

siano adeguatamente rappresentati.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 21

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeInclusione di gruppi vulnerabili nelle comunità di pescatori A3 Scheda

In alcuni casi potrebbe essere necessario disporre, all’interno della comunità, di una figura di riferimento per raggiungere questi gruppi più vulnerabili e riunire diversi soggetti presenti nella zona per fornire assistenza a questi gruppi. È il caso, ad esempio, di un GAL finlandese che ha assunto uno specifico “coordinatore del processo di integrazione” per agevolare l’accoglienza di migranti e rifugiati16.

Sostegno allo sviluppo dei progetti

Alcuni gruppi possono essere beneficiari di progetti cofinanziati dal FLAG, come ad esempio un gruppo di donne che creano attività proprie o di giovani che organizzano un evento locale. Il FLAG dovrebbe sempre tener presente che i gruppi vulnerabili possono aver bisogno di un maggior orientamento e, talvolta, di un affiancamento intensivo per elaborare e realizzare i propri progetti. Sostenere i progetti attuati da gruppi a rischio di esclusione è un elemento importante per il conseguimento degli obiettivi sociali della strategia del FLAG.

Tuttavia, alcuni gruppi sono meno capaci di attuare i progetti da soli, anche con un forte sostegno da parte del FLAG. In questi casi, il FLAG dovrebbe cercare di trovare un partner, quale una ONG locale, esperto nel trattare con un determinato gruppo di destinatari. Il FLAG, ad esempio, potrebbe sostenere questa organizzazione nello sviluppo e nell’attuazione di un progetto incentrato sui disoccupati di lunga durata, i disabili o gli anziani. Un’organizzazione di questo tipo, tuttavia, dovrebbe garantire un forte coinvolgimento dei gruppi vulnerabili nell’implementazione del progetto, non come beneficiari “passivi”, bensì come titolari e co-creatori. Anche i criteri di selezione dei progetti da parte del FLAG potrebbero spingere i promotori di progetto a ricorrere a membri di specifici gruppi assegnando un punteggio aggiuntivo a chi si impegna in questo senso. La Scheda B3 illustra un esempio di sostegno allo sviluppo di progetti inclusivi destinati ai gruppi più vulnerabili.

Agevolare l’accesso ai finanziamenti

I progetti destinati alle categorie vulnerabili della popolazione possono avere difficoltà nel competere con altri soggetti presenti nella zona (ad esempio, attività incentrate sullo sviluppo di imprese). Se un FLAG è seriamente intenzionato a raggiungere questi gruppi, dovrebbe considerare l’eventualità di destinare una quota del proprio bilancio a questo tipo di azioni, nonché assicurarsi che i relativi benefici siano stati chiaramente identificati nella fase di valutazione dei progetti. A tale proposito si potrebbero prevedere la partecipazione di alcuni rappresentanti dei gruppi vulnerabili nella struttura decisionale o specifici criteri di selezione dei progetti (per maggiori informazioni si rimanda alla Scheda B3).

Facilitare il lavoro di rete

Come menzionato in precedenza, i gruppi vulnerabili sono spesso vittime di esclusione poiché non possono contare su una rete di sostegno. Il FLAG può avviare o sostenere attività in questo senso, ad esempio fornendo a specifici gruppi (donne, anziani, disoccupati, ecc.) opportunità di incontro e di collegamento in rete, tra loro o con persone e organizzazioni in grado di aiutarli. A tal fine dovranno essere note le necessità e le aspettative dei gruppi a rischio, sarà necessario individuare un formato idoneo per tali incontri di rete e, se possibile, predisporre altri accorgimenti specifici (ad esempio, un volontario che aiuti gli anziani nei trasporti, prevedere un servizio di babysitting per le mamme single, ecc.).

16 https://www.punkalaidun.fi/sivu.tmpl?sivu_id=9366

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 22

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeInclusione di gruppi vulnerabili nelle comunità di pescatori A3 Scheda

ESEMPI Sviluppare le capacità delle donne nel settore della pesca

La zona di intervento del FLAG Bajo Nalón (Spagna) vanta una lunga tradizione nella preparazione di conserve artigianali a

base di pesce, ma negli ultimi vent’anni la maggior parte dei conservifici ha chiuso a causa della progressiva riduzione della flotta di pescherecci. Di conseguenza, i dipendenti di queste imprese, prevalentemente donne (ve-dove e figlie di pescatori), hanno perso il lavoro. Poiché la zona non offriva grandi opportunità lavorative, molte di queste donne erano disoccupate di lunga durata.

Il FLAG ha varato un programma di sostegno che includeva un corso di formazione e un affiancamento in gestione aziendale per le partecipanti (su aspetti legali, amministrativi e marketing), consulenza amministrativa e finanziaria, nonché sovvenzioni di importo limitato per l’avviamento di piccole imprese femminili, oltre alla cooperazione con i comuni per aiutare a predisporre strutture e servizi per tali imprese.

Il progetto è tuttora in corso, ma stanno già emergendo alcune imprese, come una società di catering creata da un pescatore di professione e da sua madre. Il FLAG fornisce assistenza continuativa a queste nuove iniziative, nonché corsi di formazione in gestione aziendale per le donne. Questo sostegno non solo contribuirà a garantire alle partecipanti un reddito più stabile, ma va-lorizzerà anche i prodotti della pesca locale e contribuirà a preservare attività tradizionali che potrebbero altrimenti scomparire.

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La zona di intervento del FLAG Plodovi Mora (Croazia) interessa varie isole che garantiscono complessivamente il 60% della maricoltura del paese e il 49% delle catture totali. L’area vanta una lunga tradizione di imprese legate all’attività alieutica. Il personale degli stabilimenti di trasformazione è composto quasi esclusivamente da donne. Le entrate provenienti dalla pesca, tuttavia, sono estremamente variabili e nella zona vi sono pochissime opportunità occupazionali in altri settori; di conseguenza, le isole si stanno spopolando.

Il FLAG, entrato in attività solo di recente, intende dare la priorità a progetti incentrati su beneficiari con esigenze speciali. Il FLAG mira a sviluppare ulteriormente le attività già avviate da alcuni Comuni, come ad esempio i progetti che incentivano l’inserimento professionale e la formazione delle donne nel settore della pesca e/o della riparazione delle reti. Il FLAG sosterrà la formazione professionale e investirà in ambienti e strutture di lavoro più salubri e sicuri per il settore della trasformazione dei prodotti ittici. Fornirà inoltre sostegno alle imprese di pesca per attività promozionali e pubblicitarie. Un particolare impegno verrà profuso per sostenere l’imprenditoria femminile.

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Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 23

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeInclusione di gruppi vulnerabili nelle comunità di pescatori A3 Scheda

ESEMPI Creare posti di lavoro innovativi per disoccupati di lunga durata e disabili

Da sempre i pescatori della zona di intervento del FLAG Costa basca – Lande meridionali (Francia) sono consapevoli dell’im-

portanza di ripulire il mare da reti, corde, oggetti di plastica ecc. Alcuni vecchi attrezzi da pesca ancora in buone condizioni sono stati addirittura spediti nei paesi in via di sviluppo. Forte di questa tradizione, il FLAG intende avviare un progetto per il riciclo di vecchie attrezzature da pesca, offrendo nuovi servizi ai pescatori professionisti grazie al riutilizzo di reti e altri at-trezzi e creando al contempo nuovi posti di lavoro per disoccupati di lunga durata e disabili.

La raccolta, lo smistamento e lo smontaggio delle attrezzature usate saran-no affidati a un partner del FLAG, l’Associazione ADELI, esperta nel fornire lavoro alle categorie più deboli e socialmente escluse (occupa una cinquantina di persone, 40 delle quali erano disoccupati di lunga durata). La formazione per smontare e smistare reti, corde, galleggianti ecc. sarà erogata avvalendosi dell’aiuto di una figura legata all’industria della pesca (ad esempio, un pescatore in pensione o disabile); i prodotti così ottenuti saranno venduti per ulteriori lavorazioni (ad esempio per la confezione di articoli di abbigliamento, scarpe, skateboard ecc.).

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Il FLAG Mariña-Ortegal (Spagna) ha sostenuto un progetto promosso da un’associazione di disabili per il riutilizzo di plastiche difficilmente degrada-bili provenienti dal settore della pesca grazie a tecniche di riciclo sostenibili. Il progetto intende aiutare il settore ittico ad abbattere i costi degli imballaggi di plastica anche del 65%, riducendo al contempo l’impatto ambientale dei rifiuti e offrendo opportunità occupazionali a persone che hanno difficoltà ad inserirsi nel mercato del lavoro.

Un corso di formazione pratica finanziato dal FLAG ha permesso ai parte-cipanti di acquisire le competenze necessarie per il riciclo della plastica. Dei 12 partecipanti, sette avevano un ritardo cognitivo e tre presentavano disturbi mentali; quattro erano donne e altri quattro erano disoccupati di lunga durata. Tra le persone che hanno seguito il corso, otto sono attualmente occupate, si sentono utili e sono altresì in grado di contribuire ai costi del centro di assistenza diurna. I partecipanti che presentano disturbi mentali lavorano a stretto contatto con un supervisore, godendo inoltre della necessaria assistenza di un professionista (psicologo e fisioterapista).

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Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 24

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeInclusione di gruppi vulnerabili nelle comunità di pescatori A3 Scheda

3. Schema del “piano d’azione” – esempio dei gruppi di lavoro 17

Gruppo target Donne

Obiettivo Maggior partecipazione alle attività di pesca

Principali ostacoli Gruppo destinatario diffuso sul territorio

Mancanza di associazioni

Carenza delle necessarie competenze

Difficoltà nell’accedere alla professione

Cosa può fare il FLAG?

Coinvolgere organizzazioni femminili in seno al FLAG (organo decisionale)

Fornire assistenza alle imprese di pesca per creare occupazione femminile (linea di finanziamento speciale)

Massima intensità di aiuti a progetti che coinvolgono le famiglie dei pescatori

Formazione imprenditoriale per le donne

Corsi di formazione destinati alle donne per la trasformazione dei prodotti della pesca

Quando? Cercare canali di comunicazione e incoraggiare le donne a formulare nuove idee: quanto prima

Assistenza continua in tutte le fasi di attuazione

SUGGERIMENTI

\ Ricordate che i gruppi a rischio di esclusione sono spesso i gruppi di cui è più facile dimenticarsi. Continuate a individuare i gruppi che non partecipano. Cercate di capirne il perché e attivatevi per entrare in contatto con loro!

\ Collaborate con le organizzazioni che hanno esperienza con i gruppi a rischio di esclusione sociale. Queste potranno aiutare il FLAG a individuare i reali bisogni di questi gruppi e a rispondervi in modo adeguato.

\ Quando si lavora con gruppi vulnerabili, la cosa più importante è prestare ascolto! Mantenete una mentalità aperta e non cercate di imporre idee preconcette. Tre sono le domande da porre a questi gruppi:

� Cosa desiderate?

� Di cosa avete bisogno per realizzare ciò che desiderate?

� Cosa può fare il FLAG per aiutarvi?

\ Ricordate che il bisogno non sempre deriva da una difficoltà economica, ma può essere dovuto anche a questioni legate alla mentalità e alla cultura di origine. Occorre essere pronti ad affrontare questo tipo di mentalità.

\ Non cercate mai di fare qualche cosa PER i gruppi esclusi, ma lavorate sempre CON loro e aiutateli ad emanciparsi!

17 Basato sul materiale elaborato dai gruppi di lavoro nel corso del seminario FARNET “Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche”, Jūrmala (Lettonia), 21-23 marzo 2017.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 25

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeIntégrer les migrants et les réfugiésA4 Scheda

Integrazione di migranti e rifugiatiLa recente crisi dei rifugiati, ma anche altri flussi migratori, hanno modificato la struttura demografica di numerosi territori vocati alla pesca e all’acquacoltura, nonché in molte altre zone d’Europa. A tal proposito è importante operare una distinzione tra “migranti” (coloro che decidono consapevolmente di trasferirsi in un altro paese alla ricerca di una vita migliore) e “rifugiati” (coloro che sono costretti a lasciare il proprio paese a causa di persecuzioni o conflitti). In Europa, alcuni paesi (come ad esempio la Grecia e l’Italia) sono considerati dai rifugiati principalmente come punti di accesso, mentre altri paesi (Germania, Svezia) rappresentano per moltissime persone la destinazione in cui stabilirsi a lungo.

Nelle comunità dedite alla pesca e all’acquacoltura, migranti e rifugiati possono essere un importante gruppo destinatario per le attività di inclusione sociale. Sebbene in molte aree l’arrivo dei migranti e dei rifugiati possa essere considerato inizialmente una minaccia, la migrazione può rappresentare un’opportunità, soprattutto per le zone soggette a spopolamento e cambiamenti strutturali. In questo caso, la sfida consiste nel raggiungere il punto in cui i migranti possono contribuire attivamente a migliora-re la situazione socio-economica del territorio. In quanto agenti di sviluppo locale, i FLAG possono svolgere un importante ruolo nel sostenere sia l’arrivo, sia l’integrazione dei migranti in queste zone.

1. Perché è importante che i FLAG si occupino dei migranti e dei rifugiati?

La questione dei migranti e dei rifugiati non riguarda tutte le aree di intervento dei FLAG e nelle zone interessate può essere di maggiore o minore rilevanza. Alcuni territori, in particolare nel bacino mediterraneo (come in Grecia, Italia e Spagna), sono fortemente penalizzati dall’arrivo dei rifugiati provenienti dai paesi dell’Africa o dalla Siria, mentre altre zone hanno creato campi di accoglienza per i richiedenti asilo, soprattutto nei paesi che accolgono un maggior numero di rifugiati. Vi sono poi aree dei FLAG che vantano importanti industrie ittiche (come in Scozia o in Spagna) che hanno attratto lavoratori migranti, così da colmare le carenze di manodopera. Queste comunità di migranti non sono costituite soltanto da cittadini di paesi terzi, ma comprendono anche cittadini di altri Stati membri dell’UE.

Occorre distinguere tra lavoratori migranti e rifugiati che vivono nella zona del FLAG.

Per quanto riguarda i flussi in entrata dei rifugiati, le zone costiere dove sbarcano possono avere bisogni immediati in termini di infrastrutture e servizi di accoglienza, mentre nelle zone che accolgono i rifugiati a medio o lungo termine le esigenze sono maggiormente legate all’integrazione di questi nuovi residenti.

Come per qualsiasi altro gruppo minoritario, l’inclusione di migranti e rifugiati nella vita socio-economica della zona è un aspet-to critico. Anche quando le strategie dei FLAG non prevedono azioni specifiche per l’inclusione di questi nuovi abitanti, il FLAG può fungere da anello di congiunzione tra le necessità del settore della pesca e le attività di sviluppo sociale realizzate nella zona.

Alcune buone ragioni per le quali i FLAG devono occuparsi di questioni relative ai migranti e ai rifugiati:\ la migrazione offre opportunità di sviluppo locale nelle zone soggette a spopolamento: le famiglie dei migranti possono

aiutare a mantenere aperti scuole, negozi, ambulatori e gli altri servizi presenti nel territorio;\ alcuni migranti hanno (o possono acquisire) competenze utili all’industria della pesca;\ è possibile che vari bisogni non possano essere adeguatamente soddisfatti dalle amministrazioni pubbliche: i FLAG possono

svolgere un ruolo a tale proposito impegnandosi con ONG e altre parti interessate;\ l’integrazione è un processo a lungo termine che può essere adattato a obiettivi strategici a lungo termine. Se necessario, i

FLAG possono rivedere la propria strategia.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 26

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeIntégrer les migrants et les réfugiésA4 Scheda

2. Cosa possono fare i FLAG per sostenere l’inclusione di migranti e rifugiati nelle comunità di pescatori?

I bisogni in infrastrutture sono di norma di competenza dello Stato, mentre le ONG intervengono nella gestione degli arrivi e promuovono l’integrazione dei migranti. In virtù della composizione multisettoriale del partenariato, i FLAG possono contribui-re a suscitare l’impegno della società civile e della popolazione locale. A tale proposito, i FLAG possono svolgere un ruolo simile a quello delle ONG sociali, fornendo un aiuto basato su un’azione comunitaria su piccola scala.

Di norma, in funzione delle singole fasi del processo migratorio, diversi soggetti vengono coinvolti nei seguenti modi18:

Fase Attività Soggetti Potenziale ruolo del FLAG

Prima accoglienza dei migranti

Alloggio, cibo, vestiti Enti pubblici con il sostegno della popolazione locale

Meno importante; in alcune zone, i FLAG possono cercare di coordinare le attività dei vari soggetti coinvolti

Procedura di richiesta d’asilo

Introduzione alla lingua e alla cultura

Società civile, ONG Il FLAG assume una maggiore impor-tanza come facilitatore per i volontari e le ONG

Accoglienza nella comunità di pescatori (paese, città)

Alcuni soggetti locali avviano già attività per promuovere l’integrazione dei migranti (consulenza, corsi di lingua, ecc.)

Come sopra

Scolarizzazione dei bambini

Comune/Stato Nessun ruolo formale del FLAG

Una volta ricevuto il permesso di soggiorno permanente

Corsi di lingua (per adulti)

Comune/Stato I FLAG possono avviare alcune azioni a livello di comunità, ma questo compi-to è prevalentemente di competenza dell’amministrazione pubblica

Alloggio permanente Comune/Stato, ONG Meno importante

Formazione imprenditoriale

Il FLAG è un importante mediatore tra migranti e imprese locali

Vi sono alcuni aspetti fondamentali da tenere presenti per garantire l’efficacia delle azioni di inclusione:\ una buona condivisione delle informazioni tra il FLAG e gli altri soggetti attivi nel sostegno a migranti/rifugiati, comprese le

amministrazioni pubbliche preposte, è un fattore fondamentale per la buona riuscita degli interventi;\ di norma, la partecipazione del FLAG viene promossa da chi si occupa più attivamente del suo funzionamento: il direttore del

FLAG, i membri del consiglio di amministrazione, i membri dell’organo decisionale. Queste figure potrebbero essere già state contattate da ONG del terzo settore alla ricerca di possibili forme di cooperazione. I membri attivi del consiglio di amministra-zione del FLAG potrebbero dover svolgere un ruolo guida nell’elaborazione dei progetti, assumendosi una serie di responsa-bilità e vegliando a che le idee si trasformino in progetti concreti.

\ L’integrazione è un processo a due vie e richiede l’impegno sia dei nuovi arrivati, sia della zona di accoglienza. I migranti devono essere quindi motivati a partecipare alle azioni proposte.

\ È necessario porre l’accento sulla qualità delle azioni di integrazione, massimizzandone l’impatto sul campo.

18 Basato sul materiale presentato dalla Rete rurale svedese ed elaborato dal gruppo di lavoro su “migranti e rifugiati” nel corso del seminario FARNET “Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche”, Jūrmala (Lettonia), 21-23 marzo 2017.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 27

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeIntégrer les migrants et les réfugiésA4 Scheda

\ L’integrazione di migranti/rifugiati dovrebbe essere parte di un piano di inclusione sociale di più ampio respiro, che preveda un approccio intersettoriale e il supporto dei principali soggetti presenti all’interno della comunità (ad es. enti per l’impiego, istruzione, sanità). In questo modo si eviteranno attriti e competizione tra residenti e migranti/rifugiati.

\ Le attività di integrazione dovrebbero essere inserite in una prospettiva di inclusione sociale, esplicitando chiaramente che tutti devono essere coinvolti nel processo inclusivo. I volontari e coloro che possono fungere da modello sono estremamente importanti in questo processo.

I progetti di integrazione si articolano in diversi ambiti di intervento: ad esempio, alloggio, istruzione, occupazione e attività socio-culturali.

I progetti sostenuti dai FLAG sono ancora poco numerosi, mentre i GAL LEADER già da tempo implementano azioni inclusive a favore dei migranti19. I progetti di inclusione dei migranti sostenuti da LEADER/CLLD nelle zone rurali si concentrano principal-mente sulla promozione del dialogo, degli scambi culturali e della tolleranza. Sono spesso correlati ai prodotti alimentari, alla gastronomia e alle competenze pratiche dei migranti. Mentre gli esempi di azioni condotte nell’ambito degli scambi cul-turali e dell’accoglienza concreta dei migranti sono più numerosi, le iniziative promosse dai GAL a sostegno dell’imprenditoria sono meno frequenti.

ESEMPI Quando l’integrazione dei migranti passa attraverso i prodotti ittici

Analogamente ai progetti già attuati nell’ambito di LEADER/CLLD, il FLAG Ostrobothnia (Finlandia) intende so-stenere un progetto di inclusione dei migranti promosso da un’associazione femminile locale. Quest’ultima ha

scoperto che la comunità migrante presente nella zona di intervento del FLAG consumava specie ittiche che non erano molto apprezzate dalla popolazione locale. Da qui è nata l’idea di far incontrare migranti e residenti per uno scambio di informazioni su queste specie, tra cui ricette e modi di prepararli e cucinarli. La seconda fase del progetto prevede una formazione destinata ai migranti sulle tecniche di pesca locali e sui regolamenti in materia, poiché molti di loro sono appassionati di pesca alla lenza. Questo dovrebbe portare a una situazione vin-cente sia per le comunità di pescatori, sia per i migranti in termini di integrazione sociale, scambi culturali e innovazione.

> Per maggiori informazioni

ESEMPI Analizzare le competenze

Il GAL “VERLA”, Lazio (Italia), ha finanziato il progetto “Terre e Comuni” che prevedeva formazione e tirocini nel settore agricolo per giovani disoccupati, sia migranti che originari della zona. L’azione è stata realizzata con il so-

stegno del GAL, in collaborazione con un’impresa sociale e una rete preesistente. Il progetto ha promosso una maggiore consapevolezza della situazione dei mi-granti all’interno della comunità locale. È stata inoltre istituita una nuova associa-zione che lavora a stretto contatto con il locale centro di seconda accoglienza, per offrire nuove opportunità ai giovani migranti. Questo tipo di progetto può essere trasferito anche nelle zone di intervento dei FLAG, in quanto le competenze dei migranti nella pesca e nella trasformazione degli alimenti potrebbero contribuire a colmare le carenze di manodopera e a promuovere l’attività economica.

> Per maggiori informazioni

19 https://enrd.ec.europa.eu/sites/enrd/files/publi-eafrd-brochure-03-en_2016.pdf

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 28

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeIntégrer les migrants et les réfugiésA4 Scheda

3. Opportunità di finanziamento europee per l’integrazione di migranti e rifugiati

I FLAG che contribuiscono attivamente all’integrazione di migranti e rifugiati possono ricorrere ai Fondi SIE o ad altre opportu-nità di finanziamento previste per l’inclusione dei cittadini di paesi terzi:

20 http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=1089&langId=it

21 https://ec.europa.eu/home-affairs/financing/fundings/migration-asylum-borders/asylum-migration-integration-fund

Fondi UE che prevedono l'inclusione dei cittadini di paesi terzi (2014-2020)

FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE

FONDO EUROPEO AGRICOLO PER LO SVILUPPO RURALE

FONDO SOCIALE EUROPEO

FONDO DI AIUTI EUROPEI AGLI

INDIGENTI

FONDO EUROPEO PER GLI AFFARI MARITTIMI E LA

PESCA

FONDO ASILO, MIGRAZIONE E INTEGRAZIONE

ERASMUS+OCCUPAZIONE

E INNOVAZIONE SOCIALE

L'EUROPA PER I CITTADINI

Collegamento alle Autorità nazionali/Autorità di gestione degli Stati membri Collegamenti alla Commissione europea

FESR FEASR FSE FEAD FEAMP AMIF AMIF Erasmus+ EASI EACEA

€ 183 miliardi € 99 miliardi € 86 miliardi € 3,8 miliardi € 0,5 miliardi € 6 miliardi

€ 1 miliardi € 14,7 miliardi € 0,9 miliardi € 0,18 miliardi

BENEFICIARI

Amministrazioni statali/federali, enti pubblici regionali e locali, ONG, organizzazioni della Croce Rossa, organizzazioni pubbliche internazionali, aziende di diritto pubblico e privato, enti di istruzione/ricerca

(Fonte: Commissione europea, DG HOME)

Due strumenti finanziari si rivelano particolarmente interessanti a tale proposito:\ Il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD)20: questo fondo non finanzia direttamente l’integrazione di migranti e rifu-

giati, ma sostiene azioni che forniscono assistenza materiale ai più indigenti (per maggiori informazioni si vedano l’Intro-duzione e/o la Sezione 4).

\ Il Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF)21 è uno strumento finanziario istituito per il periodo di programmazione 2014-2020 che sostiene iniziative nazionali ed europee volte a promuovere una gestione efficace dei flussi migratori e l’at-tuazione, il rafforzamento e lo sviluppo di un approccio comune dell’UE in materia di asilo e immigrazione. Diverse tipologie di azioni possono essere finanziate attraverso questo strumento, tra cui il miglioramento dei servizi di alloggio e accoglienza per i richiedenti asilo, corsi di istruzione e formazione linguistica per i cittadini di paesi terzi e assistenza alle persone vulne-rabili. La quota più cospicua del bilancio AMIF viene erogata attraverso programmi nazionali. I beneficiari possono essere, ad esempio, enti pubblici locali, organizzazioni non governative, organizzazioni umanitarie, imprese pubbliche e private nonché enti di istruzione e di ricerca.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 29

Sezione A. Affrontare specifici problemi di inclusione socialeIntégrer les migrants et les réfugiésA4 Scheda

SUGGERIMENTI

\ Soffermatevi sul rapporto tra migranti presenti nella zona di intervento del FLAG e le attività di pesca. Avete mai pensato alle potenziali opportunità per la comunità e l’economia locale?

\ Individuate le ONG del terzo settore presenti sul vostro territorio che si occupano dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti e assicuratevi che conoscano le attività del FLAG (si veda l’esempio riportato nella Scheda B2 sul partenariato strategico).

\ Pensate a come utilizzare gli altri Fondi SIE e gli altri strumenti finanziari europei o nazionali!

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 30

BPrevedere procedure operative del FLAG che siano socialmente inclusive

Questa parte si compone di tre schede

nelle quali sono descritti gli approcci che

possono aiutare i FLAG ad affrontare i temi

legati all’inclusione sociale nelle proprie

zone di intervento.

Sezione

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 31

Sezione B. Prevedere procedure operative del FLAG che siano socialmente inclusive Coniugare inclusione sociale e impresaB1 Scheda

Coniugare inclusione sociale e impresa

22 Dizionario dei Sinonimi e contrari Treccani

23 Social Enterprise Alliance

24 Intervento di Antoine Saint Denis nel corso del Seminario FARNET sull’inclusione sociale svoltosi a Jūrmala nel marzo del 2017.

1. Perché sostenere le imprese?

Aiutare i gruppi vulnerabili a diventare membri attivi della società attraverso il lavoro o altre forme di occupazione è un potente strumento di inclusione sociale. Da qui la necessità di un’impresa, intesa sia come “progetto o azione” sia come “azienda o attività economica”22, che può prevedere attività retribuite o a titolo volontario.

Molteplici tipi di impresa possono dare un scopo e un sentimento di realizzazione personale ai singoli membri della collettività, oltre a metterli in contatto con altri e contribuire alla vita della comunità locale attraverso l’offerta di specifici beni o servizi. Quando l’impresa genera reddito contribuisce anche alla prosperità economica e può ridurre la dipendenza dalla famiglia, dagli amici e dallo Stato.

Potrebbero essere necessarie risorse pubbliche da investire in corsi di formazione e istruzione destinati a specifici gruppi di destinatari, così da incrementarne il grado di occupabilità e facilitare l’accesso di tali gruppi a forme di apprendistato o tirocini lavorativi. La presente scheda riporta idee e suggerimenti ad uso dei FLAG che desiderino puntare sull’impresa come strumento di inclusione sociale per determinati gruppi target.

2. Come utilizzare le diverse forme di impresa per aiutare i gruppi vulnerabili?

I FLAG possono aiutare i membri dei gruppi a rischio di esclusione sociale ad avviare una propria iniziativa imprenditoriale, riducendone così la dipendenza occupazionale da terzi e incrementando al contempo la loro resilienza e autostima. Questi gruppi vulnerabili, tuttavia, potrebbero non essere in grado di competere sul libero mercato e possono essere necessari progetti più creativi che consentano loro di sfruttare i benefici dell’attività imprenditoriale e consentire alla comunità di trarre vantaggio dalla loro impresa! In questi casi, le imprese sociali possono rappresentare talvolta una soluzione ideale.

Un’impresa sociale coniuga obiettivi sociali (come ad esempio dare lavoro a gruppi vulnerabili) a finalità imprenditoriali. Le imprese sociali sono “organizzazioni o iniziative che abbinano attività di impresa a finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale senza scopo di lucro”23. Nella maggior parte dei casi, le imprese sociali devono essere caratterizzate dai seguenti elementi: \ essere un’attività produttiva che offre beni o servizi;\ porre al centro della propria missione il conseguimento dell’oggetto sociale;\ limitare gli utili;\ disporre di una struttura di governance partecipata.24

Le imprese sociali assumono spesso la forma giuridica di cooperativa o impresa senza scopo di lucro. Talvolta possono essere costi-tuite come ONG (ad es. associazioni) e possono essere remunerate per i servizi offerti. In alcuni Stati membri, la normativa nazionale prevede speciali forme giuridiche per le imprese sociali (un classico esempio in proposito sono le cosiddette “cooperative sociali”, ossia cooperative che riuniscono al proprio interno rappresentanti di gruppi vulnerabili, quali disoccupati di lunga durata o disabili). Queste forme particolari sono spesso esentate dal pagamento di determinate imposte e/o hanno priorità di accesso ai finanziamenti pubblici. Indipendentemente dalla loro forma giuridica, gli utili di queste imprese sono di regola destinati al conseguimento dell’oggetto sociale.

Sviluppare nuove imprese sociali

I FLAG possono fornire assistenza agli individui che desiderano creare imprese sociali, impegnandosi in proposte innovative per affrontare le sfide locali, mediante attività che possono generare reddito e contribuire alla sostenibilità economica di queste iniziative. Tra le attività dei FLAG possono figurare: consulenza e affiancamento, iniziative per l’inserimento dei gruppi a rischio di esclusione – o di coloro che lavorano con tali gruppi – nell’ambito di opportune reti professionali e strutture di sostegno; e/o supporto finanziario mediante sovvenzioni all’avvio di nuove imprese sociali.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 32

Sezione B. Prevedere procedure operative del FLAG che siano socialmente inclusive Coniugare inclusione sociale e impresaB1 Scheda

Fornire assistenza alle imprese sociali già costituite

I FLAG possono altresì sostenere imprese sociali già presenti nella propria zona di intervento, assicurandosi al contempo che vengano trattati i problemi sociali emersi all’interno della comunità, ad esempio creando sbocchi occupazionali per specifici gruppi target; promuovendo l’acquisizione di competenze e abilità tra i membri di determinati gruppi; garantendo l’accesso al credito per coloro che concretizzano idee imprenditoriali; erogando nuovi servizi, anche tecnologici, per migliorare la qualità della vita e la coesione sociale nelle zone di pesca, ecc. I FLAG possono erogare sovvenzioni per tali iniziative o agevolare l’accesso ad altre fonti di finanziamento.

Costruire una rete di sostegno all’imprenditoria sociale coinvolgendo gli altri soggetti presenti nella zona

Un altro importante compito del FLAG è creare un’ampia aggregazione di soggetti che sostengono l’imprenditoria sociale. Le imprese sociali che operano nel territorio del FLAG non possono essere sostenibili nel lungo periodo senza un’efficace col-laborazione con le altre imprese o gli altri portatori di interesse che acquistano i loro prodotti/servizi o partecipano a progetti congiunti. Altrettanto cruciale è una buona cooperazione con il settore pubblico, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di beneficiare di appalti pubblici (qualora le amministrazioni comunali, le scuole e gli altri enti decidano di acquistare beni o servizi dalle imprese sociali). Per ulteriori informazioni sulla costruzione di un partenariato strategico per favorire l’inclusione sociale si veda la Scheda B2.

Individuare nuovi modelli economici che possano recare benefici alla comunità è un ottimo modo per indurre il cambiamento in un sistema che spesso emargina i gruppi più vulnerabili. I FLAG dovrebbero prestare particolare attenzione alle opportunità che possono innescare cambiamenti di questo tipo.

ESEMPI Sostenere l’occupazione dei disabili

Molti disabili hanno difficoltà a trovare lavoro, anche se a volte posseggono competenze assolutamente uniche. Il FLAG

Marennes Oléron (Francia) ha sostenuto un’associazione locale (la Navicule Bleue) nella creazione di un’impresa sociale che aiuta i pescatori disabili o vittime di infortunio a reinserirsi sul mercato del lavoro.

Questa impresa sociale offre ai pescatori professionisti servizi quali la ripa-razione delle reti e la manutenzione dei pescherecci. Costituita in forma di cooperativa, essa dà lavoro a tempo pieno a sei persone. Grazie a un finan-ziamento iniziale del FLAG e di altri soggetti pubblici, al costante sostegno del sistema di previdenza sociale e alla consapevolezza dei clienti della sua missione sociale, l’impresa è oggi un’attività economicamente sostenibile.

Sulla scia di questa esperienza, nella zona sono state costituite altre due imprese sociali, in forma di associazioni senza scopo di lucro, che danno lavoro protetto a persone con disabilità più gravi e a disoccupati di lunga durata (per un totale di 95 ETP). Il modello è stato anche trasferito con successo nelle zone di intervento di altri FLAG, ad esempio il FLAG Arcachon.

> Per maggiori informazioni

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 33

Sezione B. Prevedere procedure operative del FLAG che siano socialmente inclusive Coniugare inclusione sociale e impresaB1 Scheda

SUGGERIMENTI

I FLAG hanno il compito di cercare soluzioni ai problemi locali, anche quando gli ostacoli sembrano insormontabili o il cambiamento non sembra possibile. È proprio in questi casi che nasce l’innovazione sociale e l’impresa sociale può essere considerata una forma di innovazione in questo ambito. Richiede di fare cose nuove, o di farle in modo diverso o nell’ambito di nuovi partenariati. Per tale ragione, i FLAG devono essere disposti a rimettere in discussione i sistemi esistenti e a fare in modo che funzionino meglio per tutta la comunità. Alcuni suggerimenti a tale proposito:

\ Impegnarsi agendo in modo critico e creativo nel contesto normativo esistente: alcune idee potrebbero essere così innovative da richiedere una certa flessibilità rispetto alle norme in vigore, spesso elaborate per un diverso contesto. Anche i regolamenti si possono cambiare!

\ Assicuratevi il sostegno pubblico, essenziale per poter realizzare idee innovative.

\ L’impresa sociale può essere complessa e impegnativa. Trovate i giusti promotori di progetto: esperienza, determinazione e tenacia sono tutti aspetti che contano!

\ Definite obiettivi fattibili prevedendo scadenze realistiche (concentratevi su piccoli passi in modo che i progressi siano visibili e non venga meno la fiducia nel risultato finale…).

\ Il cambiamento richiede tempo: assicuratevi che il piano aziendale abbia previsto tutte le possibili evenienze e che l’intero periodo che precede la realizzazione dei primi utili sia stato adeguatamente pianificato.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 34

Sezione B. Prevedere procedure operative del FLAG che siano socialmente inclusive Creare partenariati strategici con altri attoriB2 Scheda

Creare partenariati strategici con altri attori

1. Perché è necessario un partenariato strategico per favorire l’inclusione sociale?

Per loro stessa natura, i FLAG sono partenariati tra diversi attori e di norma sono consapevoli dell’importanza di lavorare con un’ampia gamma di organizzazioni e istituzioni della propria zona di intervento per conseguire gli obiettivi strategici prefissati. Pertanto, per i FLAG che considerano l’inclusione sociale un tema di rilievo, sarà normale cercare di entrare in contatto con altri attori presenti all’interno, e all’esterno, della loro zona che possano aiutarli a rispondere ai bisogni dei gruppi più vulnerabili.

Tuttavia, la creazione di partenariati per favorire una maggiore inclusione sociale può rivelarsi un compito particolarmente complesso e i FLAG dovrebbero sapere che:\ l’inclusione sociale è un processo estremamente lungo che non può essere affrontato con alcuni progetti isolati. Pertanto,

nella ricerca di partner, il FLAG deve tenere presente che si tratterà di una relazione a lungo termine che potrebbe anche pro-trarsi ben oltre il periodo di attuazione della strategia;

\ i gruppi vulnerabili hanno bisogni specifici e le organizzazioni che se ne occupano tendono ad essere altamente specializ-zate; il FLAG, pertanto, potrebbe essere chiamato a collaborare con diversi partner per diversi gruppi target (ad esempio, un’organizzazione che sostiene i giovani, un’altra che si occupa di anziani, un’altra ancora che opera con i disabili); è proba-bile, inoltre, che questi partner non si identifichino con la zona di pesca e potrebbero intervenire su un’area diversa da quella del FLAG;

\ alcuni partner principali potrebbero essere situati al di fuori della zona di intervento del FLAG. Ad esempio, gli istituti di ricerca che hanno una conoscenza approfondita delle tematiche sociali o le organizzazioni altamente specializzate che si occupano di uno specifico gruppo di destinatari a livello nazionale o regionale;

\ molti partner che lavorano con gruppi vulnerabili hanno una scarsa conoscenza delle comunità di pescatori e delle relative problematiche sociali e potrebbe essere difficile per loro comprendere il ruolo del FLAG nel processo di inclusione sociale; potrebbe essere necessario del tempo prima che le organizzazioni del terzo settore e il FLAG riescano a creare un clima di fiducia reciproca e a “parlare la stessa lingua”;

\ la maggior parte dei FLAG dedicherà solo una piccola quota del proprio bilancio all’inclusione sociale e i FLAG che desiderano affrontare determinate questioni in questo ambito in maniera più completa e approfondita potrebbero avere bisogno di altri fondi; è importante instaurare buoni rapporti con altri attori sociali presenti nella zona, in modo che il FLAG non venga con-siderato un concorrente nella richiesta di finanziamento.

Il FLAG deve cercare di individuare tempestivamente i principali partner che lavorano con i gruppi vulnerabili nella zona di pesca e stabilire con questi, non appena possibile, proficui rapporti professionali.

2. Quale aiuto possono dare al FLAG le organizzazioni partner?

Le organizzazioni che lavorano nell’ambito dell’inclusione sociale possono svolgere un’ampia gamma di funzioni: possono aiutare il FLAG a progettare le proprie attività di inclusione sociale; possono fungere da promotori o facilitatori dei progetti; aiutare i soggetti provenienti da gruppi vulnerabili ad attuare progetti propri. Possono anche contribuire alla raccolta fondi o alle attività di controllo e valutazione.

Elaborazione della strategia e processo decisionale: dar voce agli esclusi

Come già indicato nella Scheda A3, non è facile coinvolgere i gruppi a rischio di esclusione nella definizione della strategia locale. Tuttavia, è importantissimo che le esigenze e le idee di tali gruppi vengano prese in considerazione. Il FLAG deve entrare in contatto con organizzazioni che hanno esperienza con tali categorie della popolazione e possono assicurare che i loro rap-presentanti partecipino ai dibattiti sulla strategia. Queste organizzazioni possono anche proporre adeguati criteri di selezione per i progetti che promuovono l’inclusione sociale e segnalare i membri dei gruppi vulnerabili con maggiori probabilità di partecipare ai processi o agli organi decisionali del FLAG.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 35

Sezione B. Prevedere procedure operative del FLAG che siano socialmente inclusive Creare partenariati strategici con altri attoriB2 Scheda

Attuazione dei progetti

Alcune organizzazioni sono in grado di elaborare e attuare progetti che affrontano le principali tematiche di inclusione sociale e di presentarli per un finanziamento del FLAG. È importante far sì che il promotore di progetto sia un’organizzazione dotata di esperienza e con una buona conoscenza del gruppo in questione, nonché in possesso delle necessarie capacità per la gestione del progetto. Il FLAG deve inoltre assicurarsi che il gruppo destinatario possa esprimersi sull’elaborazione e l’attuazione del progetto.

I progetti possono anche essere promossi direttamente da alcuni membri dei gruppi vulnerabili, ma è sempre bene accertarsi che questi possano contare su un’adeguata consulenza e su attività per il potenziamento delle capacità. A tale proposito, i FLAG possono essere coadiuvati da organizzazioni che forniscono assistenza in materia di pianificazione aziendale, gestione, commercializzazione o contabilità ai beneficiari quando questi avvieranno le proprie attività.

Agevolare l’accesso ad ulteriori fonti di finanziamento

Il FLAG può associarsi con organizzazioni esperte in questioni sociali per presentare domande di finanziamento nell’ambito di fonti diverse dal FEAMP, come ad esempio il Fondo sociale europeo. Queste organizzazioni possono aver maturato una precedente espe-rienza nella gestione dei progetti di inclusione sociale e contatti consolidati con le autorità preposte al finanziamento di tali progetti.

Anche le organizzazioni specializzate nel finanziamento delle azioni di inclusione sociale possono essere partner di rilievo. Tra queste figurano gli istituti di microcredito che concedono prestiti e/o fideiussioni ai piccoli imprenditori (anche membri dei gruppi vulnerabili), i quali potrebbero non avere i requisiti necessari per poter accedere ai tradizionali servizi finanziari. In alcuni paesi o regioni, anche le amministrazioni pubbliche erogano finanziamenti alle imprese sociali tramite sovvenzioni, prestiti o garanzie.

Controllo e valutazione

Di norma, le organizzazioni che si occupano del sociale hanno a disposizione strumenti e metodologie per analizzare i progressi rispetto alla realizzazione degli obiettivi di inclusione. Il FLAG dovrebbe sfruttare tali conoscenze per predisporre sistemi di monitoraggio e valutazione delle proprie attività. Alcune organizzazioni padroneggiano metodi di valutazione partecipata che possono aiutare il FLAG a raccogliere le opinioni dei gruppi vulnerabili per il processo di valutazione.

ESEMPI Collaborare con altre organizzazioni per ottenere finanziamenti del FSE

Il FLAG Slowinska (Polonia) ha individuato, tra i temi chiave per la propria zona, elevati livelli di povertà ed esclusione e

ridotti livelli di imprenditorialità sociale. Il FLAG ha deciso di affrontare que-ste criticità sviluppando l’economia sociale. La Regione Pomerania aveva stanziato fondi per iniziative in questo ambito, ma per raggiungere la massa critica richiesta era necessario che diversi partner si consorziassero.

Il FLAG ha creato un partenariato a lungo termine con due altri soggetti: il GAL del Bacino di Slupia e il Centro per le iniziative civiche (ciascun soggetto copre un ambito specifico del progetto e condivide le proprie competenze). Insieme, le tre organizzazioni hanno ottenuto una sovvenzione del FSE di quasi 3 milioni di euro e hanno avviato la realizzazione di un progetto che prevede consulenza, formazione e sostegno finanziario agli organismi (ONG, enti locali, imprese sociali, organizzazioni religio-se, ecc.) che attuano progetti di economia sociale. Sono inoltre previste attività di informazione, sostegno alla creazione del partenariato e l’istituzione di una scuola di direzione in economia sociale. Si prevede che il progetto favorirà l’inclusione di 450 persone, creando 150 posti di lavoro a tempo indeterminato.

> Per maggiori informazioni

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 36

Sezione B. Prevedere procedure operative del FLAG che siano socialmente inclusive Creare partenariati strategici con altri attoriB2 Scheda

ESEMPI Collaborare con gli attori del settore finanziario

L’accesso al credito è sempre più agevole per le imprese più solide e le persone più benestanti che, di norma, rappresentano un rischio minore per il prestatore. Per coloro che lottano per poter condurre una vita decorosa o

le cui entrate non possono essere previste con certezza (come ad esempio i pescatori), ottenere un prestito per avviare un’attività può essere estrema-mente difficile. In questa ottica, il FLAG GAC Sardegna Orientale (Italia) ha collaborato con un istituto di credito privato al fine di istituire un fondo di rotazione, così da agevolare l’accesso al microcredito per le piccole imprese, tra cui alcune cooperative di pescatori, che altrimenti avrebbero avuto dif-ficoltà ad ottenere un mutuo. L’istituto di credito concede prestiti sino a un massimo di 25.000 EUR, mentre il FLAG mette a disposizione un servizio di assistenza personalizzato.

> Esempio di buona pratica FARNET

ESEMPI Individuare i partner, creare gruppi di lavoro

Quando il FLAG si appresta ad intervenire per promuovere una maggiore inclusione sociale, sarebbe opportuno individuare dapprima i soggetti che già operano con un determinato gruppo di destinatari. In Austria, i grup-

pi LEADER “Vöckla-Ager” e “Traunstein Region” hanno iniziato a lavorare sull’integrazione culturale dei migranti conducendo dapprima una rilevazione delle attività e delle risorse che le PMI, i Comuni, le organizzazioni del terzo settore e altri organismi presenti nella regione avevano già destinato alle questioni “interculturali”. I responsabili del FLAG sono rimasti colpiti dal numero di privati e gruppi che stavano già lavorando con i migranti. Nell’ambito di un progetto analogo, attuato in Germania, avendo individuato numerosi partner potenzialmente interessati al tema dei migranti, il GAL Oberallgäu (Germania) ha deciso di istituire diversi gruppi di lavoro per coordinare una serie di attività e fungere da “gruppo di orientamento” del processo di inclusione. Il GAL ha inoltre finanziato la creazione di una piattaforma online che fornisce informazioni sui servizi e sulle buone pratiche a sostegno dei migranti.

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SUGGERIMENTI

\ Ricordatevi che per creare una relazione duratura sono necessari tempo ed energie. Invitate i potenziali partner agli eventi organizzati dal FLAG e, se del caso, agli incontri degli organi decisionali, così da permettere loro di comprendere gli obiettivi e le attività del FLAG. Verificate se sia possibile anche il contrario (ossia, se un membro del FLAG può partecipare agli incontri delle organizzazioni partner).

\ L’ambito di intervento formale di un’organizzazione può essere meno importante; ciò che conta è che questa sia realmente concentrata sull’inclusione sociale. In alcune zone, le camere di commercio o le parrocchie locali possono essere soggetti di rilievo per rispondere efficacemente ai bisogni dei gruppi vulnerabili.

\ Nelle zone di intervento di alcuni FLAG il numero di attori interessati dall’inclusione sociale potrebbe essere esiguo. Il FLAG può dover sostenere la creazione di una nuova organizzazione (ad esempio, un’associazione di vedove di pescatori), con cui poter cooperare successivamente.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 37

Sezione B. Prevedere procedure operative del FLAG che siano socialmente inclusive Procedure operative e di animazione del FLAG socialmente inclusive B3 Scheda

Procedure operative e di animazione del FLAG socialmente inclusive

1. Quali pratiche inclusive può attuare un FLAG?

I FLAG che hanno inserito l’inclusione sociale tra i propri obiettivi strategici devono anche assicurarsi che le proprie pratiche e procedure tengano conto delle specificità dei gruppi vulnerabili. Tutte le attività del FLAG, in particolare quelle relative all’ani-mazione e alla selezione dei progetti, devono essere progettate in modo tale da promuovere l’inclusione sociale. In particolare:\ la composizione della struttura decisionale del FLAG deve essere inclusiva: a tal fine si potrebbero ad esempio definire

quote (numeri o percentuali minimi) per talune tipologie di partecipanti (donne, giovani, anziani, disabili ecc.) in seno all’or-gano che decide della selezione dei progetti;

\ i FLAG possono applicare criteri di selezione dei progetti che diano la precedenza ai progetti elaborati e/o attuati da cate-gorie vulnerabili o che rispondano ai bisogni di questi gruppi (ad esempio, se la strategia del FLAG mira a promuovere l’im-prenditoria femminile o giovanile, i criteri di selezione dei progetti potrebbero prevedere un punteggio aggiuntivo nel caso di candidature presentate da questi gruppi target);

\ alcuni FLAG possono mettere a punto specifiche norme interne che agevolano l’accesso ai finanziamenti per progetti incen-trati sull’inclusione sociale, ad esempio una percentuale del bilancio (annuale) del FLAG potrebbe essere destinata a progetti di questo tipo, o questi ultimi potrebbero fruire di una maggiore intensità di aiuti rispetto ad altre tipologie di azioni;

\ i FLAG possono anche porre in essere un’ampia gamma di pratiche di animazione mirate a specifici gruppi vulnerabili, come incontri speciali per taluni tipi di beneficiari, assistenza personalizzata per la preparazione delle proposte di progetto (ad esempio per le persone disabili) o persino nominare un referente specifico all’interno del FLAG.

Inoltre, alcuni FLAG cercano attivamente fonti di finanziamento complementari al FEAMP che potrebbero contribuire ad affrontare le principali criticità in materia di inclusione sociale presenti nella zona. Potrebbero essere fonti pubbliche, quali il FSE o i fondi regionali/comunali (in Italia, ad esempio, alcune Regioni stanziano contributi propri se il beneficiario appartiene a una categoria svantaggiata), ma anche fonti private provenienti da banche specializzate o istituti di microcredito (il FLAG Cantabria Orientale, in Spagna, collabora con una banca locale che eroga prestiti previo parere favorevole del FLAG nonché sovvenzioni per corsi di formazione destinati ai disoccupati).

2. Quali criticità possono essere trattate più efficacemente con tali pratiche?

Dar voce e potere ai gruppi vulnerabili

Una delle principali barriere che i gruppi più vulnerabili si trovano ad affrontare nel contesto delle attività condotte dai FLAG è il senso di impotenza e il fatto di non poter incidere sulle decisioni che riguardano il futuro della zona. Alcuni gruppi, come i disoccupati di lunga durata o i disabili, ma talvolta anche i giovani o le donne, sentono di non aver voce in capitolo e tendono quindi a non intervenire nelle discussioni sulla strategia del FLAG, a non esprimere le loro idee né a sviluppare progetti. Invitare e incoraggiare i rappresentanti di questi gruppi a partecipare alla struttura decisionale del FLAG e prevedere azioni per il potenziamento delle loro capacità (sviluppo personale) che agevolino tale partecipazione, può rivelarsi uno strumento impor-tante per superare queste barriere. I rappresentanti delle categorie vulnerabili potrebbero garantire che i progetti ammessi a fruire dei finanziamenti corrispondano realmente ai bisogni di questi gruppi target.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 38

Sezione B. Prevedere procedure operative del FLAG che siano socialmente inclusive Procedure operative e di animazione del FLAG socialmente inclusive B3 Scheda

Garantire attività di informazione e potenziamento delle capacità

I FLAG sono tenuti a diffondere l’informazione sulle loro attività e sulle opportunità di finanziamento. Tuttavia, dovrebbero tener presente che le normali campagne informative non raggiungono facilmente i gruppi vulnerabili: questi ultimi potrebbero avere difficoltà ad accedere a Internet o a comprendere il complesso linguaggio giuridico dei bandi per la presentazione dei progetti. Se il FLAG vuole assicurarsi che questi gruppi siano al corrente delle opportunità di finanziamento offerte, deve attuare campagne di informazione mirate, ad esempio preparando istruzioni facilmente comprensibili, diffondendo l’informazione nei luoghi frequentati da tali gruppi (uffici di collocamento, parrocchie o enti benefici). Se il gruppo destinatario è composto da anziani o disabili, potrebbe essere necessario stampare l’informazione utilizzando caratteri più grandi.

I FLAG, tuttavia, non devono puntare esclusivamente sull’informazione scritta, poiché questa non sarà sufficiente a spingere i rappresentanti dei gruppi a rischio di esclusione a esprimere le proprie necessità o a sviluppare proposte di progetto. A tale proposito potrebbero essere necessarie attività quali assemblee informative, formazioni e consulenza sull’elaborazione e l’attuazione dei progetti. L’ideale sarebbe che la formazione e la consulenza siano erogate da persone o organizzazioni che conoscono i bisogni del gruppo target (ad esempio, da una ONG locale che si occupa di disoccupati di lunga durata o di disabili).

Agevolare l’accesso ai finanziamenti

Anche in presenza di attività di informazione mirate e di potenziamento delle capacità, i progetti promossi dalle categorie più vulnerabili potrebbero aver difficoltà a competere con altri beneficiari per l’ottenimento di un finanziamento, in quando possono rivelarsi più costosi o richiedere più tempo per ottenere risultati. Per garantire a questi progetti eque opportunità di finanziamento, il FLAG dovrebbe elaborare criteri di selezione che privilegino l’inclusione sociale, ad esempio attribuendo un punteggio aggiuntivo ai progetti il cui candidato e/o gruppo beneficiario provengano da situazioni di vulnerabilità.

Il FLAG può anche decidere di assegnare una determinata quota del proprio bilancio a progetti di inclusione sociale (ad esempio annoverando quest’ultima tra le priorità o gli “assi di intervento” della propria strategia). Se il FLAG prevede di indire un bando specifico per progetti di inclusione sociale, potrebbe prendere in considerazione la possibilità di prorogare il periodo per la preparazione dei fascicoli di candidatura, così da concedere ai gruppi vulnerabili più tempo per sviluppare le proprie idee di progetto.

Un altro modo per agevolare l’accesso ai finanziamenti è quello di ridurre l’ammontare del cofinanziamento richiesto ai beneficiari più vulnerabili, ossia consentire una maggiore intensità di aiuti, fermo restando il rispetto delle soglie stabilite dalle norme europee e nazionali. Ad esempio, se per una determinata tipologia di operazione, l’intensità massima degli aiuti è fissata al 60%, i progetti di inclusione sociale potrebbero beneficiare della percentuale massima (60%), mentre gli altri progetti potreb-bero ottenere solo il 50% o il 40% (e il beneficiario dovrebbe pertanto contribuire con un cofinanziamento del 50 o del 60%, rispettivamente).

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 39

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ESEMPI Creare collegamenti con i gruppi beneficiari, traendo insegnamento dall’esperienza LEADER

Il FLAG South di Cork (Irlanda) è stato istituito di recente e ha iniziato la sua attività nel periodo di programmazione 2014-2020. Le sue attività a favore dell’inclusione sociale sono ispirate sull’esperienza dell’ente di sviluppo locale South and East Cork Area Development Partnership (SECAD). Dalla sua istituzione nel 1995, il SECAD si è evoluto passando da un’organizzazione incaricata della gestione di un unico programma (LEADER) a una piattaforma per la realizzazione di una serie di programmi fi-nanziati da molteplici fonti, principalmente nel campo dello sviluppo rurale e dell’inclusione sociale, due vasti ambiti di intervento.

Ad esempio, una recente iniziativa che ha portato alla costruzione di un centro sociale (“My Place”) in una città della zona, aveva come obiettivo l’apertura di uno spazio di incontro, di sostegno e di attività per i giovani locali, molti dei quali soffrono dello stress, di una mancanza di fiducia, e non hanno a disposizione un luogo per incontrarsi e conversare con i coetanei. I promotori del progetto hanno coinvolto i giovani nella definizione della forma e della funzione del centro sociale, nonché nella raccolta fondi e nella promozione del centro. Grazie a questo approccio, ora i giovani si sentono di casa nel centro e hanno sviluppato un forte senso di appartenenza.

Sebbene la strategia del FLAG South sia principalmente incentrata sullo sviluppo economico, anche l’inclusione sociale ha un forte peso e prevede temi quali:\ promuovere una maggiore responsabilizzazione delle comunità costiere periferiche per quanto riguarda la propria forma-

zione e organizzazione;\ migliorare la formazione e gli sbocchi occupazionali per i giovani;\ promuovere lo sviluppo di competenze e l’apprendimento permanente nelle comunità costiere;\ promuovere il benessere sociale;\ affrontare il problema dell’isolamento, in particolare tra gli anziani che vivono da soli nelle zone costiere;\ aggiornare e riqualificare i pescatori per favorire l’accesso ai servizi.

Il FLAG South si avvale di metodologie messe a punto dal SECAD e altri membri del FLAG per suscitare il coinvolgimento delle comunità di pescatori più isolate, con l’obiettivo di incentivare il loro ruolo e promuovere una loro partecipazione attiva allo sviluppo locale. Un obiettivo che può essere raggiunto utilizzando i pescatori più dinamici come “ambasciatori” del FLAG nei rispettivi villaggi. Il FLAG lavora inoltre in stretta collaborazione con vari portatori di interesse della zona, mettendo a profitto le loro competenze, conoscenze e risorse per stabilire contatti e collaborare con le comunità di pescatori, assicurandosi che non vi siano sovrapposizioni, anzi che le attività delle varie parti interessate e dello stesso FLAG siano complementari.

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 40

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ESEMPI Trovare nuovi modi per raggiungere i gruppi target

Il FLAG della Regione di Opole (Polonia) ha individuato i giovani di età inferiore ai 26 anni, gli over 50 e le donne tra

le principali categorie a rischio di esclusione. Il FLAG ha fatto in modo che questi gruppi fossero rappresentati in seno all’organo decisionale preposto alla selezione dei progetti: ad esempio, il 53% dei suoi membri sono donne.

Il FLAG ha varato una serie di attività di animazione per garantire che i gruppi vulnerabili siano coinvolti in varie iniziative comunitarie. In questa zona dell’entroterra, gli uomini sono proprietari della maggior parte degli allevamenti ittici, ma vi sono alcune donne che esercitano la pesca come attività lavorativa e il FLAG intende sostenerle, ad esempio organizzando visite di studio e incontri didattici presso gli allevamenti o gli impianti di trasformazione di proprietà di una donna. Per le sue attività informative, il FLAG si serve di canali comunicativi che meglio rispondono alle esigenze degli specifici gruppi, come ad esempio materiale cartaceo personalizzato in funzione dei bisogni degli anziani.

I giovani a rischio di esclusione (ad esempio a causa di disturbi mentali), i bambini provenienti da famiglie disfunzionali che vivono in case-famiglia, nonché gli over 55 sono invitati a partecipare a specifiche gare di pesca alla lenza, mirate in funzione delle categorie destinatarie. Il FLAG organizza anche attività didattiche per i giovani, allo scopo di far conoscere loro i benefici di attività ricreative non sedentarie (escursioni, pesca alla lenza, ecc.) e di sane abitudini alimentari.

ESEMPI Sostegno allo sviluppo di progetti inclusivi

Un gruppo LEADER scozzese ha sostenuto un progetto per lo sviluppo dell’imprenditoria rivolto in particolare alle donne e

ai migranti di una zona rurale isolata, agevolando l’accesso a servizi di con-sulenza in loco, evitando così ai partecipanti di doversi recare nella città più vicina. Nell’ambito del progetto è stato istituito un consiglio composto da un massimo di dieci volontari provenienti dalla comunità locale, disposti a condividere le proprie competenze e ad aiutare i partecipanti a raggiungere i propri obiettivi. È stato inoltre nominato un coordinatore di zona. Sono stati altresì organizzati incontri individuali per identificare gli specifici biso-gni dei neoimprenditori per l’avvio delle rispettive attività. Questo metodo potrebbe essere utilizzato, ad esempio, per sostenere i promotori di progetti che promuovono lo sviluppo di imprese nei quartieri più svantaggiati delle zone di intervento dei FLAG.

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Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 41

Sezione B. Prevedere procedure operative del FLAG che siano socialmente inclusive Procedure operative e di animazione del FLAG socialmente inclusive B3 Scheda

SUGGERIMENTI

\ Non aspettatevi che i progetti di inclusione sociale si realizzino “come per magia”! Il FLAG deve sostenere l’intero processo, dall’idea iniziale sino allo sviluppo del progetto e al processo di selezione. A tale proposito sono essenziali attività di animazione mirate, nonché idonei criteri e procedure di selezione.

\ Assicuratevi che i gruppi vulnerabili abbiano voce in capitolo nella definizione delle norme e dei criteri che disciplineranno la selezione dei progetti ammissibili ai finanziamenti e il processo di selezione in sé. Ricordatevi, tuttavia, che di norma i gruppi a rischio non sono ben organizzati: siate quindi pronti a investire tempo ed energie per individuare le persone giuste che possano rappresentarli.

\ Non dimenticate che i rappresentanti dei gruppi più vulnerabili possono avere difficoltà a partecipare agli incontri; pertanto, se desiderate che siano presenti alle riunioni degli organi decisionali, assicuratevi di aiutarli a superare tali difficoltà (ad esempio, le mamme single potrebbero aver bisogno di qualcuno che si occupi dei figli durante l’incontro, gli anziani e i disabili potrebbero aver bisogno di aiuto per il trasporto).

\ Nel caso non si avessero capacità sufficienti a raggiungere i gruppi vulnerabili presenti nella propria zona di intervento, chiedete aiuto ai soggetti specializzati presenti sul territorio.

\ Siate innovativi: le categorie vulnerabili possono avere esigenze diverse; il FLAG può contribuire a rispondervi adeguatamente e, così facendo, coinvolgere attivamente tali gruppi (ad esempio, offrendo consulenza nutrizionale o sviluppando nuove ricette e capacità culinarie).

Inclusione sociale per comunità di pesca dinamiche # 42

Vincitore del concorso fotografico FARNET: “Cosa significa l'inclusione sociale per te?”

Foto di Cinzia Gozzo (FLAG Veneziano VeGAL) in onore del 2017 International Women's Day

Maria, 93 anni

Questa è Maria. Ha 93 anni e, da oltre 70 anni, ha cucito le reti da pesca con un ago e un filo, tutto il giorno, ogni giorno. Anche se è piegata sulle reti da pesca, non porta ancora gli occhiali ed è sempre in grado di guidare una bicicletta. Maria vive a Caorle (Venezia, Italia) dove lavora con la famiglia, i figli e i nipoti nel settore della pesca.

Nota del fotografo: “Con questa foto ho cercato di addolcire un mondo prevalentemente maschile e dare un posto a tutte le donne, madri, mogli e figlie di pescatori che lavorano a fianco ma sono spesso invisibili”.

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