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283 • ANNO L • N. 2 MARZO/APRILE 2017 GRAZIE DELLA VISITA!

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283 • ANNO L • N. 2MARZO/APRILE 2017

GRAZIEDELLA VISITA!

2 LA VOCE - MARZO/APRILE 2017

Rivista della ParrocchiaS. Giovanni Battista alla Creta

MilanoANNO L - N. 2 (283)MARZO/APRILE

2017Costo annuo di redazione,

stampa e distribuzione: euro 18,00

Redazione: Clara Damele, Paolo ScolamacchiaDirettore responsabile:Massimiliano Taroni

Reg. Trib. di Milano, 22.1.1968 - n. 17Con approvazione ecclesiastica

e dell’Ordine

StampaOlivares srl - Robecco sul Naviglio (MI)

PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA ALLA CRETAPiazza San Giovanni Battista alla Creta, 11 • 20147 Milanoe-mail: [email protected] • http://www.creta.altervista.org/

Questi i numeri di telefono:Fraternità francescana 02.41.72.66Ufficio parrocchiale 02.41.72.67Oratorio 02.41.50.053Cinema-Teatro 02.41.53.404Fax e tel. Centro di ascolto 02.41.50.611

La comunità religiosa è composta da:

Fra Paolo Ferrario guardiano e parroco

Fra Andrea Ferrari vicario parrocchiale

Fra Pierino Rubaga collaboratore parrocchiale

Fra Lucio Monti insegnante

Fra Aristide Cabassi

Fra Pietro M.Tassi psicoterapeuta

La chiesa è aperta:- nei giorni festivi dalle 7 alle 19.30- nei giorni feriali dalle 7 alle 19.30

Le messe sono celebrate:- nei giorni festivi alle 8.30 - 10 - 11.30 e 18 (vigiliare alle 18)

in estate alle 8.30 - 11 e 18 (vigiliare alle 18)

- nei giorni feriali alle 8 e 18

I confessori sono disponibili:tutti i giorni, a chiesa aperta suonando il campanello appositoprimo venerdì del mese: dalle 21 alle 22.30domenica e festivi: nella mezzora che precede ogni messa

Informazioni e indirizzi utili:La Segreteria parrocchiale (per certificati e documenti) è apertada lunedì a venerdì: dalle 9 alle 11.30martedì e venerdì: dalle 15 alle 17.30

Il Centro di ascoltoriceve ogni lunedì e venerdì: dalle 9.30 alle 11distribuzione viveri e indumenti: martedì dalle 16 alle 17

Suore della Carità di S. Giovanna AntidaCasa di accoglienza - Via Zurigo, 65 02.41.57.866

Circolo A.C.L.I. "Oscar Romero" 02.36.53.01.01

Centro Diurno Educativo Creta 02.48.300.093

3LA VOCE - MARZO/APRILE 2017

Cari parrocchiani, ormai da diversi anni in occasione dellaQuaresima abbiamo messo in mezzo

alla nostra chiesa una grande radice, maestosa e massicciasulla quale è innalzata una croce in legno di betulla, altae snella, circondata da vasi di fiori. L’aveva proposta eprocurata la laboriosità e la vigoria manuale di frateGuido e questo segno in questo tempo benedetto ciricorda tre cose importanti per la nostra fede cristiana.

“Andare alle radici”Nel tempo di Quaresima certamente, ma nei momentipiù significativi della nostra vita è importante e utile,addirittura talvolta necessario “andare alle radici” dellanostra fede cristiana. Lo è quando si fanno delle scelteimportanti per noi, per la nostra famiglia, per i nostrifigli. Lo è quando vogliamo passare da una fede portataavanti per abitudine e per educazione ricevuta ed entrarein una fede libera e personale. Lo è quando sono messealla prova le nostre convinzioni e i valori su cui stiamocostruendo la nostra esistenza quotidiana e ci sentiamodisorientati per come va il mondo, per il modo dipensare degli altri, per le fatiche, le sofferenze e ledelusioni (o disillusioni) che ci capitano nella vita. Èquindi davvero importante, utile e talvolta necessarioandare alle radici e guardare in faccia noi stessi, scrutandonella nostra coscienza e guardare con sincerità checristiani siamo, magari lasciandoci istruire dalla stupendaparabola del seminatore come ce la racconta il Vangelosecondo Matteo (cfr Mt 13, 1-23 ).

“Seguire con lo sguardo la Croce”Il cristiano è una persona che guarda Cristo, lo interroga,lo ascolta, sta con Lui, lo segue. E Cristo si mostra, ciparla, si intrattiene con noi, ci invita dall’alto della suacroce di Morte e Risurrezione. Volutamente questaCroce posta sulle nostre radici è a grandezza naturale:fa impressione per la sua altezza, ci costringe ad alzarelo sguardo in alto. Però nella sua maestosità non è op-primente: non ci schiaccia sotto il suo peso massiccio,sembra anzi elevarsi in alto, agile e leggera nel suochiaro legno di betulla, tutta protesa verso la Pasqua,orientata al bene che verrà. Sembra di sentire rivolteproprio a noi le parole di Gesù: «Venite a me, voi tutti chesiete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il miogiogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile dicuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infattiè dolce e il mio peso leggero».

“Far fiorire il deserto”I vasi e le composizioni di fiori, che decorano la radice ela base della Croce rallegrano il nostro sguardo e danno

un tocco di vivacità e di speranza. Davvero dalle radiciantiche della nostra fede germogliano continuamente, eper tutti, nuovi segni di vita autenticamente cristiana,anche dove meno te lo aspetti, anche dopo un lungotempo di letargo o dopo le persecuzioni e le difficoltàche sembrano aver distrutto tutto. Questo è vero nellastoria dei popoli e nella storia di ciascuno di noi, perché,come ci fa cantare un bellissimo canto che spesso usiamonella nostra preghiera «Lo spirito di Cristo fa fiorire ildeserto: torna la vita, noi diventiamo testimoni di luce».Davanti alla radice con la Croce quest’anno abbiamomesso a disposizione un foglietto con le “Istruzioni perl’uso” per vivere bene il Tempo di Quaresima, masempre valide, eccole:1. RICONCILIATI- Approfitta di questo tempo per re-cuperare il tuo rapporto con Dio attraverso la Confessione.Elimina quello che ti allontana da Chi davvero puòriempire di luce la tua vita donandoti il suo perdono.2. DATTI UNA MISURA - Non occorre fare millepropositi di digiuni o sacrifici, né stravolgere lo stile divita e di preghiera: inizia con un piccolo impegno che tiprendi, che sia la Messa quotidiana o una piccolarinuncia fatta con consapevolezza e che dia una misuranuova alla tua normalità.3. APRI IL CUORE AGLI ALTRI - Cerca di spostare latua attenzione su Dio e sugli altri, cura la qualità delletue relazioni. Dona tempo e vicinanza al tuo prossimo,che è la persona più vicina a te, quella che forse solo tupuoi aiutare.4. CERCA IL DESERTO - Ogni giorno trova del tempodi qualità per stare con Dio. Partecipa a un ritiro spiritualeo prenditi un giorno di silenzio e meditazione in unposto bello. Nel silenzio allena il cuore a riconoscere laVoce di Dio che vuole parlare al tuo cuore.5. FAI LA VIA CRUCIS - Medita il racconto della Passionee cerca di farti vicino a Gesù, alla Sua sofferenza chevuole abitare e sostenere la nostra. È anche un modoper capire il senso vero della vita di cui spesso ci lamen-tiamo6. VIVI NELLA GIOIA - La gioia che nasce dall’amiciziacon Dio e con i fratelli è il vero senso della vita cristiana.Metti da parte lamentele e malinconie e gusta la speranzache ci viene donata dalla Pasqua di Cristo. Preparati poia testimoniarla agli altri con le opere e con le parole.Spero proprio che con tutte queste ISTRUZIONI PERL’USO il Tempo di Quaresima sia stato un buon tempoper la nostra conversione. Se non lo è stato, possiamosempre recuperare, in qualsiasi momento dell’anno e inqualsiasi circostanza della vita. E allora: buona conti-nuazione!

fr. Paoloparroco

LA VOCE DEL PARROCOQuaresima 2017: istruzioni per l’uso

Lo scorso 16 marzo per il ciclo “Let-ture insieme” abbiamo vissuto un’in-teressante serata sul libro di recentepubblicazione “Francesco e la Crocedi San Damiano”. L’autrice MilviaBollati, docente di storia dell’arte el’editore fr. Paolo Canali delle Edi-zioni Biblioteca Francescana di Mi-lano hanno guidato la conferenza.

L’incontro si è aperto con leparole di fr. Paolo Canali,che ha tratteggiato il con-

testo esistenziale dell’incontro diFrancesco con questo Crocifisso,ovvero la conversione di France-sco, di cui il Crocifisso è diventatoemblema. La conversione diFrancesco non va vista come unevento fulminante e circoscritto,ma come un processo, in cui il Si-gnore ha parlato in diversi tempie in molti modi. Francesco stessola sintetizza nelle prime righe delsuo Testamento come il passag-gio dell’“essere nei peccati” al“fare penitenza” attraverso l’in-contro con i lebbrosi e l’espe-rienza dell’amarezza trasformatain dolcezza, che lo conduce a “la-sciare il secolo”. Fr. Paolo ha con-tinuato la lettura del Testamento,dove Francesco parla del secondodono di Dio: la fede nelle chiese.Una fede che lo ha portato a vi-vere intensamente la preghierapersonale nei luoghi consacrati ea dedicarsi con gioia la restauromateriale di alcuni edifici in ro-vina, tra i quali anche la Chiesadi San Damiano. La presenta-zione si è conclusa con una brevespiegazione della Preghiera da-vanti al Crocifisso. Quindi la professoressa MilviaBollati ha iniziato la presenta-

zione del suo libro. Un testo chespazia dagli aspetti storici, icono-grafici e spirituali dell’icona allesue vicende plurisecolari, inclusii restauri del 1939 e del 2000, conoltre 80 immagini ed un’amplis-sima e aggiornata bibliografia,raccogliendo informazioni altri-menti sparse e difficilmente ac-cessibili, e ne offre una letturaunitaria e coerente. Ha iniziato ilsuo intervento ricordando cheparlare del Crocifisso significaentrare nel cuore del francesca-nesimo e ha sottolineato come lalettura di un’opera del XII secolo,così lontana da noi, richieda unavera e propria “conversione dellosguardo”, cioè la capacità recu-perare le categorie con cui è statarealizzata e con cui veniva guar-data nel XII secolo. In questo ciha aiutato il confronto con operecoeve presentate attraverso im-magini di opere per lo più sco-nosciute e la comprensione dellaspiritualità di quel periodo inesse racchiusa. Ecco i passaggi sa-lienti della presentazione.Il Crocifisso di San Damiano èopera di un anonimo autore um-bro da collocare tra la metà e lafine del XII secolo. Da qui è partitala spiegazione dell’iconografia delCrocifisso attraverso un’analisidelle singole figure e dei percorsidi lettura d’insieme. Nel contestodell’intervento di manutenzionedel 1999-2001 il Crocefisso erastato sottoposto ad un “check-upcompleto” attraverso sofisticateindagini strumentali, che avevanopermesso di acquisire dati utilialla comprensione delle tecnicheesecutive dell’opera e del suostato di conservazione; le indagini

4 LA VOCE - MARZO/APRILE 2017

Francesco e la Croce di San Damiano

Dietrol’immagine...

“diagnostiche” includevano l’im-piego di radiografia a raggi X,fluorescenza ultravioletta, riflet-tografia infrarossa. La Croce, di-pinta a tempera, ha una prepara-zione a gesso e colla piuttostosottile. Misura cm 212.5 x 143.5, esembrerebbe composta da 6 ta-vole di legno, connesse tra lorocon cavicchi lignei. Inoltre, ilfianco e il retro del Crocifisso sonorivestiti da una sorta di “scatola”lignea, che contribuisce a stabiliz-zare il Crocifisso e a proteggeredagli sbalzi di temperatura edumidità.

In particolare, possiamo definireil Crocifisso di San Damiano comeuna “Passione secondo Giovannidipinta”, da interpretare rifacen-dosi alla narrazione e alla teologiagiovannea, che contempla il mi-stero della passione, morte e ri-surrezione di Gesù come un uni-tario mistero di glorificazione. Lateologia giovannea del Crocifissoè estremamente affine a quella diFrancesco, che amava profonda-mente il Vangelo di Giovanni (ilpiù citato nei suoi scritti). La sen-sibilità con cui Francesco contem-plava il mistero pasquale èespressa nel suo Ufficio della Pas-sione, composto combinandopassi della Sacra Scrittura e in par-

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Per un 8 marzo diverso

L’armoniadel mondo

ticolare dei Salmi. Nell’UfficioFrancesco contempla il dialogo diamore e fiducioso abbandono cheGesù instaura col Padre nella suapassione; non solo lo contempla,ma lo fa suo, lasciando che sia Cri-sto stesso a pregare in lui. L’affi-nità tra la teologia dell’Ufficiodella Passione e quella del Croci-fisso di San Damiano ha spintoalcuni studiosi ad ipotizzare cheFrancesco abbia composto l’Uffi-cio proprio dinanzi a questaicona.Ancora alla luce del Vangelo diGiovanni si comprende la pre-senza e i gesti delle figure di Ma-ria e Giovanni, del centurione, diLongino e Stefanos. Un’attenzione particolare è statadata alla scena dell’Ascensione,posta all’apice della Croce, alle fi-gure degli angeli e al simbolo delgallo posto sul lato desto all’al-tezza del ginocchio. Da tutti que-ste figure emerge un tema sug-gestivo, quello degli sguardi. Gliangeli e i personaggi dell’iconaguardano a Cristo, secondo la ci-tazione giovannea del profetaZaccaria: “Guarderanno a coluiche hanno trafitto”. Ma Cristo, asua volta, guarda noi: i suoi occhispalancati evidenziano questosguardo su di noi e nella pre-ghiera davanti al Crocifisso pos-siamo finalmente imparare a la-sciarci toccare da questo sguardo.A proposito del volto di Gesù èsignificativo notare che nella va-lutazione dell’immagine sonoemersi numerosi piccoli inter-venti di restauro, effettuati lungoi secoli per rimediare agli inevi-tabili danni subiti dall’opera. È interessante (e forse provviden-ziale!) che una delle parti meglioconservate sia proprio il volto diCristo. L’immagine che emerge del voltoe soprattutto dallo di Cristo è digrande suggestione, con una de-finizione formale talmente ele-vata che è difficile attribuirla adun restauro. È proprio quel voltoche parlò a Francesco e ancoraoggi vuole rivolgere una parolaa ciascuno di noi.

Ogni anno l’8 marzo si celebra laFesta della donna, nel tentativo diinsegnare a tutti, uomini e donne,quale sia la sua vera dignità, la suaassoluta importanza nel mondo, lasua vocazione più santa nei pensieridi Dio. Giovedì 9 febbraio, circa unmese prima e quasi in preparazionea quel giorno, papa Francesco nellasua meditazione quotidiana durantela Messa mattutina cappella dellaCasa Santa Marta aveva detto qual-cosa su tutto questo. Ecco un rias-sunto delle sue parole.

«Per capire una donna biso-gna prima sognarla»: eccoperché la donna è «il

grande dono di Dio», capace di«portare armonia nel creato». Tantoche, ha confidato Papa Francescocon un tocco di poetica tenerezza,«a me piace pensare che Dio hacreato la donna perché tutti noi aves-simo una madre». È un vero e pro-prio inno alle donne che papaFrancesco ha proposto. «È la donnache ci insegna ad accarezzare, adamare con tenerezza e che fa delmondo una cosa bella. E se sfruttarele persone è un crimine di lesa uma-nità, sfruttare una donna è di più diun reato e un crimine: è distruggerel’armonia che Dio ha voluto dare almondo. E distruggere non è solo unreato, è un vero e proprio crimine,perché ci porta indietro e lontano daquello che Dio ha voluto creare peril bene del mondo e dell’umanitàcreando la donna».

Per la sua meditazione, il papaha preso le mosse dalle letturedel giorno, che presentavano lacreazione della donna così comeviene raccontata nel libro della

Genesi (2, 18-25) e l’incontro diGesù con la donna cananea pro-posto dal Vangelo secondo Marco(7, 24-30). «Nella narrazione della creazionedel mondo, sembra che con la crea-zione dell’uomo tutto sia finito, tantoche Dio si riposa. Però manca qual-cosa: l’uomo era solo e di quella so-litudine Dio stesso se ne accorse:Non è bene che l’uomo sia solo:voglio fargli un aiuto che gli corri-sponda» si legge appunto, nellaGenesi. Così «il Signore artigia-nalmente — ma questa è una formaletteraria per dirlo — plasmò dalsuolo ogni sorta di animali selvaticie tutti gli uccelli del cielo e li condusseall’uomo, per vedere come li avrebbechiamati» ha affermato il Papa ri-leggendo il passo biblico. « E Diodisse all’uomo: questa sarà la tuacompagnia. dalle un nome. Da partedi Dio questo è un mandato di do-minio. In pratica dice all’uomo: tusarai il padrone di questi, quello chedà il nome, quello che comanda».Ma «per l’uomo non trovò un aiutoche gli corrispondesse» si leggenella Genesi. Così «l’uomo era solo,con tutti questi animali». Con lasua spontanea simpatia ha ag-giunto il papa: «Ma, senti, perchénon prendi un cane, fedele, che tiaccompagni nella vita, poi due gattiper accarezzarli: il cane fedele èbuono, i gatti sono carini, per alcuni,per altri no, per i topi no! Peròl’uomo non trovava in questi animaliuna compagnia e, in sostanza, erasolo». Francesco ha proseguito ripro-ponendo punto per punto il passodella Genesi: «Allora il Signore —continua il racconto — fece scendereun torpore sull’uomo: lo fa dormire.

LA VOCE - MARZO/APRILE 20176

Un uomo solo, la solitudine, adessol’uomo viene addormentato, il sognodell’uomo: si addormentò. E arti-gianalmente Dio gli tolse la costolae fece una donna e la condusse al-l’uomo. L’uomo, quando la vide,disse: “Ah, questa volta sì! Questa èossa dalle mie ossa, carne dalla miacarne. La si chiamerà donna — dàun nome — perché dall’uomo è statatolta”». Spiega ancora papa Fran-

cesco: «Per l’uomo è una cosa diffe-rente da tutto quello che aveva, eraquello che gli mancava per non esseresolo: la donna, la scoprì, la vide. Maprima di vederla, l’ha sognata». In-fatti, ha detto il Papa, «per capireuna donna è necessario sognarla,prima; non la si può capire cometutti gli altri viventi: è una cosa dif-ferente, è una cosa diversa. Propriocosì Dio l’ha fatta: per essere sognata,prima». «Tante volte — ha fattonotare il pontefice — quando noiparliamo delle donne, parliamo in

modo funzionale: la donna è per farequesto, per fare! Ma prima è perun’altra cosa: la donna porta qualcosache, senza di lei, il mondo non sarebbecosì. La donna è una realtà differente,è una cosa che porta una ricchezzache l’uomo e tutto il creato e tuttigli animali non hanno. Anche Adamo,prima di vederla, l’ha sognata: c’èqualcosa di poesia, in questa narra-zione. E poi il terzo passo, quando

Adamo dice “Questa è ossa dallemie ossa e carne dalla mia carne”: ildestino di tutti e due. Si legge,infatti, nella Genesi: “Per questol’uomo abbandonerà suo padre e suamadre e si unirà a sua moglie, e idue saranno un’unica carne”. Sì,un’unica carne». «Adamo — ha af-fermato ancora Francesco — nonpoteva essere un’unica carne con gliuccelli, con il cane, con il gatto, contutti gli animali, con tutto il creato:no! Solo con la donna e questo è ildestino, questo è il futuro, questo è

quello che mancava. E la donna vienecosì a incoronare il creato, di più:porta armonia al creato». Con grande profondità ha conti-nuato a spiegare il papa «perciòquando non c’è la donna, mancal’armonia. Anche noi diciamo chequesta è una società con un forte at-teggiamento maschile. Manca la don-na. E magari si dice pure che ladonna è per lavare i piatti, per farequesto o per fare quello. Invece no:la donna è per portare armonia, per-ché senza la donna non c’è armonia.L’uomo e la donna non sono uguali,non sono uno superiore all’altro.Soltanto che l’uomo non porta l’ar-monia: è lei che porta quella armoniache ci insegna ad accarezzare, adamare con tenerezza e che fa delmondo una cosa bella».«Tante volte sentiamo dire che inquesta società, in questa istituzioneè necessaria una donna, che ci deveessere una donna perché faccia questoo quello, faccia svolga queste mansionie servizi. Ma la funzionalità non èlo scopo della donna: è vero che ladonna sa fare e può fare tante cose.Però lo scopo della donna non è lasua funzionalità, ma l’armonia chepuò portare e senza la donna non c’èl’armonia nel mondo». E così ahconcluso il papa. «Questo è il gran-de dono di Dio: ci ha dato la donna.E nel passo del Vangelo di Marcoabbiamo sentito di che cosa è capaceuna donna, la cui figlia era possedutada uno spirito impuro. Una donnacoraggiosa che è andata avanti concoraggio per riportare in armonia lasalute di sua figlia, posseduta dauno spirito cattivo. Veramente ladonna sa trovare tutti i modi per ri-portare l’armonia, la bellezza, lapoesia nel mondo. Al punto che senzadi lei il mondo non sarebbe cosìbello, non sarebbe armonico».Da questa significativa e sugge-stiva riflessione il papa ha rilan-ciato tre conclusive riassuntive daavere pensando alla donna: «An-zitutto l’uomo è solo e senza la donnavive nella solitudine. Poi la donna èun sogno e mai si può capire unadonna senza prima sognarla. Infinela donna offre un destino all’uomo:diventare una sola carne».

7LA VOCE - MARZO/APRILE 2017

Cinquantacinque ragazziricevono la ConfermazioneSabato 25 febbraio 2017 un

esuberante ed emozionatogruppo di cinquantatré ra-

gazzi di prima media e due ra-gazzi di terza media - accompa-gnato da tre catechiste altrettantoemozionate - ha concluso il cam-mino di catechesi dell’iniziazionecristiana, ricevendo dalle manidi Mons. Franco Agnesi il Sacra-mento della Cresima.La Cresima è il sacramento checontinua ad essere chiesto dallaquasi totalità di noi genitori per inostri figli, ma forse è il menocapito. Noi grandi apprezziamosicuramente la bella cerimoniache viene svolta, ma in molti casi,facciamo fatica a cogliere il si-gnificato di quel momento e diquei segni per la vita dei nostrifigli. Non si capisce a volte se laCresima sia considerata veramen-te il sacramento del dono delloSpirito, dato a noi per illuminaree sostenere la scelta di un progettodi vita fondato sui valori vissutida Gesù, o sia solamente unasorta di “attestato” di aver parte-cipato agli incontri di catechesi,o un “certificato” che è meglioavere fin da ragazzi così poi “persposarsi si è a posto”!Non meravigliamoci allora se ci

sono ragazzi che, molto spesso,non vedono l’ora di fare la Cresi-ma per chiudere con la catechesie purtroppo, anche con la S.Mes-sa!La Cresima invece è il Sacramentoche ci rende perfetti cristiani. Nona caso, si chiama anche Confer-mazione, perché conferma e raf-forza la grazia che abbiamo rice-vuto nel Battesimo. Lo ha dettoanche papa Francesco duranteun’udienza lo scorso gennaio: que-sto Sacramento va inteso «in con-tinuità con il Battesimo» e «questidue Sacramenti, insieme con l’Eu-caristia, formano un unico eventosalvifico». Per il Pontefice, «quan-do accogliamo lo Spirito Santonel nostro cuore e lo lasciamoagire, Cristo stesso si rende pre-sente in noi e prende forma nellanostra vita; attraverso di noi saràLui a pregare, a perdonare, a in-fondere speranza e consolazione,a servire i fratelli, a farsi vicino aibisognosi e agli ultimi, a crearecomunione, a seminare pace».Nel momento profondo e un po’“misterioso” della Cresima quindii nostri ragazzi hanno incontratoancora una volta Gesù che ha do-nato loro il suo Spirito Santo rin-vigorendone i sette doni, e ora

spetterà proprio a loro, con il lorocarattere in formazione, con illoro corpo in rapida crescita, coni loro desideri, piccoli e grandi,scegliere se metterci se stessi, ac-cogliere lo Spirito, ascoltare lesue proposte e seguirlo.Ad aiutarli in questo camminodovrebbero esserci anche i loropadrini e madrine che, con il loroesempio di fede “vera”, possonoe devono essere un supporto nellavita di ogni cresimato.Noi catechiste abbiamo racco-mandato ai nostri ragazzi di “SCE-GLIERE IL BENE”, proprio comerecita lo slogan di questo annooratoriano 2016/2017, affidandosisempre a Lui; Lui che c’è sempre,che non è mai distratto o occupatoa fare altre cose, perché Lui nonha orari, Lui ci protegge con lasua mano, Lui ci guida, Lui ciama... nonostante tutto!Come ne siamo state capaci ab-biamo cercato di renderli partecipidell’amore di Gesù, augurandociche il seme di bontà di Dio gettatonei loro cuori dia molto frutto e loSpirito Santo che hanno ricevutoli guidi nelle scelte della loro vita,li renda forti, coraggiosi e veri te-stimoni della Parola di Dio.

Chiara

Sante Cresime 2017

8 LA VOCE - MARZO/APRILE 2017

A spasso nel tempo con il Carnevale 2017

“ORAtour”alla Creta

Domenica mattina 26 feb-braio, subito dopo la finedella S. Messa delle 10, le

strade della Parrocchia sono stateinvase dalla gioiosa e coloratis-sima sfilata di Carnevale del-l’Oratorio: un festoso evento che,nel solco di un’antica tradizionedella Creta, vuole essere un mo-mento di allegria per il quartiere,dove tutti possono essere prota-gonisti. Un bel gruppetto di ado-lescenti e giovani dell’Oratorio,capitanato da qualche nostalgicogenitore, si è ritrovato di setti-mana in settimana per riuscire adare corpo ad un comune desi-derio: lavorare di fantasia perrealizzare una vera e propria…Carnevalata!E così il “Gruppo Animazione”,che si ispira alla memoria delgrande Renzo Maggi, ideatore ditanti “grandi giochi” oratorianie autentico precursore dell’eco-nomia del “riciclo” di materialipoveri, ha aderito alla propostafatta quest’anno dalla FondazioneOratori Milanesi (F.O.M.) per ilCarnevale ambrosiano: “ORA-tour”, cioè una libera interpreta-zione dei diversi modi di viag-giare. In particolare, noi ragazziabbiamo deciso di rielaborarequesto tema, proponendo un veroe proprio “Viaggio nella Storia”.Probabilmente nessuno di noiaveva mai dovuto usare primad’ora un trapano, chiodi e mar-tello, cacciaviti a stella e… la fa-migerata sparachiodi! Con legno, cartone, stoffe, cartacrespa, tempere e tanta arte diarrangiarsi, sono “nati” sette sim-patici carri allegorici che ci hannofatto viaggiare nel tempo, dalla

preistoria al futuro, rimembrandoalcuni momenti salienti della sto-ria, improbabili modi di viaggiaree tecniche di trasporto ideatedall’uomo, il tutto ovviamentein chiave umoristica. Come noncitare la monolitica macchina deiFlintstones, la maestosa Piramided’Egitto, la slanciata QuadrigaRomana, la leggendaria caravella“Santa Maria”, il mitico furgonehippie Volkswagen, la comodasdraio “a rotelle” hawaiana, e lapotente astromacchina DeLoreandel film “Ritorno al Futuro”? Maoltre ai carri è un piacere ricordarei faccini soddisfatti e sorridentidi tanti bambini vestiti da prota-gonisti di questi attimi di storia:selvaggi vestiti di pelli con laclava in mano, schiavi egizi mal-trattati da vanitose Cleopatre eobbligati a trascinare una pira-mide, cavalli “a manico di scopa”che galoppavano per la gloria diun aspirante Giulio Cesare, va-lorosi soldati medievali armatidi spade e corazze che avanza-vano fieri alla scoperta dell’Ame-

rica, e ragazzi hippie e ballerinehawaiane danzanti al ritmo dellamusica di robot-DJ! La giornatadi sole ha poi certamente contri-buito al successo della sfilata, ini-ziata in modo “irriverente” etrionfale con l’ingresso in chiesadei protagonisti, già addobbatiin tutto il loro splendore, perpoter coinvolgere i fedelissimidella S. Messa. Sì, ci siamo divertiti! Per noi ani-matori è stato senza dubbio ungrosso impegno, ma anche l’oc-casione per metterci alla prova evedere che dalla fatica e da unobiettivo alto può solo nascereun risultato positivo. In mezzo atutto ciò (e soprattutto alla gran“baraonda” dei laboratori dome-nicali) abbiamo sperimentato labellezza di stare insieme per farequalcosa di carino e significativoper tutti. Non è tempo di farepromesse ma… il Gruppo Ani-mazione colpirà ancora! Vi aspet-tiamo alla prossima avventura…

Stefano, Matteo e Marinaper tutto il Gruppo Animazione

Domenica di Carnevale alla Creta.

9LA VOCE - MARZO/APRILE 2017

Il Papa a Monza

Chegiornata!

Ma quale? Cominciamo dalprincipio... Tutto è iniziatograzie ad una email ricevuta

dal servizio Liturgia di Milano: èstato deciso di invitare tutti i coridella Diocesi ad animare la S. Mes-sa presieduta da papa Francescoal Parco di Monza, in occasionedella sua visita. Come potete im-maginare, il nostro coro ha aderitocon entusiasmo: si trattava di pre-parare i brani stabiliti dal ServizioLiturgia per poi eseguirli tutti in-sieme. Con il nostro stesso entu-siasmo, hanno aderito parecchicori: in totale eravamo 9.000 coristi!Tra questi, ne sono stati scelti 500che avevano il compito di staresul grande palco approntato perla celebrazione. Papa Francescoaveva chiesto che venissero eseguiticanti molto popolari, per facilitarela partecipazione di tutti; questoha fatto sì che venissero scelti cantiche solitamente noi non eseguiamo;quindi la nostra maestra Luisa haconvocato prove eccezionali de-dicate solo a noi 26 “papalini”(non potevamo certo sottrarre tem-po alla preparazione del triduopasquale!).Sabato 25 marzo la nostra giornataè iniziata alle 9:15 in metrò condestinazione Sesto FS, poi trenoper Monza. Ci aspettava una lungapasseggiata (circa tre chilometri)all’interno del Parco di Monza perraggiungere lo spiazzo per la Mes-sa. Il tempo ci ha assistito: c’eraun sole splendido!Ovviamente non eravamo in pochia muoverci per raggiungere il Par-co: c’era un fiume di persone checamminava in modo ordinato perraggiungere la stessa meta. Tuttoè andato per il meglio e fin dale

12:30 il nostro coro era già prontonel settore assegnato.L’inizio della Messa era previstoper le ore 15: il tempo di attesa èstato dedicato prima al pranzo alsacco e poi, appena arrivato il corodei 500 coristi, alla prova dei cantidella Messa. Provate a immaginarecosa vuol dire provare gli stessicanti in 9.000: meraviglioso! Era-vamo una sola voce!Papa Francesco, una volta arrivatoal Parco di Monza, ha voluto per-correre con la sua auto scopertatutti i corridoi che dividevano ivari settori per poter salutare tuttii presenti (quasi un milione) il piùda vicino possibile. La S.Messa,un pò in ritardo rispetto all’orariostabilito, è iniziata con una lungaprocessione. Era la festa dell’An-nunciazione a Maria. Splendidele parole che il Papa che ci ha ri-volto durante l’omelia: “L’incontrocon il Signore avverrà in luoghi chesolitamente non ci aspettiamo, in pe-riferia. Dio decide di farsi vicino anoi, entrare nelle nostre case e nellenostre lotte quotidiane piene di ansiee di desideri. “Rallegrati, il Signore ècon te!”: è la Gioia che genera la vita,che genera speranza e che diventa so-lidarietà, ospitalità e misericordia versogli altri. Ci ha proposto anche due in-terrogativi: Come è possibile vivere lagioia del Vangelo oggi all’interno dellenostre città? è possibile la speranzacristiana in questa situazione, qui eora? Queste due domande toccano lanostra vita; tutto quello che accadenecessita che si guardi al presente

con l’audacia di chi sa che la gioiadella salvezza prende forma nella vitaquotidiana della casa di una giovanedi Nazareth! Tre sono le chiavi che civengono offerte per aiutarci ad accettarela missione che ci viene affidata:evocare la memoria, appartenenza alpopolo di Dio e la possibilità dell’im-possibile. Dio continua a cercare alleati,a cercare uomini e donne capaci dicredere, di fare memoria e di sentirsiparte del suo popolo per cooperarecon la creatività dello Spirito.” La Messa è terminata con un com-mosso discorso del Cardinale Scolache ha ringraziato il Papa dellasua visita.La cosa che mi ha più impressio-nato positivamente è stato il si-lenzio: durante la Messa, i momentidi ascolto e di silenzio erano sur-realmente tali! Suggestivo sentirecome regnava il silenzio, nono-stante il grande numero di personepresenti. Altra cosa positiva è statoil fatto che anche il deflusso dalParco verso il ritorno si è svolto inpiena tranquillità e ordinatamente.Bello poi leggere nei giorni suc-cessivi come lo spazio utilizzatoper la Messa sia stato lasciatopulito e ordinato da tutti! Dimo-strazione che non è tanto impor-tante il numero di persone che simuovono e che si radunano, maimportante è l’intenzione che siha e lo scopo che si vuole rag-giungere. Mi porterò nel cuoreper sempre il ricordo di questagiornata.

Simona Lucrezi

I “papalini” della Creta a Monza.

mi ha aiutato tanto giocare congli amici, perché giocare e sentirela gioia del gioco con gli amici,senza insultarci, è bello. Perchéanche Gesù giocava, e giocavacon gli altri. E a noi fa bene gio-care, perché quando il gioco èpulito, si impara a rispettare glialtri: e questo ci unisce a Gesù. Euna terza cosa che mi ha aiutatoa crescere nell’amicizia con Gesùè la parrocchia, l’oratorio: andarein parrocchia, andare all’oratorio:questo è importante! E queste trecose vi faranno crescere nell’ami-cizia con Gesù: parlare con i nonni,giocare con gli amici e andare inparrocchia e in oratorio.

Due genitori: Come trasmettere ainostri figli la bellezza della fede?Quali parole usare?Papa Francesco: Vi invito a ricor-dare quali sono state le personeche hanno lasciato un’improntanella vostra fede e che cosa diloro vi è rimasto più impresso.Tutti portiamo nella memoria enel cuore qualcuno che ci ha aiu-tato a credere. A me ha aiutato acredere e a crescere tanto nellafede un sacerdote della diocesi diLodi: un bravo sacerdote che miha battezzato e poi durante tuttala mia vita, io andavo da lui e miha accompagnato fino all’entratanel noviziato dei Gesuiti. Non midimentico mai di quel sacerdote,che era un vero apostolo del con-fessionale: misericordioso, buono,lavoratore. Poi i nostri figli ciguardano continuamente: anchese non ce ne rendiamo conto, loroci osservano tutto il tempo. I bam-bini ci guardano e voi non imma-ginate l’angoscia che sente un

Tra gli 80 mila partecipanti all’in-contro con il papa a San Siro c’era-vamo anche noi, un folto gruppo di200 della Creta tra cresimati e cresi-mandi con genitori, padrini e madrine,fr. Andrea e fr. Paolo. Siamo partitidalla piazza della chiesa alle 13.30,con un bellissimo sole e tanta allegriae voglia di vivere insieme questo mo-mento. Dopo una camminata di circa3 chilometri siamo arrivati: nono-stante qualche difficoltà all’ingresso,tutto si è svolto con ordine e velocità.Sistemati nel nostro settore, abbiamoatteso l’arrivo del papa fra canti, bel-lissime coreografie animate e testi-monianze. Finalmente verso le 18.30,ecco papa Francesco! Un’esplosionedi gioia, di affetto e di emozioneinvade tutti. Subito si instaura tra ilpapa e noi un dialogo semplice ecoinvolgente, divertente e profondo.Ecco una breve sintesi delle tre do-mande con le relative risposte.

Un ragazzo: Ma a te, quandoavevi la nostra età, che cosati ha aiutato a far crescere

l’amicizia con Gesù?Papa Francesco: Ricordo quandoio avevo l’età vostra. Sono trecose, ma con un filo che le uniscetutt’e tre. La prima cosa che miha aiutato sono stati i nonni. Voipotreste dire: “Ma come, i nonni?Sono vecchi, sono di un’altra epo-ca, non hanno il telefonino …”Eppure questa è stata la mia espe-rienza: i nonni mi hanno parlatonormalmente delle cose della vita,hanno la saggezza della vita econ quella saggezza ci insegnanocome andare più vicini a Gesù.Allora vi do un consiglio: parlatecon i nonni, fate loro tutte le do-mande che volete. Ascoltateli. Poi,

bambino quando i genitori liti-gano. Soffrono! E quando i geni-tori si separano, il conto lo pa-gano loro. I bambini conosconole nostre gioie, le nostre tristezzee preoccupazioni. Riescono a cap-tare tutto, si accorgono di tutto e,dato che sono molto intuitivi, ri-cavano le loro conclusioni e i loroinsegnamenti. Perciò, una delleprime cose che vi direi è: abbiatecura di loro, abbiate cura del lorocuore, della loro gioia, della lorosperanza. Gli “occhietti” dei vo-stri figli memorizzano e leggonocon il cuore la fede. E se voi datela fede e la vivete bene, c’è la tra-smissione. Un’altra cosa. In di-verse parti, molte famiglie hannouna tradizione molto bella ed èandare insieme a Messa e dopovanno a un parco, portano i figlia giocare insieme. Così che la fedediventa un’esigenza della fami-glia con altre famiglie, con gliamici, famiglie amiche… Questoè bello e aiuta a vivere il coman-damento di santificare le feste,che non è solo andare in chiesa apregare o a dormire durantel’omelia – succede! -, non soloquesto. Poi si va a giocare in-sieme. Adesso che cominciano lebelle giornate, ad esempio, la do-menica dopo essere andati aMessa in famiglia, è una buonacosa se potete andare in un parcoo in piazza, a giocare, a stare unpo’ insieme. Nella mia terra que-sto si chiama “dominguear”,“passare la domenica insieme”.Io sempre domando ai genitori:“Tu, giochi con i tuoi figli?”. Enon sanno cosa rispondere. I ge-nitori in questi tempi non pos-sono o hanno perso l’abitudinedi giocare con i figli, di “perderetempo” con i figli:anche questo ètrasmettere la fede. È la gratuitàdi Dio. E un’ultima cosa: l’educa-zione familiare nella solidarietà.Questo è trasmettere la fede conl’educazione nella solidarietà,nelle opere di misericordia. Leopere di misericordia fanno cre-scere la fede nel cuore. Questo èmolto importante. Mi piace met-tere l’accento sulla festa, sul cer-

10 LA VOCE - MARZO/APRILE 2017

Incontro con il Papa a san Siro

Una promessaspeciale

11LA VOCE - MARZO/APRILE 2017

care altre famiglie e vivere la fedecome uno spazio di godimentofamiliare. Credo che sia necessa-rio anche aggiungere un altroelemento. Non c’è festa senza so-lidarietà. Come non c’è solida-rietà senza festa, perché quandouno è solidale, è gioioso e tra-

smette la gioia.

Una catechista: Volevo chiedereun consiglio per come educare inostri giovani. Papa Francesco: Io consigliereiun’educazione basata sul “pen-sare-sentire-fare”, cioè un’educa-

zione con l’intelletto, con il cuoree con le mani, i tre linguaggi.Educare all’armonia dei tre lin-guaggi, al punto che i ragazzi,pos-sano pensare quello che sentonoe fanno, sentire quello che pen-sano e fanno e fare quello chepensano e sentono. Non separarele tre cose, ma tutt’e tre insieme.Non educare soltanto l’intelletto:questo è dare nozioni intellettuali,che sono importanti, ma senza ilcuore e senza le mani non serve.Dev’essere armonica, l’educazione.Ma si può dire anche: educarecon i contenuti, le idee, con gliatteggiamenti della vita e con ivalori. Si può dire anche così. Mamai educare soltanto, per esempio,con le nozioni, le idee. No. Ancheil cuore deve crescere nell’educa-zione; e anche il “fare”, l’atteg-giamento, il modo di comportarsinella vita.E finisco con questa cosa. C’è unfenomeno brutto in questi tempi,che mi preoccupa, nell’educazione:il bullismo. Per favore, state attenti.Nella vostra scuola, c’è qualcunodel quale voi vi fate beffa, cheprendete in giro perché ha queldifetto, perché è grosso, perché èmagro, per questo, per quest’altro?Pensateci. E a voi piace fargli pro-vare vergogna e anche picchiarliper questo? Questo si chiama bul-lismo. Per favore, per il sacra-mento della Santa Cresima, fatela promessa al Signore di nonfare mai questo, e mai permettereche si faccia nel vostro collegio,nella vostra scuola, nel vostroquartiere. Capito? Mi promettete:mai, mai prendere in giro, farebeffa, un compagno di scuola, diquartiere… Promettete questo,oggi? Bene. Questo “sì” lo avetedetto al Papa. Ora, in silenzio,pensate che cosa brutta è questa,e pensate se siete capaci di pro-metterlo a Gesù. Promettete aGesù di non fare mai questo bul-lismo? Ragazzi: [forte] Sì!!!Forse è proprio questo “Sì” fortee prolungato, detto a piena voceda 80 mila persone contro il bul-lismo che mi è rimasto dentro.

Papa Francesco a San Siro.

12 LA VOCE - MARZO/APRILE 2017

dovuto:- alla contrazione delle spese perutenze (risparmio di circa 16.000 €)- all’aumento delle entrate da terzi(incremento di oltre 16.000 €)- al pagamento delle assicurazioniin data 2 gennaio 2017 (circa10.000 €).Da segnalare inoltre che l’aumen-to delle cifre raccolte nelle collettedomenicali è dovuto solo allegiornate pro-terremoto, mentresono in forte diminuzione le of-ferte “una tantum”, che vedono minori entrate per 20.000 €. La gestione straordinaria presentaentrate per 2.210 € ed uscite per13.131 € così suddivise:- 11.369 per spese di manuten-zione straordinaria (Sala dellaComunità)- 1.762 per l’acquisto di beni mo-bili (di cui 1.000 per le cucinadell’Oratorio).La gestione 2016 si chiude quindiun avanzo annuale di 63.335 €,con un dato di cassa finale dioltre 123.000 € esente da debiti;tale cifra appare congrua per farfronte alla normale attività isti-tuzionale, ma costituisce ancheuna base per poter programmarespese per esigenze straordinarie.

Consiglio Affari Economici

€ del 2015 ai 32.418,33 € attual-mente disponibili.La disponibilità totale è in aumen-to, passando dai 60.423,92 € del2015 agli attuali 123.759,52 € conun avanzo annuo di 63.335,60 €.

Flussi in entrata ed in uscitaConfrontando i dati 2016 conquelli dell’anno precedente si evi-denziano le voci più significativeche influiscono sul risultato finaledel rendiconto:Collette: 64.890 € contro 56.801 €del 2015; aumento del 12%.Benedizioni: 19.277 € rispetto a13.970 (molte visite fatte a gennaio2016).Offerte: in calo da 77.185 € a56.310 (meno 37%)Terzi: in aumento a 58.419 (+16.716 €, più 40%).Manutenzione ordinaria: 16.430€ a fronte dei 13.116 del 2015(più 40%).Utenze: passate da 91.713 € agliattuali 75.082 € (meno 22%).Manutenzione straordinaria:11.369 € per i lavori nella Saladella Comunità

ConsiderazioniLa gestione ordinaria si chiudecon un attivo di oltre 74.000 €,

Presentiamo il Rendiconto del-l’anno 2016 di quella che èstata l’attività parrocchiale,

l’opera caritativa del Centro Mis-sionario e della San Vincenzo. Unsincero ringraziamento a tutti perla generosità dimostrata.

RENDICONTO PARROCCHIALE

Consistenza di cassaAl 31 dicembre la situazione dicassa della Parrocchia è pari a46.938,33 €, mentre alla stessadata dello scorso anno si regi-strava un saldo di 22.434,62 €. Per quanto riguarda l’Oratorio,si è passati dai 13.392,24 € del2015 agli attuali 44.942,86 €. In merito alla Sala della Comu-nità, il dato è passato dai 24.694,06

Rendiconto economico

I nostriconti

RENDICONTO “CENTRO MISSIONARIO” disponibilità di cassa al 31 dicembre 2016 € 4.294 ENTRATE USCITE   Somme distribuite   nel corso dell’anno € 644 date ad AIFO per scuola infermieri € 280 Giornata per i lebbrosi € 1.080 adozione seminarista € 620 Giornata missionaria mondiale € 1.315 date per Aleppo € 300 Spese sostenute   - spediti 4 pacchi per posta in Brasile € 300 - spediti 29 pacchi in Albania € 300 - spese varie € 81 - acquisti Rosari € 26 - spediti 119 pacchi in container per Guinea € 610

- spediti 9 pacchi in container per Tanzania € 220 - spediti 2 pacchi per Ghana € 104

TOTALE ENTRATE € 3.039 TOTALE USCITE € 3.176disponibilità di cassa al 31dicembre 2016 € 5.157

RENDICONTO “SAN VINCENZO” ENTRATE USCITEcolletta tra confratelli  € 415 assistenza diretta                    € 19.620 quota associativa € 320 quota associativa € 320 Attività 2017 € 2.071 spese varie                                         € 590 contributi Consiglio Centrale   € 8.000 Offerte   € 9.795TOTALE ENTRATE € 20.601 TOTALE USCITE € 20.530 disponibilità cassa al 31 dicembre € 71

13LA VOCE - MARZO/APRILE 2017

Cresce la persecuzione cri-stiana nel mondo, come do-cumenta il Rapporto del-

l’organizzazione internazionale“Porte Aperte”, che ogni annostila la lista nera dei 50 Paesi dovemaggiormente i fedeli cristianisono oppressi e fatti oggetto diviolenze a causa della loro fede,condizionati nel privato e nellavita pubblica. Ecco un’intervistafatta a Cristian Nani, direttore inItalia di “Porte Aperte”.

Oltre 215 milioni di fedeli perseguitati,nei 50 Paesi più illiberali al mondoriguardo la religione, dove cresce lapressione anticristiana. Quali sonole motivazioni? Nel Rapporto vi è un’evidenteascesa del nazionalismo religiosoin alcune aree dell’Asia. E questaè forse la parte che sorprende unpo’ di più: un Paese come l’Indiasale al 15° posto a causa del na-zionalismo induista, che opprimela vita sociale dei cristiani. Maanche in nazioni come Laos, Ban-gladesh, Vietnam, Bhutan, chehanno origini e tipologie socialicompletamente differenti, il na-zionalismo religioso sta trovandoparticolare spazio. L’altro elemen-to, che è la fonte principale dipersecuzione anticristiana, è la“oppressione islamica”, quelladegli estremismi ben conosciutidalle pagine dei giornali e deireport televisivi, come Boko Ha-ram, al-Shabbat o l’Is e fino allepersecuzioni nella vita sociale or-dinaria in almeno 35 dei 50 Paesidella lista.Al primo posto troviamo da 15 annila Corea del Nord: e qui il problema èdi tipo politico.

Sì. Laggiù c’è l’ideologia che go-verna la vita sociale dei nordco-reani, che è pura adorazione neiconfronti del leader Kim Jong-un. In Corea del Nord le violazionidei diritti umani sono massicce:vi è addirittura la presenza con-clamata di campi di rieducazionee di lavori forzati simili ai lagernazisti, in cui sono rinchiusi, se-condo una nostra stima, tra i 50 e70 mila cristiani per il semplicefatto di essere cristiani o di pos-sedere una Bibbia.Questa persecuzione è all’attenzionedell’opinione pubblica mondiale?Io credo che ci sia stato un au-mento dell’attenzione negli ultimianni. Ricordo che 7-8 anni fa erapiù difficile parlare di persecu-zione dei cristiani. Eppure maicome in questa epoca ci sono tantiperseguitati, in termini numerici.Ma se ne parla ancora molto pocoe in maniera superficiale, soprat-tutto quando ci sono dei morti ecioè uomini e donne che vengonouccisi per il solo fatto di crederein Dio. Secondo le nostre stime,possiamo parlare di 1.207 martiricristiani nell’anno appena trascorso(praticamente 3 o 4 al giorno perogni giorno dell’anno!) e di oltre1.300 chiese attaccate. Quello chemi preme sottolineare è il fattoche proprio la discriminazione eil relegare le persone ad una vitadi serie B, ad una vita senza futuro,senza l’accesso alla scuola, al mon-do del lavoro e alle cure medicheper il fatto di credere in CristoGesù, questo è qualcosa che do-vrebbe scuotere se non altro ilmondo occidentale!Il fatto che queste persecuzioni sianoaddirittura in aumento è la spia che

nel mondo stanno venendo meno an-che gli altri diritti delle persone. Cosane pensa?È chiaro che c’è una lacerazionenelle società a molti livelli. Certola persecuzione, il sangue dei mar-tiri come seme della Chiesa, nonè una novità di questi anni: la no-vità è che sta molto aumentando.

24 MARZO 2017: GIORNATADEI MISSIONARI MARTIRI«Un vescovo potrà morire, ma laChiesa di Dio, che è il popolo, nonmorirà mai».

(Mons. Oscar Arnulfo Romero)

È la giornata in cui il Papa invitatutta la Chiesa a pregare in me-moria dei tanti missionari e mis-sionarie, laici e religiosi, famigliee operatori pastorali, che donanola vita per il Vangelo, in tutto ilmondo. Fare memoria di coloroche muoiono a causa del Vangelo,non significa celebrare degli eroicaduti in battaglia, né tanto menolo si fa per condannare la crudeltàdei persecutori. Celebrare la me-moria dei martiri serve a noi cri-stiani per ricordare che la Testi-monianza è una condizione cheriguarda tutti e alla quale tuttisiamo chiamati.Il 24 Marzo del 1980, in El Salvador(Centro America), venne uccisoMons. Oscar Arnulfo Romero, unvescovo che si oppose con forza edecisione al governo militare chemassacrava i più poveri e ne cal-pestava i diritti. Egli fu consideratoscomodo per le sue omelie chedenunciavano i delitti compiutidall’esercito e per questo fu ucciso.Nel 1992, quando Giovanni PaoloII indisse la prima Giornata inmemoria dei missionari martiri,le Pontificie Opere scelsero Mon-signor Romero come Martire sim-bolo dei giorni nostri, e il giornodel suo martirio per celebrarneogni anno il ricordo, suo e diquanti nel mondo donano la vitaper fede.

Le nuove persecuzioni cristiane

Più di millemartiri nel 2016

14 LA VOCE - MARZO/APRILE 2017

Riportiamo di seguito una sintesidella mostra fotografica ‘A causa mia’,presente durante la Quaresima sottole navate della nostra chiesa, e lalettera di ringraziamento inviata dafr. Francesco Ielpo.

Anche quest’anno abbiamovissuto insieme la Giornataper la Terra Santa. Lo scorso

19 marzo è stato fra noi fra Fran-cesco Ielpo, Commissario di TerraSanta del Nord Italia, che ha offertola sua testimonianza a tutte lemesse festive, e ha proposto duevolte la visita guidata alla mostrafotografica allestita per tutta laQuaresima nel colonnato dellanostra chiesa. “A CAUSA MIA. Icristiani in Medio Oriente, tra per-secuzione e speranza”. Più voltepapa Francesco ha detto che «Lorosono i nostri martiri di oggi, e sonotanti, possiamo dire che sono più nu-merosi che nei primi secoli…». Sullascorta delle parole pronunciate inpiù occasioni dal Santo Padre, cheinvita incessantemente a non di-menticare i fratelli che vivononella persecuzione a causa dellapropria fede, la mostra si proponedi richiamare l’attenzione propriosui cristiani perseguitati, aprendouna finestra, in particolare, sullasituazione delle comunità del Me-dio Oriente. Ecco un resoconto diquella spiegazione e di tutta lamostra.

Il titolo riecheggia il brano evan-gelico delle beatitudini in cui Gesùsi rivolge a coloro che subisconola persecuzione, l’ingiuria e lamaldicenza per causa del Suonome: «Rallegratevi ed esultate perchégrande è la vostra ricompensa nei

cieli». (Mt 5, 11). Denuncia e spe-ranza convivono dunque in questamostra, composta di 20 pannelli(più una copertina) suddivisi intre sezioni. La prima, PORTARE LA CROCE,ricostruisce - tramite dati, cartetematiche, approfondimenti e im-magini - un quadro della situa-zione attuale partendo da un’ana-lisi generale delle persecuzioniper poi concentrarsi sulla zonamediorientale dove i cristiani sonoandati diminuendo. Le motiva-zioni sono legate a condizioni diguerra vera e propria, che costrin-gono alla fuga, oppure a condi-zioni economiche precarie a causadelle discriminazioni sociali attuateproprio a causa della fede. Di-scorso a parte merita l’Arabia Sau-dita dove il numero di cristiani èaumentato per la forte immigra-zioni da zone a maggioranza cri-stiana: restano comunque le di-scriminazioni sociali e lavorative.Vivere da cristiani in stati islamiciè reso difficoltoso non solo a causadi persecuzioni o discriminazioni,ma anche dal fatto che l’Islampervade con la sua legge anche lapolitica, l’economia e, soprattutto,il diritto di famiglia. Il sedicente“stato islamico” predica l’odioverso i cristiani, oltre che versoogni religione compreso l’islamnon integralista, in quanto infedeli,definendoli “crociati”. La cosa as-surda è che l’uguaglianza “cri-stiano uguale occidentale “non è,come sappiamo, una corrispon-denza reale, difatti gli stati occi-dentali si interessano poco dellecondizioni delle minoranze cri-stiane.La seconda, FRATELLI IN MEDIO

Giornata per la Terra Santa

Della mostra‘A causa mia’

PRIMO VENERDÌ DI QUARESIMAVIA CRUCIS MISSIONARIA

Come ogni anno le sette Par-rocchie del Decanato si sonoritrovate per la Via Crucis,dalla parrocchia dei SS. Patronifino a quella dell’ImmacolataConcezione. Alcune ragazzecon la chitarra accompagna-vano la nostra preghiera, men-tre la Grande Croce ci prece-deva ed apriva la strada alsuo popolo orante.Ad ogni stazione la Crocepassava in mano al Parrocodi una diversa parrocchia.Il tema era: “Gesù incontra...”,tratto dai testi delle omeliedel Papa.Nella prima stazione, Gesùincontra i suoi discepoli acena: ”Istituisce l’Eucarestia”.Nella seconda, Gesù incontrail Padre, nel Getsemani: “Ilsuo sì alla volontà del Padre”.Nella terza, Gesù incontraGiuda, il traditore: “Anche peri malvagi c’è speranza”.Nella quarta, Gesù incontraPietro dopo il tradimento:“Quello sguardo di Gesù, e Pietropiange”.Nella quinta, Gesù incontraPilato ed Erode: “Erode lo ri-manda a Pilato”.Nella sesta, Gesù incontra lamorte e due ladri sulla croce:“Padre, nelle tue mani affido lamia vita”.Nella settima, le donne in-contrano gli angeli: “Cristo èrisorto!”.Maria, donna dell’azione, fa’che le nostre mani e i nostripiedi si muovano “in fretta”verso gli altri, per portare lacarità e l’amore del tuo FiglioGesù e per portare nel mondo,come te, la luce del Vangelo.

15LA VOCE - MARZO/APRILE 2017

ORIENTE, ripercorre l’origine ele particolarità delle comunità cri-stiane mediorientali. La moltepli-cità delle Chiese cristiane è rap-presentata quasi nella sua totalitàin Medio Oriente, dove convivonocattolici latini, greco-ortodossi, ar-meni, copti, siriaci, melchiti, caldei,etiopi ed eritrei, insieme a diverseChiese protestanti. Così il pano-rama della cristianità mediorien-tale è un intreccio di tradizioni,liturgie, riti, lingue e usanze chesono oggi per tutti una grandericchezza. In Medio Oriente la re-ligione entra in tutti gli aspettidella vita quotidiana, pubblica eprivata. La componente religiosasi esprime in alcuni tratti distintivi,come la partecipazione attiva allapreghiera rituale e alle celebra-zioni, il modo di vestire, la sceltadi esporre e di indossare i simbolidel proprio credo, fino alla sceltadei nomi dei figli. La fede di ap-partenenza – in taluni casi addi-rittura segnalata sul documentod’identità – è dunque parte inte-grante dell’identità civile: ciascunoè definito e considerato cristiano,ebreo o musulmano indipenden-temente dal fatto che sia praticanteo meno.Nell’ultima sezione, COSTRUT-TORI DI FUTURO vengono ri-portati alcuni esempi di come per-sone appartenenti a diverse fedisi uniscono per chiedere una so-cietà più giusta ed umana, percombattere ogni integralismo chetoglie dignità. In Iraq, grazie amanifestazioni comuni di cristianie musulmani moderati è stata ri-

tirata la così detta legge di “isla-mizzazione forzata” che avrebbeobbligato alla conversione ogniminorenne con uno dei due geni-tori musulmano. Quando, nel settembre del 2006,papa Benedetto XVI pronuncia ildiscorso di Ratisbona, una partedel mondo musulmano si scaglia,almeno a parole, contro il ponte-fice: sembra il principio di ungrande scontro.Ma a sorpresa, proprio questo di-scorso spinge alcuni religiosi mu-sulmani a scrivere un testo intito-lato: “Una parola comune tra noie voi”, pieno di speranza e diamicizia: la “parola” comune tramusulmani e cristiani è l’amoredi Dio e dei fratelli. In seguito siribadisce la libertà religiosa diogni essere umano, la pari dignitàdi uomo e donna, il fatto che isimboli fondanti di ogni religionenon dovrebbero subire alcuna for-ma di derisione. Capitolo impor-tante dell’educazione al dialogo eall’accoglienza è riservato allescuole. Scrive il patriarca latinodi Gerusalemme: “Io credo al-l’educazione: la Chiesa cattolicain Terra Santa gestisce 118 scuole,frequentate da 75 mila alunni. AHaifa nel collegio di Terra Santaabbiamo studenti israeliani, mu-sulmani e cristiani; in Palestina enei Territori occupati abbiamostudenti musulmani e cristiani elo stesso in Giordania. Se i bambinipiccoli studiano insieme, giocanoa calcio insieme, mangiano insieme– come avviene nelle nostre scuole– è già un primo passo per il dia-logo, per l’educazione, perché siconoscano e si amino. Grazie aglialunni vengono le mamme e i ge-nitori a visitarci. Nasce il contatto,la conoscenza, l’amicizia e la mi-sericordia. Potremmo dire: che ciimporta di quelli che non sonocristiani? Invece ci importa”.Un aspetto positivo della rivolu-zione egiziana è che musulmanie cristiani si sono trovati insiemein piazza, fianco a fianco, dimen-ticando ciò che li divideva, con-dividendo il sogno di uno Statopiù moderno e giusto. Proprio in

questa lotta per il bene comune,sono nate tra cristiani e musul-mani, amicizie bellissime. Una diqueste fa sì che Tarek, musulmano,incontrando veramente Mina, cri-stiano, riveda non solo la propriaconvinzione sbagliata sui cristiani,ma anche il suo modo integralistadi professare l’Islam.Anche l’accoglienza di profughiche sfuggono alla violenza dei re-gimi ed alla guerra è occasione didialogo e di conoscenza reciproca.Chi subisce la distruzione dellapropria casa, della propria città escappa, viene accolto senza chie-derne l’appartenenza religiosa così,spesso, si trovano a convivere e acondividere il poco che c’è, dellepersone di fedi diverse.

Milano, 20 marzo 2017

Carissimo fra Paolo,nel rinnovare il mio personale

e sincero ringraziamento per l’op-portunità datami il 18 e il 19 marzoscorso volevo segnalare che durantela giornata di Terra Santa presso laParrocchia di San Giovanni Battistaalla Creta (Milano) ho raccolto: offerteper oggettistica: € 1.965,00; offerteper libri: € 860,00; offerta da partedella parrocchia: € 1.000,00; ss. Messeda celebrare in Terra Santa: € 20,00;per un totale di € 3.845,00. Anche anome di tutti i cristiani di TerraSanta esprimo a te e a tutti i fedeligratitudine e riconoscenza. Il vostrogeneroso contributo verrà trasmessocome sempre ai frati che operano astretto contatto con le persone, con lefamiglie, con i bambini nelle OpereEducative e con gli anziani nellestrutture assistenziali, perché possanofar fronte alle emergenze più imme-diate. Uniti nella preghiera e sul-l’esempio del nostro padre s. Francesco,affronteremo l’arduo impegno quoti-diano in questa Terra Santa. E grazieanche alla vostra generosità potremocurare le ferite dei fratelli più poverie perseguitati in questa terra che havisto la nascita del Cristianesimo.Fraternamente.

Fr. Francesco IelpoCommissario di Terra Santa

del Nord Italia

16 LA VOCE - MARZO/APRILE 2017

oltre a noi c’era don Massimo Ma-pelli e alcuni dei suoi ragazzi dellacomunità “Casa Homer”, unastruttura dove i migranti mino-renni e le mamme con figli pos-sono trovare riparo ed essere ac-colti. I nostri coetanei si sono di-mostrati pieni di energia e voglia

di vivere, nonostante quello chehanno vissuto. Abbiamo quindicominciato ad “animare” questopercorso: tolto il tempo della mes-sa, del pranzo (una buonissimapolenta) e di un interessante in-contro sul tema immigrazione,siamo stati fino a tardo pomeriggiodentro il tendone. La nostra do-menica è così terminata, all’insegnadella condivisione e soprattuttodell’allegria per aver conosciutodelle splendide persone quali iragazzi della comunità, e dellaconsapevolezza di aver compiutoun servizio molto importante pernoi e per tutte le persone che han-no provato questa esperienza.

ErnestoGruppo Scout Milano 31

Ogni anno, noi, ragazzi delclan “Measuagoon Mi31”,portiamo a termine un ca-

pitolo, ovvero scegliamo un ar-gomento che ci interessa, e deci-diamo di approfondirlo mettendoqueste nuove conoscenze a di-sposizione degli altri. Quest’annoil nostro capitolo verte sull’immi-grazione, tema del quale è difficileavere un’informazione corretta, esoprattutto nel quale possiamofare qualcosa di concreto. Quandoci è stato proposto di aiutare laCaritas Ambrosiana nel progetto“Sconfinati”, non abbiamo esitatoad accettare. “Sconfinati” è il nomedi un progetto che attraverso unpercorso in un tendone ha l’obiet-tivo di far vivere in quindici minutiil “viaggio della speranza”, ovverol’odissea che molte persone, pro-venienti da diversi paesi intra-prendono per arrivare in Europa.Il “viaggio” consiste in un percorsoin cui si è protagonisti delle tappeche i migranti affrontano per ar-rivare a destinazione: la fase incui si cerca disperatamente di im-barcarsi, la traversata per mare,l’arrivo e l’identificazione in Italiae, infine, un racconto dell’espe-rienza di chi l’ha vissuta. Ovvia-mente questa esperienza non riu-scirà a rappresentare fedelmenteil viaggio, ma può far capire quan-to esso sia crudele. Una settimanaprima dell’attività vera e propria,che si è tenuta domenica 5 febbraionell’oratorio della parrocchia Ma-donna della Fede, ci siamo incon-trati per capire le dinamiche delprogetto e per ricevere informa-zioni sul “viaggio della speranza”.Quindi ci siamo recati in mattinataalla parrocchia del quartiere Olmi,

Un’esperienza nuova

Progetto“Sconfinati”

Di Francis Jammes (1868-1938)abbiamo già pubblicato una

poesia nel numero 267 de “LaVoce”, al quale rimando per uncommento generale alla sua opera.Qui mi limito a parlare della poesiapubblicata ora, Prière (Preghiera)tratta dalla raccolta L’eglise habilléede feuilles (La chiesa rivestita di foglie).Poesia musicalissima, esprime tuttala religiosità del poeta, e insieme lasua attenzione alle piccole cose, allanatura, agli umili e agli umiliati. Scan-dita dal misteri dolorosi e in ultimoda un mistero gaudioso del Rosario,è una struggente invocazione allaVergine, a cui vengono offerte, per-ché le riscatti con il suo amore, lesofferenze e le umiliazioni degli uo-mini e degli animali, per aprirsi poinella strofa finale in un canto di lodee di gioia per l’amore e la bontà e ilbene che si trova nel mondo.

PreghieraPer il bimbo che muore presso la madre suamentre gli altri bambini giocano nel giardinoper l’uccello ferito che non comprende comeall’improvviso l’ala gli si insanguini e cadaper la sete e la fame e l’ardente deliriovi saluto, Maria.

Per le botte ai bambini, per l’ubriaco che rientraper l’asino che viene colpito a calci al ventreper l’ingiusto castigo inflitto all’innocenteper la fanciulla intatta venduta e che è spogliataper il figlio che ha visto la sua madre insultatavi saluto, Maria.Per la vecchia che crolla sotto un peso inumanoper chi non può appoggiarsi su alcun amore umanocome la santa croce si sostenne a Simoneper il cavallo oppresso oltre misuradal fardello del carro che tiratovi saluto, Maria.Per i quattro orizzonti che trafiggono il mondoper quelli la cui carne si lacera o soccombeper quelli senza piedi per quelli senza maniper l’infermo che geme sotto l’operazioneper il giusto confuso in mezzo agli assassinivi saluto, Maria.Per la madre che apprende che suo figlio è guaritoper l’uccello che chiama quello fuori dal nidoper il prato assetato che raccoglie la poggiaper il bacio perduto l’amore rinnovatoe per il mendicante che ritrova il suo soldoVi saluto, Maria.

La poesia religiosa attraverso i tempi e le civiltà

L’arte che unisceL’arte che uniscea cura di Anna Luisa Zazo

17LA VOCE - MARZO/APRILE 2017

Il Terzo Allenamento

Palleggiandocon i nonni

Il ritiro della Polisportiva “Assisi”

Per cresceree condividere

Alcuni mesi fa il presidente del CSI,Achini, in un suo editoriale presentavaa tutte le società sportive affiliate unanuova proposta: “Il terzo allenamen-to”. Di solito si fanno due allenamentisettimanali, il terzo è un po’ partico-lare: oltre ad allenarsi in palestra oin campo ci si allena alla misericordia,trovate una realtà della vostra comu-nità che si occupa di “ultimi” o di“persone sole” e portate i ragazzi adallenarsi lì.Abbiamo subito pensato di fare nostraquesta idea ma le difficoltà eranotante: a quale squadra proporla? qualefascia d’età impegnare? quale realtàaiutare? In questo ci è venuto inaiuto il nostro parroco, fra’ Paoloche, in un pomeriggio trascorso in-sieme in oratorio mi confidò che glisarebbe piaciuto ricreare in parrocchiail cosiddetto gruppo “Terza età” for-mato da persone avanti con gli anni,sole e con tanta voglia di stare insiemee di scambiare due parole con altrepersone.Aveva pensato che un primo momentodi aggregazione poteva essere unapranzo conviviale in occasione delCarnevale e… qui è partito l’aggancioall’iniziativa del terzo allenamento.Quale migliore opportunità che portareuna nostra squadra a fare servizio inquesta occasione e tenere compagniaa queste persone per un pomeriggio?E così…

Tante volte singolarmenteognuna di noi ha giocato omangiato con i propri nonni.

Questa volta il nostro parroco ciha dato la possibilità di pranzaree giocare insieme ad un gruppodi nonni della parrocchia.Giovedì 2 marzo, cogliendo l’oc-casione della chiusura delle scuole

per il Carnevale, la nostra under13 di pallavolo ha partecipato at-tivamente al pranzo, ottimamentepreparato dal gruppo cucina. Ca-peggiate dal capitano, indossando

la nostra tuta ci siamo presentatea mezzogiorno in oratorio, pronteper questo “match amichevole”.È stato un incontro, questa voltanon sportivo, molto piacevole.Chiacchiere libere in compagniaraccontando della nostra squadrae ascoltando le loro storie, sportivee non. È stato proprio un incontroin famiglia e ci è sembrato naturalealzarci per apparecchiare o spa-recchiare: insomma proprio unlavoro di squadra.Non potevamo concludere il pran-zo senza giocare. Sarebbe statobello montare la rete e fare unapartita tutti insieme, ma sarà perla prossima volta! Invece abbiamospostato la sfida su una tombolatacon ricchi premi: il migliore premioera l’ambo. Sì, proprio l’ambo. Ilpremio consisteva in un abbraccioche più che volentieri ci scambia-vamo. I premi successivi eranotanti e belli, offerti dalla parroc-chia.Il tempo è volato. Ci siamo salutatiripromettendoci di fare un nuovoincontro e invitando tutti alle no-stre partite: li aspettiamo in pale-stra il sabato pomeriggio per tifarela nostra squadra... FORZA AS-SISI!

Under 13 di pallavolodella Polisportiva Assisi

Sabato 1° Aprile (e non è unpesce d’aprile!) nel teatrodella parrocchia e negli

spazi esterni dell’oratorio si è te-nuto il ritiro della Polisportiva,che quest’anno ha visto, oltre allapartecipazione di dirigenti ed al-lenatori, anche quella dei genitoridegli atleti.

Il ritiro aveva come tema “Adultia Bordo campo”.Saper stare a bordo campo, pernoi adulti, è ormai diventato untema che può influire sulla pre-stazione dei nostri ragazzi. Biso-gna saperlo fare. Genitori, dirigenti e allenatori sispartiscono un importantissimo

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ruolo educativo che rischia, avolte, di creare situazioni di ma-linteso o di conflitto, ma che puòessere decisivo, se ben gestito,nella formazione di personenuove, prima che di nuovi “cam-pioni sportivi”.L’incontro, condotto e mediatomagistralmente dal relatore, ildottor Mario Fumagalli, aveva loscopo di condurre genitori e alle-natori ad una riflessione su come,agendo sulla propria strategia re-lazionale, si potrebbe arrivare amigliorare una collaborazioneutile e vincente per tutti. Vista la tematica, l’incontro è

stato vivace e molto interessantee ha visto una partecipazionemolto attiva del pubblico pre-sente che si è confrontato e messoin discussione con il relatore.Alla fine della mattinata, la gior-nata è proseguita con il pranzoche con un magnifico sole ab-biamo potuto fare all’aperto, gu-stando un’ottima pizza masoprattutto i dolci fatti in casadalle sapienti mani di atlete e ge-nitori, con grande arte culinaria.È stato un momento conviviale,utile e importante per fare la co-noscenza reciproca tra dirigenti eallenatori delle varie discipline.

Dopo il pranzo ci sono stati gli in-contri di natura tecnica suddivisiper le varie discipline, dove ab-biamo parlato dei risultati rag-giunti finora, e delle varieproblematiche presenti nei sin-goli settori.Alla chiusura dei lavori il Presi-dente ha ricordato a tutti gli in-tervenuti che a maggio cisaranno le votazioni per l’ele-zione del nuovo direttivo, che re-sterà in carica per cinque anni.Infine ha ringraziato il direttivouscente per l’ottimo lavorosvolto.

Polisportiva Assisi

Preparazione al Matrimonio 2017

Sposi con la Grazia di Cristo

Si è concluso domenica 12marzo il corso fidanzati chequest’anno ha visto protago-

niste ben 24 coppie di fidanzati.Il “per-corso”, come ci piace vengachiamato, come ogni anno è com-posto di dieci incontri, ai quali ifuturi sposi hanno partecipatocon costanza, nonostante la stan-chezza e gli impegni della setti-mana, con la disponibilità a con-dividere le proprie esperienzepersonali con il resto del gruppo. Per non dimenticare che allabase della scelta di sposarsi inchiesa - invitando Gesù alle pro-prie nozze - c’è la fede e una vi-sione cristiana del matrimonio,in alcuni incontri fra Paolo hapresentato i fondamenti della fedecristiana, una lettura ragionatadel consenso e una spiegazionedel rito delle nozze come guidaverso il matrimonio cristiano efra Pierino ha proposto un’inte-ressante lettura delle Nozze diCana.

Si è concluso domenica 12 marzoil corso fidanzati che quest’annoha visto protagoniste ben 24 cop-pie di fidanzati. Il “per-corso”,come ci piace venga chiamato,come ogni anno è composto didieci incontri, ai quali i futurisposi hanno partecipato con co-stanza, nonostante la stanchezzae gli impegni della settimana, conla disponibilità a condividere leproprie esperienze personali conil resto del gruppo. Per non di-menticare che alla base della sceltadi sposarsi in chiesa - invitandoGesù alle proprie nozze - c’è lafede e una visione cristiana delmatrimonio, in alcuni incontri fraPaolo ha presentato i fondamentidella fede cristiana, una letturaragionata del consenso e una spie-gazione del rito delle nozze comeguida verso il matrimonio cri-stiano e fra Pierino ha propostoun’interessante lettura delle Nozzedi Cana. Un incontro, tenuto dal medico

Silvano Lopez, è stato dedicatoal benessere della coppia e neglialtri incontri, divisi in due gruppidi 12 coppie ciascuno, con unostile partecipativo e confidenziale,abbiamo cercato di approfondirei tre aspetti fondamentali e fon-danti del matrimonio cristiano,che sono l’unità, la fertilità-fecon-dità e la fedeltà attraverso la con-divisione delle reciproche espe-rienze tra le coppie già sposatedell’équipe con quelle che a bre-vissimo lo saranno. In questo cli-ma di armonia, alternando mo-menti di profonda condivisionee introspezione con altrettantagiocosa leggerezza, abbiamo con-cluso con una domenica trascorsatutti insieme in oratorio: dopo laMessa e il pranzo condiviso cisiamo concessi un pomeriggio lu-dico e divertente con una coin-volgente caccia al tesoro. Le nostre positive sensazioni sonostate confermate dalle tante bellelettere che le giovani coppie hannoaccettato di scriverci e di cui ri-portiamo alcuni stralci che ci han-no particolarmente gratificato edemozionato:

«Care “coppie guida” volevamo rin-graziarvi per questo “corso” che spe-riamo possa diventare un percorsoda continuare insieme, ancora convoi. Ciò che più ci è servito è statol’analizzare i profondi motivi di questanostra scelta.

19LA VOCE - MARZO/APRILE 2017

Con il battesimo

sono nati

alla vita cristiana

3 02/04/2017 Elisa Thi Phic ANDREUTTI4 02/04/2017 Giorgia Chloe PEZZOLI5 02/04/2017 Lorenzo DISTASO6 02/04/2017 Emma MORGANTE7 02/04/2017 Noel PJETRUSHI

Sono tornati

alla casa

del Padre

19 17/02/2017 Maria GALLO Via degli Astri, 26 - anni 94

20 01/03/2017 Giulia RUOTA Via Saint Bon, 34 - anni 8521 05/03/2017 Paolo Giuseppe Alcide BIZZARRI Via Zurigo, 28 - anni 7922 06/03/2017 Livio NEMBRO Via Capinera, 5 - anni 8323 08/03/2017 Vanda ARACRI Via Inganni, 81 - anni 9124 08/03/2017 Maria Concetta MIRISOLA Via Forze Armate, 160 - anni 8925 11/03/2017 Rosanna GORLA Via degli Astri, 22 - anni 8626 26/03/2017 Italo BARGNA Via Carozzi, 5 - anni 8227 28/03/2017 Alceste MARINI Via Niccolini, 35 - anni 93

Ci avete proprio “guidato” e presoper mano, ci avete ascoltato e ci avetetrasmesso utili riflessioni... È statomolto istruttivo confrontarsi con altrecoppie che vivono la nostra stessa si-tuazione: ognuno ha portato la propriaesperienza, il proprio bagaglio e lo hacondiviso con gli altri. E soprattuttoci ha aiutato a confrontarci con noistessi su cose che non avevamo presocon una così profonda considerazio-ne… Non è facile racchiudere in unasola lettera il nostro pensiero. Ci pro-viamo attraverso alcune parole chiave:“condivisione, semplicità, ironia, quo-tidianità e tanto amore! Grazie perogni serata che ci avete dedicato conpassione e un pizzico di ironia. Grazieper aver condiviso con tutti noi le vo-stre esperienze e averci donato grandimomenti di riflessione, cosa che algiorno d’oggi è una vera rarità!… Avevamo più di un timore riguardo aquesto corso. Siamo entrambi personepoco praticanti e uno di noi due si re-puta anche poco, quasi per niente,credente. Gli unici sentimenti che cihanno spinto ad aprire la porta e aincontrarsi la prima volta duranteuna fredda sera di gennaio erano due:la curiosità e la voglia di spolverareun po’ le nostre radici cristiane. Ilsentimento era quello della sfida: sottoquesti tanti strati di polvere c’è ancoraqualcosa che vale la pena di recuperare,c’è ancora un tesoro prezioso dimen-ticato in soffitta oppure è tutto dabuttare? La risposta è stata più chepositiva. In dieci incontri ci siamo di-vertiti, abbiamo discusso volentieri ditemi di cui non parlavamo da unavita e abbiano trovato un approccioalla fede assolutamente gentile, inpunta di piedi e moderno. Nessun fa-natismo, nessuna frase da ripetere amemoria, nessuna visione del mondooscurantista. Ogni giovedì siamo ve-nuti al corso molto volentieri e nonabbiamo saltato neanche un incontro.Ci è piaciuto ritrovarci, magari arri-vando un po’ trafelati perchè il giovedìsera alle 21 avevamo appena finito dicenare. Ci è piaciuto quel momentodi ritrovo iniziale tutti insieme, incui ci si ritrova con volti ormai familiarie ci si saluta con un sorriso. Ma so-prattutto ci è piaciuto discutere consemplicità e chiarezza che cosa vuol

dire amare, essere fedeli, essere uniti.Questo è quello che il vostro corso ciha ricordato di fare. Perché alla fineCristo è proprio questo… Abbiamoapprezzato la chiarezza e la giusta“leggerezza” che tutti voi avete mo-strato nell’affrontare i temi così pro-fondi, ma soprattutto è stato per noiimportante notare come l’apertura ela sensibilità di tutti voi hanno resogradevoli, interessanti e coinvolgentigli incontri anche per la nostra “coppiamista”: anche chi non ha maturatoun trasporto religioso non si è maisentito inadeguato o fuori luogo anziha potuto trarre nuovi spunti di ri-flessione, proposti con discrezione egarbo anche per chi si ritiene lontanodalla fede… Questo itinerario ha riaperto le portea Dio nella nostra vita, che per unpo’ di anni sono state socchiuse, ri-scoprendo l’importanza della sua pre-senza come sostegno e conforto. Ab-biamo avuto la possibilità di con-frontarci ognuno con sé stesso pervedere cosa sta davvero al fondo delproprio cuore, della propria volontà,della propria capacità di donarsi. Edopo queste settimane abbiamo ma-turato la piena consapevolezza di vo-lerci accogliere per sempre, nella gioiae nel dolore, nella salute e nella ma-lattia… Giunti alla fine di questocammino insieme, che poi più cheuna fine è un inizio, non resta chefermarsi a riflettere su ciò che ci èstato trasmesso in questo percorso.Fondamentale è stato per noi con-frontarci con altre giovani coppie econ voi “conduttori”: avete condivisola vostra esperienza di coppia, aiu-tandoci a capire che con la giusta

dose di ironia, di impegno reciproco edi desiderio di vivere momenti insieme,è possibile affrontare con successotutte le sfide che la vita pone. È statobello e divertente sentirsi parte diquesta comunità! Cercheremo, in pic-coli gesti di ogni giorno, di essere fe-condi aprendoci all’altro e all’aiuto,confidando che forse saremo noi infuturo ad aiutare e ispirare le giovanicoppie che ci saranno... Ebbene sì:noi due, in undici anni, non abbiamomai scritto una lettera insieme perqualcuno. E quindi innanzitutto grazieper questa nuova esperienza! Abbiamomolto apprezzato l’impostazione diquesto corso-percorso, perchè ha au-mentato e migliorato soprattutto tranoi i momenti di ascolto, condivisionee confronto. Così ci avere fatto “fer-mare” a riflettere e a stuzzicare lenostre coscienze e pensieri. Per questooggi siamo molto più consapevoli esereni della scelta che abbiamo fatto,cioè quello di “sposarci in 3”…».

Anche noi dell’equipe siamo estre-mamente grati a queste coppie,perché insieme a loro è stato comeripercorrere le tappe del nostrofidanzamento e rivivere le emo-zioni del nostro matrimonio. Ilnostro augurio è che, dopo averliaccompagnati in questo brevecammino di preparazione, la gra-zia di Cristo li accompagni pertutta la vita, sorreggendoli nelleinevitabili difficoltà della coppiaed esaltandoli nelle altrettante vi-vide emozioni che il matrimoniosaprà riservare loro.

Barbara e FrancescaEquipe fidanzati

PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA ALLA CRETAPiazza San Giovanni Battista alla Creta, 11 • 20147 MilanoTel. 02.41.72.66 • Ufficio parrocchiale: tel. 02.41.72.67

DICEVA GIOVANNI ALLA FOLLA: «IN MEZZO A VOI C’è UNO CHE VOI NON CONOSCETE»

LA CORALEDAL PAPA