gli stati totalitari: nazismo, fascismo e · pdf filel’obiettivo del regime era quello...
TRANSCRIPT
GLI STATI TOTALITARI:
NAZISMO, FASCISMO E STALINISMO
(entrata del campo di concentramento di Auschwitz)
1
TOTALITARISMO
Ideologia e sistema politico caratterizzato dal completo controllo da
parte dello stato sulla societ e sugli individui. Il termine cominci a
entrare in uso con larrivo del fascismo e delle dittature simili del
periodo, per indicare una situazione di contrapposizione dello stato
liberale.
Il totalitarismo caratterizzato da:
Un unico partito che applica la dittatura con la completasoppressione di ogni libert di opposizione e dissenso
Presenza di una ideologia indiscutibile e che deve essereimposta come assoluta
Uso del terrore poliziesco
Monopolio dei mezzi di comunicazione di massa, utilizzati aopera di propaganda
Penetrazione dello stato-partito in ogni settore della societ edimensione della vita quotidiana
Lo stato tenta di penetrare nella vita sociale, proponendosi di
controllare la vita politica e di manipolare e trasformare lideologia e la
coscienza stessa degli individui.
Il totalitarismo tende politicizzare ogni avvenimento.
I tre totalitarismi sorti in Europa tra le due guerre sono: fascismo
italiano, nazismo tedesco e comunismo staliniano.
DIFFERENZE E SOMIGLIANZE TRA I TOTALITARISMI
Le differenze tra totalitarismo fascista e totalitarismo comunista sono
da riportare alle differenze d'ideologia e di base sociale tra
nazifascismo e comunismo in generale.
2
L'ideologia comunista umanistica, razionalistica e universalistica e il
suo punto di partenza l'uomo e la sua ragione. L'ideologia
nazifascista organicistica, irrazionalistica e antiuniversalistica e il suo
punto di partenza la razza. Mentre per il comunismo la dittatura del
proletariato e la violenza sono semplici strumenti, necessari ma
temporanei, per la realizzazione dello scopo finale, per il fascismo la
dittatura e la violenza sono principi di governo permanenti. Infine
l'ideologia comunista rivoluzionaria mentre quella fascista
reazionaria L'indirizzo politico generale del comunismo
l'industrializzazione e la modernizzazione forzate in vista della
costruzione di una societ e senza classi, l'indirizzo politico generale
del nazifascismo l'instaurazione della supremazia assoluta e
permanente della razza eletta (soprattutto per il nazismo).
Unaltra differenza tra i due blocchi di regimi sta nelluguaglianza.
I regimi di destra hanno sempre diffuso e propagandato ideologie di
disuguaglianza e sono sempre stati negatori di libert, democrazie e
giustizia, argomenti che il bolscevismo (di ispirazione comunista-
socialista) ha sempre tentato di attuare.
Oltre allideologia anche la politica economica attuata dai due blocchi
era diversa:
mentre leconomia statale dellURSS era gestita totalmente dallo stato
(pianificazione integrale) ed era stata abolita con la forza qualsiasi
propriet privata, nel nazismo e nel fascismo lo stato interviene
nelleconomia solo per salvaguardarla, tutelando gli interessi delle
grandi imprese private. La propriet privata non venne abolita e le
industrie rimasero privatizzate e aiutate in caso di crisi.
Nonostante tali diversit, sono entrambi (compreso il nazismo) degli
stati totalitari per cui valgono tutte le caratteristiche sopra indicate,
senza distinzioni.
3
Infatti di fronte alle violenze delle polizie segrete di stato, alle
repressioni degli oppositori politici, ai campi di concentramento, la
differenza tra i tre regimi minima se non nulla, senza dimenticare i
metodi propagandistici esercitati grazie al totale controllo dei mezzi di
comunicazione. Infatti in entrambi i casi i leader dei regimi
dichiararono
la chiusura di ogni giornale di opposizione
il controllo assoluto di ogni fonte di informazione (giornali,radio, ..ecc.)
discorsi e propagande fatti da uomini (di solito il capo delregime) dotati di grande potere carismatico. (capacit di esercitare
influenza e attrazione sulle masse. Il carisma lattributo di un leader:
capo). Il potere quello di ottenere dagli altri un determinato
comportamento).
POLITICA ECONOMICA
Dal 1922 al 1925: Politica liberista: piena libert agli operatori
economici di importare e di esportare le merci.
Negli anni 30: Politica protezionistica: nega la libert di importazione
introducendo dazi doganali, contingenti, licenze di importazioni,
restrizioni valutarie ..ecc.
I dazi doganali sono imposte che colpiscono le merci che entrano ed
escono dal territorio nazionale.
I contingenti fissano le quantit massime di merci che possono essere
importate. In questo caso sono previste delle licenze distribuite fra gli
aspiranti importatori.
Tra il libero scambio e la politica autarchica (autosufficienza economica
di un paese attraverso lutilizzo di risorse interne e limitando al
4
minimo limportazione) esistono politiche che variano il grado di
protezionismo che un paese pu adottare.
Vantaggi del protezionismo:
Argomenti NON economici: obbiettivi politici e bellici comeautosufficienza agricola, produzione autonoma di materiali essenziali
allindustria bellica, boicottaggio di prodotti di un paese ostile.
Argomenti economici:
1. Protezione delle industrie fondamentali per la vita del paese
2. Difesa delle industrie nascenti
3. Protezione dei settori in crisi
4. Combattere le strategie di dumping che consente nel vendere
allestero i prodotti col prezzo pari alla spesa di produzione, mentre sul
mercato nazionale a prezzi altissimi per compensare il mancante
guadagno estero. Dopo essersi sviluppato un mercato estero, i prezzi
internazionali vengono aumentati.
LECONOMIA FASCISTA
Prima fase tra il 1920 e 1925: fase liberista
L governo fascista adott, nei sui primi anni di governo, una linea
economica liberista e "produttivistica", tesa a rilanciare la produttivit e
a incoraggiare liniziativa privata.
Seconda fase tra il 1925 e 1930: quota novanta
Questa politica economica port, accanto ad un effettivo incremento
produttivo, anche dei risvolti negativi quali linflazione, laumento del
deficit nei conti con lestero e un forte deterioramento del valore della
lira.
5
Il nuovo ministro delle Finanze inaugura una nuova politica
economica fondata sul protezionismo, sulla deflazione, sulla
stabilizzazione monetaria e sullintervento statale nelleconomia.
Il desiderio di dare allItalia unimmagine di stabilit monetaria e
politica port il duce ai provvedimenti tesi alla rivalutazione della lire
a quota novanta. Per arrivarvisi era necessaria una manovra
deflazionistica, la quale port un rallentamento delleconomia e un
ulteriore compressione dei consumi. Lobiettivo, teso a rassicurare
soprattutto i ceti medi e i risparmiatori, fu raggiunto in un anno e
favor soprattutto gli industriali che lavoravano per il mercato interno,
mentre ad essere svantaggiati furono i lavoratori dipendenti e le
industrie che lavoravano per lesportazione
Terza fase anni 30: dirigismo economico
Lintervento dello stato nelleconomia divenne dirigismo economico
(Protezionismo doganale).
La risposta del regime fascista alla crisi mondiale del 29 si esplica
attraverso due linee direttrici fondamentali:
lo sviluppo dei lavori pubblici e
lintervento, diretto o indiretto, dello Stato a sostegno dei settoriin crisi.
Lo Stato si impegn per evitare il collasso del sistema bancario.
Contemporaneamente ad un pi elevato dazio sui cereali lo stato inizia
la campagna tesa al raggiungimento dellautosufficienza nel settore dei
cereali con lespansione dei territori coltivabili e ladozione di nuove
tecniche agricole.
Per quanto riguarda la prima linea economica furono realizzati
numerosi edifici,, nuove strade ed attuate numerose opere di bonifica.
Tuttavia lintervento statale si fece sentire soprattutto nellambito
finanziario ed industriale.
6
Superata la crisi Mussolini non seppe sfruttare loccasione per poter
mettere in moto un processo di sviluppo che si riflettesse sulle
condizioni di vita della popolazione; inizi invece una politica
economica di guerra orientata verso il rafforzamento dellapparato
bellico.
Fase "liberista"
vengono alleggerite le tasse gravanti sulle imprese,
viene abolito il monopolio statale delle assicurazioni sulla vita,
viene privatizzato il servizio telefonico.
Impulso alle esportazione
Compressione dei consumi interni
Protezione ai gruppi industriali con tariffe doganali esalvataggio dello stato delle imprese in difficolt.
Difficolt economiche:
1) Rallentamento economia internazionale (minor esportazione)
2) Squilibrio della bilancia dei pagamenti
3) Svalutazione della lira
4) Forte inflazione
1926 "quota novanta":
90 lire per 1 sterlina
Mano