giunta pisani il bilancio
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Bilancio
Bilancio: definizione e funzioni
Il bilancio d'esercizio l'insieme dei documenti contabili di sintesi redatti dagli amministratori di una
impresa. Il Bilancio redatto periodicamente, e ha scopo di rappresentare in modo veritiero, chiaro e
corretto la situazione patrimoniale, finanziaria ed economica dell'impresa stessa al termine delperiodo amministrativo. Del Bilancio fanno parte lo Stato Patrimoniale, il Conto Economico e la Nota
Integrativa, ai quali deve essere allegata la Relazione sulla Gestione. A questi quattro documenti si
possono aggiungere ulteriori documenti, fra i quali il Rendiconto Finanziario e il rendiconto dellevariazioni di patrimonio netto, qualora sia previsto per legge, e possono aggiungersi inoltre eventualiinformazioni volontarie, come il bilancio sociale e il bilancio ambientale.
Il bilancio rappresenta, grazie alla sua funzione di sintesi periodica della contabilit generale, la fonte
primaria di informazioni riguardanti lo stato di salute e la composizione di una impresa, rendendo il
bilancio lo strumento fondamentale di comunicazione dell'impresa con gli stakeholders.Il legislatore si trovato a dover prestare una attenzione particolare nei confronti della redazione di bilancio proprio
per tutelare gli stakeholders dell'impresa, in quanto senza un quadro normativo che regoli gli aspetti
formali e sostanziali dei documenti di bilancio gli amministratori potrebbero effettuare delleesposizioni arbitrarie che potrebbero trarre in inganno i vari stakeholders interni o esterni dell'impresa.
I l quadro normativoIl quadro normativo di Bilancio si basa su quattro pilastri fondamentali, ovvero le norme del CodiceCivile negli articoli dal 2423 al 2435, il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), la prassi
contabile nazionale e la prassi contabile internazionale.Le norme del Codice Civile hanno, all'interno
del quadro normativo, compito di dare natura giuridica al Bilancio di Esercizio, decretandone iparametri e i criteri di redazione. Tali criteri per sono soggetti a possibili varianti interpretative, senza
contare diversi aspetti non direttamente regolamentati dal codice civile. In questo ambito lacunoso o
poco chiaro si inserisce la prassi contabile nazionale e internazionale, che ha funzione interpretativa in
chiave tecnica delle norme di legge e funzione integrativa delle stesse laddove siano presenticarenze.La prassi contabile nazionale nasce storicamente dal consiglio nazionale dei dottori
commercialisti e dal consiglio nazionale dei ragionieri, i quali hanno emesso diversi documenti, alcuni
dei quali ancora oggi in vigore. Il compito dei due consigli nazionali stato dal 2001 preso in consegnadall'organismo italiano di contabilit (OIC). Dei documenti emessi dai Consigli Nazionali sono rimasti
attualmente in uso i documenti dal numero 11 al numero 30, ai quali si aggiungono i documenti
emanati dall'OIC.
Sul piano internazionale la prassi regolata dagli international accaunting standards (IAS) e dagliinternational financial reporting standard (IFRS). Gli IAS sono 41 documenti, emessi
dall'international accaunting standard committee (IASC), rinnovato a International accaunting
standard board nel 2001.Lo stretto legame fra prassi nazionale e internazionale dimostrato dalcompito dell'OIC, il quale cerca di armonizzare i principi contabili italiani con quelli internazionali in
modo da creare un univoco sistema normativo del bilancio.
Le Norme Civi li , postulati e cri teri specif iciLe norme del Codice Civile si sviluppano su due differenti livelli di azione.
I postulati sono le norme a carattere generale, con carattere di assoluta preminenza, che vanno a creare
la cornice all'interno del quale si sviluppano i criteri specifici. Compito dei postulati quello dimantenere integra la finalit del bilancio in quanto strumento primo di informazione per gli
stakeholders riguardo lo stato di salute dell'impresa.I criteri specifici sono approfondimenti in senso
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operativo di singoli aspetti della redazione di bilancio, e non possono disattendere nella lorointerpretazione e applicazione i postulati.I postulati su cui si fonda la normativa sono dettati negli
articoli 2423 e 2423 bis del codice civile, nel documento numero undici dei principi contabili nazionali
e nel framework dello Iasb.All'interno dei postulati si possono distinguere due diversi livelli, ovvero leclausole generali e i principi di redazione.Le clausole generali fissano gli obbiettivi strategici che
devono ispirare il procedimento di redazione del bilancio, affinch esso sia coerente con i fini ultimi diquesto documento. Si tratta dunque del cuore pi vivo della materia del bilancio, al punto da esseredefiniti come super postulati.Le clausole generali sono presentate nell'articolo 2423 cc, e sono tre:
chiarezza, verit e correttezza.
Principio della Chiarezza
In quanto documento di informazione il bilancio deve trasmettere il suo messaggio chiaramente. Il
bilancio deve essere dunque redatto in modo che il lettore possa capire, senza ambiguit, la natura e il
contenuto delle varie poste nonch i criteri seguiti per determinarne il valore. Il bilancio deve dunque
essere intelligibile tanto nella sostanza che nella forma. In questo va sottolineato che bisogna teneredovuto conto della natura tecnica dell'informazione, e quindi della necessaria presenza di un minimo di
conoscenze tecnico-contabili da parte del lettore.
Il principio della chiarezza pu essere soddisfatto, dal punto di vista formale, attraverso una puntualeapplicazione degli schemi di bilancio e delle norme del codice civile e della prassi contabile per quanto
riguarda forma, contenuto e struttura, mentre dal punto di vista sostanziale va perseguito attraverso una
esposizione intelligibile dell'oggetto rappresentato dal bilancio, fornendo cos modo di effettuare una
verifica intersoggettiva dei valori di bilancio.Il principio della chiarezza sfocia cos nel principio dellaverificabilit dell'informazione, contenuto nella prassi contabile, secondo cui l'informazione
patrimoniale, economica e finanziaria fornita dal bilancio deve infatti essere verificabile attraverso un
indipendente ricostruzione del procedimento contabile, tenendo conto degli elementi soggettivi.Lachiarezza sfocia e si approfondisce nel principio della significativit e rilevanza dei dati e nel principio
della topica legale dell'informazione.Secondo il principio della significativit dei dati in bilancio vanno
iscritti quei valori che possono influenzare le decisioni economiche degli utilizzatori, aiutandoli avalutare gli eventi passati e a prevedere quelli futuri. Deve inoltre essere rappresentata anche la
rilevanza di tali dati, ovvero la consistenza quantitativa dei fenomeni oggetto di rappresentazione.
Questo principio, non direttamente citato nel codice civile, ha comunque origine nell'impianto
civilistico, nel quale richiamato in diversi articoli.Secondo il principio della topica legale le vocidevono essere inserite nel bilancio in maniera corretta. Questo principio sancisce la rigidit del
bilancio, in quanto la legge stabilisce in modo preciso dove vanno inserite determinate
notizie.L'integrazione di questi tre principi evidenzia come la chiarezza sia legata non solo alla quantit
delle notizie concernenti il patrimonio, ma anche alla qualit, al modo e al luogo in cui tali notizievengono fornite.Questo viene dimostrato da tre fatti:
Conto Economico e Stato Patrimoniale sono schemi rigidi e chiusi, con scarsissime zone di
elasticit. Tali modifiche per sono obbligatorie quando possono rendere il bilancio pi chiaro. La nota integrativa e la relazione della gestione rappresentano chiavi di volta attraverso le quali
interpretare i contenuti dei due prospetti contabili.
eventuali informazioni aggiuntive devono essere fornite in maniera obbligatoria, anche se nonesplicitamente richieste dalla legge, se utili per una piena comprensione del contenuto del bilancio.
Il principio della verit
Un bilancio che rispetti il principio della chiarezza, ma non della verit, risulterebbe svuotato della suafunzione informativa.Bisogna sottolineare che, non essendo tutti i valori iscritti in bilancio certi, il
principio della verit va inteso sia in senso oggettivo che in senso soggettivo.
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La verit oggettiva richiede che i valori iscritti in bilancio rispecchino fatti reali, mentre dal punto divista soggettivo si richiede che valori stimati e congetturali non siano frutto dell'arbitrio del redattore
del bilancio, ovvero che non siano frutto di una soggettivit assoluta, ma bens debbano essere
espressione di una soggettivit razionale, ovvero devono essere risultato di un processo logico-applicativo che fornisca credibilit ai risultati ottenuti tramite i processi di stima e di congettura.Il
processo logico-applicativo di stima presuppone tre distinti passi da eseguire al fine di poter essereattuato. Innanzitutto bisogna partire da premesse che siano congrue, ipotesi fattibili e obbiettiviconoscitivi concernenti le grandezze in oggetto di valutazione. Va inoltre sottolineato che la grandezza
oggetto di valutazione deve essere valutabile all'interno di un intervallo di numeri, e che il valore sia
scelto attraverso l'applicazione di un determinato criterio o metodo di valutazione in grado di elaborare
le ipotesi e le condizioni definite in precedenza, fino a raggiungere il valore di bilancio. Infine serveuna costante verifica della coerenza e della compatibilit fra le ipotesi, i criteri e le conclusioni alle
quali si perviene al termine del ragionamento estimativo.
Il principio della correttezza
Ad un primo esame il principio della correttezza apparirebbe come una risultante dall'unione fra i
principi della chiarezza e il principio della verit. La correttezza per ha due diversi piani di azione, il
piano della correttezza tecnica e il piano della correttezza formale.Dal punto di vista del profilo tecnicoil bilancio deve essere redatto secondo quanto previsto dal quadro normativo, con puntualit e
completezza, senza errori numerici. Per fare ci si deve presupporre una conoscenza approfondita e una
piena padronanza della tecnica contabile, in quanto bisogna sempre ricordare la fondamentale natura
tecnica delle informazioni trasmesse dal bilancio, e bisogna inoltre ricordare che, senza la conoscenzadella tecnica contabile, sarebbe impossibile rispettare i principi di chiarezza e di verit.A questo aspetto
del principio della correttezza si collegano strettamente i principi della esattezza contabile e il principio
della conformit del complessivo procedimento di formazione del bilancio a corrette funzioni diragioneria. Il principio della esattezza contabile infatti pone che, nonostante la presenza di valori
stimati e congetturali all'interno del bilancio i conti devono sempre tornare.Riguardo il principio della
conformit, il bilancio per poter essere costruito in maniera corretta deve basarsi su personalecompetente, rispetto delle procedure e disponibilit di dati. In questo principio si rivelano i tre aspetti
fondamentali per ottenere un bilancio corretto, ovvero la presenza di procedimenti di rilevazione che
siano derivati dall'applicazione di metodi di registrazione dei fatti aziendali in base a criteri contabili
rigorosi e predefiniti, la presenza di procedimenti di ricognizione dei componenti attivi e passivi delcapitale, ovvero nella redazione dell'inventario, il cui scopo quello di trasformare valori contabili in
valori di bilancio, e infine le procedure di riepilogo dei dati contabili, con conseguente esposizione
della situazione patrimoniali e del risultato reddituale.
Dal profilo comportamentale il criterio della correttezza pone problemi deontologici al redattore delbilancio, ovvero richiede che il bilancio sia redatto seguendo i concetti di buona fede e di lealt. La sola
applicazione delle norme in senso tecnico infatti non basta, il redattore deve anche sforzarsi di
comprendere lo spirito e il significato di tali norme, alla luce delle finalit di informazione di bilancio,evitando cos interpretazioni di comodo che andrebbero a svuotare di efficacia i principi di chiarezza e
di verit.Il redattore deve quindi svolgere tale compito con neutralit, in modo da poter passare agli
stakeholders un corretto messaggio informativo. L'imparzialit e la neutralit espressi dal principio dicorrettezza vanno quindi ad integrare il principio della verit in senso soggettivo. Questo principio
diventa dunque il fermo divieto all'uso delle politiche di bilancio, ovvero in manovre delle stime e
delle congetture sempre rispettando le regole tecniche, ma che forniscano determinate immagini
dell'azienda a ben definiti soggetti, e stesso discorso vale per le interferenze fiscali.Tale blocco esiste inquanto le pratiche di bilancio e le interferenze fiscali minano la determinazione del reddito di esercizio
realmente consumabile senza porre rischio per la sopravvivenza dell'azienda. Il reddito di esercizio
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deve infatti essere un reddito prodotto, cio conseguito dall'impresa nel periodo amministrativo.Veritsoggettiva e correttezza comportamentale sono garantite tramite la formulazione di criteri di
valutazione dettagliati e inderogabili stabiliti dal Codice Civile e dalla Prassi contabile, che permettono
di conseguire il percorso che il redattore di bilancio deve compiere, tracciando con precisione gli ambitidi discrezionalit entro i quali il redattore deve muoversi e proponendo l'impiego di ben definiti metodi
di misurazione dei valori, in quanto ritenuti coerenti con le finalit del bilancio.
Il Quadro Fedele
Nonostante la componente di soggettivit presente nella determinazione dei valori di bilancio risulti
essere ineliminabile, l'ampio corredo di informazioni che permettono di individuare il percorso
valutativo del compilatore permette agli stakeholders di verificare credibilit e neutralit dei vari valoriiscritti nel bilancio.Chiarezza, verit e correttezza risultano in questa prospettiva indissolubilmente
legati e di pari importanza. Insieme infatti concorrono a definire la condizione essenziale del bilancio
ufficiale di esercizio, e tale espressione viene indicata come quadro fedele.Il bilancio deve essere
redatto quindi in modo da rappresentare un quadro fedele delle condizioni patrimoniali, finanziare ereddituali dell'impresa, e la clausola generale rende il bilancio comprensibile, intelligibile e quindi
concretamente utile al fine delle valutazioni esterne.
3) I PRINCIPI DI REDAZIONE (E PRECONDIZIONI TECNICOCONTABILI) (art.2423bis)
Oltre alle clausole generali,i postulati di bilancio sono costituiti dai principi di redazione (art.2423
bis),allinterno si possono individuare due principi tali da rappresentare veri e proprie precondizionitecnico-contabilifondamentali per la costruzione del bilancio(logica di funzionamento e competenzaeconomica , si pongono a monte dei principi di redazione intesi in senso stretto). La valutazione delle
voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva della continuazione dellattivit, nonch
tenendo conto della funzione economica dellelemento dellattivo e del passivo
LOGICA DI FUNZIONAMENTO
Ogni impresa ha un ciclo di vita,scandito da 3 momenti fondamentali: nascita, funzionamento(parte checi riguarda) e fase finale(liquidazione),partendo da questo bisogna considerare che anche le
determinazioni di bilancio devono seguire questa logica.Eun ipotesi generale che devessere verificata
anno per anno,prima ancora di avviare la redazione del bilancio,incide profondamente sugli aspettisostanziali,in quanto ad esempio diversa sar la valutazione di un cespite se lazienda ha una
prospettiva di continuazione o di liquidazione,quindi implica la continuit o la permanenza di
unimpresa, cio che non abbia ne lintenzione ne il bisogno di liquidare,ne di ridurre il livello della
propria attivit operativa. Questo postulato tocca direttamente gli aspetti:Formali:(riflette
immediatamente sulla strutturazione delle poste del capitale) identifica il criterio di ripartizione deglielementi patrimoniali nello stato patrimoniale. Richiama il criterio della destinazione che distingue
immobilizzazioni e disponibilit, secondo il quale le immobilizzazioni rappresentano investimenti che
indispensabile restino stabilmente presenti nel patrimonio aziendale se lazienda vuole continuare afunzionare.(se ad esempio passiamo alla logica di liquidazione tutto perde significato in quanto tutti gli
investimenti sarebbero destinati allalienazione).Sostanziali: (la logica di funzionamento qui incide pi
profondamente,infatti implica la continuazione dellattivit aziendale), su questo piano si determina lavalutazione ispirato al concetto divalore in usodei beni al fine della produzione del reddito,infatti
lattribuzione di un valore agli elementi patrimoniali richiede di stimare il loro contributo utile nel
normale funzionamento aziendale,cio valutare che siano in grado di produrre beni la cui vendita
origini ricavi tali da coprire costi vivi di produzione(materie prime e lavoro)e lasciare un margineadeguato a recuperare le quote di ammortamento,quindi il valore duso rappresentato dalla capacit
di ammortamento.Come detto prima bisogna dare molta attenzione al fatto che la prospettiva di
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funzionamento connaturata alla nozione di azienda come istituto duraturo,e non basta la genericaprospettiva di continuazione ma essa dev essere concretamente accertata tramite strumenti di verifica
identificati negli indicatori di continuit aziendale: finanziari, gestionali,e altri.Unaltra principio molto
importante quello della periodicit al quale il funzionamento intimamente legato,poich il bilanciosi riferisce ad un esercizio non ad unintera vita aziendale
COMPETENZA ECONOMICA
E il filtro attraverso il quale le operazioni rilevate in contabilit attraverso i loro movimenti finanziari,
devono passare per esprimere il reddito di periodo. Si determina riconoscendo i ricavi di quei prodotti
di cui completato il processo produttivo ed avvenuto lo scambio o di quei servizi, a questi si
correlano i costi sostenuti per conseguirli e per differenza si determina il reddito di periodoindipendentemente dal fatto che ricavi e costi abbiano generato entrate o uscite monetarie
nellesercizio.Le rilevazioni contabili sono guidate dalla competenza finanziaria, il bilancio invece si
ispira alla competenza economica. Per misurare correttamente le variazioni di ricchezza derivanti dalla
produzione bisogna riconvertire i valori di costo e ricavo da competenza finanziaria a economica. Percomprendere la logica appare utile il ricorso alla cosiddettateoria funzionale:Un costo o un ricavo
compete finanziariamente allesercizio nel quale si avuta la manifestazione finanziaria a cui esso si
associa (uscita per il costo, entrata per il ricavo) Un costo compete, invece, economicamente al periodonel quale le utilit incorporate nei fattori produttivi acquisiti sostenendo il costo sono state
effettivamente impiegate nella produzione; analogamente un ricavo di competenza economica del
periodo nel quale le utilit incorporate nei prodotti ai quali il ricavo si riferisce sono state
effettivamente create con la produzione e cedute a terzi. Il procedimento di individuazione dei costi ricavi di competenza economica si sviluppa in due fasi:a) (realization principle) principio di
realizzazione,riconoscimento ricavi.Sono ricavi di competenza dellesercizio quelli che si riferiscono a
prodotti il cui processo produttivo completato e dei quali nellesercizio avvenuto lo scambio con ilconseguente passaggio, sostanziale e non solo formale, del titolo di propriet (cosiddetti ricavi
realizzati).Cio si individuano prima i ricavi realizzatiepoi i costi correlativi.b)(matching principle)
principio di correlazione,correlazione dei costi, il quale enuncia che sono di competenza economicadellesercizio tutti i costi sostenuti per la realizzazione dei ricavi, che sono cio in correlazione con i
ricavi realizzati, indipendentemente dalla loro manifestazione finanziaria:
1)Correlazione causa-effetto (es. provvigioni su vendite, materie prime ecc.)
2)Correlazione con i ricavi complessivi (es. costi amministrativi, costi della direzione generale ecc.)3)Attribuzione mediante ripartizione (beni ad utilit pluriennale)
4)Attribuzione immediata al conto economico: in ogni caso un costo grava sul conto economico
dellesercizio quando relativo ad un fattore produttivo che non pu pi produrre benefici futuri (ad
esempio un impianto danneggiato irrimediabilmente).Quando non possibile la correlazione diretta(+semplice e immediata) allora si deve ricorrere a ipotesi di attribuzione dei costi allesercizio.
3)PRINCIPIO DELLA PRUDENZA
Alla luce di queste precondizioni tecnico-contabili si procede allapplicazione dei principi di redazione
veri e propri, anzitutto quello della prudenza normativa in base al quale non si devono rilevare utili
finch questi non sono realizzati.quindi- imputare perdite effettive e potenziali allesercizio; - imputaresolo gli utili realizzati; questo principio si pone come presupposto per determinare un reddito
desercizio che possa essere distribuito senza svuotare lintegrit del capitale.deve rispettare le clausole
generali e risulta spesso in conflitto con quello della competenza economica svilendolo e facendogli
perdere parte della sua purezza teorica se applicato in maniera estrema poich competenza dice che sipossono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura dellesercizio;nella prudenza
invece si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dellesercizio,anche se conosciuti
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dopo la chiusura di questo. Un esempio classico quello della valutazione delle rimanenze dimagazzino: se il costo di acquisto minore del valore di presunto realizzo,la valutazione al costo non
determina la formazione di utile potenziale,se invece il costo di acquisto maggiore del valore di
presunto realizzo, la valutazione al valore di presunto realizzo determina limputazione di una perditapotenziale.
4)COSTO STORICO COME CRITERIO BASE DI VALUTAZIONE
Questo principio appare direttamente correlato alla logica della determinazione del reddito secondo la
competenza economica infatti lindividuazione dei costi correlati alla produzione dei ricavi
dellesercizio passa attraverso la valorizzazione degli elementi che formano il capitale,gli
investimenti,cio gli elementi attivi che occupano un ruolo centrale. Per molti di questi il costosostenuto dallimpresa per acquisirli rappresenta il criterio base di valutazione. Il costo di acquisto per i
fattori produttivi acquisiti allesterno
Il costo di produzione per i fattori prodotti internamente
Il valore di costo deve essere confrontato costantemente con opportuni parametri di controllo, volti averificare il mantenimento dellutilit funzionale dellelemento patrimoniale a cui il costo si riferisce:
IL VALORE DUSO: ossia il valore attuale dei flussi di benefici futuri generati dallattivit. Lambito
di applicazione specifico del valore recuperabile tramite luso quello delle immobilizzazioni,materiali e immateriali, e delle partecipazioni. (impairment test)
IL VALORE NETTO DI REALIZZO: ossia il valore recuperabile mediante lalienazione sul mercato
dellattivit oggetto di valutazione. E un parametro di controllo utilizzato per diverse attivit
dellattivo circolante (es. scorte di merci)IL COSTO DI SOSTITUZIONE: ossia il costo che limpresa dovrebbe sostenere, in normali condizioni
di gestione per riacquistare o riprodurre una determinata attivit (es. scorte di materie) - Tuttavia anche
se il criterio risulta semplice e sufficientemente oggettivo non va considerato immutabile, infatti inapplicazione delle clausole di verit e correttezza e col confronto dei parametri di controllo il costo
deve essere svalutato se ne ricorrono i motivi e, successivamente ripristinato se tali motivi vengano
meno.Il costo storico comunque sta perdendo terreno,incalzato da un nuovo criterio di valutazione: ilFAIR VALUE(valore equo) il quale esprime limporto al quale unattivit pu essere scambiata,o una
passivit estinta tra soggetti consapevoli e intenzionati,in una normale transazione di mercato. Questo
rende le valutazioni di bilancio pi attuali rispetto al costo storico e consente di giungere a valori di
reddito che esprimono una misura pi attendibile dei risultati conseguiti dalla direzione aziendale.
5)PREVALENZA DELLA SOSTANZA SULLA FORMA
Il principio espresso,sia pur non chiaramente nellart.2423,punto1, la valutazione delle voci deve
essere fattatenendo conto della funzione economica dellelemento attivo o del passivo considerato.Occorre perci prestare attenzione alla sostanza economica dei fatti di gestione e non alla forma
giuridica.Il trattamento contabile dei fatti aziendali deve basarsi sulla reale sostanza economica
delloperazione pi che sugli aspetti formali. I singoli atti vanno trattati contabilmente in modo unitariosotto il profilo economico. Questo offre un quadro fedele alla gestione aziendale e impone una chiara
definizione del concetto di attivit e passivit patrimoniale.
6)PRINCIPIO DELLA COMPARABILITA
Altro principio cardine quello della comparabilit dei dati di bilancio del tempo poich la
segmentazione in periodi amministrativi artificio contabile,la valutazione delle prestazioni necessita
confrontare pi periodi,allora essenziale ladozione di criteri valutativi costanti nel tempo. I bilancidunque devono essere letti nel tempo e nello spazio(con altre imprese).Per rendere comparabili i valori
di bilancio si distingue tra aspetti formali e sostanziali. La comparazione riguarda gli aspetti formali per
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la costanza nella modalit di presentazione:-Per tutte le poste dello Stato Patrimoniale, obbligatorio riportare accanto ai valori dellesercizio in
chiusura anche quelli dellesercizio precedente (art. 2423 ter)
-Gli schemi di bilancio sono rigidi e uniformi per tutte le imprese-Laddove le voci non fossero comparabili, quelle relative allesercizio precedente devono essere
riadattate. Ladattamento operato deve essere spiegato nella Nota Integrativa, cos come leventualeimpossibilit di effettuarlo.Per quanto riguarda gli aspetti sostanziali si parla di uniformit degli schemi di bilancio e quindi: -
costanza di applicazione dei criteri di valutazionenella prassi internazionale si parla di consistency -
ma bisogna anche dire che il legislatore ammette,tuttavia,deroghe sottoposte ad alcune condizioni
rigide. Infatti abbiamo delle condizioni per la deroga alla costanza dei criteri di valutazione:A) il cambiamento deve essere legato al manifestarsi di casi eccezionali
B) i motivi del cambiamento devono essere indicati in Nota Integrativa
C) gli effetti sulla situazione patrimoniale, economia e finanziaria derivanti dal cambiamento nei criteri
di valutazione devono essere chiaramente evidenziati.
7) IL DIVIETO DEI COMPENSI DI PARTITE E LA VALUTAZIONE SEPARATA DI
ELEMENTI PATRIMONIALI (art. 2423 bis, comma5)Diretta applicazione della clausola generale della chiarezza e della prudenza infine sono i principi che
vietano i compensi di partitee impongono la valutazione separata degli elementi eterogenei compresi
in una stessa voce. Divieto di compensazioni giuridiche (col termine comp.giuridiche si intende la
somma algebrica di poste specificatamente e separatamente indicate con segno opposto negli schemi diS.P. e C.E. codificati dal legislatore) sono vietate dal codice per il semplice fatto che compromettono la
chiarezza.Mentre,le compensazioni contabili al contrario avendo un significato pi generale implica
che un valore non significativo se non viene letto insieme allaltro e quindi non solo sono possibili,maaddirittura doverose,proprio per garantire la chiarezza. Infatti alcune compensazioni contabili sono
imposte dal codice civile.Problemi di compensazione possono sorgere non solo al momento di esporre
le poste contabili ma anche nella fase valutativa ed qui che interviene il secondo principio: valutazione separata degli elementi eterogenei invece vieta di compensare utili attesi con perdite
presunte al momento di valutare pi elementi raccolti in un'unica posta di bilancio.
8) LOMOGENEITA DEI VALORI DI BILANCIO
Lapplicazione rigorosa di tutti i principi richiamati non garantisce,tuttavia,la redazione di bilanci
significativi. Fondamentale per che i valori accolti in bilancio siano omogenei,ossia stessa moneta di
conto e soprattutto misurati in una stessa moneta avente uguale potere di acquisto nel tempo,poich la
disomogeneit potrebbe portare alla distribuzione di utili fittizi e conseguentemente pregiudicare ilmantenimento della consistenza finanziaria del capitale investito dai soci dellimpresa e offerto in
garanzia dai creditori.
9)I principi di redazione nella prassi contabile (DOC n. 11)
1)Utilit= del bilancio per i destinatari,rappresenta pi una conseguenza derivante dallapplicazione
dei postulati successivi che di se stesso. Lutilit decisionale per i lettori invece lo scopo ultimo delbilancio stesso e non tanto un postulato di redazione.
2)Prevalenza della sostanza sulla forma=vista punto 5
3)Comprensibilit (chiarezza)=favorita da informazioni analitiche e inserendo nella nota integrativa
elementi che ne agevolino la lettura.
4)Neutralit (imparzialit)=i valori di bilancio dipendono dalla discrezionalit del valutatore,il suo
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ruolo quello di aver il maggior numero di destinatari.
5)Prudenza=vista nel punto 3
6)Periodicit della misurazione del risultato economico e del patrimonio aziendale=ogni ex
7)Comparabilit=vista nel punto 6
8)Omogeneit=vista nel punto8
9)Competenza=vista nel punto 2
10)Significativit e rilevanza dei fatti economici=ai fini della loro rappresentaz. in bilancio
11)Il costo come criterio base delle valutazioni=vista nel punto 4
12)Conformit del complessivo procedimento di formazione ai corretti principi contabili
13)Funzione informativa della nota integrativa=al bilancio e delle altre informazioni necess.
14)Verificabilit dellinformazione=affinch linformazione possa essere affidabile,il bilancio e
scritture dalle quali deriva devono essere verificabili.
4) LE DEROGHE (2423 comma4)
Il lavoro del redattore del bilancio tuttaltro che libero,le regole da rispettare sono molto rigorose,eben si sa che le cose troppo rigide si spezzano,quindi si pu finire per imbrigliare loperato del
redattore impedendogli di rappresentare adeguatamente lattivit aziendale. Il legislatore civile non
essendo ignaro di questa circostanza ha dunque previsto la possibilit di derogare alcune delle normeda lui stesso dettateun vero e proprio strappo alle regole con appunto margini di manovra
rappresentati dalla deroga per rappresentare il quadro fedele della gestione cercando di venir incontro
alla complessit della realt economica, applicando altri principi e non seguendo una specifica
disposizione dettata dal codice.La deroga ha come scopo unico lottenimento del quadro fedele quindi quando si hanno i presupposti
non facoltativa ma addirittura obbligatoria. Lesercizio deve avvenire nel rispetto delle regole dettate
dallo stesso legislatore. Questi richiede che si deroghi solo in casi eccezionali destinati ad influenzare
significativamente le condizioni economiche,patrimoniali e finanziarie che non possano essereadeguatamente rappresentate con le norme del codice. Pu riguardare aspetti formali anche se assai
difficile(per quanto riguarda la parte informativa nella nota integrativa il legislatore si limita a dettare
un contenuto minimo),ma riguarda soprattutto e pi direttamente gli aspetti sostanziali,ossia i criteri divalutazione,questo non deve diventare un espediente per aggirare il sistema delle norme,per questo
anche i casi e le modalit di esercizio sono regolati dal codice. Sono legittime solo in casi
eccezionali,purch si forniscano ampie informazioni integrative e a patto che gli eventuali utili
derivanti dalla deroga(es.nel caso di rivalutazioni,le plusvalenze di rivalutazione)siano accantonati inuna apposita riserva(costituita direttamente senza che i maggiori utili siano rilevati in conto economico
e poi accantonati)che resta indistribuibile fino a che tali utili non siano effettivamente realizzati.
Insomma il legislatore definisce come e quando derogare!!! Per esercitarla devono verificarsi due
condizioni:1)si verificano casi eccezionali = la difficolt sta nel considerare quali siano,quindi devonoessere eventi che presentano carattere oggettivo, natura anomala, o scarsa probabilit di
ripetizione;2)lapplicazione delle norme incompatibile col quadro fedele della situazione aziendale.lesercizio della deroga si traduce prevalentemente nelabbandono del principio del costo storico come
criterio base di valutazione in conseguenti rivalutazioni di attivit patrimoniali. Quando si verificano le
condizioni di caso eccezionale,natura anomala,non ripetibilit e incompatibilit con il quadro fedele
allora lesercizio della deroga un obbligo.
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PARTE DUELo Stato PatrimonialeLo stato patrimoniale il prospetto che illustra la composizione qualitativa e la consistenza quantitativa
del capitale di cui l'impresa si avvale per svolgere le operazioni di gestione. Il capitale si compone ditre elementi: le attivit, le passivit e il patrimonio netto.Si dice attivit ogni risorsa controllata
dall'impresa in conseguenza di eventi passati, e dalla quale sono attesi in futuro afflussi di beneficieconomici per l'impresa stessa.Si dice passivit l'obbligazione attuale dell'impresa derivante da eventipassati, la cui estinzione dar luogo a deflussi dall'impresa di risorse che incorporano benefici
economici.Sia attivit che passivit devono rispettare le due condizioni necessarie per la registrazione,
ovvero il flusso di benefici economici futuri deve essere probabile, e il valore o il costo sia
determinabile in maniera attendibile.Il patrimonio netto quello che resta delle attivit dell'impresadopo aver dedotto tutte le passivit. Si tratta dunque di una categoria residuale, nonostante possa essere
articolato in diversi elementi ideali quali il capitale sociale, le riserve, gli utili portati a nuovo e i
finanziamenti apportati dagli azionisti a titolo di capitale di rischio.Lo stato patrimoniale consente
quindi di ottenere informazioni riguardo la struttura patrimoniale, la struttura finanziaria e la liquiditdi impresa, permettendo di conoscere la composizione quali-quantitativa delle risorse controllate
dall'azienda, il grado di indebitamento e i gravami da esso derivati e con essi le esigenze di ulteriori
capitali future dell'azienda, e infine riguardo la capacit dell'impresa di far fronte agli impegnifinanziari derivanti dalle proprie obbligazioni.
La forma dello Sp
La forma dello stato patrimoniale a sezioni divise e contrapposte, di taglio tipicamente contabile, conuna sezione destinata ad accogliere i valori delle attivit e una sezione destinata ad accogliere i valori di
patrimonio netto e passivit. Questa forma sintetizza la doppia chiave di lettura del capitale, ovvero le
forme di impiego del capitale e le fonti dello stesso.Le varie poste accolte nelle sezioni sono strutturatesecondo uno schema rigido, stabilito dall'articolo 2424 del codice civile. Lo stato patrimoniale redatto
dall'impresa deve dunque contenere le poste indicate dal legislatore, con la denominazione e nell'ordine
che il legislatore stesso ha stabilito, salvo determinate eccezioni stabilite da leggi speciali e le zone dielasticit.All'interno del conto economico sono presenti quattro livelli: le macro-classi, denominate da
lettere maiuscole, le classi, denominate dai numeri romani, le voci, identificate dai numeri arabi e le
sotto-voci, identificate da lettere minuscole.Per ogni posta obbligatorio indicare, oltre l'importo
dell'esercizio i esame, anche l'importo dell'esercizio precedente, in modo da rendere operativo ilprincipio di comparabilit dei dati di bilancio. In caso gli importi di una voce non siano comparabili la
legge richiede di adattare l'importo dell'esercizio precedente a quello dell'esercizio in esame.
L'immediata non comparabilit e l'adattamento devono essere segnalati in nota integrativa, ed
eventualmente segnalare quelle voci di cui non stato possibile raggiungere un adattamento.Perrispetto del principio della chiarezza le poste attive e passive non sono soggette a compensazione, fatti
salvi alcuni casi in cui lo stesso legislatore a imporlo, secondo il principio della compensazione
contabile, come avviene per i fondi correttivi, come ad esempio i fondi di ammortamento, il fondosvalutazione crediti e il fondo svalutazione partecipazioni.
Le zone di Elasticit
Come detto, il legislatore prevede delle zone di elasticit nella struttura del prospetto. Tali piccole
modifiche nella struttura del prospetto risultano essere non solo lecite, ma addirittura obbligatorie.Tali
modifiche sono disciplinate dall'articolo 2424 ter, riguardano esclusivamente voci e sotto-voci, e
possono essere la suddivisione, il raggruppamento, l'adattamento o l'aggiunta.La suddivisione l'operazione tramite la quale una voce pu essere suddivisa in sotto-voci, a patto che non si elimini la
voce stessa e il suo importo. Questa suddivisione utile al fine del principio della chiarezza,
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specialmente laddove una posta contenga al suo interno dei valori eterogenei. Ad esempio nella voceterreni e fabbricati potrebbe essere utile al principio della chiarezza separare in sotto-voci eventuali
terreni da eventuali fabbricati, o ad esempio eventuali fabbricati civili dai fabbricati industriali.Il
raggruppamento l'operazione inversa alla suddivisione, e pu riguardare sia le sotto-voci che levoci. Il raggruppamento pu essere operato solo fra valori omogenei per loro natura, e l'esercizio di
questa operazione non lasciato agli amministratori soli, ma regolato da due regole:gli importi dellevoci raggruppate devono essere irrilevanti, e il raggruppamento deve giovare alla chiarezza delbilancio. Le voci raggruppate devono comunque essere distintamente indicate nella nota integrativa. Un
esempio pu essere dato dall'accorpamento degli assegni e della cassa, qualora gli importi siano di
scarso rilievo.Suddivisione e raggruppamenti non sono imposti, ma sono facoltativi, ed essi devono
essere comunque limitati in quanto l'abuso snaturerebbe lo schema patrimoniale prescritto dallegislatore.L'adattamento l'operazione tramite cui la denominazioni di voci e sotto voci deve essere
opportunamente adattata in presenza di una necessit derivante dal tipo di attivit esercitata.
L'adattamento un obbligo, nato dalla necessit di rappresentare un quadro fedele anche in relazione
agli ambiti lavorativi dell'impresa. Un esempio classico quello di una azienda di trasporti, che invecedella voce impianti e macchinario dovrebbe riportare la voce linee e dipendenze, o la voce
attrezzature industriali e commerciali potrebbe diventare in attrezzature di linea.L'aggiunta
l'operazione tramite cui si aggiunge una voce allo schema di bilancio al fine di rappresentare un valoreche non sia rappresentata in modo esplicito o implicito nelle poste gi presenti nello stato patrimoniale
stesso. Un esempio di aggiunta il caso in cui si debba svalutare un bene conferito in natura da un
socio: la posta di rettifica deve essere aggiunta tramite apposita voce nel patrimonio netto, con segno
negativo minusvalenza da apporto beni in natura. Come nel caso dell'adattamento questo unobbligo per colui che redige il bilancio.Le poste dell'attivo sono disposte in base a due distinti criteri: il
criterio della destinazione/origine e il criterio della liquidit/esigibilit.Il criterio della
destinazione/origine ispira la logica di suddivisione delle poste in attivo e passivo dello statopatrimoniale. Il criterio della destinazione nell'attivo circolante non inteso in senso assoluto, in quanto
nell'attivo circolante sono presenti ad esempio i crediti di funzionamento scadenti oltre l'esercizio e
nelle immobilizzazioni possono essere accolte voci in dismissione entro l'esercizio. Si definisconocomunque immobilizzazioni tutti quei beni destinati a essere utilizzati durevolmente. Nel passivo
invece si pu distinguere fra la macro-classe patrimonio netto e fra i valori del passivo in senso proprio,
ovvero generato dal ricorso a capitale di terzi.Per quanto riguarda la disposizione delle poste invece si
pu far riferimento al criterio della liquidit/esigibilit. Le poste dell'attivo sono disposte in modo daandare dagli investimenti pi difficilmente monetizzabili verso le poste prontamente liquide, ovvero
dalle immobilizzazioni immateriali verso le disponibilit liquide. Le poste del passivo invece sono
disposte dal meno esigibile verso il pi esigibile, partendo del capitale sociale fino ad arrivare ai debiti
a breve termine.Anche in questo caso i criteri non vengono posti in termini assoluti, e per rafforzare ilprincipio della chiarezza richiesta che venga inserita separata indicazione della quota di crediti o
debiti scadenti entro o oltre l'esercizio per ogni posta.
L 'attivo dell o Stato PatrimonialeL'attivo suddiviso in quattro distinte macro-classi:
crediti verso soci per versamenti ancora dovuti
immobilizzazioniattivo circolante
ratei e risconti
crediti Vs soci per versamenti ancora dovuti:
I crediti verso soci per versamenti ancora dovuti sorgono in momenti particolari della vita societaria,ovvero alla sua costituzione e a seguito di aumenti di capitale sociale. Tale macro-classe stata
evidenziata dal legislatore in quanto rappresenta una ideale rettifica alla voce del passivo capitale
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sociale. Chiunque legga il bilancio potr dunque quantificare in maniera prudente il capitale di rischioeffettivamente versato, sottraendo l'importo dei crediti verso soci per versamenti ancora dovuti al
valore nominale del capitale sociale.In questa voce si possono segnalare tutte le operazioni concernenti
il capitale netto, quali ad esempio i versamenti in copertura perdite e i versamenti in conto futuroaumento di capitale. Non potranno invece essere qui indicati eventuali crediti finanziari in senso stretto
o versamenti derivanti da operazioni commerciali dai soci. Infine necessario indicare espressamentela parte di credito gi richiamata.
Immobilizzazioni
La macro-classe B suddivisa in tre classi di valori:
Immobilizzazioni immaterialiImmobilizzazioni materialiImmobilizzazioni finanziarie
Immobilizzazioni immateriali
Le immobilizzazioni immateriali sono investimenti caratterizzati dalla mancanza di tangibilit, e si
suddividono in costi di impianto e di ampliamento, costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicit, diritti dibrevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere di ingegno, concessioni licenze marchi e diritti
simili. Si deve distinguere in queste voci fra gli oneri pluriennali e beni e diritti immateriali,
l'avviamento, le immobilizzazioni in corso e gli acconti e la classe residuale.Gli oneri pluriennale non possono essere scissi dall'attivo, in quanto rappresentano costi che misurano
investimenti non separabili dal sistema aziendale nel quale sono integrati. Sono dunque privi di
autonomia e di trasferibilit non rappresentando una vera e propria consistenza patrimoniale.I beni e i
diritti immateriali invece hanno una autonomia tecnica, economica e giuridica che ne consente laseparabilit dalla massa dell'attivo e la negoziabilit. Si tratta infatti di investimenti immateriali che
per presentano una consistenza patrimoniale paragonabile a quella di beni materiali.I costi di impianto
e di ampliamento sono oneri pluriennali che sorgono nella fase costitutiva dell'azienda e in momentiparticolari successivi alla costituzione, ad esempio durante una trasformazione di veste giuridica o
durante una ristrutturazione aziendale.I costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicit sono oneri
pluriennali che sorgono per l'acquisizione di competenze scientifiche e tecniche che possono dare luogoa rinnovamenti aziendali. I costi di pubblicit invece devono avere, per essere iscritti in questa voce,
carattere straordinario, ad esempio devono essere volti al lancio di un nuovo prodotto.I diritti di
brevetto industriale e di utilizzazione delle opere di ingegno rappresentano tutti quei beni immateriali
che rientrano nel novero delle creazioni intellettuali, alle quali fornita tutela dal codice civile.Leconcessioni, licenze e marchi rappresentano una serie di diritti e di doveri di utilizzazione. Le
concessioni sono provvedimenti dell'autorit pubblica tramite quale si trasferisce il potere e il diritto di
utilizzazione di determinati beni pubblici, con relativi diritti e obblighi nati da tale trasferimento. Le
licenze sono autorizzazioni tramite il quale si consente l'esercizio di determinate attivit regolamentate,e possono essere amministrative o private, come le licenze d'uso dei brevetti. Il marchio infine risulta
essere uno dei segni distintivi dell'azienda, e se registrato gode di tutela giuridica e quindi di un valore.
Concessioni licenze e marchi rientrano fra i beni e i diritti immateriali.L'avviamento la differenza frail valore economico del capitale aziendale e il valore contabile rettificato dello stesso capitale, ed
esprime la capacit dell'impresa di remunerare in maniera congrua i capitali di rischio in essa investiti.
L'avviamento un bene immateriale, essendo un plusvalore legato al complesso di condizioni esistentenell'impresa. L'avviamento per non pu essere iscritto in bilancio a meno che non sia stato acquisito a
titolo oneroso, si parla dunque di avviamento derivativo, mentre non ammessa l'iscrizione
dell'avviamento originario, ovvero dell'avviamento intrinsecamente presente nell'impresa.Fra le
immobilizzazioni in corso e gli acconti vanno iscritte le somme corrisposte come anticipo rispetto allapiena acquisizione di un bene o di un diritto immateriale, e gli oneri pluriennali collegati progetti
ancora non completati.Fra le altre immobilizzazioni immateriali vanno inserite quelle
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immobilizzazioni immateriali che non siano riconducibili alle categorie di oneri pluriennali e di beni ediritti immateriali, limitando cos l'utilizzo di questa voce altrimenti troppo ampia. In questa voce
vengono inseriti ad esempio le spese sostenute per migliore a beni di terzi o i costi di studio e
progettazione riguardanti lavori su commessa.Immobilizzazioni materiali
Le immobilizzazioni materiali sono beni di uso durevole, costituenti di parte della struttura permanentedell'impresa e solitamente destinati alla produzione di beni e servizi. Questa classe accoglie cinquevoci: terreni e fabbricati, impianti e macchinario, attrezzature industriali e commerciali, altri beni,
immobilizzazioni in corso e acconti.I terreni e i fabbricati sono beni adibiti ad uso industriale o civile, e
in questa voce sono accolti anche i valori relativi a impianti fissi necessari per l'utilizzo di tali beni o in
essi incorporati, come accade ad esempio nel caso di impianti idraulici.La voce impianti e macchinarioospita sia gli impianti generici che gli impianti specifici, e vengono accolti anche i valori relativi a
pezzi di ricambio e parti di scorta degli impianti il cui valore risulti essere importante e il cui utilizzo
sia raramente frequente.Nella voce attrezzature industriali e commerciali vengono accolte
strumentazioni di valore modesto rispetto agli impianti veri e propri, sono accolti in questa voceutensili di varia natura.Nella voce altri beni si accolgono i beni residuali, fra i quali figurano gli
automezzi, le macchine da ufficio, il mobilio e gli arredi.Fra le immobilizzazioni in corso e gli acconti
infine valgono le stesse considerazioni effettuate per le immobilizzazioni materiali. In questa voce vainserito anche il leasing finanziario, ovvero quello atto all'acquisizione di un bene tramite leasing.
Le immobilizzazioni finanziarie
Le immobilizzazioni finanziarie si compongono di quattro voci, ovvero le partecipazioni, i crediti
immobilizzati, gli altri titoli e le proprie azioni.Il termine partecipazione inteso come ogni titolo odiritto rappresentativo della propriet di una quota del capitale di rischio di una impresa, senza per
contare l'ammontare della quota di capitale posseduta n le finalit perseguite. Si potr distinguere nelle
quattro sotto-voci fra imprese controllate, collegate e controllanti o in altre imprese.Una impresa si dicecontrollata quando si ha il potere di determinare le scelte amministrative e gestionali di un'altra
impresa, e di ottenerne i relativi benefici, quindi si potr avere tale stato sia i caso di controllo diretto,
ovvero tramite il possesso della met pi uno del capitale sociale dell'impresa controllata, sia tramitevincoli contrattuali o tramite il possesso di una quota maggioritaria del capitale dell'impresa stessa,
esercitando cos una influenza dominante.Una impresa si dice collegata quando una societ pu
partecipare alla definizione delle politiche finanziarie e operative di un'altra impresa, senza per essere
in grado di esercitare un vero e proprio controllo su di esse, ovvero la quota posseduta del capitale siapari ad almeno il venti percento del capitale sociale di una impresa non quotata o il dieci percento di
una impresa quotata. La situazione di collegamento si ha dunque quando si esercita una influenza
notevole sull'altra impresa.I crediti iscritti fra le immobilizzazioni accolgono crediti finanziari a medio
e lungo termine e crediti commerciali, nel caso la durata degli stessi sia inusualmente lunga,solitamente tale tipo di credito contratto all'interno dell'ambito di gruppo, ed opportuno evidenziare
anche i crediti sorti nei confronti di imprese consociate.Nella voce altri titoli vengono iscritti per
residualit tutti titoli che non rappresentano partecipazioni, siano essi pubblici o privati, aventi lungascadenza e che l'impresa non sia intenzionata a vendere per almeno i dodici mesi successivi alla data di
bilancio. Si possono trovare in questa voce anche i titoli atipici, ovvero quei titoli che rappresentano
fondi di investimento o certificati immobiliari.Nella voce azioni proprie vanno inserite quote del capitale sociale che la societ ha riacquistato dai
propri azionisti. Il riacquisto di azioni proprie determina una riduzione effettiva della consistenza del
capitale di rischio, e quindi una riduzione della garanzia patrimoniale offerta ai terzi. Per questo il
legislatore pone che la quota di azioni acquistata non sia superiore al dieci percento del capitale socialee la creazione di una riserva indisponibile di importo pari al valore di acquisto delle azioni in attivo
costituita nel patrimonio netto della societ.
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L'attivo Circolante
L'articolo circolante si compone di quattro classi, rimanenze, crediti, attivit finanziarie che non
costituiscono immobilizzazioni e disponibilit liquide. Si possono dunque individuare due tipologie di
impieghi di capitale, ovvero gli investimenti direttamente collegati al ciclo operativo, partecipanti allaacquisizione, trasformazione e vendita dei beni e servizi prodotti, e le attivit finanziarie che non sono
destinate all'impiego durevole ma alla vendita.Gli investimenti collegati al ciclo sono le scorte dimagazzino e i crediti commerciali, mentre gli investimenti di natura finanziaria sono crediti finanziaridi breve termine, titoli e partecipazioni e disponibilit monetarie.
Le rimanenze
La classe delle rimanenze suddivisa in cinque voci, ovvero materie prime, sussidiarie e di consumo,
prodotti in corso di lavorazione e semilavorati, lavori in corso su ordinazione, prodotti finiti e merci,acconti, e i contenuti di queste voci sono regolati dal principio contabile tredici. Si accolgono in questa
voce sia le rimanenze di prodotti, materie e semilavorati, che gli importi delle produzioni su commessa
non ancora completate, che gli acconti a fornitori per acquisto di merci.
I creditiI crediti rilevati in questa classe normalmente hanno scadenza a breve termine. Pu accadere che alcuni
crediti commerciali abbiano scadenza superiore ai dieci mesi, in tal caso andr presentata separata
indicazione di tale quota di crediti secondo il principio della prevalenza della sostanza sulla forma. Laclasse dei crediti si distingue in crediti verso clienti, crediti verso controllate, collegate, controllanti,
crediti tributari e imposte anticipate e la classe residuale altri crediti.La prima classe accoglie i crediti
sorti in seguito all'attivit di vendita di beni e servizi, e quindi di crediti commerciali.La seconda
famiglia invece pu accogliere sia crediti commerciali che crediti finanziari, sia pure questi possanoessere inseriti sia in questa voce che in altri crediti. In questo caso comunque il legislatore d
indicazione di porre in nota integrativa la quota di crediti commerciali e la quota di crediti finanziari
verso controllate, collegate o controllanti.I crediti tributari sorgono come conseguenza di posizioni creditorie verso l'erario riguardo le imposte
dirette e le imposte indirette.La voce altri crediti accoglie la classe residuale di crediti non commerciali,
fra i quali i crediti verso gli istituti previdenziali e assistenziali, i crediti per cauzione beni di terzi ecrediti verso il personale per anticipi sulle retribuzioni.
Le attivit finanziarie che non costituiscono immobilizzazione
Si tratta di un riflesso delle immobilizzazioni finanziarie, da cui si discostano per la destinazione delle
partecipazioni, delle azioni proprie e degli altri titoli ivi iscritti. I valori finanziari raccolti nell'attivocircolante sono espressivi di attivit destinate all'alienazione, secondo il principio della destinazione.
Sono inoltre in questa voce assenti i crediti finanziari verso controllate, collegate e controllanti, presenti
invece nella classe crediti, sia pure la prassi contabile nazionale imponga, se tali crediti superano
determinate somme, di iscriverle in questa classe.I ratei e i risconti attivi
Ratei e risconti sono valori che svolgono rispettivamente funzione integrativa dei valori di ricavo e
funzione rettificativa dei valori di costo, e sono collegati strettamente al principio della competenzaeconomica. In questa voce vanno inseriti valori la cui consistenza proporzionale al decorrere del
tempo, e a cavallo di due o pi periodi amministrativi e che vengono maturando in due o pi esercizi.
Il Passivo
Il passivo si compone delle macro-classi: patrimonio netto, fondi per rischi e oneri, trattamento di fine
rapporto, debiti e ratei e risconti.
Patrimonio nettoIl patrimonio netto composta da nove classi, che evidenzia le parti ideali del patrimonio netto, ovvero
il capitale sociale, le riserve e gli utili (o perdite).Il capitale sociale accoglie il capitale sottoscritto,
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indipendentemente dalla misura in cui stato versato. La misura reale del capitale sociale versato siottiene detraendo al valore sottoscritto la voce A dell'attivo e le eventuali azioni proprie detenute
dall'impresa.Le riserve si dividono in due categorie: le riserve di capitale e le riserve di utili. Si parla di
riserva da utile quando la riserva trae origine dall'accantonamento di utili prodotti dall'impresa. Questo il caso delle riserve volontarie, dalla statutaria alle riserve straordinarie, e della riserva legale.La
riserva da sovrapprezzo azioni una riserva di capitale, indistribuibile fino al momento in cui la riservalegale non ha raggiunto il limite stabilito per legge, e deve essere ricostituita in caso venga usata acopertura di perdite.Le riserve da rivalutazione sono riserve di capitale derivanti da rivalutazioni
monetarie o economiche. Le rivalutazioni monetarie possono essere compiute solo se una specifica
legge le consente o le impone all'impresa, mentre le rivalutazioni economiche si ricollegano a fenomeni
che determinano rilevanti aumenti del valore intrinseco di alcuni elementi patrimoniali pu avere acausa di una rivalutazione di un terreno originariamente agricolo in terreno industriale.La riserva legale
una riserva di utili obbligatoria per legge, si deve procedere all'accantonamento di un ventesimo degli
utili fino al raggiungimento del capitale sociale.Le riserve statutarie sono riserve la cui costituzione
prevista nello statuto che regola la vita della societ, e sono riserve da utili.La riserva per azioni proprie in portafoglio collegata all'acquisto di azioni proprie, e rappresenta il
secondo vincolo all'acquisto di azioni della societ da parte della societ stessa. Si tratta anche questa di
una riserva indisponibile e di capitale.Nella voce altre riserve vengono accolte riserve facoltative,ovvero disposte liberamente dall'assemblea in sede di accantonamento utili. Vengono accolte anche
riserve derivante da norme del codice civile, in base a situazioni particolari e specifiche, i versamenti
dei soci in conto capitale sia per copertura perdite che per futuri aumenti di capitale che a fondo
perduto.
Fondi rischi e oneri, Fondo TFR
Macro-classe B e C, fondi rischi e oneri e fondo tfr sono correlate all'accantonamento di utili lordi, mamentre nel primo caso si parla di riserve di provvisione, nel secondo caso si parla di una particolare
voce di debito dell'impresa verso i dipendenti.Le riserve di provvisione sono valori la cui
determinazione basata su stime, per quello sono regolati dall'articolo 2424bis, dal principio contabile19 e dallo IAS 37. Gli accantonamenti alle riserve di provvisione devono avere natura determinata,
esistenza certa o probabile, ammontare e/o scadenza indeterminati. In base al tipo di esistenza si
distingue in fondi spese e fondi rischi. I fondi spesa hanno natura certa, mentre i fondi rischi hanno
manifestazione probabile.Il fondo di trattamento fine rapporto si distingue dai fondi rischi e oneri, inquanto un onere avente natura determinata, esistenza certa e importo determinato, con unico elemento
di incertezza rappresentato dal momento del pagamento.
I debiti
In questa macro-classe devono essere rilevate tutte le obbligazioni che presentano natura determinata,esistenza certa, ammontare determinato e scadenza determinata. Questi debiti possono derivare da
operazioni finanziarie, da operazioni commerciali, da operazioni con societ parenti o di altra natura.
Le classi dalla 1 alla 5 rappresentano i debiti finanziari, la classe dalla 6 alla 8 rappresenta i debiticommerciali, la classe dalla 9 alla 11 rappresenta i debiti interni al gruppo e infine le ultime tre classi
rappresentano i debiti vari.
I l conto EconomicoIl conto economico illustra la consistenza quantitativa e qualitativa del reddito che l'impresa ha
prodotto nel corso del periodo amministrativo in seguito allo svolgimento della gestione, rappresentato
attraverso l'esposizione dei ricavi e dei costi di esercizio.I costi sono decrementi di benefici economici di competenza del periodo amministrativo che si
manifestano sotto forma di incrementi di passivit o diminuzione di attivit, mentre i ricavi sono
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incrementi lordi di benefici economici di competenza del periodo amministrativo che si manifestanosotto forma di incrementi di attivit o diminuzioni di passivit.
Costi e ricavi vengono rilevati all'interno del Conto Economico in base al principio della competenza
economica.Per rispettare il principio della prudenza la prassi contabile limita la rilevazione a contoeconomico dei ricavi realizzati, ovvero il cui processo produttivo completato, e dei quali durante
l'esercizio avvenuto lo scambio con il conseguente passaggio sostanziale e non formale del titolo dipropriet.Sempre nel rispetto del principio della competenza i costi di esercizio vanno iscritti nel contoeconomico anche se solo probabili, purch sia attendibile la valutazione dell'ammontare di tali flussi.
Forma e struttura del prospetto
Il conto economico disciplinato dagli articolo 2425, 2425 bis e 2423 ter.
Il conto economico ha forma a sezioni riunite (o scalare), e si caratterizza per la presenza di una unicasezione nella quale i vari valori vengono raccolti, perdendo l'aspetto contabile a sezioni
contrapposte.La forma scalare stata scelta per l'esigenza di permettere di separare il reddito in aree
gestionali, permettendo cos di distinguere e raggruppare i vari ricavi e costi in relazione alla natura
delle operazioni di gestione dalle quali derivano, ovvero individua la pertinenza dei diversi costi ericavi.I redditi parziali ottenuti tramite questo meccanismo valutano l'andamento economico di una
impresa, misurandone l'aspetto qualitativo, permettendo agli stakeholders di individuare la reale
composizione e formazione del reddito di esercizio. Le poste sono invece ordinate per natura.Le postedel conto economico sono strutturate secondo uno schema rigido con medesime zone di elasticit dello
stato patrimoniale, pu contenere solo le poste indicate dal legislatore, con la determinazione da esso
decisa e nell'ordine dal legislatore prefissato, e si suddividono in macro-classi, voci e sotto-voci, non
presenta invece classi. Nel rispetto del principio della comparabilit ogni posta deve presentare anchel'importo dell'esercizio precedente, se gli importi non sono fra loro direttamente comparabili occorre
adattare l'importo dell'esercizio precedente, sia pure vada inserita adeguata motivazione in nota
integrativa. Le poste con valore pari a zero possono non essere riportate purch non presentino valorenell'esercizio precedente.Come nello stato patrimoniale, anche nel conto economico sono vietate
compensazioni di partite, ma sono invece richieste determinate compensazioni contabili, in quanto i
valori di costo e di ricavo devono essere espressi al netto di eventuali resi, sconti e abbuoni.Le voci e lemacro-classi del conto economico sono disposte in modo da evidenziare i risultati delle operazioni per
area gestionale, potremo quindi riconoscere due grandi aree gestionali, l'area della gestione operativa e
l'area della gestione straordinaria. All'interno della gestione ordinaria potremmo inoltre distinguere la
gestione operativa e la gestione finanziaria.La gestione operativa raccoglie operazioni concernenti la produzione e la vendita di beni e servizi che
caratterizzano l'attivit di impresa, e viene quindi definita come gestione caratteristica o tipica, in
quanto nasce da operazioni che assumono connotazione in base alla particolare produzione che
l'impresa svolge.La gestione finanziaria rappresenta invece le operazioni attraverso le quali l'impresa siapprovvigiona dei capitali monetari necessari al suo funzionamento. Ne fanno dunque parte gli interessi
passivi derivati dai prestiti contratti per finanziare l'attivit operativa, oltre che gli investimenti
finanziari in titoli, partecipazioni e crediti di finanziamento.
La gestione operativaLa gestione operativa si costituisce di due elementi, i valori della produzione e i costi della produzione,la cui differenza raffigura il reddito operativo dell'impresa.Il valore della produzione il risultato dello
sforzo produttivo complessivamente compiuto dall'impresa nel periodo amministrativo. Il valore della
produzione accoglie quindi, oltre alla produzione venduta, la produzione per vendere e la produzione
per produrre, e ulteriori ricavi accessori di diversa natura.La produzione venduta espressa dai ricavidi vendita e delle prestazioni, che accolgono il fatturato caratteristico.La produzione da vendere
accoglie al suo interno le variazioni delle rimanenze di prodotti e semilavorati e le variazioni dei lavori
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in corso su ordinazione.La produzione per produrre rappresentata dalla voce incrementi di immobilizzazioni per lavori
interni, e rappresenta lo sforzo produttivo che l'impresa sostiene per produrre internamente determinati
beni funzionali all'integrazione nel processo produttivo. Si tratta dunque di una capitalizzazione di costiche son stati sostenuti per la realizzazione interna di immobilizzazioni.L'ultima voce del valore della
produzione accoglie in quanto posta residuale tutti i componenti positivi di reddito che nonappartengono all'area finanziaria e all'area straordinaria e che non possono, data la loro natura, trovarecollocazione nelle voci precedenti. Esempi sono i ricavi accessori come i fitti attivi o le royalties
derivanti da utilizzo di marchi brevetti e i contributi in conto esercizio. Accoglie inoltre plusvalenze,
minusvalenze o insussistenze attive ordinarie.I costi della produzione vengono ordinati seguendo una
classificazione per natura, ovvero osservando la natura del fattore produttivo la cui acquisizione e il cuiimpiego ha causato il sostenimento del costo. I fattori impiegati potranno provenire generalmente da
materie e servizi, lavoro, per il personale, collegati alle immobilizzazioni e agli accantonamenti, e si
chiude con una classe generica quale oneri diversi di gestione.I costi collegati alle materie e ai servizi
contengono al loro interno, oltre ai costi di approvvigionamento di materie prime, i costi collegati atutti quei servizi esterni all'azienda per la funzione di approvvigionamento, per la produzione, legati
alla funzione commerciale o alla funzione amministrativa, i costi per l'utilizzo di beni di terzi e le
variazioni del magazzino merci.Fra i costi per le immobilizzazioni ritroviamo gli ammortamenti delleimmobilizzazioni materiali o immateriali, in questa categoria rientrano anche le svalutazioni dei crediti
verso clienti e le svalutazioni delle immobilizzazioni.I costi per il personale rappresentano invece quei
costi che l'impresa ha sostenuto per remunerare la forza lavoro.Fra i costi per accantonamenti
distinguiamo due voci, una dedicata ai fondi rischi e una dedicata agli accantonamenti ai fondi spesefuture.La voce residuale accoglie i costi generici non strettamente collegati all'attivit produttiva,
accoglie inoltre minusvalenze derivanti dall'alienazione di immobilizzazioni e sopravvenienze o
insussistenze passive se ordinarie.La differenza fra il valore della produzione e i costi della produzioneesprime sostanzialmente il risultato della gestione operativa, sia pure includa al suo interno i risultati
della gestione accessoria. Il risultato della differenza A-B dunque in parte sfuocato in quanto mescola
gestioni diverse. Un risultato positivo, nonostante questa sfocatura, rappresenta comunque unmessaggio chiaro e forte, in quanto l'impresa stata in grado di ottenere dalle sue tipiche attivit
produttive integrate dalle attivit complementari o collaterali un determinato reddito, prescindendo
dagli effetti reddituali derivanti dalle scelte finanziarie operate nel periodo amministrativo.
La gestione fi nanziar iaL'area finanziaria composta dalle macro-classi C e D del Conto Economico.
Nella sezione C sono accolti i proventi e gli oneri finanziari, ed suddivisa in quattro voci. Nella voce
proventi da partecipazioni sono accolti i dividendi e i proventi derivanti dai diritti di opzione. Vannoinoltre in questa sezione inseriti i dividendi, i proventi derivanti dalla vendita di diritti di opzione e le
plusvalenze da alienazione di partecipazioni nei casi in cui questi siano negoziati correntemente, a patto
quindi che fossero iscritte nell'attivo circolante. La seconda voce dei proventi finanziari accoglie tutti iproventi residuali, fra i quali ritroviamo quindi gli interessi attivi generati dai crediti iscritti nelle
immobilizzazioni, i proventi originati dai titoli, interessi attivi bancari, interessi di mora su crediti e le
quote di ammortamento dell'aggio su prestiti obbligazionari.Anche in questo caso necessarioevidenziare i valori sorti nei confronti di societ controllate, controllanti o collegate.La terza voce della
sezione C accoglie invece gli interessi e gli oneri finanziari, quindi accoglier al suo interno interessi
passivi, spese bancarie, costi di emissione prestiti, quote di ammortamento del disaggio su prestiti
obbligazionario e minusvalenze realizzate durante l'alienazione di partecipazioni o di titolinegoziabili.La quarta voce accoglie invece sia gli utili che le perdite su cambi, che nascono da
operazioni concluse nel corso dell'esercizio o di posizioni aperte che richiedano la valutazione dei
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cambi monetari nella data di conclusione. Le operazioni che originano questi utili o queste perditepossono essere di natura commerciale o di natura finanziaria, a seconda che siano collegati a operazioni
o vendita di fattori produttivi, oppure che nascano in seguito a crediti in valuta estera o debiti di
finanziamenti in valuta estera.Le rettifiche di attivit finanziarie sono accolte nella macro-classe D delconto economico, ed accoglie rivalutazioni e svalutazioni di attivit finanziarie. Riguarda quindi i
componenti negativi o positivi di reddito collegati al processo di valutazione delle attivit finanziarieiscritte nello stato patrimoniale.Dalle due macro-classi possibile distinguere la gestione finanziariapassiva, ovvero quella derivante dalle operazioni che attengono alla negoziazione di capitale di credito,
e alla gestione finanziaria attiva, ovvero quelle operazioni che concernono gli investimenti finanziari.
La gestione Straordinaria
La gestione straordinaria raccoglie al suo interno tutti quei valori (positivi o negativi) derivanti da
eventi o da operazioni estranee alla attivit ordinaria dell'impresa, purch questi siano infrequenti,
ovvero che l'evento o l'operazione non possano ripetersi in un futuro ragionevolmente
prevedibile.Vengono dunque accolti all'interno della gestione straordinaria i valori derivanti da fattinaturali o accidentali, come pu essere per un incendio o un'alluvione, oppure un furto, accoglie inoltre
minusvalenze e plusvalenze, svalutazioni e ripristini derivanti da operazioni o eventi che modificano in
profondit la struttura aziendale o dall'alienazione di beni non strumentali all'attivit produttiva.Rientrano inoltre i valori che competono gli esercizi precedenti, ovvero derivati da errori contabili,
come un errato calcolo delle imposte o una errata registrazione di una operazione di acquisto, e i valori
derivanti dai cambiamenti dei principi contabili o dei criteri di valutazione, ad esempio passando nella
valutazione del magazzino dal metodo Last In First Out al metodo First In First Out.L'area straordinariamostra rispetto all'area ordinaria, agli occhi del lettore, una minore importanza in quanto i fatti ivi
iscritti sono dotati di un carattere di sostanziale non ripetibilit.
Gli errori contabili, il cambio di principi e il principio della comparabilit
Il principio della comparabilit contabile viene meno ogni qualvolta il principio della continuit viene
meno. Questo principio richiede che gli eventi economici simili siano registrati, valutati e rappresentatiin bilancio in modo costante nei vari periodi. La costanza di applicazione viene quindi meno quando si
presentano errori relativi a esercizi precedenti o cambiamenti di politiche contabili.Gli errori, riducibili
a diverse cause fra le quali gli errori di calcolo e l'errata applicazione di principi contabili e di criteri di
valutazione, possono andare a interessare sia gli aspetti formali (ad esempio la collocazione errata di unmutuo o di una voce), sia ad aspetti sostanziali (ad esempio una scorretta ammortizzazione dei beni).I
cambiamenti nelle politiche contabili invece riguardano la modifica di un principio contabile riguardo
l'individuazione di fatti da registrare, la rilevazione delle operazioni di gestione, la valutazione dei
componenti del capitale o la rappresentazione della situazione patrimoniale o della situazioneeconomica.
Per assicurare la comparabilit i cambiamenti di politica contabile dovrebbero essere rilevati in
bilancio, al fine di facilitare l'analisi e l'interpretazione dei dati. Per attuare tale scelta si pu ricorrere almetodo retrospettivo o al metodo prospettico.Il metodo retrospettivo consente anche di segnalare gli
errori. Secondo questa logica bisogna individuare l'esercizio di formazione dell'elemento patrimoniale
del quale stato il criterio di valutazione, applicare il nuovo criterio di valutazione a partire daquell'esercizio fino al momento in cui si effettuato il cambiamento, determinare l'effetto prodotto sul
reddito degli esercizi precedenti misurando la differenza fra il patrimonio netto iniziale dell'esercizio in
cui avviene il cambiamento e l'ammontare del patrimonio netto iniziale ottenuto applicando negli
esercizi precedenti il nuovo criterio, rilevare tale differenza come componente straordinario di redditonell'esercizio nel quale avvenuto il cambiamento.Questa applicazione molto laboriosa o non
praticabile, si ricorre dunque al metodo prospettico, il quale non comporta alcuna correzione
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retrospettiva. Il nuovo criterio di rappresentazione viene applicato solo ai fatti e alle operazionedell'esercizio in cui avviene il cambiamento. I fatti e le operazioni precedenti vengono riflessi in
bilancio secondo il vecchio principio. Questo metodo si limita dunque a informare attraverso la nota
integrativa la modifica avvenuta, che trover applicazione da quell'esercizio in poi. Questo metodo hasenso solo per i cambiamenti nelle politiche contabili dunque, e non pu essere usato per la correzione
di errori.I valori che derivano dal cambiamento nel criterio di valutazione o da errori non vanno confusi con ivalori derivati da stime rivelatesi imprecise, stime che sono alla base delle valutazioni di bilancio.
L'ammontare di un fondo rischi su crediti ad esempio si potrebbe rivelare incapiente o esuberante.
Questo forma una sopravvenienza attiva o passiva di competenza economica dell'esercizio. Questi
errori sono dunque diversi da quelli considerati di natura straordinaria, e infatti vengono rilevati nellevoci A5 e B14 del Conto Economico.
L 'area tri butariaIl secondo margine del conto economico civilistico il risultato prima delle imposte, dato dalla sommadell'area operativa, dell'area finanziaria e dell'area straordinaria. Questo margine mostra quindi la
ricchezza prodotta dal complesso delle operazioni di gestione, al netto dell'onere fiscale.Le imposte di
esercizio, poste alla voce numero ventidue del conto economico, sono tipicamente formati dalleimposte dirette, ovvero Irap e Ires, ovvero l'imposta regionale sulle attivit produttive e l'imposta sui
redditi delle societ. Le imposte indirette sono invece rilevate fra gli oneri diversi di gestione. Le
imposte di competenza dell'esercizio sono articolate sul reddito fiscale come imposte correnti, alle
quali vanno sottratte o sommate le imposte differite e le imposte anticipate.Nella determinazione delreddito imponibile si distinguono fra le variazioni fiscali in aumento o in diminuzione variazioni
permanenti e variazioni temporanee, in quanto in Italia vige la filosofia del binario unico per la
determinazione del reddito fiscale.Le differenze permanenti si formano quando la normativa fiscale nonaccetta la deduzione di alcuni componenti negativi di reddito che fanno parte del risultato economico
determinato secondo le indicazioni del codice civile, o quando determinati componenti positivi di
reddito non risultino soggetti a tassazione.Le differenze temporanee tra risultato di bilancio e redditoimponibile nascono invece quando la norma fiscale fa partecipare in tutto o in parte alcuni componenti
di reddito alla determinazione dell'imponibile di esercizi diversi da quelli di cui risultano competenti in
base al profilo contabile e civilistico. Un ricavo dunque considerato imponibile i tutto o in parte in
esercizi diversi da quelli in cui viene iscritto nel conto economico civilistico o un costo consideratodeducibile in tutto o in parte in un esercizio diverso da quello in cui viene iscritto nel conto economico
civilistico. Queste differenze si mostrano quindi per un certo lasso di tempo, dopo il quale vengono
riassorbite ferme restando le differenze permanenti.Le imposte correnti sono le impostedovute allo
stato, calcolate sul reddito imponibile, e corrispondono alle imposte effettivamente da pagare, secondoil meccanismo degli acconti e del saldo. Le imposte correnti rappresentano per una delle componenti
delle imposte dell'esercizio, in quanto interviene la fiscalit differita.Le differenze temporanee creano
infatti una differenza fra le imposte correnti di esercizio e le imposte di competenza dell'esercizio,determinando l'insorgere di differimenti di tassazione o di anticipi di tassazione. I differimenti di
tassazione si verificano quando, in base ad una norma tributaria sovvenzionale, i redditi di competenza
economica dell'esercizio sono sottoposti a tassazione in periodi successivi. Gli anticipi di tassazioneinvece si verificano quando redditi di competenza economica futura sono sottoposti a tassazione
nell'esercizio.Le imposte differite rappresentano imposte di competenza economica dell'esercizio che
verranno pagate negli esercizi successivi, rinviate al futuro tramite l'accantonamento al fondi imposte
differite, hanno natura determinata, esistenza certa, scadenza certa ma ammontare indeterminato inquanto possono verificarsi cambiamenti di aliquota d'imposta prima del momento in cui sar annullata
la differenza temporanea di imposta. Hanno quindi sia natura economica (l'accantonamento al fondo
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imposte differite) che patrimoniale (come Fondo per l'appunto)Le imposte anticipate rappresentano le imposte pagate anticipatamente e che verranno recuperate negli
esercizi successivi, risultando come costo nell'esercizio in cui verranno pagate, e come credito nello
stato patrimoniale. Negli esercizi successivi una quota del credito sar portata a sottrazione, attraversoil conto recupero imposte anticipate, delle imposte di esercizio.In sintesi alla voce 22 del conto
economico vanno iscritte con segno meno le imposte correnti, alle quali andranno aggiunte le imposteanticipate e l'assorbimento delle imposte differite, e sottratte le imposte differite e il recupero delleimposte anticipate.
L 'util e di EsercizioL'utile (o la perdita) di Esercizio l'ultimo margine del Conto Economico Civilistico, e rappresenta ilrisultato globale dell'attivit svolta nelle diverse aree di gestione. Il valore corrispondente di questa
voce deve corrispondere al valore iscritto nello Stato Patrimoniale, e rappresenta una quota ideale del
patrimonio dell'azienda a fine esercizio, originata in seguito alle operazioni svolte nello stesso.
15) IL BILANCIO IN FORMA ABBREVIATA
Le imprese di minori dimensioni possono trovare difficile e oneroso rispettare le richieste della
normativa e allora per non essere soffocate possono redigere un bilancio semplificato chiamatobilancio in forma abbreviata(2435 bis). Possono redigerlo le imprese che per due esercizi consecutivi
non abbiano superato 2 dei 3 parametri stabiliti:3'125'000 di attivit;6'250000 di ricavi di vendita e
di prestazioni;50 dipendenti.(possibilit comunque esclusa se lazienda ha emesso titoli negoziati in
mercati regolamentati).Le semplificazioni riguardano solo gli aspetti formali e interessano tutti i documenti,nessuna
semplificazione riguarda gli aspetti sostanziali ossia i criteri di valutazione.
Le semplificazioni dello stato patrimoniale si traducono in un raggruppamento di voci,si limita ariportare le macroclassi contrassegnate da lettere maiuscole e le classi indicate con i numeri romani, si
pu presentare allattivo con 2 sole macroclassi:B(immobilizzazioni),C(attivo circolante)allinterno di
queste le voci e sottovoci vengono accorpate nella classe di riferimento evidenziando distintamentefondi e svalutazioni. Anche il passivo viene presentato nelle sue macroclassi e classi,raggruppando tutte
le voci e sottovoci:A(patrimonio netto);B(fondi per rischi e oneri);C(T.F.R.);D(debiti,ratei e
risconti),logicamente si pu intuire che la perdita di informazioni nello stato patrimoniale abbreviato
notevole.Per quanto riguarda invece il conto economico questo subisce semplificazioni minori essendo
consentito solo il raggruppamento di alcune voci,riguardano voci del valore della produzione,dei costi
della produzione e valori dellarea finanziaria della gestione. Per quanto riguarda la nota integrativa si
traducono in tagli alle informazioni obbligatorie. La relazione sulla gestione pu essere omessa senella nota int. vengono fornite informazioni sulle azioni proprie.
PARTE TRELa determinazione del reddito di esercizio e del correlato capitale di funzionamento il frutto di un
processo laborioso e complesso, in quanto il reddito espressione dell'aspetto economico della gestione
che risulta esprimere la capacit dell'impresa di svolgere la propria funzione.Esistono due processi che portano alla determinazione del reddito di esercizio, ovvero il processo
indiretto o sintetico e il processo diretto o analitico.Il processo indiretto confronta il valore del capitale
iniziale con il valore del capitale finale di un dato arco di tempo, ovvero l'esercizio, determinando cos
la variazione che il capitale di un'impresa ha subito nell'arco dell'esercizio per via della gestione.Questo processo non in grado di mostrare la formazione progressiva e continua del reddito come
valore prodotto da un complesso di operazioni coordinate.Il processo diretto calcola il reddito in via
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permanente dell'impresa presentano tre caratteristiche: sono impiegati come strumenti per laproduzione o la fornitura di beni e servizi, per affittarli a terzi, per scopi amministrativi o per la
costruzione e manutenzione di altre immobilizzazioni, si attende che siano utilizzati per pi di un
esercizio e non sono destinati alla vendita, non sono oggetto di trasformazione per l'ottenimento diprodotti destinati alla vendita nella normale attivit di impresa.I beni materiali sono valutati tramite sei
fasi: l'identificazione, la determinazione del valore originario iscritto in bilancio, la definizione delpiano di ammortamento, le eventuali revisioni dello stesso, le eventuali revisioni del valore originariocon conseguenti svalutazioni o ripristini di valore, e infine con l'individuazione delle informazioni
rilevanti da inserire nella nota integrativa o nella relazione di gestione.Le immobilizzazioni sono
iscritte nell'attivo patrimoniale, al netto dei fondi di rettifica. Il codice non definisce le singole voci,
cosa regolamentata dal principio contabile sedici.Le immobilizzazioni materiali sono iscritte per laprima volta in contabilit al valore di costo, che rappresenta il valore originario dell'immobilizzazione
stessa. Il costo rappresenta quindi il criterio base di valutazione. La determinazione del valore di costo
dipende dalla via di acquisizione, infatti una immobilizzazione materiale pu derivare da acquisto da
terzi, costruzione interna o in economia o altre vie di acquisizione (come il conferimento).Nel casodell'acquisto da terzi il valore originario pari al costo di acquisto maggiorato di eventuali oneri
accessori (compresi interessi passivi relativi a mutui o finanziamenti, spese di trasporto relative al
macchinario etc), al netto di eventuali sconti commerciali e dell'iva detraibile.Nel caso dellacostruzion