giubileo degli ingegneri · 2011. 12. 7. · l’ idea-progetto, che abbiamo chiamato la porta,...
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ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI NAPOLI
GIUBILEO DEGLI INGEGNERI
9 dicembre 2011 ore 10,00
Aula Scipione Bobbio
Facoltà di Ingegneria - Università degli Studi di Napoli Federico II
Con la partecipazione di:
Cardinale Crescenzio Sepe, Prof. Alfredo Buccaro,
Arch. Ugo Carughi, Prof. Edoardo Cosenza, Prof.
Renato Iovino, Prof. Gaetano Manfredi, Prof. Luigi
Nicolais, Prof. Piero Salatino, Ing. Luigi Vinci, Ing.
Armando Zambrano
Nel corso della manifestazione verrà presentata l’idea-
progetto
La Porta della città ducale per la città antica,
per il riscatto ed il risveglio morale della città con il restauro della
Chiesa dei SS. Cosma e Damiano,
gioiello dell’architettura sacra napoletana
a cura di:
ing. Luigi Vinci, ing. Paola Astuto, prof. Alfredo Buccaro,
ing. Francesco Paolo Capone, arch. Ugo Carughi, ing.
Francesco Castagna, ing. Sergio Cotecchia, ing. Annibale de
Cesbron de la Grennelais, prof. Fabio De Felice, prof.
Filippo De Rossi, prof. Luciano Di Fraia, ing. Giovanni
Esposito, prof. Flavia Fascia, ing. Luca Giorgio, prof. Renato
Iovino, ing. Emanuele La Mantia, ing. Salvatore Landolfi,
ing. Andrea Lizza, ing. Giovanni Manco, prof. Gaetano
Manfredi, ing. Paola Marone, ing. Eduardo Pace, prof.
Mario Pasquino, ing. Giancarlo Scinto, ing. Marco Senese,
SS. Cosma
e Damiano
Santa Chiara
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“Non chiudete le porte alla speranza”
Il Giubileo per Napoli
IL CONTRIBUTO DEGLI INGEGNERI PER IL RILANCIO ETICO E MORALE DELLA CITTÀ
Napoli, capitale della cultura, dell’arte, delle bellezze naturali, delle potenzialità umane è
un patrimonio mal comunicato e poco conosciuto anche dai napoletani.
Un’invadente sensazione di rassegnazione ed arrendevolezza si è propagata nelle menti e
nell’animo dei napoletani è stata prontamente avvertita dal Cardinale Crescenzio Sepe che ha
lanciato una grande sfida indicendo un Giubileo straordinario per la Città di Napoli e levando
forte l’appello:
“NESSUNO SI RASSEGNERÀ MAI A CONSIDERARE NAPOLI, E LA TERRA CHE INTORNO LE FA CORONA, COME UNA STORIA FINITA MALE”.
Egli ha inciso nei nostri cuori e nelle nostre menti queste parole scritte nella Lettera
Pastorale “Non chiudete la porta alla speranza”, ricordando inoltre che, se da un lato “oggi, purtroppo, anche le porte di Napoli sembrano aprirsi solo per far uscire i nostri giovani diretti altrove in cerca di lavoro, spesso i migliori «cervelli» in fuga dalla città”, dall’altro non
dobbiamo dimenticare che “la città ha vissuto in pienezza tutti i tempi della sua storia, segnata anche da momenti esaltanti, di cui restano tracce non labili nello stesso impianto architettonico e urbanistico, tipico dei fasti di un’antica capitale”.
Da qui l’avvio di un percorso di riflessione e di progettazione sviluppatosi tra gli Ingegneri
napoletani che, come sempre, si pongono, attraverso il proprio Ordine di appartenenza, al
fianco del Cardinale e della Città.
“Riapriamo simbolicamente queste porte per non chiudere la porta alla speranza! Lasciamo entrare l’aria nuova del futuro!”
Noi Ingegneri abbiamo interpretato il “non chiudere la porta alla speranza” come restituire
la speranza e la dignità di vita dedicandoci, in particolare, ad una parte della Città che vive
all’interno dei percorsi di riqualificazione e di valorizzazione anche turistica senza, però, esserne
mai sfiorata: recuperare spazi fisici degradati per donare loro nuova vita ricreando fiducia nella
popolazione attraverso il suo coinvolgimento e progettando le migliori condizioni per un futuro
di crescita anche, ma non solo, per i giovani, un futuro di speranza!
Rinascere a nuova vita partendo dalla memoria storica, dalla tradizione e dalla cultura,
ovvero dalla coscienza dell’essere napoletano: vogliamo impiantare un seme che faccia
prendere coscienza ai napoletani della bellezza nella quale vivono e faccia rinascere la passione
per la loro città.
L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli si schiera dunque in prima linea per
concorrere a restituire dignità di metropoli alla nostra città, attraverso un piano organico di
miglioramento della qualità e vivibilità urbana, di un piano che la riporti a livelli “europei”.
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Con la consapevolezza di poter contare su una vasta rete di professionalità, l'Ordine con
spirito costruttivo risponde all’appello lanciato dal Cardinale Sepe: gli Ingegneri napoletani
vogliono non solo simbolicamente ma anche fisicamente riaprire una Porta antica e
dimenticata per consentire l’ingresso in una nuova via lastricata di socializzazione, di sviluppo e
di civiltà.
Da qui la proposta, che è il cuore del Giubileo degli Ingegneri, riapriamo
La Porta della città ducale per la città antica
LA PROPOSTA
1. PREMESSA
Nell’occasione del Giubileo degli Ingegneri, l’Ordine della Provincia di Napoli presenta un’idea-
progetto centrata sulla chiesa dei SS. Cosma e Damiano e sul suo ambito territoriale costituito
dall’intorno che, centrandosi su largo Banchi Nuovi, si dirama nel Centro Antico della città.
L’idea-progetto è da considerare come un esempio pilota di intervento possibile per il
miglioramento socio-economico di quest’area della città in grado di attrarre l’interesse di
soggetti motivati ad effettuare investimenti socio-sostenibili nell’area del Centro Antico.
Il perché di una scelta:
1- Il nucleo urbano della piazzetta e della strada Banchi Nuovi mostra una concentrazione
unica di tesori dell’architettura e della tradizione artistica napoletana. Basti pensare
solo agli edifici che circondano il largo, dall’antica loggia poi trasformata nella chiesa dei
SS. Cosma e Damiano al palazzo Casamassima, dal palazzo Giusso a quello dei Vernazza,
con il famoso ‘balcone del caffè’ di Eduardo in Questi fantasmi.
2- La collocazione ‘strategica’ del sito, a cerniera tra il nucleo antico della città e il
circostante centro storico sulla soglia segnata dalla città ducale, e in prossimità delle
importanti strade di Toledo, Monteoliveto, Sanfelice, piazza Bovio, corso Umberto I, ne
fanno un polo urbano dalle forti potenzialità di sviluppo, specie in relazione all’ingresso
e allo smistamento, attraverso i vari itinerari nel centro antico, dei flussi di visita
culturali e turistici provenienti dalla direzione di piazza Municipio e dello scalo portuale.
3- L'area considerata ha anche una forte valenza ‘identitaria’ per il commercio e
l'artigianato; può essere vista come cerniera con i principali poli tematici delle attività
presenti nel Centro Antico (Letterario, Orafo, Tessile, della Musica, del Sacro, della
Creatività e delle arti applicate, ecc.).
4- Con le sue significative presenze artistiche, quest’autentica ‘Porta’ della città
altomedioevale verso la città antica si candida oggi quale luogo di aggregazione e di
comune fruizione da parte dei cittadini, dei visitatori e, soprattutto, delle giovani
generazioni interessate alla valorizzazione della propria città, oltre che al recupero di
spazi di particolare pregio architettonico – altrimenti destinati all’abbandono e al
degrado – per importanti attività culturali.
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2. INQUADRAMENTO STORICO-URBANISTICO E PECULIARITÀ ARCHITETTONICHE DELL’AREA
La nostra proposta assume quale oggetto d’interesse un’area assai significativa, sita in
corrispondenza del margine sud-occidentale della Napoli antica, e precisamente lungo il limite
della città tardo romana, vale a dire la linea delle mura di Valentiniano III del 440 d.C., tra via
Mezzocannone e il muro della cittadella di Santa Chiara. Nel tessuto urbano a valle di via Banchi
Nuovi fino a via Sedile di Porto e all’attuale piazza Bovio (ossia all’antico bacino portuale) è da
riconoscersi l’ampliamento murario e lo sviluppo edilizio di età bizantino-ducale (secc. VIII-XI)
compreso, in direzione nordest-sudovest, tra la collina di Monterone (corrispondente all’area
dell’attuale piazza Giusso) fino a Santa Maria La Nova.
L’attenzione dell’iniziativa si focalizza dunque proprio sul sinuoso percorso ‘di soglia’ avente
nella piazzetta Banchi Nuovi il proprio fulcro; percorso che vede sul lato settentrionale la
confluenza della strada di Santa Chiara – collegamento diretto con il cuore del nucleo antico – e
sul versante opposto quella delle erte e tortuose stradine a pettine (pendino Santa Barbara,
strada del Cerriglio, calata SS. Cosma e Damiano) dirette all’antica spiaggia di Neapolis.
Intorno a questa rete viaria si viene a formare fino all’età angioina un tessuto edilizio
minuto, fatto di case di mercanti ed artigiani, che nella prima età moderna verrà più volte
trasformato. Infatti già intorno al 1540, sotto don Pedro de Toledo, andato distrutto l’antico
Banco dei mercanti sito in piazzetta dell’Olmo a causa delle cannonate di Castelnuovo, fu
aperta la piazzetta attuale allo scopo di ospitare la loggia dei ‘Banchi Nuovi’, che si attestò sul
margine meridionale dell’invaso: nell’intorno si registrò quindi un nuovo fermento edilizio e
commerciale, destinato ad accentuarsi fino alla più consistente riedificazione a seguito dei
danni subiti dall’area per l’alluvione del 1569. In questo periodo sorse il Palazzo Casamassima,
che tuttora definisce il fianco sud-occidentale del largo, dalle forme rinascimentali poi in parte
trasformate nel Settecento dal Sanfelice con l’aggiunta del secondo cortile e la creazione di un
terrazzo sul tetto piano della chiesa dei SS. Cosma e Damiano; quest’ultimo intervento, peraltro,
diede vita ad una controversia con i Filomarino, residenti nel Palazzo Giusso, il cui fronte
posteriore definisce il lato orientale del nostro invaso. Questo palazzo era stato edificato a
partire dal 1546 per iniziativa di Alfonso Sánchez, su disegno dello scultore e architetto
Giovanni da Nola, e completato solo alcuni decenni più tardi. Acquistato nel 1645 dal cardinale
Ascanio Filomarino, fu abitato dai Filomarino della Torre fino a che, nel 1828, passò ai Giusso.
La chiesa dei SS. Cosma e Damiano fu edificata nel 1616 sulle strutture della loggia
cinquecentesca dalla congrega dei Barbieri: questi, avendo perso la loro sede sita presso la
strada dei Tribunali a seguito dell’edificazione del complesso dei Gerolamini e avendo
acquistato alcune case nell’area, vi vollero edificare il tempio; la chiesa verrà restaurata ed
ampliata dall’ing. Luigi Giura nel 1852. Nella facciata seicentesca si riconoscono ancora le arcate
della loggia preesistente, le cui funzioni dovettero in qualche modo perpetuarsi negli ambienti
annessi al nuovo edificio religioso; il fronte mostra il portale seicentesco in piperno e,
superiormente, il bel finestrone tardo barocco creato in occasione della ristrutturazione
settecentesca della fabbrica; all’interno, oltre all’altare del XVIII secolo, erano tele del Donzelli e
della scuola di Luca Giordano.
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Sul lato settentrionale della piazzetta prospetta il palazzo Vernazza (o Vernasse), di
impianto seicentesco, trasformato nei primi decenni del Settecento in forme sanfeliciane e
noto per essere stato scelto per l’ambientazione televisiva della commedia di Eduardo De
Filippo Questi fantasmi (1962), nonché dell’omonimo film con Gassman e la Loren (1967): al
piano nobile, su via Santa Chiara, si affaccia il famoso ‘balcone del caffè’ di Eduardo.
Tra i tanti altri monumenti presenti nella zona, ricordiamo lo splendido complesso
cinquecentesco della chiesa e convento di Santa Maria La Nova, opera di Cola di Franco, quello
di Santa Maria dell’Aiuto, sorto su disegno di Dionisio Lazzari (1673), la chiesa dell’Ecce Homo,
fondata sull’omonimo largo in età medioevale e segnata nell’angolo occidentale dai resti della
murazione altomedioevale, la chiesa dei Santi Demetrio e Bonifacio, progettata da G.B.
Nauclerio (1706) e sita tra Palazzo Casamassima e Palazzo Penne. Quest’ultimo, edificato da
Antonio da Penne, segretario di re Ladislao di Durazzo, a partire dal 1406, mostra in facciata
l’adozione di un elegante linguaggio di ispirazione toscana e, nel contempo, di quello
tardogotico catalano.
3. L’IDEA-PROGETTO
L’ idea-progetto, che abbiamo chiamato La Porta, risponde all’esigenza di innescare un
nuovo ciclo di crescita socio-economica nella zona intorno al largo Banchi Nuovi: un’area oggi in
forte sofferenza, soprattutto giovanile.
Grazie allo sviluppo di attività e servizi gestibili anche dai residenti del luogo, ma fruibili dai
cittadini napoletani e dai turisti, si metterà in rete una serie di interventi materiali e immateriali,
con la creazione di nuovi centri e spazi per nuove attività e per la riorganizzazione di quelli già
esistenti.
Al fine di sviluppare l’attrattività e la vivibilità dell'area si è quindi ipotizzato di non
utilizzare l'approccio ‘museografico’, inteso come intervento di tutela sul singolo bene culturale,
avulso dal contesto in cui si trova, ma di realizzare un approccio integrato, secondo cui l’area
urbana di interesse non risulti una mera sommatoria di edifici di importanza storico-artistica,
ma siano proprio le sue relazioni con il contesto e con il tessuto sociale i valori meritevoli di
essere comunicati, generatori di successo competitivo e sociale.
Si è progettato quindi di realizzare un circolo virtuoso per l'area urbana, con il quale
partendo dalla cultura e dalle sue rappresentazioni si possa avere uno sviluppo del turismo che
a sua volta favorisca il commercio, l'artigianato, e quindi occupazione, ricchezza e di nuovo
cultura, contribuendo in tal modo all’aumento della vivibilità dell’area stessa.
Esso con il continuo interscambio tra valorizzazione e promozione dell’area, trasformerò
l’area in un centro di creazione di valore sociale ed economico permettendo la gestione della
stessa in termini di valore aggiunto sociale ma anche con una logica di impresa e quindi
economica. Il tutto dovrà essere sostenibile per il territorio e per i numerosi attori in esso
presenti e contemporaneamente dovrà svolgersi in un ambiente sicuro ed accogliente.
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Il modello adottato è quello di valorizzare tutte le risorse di una comunità interconnessa
al resto della città e del mondo, facendo tesoro delle opportunità offerte dalle più moderne
tecnologie e conoscenze in campo sociale ed economico. In questo senso il progetto, una volta
declinato nei suoi approfondimenti, mira a trasformare un punto debole del centro antico in
un punto di forza e può essere certamente considerato un esempio di buona pratica
esportabile, soprattutto per il metodo seguito, in altri contesti della città.
Le finalità del progetto vengono realizzate mediante una serie di azioni basate sui seguenti
punti.
- Valorizzazione delle importanti presenze storiche, artistiche e culturali presenti nell’area
Banchi Nuovi. Esse potranno costituire un naturale POLO CULTURALE nel Centro Antico,
che potrà svilupparsi con la graduale apertura anche delle altre chiese adiacenti,
attualmente chiuse al pubblico. In esse potranno essere sviluppate, tra le tante attività,
quelle di spettacolo e di creatività per i giovani, o mostre temporanee degli immensi
tesori d’arte custoditi nei depositi di tanti musei, non conosciuti per la mancanza di
spazio.
- Valorizzazione di quello che possiamo definire il nuovo Oro di Napoli e cioè di quella sua
capacità di coniugare tradizione e innovazione che si esprime anche attraverso
l’artigianato di qualità, la cucina locale, la capacità di creare e innovare,
l’interculturalità.
- Migliorare l’ambiente e la qualità della vita dell’area con interventi di risanamento
ambientale, sviluppo di attività economiche e aggregative che vedano il massimo
impegno dei giovani, il miglioramento dei servizi ai turisti e ai cittadini, la crescita del
livello di sicurezza e legalità.
- Promuovere interventi ecocompatibili sugli immobili, migliorandone la sicurezza e la
qualità per attrarre i giovani studenti e le giovani famiglie ad abitare in un luogo di
grande bellezza; promuovere azioni per aiutare i giovani ad avviare attività artigianali,
commerciali e creative riaprendo tanti locali attualmente chiusi.
L’intero progetto è strutturato in un centro, La Porta, individuato nella chiesa dei SS.
Cosma e Damiano e nella piazza Banchi Nuovi, che sarà il contesto dove le nuove attività e
servizi vedranno la loro attuazione e diffusione. Tale sistema urbano è formato da parti dotate
di diverso ruolo:
1. L’Area dei Banchi Nuovi, quale area di prossimità;
2. L’Intorno di cui il nostro ambito rappresenta un’area di soglia, vale a dire da un lato il
Centro Antico, dall’altro il Centro Storico della città.
Nel polo individuato verrà realizzato uno spazio multimediale/multisensoriale per lo
sviluppo di molteplici attività:
- Aggregazione e cultura
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� Nella chiesa potranno essere organizzate mostre di artisti e dell'artigianato tipico,
un punto interattivo sul teatro napoletano e più in generale sulla ‘napoletanità’.
� Sfruttando soprattutto la piazza, si potranno organizzare, a seconda delle stagioni
e degli orari, eventi aggregativi (rappresentazioni teatrali, proiezioni di eventi
sportivi, ecc.), e culturali (mostre, esposizioni, estemporanee).
- Assistenza ai turisti
� Informazioni e pre-view dell’itinerario turistico.
� Servizi di guida turistica con personale specializzato o assistita da terminali di
audio/videoguida a noleggio.
� Servizi di assistenza al turista (messaggistica sms informativa, prenotazione
alberghiera, vendita Artecard, Internet Point, ecc.).
� Presentazioni multimediali dei prodotti dell’ artigianato artistico e di qualità.
� Mostra e degustazione di prodotti tipici dell’eno-gastronomia napoletana.
Un Centro, dunque, scrigno di funzioni:
Funzione info-educativa: con la creazione di spazi nei quali, attraverso l’uso di tecnologie
multimediali, si narrano le storie dei diversi periodi e ambiti della cultura artistica
napoletana.
Funzione di orientamento ed intrattenimento: con momenti di coinvolgimento del visitatore
attraverso un sistema multimediale/multisensoriale e Info/Internet Point nella
Chiesa e sistemi di proiezione di multimediale sulla piazza.
Funzione fieristica: si possono prevedere eventi assimilabili a Festival, opportunamente
cadenzati nel tempo, su tematiche in grado di rappresentare le peculiarità della
produzioni locali (artistiche e commerciali). I festival possono essere progettati in
maniera da coniugare: Attività espositive a carattere fieristico
Funzione didattica: si può prevedere l’allestimento di laboratori didattici, nei quali si terranno
attività formative sulle tecniche delle produzioni artistiche ed artigianali.
Funzione commerciale: con la presenza di show-rooms tematiche nelle quali trovano posto le
produzioni artigiane.
Un valore aggiunto del progetto risiede nella ‘collegialità’, ossia nel programma di
coinvolgere la Cittadinanza in un complesso di attività e di servizi.
Le istituzioni dovranno impegnarsi a far funzionare i normali servizi urbani e a presidiare il
territorio per garantire la sicurezza personale, in particolare nei vari percorsi che si dipartono
dalla Stazione Marittima, dalla Stazione centrale, dalla nuova stazione Metro di piazza Bovio.
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Alcuni servizi dell’Area Banchi Nuovi potranno essere estesi all’area Esterna (è questo il
caso, ad esempio, di visite che propongano itinerari nel Centro Antico e nei luoghi più
significativi del Centro Storico).
Il modello di sostenibilità sociale e finanziaria più indicato per lo sviluppo del progetto è
quello che prevede due tipologie di attori:
- Soggetto Attuatore
La ‘Fondazione Ingegneri’ del nostro Ordine e l’ “Associazione Ingegneri” saranno
il braccio operativo dell’idea-progetto: esse si propongono di costituire una
Fondazione/Consorzio di enti/organizzazioni e persone fisiche, che finanzi la
realizzazione degli interventi strutturali e infrastrutturali del progetto, ne curi
l’avvio e governi nel tempo il suo corretto sviluppo. Alcuni di questi soggetti
possono essere interessati ai benefici indiretti della gestione dei servizi che
saranno realizzati. Altri soggetti potrebbero fornire un sostegno etico-economico
che duri nel tempo: sviluppare azioni di formazione, realizzare eventi culturali,
promuovere opere di utilità sociale, ecc.
- Cooperativa di giovani
Questa, formata prevalentemente da giovani del luogo, potrebbe gestire i servizi
operando come un normale soggetto imprenditoriale. I giovani della Cooperativa, con l’aiuto del Soggetto Attuatore e di altri enti/organizzazioni/persone fisiche,
potranno essere formati all’uso delle tecnologie/servizi ICT (internet, E-
Commerce, ecc). Potranno diventare essi stessi agenti di alfabetizzazione
informatica per le persone anziane, promotori di sperimentazioni di nuovi
prodotti per la comunicazione, ecc. La Cooperativa potrà essere anche un agente
per la crescita etica e civile della zona e una ‘sentinella’ per la sicurezza. Le
attività di formazione della Cooperativa potranno avvenire negli spazi della chiesa
senza escludere la possibilità di coinvolgere anche spazi e locali esterni.
In relazione agli aspetti più specificamente edilizi, il complesso dei SS. Cosma e Damiano
dovrà essere interessato da un intervento di restauro basato sull’impiego dei più moderni
metodi e tecniche adottati nel campo della conservazione dei beni monumentali e
dell’architettura sostenibile.
Per quanto, invece, riguarda gli impianti/servizi ICT (Information&Communication
Technology) da realizzare, si possono ipotizzare i seguenti:
- Sistema multimediale/multisensoriale e Info/Internet Point nella Chiesa;
- Un portale a cura della Fondazione ingegneri
- Info/internet Point nell’Area Banchi Nuovi ed eventualmente in esercizi pubblici;
- Sistema Wi-fi per l’Area Banchi Nuovi;
- Sistema di e-commerce;
- Sistemi di proiezione multimediale sulla piazza;
- Centro di servizio SMS (sms informativi e Sicurezza)
- Sistema di Videosorveglianza per l’Area Banchi Nuovi.
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Per la sua complessità, il progetto La Porta avrà un’attuazione graduale ed evolutiva nel
tempo, sia per i servizi forniti che per gli interventi sui manufatti e sulle infrastrutture urbane.
Il progetto ha l’ambizione di mettere insieme a lavorare per il bene della nostra Napoli le
Amministrazioni Pubbliche e le forze economiche, sociali, culturali, professionali della città,
soprattutto i giovani e le loro numerose associazioni, che costituiscono già oggi realtà positive,
purtroppo non connesse.
La forza per tutti noi dovrà essere la consapevolezza delle nostre ricchezze e della nostra
tradizione, da valorizzare attraverso l’innovazione, la capacità di fare squadra, l’etica e la
legalità, l’interculturalità e l’accoglienza.