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Pubblicazione a cura della Commissione Europa Mondo del Forum Nazionale dei Giovani GIOVANI E MOBILITà LA PERCEZIONE E LA CONSAPEVOLEZZA DEI GIOVANI IN ITALIA NEI CONFRONTI DELLE OPPORTUNITà DI MOBILITà INTERNAZIONALE

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Pubblicazione a cura della Commissione Europa Mondo del Forum Nazionale dei Giovani

GIOVANI E MOBILITàLA PERCEZIONE E LA CONSAPEVOLEZZA DEI GIOVANI IN ITALIA NEI CONFRONTI DELLE OPPORTUNITà DI MOBILITà INTERNAZIONALE

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Considerazioni sulle prossime strategie e politiche europee per i giovani

La recente strategia “Europa 2020” lanciata dalla Commissione Europea fissa obiettivi ambiziosi ai fini di una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile.“Youth on the Move”, una delle iniziative faro della strategia “Europa 2020”, punta sulla mobilità e sui giovani per il raggiungimento degli obiettivi individuati.I più recenti dati forniti a livello europeo ci costringono ad un attento esame dell’attuale situazione e allo sviluppo di incisive strategie:- la disoccupazione giovanile ha raggiunto un livello inaccettabile ed è pari a circa il 21%;- entro il 2020 il 35% di tutti i posti di lavoro richiederà un elevato livello di qualifiche e una capacità di adattamento e d’innovazione;- nell’Unione europea meno di una persona su tre è in possesso di un titolo universitario;

Quale sarà il futuro dei nostri giovani? I programmi e le iniziative dell’Unione europea a favore della mobilità saranno ampliati, ma soprattutto dovranno essere combinati con le risorse nazionali e regionali di ciascun Paese. È indubbio che la dimensione internazionale dovrà essere consolidata e che entro il 2020 tutti i giovani in Europa dovranno avere la possibilità di compiere una parte del loro percorso formativo all’estero, anche a livello professionale. In questa direzione non solo l’apprendimento formale ma anche quello non formale e informale potranno offrire opportunità ai giovani per migliorare la propria carriera e le proprie condizioni di vita. Sì, perché l’iniziativa “Youth on the move” ha anche l’obiettivo di garantire ai giovani con minori opportunità e/o a rischio di esclusione sociale la possibilità di beneficiare di percorsi di istruzione, lavoro, volontariato all’estero.E’ anche in programma lo sviluppo di un passaporto europeo delle competenze, che ha l’obiettivo di migliorare la trasparenza e il trasferimento delle competenze acquisite mediante l’apprendimento formale e non formale in tutta l’Unione europea.E’ nostro compito, da ora in avanti, informare e comunicare con tutti coloro i quali lavorano con e per i giovani, gli amministratori e i policy-makers, affinché si creino cooperazione e sinergie per valorizzare appieno il loro potenziale e conseguire gli obiettivi di “Europa 2020”.

Paolo Di CaroDirettore Agenzia Nazionale per i Giovani

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Mobilità, sinonimo di opportunità

Il processo di integrazione europea e in generale il vortice inarrestabile della globalizzazione ha generato anche un nuovo lessico. Parole e concetti con i quali i nostri genitori e i nostri padri non hanno mai avuto modo di confrontarsi. Pensiamo a wi-fi, contratto a progetto, stage e Erasmus.Sono le stesse parole e concetti che rendono spesso inadeguata la nostra classe dirigente in Parlamento per la profonda distanza che li separa dalla conoscenza di questi temi. La presente ricerca del Forum Nazionale dei Giovani, condotta e realizzata dalla Commissione Europa Mondo, rappresenta per l’intera piattaforma un lavoro prezioso. Prezioso perchè è innanzitutto frutto di un lavoro appassionato di ragazze e ragazzi che hanno lavorato insieme e in rete. Lavorare insieme, nell’epoca del triste trionfo dell’individualismo, non è poca cosa. Ma soprattutto questo lavoro rafforza alcune nostre convinzioni. La pri-ma è al quanto chiara: mobilità è sinonimo di opportunità. Opportunità per il proprio presente e per il proprio futuro, opportunità per una classe dirigente in progress, in definitiva una opportunità per il sistema Ita-lia nella sua interezza. La seconda considerazione deriva dal fatto che una opportunità, nell’accezione che le diamo noi, per essere colta deve essere alla portata di tutti e deve poter essere conosciuta. Se, come questa ricerca afferma, la mobilità è un’opportunità unica per i giovani italiani, il Forum auspica un maggiore e significativo investimento reale da parte delle Istituzioni su questi temi. Con riferimento al contesto Comunitario, la ricerca è molto attuale poiché si posiziona all’interno del dibattito politico che si sta svolgendo tra Organizzazioni Giovanili e Commissione Europea sulla validità o meno degli attuali programmi di mobilità, in particolar modo il programma Youth in Action. La domanda cui si sta cercando di dare una risposta, se sia utile avere programmi separati oppure iniziare un percorso che veda la fusione dei programmi di mobilità e formazione giovanile, vede in questa ricerca una prima risposta: l’acquisizione permanente è diversa a seconda dei momenti in cui viene svolta, dalle persone con la quale si svolge ma soprattutto dai Proponenti; bene, possiamo forse affermare che le organizzazioni giovanili e di conseguenza i Programmi a loro collegati sono da ritenersi una fonte unica ed insostituibile per i percorsi di apprendimento non formale. Aumentare progressivamente l’attenzione verso il sistema delle certificazioni, per rendere concretamente spendibili le competenze e le esperienze acquisite, non può prescindere dal mantenimento di programmi ad hoc che diano la possibilità ai giovani europei di associarsi e di formarsi tramite l’ausilio dell’educazione non formale. Con questa ricerca il Forum da una parte conferma l’importanza della Commissione Europa Mondo che in questi ultimi due anni ha seguito con passione e competenze le tematiche legate agli affari internazionali e alla mobilità. Inoltre, consegna alle sue associazioni e alla sua rete uno strumento di riflessione e di lavoro che speriamo possa seminare frutti rigogliosi.

Giovanni Corbo Consigliere Delegato alla mobilità e agli affari internazionali FNG

Antonio De Napoli Portavoce FNG

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Impadroniamoci del nostro futuro.

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Indice

CAPITOLO I - Introduzione alla ricerca

Introduzione: La ricerca “GeM” - Giovani e Mobilità, ipotesi e dati ................................................

Giovani e Mobilità: background della ricerca e obiettivi .................................................................

- Contesto e analisi dei bisogni .....................................................................................................

- Metodo di raccolta e analisi dei dati .........................................................................................

- Descrizione del campione ...........................................................................................................

CAPITOLO II - Analisi dei dati e risultati

La mobilità internazionale: quantità e motivazioni ..........................................................................

Conoscenza dei programmi europei e partecipazione ...................................................................

Mezzi usati e diffusione delle informazioni ........................................................................................

La relazione tra i mezzi di comunicazione, la conoscenza e la partecipazione ................

Le aspettative e le competenze acquisite dalle esperienze all’estero ..........................................

Riconoscimento e utilizzo certificazione Europass e Youth Pass ...................................................

Conclusioni ..................................................................................................................................

Appendici

A) Il questionario ........................................................................................................................................

B) Le tabelle .................................................................................................................................................

GIOVANI E MOBILITà

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7

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8

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21

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33

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Il presente rapporto è stato redatto dalla Commisione Europa Mondo del Forum Nazionale dei Giovani. Esso è l’esito dell’integrazione di differenti contributi specialistici, ricondotti ad unità attraverso il lavoro della Commissione della quale in direttivo ha delega Giovanni Corbo. Il gruppo di ricerca che ha realizzato il rapporto è stato composto da uno steering group coordinato da Lorenzo Floresta.

Il coordinatore intende ringraziare Laura Birtolo, Carla Filetti, Marco Severino, Matteo Pasquali, Luca Coppola e Francesco Pettinato.

Il documento completo e il relativo questionario possono essere scaricati dal sito: www.giovaniemobilita.it

In ottemperanza del regolamento delle Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in materia di pubblicazione e diffusione dei sondaggi sui mezzi di comunicazione di massa: delibera 153/02/CSP, allegato a, Art. 3, pubblicato su G.U. 185 del 8/8 2002.

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Introduzione: La ricerca “GeM”- Giovani e Mobilità, ipotesi e dati

Laura Birtolo

La ricerca “GEM”, la sua struttura, il questionario proposto e l’analisi dei dati si fonda sulla ferma convinzione che l’Europa sia, per i giovani d’oggi il teatro nel quale formarsi, lavorare e vivere. In un mondo in cui la globalizzazione non è un miraggio ma una realtà, in cui le frontiere sono sempre più valicabili, in cui le culture “diverse” quotidianamente si incontrano per dar vita ad un dialogo interculturale nuovo, non si può non fermarsi a riflettere su quanto, effettivamente, si usufruisce delle opportunità messe a disposizione dall’Europa e dalle sue istituzioni.L’Europa è un bacino di metodi, azioni ed esperienze che si nutrono dei diversi retroterra culturali in cui nascono e crescono per poi espandersi nel resto del territorio. La diversità culturale, oggi come non mai, è agli occhi di tutti una risorsa fruibile velocemente e spendibile in un ampio spazio geografico. Sono disposti, ogni giorno, bandi e programmi per acquisire conoscenze, riconoscere le competenze e investirle in nuoveattività. La mobilità internazionale è sinonimo di opportunità di for-mazione, lavoro e volontariato e, soprattutto, di crescita personale e sociale. I giovani oggi, possono e usano, la mobilità come strumento di sviluppo delle proprie competenze e qualità.Il Libro Verde sulla mobilità giovanile afferma “la mobilità per l’ap-prendimento, ovvero la mobilità transnazionale volta all’acquisizione di nuove competenze, è uno dei mezzi fondamentali attraverso i quali una persona, soprattutto se giovane, può incrementare le proprie pos-sibilità di occupazione e potenziare il proprio sviluppo personale. Gli studi confermano che la mobilità per l’apprendimento accresce il capitale umano, dato che gli studenti acquisiscono nuove conoscenze e sviluppano nuove competenze linguistiche e interculturali. Inoltre i datori di lavoro riconoscono e apprezzano tali vantaggi. Gli Europei che sperimentano la mobilità da giovani studenti hanno maggiori possibi-lità di essere mobili anche più tardi nella vita, sul mercato del lavoro”. La Commissione Europea, punta a far diventare la mobilità interna-zionale un’opportunità per tutti, per aumentare la competitività e il sentimento di cittadinanza europea. Secondo l’ultimo Eurobarometro pubblicato nel Maggio 2011 (Eurobarometro Flash n. 319 A + B), risulta che per ben 8 giovani su 10 andare all’estero per formarsi è una gran-de attrattiva (78%). In Italia, tale percentuale si abbassa al 50%. I dati dunque confermano che un flusso di mobilità esiste e vi sono forti mo-tivazioni a muoversi ma molto dipende dalla nazione di provenienza. Ci si è dunque chiesti quale fosse la situazione in Italia e si è deciso di portare avanti una ricerca pilota che si proponesse come strumento di monitoraggio futuro della mobilità internazionale sondando, le moti-vazioni che spingono a partire e la maniera in cui le informazioni ven-gano veicolate. Come verrà descritto di seguito, infatti, la ricerca “GeM” si preoccupa di comprendere quanti giovani viaggiano, quanti si muovono

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per programmi europei; quali sono sia le aspettative che le reali compe-tenze che un giovane si porta con sé al termine di un’esperienza all’estero.L’ ipotesi di ricerca si basa sul fatto che possa esistere una correlazione tra quantità di informazione diffusa, conoscenza e partecipazione ai programmi ma anche tra quantità di informazioni in possesso e relativo utilizzo dei certificati che attestano le competenze acquisite (Europass e Youthpass) e, in ultima analisi, tra percezione delle competenze acqui-site e riconoscimento delle stesse e aspettative precedenti rispetto ad un’esperienza all’estero. L’obiettivo generale di tale ricerca pilota è quello di rilevare il polso della situazione, in modo tale da avere una base valutativa per definire al meglio le strategie future.

Giovani e Mobilità: background della ricerca e obiettiviContesto e analisi dei bisogni

Alla luce delle crescenti sfide che le giovani generazioni affrontano riguardo la propria crescita personale e professionale, la mobilità internazionale per motivi di studio, lavoro e di volontariato rappresenta una ricca esperienza di vita e di apprendimento in settori formali e non formali.L’ idea del progetto che ha dato vita alla ricerca “GeM” parte dalla consa-pevolezza che la mobilità internazionale è uno dei mezzi fondamentali attraverso i quali una persona può incrementare le proprie possibilità di occupazione e potenziare il proprio sviluppo personale allo scopo di affrontare al meglio le sfide di ogni giorno.Accrescere il capitale umano, significa rafforzare la competitività dei giovani in ottica di un contesto sempre più globale dove le competenze interdisciplinari e multi linguistiche hanno un’importanza rilevante.Per tal motivo, si ritiene che le attività di mobilità internazionale contri-buiscono attraverso la conoscenza dell’ALTRO a combattere le devianze xenofobe, individualiste e di intolleranza.Con il progetto di ricerca “GeM” ci si è interrogati sulla frequenza della mobilità internazionale in Italia presso i giovani, sulle motivazioni che spingono a farlo o meno e su quanto la divulgazione delle informazioni pratiche sulle opportunità presenti favorisca tale frequenza.Da questi scopi generali nasce l’idea di un booklet informativo di divul-gazione dei risultati della ricerca che possa fungere da punto di inter-rogazione per le istituzione preposte al sostegno della mobilità inter-nazionale in Italia sia sul versante informativo sia su quello creativo di spinta a miglioramento dei mezzi ad oggi presenti per favorire la mobilità internazionale giovanile.

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Il progetto di ricerca GeM si compone di tre fasi volte alla raccolta dei dati:

- Fase 1: Sensibilizzazione e redazione del questionario ad opera dello Steering Group del progetto;- Fase 2: Pubblicazione del questionario sia virtuale sul sito www.giovaniemobilita.it sia cartaceo e raccolta dati effettiva con relativa analisi dei dati e stesura del report;- Fase 3: Incontri ed advocacy circa il tema della mobilità internazionale e la percezione nei giovani delle opportunità esistenti.

Obiettivi generali del progetto GeM

- Avere un overview della conoscenza delle opportunità di mobilità internazionale in Italia;- Imbastire azioni di confronto e momenti di elaborazione con le Isti- tuzioni preposte alla promozione, valutazione e riconoscimento delle attività di mobilità;- Impegnare le associazioni “di settore” nella divulgazione e promozione delle proprie attività al fine di incrementare il numero di associazioni e giovani consapevoli;

Risultati attesi

Tra i risultati attesi vi è una maggiore diffusione delle informazioni circa i bandi e i programmi e l’elaborazione di idee innovative che accompa-gnino il dialogo tra i giovani e i principali stakeholders per una maggiore promozione delle attività di mobilità internazionale. Ulteriore risultato atteso è un maggiore sostegno nella promozione di tali attività da parte delle Istituzioni e Autorità competenti, attuando anche forme di ricono-scimento che contribuiscano a incentivare i giovani alla partecipazione attiva permettendo una maggiore consapevolezza dell’importanza di questi strumenti.

Metodo di raccolta e analisi dei dati

La ricerca “GeM” è stata svolta tramite un questionario costruito dallo Steering Group preposto dalla Commissione Europa Mondo del Forum Nazionale dei Giovani. Il questionario (vedi Appendice A) si compone di 15 domande con diverse modalità di risposta (chiusa e aperta) e due scale Likert a 5 e a 7 valori. La prima parte è relativa alla composizione generale del campione che include età, genere, occupazione, esperienze all’estero e con i programmi di mobilità internazionale. Una seconda parte è volta alla definizione delle conoscenze relative ai programmi di mobilità e alle certificazione delle esperienze, una terza riguarda i mezzi di comunicazione più frequenti dai quali si ottengono informazioni sulle opportunità di scambi giovanili, lavoro, formazione e volontariato all’estero. L’ultima area del questionario è relativa alle aspettative riposte in un’esperienza all’estero e alle effettive competenze acquisite in base ad un’auto valutazione delle proprie esperienze.

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Le aree suddette corrispondono agli obiettivi della ricerca, vale a dire:

- Valutare la conoscenza relativa ai programmi di mobilità internazionale rivolti ai giovani;- Valutare la frequenza di partecipazione ai programmi suddetti;- Valutare l’efficacia dei mezzi di comunicazione alla diffusione delle informazioni relative ai programmi di mobilità internazionale;- Valutare le esperienze all’estero: sia le aspettative sia le conoscenze e competenze acquisite in tali occasioni.

Si invita il lettore a prendere visione del questionario in Appendice al presente documento.

L’analisi dei dati raccolti è stata effettuata tramite il programma statistico SPSS.

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Descrizione del Campione

Sono stati somministrati un totale di 500 questionari in tutt’Italia; Il campione è distribuito in maggioranza al sud Italia (47,1%) e una distribuzione minore al nord (20,6%) e al centro (17,5%) (Graf.1).Prevalentemente sono presenti la Sicilia (26%), la Campania (14%) e il Lazio (13,4%). Si rileva una buona presenza nel campione anche dell’Emilia Romagna (7,2%) e della Lombardia (5,4%) (si veda Tab.1 e Tab. 2 in appendice).

Per quanto riguarda la composizione del campione limitatamente ad età e genere si può definire abbastanza eterogeneo e quindi rappre-sentativo della popolazione scelta; risulta prevalente la fascia d’età compresa tra i 25 e i 27 anni (25%) e tra i 22 e i 24 anni (20,8%) (Graf.2) mentre per quanto riguarda il genere c’è una leggera prevalenza delle femmine (54, 4%) rispetto ai maschi (40,2%) (Graf.3).

Graf.1 Distribuzione campione per aree d’Italia

Graf.2 Distribuzione campione per età

Perc

entu

ale

centro nord sud

50

40

30

20

10

0

32 - 35 anni32 - 35 anni

25 - 27 anni22- 24 anni28 - 31 anni

19 - 21 anni

Distribuzione campione per età

Distribuzione campione per aree d’Italia

GIOVANI E MOBILITà10

16 - 18 anni32 - 35 anni

19 - 21 anni

16 - 18 anni

28 - 31 anni

22- 24 anni

25 - 27 anni

17,5%

20,6%

47,1%

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Graf. 3 Distribuzione per genere

Tab.3 Distribuzione frequenze e percentuali del campione in base al genere

Per quanto riguarda invece l’occupazione, il campione è più che altro composto da studenti universitari (35%) e delle scuole superiori (22,8%); mentre risultano in minoranza i giovani disoccupati (17,8%). (Tab.4 e Graf.4)

Tab.4 Distribuzione del campione in base all’occupazione

Perc

entu

ale

maschio

50

40

30

20

10

0

Genere

femmina

60

Genere

Occupazione

GIOVANI E MOBILITà 11

42,6%

57,4%

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Graf.4 Distribuzione del campione in base all’occupazione

In definitiva il campione risulta eterogeneo e ben distribuito per età, zona e genere (Tab.5) anche se con una prevalenza nella zona del sud Italia sia per i maschi che per le femmine, mentre un numero consistente del campione (50 soggetti) sono donne del sud Italia tra i 16 e i 18 anni e tra i 25 e i 27 anni (28 soggetti al sud e 24 al nord) mentre il campione maschile si concentra di più tra i 25 e i 27 anni (37 soggetti al sud) e i 22-24 anni (18 soggetti al sud e 12 rispettivamente al nord e al centro).

Tab 5. Tavola di contingenza zona, genere ed età

Per quanto riguarda l’occupazione si può dire che prevalentemente hanno risposto giovani universitari presenti maggiormente nel sud Italia (80 soggetti) ma anche al centro (44 soggetti) e al nord (36 soggetti) e studenti delle scuole superiori (96 nel sud Italia) che risulta essere una delle fasce a cui sono, per lo più, dedicati i programmi di mobilità inter-nazionale giovanile. Viste le variabili di età, genere, occupazione distri-buite nelle diverse zone d’Italia (nord, sud e centro), si può affermare che il campione può essere considerato proporzionale in relazione a quelli che erano i presupposti dell’indagine.

Perc

entu

ale

40

30

20

10

0disoccupato lavoratore

Occupazione

studente scuola superiore studente universitario

Tavola di contingenza zona, genere ed età

GIOVANI E MOBILITà12

17,8%

18,6%

22,8%

35%

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Per quanto riguarda la composizione del campione relativamente ad età e genere si può definire abbastanza eterogeneo e quindi rappre-sentativo della popolazione scelta; risulta prevalente la fascia d’età compresa tra i 25 e i 27 anni (25%) e tra i 22 e i 24 anni (20,8%) (Graf.2) mentre per quanto riguarda il genere c’è una leggera prevalenza delle femmine (54, 4%) rispetto ai maschi (40,2%) (Graf.3).

CAPITOLO II - AnALIsI DeI DATI e rIsuLTATI

La mobilità internazionale: quantità e motivazioni

Il primo dato analizzato tramite il questionario è relativo alla mobilità internazionale dei giovani e la loro partecipazione ai programmi europei dedicati. Si è chiesto ai giovani intervistati se sono mai stati all’estero e, nel caso in cui non lo avessero mai fatto, spiegare il perché. L’89,2% del nostro campione è stato all’estero (Graf.5) e la mancanza di risorse economiche è la motivazione principale della totale assenza di esperienze all’estero (4,62%), seguito da motivazioni di diverso genere come “non ne ho ancora avuto occasione” (2,21%) e dalla mancanza di tempo (2,21%) (Graf.6).

Tab.6 Tavola di contingenza per zona ed occupazione

Graf.5 Sei mai stato all’estero?no si

Perc

entu

ale

100

40

20

0

sei mai stato all’estero?

60

80

Tavola di contingenza per zona ed occupazione

GIOVANI E MOBILITà 13

10,8%

89,2%

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In secondo luogo, ci si è chiesti quanti - di coloro i quali appartengono al campione analizzato - hanno mai partecipato ai programmi europei e, anche in questo caso si sono raccolte le informazioni relative alla non partecipazione. Dei giovani intervistati (Graf.7) solo il 37,3% ha parteci-pato a programmi di mobilità internazionale mentre la maggior parte, vale a dire il 62,7% non lo ha mai fatto (si veda Tab.10 in appendice). I motivi prevalenti addotti sono relativi alla non disponibilità di risorse economiche (15,2%) e la mancanza di tempo (14,2%) mentre il 13,4% adduce altre motivazioni come “non averne mai avuto la possibilità” o “dover completare gli studi” o “ i miei genitori non mi danno il permesso di farlo” descritti dal campione stesso (si veda Tab.11 in appendice). Salta all’occhio il fatto che una parte del campione (8,2%) non sa nulla dei programmi europei e per questo motivo non ha mai partecipato ad uno degli stessi (Graf.8).

Graf.6 Sei mai stato all’estero?se no, perché?

Graf.7 Hai mai partecipato ad uno dei programmi europei di mobilità?

non mi interessa

Perc

entu

ale

10

8

6

4

2

0

se mai stato all’estero? se no, perchè?

4,62%

2,21%2,21%

0,2%

non sono nato inItalia e non ho

ancora i documentinecessari per

questi programmi

non ne so nulla non ho tempo altro non ho disponibilitàeconomiche

0,8%0,2%

si no

Perc

entu

ale

60

40

20

0

Hai mai partecipato ad uno dei programmi europei di mobilità?

GIOVANI E MOBILITà14

37,3%

62,7%

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Graf.8 Perché non hai mai partecipato ai programmi europei di mobilità?

Si potrebbe pensare che il dato fornito possa essere influenzato dalla zona di provenienza del campione e dal genere ma il calcolo del Chi quadrato e della Phi di Cramer V, rilevano che nel nostro campione di giovani la zona di provenienza e il genere non influiscono in modo significativo sulla partecipazione ai programmi, in quanto si rileva un p <0,05 con 1 grado di libertà e una significatività pari bassa per la Phi diCramer V (si veda Tab. 12a , 12b e 12c in appendice).Avendo constatato che la maggior parte del nostro campione viaggia, risultano interessanti le percentuali relative alle mete estere preferite: a tale domanda i giovani potevano rispondere scegliendo più di un’op-zione, in modo da avere un quadro delle mete prevalenti (Graf.9). Il nostro campione, dunque, è stato principalmente nell’Europa centrale (40%) ma anche nel sud Europa (25,5%) e nord Europa (24,6%) mentre risultano meno visitate sia i paesi al di fuori dell’Europa (6%) sia l’est Europa (3,6%) (Tab.13).

Graf. 9 Dove vanno prevalentemente i giovani?

Perc

entu

ale

50

40

30

20

10

0

Perché non hai mai partecipato ai programmi europei di mobilità?

non sono nato inItalia e non ho

ancora i documentinecessari per

questi programmi

non ne so nulla non ho tempoaltro non ho disponibilitàeconomiche

non mi interessa

Nord Europa

Al di fuori dell’ Europa

Sud EuropaEst EuropaCentro Europa

Dove vanno prevalentemente i giovani?

GIOVANI E MOBILITà 15

1% 1,8% 8,2% 13,4% 15,2% 18,2%

40%

24,6%

6%

25,5%

3,6%

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a. Gruppo a dicotomie incluso nella tabella al valore1.Tab 13. Dove vanno prevalentemente i giovani?

Il nostro campione ha, quindi, una composizione al quanto differenziata e che lo rende rappresentativo nei giovani italiani di oggi; su 500 giovani intervistati, la maggior parte di questi sono andati all’estero (89,2%) ma solo una piccola parte (37,3%) di tutto il campione lo ha fatto tramite i programmi europei; questo spesso accade perché non si hanno disponibilità economiche (15,2%) o si adduce la spiegazione dell’avere poco tempo per farlo (14,4%). Le due motivazioni suddette infatti, contra-stano con la percentuale alta di giovani che si recano comunque all’este-ro trovando, dunque, il tempo per farlo. Inoltre, un viaggio di piacere all’estero risulta, spesso, molto più dispendioso (o equivalente) rispetto alla fruizione di programmi europei a questo dedicati che prevedono dei finanziamenti o dei pocket money per il sostentamento. Tanto più che le mete preferite dai giovani ricadono sempre in territorio europeo come descritto sopra, cosa che potrebbe essere adeguatamente supportata dalla partecipazione ai programmi europei di mobilità inter-nazionale dedicati ai giovani.

Conoscenza dei programmi europei e partecipazione

Un secondo aspetto valutato dalla ricerca è quello relativo alla cono-scenza dei programmi europei per comprendere se sussiste o meno una correlazione tra la conoscenza di tali programmi e la partecipazione ad essi. Si è dato agli intervistati una lista di programmi europei chiedendo di segnare quelli conosciuti (e prevedendo di poterne spuntare anche più di uno).

I programmi suddetti sono:

1. Erasmus (LLP)2. Gemellaggio con la scuola3. Erasmus Placement4. Scambio giovanile con il programma Gioventù in Azione5. Training Course con il programma Gioventù in Azione

Dove vanno prevalentemente i giovani?

GIOVANI E MOBILITà16

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6. Leonardo Da Vinci (LLP) 7. Comenius (LLP) 8. Grundtvig (LLP) 9. Intercultura10. SVE (Servizio Volontario Europeo)11. Work camps12. Servizio Civile all’Estero13. Altro

Da tale domanda si sono ricavati due dati: un primo dato relativo alla quantità generale di conoscenza dei programmi europei e un secondo relativo alla conoscenza presso il campione di ogni singolo programma citato. Dall’analisi, il campione non si distribuisce secondo una curva normale ma risulta spostato prevalentemente verso sinistra, con un valore medio di conoscenza attorno al 4,65 mentre il valore medio della curva normale è di 6,5. Vale a dire che la maggior parte dei giovani intervistati ha una conoscenza insufficiente o sufficiente dei programmi europei (Graf.10). Nello specifico si profila che il 36,8 % del campione è insufficiente, mentre solo il 18,2% presenta un livello di conoscenza buono.

In particolare, per quanto riguarda i programmi dedicati alla mobilità studentesca, lavorativa e di volontariato tramite i programmi europei, si può dire che il programma più conosciuto è l’Erasmus (90,6%)(Graf.11) a cui seguono i gemellaggi con la scuola (55,2%), il Leonardo Da Vinci (54,4%) e il Servizio Civile all’Estero (49,8%). Mentre i meno conosciuti risultano essere i Training Course con il programma Gioventù in Azione (13,6%) e il Grundtvig (13,6%) (si veda Tab.14 in appendice).

Graf. 10 Livello di conoscenza dei programmi europei

insufficiente

Perc

entu

ale

40

30

20

10

0

Livello di conoscenza dei programmi europei

sufficiente buono ottimo

7%

36,8% 36,8%

18,2%

GIOVANI E MOBILITà 17

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I dati ci pongono in rilievo il fatto che i giovani sono carenti rispetto alle quantità di informazioni relative ai programmi europei per la mobilità gio-vanile e questo corrisponde all’effettiva poca partecipazione agli stessi. La correlazione di Pearson risulta essere significativa ad un livello di 0,01 (si veda Tab.15 in appendice), vale a dire che sussiste una correlazione tra i due dati e che quindi una maggiore conoscenza dei programmi europei favorisce un aumento della relativa partecipazione ad essi.Il primo punto sul quale bisogna porre l’attenzione, quindi, è come si può effettivamente aumentare il livello di conoscenza relativo ai programmi europei da parte dei giovani e, per farlo, si è pensato di valutare come e se gli attuali mezzi di comunicazione assolvono a tale funzione.

Mezzi usati e diffusione delle informazioni Si è chiesto al campione, di indicare i mezzi di comunicazione conosciu-ti e utilizzati per trarre informazioni sui programmi europei. I mezzi di comunicazione proposti sono:

1. Eurodesk2. Europe Direct3. Televisione4. Stampa5. Radio6. Internet7. Passaparola

Graf. 11 Statistiche descrittive della media della conoscenza relativa ai singoli programmi europei

Erasmus

Vari

abili

1,00,80,60,40,20,0

statistiche descrittive della media della conoscenza relativa ai singoli programmi europei

Gemellaggio con la scuola

Leonardo da vinci

Servizio Civile all’Estero

Intercultura

Sve

Erasmus placement

Scambio interculturale con il programma gioventù in azione

Comenius

Workcamps

Training course con il programma gioventù in azione

Grundtvig

Altro

0,906

0,552

0,544

0,498

0,340

0,288

0,216

0,174

0,136

0,136

0,06

0,418

0,426

GIOVANI E MOBILITà18

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8. Conoscenti/amici 9. Associazioni10. Newsletter11. Università/scuola12. Altro

Gli intervistati potevano scegliere anche più di una opzione e poi, dei mezzi scelti hanno dovuto indicarne la qualità su una scala da 1 a 5. I valori corrispondono a:

Valore Giudizio 1 Insufficiente 2 Mediocre 3 Sufficiente 4 Buono 5 Eccellente

In base a quanto detto, i mezzi di comunicazione più presenti nella dif-fusione delle informazioni vede in leggera prevalenza internet (9,20%) ed Eurodesk (8,84%) ma in definitiva il loro utilizzo si equivale(Graf.12).

Tab.16 Scala Likert a 5 valori

Graf.12 I mezzi di comunicazione dei programmi europei

Internet

Conoscenti - AmiciTVUniversità - ScuolaEurodesk

Stampa

AssociazioniRadioNewsletterPassaparola

Europe directAltro

9,20%

8,84%

8,84%

8,82%

8,59%

8,45%8,41%

8,28%

8,28%

8,18%

7,91%

6,20%

I mezzi di comunicazione dei programmi europei

GIOVANI E MOBILITà 19

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Si rilevano differenze più significative nel livello di qualità attribuita ai mezzi o enti di comunicazione suddetti con la scala Likert di cui sono stati riportati valori e giudizi nella Tab. 16; infatti, internet oltre ad essere il più utilizzato è anche quello al quale si attesta una qualità mag-giore, attorno al 3,76, vale a dire tra sufficiente e buono. Risultano qualitativamente insufficiente (o meno che mediocre) stampa, televisione, radio e altri mezzi di comunicazione (nominati raramente) (Graf.13).

Analizzati sia i mezzi di comunicazione che la loro qualità e definito che, per il nostro campione è internet lo strumento elettivo per l’apprendi-mento di informazioni sui programmi europei, si può passare a valutare la relazione che sussiste tra i mezzi di comunicazione, la conoscenza dei programmi europei di mobilità e la partecipazione ad essi.

La relazione tra i mezzi di comunicazione, la conoscenza e la parte-cipazione

Come su descritto, si è chiesto ai giovani intervistati di definire quali sono i mezzi di comunicazione che solitamente utilizzano per apprendere informazioni sui programmi europei e di valutarne la qualità; successi-vamente si è chiesto loro di segnare i programmi europei conosciuti e, infine, si è voluta sondare la partecipazione ad essi.

Graf. 13 Medie delle qualità dei mezzi di comunicazione per la diffusione delle informazioni

Valo

ri

4

3

2

1

0

Medie delle qualità dei mezzi di comunicazione per la diffusione delle informazioni

Inte

rnet

Cono

scen

ti

Pass

apar

ola

Uni

vers

ità e

scu

ola

Ass

ocia

zion

i

New

slet

ter

Euro

desk

Stam

pa TV

Radi

o

Euro

pe d

irect

Altr

o

3,76

32,84 2,84 2,55 2,42 2,21

1,93 1,881,47 1,43

1,09

GIOVANI E MOBILITà20

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Tutti questi dati sono stati messi a confronto e la ricerca ha posto in rilevo che - a prescindere dall’età del campione - la qualità dei mezzi di comunicazione usati influisce (anche se non in maniera molto signi-ficativa) sulla conoscenza relativa ai programmi europei dei giovani e questo vale in particolare (nell’ordine) per le newsletter (,383), le asso-ciazioni (,315), il passaparola (,245), i conoscenti (,237), internet (,221) e l’Eurodesk (,210),di cui il valore di correlazione massimo è 1 (si veda Tab. 17 in appendice).Per quanto riguarda la partecipazione ai programmi europei, si individua anche una correlazione positiva tra tale partecipazione e la qualità dei mezzi di comunicazione usati, anche se, risulta non essere ad un alto livello di significatività: ad esempio il livello di correlazione della parte-cipazione ai programmi con la qualità delle newsletter è di ,220, vale a dire ancora inferiore rispetto alla correlazione esistente tra la conoscenza e la qualità delle stesse (si veda Tab.17 in appendice). Lo stesso vale per le associazioni che hanno una correlazione al ,178 con la partecipazione ai programmi europei.A questo segue che, sebbene la qualità dei mezzi /enti deputati alla comunicazione delle informazioni relative ai programmi europei di mobilità influisca sul livello di conoscenza relativa agli stessi, non vi è una correlazione diretta tra la qualità percepita dei mezzi di comunica-zione nel fornire le informazioni e l’effettiva partecipazione ai programmi. Alla luce di ciò, si può chiedere quali siano gli elementi che spingono i giovani a muoversi verso l’estero visto che tale spinta non dipende solo dalla qualità (o quantità) di informazioni erogate e/o acquisite.In quest’ottica, emerge dalla ricerca una delle possibili chiavi di successo che possa permettere una maggiore conoscenza delle opportunità di mobilità. Le aspettative nutrite e le competenze conseguite.

Le aspettative e le competenze acquisite dalle esperienze all’estero

Per approfondire tali argomenti, è stato chiesto agli intervistati di scegliere da una lista le affermazioni che, a loro avviso, rispecchiavano le proprie aspettative relative ad un esperienza all’estero. I dati raccolti (Graf. 14) mostrano che i giovani del campione hanno tutti delle aspettative rispetto alle esperienze all’estero e che le più rilevanti sono conoscere una nuova cultura (21,49%), una lingua straniera (20,78%) e arricchire il proprio curriculum vitae (17,75%). Sono ritenuti leggermente meno importanti sia conoscere nuove persone (17,28%) che divertirsi (12,81%) mentre sono più basse le aspettative relative al trovare un lavoro all’estero(8,98%).

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Sondate le aspettative, si sono analizzate da vicino le competenze che coloro che vanno all’estero pensano di ottenere, a prescindere se queste siano state ottenute all’interno di un programma europeo di mobilità o in un occasione di un viaggio di piacere; si è dunque lasciati liberi gli intervistati di non pensare ed una sola esperienza in particolare ma alla somma delle proprie personali esperienze vissute all’estero. Le afferma-zioni sono state disposte su una scala Likert a 7 valori da “per nulla” a “tantissimo” (Tab.18) e la domanda chiedeva di definire il grado di veridicità delle affermazioni descritte. Tra le affermazioni (Tab.19) figurano sia espressioni che indicano elementi delle “otto competenze chiave” definite a livello europeo, sia frasi riferite ai risultati dell’espe-rienza in sé (i ricordi, la nostalgia ad esempio).

Valore Giudizio 1 Per nulla 2 Molto poco 3 Poco 4 Non so 5 Abbastanza 6 Molto 7 Tantissimo

Graf.14 Le aspettative

Tab. 18 Scala Likert a 7 valori per la domanda sule competenze acquisite

Conoscere una nuova cultura

DivertirmiConoscere nuove personeArricchire il mio curriculum vitaeImparare una nuova lingua

AltroNulla

Le aspettative

21,49%

20,78%

17,75%

17,28%

8.98%

0,91%

12.81%

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Risultano tra abbastanza e molto importanti i bei ricordi (5,79) e la piacevolezza di un’esperienza all’estero (5,64). Come risultato di un’esperienza all’estero ha un buon valore il dato relativo alle differenze con il paese d’origine (5,08); questi elementi legati ai ricordi e all’ap-prendimento interculturale sono definiti come abbastanza presenti al termine di una esperienza all’estero. Sono degni di nota, però, anche le competenze interculturali (4,82), la nostalgia (4,73) per l’esperienza compiuta, le competenze sociali (4,68) e quelle interpersonali (4,62). Quest’ultime sono tra il “non so” e “abbastanza”. Le altre affermazioni sono considerate tutte tra il “poco”, il “molto poco” e il “per nulla” veritiere.

Dai risultati su menzionati, si può ricavare che i giovani del campione (considerando che molti di loro non sono andati all’estero con programmi europei) non prestano molta attenzione alle competenze che si acquisiscono e, prevalentemente, valutano come risultato diretto dell’esperienza all’estero il valore affettivo legato alla memoria di quanto accaduto. Le competenze, da quelle linguistiche a quelle matematiche, sono poco percepite o comunque completamente non considerate come output di un’esperienza all’estero. Alla descrizione e al riconoscimento delle competenze che si acquisiscono all’estero, sono deputate le due forme di certificazione Europass e Youthpass.

Tab 19. Competenze acquisite nelle esperienze all’estero

Competenze acquisite nelle esperienze all’estero

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Riconoscimento e utilizzo certificazione Europass e YouthPass

La ricerca, in conclusione, si è preoccupata di comprendere se i giovani sanno o meno che le competenze acquisite possono essere riconosciute tramite dei certificati: l’Europass e lo Youthpass. Si sono, dunque, posti dei quesiti su cosa siano lo Youthpass e l’Europass e se ne hanno mai ottenuto uno.Si è rilevato che i giovani non conoscono abbastanza né l’uno né l’altro (Tab. 20, Tab. 21). Lo Youthpass è sconosciuto al 79,8% del campione, mentre l’Europass lo è per il 71,6% (Graf.15 e Graf. 16).

Graf. 15 Conoscenza dello Youthpass

Graf.16 Conoscenza dell’Europass

no

Perc

entu

ale

60

40

80

20

0

Youthpass

si

no

Perc

entu

ale

60

40

80

20

0

europass

si

GIOVANI E MOBILITà24

80%

20%

74%

26%

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Tab.20 Conoscenza Youthpass

Tab.21 Conoscenza Europass

Youthpass

europass

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ConclusioniLorenzo Floresta

La presentazione dei risultati della ricerca “Gem”, ci pone di fronte diversi interrogativi sulla tematica analizzata considerando anche le premesse e il contesto da cui si è partiti. In primo luogo, da un lato si ha una percentuale alta (89,2%) dei gio-vani intervistati che sono stati all’estero quindi si ha una propensione positiva a viaggiare, a conoscere altre culture e persone, ad imparare una nuova lingua; dall’altro si evince una conoscenza mediamente in-sufficiente dei programmi che incentivano la mobilità internazionale, dato testimoniato dai quasi 2/3 degli intervistati che non hanno mai partecipato ad un progetto di mobilità all’estero soprattutto per cause riconducibili alla non disponibilità di risorse economiche (15,2%) o ad altre motivazioni personali dalle quali si può altresì dedurre una poca conoscenza delle caratteristiche e dei vantaggi di queste opportuni-tà. Tuttavia, questo dato è possibile incrociarlo con l’ultima indagine Eurobarometro (Flash n. 319 A + B), dalla quale si estrapola che “il 53% dei giovani europei è disposto a lavorare in un altro paese europeo, ma la mancanza di mezzi economici scoraggia molti di loro a compie-re il primo passo in questa direzione”, considerazioni simili con il dato solo italiano pocanzi descritto. Secondariamente, la nostra indagine ha evidenziato la necessità di raf-forzare i processi di pubblicizzazione dei programmi di mobilità, per lo più nella fase di promozione degli obiettivi dei progetti, permet-tendo in questo modo una maggiore conoscenza delle competenze, quasi sempre trasversali, che si potranno conseguire partecipando e che inevitabilmente costituiscono un eccellente investimento perso-nale. Abbiamo visto quanto sia basso il numero di giovani del nostro campione che conoscono la certificazione europea rilasciata a fronte della partecipazione ai progetti di mobilità, a tal proposito potrebbe essere utile ottenere un maggiore riconoscimento dei certificati sia nel campo pubblico (scuole, università, P.A. ect) quanto in quello pri-vato dei servizi e imprenditoriale. Occorrerebbe, quindi, rafforzare le politiche per la mobilità avvicinando le opportunità formative “non formali” nei percorsi di studio “formali”. Tali politiche dovranno essere sostenute da misure concrete che possano garantire modelli unici di riconoscimento utilizzabili in tutta Europa e che certifichino le com-petenze conseguite “lungo tutto il corso della vita”. In riferimento a quanto detto fin’ora, alcuni spunti interessanti arrivano dalla nuova strategia europea che prende il nome di “Europa 2020”; questa indivi-dua tra i suoi obiettivi quello di realizzare un indicatore sulla mobilità nei vari cicli di studio, per monitorare l’impatto positivo sulla qualità della formazione, e sulla preparazione al mondo del lavoro. La crescita economica e lo sviluppo di nuove opportunità lavorative sono stretta-mente legate alla spesa per la formazione, la ricerca e lo sviluppo, ciò cammina di pari passo con il rafforzamento dell’offerte di mobilità gio-vanile, potenziando principalmente i programmi “Gioventù in Azione” e LLP, Long Life Learning Programme.

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Tra i tanti limiti di essere giovani oggi c’è anche una ricchezza, di essere la prima generazione globale; la sfida, dunque, è quella di far conoscere maggiormente queste opportunità, tenere sempre alto il livello di qua-lità dei progetti e allargare i programmi di scambi e mobilità anche ai lavoratori, ai giovani precari e ai non studenti cosa che sembrerebbe la nuova iniziativa della Commissione Europea “Youth on the Move” voglia lanciare con le nuove linee di azione volte a migliorare le prospettive di lavoro dei giovani, promuovendo la mobilità per l’apprendimento e potenziandone il suo riconoscimento.

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Conclusioni - a cura di Lorenzo Floresta

La presentazione dei risultati della ricerca “Gem” – Giovani e Mobilità, ci pone di fronte diversi interrogativi sulla tematica analizzata conside-rando anche le premesse e il contesto da cui si è partiti. Da un lato si hauna percentuale alta (89,2%) dei giovani intervistati che sono stati all’estero quindi si ha una propensione positiva a viaggiare, a conoscere altre culture e persone, ad imparare una nuova lingua; dall’altro si evince una conoscenza mediamente insufficiente dei programmi che incenti-vano la mobilità internazionale, dato testimoniato anche dai quasi 2/3 degli intervistati che non hanno mai partecipato ad un progetto di mobilità all’estero soprattutto per cause riconducibili alla non dispo-nibilità di risorse economiche (15,2%) o ad altre motivazioni personali dalle quali si può dedurre anche una poca conoscenza dei vantaggi di queste opportunità. Tuttavia, questo dato è possibile incrociarlo con l’ultima indagine Eurobarometro, dalla quale si estrapola che “il 53% dei giovani europei è disposto a lavorare in un altro paese europeo, ma la mancanza di mezzi economici scoraggia molti di loro a compiere il primo passo in questa direzione”,considerazioni che possono essere comparate con il dato solo italiano pocanzi descritto. Inoltre, l’inda-gine evidenzia la necessità di rafforzare i processi di promozione dei programmi di mobilità sia per una maggiore diffusione che per una maggiore conoscenza delle competenze, quasi sempre trasversali, che si potranno conseguire partecipando, che inevitabilmente costituiscono un eccellente investimento personale. Occorre tuttavia rafforzare le politiche per la mobilità incorporando le opportunità formative “non formali” nei percorsi di studio “formali”. Tali politiche dovranno essere sostenute da misure concrete relative al riconoscimento accademico, alle norme sui visti e i permessi di soggiorno e agli incentivi finanziari. Abbiamo visto quanto sia basso il numero di giovani del nostro cam-pione che conoscono la certificazione europea rilasciata a fronte della partecipazione ai progetti di mobilità, a tal proposito sarebbe neces-sario sostenere la promozione ed il riconoscimento delle stesse sia nel campo pubblico (scuole, università, P.A. ect) quanto in quello privato dei servizi e imprenditoriale. In riferimento a quanto detto fin’ora, alcuni spunti interessanti arrivano dalla nuova strategia europea per uscire dalla crisi che prende il nome di “Europa 2020”; questa indica tra i suoi obiettivi quello di realizzare un indicatore sulla mobilità nei vari cicli di studio, per monitorare l’impatto positivo sulla qualità della formazione, e sulla preparazione al mondo del lavoro. La crescita economica e lo sviluppo di nuove opportunità lavorative sono strettamente legate alla spesa per la formazione, la ricerca e lo sviluppo, ciò cammina di pari passo con l’aumento dell’offerta della mobilità di giovani, studenti, ricercatori e docenti all’interno dei sistemi di istruzione Ue, potenzian-do il programma YiA, Erasmus e LLP, Long Life Learning Programme. Tra i tanti limiti di essere giovani oggi c’è anche una ricchezza, di essere una generazione europea; la sfida è quella di allargare i programmi di scambi e mobilità anche ai lavoratori, ai giovani precari e ai non studenti cosa

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Tab. 12 Tavola di contigenza per partecipazione ai programmi, zona e genere

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Tab. 18 Scala Likert a 7 valori per la domanda sulle competenze acquisite

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Conoscenza Youthpass

Conoscenza Europass

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Tab. 21 Conoscenza Europass

Tab. 20 Conoscenza Youthpass

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Forum Nazionale dei GiovaniVia Tagliamento n. 49 - 00198 - Roma

tel. 06 45476623 - fax 06 99332616

L’ utilizzo del materiale contenuto è libero, purchè venga citata la fonte.

Finito di stampare nel mese di Ottobre 2011

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La ricerca “Gem” – Giovani e Mobilità presenta i risultati di un’indagine sulla percezione dei giovani in Italia delle opportunità di mobilità internazionale; rea-lizzato dalla Commissione Europa Mondo del Forum Nazionale dei Giovani, unica piattaforma di rappresentanza dell’associazionismo giovanile italiano, con oltre 80 organizzazioni al suo interno.

Il Forum è nato ufficialmente nel febbraio 2004, dalla istanza di soggetti la cui volontà è dare voce alle giovani generazioni creando un organismo di rappresentanza che possa mettere a sistema la rete di rapporti tra le organizzazioni giovanili ed essere promotore degli interessi dei giovani presso Governo, Parlamento, le istituzioni sociali ed economiche e la società civile.

La forza del Forum sta nella eterogeneità delle sue associazioni, specchio delle modalità differenti di impegno civile dei giovani. Fanno parte del Forum associazioni studentesche e ambientaliste, giovanili di partito, sindacati, associazioni laiche e religiose, enti di promozione sociale e sportiva, il mondo scout, i Forum regionali e tante altre realtà. Il Forum Nazionale dei Giovani è membro del Forum Europeo della Gioventù (European Youth Forum, YFJ) che rappresenta gli interessi dei giovani europei presso le istituzioni europee ed internazionali.

Il seguente volume è anche il risultato dato dall’esperienza di associazioni che lavorano tutti i giorni nell’ambito della mobilità internazionale.La loro partecipazione e condivisione all’interno del Forum ha permesso un’analisi più completa e uniforme della disciplina in esame.

GIOVANI E MOBILITàLA PERCEZIONE E LA CONSAPEVOLEZZA DEI GIOVANI IN ITALIA NEI CONFRONTI DELLE OPPORTUNITà DI MOBILITà INTERNAZIONALE