giornalino oratorio s.s.pietro e paolo numero 3 anno 4
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Il giornalino redatto dai ragazzi dell'oratorio S.S.Pietro e Paolo il primo oratorio di Don BoscoTRANSCRIPT
Sommario: Pag. 1 - 4:
Che cosa fanno i servizi sociali
Pag. 2 - 4: Parla il presidente della
Circoscrizione 8
Pag. 3:
Il nostro impegno per sanità e
servizi sociali
Pag. 3 - 5:
Due giorni in compagnia di
Bartimeo e Zaccheo
Pag. 6:
La nostra scuola: I.C. Manzoni
Pag. 7:
Under 12 A & B
Viva il Triathlon
Pag. 8:
Essere alla Moda
I paradossi
ANNO 4, NUMERO 3
MAGGIO 2012
In questo numero, con
più impegno e attenzione,
il nostro giornalino si
apre alla realtà del
quartiere
Insieme a due ragazzi del
gruppo giovani (Gianluca
e Stefano), siamo andate
all’ufficio dei servizi
s o c i a l i d e l l a
Circoscrizione 8, per
capire come si svolge il
loro lavoro. I servizi di
cui s i occupano
riguardano il sostegno
alle famiglie, la tutela dei
bambini, l'aiuto a persone
con problemi di disabilità
o difficoltà economica, la
garanzia agli anziani di
una vita sociale.
Per l’area minori, ci sono
assistenti sociali ed
educatori che si occupano
di tutelare quelli a rischio
attraverso vari mezzi,
dall’ascoltare e aiutare i
ragazzi a superare le loro
difficoltà, al loro
inserimento in famiglie
affidatarie, al mantenere i
rapporti tra i genitori
biologici e gli affidatari,
al favorire l’inserimento
di questi in strutture o
centri diurni, al seguire il
loro cammino scolastico.
Si cerca di dare un
appoggio educativo sia ai
CHE COSA FANNO I SERVIZI SOCIALI
minori che alle proprie
famiglie in modo da poter
superare le difficoltà
venutesi a presentare. Circa
gli anziani, gli operatori si
occupano prevalentemente
di persone ultra sessantenni
sole che hanno più o meno
autonomia di movimento. I
mezzi usat i sono:
assistenza domiciliare,
accompagnamento per
commissioni o visite
mediche, inserimento in
strutture apposite o
comunità alloggio.
Abbiamo fatto loro alcune
domande, tra le quali il
corso di studio che richiede
la loro professione. Per
diventare educatore si può
scegliere qualsiasi scuola
secondaria, mentre per
l’università bisogna
scegliere il corso socio-
assistenziale, che si rivela
il più adatto. Il loro lavoro
richiede molto impegno e
coinvolgimento personale
perché bisogna avere la
capacità di non lasciarsi
t r a spo r t a r e e d i
comprendere le sofferenze
aiutando le persone.
Spesso quando alcune di
esse chiedono cose che
loro non possono dare,
devono dire di no… e
questo non è semplice. Un
assistente, alla domanda
“come mai gli dite di no?”,
ha risposto con sincerità e
un pizzico d'impotenza:
“di sicuro non perché
siamo cattivi, ma perché
non c’è più posto talmente
sono tante le persone che
aiutiamo!”. Questa non
può che essere una bella Continua a pag. 4
Foto di gruppo il giorno dell’intervista
Alcuni momenti
dell’intervista ai servizi
sociali
locali che fanno popolare
il nostro quartiere da
tantissima gente ogni sera
e lo hanno portato a essere
considerato una zona
d’elite quasi al pari del più
famoso quadrilatero
romano. Al tempo stesso la
presenza dei locali ha fatto
da repellente ai
delinquenti che
solitamente regnavano
sovrani per le vie.
L’apertura della tratta
della metropolitana Porta
Nuova-Lingotto che ha
facilitato gli spostamenti
dei numerosi pendolari
che ogni giorno transitano
nella nostra zona per
motivi di lavoro o studio.
Tra gli elementi negativi
resta da risolvere il tratto
dei portici di via Nizza con
la sua necessaria
riqualificazione, realizzare
nuovi parcheggi, e dopo
quattro anni di lavori e di
disagi per i commercianti
per la costruzione della
metropolitana in via Nizza,
ridefinire nuovamente una
rete di mezzi pubblici in
superficie in modo da
ridare nuova linfa al
commercio. Tra le
insoddisfazioni ,la crisi
economica che ha causato
dal 2009 a oggi un taglio
del 75% della disponibilità
economica e quindi il non
poter più aiutare tutti. Si è
cercato di preservare gli
aiuti alla scuola, ai
portatori di handicap, agli
anziani bisognosi,
lasciando quello che resta
della disponibilità
economica a tutte le altre
richieste, sempre assai
numerose, sapendo di non
poter accontentare tutti.
Che cosa vuol dire per
Lei essere presidente?
Non ho mai fatto politica
fino al 2000. Poi, andando
in pensione, e avendo
sempre criticato gli
amministratori di qualsiasi
parte politica, ho provato
a mettermi in gioco. Dal
2001 al 2006 sono stato
eletto nel consiglio di
minoranza e poi dal 2006
al 2011 eletto presidente e
ora rieletto per un secondo
mandato. Per me essere
presidente è risolvere i
problemi dei cittadini o
quanto meno cercare un
dialogo tra le parti e dare
loro delle risposte, essere
un punto di riferimento per
tutta la collettività. È per
me un grande orgoglio
essere riconosciuto per
strada, fermato e
interpellato: questo vuol
dire che svolgo bene il mio
lavoro. Ricevo una
quindicina di mail alla
settimana e regolarmente
rispondo a tutti, perché è
importante dare sempre
una risposta alle domande
dei cittadini. Lavoro
mediamente 8-10 ore al
giorno, non è faticoso
come un lavoro di
costruzione, a volte è solo
di rappresentanza, altre
volte è solo incontrare
della gente, quindi se sono
di riferimento per i
cittadini, devo essere
disponibile per loro nella
buona e nella cattiva sorte, Continua a pag. 4
Redattore capo: Ruben Soro
Alessandro Firicano
Redattori: Francesca Potenza
Samuele Colombara Martina Sinigagliese
Ilaria Palazzi
Foto:
Alba Balzano Federica Di Monda
Massimiliano Femiani
Vignette: Riccardo Curci
Collaboratori: Maxim Bertucci
Valeria Argentino Ettore Ventura Erica Muller Sara Berselli
Alessia Cargnino Sara Firicano
Rebeca Imbria Emanuela De Franco
Angela Billò Viola Corbezzolo Giovanni Bresciani
Luca Gibello
Carlo Femiani
Oratorio SS. Pietro e Paolo
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ANNO 4, NUMERO 3
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PARLA IL PRESIDENTE DELLA CIRCOSCRIZIONE 8
Il 23 febbraio abbiamo
incontrato nel suo ufficio il
presidente della nostra
Circoscrizione, Mario
Cornelio Levi.
Se dovesse tracciare un
bilancio del lavoro fatto
nella Circoscrizione, quali
sono gli elementi positivi e
quali i maggiori
problemi?
Tra i primi c’è da
annoverare lo sforzo di
aver contribuito a sfatare
la nomea di San Salvario
quale quartiere disperato e
di portarlo ad esempio
d'integrazione. Il miracolo
non l’abbiamo fatto noi
dell’amministrazione ma i
cittadini, le associazioni, le
parrocchie, le scuole che si
sono messi in gioco, mentre
noi abbiamo fatto la nostra
parte dando il supporto
necessario. Aggiungerei
l’aiuto dato per la
creazione della biblioteca
Sharazar, la sempre più
numerosa presenza di
Mario Cornelio Levi, nel suo ufficio in Circoscrizione 8
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sono irruente ma
determinato ad
affrontare le varie
problematiche. Sono
stati effettuati dei tavoli
di lavoro dove si è
valutato quali fossero i
metodi necessari per
affrontare le
problematiche delle
persone in difficoltà.
Nel mio modo moderato
di agire cerco passo a
passo di risolvere i
diversi problemi che mi
vengono presentati, da
Giovanni Bresciani, 65
anni, alle ultime
amministrative eletto
nelle liste dei Moderati
per Fassino, coadiuva il
presidente della
Circoscrizione 8 nel
difficile campo della
Sanità e dei servizi
sociali, come
coordinatore della IV
Commissione.
Quali difficoltà trova
nel coordinare
un'attività così vasta?
La difficoltà in primo
luogo è morale, in
quanto purtroppo
materialmente non si
può realizzare quanto si
ritiene necessario nelle
diverse attività che
dovrebbero supportare i
tre rami principali
facenti parte del
servizio
socioassistenziale: i
minori, gli anziani e i
disabili.
È un'attività che la
emoziona e la
gratifica?
Certamente quando si
tocca con mano, ovvero
si entra con solidarietà
all'interno di un
affrontarsi con progetti
atti a coadiuvare le
persone bisognose di
aiuto riunendole in un
solo contesto per ogni
tipologia. Non si può
restare indifferenti o
superficiali, ma ci si
deve far coinvolgere
(con un limite sensato)
per poter capire quale
sia la soluzione per
venire incontro alle
aspettative di queste
persone.
Articolo scritto da
Giovanni Bresciani
3
progetto e si può
constatare le varie forme
di realtà, che spesso non
vediamo essendo presi
dal ritmo sfuggente e
frettoloso della vita
moderna, allora ci si
può commuovere nella
partecipazione. La
gratificazione si può
quindi raggiungere
quando si è potuto
operare costruttivamente
a un progetto che viene
realizzato anche grazie
al nostro contributo, e
vedendone compiaciuti i
risultati si può pensare:
“Lì c'è un po' di me”.
Questa sua attività
richiede competenze e
professionalità. Si sente
a disagio e distaccato di
fronte alle
problematiche di
diverse persone in
difficoltà, oppure è
facile farsi coinvolgere
e sentirsi in dovere di
trovare soluzioni per
aiutare queste
persone?
Dal ruolo politico che
ricopro sono molte le
aspettative richieste.
Spero di esserne
all'altezza anche se non
IL NOSTRO IMPEGNO PER SANITA’ E SERVIZI SOCIALI
Giovanni Bresciani: coordinatore della IV Commissione
DUE GIORNI IN COMPAGNIA DI BARTIMEO E ZACCHEO
Il ritiro visto dalla parte degli adulti...
Il ritiro dei giovani e giovanissimi, il 24 e 25 marzo
a Riva presso Chieri, è trascorso in serenità e
armonia. Così, i due gruppi si sono conosciuti un
po’ meglio e, visto il periodo quaresimale, con
l’aiuto di Bartimeo e Zaccheo abbiamo meditato e
riflettuto, provando a sentire ciò che il Signore
vuole da noi, provando ad ascoltare. Non è stato
facile, dato anche il ritmo delle attività, soprattutto
nei momenti di silenzio e meditazione, ma si è visto
l’impegno di tutti affinché il ritiro potesse servire ad
afferrare l’occasione proposta.
Siamo partiti il sabato verso le ore 14,30 dal nostro
oratorio e giunti a destinazione presso la casetta di
san Domenico Savio, ora centro per ritiri, verso le Continua a pag. 5
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trovare soluzioni per
aiutare queste persone.
Crediamo che questo
incontro non sia servito
solo a noi ragazzi, bensì
permetta di capire
quanto i servizi sociali
siano essenziali per la
nostra comunità e non
un lavoro inutile come
talvolta viene insinuato.
Speriamo dunque che
possa servire anche agli
operatori, per dare loro
maggiore carica e
appoggio morale. Sono
brave persone poiché
cercano, con il loro
lavoro, di migliorare la
qualità della vita di
persone in difficoltà.
Con quest’intervista
abbiamo potuto capire
che un assistente sociale
è un operatore sociale il
quale, agendo secondo i
gratifica o, ancora, se è
facile farsi coinvolgere e
sentirsi in dovere di
trovare soluzioni per
aiutare queste persone.
Tra loro cercano di
proporre qualcosa che
sia di miglioramento,
mostrandosi solidali con
chi chiede a iuto.
C e r t a m e n t e , l a
g r a t i f i c a z i o n e o
l'emozione data dal
l a v o r o e s i s t o n o :
affrontando problemi
reali che coinvolgono la
sfera sentimentale, se si
riescono a trovare
soluzioni per dare
sollievo si è anche
gratificati. Non ci si
sente a disagio di fronte
a problemi di famiglie,
di minori o anziani, ma è
facile farsi coinvolgere e
sentirsi in dovere di
principi e i metodi
s p e c i f i c i d e l l a
professione, svolge la
p r o p r i a a t t i v i t à
nell’ambito del sistema
organizzato delle risorse
sociali. L’assistente
sociale non si limita
solo a consigliare ma a
eseguire quanto stabilito
insieme al soggetto
assistito, sia singolo che
c o m e g r u p p o .
R i n g r a z i a m o i l
p r e s i d e n t e d i
C ir c o s c r iz io ne , i
responsabili dei servizi
sociali e gli operatori
tutti per la disponibilità
d i m o s t r a t a c i e
l’opportunità che ci
hanno dato di conoscere
un po’ di più un settore
a noi quasi ignoto.
Francesca, Martina
Segue da pag. 1
risposta e soprattutto
una bella dimostrazione
del loro amore verso le
persone. La maggior
parte di loro, infatti,
trova come motivazione
d e l l a s c e l t a
professionale il piacere
nell’avere un rapporto
personale con le
persone, facendo anche
del volontariato.
A l t r e d o m a n d e
r i g u a r d a v a n o l e
difficoltà incontrate nel
coordinare un’attività
che li emoziona o
Prosegue da pag. 2 acquisendo le loro
esigenze e capendo come
posso risolverle, e se non
sono risolvibili
spiegandone loro le
motivazioni. Bisogna
essere in grado di risolvere
i problemi della collettività
e non dei singoli gruppi:
pensiamo ad esempio
all’Ecocentro nel curvone
del Fioccardo, dove dopo
numerose commissioni per
informare i cittadini, essi
hanno raccolto 400 firme
per fermarlo, e io in
un'assemblea ho spiegato
che a mio giudizio
l’Ecocentro, pur
rispettando tutte le loro
ragioni, andava collocato
nel posto scelto. La mia
soddisfazione è che ho
avuto ragione: l’Ecocentro
funziona, senza recare
Comune.
Che cosa rappresentano i
servizi sociali all’interno
della Circoscrizione?
Essi sono senz'altro un
punto di forza. Servono a
soddisfare i bisogni
primari e poi quelli
secondari dei cittadini.
Cercano di aiutare le
persone bisognose, i
cittadini meno fortunati
quali portatori di handicap,
anziani, famiglie in stato di
necessità, giovani
disadattati da recuperare.
Agiscono in prima persona
in quanto i vari assistenti si
occupano dei casi specifici,
e agiscono per interposta
persona con progetti
affidati ad associazioni per
soddisfare determinati
bisogni.
Cristina, Luca, Stefano
disagi alla cittadinanza.
Ha avuto qualche
delusione?
La più grande è quella di
avere la migliore soluzione
ma non avere il consenso o
da parte
dell’amministrazione o dei
cittadini. Ad esempio, sarà
sicuramente una delusione
se dopo aver ottenuto i
muri per costruire una
biblioteca in via Lombroso,
non ci saranno i soldi per
portarla a termine. Altra
delusione sarà, nella
volontà nostra che è quella
d'intervenire per la
riqualificazione di corso
Marconi e via Nizza, di
non trovare una soluzione
adeguata sia per
mancanza di fondi che per
mancanza di una risposta
positiva da parte dal
A l t a v o l o d ur a n t e
l’intervista
Il presidente della circoscrizione 8 durante uno dei
momenti di rappresentanza
Prosegue da pag. 3
15,30. Abbiamo preso possesso della struttura e,
dopo aver sistemato le camerate, ci siamo ritrovati
per la merenda; subito dopo abbiamo iniziato i
lavori. Nella prima parte, dal titolo “con il cieco di
Gerico, anche noi in cerca di una luce”, Carlo ci ha
proposto alcuni spunti di riflessione, poi con l’aiuto
di una canzone di Ligabue “ho perso le parole” e
con alcuni filmati, abbiamo avuto materiale
sufficiente per avviare un lavoro inizialmente
personale e poi in gruppi con una condivisione
finale. La serata è continuata con la cena e un
momento di gioco, prima di ritrovarci intorno alle
21,30 in salone per un momento di preghiera: una
via Crucis multimediale. Al termine abbiamo visto
un film molto bello dal titolo “Quasi amici”.
L’indomani, con sveglia alle 8, abbiamo iniziato la
seconda giornata. Dopo un'abbondante colazione e
un momento di pulizia e riordino dei locali, ci siamo
ritrovati in salone. La seconda parte è stata in
compagnia di Zaccheo: “Zaccheo, una vita
illuminata da Gesù”. Sul tema della vocazione ci
sono stati proposti spunti di riflessione e filmati che
hanno suscitato in noi forti emozioni. Abbiamo
avuto tempo per una riflessione personale, per un
lavoro a gruppi e poi per concludere
condividendone gli esiti. Finalmente è arrivato il
pranzo, abbondante, preparato dagli ormai sempre
presenti Alfonso e Virginia. È seguita un po’ di
ricreazione, in attesa dell’arrivo di don Piero. Con
lui ha avuto inizio la parte conclusiva del nostro
ritiro: la celebrazione penitenziale e, per coloro che
hanno voluto, la confessione e poi la Santa Messa.
Abbiamo infine atteso alcuni genitori che si sono
prestati per fare il servizio taxi e verso le 18 siamo
ripartiti alla volta di casa.
Sicuramente è stata una buona esperienza, dove si è
provato a vivere la vita di comunità, riscoprendo
sentimenti, momenti di silenzio, momenti di
ascolto, riscoprendo quella disponibilità verso gli
altri che dovrebbe essere naturale.
Carlo
… e dei ragazzi
Il ritiro è servito, per ognuno di noi, a esporre le
proprie idee sul tema principale: la fiducia nel
p r o s s i m o e i n s e s t e s s i .
Appena arrivati presso la casetta di san Domenico
Savio, abbiamo messo a posto le nostre cose nelle
camerate. Dopo di che ci siamo ritrovati nella
stanza principale e ci siamo divisi i compiti per
s p a r e c c h i a r e , a p p a r e c c h i a r e e c c .
Dopo abbiamo avuto un momento di libertà, in cui
potevamo fare ciò che volevamo. Poi c'è stato un
momento di riflessione sul cieco Bartimeo, e ci
siamo concentrati sulla fiducia che il cieco ha
mostrato verso Gesù; così, ognuno di noi ha
esposto quello che pensava.
La sera, dopo mangiato, abbiamo visto “Quasi
amici”, un film che trattava di un signore malato
che diventa molto amico del suo badante. Quasi
tutti hanno notato la fiducia che era reciproca, così
come il rispetto.
Il giorno seguente, dopo la colazione, c'è stato un
altro momento di riflessione, che stavolta trattava
di Zaccheo e di un ragazzo che aveva avuto
un'esperienza di droga e delinquenza.
Al pomeriggio ci siamo ritrovati per riflettere su
questi due testi, che ci hanno fatto capire
l'importanza di credere in se stessi, ma anche il
fatto che ogni tanto bisognerebbe avere l'appoggio
degli altri, quindi la fiducia nel prossimo. Dopo
abbiamo avuto finalmente un momento di libertà:
c'era chi giocava a ping pong, chi a calcio e chi
a n d a v a in g i r o p e r i l p a e s in o .
È stata una bellissima esperienza che ripeteremmo
altre mille volte, perché è sempre bello condividere
con i propri amici quello che si pensa. Ora ci
aspetta un altro ritiro, quello di Assisi, e siamo
sicuri che l'emozione sarà ancora più grande!
Alessandro, Ettore
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Ragazzi in refettorio pronti per la cena
Alcuni momenti di svago nel campetto adiacente alla casetta di san Domenico Savio
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LA NOSTRA SCUOLA: I.C. MANZONI
Costruita nel 1882,
durante la Prima Guerra
Mondiale viene adibita a
ospedale, mentre nel
corso della Seconda
Guerra Mondiale diventa
sede temporanea per
l ’ a c c o g l i e n z a d e i
sinistrati, con cento posti
a disposizione, e ospita
gli abitanti del borgo
rimasti senza casa a
c a u s a d e i
bombardamenti.
A noi la nostra scuola
sembra molto bella e
spaziosa, con il nuovo
cortile addirittura mitica!
(Viola); molto grande
ma anche molto vecchia,
ci conosciamo un po’
tutti e per questo è la
scuola più wonderful di
tutte! (Sara); è la scuola
più bella e basta
(Bianca) . Potrebbe
migliorare dipingendo le
aule più malandate e
mettendo più ore di
ginnast ica (Vio la) ,
conferendole un aspetto
più carino (Bianca),
anche se è già bella così
(Sara).
Abbiamo rivolto alcune
d o m a n d e a d u e
professoresse, partendo
da Enza Amodeo,
docente di matematica e
scienze e presidentessa
d e l l ’ a s s o c i a z i o n e
animalista di Torino.
Come le è venuta la
passione per gli
animali?
Non è una passione, è
amore: sento il dovere
morale di aiutare chi ha
bisogno di me.
Che cosa significa per
lei abbandono?
Significa solitudine e
dolore, perchè anche gli
animali soffrono.
Perché ama così tanto
gli animali?
Perché loro sanno
amare senza giudicare e
senza aspettarsi in
cambio nulla se non
l'affetto del padrone.
Coma fa a portarli
dalla Calabria a
Torino?
Per fortuna ci sono
molte persone come me;
sono volontari che
vivono soprattutto in
regioni dove gli animali
vengono maltrattati e si
occupano di organizzare
il trasporto in auto, in
treno o in aereo.
Perché secondo lei le
persone abbandonano
gli animali?
L e p e r s o n e
a b b a n d o n a n o g l i
animali così come non si
occupano della loro
f a m i g l i a . N o n
conoscono il significato
d e l l a p a r o l a
R ESPONSABI LI TA' .
Vivono con leggerezza e
sono incapaci di
sentimenti profondi.
È difficile trovare casa
agli animali, dove li
tiene nel frattempo?
Non sono sola. A San
Sa lvar io è nata
un'associazione di cui
sono presidente che mi
aiuta a ospitarli presso
le nostre abitazioni.
Tutti noi abbiamo
animali generosi in
c a s a c h e n o n
aggrediscono chi ha
bisogno di ospitalità (io
ho due cani e quattro
gatti). A volte non è
f a c i l e t r o v a r e
l'adottante giusto, ma
finora ce l'abbiamo
sempre fatta.
Preferisce gli animali
o le persone?
È un luogo comune
pensare che chi ama gli
animali non ami le
persone. Chi ha la
sensibilità di occuparsi
di questi fratelli più
deboli sa occuparsi
anche delle persone che
hanno bisogno. Bisogna
comunque fare una
distinzione fra chi ama
solo i propri animali e
chi li ama tutti.
Se fosse un animale,
q u a l e v o r r e b b e
essere?
Un gatto o un'aquila.
Ma mi piaccio anche
così.
Passiamo ora alla
professoressa Carla
Cerutti, insegnante di
educazione fisica e
promotrice delle attività
sportive della scuola:
Prof.ssa Cerutti, come
m a i h a s c e l t o
d ' i n s e g n a r e
ginnastica?
Mi piace molto. In tempi
passati ho frequentato
l’Isef in quanto ero una
sportiva, mi piace stare
con i ragazzi e mi piace
trasmettere i valori dello
sport.
Quando ha iniziato a
insegnare e da quanto
tempo è da noi?
Ho iniziato nel 1979-
1980, ed è il mio quarto
anno alla Manzoni.
Come si è trovata nei
primi tempi?
Sono entrata con il
timore d'incontrare
ragazzi con poca voglia
di imparare.
E ora che cosa pensa?
Penso che la Manzoni
sia una scuola molto
stimolante e ricca
d'iniziative.
Bianca, Emanuela,
Erica, Sara e Viola
La nostra scuola
Ciao, cari amici amanti
dello sport. Per l’ultima
uscita del giornalino di
quest’anno abbiamo
intervistato un
rappresentante della
squadra A e l'allenatore
della B, ma prima ve ne
parliamo un po’.
Partiamo dalla squadra A,
che rispetto agli altri anni
in campionato sta facendo
faville; insomma, diciamo
che si e svegliata! Infatti
quest’anno i gol arrivano a
bizzeffe grazie al favoloso
attacco composto dal
Bomber (Pietro Caviasso),
da Marcolino (Marco
Fasano), da Lollo
(Lorenzo Costantino) e
dal Geometra (Lorenzo
Succio), i quali da un paio
di campionati stanno
sbalordendo tutti.
Risponde alle nostre
domande il grande
portiere Checco
(Francesco Bongioanni).
Che cosa pensi della
squadra?
È molto brava e
s'impegna.
Ti senti bene all’interno
del gruppo?
Sto molto bene con i miei
compagni e anche loro
stanno bene con me.
Hai prospettive per il
campionato?
Sì, spero che vada bene e
spero di ottenere dei
buoni risultati.
Adesso conosciamo
meglio la squadra
B,ovvero una delle new
entry di quest’anno: è una
buona squadra piena di
validi elementi che, pur
non avendo mai giocato
insieme, sono molto
affiatati. Ci parla mister
Roberto.
Ti piace allenare?
Sì, molto.
A che cosa punti per
questo campionato?
M'importa che i ragazzi
facciano esperienza.
Pensi che riuscirete a
competere con squadre
più forti o c'è da
migliorare ?
Sicuramente c'è da
migliorare, ma per questo
campionato va bene così.
È stato un grande piacere
scrivere per voi lettori…
All'anno prossimo!
Samuele
ANNO 4, NUMERO 3
MAGGIO 2012
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UNDER 12 A & B VIVA IL TRIATHLON
Il triathlon è uno sport
m u l t i d i s c i p l i n a r e
individuale che si basa
su tre prove: nuoto,
ciclismo e corsa.
Abbiamo intervistato
Simona Cargnino,15
anni, una delle nostre
animatrici dell'Estate
ragazzi che pratica
questo sport.
Da quanto tempo
pratichi il triathlon?
Da otto mesi.
Perché lo hai scelto?
Perché volevo provare
un nuovo sport dove
potermi misurare su più
discipline; mi sono
avvicinata a esso grazie
alla mia ex e grande
prof . Cerut ti , d i
educazione fisica.
Qual è la tua specialità
preferita?
La corsa.
Quanti allenamenti fai
a settimana?
Quattro da due ore
l'uno: il lunedì, il
mercoledì, il giovedì e il
venerdì; sovente il
sabato vado a fare un
giro in bici al Valentino
o ad Aosta.
Hai già fatto delle
gare?
Diverse campestri di cui
una nazionale, oltre a
due gare di duathlon in
cui mi sono classificata
bene e mi sono divertita
molto. Presto ne farò
una di triathlon!
Ti trovi bene con il tuo
allenatore e con il tuo
gruppo?
Sì, molto; e spesso
organizziamo delle
uscite insieme.
Pensi di continuare
questo sport anche gli
anni prossimi?
Certo!
Lo consiglieresti?
Assolutamente sì! Lo
trovo veramente bello
perché è molto dinamico
e sempre a contatto con
la natura. Per chiunque
v o l e s s e p r o v a r l o
l'Aquatica vi aspetta!
Alessia, Angela
Simona Cargnino durante la premiazione delle
gare di coppa Primavera
Under 12 A
ANNO 4, NUMERO 3
MAGGIO 2012
Che cosa sono i paradossi? (dal greco: "che va contro
l'opinione"). Sono delle affermazioni che ti fanno
perdere il senno!!!! Poiché sono delle conclusioni
apparentemente inaccettabili, che derivano da premesse
apparentemente accettabili per mezzo di un
ragionamento apparentemente accettabile. In soldoni, i
paradossi sono dei concetti che contengono
contemporaneamente delle affermazioni contraddittorie
fra di loro. Per esempio: il ghiaccio caldo, la lava fredda
ecc.... Questi sono solo facili esempi ma... vediamo se
resistete a questi altri:
Il paradosso del mentitore:
Affermazione: "Tutti gli uomini sono bugiardi"
Ragionamento: se stai dicendo la verità vuol dire che
non tutti gli uomini sono bugiardi, e se stai dicendo una
bugia ammetti che non tutti gli uomini sono bugiardi.
Paradosso contradditore:
Affermazione: "Risponderesti NO a questa domanda?"
Ragionamento: Se rispondi SI, non puoi, perché hai
detto SI. Però se rispondi NO sei in contraddizione,
poiché tu volevi rispondere NO, però rispondendo NO
non hai realmente risposto di NO, perché hai detto NO
al NO.
Viaggi nel tempo: Affermazione:"In teoria potremmo
viaggiare nel tempo"
Ragionamento: L' affermazione è vera, ma allora
perché nessuno è venuto dal futuro a dirci quando
potremo viaggiare nel tempo? E se così fosse, però,
vuol dire che un altro mondo uguale al nostro sta
vivendo "il futuro", quindi... esisterà anche il "passato-
presente"?
Paradosso dell'esame (paradosso logico)
Un alunno, a un esame di logica sta andando molto
male. A un certo punto il professore gli dice: “Ti farò
un'ultima domanda, se risponderai correttamente
passerai l'esame”.
Ecco la domanda:
-Passerai questo esame?
-E come faccio a saperlo?
-Non mi hai dato una risposta, mi hai fatto un'altra
domanda, devi rispondere si o no.
Lo studente dà la risposta esatta e passa l'esame.
Qual è la risposta esatta?
Come avete potuto constatare, i paradossi sono
IRRISOLVIBILI, ma secondo voi...esiste una logica
per risolverli???
Vi lascio con questa domanda e... AL PROSSIMO
ANNO!!!!!!
Ruben
8
Noi crediamo che la moda sia di per sé un
condizionamento. Se così non fosse, non
esisterebbe; la moda è infatti l’imposizione di un
gusto, di una scelta, di un modello, di un colore a
un pubblico vasto e vario nei suoi gusti, che accetta
le scelte imposte proprio perché quelle scelte
“vanno di moda”. Se ognuno di noi non prestasse
occhi e orecchi a vetrine, giornali e pubblicità, la
moda non esisterebbe e verrebbe a mancare,
soprattutto in Italia, un'importante industria. Non
bisogna infatti dimenticare che la moda non è solo
il piacere d'indossare un determinato abito o di
scegliere un colore piuttosto che un altro, ma è
fondamentalmente un colossale giro d’affari in cui,
fortunatamente, l’Italia occupa uno dei primissimi
posti al mondo.
Si può dire che oggi esistano tre tipi di moda,
parlando in particolare dell’abbigliamento
femminile: quello d’alta sartoria, riservato alle
sfilate di modelle e alle ricche milionarie; la moda
pronta che, in diversa qualità e con diverso prezzo,
si può trovare nei normali negozi come nei più
grandi magazzini; la moda giovane. Quest’ultima è
una moda non moda. A noi giovani infatti non piace
farci condizionare nella scelta dei nostri gusti dal
mondo degli adulti e preferiamo quindi dar vita a
una moda soltanto nostra, nella quale possiamo
riconoscerci, e che possiamo interpretare come
vogliamo. Così la moda di noi giovani, agli occhi di
una persona anziana o legata alle tradizioni superate
del passato, può sembrare un pugno in un occhio,
una stravaganza senza significato. Invece per noi
giovani i colori vivaci, le stoffe orientali, i lunghi
foulard, la minigonna che ora sta ritornando alla
grande, tutto questo ha un preciso significato. Oggi
il giovane veste a modo suo, mentre in passato
doveva sottostare al gusto degli adulti.
Sotto questo aspetto quindi la moda giovane è
soprattutto moda di libertà e d'indipendenza.
Marika
ESSERE ALLA MODA I PARADOSSI
Vignetta di
Riccardo Curci:
Aspettando l’estate