giornale d’istituto - anno scolastico 2007/2008 ... maggio...come lei ci ha insegnato, supere-remo...

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Studenti in redazione Pensate che sia noioso scrivere un giornale? Noi ragazzi della redazione possiamo rispondervi essendo stati protagonisti di questa esperienza. Per noi scrivere un giornale è stato molto divertente e stimolante perché abbiamo scoperto anche i vostri e i nostri pensieri riguardo la scuola ed il mondo esterno. Lavorando insieme abbiamo dato una risposta concreta al desiderio dʼincontrarci, di socializ- zare e di comunicare tra di noi e con gli adulti. Nella nostra scuola è ormai diversi anni che viene redatto il gior- nale “Il Mondo in una Scuola” con se- zioni dedicate allʼattualità, allʼadole- scenza, a cinema, sport e musica, al- la vita nella scuola, alla creatività. La redazione è formata dai rappresen- tanti di tutte le classi seconde e di una classe terza, rappresentanti che si sono incontrati ed hanno lavorato insieme dividendosi i ruoli e le re- sponsabilità, raccogliendo, selezio- nando, correggendo e riscrivendo al computer gli articoli. È stata unʼespe- rienza fantastica che ha creato co- munità, unione tra le classi, corre- sponsabilità nel fare meglio e bene, un forte senso di appartenenza alla scuola e alla vita sociale e culturale del nostro Paese. Questʼanno la re- dazione ha deciso di integrare il gior- nale dʼistituto con un “inserto specia- le”, Buon Compleanno Costituzione, per ricordare i 60 anni della Costitu- zione repubblicana. Per noi, infatti, essa non rappresenta un documento del passato, ma un punto di riferi- mento del nostro presente con i valo- ri e le idee sempre attuali di libertà, di uguaglianza e di democrazia. La Redazione Il mondo in una scuola GIORNALE D’ISTITUTO - Anno scolastico 2007/2008 SCUOLA MEDIA STATALE “UMBERTO I” Lanciano e Sezione di Frisa - Centro Territoriale Educazione Permanente “NOTIZIE DALL' INTERNO” - La comunità scolastica dell’UMBERTO I ringrazia e saluta con affetto 2 docenti che quest’anno lasciano la scuola: la Prof.ssa Wanda Sciorilli e la Prof.ssa Rosanna Stante. Come non ricordare dell’una il benevole sorriso verso ogni alunno e la capacità di vedere in tutti qualcosa di buono e bello, GRAZIE WANDA! Della Prof.ssa Stante, l’autorevolezza e l’amabilità verso i “suoi” ragazzi, l’en- tusiasmo profuso in progetti, teatro, concorsi, la sua idea di scuola come laboratorio creativo che apre la mente e il cuore. GRAZIE ROSANNA. Cara Professoressa... ... dicono che non basti una vita intera per conoscere davvero una persona... abbiamo sempre pen- sato che non fosse una cosa ve- ra, uno dei soliti proverbi senza fondamenta.. Solo due anni sono passati e non ancora riusciamo a renderci conto che sono già finiti. Ostacoli, incomprensioni hanno reso il nostro cammino sempre più lungo e difficile. L'ansia e la paura per i lunghi compiti in clas- se, e poi il sorriso sapendo che era andato bene. Le lunghe lezio- ni di storia e geografia, i forti dis- corsi ed i rimproveri per le volte che i compiti non erano stati svol- ti, e pagine intere di fastidiosi esercizi da fare. Ed ora... Fin dal primo giorno è stata una vera e propria guida per noi. Ci ha inse- gnato a non cadere alle prime dif- ficoltà, a non rimanere delusi do- po aver perso, a non mollare e a continuare ad andare avanti sen- za preoccuparsi del pensiero de- gli altri. Saranno troppe le cose che ci mancheranno quando lei andrà via: i suoi grandi occhi scu- ri perlati che ci esaminano, il suo sguardo eloquente, il tic-tic della sua penna per richiamare il silen- zio, le sue parole di conforto su un compito andato male e le pagi- ne dei nostri diari non saranno più piene dei suoi inesorabili compi- ti... Ma resteremo sempre in piedi, come lei ci ha insegnato, supere- remo anche questa difficoltà che la vita ci propone, rimarremo uniti ed andremo avanti. Conservere- mo per sempre il suo ricordo, per- ché per conoscere davvero una persona non c'è bisogno di aver condiviso con lei una vita intera, basta aprirle il cuore per entrare, ed essa rimarrà sempre dentro di te, a sostenerti, a guidarti, ed a proteggerti... quindi: GRAZIE... Grazie per averci aiutato... Grazie per averci portato in alto... Grazie per averci fatto ridere... Grazie per non aver mai mollato... Grazie per averci fatto trascorrere questi anni... Grazie per tutto ciò che ci ha dato da custodire... Grazie per i suoi dolci sorrisi... Grazie per i suoi sguardi fugaci... Grazie per i mille compiti... (beh forse, per quelli, un po' meno) Grazie per essere entrata nei no- stri cuori... Grazie... grazie... ... per tutto!!! Per la prof.ssa Stante, la sua, per sempre, 2°B ('07-'08) Cara Prof., grazie !! Scuola Media “Umberto I” Lanciano Scuola Media “Umberto I” Lanciano Premio Regionale ENERGIOCHI 2007/2008 a “Un pianeta che soffre” di Flavia Fioretti 1 a E Buon Compleanno Costituzione A 60 anni dalla “Costituzione Repubblicana” la Scuola Media “Umberto I” vuole ricordare lʼevento attraverso una serie di manifestazioni che troveran- no nella Mostra nella nostra scuola, nellʼinserto speciale del giornale e nella festa del 31 Maggio 2008 presso il “Teatro Fenaroli” di Lanciano, i momenti più significativi. La Costituzione caratterizzata da una forte tensione innova- tiva e riformistica, da una costante ricerca di un giusto compromesso tra valori, da un equilibrio tra gli ideali della tradi- zione cattolica, socialista, comunista e liberale è ancora un punto fermo per noi ragazzi del 2000 che ne apprezziamo il suo carattere aperto pluralista e tollerante. 1 a Fiera del Libro per Ragazzi 4-5 Giugno 2008 Lanciano Scuola Media Umberto I Incontro con la scrittrice Angela Nanetti 5 Giugno, ore 9.00

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Page 1: GIORNALE D’ISTITUTO - Anno scolastico 2007/2008 ... MAGGIO...come lei ci ha insegnato, supere-remo anche questa difficoltà che la vita ci propone, rimarremo uniti ed andremo avanti

Studenti in redazionePensate che sia noioso scrivere ungiornale? Noi ragazzi della redazionepossiamo rispondervi essendo statiprotagonisti di questa esperienza.Per noi scrivere un giornale è statomolto divertente e stimolante perchéabbiamo scoperto anche i vostri e inostri pensieri riguardo la scuola ed ilmondo esterno. Lavorando insiemeabbiamo dato una risposta concretaal desiderio dʼincontrarci, di socializ-zare e di comunicare tra di noi e congli adulti. Nella nostra scuola è ormaidiversi anni che viene redatto il gior-nale “Il Mondo in una Scuola” con se-zioni dedicate allʼattualità, allʼadole-scenza, a cinema, sport e musica, al-la vita nella scuola, alla creatività. Laredazione è formata dai rappresen-tanti di tutte le classi seconde e diuna classe terza, rappresentanti chesi sono incontrati ed hanno lavoratoinsieme dividendosi i ruoli e le re-sponsabilità, raccogliendo, selezio-nando, correggendo e riscrivendo alcomputer gli articoli. È stata unʼespe-rienza fantastica che ha creato co-munità, unione tra le classi, corre-sponsabilità nel fare meglio e bene,un forte senso di appartenenza allascuola e alla vita sociale e culturaledel nostro Paese. Questʼanno la re-dazione ha deciso di integrare il gior-nale dʼistituto con un “inserto specia-le”, Buon Compleanno Costituzione,per ricordare i 60 anni della Costitu-zione repubblicana. Per noi, infatti,essa non rappresenta un documentodel passato, ma un punto di riferi-mento del nostro presente con i valo-ri e le idee sempre attuali di libertà, diuguaglianza e di democrazia.

La Redazione

Il mondo inuna scuola

GIORNALE D’ISTITUTO - Anno scolastico 2007/2008SCUOLA MEDIA STATALE “UMBERTO I”

Lanciano e Sezione di Frisa - Centro Territoriale Educazione Permanente

“NOTIZIE DALL' INTERNO” - La comunità scolastica dell’UMBERTO I ringrazia e saluta con affetto 2 docenti che quest’anno lasciano lascuola: la Prof.ssa Wanda Sciorilli e la Prof.ssa Rosanna Stante. Come non ricordare dell’una il benevole sorriso verso ogni alunno e la capacitàdi vedere in tutti qualcosa di buono e bello, GRAZIE WANDA! Della Prof.ssa Stante, l’autorevolezza e l’amabilità verso i “suoi” ragazzi, l’en-tusiasmo profuso in progetti, teatro, concorsi, la sua idea di scuola come laboratorio creativo che apre la mente e il cuore. GRAZIE ROSANNA.

Cara Professoressa...... dicono che non basti una vitaintera per conoscere davvero unapersona... abbiamo sempre pen-sato che non fosse una cosa ve-ra, uno dei soliti proverbi senzafondamenta.. Solo due anni sonopassati e non ancora riusciamo arenderci conto che sono già finiti.Ostacoli, incomprensioni hannoreso il nostro cammino semprepiù lungo e difficile. L'ansia e lapaura per i lunghi compiti in clas-se, e poi il sorriso sapendo cheera andato bene. Le lunghe lezio-ni di storia e geografia, i forti dis-corsi ed i rimproveri per le volteche i compiti non erano stati svol-ti, e pagine intere di fastidiosiesercizi da fare. Ed ora... Fin dalprimo giorno è stata una vera epropria guida per noi. Ci ha inse-gnato a non cadere alle prime dif-ficoltà, a non rimanere delusi do-po aver perso, a non mollare e a

continuare ad andare avanti sen-za preoccuparsi del pensiero de-gli altri. Saranno troppe le coseche ci mancheranno quando leiandrà via: i suoi grandi occhi scu-ri perlati che ci esaminano, il suosguardo eloquente, il tic-tic dellasua penna per richiamare il silen-zio, le sue parole di conforto suun compito andato male e le pagi-ne dei nostri diari non saranno piùpiene dei suoi inesorabili compi-ti... Ma resteremo sempre in piedi,come lei ci ha insegnato, supere-remo anche questa difficoltà chela vita ci propone, rimarremo unitied andremo avanti. Conservere-mo per sempre il suo ricordo, per-ché per conoscere davvero unapersona non c'è bisogno di avercondiviso con lei una vita intera,basta aprirle il cuore per entrare,ed essa rimarrà sempre dentro dite, a sostenerti, a guidarti, ed aproteggerti... quindi:

GRAZIE...Grazie per averci aiutato...

Grazie per averci portato in alto...Grazie per averci fatto ridere...

Grazie per non aver mai mollato...Grazie per averci fatto trascorrere

questi anni...Grazie per tutto ciò che ci ha dato

da custodire...Grazie per i suoi dolci sorrisi...

Grazie per i suoi sguardi fugaci...Grazie per i mille compiti... (behforse, per quelli, un po' meno)

Grazie per essere entrata nei no-stri cuori...

Grazie... grazie...... per tutto!!!

Per la prof.ssa Stante,la sua, per sempre, 2°B ('07-'08)

Cara Prof., grazie !!

Scuola Media “Umberto I”Lanciano

Scuola Media “Umberto I”Lanciano

Premio RegionaleENERGIOCHI

2007/2008 a

“Un pianetache soffre”di Flavia Fioretti

1a E

Buon Compleanno

CostituzioneA 60 anni dalla “Costituzione Repubblicana” la Scuola Media “Umberto I”vuole ricordare lʼevento attraverso una serie di manifestazioni che troveran-no nella Mostra nella nostra scuola, nellʼinserto speciale del giornale e nellafesta del 31 Maggio 2008 presso il “Teatro Fenaroli” di Lanciano, i momentipiù significativi. La Costituzione caratterizzata da una forte tensione innova-

tiva e riformistica, da una costante ricerca di un giusto compromesso tra valori, da un equilibrio tra gli ideali della tradi-zione cattolica, socialista, comunista e liberale è ancora un punto fermo per noi ragazzi del 2000 che ne apprezziamoil suo carattere aperto pluralista e tollerante.

1a Fiera del Libroper Ragazzi4-5 Giugno 2008

LancianoScuola Media Umberto I

Incontro con la scrittriceAngela Nanetti 5 Giugno,

ore 9.00

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2 • Il mondo in una scuola •

La televisione, così come qual-siasi altro strumento tecnologi-co, può presentare aspetti ne-gativi e positivi. Oggi esistononumerosissime reti televisive,pubbliche e private, per cui oc-corre una gestione corretta deiprogrammi affinchè essa eserci-ti in modo democratico il suoruolo di mediazione culturale epolitica. La televisione è entratain ogni casa, spesso, la nostravita è ritmata sugli orari dei pro-grammi televisivi. Questo mo-derno mezzo di comunicazionedi massa , insieme ad altri stru-menti non e negativo, ma nega-tivo può essere lʼuso che se nefa. Per esempio, lʼautomobile èun mezzo molto utile per le per-sone per raggiungere il posto dilavoro, per viaggiare, per casi diemergenza, ma la stessa auto-mobile può diventare fonte didisagio perché inquina, è peri-colosa e dannosa per lʼambien-te. La stessa cosa si può diredella televisione. Oggi essa rap-presenta uno dei più importanticanali di accesso della culturaufficiale: non è un paradosso af-fermare che insegna di quantofaccia la scuola dellʼ obbligo: èinnegabile che essa, raggiun-gendo ed informando più perso-ne le sensibilizzi sui problemi,sugli avvenimenti e risvegli, avolte, le loro coscienze assopi-te, li istruisce anche attraversogli spettacoli leggeri. Il meritopiù grande della televisione, so-prattutto quella italiana, restacomunque lʼavvenuta unificazio-ne linguistica: lo spettacolo tele-visivo giunge in ogni casa, inogni luogo, spesso è lʼunicomezzo di contatto con lʼesternoperché favorisce la comunica-zione tra amici e compagni. Leimmagini della tv, infatti diventa-no poi oggetto di discussione-commento con i coetanei, dalmomento esse vengono vissutein modo diretto e, quindi riccoemotivamente. Alla televisioneperò si muovono diverse accu-se: innanzitutto che contribuiscealla disgregazione del nucleo fa-migliare, nel senso che ci siconcentra sul video , rinuncian-do al dialogo e allo scambio diidee Un altro aspetto negativo èlegato alla dipendenza, soprat-tutto, da parte dei bambini e deiragazzi, per non parlare poi deiprogrammi a carattere demen-ziale, piuttosto che culturali;molti documentari hanno lascia-to il posto ai cosiddetti “reality

show”, dove persone più o me-no famose mettono la loro vita ela loro privacy sotto i riflettori incambio di un poʼ di fama. Que-sto rapido declino della tv “intel-ligente” porta ad una involuzio-ne del lessico usato nelle tra-smissioni, fino allʼutilizzo dei ter-mini rozzi e poco consoni, chepossono essere ascoltati anchedai bambini, i quali sono, spes-so, portati ad utilizzare questitermini o frasi volgari. Tutto ciòcredo sia inevitabile perché alpubblico piacciono di più la tra-smissioni “spazzatura” , piutto-sto che quelle intelligenti. Vi ètutta una corsa per creare il pro-gramma più stupido possibi-le…sembra quasi che più unprogramma sia volgare più ot-tenga successo, come adesempi : il Grande Fratello.Quasi tutti questi programmi so-no trasmessi su Mediaset, unatelevisione molto più commer-ciale rispetto alla RAI che, pur-troppo, anchʼessa si sta portan-do a livelli culturali più bassi, perfar fronte al calo degli ascolti.Anche la pubblicità ultimamentetende ad essere molto più vol-gare rispetto al passato; infattinegli spot odierni cʼè un abbon-dante uso di immagini al limitedel pudore, accompagnate dadoppi sensi e allusioni implicite.La tv viene anche influenzatadalla società , ma è anche veroche essa ci impone cosa dob-biamo vedere e noi ci lasciamocoinvolgere. Siamo passivi e ilrischio è che diventiamo acritici, ovvero, non più in grado di giu-dicare ciò che è bello e ciò cheè brutto, ciò che è interessantee ciò che è utile. In conclusionepenso che sia importante e ne-cessario porre attenzione allascelta dei programmi , specieper quanto riguarda i film parti-colarmente violenti e diseducati-vi. Quello che però va conside-rato come lʼaspetto più pericolo-so è lʼenorme potenzialità cheha la televisione di indirizzarelʼutente verso le scelte ed opi-nioni politiche attraverso la ma-nipolazione delle notizie: la tele-visione diviene così uno stru-mento di potere politico ed eco-nomico nelle mani delle classidemocratiche. Probabilmente,la tv continuerà a decadere finoa quando gli ascolti non inizie-ranno a vedere programmi piùcolti.

Lorenzo Fattore 3°B

LA CONVENZIO-NE DEI DIRITTIDELL ̓INFANZIA

Il giorno 20 novembre, laConvenzione dei Diritti perlʼ Infanzia ha compiuto ben18 anni. Il giorno seguentene abbiamo parlato inclasse con la nostra inse-gnante, la professoressa

Moretti, che ha portato un poster cui sono scritti gli artico-li della Convenzione . Lo abbiamo letto e commentato in-sieme, si tratta del primo vero trattato che contiene i dirittidei minori che, proprio grazie alla convenzione internazio-nale, sono universalmente riconosciuti dagli stati. Essa èun documento forte e valido, uno strumento giuridico dinotevole importanza a cui si può fare riferimento per ga-rantire a tutti i bambini del mondo uguaglianza di opportu-nità e un futuro migliore. Eʼ stata approvata il 20 novembre1989 dellʼ Assemblea Generale dellʼ ONU e ratificata da191 stati (ad esclusione di Stati Uniti e Svizzera) Si è af-fiancata a due trattati già esistenti: i Patti sui diritti umanidel 1966 e la Convenzione delle discriminazioni contro ladonna del 1979. Vengono sanciti in vari articoli i diritti deibambini e i doveri degli stati a garantire tali diritti. Viene af-fermato che un bambino ha diritto alla vita e a crescere; adessere protetto; a ricevere le cure necessarie per il suobenessere; ha diritto alla famiglia, al proprio nome e allanazionalità. Inoltre si afferma che un bambino non può es-sere separato dai propri genitori, a meno che non vengamaltrattato da essi. Ha diritto di potersi esprimere libera-mente e poter dire la propria opinione su tutte le cose chelo riguardano. Viene ribadita lʼ importanza dellʼ istruzione,della salute, il rispetto della diversità, lʼimportanza del gio-co. Gli stati devono tutelare tutto questo e far conoscere idiritti dei bambini sia agli stessi bambini che agli adulti. Sitratta senza dubbio di un documento che esprime grandesenso di civiltà, cultura e rispetto dellʼessere umano.

Flavia Fioretti 1°E

VOGLIAMO UNATV INTELLIGENTE

Francesco e Salvatore Pappa-lardi come sono morti? Due ra-gazzini sono morti senza sape-re come e da chi sono stati uc-cisi. Chiedo, sia stata una ca-sualità che sono caduti in quelpozzo? Sarà stato il padre? In-carcerato e ora rilasciato. Cic-cio è morto prima e Tore dopo.Questi ragazzini sono morti difame e di sete dopo una lungaagonia, lʼuno ha visto soffrire

lʼaltro. Dobbiamo credere che ilpadre li abbia buttati giù? Op-pure stavano fuggendo da unapunizione inflitta sempre dalpadre? Dato di fatto che questifratellini sono morti, e nemme-no la giustizia potrà placare ildolore dei famigliari, spero chenon si verificheranno più fattidel genere.

Graziana Bomba 2°D

LA TRAGEDIA DI GRAVINA

Attualità

S O M M A R I O

Attualità pag. 2Adolescenza pag. 4Vita della scuola pag. 7Costituzione (inserto) I-IV

Creatività pag. 14Musica pag. 16Cinema e TV pag. 18Sport pag. 19

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3• Il mondo in una scuola •

Ciao , mi chiamo Cristiano. So-no un ragazzino di 12 anni .Come tutti i bambini normalivado a scuola, studio, torno acasa, e dopo aver fatto i compi-ti mi rilasso. Una vita normale,anzi, normalissima direi. La vitache ogni bambino o bambinadovrebbe avere. “Dovrebbe”perché non tutti ce lʼhanno. In-tendo dire che parecchi bambi-ni, sia in Africa, che in Europa oin qualsiasi altro stato del mon-

do vengono sfruttati lavorandoal posto dei maggiorenni. Quel-lo dello sfruttamento è un attoda persone incivili… non sonodʼaccordo con queste azionisoprattutto per le leggi stabiliteche vietano il lavoro ai ragazzidi età inferiore ai 16 anni, maanche per il fatto (che io pensosia vero) che la gioventù è ilmomento più bello della nostravita. Noi ragazzini dobbiamogodere questi momenti giocan-

do, divertendoci, facendo ami-cizie e accumulando energieper altre nuove attività. Se que-sti si sfruttano in questo modo,in futuro si potranno avere ri-cordi bellissimi dellʼinfanzia. Alcontrario, se si lavora, in futuronon si potrà riuscire nemmenoa ricordare e sarà meglio cer-care di dimenticare questi brut-ti ricordi. Perdere lʼinfanzia elʼadolescenza può influire com-portamenti maneschi alla per-

sona. Si accumula tanta rabbiaper non aver avuto, come tutti,momenti ammirevoli. Si puòanche diventare violenti, ribellie ci si rifugia in realtà immagi-narie. Mi dispiace per queibambini. So che è dura , manon posso immaginare quantolo è. Quindi lʼunica cosa cheposso fare è sperare che io nonpossa avere questa vita e chenessuno la possa avere.

Cristiano Marfisi 1°B

LO SFRUTTAMENTO MINORILE

Gli eventi in Tibet di questi giorni riportano alla luce una tragedia chesi consuma da oltre 50 anni sotto gli occhi indifferenti e talora com-plici della comunità internazionale. Il Tibet ha una storia secolare diindipendenza che risale al 127 a.C. ed è durata fino al 1950, anno incui fu incluso dalla Repubblica Popolare Cinese. Questo effetto fuuna chiara violazione delle leggi internazionali. A tuttʼoggi il Tibet è re-presso dallʼ occupazione cinese, illegale e repressiva. Inizialmente ilDalai Lama , capo di stato e guida spirituale del Tibet, fermo sosteni-tore della non-violenza, tentò per 8 anni di coesistere pacificamentecon i cinesi , ma il 10 marzo del 1959 la resistenza tibetana sfociò inuna insurrezione nazionale , contro i cinesi. Lʼ esercito cinese schiac-cio lʼinsurrezione , uccidendo in quella data più di 87.000 tibetani, nelsolo Tibet centrale. Il Dalai Lama, i membri del suo governo e circa80.000 tibetani fuggirono dal Tibet cercando asilo politico in India, inNepal e in Bhutan. Oggi vi sono più di 120.000 tibetani in esilio, in-clusi 5.000 che vivono al di fuori del subcontinente indiano. Per sfug-gire alle persecuzioni cinesi, dal Tibet continuano ad arrivare moltis-simi profughi. Le Nazioni Unite più volte, a proposito del Tibet, hannoespresso serie preoccupazione per la violazione dei diritti umani ehanno invocato la cessazione di pratiche che privano il popolo tibeta-no della propria libertà compreso il proprio diritto allʼautodetermina-zione. Nellʼarco di un cinquantennio, per vincere il radicato spirito diindipendenza dei tibetani, il governo cinese ha messo in atto un pro-gramma sistematico di eliminazione di tutti i punti di riferimento cultu-rale e religioso che ha portato alla distruzione totale di scuole, biblio-teche, luoghi di culto e opere dʼarte sacra. Uno degli aspetti più pe-nosi della dominazione cinese è stato il “thamzing” : pratica che li co-stringeva ad autoaccusarsi di crimini non commessi. I bambini eranocostretti ad accusare i genitori e a lapidarli. Tanti sono stati costretti apagare i proiettili usati per ucciderli e a ringraziare i cinesi per aver eli-minato “elementi anti sociali”prima di essere uccisi. Le donne tibeta-ne sono soggette tuttora a sterilizzazioni forzate e aborti: il potere ci-nese vuole che i cinesi in Tibet siano sempre più numerosi e i tibeta-ni sempre meno. Le donne tibetane vengono spesso sterilizzate incondizioni spaventose. Tutte le donne in età fertile del paese vengo-no radunate a forza davanti a una tenda montata allo scopo. Sono co-strette ad attendere il loro turno ascoltando le grida della donna ope-

rata allʼinterno. Non ci sono anestesie, altissima è la percentuale del-le donne morte per infezione. Le donne tibetane si rifiutano di parto-rire negli ospedali perché in molti casi il bimbo viene sottratto e di-chiarato “morto durante il parto”. Si calcola che in questi quattro de-cenni 1.200.000 tibetani siano morti a causa della repressione e de-gli sconvolgimenti sociali ed economici che ne sono derivati. In que-sta tragedia non cʼè solo la sofferenza umana, ma anche il rischio del-la scomparsa di una autentica cultura di pace basata sugli insegna-menti buddhisti di non violenza e di rispetto degli altri , lʼ esempioconcreto che un popolo oppresso può lottare per i propri diritti sen-za perdere la propria umanità. Inoltre il Tibet è diventata une vastabase militare che ospita buona parte della forza missilistica cinese,con 350 testate nucleari. Esistono numerose ci sono numerose mi-niere di uranio dove la manodopera è quasi esclusivamente tibetana;parecchie persone vivono nei villaggi vicini alle basi atomiche, ai luo-ghi di interramento della scorie e alle miniere di uranio, e quindi con-tinuano a nascere bambini deformi, i campi non danno più colture, glianimali muoiono e le acque dei fiumi sono contaminate da materialeradioattivo. Le risorse naturali e la fragile economia del Tibet stannoper essere irrimediabilmente distrutte. Gli animali selvatici sono statisterminati, le foreste abbattute e il terreno eroso. La deforestazioneprocede dal 1963. Più di 6.000 monasteri, templi ed edifici sono sta-ti razziati e distrutti. Migliaia di statue dʼoro sono state fuse e trasfor-mate in lingotti dʼoro e trasportate a Pechino. La Cina proibisce al Ti-bet lʼinsegnamento lo studio e il buddhismo. Lʼodierna appartenenzadi libertà religiosa è stata proclamata unicamente per fini di propa-ganda e turismo. Finti monaci, finti monasteri, i veri invece vengonocacciati, maltrattati e imprigionati. In Tibet vi era unʼ antica civiltà nontecnologica, ma estremamente progredita nella conoscenza dellʼuo-mo: infatti il buddhismo è una scienza della mente e una filosofia divita oltre che una religione. Da tutto il mondo si eleva in questi giornipiena condanna di quello che sta accadendo in Tibet e si chiede al-la Cina la cessazione della sanguinosa repressione , invitando allasoluzione pacifica della questione. La Cina deve fare passi concretiper il rispetto dei diritti umani in cambio dellʼopportunità economica emediatica rappresentata appunto dalle prossime Olimpiadi.

Lorenzo Marini 3°D

Creatura recentemente apparsa ma ormai tristemente nota. Il suo dramma non è il cellulare, ma la dipendenza, cioè il non saper ri-nunciare al telefonino nei luoghi più improbabili e nelle situazioni più scomode. Per questa ragione è detto DDT , ovvero Drogato DaTelefonino. Ad esempio il DDT è appena entrato nel bar e il cellulare trilla mentre sta bevendo il cappuccino. Il DDT continua a berecon la destra e risponde con la sinistra, oppure intinge il cellulare nella tazza e si attacca la brioche allʼorecchio. Il DDT risponde inqualsiasi occasione , situazione o posizione. La sua prerogativa è infatti “ lʼ effetto colt”: non si può sentire un trillo senza estrarre ditasca lʼ arma, vive sempre allʼerta come un pistolero, risponde velocissimo non solo al trillo del suo cellulare, ma anche a quello delvicino, al trillo della cassa, ai trilli dei telefonini in tv e, in campagna, anche al canto dei grilli. Il telefonino è diventato il mezzo di co-municazione per eccellenza di una schiera sempre più ampia di giovanissimi che sono tra i più preparati nellʼutilizzare tutte le funzionimultimediali. Sono certamente loro quelli che passano più tempo sulle tastiere e sono certamente loro che attribuiscono un grandevalore al possesso del telefonino come una questione di immagine. Questo ha fatto si che il telefonino diventasse uno strumento utileal proprio riconoscimento, necessario affinché ci si senta integrati nel gruppo, delle nuove tribù urbane, tutte ben integrate nella post-modernità grazie appunto alla tecnologia.

Roberta Fattore 2°B

T I B E T I N Q U I E T O

IL DIDITI, O DROGATO DEL TELEFONINO

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UN PERIODOIMPORTANTE

Adolescenza una parola cheracchiude un periodo di vite cheva dallʼinfanzia allʼetà adulta, incui avvengono continui cambia-menti fisici e psicologici. Questicambiamenti disorientano,preoccupano e rendono insicurolʼadolescente che si vede in mo-do diverso. Uno dei problemiquotidiani è il litigio con i genitoriche avviene per un semplicefraintendimento o perché lʼado-lescente è nervoso e rispondebruscamente. Visti talvolta i diffi-cili rapporti con i genitori lʼadole-scente trascorre molto tempocon i suoi coetanei. È molto im-portante scegliere la giusta com-pagnia perché nei momenti dicrisi viene appoggiato dalla lorocomprensione. Lʼadolescenza èanche un periodo in cui il/la ra-gazzo/a non riesce a staccarsidai ricordi dellʼ infanzia. In que-sta difficile fase il giovane si sen-te, in un certo modo, già grandee, a volte, fa qualche “pazzia”per attirare lʼattenzione di genito-ri e professori. Durante lʼadole-scenza il ragazzo sviluppa an-che una logica e un pensiero for-male, inizia a parlare come unvero e proprio adulto. Molti ado-lescenti, in questo periodo, han-no poca voglia di studiare e ilrapporto con i professori non èsempre positivo. In classe alcuniragazzi si divertono a creare si-tuazioni di imbarazzo, di scompi-glio e di nervosismo durante levarie ore di lezione. In questa fa-se le ragazze curano molto lʼaspetto estetico e si interessano,sempre di più, al modo in cui sivestono, se sono alla moda ono. Un altro aspetto importantesono i capelli sempre in ordine,con la piega ben fatta. In questoperiodo iniziano a truccarsi perapparire più belle. In pratica manmano che crescono acquisisco-no sempre di più un look perfet-to! ADOLESCENZA LA BASEDI UNA VITA FUTURA.

Collini Erika 2°E

Al giorno dʼoggi lʼinformazione viene trasmessaovunque grazie a grandi canali di comunicazione dimassa: I MASS MEDIA. Invenzione dellʼultimo seco-lo,la televisione è il più potente strumento di informa-zione facilmente comprensibile a tutti,che offre im-magini reali più chiare ed incisive di qualsiasi artico-lo di stampa. Essa presenta però numerosi aspettinegativi di cui un normale utente non si cura. Io cre-do,come molti,che la televisione sia stata una dellepiù grandi invenzioni ed è molto piacevole guardarlanel tempo libero,ma ormai non è possibile perché sitrasmettono solo propagande,pubblicità e film senzasenso e per niente educativi. Innanzitutto la televisio-ne ha la capacità di distorcere le notizie in vario mo-do; fornisce le cosiddette “pseudo-notizie”,creandodelle informazioni esagerate sulla base di fatti checomunemente resterebbero inosservati; farcisce lenotizie di false statistiche per aver un maggior nume-ro di ascolti. Per non parlare delle interviste “casua-li”,in cui lʼintervistatore si aggira per la strade ferman-do i passanti per chiedere la loro opinione,come selʼopinione di un povero malcapitato preso a “caso”possa rappresentare lʼopinione di tutta la nazione. Latelevisione può essere anche strumento di propa-ganda politica. Ma non è tutto qui. La televisione dioggi privilegia lʼattacco,la trasgressione e lʼaggressi-vità per colpire lo spettatore e trattenerlo col fiato so-speso fino alla fine della trasmissione. La trasmissio-ne-spezzatura diventa un sorta di “droga” e generagli stessi effetti di una vera astinen-za:nervoso,irritabilità,agitazione. Nellʼadolescente leconseguenze sono ancora più serie. Lʼetà che va dai13 ai 16 anni è contraddistinta dal cambiamento,dallaricerca di unʼidentità,dal confronto che si cerca trami-te “modelli”,che purtroppo sono anche i “vip” dellatv,quelle statuine perfette dalla vita simile ad un invi-diabile fiaba. Il problema è che non è accettabile unparagone tra una ragazzina e una velina,ma purtrop-po le adolescenti cadono nellʼerrore di mettersi aconfronto con personaggi esteticamente perfet-ti,finendo per deprimersi vedendo le differenze. Entra

così,nelle case,anche la violenza,modelli brutali ediseducativo per bambini e adulti. I bambini e gli ado-lescenti dʼoggi trascorrono in un anno più ore di fron-te alla TV,che nelle aule scolastiche assimilando mo-delli di scarso valore qualitativo che penalizzano lacultura e la loro crescita civile ed in particolare lo spi-rito critico. La televisione dʼoggi non si preoccupa ditrasmettere informazioni e programmi culturali masolo slogan per vedere di più. Qualsiasi program-ma,TG compresi,è infarcito di spot che a mio avvi-so,ne riducono la credibilità. Al contrario,molti diconoche la televisione sia un ottimo modello da seguire eche potrebbe essere sostituito alla scuola. Diconoche la televisione non ha mai fatto male a nessunoanzi,ha sempre contribuito alla crescita di tutti i bam-bini e ha rivoluzionato la comunicazione. Infatti pri-ma, quando non cʼera la televisione,non si poteva sa-pere quello che succedeva mentre adesso si posso-no conoscere le condizioni di tutto il mondo. La tele-visione ci fa anche rivivere avvenimenti del passatocome ad esempio dei Festival che si sono svolti mol-ti anni prima. La televisione sotto questo punto di vi-sta è molto utile e nessuno lo mette in dubbio;lʼunicovero aspetto negativo che ha portato è la mancanzadi dialogo nelle famiglie perché prima,quando la seraquando ci si ritrovava tutti riuniti a tavola,non essen-doci la televisione,la famiglia parlava e dialogava deifatti che erano allʼindice del giorno o semplicementedel più o del meno,mentre adesso si è così presi dal-le trasmissioni in corso che di dialogare non se neperla più. Si deve tuttavia constatare che le emittentitelevisive continuano a programmare anche durantele fasce protette,trasmissioni ad alto contenuto di vio-lenza e a consentire un notevole affollamento di in-terruzioni pubblicitarie. In conclusione io penso che latelevisione sia utile per tenerci informati sui fatti e su-gli avvenimenti ma allo stesso tempo sia uno stru-mento che porta problemi e porta dipendenza quindievitiamo di farci influenzare per il nostro bene e per ilbene degli altri.

Bellisario Lorenza 3°B

I GIOVANI E LA TV4 • Il mondo in una scuola •

Adolescenza

Con lʼamicizia si indica un sentimento di affettovivo e reciproco tra due o più persone dellostesso o di differente sesso,e in genere le ami-cizie nascono anche dallʼuomo allʼanimale o vi-ceversa. Il tema dellʼamicizia è al centro di in-numerevoli opere dellʼarte e dellʼingegno; futratto già da “ARISTOTELE” e “CICERONE”edè oggetto di canzoni,testi letterari,opere filmi-che ecc… solitamente,si distinguono diversigradi di amicizia,dallʼamicizia casuale legata auna simpatia che emerge in una certa circo-stanza magari in modo temporaneo. Lʼamiciziaè stata considerata in ogni epoca una delleesperienze umane fondamentali,ed è statasantificata da tutte le religioni. Ad esempio iGreci portavano come esempio lʼamicizia por-tata alle estreme conseguenze quella fra“ORESTE” e “PILADE”. Per gli antichi roma-ni,popolo,almeno alle origini,molto pratico e po-co portato a enfatizzare i sentimenti uma-ni,equivaleva alla “SODALITAS”,cioè alla soli-darietà fra gruppi di individui,accomunati dauno stesso scopo pratico da raggiungere,comead esempio i legionari impegnati nelle campa-gne di conquista. Le amicizie vengono dopo ilrapporto con i genitori. Nel periodo che inter-rompe fra la fine dellʼinfanzia e lʼinizio dellʼetàadulta,gli amici sono spesso la componente piùimportante nella vita emotiva dellʼadolescen-te,e spesso raggiungono un livello di intensità

mai più eguagliato in seguito. Le prime formedʼamicizia si possono avere anche nei primi an-ni di vita quando i bambini condividono gli stes-si giochi e le stesse esperienze ludiche e dicrescita. I bimbi piccoli incontrano i loro coeta-nei allʼinterno del nido e con loro instauranodelle semplici relazioni che ancora non si pos-sono definire amicizia. Due bambini che gioca-no insieme entrano in relazione e si conosconoa vicenda. Con lʼingresso nella scuola mater-na,i bambini imparano le abilità fondamentaliche servono per lo sviluppo e la nascita di nuo-ve amicizie. Ma le amicizie che sono destinatea durare più a lungo e a rimanere impresse nel-la memoria di ogni bambino,sono quelle chenascono tra i banchi di scuola. Nella scuolaelementare i bambini trascorrono molte ore coni loro compagni e cercano punti di riferimentoallʼinterno della classe. Solitamente il punto diriferimento è un compagno dello stesso ses-so,ma può anche accadere che nascono ami-cizie tra coetanei di sesso differente. Le amici-zie alla fine della scuola elementare sono or-mai consolidate e solitamente destinate a cam-biare con lʼingresso alla scuola media. Adesempio io e la mia migliore amica MartinaDʼUrbano siamo molto unite e così continuere-mo ad essere in seguito nella nostra vita.

De Luca Alice 2°B

Lʼ A M I C I Z I A

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5• Il mondo in una scuola •

Questʼanno,io ed i miei amici,abbiamo fondato una banda che abbiamo sopranno-minato “LA TALPA 07”. La talpa perché abbiamo cercato di costruire una casettasottoterra,e 07,lʼanno in cui è stata fondata la banda. Questa è costituita da sei per-sone. Siamo di tre età diverse. Siamo organizzati: cʼè un capo, un vicecapo, io, edaltri quattro ragazzi che eseguono gli ordini o, se non si è dʼaccordo su qualcosa,si vota. Abbiamo cercato di costruire una capanna sotterranea. Abbiamo dovutozappare e scavare per due giorni finchè non è diventato buio. Scappavamo perchéavevamo paura degli animali che di solito uscivano di notte. Ma ad un certo pun-to,ci siamo stancati,e siamo rimasti solo io e Giulio a scavare. Io però mi sono fe-rito con un attrezzo. È gocciolato sangue finchè ha fatto buio ed ognuno è tornato

a casa sua. Io sono andato a casa di Giulio e mi sono disinfettato la ferita. Poi ab-biamo pasticciato un poʼ. Abbiamo capito che,costruire quella capanna,è un poʼtroppo complicato,impegnativo e pericoloso. Perciò,niente più capannina sotterra-nea. Ma la banda è rimasta unita. Ci vediamo tutti,ogni giorno,sullʼautobus. Dob-biamo cambiare solo stile di capanna, una meno impegnativa e pericolosa,fatta conle canne. Il nome può rimanere lo stesso. In fondo,è simpatico. La banda si scio-glierà quando penseremo di essere già troppo grandi per andare a costruire ca-panne in giro per Rizzacorno.

Martelli Andrea 2°A

Io ho sempre pensato chedella vita bisogna conside-rare sia gli aspetti positiviche negativi. Lʼottimismo èuna delle qualità miglioriche possa avere una per-sona, ma a volte lʼesseresicuri che tutto andrà per ilmeglio porta ad avere unamancanza di giudizio nelleproprie azioni, di capacitàdi saper riflettere e gestirele situazioni. I momenti dif-ficili, le delusioni servonoproprio a far maturare unapersona e saper riconosce-re un proprio errore è an-che segno di umiltà e leal-tà. Per me lʼottimismo è lacapacità di non arrendersi,di trovare un sorriso neimomenti difficili non soloper te stesso ma anche pergli altri. Trovo invece che ilpessimismo sia una dellepeggiori qualità, sinonimodi debolezza pigrizia e nonriconoscenza verso i valoridella vita. A volte si è tal-mente fortunati che non cise ne rende conto, siamooffuscati da tutta questafortuna che pretendiamosempre di più fino a dovenon possiamo ottenere deè lì che di colpo ci si buttagiù, non si riesce a trovareuna spiegazione, una solu-zione, e ci dimentichiamo ditutto quello che abbiamo

avuto e che avremo in futu-ro. Leopardi ha invece unavisione così pessimisticadella vita perché si sentetradita da essa, da tutte leingiustizie e le cattiverie. Iocredo che a volte la vitametta alla prova ognuno dinoi anche se non ce nerendiamo conto. Ma è pro-prio la forza di non arren-dersi di fronte alla morte diun amico o di un parenteche ci rende liberi da tuttociò che può ostacolarci.Credo che tutto questo sipossa combattere con lasperanza, un valore moltoimportante che purtropponon tutti riescono a renderepropria. La speranza si puòtrovare in qualunque cosaa cui credi fermamente, perla quale dai la vita e chequindi diventa una sorta diragione per vivere. Può es-sere uno sport, il proprio la-voro, la famiglia, la musicao la fede. Sono le cose checi piacciono che rendonofelice la nostra vita, biso-gna dedicarsi soprattutto aqueste, coltivarle e usarlecome medicina nei mo-menti di crisi. Lʼimportanteè anche non cadere nellatrappola dellʼillusione. Eʼqualcosa di astratto lʼillusio-ne, che tu non puoi vede-re,constatare ma puoi im-

maginare, Si può parago-nare alla droga, perché inun primo momento ti rendefelice, sicura di te, ma nelmomento della verità ti de-lude, ti inganna, e senti cheil mondo ti sia crollato ad-dosso, che gli altri ti abbia-no voltato le spalle quandomagari è solo una tua im-pressione. Quando si trattadi qualcosa di veramenteserio uscirne è difficile ecomplicato ed è proprio inquesti momenti che entra ingioco la speranza. A mepersonalmente è capitatoalcune volte di illudermi maper cose futili e leggere nel-le quali si può uscire facil-mente. Mi rendo conto checrescendo anche i problemisi ingrandiscono forse per-ché a volte sei anche tustesso a volerlo. Ciò checonta però è guardarsi in-torno, ripercorrere la tuavita, mettendola a con-fronto anche con quelledegli altri rendendosi con-to dei bei momenti passa-ti in cui avevi tanta vogliadi andare avanti e ritrova-re questa voglia non nelleillusione e nei sogni manelle cose concrete per lequali vale veramente lapena di vivere.

Claudia Calabrese 3°C

LA TALPA 07

RIFLESSIONI DOPO LA LETTURA DELLAPOESIA “A SILVIA” DI LEOPARDI

NOI ADOLESCENTI19 FebbraioCiao diario,come va? A me abbastanza male.Oggi prima di uscire,la solita discussione conmia madre: “Ma dove hai la testa? Sei troppodistratta! Ma che ti appendi il muso,non sai qua-li sono davvero le cose brutte della vita!”. Crededi sapere tutto della mia vita,invece non sa co-me mi sento,non sa che inseguo sogni impossi-bili da realizzare…. E allora guardo alla finestrae penso: sarebbe bello avere un ascensore perle stelle (“stelle” inteso come “sogni”),premereun bottone e ritrovarsi in cima. Invece no,perraggiungere le nostre stelle abbiamo a disposi-zione solo una vecchia e traballante scala di le-gno,che proviamo a salire pian piano… Ma ec-co che basta un passo azzardato e cadiamo giù.A noi non importa,riprendiamo a salire,perché

vogliamo arrivare a quella stella. Allora ricomin-ciamo dal primo gradino mentre da sotto ci gri-dano: “scendi ti farai male!”. Ma noi andiamosempre più su,i pezzi di legno ci feriscono e la-sciano profonde ferite. E quando ci sembra diessere quasi arrivati… bhoom!! Ricadiamogiù,ed allora ci arrendiamo,lasciamo a qualcunaltro quella stella,pensando che forze non nesiamo allʼaltezza. Caro diario vorrei tanto scap-pare da tutto e da tutti. Qualcuno dice: “è lʼetàche fa pensare queste cose.” Ma no,non è lʼe-tà,sono io che penso questo,è la mia vita. Poi ri-penso ad una frase che ho sentito tante vol-te,che ho letto su tanti diari; di tutte le frasi cheho letto è quella che ha più significato: “Non puòpiovere per sempre…” Vabbè,diario,si è fattotardi,ora devo andare.

De Juliis Francesca 2°D

20 Febbraio Caro diario,oggi è stata una giornata qualun-que,ma a suo modo fantastica. Mi sono sveglia-ta e subito lʼidea di uscire allʼaria aperta,a gode-re del meraviglioso mondo,mi ha reso felice. Ap-pena ho aperto gli occhi ho sorriso. Sono uscitaa fare una passeggiata sotto il cielo azzurro,difronte a me vedevo le montagne piene di neve:era la prima nevicata della stagione,che le ren-deva bellissime. Gli uccelli cantavano e mi sen-tivo libera,proprio come loro. Mentre ascoltavodella musica,ripensavo ai giorni più belli dellamia vita,alle persone più care,che mi hanno da-to tanto e alle quali devo la mia felicità.Ora sono qui,diario,a raccontarti di questa miagiornata “qualunque” non è successo nientedʼimportante,eppure sono stata semplicementefelice!

Di Sipio Raffaella 2°D

Il significato del ParkourImmagina di essere rincorso da una persona che potrebbemettere a rischio la tua vita… E di stare sfuggendo usando so-lamente la abilità del tuo corpo. Ogni movimento, salto, arram-picata che fai per sfuggire è “Parkour”. Immagina di dover an-dare, sempre e unicamente con le capacità che il tuo corpo tioffre, da un punto A ad un punto B nel modo più veloce e flui-do possibile. Il metodo con il quale ottenere questo risultato èil “Parkour”. Spesso il Parkour viene confuso con il Freerun-ning, atra disciplina ti tipo urbano nella quale lʼobiettivo è ese-guire movimenti spettacolari. Basti ragionare sullʼetimologiadella parola stessa per comprenderne lʼobiettivo: free=libera,running=corsa. Nel freerunning quindi ogni movimento è libe-ro; al contrario del Parkour che ha come obbiettivo lʼefficacia,ma soprattutto lʼefficienza del movimento stesso. Questa erra-ta concezione deriva da molti video presenti in rete ed a sitiche promuovono il Freerunning etichettandolo Parkour. Altraerrata concezione deriva dai media e da genitori IMHO irres-ponsabili , che non essendo in grado di tenere i loro figli lonta-ni dai guai, accusano il parkour per i danni che i bambini stes-si fanno si fanno giocando: mi spiego. Alcuni video che si tro-vano in rete, ed alcuni pezzi di film, promuovono il Parkour co-me “quello sport nel quale ci si butta dai palazzi e si salta tra itetti delle case”. Alcuni giornalisti, in mancanza di notizie dapubblicare. Ogni tanto scrivono articoli nei quali, noi traceursveniamo definiti delinquenti. Personalmente non abbiamo pro-blemi se ci danno dei pazzi (scusate per il pluralis maiestatis),vedendoci saltare in giro per la città, ma non posso tollerare diessere delinquente. Non lo posso tollerare perché noi traceursin primis teniamo pulite, non rompiamo parti di proprietà pub-blica in quanto reputate la nostra “sala giochi”. Inoltre evitiamodi praticare parkour in presenza di bambini per paura della si-cura emulazione che otterremmo. Io pratico Parkour da 2 me-si e poco tempo ma basta per farti capire quanto è bello esse-re un traceurs. Ho scelto di praticare parkour perché ne sonorimasto subito affascinato guardando dei ragazzi più grandi dime mentre si allenavano. Considerata la mia età 13 anni pos-so e devo ancore migliorare e spero un giorno di incontrareDavid Belle, la persona che ha inventato il Parkour negli anniʼ90

Gabriele Iacovella IIB

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6 • Il mondo in una scuola •

La televisione si presenta come unodei beni a cui non si può rinunciare,enon può essere altrimenti, dato cheogni giorno,almeno per 2-3 ore, ognu-no di noi non ne può fare a meno non-ostante i lamenti dei genitori. Eccodove i ragazzi apprendono il loro mo-do di parlare, il loro comportamentoscorretto e maleducato,per questo latv è stata definita la droga dei giova-ni. Più che droga la chiamerei vizio,un vizio vero e proprio visto che i gio-vani, a volte, ritengono che la televi-sione sia più importante del dialogo,dello studio e di altri valori pur sempre

rilevanti. Perché siamo così attrattidalla televisione? Si può togliere que-sto vizio? Quali sono le ragioni per cuici interessa tanto? Guardando la tele-visione ci si può distrarre, divertirsima al tempo stesso apprendere infor-mazioni; se si vede in compagnia sipossono fare battute per ride-re,scambiarsi idee. Da questa droga-vizio è facile uscire,basta soltantopassare il tempo facendo unʼattività,incontrandosi con gli amici,.... Se pro-prio non ne potete far a meno di ve-dere programmi comici e sentire bar-zellette, accendete la radio mentre fa-

te un disegno o giocando,ad esempioa basket. Nonostante tutto ciò la tele-visione continua a persistere nellagiornata tipo di uno scolaro perché di-verte,informa ed appassiona,a voltein modo tale che non si riesce a stac-care lo sguardo,lʼattenzione da quellascatola misteriosa. Noi con tutto ilcuore vorremmo allontanar-la,aiutateci a farlo. La scuola potreb-be farci capire come utilizzarla,comedecodificare i suoi massaggi,come di-ventare dei fruitori attenti e critici. Per-ché non organizzate qualche attivitàfinalizzata a questo?

TV: VIZIO O DROGA?

Sentire che il mondo è meravi-glioso. Sentire il vento che acca-rezza il nostro viso anche quan-do non c'è. Sentire che si ha an-cora una vita intera davanti. Sen-tire che non c'è una vera fine.L'adolescenza è questa. Questoè il sentirsi liberi, pieni di vita.Quella vita che a volte è presasottomano, quella vita che fac-ciamo finta di non capire. Per-ché, nelle nostre menti, c'è spa-zio solo per le cose peggiori edannose? Nelle nostre menti,che dovrebbero essere spaziosesolo per l'amore, l'affetto, la soli-darietà, l'amicizia, e invece do-vrebbero essere completamenterestrittive per l'odio, la presunzio-ne, la falsità. Spesso non ci ac-corgiamo che ci allontaniamosempre più dalla vera meta, saquello che è veramente l'obietti-vo del nostro percorso. Sono pa-role che pesano e che sono diffi-cili da digerire e da accettare, maio sono convita che rispecchinoal verità. Molti di noi ragazziniperdono la loro personalità manmano che vanno avanti, lascian-do il posto a persone che non sirendono conto di ciò che valgonoloro, ma soprattutto gli altri. Or-mai è diventata surreale la situa-zione della nostra società. Ra-gazzini che picchiano, che dis-truggono moralmente compagnie coetanei al loro parere “diver-si”. Ma diversi dove? In che co-sa? Diversi perché amano lo stu-dio, amano la conoscenza? Di-versi perché non frequentano lepersone “giuste” e si limitano allavita che desiderano, alle soddis-fazioni che cercano? Diversi per-ché amano le persone che vo-gliono, e che non socializzanocon quelle “del gruppo”? Pensoche la vera diversità non siaquesta. Essere diversi gli uni aglialtri è una cosa bellissima, la co-sa che rende meraviglioso ques-to mondo. Tutti abbiamo il dirittodi vivere come lo desideriamo

noi. E se abbiamo intenzione divivere una vita negligente e tra-sandata e, priva di obbiettivi eprincipi, non rientra nelle nostrepossibilità distruggere gli altri. Si,sono le solite, vecchie prediche.Ma perché nessuno le ascolta?Io non riesco a capacitarmi dellasuperficialità che aleggia nell'a-nimo di ognuno di noi. E' comeuna piccola lama pungente,pronta a colpire chiunque. Un'ar-ma che diventa sempre più pre-sente in noi. Sentire la televisio-ne tutti quegli episodi su ragazziche si chiudono in casa, diventa-no anoressici e che si riempionodi complessi è terribile. Ma nonci sentiamo neanche un po' incolpa? Non proviamo neanchead impersonarci in queste perso-ne? Sento una rabbia che miscoppia dentro, quando vedo in-terviste a ragazzi che hanno su-bito il bullismo, e che hanno pau-ra di farsi vedere in faccia daglispettatori e che parlano girati. Etutto questo per non essere pic-chiati o maltratti dai compagniche li fanno sentire così inferiori.Più spregevole ancora, è l'atteg-giamento che spesso si assumenei confronti dei nostri coetaneidiversamente abili.. Quelle crea-ture che non hanno la possibilitàdi godersi la vita, e che non han-no la possibilità di esprimere i lo-ro sentimenti nel miglior modopossibile a tutti coloro che li cir-condano. Loro però dentro loroprovano amore per tutti e avver-sione per nessuno. Ecco, sonoloro il vero orgoglio di questomondo. Sentire che il mondo èmeraviglioso. Questo è quelloche dovremmo pensare tutti noi.Perché l'adolescenza è bella,quel periodo in cui ti senti più li-bero, più tranquillo di vivere. L'a-dolescenza non è quella che vi-viamo noi oggi. Per alcuni di noiil mondo sembra meraviglioso ...per altri non lo è per niente.

Benedetta Marfisi 3°B

Il periodo dellʼadole-scenza,è il periodo piùcritico per la vita di noiragazzi,un periodo ditransizione,in cui nonsiamo più bambini,manon possiamo reputar-ci nemmeno adulti. Inquesto periodo si è pie-ni di dub-bi,paure,incertezze sulnostro futuro e sul re-sto. Si cresce,si cam-bia,si ha paura di mo-strarsi come si è vera-mente,paura di un rifiu-to da parte del “grup-po”; la fragilità incombesu di noi,esitiamo,avolte,in quello che fac-ciamo o in quello chevogliamo fare,oppureci buttiamo senza pen-sare alle conseguenze,belle o brutte (soprat-tutto). Il primo pensieroche occupa la mente elascia poco spazio alresto è lʼAmicizia, tro-vare amici, anche di-ventando altre perso-ne, cambiando, viven-do una vita non tua; cisono anche altri pen-sieri che ci sollevanoda terra e ci fanno di-menticare tutto,comese non esistesse nulladi più importante,uno diquesti è lʼAmore; allanostra età non si po-trebbe definire proprioamore,è un sentimentotroppo enorme,ma chi

lo dice che non si ri-esca a provarlo?!? Co-munque, come dicevoprima,in questo perio-do quello che conta dipiù è lʼAmicizia,ma an-che seguire la moda; ènormale che i teen-ager seguano le modeviste in giro dai ragazzidella stessa età,perfarsi notare, per potersiunire al gruppo; a chinon piacerebbe entrarenel gruppo dei più “co-nosciuti”,quelli vestitimeglio,che hanno ami-cizia in ogni angolo del-la città?!? Certo,tuttivorrebbero,ma perchéCAMBIARE per que-sto?!? Voglio dire,sesei un ragazzo che nonfuma,non beve,non fa ilbulletto,insomma unragazzo come tutti,mapiù educato di alcu-ni,che rispetta gli al-tri,perché devi diventa-re quello che non ti pia-ce essere?!?Non entrerai in quelgruppo se sei te stes-so,pazienza,vuol direche non ti meritano lo-ro,non il contrario. Èdura si sa,trovare per-sone che ti apprezzanoper come sei,che nonvogliono che tu cam-bi,che accettano ognituo difetto; la vita nonsarebbe così du-ra,”tragica”,se tutto

quello che cerchi e chevorresti ti cadesse dalcielo,purtroppo. La co-sa più importante perfar vedere a tutti chi seiveramente è non farsit r a s c i n a -re,condizionare dal re-sto dei ragazzi,da quel-lo che dicono,che pen-sano,se sai che non seicome ti descrivono,tucerto puoi dirlo,masenza farti condiziona-re,se pensi a quelloche dicono gli altri nonvivrai mai bene con testesso.Anchʼio mi trovo in que-sto periodo, bello obrutto che sia, dallemille SFACCETTAT-TURE; ho conosciutoragazze che si sonotrovate in questa situa-zione,che sono statecondizionate,purtroppoda quello che dicevanoalcuni ragazzi si sonocomplicate la vita. Inpoche parole non ci sideve far condizionareda niente e nessuno,per la moda, il caratte-re,per tutto. Ogni per-sona è diversa ed èbello appunto per que-sto: il mondo è belloperché è vario!!Che sia chiaro,seguiregli altri e la moda,puòanche essere una pro-pria scelta,ma non sideve mai tradire la pro-

ADOLESCENZAGli adolescenti e le mode

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7• Il mondo in una scuola •

Telecronaca partitadella solidarietà

Buongiorno telespettatori, si disputerà oggi17 Gennaio 2008, dopo il rinvio causa ne-ve della seconda edizione della partita del-la solidarietà, organizzata dalla Scuola Me-dia Statale “Umberto I” di Lanciano. La par-tita sarà disputata presso il campo mal ri-dotto “Guido Rosato”. Arbitrerà lʼincontro ilgiovane debuttante Livio Di Battista dellasezione di Lanciano, si sfideranno la “Se-zione F” vs “Il resto della scuola”. Le squa-dre saranno rispettivamente capitate da DiSanto Alessio e da Abbonizio Simone.-Sandro, sono appena arrivate le formazio-ni attraverso la nostra inviata in campo Mo-nica Vanali. Le due formazioni si schiere-ranno così: “Sezione F”: Bomba, Marfisi,Giancristofaro, Valentini, Piarulli, Celardo,Falcone, Di Santo, Morena, Di Lorenzo,Tenaglia; “Resto della squadra”: Sorrenti-no, Brasile, Fioretti, Di Marco, Rapino, Ab-bonizio, Cancellier, Vitullo, Valentini, DiCampli, Di Marco.- Secondo me Aldo, la “ Seconda F” avrà ilsuo baricentro in avanti e sfrutterà molto lefasce e le verticalizzazioni su Falcone perfar salire la squadra, invece il “Resto dellascuola” andrà sicuramente allʼuno controuno con i suoi uomini più tecnici, come:Cancellier, Vitullo e Valentini.Le due formazioni sono appena entrate incampo per effettuare il riscaldamento. Ledue squadre sono molto concentrate, dopoil fischio dellʼarbitro si stanno recando neglispogliatoi per svolgere lʼappello.-Sandro, come andrà a finire la gara?I pro-nostici dicono che la coppa sarà vintaunʼaltra volta dal “Resto della scuola”, mamai attendersi troppo ad essi!-Aldo, devo ammettere che su gli spalti cʼèun pubblico caloroso e si intravedono stri-scioni per ambedue le squadre. Si sentonogià i cori.Si inizia, “Sezione F” manovra molto benela palla, Di Santo verticalizza su Falcone,grande stop, si gira, attenzione, rigore, ri-gore. Falcone viene atterrato in area e lʼar-bitro Di Battista decreta il rigore.Falcone sul dischetto, sistema con cura lapalla, guarda il portiere, lʼarbitro fischia,breve saltello, piccola rincorsa, goal, goal,goal!!! Fallllllllllcone!!!!! 1-0. Falcone trafig-ge il portiere spiazzandolo.-Bel rigore, Sandro, grande precisione.

Si riparte a centrocampo, belle triangola-zioni del “Resto della scuola” attenzione, ti-ro Valentini ribattuto irregolarmente da Pia-rulli con la mano. Il pubblico non ci sta e cisono fischi per il direttore di gara. Valentinivs Bomba, tiro, grande parata di Bomba, ilbaby portiere si esalta e respinge il tiro. 10minuti più recupero alla fine della prima fra-zione di gioco. Progressione di Falcone, ti-ro e para in due tempi, lʼestremo difensoreavversario. Si conclude così la prima partedi gioco con il risultato di 1-0 a favore del-la “Sezione F”. Dopo aver preso una tazzadi tè caldo, le squadre rientrano in campocon le stesse formazioni. Subito la “Sezio-ne F” si rende pericolosa, bel fraseggio traFalcone e Morena e questʼultimo colpiscein pieno il palo. Contropiede, il “Resto del-la scuola” si reca in avanti, Valentini dribbladue persone e viene “falciato” vistosamen-te in area ancora una volta da Piarulli.-Aldo, il rigore ci sta tutto, gli ha tolto il pie-de dallʼ appoggio!Sul dischetto cʼè Vitullo, Valentini non se lasente, è pronto. Tiro! Attenzione, miracolodi Bomba la palla va a finire sulla traversamischia in area e Vitullo non ci pensa duevolte e realizza la rete del 1-1.-Sandro, ha prevalso la regola del goalsbagliato, goal subito.I tempi regolamentari si chiudono con ilpunteggio fissato sullʼ1-1. Si passa ai tem-pi supplementari. Terzo minuto di gioco,ancora un rigore a favore del “Resto dellascuola”. Le proteste sono abissali.- Aldo, controlliamo il tutto con lʼaiuto dellamoviola, il rigore come si notava non cʼerae questo penalizza il resto della gara.Grande svista arbitrale del neo fischiettolancianese. Vitullo sul dischetto tiro: rete,rete, rete. Vitullo cʼè, porta in avanti i suoi.Lʼ allenatrice della “Sezione F”, Paola Bo-sco decide di effettuare un cambio esceValentini entra Spadano, la stessa cosa fail mister della squadra il “Resto della scuo-la” esce il deludente Di Campli entra loscalpitante Corvettiero. “La sezione F” ri-parte con caparbietà si porta in avanti,mancano quattro minuti più recupero al ter-mine della partita. Corner di Celardo mi-schia in area,tiro di Spadano, respinto, an-cora lui ci prova ed è ancora respinto, arri-va Di Santo dalle retrovie che infila la pallain rete e festeggia con la sua squadra sot-to la gradinata. Siamo giunti alla fine, staper iniziare la lotteria dei rigori! Inizia il “Resto della scuola”. Valentini: rete! Celar-do: rete! Vitullo: rete! Piarulli: rete! Abboni-zio: rete! Di Lorenzo: tiro…ottima paratadel portiere avversario, Cancellier: rete! DiSanto. rete! Le speranze della “Sezione F”stanno svanendo e lʼentusiasmo prevalenella squadra avversaria. Intanto si prose-gue con i rigori sugli undici metri ora cʼèFioretti. Lui ha il rigore decisivo per far vin-cere la sua squadra, va sul dischetto ti-ro…palo, palo clamoroso!!! Ultimo tiro da-gli undici metri di Falcone per ristabilire laparità. Il “Resto della scuola” spera in unosbaglio di questʼultimo. Eccolo, va al tiroche castiga Sorrentino, il risultato torna in

parità 4-4. Ora si va ad oltranza: Corvettie-ro tiro e il piccolo portiere fenomeno re-spinge di pugno. Marfisi ora potrebbe re-galare la gioia della vittoria, tutti i suoi com-pagni gli danno indicazioni… tiro rete, rete,rete, rete!!! I due baby giocatori fanno vin-cere alla “Sezione F” la coppa della secon-da edizione della partita della Solidarietà.Scusate dimenticavo nellʼesultanza, i soldidi questa partita saranno devoluti in bene-ficenza per lʼAssociazione umanitaria Uni-cef. Arrivederci al prossimo anno, per laterza edizione, e grazie per lʼ attenzione!!!

Marco Falcone 3°F

COME IMMAGINIIL TUO DAIMON?

Eʼ la domanda a cui hanno rispostomolti ragazzi della nostra scuola parte-

cipando ad un concorso indetto da“ALBO SCUOLA”

Stella

Io penso che il mio daimon sia una ca-gna dal nome Stella. Eʼ marrone, conqualche macchiolina nera sotto il mentoe intorno la bocca. Ha una coda più omeno corta. Eʼ bellissima: quando cʼè so-le i suoi peli diventano brillanti come iraggi del sole e dove ci sono le macchio-line nere diventano più chiare. La cagnaè fedele, giocosa, e quando vede il pa-drone gli gira intorno e ogni tanto lo rin-corre perché vuole da mangiare… e co-sì sono io. Quando stiamo insieme fac-ciamo lunghe passeggiate, vediamo filmbellissimi e ci raccontiamo i nostri segre-ti. Questo è il mio daimon.

Lorenzo Cavacini - 1A Frisa

La cicala

Il mio daimon è una simpatica cicala di11 anni con un cappello e una collana.Se è arrabbiata si trasforma in una fero-cissima tigre con ali e quando, invece, ètranquilla e rilassata in un unicorno conuna criniera dʼoro e il corpo bianco conuna macchia argentata. Eʼ simpatica,quando racconta tante barzellette, io midiverto in sua compagnia, certe volte,però, è antipatica. Il mio daimon è unamelodiosa cicala perché io sono sfatica-to, canta tutto il giorno e la notte vienesempre a rallegrarmi con qualche canzo-ne. Quando torno da scuola mi fermosotto un albero di pino, lui si mette su unramo e inizia a cantare le mie canzonipreferite. Dopo saliamo sullʼ autobus e,tornati a casa, mangiamo.

Loris Cocco - 1A Frisa

Vita nella scuola

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8 • Il mondo in una scuola •

La farfalla

Eʼ la farfalla la manifestazione della miaanima, si chiama Andrea, è maschio. Perme è come la leggerezza, lʼeleganza e la fi-nezza. Me lo immagino bello come il sole,grande, con due antenne color rosa e ros-so. Le sue ali di tutti i colori sfumati comelʼarcobaleno. Lui mi incontra prima dellegare, ma anche quando sono triste. Certevolte me lo sento volare basso quando so-no giù di morale, invece nei momenti piùgioiosi, lo vedo arrivare al cielo, vicino alsole, dove i suoi occhi luccicanti emananoallegria e felicità. Siamo sempre insieme:giochiamo, cantiamo, ci divertiamo unmondo, facciamo lunghe passeggiate suiprati dove io immagino di volare insieme alui. Sono contenta di avere questo daimoncosì splendido e unico.

Chiara Di Battista - 1A Frisa

Il topolino

Nel mondo di Lyra ogni persona ha un ma-gico esserino che rappresenta la materia-lizzazione della propria personalità. Il miomagico esserino è un topolino. Il suo nomeè Ratatouille ed è un maschietto. Questotopolino rappresenta la timidezza, che è unaspetto importante del mio carattere. Io melo immagino così: lungo circa 5 cm, ha unacoda sottile e lunga, il suo corpo è moltogrande e di color grigio con le orecchie ro-sa e il naso che diventa rosso ogni voltache sente freddo.(Ratatouille) Si nutre divari tipi di formaggio. Dʼestate lo tengo li-bero fuori al balcone, invece dʼinverno lo ri-entro dentro casa. Quando mi arrabbio ilmio daimon si trasforma in un gigantescoorco e va su tutte le furie, invece quandosono di buon umore ritorna nelle sue sem-bianze, cioè un topolino, corre incontro ame e mi abbraccia. Per fortuna Ratatouilleprende queste sembianze solo per alcunigiorni. Io e lui facciamo lunghe passeggiate,giochiamo sempre insieme e ci divertiamo.

Fabiana Fattore - 1A Frisa

Canaine, il mio daimon

Non sapevo chi fosse realmente, non melo sono mai chiesta fino ad ora, devo direla verità. Ma ora il caro Canaine lo conoscoe so chi è... il mio daimon ! viviamo lonta-no lontano in un paesino sperduto fra lemontagne dove tutti ci rispettano e voglio-no bene a Canaine;è un dolce cagnolino,amorevole e fedele, che vuole sempre sta-re con me e non si stanca mai di giocare.È amorevole perché mi vuole bene comeio ne voglio a lui e mi coccola sempre, poistandomi vicino con quel morbido pelo ècome stare accanto a un peluche; con lasua pallina che si illumina di mille colori,

dal giallo allʼazzurro, al verde al bianco;quando però non gioca con la sua pallinaessa rimane sempre nera.Io lo adoro perché se per qualche temponon ci divertiamo insieme,Canaine è sem-pre lì ad aspettarmi e quando vado da lui ègioioso più che mai.Gli occhi sono marroni, ma ogni volta cheè un poʼ triste cambiano colore assumendosfumature grigie come il suo cuoricino. Lesue orecchie e la sua coda, con cui giocacontinuamente, sono bianche come la ne-ve. Il suo mantello è nero con sfumaturebianche. Ogni volta che vuole proteggermiperché crede che io sia in pericolo, im-provvisamente diventa il doppio di se stes-so. Qualche volta, però, Canaine da sim-patico e fedele cane si trasforma in un pic-colo e dolce coniglio. Forse perché in alcu-ni momenti diventa timoroso di qualsiasicosa, anche di me. Non si muove più, ri-mane immobile e a volte addirittura nonmangia e ha bisogno di tante coccole persentirsi sicuro e tranquillo.Ora con sembianze di un pauroso ed indi-feso coniglio è diventato più piccolo, quasida entrare in un palmo di mano. Il suo èancora più morbido grazie alla sua foltapelliccia, che , dʼinverno, si trasforma di-ventando lunga otto centimetri.Il mio daimon ha sempre molta fame,infattiha continuamente qualcosa sotto i denti darosicchiare;con quei dentini che sembranoinnocui ma non lo sono affatto...Canaine ha anche la capacità riascoltarmie di capirmi quando ho qualche problema,lui rimane in silenzio ma se lo”Ascolto” conil cuore è in grado di aiutarmi parlandomiattraverso la”mente”.

DʼEttorre Assunta, classe 3° Frisa

White, un daimon per me

Tanti sono i Daimon: il cane, lʼorso, il gatto,lʼuccellino, lʼaquila, la farfalla, il cavallo, lʼu-nicorno, la tartaruga, il koala, la formica, lavolpe, il lupo, il panda… … … Ma nessunodi questi animali è adatto a me. Il mio dai-mon è il coniglio perché è morbido, dolce,carino, ma anche veloce ed astuto comeme. Si chiama White perché il suo pelo èbianco, le zampette sono rosa, la coda èuna “pallotta” grigia, gli occhi sono di untrasparente colore azzurro chiaro. Portasempre al collo un fiocchetto rosso che lorende più carino e sbarazzino. A lui piacetanto correre allʼaperto, in ambienti liberi ein grandi spazi, ma soprattutto non gli pia-ce il buio perché lo rende inquieto, pieno diangoscia e di rabbia. Il mio Daimon mi in-segna ad essere gentile con tutti, e a nonessere presuntuosa con i miei amici, miasorella, la famiglia e con tutte le personeche conosco; mi insegna anche ad esserealtruista e non egoista, rispettosa verso gliadulti: genitori, professori, nonni, carissiminonni… … Tutte le volte che commetto unerrore: urlo, litigo con mia sorella, sonoscortese, antipatica, non ubbidisco ai miei

genitori, si trasforma in un mostro orrendoche spaventa anche me. Ha sempre la for-ma di coniglio, ma le sue orecchie diventa-no grandi, nere con peli lunghi e pungenti,gli occhi opachi, vitrei, profondi, oscuri, ilmuso disfatto dalla rabbia, la bocca infuo-cata, le zampe lunghe, marroni con artiglipotenti. Il suo fiocchetto rosso sparisce.Ama stare in ambienti tenebrosi e secchi,di notte scorrazza nel profondo del boscocorrendo da una parte allʼaltra. Odia la lu-ce del sole.

Silvia Martelli 1°F

Cosa abbiamo imparatoalla discarica?

Questʼanno il nostro programma di scienzeprevede lo studio dellʼenergia, così abbia-mo pensato di fare unʼuscita didattica alladiscarica di Cerratina, in ,località Serre diLanciano. Per prima cosa siamo arrivati al-la discarica vera e propria , dove si buttanoi rifiuti indistinti e non differenziati. Lì un im-piegato ci ha spiegato varie cose: prima difinire nella discarica i rifiuti vengono pres-sati per ridurre il volume; la discarica è sta-ta costruita su un terreno argilloso e quindiimpermeabile per evitare che i gas danno-si prodotti dai rifiuti penetrino nel terrenoinquinando le falde acquifere del sottosuo-lo e per maggior precauzione sul terrenosono disposti dei teli. Inoltre la discarica èanche una centrale elettrica poiché vieneprodotta energia attraverso la combustionedei gas emessi dalla fermentazione dei ri-fiuti in mancanza di ossigeno, raccolti at-traverso dei tubi. Poi siamo andati al Con-sorzio , dove si raccolgono, invece, i rifiutidifferenziati, divisi in varie categorie: carta,vetro, vari tipi di plastica. I rifiuti organicivengono usati spesso per farne dei conci-mi naturali o fertilizzanti. Da questa uscita,molto istruttiva, abbiamo imparato che an-che dai rifiuti ( in classe avevamo riflettutomolto sul concetto di “rifiuto”), si può fab-bricare energia pulita , che non dobbiamotrasformare il mondo in una discarica e chericiclare può servire a fabbricare oggettisenza consumare ulteriormente le risorseche il pianeta ci offre.

Federica Baglivo 3 H

Il primo giornodi scuola media

Questo è il primo anno di scuola media.LʼUmberto I mi è sembrata subito unʼottimascuola ben tenuta e ben controllata.Il primo giorno non lo dimenticherò mai.Erano le 8:30 unʼimmensa folla riempivalʼaula magna, genitori e ragazzi, che aspet-tavano impazienti lʼelenco delle classi. Co-sì il preside salì sul palchetto richiamandoil silenzio, e lesse lʼelenco di ogni classe.Passate la I A e la I B, il preside lesse lʼe-

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9• Il mondo in una scuola •

lenco della I C. La professoressa Palliniaspettava verso lʼuscita per portarci inclasse, e una volta che, pian pia-no,arrivarono tutti, la professoressa ci por-tò in aula. Ero un poʼ spaventata (ma allostesso tempo felice) perché lʼaula era buiae non cʼera nessuno nel corridoio. Pocodopo arrivò una bidella che alzò la tappa-rella che subito si ruppe. Il primo giorno co-noscemmo la professoressa Pallini, la pro-fessoressa Sulli, Ciampoli, Cotellessa euna supplente per storia e geografia. Nonsapevo cosa fare, ero impietrita, conosce-vo solo due persone della classe e per tut-ta la ricreazione rimasi seduta al mio ban-co salutando quelli della 3°, ovvero i com-pagni di mio fratello. Il giorno passò in unbaleno e, cosa positiva dei primi giorni discuola, nessun compito per il pomeriggio.Mi sentivo a mio agio, come se era il 6° an-no di scuola elementare sempre con i soli-ti compagni. Mi sentivo come una estraneain un corridoio: in una porta, dietro di me,vedevo le mie maestre salutarmi e dirmi “cirivediamo”, mentre davanti a me vedevo i10 professori che mi dicevano “corag-gio,entra!”. Ero un poʼ titubante, ma poi miaccorsi che dovevo andare avanti, allorachiusi la porta delle elementari e mʼincam-minai verso quella delle medie. Ora mi tro-vo qui, a scuola, dopo aver passato un an-no bellissimo. Ringrazio quindi tutti i mieiprofessori le mie professoresse e il profes-sore, i miei compagni di classe a cui vogliotantissimo bene. Allʼanno prossimo!!

Candeloro Valeria 1°C

Alla ricerca della storia

Nella mattinata scolastica dellʼ8 Febbraioabbiamo assistito ad una rappresentazioneteatrale molto interessante: il diario di AnnaFrank e ciò che lei ha scritto sul suo diario.Antonio Tucci è stato lo scenografo attentoe creativo. La recita è stata affidata a unasola attrice, una giovane donna in un mo-nologo appassionato e intenso ci ha co-municato sentimenti profondi e struggenti.Nella prima parte quasi immobile riesce afarci rivivere, nel viaggio in treno, le sensa-zioni: di paura, di attesa e di speranza checrollano allʼarrivo nel campo di concentra-mento e con un gesto solenne rappresen-tazione della scritta: “IL LAVORO RENDELIBERI” la voce unica, tagliente e dura chesovrasta sulle persone annichilite quasiannullate dal terrore: maschi a destra don-ne a sinistra, il taglio dei capelli, le cuccet-te maleodoranti, sporche, la divisa, la co-perta. Rendono il clima grave al momento.Margot e Anna in una sola cuccetta Margotal lato esterno quasi per proteggere la so-rellina. Il giorno dopo il lavoro inutile e mas-sacrante trasportare le pietre da un lato al-lʼaltro come sola e unica punizione, il fumonero dalla ciminiera dei corpi bruciati deiloro stessi parenti, la sera un pezzo di pa-ne e un bicchiere dʼacqua. Senza pietà; so-lo terrore e violenza! Ci è facile immagina-

re. Margot caduta dalla cuccetta, uccisanel caminetto pietroso e crudele e, Anna,sfinita, addolorata, triste, muore il giornodopo. Nella seconda parte la giovane-attri-ce rappresenta la sorella di 13 anni che ba-da al fratellino Simone e in modo parados-sale lo richiama e predice tutti i suoi guai.Quando Simone si addormenta si addor-menta, cerca di fare tante cose, ma alla fi-ne guarda i libri e ne sceglie alcuni, infine,si sofferma sul diario di Anna Frank; a ren-dere il tutto così avvincente, commoventeper una storia individuale e di tutta lʼumani-tà da non dimenticare! Legge, legge… masoprattutto rappresenta le situazioni vissu-te dalle persone della famiglia fino al mo-mento in cui si accorgono che i soldati so-no arrivati negli uffici sottostante. QuandoSimone una volta svegliato chiede cosasta facendo,lei gli racconta la storia di An-na Frank. Brava veramente brava lʼattrice;bella veramente bella la rappresentazioneteatrale Universale.

Gabriella Cericola 2°B

Visita guidata allʼaziendacasearia “DEL GIUDICE”

Il 25 Febbraio noi alunni della III E ci siamo reca-ti a Termoli (CB), allʼazienda casearia “Gel Giudi-ce”. Arrivati ci hanno fatti riunire nella sala delleconferenze per illustrarci, prima della visita guida-ta, i procedimenti della riproduzione di latte e lat-ticini (cioè il processo produttivo). Il Molise è unaregione dovʼè rimasta intatta la tradizione della la-vorazione del latte. Già dal 1898 Nicola Del Giu-dice, con i suoi figli, produceva in modo tradizio-nale e a livello famigliare latte e latticini. Poi nel1957 Michele Del Giudice costruisce, con lʼaiutodei suoi figli, la prima industria casearia che portaancora il suo cognome. Lʼazienda Del Giudice haanche altri stabilimenti, non solo in Abruzzo, maanche in Puglia. Negli ultimi decenni del Nove-cento nasce lo stabilimento moderno con nuovemacchine per i controlli sul latte e il processo pro-duttivo. Allo stabilimento il latte arriva poche oredopo lʼapertura, che ha luogo alle 23.00, fino allachiusura, la sera successiva. In base al prodottoda produrre ci sono dei tecnici che controllano lasua idoneità e le sue caratteristiche. Viene con-trollata la freschezza, il grado di acidità e lʼintegri-tà. Si controllano, per il latte alimentare, anche ivalori organolettici (sapore, colore e odore). Vi èin seguito una divisione in latte alimentare e latteper trasformazione. Il primo tipo viene prima risa-nato, con la pastorizzazione, a 63°C per distin-guere i microrganismi e i microbi patogeni, vienesuccessivamente refrigerato. Viene quindi pre-ri-scaldato a temperatura più bassa e dopo esserestato degassato viene racchiuso nei contenitori einfine viene racchiuso nei contenitori e infine por-tato nelle celle frigorifere per poi essere inviata a3.000 punti vendita con camion refrigerati. Il se-condo gruppo viene pastorizzato poi, dopo esse-re stato mischiato con il caglio (con lui si ottiene lacagliata) viene diviso in vari tipi di lavorazioni pervari tipi di prodotti. Le mozzarelle provengono dal-la cagliata che inizialmente viene tagliata e porta-ta alle vasche di maturazione. In seguito vienemessa nelle macchine per la pasta filata; una vol-ta raggiunta la forma e la grandezza voluta vienecalata negli stampi, per poi essere messa in va-sche tiepide, in vasche fredde e infine in sala-moia. Prima di essere inviata, viene messa neicontenitori con acqua pastorizzata e nelle celle fri-gorifero a 4-8°C. Anche i formaggi a pasta semi-

dura (come il caciocavallo) partono dalla cagliatatagliata che viene riscaldata per essere poi matu-rata; una volta diventata una volta diventata unapasta morbida e rassodata essa viene messa insalamoia per due giorni. Questa pasta viene quin-di messa a stagionare (il caciocavallo prende ilnome dal fatto che veniva trasportato, un tempo,a cavalcioni del cavallo). Infine dopo un certo pe-riodo viene distribuito nei numerosi punti di vendi-ta. Invece la ricotta e il burro vengono prodotti conil siero delle vasche di coagulazioni e con il latte.Il liquido ricavato viene solidificato facendo scola-re dalle schiumarole. Poi viene messo nelle for-me, e infine viene distribuito. Il burro viene otte-nuto facendo scremare il siero che viene messo inseguito nei serbatoi di maturazione. Una volta ot-tenuta una pasta chiamata “zangola” la si confe-ziona, la si mette nelle celle frigorifero per poi es-sere distribuita. I formaggi freschi vengono otte-nuti dalla cagliata, che viene messa nelle formeper poi subire un fenomeno di stufatura. Succes-sivamente viene massa a maturare e in seguitonella salamoia. Una volta salata la cagliata vienestagionata e infine confezionata per essere distri-buita. Lo stabilimento oltre a questi prodotti di ba-se, ne produce anche altri. In esso tutto il proces-so è seguito da un computer centrale che control-la il lavoro delle macchine. Il lavoro degli operai sisvolge in condizioni igieniche soddisfacenti. Glioperai indossano sempre tute e i guanti, poi utiliz-zano le sale di depurazione e ogni mese sono sot-toposti a controlli sanitari per prevenire lʼinsorgeredi qualsiasi malattia. Dopo aver visitato i due re-parti dove sono prodotti e confezionati i latticini eil latte siamo ritornati nella sala conferenze per ve-dere un video sullʼutilità del latte. Il latte possiedele vitamine .A,62 ,B12tD,E,PP. Esso è quindi es-senziale al nostro organismo soprattutto perché èfonte di calcio che si trova per il 99% nelle ossa enei denti e per lʼ1% contribuisce alla coagulazionedel sangue e agli impulsi elettrici. In base allʼetà eallo stato di una persona lʼassunzione di calcio èdiversa. Una donna, in stato di gravidanza, do-vrebbe rifornirsi di molto calcio perché il bambino“ruba2 dal suo scheletro il calcio che lei accumu-la e quindi se la donna ne assume poco il bambi-no nascerà con carenze ma anche nella fase del-la crescita è indispensabile assumerne molto. Seuna donna prima dei 40 anni non si è nutrita dimolto calcio quando sarà in menopausa avrà unamassa ossea molto ridotta e potrebbe anche es-sere colpita dalla osteoporosi, una malattia moltoseria che porta alla frattura delle ossa rese poro-se dalla mancanza di calcio. Nel latte inoltre, oltread esserci grassi “cattivi” ci sono anche grassi“buoni” che fanno bene a anziani e bambini. Il lat-te infine contribuisce alla creazione della flora bat-terica per la protezione dellʼorganismo. È stataunʼesperienza molto istruttiva per noi, abituati alprodotto finito e confezionato, scoprire il processoche sta dietro a ciò che mangiamo ma soprattuttoperché abbiamo la conferma che quello che arri-va sulla nostra tavola è un prodotto sano e nu-triente, frutto di controlli accurati che ne garanti-scono la qualità .

Ragazzi della III E

Scuola si, scuola no…

Qual è lʼ ultima cosa che vorrebbero fare iragazzi di oggi? Sicuramente andare ascuola. La parola scuola deriva dal latino “scola” e dal greco “ schole”, che significa-va ozio; la scuola, quindi, era una sorta dipassatempo da fare quando si era liberi.Essa nasce nel 1700- 1400 a.C., ad Atene,in Grecia, con lo scopo di sviluppare la per-

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10 • Il mondo in una scuola •

sonalità. Nel IV secolo, a Roma, dove giàesistevano le scuole private, nascevanoquelle statali. Ma possiamo considerare ilvero padre della scuola Carlo Magno, chefondò la Scuola Palatina, per preparare ifunzionari per il governo dello Stato. Ma,come era la scuola ai tempi dei nostri non-ni? Vi erano professori dalle lunghe bac-chette pronte a picchiare duro gli alunni.Ma, nella maggior parte dei casi, non ser-vivano perché nella società di allora glialunni prendevano con serietà lo studioaspirando a professioni importanti. Oggi, lascuola torna ad essere una specie di pas-satempo come lo era per i greci. Alcuniprofessori fanno fatica ad essere rispettatidagli alunni maleducati e irresponsabili e iragazzi sottovalutano lo studio e la sua im-portanza. Ma la scuola non è solo un do-vere per gli alunni ed i professori, è ancheun diritto! I professori hanno il dovere di in-segnare e il diritto di essere rispettati e sa-lariati; gli alunni hanno il dovere di studiaree il diritto di andare a scuola, come ancheprecisano gli articoli 33 e 34 della Costitu-zione Italiana. Spesso, però, noi dimenti-chiamo che siamo fortunati ad andare ascuola poiché ci sono bambini, nei Paesisottosviluppati, che non conoscono lascuola perché sono costretti ad andare alavorare o perché non hanno soldi per pa-gare le spese annuali dei libri. Quando èche gli alunni si ammalano di più? …quando è periodo di compiti in classe! Icompiti in classe sono, da sempre, le pau-re degli alunni di ogni età…anche se al-cuni alunni li prendono per gioco così daavere esiti negativi. Come sulla terra, an-che a scuola ci sono due poli: bulli e sec-chioni! I bulli prendono la scuola come unfastidioso gioco obbligatorio di cui loro so-no i protagonisti, ma a volte ricorrono amezzi estremi solo per attirare lʼ attenzio-ne e prendono in giro i secchioni perchésono invidiosi dei loro successi. I secchio-ni sono, invece, quelli che hanno decisodi dedicare tutta la loro vita allo studio, ri-nunciando alle gioie ed ai divertimenti.Fortunatamente non esistono solo bulli esecchioni, ci sono anche alunni che van-no bene a scuola senza stare chini sui li-bri per tutto il giorno. Ad esempio, ci sonoquelli più sportivi che corrono per la pistadi atletica con un libro in mano, oppure imusicisti che ascoltano, con le cuffie, le-zioni di storia o di inglese per migliorare lapronuncia! Così in fondo anche lo studiodiventa piacevole e la scuola velocemen-te < Schole>.

Ranieri Antonia e Di Nunzio Miriam 2°B

ANNA FRANK

Oggi abbiamo assistito allo spettacolo tea-trale su Anna Frank . Lei era una ragazzadi 13 anni, di origine ebrea , e per tanto,era ricercata dai nazisti. Era costretta a vi-vere in una soffitta nascosta per non farsitrovare. Nonostante la sua giovanissima

età doveva badare al suo fratellino che eraun poʼ vivace. Nel poco tempo che aveva,scriveva un diario in cui raccontava le suegiornate, i suoi pensieri e le sue paure. Nelracconto narrava delle persone che parti-vano per recarsi ad Auschwitz per essereammazzate dai nazisti. Il viaggio era lungoe, siccome la gente stava zitta per la pau-ra, si sentivano chiare e forti le rotaie deltreno, che viaggia. Arrivati sul posto venivafatto lʼappello e se si sbagliava si ricomin-ciava daccapo. La colazione era striminzi-ta e non ci si poteva lavare facilmente e co-modamente. Quando veniva fatto lʼappello,coloro che venivano chiamati, uno alla vol-ta, per numerazione, andavano nei fornicrematori : sono morti circa 6.000.000 diebrei, messi nelle fosse comuni. Un giornopurtroppo, anche Anna Frank è stata trova-ta e arrestata, portata nei campi di concen-tramento e, purtroppo, uccisa.

Deborah Di Campli 2°E

EUROPA SENZA CONFINI

Noi, ragazzi della IID, abbiamo realizzatocon le professoresse Attanasio e Marino illaboratorio “Europa senza confini “. Ci sia-mo divisi in due gruppi, perché ogni lezio-ne si svolgeva parallelamente in classe enel laboratorio dʼinformatica. In questʼulti-mo abbiamo organizzato Powerpoint eschemi animati molto simpatici e facili dainterpretare. In classe abbiamo realizzatodiverse cartine tematiche a colori. Siamopartiti da una cartina politica che rappre-sentava tutti gli stati europei. Successiva-mente abbiamo cominciato a modificare ed“abbattere” i confini dei singoli stati. Ci sia-mo, infatti, accorti che, colorando con lostesso colore gruppi di stati accomunati dauna stessa caratteristica, lʼEuropa si stavapian piano unendo. Finora abbiamo lavora-to sui principali gruppi linguistici, sulle reli-gioni ed infine sulle tappe che hanno por-tato alla costituzione dellʼUnione europea.Per ogni tematica abbiamo inoltre scrittoun breve testo a spiegazione delle mappe.Tutto questo lavoro ci ha portato alla con-sapevolezza che i confini dei singoli statieuropei oggi esistono solo sulla carta e chetante invece sono le caratteristiche che ciuniscono. Vi invitiamo a ripetere la nostraesperienza, arricchendo il lavoro con altretematiche (arte, tradizioni, economia, ecc.).Evviva le diversità che ci uniscono !!! Tuttoil materiale prodotto per questo progettopotrai trovarlo nel nostro blog di classe.

Karen Di Cicco 2°D

Le streghe

Il libro “Le streghe”scritto da Roald Dahl,casa editrice Salani, racconta di unʼavven-tura pazzesca che va oltre i limiti della fan-tasia. I personaggi sono le streghe, unanonna e un bimbo; le vicende si svolgonoin Norvegia e in Inghilterra. Lʼautore Roald

Dahl racconta di un bambino che a causadella morte dei suoi genitori vive a casadella nonna, una persona fantastica anchese un poʼ anziana,che insegna al suo ado-rato nipotino che le streghe sono personecomuni, che assumono atteggiamenti par-ticolari quasi non riconoscibili; come adesempio portare i guanti o la parrucca; ma,il ragazzino non voleva credere a tutto ciòche la nonna gli raccontava, ma ben prestodovette cominciarci a riflettere. La nonnaera una narratrice bravissima e diceva cheuna vera strega odia i bambini talmentetanto da trasformarli in qualunque cosa levenisse in mente. Nel testamento si dicevache la nonna doveva tenere in “custodia”suo nipote in Inghilterra. Durante le vacan-ze il ragazzino era in compagnia di duesimpaticissimi topolini che la nonna gli ave-va regalato per non farlo sentir solo. Ungiorno questo bambino per la curiosità en-trò in una sala, ma si dovette nasconderedietro un paravento perché cominciaronoad entrare unʼottantina di signore, e lui siaccorse che erano streghe; mentre osser-vava la Strega Suprema, che salita sul pal-co indossava una maschera con la qualesomigliava ad una donna completamentenormale, ella mostrò a tutte le streghe unapozione: Formula 86, Pozione Fabbricato-po a scoppio ritardato, che aveva il pote-re di trasformare chiunque lʼavesse bevutain un topo, prodotta con lo scopo di tra-sformare tutti i bambini. Allʼimprovviso lestreghe si accorsero della presenza di unragazzino e lo trasformarono in un topo. Ilbambino-topo, quando finì la riunione, filònella camera della nonna per spiegarle tut-to ciò che era successo, la nonna fu mol-to comprensiva tanto da escogitare un pia-no eccezionale: rubare la pozione nella ca-mera della Strega Suprema e versarla nelloro cibo. Quindi il bambino-topo chiamatocosì, perché aveva solo subito un muta-mento al suo aspetto e non nel cervello, siavventurò per rubare la pozione , e ci ri-uscì. La sera, quando andarono a cena nelristorante dellʼalbergo, la nonna fece entra-re suo nipote in cucina, e mentre lei era se-duta, il suo piccolo eroe versò la pozionenelle pietanze delle streghe. Compiuta lamissione, tentò di scappare, affrontandochi lo aveva scoperto e ferendosi alla coda;quando tornò in sala le streghe comincia-rono trasformarsi in topi e i camerieri le uc-cisero colpendole con tutto ciò che posse-devano. La vacanza era finita ed i protago-nisti tornarono in Norvegia, ma li aspettavaunʼaltra missione: sconfiggere tutte le stre-ghe del mondo. Così la nonna finse di es-sere il ministro e contattò la polizia perchiedere qualche informazione più detta-gliata su ciò che era successo nellʼhotel, eriuscì ad avere lʼindirizzo della Strega Su-prema,che viveva in un castello. A quelpunto il bimbo-topo e la nonna idearono unsecondo piano per lʼeliminazione delle stre-ghe e decisero di mettersi subito al lavoro!Le mie impressioni a riguardo sono total-mente positive e tra tutti i libri che ho lettoquesto è stato senzʼaltro il migliore, il più di-

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I• Il mondo in una scuola •

I valori morali dellacostituzione italiana

Questo anniversario, come ha affer-mato nel suo messaggio di fine anno ilPresidente della Repubblica, GiorgioNapolitano, deve essere unʼ occasione«per rivederne alcune regole relativeallʼordinamento della Repubblica», mache, nello stesso tempo, «dobbiamo ri-solutamente ancorarci ai suoi princìpi,anche e non da ultimo ai suoi valorimorali, e in special modo a quei suoiindirizzi che non vediamo abbastanzaperseguiti e tradotti in atto»

BUON COMPLEANNOCOSTITUZIONE!!!

Dal quel 1948 sono passate tante co-se: il boom economico, gli “anni dipiombo”, “Mani Pulite”, per citarne al-cuni, e si sono succeduti tanti Governi,di qualunque tendenza politica, ma tut-ti sostenuti dai valori di un unico docu-mento: la Costituzione Repubblicana.Noi adolescenti non ancora ci rendia-mo conto del peso e dello spessoreche ha ogni articolo di questo incredi-

bile documento, a cominciare dal pri-mo, anche se può sembrare banale:che significa dire che lʼItalia è un Re-pubblica? Per molti di noi, niente, per inostri nonni, tutto. Noi siamo fortunatia poter vivere essendo liberi di agire,di parlare e di esprimerci, e non ri-usciamo a capire, se non minimamen-te, grazie alla storia, il significato con-creto di democrazia. Democrazia si-gnifica poter vivere liberamente, ascuola, in famiglia, nella società, ed èuno dei valori morali più importanti chetraspare dalla Costituzione... Il fattostesso di avere un giornalino a scuola

dove poter pubblicare i nostri articoli, èdi per sé straordinario, perché significache dopo tanto lottare gli effetti dellaCostituzione finalmente possono esse-re riscontrati nella realtà di tutti i giorni.La Costituzione è stato un passo avan-ti fondamentale anche per le donne,perché, dopo il suffragio universalefemminile nel 1946, le donne si sento-no trattate alla pari degli uomini. Ledonne ancora oggi si battono per per-seguire la piena uguaglianza, ma mol-ti passi di questo cammino sono staticompiuti: la Magistratura è accessibilealle donne, le quote rosa in politica so-no aumentate. In poche parole, la Co-stituzione è il sogno perfetto dei politi-ci di una volta che, avendo vissuto inprima persona lʼesperienza delle dueguerre mondiali, hanno voluto assicu-rare un futuro migliore ai propri figli.Oggi la politica ha perso ogni briciolodei valori che la Costituzione insegna,che sono la libertà, lʼuguaglianza sen-za discriminazioni davanti alla legge, illavoro e così via... La Costituzione Ita-liana è una delle più moderne del mon-do ancora oggi perché afferma coseche gli altri Stati hanno capito solo do-

po. Lʼuguaglianza è un passo impor-tante verso la modernità, perché lʼItaliausciva da unʼalleanza devastante conil razzista più grande del mondo: AdolfHitler. Uguaglianza, una parola troppopesante che grava sulla politica deglianni 80, 90 e 2000: una politica che siè infiltrata dappertutto, nella sanitàpubblica, nella scuola, nella televisio-ne, nel mondo del lavoro in genere, eche si basa su clientelismi e corruzio-ne, senza pensare al bene degli italia-ni. Il lavoro, invece, è un valore che sista perdendo fin dalla generazione deinostri genitori: oggi molti giovani sotto-

valutano lʼesigenza primaria di un la-voro, o svolgono il loro lavoro pensan-do allo stipendio. I giovani manifestanoun malcontento a partire dalle scuolesuperiori, considerate un peso ed unimpedimento alla voglia di divertimen-to... In realtà dopo le superiori, cʼè chi

vuole prepararsi al meglio per affronta-re il mondo spietato del lavoro, e siiscrive allʼUniversità, mentre cʼè chi in-vece si sente finalmente “libero” e de-cide di stare sul divano di casa fino aquando il lavoro che cerca non gli sipresenta davanti.... Ricordo a questepersone che chi cerca trova! Unʼaltracosa che si è persa, e che la Costitu-zione ha largamente sottolineato, èlʼimpegno civile per il bene della socie-tà e dellʼeconomia italiana, cosa chese recuperata, gioverebbe allʼinterasocietà ed allʼeconomia italiana stes-sa. Nonostante tutti questi problemi,però, la Costituzione Italiana è stataunʼoccasione per conoscere meglio ilnostro Paese, la sua politica, e per por-re le basi alle idee politiche di noi gio-vani, che siamo il futuro della società.

Simone Candeloro 3°C

Il giorno che le donne si preserola storia… Memena e le altre….IL CONTRIBUTO DELLE DONNE

ALLA COSTITUZIONE

Quel giugno del ʼ46 le donne votaronoper la prima volta.Un diritto,unʼ ovvietà per noi che vivi-amo in democrazia, una conquista dif-ficile, paziente, inseguita fin dai primianni del 900, dai primi movimenti fem-ministi. In Italia è Annamaria Mozzonia battersi per tutta la vita per la con-cessione del voto alle donne, presen-

tando mozioni al Parlamento Italianonel 1877 e nel 1906. Quando i tempisembravano maturi le note vicendepolitiche interruppero questo proces-so. Nel 1925 Mussolini le incluse nel-lʼelettorato amministrativo ma lʼannodopo con lʼabolizione degli organismi

rappresentativi locali si chiuse ognidiscussione sui diritti politici per tutti.Appena instaurato il Governo di Liber-azione Nazionale, le donne si atti-varono per far parte del corpo elet-torale: la richiesta era trasversale a tut-ti i partiti. Finalmente il decreto legisla-tivo del 31-1-1945, sancì definitiva-mente il suffragio universale e la con-sulta con il decreto del 10-5-1946 in-cluse anche le donne tra gli eleggibilinellʼAssemblea Nazionale. Per ledonne, dunque, quel giugno 1946 fuveramente una primavera: votano epossono essere votate “Stringevano

I N S E R T O S P E C I A L E

Buon Compleanno

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II • Il mondo in una scuola •

le schede come biglietti dʼamore” rac-contava una giornalista nella cronacadi quel giorno. Hanno votato 10 milionidi donne, sono state elette solo 21 su556 deputati, poco meno del 4% ;ep-pure grazie a loro siamo riuscite ad en-trare nella storia, perché siamo riuscitea cambiare una situazione giuridica,sociale, morale completamente squili-brata. Quel famoso 2 giugno in cui ledonne non solo ascoltano ed obbedis-cono ma vivono direttamente (e segre-tamente, anche il voto segreto signifi-ca sottrarsi al controllo) la loro parteci-pazione politica, segna una tappa fon-damentale sia per le donne italiane,sia per la Costituzione. Per le donne,perché erano donne quelle del ʼ46, chenon solo non avevano i diritti politici,ma anche quelli sociali ed economici;non potevano accedere ai ruoli dellapubblica amministrazione, erano sem-pre sotto la podestà di qualcuno(padre o marito), non avevano la paritàin famiglia, rischiavano il licenziamen-to solo perché incinte, avevano unsalario inferiore. Le 21 donne dellacostituente sono riuscite in manieratrasversale (perché i diritti sonotrasversali) a modificare la situazioneed a portare sul tavolo la parità deidiritti, malgrado una certa “incertezza”(chiamiamola così) maschile. Un casoemblematico: lʼarticolo 33 del progetto(che è diventato lʼarticolo 37 della Cos-tituzione) concernente il lavoro parla di“condizioni di lavoro che alla donnadevono consentire lʼadempimento del-la sua missione familiare”. Giorgio LaPira, per esempio, uno dei padri della Costituzione, proponeva di inserirelʼaggettivo “prevalente” a familiare: nonfu accettato con dure contestazioni.Importanti furono i contributi delledonne al diritto di accesso a tutte lecarriere, soprattutto quelle della Magi-stratura, sul tema della famiglia e del-lʼuguaglianza dei coniugi, sulle misureriguardanti la maternità, ed i figli natifuori dal matrimonio, la parità deisalari. Le donne nella Costituzione in-tervennero anche in altri dibattiti, inparticolare sulla scuola, sulle regioni,sullʼemigrazione. Le richieste delledonne sono fondamentali anche per-ché la nostra Costituzione fosse aper-ta, moderna, completa, anche se difatto ebbe il suo compimento 10 e 20anni dopo: con il nuovo diritto difamiglia nel ʼ75, con lʼabolizione delreato di adulterio nel 1968, con lʼabo-lizione della discriminazione delle as-sunzioni e dei licenziamenti, con la ret-

ribuzione paritaria, con lʼabolizionedelle barriere di accesso alla Magis-tratura nel 1963 Alle “madri” della Cos-tituzione va riconosciuto però soprat-tutto un merito: il riconoscimento deidiritti delle donne è una conquista nondelle donne, ma di un paese democra-tico.

Le ragazze della 3°C

Costituzione e disabilità

Quanti bei posti esistono nel mondo!Peccato che alcune persone non pos-sono vederli! Tutti i giorni osserviamo,

negli orari scolastici, il percorso di vitadi un ragazzo disabile. La sua giornataè uguale a quella di tutti gli adolescen-ti: viene regolarmente a scuola e stu-dia ma, soprattutto, per attirare lʼatten-zione di compagni e professori, urlabattute scherzose. Visto che si trovanella fase con i maschi di calcio, so-prattutto del MILAN, la sua squadradel cuore. Come ogni anno, nel mesedi aprile, è prevista la gita scolastica.Dopo aver gioito per questa splendidanotizia ci siamo rattristati per una ne-gativa: le barriere architettoniche nonpermettevano al nostro amico di parte-cipare, perché le località da visitarepresentavano difficoltà di percorso,ostiche per lui. A fine maggio, per for-tuna, i professori hanno organizzatounʼaltra gita, in cui potrà venire ancheil nostro compagno. Eʼ stato sceltoquesto luogo, con strutture adatte atutti, poiché nessuno deve rinunciare avisitare le bellezze del nostro Paese.Passeremo una giornata, allʼinsegnadellʼestate, scherzando e giocando,rendendo felice anche lui, un amicoveramente speciale che trasmetteemozioni fortissime. Noi siamo unaclasse molto unita e per nulla al mon-do lasceremo che questo ragazzo ri-

manga a casa a guardare attraversouna finestra la vita che va avanti. Sia-mo convinti che tutti abbiamo gli stessidiritti e che nessuno debba soffrire peri limiti che ingiustamente la natura gliha dato. In merito la Costituzione, do-cumento fondamentale del nostro Sta-to, dedica lʼarticolo n. 39 alla salute. Cisono anche decreti legislativi a favoredelle persone diversamente abili cheriguardano in particolare la praticasportiva e le vacanze.

Fabiana Gaeta, Erika Collini - Luca Bomba 2°E

Il Compleannodella Costituzione

In onore del sessantesimo anniversa-rio della nascita della Costituzione ita-liana la nostra scuola -Umberto I se-zione di Frisa- ha organizzato una ma-nifestazione alla quale hanno parteci-pato: le tre classi; i genitori; GiovanniOrecchioni (dirigente scolastico dellʼI-stituto professionale “de Giorgio”); Re-nato Monteferrante (preside della no-stra scuola) e il dottor Luciano Conti(commissario prefettizio del comune diFrisa).Questa particolare giornata eraprogrammata per il giorno 6 marzo

2008.Nei giorni precedenti noi alunni,con lʼaiuto delle insegnanti abbiamoletto e commentato parte del nostrostatuto costituzionale soffermandocisu alcuni articoli che in un certo sensoci avevano incuriosito. Da questo lavo-ro abbiamo realizzato diversi cartellonie formulato delle domande che abbia-mo poi rivolto ai relatori durante lʼin-contro. Il 6 marzo verso la 11.00 siamoscesi nellʼaula di educazione fisica epreso posto nelle prime file. Sono cosìarrivati i genitori e i tre “ospiti”. Il pro-fessor Monteferrante ha iniziato laconferenza presentando il dirigente

Orecchioni e il dottor Conti. Il presideha cercato di farci capire attraversoesempi e racconti lʼimportanza dei di-ritti ma anche dei doveri. Il presideOrecchioni nel suo discorso ha appro-fondito alcune tematiche come: la li-bertà e la convivenza civile il tutto inmodo semplice, ma molto efficace, hacatturato la nostra attenzione facendo-ci sentire a nostro agio .In seguito hacercato il coinvolgimento di tutti i pre-senti ed in particolare di noi alunni,sempre in riferimento alla costituzionee di alcuni articoli. Anche il dottor Con-ti ha cercato di chiarirci le idee, conspiegazioni riguardanti lʼamministra-zione pubblica e sul funzionamentodello Stato. Infine ogni alunno ha cer-cato dei chiarimenti su alcuni articolidella Costituzione e spiegazione su al-cune incongruenze che spesso vivia-mo da cittadini. A fine giornata erava-mo tutti soddisfatti della mattinata checi ha visto protagonisti di un dibattitoveramente proficuo per il sapere e peril nostro futuro da cittadini.

Davide L., Damiano L., 2°A Frisa

IL DIRITTOALLA SALUTE

Al giorno dʼoggi tutti gli Stati civili rico-noscono che vi sono dei diritti fonda-mentali dellʼuomo che nessuno puònegare, offendere, violare. Fra questi, ipiù importanti sono: il diritto alla vita, ildiritto alla salute, il diritto alla libertàdal bisogno, dalla paura, dallʼignoran-za; alla libertà di pensiero, di fede poli-tica, di fede religiosa, il diritto alla ri-servatezza (privacy). Ci rendiamo su-bito conto però che questi diritti nonsempre sono salvaguardati. Ad esem-pio la nostra privacy è sempre piùesposta al pericolo dai virus sul com-puter, tramite dati strettamente perso-nali.... intercettazioni e così via. Un al-tro diritto sul quale mi vorrei sofferma-re, è quello della salute. Quasi ognigiorno sentiamo infatti notizie di perso-ne che muoiono e sempre più frequen-temente, si aprono delle inchieste persapere i motivi di tanto ritardo da partedei soccorsi; a questo si aggiunge an-che il problema crudele di struttureospedaliere non adeguate ed altro fat-tore a dir poco preoccupante è chenon ci si più tanto fidare del personaleautorizzato. Più di una volta ho avutomodo di sentire scandali su medici,che per trarre profitti economici, hanno

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III• Il mondo in una scuola •

addirittura messo a rischio la vita deipropri pazienti. La domanda che vienespontaneo fare, è sicuramente questa:si può andare avanti così, senza po-

terci fidare più di nessuno? Per rispon-dere a questo interrogativo, dobbiamoconsiderare diversi elementi. LʼItalia in-fatti si impegna nella Costituzione a ri-spettare questi diritti non solo quandosi tratta di cittadini italiani, ma nel casodi qualsiasi uomo o donna. Questo èimportante e bisogna riflettere. Sicura-mente coloro che si trasferiscono nelnostro Paese, si informano delle con-dizioni a cui sono sottoposti e ai dirittidi cui possono godere. Non possiamoperò fare lʼesempio del classico dei fa-mosi “vucumprà” che si aggirano so-prattutto nelle nostre spiagge. Facile èsentire la gente che alza la voce, equesti mercenari possono offendersi,credendo che noi non rispettiamo loro.Abbiamo anche unʼaggravante su que-sta situazione: loro come scuse posso-no portarne avanti parecchie, adesempio la loro etnia non viene rispet-tata, o si contesta la loro religione...sono fattori per così dire “insidiosi”!! LaCostituzione di qualsiasi stato civile af-ferma e protegge questi principi, ma èinutile nascondere che non tutte le per-sone li rispettano. Cʼè sempre chi agi-sce di testa propria, spesso senza te-ner conto delle conseguenze delle pro-prie azioni. A tutti questi problemi, sista cercando di porre rimedio. A que-sto punto non mi resta che suggerirviche, per sperare di vivere a pari diritti,serve soprattutto la collaborazione e laconsapevolezza di agire per il meglio eper il bene comune. La storia ha dimo-

strato che qualsiasi uomo, che gover-nasse in modo autoritario non è statocapace di vivere sempre in gloria. Pertutti cʼè stata una disfatta. Perciò cer-

chiamo di trarre profitto da questo in-segnamento.

Gianluca Mango 3°B

Il diritto alla vita

Lʼarticolo 2 della Costituzione italianaafferma: La Repubblica riconosce e

garantisce i diritti inviolabili dellʼuomo,sia come singolo sia nelle formazionisociali ove si svolge la sua personalità,e richiede lʼadempimento dei doveri in-derogabili di solidarietà politica, econo-mica e sociale. Oggi tutti gli Stati civiliriconoscono e garantiscono allʼuomodei diritti molto importanti così da vive-re serenamente. Secondo me il dirittipiù rilevanti che si trovano nellʼarticolo2 della Costituzione sono il diritto allavita ed il diritto alla libertà. LʼItalia si im-pegna a rispettare questi diritti nellaCostituzione, sia per quanto riguarda icittadini italiani, che per gli uomini e ledonne di tutto il mondo. Il diritto alla vi-ta è la garanzia più importante chelʼuomo può avere in assoluto, alcunevolte però non viene rispettata, comenel caso dellʼaborto. Io sono completa-mente sfavorevole allʼaborto, perchéimpedire la nascita di una creaturaumana, secondo me, è come uccidereuna persona così da non rispettarne ildiritto alla vita. Unʼaltra violazione deldiritto alla vita è la pena di morte, cheper fortuna in Italia è stata abolita, mache in altri Paesi vige ancora. Io michiedo chi siamo noi per decidere diporre fine alla vita di una persona uma-na, come noi. Il diritto alla libertà è an-chʼesso di grande rilievo, perché lʼab-

biamo acquisito nel corso degli annicon molta fatica: questo diritto com-prende la libertà del bisogno, dallapaura, dallʼignoranza e la libertà dipensiero, di fede religiosa e di fede po-litica. La libertà di pensiero è una con-quista molto importante, però ci sonodei casi in cui questa viene sfruttata dapersone “potenti” che vogliono imporreagli altri ciò che pensano. Per quantoriguarda, invece, la libertà di fede reli-giosa ancora oggi molti uomini sonoperseguitati, maltrattati ed umiliati acausa della propria religione e di quel-lo in cui credono. Ogni persona èuguale allʼaltra, quindi non possiamopermetterci di giudicare il prossimoperché ci crediamo superiori. In Italiatutto sommato questi diritti vengono ri-spettati, ma in altri stati no. È qui chedobbiamo intervenire, aiutando quellepersone che non possono vivere unavita serena perché non ne hanno i di-ritti. Lʼarticolo 2 è di estrema importan-za e secondo me dobbiamo essere fie-ri di questi diritti. Molte volte non ci ren-diamo conto di quello che abbiamo,come il diritto di studio, il diritto alla sa-lute ed il diritto alla riservatezza. Ci la-mentiamo sempre di non avere unbuon governo e di non poter fare quel

che si vuole a causa di determinateleggi, ma basta pensare a quelle po-polazioni che non possono neancheesprimere il proprio pensiero, per capi-re quanto siamo fortunati.

Ciccocioppo Cinzia 3°B

LA COSTITUZIONE

Nel nostro Parlamentocʼè un grande movimento.I capi dei partiti si lanciano aeroplani,però il Presidente se ne lava le mani.Tutti litigano e parlano, che brutta confusione,meno male che in Italia cʼè la Costituzione!Quei cento e più articoli scritti nel librone,danno una regolata allʼintera popolazione.Nel passato cʼerano i re, che facevano il comodoloro,e seduti sul trono delegavano agli altri il lavoro.Invece adesso per fortuna cʼè la democrazia,speriamo che il Paese resti sulla retta via!Per aver la libertà, i patrioti hanno lottato:il nostro Stato libero ce lo siamo meritato!E adesso, per favore, comportiamoci beneche a fare i malandrini non conviene.Cʼè però qualche furbo che la legge non rispetta,ma se lo scopre la polizia va in prigione a tuttafretta!Viva la nostra Costituzione, viva i tre colori,che fanno battere insieme 57 milioni di cuori!!

Federica Baglivo 3°H

CANZONE SULLACOSTITUZIONE

Questa è la storia di alcune donne che vo-levano lavorare,ma gli uomini glielo hanno impedito.Noi vogliamo lavorar,ma voi non ce lo fate farVoi a casa dovete stare,e a noi la cena preparare.E così le donne lottarono,ed agli uomini si ribellarono.Oh, comʼè bello lavorarecʼè una legge da rispettare.Oh, comʼè bello lavorare,anche noi lo vogliamo fare.Gli uomini ci sottomettevano,ma noi pian piano risaliremo.Oh, voi ingenue non capite,questa cosa è solo per noi.Noi lotteremo e vinceremo,la Costituzione ci favorisce.Lʼarticolo 37 è importantedice che possiamo lavorare (x4)E così la storia si conclude con la vittoriadelle donne

La classe 3°G

SENTIAMO NOSTRALA COSTITUZIONE!...

La Costituzione è la legge fondamen-tale dello Stato. Essa regola i diritti e idoveri di tutti i cittadini e stabilisce i di-versi poteri dello Stato e chi li esercita. La nostra Costituzione garantisce lʼu-guaglianza di tutti i cittadini davanti al-la legge senza distinzione di razza, re-ligione, sesso, lingua, opinioni politi-che; garantisce la libera manifestazio-ne dei propri pensieri, il diritto di asso-ciazione , lʼesaltazione dellʼautonomiae della partecipazione, la sovranità delpopolo che è finalmente cittadino enon suddito. Molto spesso noi giovanivediamo la Costituzione come un pez-zo di carta che non ha nessun valorenella nostra vita, senza renderci contodel fatto che essa ci permette di viverenei migliori dei modi possibile la realtàche ci circonda. Sono convinta infattiche la Costituzione rappresenti le spe-ranze in un mondo migliore ed un im-pegno che i nostri padri ci hanno tra-mandato. Sono convinta che i valori

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IV • Il mondo in una scuola •

della costituzione non sono antiquati,ma che sotto moltissimi aspetti, attua-lissimi, perché sono il simbolo della vo-glia di superare i problemi che la so-cietà moderna deve affrontare ognigiorno. Sono convinta infine che la co-stituzione sia rivolta in particolar modoa noi giovani affinché riusciremo acreare un mondo libero dal razzismo edalle ingiustizie che i nostri predeces-sori hanno dovuto subire e vivere. Perfare in modo che questo accada , pe-rò, noi tutti dovremmo sentire “nostra”la Costituzione, facendola vivere ognigiorno, anche nel nostro piccolo.Spesso noi ragazzi vediamo il mondodella politica come qualcosa che non

ci appartiene ed è forse questo il no-stro più grave errore, perché ciò ci por-ta a vivere nella società senza cono-scere i problemi che la e ci riguardano.La nostra Costituzione è stata scrittapoco dopo la caduta del regime fasci-sta e forse, per questo, potrebbe sem-brare a qualcuno poco attuale. Ma chinon ci dice che se la costituzione fos-se diversa da come è oggi, lʼItalia sisarebbe potuta di nuovo trovare a vi-

vere in un regime totalitario? I principifondamentali e i valori che li animanosono ancora validissimi. Il rifiuto dellaguerra, per esempio, è un principio sa-crosanto del nostro testo costituziona-le eppure nel nostro secolo sono cen-tinaia i conflitti che nascono e che cau-sano seri problemi a intere popolazio-ni. Ancora, ultimamente si sta svilup-pando lʼintegralismo religioso, il qualeinvece viene assolutamente banditodalla costituzione, la quale va controogni forma di razzismo e difende i dirit-ti di tutti gli uomini. Non si può dire cheessa non rispetti le esigenze del mon-do attuale perché tratta di temi che so-no sempre attuali, come il tema dellapace, della giustizia, della libertà. Inol-tre grazie ai suoi valori noi possiamoaffermarci come uomini e donne senzaincontrare insormontabili ostacoli oproblemi, e realizzare i nostri sogni ele nostre speranze. Credo che la Co-stituzione italiana rappresenti la storiavera del nostro Paese e di tutti coloroche hanno combattuto per fare in mo-do che lʼItalia sia la nazione che oggi èe anche noi potremmo entrare a farneparte se ci rendiamo conto del fattoche ci rappresenti e che, quindi, biso-gna condividere ed attuare tutti i princi-pi in essa contenuti.

Elena Ricciuti 3C

FILATELIA E COSTITUZIONE:che binomio…e che passione!

Volevamo trovare un modo originaleper raccontare cosa rappresentasseper noi i primi 12 articoli della COSTI-TUZIONE ITALIANA. Siamo stati fortu-nati! Proprio questʼanno, infatti, abbia-mo iniziato a scuola un interessante enuovo percorso: “ PROGETTO FILA-TELIA” con lʼAvv. Franco Fanci, sicura-mente il massimo esperto a Lanciano,

e per noi anche fuori lʼAbruzzo, in que-sto campo. Eʼ lui che ci ha introdotto inquesto meraviglioso mondo attraversola storia del francobollo e il famosissi-mo Penny Blach, le tecniche di stam-pa, le collezioni, le tirature, gli annullispeciali, le cartoline postali, “la lettura”di un francobollo e tanto altro che si-

curamente ci ha permesso di entrarenella vita filatelica con passione sem-pre crescente. E proprio quando lʼAv-vocato ci ha parlato di collezioni tema-tiche che ci è venuta lʼidea di sceglie-re proprio i francobolli per raccontaregli avvenimenti storici riguardanti laCostituzione perché tramite essi sipossono ricordare eventi storici, socia-li, economici, culturali, grazie ad imma-gini spettacolari che sono in grado difar pensare e conoscere tutto ciò diimportante che è accaduto negli annipassati e presenti. I francobolli sonocome un libro di storia ( o forse megliodi certi libri!): illustrano gli avvenimentiprincipali ma anche eventi semplici divita quotidiana attraverso immagini, ri-

tratti, disegni; trasmettendo sì il saperema facendo anche camminare la no-stra fantasia e creatività. Abbiamo per-ciò pensato di realizzare un “componi-mento filatelico” frutto del nostro studiostorico sui “principi fondamentali” dellanostra Costituzione e della ricerca pa-ziente, minuziosa, fantasiosa, di ognifrancobollo, o annullo, o cartolina chepotesse, in qualche modo, fare riferi-mento al nostro tema. Questa espe-rienza, per noi esaltante, ci ha per-messo di coniugare la nostra prepara-zione storica con il gusto estetico ,creativo e grafico facendoci soprattuttocapire che anche la storia non è scrittasolo sui libri…

I ragazzi della IC

I valori della Costituzione

Lʼanno 1948 segna una tappa fonda-mentale e significativa dello Stato ita-liano: viene finalmente promulgatauna “vera” Costituzione. Un grandepasso in avanti dello Stato italiano chesta a significare il progresso e la matu-

rità di una nazione che finalmentemette per iscritto quello che per tantianni si era ribadito e per cui si era lot-tato fino alla fine, ma non invano. Mol-ti ragazzi, soprattutto, non si rendonoconto dellʼimportanza di questo docu-mento che racchiude in sé tutto: liber-tà e divieto, diritti e doveri, il poter es-sere liberi di fare questo e il non poterfare questʼaltro. Si riesce finalmente adare un valore allʼessere umano e nonsolo, anche allʼintera società che poiforma lo Stato, che acquisisce, a suavolta, un valore positivo e diventa unpunto di riferimento per il cittadino. LaCostituzione, infatti, è un punto di rife-rimento per tutti , una certezza attra-verso la quale si possono constatare le

proprie libertà che ognuno di noi vedepiù vicine e più concrete. Io però credoche non si sia dato un giusto valore aquesto importante documento, nontanto per quanto riguarda i diritti indivi-duali del cittadino quanto ai doveri del-lo stato. Penso ad esempio allʼart. IXche riguarda la ricerca e la culturamolte volte umiliate nel nostro Paeseper mancanza di fondi. Anche i politi-ci,allora, forse, dovrebbero applicarladi più. Credo che ognuno di noi debbariflettere su ciò che rappresenta la co-stituzione italiana essendo un mezzoche riconosce ( e non concede) e met-te al sicuro i nostri diritti e le nostre li-bertà; ma anche lo Stato metta in attociò che è scritto in questi 139 articoli!

Claudia Calabrese III C

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11• Il mondo in una scuola •

vertente e soprattutto il più avvincente. Mi èpiaciuto, oltre che per lʼavventura che vienenarrata e la fantasia, specialmente per isentimenti tra la nonna ed il nipote. Lo no-minerei “ il libro medaglia dʼoro”.

Di Battista Morena 1°F

GITA A CASTEL DEL MONTE

Ad un certo punto mi sono accorta che non lʼave-vo più. Ho corso verso lʼautobus, ho guardato nel-lo zaino bordeaux, non cʼè, ho corso subito daimiei amici chiedendo del prezioso portamoneteazzurro. Nessuno mi sapeva dire niente, allora so-no corsa allʼautogrill e ho cercato dappertutto, noncʼera traccia di quel piccolo oggetto. Così sono tor-nata allʼautobus, dispiaciuta, arrabbiata con mestessa, e pensavo che se non era per il mio dis-trarmi continuo non avrei perso nulla. Ho ripreso lozaino, e mentre rovistavo nella tasca più grandeho intravisto una perlina blu, annodata ad un cor-doncino celeste. Lʼho tirato, ed ecco che è uscito ilmio prezioso portamonete azzurro. Arrabbiata mafelice, lʼho infilata in tasca, ho chiuso lo zaino e so-no salita nellʼautobus. Una grande commedia in-vadeva tutto il corridoio, cʼera chi mangiava patati-ne e caramelle, chi beveva a grandissimi sorsi unabottiglia di coca-cola, ed i più timidi che giocavanocon tutto ciò che avevano. Era stata una bellissimagiornata, ma ci aspettavano ancora tre ore di viag-gio, pronte, per toglierci tutta lʼenergia che aveva-mo e sostituirla con stanchezza. Ho ripensato atutta la giornata, da quando mi sono alzata a quan-to mi sono divertita nel parco... bellissima, unagiornata bellissima, spensierata, piena di sorpre-se. Dormivo ancora, non pensando che mi dovevosvegliare alle cinque. Ho sentito dei passi lungo ilcorridoio, mi sono svegliata: ladri? Immaginazio-ne? Così ho fatto finta di chiudere gli occhi. Un so-spiro di stanchezza ed una voce, che mi diceva dialzarmi. Non volevo ascoltare, volevo rimanere lì,a dormire. Quando finalmente ho aperto gli occhi,ho visto il volto di mia madre. Così mi sono alzata,ricordandomi della gita. Ho fatto colazione, mi so-no preparata, ho ricontrollato lo zaino e sono usci-ta di casa insieme a mia madre. Il cielo era violet-to, sgombro, brillava ancora qualche stella chestava lì per spegnersi. La città era immersa nelleultime tenebre della notte, che pian piano hannolasciato spazio al sole. Alle sei e venticinque è ar-rivato lʼautobus, i fari gialli illuminavano il viale e lascuola, che non avrei visto quella mattina. Così so-no salita, e ho cercato dʼingannare il tempo gio-cando, disegnando, parlando ed immaginando co-me sarebbe stata la gita. Ero impaziente, mi spa-zientiva solo il pensiero di dover fare quattro ore diviaggio allʼandata, per arrivare fino ad Andria. Lastrada era liscia e dritta, anche se mi sono sentitamale comunque, e non so dirvi il perché. Mastica-vo la gomma da troppo tempo? Mi muovevo trop-po? Boh, non lo so. Finalmente siamo arrivati, do-po la sosta in Autogrill, alla fattoria. Siamo entratiin un ambiente dove cʼerano dei tavoli, ed una ra-gazza ci ha spiegato come veniva lavorato il gra-no. Un signore anziano ci ha fatto vedere la lavo-razione del pane, e poi lʼ abbiamo preparato noi. Ioho preso il mio pezzo e ne ho fatto una piccolatreccia, che poi ho posato sulla teglia nera. Poi ab-biamo visitato la fattoria, cʼerano dei cavalli bellis-simi, dei maiali, dei volatili come galline, colombe,anatre, pavoni, dei conigli, Dopo siamo entrati nelrecinto delle capre; sono scappate tutte e si sonoarrampicate sul muretto. Dopo esserci sfrenati nelquadratino verde, siamo andati a mangiare. Il me-nù del giorno era pasta, cotoletta, patatine e dol-cetto... Purtroppo doveva arrivare anche lʼora diandare, e così a malincuore ci siamo avviati versolʼautobus. Ci aspettava Castel Del Monte, lì, impo-nente sulla sua collinetta. Dopo aver preso la na-vetta, abbiamo fatto un tratto di strada a piedi e

siamo entrati nel castello. Non si hanno tante in-formazioni sul perché è stato costruito Castel DelMonte, si ha solamente una lettera del 1240 in cuiFederico II chiede di costruire in fretta il castello. Ilcastello però non si può dire castello di difesa, per-ché non ha il fossato né il ponte levatoio, e in Pu-glia e Basilicata erano presenti molti castelli: conquesto si pensa che questi castelli fossero in col-legamento fra loro. Castel Del Monte ha una formaottagonale. Lʼ8 è il numero di transizione, ovvero ilquadrato ed il cerchio sovrapposti, tra ciò che èumano e ciò che è divino. Il castello è fatto di pie-tra calcarea, breccia corallina, tufo e marmo. Nelcortile interno e al di fuori del castello ci sono duecisterne. Nel cortile cʼè una specie di riassunto deimateriali e delle architetture: il portone a capannaè romanico, sulle pareti ci sono archi cechi, chesono arabi e i portoni a sesto acuto sono gotici.Servendosi dei punti cardinali, notiamo che lo stileromano pugliese è verso sud, lo stile gotico è ver-so nord, lo stile arabo è verso lʼoriente e lo stile ro-mano classico è verso occidente. Il castello ha 16stanze (non a caso il doppio di 8). Le stanze sonoa forma di trapezio, e scomponendolo si ha unquadrato e due triangoli. Nel centro del soffitto cʼèuna chiave che può essere di diverso tipo. Salen-do le scale composte da 44 scalini (4+4=8) si ve-dono delle finestre chiamate “stronbarre”, che han-no una cornice molto grande rispetto alla finestra.Nel Castello si sentono spesso i numeri 3 e 5: il treè il numero della perfezione, mentre il 5 è il nume-ro del pentagono stellato, inoltre 3+5=8. I sedilidelle stanze sono la dimostrazione che il castello èstato costruito dai circencensi. Nel piano superiorecʼè una stanza interamente dedicata a Federico II.Eʼ la stanza posta verso Nord, dove fa più freddoe cʼè una grande finestra. A Nord cʼera Andria, do-ve sono state seppellite due delle tre mogli di Fe-derico II. Nonostante tutto lʼimperatore è stato inquesta stanza solo una volta. Questo è tutto quel-lo che la guida ci ha spiegato. Il resto ce lʼaveva il-lustrato una prof. di storia, amica della nostraprof.ssa, a scuola. La cosa che mi ha colpita di piùè stato il collegamento tra Castel del Monte e Lan-ciano. Lo sapevate? Gli stessi artigiani della Pu-glia, infatti, hanno costruito lʼabside ottagonale diSanta Maria Maggiore a Lanciano. Forse è proprioper questo che la prima gita della scuola medianon la dimenticherò mai.

Valeria Candeloro 1°C

Lʼimportancedes langues étrangères

Arrivés en quatrième, nous avons comprisquʼil est important de connaitre une troisiè-me langue dans ce cas le Français. Cettelangue nous a permis de mieux connaitreplusieurs parties du monde. Apprendre leFrançais nʼest pas seulement étudier lagrammaire, mais aussi comparer la cultureItalienne avec la culture Française. En faità lʼécole avec notre prof. nous avons af-fronté beaucoup dʼarguments de civilisa-tion. Nous avons approfondi surtout les dif-ferences quʼil y a entre lʼécole Italienne etlʼécole Française,et nous avons aussi etu-dié dʼautres aspects de la société françai-se. Cette langue nous a tellement pas-sionné que nous avons décidé de conti-nuer a lʼétudier au lycée linguistique quinous permettra dʼapprofondir le Françaisencore plus. Maintenant nous voudrionsremercier notre prof. qui a su interéssertoute la classe.

Nicla Zulli, Valentina Pagnotta, Giorgia Volpe 3°C

RELAZIONE “LE STREGHE” DI ROALDDAHL: LIBRO E FILM A CONFRONTO

Nei mesi scorsi, la professoressa Morettiha letto in classe un libro dello scrittoreRoald Dahl intitolato le “streghe”, che ave-vo già letto con gusto ma che con gran pia-cere ho riascoltato. Successivamente ab-biamo anche visto il film ispirato alla storia.Il libro racconta di un bambino a cui muoio-no i genitori in un incidente stradale e va avivere con la nonna in Norvegia. Al terminedellʼanno scolastico,i due si concedonouna vacanza in Inghilterra, in un hotel sulmare, perché la nonna ne ha bisogno perla sua salute. Lʼ hotel in questione è il luo-go in cui si svolge lʼ annuale ritrovo dellaReale Società per la Protezione dellʼInfan-zia Maltrattata. In realtà, si tratta del con-vegno che riunisce tutte le streghe dʼ In-ghilterra, presieduto dalla grande StregaSuprema. Il protagonista, casualmente, sitrova dietro un paravento posto nel saloneche ospita lʼassemblea perché sta adde-strando i suoi topolini, William e Mary, na-scondendosi dal direttore dellʼalbergo chegli ha impedito di tenerli fuori dalla gabbia.Ascoltando da dietro al paravento il con-gresso, scopre che le streghe hanno lʼobiettivo di sterminare i bambini, usando lamagia che è in loro potere. Quellʼanno, laStrega Suprema presenta una nuova po-zione, la formula 86, Pozione Fabbricatopoa Scoppio Ritardato, che trasforma i bam-bini in topi. Per dimostrare lʼ efficacia dellapozione alle sue colleghe, dà una tavolettadi cioccolato trattata con la stessa ad unbambino che alloggia nellʼalbergo, Bruno,che, stupidamente, si lascia abbindolare.Bruno diventa topo e, dopo essere statoscoperto, anche il protagonista segue lastessa sorte. Alla fine, però, neppure allestreghe capiterà una fine migliore, perché ilbambino-topo riesce a rubare unʼ ampolli-na di pozione e a versarla nel cibo destina-to alle streghe. Il finale del libro è diversodal film. Nella trasposizione cinematografi-ca, il protagonista e la nonna acquistanodei nomi: Luke ed Helga. I genitori delbambino, poi ,non muoiono in sua presen-za, come nel libro, ma dopo essere usciti,una sera, lasciando Luke dalla nonna. Lʼhotel che dà sul mare nel libro si chiamaHotel Magnificent, mentre nel film è lʼ HotelExcelsior. La Strega Suprema nel film par-la normalmente, mentre nel libro possiedeuna sorta di accento tedesco. Nella versio-ne cinematografica cʼè lʼ introduzione didue personaggi: lʼ assistente della StregaSuprema ed una strega infiltrata nellʼhotelche lavora come cuoca. Nel libro, il luogoin cui viene ritrovata lʼ ampolla con la po-zione è la fodera del materasso, mentrenel film si trova allʼinterno di una custodiache ha la foggia di un libro. Tra le due ver-sioni esistono anche altre differenze, ma lapiù evidente è nel finale. Nel libro il bambi-no-topo rimane tale e trascorre il resto del-la sua esistenza a cacciare insieme allanonna le streghe che popolano il mondo.

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12 • Il mondo in una scuola •

Nel film, invece, prima di dichiarare guerraalle streghe, Luke ritorna bambino per me-rito dellʼassistente della Strega Suprema,diventata buona, che è stata lʼ unica a noningerire la pozione. Mi sono piaciuti sia il li-bro che il film, però come finale ho preferi-to quello dato dal regista del film. AncheRoald Dahl ha cerato di mostrare, a modosuo,una sorta di lieto fine. Nonostante ilbambino rimanga topo, lui lo fa apparire fe-lice di essere così. In tutti i suoi libri, loscrittore presenta dei tratti tipici e non sismentisce mai: lʼ ironia che lo contraddi-stingue, la cattiveria della maggior partedegli adulti nei confronti dei bambini e la ri-vincita che questi ultimi riprendono su di lo-ro. Questo è un tema che nei suoi scrittisegue una specie di filo conduttore: dalla“Fabbrica di Cioccolato”, a “Matilde”, pas-sando per “La magica medicina” e “Jamese la pesca gigante”. Comunque, lʼ aspettodi Roald Dahl che mi affascina più di tuttiè la sua capacità di sorprendere, creandopersonaggi unici ed inconfondibili che ap-paiono quasi con un “marchio di fabbrica”.Impossibile non riconoscere i tratti tipiciche li descrivono. Quei curiosi tipi possononascere solo dalla penna e dallʼinventivageniale di uno scrittore come lui!

Flavia Fioretti 1°E

Giorno della memoria

Questʼanno con lʼassociazione culturale “Tracce”,per il Giorno della Memoria, noi ragazzi della scuo-la media “Umberto I” Frisa abbiamo organizzatoper il 26 gennaio una manifestazione, presso lʼasi-lo comunale. Sabato mattina dopo circa mezzʼoradallʼorario di entrata ci siamo recati con lo scuola-bus in questi locali. Successivamente sono arriva-ti i ragazzi delle elementari, perché sarebbero in-tervenuti anche loro alla manifestazione .Dopodi-ché, in ricordo dei venti bambini di IngrullendosiDammi noi ragazzi abbiamo spillato una rosa bian-ca al petto. Il tutto è iniziato con la visione di un vi-deo che trattava della Seconda Guerra Mondialein Abruzzo, preparato dal giornalista Giancristofo-ro . Finita la visione cʼè stato lʼintervento del prof.Peducelli storico abruzzese che ci ha illustrato lasituazione storico-sociale della nostra Regione aquei tempi .A questo punto abbiamo preso la pa-rola noi ragazzi con delle letture che parlavanodello sterminio dei bambini di Auschiwtz. In parti-colare ci siamo soffermati sulle biografie di venti vi-te spezzate nella scuola di Bullenhuser Damm.Abbiamo concluso la nostra partecipazione condue poesie: “Se questo è un uomo” di Primo Levie “Cʼè un paio di scarpette rosse” di Lusse. Dopocʼè stata la visione della seconda parte del filmatoe lʼintervento del nostro preside, del commissarioprefettizio di Frisa, il dottor Conti, Don Guido (an-ziano prete del paese) e il sig. Nicola Pasquini (exsindaco) questi ultimi entrambi importanti fonti sto-riche del comune. Tutti ci hanno fatto i complimen-ti per la riuscita della manifestazione .Infine la gior-nata si è conclusa con un rinfresco. Il giorno se-guente, domenica 27 gennaio, presso il palazzoCaccianini di Frisa, la stessa associazione ha pre-parato una mostra, relativa al giorno della memo-ria, con i nostri cartelloni fatti a scuola e la proie-zione di un filmato. Queste giornate a noi ragazzici hanno fatto meglio comprendere le crudeltà del-lʼolocausto e la malvagità dellʼuomo .Per questocome ci ricorda Primo Levi nella sua poesia “Sequesto è un uomo” dobbiamo continuare a parlare

di tutto questo per far si che non accada più. Gabriella M., Chiara C. 2°A Frisa

STUDENTI IN REDAZIONE

Pescara, 6 marzo 2008.Nonostante il maltempo, dopo una corsasu per le scale fino al sesto piano, siamostati accolti nella redazione del “Centro” diPescara, dal vice-caporedattore Galante eda una laureanda in Scienze della Comu-nicazione. Per me si trattava di unʼoccasio-ne importante, perché dopo aver lavoratocome direttore del giornale dʼistituto, avevolʼoccasione di confrontare il mio lavoro del-la redazione con quello di un giornale veroe proprio. La prima cosa che mi ha colpitosono state le 8 diverse redazioni del gior-nale , ed altrettante edizioni, alle quali siaggiunge la nuova edizione, quella on-line.Solo a collegarle! Niente paura, si risolvetutto. Cʼè una audio conferenza che dura12 ore, nella quale tutti i giornalisti posso-no intervenire, e oltre a questo, ci sono dueassemblee al giorno. Per la prima pagina,ed è stata la notizia che mi ha stupito dipiù, si devono realizzare tre pagine di pro-va, una è lo schizzo del giornalista, ese-guito a mano su un blocco, poi questo vie-ne importato sul computer con inserite giàle anteprime degli articoli, ed infine cʼè il“bozzone” ovvero unʼanteprima in bianco enero della prima pagina. Dopo di che, hoavuto lʼoccasione che aspettavo: ho potu-to spiegare il nostro lavoro ed ho chiestoconsigli su come migliorare il giornale. Larisposta , del tutto inattesa, è stata che “IlMondo in una scuola” è simile ad un gior-nale vero, ma in scala più piccola. Alla do-manda: “Come si diventa giornalisti?” Ga-lante ha fornito una risposta significativa:“Il mondo è come un bosco e ci sono duemodi per conoscerlo: sapere la strada oavere una bussola e siccome non cono-sciamo il percorso della vita, è meglio ave-re la bussola, cioè la lettura”. Poi, ho chie-sto quante notizie arrivano in redazioneper poter stabilire un paragone e mi è sta-to risposto che, solo da flash di agenzia, nearrivano 1000 - 1500 al giorno. A nome ditutta la 3° C ringrazio tutte le persone del-la redazione de“ Il Centro”.

Simone Candeloro 3°C

I centriterritoriali permanenti

I C.T.P. (Centri Territoriali Permanenti), istituiti nel1997 con la denominazione di C.T.E.P. (Centro Terri-toriale di Educazione Permanente) svolgono corsi diqualificazione e riqualificazione professionale, conso-lidando conoscenze e competenze utili nel mondo dellavoro. Evoluzione dei vecchi corsi di 150 ore, i C.T.P.non si occupano di educazione in età adulta, organiz-zando corsi per il conseguimento dei titoli necessariallʼaccesso al mondo del lavoro e non conseguiti perqualsiasi motivo (lavoratori che, per motivi personali oscelte di vita sbagliate, non lʼanno potuto conseguire;oppure lavoratori extracomunitari, magari provvisti didiploma superiore nei propri paesi, ma che comunquenon hanno validità in Italia). Inoltre i Centri Territorialisi occupano anche di aggiornamento professionale,

con lʼistituzione di corsi modulari brevi, della durata di30 ore ciascuno, e magari anche di diverso livello (ba-se, intermedio ed avanzato). Inoltre con il recente ri-ordino in base al D.M. 25 ottobre del 2007, i C.T.P. ge-stiranno anche i corsi serali per il conseguimento deldiploma superiore. I C.T.P. sono realtà fortemente ra-dicate nel territorio, e possono stipulare accordi conenti sia pubblici che privati; la loro offerta formativavaria in relazione alle esigenze del territorio. Certa-mente vi sono alcuni corsi, che, per diversi motivi, so-no comuni ai vari C.T.P.: corsi di 350 ore, certo, maanche inglese ed informatica (oltre, ovviamente, acorsi di lingua italiana per stranieri), ma possono an-che fare corsi particolari, qualora le necessità del ter-ritorio lo richiedano (ad esempio, un corso per badan-ti aperto alle immigrate). Inoltre possono completarela propria offerta formativa con corsi di teatro, cinema,o altro. Inoltre i Centri Territoriali gestiscono anche lescuole circondariali, svolgendo unʼimportante funzio-ne di alfabetizzazione di ritorno.In definitiva:- Svolgono la funzione di accoglienza, ascolto edorientamento lavorativo;- Svolgono corsi di prima alfabetizzazione linguisti-ca (con particolare riguardo per lʼutenza straniera;- Organizzano corsi per il conseguimento della Licen-za Media finalizzati ad un eventuale accesso ai livelli su-periori di istruzione e di formazione professionale;- Sviluppano e consolidano le competenze di base.Inoltre si occupano ance del rientro nei percorsi diistruzione e formazione di soggetti in situazione dimarginalità, attuando strategie di recupero e sviluppodi competenze strumentali, culturali e relazionali ido-nee a unʼattiva partecipazione alla vita sociale. Inquestʼottica vanno visti i corsi di alfabetizzazione lin-guistica negli istituti penitenziari. Abbiamo detto chesono unʼevoluzione dei corsi di 150 ore. Ma essi sono laconcreta attuazione delle molte direttive, raccomanda-zioni, ordinanze che a livello europeo si sono succedutenegli anni a proposito di educazione degli adulti, succe-dutesi dal 1993, quando si parla per la prima volta di“educazione permanente”, fino ad oggi, e culminate nelprogramma “Istruzione e formazione 2010”.

Prof. Valentino Ciccocioppo

Coppa Speranza FIAT

Appuntamento alle ore 9:30 all'ippodromo.Arriviamo tutti puntualissimi, ma siamo co-munque agitati. Ci aspettano 1200 m dicorsa, per fortuna non ha piovuto e il terre-no è asciutto. Cominciamo il riscaldamentofacendo un po' di stretching. Tutti parlano esi chiamano. All'improvviso si sente la cal-da voce della nostra professoressa Cicco-cioppo che ci dice di avviarci al punto dipartenza. Al colpo di pistola il gruppo par-te. C'è chi mi tira la maglietta e chi mi dagomitate. So che non vincerò ma sono fe-lice di correre. Ultimo giro di pista, siamotutti molto stanchi ma i vincitori si staccanodal gruppo. Sono distrutto ma felice di avervissuto questa esperienza. È la prima vol-ta che partecipo ad una gara. All'inizio erocosì emozionato che pensavo di non arri-vare in fondo. Ma l'entusiasmo è tale chesono pronto a partire di nuovo. Faccio par-te anch'io del mondo dello sport! Un mon-do in cui è importante la partecipazione, unmondo che ci insegna anche a saper per-dere.

Adriano Volpe 1°C

Intervista doppia dellepiccole “Iene”…

INTERVISTA A CHIARA DI BATTISTA

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13• Il mondo in una scuola •

- nome: Chiara- cognome: di Battista- nata a: Atessa- professione: studentessa- sport preferito: ginnastica ritmica- materia a scuola più odiata: non c'è, mi piace stu-diare- materia preferita: storia- il tratto principale del tuo carettere: sensibilità- la miglior dote degli amici: simpatia- un rimpianto:non ne ho ancora- il tuo principale difetto: piangere- la paura maggiore: il buio- cosa vorresti essere: una stilista- l'ultima volta che hai pianto: ieri- cane o gatto?: non saprei- colore preferito:verde- quale sarebbe la disgrazia più grande?: smettere difare ginnastica- cantante preferito: Mango- attore/attrice preferito/a: Tom Cruise- il luogo in cui vorresti vivere: Guastameroli- bibita preferita: acqua- piatto preferito: pizza- borsa o zaino?: zaino- gasata o naturale?: naturale- il personaggio a cui vorresti assomigliare: Irina Ri-senson- se dovessi cambiare qualcosa del tuo fisico, cosacambieresti?: i piedi- i tuoi eroi della vita reale: i miei genitori- quel che detesti di più: gli schiaffi- la canzone che canti più spesso in casa: “oro”…- come vorresti essere ricordata tra cent'anni: comeuna brava ginnasta- come ti vedi tra dieci anni?: una brava ginnasta- aggiungi un aggettivo alla parola AMICIZIA: lealtà- A che età ti sei avvicinata a questa disciplina sporti-va?: a otto anni- Un aggettivo per ricordare lʼemozione della primagara: paura- L'ultima gara dove si è svolta?E a che posto ti seiclassificata?: Los Angeles al 1° posto e a Prato dovesono stata proclamata campionessa Italiana.- Qual' è stata la soddisfazione più grande fino ad oranella ginnastica?: rappresentare lʼItalia negli Stati Uni-ti- Quale meta sogni?: gli europei - C'è qualcuno che vorresti ringraziare per tutto ques-to?: le mie allenatrici- Fai un augurio ad Alberta Tarquini (ndr semifinalistaal concorso di Miss Italia 2007) che ha portato a Sal-somaggiore il nome del nostro Paese: vai Alberta chesfonderai!

Chiara Di Battistaalunna della classe I a di Frisa.

Campionessa italiana di ginnastica ritmica e atletaallieva 2° fascia, è stata intervistata dagli alunni dellaclasse 2a di Frisa

INTERVISTA AD ALBERTA TARQUINI- nome:Alberta- cognome:Tarquini- nata a:Lanciano- professione: studentessa- sport preferito: danza- materia a scuola più odiata:matematica- materia preferita: pedagogia- il tratto principale del tuo carattere: testarda- la miglior dote degli amici: sincerità- un rimpianto: di non aver piu ̓continuato piu ̓la danza- il tuo principale difetto: pigrizia- la paura maggiore: di rimanere sola- cosa vorresti essere: lʼorgoglio dei miei genitori- l'ultima volta che hai pianto: quando ero a Salsomag-giore perché avevo nostalgia di casa e dei miei genitori- cane o gatto?: non amo gli animali- colore preferito: marrone/verde- quale sarebbe la disgrazia più grande?: perdere imiei familiari- cantante preferito: Anna Tatangelo- attore/attrice preferito/a: Leonardo Pieraccioni- il luogo in cui vorresti vivere: Pescara- bibita preferita: succo alla pesca- piatto preferito: pasta alle noci, con funghi e panna- borsa o zaino?: borsa- gasata o naturale?: leggermente frizzante- il personaggio a cui vorresti assomigliare: Anna Ta-tangelo

- se dovessi cambiare qualcosa del tuo fisico, cosacambieresti?: i fianchi- i tuoi eroi della vita reale: i miei genitori e il mio fi-danzato- quel che detesti di più: le raccomandazioni- la canzone che canti più spesso in casa: tante, noncʼè ne una in particolare- come vorresti essere ricordata tra cent'anni:comeuna ragazza semplice, che si è resa disponibile a tut-ti e pronta ad aiutare qualsiasi persona nel momentodel bisogno.- aggiungi un aggettivo alla parola AMICIZIA: amiciziaè amore- cosa ti ha spinta a partecipare a MissItalia?: sonodel parere che nella vita bisogna fare tante esperien-ze, che possono insegnarci qualcosa o meno, a mepersonalmente è servito per capire tante cose, comeper esempio come funziona un altro lato del mondo;sono quindi contenta di aver partecipato e di aver ot-tenuto un buon risultato.- Fai un augurio a Chiara di Battista (ndr campiones-sa italiana di ginnastica ritmica) Complimenti Chiaracontinua così che le olimpiadi ti aspettano.!

Alberta Tarquinialunna del Liceo Pedagogico Di Lanciano ed ex allie-va della scuola media Umberto I sede di Frisa. Semi-finalista al concorso di Miss Italia 2007 ,è stata inter-vistata dagli alunni della 2a di Frisa.

SALUTI “SPECIALI”

Questʼanno vanno via 5 ragazzi “speciali”che hanno frequentato questa scuola. Icompagni di classe li salutano così:

Roberta addio, ti ricordiamo di non esseremai triste, perché chi è triste ha il cuore ad-dolorato, guarda il futuro senza mai voltar-ti indietro. Vai avanti e, con la tua sapien-za, rendi tutti orgogliosi di te. Grazie Ro-berta per averci insegnato cosa significavivere e questo non ce lo dimenticheremomai.Addio, la 3°A

Caro Leandro,ti auguriamo ti trovare durante il tuo per-corso di vita persone leali e disponibili cheti aiutino in questo cammino.Baci dalla tua classe 3°E

Caro Pierpaolo,beh, siamo arrivati alla fine... il nostro èstato un percorso stupendo e colmo diemozioni. Ti auguriamo di rimanere sem-pre così effervescente e brillante, propriocome sei oggi. Grazie.... Ti ricorderemosempre come un amico speciale....Con affetto, la 3°F

Ciao Andrea!!! In questi tre anni abbiamopassato momenti magici con te, grazie peraverci fatto crescere, speriamo di avertidato qualcosa anche noi. Ci auguriamoche ovunque tu vada ci porterai sempre neltuo cuoricino come facciamo noi.P.S: non dire a nessuno quanto bene ti vo-gliamo... neanche al mondo, sarebbe trop-po invidioso di una cosa più grande di lui...Al nostro ometto, con affettola 3°G

3 anni dei tuoi sorrisi, pianti, gioie...Emozioni che ci hanno aiutato a crescere,

momenti speciali per imparare ad amare.Grazie Roberto per essere unicoper sempre tuoi, i compagni della 3°H.

Nucleare: si o no?(da un dibattito in classe)

L'energia nucleare, insieme a quella solare, è unafonte di energia primaria. Con energia nucleare si in-tendono tutti quei fenomeni in cui si ha la produzionedi energia in seguito a trasformazioni nei nuclei ato-mici. Nelle fissioni nucleari, nuclei di atomi con altonumero atomici, come ad esempio l'uranio, si spez-zano producendo nuclei con numero atomico minore,diminuendo la propria massa e liberando una grandequantità di energia. Il metodo della “fissione”è moltodiffuso, ma lo è ancora più la “fusione”. Essa è esat-tamente opposta alla fissione, perché invece di spez-zare nuclei pesanti in piccoli frammenti, si uniscononuclei leggeri in nuclei più pesanti.In ogni caso, la centrale nucleare è pericolosissima.In qualunque momento potrebbe scoppiare il reattore,facendo così accadere la “fusione del nocciolo”. Il mioparere sulla necessità di riattivare in Italia le centralinucleari però, è assolutamente favorevole. L'energianucleare è diventata indispensabile. L' 8 novembre1987 l'Italia ha detto “no” a questa fonte di energia tra-mite un discusso referendum. Il nostro Stato oggi nonè autosufficiente da punto di vista energetico, e devecomprare l'elettricità dalla Francia e dalla Russia.Questo ha comportato un aumento delle tariffe verti-ginoso perché i costi per far arrivare la corrente dallaFrancia e soprattutto dalla Russia, sono molto eleva-ti. Ma di motivi a favore del nucleare in Italia sono an-cora tanti ... Per esempio, la scusa di rifiutare il nu-cleare perché è pericoloso non è accettabile! Infatti laFrancia possiede ben 59 centrali, è la nazione con piùcentrali nucleari al mondo. Ma dove sono collocatetutte queste centrali?? Proprio al confine con l'Italia!!Quindi, a questo punto, se accadesse una disgraziain una centrale francese, l'Italia sarebbe sconvoltadalle radiazioni. Perché dobbiamo pagare per colpa dialtri paesi? Questa domanda non può avere risposta,ma allora me ne porgo un'altra: a questo punto, per-ché non ci sono centrali in Italiane praticamente (vistequelle francesi) è come se le avessimo?Evidentemente, credo che gli Italiani che hanno boc-ciato il nucleare, non abbiamo fatto questa riflessione.Addirittura c'è un esempio valido che si può portare asostegno di questa tesi: il 26 aprile 1986 in una pic-cola centrale Ucraina, a Chernobyl accadde un inci-dente di proporzioni spaventose. Non conosco lecause, fatto sta che furono rilasciate grandi quantità dimateriale radioattivo nell'ambiente circostante cau-sando numerose vittime. Le cause di quell'incidentele paghiamo ancora oggi con un incremento di tumo-ri in quell'area pari a circa il 70%! Ma io vorrei porrel'attenzione su un piccolo punto al quale non tutti han-no fatto caso: nell'anno dell'incidente l'economia e laborsa Europea crollarono. L'esplosione terrorizzò ilmondo che non acquistò più prodotti europei. Anchein quel caso l'Italia ha pagato pur non avendone col-pa.Quest'incidente condizionò il referendum popolareitaliano che abolì il nucleare. Ci sono ancora però,persone che sono contrarie perché dicono che il ma-teriale prodotto durante la fusione è pericoloso. E' ve-ro. Impossibile negare che nei processi che avvengo-no nelle centrali vengono prodotte milioni si scorietossiche, che lo diventano sempre più col passare de-gli anni. Queste vengono raccolte in alcune discarichespeciali che possono inquinare il territorio interessato.Queste radiazioni continuano ad essere “vive” per mi-gliaia di anni. Dopo più di 80 anni gli scienziati non so-no ancora riusciti a trovare sistemi sicuri per sbaraz-zarsi delle 80,000 tonnellate di combustibilenucleare e delle centinaia di migliaia di tonnellate dialtre scorie radioattive che si sono accumulatedurante questi anni nelle centrali nucleari. Io confidonella scienza e sono certo che un giorno si troveràuna soluzione per smaltire questi rifiuti speciali. Quin-di, per concludere, credo che anche in Italia debbatornare il nucleare, perché anche l'Italia deve essereautosufficiente dal punto di vista energetico. In questomodo, e solo in questo, potremmo risolvere molti pro-blemi presenti oggi in Italia e soprattutto combattere il

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14 • Il mondo in una scuola •

Creatività

Le fatiche di Paola...

Certo Ercole è stato fortunato perché di fatichene dovette sopportare solo dodici.Ma che dire di questa povera bambina che nedeve sopportare una al giorno, ovviamente neigiorni di scuola. Ed allora andiamo a racconta-re la duecento fatiche di Paola…….. Paola, alpari di Ercole, sarebbe una fanciulla allegra espensierata se un angioletto ogni giorno non lesussurrasse : “ Paola, va a fare i compiti, è tuodovere di studentessa” “Ma quali doveri, unabambina ha diritto di giocare e divertirsi” rispon-de il diavoletto. Ma cominciamo con la primafatica : il disegno di artistica. A me piace diseg-nare, infatti i miei quaderni sono pieni di schiz-zi. Ma il discorso diventa “fatica” quando devocapire cosa vuole la mia prof da me. Ed alloraanche un disegno può diventare una fatica…….Traccio un segno con la matita e lo cancello.Scelgo un colore, ma non ne sono convinta,mentre gocce di sudore scendono dalla miafronte e cadendo sul foglio formano su questotante macchioline che sembrano fiori. Chissàse piaceranno alla prof… Passiamo alla secon-da fatica: i diabolici numeri, piccoli segni insig-nificanti che turbano il mio sonno, si infiltranonei miei sogni camuffati da principi azzurri, maal momento del fatidico bacio, Biancaneve urlae da sotto il mantello compaiono 1… 2… 3…“Aiuto!!!! I numeri assassini!!!” Ebbene si: i nu-meri sono gli incubi di ogni giorno: espressioni -diagonali - frazioni - problemi. Che fatica anda-re a ricontrollare unʼespressione che non ridà,a rivedere il testo di un problema che non saicome accidenti risolvere. Ed anche qui gocce disudore, che dico “ di sangue”. Ed allora nonbasta Ercole con le sue fatiche per risolvere lʼo-perazione. E le prove non finiscono qui: potreicontinuare ad oltranza, ma così al sudore si ag-giungerebbe anche la mia mano fumante!! Aquesto punto mi sembra che i danni che lascuola ha provocato ad una povera fanciulla in-difesa siano già innumerevoli. Perciò: bandoalle fatiche e…..,.via al divertimento !!!!!!!!!

Paola Codagnone, Classe 1°F

Questa poesia ha vinto il “Concorso Regio-nale EnerGiochi” Edizione 2007/2008.

Un pianeta che soffre

Se il mondo potesse parlareDirebbe a chi sa ascoltareSenza nessuna esitazioneChe è affetto da una grave depressione.Non riesce più a stare al passoDi un uomo stolto e gradassoChe crede che tutto sia dovuto

Senza nessun impegno e contributo.Lʼimpegno è spesso premiatoMa se ognuno si sente privatoDi agi, ricchezze e comodità,alla fine non ci sarà pietà.Il nostro pianeta è fin troppo pazienteDà tempo, però, si mostra sofferenteE quando trova uno scienziato dal buon cuoreSi sente amato da un valido dottore.Allora si scopre e diventa ottimistaI buoni rimedi lo rimettono in pistaMa se arrivano uno sciocco e un disonestoRicade malato e si sente mesto.Lo sciocco in questione è lʼuomo spacconeChe deve mostrare senza mai risparmiare:lʼauto importate che fa sentir grandema che consuma troppo carburante,la vasca da bagno di acqua traboccantenessuno ci rinuncia, è troppo rilassantee un rubinetto che perde goccia a goccia......che vuoi che sia, a nessuno scoccia!E se invece di illuminare a festa Lʼuomo usasse più la testaNella sua casa avrebbe luce sufficienteSenza rimetterci proprio un bel niente.Il disonesto di cui si fa menzioneÈ chi respinge ogni buona soluzioneÈ il politico corrotto che deve guadagnareE su ogni grave fatto deve speculare.E quando ci son di mezzo gli interessiLʼumiltà si spacca in due, si sa:da un lato i furbi, dallʼaltro i fessi!Non basto io da sola a ragionare Sarei una piccola goccia in un grande mare!Le regole ci sono e vanno rispettateDa me, da te, da tutti vanno applicate.Insieme, si può fare per lʼambienteNon ostinarti,uomo, ad essere un perdente Un inetto e indefessoChe fa del male proprio a se stesso.Le acque, è ovvio, si stanno ritirandoIl clima, purtroppo, sta cambiando,gli animali si stanno estinguendoe le piante stanno morendo.I gas e le loro emissioni Ci affliggono i polmoniE così si vive maleSoffocati da un caos totale. Con lʼenergia cominciamo a risparmiareE la qualità di vita può migliorare;se poi con essa riusciamo a rinnovarecʼè solo tutto da guadagnare.Il nostro pianeta azzurro e biancoQuando sarà davvero stancoCambierà aspetto e coloreE soffrirà nel profondo del cuore:ghiacci, acqua e ossigeno scomparirannoe morirà di strazio e di affanno.E noi, qui siamonon lo dimentichiamo!La sua fine sarà la nostra E questa è lʼunica risposta.Per tutti, fuor di rima, lascio un messaggio,è solo un piccolo omaggio,unʼintelligente citazioneche di saggezza indiana è espressionema deve indurre ad una riflessione:“Quando anche lʼultimo albero sarà mangiato elʼultimo fiume avvelenato,vi accorgerete che i soldi non si possono man-giare”.Ed è a questo che bisogna pensare!

P.S. Le mie sono semplici parole Che sul foglio restano soleMa se dalle parole si passasse ai fatti...... vivremmo sani e felici come matti!...

Flavia Fioretti 1°E

Il segreto di Billy

Era il maggio del novanta, quando sentii parla-re per la prima volta di Billy Sprite, un ragazzi-no mio coetaneo, che abitava dietro i campi diSchuasc nella mia stessa città. Billy frequenta-va la mia stessa scuola, ma non lo conoscevomolto dato il suo carattere chiuso e scontroso,alle volte anche aggressivo, fino a quando nonvenni a sapere della famiglia di Billy: figlio uni-co, la madre era morta anni prima quando Billyera solo un bambino e il padre era deceduto dapoco, ucciso in casa da un ladro per pochi spic-cioli. Solo allora capii la ragione della scontrosi-tà di Billy, la ragione del suo mutismo perenne.Per chi lo conosceva bene, il ragazzo era cam-biato totalmente, e in poco tempo, si era tras-formato in un altro, ma nessuno si era maichiesto il vero motivo di questo comportamento,nessuno sapeva che da allora, da quella seramemorabile, qualcosa era cambiato dentro dilui. Nessuno seppe mai perché, ma nulla fu piùuguale. Qualcosa di cattivo si era annidato inlui: una bestia, un terribile animale aveva fattola sua tana dietro al suo cuore, pronto ad usci-re fuori in ogni momento, a colpire, figlio dellasofferenza e di un amore distrutto. Quando, in-fatti, al mattino si recava a scuola come sem-pre, prendendo le sembianze di Billy rimugina-va in silenzio dentro se stesso,rimetteva le offe-se dei compagni senza proferire parola, ma allasera ormai solo in quella casa vuota da tempopoteva far uscire lʼ ombra nera che gli offusca-va il cuore, un onda di rabbia repressa gli sali-va al cervello annebbiandogli la vista, cance-llandogli ogni pensiero che non fosse quello disfogare la rabbia che aveva dentro, così in queimomenti, lo si sentiva urlare fino a perdere lavoce, a diventare rauco, minacciando vendette.Poi esaurito il flusso di idee vendicative ritorna-va calmo,si rilassava, lasciava che la sua rabbiasi spegnesse come la fiamma di una candelasoffocata dalla cera.Quel leggero senso di euforia crescente, di on-niscenza che lo prendeva mutava improvvisa-mente in una sensazione di disgusto e nauseaper lʼ animale appena risvegliato che viveva inlui. Così nella notte che gemeva sofferente leurla tremende che squassavano ogni tanto lʼa-ria si spegnevano in un mugugno simile a que-llo di un animale ferito, allontanandosi semprepiù finché anche lʼ ultimo eco di quella voce ve-niva inghiottito dalla notte scura, unica testimo-ne di un pesante e terribile segreto.

Ambra Zulli 2°A

Che sogno!!!!!!

Questo è il sogno di una delle tante compagnedi viaggio...il suo nome? Priscilla. Una dolce ecara ragazzina di Atene che possedeva ungrande sogno: ballare con un cavaliere. Mi rac-contò che una sera suo nonno le narrò alcunestorie mitologiche greche...Allʼascolto del terzomito non cominciò a capirci più niente e per lastanchezza si addormentò...Sapete cosa sog-nò? Forse il sogno di tutte le bambine...Sognòdi essere ad un grande ballo, in una sala gigan-tesca, con le pareti ricoperte da un tessuto mor-bido come il velluto, color rubino, con lampada-ri maestosi, camerieri e servitori sempre prontia qualunque eventuale richiesta, e i cibi...E chefragrante odore, e che sapori gustosi. Tutti gliinvitati danzavano e lei, senza cavaliere lì se-duta a guardare... quando nella sala si sentì un

Racconti

PoesieCanzoni

Emozioni

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15• Il mondo in una scuola •

gran frastuono e tutti scapparono via... tutti tran-ne lei... era curiosa e anche se tremava dallapaura, era carica di un coraggio come quello diun invincibile eroe. Ecco che vide entrare tutti iprotagonisti dei miti che il nonno le aveva rac-contato la sera prima: vide Ercole e il leone Ne-meo danzare felici e allegri, quando nel mito lesembrava di aver capito che si erano scontrati,Perseo e Medusa girare e volteggiare insiemee i giovai destinati al banchetto del Minotauro sidivertivano con lui. Insomma a Priscilla parveproprio una gran confusione, non ci capiva piùniente...Fino alla sera prima aveva immaginatotutti questi eroi litigare e uccidersi tra loro e orainvece sembrava proprio che avessero ritrovatola loro armonia e la loro felicità. Dopo un istan-te di perplessità ecco che a Priscilla si avvicinòun giovane davvero carino con occhi azzurri,capelli marroni, alto, robusto, proprio come que-llo che immaginava...era Teseo il grande eroeche combatté contro il Minotauro. Teseo con to-no da cavaliere domandò con cortesia e rispet-to a Priscilla:-Dolce fanciulla, mi conceda un ba-llo-,e Priscilla senza pensarci più di una volta,anche se non era un vero e proprio cavaliere,rispose-Certo, con piacere-. E allora si miseronel bel centro della sala e mentre tutti gli altri sicompiacevano di quanto erano carini, loro dan-zavano e ballavano con semplicità provandograndi emozioni. Erano così belli e felici...!Maproprio nel momento più bello e atteso, Priscillacapì che stava sognando;come era triste per-ché voleva che quel sogno divenisse realtà. In-fatti lei credeva pienamente nei sogni, e pensòche questo fosse il più bel sogno della sua vita.

Morena Di Battista 1°F

LʼINCUBODefinirei una situazione da incubo quello che Hi-tler ha fatto a tutti gli ebrei sparsi nel mondo. Par-lare di questo argomento mi ha fatto rifletteremolto, inoltre dentro di me brucia una rabbia in-audita. Mi chiedo a che cosa è servito ucciderequei poveri bambini, donne e uomini, sicuramen-te solo per divertimento. Farei di tutto per farlapagare a quegli inutili esseri senza cuore, chehanno sterminato milioni e milioni di ebrei soloper colpa di una stupida ideologia che li definivauna razza inferiore alla loro. Se questo accades-se nel mondo di oggi, da un momento allʼaltro,non saprei come la gente potrà difendersi, per-ché adesso solo pochi ricordano questa trage-dia, mentre gli altri pensano solo al consumismo.Nessuno pensa alla fame, ai maltrattamenti diuna volta. Tutti dicono ”è una cosa passata,adesso non potrà accadere di nuovo”, mentre iosostengo che il mondo è ancora a rischio, se unmatto come Hitler decide di uccidere la gente.Naturalmente spero che non accada, però nelmio cuore rimarrà per sempre questo orrendo ri-cordo da “INCUBO”.

Collini Erika 2°E

Molte classi dellʼUmberto I hanno partecipato alConcorso Nazionale “Scuola di tifo”. Abbiamoselezionato due testi musicali.

Che cosʼè questa parola?Violenza: che cosʼè questa parola?Proprio oggi lʼhanno detta a scuola parlando di un bambino come meche piangeva perché il suo papà non cʼè.Non cʼè più il suo eroe in divisa Perché è morto in una partita,voleva lʼordine e la serietà,ma una bomba gli hanno lanciato gli ultrà!

Rit. È lo sport seguito da noi bambini con i nostri sogni da piccini.Tifiamo ognuno il nostro colore per non stare giù dʼumore.Ma abbiamo visto cose brutte!Santa pazienza, santa pazienza,i grandi la chiamano violenza,ma siam certi che non vincerà!

Violenza: ma che cosʼè questa parola?Ma in tele parlano di sangue ancora.Un colpo di pistola che è partito per sbaglio,un poliziotto ha preso un abbaglio.Al posto di un malvivente ha preso un ragazzo inno-cente.Noi vogliamo un calcio di felicità,senza sangue, insulti e volgarità.Rit. È lo sport seguito da noi bambini,

con i nostri sogni da piccini.Tifiamo ognuno il proprio colore,per non stare giù dʼumore.Ma abbiamo visto cose brutte!Santa pazienza, santa pazienza,i grandi la chiamano violenza,ma siam certi che non vincerà!

Ora so cosʼè la violenzaè lo sbaglio, è la demenza.Nello stadio quella si manifesta,non la gioia di un trionfo in festa.Nello sport non cʼè il campione,se a crearsi non è lʼunione.Per il calcio è meglio la solidarietà, chenon fa rima con violenza, ma con lealtà!

(musica del M° Nicola Calabrese di Lanciano)I ragazzi della 3°C

Io tifo positivo Noi tifosi siamo tutti uguali: vogliamo la pace, via i fanatici agguerriti, puliamo gli stadi.Se cantiamo insieme questo tifo, saremo più uniti, basta alla violenze insensate, noi siamo sicuri.Rit.: [Perché il calcio è uno sport, è un gioco,

e va rispettatonoi ci raduniamo, per fare una festa,per un tifo estroverso, un tifo diverso,unitevi a noi !!!]

Noi tifosi amiamo questo sport e lo vogliamo pulito,è per questo che lo difendiamo, dalle ingiustizie.Basta ai tifosi offensivi e “neri”, si può fare di meglio,noi vogliamo fare un tifo sano, senza violenze ....Rit.: [Perché il calcio è uno sport, è un gioco,

e va rispettatonoi ci raduniamo, per fare una festa,per un tifo estroverso, un tifo diverso,unitevi a noi !!!]

Ed ecco il fischio, ora inizia la partita, e no, noinon vogliamo il manganello, né la frusta, né il marte-llo. Basta pietre, offese e fischi, non vogliamo calci epugni, “guarda quello, stai attento”, “non passare perquel posto” “attenzione c'è un tipetto, vuole farsi unpo' il bulletto” noi non siamo dei nemici, allo stadio siva felici, ora basta la guerriglia, che chiediam solo unpartita più tranquilla niente botte solo tifo, voglio es-sere tuo amico !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

(musica “GIANNA GIANNA” di Rino Gaetano)Simona Milantoni 3°F

A propositodel mio giardino segreto...

Il mio giardino segreto.A me piacerebbe molto avere un giardino tuttoper me, dove solo io posso entrare e sognare,e dove nessuno possa avere accesso. Un pos-to dove la mia fantasia possa giocare fra leaiuole ed io nuotare nel pensiero. Dove possoriferire le mie tristezze, i miei progressi alle can-dide betulle e alle simpatiche querce. Un postoin cui posso parlare con i ricci, le farfalle, gliscoiattoli e con molti altri animali, in cui io pos-so stendermi e rotolarmi nel prato. Un postoallegro, rilassante e sicuro, dove nessuno ven-

ga a cercarmi interrompendo i miei sogni. Unposto dove le mura sono ricoperte da rose, dacui pendono cespugli di edera verde. Un postodove mi posso sedere sui rami di un albero eleggere il mio libro preferito in silenzio, dove tut-to è coperto dal verde, con fiori colorati fra i ces-pugli. Senzʼaltro questo giardino lo chiamereisegreto: un diario personale, in tutti i sensi, na-turale. Dove tutti i miei segreti sono segreti.

Liliana Bellisario 1°F

Lʼ Amicizia e'...Lʼamicizia è…un arcobaleno che percorrela via della vitaormai smarritaLʼamicizia è…un sentimento forteche non demorde neanche davantialla morte.Lʼamicizia è…qualcosa che può aiutaree che ti serve

a maturare.Alessio Geniola - 2a Frisa

L'Amore...èL'amoreè come un fioresbocciama talvolta muore.L'amoreè come una poesiapuò essere fatto di malinconiae allegria.Una cosa è certal'amoreè nascosto in fondo al cuoredove nessuno lo può rubare.

Damiano Lamonaca - 2a Frisa

Chi trova un amicoChi trova una amico trova la sciae la diritta viaChi trova un amico trova la vitae una persona che ti ha capita!E chi l'ha trovato ne diventa dipendente come il fiatoche è indispensabile alla vitaper un amicizia infinitaPer questo trovarlo è molto importantecome punto di riferimento costanteche serve nel tuo camino

e per il tuo destino...Gabriella Menuni - 2a Frisa

L'Amore e gli innamorati sono...L'amore è una così dolce emozioneche se ti capita, a volte, la accetti senza esita-zionel'amore è come un fiore

sboccia, cresce, ma a volte purtroppo muore.Chi non è ancora innamorato,

compie un viaggio lungo e sconfinato,alla ricerca di quella che sarebbe la sua anima gemellaCi sono persone innamorate da tempo che nonlo sanno,che si frequentano come amici anno dopo an-no, magari si fidanzano a S.Valentinoe dopo una cenetta si danno un bel bacino.

Lorenzo Biancospino - 2a Frisa

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16 • Il mondo in una scuola •

CORBIN BLEUCorbin Bleu è un attore/cantante molto famo-so, nato il 21 febbraio 1989 a Brooklyn. Vollecambiare il suo cognome da Rivers a Bleu pernon interferire nella carriera del padre. Eʼ di-ventato famoso grazie ai film “High School

Musical”, “High School Musical 2” e “Jump in”.Ora ha inciso il suo primo album “Another si-de” e ben presto ne uscirà un altro ancora piùbello.

Sara Fallucca 1°D

Da poco in Italia so-no esplose nuovestar,i Tokio Hotel. Illoro successo è do-vuto al singolo“Monsoon”. Conquesto singolo han-no colpito il cuore dimolte teenagers e sisono rivelati dellegrandi promessedella musica inglesee tedesca. Questarockband è compo-sta da quattro gio-vani ragazzi: Georg,

ventenne,che suonail basso; Gustav, di-ciannovenne, chesuona la batteria einfine Bill e Tom, idue gemelli diciot-tenni. Tom suona lachitarra e Bill è ilcantante del grup-po. Inizialmente sichiamavano “Devi-lish” allʼetà di dodicianni, poi hannocambiato il nome il“Tokio Hotel”. Han-no inciso diversi al-

bum, ma quello cheli ha portati al suc-cesso è: Scream.Questo album con-tiene dodici canzoni:Scream, Ready setgo!, Monsoon, Loveis dead, By your si-de, Sacred, Forgot-ten children, Re-scue me, Donʼtjump, On the edge,Final day e infineBreak away.

Matteo CocciaFelice Marchesano 2°C

TOKIOHOTEL

Avril Lavigne è nata il 27settembre 1984 a Bellevil-le, in Canada. Avril inizia acantare già in un coro litur-gico e, anche se piccola,inizia a giocare con la fan-tasia, facendo finta che ilsuo letto fosse il palcosce-nico, mentre cantava asquarciagola immaginandoil pubblico in delirio. Avrildecide di tentare la carrieradi cantante e a sedici anniparte per Manhattan per la-vorare sul suo primo CD.Si trasferisce a Los Ange-les dove trova la concen-trazione adatta per espri-mersi nella propria musica.Nasce così “Let go” chenel 2002 viene pubblicato,e così inizia la sua carrieradi cantante. Dopo due an-ni incide un altro album“Under my skin” vendendo-ne 381.000 copie nella pri-ma settimana di uscita. Nel2005 registra una cover di“Imagine”, per unʼiniziativadi “Amnesty International”,di John Lennon, e vienechiamata ad un concerto-tributo ai Metallica, dove,

secondo James Hetfield,frontman del gruppo, fauna delle migliori interpre-tazioni di “Fuel”, noto ca-vallo di battaglia del grup-po. Si esibisce a Gtorino inoccasione delle olimpiadiinvernali del 2006. Il 15 lu-glio 2006 Avril sposa final-mente il suo fidanzatoDeryck Whibley, cantantedei Sum 41. Il 13 aprile2007 viene pubblicato unterzo album “The bestdamn thing” che subito di-venta un successo checontiene canzoni rock, pope leggermente punk. Lecanzoni contenute in que-sto album sono: The bestdamn thing, Girlfriend, Ican do better, Runaway,When youʼre gone, Every-thing back but you, Hot, Idonʼt have to try, Innocen-ce, Contagious, One ofthose girl, Keep Holdingon, I will be, Alone. Avril èapprezzata da tutti, ma so-prattutto dai giovani che siispirano a lei e al suo mododi vestire.

Francesca Baffoni 3°E

Il 19 marzo da Milano è partitoil tour di High School Musical,ilmusical più amato dai giovaniche girerà per i teatri di mezzaItalia interpretato da due giova-ni talentuosissini attori: JacopoSarno e Denise Faro. Jacopo,nato a Milano il 1 settembre1989, debutta giovanissimo innumerose sitcom come: “Io e lamamma”, “Don Luca” e “Ilmammo”. Nel 2004 partecipaal Festival di Castrocaro; nel2005 invece recita nel musical“Datemi 100 caramelle”. Jaco-po è anche doppiatore nellapubblicità di “Uliveto”, con la

voce dellʼuccellino di Del Piero,in Harry Potter e AnakinSkywalker di “Guerre Stellari”nei videogiochi.Denise, diciannovenne, com-pone i suoi primi testi a otto an-ni mentre a undici anni inizia aprendere lezioni di canto e bal-lo. Nel 2003 ha la sua primaparte nella fiction “Un medicoin famiglia”.Lʼanno scorso par-tecipa al film “Come tu mi vuoi”e nel musical “Giulietta e Ro-meo” di Riccardo Cocciante ePasquale Pannella.

Chiara CastelloMijabi Kittaka 2°C

AVRIL LAVIGNE

HIGH SCHOOL MUSICALMusica

I L INKIN PARKI Linkin Park sono un gruppo rockstatunitense, formatosi nel 1996.Nella loro musica mescolano alter-native rock, alternative metal, hardrock, hip hop e rapcore. Hannocontribuito al successo del generenu metal, di cui sono ritenuti i mas-simi esponenti. Fino ad oggi hannovenduto più di 45 milioni di dischi.Nel 1996 il rapper ed MC Mike Shi-noda e il chitarrista Brad Delson sidiplomarono insieme alla AgouraHigh School, e con lʼamico batteri-sta Rob Bourdon formarono i “Su-perXero”. Poco dopo Delson pas-sò allʼArt Center College of Designdi Pasadena, dove divenne amicodel bassista Dave Farrell, dettoPhoenix. Farrell e Joseph Hahnentrarono poi nei SuperXero, il cuinome fu poi accorciato in “Xero”. Aloro si unì poi il loro primo lead vo-calist, Mark Wakefield. Nel 1998Wakefield lasciò la band e divennemanager dei Taproot. Shinoda aprìle audizioni per cercarne il sostitu-to. Nel frattempo Delson per i suoistudi di comunicazione contattò unrappresentante della Warner Bros.Records, Jeff Blue. Il managerconsigliò ai due di assumere Che-ster Bennington. I due Xero man-darono a Bennington un nastro conle basi strumentali del gruppo. Aquel punto telefonò a Shinoda eprovò la canzone al telefono. Il rap-per apprezzò la sua esecuzione ecosì Bennington entrò nel gruppo.Poi gli Xero cambiarono nome in“Hybrid Theory” e si rimisero alla ri-cerca di un contratto. Realizzaro-no nel 1999 Hybrid Theory EP, di

cui furono stampate solo 1000 co-pie. Grazie a Jeff Blue e al loro pri-mo EP, gli “Hybrid Theory” firmaro-no per la Warner. Tuttavia furono dinuovo forzati a cambiare nome,per problemi di copyright. Per po-chi mesi usarono il nome LincolnPark; poi, quando decisero di regi-strare un proprio dominio Internet,scoprirono che “lincolnpark.com”già esisteva. Poiché non potevanopermettersi di acquistarlo, ne ac-corciarono lʼortografia da “Lincoln”a “Linkin” e comprarono così il do-minio “linkinpark.com”. Il 24 ottobre2000 uscì Hybrid Theory, disco dʼe-sordio più venduto del 21° secolo,con 20 milioni di copie allʼattivo. Ilgruppo sostenne il suo primo gran-de concerto il 17 dicembre 2000.Allʼinizio del 2001 Farrell tornò neiLinkin Park ed uscì il loro secondosingolo, “Crawling”. Poi partironoper lʼOzzfest. A metà del 2001 laband rilasciò come singolo “In theEnd”, la loro canzone più famosa etra le più di successo di quellʼanno.Il suo video fu premiato come mi-glior video rock agli MTV VideoMusic Awards del 2002. Allʼiniziodel 2002 la band avviò il tour Pro-jekt Revolution. Durante il lunghis-simo tour decisero di registrare unnuovo album. Così il 30 luglio 2002uscì Reanimation, contenente i re-mix di tutti i brani da Hybrid Theory.Da lì in poi è stata unʼinarrestabileascesa, che li ha portati negli Mp3di migliaia e migliaia di fan sparsi intutto il mondo.

Lorenzo Di Mascio 2°B

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17• Il mondo in una scuola •

SONOHRADUE GIOVANI AL SUCCESSOHanno vinto nella sezione giovani al Festival di Sanremo2008,diventando delle vere e proprie promesse della musica ita-liana:i Sonora,i fratelli Luca e Diego Fainello. Nati a Verona ri-spettivamente 25 e 21 anni fa, condividono, pur essendo diver-si, la stessa passione per la musica. Erano già conosciuti con ilnome di 2etto ma fecero il loro primo videoclip con il nome di“Domino”. Hanno fatto sognare migliaia di ragazze con il lorobrano “Lʼamore”, canzone che descrive lʼamore impossibile tradue ragazzi. Ora spopolano con il loro album “Liberi da sem-pre”, uscito il 29 febbraio 2008, contenente undici brani di ge-nere rock, country e blues.

CANZONE: LʼAMOREGuardo il cielo e non vedo altro colore

Solo grigio piombo che mi spegne io soleLʼunica certezza è gli occhi che io ho di te.

Due fotografie tutto ciò che rimane Sul mio letto il vento le fa volare,

La distanza che ci divide fa male anche a me…Se non vai via, lʼamore è qui…

Sei un viaggio che non ha ne meta ne destinazioneSei la terra di mezzo dove ho lasciato il mio cuore

Così…Sono solo anchʼio, come vivi tu

Cerco come te, lʼamore…Quel che so di te è soltanto il tuo nome La tua voce suona in questa canzone

Musica e parole, emozioni che scrivo di noi…Se non vai via, il mondo è qui…

Sei un viaggio che non ha ne meta ne destinazioneSei la terra di mezzo dove ho lasciato il mio cuore

Così…Sono solo anchʼio, come vivi tu

Cerco come te, lʼamore…E cambia il cielo, i tuoi occhi no,come vetro è lʼamore che sei…

Sei un viaggio che non ha ne meta ne destinazioneSei la terra di mezzo dove ho lasciato il mio cuore

Così…Sono solo anchʼio, come vivi tu

Cerco come te, lʼamore…

Cristina MascheroniNicole Di Rico 2°C

Lʼemo è un genere musicale , ma più chealtro uno stile di vita giovanile , compresonel punk-rock. Tutto nacque a WashingtonD.C., negli Stati Uniti con due gruppi checambiarono la storia della musica rock, gliEmbercate e i Rites of Spring. Questo nuo-vo genere fu una vera e propria rivoluzionemusicale nel 1985, questa estate viene ri-cordata come “revolution summer” . Ci fu-rono altre e due ondate emo fino ad oggi,che coinvolsero altri gruppi, fra i più famo-si dobbiamo ricordare i Green Day e i Blink182, molto in voga ancora oggi, questa on-data avvenne nel 1999. La terza ondata

sta avvenendo proprio in questo momento.Nel 2000 il termine “emo” era quasi com-pletamente dimenticato, ma continuò a cir-colare grazie alle poche band rientranti an-cora in questo genere. Nel 2003, ChrisCorroba, diede il via alla vera e propria ter-za ondata. Oggi tantissime band, chespesso non rientrano pienamente in quetogenere musicale. Tra le più famose, che at-tualmente compaiono anche in canali co-me MTV e All Music, ci sono: i 30 Secondto Mars , identificati anche nel genere al-ternative rock, i My Chemical Romanceche addirittura dichiarano di considerare

lʼemo “spazzatura” poi ancora i Paramore,i Funeral for a Friend, i Fall out Boy e i To-kio Hotel. Molte sono le critiche su que-stʼultimo gruppo, considerato molto com-merciale. Per quanto riguarda lʼabbiglia-mento gli emo sono vestiti con ConverseAll Star, jeans stretti, e hanno una lungafrangia nera, t-shirt raffiguranti band prefe-rite, ed accessori fluorescenti ed insoliti.Attualmente lʼemo è sempre più di moda,ma troppo spesso sostituito da pop com-merciale e band costruite da manager soloper arricchirsi.

Giulia Tullio 2°F

LA STORIA DELLʼEMO

SLASHPaul Hudson in arte “Slash” nasce il 23 luglio 1965 a Hampstead,sobborgo di Londra in Inghilterra, da madre afro-americana e pa-dre inglese. Vive a Stoke-on-Trent fino allʼetà di 11 anni. Alla Ban-croft Junior High, allʼetà di 14 anni, conobbe quello che diventò ilsuo migliore amico, Steven Adler. Slash cominciò ad ascoltarerock & roll grazie allʼincontro con una ragazza, molto più grande dilui, che gli fece ascoltare “Rocks” degli Aerosmith. Decise così diimparare a suonare la chitarra, infatti sua nonna gliene regalò unae Steven Adler gli insegnò i primi accordi. Una delle prime canzo-ni che imparò a suonare fu Smoke on the Water dei Deep Purple.Per un breve periodo di tempo prese lezioni dal chitarrista RobertWollan. Ma Slash non voleva imparare i metodi tradizionali conlʼapprendimento delle note e dei suoni semplici, voleva solo suo-nare lʼintro di Smoke on the Water. Fu così che ben presto abban-donò gli studi, più precisamente allʼundicesimo grado dʼistruzionedel sistema scolastico americano. Negli anni del liceo aveva fattoamicizia anche con Lenny Kravitz. Fece parte di bands locali qua-li i Black Sheep, i London, i Tidas Sloane e fece un paio di audi-zioni andate male: una per entrare nei Poison, una per entrare neiGuns Nʼ Roses prima di unirsi al suo grande amico Steven nei“Road Crew”. Slash fece parte anche della band Road Crew for-mata nel 1983, vi facevano parte anche Steven Adler e Duff McKa-gan. McKagan poi venne arruolato dai neonati Guns NʼRoses.Quando al suo nuovo gruppo servirono un chitarrista ed un batte-rista, Duff suggerì ad Axl ed Izzy i suoi vecchi compagni, Slash eSteven, che entrarono così nei Guns Nʼ Roses. A questo puntoSlash comincia a dedicarsi al suo progetto solista che si chiamerà“Slashʼs Snakepit” nel cui disco dʼesordio finiranno molte canzoniscritte da lui per i Guns n Roses. Finita lʼavventura con gli “Slas-hʼs Snakepit”, Slash fonda un nuovo gruppo: i Velvet Revolver.Slash e i Velvet Revolver debuttano il 19 Giugno 2003 al El ReyTheater di Los Angeles. Slash possiede oltre 100 chitarre, ma lasua chitarra preferita è una Gibson Les Paul Standard 1959. Lachitarra principale nei live è una Gibson Les Paul del ʻ87, ed ha ilmanico rotto in ben 2 punti (riparati). Nel 2004 la Gibson ha crea-to un modello di Les Paul firmato da Slash. Ora ne ha create altredue dedicate a lui e con la sua firma. La sua marca preferita è laGibson, di cui possiede, tra le altre, diverse Les Paul, Standard eCustom, una SG, una EDS-1275, una Flying V e una Explorer. Nelperiodo degli Slashʼs Snakepit la Gibson produsse un modello par-ticolare di Les Paul in pochissimi esemplari. Una delle particolari-tà di questa chitarra è il serpente in madreperla che corre lungo ilmanico. Anche questa chitarra è Slash Signature e fu prodotta insoli 75 esemplari, di cui 2 appartenenti per lʼappunto a Slash. Pos-siede inoltre alcune Fender, Music Man e B.C.Rich. Gli amplifica-tori preferiti di Slash sono i Marshall, tantʼè che è stato creato unamplificatore con la sua firma. Slash è diventato uno dei chitarristipiù richiesti nellʼambito delle collaborazioni rock e non solo.

Giulio Carinci 3°C

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18 • Il mondo in una scuola •

Una grande storia dʼamore, che cerca di staccarsi da terra, di camminare “Tre metri sopra il cielo”.Le ragazze si preparano ad incontrare il ragazzo della loro vita. I ragazzi si sfidano in prove di resi-stenza fisica, di velocità, di rischio con le moto. Sullo sfondo di una vita di banda, Step e Baby si in-contrano. Baby è unʼ “ottima studentessa”, Step è un violento, uno che passa i pomeriggi davanti albar con gli amici e la sera sulle moto o dove si gioca a biliardo. Appartengono a due mondi diversi,ma finiscono per innamorarsi. Non è un rapporto semplice, perché nessuno dei due cede facilmen-te, eppure si trasformano: Baby è irriconoscibile agli occhi dei genitori, Step rivela aspetti che benpoco combaciano con la sua immagine da superduro. Io sono una ragazzina di dodici anni, entratada poco nel mondo dellʼadolescenza, un mondo per me, ancora inesplorato, ma credo ricco dʼamo-

re. Questo film, mi ha fatto capire, in modo non proprio elegante, come si diventa “uomini” e come ci sʼinnamora. Secondo me, diven-tare donna e trovare lʼamore, sono come due pilastri per la vita e vi invito a prendere visione di questo film.

Di Campli Deborah 2°E, Luana Masciarelli 2F

T R E M E T R I S O P R A I L C I E L O

Cari ragazzi,vogliamo parlarvi di una “fiction”: quella de “I Cesaroni”. Noi pen-siamo che sia molto interessante per i ragazzi della nostra età chevivono più o meno le stesse esperienze. La cosa che ci attira dipiù è la storia di un amore non permesso dai genitori, ma volutofortemente dai due ragazzi.In ogni film ognuno cerca un poʼ di sé e questa “fiction” piace ap-punto perché tutti trovano un aspetto che appartiene a se stessi.Alcuni di noi ragazzi stanno aspettando ancora il primo bacio,quello che aspettavano sa un anno Marco e Eva e ora tutti spera-

no che sia “magico” come il loro.Vogliamo dire a tutti che ogni sera saltiamo qualsiasi appunta-mento per trovarci davanti al televisore per ascoltare la meravi-gliosa sigla composta da Matteo Branciamore (nel ruolo di Mar-co). A tutto il cast de “ I Cesaroni” diciamo che saremo voi, e speriamoche ci farete divertire sempre come avete fatto fino ad ora. Siamoi vostri “fan” migliori. Vi amiamo, baci.P.S Marco sei bellissimo e Walter sei fantastico

La 2°D

I CESARONI

Anche questʼannolʼedizione di Amiciè arrivata al termi-ne, con la strabi-liante vittoria diMarco Carta (can-tante). La serataha visto protago-nisti quattro deiragazzi che sononella scuola dal20 ottobre 2007:Francesco e Mar-co per la squadrablu, Pasqualino eRoberta per lasquadra bianca.Come sempre,cʼera Maria De Fi-lippi a presentarelʼevento con lʼin-tervento di moltiospiti tra i quali laballerina CarlaFracci che, affian-cata ai professoriSteve la Chance,Garrison, Ales-sandra Celentanoe Maria Paparo, siè divertita ad assi-stere alle esibizio-

ni dei finalisti. Laprima sfida ha vi-sto protagonistiFrancesco e Pas-qualino. Dopoaver vinto una pri-ma sfida, Pasqua-lino ha deciso disfidare a sua voltaMarco, che peròlo ha sconfitto.Una volta termi-nata la sfida tra idue finalisti, Mar-co e Roberta, siarriva al momentopiù atteso dellaserata… la musi-ca inizia, le carteappaiono sul mo-nitor e Maria dopoqualche secondodi attesa pronun-cia queste parole:“Il vincitore dellasettima edizionedi Amiciè…Marco!!!”. Laprima parola escedalla bocca delvincitore è MAM-MA. Marco ha de-

ciso di dedicare lasua vittoria allamadre scomparsadurante la sua in-fanzia. Con que-sta vincita il can-tante ha portato acasa non solo lagloria, bensì300mila euro. Oranon resta che ve-dere la carrierache intraprende-ranno questi ra-gazzi e soprattut-to lʼinizio della ot-tava edizione. In-tanto ci si accon-tenta del cd dal ti-tolo “TI BRUCIA”,in cui sono incisi ivari inediti di can-tanti e del tourche i ragazzi af-fronteranno dopola conclusione delprogramma insie-me agli autori, gi-rando varie cittàdʼItalia.

Castello ChiaraCiarico Felicia 2°C

AMICI - La Finale

Cinema e TV

RATATOUILLERèmy, è un topino che abita in una casa di campagna di unʼanzia-na signora, non molto lontano da Parigi. Ha un olfatto raffinatissi-mo e questo gli impedisce di nutrirsi come i suoi simili. Un giorno,la sua colonia, viene scoperta dalla padrona di casa e i piccoli ro-ditori sono costretti a fuggire. Durante la fuga, Rèmy, si perde nel-le fogne e arriva a Parigi, proprio vicino al ristorante del suo chefpreferito: Auguste Gusteau.Incuriosito dal lavoro dei cuochi, si affacciò ad una delle finestredel ristorante e per sbaglio cadde in una zuppa; la assaggiò e da-to che per lui aveva un sapore sgradevole, gli fece delle modificheaggiungendo alcuni ingredienti. Mentre faceva ciò, venne scoper-to da uno sguattero di nome Linguini che lo catturò.Nel frattempo, la zuppa preparata dal topolino, riscuote molto suc-cesso presso i clienti del ristorante e per questo a Linguini vienechiesto di prepararla di nuovo. Non sapendo come fare, si feceaiutare da Rèmy, che lo guidava quasi come una marionetta, na-scondendosi sotto il cappello.Tra loro nacque una grande amicizia e passavano tutti i giorni in-sieme. Linguini, infatti, ha la possibilità di muovere gli arti, se glivengono tirati alcuni ciuffi di capelli. A questo punto Rèmy, decidedi aiutarlo in cucina. Grazie al topolino, Linguini, fa acquistare unastella al ristorante e incuriosisce anche Anton Ego, un critico, chedecide di voler assaporare la nuova ricetta chiamata ratatouille.In questo piatto ci sono i pomodori che sono lʼingrediente chiave,aglio, cipolle, zucchine, melanzane, peperoni e a volte si aggiun-geva del basilico. Questi ingredienti, sono verdure e quindi buoneper il nostro organismo. Ego affascinato, diede una critica ottima.Infine grazie a Rèmy, il ristorante guadagnò unʼaltra stella. Purtroppo il locale dovette chiudere perché lʼautorità sanitaria sco-prì che vi erano dei topi.Linguini e Rèmy aprono il ratatouille, locale più piccolo, con tavoligrandi e tavoli minuscoli per i topi. Nonostante ciò, Ego rimase unloro cliente che va a mangiare la loro specialità ogni giorno.

Rosati Eleonora - Pasquini Giorgia 2°C

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19• Il mondo in una scuola •• Il mondo in una scuola •

Si sa che nel mondo di oggi in qualsiasisport agonistico, ogni sportivo cerca di di-stinguersi dalla massa anche se con metodinon leali come: fare uso di droghe, per vin-cere e crearsi una reputazione anche senon acquisita lealmente. Lo sport è un fatto-re importante nella vita di ogni individuospecialmente per noi ragazzi, adolescentiche siamo ora in una fase di crescita che ciaccompagnerà per tutta la vita. Molti sportcome il nuoto non servono solo per miglio-rare lʼaspetto fisico, ma lʼesercizio di unʼatti-vità sportiva aiuta anche in campo psicolo-gico, infatti, lo sport può servire anche perscaricare le tensioni accumulate durante lagiornata, inoltre con lo sport si possono farenuove conoscenze e stringere nuove amici-zie. Ricordate, lo sport appartiene a tutti!

Daniele Di Menno Di Bucchianico IIB

Lo sport, businesso aiuto salutare? Care ragazze,

lo sapevate che la dan-za, prima ancora dellʼar-te, è vita? Questo è ilsenso del suo valoreculturale. Nelle più anti-che civiltà essa rappre-sentava unʼesperienzadeterminante nella vitadi gruppo. Lʼuomo primi-tivo esprimeva danzan-do ogni tipo di avveni-mento: una nascita, unamorte, un matrimonio.La danza è comunqueunʼattività che ha sem-pre un carattere rituale,che nasce dalla vita intribù. Nella danza attua-le ci sono vari generi vene elenchiamo alcuni:1) DANZA CLASSICA:la madre della danza,essa viene praticata conle punte e il classico tu-

tù, ed è un insieme dimovimenti eseguiti condolcezza e eleganza, aritmo del tempo.2) GINNASTICA RITMI-CA: disciplina sportivasolo femminile praticatacon piccoli attrezzi econ accompagnamentomusicale.3)PATTINAGGIO ARTI-STICO: sport praticatomediante lʼimpiego deipattini da ghiaccio o arotelle su superficighiacciate e piste.4)HIP POP: movimentonato negli Stati Uniti ne-gli anni 1970-80, tra igiovani di colore accom-pagnato dalla musicarap.5)BREAK DANCE: ballomoderno caratterizzatoda movimenti a scatti

che richiedono notevolidoti atletiche.Tutti questi generi han-no in comune la passio-ne di chi li pratica e nonsolo contano anche glialtri fattori come lʼamici-zia. Io e la mia compa-gna volteggiando insie-me sulle nostre piccolepunte di gesso per cin-que anni, molte voltecredevamo di doverciarrendere, però in fondosono proprio quei mo-menti a farti capire il ve-ro senso dellʼamicizia;contando una sullʼaltra,superavamo i momentipiù difficili.Non ci importava se laprofessoressa ci diceva“Voi potete arrivare ungradino più in alto”, pernoi era importante e lo è

tuttora che stessimo in-sieme. Ci ricordiamo ilnostro primo balletto,una coreografia con lamusica tratta dal LAGODEI CIGNI. Tutti e dueavevamo dato il massi-mo di noi stesse, tantoche la professoressa cifece molti complimenti.Da allora siamo grandiamiche e scrivendo in-sieme questo articoloabbiamo rivissuto queibei momenti e, a dir laverità ci siamo emozio-nate. Ora capirete per-ché lo spirito dello sportsi basa non solo sullacompetizione ma sul ri-spetto reciproco, cheper noi è diventato AMI-CIZIA.

Valeria Moschetta eMartina DʼUrbano IIB

La danza

Cercare di vincere divertendosiLa IMM è una squadra di calcio aziendale, fondata nel 1999 a Casoli, per divertimento da un grup-

po di amici. Oggi essa si presenta molto forte, infatti è al primo posto nella terza categoria. Anche

se il campionato non è ancora finito, siamo certi di stravincere, ma anche se perdessimo, essendo

stata premiata due anni fa come “la squadra più leale” saremo contenti di stare in seconda posizio-

ne, naturalmente come tutte le squadre del mondo noi lotteremo fino alla fine per goderci una me-

ritata vittoria e una favolosa coppa (che abbiamo già vinto negli anni precedenti). FORZA IMM!!! E

mi raccomando la lealtà nel gioco conta per arrivare in alto!Federica Cappellone IIC

Per noi la pallavolo è stato sempre unosport molto divertente e ricco di emozioni.Volete scoprirlo anche voi? Ha una storiamolto entusiasmante. Per iniziare è dʼ ob-bligo un poʼ di storia di questo bellissimosport… Per esempio, lo sapevate che lapallavolo è nata negli Usa agli inizi del1900 e che i giapponesi e i cinesi hannoimparato a giocare a pallavolo prima deglieuropei? E che solo dal 1923 la pallavolosi gioca al femminile? Beh, per chi comenoi ha risposto di no, proponiamo di legge-re questo articolo… Già dallʼ antichità inItalia esistevano sport simili inoltrati daigreci e romani, ma lʼinvenzione della palla-volo in forma moderna fu riconosciuta aWilliam Morgan nel 1918. Essa prese il no-

me di Minonette che deriva da Minon cioèMicio (un gioco che praticavano i nobilidue secoli prima). Fu però Alfred T. Hal-stead a cambiare nome in Volleyball. Dueanni dopo la pallavolo si praticava Brasile,Argentina e Uruguay. Lo scopo del gioco èdi realizzare tanti punti facendo cadere lapalla nel campo avversario impedendo chelʼ altra squadra faccia altrettanto. La parti-ta è divisa in set i quali vengono vinti dallaprima squadra che arriva a 25 punti. Al ter-mine di ogni set vi sono tre minuti di pausae le squadre sono obbligate a cambiarecampo. Quando si arriva a 3 set la partitaè vinta. In caso di 2 set pari, se ne fa un al-tro però solo di 15 punti, questo viene chia-mato tie-break. Le partite di pallavolo do-

vrebbero essere dirette da due arbitri,quattro giudici e due segnapunti. Nel casoci siano due arbitri, il primo svolge le suefunzioni su un seggiolone posto ad unʼe-stremità della rete, mentre il secondo a ter-ra allʼ altra estremità. Parlando un poʼ del-la squadra femminile italiana, cʼ è da direche si è classificata prima nella coppa delmondo in Giappone, che darà il pass per leOlimpiadi a Pechino del 2008. Le italianenon solo andranno alle Olimpiadi, ma sonocampionesse europee e mondiali.Insomma lʼ Italia in questo sport è moltoforte. Speriamo di andare avanti così, pernoi vincere i mondiali di pallavolo sarà unonore!!!

Chiara Sorrentini e Benedetta Di Mattia IIB

La pallavolo

Sport

Il calcioCiao, mi chiamo Ambra, ho 12 anni e il miosport preferito è il calcio. Mi piacciono anche lapallavolo, il rugby, il nuoto e altri sport, ma il miopreferito è il calcio. Mi piace da quando avevo 5anni, quando per caso, ho provato a fare due ti-ri con mio padre, che allʼinizio era entusiasta,ma poco a poco è diventato sempre più gelidoriguardo a questʼargomento. Tuttʼora non hoperso la mia passione, anzi mi è aumentata adismisura, tanto che ho chiesto a miei genitoridi mandarmi a scuola calcio, ma loro me lʼhan-no proibito.

Ho tentato di spiegare loro che per me il calcionon è solo uno sport dove si prende a pedate ilpallone, ma che per me è un paese dove vadovolentieri, e dove trovo la nebbiolina delle doc-ce, lʼolio canforato che usano i massaggiatori, labellissima musica dei tacchetti quando esce lasquadra, quel rumore sule piastrelle, che perme, è il rumore dl calcio. E poi naturalmente lefarfalle nello stomaco prima di giocare la parti-ta, lʼemozione di giocare guardati da centinaia ecentinaia di persone, il groppo alla gola che nonti permette di dare il massimo di te, che ti frena,

che tʼimpedisce d mettere quella grinta che ser-ve alla squadra di andare avanti, per fare gol eper vincere. Ma finalmente, il tanto agognato,sospirato e desiderato momento: il gol. Perder-si nella folla di tifosi che urlano il tuo nome, icompagni addosso a te che festeggiano, che tidanno pacche di congratulazione, un unicogrande boato: lo stadio. Metaforicamente perme il calcio è una grande torta, ma io ne ho as-saggiata solo un cucchiaino.

Ambra Zulli IIA

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• Il mondo in una scuola •

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La Redazione ringrazia il Dirigente Scolastico Prof. Renato Monteferrante, la Direttrice Amministrativa e tutti i docenti dellaScuola che hanno collaborato con il giornale “il Mondo in una Scuola” .Un grazie particolare alla Redazione de “Il Centro” di Lanciano nella persona del Dott. Andrea Mori e la redazione di Pescaraper la squisita disponibilità e la generosa collaborazione.