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INDICE

Sintesi del progetto 3

Gli scenari dei biocombustibili: il caso dell’Olio Vegetale Puro 4

Aspetti normativi per la produzione di energia da Olio Vegetale Puro 6

Esperienze realizzate in Italia sulla filiera dell’Olio Vegetale Puro 8

Criteri per lo sviluppo di una filiera aziendale 11

Le aziende e le filiere individuate dal progetto 12

Fase agricola: la produzione del seme 13

Fase di estrazione dell’olio 14

Valutazioni tecniche 16

Valutazioni economiche 18

Valutazioni ambientali 22

Conclusioni 26

Riferimenti bibliografici 27

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Sintesi del progetto

Il progetto S.I.En.A. – Olio Vegetale Puro, promosso e finanziato dalla Regione Toscana e dalla Fon-dazione Monte dei Paschi di Siena, ha avuto l’obiettivo di promuovere filiere pilota toscane per leattività di produzione di semi oleosi, estrazione meccanica dell’olio vegetale e suo successivo im-piego per la produzione di energia termica, elettrica o meccanica. Il progetto si inserisce nel quadro delle iniziative volte al rispetto degli impegni derivanti dal proto-collo di Kyoto e dagli obiettivi dell’Unione Europea al 2020 relativi alla riduzione dei gas ad effettoserra in atmosfera e allo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.

Il progetto ha coinvolto alcune aziende agricole del territorio senese, che hanno partecipato sia allacoltivazione delle colture oleaginose (girasole) che alla fase di valorizzazione energetica dell’olioprodotto, e ha avuto i seguenti ulteriori obiettivi: • mettere a punto e collaudare aspetti tecnici legati alla produzione della materia prima agricola e

alla sua conversione energetica; • quantificare, attraverso le attività del progetto, le ricadute socio-economiche e ambientali delle fi-

liere realizzate, attraverso l’individuazione di specifici indicatori;• realizzare adeguate iniziative formative, divulgative e informative a favore di agricoltori, altri ope-

ratori del settore e cittadini, con lo scopo di far conoscere i risultati e favorire il trasferimento di in-novazione in altre realtà della Toscana con contesti socio-economici e ambientali simili;

• collaudare modelli organizzativi innovativi per la produzione e l’utilizzo di biocarburanti liquidinel quadro degli incentivi previsti a livello nazionale e regionale e in linea con gli orientamentidefiniti dal Piano Regionale di Azione Ambientale (PRAA) e dal Piano di Indirizzo Energetico Re-gionale (PIER).

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Gli scenari dei biocombustibili: il caso dell’OlioVegetale Puro

1. La crescita deLLa produzione di biocombustibiLi neL mondo e in europaPer bioliquidi si intendono in genere i combustibili liquidi derivati da materie prime vegetali ad altocontenuto energetico, quali acidi grassi e zuccheri, utilizzabili per sostituire i combustibili fossili. I provvedimenti normativi nati dalla duplice esigenza di ridurre le emissioni climalteranti provocatedai combustibili fossili e di utilizzare fonti energetiche rinnovabili alternative al petrolio, hanno fa-vorito una notevole crescita della loro produzione nei Paesi occidentali: in prevalenza bioetanoloda mais e canna da zucchero in America e biodiesel da colture oleaginose in Europa. Secondo dati REN21, la produzione di biocombustibili nel mondo ha sfiorato nel 2009 i 60 milionidi tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep), arrivando a coprire quasi il 5% del consumo di carburantida trasporto. Nell’Europa a 27, terzo produttore mondiale dopo Stati Uniti e Brasile, il consumo dibio carburanti è cresciuto dal 2% al 4% tra il 2006 e il 2009, raggiungendo secondo gli ultimi datiEurObserv’ER i 12 Mtep. Tuttavia nel 2009 l’incremento ha subìto una notevole flessione rispetto aglianni precedenti (+18% contro i tassi del 30% del 2008 e del 41% del 2007). Ancora più lenta rispettoai consumi è stata la crescita della produzione europea di biocarburanti (+ 16%).Questo rallentamento sembra allontanare l’ambizioso obiettivo del 10% di combustibile rinnovabilenei trasporti che l’Unione Europea si è assegnata per il 2020 (vedi cap. Normativa) e che, secondo l’USDA,incrementerà in ogni caso le importazioni dei semi da olio e dell’olio vegetale dalla Russia e dall’Ukraina.

2. iL rapporto tra produzione di biocombustibiLi e ciboNon è da escludere che una causa di questo rallentamento sia dovuta alla diversa prospettiva concui in Europa e nel mondo si guarda ai biocarburanti, a partire dalla crisi dei prezzi agricoli del 2007. Il rapporto sullo stato della sicurezza alimentare della FAO del 2008, ad esempio, pur evidenziandole opportunità che una crescita del settore può comportare per i paesi poveri, sottolinea come la fi-losofia di intervento di alcuni paesi occidentali (in particolare i sussidi alle produzioni, le barriereall’importazione e le quote minime di biocarburanti da aggiungere ai combustibili fossili), abbianocreato una crescita troppo rapida, generando notevoli costi economici, sociali ed ambientali. Una crescita eccessiva della produzione di biocombustibili entrerebbe in diretta competizione perl’uso della terra con le produzioni agricole. Ne consegue che i biocombustibili contribuirebbero adaumentare i prezzi dei prodotti agricoli, danneggiando gli strati più poveri della popolazione urbananei paesi il cui fabbisogno alimentare è fortemente dipendente dalle importazioni di cibo o da sistemilo cali di agricoltura familiare. Tuttavia la misura dell’impatto dei biocarburanti sui prezzi agricoli varianotevolmente nelle stime riportate in letteratura, anche se c’è concordanza su una correlazione po-sitiva. Inoltre nella comunità scientifica sussistono pareri discordi sull’efficienza energetica delle attualifiliere agroindustriali dei biocombustibili e sul loro effettivo contributo alla riduzione dei gas serra.

3. L’oLio VegetaLe puro e L’approccio deLLa fiLiera cortaIn realtà i parametri di efficienza energetica e riduzione delle emissioni serra variano notevolmentein base allo specifico contesto locale di coltivazione e di organizzazione dell’intera filiera di trasfor-mazione, trasporto e consumo. Il vantaggio di filiere locali su piccola scala, quali quelle proposte dal progetto S.I.En.A., è di con-sentire agevolmente il controllo di questi parametri. Una prima scelta di scala fondamentale, nel caso dell’olio combustibile, riguarda l’impiego di OlioVegetale Puro al posto del biodiesel. Questa scelta riduce i costi economici ed energetici di produ-zione del biocombustibile, dal momento che elimina una fase di trasformazione (la di-esterificazione)che normalmente avviene in grandi impianti industriali. Oltre ai tradizionali criteri che possono notevolmente influenzare la sostenibilità ambientale della

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filiera di produzione del biocombustibile – in particolare gli input chimici, idrici ed energetici im-piegati – hanno rilevanza crescente due criteri che implicano anche un diverso modo di concepirele scelte agronomiche:– la valorizzazione di tutti i possibili co-prodotti ottenibili da una coltura: nel caso di una coltura

oleaginosa ad esempio, oltre agli impieghi dell’olio, l’impiego del panello residuo dalla spremiturae della biomassa residua (es. come sovescio per restituire sostanza organica al terreno). La valuta-zione dei coprodotti modifica notevolmente non solo il bilancio economico, ma anche quelloenergetico e ambientale di una coltura;

– l’integrazione della produzione di biocombustibili negli ordinamenti colturali esistenti. L’inseri-mento ad esempio di determinate colture non food in rotazione con tradizionali colture alimentari(es. mais, grano) può favorire la restituzione di sostanza organica a terreni impoveriti dalla mono-successione colturale. Addirittura un medesimo prodotto – ad es. l’olio di semi di girasole – puòavere prima un impiego alimentare (frittura) e successivamente un impiego energetico.

4. in concLusioneSi delineano quindi diversi scenari di sviluppo dei biocombustibili, in base alla scelta tra due approcciparzialmente alternativi:• un approccio impostato esclusivamente su criteri di pianificazione energetica su vasta scala, che

tende a privilegiare lo sviluppo di grandi filiere agroindustriali, basate sulla minimizzazione deiprezzi del prodotto energetico e sul ricorso a massicce importazioni da Paesi terzi;

• un approccio che privilegia criteri di pianificazione agronomica e di valutazione ambientale e ladiffusione di piccoli sistemi locali di produzione integrata di materie prime alimentari e di materieprime non food (energetiche ma non solo).

Questo secondo approccio probabilmente non è in grado di fornire una soluzione alternativa agli obiet-tivi energetici dei Paesi sviluppati, ma può offrire un contributo parziale e influenzare positivamente icriteri generali della pianificazione energetica. In tal senso la Direttiva 2009/28/CE sulle energie rinno-vabili, ha introdotto per la prima volta dei criteri restrittivi per la riduzione effettiva delle emissioni serradelle filiere dei biocarburanti, a partire dalla fase agricola e dalla tipologia delle aree di coltivazione.

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Aspetti normativi per la produzione di energia daOlio Vegetale Puro

L’impiego dell’Olio Vegetale Puro (OVP) per la pro-duzione di energia, previsto nel quadro delle poli-tiche comunitarie e nazionali di sviluppo dellefonti energetiche rinnovabili, stenta a svilupparsi alivello nazionale per una serie di problematicheancora non risolte. Incidono in particolare gliaspetti normativi e fiscali, a causa dell’eccessivabu ro cratizzazione dell’attuale procedimento, so-prattutto per quanto concerne:• il regime delle accise nella produzione di energiae il deposito fiscale;• il regime di incentivo e il sistema di tracciabilitàdegli oli vegetali puri;• il regime fiscale sul reddito.D’altra parte l’introduzione dell’Olio Vegetale Puro

nella legislazione nazionale, che risale al 2005 col Decreto Legislativo 128 del 30 maggio, è relativa-mente recente e quindi la normativa necessita di ulteriori aggiornamenti e semplificazioni. Nel Decretol’OVP viene definito co me: “olio prodotto da piante oleaginose mediante pressione, estrazione o pro-cessi analoghi, greggio o raffinato ma chimicamente non modificato, qualora compatibile con il tipodi motore usato e con i corrispondenti requisiti in materia di emissioni” (Allegato I lettera l).

1. iL regime deLLe accise neLLa produzione di energia e iL deposito fiscaLeCon la Direttiva 2003/96/CE relativa alla tassazione dei prodotti energetici, recepita dal DL 26 del 2febbraio 2007, per quanto riguarda l’OVP si passa dal concetto di tassazione sulla base del combu-stibile sostituito dall’olio, al concetto di un regime di deposito “più snello e leggero”. Il soggetto obbli-gato al versamento dell’accisa è il produttore dell’Olio Vegetale Puro, soggetto registrato al l’Agenziadelle Dogane ai fini del “Deposito fiscale”. In particolare tre Circolari dettano le istru zioni amministrativerispettivamente per l’e sen zione/applicazione dell’accisa nella produzione di ener gia elettrica, nel-l’impiego dell’Olio Ve getale Puro per i motori a gri coli (trattori) e nel la produzio ne di energia termica(Circolari n. 17/D del 28.05.2007, n. 37/D del 28.12.2007, n. 32/D del 05.08.2008). Ai sensi della Direttiva 2003/96/CE è esente dall’acci -sa la produzione, diretta e indiretta, di energia elettri -ca con impianti obbligati alla denuncia (tabella Apun to 11). Inoltre è esente dall’accisa la produzionedi energia elettrica con impianti alimentati da fontirinnovabili con potenza non superiore a 20 kW. Èesente dall’accisa anche l’impiego di Oli Vegetali Puriper lavori agricoli, orticoli, in allevamento, nella sel-vicoltura e piscicoltura e nella florovivaistica (tabellaA punto 5). L’efficacia di tale esenzione è però su-bordinata all’approvazione da parte della Com-missione Europea, che finora non c’è stata. Inquesta fase transitoria l’Agenzia delle Do ga ne,consiglia di applicare l’accisa del combusti-bile equivalente, corrispondente a quel la ap-plicata all’olio combustibile denso (BTZ).

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Inoltre, analogamente a quanto previsto per il biodiesel, la finanziaria 2007 ha stabilito il primo con-tingente nazionale di OVP esentato dall’accisa per un importo fino a 1 milione di euro, riservato all’au -toconsumo di OVP a fini energetici nell’ambito dell’impresa agricola singola e associata. Talepos sibilità non si è purtroppo concretizzata per la mancanza di norme applicative da parte degli Orga -ni competenti.Altra agevolazione per il settore agricolo deriva dalla Legge n. 222 del 29 novembre 2007 (art. 26comma 4 bis): “Gli imprenditori agricoli che producono oli vegetali, non modificati chimicamente, eli impiegano, per autoconsumo quale carburante nel parco macchine aziendale, fino a un quantitativoannuo di 5 tonnellate, non sono soggetti al regime di deposito fiscale relativo alla produzione, tra-sformazione, detenzione e cessione soggetti ad accisa”.

2. autorizzazioni, incentiVi e tracciabiLità degLi oLi VegetaLi puriLa Conferenza unificata Stato-Regioni ha recentemente definito le linee guida per l’autorizzazionealla costruzione e all’esercizio di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (pubblicatesulla Gazzetta Ufficiale del 18 settembre 2010), dando finalmente attuazione al Decreto legislativo387 del 2003.Inoltre dopo un lunghissimo iter di oltre 17 mesi è stata approvata la Legge n. 99 del 23 luglio 2009“Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”,che ha stabilito gli incentivi per la produzione di energia elettrica da biomasse e quindi anche perl’OVP. Tali incentivi si differenziano in base alla potenza degli impianti, in particolare:• per impianti di potenza non superiore a 1 MW elettrico si applica la tariffa omnicomprensiva di

0,28 €/kWh immesso in rete, a condizione che l’OVP sia tracciato attraverso il sistema integratodi gestione e di controllo previsto dal Regolamento (CE) n. 73/2009 del 19 gennaio 2009. Dovràessere prodotto da piante oleaginose coltivate dagli stati membri dell’Ue e le cui superfici sianotracciate attraverso il sistema del fascicolo aziendale. Nel caso in cui l’impianto utilizzi OVP diprovenienza extraeuropea la tariffa è ridotta a 0,18 €/kWh;

• per impianti di potenza superiore a 1 MW elettrico si applica il Certificato Verde moltiplicato perun coefficiente di 1,8 nel caso in cui l’OVP sia ottenuto da colture oleaginose coltivate entro unraggio di 70 km dall’impianto oppure ottenuto nell’ambito di intese di filiera o contratti quadro.In tutti gli altri casi il coefficiente moltiplicatore è pari a 1,3.

In attuazione della Legge 99/2009 il Mi.P.A.A.F. ha redatto la Circolare n. 5520 del 31 marzo 2010relativa al sistema di tracciabilità degli OVP per la produzione di energia elettrica, attribuendo al-l’AGEA la competenza in materia di applicazione del sistema integrato di Gestione e Controllo, colsupporto del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN). L’AGEA ha predisposto una specificacircolare, trasmessa agli attori della filiera, in data 21/06/2010 prot. 473, nella quale si disciplinanole modalità operative a cui i soggetti partecipanti alla filiera della tracciabilità degli OVP devonoattenersi.

3. iL regime fiscaLe suL redditoLa finanziaria 2007 al comma 369 estende il possibile campo di azione dell’azienda agro-energeticaanche alla produzione e impiego dei biocarburanti: “la produzione e la vendita di energia elettrica etermica ottenuta da fonti rinnovabili agroforestali e fotovoltaiche, nonché la produzione e cessione dibiocarburanti, effettuata da imprenditori agricoli costituiscono attività connesse ai sensi dell’art. 2135del Codice Civile, e si considerano pertanto produttive di reddito agrario”. È necessario però che al-meno il 51% dei semi oleosi destinati alla produzione di OVP provengano dalla stessa impresa agri-cola. Pertanto i redditi derivanti dalla vendita dell’energia elettrica, dagli eventuali Certificati Verdi,dalla vendita dell’OVP e dell’energia termica ottenuta dalla combustione dell’olio, non sono soggettia ulteriori imposte sul reddito, se non quelli su base catastale, relativi alle particelle coltivate.

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Esperienze realizzate in Italia sulla filiera dell’OlioVegetale Puro

1. iL progetto Life - VoiceLife -VOICE (Vegetable Oil Initiative for a Cleaner Environment) è un progetto condotto dal CREAR-Università di Firenze per l’uso diretto di Olio Vegetale Puro come combustibile in alternativa o in in-tegrazione ai combustibili fossili. La Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea hafinanziato il progetto VOICE nell’ambito del programma Life-Ambiente. Lo scopo principale del progetto è stato lo sviluppo di modelli, basati sia su filiera corta che su filiereindustriali, per la produzione di olio vegetale destinato alla produzione di energia ed al trasporto inambito rurale, in modo da contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla “Direttiva Biocar-buranti” e dalla “Direttiva sulle Fonti Rinnovabili di Energia”.

Le attività più innovative all’interno del progetto hanno riguardato la definizione delle specie olea-ginose più interessanti e delle migliori modalità col turali, l’analisi e lo sviluppo delle tecnologie diestrazione (presse e filtri ed estrazioni industriali), l’adattamento dei sistemi di conversione energeticaper la produzione di energia elettrica e calore (motori, microturbine, bruciatori per serre) e per l’uso diOlio Vegetale Puro nei trasporti agricoli (trattori modificati), tenendo presente che l’olio vegetale, a tem-peratura am biente, ha una viscosità superiore di un ordine di grandezza a quella del diesel e un minorepotere calorifico inferiore, compensato in parte da una maggiore densità per unità di volume.Per la cogenerazione, è stato installato presso l’azienda agricola “Tommasi” di Coltano (PI) un cogene-ratore Senertec Dachs, in grado di produrre circa 5 kWe e 10 kWt alimentato con olio prodotto dallecoltivazioni aziendali (lino e girasole). A conclusione del progetto Life-VOICE l’azienda agricola “Il Trebbiolo” di Fiesole (FI) ha deciso di in-stallare un sistema completo di cogenerazione a olio che, dal seme, arriva fino alla produzione dienergia elettrica, riscaldamento e condizionamento estivo. Il sistema si basa su un impianto di estra-zione per oleaginose composto da due presse, capaci di elaborare circa 250-300 kg/h di seme. L’oliofiltrato (80-100 kg/h) viene dunque inviato in due serbatoi di stoccaggio da 25 m3/cad che rappresen-tano il deposito per il cogeneratore. Il motore alimentato con l’olio prodotto è capace di erogarecirca 430 kWe e 480 kWt. Il calore prodotto viene utilizzato per il riscaldamento della struttura ricettiva

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e di due piscine. Durante il periodo estivoil sistema, in assetto trigenerativo, è capacedi effettuare il raffrescamento degli stabili,permettendo l’estensione del periodo diutilizzo del calore.Il sistema dell’azienda “Il Trebbiolo” rap pre -senta un esempio di uso altamente effi-ciente della biomassa liquida ed è stata unafra le più importanti esperienze toscane, ca-pace di affrontare e risolvere le problemati-che tecniche e normative emerse durante lefasi di progettazione, autorizzazione ed in-stallazione.

Per ulteriori informazioni:http://www.crear.unifi.it/

2. L’esperienza di Kòmaros agroenergie“Kòmaros Agroenergie Srl” di Osimo (AN) è una società nata nel febbraio 2007 su iniziativa di ungruppo di agricoltori e imprenditori del settore, con lo scopo di produrre energia rinnovabile dalle risorseagricole locali. La società è per un terzo di proprietà della “Ital Soc. Coop. Agr.”, una cooperativa cheraggruppa circa 100 agricoltori, e per i restanti due terzi di sei soci fra tecnici e imprenditori agricoli.I semi di girasole arrivano alle strutture di primo stoccaggio, dove avviene la misurazione delle im-purità e del contenuto idrico, che sono mediamente del 5% e del 7%. Il seme è sottoposto a un pro-cesso di pulitura per ridurre le impurità al 2%. Il contenuto di olio nel seme è mediamente del 43%.Una volta pulito, il seme viene trasportato automaticamente in tre presse a freddo poste in serie, conuna capacità produttiva media di circa 150 kg/ora ciascuna (100 kg di panello e 50 kg di olio, conuna perdita media di 2 kg/ora). Il rendimento di spremitura è del 30-33%.Dopo la pressatura a freddo l’olio subisce la prima filtrazione della torbidità mediante un filtro a pia-stre composto da 20 piastre da 16 litri ciascuna e provviste di telo filtrante lavabile.Prima dell’immissione dell’olio nella cisterna di stoccaggio, con capacita di 25 m3, l’olio subisceun’ulteriore filtrazione di sicurezza con un filtro a manica.L’oleificio ha una capacità produttiva dicirca 2.500 litri di olio pulito ogni 15 ore dilavoro in continuo. Il panello proteico pro-dotto dalla filtrazione viene stoccato tem-poraneamente all’interno della struttura cheospita l’oleificio, prima di essere vendutoad alcuni allevamenti locali, sia da carneche da latte, a un prezzo di 150-160 €/t.L’oleificio, al fine di garantire l’autosuffi-cienza energetica, è dotato di un im-pianto fotovoltaico con po tenza in stallatadi 20 kWe, gestito in regime di scambiosul posto.La chiusura della filiera energetica si rea-lizza con l’impiego dell’olio in un gruppocogenerativo installato presso l’impiantosportivo “Palarossini” di Ancona.

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L’impianto è composto da un motore MAN con potenza elettrica di 420 kW, adatto all’uso dell’oliocon un sistema a “doppio serbatoio” allestito in un container. Il consumo di olio vegetale del motoreè di circa 2,5 t/giorno, pari a circa 232 g/kWh.Il consumo annuo è pari a circa 650 t di olio, di cui il 55% olio di girasole prodotto direttamente daKòmaros e la restante parte acquistato sul mercato (olio tracciato UE di soia o colza).L’energia elettrica è ceduta in rete per mezzo di una cabina elettrica che consente la trasformazioneda bassa a media tensione. La cessione di energia elettrica alla rete è pari a circa 2.600 MWhe/anno,pagati in base alla tariffa omnicomprensiva 280 €/MWhe. La potenza termica cogenerata è resa inparte all’acqua (200 kWt) e in parte recuperata dai fumi di scarico (250 kWt). La cessione di energia termica al Palarossini è di oltre 550 MWht/anno, fatturati ad una tariffa pari a50 €/MWh.

dati tecnico-economici

▼ Investimento totale oleificio cooperativo: 200.000 €▼ Costo di acquisto del seme: 300 €/t▼ Produzione media annua di olio: 350 t▼ Produzione media annua di panello: 700 t▼ Prezzo di vendita del panello: 150-160 €/t▼ Potenza utile installata del cogeneratore: 420 kW▼ Energia elettrica erogata: circa 2.600 MWh/anno▼ Prezzo di vendita energia elettrica: 280 €/MWhe▼ Energia termica erogata: 550 MWh/anno▼ Prezzo di vendita energia termica: 50 €/MWht▼ Consumo di olio: 650 t (55% prodotto da Kòmaros, 45% olio tracciato UE acquistato sul mercato)▼ Investimento totale: 588.000 € (di cui 60.000 € per la cabina elettrica)

Per ulteriori informazioni: http://www.komarosagroenergie.it/

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immagini: file 050 (impianto)

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Criteri per lo sviluppo di una filiera aziendale

Il modello di riferimento per la filiera dell’olio vegetale è l’oleificio decentralizzato che prevede larealizzazione di un impianto di spremitura locale al quale le aziende agricole conferiscono il semee ritirano sia l’olio sia il panello, nel caso in cui quest’ultimo possa essere valorizzato nell’allevamentoanimale aziendale.Nell’ambito del progetto, per l’individuazione delle aziende agricole è stato predisposto un questio-nario per raccogliere i dati necessari alla successiva fase di selezione delle aziende dotate dei miglioriprerequisiti per lo sviluppo di una filiera aziendale dell’olio vegetale. Oltre alla superficie aziendalee agli indirizzi produttivi, sono stati raccolti dati relativi alle caratteristiche del parco macchine (trat-tori, pompe di irrigazione…) e ai consumi termici ed elettrici.

I principali prerequisiti favorevoli all’inserimento di una filiera dell’olio vegetale sia per la trazioneche per la cogenerazione sono:

• presenza di un allevamento animale (bovini, suini, equini, ovini);

• elevati carichi termici, possibilmente estesi anche al periodo estivo;

• elevati consumi di gasolio per macchine agricole (trattori) e/o pompe di irrigazione;

• presenza di trattori di grossa taglia con non più di 3-4 anni di età impiegati per più di 600 oreannue.

1. aLLeVamento animaLeLa presenza di un allevamento animale consente la massima valorizzazione economica del panelloproteico, elemento questo fondamentale per la sostenibilità economica del progetto di filiera. Dueterzi del seme di girasole è trasformato in panello e un terzo in olio; la filiera agricola dell’olio vegetaleoffre quindi la possibilità di incrementare la produzione locale di proteina indirizzata agli allevamentianimali locali.

2. cogenerazione e impieghi deLL’energia termicaNell’ottica di valorizzare l’olio in un piccolo cogeneratore (CHP) aziendale sono da ricercare situa-zioni in cui ci sia un carico termico/frigorifero il più possibile costante nel corso dell’anno (es. ca-seificio). Riguardo al dimensionamento la potenza termica del CHP dovrebbe essere calcolata nonsulla richiesta termica di punta, ma su un valore inferiore (indicativamente circa il 30% della stessa),in modo da valorizzare adeguatamente il calore prodotto dal CHP. Tuttavia, le migliori condizionienergetico-ambientali e di redditività dell’investimento per la cogenerazione basata sul modello del-l’oleificio decentralizzato si verificano nel caso di CHP nel range 200-400 KWe in cui si riesca a va-lorizzare non meno del 60% dell’energia termica.

3. biocarburante per trattoriNel caso in cui l’olio sia impiegato in trattori agricoli, è opportuno verificare che ci sia una differenzadi prezzo tra gasolio agricolo e olio vegetale di almeno 10 cent€/litro. La migliore redditività dell’in-vestimento, per la realizzazione della modifica al motore, si ha nel caso di trattrici con potenza su-periore ai 150 kW (consumo ca. 25 l/ora) con un grado di impiego di 800-1.000 ore/anno.

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