gcs news giugno 2011
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Giornalino mensile GCS News giugno 2011TRANSCRIPT
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a meno, ma non prima, dell'intervento dello
Spirito Santo. L'esperienza nobile ed alta del
cristiano in tempo di travaglio è un'evidenza
della manifestazione dell'opera dello Spirito
Santo.
C. H. Spurgeon
IL RITRATTO DEL CRISTIANO
SOMMARIO:
Il ritratto del cristiano 1
Attualità 2
Porte del paradiso e
fiamme dell’inferno
3
Io e Dio 4
Riunione delle donne 5
Un pensiero per te… 5
Novità 6
Riunione degli uomini 7
mensile di informazione
Notiziario gratuito ad uso interno
G I U G N O 2 0 1 1
N U M E R O 2 ; A N N O 2
Vengono le difficoltà, tempeste di prove, ed
egli può sfidare la tempesta dicendo: "Noi
sappiamo che tutte le cose cooperano al
bene di quelli che amano Dio" (Rom. 8:28).
Se gli muoiono dei figli o il coniuge è con-
dotto alla tomba, può ripetere: "L'Eterno ha
dato, l'Eterno ha tolto; sia benedetto il no-
me dell'Eterno" (Giob. 1:21).
Quando la terra è improduttiva e il raccolto
viene meno; il futuro della sua attività è dub-
bio e tutto sembra disastroso e magari cade
in povertà, dirà ancora: "...il fico fiorirà, non
ci sarà più frutto nelle vigne, il prodotto dell'ulivo fallirà, i campi non daranno più ci-
bo, i greggi verranno a mancare negli ovili, e
non ci saranno più buoi nelle stalle; ma io mi
rallegrerò nell'Eterno, esulterò nell'Iddio
della mia salvezza" (Abac. 3:17).
L'incontrerete poi su un letto, infermo, e
anche lì vi dirà: "È stato un bene per me l'es-
sere afflitto... Prima che io fossi afflitto, an-
davo errando, ma ora osservo la Tua paro-
la" (Salmo 119:71,67).
Quando, alla fine, si avvicinerà alla valle buia
dell'ombra della morte, lo sentirete mormo-
rare: "Quand'anche camminassi nella valle
dell'ombra della morte, non temerei male
alcuno, perché Tu sei con me; il Tuo basto-
ne e la Tua verga son quelli che mi consola-
no"(Salmo 23:4).
Ora vi chiedo, cos'è che rende quest'uomo
calmo in mezzo alle difficoltà e ai travagli
personali, non è forse lo Spirito di Dio? Oh
voi che dubitate dell'influenza dello Spirito
Santo, provate a vivere come essi vivono, e
se potrete dimostrare la stessa calma, la
stessa gioia serena, la stessa fiducia incon-
trollabile che tutte le cose cooperano al be-ne, allora potrete prendervi la libertà di fare
Salmi 86:11 Insegnami la
tua via, o Eterno, e io
camminerò nella tua ve-
rità; unisci il mio cuore al
timore del
tuo nome
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Yara e Sarah: due nomi che chiunque possieda una televisione a casa non può non conoscere, sono diventate ormai da mesi il simbolo della violenza che affligge il nostro paese e insieme, della difficol-tà di fare giustizia e del desiderio di giustizia che anima ogni uomo. Per quanto sia necessario fare cronaca, questi argomenti così brutali hanno per un lungo periodo letteralmente monopolizzato l'atten-zione dei principali mezzi di informazione e conqui-stato un'importanza maggiore di temi di interesse generale, che toccano la vita degli italiani, come la crisi economica o le scelte di politica energetica. Perché? A ben guardare sembra che queste storie abbiamo un filo rosso che le lega. Si tratta di delitti che potremmo utilizzare come trama di un roman-zo giallo, storie torbide di famiglie “normali”, che riguardano vitti-me giovani e indifese e che inevitabilmente finiscono per suscitare una curiosità che a tratti sembra quasi morbosa. Insomma che sia per desiderio di informarci o solo per avere compagnia mentre laviamo i piatti, grazie alla televisione que-ste torbide storie le conosciamo tutti e per questo la riflessione è necessaria. Due le scene su cui vorrei puntare l'attenzione: un arresto e un funerale. Mi riferisco all'arresto di Co-sima Serrano, accusata di concorso morale in omi-cidio. In quell'occasione una folla di gente di Ave-trana si è riunita davanti alla casa della donna ed ha esultato con applausi, fischi e perfino sputi per l'ar-resto di quella che evidentemente loro già reputa-no una colpevole. La nostra società ha bisogno di giustizia e la vuole in fretta. Siamo tutti animati dal desiderio di vedere le cose cambiare, i colpevoli assicurati alla giustizia, le vittime vendicate. Ma la questione importante è: siamo sicuri che questo soddisferà la nostra sete di verità? Siamo certi che porrà un freno alla violenza dilagante? La realtà è che, a prescindere dal giusto corso che la legge deve fare, non c'è vera giustizia in questo mondo, perché come diceva l'apostolo Paolo nella lettera ai Corinzi 1:30: “Cristo è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione”. Al di fuori di Lui, tutto quello che pos-siamo fare è impegnarci in una specie di Cluedo
ATTUALITA’
YARA E SARAH: LE VITTIME INNOCENTI, LA VENDETTA E LA GIUSTIZIA.
nazionale, in cui ogni giorno spuntano nuovi indizi per trovare l'assassino. Ma questo non ci edificherà, non darà risposte alle nostre domande e non ac-quieterà i moti del nostro animo. La seconda scena è quella del funerale di Yara. Due genitori affranti, i compagni di scuola e l'intero pae-se, il prete che pronuncia un'accorata omelia in ri-cordo della giovane. Nessun grido di rabbia, nessun grido di vendetta: è una folla che ha pianto e prega-to, quella che ha dato l’addio a Yara. “C’è una pre-ghiera che fatichiamo a rivolgere al Signore - recita-va la preghiera dei fedeli - ed è quella per coloro che hanno fatto questo: trovino il coraggio di pen-tirsi”. Ma come fare a coltivare ancora la speranza per una famiglia, una comunità intera che ha perso una figlia nel modo in cui è stata persa Yara? “Venite a me - dice Gesù, nel brano del Vangelo di Matteo - voi che siete stanchi e oppres-si, e io vi darò ristoro”. Ma il peso è troppo grande, il dolore è troppo forte e le parole di Gesù sembra-no suonare come una provocazione. Non si può andare avanti umanamente, la scomparsa e la mor-te di un figlio sono dolori che si portano per tutta la vita. E non c'è soltanto il peso della morte ma an-che quello del male. Tutti noi cerchiamo nella nostra vita di cristiani di vivere coltivando i valori dell'onestà, della fiducia e della fede, dell'amore. Ma all'improvviso, anche di fronte a questi avvenimenti, è come se un ponte fosse crollato. Le assi si sono sgretolate e noi da soli, non siamo in grado di ricostruire il percorso per continuare ad andare avanti, per superare l'ostacolo, per conti-nuare a vivere. La tentazione sarebbe quella di ar-rendersi di fronte a queste aberrazioni dell'uomo, di fronte alla violenza e al sopruso. Possiamo pro-seguire il nostro cammino? Noi non possiamo far-cela a ricostruire questo ponte. Ma l’asse su cui co-minciare a camminare di nuovo c’è: è la croce di Cristo, che ci parla del suo amore, della sua salvez-za e della sua giustizia. Anna Maria Cantarella
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Entrando non si può fare a meno di scorgere, con
compiacimento, la magnifica scenografia che occupa
il palco. Un telo argenteo funge da fondale, in cen-
tro una porta dorata fa da protagonista e, accanto,
sopra un magnifico piedistallo troneggia un libro; ad
un certo punto le luci si abbassano, una musica dol-
ce risuona, degli angeli silenziosamente entrano in
scena, e dal corridoio centrale si scorge la figura di
Gesù china sotto il peso della croce; ormai stanco
si accascia, di colpo dei lampi, poi buio, e poi ancora
lampi, e lì una folla urlante corre verso la figura che
giace a terra ed inveisce con tutta se stessa. Lo
spettacolo che si consuma sotto gli occhi delle per-
sone non è dei più belli; quell’uomo viene maltratta-
to, picchiato, vengono conficcati dei chiodi nelle mani e nei piedi e poi infine viene messo, ormai
quasi esanime, sulla croce; la sua corona è una co-
rona di spine, e il diavolo esultante Lo vede spira-
re…. Sembra tutto finito! Le luci sono basse, il fiato
sospeso… ma, in un momento, Lui si libera, scende
all’inferno e mostra al diavolo la sua potenza, vin-
cendo la morte e donando a noi, attraverso quel
dolore, un regalo unico: la vita eterna. Sta poi a noi
accettarla… o rifiutarla. Così comincia “Porte del
Paradiso e fiamme dell’Inferno” una rappresentazio-
ne molto intensa che abbiamo avuto l’occasione di
interpretare nei giorni 14-15-16 Maggio nella nostra
chiesa. Questo tipo di esibizione fa parte del
“Reality Outreach Ministries” un tipo di missione
che utilizza una sorta di perfomance teatrale, ac-
compagnata conseguentemente da luci, suoni e co-
stumi, per evangelizzare ed enfatizzare l’importanza
e l’urgenza di accettare Gesù. Il “Reality Outreach
Ministries” è nato in America ma si è rapidamente
diffuso in tutto il mondo e i coniugi Chris e Debora,
cioè coloro che abbiamo avuto il piacere di ospita-
re, sono i direttori per quanto riguarda l’Inghilterra.
Questa coppia si occupa di scegliere all’interno del-
la chiesa che li ospita, all’incirca quaranta persone
alle quali poi insegnano, le scene, le battute, i tempi,
il tutto nel giro di tre giorni; oltre a questo si occu-
pa interamente della parte tecnica, cosa alquanto
impegnativa visto il notevole dispiegamento di at-
trezzature. E’ bello vedere l’affiatamento che nasce
dal costruire qualcosa insieme, soprattutto quando si fa per Dio e, anche se sono giorni intensi ed im-
pegnativi, nello stesso tempo sono giorni carichi di
gioia, di aspettative perché sappiamo che tanta gen-
te si avvicinerà a Dio tramite questa rappresenta-
zione. Basilare durante la preparazione è il tempo
dedicato alla preghiera, soprattutto nei giorni della
rappresentazione stessa; circa un paio di ore prima
dell’inizio si prega per ogni singola persona impe-
gnata, e quindi si sperimenta oltre all’unione inter-
personale, un’unione soprattutto spirituale; e parti-
colarmente l’attenzione delle preghiere è rivolta ad
ogni persona che, seduta nella sala, si identificherà,
in queste sere, in uno dei tanti personaggi che ver-
ranno di volta in volta rappresentati. Dopo la scena
iniziale della morte e della resurrezione di Gesù, si
apre una carrellata di situazioni che vanno dalla per-
sona anziana che ha passato tutta la vita seguendo Dio, a quella di alcuni giovani per cui l’unico inte-
resse è divertirsi o drogarsi; oppure dalla scena del-
la famiglia cristiana che ha subìto un duro lutto, a
quelli che pensano che ci sia sempre tempo per ac-
cettare Gesù; o ancora dalla divertente scena dei
muratori in cui uno evangelizza l’altro portandolo a
fare la preghiera della salvezza, alla scena della ma-
dre impegnata e della figlia che, le chiede ripetuta-
mente di venire in chiesa. E qui c’è un susseguirsi di
persone che vanno con Gesù e altre che vanno
all’inferno con il diavolo. La gente è rapita dall’esibi-
zione! Ogni sera di questi tre giorni, il pulpito è sta-
to gremito di persone che hanno accettato Gesù;
seduti al loro posto, mentre attoniti hanno guarda-
to la scena, si sono fatti un esame di coscienza e
hanno recepito il messaggio che la rappresentazione
vuole dare e cioè la “fugacità della vita”; a volte si
pensa di avere il mondo nelle mani, tutto va bene,
abbiamo i soldi, magari pensiamo che basti fare un
po’ di bene per meritarci di avere la vita eterna e
pensiamo, che forse una volta vecchi, potremmo
anche considerare di accettare Gesù ma…. “Il do-
mani non è nostro”. Dio ci dà sempre la possibilità
di arrenderci a Lui fino a quando siamo in vita. Alla
fine della rappresentazione una ragazza sola piange,
perché la mamma non l’ha voluta ascoltare, ed è
andata all’inferno, e lì Gesù è pronto ad accoglierla,
a consolarla e a fargli sentire il suo abbraccio e poi
la porta con sé. Le luci si affievoliscono e una coltre
di fumo chiude una scena davanti alla quale è impos-sibile rimanere indifferenti.
Alessia Lavore
EVENTI DEL MESE
PORTE DEL PARADISO FIAMME DELL’INFERNO
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IO E...DIO
ESSERE FIGLI DI CREDENTI: LIBERTA’ O COSTRIZIONE?
Sono nato in una famiglia evangelica, fatta di due
missionari che mentre dedicavano la loro vita a Cri-
sto e al Suo corpo (chiesa), hanno ricevuto cinque
figli di cui io sono il terzo. Come ho già raccontato
a qualcuno di voi, essere evangelici, olandesi in Pu-
glia, alti quanto la maestra in terza elementare, non
significa propriamente uniformarsi alla massa e
quando hai cinque,
sette, dieci, dodici anni, non e nemmeno semplice
sentirsi diversi, additati, giudicati negativamente,
guardati come quelli “strani”. Volevo essere libero
di usare le parolacce per far capire a chi me le dice-
va che non ero inferiore a nessuno, volevo essere
libero di picchiare per non soccombere mai…
volevo essere libero di fare tutto ciò che i miei ge-nitori pregavano che io non facessi. E non pregava-
no me, ma ovviamente pregavano Dio e Dio inter-
veniva con i suoi angeli e con il suo Spirito, creando
in me una confluenza di sensazioni straordinarie
forti, interessanti ma anche difficili da digerire ed
accettare. Grazie a queste preghiere nella mia fase
adolescenziale lo Spirito Santo albergava in me, Dio
mi accompagnava attraverso il suo Spirito. All'età di
quattordici anni arrivo l'occasione di tentare una
carriera cestistica venendo acquistato da una socie-
tà di serie A a mille chilometri da casa…e dopo un
anno di preghiere i miei genitori decisero di conce-
derci la “liberta” di provare quest'esperienza, dico
concederci perché sia io che mio fratello di un anno
più piccolo accettammo la sfida. All'improvviso, an-
dando ad abitare con altri ragazzi della nostra età,
curati da una signora che lavava, stirava
e cucinava presenziando solo di giorno….direi che
ci siamo sentiti liberi. In realtà lo scontro interiore
che avevo fin li vissuto tra impulsi spirituali ed im-
pulsi materiali divento uno scontro molto più duro
da affrontare dal momento che lo spirito continua-
va ad indicarmi ciò che Dio gradiva per me/noi. Man
mano la libertà intesa come un allentamento del
controllo diretto da parte dei miei genitori, accom-
pagnata da un'aridità relazionale con Dio , fece sì
che da cristiano divenni un semplice bravo ragazzo.
Intendiamoci ancora oggi apprezzo il gesto d'amore
che i miei genitori hanno avuto per me e mio fratel-
lo, responsabilizzandoci e ponendoci di fronte ad una grande opportunità di crescita e carriera abne-
gando se stessi ed il loro piacere/diritto di godere
della nostra giovinezza. Loro non hanno mai smesso
di pregare, di capirmi, di consigliarmi, di soffrire e di
gioire con me per quello che ero e facevo. Ero piut-
tosto io che iniziavo a nascondermi da loro. Nell'ar-
co di quattro anni avevo conosciuto ciò che il mon-
do offre…tutto ciò che il mondo offre. La libertà
mi faceva vivere la costrizione. COSA ERA LA LI-
BERTA'? Pensare, agire, mostrarsi, chiedere, otte-
nere, negare, divertirsi, sperperare come, quando e
se lo ritenevo opportuno. Giocando a pallacanestro
ricevevo anche uno stipendio per attuare ciò. Di
contro i miei genitori telefonicamente mi stimolava-
no a contattare la chiesa locale che loro stessi si
erano premurati di vagliare direttamente o indiret-
tamente. Insomma questo andazzo duro per ben
dieci anni , fra una citta e l'altra, una fidanzata e un'altra e un'esperienza all'estero e non. Ma il seme
che nella fanciullezza venne sparso ed annaffiato
non mori definitivamente mai. E verso i miei
vent'otto anni decisi di non rimandare più il mio
appuntamento con il piano di Dio per la mia vita,
ammettendo a me stesso che non vi e sesso, droga
o alcool, amicizia o viaggio che possa essere para-
gonato alla liberta di spirito che Dio Padre ha pro-
gettato per ognuno di noi attraverso il suo figliolo
Gesù. In lui ho riscoperto la visione soprannaturale
della vita, sia per quello che riguarda l'effetto di-
struttivo che Satana e i suoi angeli possono avere,
sia per quel che riguarda l'azione restauratrice che
la Trinità desidera attuare in chi ha subito distruzio-
ne.
E nata in me la fiducia verso Dio stesso, il completo
abbandono, la liberazione dal vizio, dalla lussuria,
dal fumo, dalla bestemmia, dal vano divertimento.
Nel contempo anche il mio rapporto con i miei ge-
nitori divenne pian piano migliore, anche perché
finalmente tornavo ad essere sulla stessa linea d'on-
da che loro vivevano.
Galati 5:1 “State dunque saldi nella liberta con la
quale Cristo ci ha liberati e non siate di
nuovo ridotti sotto il giogo della schiavitù.”
Peter Booy
5
Oratore: Rita Frisenna (Fisichella)
Dio non è alla ricerca di persone
che fanno di tutto per apparire
esteriormente, né di pratiche
religiose o tradizioni, né di riti
particolari per piacergli ma quel-
lo che Dio desidera è che le no-
stre vite siano arrese completa-
mente a Lui, che la nostra anima,
il nostro corpo e la nostra men-
te siano posti sul suo altare e
che insieme possano sprigionare un profumo di
odore soave gradito a Dio. Dio ha bisogno del
nostro cuore..
In Romani 12:1-2 Paolo dice di non conformar-
ci a questo mondo, di non accettare le cose del
mondo come naturali ma di presentarci a Dio
come un culto, come un sacrificio vivente. E il
nostro culto deve essere svolto con amore,
con dedizione e sentimento. Anche la fede
dobbiamo viverla nel modo giusto, per il mon-
do la fede è come vivere una religione, significa
andare qualche volta in chiesa, per altri può si-
gnificare partecipare a festività comandate, per
altri ancora osservare qualche comandamento,
o fare beneficienza. Invece, prima di ogni altra
cosa il culto che dobbiamo offrire al Signore
deve essere intimità, conoscenza, profondità
perché in Cristo siamo delle nuove creature. Il
RIUNIONE DELLE DONNE 31 MAGGIO 2011
LE NOSTRE VITE OFFERTE SULL’ALTARE DI DIO
mondo vive sotto la
legge del peccato, ma
noi siamo stati rigene-
rati, siamo nuove crea-
ture in Lui. Dio è alla
ricerca di persone sincere, dedite, appartate
per Lui. Ma a volte pur essendolo non ci sentia-
mo accettati o non sentiamo la sua approva-
zione e questo succede perché nel nostro cuo-
re c’è una motivazione sbagliata, un pizzico
d’orgoglio o qualche atteggiamento sbagliato.
Dobbiamo cercare di rimuovere tutte queste
cose chiedendo l’aiuto al Signore, a colui che ci
ama così tanto da non lasciarci così come sia-
mo, ma vuole trasformare e cambiare le nostre
vite.
La nostra carne vuole e tende sempre ad
emergere ma noi dobbiamo cercare di non per-
mettere che questo avvenga ma dobbiamo vive-
re sotto il controllo dello Spirito Santo che ci
guida e controlla le nostre vite. Solo in questo
modo vedremo la su a gloria manifestarsi nella
nostra esistenza, nelle guarigioni, nelle nostre
famiglie, nella chiesa ecc. Dio vuole il nostro
servizio, il nostro impegno ma più di tutto
vuole il nostro cuore e la nostra dedicazione.
Annarita Booy
Clinica “Giorgia” Catania
Cara sorella Maria, la chiesa ha pensato di dedicarti un pensiero e lo faccio anch’io perché insieme al no-
stro Signore abbiamo il desiderio di incoraggiarti e di benedirti insieme. Continuiamo a pregare per te e a
sostenerti affinché il Signore possa darti tanta forza, tanta gioia e possa riempirti costantemente del suo
amore e delle sue meravigliose benedizioni. Vogliamo presto vederti qui in chiesa, per abbracciarti e parla-
re un po’ con te. Ti aspettiamo e spero di venirti presto a trovare. Annarita Booy
UN PENSIERO PER TE……SORELLA MARIA ISGRO’.
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NOVITA’
RIUNIONE DELLE GIOVANI COPPIE
Quando si parla di
giovani coppie coniu-
gate, con prole o me-
no, le immagini che si
presentano ai nostri
occhi sono tra le più
svariate. Chi ancora,
sposina fresca, cammi-
na a tre metri da terra mostrando una fede ancora
lucida, capelli curati, make-up intatto e un vestiario
da copertina di “Vogue”. Chi magari, aspetta con
trepidazione il primo figlio, sorriso stampato sul
viso, un alone etereo circonda la sua figura arroton-
data e il marito, docile come un agnellino, sopporta
stoicamente gli sbalzi d’umore dell’amata moglietti-na. Ma arriviamo alle coppie con un figlio o più. I
segni di decadenza sono evidenti. Perennemente in
ritardo perché qualche bambino, all’ultimo minuto,
deve andare in bagno, passeggini sfrecciano sbatten-
do qua e là, la mamma si butta sopra un’agognata
seggiola ed esclama: “Sono stanca….” e dà il via a
una tiritera di lamenti sulla casa, i figli, il marito, i
soldi e chi più ne ha, più ne metta. E’ palese che la
nostra vita è cambiata, lontana dai tempi in cui
spensierati stavamo con gli amici, oppure eravamo
in chiesa e lavoravamo senza tregua, e dedicavamo
tanto tempo alla preghiera e allo studio della Paro-
la. Ora tutto è diverso. Troppo poco tempo da de-
dicare alla lettura, troppo poco tempo per stare
insieme, forse troppo poco tempo per pregare. Un
“help” è stato lanciato ed il pastore ha accolto con
attenzione la nostra richiesta: è nato il gruppo per
giovani coppie coniugate con e senza figli. I respon-
sabili di questo gruppo sono due care coppie la
Fam. Cantarella e la Fam. Musumeci, che hanno
avuto nel passato diverse esperienze sia con coppie
che si preparavano per il matrimonio, sia con cop-
pie che erano più avanti nel corso della loro vita
coniugale, e magari con problematiche più o meno
importanti. Gli scopi di questo gruppo sono diversi;
intanto è un momento di aggregazione e confronto
tra persone che condividono generalmente le stes-
se problematiche familiari, poi anche un momento
in cui si può trovare incoraggiamento e sostegno
reciproco; ma soprattutto un momento per ristabi-lire sia come coppie che come persone un’intesa
spirituale, magari persa per i troppi impegni. Saran-
no affrontate diverse tematiche come la spiritualità
di coppia, l’educazione dei figli, essere felici o do-
narsi, il dono del perdono etc. E’ come un percorso
che si costruisce per evitare e prevenire delle pro-
blematiche che, magari più in là potrebbero diven-
tare problemi più considerevoli. Il primo incontro è
avvenuto giorno 21 Maggio, dove c’è stata una pre-
sentazione da parte dei responsabili di tutto quello
che realizzeremo insieme, dagli studi che condivide-
remo, ai progetti che ci poniamo davanti, fino a pia-
nificare dei momenti di aggregazione per permet-
terci di conoscerci meglio. Gli incontri, per chiun-
que fosse interessato, si tengono ogni sabato alle
19; i bambini saranno intrattenuti da due ragazze
prese esclusivamente per questo compito. Sabato
28 abbiamo avuto la prima riunione effettiva, dove è stato trattato un tema basilare “La spiritualità di
coppia”. Instaurare una spiritualità di coppia è pro-
pedeutico per ogni altro tema che sarà trattato;
infatti, se viene ripristinato il rapporto spirituale di
coppia tutti i problemi che abbiamo davanti saranno
visti in una prospettiva diversa. Dopo una prima
definizione di spiritualità, l’argomento è stato af-
frontato enfatizzando soprattutto il fatto che la no-
stra coppia si è formata e sta vivendo in un conte-
sto peculiare che è la vita di chiesa; un contesto
dove fondamentale è la costruzione di una spiritua-
lità di coppia. E’ stato analizzato il concetto per cui
l’uomo è formato da spirito, anima e corpo e di co-
me queste tre entità si influenzino reciprocamente;
in ultimo è stato affrontato il tema noto dell’amore
eros (amore egoistico) e dell’amore agape (amore
che dà) e come dal giusto equilibrio di queste forze
la coppia rispecchierà la vocazione dei cristiani, una
chiamata per un cammino di santità e quindi la cop-
pia diventa chiesa domestica. Certe volte ci scorag-
giamo perché pensiamo che gli impegni della fami-
glia e dei figli ci tolgano del tempo prezioso da dedi-
care alla preghiera e al Signore, ma dobbiamo rassi-
curarci perché anche dedicarsi alla famiglia e accudi-
re amorevolmente i nostri figli possono essere mo-
menti che, se vissuti con la giusta attitudine di cuo-
re, alimentano la nostra spiritualità. Affronteremo
ancora quest’argomento nella prossima riunione e
soprattutto sarà dato spazio per il dibattito e il con-
fronto, perché un momento di discussione è impor-tante per confrontarci e quindi per crescere insie-
me.
Alessia Lavore
7
E’ ripresa da Aprile 2010, dopo
un periodo di pausa, e con una
carica nuova, la riunione degli
uomini. Il responsabile è l’anzia-
no Antonio Lo Furno che cura
questo gruppo di uomini forma-
to, all’incirca, da una cinquanti-na di persone. Il lavoro del Fr. Antonio si muove in
una duplice direzione. Intanto si incontra con i capi-
cellula per condividere insieme la Parola di Dio e
per rafforzare l’unione; i capicellula, a loro volta,
faranno lo stesso all’interno delle loro cellule. In
secondo luogo si incontra mensilmente con il grup-
po al gran completo. Queste riunioni si tengono
ogni ultimo giovedì o venerdì del mese, e per que-
sto mese si terrà il 23 Giugno. Lo scopo principale
di questo gruppo si basa su Atti 2:42 “Essi erano
perseveranti nel seguire gli insegnamenti degli apo-
stoli, nella comunione, nel rompere il pane e nelle
preghiere”. Infatti, la chiesa primitiva sperimentò
una potente manifestazione dello Spirito Santo con
segni, prodigi e molte conversioni. Quindi si cerca
di ristabilire e riscoprire il soprannaturale curando i
tre elementi citati e cioè l’insegnamento, la preghie-
ra e la comunione vera. Un altro versetto chiave è
in Nehemia 2:17, dove si parla di ricostruire le mu-
ra di Gerusalemme, mura che erano in completa
rovina e che vengono appunto ristabilite grazie
all’impegno di tante persone che lavoravano insie-
me, fianco a fianco, nella totale comunione fraterna,
nel supporto e nell’incoraggiamento reciproco. Tra
gli altri scopi della riunione vi sono anche progetti
un po’ più pratici, tutti concepiti sempre con il fine
dell’unione e della comunione fraterna. Nell’incon-
tro che si è tenuto a Maggio, si è trattata la parabo-
la del seminatore, parabola nota, ma che sempre
mostra una ricchezza di significati. Infatti, prima di cominciare qualunque progetto, fondamentale è
l’attitudine del cuore, e, infatti, il seme di cui parla
la parabola, cade in diversi tipi di terreno: lungo la
strada, nei luoghi rocciosi, tra le spine e nella buona
terra. La strada rappresenta quel tipo di persone
che non hanno appreso appieno e non comprendo-
no; infatti, nell’antichità, quando appunto le strade
non erano asfaltate solo il passaggio continuo dei
carri rendeva la strada più dura e quel passaggio
continuo rappresenta il nostro cadere e ricadere
sempre negli stessi errori fino al punto che il nemi-
co porta via tutto; solo l’aratro di Dio può dissoda-
LA RIUNIONE DEGLI UOMINI
re il campo per permettere al seme di affondare e
mettere radici in questo tipo di cuore (Osea
10:12). Coloro che hanno il cuore come il terreno
roccioso sono quelli con il cuore duro, ma la Parola
di Dio dice che Lui, è come un martello che spezza
il sasso (Ger.23:29); mentre quelli che hanno il cuo-
re come il seme tra le spine, sono quelli presi dalle sollecitudini della vita e dall’amore per le ricchezze,
e, in tempi di crisi come questi dove tutto sembra
precario e fallace, solo la fede può sostenerci. L’ul-
timo tipo di cuore è la buona terra, dove il seme
mette radici; è il cuore è ben disposto, dove Dio
può mettere le fondamenta; la Parola è stata rece-
pita ed accolta, ma da qui comincia un lavoro da
parte di Dio per instaurare radici sempre più pro-
fonde e più forti. Infatti, spesso il cuore è paragona-
to ad una casa con tante stanze; quando ci conver-
tiamo la maggior parte delle stanze, viene illuminato
dalla luce di Dio e man mano che glielo permettia-
mo, lui entrerà anche in quelle stanze che sono an-
cora buie. Come si vede tutto il messaggio conflui-
sce sempre ed in ogni caso nel permettere a Cristo
di lavorarci. Tanta enfasi è stata posta anche nella
collaborazione fraterna e nel compito, spesso duro,
di estirpare le radici brutte, radici che parlano di
maldicenza l’uno verso l’altro e al loro posto pian-
tare quelle radici che ci parlano di supporto, con-
forto e preghiera reciproca. Il percorso è lungo ma
abbiamo le basi sulla Parola e quindi siamo certi che
il Signore ci benedirà come sta già facendo.
Antonio Lo Furno
8
Potenti manifestazioni - I doni e la potenza dello Spirito Santo
Bonnke Reinhard
Publielim
Prezzo: €10,33 = Prezzo scontato €5,00
Descrizione: Reinhard Bonnke è forse più qualificato di chiunque altro per gettare luce su ciò che signifi-
ca esercitare un ministero nella potenza dello Spirito. Qui egli offre un esame dei doni spirituali elencati in
1 Corinzi 12, basato su ciò che afferma la Bibbia. Questi doni non ci sono offerti perché possiamo con-
gratularci o per dar lustro all'immagine della nostra chiesa, ma per confermare la predicazione del Vange-
lo a coloro che sono attorno a noi. Un libro non soltanto per accrescere la nostra comprensione,
ma per stimolarci all'azione.
DISPONIBILE PRESSO LA LIBRERIA DELLA NOSTRA CHIESA
Programma mensile Impegni straordinari
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Salvatore Caldarella
Annarita Booy
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mensile.
DIO vi benedica.
Lunedì Scuola biblica Corso di dottrina Corso rafforza i passi
Ore 19:30 Ore 20:00 Ore 20:00
Riunione delle donne Riunione uomini
30 giugno 23 giugno
Martedì Riunione di preghiera
Ore 20:00
Concerto con Chiesa Vittoria e Hillsong
24 giugno inizio ore 20:00
Sabato Riunione adolescenti (14-17 anni) Riunione pre-teens (11-13 anni) Riunione giovani (18-30 anni)
Ore 18:30 Ore 19:00 Ore 20:00
Riunione con Amanda Wells
25 giugno inizio ore 20:00
Domenica Culto Mattina Culto sera
Ore 10:00 Ore 18:00
Culti domenicali con Amanda Wells
26 giugno ore 10:00 ore 18:00
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Stiamo cercando fratelli e sorelle
battezzati, che hanno la
passione della telecamera, per il
servizio di riprese video.
Oltre la passione per i video è
gradita una sufficiente
conoscenza del PC.
Se siete interessati parlate col
fratello Salvatore Caldarella.