gascromatografia[1]
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Quaderni di Analisi Chimica Strumentale: Gascromatografia (v.06-VII) pag. 1
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GASCROMATOGRAFIAGASCROMATOGRAFIA
Indice generale
1 - SEPARAZIONI CROMATOGRAFICHE....................................................................................2 1.1 Introduzione..................................................................................................................................................................................2
1.2 L'esperimento fondamentale della cromatografia.......................................................................................................................4
1.3 I meccanismi sui quali si basa la separazione cromatografica....................................................................................................51.4 Le tecniche cromatografiche........................................................................................................................................................6
2 - LA GAS CROMATOGRAFIA.....................................................................................................7 2.1 Strumentazione.............................................................................................................................................................................7
2.2 I picchi e il cromatogramma......................................................................................................................................................10
2.3 Risoluzione, selettivited efficienza in una separazione cromatografica................................................................................11
3 - APPLICAZIONI ANALITICHE................................................................................................13 3.1 Analisi qualitativa .....................................................................................................................................................................13
3.2 Analisi quantitativa................... ................................................... ...................................... ................................. ......................13
3.2.1 Confronto diretto dell'area dei picchi................... ..................................... ................................. ................................. ..........14
3.2.2 Normalizzazione interna.......................................................................................................................................................15
3.2.3 Taratura diretta......................................... ................................................... .................................................. .........................163.2.4 Standardizzazione esterna....................................... ..................................................... .................................................. ........16
3.2.5 Standardizzazione interna..................... ................................................. ..................................................... ...........................17
3.2.6 Metodo dell'aggiunta................................................................................... .................................................. .........................18
3.3 Tecnica operativa.......................................................................................................................................................................19
4 - ESERCITAZIONI E VERIFICHE..............................................................................................224.1 Esercizi sulle analisi gascromatografiche........................... .............................................................. ........................................22
4.2 Quesiti a risposta aperta.............................................................................................................................................................22
4.3 Quesiti a risposta multipla..........................................................................................................................................................23
Copyright 2004 - Napoleone Fabbri, Pierligi !obino, "ia#paolo $i#onelli%e&t'opera rila&iata &otto la lien*a Creative Co##on& - +ttrib*ioneNonCo##erialeConivii allo &te&&o #oo 2.0 Italia/Per vi&ionare na opia i e&ta lien*a vi&ita il &ito 1eb http33reativeo##on&.org3lien&e&3by-n-&a32.03 o rihieila per po&ta aCreative Co##on&, 5 Nathan bbott ay, $tan7or, Cali7ornia 5480, 9&a.
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1 - SEPARAZIONI CROMATOGRAFICHE
1.1 Introduzione
La cromaogra!ia " #na ecnica di $e%ara&ione di 'ari com%oneni di #na mi$cela$ al pari di una
distilla%ione fra%ionata$ di una cristalli%%a%ione e una estra%ione con sol&ente....
.... per: #olto, #olto, pi; e77iae
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1.2 Il principio: la distribuzione delle sostanze tra due fasi
Con&ieria#o n &i&te#a 7or#ato a e 7a&i in iviene introotta na &o&tan*a la sostanza si
distribuir fra le due fasi a seconda delle sue
particolari propriet chimico-fisiche,
Indicando con Cme Csle sue concentra%ioni nella fase mobile e nella fase sta%ionaria rispetti&amente$ esupponendo che le condi%ioni sperimentali siano tali da conseguire il raggiungimento di e7uilibri successi&i
del tipo: Cm CS
possiamo rappresentare con 8 la corrispondente costante di e7uilibrio: 8 9 Cs Cm
8 prende il nome di coefficiente di distribu%ione.
6 dal &alore di 8 che dipende il tempo di riten%ione$ cio; il tempo che occorre per percorrere lintera fasesta%ionaria. Infatti il tempo che una sostan%a trascorre nella colonna dipende dal &alore di Csrispetto a Cm::cose7ua%ione
8 9 Cs Cm
; le7ua%ione di una retta$ la cui penden%a ; data da
tg ?98.
ella figura ( ; riportata tale retta$ detta i$oerma
di di$ri)#&ione$ di due sostan%e A e # per le 7uali
8a@ 8b.
Ci/ significa che la sostan%a # ; pi= affine per lafase fissa di 7uanto lo sia la sostan%a A. Se 7uestedue sostan%e A e # percorrono insieme la colonna$accade che A uscir0 per prima.
Quanto maggiore la differenza di K tantomigliore sar la separazione tra le sostanze.
fig. (
In pratica le isoterme non hanno landamento teorico&isto$ ma si presentano come in fig. .
Ad esempio ad un certo punto la fase fissa nontrattiene la stessa 7uantit0 di sostan%a rispetto allafase mobile e si a&&icina alla satura%ione$ cio; lacapacit0 sol&ente della fase fissa pu/ dirsi esaurita.
Per 7uesta ragione le singole %one delcromatogramma non hanno contorno preciso esimmetrico.
fig.
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Cs
Cm
Cs
Cm
B
A
Cs
Cm
!a$e S
!a$e M
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1. !"esperimento fondamentale della cromatografia
Tutte le &arie tecniche cromatografiche possono essere ricondotte ad un cosiddetto Besperimentofondamentale$ che illustra il principio su cui si basa la cromatografia.
Supponiamo di a&ere una colonna riempita uniformemente di un materiale solido in granuli di dimensioniomogenee 1la cosiddetta fase sta%ionaria$ o fase fissa2.
All'ini%io della colonna si deposita la miscela contenente le sostan%e da separare.
Si fa scorrere poi un sol&ente 1la fase mobile$ detta eluente2: la fase mobile trasciner0 in modo di&erso ledi&erse sostan%e lungo la colonna$ a seconda della loro affinit0 &erso le due fasi.
Tale effetto pu/ essere ricostruito$ anche numericamente$ immaginando che nei &ari strati della colonna sieffettui una serie di estra%ioni successi&e in cui si raggiunge l'e7uilibrio corrispondente al coefficiente didistribu%ione.
6ffettuando infatti una simula%ione numerica di tale successione di Bmicro-e7uilibri si ottengono facilmentegrafici che mostrano il procedere della separa%ione$ con la distribu%ione di ogni sostan%a secondo i picchi diconcentra%ione 1di forma 'gaussiana'2 tipica dei cromatogrammi:
Con il procedere della separa%ione$ le sostan%e usciranno dalla colonna dopo il passaggio di un certo
tempo 1tempo di ritenzione2 durante il 7uale ; fluito un certo &olume di sol&ente 1#olume di ritenzione2.
Se si misura la concentra%ionedelle sostan%e in uscita dallacolonna si ottiene il cosiddettocromatogramma1che riporta
le concenra&ioni di sostan%a
in uscita in fun%ione del em%o
o del 'ol#medi eluente2:
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1.$ I meccanismi sui quali si basa la separazione cromatografica
I principali meccanismi chimico-fisici della separa%ione cromatografica si basano su:
1+ Ad$or)imeno
>a fase sta%ionaria 3 un solido sulla cui superficie si tro&ano dei
siti atti&i in grado di stabilire legami secondari 1dipolo-dipolo$ponte di idrogeno$ Dan der Eaals2 con le di&erse molecoledella miscela da risol&ere 1separare2. Se la fase mobile 3 unli7uido si parla di cromatografia li7uido-solido 1=$C2$ se in&ece3 un gas$ di cromatografia gas-solido 1"$C2.
In genere$ le molecole che pi= facilmente &engono fissate sono7uelle che presentano gruppi polari$ anche se la naturadelladsorbente influisce sul fenomeno. >aumento ditemperatura agisce negati&amente sulladsorbimento in 7uantopro&oca una maggior agita%ione termica.
2+ Ri%ari&ione
>a fase sta%ionaria 3 un li7uido$ in cui si &erifica una &era epropria solubili%%a%ione delle sostan%e da anali%%are. 6ssepertanto si ripartiscono fra le due fasi 1immiscibili tra loro2 e lacostante 8 prende il nome di coefficiente di riparti%ione e lalegge 8 9 Cs Cm legge di ernst.
Se la fase mobile 3 un gas si parla di cromatografia gas-li7uido1"=C2$ se in&ece 3 un li7uido$ di cromatografia li7uido-li7uido1==C2.
+ Scam)io ionico
>a fase sta%ionaria 3 costituita da molecole contenenti gruppiatti&i$ dotati di cariche elettriche 1positi&e o negati&e2$ i 7ualisono in grado di scambiare i propri controioni con la solu%ioneda cui &engono lambiti$ attra&erso un meccanismo dicompeti%ione tra gli ioni della fase sta%ionaria e 7uelli con lastessa carica contenuti nella fase mobile. Anche in 7uesto caso
la separa%ione a&&iene secondo un criterio di affinit0 per la fasesta%ionaria$ criterio dettato dalla maggiore o minorecompetiti&it0.
+ E$cl#$ione
4tili%%ando una fase solida porosa 1o un gel2 con pori di opportune dimensioni$ ; possibile rallentaremaggiormente le particelle pi= piccole che$ penetrando nei pori$ &engono poi trattenute.
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!a$e $a&ionaria $olida
!a$e mo)ile li4#ida o ga$$o$a
$#%%oro $olido
!a$e mo)ile li4#ida o ga$$o$a
!a$e $a&ionaria li4#ida
5 5 5 5
!a$e $a&ionaria $olida
!a$e mo)ile li4#ida
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1.% !e tecniche cromatografiche
>a classifica%ione fondamentale dei metodi cromatografici si basa sul fatto che la fase mobile pu/ essere unli7uido 1cromatografia li7uida2 o un gas 1cromatografia gassosa o gas-cromatografia2.
Fentre la cromatografia li7uida pu/ essere reali%%ata su colonna$ su strato sottile e su carta$ la gas-cromatografia 3 limitata alluso della colonna.
Tenuto conto dei di&ersi meccanismi di separa%ione e delle di&erse solu%ioni sperimentali adottabili$ si sonos&iluppate numerose tecniche cromatografiche$ che comprendono:
Cromaogra!ia $# $rao $oile *TLC+$ do&e la fase sta%ionaria pu/ essere gel di silice$ allumina$ cellulosain pol&ere$ fatta aderire ad un apposito supporto 1alluminio$ carta plastificata$ lastra di &etro2 e la fase mobile3 costituita da &ari sol&enti organici.
>e tecniche di elui%ione possono essere di tipo ascendente$ discendente o ori%%ontale.
Cromaogra!ia $# cara *PC+ $ do&e la fase sta%ionaria 3 costituita dallac7ua ine&itabilmente presentenella cellulosa come umidit0 1*2$ anche se la carta pu/ essere alloccorren%a trattata con li7uidi di&ersi$ ela fase mobile 3 scelta in fun%ione del tipo di fase sta%ionaria e delle propriet0 chimiche dei composti daseparare. Quasi sempre comun7ue 3 una miscela contenente ac7ua.
Cromaogra!ia $# colonna a )a$$a %re$$ione *LPC+. Il modo non 3 molto dissimile da 7uello descrittooriginariamente da Ts,ett. >a fase mobile 3 un li7uido organico a bassa &iscosit0 mentre le fasi sta%ionarie$solide$ li7uide o gel$ possono a&ere caratteristiche chimico-fisiche molto &ariabili. >a tecnica pre&ede ladeposi%ione in testa ad una colonna 1impaccata con unopportuna fase fissa2 di una certa 7uantit0 dimiscela da separare. acendo scorrere leluente lungo 7uesta colonna si ottiene una certa distribu%ione deicomponenti della miscela lungo la fase sta%ionaria 1&edi figura nella pagina ini%iale2.
Cromaogra!ia in !a$e li4#ida ad ele'ae %re$a&ioni *HPLC+$ che consiste nella &ersione strumentale
della cromatografia su colonna. >'eluente &iene fatto fluire ad alta pressione e le sostan%e in uscita&engono rile&ate strumentalmente con opportuni dispositi&i.
Ga$romaogra!ia *GC+$ in cui la fase mobile ; un gas$ e che &err0 dettagliatamente studiata nel capitolo
successi&o.
H H H
i seguito &err0 descritta pi= dettagliatamente la gascromatografia$ in 7uanto tecnica importante e moltodiffusa$ nonch3 disponibile nei nostri laboratori.
Folti dei principi descritti possono essere adattati ad altre tecniche cromatografiche.
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2 - LA GAS CROMATOGRAFIA
ella tecnica gas-cromatografica la fase mobile 3 un gas che fluisce attra&erso una colonna in cui si tro&a lafase sta%ionaria$ la 7uale pu/ essere un solido granulare poroso oppure un li7uido.
Secondo lo stato fisico della fase sta%ionaria$ la gas-cromatografia si pu/ suddi&idere in cromatografia gas
solido 1"$C2 e in cromatografia gas li7uido 1"=C2.
Questo metodo$ che ha conosciuto un grande s&iluppo a partire dagli anni J+*$ conser&a tuttora unaposi%ione di primo piano come tecnica analitica. L8#nica limia&ione della ga$-cromaogra!ia " la
nece$$i9 di rendere 'olaili i cam%ioni da anali&&are$ per cui in alcuni casi essa 3 soppiantata dall
>P=C1cromatografia li7uida ad alto potere risoluti&o2.
I meccanismi di separa%ione relati&i alla "Csono sostan%ialmente due: riparti%ione e adsorbimento$ di cui si3 gi0 parlato. Il primo nel caso che la fase sta%ionaria sia li7uida$ il secondo 7uando 3 solida.
2.1 &trumentazioneDediamo ora lo schema essen%iale dello strumento$ il gas-cromatografo$ per poter capire lintero processodi analisi:
(2 Sistema di alimenta%ione gas di trasporto 1carrier2.
Si tratta di bombole di gas inerte 1a%oto$ elio$ argon2$ tal&olta pu/ essere utili%%ato anche lidrogeno. >oscopo principale 3 7uello di trascinare i componenti della miscela in analisi lungo la colonna cromatografica.
2 Sistema di alimenta%ione dei gas per il ri&elatore I.
Qualora si utili%%i un ri&elatore a ioni%%a%ione di fiamma 1I2 ; necessario alimentare un combustibile e dun comburente 1ad esempio idrogeno ed aria2.
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K2 Iniettore o camera di inie%ione.
Il suo compito 3 assicurare listantanea &apori%%a%ione del campione.
Poich3 con luso di colonne capillari 1&edi pi= a&anti2 la 7uantit0 di campione da iniettare 3 dellordine deinanolitri$ e misurare 7ueste 7uantit0 con siringhe 3 praticamente impossibile 1con apposite siringhe si arri&aai L>2$ sono state messe a punto particolari tecniche di inie%ione. Spesso si utili%%ano 7uindi opportune
tecniche 1&plit$ ...2 che consentono di far entrare effetti&amente in colonna solo una parte 1ad esempio ca.((**2 del li7uido iniettato.
>a camera di inie%ione ; corredata da un sistema di resisten%e &ariabili attra&erso le 7uali ; possibile fissarela temperatura ritenuta pi= adatta per la &apori%%a%ione della miscela. >introdu%ione del campione &ieneeffettuata con una inie%ione su un apposito disco di gomma al silicone$ posto tra una ghiera metallica e ildispositi&i di attacco alla colonna.
M2 Colonna.
>a colonna pu/ essere di due tipi: impaccata o capillare..
>impaccata 1diametro interno -M mm$ lunghe%%a (-M m2$ usata nella gas-cromatografia classica$ comporta
una separa%ione in colonna di acciaio o di &etro1due metri circa2 riempita di materiale inerte 1supporto per lafase sta%ionaria2 sul 7uale ; distribuita una pellicola sottile di li7uido 1fase sta%ionaria2 continuamenteattra&ersata da un gas 1fase mobile2 detto gas di trasporto. Il processo di separa%ione ; limitato dallalente%%a di elui%ione della molecole del campione lungo la colonna.
>a capillare 1diametro interno *$(-*$N mm$ lunghe%%a (*-(** m2$ ormai di uso comune$ rappresentaunimportante inno&a%ione per la sua rapidit0 di elui%ione e per una migliore risolu%ione 1il numero di picchirisolti$ in met0 tempo$ ; superiore di oltre 7uattro &olte 7uello della colonna impaccata2. 6ssa ; molto pi=lunga dellimpaccata 1anche cento metri2$ di diametro molto minore e 7uindi contiene una 7uantit0 moltominore di fase sta%ionaria$ per cui la 7uantit0 di campione da iniettare ; molto pi= piccola e &iene eluitaprima.
>e colonne sono alloggiate in una camera termostatica$in genere a circola%ione di aria calda$ con 7uestosistema &iene assicurata una buona stabilit0 di temperatura. 4n dispositi&o permette alloperatore di fissare
la temperatura$ la 7uale pu/ essere mantenuta costante per tutta la durata dellanalisi 1isoterma2 oppurefatta &ariare 1programmata2.
!2 Oi&elatore.
I dispositi&i in grado di ri&elare la presen%a di una sostan%a estranea nel gas di trasporto$ a &alle dellacolonna$ possono di&idersi in uni&ersali e seletti&i. I primi consentono di indi&iduare tutti i componenti di unamiscela$ i secondi ri&elano solo particolari categorie di composti.
Tra i ri&elatori pi= usati$ si segnalano:
-Ri'elaore a ioni&&a&ione di !iamma *'I()
Si tratta di un ri&elatore uni&ersale ma distrutti&o in 7uanto i campioni&engono bruciati per ottenerne la trasforma%ione in ioni allo stato gassoso.Il carrier &iene con&ogliato &erso un ugello a cui giungono anche idrogenoed aria$ necessari per alimentare una piccola fiammella. 4na resisten%aposta accanto allugello pro&oca laccensione della fiammella. Questultimasi tro&a circondata da un collettore cilindrico caricato positi&amente ilsecondo elettrodo del circuito$ 7uello caricato negati&amente$ 3 costituitodallugello stesso.
>a microfiamma pro&oca una debolissima corrente ionica tra gli elettrodi$che &engono mantenuti sotto una differen%a di poten%iale di circa K**D.Questa corrente$ elaborata$ amplificata e misurata$ &iene in&iata ad unopportuno registratore e costituisce il rumore di fondo. Quando un
componente della miscela raggiunge la fiamma$ &iene subito ioni%%ato conconseguente aumento dellintensit0 di corrente e 7uindi ri&elato con unsegnale pi= intenso. Come gi0 detto 7uesto ri&elatore 3 di tipo uni&ersale$ sono poche infatti le sostan%e
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che hanno poten%iali di ioni%%a%ione cos< alti da non poter essere ioni%%ate nelle normali condi%ioni di la&oro1tra 7ueste abbiamo ac7ua$ solfuro di carbonio$ anidride carbonica$ ossido di carbonio$ ossidi di a%oto$ammoniaca$ acido solfidrico$ biossido di %olfo$ acido formico$ gas nobili$ a%oto e ossigeno2. >a sensibilit0 di7uesto ri&elatore 3 molto ele&ata$ infatti si pu/ arri&are ai nanogrammi.
-Ri'elaore a ca#ra di eleroni **+()
Si tratta di un ri&elatore seletti&o e non distrutti&o. 6sso 3 costituito da unasorgente radioatti&a 1
+Ki2 che emette radia%ioni beta 1elettroni2. Gli
elettroni$ detti primari$ emessi dalla sorgente$ &engono a tro&arsi in uncampo elettrico di cui la sorgente costituisce lanodo$ mentre il catodo sitro&a &erso luscita. Gli elettroni primari colpiscono il carrier formando ionipositi&i ed elettroni secondari. Il flusso di 7ueste cariche costituisce lacorrente di fondo e dipende dalla differen%a di poten%iale tra i due elettrodi.Quando insieme al carrier 3 presente unaltra sostan%a elettroaffine$ cio; ingrado di catturare gli elettroni secondari$ si &erifica una diminu%ione dicorrente di fondo. >a corrente$ elaborata$ amplificata e misurata$ &ienein&iata ad un registratore. I limiti di ri&elabilit0 possono essere molto bassi$ad esempio per i pesticidi cloro-organici o deri&ati del fosforo$ si pu/arri&are a ri&elare i picogrammi. >e sostan%e maggiormente ri&elate sono
7uelle contenenti alogeni.
-Ri'elaore a a ermocond#ci)ili9 *Ha temperatura dipende a sua &olta dallaconducibilit0 termica dei gas con cui sono a contatto i filamenti 1e che &aria con la composi%ione dei gasstessi2. 4n sensore ; lambito dal carrier puro mentre l'altro ; sull'uscita della colonna: un accurato sistemaelettrico rile&a ed amplifica le differen%e dei due segnali.
>a sensibilit0 di 7uesto ri&elatore non ; ele&ata ed inoltre costringe all'uso di carrier pi= costosi 1adesempio elio e argon2.
+2 Oegistratore e integratore.
Il segnale in uscita dal ri&elatore passa ad un registratore che ha il compito di reali%%are il tracciatocromatografico.
I moderni strumenti sono corredati anche di un integratore che permette il calcolo automatico delle aree deipicchi$ opera%ione indispensabile per effettuare analisi di tipo 7uantitati&o.
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2.2 I picchi e il cromatogramma
gni sostan%a in uscita dalla colonna genera un segnaleche &err0 registrato sotto forma di '%icco'.
gni picco ; caratteri%%ato da:-Alte%%a del picco. 6 la distan%a fra il massimo del picco ela sua base$ misurata perpendicolarmente allasse deitempi.
-Ampie%%a del picco. 6 il segmento delimitato sulla basedel picco dai punti di interse%ione delle tangenti tracciatenei punti di flesso di ambedue i lati.
>a successione dei &ari picchi$ corrispondenti alle &arie sostan%e in uscita dalla colonna$ costituisce il?cromaogramma?, Il cromatogramma si presenta come in figura$ do&e in ordinate 3 riportata la rispostadel ri&elatore e in ascisse i tempi di uscita delle &arie sostan%e.
A 7uesto punto$ dal grafico 1oltre a alte%%a e ampie%%a dei picchi2 si determinano due parmetri essen%iali:
em%o di rien&ione
; il tempo impiegato tra linie%ione del campione e la registra%ione del massimo del picco
dipende dalla natura della sostan%a$ dalla colonna e dalle condi%ioni operati&e
; fondamentale per le analisi 7ualitati&e.
area del %icco
; la superficie delimitata dal contorno del picco e la linea di base
dipende dalla 7uantit0 di sostan%a in uscita e dalle caratteristiche del ri&elatore
; fondamentale per le analisi 7uantitati&e.
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2. ,isoluzione seletti#it ed efficienza in una separazionecromatografica
allesame del cromatogramma possiamo definire la seletti&it0$ lefficien%a e la risolu%ione di una colonna.
Selei'i9,
6 definita come la capacit0 di una colonnadi fornire picchi distan%iati e dipende dallatemperatura e dalla natura della fasesta%ionaria.
A fianco sono riportati due cromatogrammi$di una miscela di due composti$ ottenuti
con due di&erse fasi sta%ionarie: nelsecondo caso si ha una maggior seletti&it0.
E!!icien&a.
6' la capacit0 del sistema cromatografico dimantenere compatta la banda di elui%ione di unasostan%a lungo tutto il percorso della fase mobile.
Ci/ significa ottenere picchi alti e stretti alluscitadella colonna. >a cosa 3 di grande importan%a$perch3 7ualora due sostan%e a&essero tempi diriten%ione molto &icini se ne potrebbe ottenere
ugualmente la separa%ione.
Quindi$ 7uanto pi= stretti sono i picchi tanto pi=efficiente risulta la colonna.
A fianco sono riportati due cromatogrammi di unamiscela di due sostan%e effettuati con colonnedi&erse in ambedue i casi si ha la stessa seletti&it0$ma nel secondo caso si ha una maggior efficien%a.
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em%o
A @
em%o
A @
bassaseletti&it0
altaseletti&it0
em%o
A @
em%o
A @
bassaefficien%a
altaefficien%a
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Ri$ol#&ione.
Questo fattore tiene conto sia della seletti&it0 che dellefficien%a$ e indica il grado di effetti&a separa%ioneottenuto per due sostan%e in un processo cromatografico.
al punto di &ista numerico si ottiene dalla rela%ione: R=TrBTrA
WA/2W
B/2
Per a&ere una buona separa%ione$ dal punto di &ista 7uantitati&o$ si de&e a&ere risolu%ione almeno *$N .
Per capire il significato di tale rela%ione si considerino 7uesti due esempi:
*sempio 1
- picchi ben separati-
?r()@58
?r(A)@85
32@B
A32@
R=9339
158=2,3
=a ri&ol*ione bona.
=e &o&tan*e e A &ono &tateaegata#ente &eparate
*sempio 1
- picchi par%ialmenteso&rapposti-
?r()@8
?r(A)@40
32@B6
A32@BB
R=
5340
1611=0,5
=a ri&ol*ione in&77iiente.
=e &o&tan*e e A non&ono&tate aegata#ente &eparate
- - - - -
>esame di 7uesti parametri 1seletti&it0$ efficien%a$ risolu%ione2 3 fondamentale per la scelta delle colonne edella temperatura.
Per colonne capillari non 3 necessario cercare grande seletti&it0 in 7uanto la loro grande efficien%a pu/compensare una minor seletti&it0.
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em%o
A@
Tr*@+
Tr*A+
EA
E#
em%o
A
@
Tr*@+
Tr*A+
EA E#
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- APPLICAZIONI ANALITICHE
>a gas-cromatografia permette di effettuare sia analisi 7ualitati&e che 7uantitati&e$ anche se principalmente; utili%%ata per 7uestultime.
.1 nalisi qualitati#a
>interpreta%ione dei cromatogrammi rappresenta lopera%ione pi= lunga. 6 necessario innan%itutto a&ere lapi= completa serie di informa%ioni sulla natura e lorigine della miscela da anali%%are.
I metodi utili%%abili per lindi&idua%ione delle sostan%e sono:
#asarsi su dati di letteratura$ 7uali i tempi di riten%ione purtroppo tali &alori dipendono da molti fattori
7uali le caratteristiche dello strumento$ le condi%ioni operati&e e loperatore.
6ffettuare un confronto dei tempi di riten%ione tra la miscela in esame e sostan%e pure o miscele di
composi%ione nota.
Fetodo basato sullarricchimento. Quando si ritiene che un determinato picco corrisponda ad una
sostan%a nota$ si aggiunge alla miscela una certa 7uantit0 di sostan%a pura. Se compare un altro picco$siamo sicuri che la specie nota non 3 presente nella miscela$ mentre se un picco risulta pi= alto$potrebbe essere presente e per 7uesto 3 necessario effettuare altre analisi cambiando condi%ionioperati&e.
Impiego di reatti&i. Per e&iden%iare la presen%a di determinati componenti si pu/ far gorgogliare il gas in
uscita entro una pro&etta contenente reatti&i specifici. aturalmente il ri&elatore non de&e esseredistrutti&o.
Impiego di strumenti ausiliari. Il gas in uscita da un ri&elatore non distrutti&o pu/ essere fatto gorgogliare
in appositi sol&enti e la solu%ione indagata con altri metodi strumentali. Inoltre / possibile collegare
direttamente il gas-cromatografo ad uno spettrometro di massa $ in 7uesto modo si pu/ registrare lo
spettro di massa il 7uale 3 uni&oco per una certa specie chimica 1e fornisce poi importanti indica%ionistrutturali2.
.2 nalisi quantitati#a
L?anali$i 4#aniai'a 0 )a$aa $#l con!rono delle aree dei %icc(i,
#isogna per/ tenere conto di una serie di possibili complica%ioni:
non ; detto che tutte le sostan%e presenti nel campione si &edano nel cromatogramma
i ri&elatori possono presentare di&erse risposte per di&erse sostan%e
non tutti i picchi potrebbero essere ben separati
non ; facile conoscere accuratamente la 7uantit0 di miscuglio e!!ei'amene imme$$o in colonna.
A causa di ci/ esistono di&erse metodologie di studio 7uantitati&o tramite GC$ che si adattano alle di&ersesitua%ioni.
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.2.1 +onfronto diretto dell"area dei picchi
Dediamo il caso pi= semplice$ che si pu/ a&ere ad esempio usando un FIDper la ri&ela%ione di idrocarburi odegli esteri metilici degli acidi grassi 1ci/ non 3 rigorosamente &ero ma lapprossima%ione 3 buona2:
Se la ri$%o$a del ri'elaore " #g#ale %er #i i com%onenie ....
.... se 7uesti $ono ra%%re$enai #i nel cromaogramma da %icc(i )en di$ini e ri$oli ....si &erifica 7uindi la condi%ione che il rapporto tra area picco e concentra%ione del componente 3 ugualeper tutti i picchi:
SA
CA
=S
B
CB
=S
C
CC
= ...
allora in questo caso la 0 in massa di ciascun componente si ottiene di#idendo larea
del rispetti#o picco per la somma delle aree di tutti i picchi rapportando il #alore a 1:
- cio0 la in ma$$a corri$%onde alla delle aree -
E$em%io 1 *anali$i 4#aniai'a %er con!rono direo delle aree dei %icc(i+
Abbiamo iniettato in colonna una miscela di tre idrocarburi 1A$ # e C2 ottenendo 1ri&elatore I2 ilcromatogramma sotto riportato:
alla letteratura sappiamo che la risposta del ri&elatore ; tale che il rapporto tra aree e concentra%ioni1massa2 ; uguale per i tre idrocarburi.
Area TT 9 ((M 5 (**K 5 !MR 9 +)
A91142
2692100 9 M$M #9
1003
2692100 9 KR$K C9
547
2692100 9 *$K
Purtroppo non ; 7uesto il caso pi= fre7uente
el caso in cui le condi%ioni suddette non fossero &erificate si pu/ procedere in di&ersi modi$ come:
normalizzazione interna3
taratura diretta3
standardizzazione esterna3
standardizzazione interna3
metodo dell"aggiunta.
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em%oA C@
Tr9(($RM'Area9!MR
Tr9!$KK'Area9(**K
Tr9$('Area9((M
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.2.2 4ormalizzazione interna
>area 1S2 di ogni picco &a corretta introducendo dei fattori di corre%ione 1f2 in modo da renderleconfrontabili luna con laltra e cio; propor%ionali alla concentra%ione 1C2 dei rispetti&i composti. Quindibisogna fare in modo che:
S
A
corr
CA
=S
B
corr
CB
=S
C
corr
CC
= ...
o&e: SA
corr=S
Af
A S
B
corr=S
Bf
B S
C
corr=S
Cf
C
Per calcolare i fattori corretti&i $i %re%ara #na mi$cela noa conenene #i i com%oneni$ si inietta e simisurano le aree. In pratica$ adottiamo un componente 1ad es.2 come riferimento e poniamo fa9( :
S
A
CA
=S
Bf
B
CB
=S
Cf
C
CA
= ...
Possiamo cos< rica&are$ basandoci sul cromatogramma del campione noto da noi preparato:
fB=
SA
CA
C
B
SB
fC=
SA
CA
C
C
SC
...........
A 7uesto punto si procede all'esame del campione incognito rica&ando le aree corrette 1Scorr2 e procedendocome nel caso precedente.
SA
corr=S
A S
B
corr=S
Bf
B S
C
corr=S
Cf
C
Questo metodo 3 applicabile solo 7uando si ha la sicure%%a che tutti i componenti di una miscela sianorappresentati nel cromatogramma.
Inoltre tutti i componenti de&ono essere noti e reperibili per poter preparare la solu%ione di riferimento.
E$em%io 2 *normali&&a&ione inerna con !aori di corre&ione+
Abbiamo iniettato in colonna una miscela incognita di tresostan%e 1A$ # e C2 ottenendo ottenendo il cromatogramma afianco:
6' stata 7uindi preparata una solu%ione nota contenente A 1C9!2$ # 1C9!2 e C 1C9!*2 e sottopostaa cromatografia nelle stesse condi%ioni: si ottiene cos< SA9M!* $ S#9+( e SC9NN).
Poniamo fA9( e calcoliamo 1basandoci sul cromatogramma del campione noto2:
fB=S
A
CA
C
B
SB
=450
2525
612=0,735 fC=
SA
CA
C
C
SC
=450
2550
889=1,01
#asandoci sul cromatogramma del campione incognito calcoliamo le aree corrette:
SA
corr=S
A=840 S
B
corr=6270,735=461 S
C
corr=5221,01=527
ScorrTT 9 NM* 5 M+( 5 !R 9 (NN
A9 8401828
100 9 M+$* #9 4611828
100 9 !$ C9 5271828
100 9 N$N
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A C@
S9!
S9+R
S9NM*
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.2. 5aratura diretta
Con 7uesto metodo 3 possibile determinare la concentra%ione dei soli componenti che interessano.
Si inietta un &olume noto del campione e si registra il cromatogramma.
Si inietta lo stesso &olume di una miscela a concentra%ione nota 1'standard'2 dei componenti da
determinare$ e si registra il cromatogramma.
Si procede al calcolo diretto ad esempio per una sostan%a A: $&tanar C&tanar @ $ a#pione Ca#pione
6 importante fare in modo che la concentra%ione nello standard e nel campione non siano molto di&erse.
Il principale incon&eniente sta nella misura%ione del &olume da iniettare. Si consiglia di fare di&erse inie%ionie di calcolare la media delle aree.
Il note&ole &antaggio di 7uesto metodo 3 che non obbliga a la&orare su tutti i componenti la miscela$ comein&ece accade con la normali%%a%ione interna.
E$em%io *ara#ra direa+
Abbiamo iniettato in colonna miscela incognita di di&erse sostan%e$ tra cui il metanolo. Il picco relati&o almetanolo ha S9(M!K.
Iniettando lo stesso &olume di una solu%ione al (* di metanolo si ottiene un picco del metanolo conS9(***M.
Si procede al calcolo: (***M : (* 9 (M!K : Cmetanolo Cmetanolo9 1012453
10004=12,5%
.2.$ &tandardizzazione esterna
6' basato sullo stesso principio del metodo precedente$ con la differen%a che si procede alla costru%ione diuna cur&a di taratura:
Si preparano solu%ioni standard a
concentra%ione nota del componente dadeterminare.
Si iniettano 7uantitati&i rigorosamente uguali
di ogni solu%ione standard e si riportano suun grafico le aree dei picchi ottenuti infun%ione della concentra%ione dello standardcorrispondente.
Si inietta poi unali7uota del campione
rigorosamente uguale a 7uelle precedenti$ simisura larea del componente che interessae$ attra&erso il grafico$ si risale alla suaconcentra%ione.
Anche 7uesto metodo presenta il problemadell'accurate%%a delle 7uantit0 iniettate.
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S2
S3
S1
S4
C1
C2
C3 C4
SX
C
X
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.2.% &tandardizzazione interna
E' n #etoo he on&ente i ottenere ri<ati #olto arati, in anto &7rtta il rapporto tra l'area el pioell'analita e l'area el pio i na &o&tan*a (+&tanar interno/) appositamente aggiunto in quantit nota.
on si risente 7uindi del problema della difficile riproducibilit0 delle 7uantit0 realmente iniettate in colonna.
Si prepara una solu%ione standard utili%%ando due composti$ dei 7uali uno de&e essere il componente cheinteressa presente nella miscela da anali%%are$ laltro 3 in&ece un composto$ detto standard interno$ chede&e obbedire ai seguenti re7uisiti:
non essere presente nella miscela da anali%%are
essere ben risolto dagli altri componenti
a&ere un tempo di riten%ione simile a 7uello della sostan%a da determinare
non contenere impure%%e ri&elabili
non reagire con nessun componente della miscela.
Come prima cosa si inietta una solu%ione formata dal composto da determinare 1A2 e dallo standard interno1SI2 in rapporto ((. Si registra il cromatogramma e si determina il fattore corretti&o per larea del picco della
sostan%a da determinare$ assumendo uguale ad uno 7uello dello standard:
SSI
CSI
=S
Af
A
CA
fA
=S
SI
CSI
C
A
SA
=S
SI
SA
Si inietta il campione$ a cui / stato aggiunto lo standard interno in quantit nota 6e in modo che la
concentrazione sia analoga a quella del componente da determinare)$ si esegue il cromatogramma$ sicalcolano le aree e si correggono e 7uindi si risale alla concentra%ione tramite:
C$I C @ $$I $orr
Per una maggiore accurate%%a$ ; possibile preparare pi= solu%ioni note con di&ersi rapporti tra analita e
standard interno e costruire cos< una retta di la&oro.Oisulta e&idente che il metodo della standardi%%a%ione interna comporta talune complica%ioni di naturasperimentale$ richiedendo la prepara%ione di un miscuglio$ esattamente dosato$ tra lo standard interno e lasostan%a in esame. Tale metodo risulta per/ assai &antaggioso 7uando$ per ragioni di&erse$ non 3 possibileo non 3 con&eniente eluire tutto il cromatogramma ed 3 richiesta lelabora%ione di un numero limitato dipicchi.
E$em%io *$andard inerno+
Si &uole determinare la concentra%ione di propanolo in una solu%ione che non contiene butanolo 1useremo7uindi il butanolo come standard interno2.
Si prepara e poi si inietta una solu%ione contenente $*mgm> di propanolo e $* mgm> di butanolo: $propanolo@ B24 $btanolo@ 8 rica&o 7uindi 7propanolo@83B24@0,6
Si prepara una solu%ione mescolando (* m> di campione in esame e M m> di solu%ione contenente $*mgm> di butanolo. Se ne inietta una ali7uota in colonna: Spropanolo9 (*R* Sbutanolo9 ))( 17uindi $propanoloorr @ B00 G 0,6 @ 882
In 7uesta solu%ione iniettata: Cbutnolo=2,0 mg/mL4mL
14mL Cpropanolo=Cx
10mL
14mL
considerato che Cbtanolo Cpropanolo @ $btanolo $propanoloorr
(2,0mg/mL
4
14 ) : (Cx
10
14 ) = 991 : 733 otteniamo CB>/3; mgDmL di %ro%anolo
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.2.7 8etodo dell"aggiunta
Il 'metodo dell'aggiunta' &iene utili%%ato$ con le do&ute &arianti$ in 7uasi tutti i settori dell'analisi chimicastrumentale.
*" molto importante perch/ spesso l"unico modo di eliminare interferenze in matrici complesse.
Consiste nell'aggiungere 7uantit0 note di analita alla solu%ione da esaminare$ studiando poi lacorrispondente &aria%ione del segnale ottenuto per risalire alla concentra%ione nel campione in esame.
Si pu/ effettuare una singola aggiunta oppure una serie di aggiunte multiple per esaminare una possibileapplica%ione in gascromatografia$ &edremo un esempio basato su singola aggiunta.
6sempio !
- =eermina&ione del )en&ene in #na mi$cela di idrocar)#ri con il meodo dell?aggi#na -
>a miscela in esame contiene ben%ene 1concentra%ione Cben%ene 2$ toluene 1concentra%ione Ctoluene 2 e altro.
Sottoponendo a GC la miscela incognita si ottengono numerosi picchi$ tra i 7uali: Sben%ene e Stoluene
Si prepara 7uindi un miscuglio aggiungendo una 7uantit0 1A2 di ben%ene ad un certo &olume 1D2 di miscuglioincognito le concentra%ioni del ben%ene e del toluene di&enteranno:
Cbenzene
* =C
benzeneVA
VVA
e Ctoluene
* =C
tolueneV
VVA
1do&e DA; il &olume dell'aggiunta2
Sottoponendo a GC la miscela con l'aggiunta$ misureremo SHben%ene e SHtoluene
Con 7ualche passaggio algebrico si rica&a: Cbenzene=A
V
Sbenzene
Stoluene
Sbenzene*
Stoluene
* Sbenzene
Stoluene
Dediamo un esempio numerico:
Sottoponendo a GC la miscela incognita si ottengono numerosi picchi$ tra i 7uali:
Sben%ene9M(! Stoluene9R (riavo $ben*ene3$tolene@0,)
Si prepara una miscuglio con (**m> di miscuglio incognito 5 g di ben%ene e si sottopone a GC:
SHben%ene9MR! SHtoluene9+(N (riavo $Hben*ene3$Htolene@0,65)
ttengo cos< la concentra%ione del ben%ene nel campione in esame:
Cbenzene
= 2,0 g
0,100 L
0,575
0,7690,575=59g /L
aturalmente$ per ottenere determina%ioni accurate$ ; opportuno effettuare pi= misure$ rica&are la media$ ...
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. 5ecnica operati#a
Vengono ora i &egito riportate alne inia*ioni pratihe relative alla e&e*ione i anali&iga&ro#atogra7ihe, allo &opo i
aitare a o#prenere le proere &peri#entali he verranno &egite in laboratorio
evien*iare la o#ple&&itJ operativa he ao#pagna e&to potenti&&i#o &tr#ento i anali&i.
-Scelta della colonna.
I criteri per la scelta della colonna 1pi= precisamente della fase sta%ionaria2 sono sostan%ialmente tre:
(2 Per campioni con sostan%e di polarit0 analoga ma con punti di ebolli%ione abbastan%a di&ersi$ non 3necessario che la fase sta%ionaria sia particolarmente seletti&a$ per cui se ne impiega una apolare. In7uesto modo i composti usciranno in base alla loro &olatilit0 decrescente.
2 Per campioni con sostan%e di polarit0 di&ersa ma con punti di ebolli%ione abbastan%a &icini$ si possonousare fasi sta%ionarie sia polari che apolari. Infatti$ con fasi polari sar0 il componente polare a &enirmaggiormente trattenuto e laltro uscir0 per primo$ mentre con fase apolare a&&err0 lin&erso.
K2 Per campioni contenenti contemporaneamente sostan%e non polari e sostan%e non polari ma polari%%abili1ad esempio una miscela esano-ben%ene2$ si utili%%ano fasi molto polari. Questultime infatti$ polari%%ano icomposti aromatici 1come il ben%ene2 stabilendo legami dipolo-dipolo indotto$ mentre non trattengono$ adesempio$ lesano che 3 assolutamente apolare e non polari%%abile$ per cui sar0 lesano ad uscire per primo.
Per tutte le situa%ioni intermedie 3 necessario affidarsi soprattutto allesperien%a$ concentrando comun7uelatten%ione su fasi in grado di esaltare al massimo le differen%e 1polarit0$ polari%%abilit02 tra le molecole.
-Scelta della temperatura della colonna.
>a ricerca della temperatura ottimale &a fatta per tentati&i$ tenendo presente che un aumento di K*"C pu/determinare in molti casi un dime%%amento dei tempi di riten%ione. Come primo approccio$ la temperaturadella colonna pu/ essere decisa sulla base della media dei punti di ebolli%ione dei componenti la miscela.
Di sono due possibilit0 di impostare la temperatura. Si pu/ fare una isoterma$ cio; la temperatura rimanesempre la stessa$ oppure possiamo impostare una 'programmata'$ in cui la temperatura 3 &ariabile. >aprogramma%ione si esegue dando i seguenti comandi:
a2 Temperatura ini%iale Ti
b2 Tempo di permanen%a alla temperatura ini%iale
c2 Temperatura massima finale da raggiungere T f
d2 Delocit0 di incremento della temperatura 1gradimin2
e2 Tempo di permanen%a alla temperatura finale
-Scelta della temperatura della camera di inie%ione.
Questa de&e essere in grado di &apori%%are lintera miscela di composti 7uindi de&e essere superiore allatemperatura di ebolli%ione del composto pi= altobollente.
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tempo1min2
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+*
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T1"C2
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-Scelta del ri&elatore.
ipende dalla natura del campione e dei suoi componenti e dalle esigen%e analitiche. >a scelta pi=importante riguarda le caratteristiche di uni&ersalit0 o di seletti&it0$ cio; in pratica si tratta di decidere seinteressano tutti i componenti o solo particolari classi di composti.
-Scelta delle condi%ioni operati&e del ri&elatore.
Per 7uanto riguarda il FID$ la temperatura de&e essere almeno di M*-!* gradi al di sopra di 7uella dellacolonna. Tale &alore pu/ essere incrementato se nel campione sono presenti composti altobollenti oppureun numero ele&ato di componenti. >aria &a mantenuta a K**-M** m>min$ lidrogeno intorno a K* m>min.
Per l ECDla temperatura de&e essere di !-K* gradi superiore a 7uella della colonna. >a portata del carrierde&e essere intorno a !*-+* m>min. Se le condi%ioni operati&e per la colonna impongono flussi pi= bassi$ 3necessario in&iare al detector un eccesso di carrier attra&erso un apposito condotto ausiliario. 6 opportunonon utili%%are acetone$ cloruro di metilene o altri alogeno deri&ati. I sol&enti impiegati per i campioni nonde&ono assolutamente essere elettrofili.
-Scelta del carrier e della sua portata.
>a scelta del gas di trasporto dipende in misura preponderante dal tipo di ri&elatore utili%%ato$ ma &a tenuto
presente che lefficien%a aumenta utili%%ando gas con peso molecolare ele&ato.
>a portata del gas eluente 1carrier2 ha influen%a sullefficien%a della colonna$ sui tempi di riten%ione e sullarisposta del ri&elatore. In linea di massima il tempo di riten%ione 3 in&ersamente propor%ionale alla &elocit0media del gas di trasporto. Il ri&elatore produce segnali in&ersamente propor%ionali al &olume di gas chepassa$ 7uindi larea del picco diminuisce con laumentare della portata. I flussi ottimali si aggirano intorno a*-K* m>min.
-Trattamento del campione.
Spesso il campione da esaminare non pu/ essere iniettato come tale o in solu%ione. #isogna infatti a&erpresenti i pericoli a cui &a incontro il sistema cromatografico e dallaltro la possibilit0 che il campione sidecomponga o che il suo stato fisico sia tale da impedirne linie%ione.
Alcuni accorgimenti sono i seguenti:
a2 isidrata%ione. Quando si opera con fasi sta%ionarie particolarmente sensibili allumidit0 e si usanori&elatori 1ECD2 che ne risentono negati&amente$ 3 necessario procedere alla disidrata%ione dei campioni.
b2 eri&ati%%a%ione. >analisi di composti altobollenti richiede temperature troppo ele&ate con rischi didecomposi%ione$ polimeri%%a%ioni o addirittura carboni%%a%ioni. In 7uesti casi pu/ essere molto utile lamodifica%ione chimica del campione che permette di ottenere deri&ati a maggior &olatilit0. Ad esempio gliacidi grassi &engono trasformati nei loro esteri metilici che sono pi= &olatili.
c2 Cromatografia dello spa%io di testa. Quando si de&ono anali%%are tracce di composti &olatili in campionisolidi o in una grande massa di sol&ente$ il miglior modo 3 7uello di iniettare il &apore che si tro&a ine7uilibrio con il campione da anali%%are.
-Inie%ione.
Come prima cosa bisogna scegliere la tecnica e cio; se split oppure splitless. el primo caso sar0necessario fissare il rapporto di splittaggio. Fediante una microsiringa si inietta il campione.
6 bene iniettare la minor 7uantit0 possibile di sostan%a$ ponendo il ri&elatore in condi%ioni di la&orare allamassima sensibilit0. Si ottiene cos< un miglioramento dellefficien%a e una maggior simmetria dei picchi$ in7uanto$ in 7ueste condi%ioni$ lisoterma di riparti%ione 3 una retta.
-Oegistra%ione del cromatogramma
Quando i di&ersi componenti di una miscela hanno concentra%ioni simili$ non esistono particolari problemi di
registra%ione$ in 7uanto si tratta di indi&iduare lattenua%ione pi= adatta del ri&elatore. I problemi sicomplicano se in una miscela &anno e&iden%iati componenti che si tro&ano in 7uantit0 massicce accanto acomponenti presenti in piccola 7uantit0. In 7uesti casi se i picchi sono molto distanti 3 possibile cambiare
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7/25/2019 gascromatografia[1]
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Quaderni di Analisi Chimica Strumentale: Gascromatografia (v.06-VII) pag. 21
lattenua%ione nel corso della cromatografia.
Questi problemi non si pongono se lo strumento 3 corredato di un integratore per il calcolo delle aree deipicchi.
-ttimi%%a%ione della separa%ione.
In genere il primo cromatogramma non risulta perfetto$ cio; costituito da picchi ben distan%iati alti e stretti$
per cui occorre modificare 7ualche parametro$ &ediamo 7ualche esempio:
Picchi che escono fuori scala: basta aumentare lattenua%ione
Picchi troppi bassi: basta diminuire lattenua%ione
Picchi poco risolti: si pu/ pro&are ad abbassare la temperatura della colonna o ad abbassare il flusso
del carrier$ 7uestultima solu%ione risulta per/ poco efficace. Se non si ottiene un miglioramento sar0opportuno cambiare colonna.
Picchi larghi: si pu/ pro&are ad al%are la temperatura della colonna o aumentare il flusso.
Picchi alti e stretti 1ma poco risolti2 allini%io e larghi in coda: effettuare la cromatografia facendo &ariare
la temperatura della colonna$ cio; effettuare una programmata.
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7/25/2019 gascromatografia[1]
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Quaderni di Analisi Chimica Strumentale: Gascromatografia (v.06-VII) pag. 22
- ESERCITAZIONI E ERIFICHE
$.1 *sercizi sulle analisi gascromatografiche
E$, 1. Anali$i ga$cromaogra!ica di #na mi$cela di alcol
4na miscela contiene esclusi&amente tre alcol 1metanolo$ etanolo e (-propanolo2. Iniettando la miscelaincognita si ottengono le seguenti aree: Smetanolo9(KR Setanolo9() S(-propanolo9+*M
6' stata 7uindi preparata una solu%ione mescolando: ($*g di ognuno dei tre alcol. Iniettando tale solu%ionedi riferimento si ottengono le seguenti aree: Smetanolo9!+* Setanolo9!MR S(-propanolo9!N(
Calcolare la concentra%ione di ogni componente della miscela incognita.
E$, 2. =eermina&ione del )en&ene
Si &uole determinare la concentra%ione di ben%ene in una miscela complessa.
>a miscela da esaminare non contiene toluene in 7uantit0 rile&abili.
Diene preparata una solu%ione conenente(**mgm> di ben%ene e (**mg> di toluene. Iniettando talesolu%ione di riferimento si ottengono le seguenti aree: Sben%ene9(*! Stoluene9NNR
Diene poi preparata una solu%ione mescolando !m> di miscela incognita con ! m> della solu%ionecontenente (**mg> di toluene$ ottenendo: Sben%ene9M* Stoluene9(NN
Calcolare la concentra%ione di ben%ene nella miscela incognita.
E$, . =eermina&ione dell?eanolo
4na miscela complessa contiene metanolo$ etanolo e altre sostan%e sottoponendo a GC la miscelaincognita si ottengono &ari picchi$ tra i 7uali: Smetanolo9(MK Setanolo9(**M
Si prepara una miscuglio con !*m> di miscela incognita 5 *$!M g di etanolo e si sottopone a GC:
SHmetanolo9((M SHetanolo9(+(K
Calcolare la concentra%ione dell'etanolo nella miscela in esame.
$.2 Quesiti a risposta aperta
(2 Co&a la ro#atogra7iaK (#aG B0 righe)
2 De&rivi i prinipi &i ali &i ba&ano le &epara*ioni ro#atogra7ihe. (#aG 2 righe)
K2 %ali tenihe ro#atogra7ihe ono&iK (#aG B0 righe)
M2 De&rivi il 7n*iona#ento i n ga&ro#atogra7o. (#aG 2 righe)
) !ivelatori per ga&ro#atogra7ia e&ri*ione e prinipio i 7n*iona#ento. (#aG 20 righe)
6) Co#e &ono 7atte le olonne per ga&ro#atogra7iaK (#aG B0 righe)
) Co&a il ro#atogra##aK %ali &ono le grane**e 7ona#entali el ro#atogra##aK (#aG B0 righe)
) $ ali prinipi &i ba&ano le anali&i alitative e antitative in ga&ro#atogra7iaK (#aG 20 righe)
)2 PerhL in ga&ro#atogra7ia &ono poo a77iabili i #etoi a 'taratra iretta' e &pe&&o &i riorre aproere pi; o#ple&&e per ottenere anali&i antitativeK (#aG B0 righe)
ITAS 'Gambacorti' - Pisa classe !" corso #iologico Analisi Chimica Strumentale
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7/25/2019 gascromatografia[1]
23/23
Quaderni di Analisi Chimica Strumentale: Gascromatografia (v.06-VII) pag. 2
$. Quesiti a risposta multipla
Inia lari&po&ta orretta
1, La cromaogra!ia 0
una tecnica di separa%ione dei componenti di un miscuglio una tecnica spettrofotometrica una tecnica per e&iden%iare i composti colorati
una tecnica per separare sostan%e colorate2, Nelle ecnic(e cromaogra!ic(e in generale $i #ili&&a
una fase sta%ionaria li7uida e una fase mobile gassosa una fase sta%ionaria solida e una fase mobile li7uida una fase sta%ionaria solida o li7uida e una fase mobile li7uida o gassosa una fase sta%ionaria li7uida e una fase mobile li7uida
, Il em%o di rien&ione di #na $o$an&a %olare dipende solo dalla temperatura
dipende solo dal flusso della fase mobile ; tanto pi= alto 7uanto pi= ; polare la fase mobile ; tanto pi= alto 7uanto pi= ; polare la fase sta%ionaria
, Fra le $eg#eni ecnic(e cromaogra!ic(e/ 4#ale non ric(iede l?#$o di #n deecor CG T>C UP>C GC se accoppiato a spettrometro di massa
3, $erei la ga$-cromaogra!ia %er $e%arare #n mi$c#glio di proteine %uccheri polisaccaridi alcol
6, Il ri'elaore a ermocondici)ili9 0 uni&ersale e distrutti&o
uni&ersale e non distrutti&o seletti&o e distrutti&o seletti&o e non distrutti&o
7, Il ri'elaore FI= 0 uni&ersale e distrutti&o uni&ersale e non distrutti&o seletti&o e distrutti&o seletti&o e non distrutti&o
:, #ali $ono i %arameri %i im%orani %er l?anali$i 4#aliai'a in ga$cromaogra!ia
l'ampie%%a di base dei picchi l'alte%%a dei picchi l'area dei picchi i tempi di riten%ione
;, #ali $ono i %arameri %i im%orani %er l?anali$i 4#aniai'a in ga$cromaogra!ia l'ampie%%a di base dei picchi l'alte%%a dei picchi l'area dei picchi i tempi di riten%ione
1>, na colonna ca%illare %er ga$cromaogra!ia (a i%icamene diametro interno di 7ualche millimetro e lunghe%%a di 7ualche decina di metri diametro interno di 7ualche millimetro e lunghe%%a di 7ualche metro diametro interno di 7ualche decimo di millimetro e lunghe%%a di 7ualche decina di metri diametro interno di 7ualche decimo di millimetro e lunghe%%a di 7ualche metro