gabottos tarot

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Oroscope Tavole di Barbara Gabotto Testi di Emilio Piccolo Ta Dedalus Dedalus

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Crescita personale

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OroscopeTavole di Barbara GabottoTesti di Emilio PiccoloTaDedalusDedalusVisible WordTutti d'accordo:la poesia serve a pocole strade che attraversano il mondopassano attraversano le nostre ossainutile avere paura o vergognain questa terra che mai fu nostrainutile anche librarsi in ariacome zepelin senza gassiamo all'interno dei nostri nomisiamo semplici sche un modo gentile per dire: io soffrosiamo disperati quanto bastaper riposare nel nostro doloreecco: non temere se siedo accanto a tee ho qualcosa da raccontareniente pi lutti n ruttile parole vengono, e vannoe io non ti prometto nullanella mia destra c' la lunanella sinistra una memoriache ha perso ogni delicatezzaeppure io posso continuare a viveree a morire per semprema tu mia adorata pensa ad altropensa se l'anima fosse come il panee fosse sufficiente un bacio di fiamma e salivaa impastare un mondo nuovoti tocca avere grazia, e pazienza,per riconoscere nelle cose la tua storia cos che siamoil nostro volto muta con le manipossiamo diventare un filo d'erbao un'ondaoh, s, c' ancora molto da farein questo dolce cuore della vitagridare Ffanculo, mondo al mondoo amare la letteraturapi della spazzaturatanto sei andata via da sempree io non posso pi arrivare alla tua pellenon macino pi tristezzae ho gettato via il sonnopresto, qualcosa!ho bisogno di odoridi nuovo un odoreuna cosa che possa morire tra le mie maniun dolore almeno da finire ed esserci dentroprecisamente dentro piangeredonna, ti mostrer le catenemezzacartuccia mi urli nel sonnoma ci che mi hai dato il desiderio di esisteredi perfezionare la voce per l'ultimo gridoquesta una strana veritti ascolto per essere sordoti guardo per accecarminon c' poema d'amorecui in calce non metterei la mia firmae qui mi firmo quiin attesa di rinfacciare a dioci che posso cantare o taceree d'avermi dato stelle e spermaper le ore che dico Dove sono adesso?Fottiti! tu che puoiperch io ho bisogno di caose di emergere con guaiti da cuccioloagitando la coda come ci fosse la lunamigrare verso il primo doveio, mistura irrepetibile di cellule transgenichedi fermenti spruzzati in faccia all'eternitdi non andare, rimani, stai che sfidano il tuo cuorese mai abbia ancora di erezionie digressionie dispersionie trasgressioniper cui alla fine pi semplice il mistero delle cose ci che n migliore n peggioreun altro pezzo di merda umanadi morte che ci bacia dovunque siamodi atomi per fisici che non hanno ancora appresoche tutto si spezzavecchio, vecchio: ma tu non riesciad amarmi. E io, io semplicementesto quiZitta! ora prendo notaTurn Around un tempo questo che si crepa in frettae le strade sono zeppe dei nostri sentimentimasticati e sputati viacos, mettiamoci lanima in pacegli oracoli esistono per parlare e hanno parlatoora solo una questione di interpretazionee non c motivo che una foglia di allorosia pi facile a digerirsi del chewing gumqualcuno mha detto che in certe dosie in certe occasioni un allucinogenolo anche la poesiama questo lo sa solo chi ci bazzica quel tantoda non aver paura di overdosee di essere contraddetto dai fattibeninteso, anchio ho pauradi incontrare allangolo di stradauno che dopo venti anni mi viene a direche ne ha fatta di strada e mi trova ugualea quello che ero e che sarche ne so, un compagno di liceoquella che amavo a diciottanni e se la fece un altrostefano che aveva i capelli biondi ed era ficoo anche arturo che ha passato la vitasui codici medioevaliio per ho letto quasi tuttoe fatto quasi tuttopotr dire che non ho rinunciato a nullae ho speso quello che avevoe comprato dolore e felicit in egual misurama che ne sai amore mio che ne saiche mondo c adessoci si abitua anche alla menzognae ci si brucia il cuore con doloridi cui si pu fare a menoma andata cose io non ho mai scritto nulla senza firmarlon poesie che non avrebbe potuto farle anche un altrosono solo passato da un foglio di carta biancaalla disperazione nera di chi la vita gli cresce nel cervellocome un tumore da portarsi con sanche sullaltra faccia della lunacos siamo rimasti quasembravamo venire da stanze colme di piantoe abbiamo pianto come la madre di giottocon le braccia alzate e larghesul cadavere che eravamopoi siamo andati viacon gli occhi asciutti che nessuno notavae la sensazione improvvisache fossimo un uomo e una donna da mangiareschiacciati sotto il peso delle stelleche non abbiamo visten hanno brillato per noique triste!siamo andati a fondopiccoli come sassi di fiumie senza la dignit che servea rinfacciarsi una felicitbreve come questa breve vitaora il mio urlo che non grido al limite del decibele qualcosa in pi di un terremotoin queste piccole cellule del mio corpomi spinge a cercare nei ricordici che nessuna memoria di uomo o dio pu conservaree qui solo la morte pu placarequesta giovanile folla spezzataorganizzare i miei rottami come se fossero grumi da sputarein faccia ai passanti di queste strade di natalelasciando che sia il vento a restituirceli negli occhida dove il pianto se n andatoleggerai queste parolein un giorno di dicembre che le cose saranno quelle di semprepotrai dire eri il miglioreanche se sai che poi non vale nulla un uomoche una donna lo ama e se ne vasolo perch preferisce la nostalgiae diventare bella per dei che non la onoranoquand finita? mi chiedoio dico che bisogna mangiare ancora merda la cosa migliore per chi ha vogliadi essere uomo e avere un cuorema non c ancora molto tempoe ai grandi magazzininon vendono il fai-da-te della felicitnemmeno del doloreecco: ti servo su un vassoio le mie ceneriqueste erano le mie maniqueste le mie cigliaquesta la lingua troppo abituata a parlare per tacerequesti i sogni che abbiamo spedito al mattatoioqueste le tristezze che non abbiamo saputo viveree le angosce che ci siamo spruzzate nelle inguiniperch delle nostre inguini altri avessero a goderenulla io dimentico e lascer scrittoche sia mio figlio a disporre di ci che ho scrittone faccia ci che vuolee del mio cuore scoppiato non serbi che il tic-tacnon mi somigli n mi detestimi ami, se pu e vuolee mi odi, se saprora, sto dormendo tra i suoi senitroppo grandi per meper questo piccolo uomo che non ha n coraggio n libertvado via perch non so restareperch, semplice, io sognoe ogni storia programmata per essere cancellataalla fine tutto sar come primatu sarai pi vecchiaio limpiccato dei tarotse a chi ci interroga sar prodigo di sventure e di prodigitu unimperatrice con la sapienza di chi ha persopi di un reamesaremo tristi, amore mio, tristima non avremo scusee nessuno ce lo perdonero ci sar gratoDedalus srl Napoli, 2000No copyrightEdizioni Dedalusvia Pietro Castellino, 179 - 80131 Napoliemail: [email protected] - [email protected] edizione: marzo 2000La manipolazione e/o la riproduzione (totale o parziale) e/o la diffusione telematicadi questopera sono consentite a singoli o comunque a soggetti non costituiti comeimprese di carattere editoriale, cinematografico o radio-televisivo.