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Freya Stark ed il viaggio femminile ad inizio Novecento di Giulia Söre laureata a Firenze con una tesi di antropologia culturale, sul tema del viaggio femminile agli inizi del '900 Freya Stark intraprende i suoi primi viaggi in Iran nel 1930 (ricordiamo che questi diedero vita al suo primo libro The Valleys of the Assassins[1 ], pubblicato nel 1934 da J. Murray a Londra). Le donne sono ormai finalmente ammesse da quasi vent'anni[2 ], vent'anni di fatto segnati ancora da accese discordie interne al riguardo, alla più vecchia e rinomata associazione promotrice di esplorazioni e studi geografici vittoriani ed edwardiani: la Royal Geographical Society. Il viaggio femminile, inteso come viaggio avventuroso e non di turismo sul continente, non è più un'eccezione ma un fenomeno riconosciuto, consolidatosi all'inizio del Novecento, e che trova ora una sua conferma nei numerosi titoli pubblicati. In realtà esso è però assai lontano dall'essere ancora socialmente accettato, si pensi ad esempio all'atteggiamento della comunità inglese di Baghdad[3 ], convinta che Freya fosse una spia (disdicevole) o una donna in cerca di marito con poche opportunità in patria (deprecabile e disprezzabile). Non si può essere una vera lady ed un vero viaggiatore, il viaggio è ancora e lo sarà per diverso tempo, semplicemente Unsuitable for Ladies (come recita anche il titolo di un'interessante libro di J. Robinson[4 ]). Freya Stark mostrerà un atteggiamento sempre attento a mettere in risalto la sua indiscussa condizione di Lady of Quality[5 ], è rimasto celebre il modo in cui fece saltare in piedi nel 1932 i giornalisti del Baghdad Times che non si erano alzati quando era entrata la prima volta al giornale: "in quest'ufficio le donne devono essere considerate delle

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Freya Stark ed il viaggio femminile ad inizio Novecento

di Giulia Sörelaureata a Firenze con una tesi di antropologia culturale, sul tema del viaggio femminile agli inizi del '900

 

Freya Stark intraprende i suoi primi viaggi in Iran nel 1930 (ricordiamo che questi diedero vita al suo primo libro The Valleys of the Assassins[1], pubblicato nel 1934 da J. Murray a Londra). Le donne sono ormai finalmente ammesse da quasi vent'anni[2], vent'anni di fatto segnati ancora da accese discordie interne al riguardo, alla più vecchia e rinomata associazione promotrice di esplorazioni e studi geografici vittoriani ed edwardiani: la Royal Geographical Society.Il viaggio femminile, inteso come viaggio avventuroso e non di turismo sul continente, non è più un'eccezione ma un fenomeno riconosciuto, consolidatosi all'inizio del Novecento, e che trova ora una sua conferma nei numerosi titoli pubblicati. In realtà esso è però assai lontano dall'essere ancora socialmente accettato, si pensi ad esempio all'atteggiamento della comunità inglese di Baghdad[3], convinta che Freya fosse una spia (disdicevole) o una donna in cerca di marito con poche opportunità in patria (deprecabile e disprezzabile). Non si può essere una vera lady ed un vero viaggiatore, il viaggio è ancora e lo sarà per diverso tempo, semplicemente Unsuitable for Ladies (come recita anche il titolo di un'interessante libro di J. Robinson[4]).Freya Stark mostrerà un atteggiamento sempre attento a mettere in risalto la sua indiscussa condizione di Lady of Quality[5], è rimasto celebre il modo in cui fece saltare in piedi nel 1932 i giornalisti del Baghdad Times che non si erano alzati quando era entrata la prima volta al giornale: "in quest'ufficio le donne devono essere considerate delle regine!" [6].Il viaggio sembrava precludere alle donne la condizione femminile. Un giornalista ancora nella prima metà del Novecento scrisse che due qualità caratterizzavano i viaggiatori "il coraggio e la fiducia in se stessi, entrambe risaputamente maschili" (Birkett 1989, p. 192).Ecco che Isabella Bird[7] "portava in petto il cuore di un uomo", che Gertrude Bell[8] aveva "un vigore tutto maschile" e Mary Kingsley[9] una "tenacia maschile" e sebbene quest'ultima viaggiasse nell'Africa centrale nei suoi impeccabili completini neri, composti da corsetto e gonna con strascico, affermando che neanche qui una donna aveva il diritto d'indossare un abito del quale si sarebbe vergognata a Londra, fu avvicinata ad una cena di gala da un ufficiale coloniale che le disse, non sapendo chi fosse: "Conosce la Signorina Kingsley? Non l'ha mai incontrata? Non si preoccupi la riconoscerà sicuramente... diciamo che odora come un tubetto di olio di palma..." (Birkett 1989, p. 195).Mentre per molte donne essere sole in patria comportava uno svantaggio, vissuto sovente come una colpa ed un indizio d'inadeguatezza, in viaggio si

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trasformava in una libera e vantaggiosa scelta. Ecco che Gertrude Bell poteva vedersi attribuire il titolo turco di Effendi[10] (con il quale si designa un uomo colto, spesso insegnante e scrittore), Mary Kingsley diSir[11] e Mary Slessor[12] di BeBeBwana[13] (capo-donna).Freya stessa, come rimarca in Traveller's Prelude (1951), è potuta partire in quanto priva di legami. Ha iniziato a studiare l'arabo con la speranza che questo la potesse portare lontana dalla vita che sembrava esserle destinata, quella che l'autrice chiama "la via di Marta" [14] riferendosi al personaggio biblico del Nuovo Testamento[15].Il merito di Freya, che l'ha distinta da altre numerose viaggiatrici, è quello di aver esplorato da sola ed in maniera dimessa (due mulattieri ed una tenda), territori pericolosi e poco conosciuti. Mentre ad esempio si hanno notizie di alcune spedizioni in Arabia di Gertrude Bell composte da un folto seguito d'inservienti opportunamente istruiti nel preparare la tavola (tovaglioli e servizio d'argento inclusi), una speciale vasca da bagno in tela (per attimi di relax nel deserto) ed una ventina di cammelli per trasportare tutto l'occorrente (cfr. Russell 1994, p. 128).Freya dai suoi viaggi riporta in patria utili e preziose informazioni topografiche, secondo una collaborazione divenuta assai frequente alla fine degli anni '30 tra gli autori di libri di viaggio ed il Foreign Office (Fussell 1988, p. 246). Il suo coraggio, unito alla precisione dei suoi rilevamenti, le sono valsi diversi riconoscimenti da alcune delle più prestigiose associazioni geografiche[16].Nei suoi libri, come ad esempio ne Le Valli degli Assassini, vi sono numerosi tratti caratteristici della scrittura femminile e del "diverso sguardo" delle viaggiatrici (ad esempio un'attenzione privilegiata per i dettagli e per le donne, una forte compartecipazione emotiva agli eventi, la ricerca del consenso delle persone che la circondano), ma non è fondamentale la ricerca introspettiva. A differenza di quello che invece ha caratterizzato gli scritti di molte altre viaggiatrici, come ad esempio Vita Sackville-West[17], dove il viaggio ha la doppia valenza di viaggio verso l'esterno e l'interno di se stessi. Decontestualizzate e affrancate dal loro ruolo di figlie-mogli-madri, molte donne hanno ritrovato sovente nel viaggio la propria identità (cfr. Fortunati-Monticelli 2001, p. 57).È concesso loro ad esempio del tempo per riflettere su se stesse perché come scrive esaurientemente Florence Nightingale[18], viaggiatrice insospettata:

Non c'è mai mezz'ora in tutta la loro vita (tranne dopo che tutti gli altri sono andati a letto o prima che incominciano a svegliarsi) che le donne possono chiamare propria senza timore di offendere o ferire qualcuno (cit. in Woolf 1995, p. 50).

Il viaggio di Freya ha un interesse scientifico (la cartografia), oltre che uno scopo romantico (la localizzazione del giardino degli Assassini), che conferisce al suo libro un carattere più pragmatico (le difficoltà nei rilevamenti) e meno speculativo (non scrive come Vita Sackville-West, da Teheran, a Virginia Woolf "Oh come vorrei che tu mi spiegassi la vita") [19].

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Regina Dieterle nella postfazione ad un libro dedicato ad Annemarie Schwarzenbach[20] scrive:

Partenza, cambiamento, viaggi, ricerca dell'ignoto, del diverso: era un momento importante, ricco di novità, per la generazione di donne nate intorno al 1900. Alcune socialmente privilegiate, fecero da pioniere (cit. in Scwarzenbach 2001, p. 347).

Freya Stark non fu tra queste, non fu una Gertrude Bell (erede di una ricchissima famiglia di industriali inglesi), una Vita Sackville-West (appartenente ad una delle più nobili famiglie inglesi) od un'Annemarie Schwarzenbach (figlia di una delle più potenti famiglie svizzere). Non perché non mosse i suoi passi al di fuori dell'angusto ordine patriarcale, ma perché lo fece senza nessun'agevolazione. Solo sei anni dopo la sua prima lezione d'arabo, all'età di trentaquattro anni, fu economicamente in grado di viaggiare ed acquistare un biglietto, su di una nave cargo, per il Libano (cfr. Stark 1951a, p. 276).Freya Stark ha dovuto lottare duramente per ottenere quello che ha da sempre e con sacrificio inseguito: il riconoscimento pubblico (studia l'arabo perché convinta che le cose più interessanti del Novecento accadranno nelle vicinanze del petrolio[21]) e la rispettabilità che ne deriva (non è più una donna sola ed eccentrica da guardarsi con commiserazione, ma un esponente di primo piano dell'élite londinese).Se Nigel Nicolson può definire Orlando "la più lunga e affascinante lettera d'amore della letteratura" [22] (scritta da Virginia Woolf a Vita Sackville-West), noi possiamo affermare che Le Valli degli Assassini è una bellissima lettera d'amore che Freya scrive a se stessa, a testimonianza del traguardo raggiunto.La sua prosa, interessante, fresca, spigliata, quasi diaristica, osserva giustamente Stefano Malatesta[23], le deriva dalle innumerevoli lettere scritte a parenti ed amici.Freya è convinta che esse siano l'unica forma di scrittura in grado di trasmettere al lettore lampi di realtà ed emozioni:

Non è ancora stato trovato nessun modo per tradurre la vita nel linguaggio, nessuna parola può richiamare l'abbagliante fluidità dei giorni. Singole parole fissate in una sequenza, cadono nel tempo, e a attraverso ad esso, come delle cateratte. Le lettere sono le descrizioni più fedeli, perché sono frammentarie e interessate ai momenti nell'attimo in cui passano e sono vivi attraverso l'intimità [...] (Stark 1951b, p. 83) [24].

Un libro come Le Valli degli Assassini non racconta al lettore nessuna scoperta sensazionale; l'autrice non è nemmeno la prima occidentale a visitare queste regioni sperdute dell'Iran; la storia di Alamut, sebbene accattivante, è già stata più volte e meglio narrata; l'autrice non trova il giardino degli Assassini e neppure il tesoro; il suo viaggio è allora un fallimento? No, perché da ogni pagina traspira il fascino dell'avventura ed il viaggio è narrato con arte.L'importanza dell'esperienza risiede però nella figura stessa dell'autrice: una

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donna sola, non avvantaggiata economicamente, priva di un'istruzione regolare, di una qualsiasi conoscenza importante e confinata in un paese lontano dall'Inghilterra (centro del suo interesse), che con paziente testardaggine abbandona la "via di Marta" ed inizia a viaggiare in Medio Oriente, spazio ritenuto ancora maschile all'inizio del Novecento. Il biasimo dei suoi connazionali si trasformerà però, presto, in ammirazione dinanzi al coraggio dimostrato da quella che è ora ritenuta unanimemente una delle più grandi viaggiatrici del secolo appena passato. 

Bibliografia

BIRKETT D., Spinsters Abroad. Victorian Lady Explorers, Blackwell, Oxford 1989.

DE SALVO L.-LEASKA M. (a cura di), Adorata creatura. Le lettere di Vita Sackville-West a Virginia Woolf, La Tartaruga, Milano 2002.

DIETERLE R., Postfazione in SCHWARZENBACH A., Dalla parte dell'ombra, il Saggiatore, Milano 2001, pp. 343-371.

FORTUNATI V. - MONTICELLI R., Raccontare l'Oriente: lo sguardo e la scrittura delle viaggiatrici in BELLMAN P. - MATERA V. (a cura di), Il viaggio e la scrittura, l'ancora del mediterraneo, Napoli 2001, pp.45-64.

FUSSELL P., Viaggiatori inglesi fra le due guerre, il Mulino, Bologna 1988.

PREMOLI M., Nota del traduttore in SACKVILLE-WEST V., Il più personale dei piaceri. Diari di viaggio. Persia 1926-1927, Garzanti Editore, Milano 1992, pp.233-245.

ROBINSON J., Wayward Women. A Guide to Women Travellers, Oxford University Press, New York 2001a.

----------, Unsuitable for Ladies -An Anthology of Women Travellers, Oxford University Press, Oxford 2001b.

RUSSEL M., The Blessings of a Good Thick Skirt. Women Travellers and Their World, Flamingo, London 1994.

STARK F., The Valleys of the Assasins and Other Persian Travels, J. Murray, London 1934.

----------, Traveller's Prelude, J. Murray, London 1951a.

----------, Beyond Euphrates. Autobiography 1928-1933, J. Murray, London 1951b.

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----------, Le Valli degli assassini, Longanesi & C., Milano 1983.

WOOLF V., Le donne e la scrittura, La Tartaruga, Milano 1995.

1.  In Italia è stato pubblicato per la prima volta nel 1983, da Longanesi & C., con il titolo Le Valli degli Assassini.

2.  Precisamente dal 1913. In realtà le prime adesioni femminili si hanno già nel 1892, ma aspre polemiche interne costringono la R.G.S. ad un subitaneo ripensamento (cfr. Birkett 1989, p. 243).

3.  Freya Stark, arrivata a Baghdad nel 1929, è consapevole di essere un personaggio scomodo, ben lontano da quello che lei stessa aveva definito the British orthodox exterior (cfr. Stark 1951b, p. 84).

4.  J. Robinson, Unsuitable for Ladies, Oxford University Press, Oxford 2001b.5.  Cfr. Robinson (2001a), p. 175.6.  "On my first day, no one rose to greet my arrival, and I made a little speech in the

clerk's room explaining that office women are to be thought of as queens, and men stand when they come in: and stand up they did, for the whole of the year that followed" (Stark 1951b, p. 244).

7.  Isabella Bird (1831-1904) inizia a viaggiare "tardi", all'età di quarant'anni, dopo essersi occupata come donna nubile di tutti i suoi famigliari. Ad Isabella, che soffre di una dolorosa malattia alla spina dorsale e di depressione, viene prescritto il viaggio di cui diverrà presto dipendente. Si sposa a cinquant'otto anni (il suo medico John Bishop continua a chiederglielo tra il 1877-1881: "Ho solo un grande rivale nel cuore d'Isabella: l'Asia centrale"). Il marito muore dopo cinque anni e Isabella ricomincia a viaggiare. Sarà la prima donna invitata a parlare in pubblico alla Royal Geographical Society e nel 1893 la prima di quindici donne ammesse come Fellow alla prestigiosa istituzione.

8.  Raccontò le sue importanti esperienze in Medio Oriente in due libri di viaggio, entrambi stampati a Londra dall'editore Heinemann, che riscontrarono un enorme successo: The Desert and the Sown (1907) e Amurath to Amurath (1911).

9.  Mary Kingsley (1862-1900) raggiunse la fama in qualità d'autrice di libri di viaggio e di esperta nelle questioni dell'Africa Occidentale. Soggiornò in Africa per un periodo di diciotto mesi, tra il 1893 e il 1895. La sua opera di maggior successo fu Travel in West Africa: Congo Français, Corisco and Cameroons edita a Londra nel 1897 da McMillan.

10.  Birkett (1989), p. 117.11.  Russell (1994), pp. 216-217.12.  Mary Slessor fu una missionaria scozzese presbiteriana che trascorse circa

quarant'anni, tra il 1876 ed il 1915, nelle foreste del Calabar nel sud-est della Nigeria. Divenne amica di Mary Kingsley che soggiornò nello stesso periodo in Africa. Non ha lasciato nessun libro, ma numerosi articoli per la Missionary Record e Women's Missionary Magazine e svariate lettere personali (McEwan 1994, p. 74).

13.  Russell (1994), pp. 216-217.14.  "I studied arabic with the hope that at some time it might lead me out of the endless

Martha Lane into some sort of fairyland of my own. But it was such a fragile hope, and so dear to me, that I never mentioned it to anyone" (Traveller's Prelude 1951, p. 324).

15.  "Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola

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a servire? Dille dunque che mi aiuti". Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta" (Luca 10, 38-41).

16.  La Royal Geographical Society (1934 Back Grant Memorial Prize; 1942 Founder's Gold Medal), la Royal Asiatic Society (1934 Burton Medal), la Royal Scottish Geographical Society (1936 Mungo Park Medal) e la Royal Central Asian Society (1951 Percy Sykes Memorial Medal).

17.  Vita Sackville-West viaggiò in Iran alcuni anni prima di Freya e nel 1926 pubblicò in proposito Passenger to Teheran e nel 1928 Twelve Days, entrambi editi a Londra dalla Hogarth Press.

18.  Florence Nightingale (1820-1910) è nota soprattutto per aver fondato nel 1860 la prima scuola al mondo per infermiere professionali a Londra ed essere stata la prima donna ad aver ricevuto, nel 1907, il prestigioso Order of Merit inglese (Enc. Britannica, vol. VII, p. 340). In realtà prima d'intraprendere la sua carriera come infermiera, viaggiò attraverso l'Egitto e la Crimea e diede vita a due tra i più "freschi" racconti di viaggio del periodo. Il primo (Letters from Egypt 1854) fu pubblicato unicamente per "circolazione privata" e il secondo, tratto dalle sue lettere private, fu stampato unicamente nel 1987 con il titolo Letters from Crimea (Robinson 2001a, p. 119).

19.  Lettera datata 23 febbraio 1927 (De Salvo-Leaska 2002, p. 183).20.  Schwarzenbach A., Dalla parte dell'ombra, il Saggiatore, Milano 2001.21.  Cfr. Stark (1951a), p. 276.22.  Cit. Premoli (1992), p. 244.23.  Intervistato a Roma nell'aprile 2002.