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Voglia di correre nel mondo!!!Un’esperienza all’estero è assolutamente da fare… come
Francesco Rossi che ci ha preso gusto. Dopo aver corso una
quindicina di maratone in Italia, nel 2013 Francesco ha deciso
di provare New York, veramente emozionante, con tanta
partecipazione da parte del pubblico in tutto il percorso,
tempo impiegato 4.13.00, con molte soste per fare le foto.
A maggio 2014 esperienza in sud America, maratona di Lima
in 4.05.46, il Perù è un paese veramente meraviglioso così
come il tour di 12 giorni abbinato alla maratona.
Ad aprile 2015 Londra in 3.56.25, straordinaria come New
York se non di più, 52000 partecipanti e tanto tifo, percorso
bellissimo tutto all'interno della città.
A Novembre 2015 la madre di tutte le maratone, Atene in
4.03.23, partenza da Maratona e arrivo allo stadio
Panatinaikos di Atene, gara veramente dura, con molti
chilometri di leggera salita che si sono fatti veramente sentire.
A luglio 2016 è la volta di San Pietroburgo, con ritiro al 23
chilometro causa febbre, peccato!!!!!!
Francesco comunque non demorde e ha già puntato la
prossima tappa: novembre 2016 sarà Valencia
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di Mei Gianfranco – Viale Piceno 28 – Fano – 0721.806178
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BOSTON
IL RACCONTO DI GAETANO
Mazzanti Gaetano ci racconta Boston. «Sono arrivato il venerdì sera. La città vive
per la gara, puoi sentirlo già appena metti piede in terra. Le TV locali non parlano
d’altro. Il sabato mattina sono uscito presto per l’ultima sgambata e lungo il fiume
e c’erano runner ovunque. Sensazioni non buone. Sciatico più dolorante rispetto
alle ultime uscite e il polpaccio fa male di conseguenza. Alle 8.30 c’era una gara da
5k con migliaia di partecipanti, anche di livello visto che il primo ha chiuso in 13.37
o qualcosa del genere. Poi subito dopo una gara da un miglio ad invito con runner
professionisti. Pieno di gente che incitava e urlava a squarciagola. Un anticipo di
quello che sarebbe stato il tifo lunedì. Nota meteo: il sabato era freddino e
ventoso. Le previsioni per il lunedì parlavano però di sole e caldo. Ci avrebbero
preso ma non del tutto. Si va all’Expo passando prima sulla linea del traguardo, poi
un attimo di raccoglimento sul luogo dell’attentato del 2013. Subito dopo il ritiro
del pettorale ci si tuffa nel parco divertimenti con tutti gli stand. Ci ho speso più
tempo e denaro del previsto, ma davvero c’era di tutto e di più incluse una paio di
fiammanti Ride 9 che credo in Italia non abbia ancora nessuno. Il Sabato
pomeriggio e la Domenica le ho passate da turista con la famiglia.
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Nonostante i buoni propositi ho camminato come al solito per km e km. Per il
pranzo della domenica ho mangiato una tonnellata di pasta a North End, zona
piena di ristoranti italiani, ma beccarne uno genuino è un’impresa. La sera pizza.
Carico completato! E così arriva il giorno della gara. Ci sono misure di sicurezza
molto restrittive. La borsa con l’eventuale cambio va consegnata prima di salire
sugli autobus che portano alla partenza. Praticamente non si può portare nulla
altro che i vestiti indossati (quanto in sovrappiù sarà poi lasciato in beneficenza) e
cibo/bevande contenute in una busta trasparente di volume max 1 gallone. E’
possibile portare anche una stuoia per stendersi. In autobus possono salire solo i
runners, niente accompagnatori. Ovviamente c’è una fiumana umana che si dirige
verso il punto di ritrovo. Tutto molto ordinato però. Le partenze sono scaglionate in
base alle stesse 4 Waves in cui sono divisi i partecipanti. Gli autobus sono gli
scuolabus gialli tipici degli USA. E’ davvero affascinante vedere la colonna di bus
che riempie l’autostrada verso Hopkinton. Io parto nella terza Wave, alle 10.50. Il
mio autobus parte 3 ore prima. Ci vuole quasi un’ora per arrivare alla partenza.
Quando si arriva al Village ci si rende conto dell’enormità dell’evento e della
perfezione della macchina organizzatrice. Tendoni enormi per chi vuole stare al
riparo dal sole. Cibo e bevande. Centinaia di bagni, con code ordinate anche se
lunghissime. Fa un caldo tremendo ma riesco a trovare spazio sotto uno dei
tendoni.
Lo stuoino che mi ero portato si è rivelato utilissimo. Mi sono abbioccato per quasi
un’ora in totale relax. Poi 45 minuti prima della partenza il classico rito del salmone
con pane e noci. Intorno a me un mix di stupore e schifo. Poi un po’ di esercizi per
tirare lo sciatico e un po’ di massaggi al polpaccio. Poco dopo arriva la chiamata
per la mia Wave e ci si avvia. Un serpentone di più di 7000 persone che percorre i
1200 metri per arrivare alle griglie lungo una via in mezzo a tipiche case di
campagna e a persone che già incitano come pazzi, offrono acqua, arance, crema
da sole, ecc. Per la verità è anche pieno di militari in assetto da guerra, ma ci sta. Si
arriva alla griglia pochi minuti prima del via. Mi infilo rapidamente il sacco nero
dell’immondizia, con quel caldo genero di nuovo stupore, ma sfrutto la bottiglietta
vuota che mi sono portato per fare plin-plin, via il sacco e sono pronto!
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Si parte in perfetto orario. Il primo tratto è per la maggior parte
in discesa, anche se ogni tanto, più spesso di quanto pensassi, ci
sono brevi tratti in salita che rompono il ritmo. Sento solo un
leggero fastidio alla coscia, il polpaccio è ok. Cerco di tenere i
battiti sotto controllo, la discesa aiuta a tenere un ritmo tra i
4’50” e i 4’55”, so che non devo esagerare, fa davvero caldo.
Dopo le prime miglia il terreno diventa mediamente più
pianeggiante anche se ci sono continui saliscendi. E’ pieno di
gente che incita, offre cibo e bevande, ci sono cartelli
divertentissimi. Passo ai 10Km in 49’27”. Bene, ma qui inizia già a
sentirsi il vento contrario, con folate anche violente. Sarà un
compagno tremendo fino alla fine. Questo è l’aspetto che i
meteorologi hanno cannato alla grande. Avevano previsto brezza
nel primo pomeriggio e solo per le ultime miglia.
Invece non sono neanche le 12 e il vento è già bello tosto e mancano più di 30km.
Merda!!! A questo punto mi rendo conto di una cosa inaspettata e bellissima: sono
circondato da donne. E’ incredibile ma attorno a me ci sono solo donne! Mai
successo. La partecipazione femminile in questa maratona è altissima. Molte sono
giovani. Non so se è una coincidenza fortunata e tutte le donne iscritte erano oggi
in griglia con me. Un’altra cosa che noto è il numero di persone che corrono con
protesi, tantissime. Ho poi scoperto che alcune erano tra quelle colpite
nell’attentato del 2013. Chapeau!!!. Nonostante la gentile compagnia femminile il
ritmo cala un po’ e già ai 15Km sono a media RMA teorica (5’/km). Sento che
molto difficilmente potrò tenerlo a lungo. Le ultime settimane di preparazione
praticamente saltata cominciano già a farsi sentire. L’ultimo lungo l’ho fatto a -5 poi
dopo l’infortunio solo riposo e corse brevi allungando fino a 20Km una settimana
fa. Ma riesco comunque a tenere quel passo fino alla mezza: 1.45’31”, sarebbe
perfetto ma il peggio deve ovviamente arrivare. Prima però c’è ancora un
momento di allegria e distrazione: il mitico Screaming Tunnel del Wellesley College.
In teoria sapevo cosa aspettarmi ma poi passarci sul serio è tutta un’altra storia! In
pratica si sentono le grida a quasi 1km di distanza. Poi si arriva sul posto ed è un
delirio di ragazze del Wellesley College, appunto, che mostrano cartelli che invitano
a baciarle, a sposarle, ecc gridando come pazze. E molti infatti si fermano, ma io
sono un duro e proseguo. Col senno di poi avrei potuto gustarmelo meglio quel
tratto. Al 25° passo in 2.05’12” sono ancora quasi in linea ma l’incantesimo del
Wellesley svanisce e arrivano le famose colline di Newton. Prima dell’infortunio ho
fatto molte salite, ma sembra una vita fa. Anche in questo caso so benissimo cosa
aspettarmi. Mi sono piantato in testa questi numeri: 16, 17 e 1/2, 19 e 1/4, 20 e
1/4: il punto di inizio (in miglia) delle 4 colline.
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Ma già la prima è una mazzata e per la prima volta arriva il pensiero di fermarsi. Mi
dico che non c’è nessuna speranza di farne altre tre ma insisto. Il ritmo cala
drasticamente a 5’30” o peggio, ma in qualche modo passo oltre la seconda e la
terza collina. Al 30esimo il crono dice 2.31’40” i primi segni tangibili del cedimento.
Adesso tocca all’ultima collina, la mitica Heartbreak Hill. Anche qui il boato della
folla è fortissimo, ci incitano in ogni maniera. A metà salita però la tentazione di
fermarsi e camminare è fortissima, tentenno, ma anche stavolta insisto. Arrivo in
cima ma poco dopo c’è un’altra salitina per la serie “me stai a pijà…” (sapevo anche
di questa ma di nuovo un conto è leggere e un conto correre). Una nota sulle
colline: in realtà non sono niente di speciale di per sé, ma fatte in sequenza tra il
25esimo e il 32esimo dopo tutti i saliscendi precedenti e con quel vento maledetto
diventano davvero toste. Torniamo alla gara: mi sto trascinando ma so che ora c’è
un po’ di discesa. Mi rianimo un po’ ma dura poco. Speravo in un finale quasi in
piano invece i saliscendi continueranno fino alla fine e il vento, il maledetto vento
continua a soffiare contro. Arrivo al km 35 in quasi 3 ore. Ho ancora una tenue
speranza di finire sotto 3.40’. Basterebbe tenere i 5’30” che ci vorrà mai? le ultime
parole famose… Più volte mi dico ok, adesso mi fermo, ma l'illusione del 3.39'59"
aiuta a tener botta. Ma nonostante il boato assordante della folla riesco solo a
strisciare fino alla fine ricomponendomi un po’ (spero) per la foto all’arrivo.
3.41’14”. Amen, comunque è andata. Due settimane fa non sapevo nemmeno se
sarei stato in grado di partire. Va bene così. Mi prendo la medaglia e poi raggiungo
la famiglia. Bellissimo. A proposito di famiglia però l’unico appunto a questa gara è
che è praticamente impossibile per i familiari fare il tifo lungo il percorso. E’ stata la
mia decima maratona, è andata come è andata ma è comunque la più bella e
emozionante. In USA ho corso anche a Chicago che è pure bellissima, ma questa…
Ne è valsa davvero la pena. Al rientro in albergo pure la sorpresa di incontrare
Massini con cui ho avuto modo di scambiare due parole. Era la sua sedicesima
Boston da accompagnatore (ne ha corse due). Tornato in albergo il mio Garmin 610
mi ha fatto lo scherzetto di perdere i dati della gara. A proposito di albergo se avete
intenzione di andare a correre a Boston prendetelo a Back Bay o meglio ancora nel
Theater District.
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