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f ram… MENTI di Scuola Agostino CUMBO nasce a Benevento. Dopo aver frequentato il Liceo Scientifico Rummo, si laurea in Giurisprudenza. E’ un brillante avvocato lavorista che unisce alla sua professione una spiccata vocazione artistica. Da diversi anni si dedica all’arte pittorica, riuscendo a far emergere dalla sua anima una passione emozionale di vita, che si traduce in splendide creazioni. Ma non è tutto, perché l’avvocato – artista è anche affascinato dal tango, il ballo che seduce a abbraccia con uno sguar- do. Così oltre a partecipare a diverse mostre a Benevento e nel Sannio, imponendosi al pubblico cittadino e non solo, si diletta anche in spensierate serate di ballo. Laboratorio di Giornalismo 2017 Liceo Scientifico - Gaetano RUMMO Dipinto di Agostino CUMBO*

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Page 1: FramMENTI di Scuola - Benvenuti sul sito del Liceo Scientifico "G. …€¦ · risposta in termini di rieducazione. La riflessione si è poi spostata sul carce-re della nostra città,

fram… MENTIdi Scuola

Agostino CUMBO nasce a Benevento. Dopo aver frequentato il Liceo Scientifico Rummo, si laurea in Giurisprudenza. E’ un brillante avvocato lavorista che unisce alla sua professione una spiccata vocazione artistica. Da diversi anni si dedica all’arte pittorica, riuscendo a far emergere dalla sua anima una passione emozionale di vita,

che si traduce in splendide creazioni. Ma non è tutto, perché l’avvocato – artista è anche affascinato dal tango, il ballo che seduce a abbraccia con uno sguar-

do. Così oltre a partecipare a diverse mostre a Benevento e nel Sannio, imponendosi al pubblico cittadino e non solo, sidiletta anche in spensierate serate di ballo.

Laboratorio di Giornalismo 2017Liceo Scientifico - Gaetano RUMMO

Dipinto di Agostino CUMBO*

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LA REALTA’ DENTRO- Intervista a Maria Luisa Palma - Direttrice della Casa Circondariale

di Benevento di Antonio Vicario, pag. 3

ORIZZONTI DI VITA- La scelta di Dj Fabo di Camilla Schipani e Vittorio Gianvito, pag. 4- Impara a salvare una vita di Vittorio Gianvito, pag. 4

ANNIVERSARI- Gaetano Rummo, lo scienziato giornalista, pag. 5

CULTURA- Premio Strega 2017, il fascino della lettura di Antonio Vicario, pag. 6 e 7- Intervista a Wanda Marasca di ‘La compagnia delle anime finte’

di Alessandra Di Dio e Sara Cavalluzzo, pag. 8

ScriviAmo per passione

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fram… MENTI di ScuolaLaboratorio di Giornalismo 2017

Liceo Scientifico - Gaetano RUMMO

Coordinato dalla Dott. Enza NunziatoDocente referente, Carmen Coppola

Corsisti:Carone Giovanni; Cavalluzzo Sara;

De Palma Annalisa; Di Dio Alessandra; Gianvito Vittorio; Guida Andrea;

Paragona Agostina; Paternostro Anna; Rapuano Cosima; Schipani Angelo;

Tarantino Angelo; Campagna Diana; Vicario Antonio

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“Pur non avendo avuto alcun ‘back-ground’propedeutico a questa professione,sono riuscita a portare a termine la miaimpresa”. Queste le parole di Maria LuisaPalma, attuale direttrice del carcere diBenevento, in merito alla questione riguar-dante il perché della sua ardua scelta.Intervistata proprio l’8 marzo, giornatadedicata alle donne, la dottoressa ci hainformati che circa il 79% dei dirigentipenitenziari sono donne, una delle qualiriveste anche la funzione di DirigenteGenerale. Facendo riferimento alla propriaesperienza, il funzionario ha spiegato chedover avere a che fare con uomini portato-ri di disvalori, quali la violenza, la prepo-tenza, la sopraffazione diventa professio-nalmente “normale”, ma questo avviene“…se ci si dimostra ordinari ed equilibra-ti”. Dialogando con la Direttrice abbiamoevidenziato come una delle nostre maggio-ri perplessità sia l’esito dei progetti dirieducazione a favore dei detenuti. Unadomanda alla quale la dirigente ha rispostocon decisione dichiarando che “l’antidotonon può essere solo il carcere”. Infatti, asuo parere, “alcuni reati dovrebbero esserepuniti con una separazione dalla realtàsociale, altri invece con una rieducazioneradicale del soggetto che ha commesso ilcrimine”.

È interessante evidenziare un punto diconnessione con alcune riflessioni emersedurante il recente incontro con GherardoColombo, ex magistrato del “pool manipulite”, e in particolare con la sua afferma-zione che “la detenzione viene vista, dallevittime o dai loro familiari solo come unavendetta nei confronti del criminale. Bastaminacciare una pena per dissuadere illadro o il truffatore dal commettere unreato, il carcere è l’unica soluzione? Èdunque più efficace educare o punire?”.

La relatrice dà conforto a queste tesi,attingendo alla storia di Agnese Moro,figlia di Aldo Moro, statista assassinato

dalle BrigateRosse, la quale,

solo dopo aver presoin esame tutti i verbali del

processo relativo alla morte del padre,decise di parlare con i terroristi, responsa-bili dell’agguato letale. Riportando questoesempio, la responsabile del carcere havoluto farci intendere semplicemente chel’istituzione da lei presieduta deve esserevista come il luogo dove è possibile unarisposta in termini di rieducazione.

La riflessione si è poi spostata sul carce-re della nostra città, soffermandosi sui rap-porti tra i detenuti e in particolare tra reclu-si extracomunitari e reclusi italiani. LaDirettrice ci ha informati che i detenutiextracomunitari all’interno del carcere diBenevento sono solo 22, su un totale di390.

Ciò che principalmente ci ha colpiti, èstato conoscere la differenza tra italiani eimmigrati anche in una microsocietà comequella carceraria, nella quale chi provieneda altri paesi non ha la possibilità di rice-vere visite da parte dei propri familiari,spesso lontani, e di conseguenza anchegeneri di conforto o di prima necessità.Proprio per questo, gli extracomunitarivengono coinvolti con maggiore attenzio-ne nei progetti di reinserimento all’internodella comunità. Un esempio, presentatodalla relatrice, riguarda alcuni detenuti

somali, che ogni giorno fruiscono di per-messi, durante i quali, attraverso esperien-ze guidate dalla Caritas cittadina, vivonopercorsi di integrazione e inserimentonella società.

Nel suo racconto non è mancato il ricor-do di un’esperienza vissuta qualche annofa, nel 2009, quando nel carcere diBenevento furono ristretti tredici detenutiislamici. Il primo incontro con loro fucaratterizzato da un momento di esitazioneda parte dei detenuti, nel rispettare il ruoloda lei ricoperto. Al suo arrivo, infatti, riten-nero di non doversi alzare in piedi e, cosapiù grave, di non doverla salutare, e parlar-le, probabilmente perché figura di generefemminile. Opponendo, però, a questoatteggiamento ostile, la fermezza, l’impe-gno e la dedizione esercitati con pazienza,la dirigente Palma ha raccolto con grandesoddisfazione i frutti di questo percorso,rappresentati simbolicamente dal saluto edalla gratitudine. Un riconoscimento rice-vuto proprio da quei detenuti, quando,dopo tre anni di permanenza pressol’Istituto di Benevento, furono trasferiti inun’altra struttura penitenziaria.

Antonio Vicario

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LAREALTÀ DENTRO

Maria Luisa Palma: «La rieducazione è possibile»

Diaologo con la Direttrice del Carcere di Benevento

Da sinistra: Alessandra Di Dio, Antonio Vicario, Maria Luisa PalmaCarmen Coppola, Sara Cavaluzzo e Enza Nunziato

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Panico o paura? Questo è il primo argo-mento che viene sempre affrontato in uncorso di primo soccorso. La paura è infat-ti fisionomica, è del tutto normale averne,soprattutto in situazioni di pericolo, in cuic’è a rischio la vita di una persona. Al con-trario, farsi prendere dal panico diventanegativo, perché così non riuscirà mai adagire correttamente. Una situazione che fala differenza tra il salvare una vita o avereuna nuova notizia per la cronaca nera.

L’obiettivo di chi pratica interventi diprimo soccorso, come qualsiasi volontariopotrà confermare, non è principalmentequello di bloccare definitivamente il peri-colo, ma di prendere tempo. A riprova diciò, basti pensare che un individuo affettoda arresto cardiaco, a cui non viene prati-cato il BLS (Basic life support), con l’ar-rivo di un’ambulanza tra gli otto e i dieciminuti ha tra lo 0-2% di possibilità di sal-varsi. Al contrario, un tempestivo BLSunito all’arrivo di un’unità mobile tra i sei

e gli otto minuti, fa salire la percentualefino al 30%. Proprio questi dati dovrebbe-ro far scaturire nella mente di ognuno dinoi la voglia di imparare e di mettersi ingioco. Soprattutto se si considera che ilcorso non solo fornisce una preparazioneper affrontare una situazione di fibrillazio-ne ventricolare (forse il caso più estremo acui si viene preparati) ma prepara a tantesituazioni diverse come per esempio leferite da taglio o le scottature.

Per chi volesse “osare” ricordiamo chenella città di Benevento nell’anno 2017 si

è tenuta la 40° edizione del corso di primosoccorso tenuto dalla Misericordia. Intotale sono 12 lezioni al termine dellequali si dovrà sostenere un esame teorico.Subito dopo si passerà all’azione vera epropria, con diverse esercitazioni su mani-chini coadiuvati dalla presenza degliesperti. Alla fine del corso, verrà rilascia-to ai partecipanti un attestato, utile sianelle graduatorie per i concorsi pubblici,sia per crediti scolastici. Nel caso in cui sivogliano ottenere maggiori informazionisul corso, così come se si volesse docu-mentarsi sulle nobili attività svolte dallaMisericordia, basta cliccare sul sito:http://lnx.misericordiabenevento.it.

Vittorio Gianvito

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ORIZZONTI DI VITA

Dj Fabo, la responsabilità di una scelta“Ben visse colui che poté morire come

volle”. Questa celebre frase, scritta daldrammaturgo romano Publio Sirio, ha unsignificato profondo ma, oggi nella societàdella globalizzazione, laica e moderna,sembra suscitare ‘clamore’ e ‘scandalo’. Ariaccendere un dibattito mai davveroaffrontato, è stato il recente avvenimentoriguardante la decisione di “Dj Fabo” diinterrompere la sua vita, segnata da undrammatico evento, in Svizzera.

Al secolo, Fabiano Antoniani, 39 anni,rimane cieco e tetraplegico in seguito a ungrave incidente stradale avvenuto la nottedel 13 giugno 2014. Nonostante i tentatividi riabilitazione, le diverse cure sperimen-tali e la presenza assidua della compagnaValeria, lui sentiva però, di non vivere piùla propria vita, ma soltanto di sopravvivereforzatamente. È per questo motivo, che,sostenuto anche da Marco Cappato, espo-nente del Partito Radicale e promotoredella campagna “eutanasia legale”, ha cer-cato di sollecitare le autorità italiane affin-ché venisse legalizzata tale pratica.

Purtroppo, non avendo ottenuto alcunarisposta, decide come ultima soluzione, direcarsi in Svizzera dove si è spento il 27febbraio nella clinica Dignitas, tramite unaprocedura di suicidio assistito.

Sin da quando la tragica vicenda di Fabo,giovane dj milanese, è stata resa nota suimedia, molte persone si sono sentite auto-rizzate a giudicare l’accaduto esponendo ilproprio punto di vista.

Un dibattito acceso che ha coinvoltopolitici ed esponenti del clero, che ha vistocontrapporsi, in maniera anche forte, favo-revoli e contrari al fine vita, e soprattutto, algesto compiuto da dj Fabo.

Noi riteniamo, invece, che la vicenda,complessa e drammatica, non si possarisolvere né tra colpevolisti e innocentisti,tantomeno attraverso “processi mediatici”,ma debba rientrare nelle linee di unadiscussione aperta e libera tra chi ha com-petenza e facoltà di decisione. Lasciando laLibertà a ogni individuo di poter sceglierecome vivere e anche, se lo si ritiene oppor-tuno, come morire.

Nessuno può giudicare il gesto estremodel giovane milanese, che dopo aver vissu-to una vita intensa e ricca di musica, diamicizie, di amore e soddisfazione, si erasentito in trappola, in seguito al tragicoincidente, nel suo stesso corpo.

Una consapevolezza lucida che lo haportato a una decisione dolorosa, condivisacon la sua compagna, che noi abbiamo soloil diritto di rispettare lasciando cadere unvelo di rispettoso e libero silenzio sullavicenda.

Camilla SchipaniVittorio Gianvito

CORSI DI PRIMO SOCCORSO TENUTI DALLA MISERICORDIA DI BENEVENTO

Impara a salvare una vita

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La città di Benevento hadedicato a Gaetano Rummo,(nato a Benevento il 6 luglio1853 3 morto a Napoli 11maggio 1917) clinico di va-glia, parlamentare e anche pio-niere del giornalismo scientifi-co, di cui quest’anno si cele-brano i 100 anni dalla morte,una via, un liceo, un ospedalee un busto nel parco comuna-le.

Ci è sembrato opportuno,nell’ambito del laboratorio digiornalismo ricordare la figuradell’illustre concittadino chedà il nome al nostro LiceoScientifico.

Dopo gli studi classiciGaetano Rummo, si laurea inMedicina e Chirugia a Napoli,a 26 anni, diventando assisten-

te del professor SalvatoreTommasi e del professorSalvatore De Renzi. Due annidopo è vincitore di una borsadi studio a Parigi. Il soggiorno

francese influì molto sulla suasuccessiva preparazione inmateria di neuropatologia ecardiologia. Una volta rientra-to in Italia ottenne una cattedrapresso l’Università di Napoli.Per primo in Europa fu pro-motore dell'uso del fonografoper registrare la voce dei mala-ti a scopo di ricerca.

Descrisse la cardioptosi(malattia di Rummo) e, in col-laborazione con il nipoteFerrannini, il geroderma geni-todistrofico (morbo di Rummoe Ferrannini).

Ma Gaetano Rummo è statoconsiderato anche il più anticopioniere del giornalismomedico. Infatti, oltre a essereautore di numerose pubblica-zioni scientifiche, fu anche

fondatore e direttore della rivi-sta “La riforma medica” cheprese il via nel 1885 a Napoli.

Il noto clinico beneventanofu anche esponente politico,ricoprendo la carica di consi-gliere comunale e deputato peril Collegio di Beneventodurante il governo Crispi nel1895 e il governo Giolitti nel1904. Fu membro del Con-siglio Superiore della PubblicaIstruzione.

A Benevento, cercò di in-centivarne l'economia con va-rie iniziative, tra cui l'istituzio-ne della Camera di Com-mercio nel 1902, oltre adavere un ruolo decisivo anchenella raccolta dei fondi perfinanziare gli scavi del Teatroromano di Benevento.

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ANNIVERSARI

Una vita al servizio della Medicina

Nato a Benevento è stato un apprezzato clinico, parlamentare e giornalista scientifico

GAETANO RUMMO

INCONTRI CULTURALI AL LICEO SCIENTIFICO RUMMO

Giornata dei Giusti Dialogo con il magistrato Gherardo ColomboGli studenti scrivono la Storia dei Giusti

con Ottavio Lucarelli, Emilio Barbarani,

Enza Nunziato, Francesco Del Grosso,

Teresa Marchese. E' intervenuto

l'on. Umberto Del Basso De Caro

Presenti Gerardo Giuliano,

Francesco Del Grosso, Giuseppe Di Gioia,

Teresa Marchese, Enza Nunziato

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“Già da tempo cominciavo a pensare ad un nostro premio, unpremio che nessuno ancora avesse mai immaginato. L’idea diuna giuria vasta e democratica che comprendesse tutti i nostriamici mi sembrava tornar bene per ogni verso; confermava ilnuovo acquisto della democrazia”.

Così Maria Bellonci racconta la nascita, in seno al gruppodegli Amici della domenica, dell’idea di dare vita a un nuovopremio letterario, che contribuisse nell’Italia del primo dopo-guerra alla rinascita culturale del Paese. Il Premio Strega venneannunciato il 17 febbraio 1947 e, grazie al mecenatismo diGuido Alberti, gli venne dato il nome del liquore prodotto dal-l’azienda di famiglia. Da allora gli Amici della domenica, cheoggi costituiscono un corpo elettorale di quattrocento personediversamente inserite nella cultura italiana, si riuniscono ognianno per scegliere in due successive votazioni il vincitore: laprima intorno alla metà di giugno, la seconda nella prima setti-mana di luglio, a Roma.

Sin dalla nascita, il Premio Strega è stato indice degli umoridell’ambiente culturale e dei gusti letterari degli italiani. I libripremiati hanno raccontato il nostro Paese, documentandone lalingua, i cambiamenti, le tradizioni.

In questi settant’anni le scelte compiute dal Premio hannoincoraggiato i lettori italiani a leggere se stessi, la loro storia eil loro presente attraverso lo specchio della narrativa contem-poranea.

Non poteva essere altrimenti se si riflette sulla statura deipersonaggi che facevano parte del gruppo originariodegli Amici della domenica e se si scorre l’Albo d’Oro dei vin-citori, che è documento estremamente eloquente.

PREMIO STREGA 2017: sono stati resi noti durante Tem-po di Libri i nomi dei candidati dell’edizione di quest’anno, chesarà segnata da una novità.

L’edizione di quest’anno - la 71esima - ha visto (come gliscorsi anni) la partecipazione di 27 autori, tra i quali sono statiscelti 12 che sono ora in corsa per le prime cinque posizioni.

La prima votazione per la designazione della cinquina deifinalisti, infatti, si terrà a Casa Bellonci il 14 giugno.

Diversi, dunque, sono gli step che devono ancora affrontare isemi-finalisti nel corso della competizione che si concluderà il6 luglio 2017 al Ninfeo di Villa Giulia.

Premio Strega 2017: i nomi dei 12 semi-finalisti e le novitàper l’edizione.

Il Comitato Direttivo - Valeria Della Valle, GiuseppeD’Avino, Ernesto Ferrero, Simonetta Fiori, Alberto Foschini,Paolo Giordano, Melania Mazzucco, Gabriele Pedullà, StefanoPetrocchi, Marino Sinibaldi e Giovanni Solimine - ha sceltoquali sono i 12 libri che parteciperanno all’edizione di que-st’anno e li ha annunciati alle 11:30 durante Tempo di Libri, laFiera dell’editoria italiana che si è svolta a Milano.

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CULTURA

Il riconoscimento letterarioche premia la citta’ di Benevento

PREMIO STREGA 2017 IL FASCINO DELLA LETTURA

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LA PIÙ AMATA (Mondadori) di Teresa Ciabatti presentato daStefano Bartezzaghi e Edoardo Nesi;

È GIUSTO OBBEDIRE ALLA NOTTE (Ponte delle grazie,Gems) di Matteo Nucci presentato da Annalena Benini e WalterPedullà;

GIN TONIC A OCCHI CHIUSI (Giunti) di Marco Ferran-te presentato da Pierluigi Battista e Antonella Cilento;

LE OTTO MONTAGNE (Einaudi) di Paolo Cognetti, presentatoda Cristina Comencini e Benedetta Tobagi;

LE NOTTI BLU (Giulio Perrone Editore) di Chiara Marchellipresentato da Elisabetta Mondello e Giorgio Van Straten;

LA STANZA PROFONDA (Laterza) di Vanni Santoni presenta-to da Silvia Ballestra e Alessandro Barbero;

LA COMPAGNIA DELLE ANIME FINTE (Neri Pozza) diWanda Marasco presentanto da Paolo Di Stefano e Silvio Perrella;

MALAPARTE. MORTE COME ME (Baldini&Castoldi) di RitaMonaldi e Francesco Sorti presentato da Franco Cardini e LucioVillari;

AMICI PER PAURA (Sem) di Ferruccio Parazzoli presentato daGiorgio Ficara e Sergio Zavoli;

IL SENSO DELLA LOTTA (Fandango Libri) di Nicola RaveraRafele presentato da Filippo La Porta e Paola Mastrocola;

LE CENTO VITE DI NEMESIO (E/O) di Marco Rossa-ri presentato da Giancarlo De Cataldo e Fabio Geda;

UN’EDUCAZIONE MILANESE (Manni) di Alberto Rollo pre-sentato da Giuseppe Antonelli e Piero Dorfles.

Le presentazioni ufficiali dei 12 semi-finalisti si sono tenute vener-dì 12 maggio a Sanremo e mercoledì 24 maggio a Benevento.

Quest’anno, però, è stata introdotta anche un’importante novità: lagiuria è passata da 440 a ben 660 membri.

Ai tradizionali voti dei 400 Amici della Domenica e dei 40 lettoriforti scelti dalle librerie indipendenti italiane associate all’ALI, infat-ti, vengono aggiunti i 200 voti di studiosi traduttori e intellettuali ita-liani e stranieri scelti da venti istituti italiani di cultura all’estero e i 20voti collettivi di scuole, università e biblioteche.

Un grande cambiamento, introdotto per enfatizzare il carattere dipartecipazione che caratterizza la giuria del premio.

I libri selezionati partecipano anche alla quarta edizione del PremioStrega Giovani, la cui giuria è composta da circa cinquecento ragaz-ze e ragazzi, di età compresa tra i 16 e i 18 anni, in rappresentanza dicinquanta licei, tra cui il Liceo Giannone di Benevento, sapientemen-te guidati dalla professoressa Donnarumma, e istituti tecnici diffusisu tutto il territorio italiano e all’estero.

L’edizione 2017 è la prima senza Tullio De Mauro presidente dellaFondazione Bellonci dal 2007 che ci ha lasciati a gennaio di que-st’anno.

Giovanni Solimine, il nuovo presidente, ha raccolto l’eredità diTullio De Mauro e, sebbene lo scorso anno il settantesimo anniver-sario della manifestazione sia stato celebrato all’Auditorium Parcodella Musica, la premiazione dell’edizione 2017 tornerà a svolgersialla Ninfeo di Villa Giulia.

La nostra attenzione si concentra sulla scrittrice Wanda Marasco, dinuovo nella rosa dei dodici finalisti, con il romanzo: La compagniadelle anime finte.

Wanda Marasco è nata a Napoli, dove vive. Diplomata in Regiae Recitazione all’Accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico” di

Roma, è autrice di romanzi e di raccolte poetiche. Ha ricevuto ilPremio Bagutta Opera Prima per il romanzo L’arciere d’infan-zia (Manni 2003) e il Premio Montale per la poesia con la raccol-ta Voc e Poè (Campanotto 1997). Ha lavorato in teatro come

regista e autrice. Suoi testi sono stati tradotti ininglese, spagnolo, tedesco e greco.Il geniodell’abbandono è stato finalista alla primaedizione del Premio letterario Neri Pozza.

Antonio Vicario

PREMIO STREGA 2017I 12 SEMI-FINALISTI DI QUESTA EDIZIONE

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Intervista all’autrice del romanzo La compagnia delle anime fintesemifinalista del Premio Strega

Le donne del mio romanzorappresentano la forza e la fragilità del femminileimprigionate in una condizione di degrado

“Le storie usciranno dalla carne perché devono inoltrarsi trauna creatura e l’altra come una restituzione e un agguato”. Sonoparole chiare tratte dal libro di Wanda Marasco, autrice napoleta-na, semifinalista al Premio Strega 2017, dal titolo “La compagniadelle anime finte” (edito da Neri Pozza), che sintetizzano l’affre-sco chiaroscurale del romanzo. Un grande palcoscenico dove simuovono anime vere e finte, dove si ribaltano i sensi del comu-ne sentire, dove i soprusi subiti e inferti, si mescolano con il sapo-re acido della vita. Siamo a Napoli, città dai mille volti, cangian-te come il cielo di marzo. Le protagoniste, romanzo corale alfemminile, sono reali eppure fantastiche nella loro immaginariafisicità.

A Wanda Marasco, autrice campana, che ama la scrittura e ilteatro, abbiamo rivolto alcune domande sul suo romanzo sempli-ce e complesso, per entrare con lei nel ventre molle di Napoli.L’autrice non si è sottratta alle nostre domande, “persa” con glialtri autori, nella magica Benevento, e accolta sotto un magnificoArco di Traiano, emblema storico della nostra stregata città.

Un romanzo che ha per scenario ancora una volta Napoli,con le mille contraddizioni, proprio come la vita delle prota-goniste. Donne, in bilico tra la bellezza e l’anonimato diincontri dolorosi… Storia corale al femminile. Chi sono le suedonne?

“Le donne del mio romanzo rappresentano la forza e la fragili-tà del femminile imprigionate in una condizione di degrado. Leho incontrate nei vicoli di Napoli e durante la mia vita di inse-gnante. Soltanto Lisuccia e Iolanda sono ispirate a una biografiafamiliare. Di tutte viene raccontato il guasto, la ferita e, comescrive Aldo Carotenuto in un suo prezioso saggio, la ferita chedeve diventare “feritoia”, ovvero lo spiraglio da cui meglio puòessere scrutato il mistero di sé stessi e degli altri. Poi accade cheper qualche donna la bellezza diventi una trappola e una sorta dicolpa da scontare. E questa è una storia che prima di appar-tenere alla povertà culturale era già descrittacome sopraffazione e resa nei miti”.

Protagoniste che si mescolano alleanime finte: quali sono più reali nellafinzione romanzesca?

“Le protagoniste reinventano “l’ani-ma”. È una forma di risarcimento poichénelle loro vite non hanno avuto nemmenol’illusione di possederne una. Sono drama-tis personae, maschere che dicono la veritàe l’interiorità umana. Qui la finzione è quasiuna pedagogia, e un metodo psicoanalitico,entrambi manovrati per svelare meglio la real-tà”.

Leggere il suo libro è come sentirsi sul pal-coscenico di un teatro esistenziale, intimo, atratti fortemente “misterico”, ma reale. Unanarrazione che fa emergere addirittura gliodori di una città. Qual è l’obiettivo della suascrittura?

“La mia scrittura quando metto in “scena”, icorpi, la mente, e persino gli odori di una città, hal’obiettivo di fare “letteratura”, ha la necessità che laletteratura diventi testimonianza, che dia esistenza aimiseri, e al mistero delle vite. Ma vuole farlo conqui-stando uno stile e un punto di vista inedito”.

Dopo il Premio Strega, al quale lei partecipa per laseconda volta, ha nuovi progetti?

“Dopo le fatiche dei tour, sarò alle prese con una nuovaparte della tetralogia. Un romanzo completamente diverso. Maquesta è un’altra storia ancora da raccontare…”

Alessandra Di Dio Sara Cavalluzzo

WANDAMARASCOdà voce agliincantamenti delle donne