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Foglio trimestrale sul Servo di Dio fra Giacomo Bulgaro (1879-1967), Frate Minore Conventuale; Direzione e Redazione: Convento San Francesco - Piazza San Francesco 3 A - 25122 Brescia - Italia Tel. 030.29.26.701; Fax 030.29.26.780; Direttore Responsabile: p. GIANFRANCO CATTOZZO; Redazione: p. LUCIO CONDOLO; Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 3 del 1998 Autorizzazione dei Superiori; Spedizione in A.P. - Art. 2 Comma 20/C - Legge 662/96 - Brescia Anno VI n. 4, DICEMBRE 2003 Realizzazione Grafica: Cidiemme/Brescia - Stampa: Grafica Sette/Bagnolo Mella (Bs) 4/2003 Celeste Bambino, fa’ che ti amiamo quanto tu ci ami. Accoglici tutti nel tuo cuore e ricolmaci del tuo amore. Vieni a restaurare ciò che di noi è caduto in rovina, perché con il tuo aiuto possiamo vivere in santità. Sii buono con le anime accecate dalle tenebre: fa’ scendere su di loro la fiamma del tuo amore. Vieni nel mio cuore, celeste Bambino. Sei il sorriso divino, pieno di bontà e d’amore. Vieni, eterno Figlio del Padre, amore celeste riversato nei nostri cuori. (Diario 1957, q 30; 1963, q 153) Dagli Scritti Giacomo Bulgaro 1879-1967

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Foglio trimestrale sul Servo di Dio fra Giacomo Bulgaro (1879-1967), Frate Minore Conventuale; Direzione e Redazione: Convento San Francesco - Piazza San Francesco 3 A - 25122 Brescia - ItaliaTel. 030.29.26.701; Fax 030.29.26.780; Direttore Responsabile: p. GIANFRANCO CATTOZZO; Redazione: p. LUCIO CONDOLO; Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 3 del 1998

Autorizzazione dei Superiori; Spedizione in A.P. - Art. 2 Comma 20/C - Legge 662/96 - Brescia Anno VI n. 4, DICEMBRE 2003 Realizzazione Grafica: Cidiemme/Brescia - Stampa: Grafica Sette/Bagnolo Mella (Bs)

4/2003

Celeste Bambino,fa’ che ti amiamoquanto tu ci ami.Accoglici tuttinel tuo cuoree ricolmaci del tuo amore.Vieni a restaurareciò che di noiè caduto in rovina,perché con il tuo aiutopossiamo vivere in santità.Sii buono con le animeaccecate dalle tenebre:fa’ scendere su di lorola fiamma del tuo amore.Vieni nel mio cuore,celeste Bambino.Sei il sorriso divino,pieno di bontàe d’amore.Vieni, eterno Figlio del Padre,amore celesteriversato nei nostri cuori.(Diario 1957, q 30; 1963, q 153)

Dagli Scritti

Giacomo Bulgaro 1879-1967

fra Giacomo n. 4/DICEMBRE 2003 - 2 3 - fra Giacomo 4/DICEMBRE 2003

I frati di San FrancescoLe augurano Buon Natale

e un Nuovo Annopieno di serenità

fra Giacomo n. 4/DICEMBRE 2003 - 2

L’otto dicembre 1913 costituì la svolta definitiva nella vita di fra Giacomo. Aveva allora 34 anni, viveva a Brescia in Via Calatafimi, in un appartamento attiguo a quello della sorella Maria, che provvedeva ai suoi pasti, al vestiario e alle pulizie della casa. Giacomo era calzolaio in un quartiere popolare: aveva sempre scarpe da rattoppare.Era però un uomo infelice. Da ragazzo aveva frequen-tato il Signore con slancio e convinzione. Poi, a vent’an-ni, aveva abbandonato la pratica religiosa, trascinato da cattive compagnie. Più volte aveva cominciato a frequentare qualche brava ragazza, con l’idea di spo-sarsi, ma puntualmente i sogni sfumavano in amare delusioni. La solitudine intristiva le sue giornate, che peccati e rimorsi rendevano deprimenti. Una malattia

Santuariodella Pieve,a Corticelle

Corticelle Pieve (BS)

fra Giacomo n. 4/DICEMBRE 2003 - 2 3 - fra Giacomo 4/DICEMBRE 2003

Novant'anni fa

3 - fra Giacomo 4/DICEMBRE 2003

venerea, contratta nell’estate del 1913, completò la misura della sua tristezza. Venne il giorno dell’Im-macolata, che quell’anno cadeva di lunedì. Giacomo s’era recato a Corticelle, suo paese natale, per avere conforto dalla zia Caterina, l’unica persona alla quale confidava tutto. La zia abitava in via Margherita, oggi via Dante, nella casa padronale dei Merletti. Aveva 68 anni, era tanto buona, pregava giorno e notte per la conversione del nipote. Quanto poi accadde, lo risentiamo dal diario di fra Giacomo.

“La mattina dell’otto dicembre (1913) mi trovavo a Corticelle. La notte ave-vo riposato in casa di una parente, una mia cugina. M’ero alzato per andare a trovare la zia, che mi aspettava. Mia zia era tanto buona, mi voleva bene. Di frequente ci veniva a trovare (a Bre-scia). Poiché eravamo senza genitori, portava sempre con sè un po’ di farina bianca e gialla, perché facessimo la po-lenta: temeva che avessimo a soffrire la fame. Era in età avanzata; era povera, poverissima. Abitava in una camera e per salirvi v’era una scala di mattoni. Era vedova da tanti anni e aveva una sola figlia, quella mia cugina di cui ho parlato.Arrivato alla sua casa, mi disse: “Ti aspettavo!”.Mi diede una scodella di caffè e del pa-ne, facendomi sedere. Io sentivo in me lo strazio morale che mi opprimeva per il castigo inflittomi dal Signore. Quella mattina ella mi parlò per prima e io le rivelai tutto e piansi.La zia mi confortò e mi disse di rivol-germi alla Madonna della Pieve in paese, o alla Madonna delle Grazie a Brescia: ne avrei avuto guarigione quanto prima.Per il conforto che ebbi da lei, dopo un po’ di sfogo mi calmai.Ma la Madonna mi consolò già quel-la mattina.Io non sono degno di scrivere queste righe, lo faccio per obbedienza.Mi sedetti e mangiai. Eravamo soli.Finito di mangiare, stavo per andar-mene, misi la mano nella saccoccia

per darle qualche cosa. Era povera e le diedi una lira.Eravamo in piedi quando gliela diedi, ad un tratto ella pronuncia sopra di me la sua benedizione.La guardai, la fissai, restai stupito: i suoi occhi erano pieni di lacrime che le scendevano dal viso e cadevano fi-no a terra.La Santissima Vergine ha voluto con-solarmi, ha ottenuto dal Signore que-sto singolare favore.L’ Immacolata Concezione: era il gior-no 8 dicembre 1913, giorno tutto suo, tutto dedicato a Lei. Io mi ero confes-sato dei miei peccati, l’avevo detto an-che a mia zia, e tuttavia sentivo il peso delle mie iniquità.Rimiravo la Vergine in alto. Lei mi guardava con affetto, ma i miei pec-cati mi struggevano d’amarezza. Con-templavo il cielo che faceva corona at-

torno a Lei, l’Immacolata Concezione! Io piangevo di tutto cuore. Facendo so-lingo la strada che da Bagnolo condu-ce a Corticelle, nella mia mente si af-follavano questi sentimenti: sentivo nel mio intimo un tale strazio da sentirmi quasi male. Ero il più peccatore di tut-ti i peccatori! Però, in fondo al cuore, una forte speranza nasceva in me di innalzare gli occhi e le braccia a Co-lei che era Madre, benché io fossi sta-to un figlio ingrato: Le avrei esposto il mio dolore e avrei assecondato i suoi amorevoli desideri.Lasciandosi l’anima mia a tale speran-za, mi prostrai innanzi ai piedi materni e qual figlio colpevole Le esposi il do-lore delle mie colpe.La Madonna mi abbracciò.Ero indegno, lo so.Nel pomeriggio, tornando a Brescia, dicevo al Signore:

fra Giacomo n. 4/DICEMBRE 2003 - 4 5 - fra Giacomo 4/DICEMBRE 2003

Solo a te mi rivolgo, solo Tu puoi innal-zarmi con l’infinita tua potenza. Con tutta la mente, con tutto il mio cuore, con tutto me stesso intendo fare ciò che mi ispirerai”.

Questo stesso evento è stato sintetiz-zato da Fra Giacomo in un’altra pa-gina del suo diario:

“Il povero agnello (è Giacomo, para-gonato alla pecorella smarrita), dissan-guato per le ferite mortali, si dibatteva nella sua miseria. Attendeva che qual-cuno accorresse in suo soccorso. Pove-ro agnello! Egli ebbe una benedizione speciale, proprio specialissima. La sua buona zia, avendo appreso tutto, colle lacrime agli occhi distese le mani sul suo capo e lo benedisse. I cieli si aprirono e vide la Regina dei Cieli che gli sorride-va. Egli si coprì, per nascondere l’orrido stato in cui si trovava. Ma Lei sorrideva. Il povero agnello cercava di nascondersi nuovamente, ma Lei continuava a sor-ridere. Le nubi si dileguarono e la spe-ranza gli rinasceva nell’animo”.

Dall’insieme del racconto, possiamo supporre che la visione della Madon-na sia cominciata nella stanzetta del-la zia Caterina, nell’attuale via Dan-te. Da lì poi Giacomo uscì sconvolto e si recò nel vicino santuario della Madonna della Pieve, dove la visio-ne continuò: “mi prostrai innanzi ai piedi materni... La Madonna mi ab-bracciò...”.L’incontro con Maria, impetrato dal-le lacrime della zia Caterina, trasfor-mò la vita di Giacomo che da quel momento si mise risolutamente “sulle orme del Buon Pastore”.

La zia Caterina

Caterina Cassamali, sorella della mamma di fra Giacomo, ebbe un ruolo importante nella con-versione del Servo di Dio, che le riservò sempre elogi e vene-razione. Nata a Montirone (Bs), aveva sposato Pietro Tagliani e, dopo la nascita della figlia Ma-ria, era rimasta vedova. “Buona, tanto buona”, “povera, poveris-sima”, la definisce fra Giacomo nella sua autobiografia. Da quando, nel 1890, la famiglia di Giacomo si trasferì a Brescia, la zia andava “di frequente” a trovare i nipoti, portando loro piccoli doni campestri. Anche da adulto, Giacomo si confi-

dava solo con la zia Caterina, tanto che soltanto a lei ebbe il coraggio di svelare il segre-to della malattia venerea che aveva contratto nel mese di giugno del 1913. Zia Caterina seguì con trepidazione e con preghiera gli anni burrascosi di Giacomo. Come santa Monica e tante altre sante madri, offriva a Dio lacrime, preghiere e sacri-fici per ottenere la grazia della conversione del nipote. La sua implorazione fu esaudi-ta la mattina dell’otto dicembre 1913, con l’intervento miracolo-so della Madonna e il rinnova-mento totale della vita di Giaco-mo. Dopo venti giorni, conclusa la sua missione, Caterina morì. Nella prima biografia di fra Giacomo, pubblicata nel 1998, l’evento dell’apparizione del-la Madonna a Giacomo è col-locato nella casa natale dei Bulgaro, a Corticelle, in Via Piave 18. Don Mario Stoppa-ni, discendente di Caterina, ha invece certificato che il fatto avvenne nell’attuale Via Dan-te n.15, denominata un tempo Via Margherita. La zia abitava in una povera stanzuccia di una casa padronale dei signori Cot-tinelli di Brescia. Dalla finestrel-la di quella cameretta si vedeva bene il santuario della Pieve, si-to a poche centinaia di metri.

Portone di accessoalla casa natale di fra Giacomo

Corticelle Pieve (BS)

fra Giacomo n. 4/DICEMBRE 2003 - 4 5 - fra Giacomo 4/DICEMBRE 2003

Il demonio

da letto. Andò a vedere: i rumori aumentavano e non c’era nessu-no. Fatto un devoto segno di cro-ce, la quiete tornò. Un’altra volta, durante la sua preghiera notturna, fu distratto dal frastuono di casset-toni rovesciati nella stanza attigua. Continuò la preghiera e poi si mi-se a letto sereno. Al mattino trovò tutto in perfetto ordine. Uscendo di casa di buon mattino per andare a Messa, doveva attraversare il cortile e un vicoletto che conduceva alla strada. Più volte sentì il rumore di sassi lanciati qua e là. “Io non ne facevo conto, continuavo con tutta tranquillità la mia via per andare ad assistere la santa Messa”.Talvolta, tornando da Messa, per strada avvertiva degli “inciampi ai piedi, come fili di ferro che intral-ciano il cammino”. Gli pareva di ca-dere ad ogni passo, ma cercava di stare raccolto in preghiera e presto tutto svaniva. Una mattina, nella chiesa di San Francesco, stava assorto in ringran-ziamento dopo la comunione, con la testa tra le mani. Si sentì toccare da qualcuno che gli stava davan-ti, un mostro peloso dagli occhi di fuoco. Istintivamente fece forza con la mano per scacciarlo, ma subito riprese a ringraziare Dio e l’incubo si dissolse. C’è infine un’ultima prova, defini-ta enorme nell’autobiografia di fra Giacomo. Si trovava nella chiesa della Pace. Fatta la comunione e tornato al suo posto, vide nel pre-sbiterio il divino Salvatore, avvol-to in un manto rosso, che gli disse: “Non accostarti all’altare”. Poiché Giacomo non capiva, il Signore ripetè: “Non accostarti all’altare” e disparve. Turbato e addolorato, pensò che Gesù l’avesse trovato in-degno di continuare ad accostarsi alla comunione. Andò allora a com-perare uno “strumento atroce” di penitenza e quella sera stessa si re-cò dal confessore, ma non potè in-contrarlo. Il mattino seguente, festa dell’Annunciazione, servì la Messa nella chiesa di San Francesco e non fece la comunione, restando scon-solato tutto il giorno. Solo la dome-nica potè confidare tutto a don An-drea Trolli, suo confessore, che lo rianimò assicurandogli che dall’al-

Nella sua autobiografia, fra Giaco-mo racconta esperienze di oscure vessazioni diaboliche, patite negli anni immediatamente seguenti al-la sua conversione. Dopo il 1913, per sette anni si impegnò nella ri-parazione e nella purificazione. Fu un tempo di combattimento, per acquisire la libertà di praticare le virtù cristiane. Il diavolo cercò di distoglierlo e di impaurirlo. “L’infer-

no si mise ad ingaggiare una bat-taglia terribile contro la pecorella smarrita (Giacomo), ma il celeste Pastore difendeva egli stesso il suo tesoro”, scrive il Servo di Dio, pre-cisando in sei episodi l’intervento del maligno.Una domenica, dopo i vespri in chiesa, si sedette in casa a leggere la Bibbia. Cominciò a sentire stra-ni rumori provenienti dalla camera

Nella foto in alto: Abitazione di fra Giacomo in via Calatafimiin basso a sinistra: Il vicoletto dei sassi

in basso a destra: Al primo piano, la finestra della camera da letto di fra Giacomo

fra Giacomo n. 4/DICEMBRE 2003 - 6

tare gli aveva parlato il diavolo e non il Signore.Negli scritti di fra Giacomo non sono raccontate altre vessazio-ni diaboliche di questo tenore, mentre alcune allusioni ci assicu-rano che il demonio abbia con-tinuato a turbarlo, specie negli anni della vecchiaia. P. Aureliano Strappazzon, suo superiore e direttore spiritua-le dal 1961 al 1964, testimonia che fra Giacomo “veniva tenta-to di diffidenza nei riguardi del suo destino eterno e della sua missione personale”. Una sera, racconta il padre, “sta-vamo seduti al tavolino della sua stanza: era tormentato dalla ten-tazione, come ho detto. Gli di-cevo le parole più belle, senza risultato, e piangeva. Mentre parlavo, sentivo con chiarezza una voce indistinta, come quel-la che proviene da un auricola-re tenuto discosto, che risuona-va nell’orecchio di fra Giacomo. Gli domandai se avesse distur-bi all’orecchio: mi rispose che sentiva bene. E mentre parlavo io, la voce continuava a risuo-nare, non distinguevo le paro-le. Il fenomeno mi incuriosiva, tanto che appositamente inter-rompevo a metà una parola, e quella voce continuava per una sillaba o due e poi si bloccava quando io tacevo. Così fino alla fine del colloquio, che lasciò fra Giacomo piangente. Un mese o due dopo, trovai ancora fra Gia-

como assalito dalla stessa tenta-zione e piangente. Lo consolavo come potevo, ma egli replicava che io gli avevo detto che per lui non c’era più nulla da fare, che tutti aspettavano che se ne andasse due metri sotto terra e che avrebbero bruciato col fuo-co tutto quello che scriveva. Rimasi stupito. Gli giurai che mai gli avevo detto cose simili, pro-prio mai. E lui rispondeva: “Inve-ce me le ha dette, proprio lei!’. Finalmente allora ebbi un dub-bio. E gli chiesi se gliele avessi dette quella volta del colloquio in cui domandavo se avesse di-sturbi all’orecchio. Affermò con energia: “Proprio allora!”. Capii che qualcuno, in quel primo colloquio, contraffaceva la mia voce. Dissi a fra Giacomo che si trattava di un’astuzia diabolica per indurlo alla disperazione; e che mentre parlavo io, dicen-dogli parole di speranza, satana gli diceva il contrario. Io allora, nel primo colloquio, non pensa-vo assolutamente ad un ingan-no diabolico, in quanto credevo che questo tipo di tentazioni si fosse verificato solo al tempo dei Padri del deserto”.All’astuzia del demonio, Giaco-mo contrappose l’obbedienza al suo padre spirituale e il ricorso fiducioso alla protezione della Madonna.

La festa dell’Immacolatanel nostro santuario

Offerta delle rose bianche

Cappella dell'Immacolata

Particolare, nel chiostro del convento

fra Giacomo n. 4/DICEMBRE 2003 - 6

Verso il 1270 il Ministro generale del-l’Ordine francescano, san Bonaven-tura, inviò una lettera alla “Congre-gazione mariana” sorta nella chiesa di San Francesco in Brescia, che solo da qualche anno era stata ultimata. È il primo documento d’una secolare tradizione mariana che i francescani di Brescia coltivarono, sollecitati dalla vita e dagli scritti di san Francesco.Con il passare del tempo, l’antica as-sociazione mariana assunse il nome di “Congregazione dell’Immacolata”, alla quale nel 1476 p. Francesco San-son, da un anno eletto Ministro ge-nerale, volle accordare speciali pri-vilegi spirituali.Alcuni frati del convento nel XV seco-lo pubblicarono opere mariane note-voli per scienza biblica: fra Graziano da Brescia, fra Luigi Della Torre e il celebre p. Sanson.Accanto ai teologi, la predicazione popolare dei frati suscitò un vivo in-

La festa dell’Immacolatanel nostro santuario

teresse mariano nell’animo dei bre-sciani.Nel 1522 per la prima volta è attesta-ta la celebrazione solenne della festa dell’Immacolata nella chiesa di San Francesco, con la partecipazione del vescovo, delle autorità e del popolo: il rito veniva concluso con l’atto di affidamento a Maria e con l’offerta di ceri votivi.In molte città italiane sopravvivono riti pubblici di riconoscenza alla Ma-donna per particolari grazie ricevu-te in occasione di guerre, pestilen-ze, calamità naturali. La celebrazione mariana di Brescia non sembra ori-ginata da un intervento miracoloso di Maria; è sorta piuttosto come atto spontaneo di affetto alla Madonna, perpetuato poi fino ai nostri giorni. La celebrazione bresciana dell’otto dicembre testimonia uno sviluppo singolare della pietà mariana nella città di Brescia.

La cappella dell’Immacolata, sboc-ciata come un fiore dalle fiancate se-vere del tempio di San Francesco, fu iniziata nel 1477, affrescata nel cor-so del ‘500 ed impreziosita dagli stal-li lignei dei maestri Virchi. La pala centrale è opera del Grazio Cossa-li, datata nel 1603. L’attuale appara-to pittorico si onora degli apporti di Giacomo Lechi, Eugenio Ricci, Sas-si e Cucchi. Al tramonto dell’otto dicembre, dal 1522 si rinnova il gesto di consacra-zione a Maria, alla presenza del ve-scovo, del sindaco, del prefetto, delle autorità e di una folla di fedeli. A no-me della cittadinanza, il sindaco poi offre i ceri votivi e il vescovo dona ai presenti una rosa bianca augurale.Dal suo ingresso in convento, ogni anno fra Giacomo ha vissuto la festa dell’Immacolata in sintonia con que-sta celebrazione cittadina, rinnovan-do a Maria la sua consacrazione.

Sindaco e Prefetto di Brescia

nella festa dell'Immacolata

fra Giacomo n. 4/DICEMBRE 2003 - 8 9 - fra Giacomo 4/DICEMBRE 2003

RICONOSCENTI AL SIGNORE

Giacomo per la salute del nascitu-ro. Finalmente Davide è venuto al mondo: bello, forte, perfetto come un angelo.

Conclusi gli studi, L. C. per tutta l’estate cercò invano un impiego, ac-cettando intanto ogni genere di lavo-retto saltuario. Un giorno la mamma gli disse di ricorrere anche a fra Gia-como. L. venne nella chiesa di San Francesco e sostò accanto alla tomba del Servo di Dio. Dopo una settimana ritornò a ringraziare, felice per una buona proposta di lavoro.

Nel registro a disposzione dei fedeli c’è un “grazie” scritto a caratteri cu-bitali. È la conclusione d’una triste vi-cenda che da tempo aveva contrap-posto due giovani fratelli per motivi economici. I loro genitori avevano cercato in tutti i modi di aiutarli a pa-cificarsi. Alla fine decisero di tacere e

di pregare. L’attesa fu lunga, dissemi-nata di dolore nel vedere i figli sempre più aggressivi, nemici l’uno dell’altro. Finalmente, in occasione d’un ricove-ro in ospedale del loro padre, i ragazzi ripresero a parlarsi, chiarirono le loro posizioni e alla fine si abbracciarono. Durante l’estate vollero trascorrere in-sieme le vacanze. Mamma e papà so-no convinti che l’intercessione di fra Giacomo, invocato ogni sera in casa loro, abbia ottenuto la grazia della ri-conciliazione.

La signora P.M. ringrazia fra Gia-como per averla salvata da un inci-dente. Tornava dal mercato del sa-bato con la borsa piena; cammina-va sul marciapiede, conversando con un’amica. Improvvisamente alle sue spalle un grido: un ragazzo in biciclet-ta, perso il controllo del mezzo, stava piombando su di loro e andò a sbat-tere contro il muro, sfiorandole appe-na. Solo un’ora prima le due signore avevano fatto visita alla tomba di fra Giacomo ed avevano acceso un lumi-no pregandolo per la salute di una di loro, sofferente di osteoporosi.

Nel mese di settembre un signo-re, incontrato in chiesa, lamentava la sorte della figlia sposata che da 5 anni attendeva invano un bambino. Gli indicai la tomba di fra Giacomo, raccontandogli alcune grazie di cui sono a conoscenza. In effetti, molte volte fra Giacomo è intervenuto per ottenere il dono di un bimbo a geni-tori in attesa. Dopo un mese quel si-gnore venne a darmi la lieta notizia che la nuora è incinta. Sorpreso per essere stato subito esaudito, è rico-noscente al Servo di Dio.

Suor G. per mesi ha condiviso la preghiera e l’ansia dei familiari. A un suo pronipote sarebbe nato un bim-bo sfortunato, portatore di handicap: così avevano diagnosticato i medici, dopo ripetuti esami. Suor G. aveva incitato i parenti a pregare e ad avere fiducia. Contemporaneamente ave-va cominciato ad insistere presso fra

Nel santuario di CorticelleContinua l’opera di restauro nel millenario santuario della Madonna della Pieve, a Corticelle. Con una esemplare sinergia tra la parrocchia, la municipalità e l’ associazione “Amici della Pieve”, sono stati ultimati alcuni interventi di grande impegno economico all’in-terno della Pieve. Negli ultimi mesi è stato recuperato un fienile addossato al santuario, costruito nei primi decenni del Novecento per depositarvi gli attrezzi agricoli. Il fabbricato era rimasto inutilizzato quando la proprietà della campagna circostante era passata dalla parrocchia all’istituto diocesano per il sostentamento del clero. Quel fienile malridotto è ora diventato un nobile ambiente dalla duplice funzione. Gli scavi archeologici, operati nel corso del rinnovo della pavimentazione della chiesetta, hanno prodotto una ricca messe di materia-le romano e longobardo, attualmente conservato in deposito presso la Soprintendenza. Si spera di poter utilizzare parte dell’ex fienile come sala espositiva di questa documentazione, mentre l’altra sala, con annessi servizi igienici, verrà riservata all’accoglienza dei pelle-grini che, sempre più numerosi, volentieri sostano nel santuario della conversione di fra Giacomo.

Casa di accoglienzadel Santuario della Pieve

fra Giacomo n. 4/DICEMBRE 2003 - 8 9 - fra Giacomo 4/DICEMBRE 2003

La settimanadi fra GiacomoNell’ultima settimana di gennaio ricorre l’anniversario

della nascita e della morte del Servo di Dio.

martedì 27 gennaio 200437° anniversario della morte di fra Giacomo

giovedì 29 gennaio 2004Pellegrinaggio a Corticelle Pieve,

nell’anniversario della nascita di fra Giacomo

venerdì 30 gennaio 2004“La notte di fra Giacomo”,

preghiera notturna dalle ore 20.30 alle 22.30,nella chiesa San Francesco, a Brescia

domenica 1 febbraio 2004Sante Messe ore 8, 9.30, 10.30, 11.30ore 17.30, Transito di fra Giacomo

ore 18.30, santa Messa solenne

Il foglio trimestrale“fra Giacomo”

viene inviato gratuitamentea chi ne fa richiesta.

Ci informi: se Le spediamo il fogliocon l’indirizzo non esatto

se preferisce non riceverlo più se è venuta a mancare

la persona alla quale è indirizzato

Ogni 27 del mesealle ore 18.30 nel nostro santuario

viene celebrata la santa Messa secondole intenzioni di quanti si raccomandano

alla preghiera del Servo di Dio

«Vergine Immacolata,Regina del cielo e della terra,

custodisci tutti i tuoi figli.Vieni in nostro aiutodandoci il tuo amore,

affinché possiamo amarci l'un l'altro

ed essere veramente figli tuoibenedetti dal Signore Gesù.

Accogli, Madre,la nostra preghiera

per l'umanitàbisognosa d'amore.

Fa' che tutti i peccatorisi rivolgano a te

e diventino veramentetuoi figli devoti».

(fra Giacomo, 1959)

fra Giacomo n. 4/DICEMBRE 2003 - 10 11 - fra Giacomo 4/DICEMBRE 2003

DAL NOSTRO SANTUARIO

Il Presepio

Il presepio di San Francesco è per i bresciani una meta tradizionale delle visite natalizie. Allestito nel salone del convento, di anno in anno raffigura

l’Incarnazione come dolce mistero della presenza del Signore nella vita quotidiana. Anche quest’anno il prese-pio è incorniciato dall’onesta laborio-sità dei bresciani, descritta nel lavoro dei campi e nell’industria del ferro. Le

messi raccolte e le fornaci incande-scenti garantiscono il benessere degli abitanti, alloggiati in solidi e curati edi-fici. La pianura e i monti dello sfondo sintetizzano la terra bresciana, nel cui cuore sboccia la scena di Betlemme. La progettazione e l’ allestimento del presepio monumentale sono opera di Pietro Capelli, Pietro Buccella, Ludo-vico Tomasi e Alfonso Calati.

Spiritualità

L’attività della nostra comunità fran-cescana è dedicata in gran parte ad iniziative di formazione spirituale, particolarmente al sacramento della penitenza e alla direzione spirituale. I frati più giovani, p. Federico Santolin e p. Giancarlo Paris, sono impegnati con i “postulanti”, una dozzina di giovani che vivono in convento in cammino vocazionale. Un altro gruppetto di giovani trascorre con noi un week-end mensile, in ricerca della volontà di Dio sulla loro vita. Nel mese di novem-bre è stato avviato il corso di “scuola di preghiera”, offerto da p. Ottavio Carminati e frequentato con interesse da una novantina di partecipanti. Sei incontri settimanali sono programmati prima di Natale, altri sei verranno svi-luppati dopo l’Epifania. Ogni mercoledì sera viene proposta la “Lectio divina”

AFFIDATI ALLA PREGHIERA DI FRA GIACOMO

fra Giacomo n. 4/DICEMBRE 2003 - 10 11 - fra Giacomo 4/DICEMBRE 2003

sul brano evangelico della domenica seguente. Dalle 20.30 alle 21.30 una quarantina di fedeli, guidati da un fra-te, riflettono sulla pagina evangelica e si propongono di impegnarsi a viverla. Ogni giovedì viene animata l’ora di adorazione eucaristica, finalizzata an-che alla preghiera per le vocazionali sacerdotali e religiose. Il primo lunedì del mese è dedicato alla preghiera per la pace, implorata da Dio nella veglia serale.

Santo Triduo

Nel 1690 venne istituita la “Confrater-nita del Santo Triduo” nella chiesa di San Francesco a Brescia. Sorse, per interessamento della Confraternita di Sant’Antonio, come espressione di ca-rità verso i defunti. Gli iscritti offrono preghiere e sante Messe per i parenti, i confratelli e per tutte le anime del purgatorio, particolarmente nella set-timana che segue il 2 novembre.La confraternita si diffuse rapidamen-te nella città di Brescia e nel 1754 fu aggregata all’analoga pia associazione esistente nella basilica dei Santi Dodici Apostoli, a Roma. Papa Benedetto XIV l’arrricchì di indulgenze, per indurre i fedeli a ricordare spesso tutti i defunti. Gli iscritti alla confraternita sono attual-mente circa 200.

Pellegrini

Accanto alla tomba di fra Giacomo ogni giorno sostano in preghiera numerosissime persone, a tutte le ore del giorno. Si tratta in genere di fedeli bresciani, ai quali è ben nota la dolce figura del Servo di Dio. Talvolta veniamo a conoscenza di visitatori giunti espressamente anche da lon-tano. Nell’ultimo trimestre possiamo citare fedeli di Genova, di Tortona, di Verona, Parma, Caserta, Trani, Catania. Alcuni gruppi di suore orsoline estere, venute a san Francesco per onorare la fondatrice sant’Angela Merici, han-no scoperto con gioia la figura di fra Giacomo. Quattro sacerdoti toscani, dopo aver onorato la tomba del Servo di Dio e visitato il convento in cui visse per un quarantennio, si sono recati a Corticelle, in pellegrinaggio alla sua casa natale e al santuario della sua conversione. Un’anziana signora è ve-nuta da Bolzano, per raccomandare a fra Giacomo il figlio scapestrato. Come lei, altre mamme confidano nell’inter-cessione del Servo di Dio per ottenere il ravvedimento dei figli. Fra Giacomo ascolta e, ci viene assicurato, aiuta effi-cacemente. Abbiamo registrato alcuni gruppi parrocchiali provenienti dalle province di Bergamo, di Cremona e di Milano.

Terziari francescani

Il 23 novembre, solennità di Cristo Re, nel corso della liturgia vespertina undi-ci fratelli hanno emesso la professione nell’ Ordine Francescano Secolare (OFS), il movimento suscitato da san Francesco per uomini e donne che, senza lasciare le loro case ed attività, intendono vivere secondo la regola francescana. Dopo un anno di postu-lato e uno di noviziato, il candidato è ammesso alla professione. La fraternità laicale, che si riunisce nella nostra chie-sa, è costituita da 130 professi che ogni mese si ritrovano in convento per una giornata di spiritualità, animata dall’as-sistente p. Annibale Marini. Una trenti-na di giovani aderisce all’associazione “Gioventù Francescana” (Gifra), gui-data da p. Giancarlo Paris. Concluso il ciclo della formazione, tre gifrini hanno pronunciato la “promessa” nel giorno delle professione dei terziari. I terziari francescani della nostra comunità hannno una storia secolare di impe-gno evangelico. Alcuni di loro sono stati indicati dalla Chiesa a modello di vita cristiana: Sant’Angela Merici, il Servo di Dio Giovanni Coradello, il Beato Giuseppe Tovini. Fra Giacomo stesso, prima di entrare in convento, si iscrisse alla fraternità terziaria di San Francesco.

Caro amico, a norma della Legge 675/96, Le comunichiamo che il suo nominativo è stato inserito nella banca dati di DICEMBRE 2003 del bollettino “fra Giacomo”, che li tratterà per i propri fini promozionali. I dati potranno essere elaborati anche da terzi. Lei avrà diritto gratuitamente a verificare, modificare o cancellare i suoi dati, facendone richiesta a noi.

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di canonizzazione del Servo di Dio.Ad ogni numero del foglio “fra Giacomo”

accludiamo il bollettino del conto corrente postale, non per sollecitare offerte,

ma per praticità dei nostri lettorie su loro suggerimento.

DAL REGISTRO DEI FEDELI

Accanto alla tomba di fra Giacomo, un registro accoglie la preghiera e la riconoscenza di tanti fedeli

Caro fra Giacomo, oggi è il mio compleanno. Ti ringrazio della protezione che mi hai dato in tutti questi anni. Fa’ che io sia sempe di aiuto ai miei e a chi incontro. Grazie di tutto. Ti sono riconoscente di ciò che hai fatto a mia figlia. Prega perché io possa diventare un buon cristiano e dammi una mano nel lavoro. Grazie. Caro fra Giacomo, solo oggi ti ho conosciuto. Spero tanto di diventare tua amica. Con la luce del tuo amo-re illumina il mio cuore e conducimi verso il Signore, nostra felicità. Proteggi l’uomo che amo tanto e la mia famiglia. O buon fra Giacomo, oggi ho un appuntamento impor-tante. Mi pongo nelle mani del Signore e spero tanto che, per tua intercessione, Gesù faccia luce dentro di me. Mi voglio unire a Lui per sempre, perché l’amore che provo per Lui duri in eterno. Grazie. Fra Giacomo, ti affido mio figlio che si sta separando da sua moglie. Aiutalo a capire che cosa deve fare e a cercare nel Signore la forza e il coraggio per questi mo-menti dolorosi. Caro fra Giacomo, ti raccomando mio figlio che lavora troppo. Proteggilo quando è in sala operatoria e fa’ che non gli succeda mai di fare del male a qualcuno. Con Papa Giovanni, che gli mise una mano sulla testa quand’era bambino, anche tu poni la tua mano su di lui. Grazie, caro fratello, per averci assistito nel momento del bisogno. L’intervento si è concluso bene. Grazie an-cora. Di tutto cuore ti ringrazio per l’aiuto che mi dai. Ogni giorno a casa mia ti chiedo la forza: ne ho tanto biso-gno. Fra Giacomo, prega perché passi da me questo calice! Aiuta la mia famiglia a ritrovare l’unità e ricordaci sempre al Signore. Fra Giacomo, mi sei sempre molto vicino e ti ringrazio. Intercedi ancora per le mie necessità e per quanti sono in condizioni penose. Caro fra Giacomo, come la Madonna ha aiutato te, così vieni tu in mio soccorso; fammi scoprire la bontà di Dio e il suo amore. Ho bisogno del tuo aiuto, fra Giacomo. Intercedi per la guarigione di mia sorella. Fin da piccola ho creduto che Gesù può tutto ed ora, adulta, lo credo ancora più fermamente. Presenta la mia richiesta a Gesù e alla Beata Vergine Maria: domando un miracolo. Grazie. Caro fra Giacomo, fammi trovare la strada per arrivare a pregare con il cuore.

ORARI DI APERTURAgiorni feriali:

6.30 -11.30; 15.00 -19.30giorni festivi:

7.30 -12.30; 15.30 -19.30

SANTE MESSEferiali:

ore 7, 9, 10, 18.30 festive:

8, 9.30, 10.30, 11.30, 18.30

Negli orari di apertura è sempre disponibile un confessore

Per raggiungere il santuario:dall’autostrada

seguire le indicazioni per il Centro storico della cittàdalla stazione ferroviaria

in pochi minuti a piedi

CHIESA SAN FRANCESCO - BRESCIA