forum italia-svizzera percezione reciproca: stereotipi e immagine dei due paesi nei rispettivi media

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Resoconto dei lavori

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Page 1: Forum Italia-Svizzera Percezione reciproca: stereotipi e immagine dei due paesi nei rispettivi media

Gruppo di lavoro 3 Percezione reciproca: stereotipi e immagine dei due paesi nei rispettivi media.

Resoconto dei lavori

Differenze, diffidenze e aperture

Si è registrato un atteggiamento ottimista sul superamento degli stereotipi reciproci, ben delineati nei materiali preparatori all’incontro. Le differenze (culturali, economiche, politiche) esistono e sono riconosciute come tali, ma non sono insuperabili in un rapporto di dialogo e di apprendimento reciproco. Difatti, anche gli altri fori bilaterali si aprono con problemi di percezione che riguardano, come è stato notato, gli stessi rapporti Nord/Sud nel territorio italiano.

Sul progetto Piazza Media (l’incontro, dapprima virtuale, di un nucleo di operatori dell’informazione italiani e svizzeri, che non racconti solo i rapporti tra Italia e Svizzera) si è registrata un’ampia convergenza. C’è ora la necessità di renderlo operativo in tempi brevi (prima del prossimo Forum), utilizzando l’esempio di PressEurop e la piattaforma di Limesonline. È essenziale, a questo proposito, fissare la riunione di un nucleo fondatore di dieci persone per strutturare l’idea di fondo, ritrovandosi magari su un “volto” bilaterale riconoscibile (che potrebbe essere Borromini). Il lavoro virtuale potrebbe inoltre integrarsi con la rete degli istituti e delle organizzazioni culturali svizzere in Italia, a partire da Milano e Roma.

Nel breve e nel medio termine, si è proposto di affiancare a questo lavoro culturale anche la possibilità di conferenze e pubblicazioni in Italia sulla cultura svizzera e il contributo di un settore importante come quello dell’italianistica in Svizzera, per cui si propone di creare un archivio digitale, con il coinvolgimento delle reti culturali attive nel territorio. Un’altra opportunità sono le conferenze e gli eventi dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI) a Milano, con un maggiore coinvolgimento di studiosi e ricercatori svizzeri (anche in collaborazione con il Centro culturale svizzero di Milano) e la proposta di un appuntamento annuale su un tema di politica internazionale rilevante per avere una visione bilaterale, preferibilmente con il coinvolgimento di un istituto svizzero.

In generale, il metodo di lavoro bottom-up, che caratterizza la cultura svizzera, registra un’ampia condivisione presso gli operatori presenti. C’è la necessità di affiancare un aspetto pragmatico: non

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dobbiamo solo identificare attività da fare, ma trovare gli attori (enti culturali, imprese, fondazioni) che possano supportare il nostro sforzo e renderlo sostenibile.

Roma-Berna-Bruxelles

Una questione fondamentale è il rapporto con l’Europa: la relazione bilaterale deve considerare anche l’aspetto trilaterale, secondo alcuni punti principali. Primo: nell’esperienza degli istituti internazionali, l’insegnamento del sistema politico svizzero registra maggiore interesse se inserito in un discorso sull’integrazione europea e sul futuro della democrazia partecipativa.

Un secondo aspetto riguarda il federalismo, essenziale per una discussione franca del sistema politico e dei suoi presupposti culturali, senza eccessive velleità di cambiamento. Come è stato notato, nel lessico politico italiano la parola “federalismo” conosce una dignità con la cosiddetta Seconda Repubblica, ma è stata maneggiata male. Il caso svizzero, sia a livello italiano che nel contesto europeo (si veda per esempio il modello del direttorio) può essere interessante: per questo è stato proposto, con il coinvolgimento delle realtà culturali svizzere in Italia, di organizzare un seminario su forma di governo svizzera e forma di governo europea. Inoltre, l’idea svizzera della cosa pubblica come “amministrazione”, più che “politica” può essere importante per il futuro dell’ordinamento italiano, con un alleggerimento del sistema dei partiti e la necessità di trovare forme reali e non velleitarie di partecipazione. Per questi aspetti, il federalismo merita un'ulteriore riflessione.

Infine, in alcuni casi si può individuare l’Europa come esempio negativo per l’idea svizzera di “buona amministrazione”, legata a procedure snelle e a piccole dimensioni: l’esempio concreto riguarda gli scambi degli studenti e gli sforzi svizzeri per entrare nel sistema Erasmus, che comporta enormi costi di amministrazione. Tale sistema, gestito da Bruxelles, è stato definito “una burocrazia inutile, che richiede un insieme di documentazione assurda”.

Expo ed esposizioni, i paradigmi della città e della ricerca

Numerosi operatori, italiani e svizzeri, hanno sottolineato l’importanza dell’appuntamento Expo2015, per i numeri previsti della manifestazione e per la possibilità di convogliare alcune risorse in un progetto-paese, in particolare a Milano. La Svizzera, primo paese aderente a Expo2015, sarà presente in Italia già nel 2013/2014, con un road-show (tradotto “ciclisticamente” come Giro d’Italia della Svizzera) gestito da Presenza Svizzera e in grado di mettere insieme la memoria ae il presente (con il ruolo dell’immigrazione italiana in Svizzera e dell’immigrazione svizzera in Italia), il commercio e l’enogastronomia, la scienza e la tecnologia (anche grazie alla disponibilità del Politecnico di Zurigo). Come è stato notato, è importante che questo “Giro d’Italia della Svizzera” non sia legato soltanto limitato a Roma e a Milano, ma sia in grado di toccare anche altri centri. Tuttavia, e sul progetto e sul successo di Expo2015 (in riferimento alla deriva dell’idea di “Nutrire il pianeta”) sono state anche espresse anche autorevoli riserve, relative soprattutto alla deriva dell’idea di “Nutrire il pianeta”. A questo proposito, un approccio “miniminalista” resta quello di usare l’opportunità di Expo2015 per iniziative di dialogo italo-svizzero e capire, nel medio termine, che spazio reale ci sia per riempirlo di contenuti.

Nella collaborazione tra Italia e Svizzera e tra le reti culturali dei due paesi, un ruolo importante può essere giocato da FAI Suisse, la cui presenza è il segnale di un interesse a continuare l’attività su

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conoscenza e valorizzazione del territorio. Le professionalità riconosciute nel campo dell’architettura e dell’urbanistica hanno proposto un approfondimento sulla città europea (basata su stratificazione, cosmopolitismo e memoria condivisa), come spunto di dialogo e di scambio professionale nel campo dell'architettura, a livello di docenti e di studenti. Il primo riferimento ovviamente è l’Accademia di Architettura Mendrisio, che dedica l’ultimo anno accademico allo studio di una città. Anche le esperienze di Zurigo, Losanna e Basilea evidenziano l’importanza di sostenere i rapporti di ricerca tra gli studiosi dei due paesi e la reciproca conoscenza.

Come è stato notato, scienza e tecnologia possono essere considerate il vero motivo della ricchezza della Svizzera e su questo punto da parte italiana non vi è ancora la necessaria consapevolezza. Il successo svizzero tuttavia non deriva da una programmazione strategica o da strutture che compromettano l’autonomia dell’università, ma da un’idea di ricerca liberale che si adatta alla competizione internazionale e non ha un approccio romantico, bensì pragmatico (anche per gli aspetti linguistici, visto il rapporto non conflittuale con l’anglicizzazione della ricerca).

Una proposta specifica nel settore della cultura scientifica riguarda lo sforzo svizzero per combattere lo stereotipo antifemminile nelle carriere scientifiche e tecnologiche: i risultati migliori non si ottengono partendo dall’università o dal liceo, ma molto prima. Si propone quindi di organizzare un programma culturale di scambio bilaterale di due settimane riservato a giovani italiani e svizzeri dai 9 ai 12 anni, senza rigidi criteri di selezione linguistica, data la capacità dei ragazzi di comprendersi a vicenda. L’individuazione di qualche centinaio di ragazzi da una parte e dall’altra può avere un effetto di moltiplicatore culturale indelebile nel lungo termine.