fine di un impero

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La fine di un impero La fine di un impero

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The causes and the events who made the end of Western Roman Empire in 476 A.C.

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Page 1: Fine di un impero

La fine di un imperoLa fine di un impero

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La rivoluzione tardo - romana

Durante i due secoli e mezzo precedenti la fine dell’Impero romano d’Occidente si verificò in questa zona imperiale una profonda trasformazione definita “rivoluzione tardo-romana”.Tale cambiamento si verificò in quattro fasi

Fase 1, prima metà del III secoloprima metà del III secolo: epoca di pacepace e relativo splendoresplendore

Fase 2, seconda metà del III secoloseconda metà del III secolo: cedimento cedimento delle strutture militari delle strutture militari che proteggevano il limes, continue sconfitte romane sconfitte romane contro i popoli stanziati ai confini settentrionali e orientali

Fase 3, IV secoloIV secolo: trasformazioni dovute all’emergenza militare: cristianizzazionecristianizzazione, popoli barbaripopoli barbari si insediano entro i confini imperialiconfini imperiali, divario ampio divario ampio tra ricchi e poveri e tra Oriente e Occidente

Fase 4, V secoloV secolo: nuovi movimenti di popolimovimenti di popoli, societàsocietà postimperialepostimperiale

Page 3: Fine di un impero

I primi cambiamenti importanti: I secolo a.C.I primi cambiamenti importanti cambiamenti importanti nella

struttura economica e sociale di Roma avvennero alla fine del I secolo a. Calla fine del I secolo a. C, quando i senatori erano stati minacciati i senatori erano stati minacciati economicamente dagli economicamente dagli equitesequites,, plebei arricchitisi con il commercio, la finanza e il commercio, la finanza e gli appalti pubblici.gli appalti pubblici. Gli equites erano la Gli equites erano la parte più dinamica della società romanaparte più dinamica della società romana, capace di esprimere grandi uomini come Caio Mario e Marco Tullio Cicerone dalle sue fila.

Dopo i conflitti civili del I secolo a.CDopo i conflitti civili del I secolo a.C., che avevano ridotto la Res Publica a un campo di battaglia e stremato l’economia e la società, i i primi imperatori, a partire da Augusto primi imperatori, a partire da Augusto preferirono sostenere il loro potere sui preferirono sostenere il loro potere sui senatorisenatori, di mentalità conservatriceconservatrice, e politicamente affidabili politicamente affidabili in quanto vivevano sulla rendita delle proprie terre e non volevano modificare lo status quo, e emarginare i ceti più dinamiciemarginare i ceti più dinamici

laticlavio

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L’impero romano sotto Augusto (27 a.C. – 14 d.C.) e alla fine del I secolo d.C.

Impero romano sotto Augusto Impero romano alla fine del I sec. d.C.

L’economia imperiale cominciò a ristagnare, nel momento in cui le L’economia imperiale cominciò a ristagnare, nel momento in cui le conquiste erano in gran parte terminate e quindi i ricavi di esse vennero a conquiste erano in gran parte terminate e quindi i ricavi di esse vennero a mancare: territori, schiavi, ulteriori tasse.mancare: territori, schiavi, ulteriori tasse.

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Le spese per mantenere l’impero furono coperte soprattutto dalla tassazione tassazione delle provincedelle province.

I costi per proteggere e amministrare l’impero superarono le entrate fiscali già I costi per proteggere e amministrare l’impero superarono le entrate fiscali già nel corso del nel corso del II secolo d.CII secolo d.C.

L’impero romano d’Occidente “morì per suicidio” in quanto si creò una crisi socialeuna crisi sociale, demograficademografica e economica strisciante e inesorabileeconomica strisciante e inesorabile.

Lo scollamentoscollamento tra honestioreshonestiores (aristocratici proprietari terrieri) e humilioreshumiliores (tutti i sudditi: schiavi, contadini) si allargò ampiamente: da una parte i grandi possidenti, dall’altra chi viveva e lavorava solo per pagare le tasse.

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Schiavi e coloniSchiavi e coloni

Nel II secolo d. C. la popolazione imperiale era di circa 50 milioni di abitanti

Il governo era nelle mani di una Il governo era nelle mani di una aristocrazia ristretta e culturalmente aristocrazia ristretta e culturalmente molto omogenea molto omogenea : urbana, ricca di grandi patrimoni fondiari, leggeva e scriveva in greco e latino.Da un secolo essa combatteva guerre difensive e non era più un’aristocrazia militareLe campagne erano lavorate e abitate da schiavi e coloni: la differenza tra loro era giuridicagiuridica.Gli schiavi non avevano personalità personalità giuridicagiuridica, e erano proprietà del loro proprietà del loro padronepadrone, ma potevano sperare di essere liberati. I colonicoloni erano liberi giuridicamenteliberi giuridicamente, ma erano vincolati alla terra che lavoravanovincolati alla terra che lavoravano, in quanto il sistema fiscale calcolava le tasse sull’estensione dei campi che dovevano rendere al massimo. La crisi fu aggravata anche dalla percezione percezione che questi avevano di sé come persone che questi avevano di sé come persone che non potevano cambiare la propria vitache non potevano cambiare la propria vita

Vendita di uno schiavo

Un colono al lavoro nei campi

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Il pericolo “barbaro”

Il limes reno-danubiano

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Romani e barbari: il II secolo d. C.Romani e barbari: il II secolo d. C.

Lungo il confine dell’impero romano, il limes, vi fu una situazione di conflittualità permanente tra le popolazioni locali, le guarnigioni locali e le genti stanziate al di là del limes, i “Barbari” , gruppi eterogenei che molto lentamente formarono dei “popoli”.

I rapporti tra romani e barbari furono molto I rapporti tra romani e barbari furono molto intensi sopratttutto dal II secolo d.Cintensi sopratttutto dal II secolo d.C.

Dal III secolo molti guerrieri barbari furono Dal III secolo molti guerrieri barbari furono assoldati nell’esercito romanoassoldati nell’esercito romano, raggiungendo cariche militari anche elevate.

Il rapporto si squilibrò a favore dei barbari a partire dal IV secolo.

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Movimenti di popoli non romani nel III secoloMovimenti di popoli non romani nel III secolo

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I problemi del III secolo,1/: l’esercito e le spese stataliI problemi del III secolo,1/: l’esercito e le spese statali

La nuova organizzazione dell’esercitonuova organizzazione dell’esercito, formato da seicentomila soldati, fece raddoppiare le spese.

Furono aumentate le tasse aumentate le tasse e ampliata la burocraziaampliata la burocrazia, per gestire le necessità legate alla raccolta fiscale.

Per rispondere alle spese gli imperatori cercarono di bloccare i prezzi e bloccare i prezzi e redistribuire le ricchezzeredistribuire le ricchezze, senza nessuna capacità di analisi economica della situazione reale

Ne nacque una macchina statale molto imponenteuna macchina statale molto imponente, un’organizzazione politica accentrata, burocratica e pesante.

Le necessità della guerra spinsero gli imperatori a escludere i senatori escludere i senatori e l’aristocrazia dai comandi militarie l’aristocrazia dai comandi militari, mentre vennero promossi ai gradi più alti militari di carriera provenienti dai ceti meno importanti e ceti meno importanti e perifericiperiferici

Si verificò quindi un forte ricambio sociale ai vertici dell’impero forte ricambio sociale ai vertici dell’impero romanoromano: Diocleziano era figlio di un liberto, il padre di Galerio era un pastore.

Le tasse erano sempre più pesanti e gravavano sui meno Le tasse erano sempre più pesanti e gravavano sui meno abbientiabbienti: nel 350 1/3 del reddito di in contadino se ne andava per pagare l’imposta fondiaria.

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I problemi del III secolo, 2/ Bassa produttività e spopolamento.

Un’aristocrazia di latifondisti

L’impero fu colpito da un notevole spopolamentospopolamento a causa delle pestilenze pestilenze scoppiate tra la fine del tra la fine del II e l’inizio del III secoloII e l’inizio del III secolo

I bottini di guerra bottini di guerra erano sempre più poveri,poveri, e il numero di schiavi numero di schiavi per coltivare la terra diminuivadiminuiva.

Queste due cause, bassa bassa produttività e spopolamentoproduttività e spopolamento, determinarono una crisi economica crisi economica irrisoltairrisolta. I beni diminuivano, i loro prezzi aumentavano.

L’aristocrazia dei grandi L’aristocrazia dei grandi proprietari di terra non era proprietari di terra non era disposta a investire e rischiare il disposta a investire e rischiare il proprio patrimonio per migliorare proprio patrimonio per migliorare la produttivitàla produttività. I proprietari terrieri erano latifondisti, un ceto parassitario che viveva di rendita.

Un proprietario terriero romanonella sua villa, mosaico del IV sec.d.C.

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La crisi delle città e La crisi delle città e la polarizzazione della ricchezzala polarizzazione della ricchezza

Le grandi distanze tra ricchi e poveri determinò la crisi di molte crisi di molte città medio-piccole, che si reggevano sul commerciocittà medio-piccole, che si reggevano sul commercio.

Le aristocrazie aristocrazie costruirono una sorta di dominio locale fortedominio locale forte. Questo accadde perché Costantino separòCostantino separò in modo deciso

ufficiali civili (proconsoli, legati) ufficiali civili (proconsoli, legati) e militarimilitari. Anche i barbari entrarono decisamente tra gli ufficiali militari di grado più elevato.

Al vertice del mondo romano si elevarono anche i vescovii vescovi, che, con il favore di Costantino, assunsero un ruolo politico sempre più importante.

Le tasse contribuirono a un ulteriore polarizzazione tra pochi ricchi e molti poveri.

La conseguenza fu che nei centri locali vescovi e aristocratici diventarono i “patroni”, cioè uomini di riferimento e protezione per i più deboli.

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Le differenze tra Oriente e OccidenteLe differenze tra Oriente e Occidente

In Oriente il commercio e la produzione manifatturiera erano più fiorenti che in Occidente.

Le ricchezze si spostarono verso Oriente, dove non era tanto forte la differenza tra città maggiori e minori, e tra ricchi e poveri.

In Oriente i contadini riuscivano a vendere i loro prodotti con un profitto che permetteva loro di pagare le tasse e vivere dignitosamente.

In Occidente i cittadini per evitare le tasse fuggivano in campagna dove i grandi proprietari li costringevano a lavorare. Non esisteva crescita economica e questo rendeva le tensioni sociali esplosive

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I barbari entrano nell’impero I barbari entrano nell’impero romanoromano

Migrazioni dei Goti, III-IV secolo d.C. Invasioni dell’Impero Romano, IV-Vsec. D.C.

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I barbari si muovono per stanziarsi I barbari si muovono per stanziarsi nell’imperonell’impero

Dalla metà del IV secolo alcune popolazioni barbariche, soprattutto i Goti, varcarono il limes per stanziarsi entro i territori imperiali.

Le cause furono diverseErano consapevoli della debolezza militare consapevoli della debolezza militare

dell’imperodell’imperoErano spinti alle spalle da altri popoli spinti alle spalle da altri popoli che

si muovevano a loro volta verso Occidente per opera degli UnniUnni, un vasto gruppo di guerrieri nomadi provenienti dall’Asia CentraleI Goti erano stanziati in diversi territori tra Danubio e Mar Nero e avevano formato due grandi raggruppamenti, i Tervingi, poi chiamati West-Goten,→VisigotiVisigoti, Goti dell’OvestGoti dell’Ovest, e i Greutungi, poi detti Ost-Goten→OstrogotiOstrogoti, Goti dell’EstGoti dell’Est

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Il disastro di Adrianopoli. Hospitalitas e foederatio

I Visigoti ottennero dall’imperatore Valente il I Visigoti ottennero dall’imperatore Valente il permesso di varcare il limes e superare il permesso di varcare il limes e superare il DanubioDanubio, ma poi devastarono i territori dei devastarono i territori dei Balcani meridionali Balcani meridionali appena raggiunti.

L’imperatore fu costretto a affrontarli in battaglia campale a AdrianopoliAdrianopoli, il 9 agosto 378, ma il 9 agosto 378, ma l’esercito romano venne sconfitto l’esercito romano venne sconfitto in Occidente per la prima volta da molti secoli, e lo stesso Valente perse la vita.

TeodosioTeodosio, successore sul trono occidentale di Valente, fu consapevole della difficoltà dei romani nell’affrontare i nemici e preferì controllarli con i sistemi della

hospitalitashospitalitas: concessione di un terzo delle terre in una regione alle popolazioni barbariche che dichiaravano fedeltà all’impero e fornivano appoggio militare mantendosi indipendenti

e foederatiofoederatio: alleanza vera e propria dietro

compenso. Ma alla lunga anche queste tattiche furono

fallimentari.

Adrianopoli, 9 agosto 378

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La fine dell’impero d’OccidenteLa fine dell’impero d’Occidente

La fase che andò dal 407 al 430 vide l’instaurazione definitiva dei barbari in Occidente.

Nel 410 i Visigoti saccheggiarono RomaNel 410 i Visigoti saccheggiarono Roma, un evento che agli occhi dei contemporanei apparve quasi come l’avvicinarsi della fine del mondo.

Le classi dirigenti occidentale e orientale si divisero sul da farsi: in Oriente i barbari vennero progressivamente allontanati dagli eserciti.

In Occidente gli alti ufficiali e una parte consistente dell’esercito erano barbari, mentre le aristocrazie tradizionali si chiusero in un rigido patriottismo, divise anche religiosamente tra pagani e cristiani.

In questo modo le le eliteselites militari e quelle sociali rimasero estranee e militari e quelle sociali rimasero estranee e ostiliostili, e le popolazioni barbariche ebbero maggiore facilità a stanziarsi in Occidente

La deposizione di La deposizione di Romolo “Augustolo” Romolo “Augustolo” da parte dello Sciro da parte dello Sciro OdoacreOdoacre pose fine formalmente all’impero d’Occidente: 476 d.Cpose fine formalmente all’impero d’Occidente: 476 d.C. Odoacre non assunse il ruolo e il titolo di imperatore, pur avendo il potere nelle proprie mani. Questo gesto ha un significato duplice:

1. i barbari avevano ormai il dominio dell’ex Impero 1. i barbari avevano ormai il dominio dell’ex Impero d’Occidente. d’Occidente.

2. Essi non avevano alcuna volontà di assimilarsi ai romani. 2. Essi non avevano alcuna volontà di assimilarsi ai romani.

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Invasione della penisola iberica e del Nord Invasione della penisola iberica e del Nord AfricaAfrica

Già nell’inverno tra 406 e 407406 e 407, il limes renano era stato oltrepassato da diverse popolazioni: VandaliVandali, AlaniAlani, SveviSvevi e BurgundiBurgundi. Cercarono di frenarne lo slancio Franchi e Alamanni, popoli federati dei romani.

I Franchi spinsero Vandali, Alani e Svevi verso la Vandali, Alani e Svevi verso la penisola ibericapenisola iberica, dove si trovavano però anche i Visigoti.

I VisigotiVisigoti riuscirono a controllare gran parte del gran parte del territorio della penisola ibericapenisola iberica, e spinsero gli SveviSvevi a ritirarsi nel nord (GaliziaGalizia), mentre gli AlaniAlani andarono nell’odierno PortogalloPortogallo. I VandaliVandali, infine, invasero il Nord AfricaNord Africa, dove conquistarono i territori presso Cartagine.

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Juti, Angli e Sassoni in Britannia.

La BritanniaBritannia fu abbandonata dalle guarnigioni militari romane.

Cominciarono a compiere scorrerie i PittiPitti, popolazioni celtiche dell’odierna Scozia.

I Britanni, per contrastare queste incursioni violente, chiesero aiuto a popolazioni chiesero aiuto a popolazioni germaniche germaniche con le quali avevano già dei contatti precedenti.

JutiJuti, AngliAngli e SassoniSassoni giunsero così in Britannia, ma anziché farsi controllare in sistema di foederatio (come volevano i Britanni), essi si essi si insediarono stabilmente nell’isolainsediarono stabilmente nell’isola.

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Attila in ItaliaAttila in Italia.

In Italia la situazione geopolitica era caratterizzata da una grande precarietà, che fu ulteriormente aumentata dall’arrivo degli UnniUnni.

Questa popolazione, in continua e violenta migrazione dalle steppe asiatiche da circa un secolo, sotto la guida del khan Attila Attila giunse nel 450450 alle porte di Roma.alle porte di Roma.

Qui inaspettatamente gli Unni si gli Unni si ritiraronoritirarono, secondo una storia poco credibile in seguito a un incontro con il incontro con il papa Leone I detto “Magnopapa Leone I detto “Magno”, che avrebbe convinto con la forza della fede il capo unno a andarsene.

Probabilmente, invece, Attila venne convinto ad andarsene dalla concessione concessione di grandi quantità di benidi grandi quantità di beni raccolti faticosamente tra la popolazione italica.Leone Magno ferma Attila

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Deposizione di Romolo “Augustolo” e Deposizione di Romolo “Augustolo” e arrivo degli Ostrogoti in Italiaarrivo degli Ostrogoti in Italia

Il 476476 è l’anno in cui fu deposto Romolo Romolo detto “Augustolo” detto “Augustolo” (cioè “Piccolo Augusto”) ultimo imperatore, un adolescente figlio del prefetto del pretorio.

OdoacreOdoacre, il comandante militare sciro che lo depose, volle che il suo popolo gli desse il titolo di rex rex , e il trono imperiale rimase vacante.

Gli imperatori d’Oriente non volevano perdere l’Italia, e con il consueto sistema della foederatio, l’imperatore Zenone l’imperatore Zenone spinse gli Ostrogoti presenti nella spinse gli Ostrogoti presenti nella zona di Costantinopoli a invadere la zona di Costantinopoli a invadere la penisolapenisola.

Odoacre deponeRomolo “Augustolo”

Page 22: Fine di un impero

Europa, anno 476 d. C.Europa, anno 476 d. C.

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I regni romano - barbariciI regni romano - barbarici

Page 24: Fine di un impero

I regni “romano – barbarici”, definizioneI regni “romano – barbarici”, definizione

Gli storici definiscono i regni formatisi nell’ex impero occidentale

Romano – barbariciRomano – barbarici perché in essi si

fondevano

la tradizione politico la tradizione politico – istituzionale romana istituzionale romana e

l’organizzazione dei l’organizzazione dei popoli barbaricipopoli barbarici

In tutti i territori i barbari erano i barbari erano numericamente inferiori numericamente inferiori rispetto alla popolazione residente.

La convivenza pacifica delle popolazioni si realizzò attraverso un un doppio sistema giuridico doppio sistema giuridico amministrativoamministrativo: le popolazioni indigene mantenevano le proprie leggi e la propria amministrazione, e a loro volta i nuovi arrivati tenevano la propria tradizione sociale, giuridica, politica e religiosa.

In alcuni dei nuovi regni i barbari, pur sulla base di idee dello stato e della regalità diverse, decisero di creare nuove leggi fissate per iscrittonuove leggi fissate per iscritto.

È significativo che popolazioni È significativo che popolazioni spesso ignoranti di leggi scritte spesso ignoranti di leggi scritte decidessero di adottarle e di decidessero di adottarle e di usare il latino come lingua usare il latino come lingua ufficiale per redigerle e emanarleufficiale per redigerle e emanarle

Page 25: Fine di un impero

La nuova società barbarizzataLa nuova società barbarizzata

In quasi tutti i regni vi fu una sostanziale divisione delle responsabilità di governo:

la popolazione latina la popolazione latina manteneva il controllo manteneva il controllo dell’amministrazionedell’amministrazione

i barbari controllavano i barbari controllavano l’esercito e la difesa l’esercito e la difesa militare.militare.

Tutti, autoctoni e barbari, dovevano riconoscere il potere potere del redel re.

Il sovrano aveva il potere Il sovrano aveva il potere assoluto di costringere, assoluto di costringere, giudicare e punire:giudicare e punire: banban.

Il re era soprattutto un capo capo militaremilitare e aveva al suo servizio un gruppo di fedeli armatigruppo di fedeli armati.

La nuova società “barbarizzata” vedeva in posizione di eccellenzaeccellenza i gruppi che erano basati sulla lealtà personale lealtà personale al re e sul monopolio dell’uso delle armimonopolio dell’uso delle armi.

Page 26: Fine di un impero

Teoderico re barbaro e patrizio romanoTeoderico re barbaro e patrizio romano Gli Ostrogoti in Italia governarono in una

situazione di grande ambiguità. TeodericoTeoderico era rere del suo popolo e

governava militarmente sull’Italia governava militarmente sull’Italia grazie alla vittoria su Odoacrevittoria su Odoacre. Regnò dal 493 fino alla morte nel 526.

Egli era però al potere anche per il ruolo di patricius et magister patricius et magister conferitogli dall’imperatore d’Oriente, a cui doveva fedeltà.

Toederico continuò a mantenere la capitale a RavennaRavenna, che abbellì con edifici di carattere bizantino: il suo palazzo, la chiesa di S.Apollinare Nuovo, il suo mausoleo

Per favorire la collaborazione tra il suo collaborazione tra il suo popolo e i romani,popolo e i romani, emanò un complesso di complesso di leggi leggi con il quale cercò di gestire i rapporti tra le due etnie su un piano di parità.

Scelse i collaboratori principali tra gli aristocratici romani: Boezio, Simmaco, Cassiodoro

Teoderico, ritratto nel XII secolo in una miniatura

Il presuntopalazzo di Teoderico, a Ravenna

Page 27: Fine di un impero

I Franchi riuniti da ClodoveoI Franchi riuniti da Clodoveo I Franchi, nel V secolo, erano stanziati in

territori che si estendevano lungo le sponde dei fiumi Reno e Meno: si distinguevano Franchi Salii e Franchi Ripuarii.

Fino al V secolo furono un insieme di tribù sparse, e il loro nome latino significava “uomini coraggiosi”. Erano foederati dei romani fin dal 430.

Le diverse tribù furono riunite per merito del capotribù salico Clodoveo.Clodoveo.

Egli riuscì a vincere la concorrenza riuscì a vincere la concorrenza politica degli altri capitribùpolitica degli altri capitribù franchi e conquistò il “regno di Siagrio”, conquistò il “regno di Siagrio”, un’area di resistenza antibarbara abitata da gallo-romani.

Clodoveo estese i territori del suo regno a Ovest, territorio chiamato NeustriaNeustria (nuova terra dell’ovest), per distinguerlo da quello orginario, l’Austrasia (l’Austrasia (terre dell’Est)

Luoghi di primo insediamento

Il regno di Siagrio

Costruzioni politiche e territorialidi Clodoveo

Page 28: Fine di un impero

Il battesimo di ClodoveoIl battesimo di Clodoveo

Clodoveo si fece battezzare nel 496 a battezzare nel 496 a Reims Reims dal vescovo Remigio, capendo l’importanza di mantenere rapporti stretti con la Chiesa di Roma e l’episcopato gallo-romano.

Con questo battesimo presentava se stesso come re legittimo di fronte re legittimo di fronte alla popolazione gallo-romana alla popolazione gallo-romana (cattolica) (cattolica) e presentava il suo popolo come popolo di Dio, difensore della popolo di Dio, difensore della ChiesaChiesa.

I Franchi scelsero come patrono patrono S.MartinoS.Martino, un martire gallo-romano. Di esso Clodoveo promosse il culto

Inoltre egli fece redigere la la lex Salicalex Salica, che dava forma scritta al diritto consuetudinario dei Franchi (510)

Il battesimo di Clodoveo Il battesimo di Clodoveo I

Clodoveo come re cristiano

Page 29: Fine di un impero

L’impero di Giustinianoe la guerra greco - gotica

Page 30: Fine di un impero

Le vicende dell’impero romano d’Oriente furono diverse dalla zona occidentale fin dalla divisione voluta da Teodosio nel 395 tra i figli Arcadio e Onorio.

Alla morte di Arcadio, gli successe il figlio Teodosio II, che governò per circa quaranta anni (408 – 450).

Anche l’impero orientale dovette fronteggiare i barbari, soprattutto gli Unni, senza grosse perdite territoriali e mantenendo la sua compattezza interna.

Negli anni successivi,imperatori Marciano, Leone, Zenone e Anastasio e Giustino, i problemi furono provocati da controversie teologiche.

Nel 527527 salì al trono la figura centrale del secolo, GiustinianoGiustiniano

L’Impero d’Oriente al-l’inizio del VI secolo

Page 31: Fine di un impero

Giustiniano parla di sé a Dante, Paradiso, canto VI

Cesare fui e son Iustinïano,che, per voler del primo amor ch'i' sento,

d'entro le leggi trassi il troppo e 'l vano. 12

E prima ch’io a l’ovra fossi attento,una natura in Cristo esser, non piùe,credea, e di tal fede era contento; 15

ma ’l benedetto Agapito, che fuesommo pastore, a la fede sincerami dirizzò con le parole sue. 18

Io li credetti; e ciò che ’n sua fede era,vegg’ io or chiaro sì, come tu vedi

ogni contradizione e falsa e vera. 21

Tosto che con la Chiesa mossi i piedi,a Dio per grazia piacque di spirarmi

l’alto lavoro, e tutto ’n lui mi diedi; 24

e al mio Belisar commendai l’armi,cui la destra del ciel fu sì congiunta,

che segno fu ch’i’ dovessi posarmi. 27

Page 32: Fine di un impero

La riforma giuridica di GiustinianoLa riforma giuridica di Giustiniano

Giustiniano regnò per circa quaranta anni, dal 527 al 565, e sposò Teodora, un’ex ballerina.

Nel 528 il nuovo imperatore costituì una commissione presieduta dal giurista Triboniano, che dovette predisporre una raccolta di costituzioni imperiali: nel 528 apparve il Codex Iustinianus.

Nel 533 l’imperatore fece pubblicare il Digesto o Pandette, raccolta degli scritti dei giureconsulti (esperti di diritto) più illustri.

Nello stesso anno apparvero anche le Institutiones, che contenevano i fondamentali princìpi giuridici ad uso degli studenti.

Nell’insieme queste opere rappresentano il Corpus Iuris Civilis, che è il tramite il tramite fondamentale attraverso cui il fondamentale attraverso cui il diritto romano è giunto fino alla diritto romano è giunto fino alla nostra epocanostra epoca.

Giustiniano e Teodora

Page 33: Fine di un impero

Il governo di Giustiniano

Giustiniano fece costruire edifici importantedifici importanti, come la basilica di S.Sofia a Costantinopoli (ora moschea) e S.Vitale a Ravenna.

Diede grande sviluppo al commercio grande sviluppo al commercio e alla manifattura della setamanifattura della seta, in quanto durante la sua epoca l’impero orientale si impadronì dei primi bachi da seta, fino a quell’epoca monopolio delle nazioni dell’Estremo Oriente.

Cercò di reprimere gli abusi nella reprimere gli abusi nella tassazionetassazione, che erano uno dei più grandi problemi della convivenza civile.

Nel 551 presiedette il Concilio di Calcedonia, convocato per porre fine all’eresia all’eresia monofisitamonofisita, che affermava la natura solo divina di Cristo. A Calcedonia, il concilio ribadì che in Cristo le due nature, umana e divina coesistevano. Anche dopo un altro concilio, svoltosi nel 553, la questione rimase aperta

S.Sofia a Istanbul

S.Vitale a Ravenna

Page 34: Fine di un impero

Giustiniano intendeva riprendere il controllo delle zone che da molti decenni si erano rese autonome dal controllo imperiale:

L’Africa nord – occidentale (1), in mano ai Vandali la penisola italiana e la zona adriatica orientale (2), controllate dagli Ostrogoti

11

22

Page 35: Fine di un impero

Le imprese di Belisario: Africa, Sardegna, Le imprese di Belisario: Africa, Sardegna, CorsicaCorsica

Giustiniano stipulò con il regno Sasanide una pace molto costosa, per evitare che l’impero orientale fosse attaccato alla spalle mentre impegnava le sue truppe nella riconquista dei territori occidentali.

La guida delle operazioni militari fu affidata dall’imperatore al patrizio Belisario, il migliore generale imperiale.

Questi sbarcò nell’ Africa nord – occidentale nel 532 con truppe ingenti e riuscì in alcuni mesi a conquistare la regione, togliendola ai Vandali, nel 533.

Africa nord occidentale, Sardegna e Corsica passarono sotto il dominio di Costantinopoli.

Ritratto di Belisario

Page 36: Fine di un impero

Guerra greco – gotica, fase I, 535-540

Amalasunta, figlia di Teoderico e regina dei Goti, chiese l’aiuto di Giustiniano contro le minacce del marito TeodatoTeodato. Questi la fece assassinare, 535Questi la fece assassinare, 535, provocando l’intervento dell’esercito di Belisario esercito di Belisario contro l’”usurpatore” Teodato.

Ebbe così inizio la Guerra greco – gotica, durata Ebbe così inizio la Guerra greco – gotica, durata diciotto anni, dal 535 al 553diciotto anni, dal 535 al 553.

Vitige, generale di Teodato, uccise quest’ultimo e si proclamò re. In un primo tempo Goti e aristocrazia romana erano alleati.

Già nel 540, Belisario riuscì a conquistare Roma e 540, Belisario riuscì a conquistare Roma e RavennaRavenna.

Dopo questa conquista, l’aristocrazia romana preferì non resistere più agli eserciti di Giustiniano, che garantiva a essa il mantenimento del potere economico e politico.

Vitige fu imprigionato e portato a Costantinopoli. Gli Ostrogoti però, anche se rimasti privi del sostegno

italico, rilanciarono la propria azione bellica guidati da Totila Totila (cioè “l’immortale”) che comandò il suo popolo dal 540 al 552..

Amalasunta

Teodato

Totila

Page 37: Fine di un impero

Totila libera i coloni dipendentiTotila libera i coloni dipendenti

Totila ordinò che i coloni dipendenti dai padroni fossero liberati e che versassero i propri canoni e tributi al re.

In cambio della libertà, essi avrebbero combattuto per il re dei Goti.

Tale decisione doveva togliere uomini e sostegno all’aristocrazia italica, ma i coloni che obbedirono furono pochi e molti di essi combatterono invece con i loro padroni contro i Goti.

Totila riuscì comunque a riconquistare buona parte della penisola verso la fine degli anni ‘40, anche se per un breve periodo.

Page 38: Fine di un impero

La vittoria dell’impero di CostantinopoliLa vittoria dell’impero di Costantinopoli

Dopo l’allontanamento di Belisario dal comando del conflitto, a causa di contrasti con Giustiniano, la guida della guerra toccò al suo luogotenente Narsete.

Narsete prevalse sui Goti nella battaglia di Gualdo Tadino, dove Totila morì, sembra per una freccia di Narsete stesso, nel 552.

Nel 553 Narsete portò a termine la sua campagna d’Italia sconfiggendo anche quel che rimaneva dell’esercito goto guidato da Teia.

L’impero di Costantinopoli aveva così ripreso il controllo della penisola, che conservò solo fino al 568.

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L’Italia diventò alla fine della guerra greco-gotica una prefettura dell’Impero d’orienteprefettura dell’Impero d’oriente.

Giustiniano emanò nel 554554 la Prammatica sanzionePrammatica sanzione, un documento nel quale stabiliva le modalità con le quali si sarebbe dovuta governare la vita economica e politica della penisola italiana dopo gli sfaceli provocati dal conflitto.

In questo modo il diritto giustinianeo veniva esteso anche all’occidente.

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Conseguenze della guerra greco - gotica per Conseguenze della guerra greco - gotica per l’Italial’Italia

La composizione etnica dell’Italia subì importanti mutamenti: i possessori latini si ridussero i possessori latini si ridussero di più della metà, i goti rimasero una percentuale molto modesta, mentre i possidenti orientali i possidenti orientali triplicaronotriplicarono.

Le cittàcittà in cui gli ostrogoti concentrarono la loro difesa subirono gravi distruzionigravi distruzioni.

La devastazione di buona parte delle terre devastazione di buona parte delle terre coltivate coltivate determinò una carestia pesantecarestia pesante, che a sua volta causò una famefame pesante, che provocò un forte calo demograficocalo demografico.

Il calo demografico fu reso ancora più pesante dalla diffusione della pestepeste, che iniziata in Oriente (542-543), via mare giunse fino all’Italia

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I limiti della “Pragmatica Sanctio”I limiti della “Pragmatica Sanctio”

La Pragmatica Sanctio stabiliva la suddisivisione del territorio italiano in prefettureprefetture del pretorio, guidate da duchiduchi; all’interno di esse si trovavano diocesidiocesi, con funzioni fiscali; le diocesi erano divise in provinciaeprovinciae.

La struttura amministrativa non corrispondeva alla nuova La struttura amministrativa non corrispondeva alla nuova situazione sociale nella quale si trovava la penisolasituazione sociale nella quale si trovava la penisola.

La distinzione tra amministrazione civile e amministrazione La distinzione tra amministrazione civile e amministrazione militare non aveva sensomilitare non aveva senso, in quanto l’Italia era in uno stato ancora militarmente precario e il potere militare,esercitato dai duchi, era più importante di quello civile.

Anche la distinzione tra latini e Goti non aveva significato. Giustiniano voleva restituire ai patrizi romani i loro territori, ma gran parte di essi erano scomparsi, mentre diversi Goti si erano integrati nella società italica.

I vescovi I vescovi nelle città avevano spesso un’autorità superiore rispetto ai funzionari bizantini.

Le scuole gestite dai vescovi e i monasteri Le scuole gestite dai vescovi e i monasteri avevano ormai il controllo dell’educazioneeducazione dei giovani.

Nelle città i vescovi spesso avevano anche il compito di i vescovi spesso avevano anche il compito di risolvere le controversierisolvere le controversie, senza che i convenuti si rivolgessero al tribunale.

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Impero romano d’Oriente, anno 565 d.C.Impero romano d’Oriente, anno 565 d.C.

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Il frazionamento del dominio orientale (secc. VI – Il frazionamento del dominio orientale (secc. VI – VIII)VIII)

I LongobardiLongobardi giunsero in Italia nel 568568, e da quel momento l’impero l’impero orientale perse una parte orientale perse una parte consistente della penisolaconsistente della penisola: gli rimasero Istria e laguna veneta, la Romagna, le Marche settentrionali, parte di Umbria e Lazio, Napoli e il suo entroterra, Salento, Calabria e Sicilia.

Alla fine del VI secolo questi territori (tranne la Sicilia) furono dati dall’imperatore a un esarcaesarca, funzionario che aveva poteri insieme civili e militari, e risiedeva a Ravenna. Egli controllava i duchii duchi, che a loro volta avevano poteri sia civili, che militari di difesa territoriale.

I territori rimasero in realtà piuttosto autonomi reciprocamente autonomi reciprocamente e l’esarca controllava solo la Romagna (Esarcato) e le Marche settentrionali (Pentapoli)

In arancione i domini di Costantinopoliin Italia tra VII e VIII secolo

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Bibliografia

A.Geraci – A. Marcone, “Storia romana”, Firenze, Le Monnier, 2003

Massimo Montanari, “Storia medievale”, Roma - Bari, Laterza, 2002

Aldo Schiavone, “Il mondo tardoantico”, in Aa.Vv., “Storia medievale”, Roma, Donzelli,1998.