finalmente francesco sarà ordinato diacono! · ghiera di madre teresa di cal-cutta sul sole della...

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Edizione curata da Matteo Itri Anno XIX n. 3 - Marzo 2010 Famiglia e sfida educativa 28 febbraio, Belletti a Fano: « Non esiste persona senza un processo educativo alle spalle » GMG DIOCESANA 2010 E RUT S I AVVICINA LA PASQUA E LA NOSTRA PARROCCHIA DIVENTA UN FULCRO DI EVENTI . I N FONDO IL CALENDARIO Finalmente Francesco sarà ordinato Diacono! Domenica 11 aprile 2010, alle ore 17:30, in Catte- drale, sarà ordinato diacono Francesco Londei, seminarista che in questi mesi è presente nella nostra comunità. Vorrei dunque aiutarvi a comprende- re chi è il diacono… Dobbiamo innanzitutto distinguere tra “diacono per- manente” e “diacono transito- rio”. Il primo è colui che rimane diacono per sempre, il secondo è colui che diventa diacono per un breve periodo, di solito sei mesi, per poi essere ordinato sacerdote. Francesco diventa diacono in vista del Sacerdo- zio. Il Diaconato è uno dei gradi dell’Ordine Sacro, istitu- ito nei primi anni della Chiesa nascente. Di questo ministero troviamo i fondamenti nella Sacra Scrit- tura: negli Atti degli Aposto- li (At 6,1-6, in cui Luca narra l’istituzione del diaconato), nella Lettera ai Filippesi (Fil 1,1, dove Paolo saluta i diaco- ni assieme ai vescovi) e nella Prima Lettera a Timoteo (Tim 3,8-13, in cui Paolo enumera le doti che devono possedere i diaconi, dopo aver citato quel- le dell’episcopo). Il diacono permanente (per- manente perché la sua voca- zione è per il Diaconato e non per il Presbiterato) viene or- dinato dal Vescovo ed entra a far parte del clero diocesano. La restaurazione del diacona- to come grado permanente ha ridato completezza all’Ordine Sacro, che fino al Concilio Vati- cano II conosceva il Diaconato solo come momento di passag- gio nel cammino verso il Sacer- dozio ministeriale. Il diacono transitorio si inse- risce nell’itinerario formativo dei seminaristi ed è dunque... (prosegue a pag. 2) DOMENICA 11 APRILE 2010, ORE 17:30 PRESSO LA CATTEDRALE DI FANO

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Itri

Anno XIX n. 3 - Marzo 2010

Famiglia e sfida educativa28 febbraio, Belletti a Fano: «Non esiste persona senza un processo educativo alle spalle»

GMG diocesana 2010 e rutSi avvicina la PaSqua e la noStra Parrocchia diventa un fulcro di eventi. in fondo il calendario

FinalmenteFrancescosarà ordinatoDiacono!

Domenica 11 aprile 2010, alle ore 17:30, in Catte-drale, sarà ordinato diacono Francesco Londei, seminarista che in questi mesi è presente nella nostra comunità. Vorrei dunque aiutarvi a comprende-re chi è il diacono… Dobbiamo innanzitutto distinguere tra “diacono per-manente” e “diacono transito-rio”. Il primo è colui che rimane diacono per sempre, il secondo è colui che diventa diacono per un breve periodo, di solito sei mesi, per poi essere ordinato sacerdote. Francesco diventa diacono in vista del Sacerdo-

zio. Il Diaconato è uno dei gradi dell’Ordine Sacro, istitu-ito nei primi anni della Chiesa nascente. Di questo ministero troviamo i fondamenti nella Sacra Scrit-tura: negli Atti degli Aposto-li (At 6,1-6, in cui Luca narra l’istituzione del diaconato), nella Lettera ai Filippesi (Fil 1,1, dove Paolo saluta i diaco-ni assieme ai vescovi) e nella Prima Lettera a Timoteo (Tim 3,8-13, in cui Paolo enumera le doti che devono possedere i diaconi, dopo aver citato quel-le dell’episcopo).

Il diacono permanente (per-manente perché la sua voca-zione è per il Diaconato e non per il Presbiterato) viene or-dinato dal Vescovo ed entra a far parte del clero diocesano. La restaurazione del diacona-to come grado permanente ha ridato completezza all’Ordine Sacro, che fino al Concilio Vati-cano II conosceva il Diaconato solo come momento di passag-gio nel cammino verso il Sacer-dozio ministeriale.Il diacono transitorio si inse-risce nell’itinerario formativo dei seminaristi ed è dunque...

(prosegue a pag. 2)

Domenica 11 aprile 2010, ore 17:30presso la catteDrale Di Fano

Servire la Chiesa da sacerdotiIl Diacono, dono nella comunità ecclesiale. Gli auguri di don Mauro

Un ritiro... che dà speranza!Don Solazzi ha guidato la nostra comunità nella riflessione verso la Pasqua

...un passaggio importante. La promessa del celibato, il carat-tere impresso dal sacramento, l’inserimento nel clero dei dia-coni transeunti rappresentano un evento psicologicamente determinante nella formazione del futuro presbitero. La tradi-zione disciplinare antica e pre-ziosa del celibato è sicuramente il punto più caratterizzante del Diaconato transitorio, il cui ser-vizio si esplica nella triplice mi-nisterialità tipica del sacramen-to dell’Ordine: il servizio della

Parola, dell’altare e della carità.«È ufficio del diacono ammi-nistrare solennemente il batte-simo, conservare e distribuire l’Eucaristia, assistere e benedi-re il matrimonio in nome del-la Chiesa, portare il viatico ai moribondi, leggere la Sacra

Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla preghiera dei fede-li, amministrare i sacramentali, presiedere al rito funebre e alla sepoltura (LG 29)».

Tanti auguri a Fran-cesco affinché il suo cammino verso il Sacerdozio trovi, dalla grazia sacramentale del Dia-conato, la forza e l’entusiasmo per continuare il suo servizio alla Chiesa.

don Mauro

prosegue da pag. 1

programma celebrativo:

Venerdì • 9 aprile, ore 21:15: Veglia di preghiera presso la chiesa di San Cristoforo;

Domenica • 11 aprile, ore 17:30: Ordinazione diaconale presso la Catte-drale di Fano (dopo la celebrazione si vivrà insieme un momento di festa presso il Centro Pastorale – Via Roma, 118).

Domenica 14 marzo, presso le sale della nostra par-rocchia, si è tenuto il ritiro spi-rituale aperto a tutti i parroc-chiani. Il programma era così strutturato: lettura, commento e meditazione di alcuni testi e, dopo la Santa Messa ed un fru-gale pranzo, il confronto in as-semblea. In linea con il periodo quaresimale è stato scelto il tema della sofferenza e della speranza della Resurrezione. Sono stati dunque letti una pre-ghiera di Madre Teresa di Cal-cutta sul sole della Pasqua che irromperà fra le nuvole in fuga, un brano di don Tonino Bello sulla provvisorietà del sofferen-

za rappresentata da Gesù croci-fisso ed un brano del sedicesimo capitolo del Vangelo di Giovan-ni (Gv 16,16-23). Il commento è stato ad opera di don Vincenzo Solazzi, della vicina parrocchia Santa Famiglia. Nonostante la brevità del tempo disponibile rispetto ad un tema così vasto, don Vin-cenzo è riuscito a far risaltare i punti più importanti del brano di Vangelo, arricchendoli con la sua esperienza personale. La domanda che ha posto, gettan-do così le basi per il dibattito, è stata: «Cosa possiamo fare per-ché la Resurrezione sia qui ed ora?», ponendo l’accento sul-la presenza, nella nostra vita,

della parola vivificante di Dio e sull’importanza della Chiesa, intesa come comunità di cristia-ni aperti all’altro – oltre che agli stessi fratelli –, che perpetua l’atto di Gesù di lavare ed asciu-gare i piedi ai suoi discepoli. Il momento di confronto è stato una continua alternanza di interventi di giovani e adul-ti, provenienti da un po’ tutti gli ambiti che costituiscono la vita della nostra comunità. Si può quindi derivare il bilancio di un’esperienza molto positi-va, che ha permesso a tutti di respirare un clima di tenerezza e anche di tanta speranza.

a cura di Luigi Scopelliti

Crocifisso, vita e la vicenda EnglaroPubblichiamo interamente la riflessione di Francesco Amaduzzi, medico fanese È inutile, forse qualcuno può girarsi dall’altra parte, ma il crocifisso è stato, è e resterà al centro dell’attenzione di tutto il mondo semplicemente perché è quell’inafferrabile orizzonte che interroga il cuore dell’uomo.Sarà sempre lì ad importunarci con il suo apparente mutismo che suscita ogni genere di reazione, dalla venerazione alla bestemmia, ma mai indifferenza; lo dimostra, casomai non fosse chiaro, lo schia-mazzo che emerge ogni volta se ne parla, ma è proprio quando si tocca il tema della sofferenza che i toni diventano aspri perché non è possibile girare gli occhi senza in-contrarLo. I temi della cosiddetta “bioetica” hanno la peculiare pre-rogativa di toccare l’animo umano come null’altro e, quando anche la politica balbetta con un’incom-prensibile superficialità, pare di ritornare alla riproposizione di una nuova Babele, che mai come oggi sembra una cantiere aperto. Ne risulta una incomunicabilità devastante. Quale ragionevole dialo-go rimane possibile? Benedetto XVI ha affermato che la parola di Dio non è costituita da favole per bambini, ma offre all’esperienza umana l’opportunità di compren-dersi con una semplicità che non è questione di intelletto, ma di cuore; la verità è spesso eviden-te in una semplicità disarmante. Il problema semmai è lasciarla esprimere e non tentare di conte-nerla in opinioni o, peggio anco-ra, in sintesi di opinioni. All’epoca della vicenda Welby ero in contatto – per moti-vi professionali – con un’analoga situazione di una famiglia che in tutto si era fatta carico del dram-ma; non saprei dire per quale

motivo resistessero a tanta soffe-renza, ma l’unica cosa che usciva nei momenti di “dubbio clinico” era sempre e solo una frase: «Noi ci vogliamo bene». Ricordo solo questo e ciò mi sembra sufficiente per comprendere. A molti proba-bilmente questo non dirà niente, ma la realtà stessa propone una logica che è scritta nel cuore dell’uomo prima che in ogni altro libro. “Osservazione e non ra-gionamento”, direbbe Alexis Carrel. Oggi vedo proporre discussioni su queste ed altre situazio-ni che non mirano all’es-senziale, ma che riman-gono distanti dal cuore delle persone; ascolto disgustato le analogie tra l’agonia di Giovan-ni Paolo II e la vicenda Welby o quella di Eluana che, al di là delle castronerie “cliniche”, sembrano davvero costruite per confonde-re la verità sulla dignità umana, che non ha bisogno di aggettivi o circostanze che la rendano tale; nessuna malattie toglie o toglierà dignità alla vita umana. Spazzar-la via è semplicemente fare quel gesto che la Corte Europea inten-de fare, obbligando tutti a farlo escludendo l’orizzonte dei “per-ché” e dei “chi” che sono dentro ogni essere umano. «Tu non esisti, sei un ca-davere e il cadavere va sepolto e la tua vita è questo miserabile ammasso di cellule in un universo nato dal caso» (Monod, Veronesi e tanti altri gloriosi premi Nobel sono pronti a elaborare scrite-riate teorie basate sul nulla, ini-micandosi la ragione di cui sono fieri promotori). Questo significa togliere il crocifisso; non è solo un gesto ma un significato di rilevan-

za storica che attenta alla stessa laicità, riducendo l’orizzonte del-lo sguardo della ragione. A volte siamo convinti che il dialogo sia possibile semplice-mente perché ci si siede allo stes-so tavolo e si argomenta per “con-vincersi”. Se così fosse, nostro Signore avrebbe davvero poche

chance. Occorre uscire da una logica ingenua di poter convincere qual-cuno. La testimonianza è il segno indispensa-bile, lasciando il cuore libero alla verità che ci si fa incontro e che non appartiene al mondo in-tellettuale e benpensan-

te. Beppino Englaro avrà ri-empito di certo la Sala Verdi del Teatro della Fortuna di Fano. Credo tuttavia che non sarà pos-sibile un dialogo, bensì un mono-logo privo di qualcosa di costrut-tivo e capace solo di “convincere sprovveduti”. Non sono andato ad ascoltare Englaro: il dolore che incontro ogni mattina pone domande e non si esaurisce con l’illusione che una pietra tomba-le risolva qualcosa. Ascolto il suo dolore ma, vorrei continuare il dialogo vero con quel cadavere appeso nel muro che Eluana oggi – più di tutti noi – è capace di con-templare. La mia preoccupazione non è quella di contare le persone che sono andate o meno da Bep-pino Englaro, né quelle delle no-stre sale vuote; è certo che la vita, silenziosa come una foresta che cresce, continuerà a manifestare il disegno di bellezza di cui è per ora solo “copia imperfetta”.

Francesco AmaduzziPresidente Associazione

“La famiglia” – Consultoriofamiliare diocesano

Anno XIX n. 3 - Marzo 2010

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ServizioStampaparrocchiale

«I consigli pastorali de-vono imparare uno stile di rela-zione». Con queste parole don Daniele Gianotti (foto), vicario pastorale di Reggio Emilia e docente nella Facoltà teologica dell’Emilia Romagna ha aperto il convegno per operatori pasto-rali tenutosi, domenica 7 marzo, presso la Sala San Paolo di Lu-crezia sul tema “Consigli pasto-rali economici-parrocchiali tra

ecclesiologia e pastorale”. Don Gianotti, nella sua riflessione, ha toccato alcuni punti tratti dalla Lumen Gentium, una del-le quattro costituzioni del Con-cilio ecumenico Vaticano II. «La Lumen Gentium è il testo chiave per comprendere la visione di Chiesa che il Concilio ci ha trasmesso, una Chiesa ca-pace di convenire, confrontarsi ed essere segno di comunione. Nella visibilità della Chiesa, il mistero trinitario si fa presente e viene offerto agli uomini: è in questo contesto che si colloca-no le strutture come i consigli pastorali. La Chiesa si presenta, quindi, come comunione nello Spirito, che si raccoglie come corpo del Signore, chiamata con l’intera creazione, al Regno del Padre. Tre sono – ha prosegui-to don Gianotti – i criteri gui-da con cui le forme concrete di esistenza della comunità eccle-siale sono chiamate a rendere

visibilmente ragione di questa Chiesa-comunione: la ricerca della concordia, la fedeltà alla traditio ecclesiale e la media-zione credibile della fede nella situazione presente, compito principale dei consigli pastora-li. In merito proprio agli orga-nismi di partecipazione, occor-re educarli al discernimento, all’ascolto e metterli in condi-zione di poter lavorare bene e in sinergia. Nella pratica, occorre un Ordine del Giorno chiaro e qualche elemento preparatorio che spieghi i punti in questione, altrimenti si rischia la frustra-zione per non avere raggiungo gli obiettivi prefissati. Occor-re aiutare i consigli pastorali a darsi una correttezza di meto-do. Per consigliare bene, nella Chiesa, occorre crescere in una spiritualità ecclesiale».

Enrica Papettida Il nuovo amico

«Imparare uno stile di relazione»Il Vescovo Trasarti: «Consigli parrocchiali, luoghi di convergenza dei carismi»

c o n v e g n o P a S t o r a l e d i o c e S a n o

- calenDario eventi -

Venerdì • 26 marzo, ore 19: Via Crucis cittadina presieduta dal Vescovo. Partenza dalla parrocchia di San Marco (Sassonia, via Mascherpa);

Sabato • 27 marzo: Giornata Mondiale della Gioventù Diocesana. Pro-gramma: ore 17:30, arrivi e inizio attività per giovani e giovanissimi; ore 19:30, cena al sacco; ore 21:00, Veglia di preghiera con il Vescovo presso la Chiesa di San Cristoforo.

Per tutti gli appuntamenti della Settimana Santa (28 marzo - 4 aprile), potete consultare il sito www.sancristoforofano.it.