filo sofia

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I NATURALISTI PRESOCRATICI Talete di Mileto Anassimandro di Mileto e Anassimene di Mileto sono ionici espressione della democrazia mercantile. Hanno dunque un sapere induttivo, partono dall’esperienza e ricavano il principio. È un sapere laico espresso in prosa. TALETE E’ un astrologo, ha la testa tra le nuvole, per questo guarda il cielo e cade in una buca (il riso della serva tracia=barbara). Con lui inizia la filosofia della fusis (natura come forza generatrice, dinamica del tutto) . Si chiede che cos’è l’ ARCHE’ = PRINCIPIO. Ciò da cui si origina, a cui tutto fluisce, per cui tutto esiste, ciò che resta identico al variare delle modificazioni (da chi vengono, su chi vanno, x cui sussistono le cose). Omero dice che tutto deriva da Oceano e Teti (divinità dell’acqua). Omero non è filosofo perché dà i motivi di quello che spiega, usa racconti immaginari-mitici. Talete invece cerca il perché, usa il logos la ragione. Per Talete l’archè è l’acqua perché è il nutrimento e i semi sono umidi. Dove non c’è acqua non c’è vita. Se tutto deriva dall’acqua quella che beviamo è originaria dall’acqua principio. Se l’acqua è il principio di tutto è il divino, è Dio. (perché Dio è il principio = la cosa più antica perchè ingenerato). Allora tutto è pieno di dei. La realtà è divina perché sostenuta dall’acqua. Se l’acqua è Dio, Dio è vivo, allora tutto è vivo = PANPSICHISMO (tutte le cose vive). ANASSIMANDRO Critica Talete per l’eccessiva specificità dell’acqua. Esempio l’acqua ha come contrario il fuoco, quindi non può essere l’archè anche del fuoco.

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I NATURALISTI PRESOCRATICITalete di Mileto Anassimandro di Mileto e Anassimene di Mileto sono ionici espressione della democrazia mercantile. Hanno dunque un sapere induttivo, partono dall’esperienza e ricavano il principio. È un sapere laico espresso in prosa.

TALETEE’ un astrologo, ha la testa tra le nuvole, per questo guarda il cielo e cade in una buca (il riso della serva tracia=barbara).Con lui inizia la filosofia della fusis (natura come forza generatrice, dinamica del tutto) .Si chiede che cos’è l’ ARCHE’ = PRINCIPIO. Ciò da cui si origina, a cui tutto fluisce, per cui tutto esiste, ciò che resta identico al variare delle modificazioni (da chi vengono, su chi vanno, x cui sussistono le cose).Omero dice che tutto deriva da Oceano e Teti (divinità dell’acqua). Omero non è filosofo perché dà i motivi di quello che spiega, usa racconti immaginari-mitici. Talete invece cerca il perché, usa il logos la ragione.Per Talete l’archè è l’acqua perché è il nutrimento e i semi sono umidi. Dove non c’è acqua non c’è vita. Se tutto deriva dall’acqua quella che beviamo è originaria dall’acqua principio.Se l’acqua è il principio di tutto è il divino, è Dio. (perché Dio è il principio = la cosa più antica perchè ingenerato). Allora tutto è pieno di dei. La realtà è divina perché sostenuta dall’acqua. Se l’acqua è Dio, Dio è vivo, allora tutto è vivo = PANPSICHISMO (tutte le cose vive).

ANASSIMANDROCritica Talete per l’eccessiva specificità dell’acqua. Esempio l’acqua ha come contrario il fuoco, quindi non può essere l’archè anche del fuoco. Archè deve essere qualcosa di indefinito quantitativamente e qualitativamente.Per Anassimandro l’archè è l’apeiron. Ape= senza iron= limiti. Apeiron appare come il divino perché è immortale e indistruttibile. Immortalità deve essere tale che non ammette né una fine né un inizio. Anassimandro si chiede come e perché dall’apeiron derivano tutte le cose, la realtà. (diversamente da Talete). Questo apeiron è in costante movimento, dal movimento si generano due contrari: (prima ingiustizia perché il Dio unico, il divino il principio si divide) Caldo e freddo. Questi tentano di

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prevaricare uno sull’altro. Il tempo però è giudice perché assegna un limite a ciascun contrario. Dalla lotta dei due contrari nasce la seconda ingiustizia. Dalla separazione dei contrari nasce il mondo. Bisogna pagare la doppia ingiustizia, da qui la morte dell’universo e la sua rinascita (tempo ciclico all’infinito). Rimasugli di concezioni di sapere orfico (colpa originaria ed espiazione). Origine del cosmo dall’eterno movimento. Il movimento genera i contrari caldo e freddo. Freddo è acqua (natura liquida) trasformata dal caldo-fuoco in aria. La sfera del fuoco si divide in sole, luna, astri. La terra è un cilindro sospeso nel vuoto.

ANASSIMENEAfferma che l’apeiron di Anassimandro è troppo evanescente. Lo sostituisce con l’aria infinita. Vento si dice pneu che significa anche anima. Aria perché tutto deriva da essa. Dal cielo esempio dal temporale escono fulmini (fuoco) pioggia (acqua) grandine (terra riscaldata diventa acqua). La natura dell’aria si presta alle variazioni e trasformazioni per far nascere le cose. L’aria in movimento, condensansondosi la compressione dà origine al freddo (acqua terra), rarefacendosi (dilatazione) dà origine al caldo (fuoco). La diversità delle cose è solo di tipo quantitativo di aria.

Eraclito, Pitagora, Parmenide sono espressione dell’aristocrazia, probabilmente della casta sacerdotale. La verità non va cercata ma accolta da Dio, il sapere è frutto di rivelazione ed è quindi deduttivo. Scrivono in poesia o in aforismi ( una frase scollegata dall’altra). Eraclito sarà definito l’oscuro perché scrive per aforismi e non tutti lo capiscono.

ERACLITOTematizza il divenire. Per lui tutto diviene, tutto scorre = panta rhei (siamo e non siamo).Il divenire è la guerra tra contrari e non è casuale. Il cambiamento è sempre tra contrari. Questa lotta da luogo all’armonia. Due forze contrarie danno unità dei contrari. ( Es. strada in salita e discesa, l’arco). La realtà diviene, il divenire è lotta tra contrari, i contrari si unificano. Ai contrari che diventano uno ci si arriva con la ragione = logos. La realtà è uno.

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L’armonia dei contrari è il principio identificato con il fuoco. Identifica tutte le cose come trasformazioni del fuoco. Distingue tra uomini desti che sono le anime secche che colgono come tutto sia fuoco, e gli uomini dormienti, che sono le anime umide che colgono la realtà normale. Per capire che tutto è fuoco ci vuole la ragione e la ricerca perché la natura si nasconde. Il punto di partenza della ricerca deve essere propria la propria interiorità. Per quanto si ricerchi non si arriva al limite profondo dell’anima. Intuisce che l’anima non è realtà materiale perché non si raggiungono i confini.

PITAGORA E I PITAGORICISi parla di pitagorici perché si fonda una setta religiosa. Carattere religioso e, quindi, segretezza della dottrina pitagorica. Il primo a pubblicare le dottrine fu Filolao (si dice a causa della sua povertà, ma è vero?)Cercano l’archè. Secondo loro tutti i fenomeni accadono secondo numeri.I pitagorici indicano nei costitutivi del numero il principio. Il motivo principale per cui ritennero i numeri come principio-arché di tutto fu il fatto che essi notarono come molti fenomeni osservabili siano traducibili in termini matematici: infatti possiamo constatare che il mondo non è un caos, disordinato, ma una armonia quantitativamente misurabile. Misurabili matematicamente.Gli elementi che costituiscono il numero: indeterminato e determinante. Il numero nasce dall’azione del limite sull’illimite e a sua volta genera tutte le cose. I numeri sono pari (meno perfetti, prevale l’illimite) e dispari (più perfetti, prevale il limite). L’uno è parimpari. Lo zero non esiste. Il numero perfetto il 10: nasce il sistema decimale.Se tutto è numero tutto è ben definito e tutto è ordine. Ordine in greco è kosmos. Per questo i pitagorici chiamarono cosmo l’universo ovvero ordine. Se vuoi conoscere la realtà la devi conoscere matematicamente.

SENOFANEFondatore della scuola di Elea? La sua è ancora un problematica teologico – cosmologica; quella di Elea è ontologica (teoria discorso dell’essere). Critica all'antropomorfismo, dare a Dio la forma di uomo. Ognuno lo rappresenta in modo diverso. O Dio c’è ed è uno oppure non c’è visto che è diverso. Per lui è uno ed è il cosmo.

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Riduce a fenomeno naturale quello che era interpretato come divino.

PARMENIDEDalla cosmologia all'ontologia. Scrive un poema dove crede di essere rapito dalle ninfee e portato di fronte alla dea che gli rivela la verità. La rivelazione delle tre vie: 1) La via della verità, la via della ragione: l’essere è e non può non essere, 2) via dei sensi che conduce all’errore: il non essere non è e non può in alcun modo essere. (contro Eraclito che afferma “noi siamo e non siamo”).Noi possiamo pensare solo l’essere. Pensare ed essere coincidono. Il nulla è impensabile ed indicibile.L’essere è: ingenerato (non nasce), incorruttibile (non muore), non ha passato né futuro è eterno presente senza inizio e senza fine, intero, indivisibile, unico (se ve ne fossero più di uno, dovrebbero essere diversi poiché è diverso, non è, il che è impossibile) tutto uguale, immobile (se si sposta, nel posto dove si trovava prima c'è qualcosa di diverso, il non essere che non esiste, il panta rhei di Eraclito è un errore), definito da tutti i lati, quindi limitato e perfetto, e simile a una sfera. Differenze rispetto all'archè degli ionici: come l’archè è ingenerato e incorruttibile, solo che prima di dire l’archè bisogna dire l’essere; l’essere non è ‘principio’ proprio perché non c’è ‘principiato’; l’essere è immobile, tutto uguale, diversamente dall’archè.Conclusione straordinaria: Parmenide proprio per evitare di identificare l'essere al niente, afferma che le cose sono niente, che le differenze sono niente, sono solo inganni nostri.3) Via delle opinioni plausibili che viene da questa frase: "L'essere è e il non essere è".Scopre il principio della non contraddizione: non posso attribuire ad uno stesso soggetto dallo stesso punto di vista e allo stesso tempo due cose diverse.

ZENONEParmenide sembra inconfutabile; però si possono portare esempi contrari (es. è sufficiente muoversi). Zenone introduce il metodo della dialettica e il ragionamento per assurdo. Scopre la confutazione della confutazione per difendere Parmenide. Analizza il movimento: per lui non esiste: argomento della 'dicotomia', il moto è impossibile perché ciò che si muove deve arrivare allo stadio intermedio prima di arrivare alla meta (Achille e

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la tartaruga. In una corsa il corridore più veloce non raggiungerà mai il più lento, perché deve prima raggiungere il punto da cui questo era partito con un certo anticipo, ma nel frattempo il corridore più lento si sarà spostato in avanti oppure della freccia se qualsiasi cosa che occupa uno spazio uguale a sé stesso è in quiete e se ciò che è in movimento sta sempre occupando uno spazio di tal genere in ogni momento, la freccia è dunque priva di movimento.Analizza la molteplicità: per lui non esiste. I molti dovrebbero essere senza grandezza (= 0) togliendoli e aggiungendoli non cambia niente, ma allora non esistono; oppure con grandezza sono divisibili all’infinito = infiniti.

FISICI PLURALISTIEmpedocle, Anassagora, Democrito. Ricercano di conciliare Parmenide e il divenire: pluralismo dei principi eterni, immutabili(come Parmenide), però in moto, materiali e molteplici (contro Parmenide). Non c'è nascere né morire ma aggregarsi o disgregarsi, comprendere i fenomeni consiste nel ridurre ai principi, nasce la nozione nuova di elemento (possibile solo dopo gli eleati).

EMPEDOCLENon esiste il nascere e il morire solo combinarsi o disgregarsi delle radici (sostanze).Tutto è disgregazione di 4 radici (i 4 elementi terra aria acqua fuoco) inalterabili (nasce il concetto di elemento come ciò che è originario e immutabile diversamente dagli ionici, e diversamente da questi nasce l’idea di pluralismo) dalla loro combinazione nasce la realtà. Dallo sfero c’è fusione perfetta dei 4 elementi. Unione = Amore. Se c’è amore c’è odio e lotta tra Amore e odio regolata dal destino. Noi esistiamo nel passaggio da disgregazione a sfero e viceversa. (il mondo nelle fasi intermedie; la perfezione è nello sfero)Conoscenza da simile a simile. Ogni cosa emana degli effluvi. Il simile colpisce il simile.

ANASSAGORALa realtà non spiegabile solo con le 4 radici perché ha caratteristiche infinite. Secondo Anassagora la realtà è costituita da un numero infinito di semi (spermata) infiniti di numero e divisibili all'infinito in parti uguali (=omeomerie): non si arriva mai al nulla.Dal movimento nascono le cose armoniche. Il movimento è impresso dall'intelligenza che è esterno alla sfera. il movimento separa caldo/freddo, denso/rado, luce/tenebre. Le cose sono

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mescolanza ordinata con il prevalere di una omeomeria "tutto è in tutto" (per non contraddire Parmenide) L’intelligenza imprime solo il moto, conosce tutto e tutto ‘disponé. Ma l’intelligenza non è omeomeria. La conoscenza avviene tra dissimili.

DEMOCRITOPer lui la realtà è fatta da atomi. Non c’è nascere né morire ma composizione o scomposizione degli a-tomi: indivisibili, materiali, infiniti, ingenerati e incorruttibili, visibili all’intelletto, qualitativamente indifferenziati, differenti per forma, ordine e posizione.Oltre gli atomi c’è il vuoto (= non essere). Realtà fatta di atomi e vuoto. Il resto è opinione.Gli atomi nel vuoto si muovono con tre tipi di movimento:1) caotico (pulviscolo). 2) vorticoso determinato dal vuoto che risucchia gli atomi più pesanti, gli atomi simili si aggregano e così si formano le cose. 3) le cose emanano gli effluvi e simili colpiscono simili.I mondi infiniti in contemporanea. Come si sono aggregati si disgregano, a caso si riaggregano e il mondo precedente sarà diverso da quello successivo, ma possono anche essercene di uguali. Per questo il tempo lineare e non ciclico. Il mondo a caso in quanto non c’è una causa finale. È un incontro meccanico degli atomi. L’intelligenza segue il composto atomico, non precede. Realtà = atomi + vuoto e movimento. Opinione Doxa è falsa.L’anima è formata di atomi ignei. Conoscenza tra simili.È cosmopolita proprio perché gli uomini sono come atomi tutti uguali e separati che si uniscono per l’utilità. In termini politici lo stato non è un convenzione naturale, ma nasce da un contratto nel stare assieme.

SOFISTISofista: detentore di un sapere solo apparente (Platone e Aristotele: la valutazione negativa è data dal fatto che si fanno pagare per insegnare); detentore della sapienza e cercano di trasmetterla.Secondo loro i filosofi precedenti hanno cercato l’archè ma non l’hanno trovato. Se uno dei fisici l’avesse trovato dimostrerebbe che gli altri hanno torto. Visto che nessuno l’ha trovato significa che non c’è o non ha senso trovarlo. Si lascia perdere l’archè e ci si concentra sull'uomo. La virtù dell’uomo (aretè) è ciò che realizza l’uomo. E questa virtù secondo loro è insegnabile.

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Con i sofisti inizia il periodo umanistico della filosofia antica. Possibilità di acquisire la cultura anche per altri ceti.

PROTAGORAProtagora si rifà ad Anassagora (tutto è in tutto) ed Eraclito (lotta e unità dei contrari)Slogan di Protagora l'uomo è misura (norma di giudizio) di tutte le cose.Padre del relativismo, secondo lui tutto è vero, nessuno è nel falso: non c’è nessun criterio assoluto, unico criterio è l’esperienza di ciascuno, esperienza che è contraddittoria, quindi ogni singolo è misura della realtà. Le antilogie la sua virtù. dire e contraddire sullo stesso argomento. Rendere più forte l’argomento più debole e questa è la virtù che è della massima utilità nello scontro politico (passaggio da aristocrazia a democrazia, per gli aristocratici la virtù è ereditaria ed è il potere; nel passaggio alla democrazia di deve usare dunque l’antilogia). L’utilitarismo: non ci possono essere valori assoluti; sapiente è chi coglie ciò che è più utile e convince gli altri a riconoscerlo. Apparente contraddizione (l’utile è criterio assoluto) e la sua giustificazione (l’utile è relativo al soggetto, allo scopo e alle circostanze). Pensa al carretto e le ruote in montagna. Per quel che riguarda gli dei (in coerenza con il relativismo) rimane agnostico, ne pro ne contro in riferimento a chi crede.

GORGIAPer lui tutto è falso (nichilismo). Parte da Parmenide, dice l’essere non è perché i filosofi si contraddicono, l’essere non è sennò sarebbe stato individuato. Se esiste non è conoscibile (ci sono pensati che non esistono e non esistenti che sono pensati, noi pensiamo anche il non essere contro Parmenide). Se fosse conoscibile non sarebbe dicibile (come è possibile dire un colore a un cieco?). La via dell’opinione è la più infida delle coseDa un punto di vista etico è possibile solo un’etica della situazione: i doveri variano a secondadella situazione.Se tutto è falso la parola non dice nessuna realtà. è slegata dal contenuto. Non legato ai vincoli dell’essere, è autonoma. Nasce la retorica, la sua virtù: la retorica finalizzata alla persuasione (di qui l’importanza per i risvolti politici). La verità non esiste e non esiste neanche l’opinione.

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IPPIALe leggi di natura identiche a tutti gli uomini li uniscono; le leggi positive fatte dagli uomini e diverse da stato a stato, dividono. Bisogna distinguere tra: diritto di natura, sempre valido e diritto positivo che è contingente.Cosmopolita per quel che dice sulle leggi naturali.

ERISTI Attuano la corruzione delle antilogie di Protagora: discutere per discutere.

SOCRATEAtene 470/469 – 399. Madre ostetrica.Agli inizi segue i fisici, soprattutto Anassagora da cui però resta deluso perché all’intelligenza non fa far niente. Fa proprie le problematiche dei sofisti, anche se le affronta in modo diverso: nella ricerca dell’essenza dell’uomo. Non scrive nulla perché crede di non sapere nulla e perché la sua filosofia è fondata sul dialogo. Non fonda nessuna scuola. Condannato a morte per empietà (non crede agli dei della città) e perché corrompe i giovani.La questione socratica. Sappiamo di lui perché scrivono i suoi discepoli. Ci sono temi che prima non c’erano e che dopo non vengono rivendicati da nessuno, allora probabile attribuzione a Socrate.Come i sofisti mette in atto un uso critico della ragione, come i sofisti ha interesse per l’uomo non per la fusis, però, diversamente dai sofisti, scopre l’essenza, il principio unificante dell’uomo. Quindi può dirne il fine e la possibile realizzazione: la virtù (mentre per i sofisti la virtù era la loro attività).Il logos è mezzo non di persuasione ma di ricerca della verità,dell’essenza attraverso il dialogo.Il corpo è solo uno strumento di cui si serve l’anima. Ciò che muove e fa pensare l’uomo è l’anima ( io cosciente, sede dell’attività pensante ed operante). Quindi l’essenza dell'uomo è l'anima. Allora, “conosci te stesso” è la vera sapienza. Se conosci la tua essenza sei in grado di educarti. Se l’anima è l’io consapevole, se questa è l’essenza, allora il sapere è virtù (virtù = ciò che permette la realizzazione dell’anima e, quindi, la felicità), il vizio è ignoranza. Gli altri ‘valori’ esteriori hanno senso se sono utilizzati in funzione dell’anima e della sua virtù.

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Doxa non può essere virtù. Il peccato è ignoranza del vero bene. Per Socrate la conoscenza è condizione necessaria e sufficiente per fare il bene. Aporia: chi fa il male sapendo è virtuoso.Se la virtù è conoscenza, allora potrà essere insegnata.Filosofia ricerca senza fine perché sappiamo di non sapere. È possibile sapere attraverso il dialogoSe si realizza la propria essenza (l’anima) è felice. La virtù è un premio. L’uomo è artefice della propria felicità o infelicità. La virtù è il piacere maggiore (in sé il piacere non è né bene né male)Punto vista morale: autodominio: dominio degli istinti, delle passioni. Uomo libero domina gli istinti. Autarchia = autonomia, sapiente è colui che cerca di aver bisogno di pochissimo, basta la ragione per vivere felici. Prima dimostrazione di Dio: c’è ordine, quindi ci deve essere una Intelligenza che è Dio; Dio conosce tutto. Provvidenza però non del singolo. Nessuno vede Dio, però nessuno vede nemmeno l’anima = intelligenza.Il daimonion: esperienza per un certo senso di tipo mistico. Non dice cosa fare perché ci arriva con la ragione, ma cosa non fare: Politica attiva, né insegnare la verità.Metodo: dialettica fatta di confutazione e maieutica. Confutazione basata sulle domande che mettono in crisi la certezza iniziale e mira alla purificazione dell’anima (è la parte negativa che consiste nella liberazione dal falso sapere) portandola al sapere di non sapere. Se voglio conoscere me stesso devo sapere la mia ignoranza. Sapiente chi sa di non sapere. Per questo Socrate vero sapiente.Questo attraverso l’ironia: fingersi amico dell’altro, metterlo nel dubbio e spingerlo a ricercare.Si arriva alla maieutica (l’arte dell’ostetricia) non comunica niente né insegna; solo stimola alla ricerca, è un trarre da sé la verità di cui si è gravidi grazie all’aiuto delle domande, la ricerca è feconda, arriva, quindi alla verità, solo attraverso il dialogo. Verità frutto del dialogo sempre vivo (non esiste nessuna verità assoluta da apprendere). Per Socrate la verità è incomunicabile, ma è conoscibile. Il concetto sarebbe la risposta adeguata alla domanda “cosa è?”.

PLATONEAtene 428/27 – 347. Aristocratico di nascita e destinato alla vita politica. Per educarsi alla politica segue Socrate. Disgusto per la polis con la condanna di Socrate che per lui era innocente.

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Farà 3 viaggi in Italia a Siracusa: 388 da Dionigi I e 367 Dionigi II, sono re tiranni e vuole far di loro dei filosofi. Viene in Italia anche per conoscere i pitagorici. Terzo viaggio nel 361. Ritorna ad Atene dopo il primo viaggio e fonda l’Accademia (vicino ad un tempio di un eroe Accademo). Scrive dialoghi, problema dell’autenticità (facile attribuirli testi non suoi) e della cronologia (i dialoghi sono aperti ed entrano in contraddizione tra di loro): risolto con l’analisi dello stile.Le fasi: una iniziale prevalentemente etico – politica, di stampo Socratico; una centrale in cui riprende, in termini radicalmente nuovi, il problema della physis, il soprafisico; fase critica di revisione delle proprie opere. Resta fedele a Socrate, però cerca di dare una fondazione metafisica ai valori, all’anima, al concetto.Sulle cose di maggior valore non scrive nulla. La sua epoca è una fase di transizione tra cultura orale e quella scritta. Pertanto non si fida dello scritto. Scrive dialoghi perché meglio si avvicinano al dialogo reale (solitamente Socrate è il protagonista che discute con uno o più interlocutori), non sono definitivi ma aperti. Rispecchiano la fatica della ricerca. Il lettore, in qualche modo, lo deve continuare; qui il senso delle aporie e dell’incompiutezza dei dialoghi.Per Platone lo scritto serve solo alla memoria, non accresce il sapere. Lo scritto va in mano a tutti e non sa difendersi. Lo scritto non ha per fine l’insegnamento. E’ solo immagine del vero discorso; Non si deve scrivere delle cose di maggior valore; ci si arriva solo dopo lunghe discussioni. I sofisti discutono per vincere (se si è sconfitti si è sminuiti). Platone discute per arrivare alla verità.Parla di idee, ma per arrivarci bisogna avere esperienza, conoscenza. Ci sono situazioni di cui non posso avere esperienza (la vita dell’anima prima e dopo la vita fisica e la nascita del mondo) ricorre quindi al mito per queste situazioni. I miti di Platone sono inventanti da lui. La ragione nostra è limitata, e per questo non è in grado di risolvere tutti i problemi e quindi ricorre al mito a meno che non ci sia una rivelazione. Poliedricità di Platone: dimensioni metafisica e gnoseologia (teoria delle idee e conoscenza delle idee, il fulcro platonismo), mistico – religiosa (presente nella maggior parte dei dialoghi), etico – politico – educativa (passione di fondo politica). La fondazione della metafisicaPlatone intraprende la seconda navigazione: la prima rappresenta il percorso della filosofia seguendo la filosofia naturalistica, legata ai sensi; la seconda è apporto personale di Platone che porterà alla

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scoperta del sopra-sensibile, si sposta sul piano del ragionamento e su ciò che è coglibile con l’intelletto. I due esempi di Platone: la bellezza del quadro che il pittore dipinge o quella della statua che lo scultore scolpisce non si possono spiegare in base agli elementi fisici di cui il pittore e lo scultore si avvalgono per realizzare le loro opere. Questi elementi non sono le cause della bellezza, ma solo “con-cause”. Secondo esempio Socrate in carcere in seguito ad una scelta di carattere morale e spirituale giudicata conveniente. Qualunque cosa fisica esista ha una causa suprema e ultima che non è di carattere fisico ma metafisico. La seconda navigazione conduce a riconoscere l’esistenza di due piani dell’essere uno fenomenico e visibile, l’altro invisibile metafenomenico, coglibile con la sola mente. Le idee. Significato di 'idea': (idea o forma è la stessa cosa). L’idea non è ‘concetto’, ma ‘sostanza’, dato ontologico, ciò che è visibile all’intelletto liberato dal sensibile. È l’essenza, il paradigma. Le Idee sono realtà oggettive assolute, che la mente non produce: le coglie con il concorso dell’esperienza, ma procedendo, appunto mediante l’anamnesi, oltre l’esperienza.È questo il nuovo archè. Caratteri delle idee:Intelligibilità: coglibili solo mediante l’intelligenza. Quindi sono incorporee: Infatti, l’intelligibile, in quanto non è coglibile con i sensi, che sono legati al corporeo, trascende la dimensione del corporeo, e in tal senso è “incorporeo”.Immutabilità: le Idee vengono ripetutamente qualificate da Platone come «vero essere »,ossia un essere che non nasce, non perisce, non cresce né diminuisce, non muta né divienein alcuna maniera, ossia come essere in sé. Il carattere della immutabilità viene attribuito da Platone alle Idee in opposizione al relativismo derivante dal pensiero eracliteo, che riteneva tutte le cose prive di stabilità in quanto trascinate da un perenne flusso. E contro il relativismo e soggettivismo protagoreo (secondo cui l’uomo è misura di tutte le cose, e ciascuna delle cose è così come a ciascuno pare) Platone afferma che le Idee sono «in sé e per sé», ossia non relative, ma hanno carattere di “perseità”.In breve: l’immutabilità e l’essere in-sé-e-per-sé delle Idee sono caratteri che esprimono laloro oggettività e assolutezza.Platone ha voluto esprimere questo concetto: la vera causa che spiega ciò che muta, non può mutare essa stessa, altrimenti non sarebbe «vera causa», ossia non sarebbe la ragione ultimativa. esempio. Se improvvisamente tutti gli uomini diventassero ingiusti,

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non per questo l’Idea di giustizia verrebbe a mancare; verrebbero a mancare semplicemente uomini giusti. D’altra parte, proprio nell’affermare che tutti gli uomini sono ingiusti, noi presupponiamo chiaramente l’Idea di giustizia, altrimenti non potremmo assolutamente parlare di “in-giusti”.Unità: Ciascuna Idea è una “unità”, e in quanto tale spiega le cose sensibili che di essapartecipano nella loro molteplicità, costituendo una molteplicità unificata. Riconduce a unitàla molteplicità; è proprio l’idea che permette la conoscenza in quanto permette di unificare lamolteplicità sensibile.Iperuranio significa “al di sopra del cielo”. Questa metafora indica un luogo che non è affatto un luogo in senso fisico, ma esprime ciò che è oltre il luogo fisico in dimensione metafisica. Il cielo è termine ultimo del visibile (e quindi del sensibile); il “sopra-cielo” è il sopravisibile, ossia il sopra-sensibile.Si tratta dunque di un luogo che metaforicamente esprime il non luogo: il soprasensibile, il trascendente. Il luogo dove porta la seconda navigazione.Non c’è dualismo: le idee sono trascendenti ma assieme sono causa della realtà sensibile e ilsensibile si spiega solo ricorrendo ad esse, non può spiegarsi da sé proprio perché è in se stessocontraddittorioEsiste una essenza per tutto ciò che c’è; quindi esiste una idea. questa molteplicità di idee non è però in ordine casuale, caotico. Il mondo delle idee è strutturato secondo un ordine gerarchico; e l’ordine dipende, nella repubblica, dalla vicinanza al Bene.Al vertice il bene che è come il solePoi le idee dei valori morali ed esteticiLe idee di (tutte) le cose sensibiliGli enti matematicile idee degli oggetti artificialiIl Bene per Platone è principio di tutte le altre idee nel senso che è causa sia della loroconoscibilità, sia della loro stessa essenza, ossia il bene è ciò che conferisce a tutte le altre ideela determinatezza che esse hanno. Per questo Platone, a proposito del bene, lo definisce al di là dell'essere o dell'essenza. Questo non significa che l'idea del bene "non sia", significa che è al di sopra di quell'essere che è costituito da tutte le altre idee. Essa è il principio stesso dell'essere.

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Ogni idea è quella che è in quanto riflette il Bene, partecipa al Bene, e da qui dipende il posto che occupa nella gerarchia delle ideeD’altra parte ogni idea è causa della realtà, fa sì che la realtà sia come è Bene che siaIn questo senso il Bene è il principio unificatore del tutto.Revisione della teoria delle idee.Platone presenta tutta una serie di obiezioni al suo sistema. Non dà risposte, però non si possonoabbandonare le idee in quanto unico possibile fondamento della conoscenza e della vita morale e politica.

Nel dialogo intitolato Parmenide, il filosofo eleate avanza una serie di obiezioni controla teoria platonica delle idee. E questo è del tutto comprensibile: se Parmenide avesse potutoleggere i dialoghi di Platone, certamente avrebbe riproposto, contro la dottrina delle idee, le sue obiezioni sull'ineliminabile contraddittorietà, e quindi falsità, di ogni molteplice, sia pure costituito da idee. Nel Parmenide Platone non risponde direttamente a queste obiezioni. Si limita a riprendere, ironicamente, il metodo zenoniano, tentando di dimostrare che, se scaturiscono conseguenze assurde dalla dottrina delle idee, conseguenze ancora più assurde scaturiranno dall'ammettere l'Uno zenoniano e parmenideo.Nel Sofista, Platone intraprende una discussione assai approfondita sui concetti di Non-Essere e di Essere. La soluzione consiste nell'osservare che, quando uso l'espressione verbale "non essere", in realtà affermo soltanto una diversità. Se dico che il tavolo non è la sedia, intendo dire che il tavolo è diverso dalla sedia. Quindi, il concetto di Non-Essere si risolve completamente nel concetto di alterità. La conseguenza è che, se dico che il tavolo è il tavolo, ed è diverso dalla sedia, non pronuncio più l'espressione "non è", che per Parmenide era il segno della falsità del molteplice, ma mi muovo sempre sul piano dell'Essere. L'essere è affermato, per ogni cosa, nella sua identità e, sempre per quella cosa, nella sua diversità da tutte le altre. Dunque, si rimane sempre sul piano del positivo, senza mai portarsi su quello del negativo. È per questo che la dialettica, il rapporto tra identità e diversità, assume un'importanza enorme. Se il Non-Essere è completamente risolto nell'alterità, è chiaro che Parmenide non può più replicare in base alla contraddittorietà. Potrebbe ancora replicare in base alla molteplicità: dicendo che il tavolo è diverso dalla sedia, affermo la realtà di due cose, ma il molteplice è, in

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quanto tale, illusorio. Tuttavia Platone ha alle sue spalle Melisso, il quale aveva detto che anche il molteplice, se permanesse eternamente identico a se stesso, sarebbe altrettanto vero dell'Essere: e la caratteristica delle idee platoniche è proprio quella di rimanere eternamente identiche a se stesse.