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QUI NTES SENZA I NT ERNAZIONALE
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INTRODUZIONE
Nella riabilitazione implantare, un fattore
importante da considerare nello studio del
caso clinico è rappresentato dalla quantità e
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vrapposizione delle classificazioni di quantità
e qualità, danno spesso origine a creste con
mantenuta altezza o leggera riduzione dello
spessore, ma con variabili di presenza dell’os-
so midollare tra la corticale vestibolare e quella
palatale. Questo fattore, rappresenta il più im-
portante criterio di scelta per la tecnica chirur-
gica da utilizzare, cioè tanto più la midollare è
rappresentata con riduzione della corticale e
meglio il sito si presta a tecniche espansive1.
la durezza e la resistenza al disadattamento
biomeccanico dell’impianto durante il carico.
modulo di elasticità differente, anche la capa-
cità di dissipare le forze masticatorie a livello
dell’interfaccia osso-impianto è diversa1-3.
correlata alla superficie di contatto, che par-
tecipa attivamente al dissipamento dei carichi
della densità ossea per ottenere la stabilità do-
vranno aumentare la superficie di contatto, il
numero di impianti posizionati, la lunghezza e
il diametro dell’impianto1,4.
l’introduzione di nuove geometrie implantari,
ossia forma, passo e profondità della spira, cer-
cano di aumentare sia la stabilità primaria che
il contatto osso impianto, semplificando così i
piani di trattamento implanto-protesici5-9.
Viene di seguito presentato un case report
di riabilitazione implantare in tessuto osseo di
scarsa qualità, mediante l’utilizzo di impianti
® -
MATERIALI E METODI
di età, non fumatrice, si è presentata alla no-
stra attenzione per problemi di infiammazione,
sanguinamento e mobilità a livello del primo
* Specialista in Chirurgia Odontostomatologica, Professore
a Contratto Titolare dell’Insegnamento di Protesi Dentaria,
Università degli Studi di Milano-Bicocca.
** Dottore di ricerca in Parodontologia Sperimentale, Professore
a Contratto in Protesi Dentaria, Università degli Studi di Milano-
Bicocca.
*** Specializzandi in Chirurgia Odontostomatologica, Università
degli Studi di Milano-Bicocca.
**** Professore a Contratto in Protesi Dentaria, Università degli Studi
di Milano-Bicocca.
***** Professore Aggregato Scuola di Specialità in Chirurgia
Odontostomatologica, Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Indirizzo per la corrispondenza:
Salvatore Longoni, MD, DDS
E-mail: [email protected]
Riabilitazione con impianti AnyRidge® in osso di scarsa densità: case report
scarsa qualità i moderni orientamenti suggeriscono l’utilizzo di impianti con una morfologia di spira che favorisca un maggior ingaggio del tessuto osseo
®.
PAROLE CHIAVE:
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conseguente mobilità. Si è quindi programmato
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sivo posizionamento di impianti per la realizza-
zione di una riabilitazione protesica fissa.
della paziente, sono state prese le impronte in
alginato, la cera di masticazione per il confe-
zionamento di una protesi provvisoria rimovi-
bile postestrattiva. Si è quindi proceduto con
l’inserimento del provvisorio mobile.
-
valutazione dell’esame radiografico, ha eviden-
Longoni S, Sartori M, Proserpio N, Marino SG, Dusi L, Carini F
Fig. 1 Situazione clinica iniziale: primo quadrante. Fig. 3 Immagine della pianificazione con TC Cone Beam.
Fig. 2 Radiografia endorale iniziale.
Grafico 1 Andamento della densità ossea da mesiale (dx) a distale (sx).
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ziato la presenza di un osso residuo di bassa
qualità, suggerendo l’utilizzo di un sistema im-
plantare con caratteristiche adattate a questa
Hounsfield ha dimostrato un decremento della
Previa anestesia plessica con articaina 4%
lembo muco periosteo a spessore totale con
scarico distale.
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zato da un core di dimensioni costanti, ma con
una profondità di spira sempre maggiore in fun-
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nificazione chirurgica ha previsto l’inserimento di
da mesiale a distale, sfruttando la maggior di-
sponibilità ossea orizzontale si è compensata la
riduzione di altezza e qualità inserendo i seguen-
® per l’osso di scarsa densità, la
preparazione del letto ricevente è stata sem-
pre eseguita con la medesima fresa finale di
l’inserimento è stato reso possibile dalla pro-
gressiva diminuzione in senso mesio- distale
della densità ossea e dalla morfologia dell’im-
pianto stesso.
A conclusione è stata eseguita una sutura
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rimossa a 10 giorni e successivamente si sono
Longoni S, Sartori M, Proserpio N, Marino SG, Dusi L, Carini F
Fig. 4 Inserimento impianto zona 1.6: 5 mm lunghez-za 8,5 mm.
Fig. 6 Inserimento impianto zona 1.2: 4,0 mm lun-ghezza 10 mm.
Fig. 5 Inserimento impianto zona 1.4: 4,5 mm lun-ghezza 11,5 mm.
Fig. 7 Impianti inseriti: particolare della connessione interna che è comune a tutti i diametri implantari. Le
ridotte dimensioni del collo permettono di preservare
il volume di osso a livello crestale.
Fig. 8 Radiografia endorale della prova metallo del
ponte: fase della passivazione mediante incollaggio
intraorale.
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fase chirurgica inserendo i tappi di guarigione.
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si cementata passivata mediante incollaggio
intraorale10 tra cappette aurogalvaniche e la
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mento estetico è stato eseguito mediante tec-
RISULTATI
si sono rilevati cambiamenti qualitativi e quanti-
metodica si è dimostrata semplice e prevedibile
con grande soddisfazione per il paziente.
DISCUSSIONE
Negli ultimi anni si è assistito a un progres-
sivo sviluppo di morfologie implantari atte a
migliorare in fase chirurgica il contatto osso-
impianto, quindi la stabilità primaria, anche in
osso di scarsa qualità4-9. Questa tipologia im-
plantare segue lo stesso trend introducendo
un concetto di maggior superficie di contatto
orizzontale all’aumentare del diametro dell’im-
pianto favorendo probabilmente una miglior
distribuzione dei carichi masticatori9
morfologia rastremata del collo implantare e la
minor preparazione del diametro del sito chirur-
gico di scarsa qualità, tende a mantenere una
maggior quantità di osso a livello crestale .
-
sione interna, semplifica i protocolli di presa
dell’impronta, svincolando la scelta del diame-
tro del moncone ed il suo profilo di emergenza
dal diametro dell’impianto sottostante.
CONCLUSIONI
-
sioni ridotte rispetto alle dimensioni della spira,
apre la strada a nuove filosofie di progettazio-
ne del piano di trattamento implanto-protesico.
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Longoni S, Sartori M, Proserpio N, Marino SG, Dusi L, Carini F
Fig. 9 Il profilo S-line dei monconi e switching platform favoriscono una buona guarigione dei tessuti molli.
Fig. 11 Radiografia endorale del controllo a 6 mesi di follow-up.
Fig. 10 Situazione clinica: follow-up a 6 mesi.
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ab
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ct
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Indirizzo per la corrispondenza:
Michele Jacotti
Via Solferino 55 - 25121 Brescia
Tel. +39 030 3756880 - Fax +39 030 45650
E-mail: [email protected]
Giovanni Pisoni
Via Corridoni, 42 - 24124 Bergamo
Tel. +39 035 3692076
E-mail: [email protected]
Carico immediato bi-mascellare con l’utilizzo di impianti AnyRidge®.
Presentazione di un caso clinico
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Jacott i M, Pisoni G
Fig. 1 Visione preoperatoria intraorale. Fig. 3 Visione frontale paziente (si noti diminuzione del terzo inferiore del volto).
Fig. 2 Visione profilo paziente.
Figg. 4-6 Valli in cera per determinazione DVO e linea del sorriso.
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Jacott i M, Pisoni G
Fig. 7 Visione frontale della prova denti.
Fig. 8 Visione 3/4 prova denti su cera.
Figg. 9-11 Montaggio denti su cera per creazione mascherina radiografica.
Figg. 12,13 Mascherina radiografica con FlatGuide da correggere con FlatGuide.
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Jacott i M, Pisoni G
Figg. 14,15 Immagini Dicom della CT con progetto implantare ed accoppiamento volume virtuale.
Figg. 16-18 Creazione mascherina chirurgica sulla base del progetto virtuale.
Figg. 19-21 Indici in silicone per corretto posizionamento intra-orale delle mascherine chirurgiche.
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Jacott i M, Pisoni G
Fig. 22 Morfologia strutturale dell’impianto AnyRidge®. Figg. 23,24 Inserimento implantare con guida chirurgica in sede.
Fig. 25 Connessione delle unità octa-abutment sulla teste degli impianti.
Fig. 26 Connessione dei dispositivi per la presa di impronta.
Figg. 27,28 Impronte in gesso contura intraoperatorie.
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Jacott i M, Pisoni G
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Fig. 29 Utilizzo delle viti di guarigione come riferimen-to per la registrazione dell’arco facciale.
Fig. 30 Duplicato in acrilico per la registrazione della DVO (arcata superiore).
Fig. 31 Duplicato in acrilico per la registrazione della DVO (arcata inferiore).
Fig. 32 Provvisorio immediato a 2gg dalla chirurgia. Fig. 33 Visione 3/4. Fig. 34 Equilibratura occlusale con schema protettivo.
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Fig. 35 Particolare ad osteointegrazione avvenuta. Fig. 36 Nuova impronta in gesso per la lavorazione del restauro definitivo.
Fig. 37 Sistema Trasformer (Orbell) per la perfetta duplicazione dei provvisori.
Fig. 38 Montaggio in articolatore dei modelli definitivi e delle repliche dei provvisori.
Fig. 39 Digitalizzazione dell’impronta degli impianti. Fig. 40 Digitalizzazione del volume dei provvisori abbi-nato alla impronta degli impianti.
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Fig. 41 Cut-Back virtuale. Fig. 42 Formazione della struttura virtuale con verifica dei connettori e dei supporti della ceramica.
Fig. 43 Particolare delle strutture virtuali termina in ambiente CAD.
Fig. 44 Strutture in zirconia montate su modello in articolatore per la verifica dei volumi.
Fig. 45 Esame radiografico di verifica del fit marginale delle strutture in zirconia.
Fig. 46 Prova in bocca delle strutture in zirconia per la verifica dell’affaticamento delle viti di fissaggio.
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Figg. 47-49 Visione del risultato finito. Lavorazione a cura del Laboratorio Paolo e Ugo Antonelli di Chiari (BS).
Figg. 50,51 Visione del volto del paziente con lavoro ultimato.