festa il cenacolo 2018 - s8ee0820187827e60.jimcontent.com · natale, a pasqua e alla s. messa per...

12
omenica 23 settem- bre alle 18,30 è stata celebrata la S. Messa di saluto a don Lulash Brrakaj che il giorno 13 ottobre prenderà possesso come parroco della chiesa di S. Rita da Cascia a Casa- lotti. La cattedrale era piena di fedeli accorsi per omaggiare il vice-parroco che ha prestato servizio presso la comunità dei Sacri Cuori di Gesù Maria a La Storta per ben dodici anni. Don Giuseppe ha detto che la chiesa così gremita di gente l’ha vista solo a natale, a pasqua e alla S. Messa per il suo insedia- mento da parroco in cat- tedrale, praticamente agli “arrivi” e alle “partenze”, dunque, ha esortato ad esserci anche “durante” il percorso normale della comunità. È stata una liturgia solenne che ha D 1 Il Cenacolo Bimestrale della Parrocchia Cattedrale Sacri Cuori di Gesù e Maria Roma, (La Storta) 00123 - Via del Cenacolo, 43 - Tel. 06 3089 0267 - [email protected] - www.sacricuorilastorta.org FESTA DELL’ACCOGLIENZA 2018 IL FRUTTO DELLO SPIRITO Don Lulash Brrakaj segue a pagina 4 LA BONTÀ NON È DEBOLEZZA Don Giuseppe Colaci segue a pagina 12 L I E N Z A OTTOBRE 2018 - ANNO II - N° 7 segue a pagina 2 l noto passaggio di Galati 5,22 parla di frutto unico dello Spirito Santo, che si espri- me in modi diversi: amore, gioia, pace, magna- nimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. Si potrebbe dire che si tratta di qual- cosa che appartiene alla nostra responsabilità e arriva alla sua pienezza mediante l’opera santifi- catrice dello Spirito. In tale quadro, mi piace inserire il ricordo di quanto è avvenuto nel corso di que- sti anni vissuti come vice- parroco e ora chiamato ad assumere, nell’obbedienza al nostro vescovo, una maggiore responsabilità come parroco della par- rocchia di S. Rita da Cascia in Casalotti. Sono ormai trascorsi dodici anni da quando sono stato ordinato sacer- dote, l’11 febbraio del 2006, e assegnato alla cat- tedrale con l’incarico di vicario parrocchiale. È stata un’esperienza di ser- vizio molto bella, all’inizio pensavo e speravo fosse costellata solo di rose, invece ci sono state anche spine, ma è grazie anche I utto inizia da Dio, il quale essendo onnipotente, si può permettere il lusso di essere buono, anche davanti alla malvagità di tanti uomini. Il suo carat- tere non cambia. Continuerà ad essere il Creatore di ogni cosa e a mantenere all’esistenza ogni cosa, e noi possiamo confidare nel fatto che provvederà per noi ogni cosa buona secondo il suo piano perfetto. La bontà di Dio è una delle caratteristiche necessarie per descrivere e comprendere la sua essenza. Dio, per natu- ra, è buono, come dice il Salmo 34,8: “Gustate e vedete quanto è buono il Signore. Beato l’uomo che confida in lui”. Egli è la base della bontà e di ogni cosa buona. Le persone possono compiere buone azioni, ma la bontà non è nel nostro carattere. Vi ricordate Gesù?: “Se voi che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro” (Mt 7,7-14)… che è buono nel suo intimo. Allora, la nostra bontà T LA COMUNITÀ DI LA STORTA SALUTA DON LULASH Roberto e Claudia Franco La cosa più mirabile del mondo, dice un certo filosofo, è un uomo buono che lotta contro l'avversità; ma c'è una cosa anche più mirabile: un uomo buono che viene a soccorrerlo. Oliver Goldsmith

Upload: trantu

Post on 17-Feb-2019

215 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

omenica 23 settem-bre alle 18,30 è statacelebrata la S. Messa

di saluto a don LulashBrrakaj che il giorno 13ottobre prenderà possessocome parroco della chiesadi S. Rita da Cascia a Casa-lotti. La cattedrale erapiena di fedeli accorsi peromaggiare il vice-parrocoche ha prestato serviziopresso la comunità deiSacri Cuori di Gesù Mariaa La Storta per ben dodicianni. Don Giuseppe ha dettoche la chiesa così gremitadi gente l’ha vista solo anatale, a pasqua e alla S.Messa per il suo insedia-mento da parroco in cat-tedrale, praticamente agli“arrivi” e alle “partenze”,dunque, ha esortato adesserci anche “durante” ilpercorso normale dellacomunità. È stata unaliturgia solenne che ha

D

1

Il CenacoloBimestrale della Parrocchia Cattedrale Sacri Cuori di Gesù e Maria

Roma, (La Storta) 00123 - Via del Cenacolo, 43 - Tel. 06 3089 0267 - [email protected] - www.sacricuorilastorta.org

FESTADELL’ACCOGLIENZA2018

IL FRUTTO DELLO SPIRITO Don Lulash Brrakaj

segue a pagina 4 ▼

LA BONTÀNON È DEBOLEZZA

Don Giuseppe Colaci

segue a pagina 12 ▼

LIENZA

OTTOBRE 2018 - ANNO II - N° 7

segue a pagina 2 ▼

l noto passaggio diGalati 5,22 parla difrutto unico dello

Spirito Santo, che si espri-me in modi diversi:amore, gioia, pace, magna-nimità, benevolenza,bontà, fedeltà, mitezza,dominio di sé. Si potrebbedire che si tratta di qual-cosa che appartiene allanostra responsabilità earriva alla sua pienezzamediante l’opera santifi-catrice dello Spirito. In talequadro, mi piace inserireil ricordo di quanto èavvenuto nel corso di que-sti anni vissuti come vice-parroco e ora chiamato adassumere, nell’obbedienzaal nostro vescovo, unamaggiore responsabilitàcome parroco della par-rocchia di S. Rita daCascia in Casalotti. Sono ormai trascorsidodici anni da quandosono stato ordinato sacer-dote, l’11 febbraio del2006, e assegnato alla cat-tedrale con l’incarico divicario parrocchiale. Èstata un’esperienza di ser-vizio molto bella, all’iniziopensavo e speravo fossecostellata solo di rose,invece ci sono state anchespine, ma è grazie anche

I

utto inizia da Dio, il quale essendo onnipotente,si può permettere il lusso di essere buono, anchedavanti alla malvagità di tanti uomini. Il suo carat-

tere non cambia. Continuerà ad essere il Creatore diogni cosa e a mantenere all’esistenza ogni cosa, e noipossiamo confidare nel fatto che provvederà per noiogni cosa buona secondo il suo piano perfetto. Labontà di Dio è una delle caratteristiche necessarie perdescrivere e comprendere la sua essenza. Dio, per natu-ra, è buono, come dice il Salmo 34,8: “Gustate e vedetequanto è buono il Signore. Beato l’uomo che confidain lui”. Egli è la base della bontà e di ogni cosa buona.Le persone possono compiere buone azioni, ma labontà non è nel nostro carattere. Vi ricordate Gesù?:“Se voi che siete cattivi, sapete dare cose buone aivostri figli, quanto più il Padre vostro” (Mt 7,7-14)…che è buono nel suo intimo. Allora, la nostra bontà

T

LA COMUNITÀDI LA STORTASALUTA DON LULASHRoberto e Claudia Franco

La cosa più

mirabile del mondo,

dice un certo filosofo,

è un uomo buono che

lotta contro l'avversità;

ma c'è una cosa anche più

mirabile: un uomo buono

che viene a soccorrerlo.

Oliver Goldsmith

la bontà

2

proviene da Dio, essenzialmentebuono. La bontà di Dio è evidentein tutto il suo creato: nella sua operadelle origini, egli, “vide quantoaveva fatto, ed ecco, era cosa moltobuona” (Gen 1,31). Non possiamopossederla né meritarla. È a nostradisposizione a prescindere dallanostra vita e anche quando non nesiamo degni. In Matteo 5,45 c’èscritto: “Perché siate figli del Padrevostro celeste, che fa sorgere il suosole sopra i malvagi e sopra i buoni,e fa piovere sopra i giusti e sopragli ingiusti”. La bontà personale diDio è a nostro vantaggio e ci portacontinui benefici. Non bisognaperò approfittarne, con atteggia-menti del tipo: faccio come voglio,tanto Lui è buono! Dunque, cono-scendo Dio ed imparando dalla suabontà, possiamo compiere anchenoi buone azioni. Dovremmo pre-gare con il salmista: “Tu sei buonoe fai il bene; insegnami la tua legge”(Sal. 119,68). Possiamo guardare aDio come al perfetto modello daimitare per imparare a fare il bene.Ci rassicura sul fatto che Dio ha pernoi un piano buono. Proprio comeun genitore desidera il bene per ilproprio figlio, così il nostro PadreCeleste vuole per noi solo il bene.In Giacomo 1,17 c’è scritto: “Ognibuon regalo e ogni dono perfettoviene dall'alto e discende dal Padredella luce, nel quale non c'è varia-zione né ombra di cambiamento”.Ricordiamo, però, che le cosebuone non sempre si manifestanoattraverso esperienze positive egioiose. A volte il bene può farmale, ma Dio può usare le difficoltàper farci del bene, come impariamo

pria dirittura di bontà al di là deicondizionamenti del contesto cat-tivo. Pertanto non bisogna cessaredi esse buoni ed è necessario nonscoraggiarsi nel fare il bene. Proprioquesto ci stimola a fare papa Fran-cesco durante la sua prima omelianella Messa d’inizio pontificato. Egliparlando di San Giuseppe, il custo-de della Santa Famiglia, così si espri-meva:“Ma per ‘custodire’ dobbiamoanche avere cura di noi stessi!Ricordiamo che l’odio, l’invidia, lasuperbia sporcano la vita! Custodirevuol dire allora vigilare sui nostrisentimenti, sul nostro cuore, perchéè da lì che escono le intenzionibuone e cattive: quelle che costrui-scono e quelle che distruggono!Non dobbiamo avere paura dellabontà, anzi neanche della tenerezza!E qui aggiungo, allora, un’ulterioreannotazione: il prendersi cura, ilcustodire chiede bontà, chiede diessere vissuto con tenerezza. NeiVangeli, San Giuseppe appare comeun uomo forte, coraggioso, lavora-tore, ma nel suo animo emerge unagrande tenerezza, che non è la virtùdel debole, anzi, al contrario, denotafortezza d’animo e capacità diattenzione, di compassione, di veraapertura all’altro, di amore. Nondobbiamo avere timore della bontà,della tenerezza!” (19 marzo 2013).Quindi, durante tutto l’anno pasto-rale che ci sta davanti, “sarà cosabuona e giusta” glorificare Dio conla nostra bontà, scelta e attuata concoraggio e ottimismo, attraverso leopere buone e l’impegno a volereil bene dei nostri fratelli nella nostracomunità parrocchiale.

da Romani 8,28: “Del resto, noisappiamo che tutto concorre albene di coloro che amano Dio, chesono stati chiamati secondo il suodisegno”. Perciò la bontà di Dio siesprime in un contesto naturale cheè fortemente segnato dal limite, per-tanto, mentre in paradiso la bontàdi Dio risplenderà nella beatitudineeterna come dono suo perfetto, quisulla terra, va decifrata anche attra-verso le storture di questa vita enonostante le tribolazioni, le malat-tie e la morte…La bontà di Dio è il cuore della fedecristiana. È per il suo desiderio delnostro bene che ci ha inviato suoFiglio e vuole per noi la salvezzaeterna per mezzo suo. Ogni cosache Dio fa è per il nostro bene. Pos-siamo vedere la bontà di Dio tuttointorno a noi, attraverso il suoprovvedere per noi, ad esempio ilcibo e l’aria che respiriamo. Possia-mo avere il bene in noi e anchedesiderare di fare il bene, ma la verabontà viene da colui che è perfet-tamente buono e vuole il bene perle persone. Il nostro compitodovrebbe essere di mostrare labontà di Dio agli altri ogni giorno.Tuttavia, “La bontà, che non è maibonacciona, è difficile perché pre-suppone la forza di fare i conti conla complessità del reale, in cui coe-sistono bene e male, fraternità eviolenza” (Claudio Magris).La capacità di mantenersi buoni edi comportarsi così, rafforzata dallagrazia di Dio, esprime forza dicarattere. “La bontà vera è, nondebolezza, ma forza. L’uomo debo-le è solo buono in apparenza”.(Arturo Graf). Mantenendo la pro-

continua da pagina 1 LA BONTÀ NON È DEBOLEZZA

NON CONOSCO ALTRO SEGNO DISUPERIORITÀ PER L’UOMO SE NONLA BONTÀ (Beethoven). Francesco Massi

os’è la bontà, in una societàche misura ogni cosa colmetro del successo, della ric-

chezza e della bellezza? È dedicarese stessi agli altri non per contratto,

C ma per amore. È rispettare chi èdiverso, chi è povero, chi è biso-gnoso, è dedicare le proprie energiee il proprio tempo non ad ingras-sare il proprio corpo o il proprio

conto in banca, ma la propriaanima. L'anima si nutre di bontà, ela bontà distingue l'uomo dall'ani-male. La creatura umana è la a piùsimile a Dio, ci dice la Bibbia, maanche la preferita dal demonio, l'u-nica capace coscientemente di sce-gliere il male. E il male si esplicaattraverso la negazione della bontà,il rifiuto della solidarietà; il peccato

la bontà

3

a frase del filosofo e scrittorestatunitense, posta nel titolo,a mio sommesso avviso,

non dice nulla di nuovo rispetto aquanto già oltre 2000 anni fa unaPersona morta in Croce per me, eper ciascuno di noi, ha attualizzato.Quell’ Avvenimento intriso di estre-ma bontà si è rivelato il più grandeinvestimento della storia e dell’u-manità. Un avvenimento pervasoda gratuità assoluta che non ha maifallito. Senza se e senza ma. Questii fatti dopo duemila anni. Tutti glialtri investimenti “umani” si sonorivelati precari, insufficienti, modi-ficabili, a volte fallimentari. Labontà e la misericordia di Dio nonhanno mai fallito perché hannosempre offerto, in piena libertà egratuità, la salvezza a ciascuno dinoi senza confini e senza età. Echi è quel folle che non aspira allasalvezza? Ecco perché il grandeprogetto di amore non potrà maiessere fallimentare perché riesce atoccare il cuore dell’uomo, arrivaall’essenziale, penetra nelle radici enon si limita all’esteriorità, a ciò che

luccica, a ciò che appare, a ciò cheè destinato a finire perché precario,provvisorio, appiccicaticcio. SanPaolo lo dice chiaro e forte: ilcuore di Dio non ha confini e la suagrazia, ovvero il suo amore, sonoper tutti. È sufficiente aprire gliocchi ed il cuore. Ecco l’essenzadella nostra storia, il significato piùprofondo della sequela senza riser-ve, il motivo della nostra chiamata,l’importanza del nostro Impegnocristiano lasciando da parte le chiac-chiere, la necessità di sporcarsi lemani come ci insegna Papa Fran-cesco, il bisogno di dire “noi” enon “io”. La mia esperienza perso-nale nella Chiesa, quella familiaredi genitore adottivo iperfelice, equella professionale mi aiutano aconcretizzare quanto sto scrivendoin questo momento per condivider-lo con chi avrà la pazienza di leg-gere proprio perché la bontà èanche condivisione. Con questipresupposti la bontà non sarà maifallimentare. Il grande progetto diamore che Gesù ha sviluppato sudi noi, chiamandoci alla sua sequela,

L

LA BONTÀÈ L’UNICO INVESTIMENTO CHENON FALLISCE MAICarlo Borello

non potrà fallire a causa della nostramediocrità perché verrà il giornodel rendiconto finale e, in quelmomento, nessuno di noi potràtentare di barare ma dovrà giocarea carte scoperte. Ed ecco perchéconviene impegnarsi ad esseregente con il cuore buono, pronto aperdonare sempre, mai desiderosidi far del male, pronti a cambiare ilmale con il bene, generosi nel giu-dicare, desiderosi del bene altrui,mortificati quando spunta l’ombradell’invidia, contenti solo quandosi ama tutti e si è amati da tutti,sereni ed appagati per quello che siha. Se c’è questo o se c’è il desideriodi questo o la nostalgia di questovuol dire che lo Spirito Santo è inazione e non potremo fallire. Buon cammino a tutti, ed a ciascu-no di voi, in questo nuovo annopastorale stringendovi in un forteabbraccio.

è laddove si smette di essere buoni,nei confronti del prossimo o di sestessi.Mostrare solidarietà è sempre più

un gesto eversivo, in una societàche misura ogni cosa col metro deldenaro. La bontà non paga inmoneta, ma rende migliore chi la

pratica, arricchisce l'anima, riempieil cuore. Io ho quello che ho dato,diceva D'Annunzio, e la grandezzadi un uomo non si misurerà maidalla sua ricchezza. Nella nostra lin-gua, con una buona dose di ipocri-sia, essere umani è sinonimo diessere buoni, eppure l'essere umanosa essere la meno buona di tutte lecreature, quella più violenta, piùavida, più arrogante, più perfida. Possiamo scegliere di essere buoni,e diventiamo umani, come possia-mo scegliere l'odio, l'egoismo, l'in-differenza, l'arroganza, la violenza,e allora meriteremo di essere defi-niti animali, anche se degli animalisaremo infinitamente peggiori, per-ché avremo scelto il male.

non potrt à faf la lll il re a causa delll a nostrt a

4

CONTINUO A CREDERE NELL'INTIMA BONTÀ DELL'UOMOAndrea Delle Fratte

da, altri in Germania. Il tragico epi-logo della vita di Anna fu scritto nelmarzo dell'anno successivo, quandoAnna trovò la morte nel campo diconcentramento di Bergen Belsen;due mesi dopo le forze alleate libe-rarono l'Olanda, qualche giorno inpiù e Anna avrebbe compiuto sedicianni.Come è possibile, viene da chieder-si, che una giovane di soli quindicianni possa essere capace di un pen-siero del genere? Se lo chiederà chilegge come di certo se lo chiede chiscrive, eppure, se permettiamo aqueste parole di trovare il contestoche meritano tutto potrà sembrarcipiù comprensibile.

vinare, si chiamava Anna Frank,una ragazza ebrea nata a Francofor-te e poi rifugiatasi ad Amsterdam.Una ragazza cresciuta in clandesti-nità da quando aveva circa dodicianni."Continuo a credere nell'intimabontà dell'uomo". Era il 15 lugliodel 1944 quando Anna scrisse que-ste parole, era passato poco più diun mese dal suo quindicesimocompleanno, e poco meno di unmese dopo il diario di Anna avreb-be trovato il suo epilogo: a seguitodi un'incursione della polizia tede-sca tutti i clandestini presenti nelrifugio furono deportati nei campidi concentramento, alcuni in Olan-

uelle di questo titolo sonoparole improbabili sulle lab-bra di un ragazza di neppure

sedici anni.Ancora più improbabili possonosembrare se si pensa che questaragazza, questa giovane donna,mentre scriveva si trovava in unrifugio segreto per nascondersidalle persecuzioni razziali della Ger-mania nazista, costretta a nascon-dersi, lei insieme ad una intermina-bile schiera di donne e uomini,bambini ed anziani, non a causa diciò che aveva commesso, ma acausa di ciò che era.La ragazza in questione, come il let-tore avrà facilmente potuto indo-

Q

alle difficoltà incontrate che sonomaturato. Inizio una nuova missio-ne senza paura, con la consapevo-lezza che il Signore mi è sempreaffianco e mi guida. Certo che dodi-ci anni non sono dodici giorni, maciò che conta è la bellezza della fra-ternità e dell’amicizia che abbiamovissuto insieme, sia nel bene che nelmale, secondo quanto dice Paoloalla comunità della Galazia. Vi con-fesso, sinceramente, che in tuttiquesti anni sono stato al serviziodella parrocchia nell’accoglienza,nell’ascolto, nella condivisione dellesofferenze dei fratelli e sorelle, nellacarità verso i bisognosi i sofferentie gli ammalati: vi assicuro che èquello che continuerò a fare. Hocercato di essere sempre sorridente

con tutti, ma le prove della vita, avolte, tolgono il sorriso. La gravemalattia che ha colpito mia madreè una di queste prove che sono riu-scito a superare, grazie anche alvostro affetto e alle vostre preghie-re. Ringrazio Dio che mia madrePasqua è ancora in vita e di avereuna famiglia meravigliosa che mi haaccompagnato negli anni del semi-nario fino all’ordinazione e continuaa sostenermi. Sono anche uscitodall’ufficio, seguendo il richiamo diPapa Francesco che ci ha chiesto diuscire per andare nelle periferie aevangelizzare.Quanto vissuto in questi annidiventa un buon auspicio per iltempo futuro. Se lo Spirito delSignore è stato così all’opera finora,

vuol dire che il meglio deve ancoravenire, se Dio ci concede vita, men-tre personalmente mi preparo a tra-sferirmi nella nuova realtà pastorale.Questo perché tutto possa tornarea sua lode e gloria, perciò facciomio l’invito che viene sempre da S.Paolo nella seconda lettera ai Corin-ti: «Tenete presente questo: chisemina scarsamente, scarsamenteraccoglierà e chi semina con lar-ghezza, con larghezza raccoglierà.Ciascuno dia secondo quanto hadeciso nel suo cuore, non con tri-stezza né per forza, perché Dio amachi dona con gioia. Del resto, Dioha potere di far abbondare in voiogni grazia perché, avendo sempreil necessario in tutto, possiate com-piere generosamente tutte le operedi bene» (2Cor 9,6-8). L’idea difondo è che bontà e generosità sonosempre frutto dello Spirito, ma esi-gono esercizio costante nella vita diogni giorno e nulla di tutto questova perduto. Si tratta di entrare nellalogica di un investimento che dà unbuon interesse grazie a Dio che facrescere e moltiplicare il bene di cuisiamo capaci. Affidiamo tutto ilnostro impegno e servizio al Padro-ne delle messe, perché lui ama chiè contento di donare.

la bontàcontinua da pagina 1 IL FRUTTO DELLO SPIRITO

ll difff iff l à i h i l d ll i

la bontà

5

"Ecco la difficoltà in questi tempi:gli ideali, i sogni, le splendide spe-ranze non sono ancora sorti in noi(giovani, ndr) che già sono colpitie completamente distrutti dalla cru-dele realtà. È un gran miracolo cheio non abbia rinunciato a tutte lemie speranze perché esse sembranoassurde e inattuabili. Le conservoancora, nonostante tutto, perchécontinuo a credere “nell’intimabontà dell’uomo". È incredibilecome sembrino attuali i concettiespressi in questo passaggio, risultafinanche inquietante notare comeparole di oltre settant'anni fa, scritteda una ragazza in fuga dalla folliadel regime nazista, all'interno delpiù sanguinoso conflitto che la sto-ria abbia mai visto, possano suonarecosì simili a quello che un giovanepotrebbe dire adesso, nella como-dità e nella sicurezza delle nostrecase.È doloroso rendersi conto che permettere a repentaglio il futuro deinostri giovani non occorra unaguerra su scala globale, non occor-rano regimi oppressivi, totalitarismio dittature, che basti colpire le spe-

ranze, gli ideali, i sogni dei nostriragazzi per privarli del loro futuro.Eppure, e questo "eppure" è di inestimabile valore, non sono pochii giovani che conservano ancora leproprie speranze, che malgradotutto quello che ogni giorno sonocostretti a vedere continuano a cre-dere nella bontà dell'uomo. ScrivevaMichel de Montaigne, filosofo, poli-tico e scrittore francese vissutoattorno al sedicesimo secolo: "Lafiducia nell'altrui bontà è non lievetestimonianza della propria" e que-sto fa di tutti coloro che non smet-

tono di credere in una umanità inti-mamente buona testimoni di unaduplice bontà: la propria e quellaaltrui. Da qui di risulta lampantel'importanza cruciale che riveste labontà in ognuno di noi, e quantosia urgente e necessario coltivarela propria capacità di vedere ilbuono negli altri. Il padre delloScoutismo, Sir Robert Baden-Powell, scriveva ai sui capi "Anchenel peggior carattere c’è il 5% dibuono. Il gioco consiste nel trovarloe quindi nello svilupparlo". In unmondo, in un tempo, che di catti-veria ne ha vista a sufficienza sareb-be opportuno che ognuno di noiavesse il coraggio della bontà, ilcoraggio di esercitarla, di svilupparela sua bontà ed ispirare quella deglialtri, la capacità di essere buoninonostante ciò a cui si è esposti,anche e soprattutto quando le per-sona accanto a noi fanno fatica atrovare anche solamente il 5% dellaloro bontà, lo stesso coraggio cheaveva quella ragazza nascosta nelsuo rifugio, disposta sempre ecomunque a vedere il buono negliocchi dell'altro.

è differenza fra essere buonoe voler essere ritenuto tale(Marziale). In questa frase c'è

la condanna verso l'ipocrisia di osten-tare la propria bontà. E quello cheera vero per Marziale, che non cono-sceva l'insegnamento di Gesù Cristo,è ancor più vero per noi, che abbia-mo il Vangelo. Per chi ascolta laparola del Signore, bontà è gratuità,perché in essa è la propria ricompen-sa, e nell'amore per il prossimo stail suo motore; chi si mostra buonoper farsi bello non agisce cristiana-mente; il suo gesto è vano, e la suavanità lo condanna. Gesù lo affermacon chiarezza: “Guardatevi dal pra-ticare la vostra giustizia davanti agliuomini, per essere osservati da loro;altrimenti non ne avrete premiopresso il Padre vostro che è nei cieli.Quando dunque fai l'elemosina, nonfar suonare la tromba davanti a te,

come fanno gli ipocriti nelle sinago-ghe e nelle strade, per essere onoratidagli uomini. Io vi dico in verità chequesto è il premio che ne hanno. Maquando tu fai l'elemosina, non sappiala tua sinistra quel che fa la destra,affinché la tua elemosina sia fatta insegreto; e il Padre tuo, che vede nelsegreto, te ne darà la ricompensa.”Gesù era incapace di odiare, ma hasaputo riservare il massimo disprez-zo ai farisei, a quegli ipocriti che sivantano della propria presunta bontàe ne fanno sfoggio: “Tutte le loroopere le fanno per essere ammiratidagli uomini amano posti d'onorenei conviti, i primi seggi nelle sina-goghe“. Per il cristiano i migliorisono i più umili, i campioni sono imartiri, quelli talmente buoni da per-donare i propri aguzzini senza ribel-larsi neanche all'ingiustizia. I santiagiscono tra i poveri, lontano dai

riflettori e dalle ricchezze, nessunoha mai acquistato la salvezza elar-gendo il proprio denaro.Gesù ci mette in guardia poi da quelliche si vestono di una falsa bontà eproclamano la propria santità. Imembri di alcune sétte, ad esempio,come i predicatori televisivi, chemanifestano la propria superiorità esi proclamano unici detentori dellavia verso la salvezza. Coloro i qualiapprofittano degli animi sempliciblandendoli con la promessa di unasalvezza a buon prezzo e affermanodi avere le chiavi del paradiso sullaterra hanno nella loro presunzionela propria condanna: “A voi, scribi efarisei ipocriti, che chiudete il regnodei cieli davanti agli uomini; perchécosì voi non vi entrate, e non lasciateentrare nemmeno quelli che voglio-no entrarci. Guai a voi, scribi e fariseiipocriti, che percorrete il mare e laterra per fare un solo proselito e,ottenutolo, lo rendete figlio dellaGeenna il doppio di voi.”

ESSERE BUONI E NON SOLO APPARIRLOGiorgia Origa

C’

li id li i i d i i

attività

6

SCOUT A LA STORTA DA 45 ANNIGiovanni e Giovanna Dalia

l 2018 è stato per il gruppoScout del Roma2, un anno spe-ciale: 45 anni dalla sua fonda-

zione. Tante sono state le attività egli incontri organizzati per ricordaree rivivere insieme questi anni ma ilculmine di tutto è stato il campo esti-vo di gruppo in Austria.Si, l’Austria è stata la destinazione ditutti i ragazzi del gruppo scout:lupetti, esploratori/guide erover/scolte. Un centinaio tra ragaz-zi, capi e cambusieri che accompa-gnati da don Giuseppe, hanno con-diviso quattordici giorni in vero edautentico spirito scout.Grande è stato l’impegno dei capiper organizzare un così grande even-to che si è svolto presso la base scoutdi Hinterbrühl, comune nel distrettodi Mödling (a 40 minuti di macchinada Vienna), ma altrettanto grande è

stata l’adesione delle famiglie nel farpartecipare i loro figli al campo,nonostante la lontananza.L’entusiasmo dei grandi nell’organiz-zare il campo, ma anche nel viverlo, èstato saggiamente accolto dai ragazzi,grandi e piccoli, che hanno goduto deibei momenti. Il tutto si è svolto conmolta semplicità e secondo il metodoscout dapprima nelle singole unità poitutti insieme.Ognuno ha dato ilmeglio di sé affin-ché si potesserespirare un’aria dicondivisione, difratellanza ed entu-siasmo.I giorni, che ini-ziavano con larecita delle lodimattutine e ter-

minavano con la celebrazione dellaSanta Messa, sono trascorsi serena-mente sperimentando la gioia dellostare insieme e del servizio all’altro. Le varie attività come i giochi, ledanze, i momenti di preghiera e difede, la caccia al tesoro e i tornei maanche le costruzioni, la pulizia quo-tidiana, raccogliere la legna e il cuci-nare hanno dato a tutti i partecipantila certezza che come diceva BadenPawell “Il vero modo di essere feliciè quello di procurare felicità aglialtri”.

I

IL ROMA2 IN AUSTRIAMaria Pia Masi

u n ’ i n t e r agiornata, deilupetti “pas-santi” alcastello diLaxenburg,un tuffo nel

romantico passato degli imperatoriAsburgo-Lorena.I più grandi invece, Esploratori eGuide Rover e Scolte, hanno sceltodi visitare il campo di concentra-mento di Mauthausen. Una giorna-ta dedicata alla memoria in uno deiluoghi che ha visto scrivere unadelle pagine più tristi della storiadell’uomo. È stata una visita toc-cante soprattutto per i ragazzi del

Reparto che avevanolavorato sul tema giàdurante l’anno e chesono arrivati preparatiper vivere un tempo diriflessione davanti allalapide del beato Marcel-lo Callo, martire, che,giovane originario di

l u o g h iattorno alcampo. Ilupetti si sono recati alle Seegrottedove hanno potuto visitare il piùgrande lago sotterraneo d’Europae allo Sparbach Naturpark, il piùantico parco naturale austriaco; unapasseggiata nel cuore della naturae a contatto con molti simpatici ani-mali tra cui una cucciolata di cin-ghiali tranquillamente avvicinati edaccarezzati dai nostri fratellini. Danon dimenticare poi la visita, per

al 26 luglio all’8 agosto ilgruppo scout Roma 2 hasvolto il suo consueto campo

estivo che però, per quest’anno,tanto consueto non è stato. Infatti,in occasione del 45mo del Grupposono partiti tutti, grandi e piccoli,alla volta della base Scout Bunde-szentrum Wassergspreng, in Austria,immersi nella foresta viennese! Ecosì 90 persone hanno convissutoinsieme per 13 giorni tra giochi, atti-vità, momenti in comune e momen-ti di unità accompagnati, tra gli altri,dall’instancabile DonGiuseppe Colaci A.E.del gruppo Roma 2.Il Campo ha visto iprimi giorni dedicati alleattività delle singoleunità e durante i quali iragazzi hanno ancheavuto modo di visitare i

D

uglullscLu

romantit co passato deglg ilno recatit alle Seegrotte

Rldsprllg

attività

7

Rennes in Francia, divenuto scout,durante la guerra confortava conspirito cristiano nella fede i compa-gni di prigionia sfiniti dai lavori for-zati e per questo fu ucciso nelcampo di sterminio. Durante la visi-ta è stata anche celebrata Messanella cappella all’interno del campo. Gli ultimi 3 giorni di campo sonostati vissuti tutti insieme condivi-dendo i vari momenti della giornata,

L'ANNO DELL'ACQUAFilippo Lentini

arissimi, l’estate sta finendo, macomprendiamo ancora l’impor-tanza dell’elemento che ci ha dis-setato e fatto divertire, a volte

purtroppo trepidare. Parliamo dell'ac-qua. Bene prezioso, sempre di più inun mondo in crisi nella gestione dellerisorse idriche.Sappiamo tutti che il nostro corpo ècostituito per il 60% di acqua, essa rap-presenta il costituente principale del-l'organismo umano, alla nascita è l’80%poi con lo sviluppo diminuisce dandospazio ad altri elementi.Ma perché questa premessa? La suascarsità porta a fare differenze tra ipopoli, ha generato conflitti già nel-l'antichità. Conflitti si intende insta-bilità economica e politica tra popoli,delineato confini, stabilito ricchezzaper industria, per agricoltura ecc. ecc.Dati e cifre per capire il problemadell'acqua. La superfice terrestre ècoperta per il 75% di acqua circa, (eaggiungo, valore che è in costantecambiamento per via dello sciogli-mento dei poli, di ghiacciai... peren-ni... ohibò! Quindi di riserve di acquadolce.)Possiamo dire che la disponibilità per

i prossimi decenni sarà sempre lastessa? Ma la differenza è che aumen-teranno le popolazioni e con essa ilsuo utilizzo.In Italia i consumi pro capite dal1900 sono più che raddoppiati, que-ste non sono parole, sono fatti… èsufficiente vedere il Lago di Braccia-no, sceso di oltre un metro...Chi percorre l'AutostradaRoma/Teramo non vedrà più ilghiacciaio del Calderone, (Gran Sassod'Italia) 2912 mt.Tempo fa ascoltavo delle persone, sichiedevano... quanti km fai con unlitro di benzina?uno di questi rispondeva di avere l'au-to elettrica... e l'altro controbatteva...però la devi sempre ricaricare, e l'e-nergia elettrica la fornisce la centralea carbone, nucleare, a nafta... comun-que produce calore... bruci combu-stibile… e l'acqua è un elemento diquesto ciclo.I parchi eolici non garantiscono lacontinuità della richiesta e anche per-ché bisogna rispettare accordi poli-tico/industriali secondo un mix ener-getico relativo all'approvvigionamen-to del mercato.

C

dal mattino sino al fuoco serale.Il 6 agosto il Gruppo si è recato aVienna, la capitale. 90 fazzolettoniverde giallo hanno invaso Stephan-splatz e visitato il Duomo di SantoStefano.Il campo si è concluso il giorno 8 ago-sto con il rientro a Roma ma la nostraBranca R/S, instancabile, ha conti-nuato ancora per 5 giorni: non potevamancare un po’ di sana strada!!Questo campo estivo ha conclusoal meglio i festeggiamenti che ilgruppo scout Roma 2 ha dedicatoal suo 45mo anno di vita. Sicura-mente, tra i tanti ricordi nella storiadi questo gruppo, il campo inAustria ora prenderà un postoimportante nel cuore di tutti i ragaz-zi del gruppo e dei loro capi che,tanta devozione, li hanno accom-pagnati in questa splendida avven-tura.

Conclusione… Purtroppo stiamoriscaldando il nostro ambiente (opi-nione di scienziati) e il clima ne risen-te. È vero che l'uomo è in grado diadattarsi, com’è già avvenuto, ma inmigliaia di anni, non così in fretta.Ci viene da pensare, e ci chiediamonel nostro piccolo COSA POSSIA-MO FARE?Usare qualche accorgimento (orga-nizzazione domestica), certamente;

- verificare perdite di acqua, - controllare il contatore a rubinetti

chiusi- quando ci si lava i denti,chiudere il rubinetto

- usare lavatrice e lavastoviglie apieno carico

- lavare frutta e verdura in un con-tenitore

- fare la doccia e non il bagno, sisprecano due terzi di acqua inmeno

- lavare l'auto con un secchio senzafar scorrere l'acqua dal tubo

- per irrigare il giardino usare anchel'acqua piovana

Accorgimenti che offrono un con-tributo significativo. Vedrete il con-sumo sarà inferiore e la bolletta avràqualche euro in meno. Ma soprattut-to contenti di aver rispettato ...l'OROBLÙ.

GREST 2018:UN’ESPERIENZAIN FAMIGLIARosanna Amato

attività

8

ome molti di voi sanno, dallafine della scuola fino alla finedi giugno scorso, in cattedrale

si è tenuto il GREST che altro nonè che l’acronimo di GRuppo ESTa-te. Si tratta in sostanza di vacanze

C

educative organizzate da parrocchieed oratori in un periodo determina-to dell’anno per venire incontro alleesigenze di genitori lavoratori e nonche, dopo la fine della scuola, sonoin cerca di una sistemazione conso-na per i propri figli.Dunque la cattedrale si è attivata edha offerto questo servizio struttu-rato su tre settimane per bambini eragazzi dai 5 ai 14 anni capitanatodai nostri sacerdoti, poi da educatoridell’oratorio ed infine dagli anima-

tori, ragazzi volenterosi che si sonopresi l’impegno di animare con gio-chi le giornate dei nostri figli.Ogni settimana ha visto protagoni-sta un argomento diverso da trat-tare. “Terra”, “acqua” e “cielo” itemi affrontati che hanno avutoun’uscita attinente all’argomentotrattato: nella settimana della “terra”siamo andati al Parco di Veio conuna guida dedicata, nella settimanadell’”acqua” siamo andati con ilpullman a Zoomarine e nella setti-

SCUOLA D’ITALIANO PER STRANIERIAdele Clarke

rinale ogni 2 mesi a partire da otto-bre 2016 per un totale di 6-8 visitel'anno e queste escursioni di ungiorno intero hanno riscosso moltosuccesso. A maggio 2018 siamoanche stati, sempre nell'ambito dellemanifestazioni indette dalla reteMigranti di cui facciamo parte, almuseo Nazionale di Arte Modernain occasione della mostra su CesareTacchi, In loco abbiamo trovato unnutrito gruppo di studenti univer-sitari che ci hanno accompagnatonella visita e fatto da ciceroni.

insegnanti a tempo continuo e 5quelli che ci hanno aiutato a tempodiscontinuo. Tutte persone chehanno messo a disposizione 4 orela settimana del loro tempo per aiu-tare chi necessitava di imparare lanostra lingua e così inserirsi nelnostro paese, anche per ricongiun-gersi ai propri familiari da temporesidenti in Italia. Grazie a DonGiuseppe che ci ha fornito i localied ospitato e ci ha sempre seguitocon attenzione ed amore. Un altrograzie alla famiglia Vittori - Lucozziche con le loro donazio-ni (anche dagli Usa) cihanno permesso diacquistare i libri di testoe materiale di cancelleriae soprattutto di svolgereanche altre attività sem-pre in ambito scolastico.Siamo stati, infatti, invisita al Palazzo del Qui-

e lezioni della scuola di ita-liano per stranieri sono ripre-se il 3 settembre scorso. Il

bilancio dell'anno passato è statomolto positivo. Gli studenti iscrittisono stati 201 di cui 99 femmine e127 maschi. 56 le loro diversenazioni di provenienza, con 4 con-tinenti rappresentati. L'età media èstata di 33 anni (7 anni lo studentepiù piccolo e 66 il più ”grande”.)Abbiamo svolto 380 ore di lezione,avvalendoci dell'aiuto di diversivolontari a partire da Alessandro,da Fabrizio, da Antonio per il corsodi conversazione, da Nicoletta, daM. Vittoria, da Valentina e da Adeleper il corso di alfabetizzazione egrammatica. l livelli di apprendi-mento sono stati 3: A0 (assoluta-mente digiuni dell'italiano), A1 eA2 . ln media siamo riusciti a for-mare 2 o 3 classi ogni mattina eogni pomeriggio; 3 sono stati gli

“L rir nale ogng i 2 mesi a partit re da otto-

attività

9

mana del “cielo” siamo andati conil pullman al Museo dell’Aereonau-tica Militare a Vigna di Valle, conuna guida dedicata.La giornata tipo? Beh, abbiamosempre iniziato le nostre giornatecon una calorosa accoglienza sulpiazzale della cattedrale, poi siamoentrati in chiesa ad ascoltare il Van-gelo del giorno commentato dainostri sacerdoti; poi abbiamo fattola caccia alla parola del giorno legataad uno degli argomenti trattati e poiattività ludiche fino al pranzo, pre-parato direttamente in loco. Dopopranzo, attività rilassanti come cine-ma con film relativi all’argomentodella settimana, poi piscina ed infinemerenda condivisa. Il tutto conditoda diversi canti, batti mano, risatea crepapelle e scherzi vari, ma ancheda richiami, riflessioni sui temi trat-tati ed osservazioni personali.Tutto qui? Eh, no, è qui che ci sba-gliavamo…. Chi come me ha avuto l’o-nore di partecipare in primapersona a questa fantasticaavventura si è reso contodel divertimento scaturitoda queste tre settimane, masoprattutto dell’affetto chesi è venuto a creare tra tuttii partecipanti. L’idea inizialeera quella di rendersi utile,di dare, ma in realtà, anchese abbiamo dato tanto,abbiamo ricevuto molto dipiù. Il confronto continuo tra sacer-doti, educatori ed animatori ha crea-to una base talmente solida che siabambini che ragazzi si sono affidatia noi senza doverli convincere piùdi tanto. Il sorriso, la pacca sulla spal-la, il semplice “Ciao, come staioggi?” sono stati gesti sentiti, fattidavvero dal più profondo del cuore

ed apprezzati proprioper questo. Non c’èstata finzione, sologesti veri ed autentici.Bambini e ragazzi cihanno accettatocome loro punti diriferimento e cihanno cercato comefigli che cercanomamma e papà: cihanno chiesto diascoltare le loro idee,le loro storie, cihanno cercato incaso di necessità e cihanno abbracciato per ringraziarcidella nostra disponibilità. Il tutto inmodo graduale, certamente, maanche in maniera molto naturale espontanea. Un esempio? La festadi chiusura del GREST che si ètenuta il 29 giugno, festa di SS. Pie-tro e Paolo. A dire il vero pensava-

mo che fossero pochi i bambini edi ragazzi che partecipassero, edinvece siamo stati letteralmente tra-volti dalla gioia di voler stare connoi. La voglia di esserci ha spintomolti genitori a portare i loro figli,nonostante gli impegni di una gior-nata di festa; alcuni bambini cheerano stati con noi durante le set-timane precedenti sono tornati perstare insieme a noi e festeggiare nelgiorno di chiusura; tanti altri sonopassati dopo i loro impegni neltardo pomeriggio portando dolci,crostate e leccornie di ogni tipo.Un’atmosfera incredibile che ha col-mato il cuore di tutti noi presentidi grande calore e soddisfazione eche ha reso i saluti molto più sem-plici del previsto. E tuttora, quandoci incontriamo, ci veniamo incontroattratti gli uni agli altri come magne-

ti perché la condivisione del diver-timento e dell’affetto di quelle set-timane è ancorata profondamentenei nostri cuori e basta uno sguardoper farla riaffiorare. La sensazione vissuta, almeno perme, è stata quella di una grandefamiglia “allargata” nella quale piùsi è, e più si sta bene. Non sonocerto mancate incomprensioni edifficoltà di vario genere, ma sonostate superate con educazione,garbo ed intelligenza, cercando diindividuare il problema e trovare lasoluzione più adatta perché comeci ha ricordato don Giuseppe “civuole coraggio per volare lascian-dosi guidare dal vento dello SpiritoSanto verso il Paradiso che è lagrande festa. Se ci vuole coraggioper volare con gli aerei, quanto piùper guadagnare il cielo”, doveregnano pace, mitezza e fratellanza.Questo messaggio è sicuramentearrivato ai ragazzi più grandi che sisono responsabilizzati cercando dicoinvolgere i più piccoli, spiegandogliil perché di alcune dinamiche edando loro un esempio di condotta,ed è arrivato anche ai più piccoli chesi sono sentiti importanti perchépresi in considerazione ed hannocominciato a comportarsi di piùcome piccoli uomini e piccole donne.Dunque, nonostante i mezzi ed ilpersonale esigui, questa esperienzaè stata un grande arricchimento perchi vi ha partecipato, qualcosa dibello da ricordare con un sorriso.E, senza dubbio, ciò che ci ha unitie tuttora ci unisce è Gesù, cheancora una volta ci ha volutomostrare come è semplice e straor-dinario volersi bene!

i h l di i i d l di

attività

10

continua da pagina 3 GREST 2018: UN’ESPERIENZA IN FAMIGLIA

Quest’anno in cattedralec’è stato un evento eccezionale…Il Grest 2018ha spaccato…. come una vincita al lotto!

L’impegno di tutti è stato premiato,il sorriso di tutti è stato apprezzato,il confronto con tutti ci ha aiutato!

Tre settimane di meraviglietra canti, preghiere, gioco e stoviglie….I temi? Terra, acqua e cielo,argomenti trattati con grande zelo!Le uscite settimanali legate ad ogni temahanno reso tutto meglio di un poema.

Gioia, entusiasmo e divertimento,ma anche riflessioni, responsabilità e discernimento,questi i punti forti di questa avventura che sta terminandoe che molti di noi ha conquistato, camminando!

Tutti per uno e uno per tutti,questo è il motto che ha portato i suoi frutti.Il nostro segreto? Proviamo ad essere una grande famigliae grazie a Gesù nessun’incomprensione ci scompiglia…

Poi abbiamo anche un capitanoche dopo 24 anni di sacerdozio è rimasto sano…tiene le redini ben salde e osserva silenziosamentema all’occorrente interviene con garbo, semplicemente!

Grazie don Giuseppe per questa bella esperienzache speriamo possa essere l’inizio di una favolosa accoglienzaper quanti lo vorrannoall’oratorio e al Grest del prossimo anno…!

LA RICETTA DI FILIPPO

Carissimi, durante queste settimanesi sta consumando la tragedia delcrollo del ponte Morandi a Genova.Allora per pensare vicini i genovesi,gli dedico la ricetta di cucina diquesto numero de "Il Cenacolo".Un piatto che non è chiaro sechiamarlo “zuppa” o “minestra”.

I genovesi lo chiamanoFARFALLINE CONFAGIOLINI AL PESTO.Per 4 persone gli ingredienti sono:

150 gr. di farfalline all'uovo300 gr. di fagiolini50 gr. di pesto (tradizionale

alla genovese: il basilico genovesedop è quello a foglie quasi lisce)

1 cuore di sedano1 cipolla bianca1 carota1 pomodoro rosso (un etto circa)3-4 steli di prezzemolo2 patate granulose (due etti circa)1 cucchiaio di olio

extravergine d'oliva40 gr. di formaggiograttugiato

(parmigiano reggiano) sale e pepe q.b.

Preparare il brodo: pulite 1 cipolla 1 cuore di sedano (la parte bianca)1 carota 1 pomodoro e il prezzemolo, mettete tutto in una casseruolainsieme a 1,5 litri di acqua salata, portare a bollitura e poi abbassare lafiamma e lasciate cuocere per almeno 2 ore.Spuntate i fagiolini giovani e teneri, lavateli e poi tagliateli a tronchetti(1 centimetro circa) Sbucciate le patate, sciacquate e tagliatele a dadini.Riunite le patate e i fagiolini in una casseruola, versatevi il brodo caldofatto in precedenza aggiungete l'olio e portate a bollire.Cuocete per 15 minuti, unite le farfalline portando a cottura. Aggiungeteil pesto e mescolate. Regolate di sale e di pepe, versate nelle fondineda porzione, servite cospargendo a piacere il parmigiano grattugiato.E infine per il vino consiglierei Colline di Levanto Bianco (è prodottoin poca quantità nelle colline sovrastanti Genova)Buon appetito vostro Filippo

In un mondo in cui sembra andaretutto a rotoli, in cui non ci prendia-mo il tempo per le cose belle edimportanti ed in cui facciamo faticaa sentire e vedere le cose positiveche ci circondano, permettetemi discrivere che le cose belle ci sono,eccome se ci sono! Non lasciamocicondizionare da tutto ciò che nonva, ma cerchiamo, ognuno nel suopiccolo e con l’aiuto del Signore, difar parte del processo di costruzio-ne di una comunità che si impegnaa migliorare il proprio ambiente peroffrire a tutti, soprattutto alle nuovegenerazioni, un mondo bello in cuivivere. In quest’ottica, il GREST èstata e rimarrà una testimonianzaalla portata di tutti!

anagrafe

11

RIPOSANO IN PACE

BIANCHINI DORIANAdi anni 64,deceduta il 22 maggio 2018

STORELLI GIORGIOdi anni 62,deceduto il 16 giugno 2018

SAPORITO LINAdi anni 81,deceduta il 21 giugno 2018

PICCOTTI ANTONIOdi anni 83,deceduto il 22 giugno 2018

STAMMATI SERGIOdi anni 79,deceduto il 16 luglio 2018

RIPARBELLI PIER LUIGIdi anni 88,deceduto il 6 luglio 2018

AGNELLO MICHELEdi anni 65,deceduto il 30 luglio 2018

BERNARDINI MARIAdi anni 76,deceduta il 8 agosto 2018

SILVI OSTILIOdi anni 92,deceduto il 9 agosto 2018

GIANNINI LUIGIdi anni 89,deceduto il 13 agosto 2018

FABI MARCELLAdi anni 92,deceduta il 18 agosto 2018

CAFINI ROBERTOdi anni 70,deceduto il 19 agosto 2018

VOMMARO MARIAdi anni 78,deceduta il 5 settembre 2018

GIANNETTI GIANNIdi anni 74,deceduto il 5 settembre 2018

MAURIZI MARIOdi anni 67,deceduto il 10 settembre 2018

GRATI AL SIGNORE

♥ GROSSI ALESSANDROe MAIELLARO LUCIAmatrimonio il 26 Maggio 2018

♥ NONNI PIERLUCAe TIERNO ANNAMARIAmatrimonio il 16 giugno 2018

♥ LAURINO SALVATOREe PAPIRI VALERIAmatrimonio il 24 giugno 2018

♥ PRIL JERRIe BALDINELLI MARIA30° di matrimonio il 24 giugno 2018

♥ DI FABRIZIO GIUSEPPEe VECE MERYmatrimonio il 29 giugno 2018

♥ RICCIONI EMILANOe KANZARI RIFKAmatrimonio il 30 giugno 2018

♥ ANSUINI PAOLOe DALIA SOFIA25° di matrimonio il 12 agosto 2018

♥ PALLOTTI GIANCARLOe PIZIOLI DANIELA25° di matrimonio il 12 agosto 2018

♥ ZAMPELLA RAFFAELEe AQUILANTE GIULIANA50° di matrimonio il 18 agosto 2018

♥ AGNELLO FRANCESCOe VANTAGGIATO MARYSTELLAmatrimonio il 1 settembre 2018

♥ CAVEZZI MASSIMILIANOe CAPORUSCIO SIMONAmatrimonio il 15 settembre 2018

♥ CHILELLI ANTONIOe BELLI VANESSAmatrimonio il 16 settembre 2018

♥ FALSIA FRANCESCOe SALVI SABRINA25° di matrimonio il 29 settembre 2018

♥ STOCCHI ALBERTOe MANNOCCHI LIDIA60° di matrimonio il 29 settembre 2018

RINATI IN CRISTO

MARIANI Edoardo,battezzato il 26 maggio 2018

MORATTI Martina,battezzata il 27 maggio 2018

PESARESI Ludovica,battezzata il 27 maggio 2018

CESOLINI Rebecca,battezzata il 3 giugno 2018

CANGIALOSI Santiago, battezzato il 3 giugno 2018

ROMILO Myrelle Sophia,battezzata il 3 giugno 2018

SUMAOANG Aaliyah,battezzata il 17 giugno 2018

PANDOLFI Agata, battezzata il 17 giugno 2018

LOKY Rachele Lamara,battezzata il 17 giugno 2018

STABILE Giorgia ,battezzata il 17 giugno 2018

VARCHIONE Chiara,battezzata il 24 giugno 2018

TAVERNESE Tommaso,battezzato il 1 luglio 2018

BRIZI Elena, battezzata il 8luglio 2018

PIETRUCCI Daniele,battezzato il 21 luglio 2018

VOCCIA Beatrice,battezzata il 21 luglio 2018

BALCAZAR ECHEVERRIAMattia Alexis,battezzato il 21 luglio 2018MARINI Sofia,battezzata il 2 settembre 2018ROMAN Alessandro,battezzato il 6 settembre 2018

MARCHIONE Arianna,battezzato il 9 settembre 2018

FILOSA Viola,battezzata il 23 settembre 2018

RADICCHIO Nicole,battezzata il 23 settembre 2018

programma e info

12

Direttore responsabile: Il parroco, don Giuseppe Colaci tel. 06 30890267

In redazione: Andrea Delle Fratte, Carlo Borello, Filippo Lentini,Francesco Massi, Giorgia Origa,don Lulash Brrakaj, Maura Borzetti.

Hanno collaborato: Rosanna Amato, Adele Clarke,Giovanni e Giovanna Dalia, Roberto e Claudia Franco, Maria Pia Masi.

Numero chiuso il 23 settembre 2018

Il Cenacolo

PARROCCHIA CATTEDRALE SACRI CUORIDI GESÙ E MARIA ROMA – LA STORTA

ORARIO DELLE

SANTE MESSE

FESTIVESabato ore 18,30 in CattedraleDomenica ore 8,30; 11,00e 18,30 in CattedraleOre 9,30 al Pantanaccio

FERIALI(dal Lunedì al Sabato)Ore 8,00 pressola cappella di Sant’IgnazioOre 18,30 in Cattedrale

FESTA DELL’ACCOGLIENZA 2018Avvieremo il nostro cammino di comunità parrocchiale domenica 7 ottobre 2018 dalle ore15,00 con la “FESTA DELL’ACCOGLIENZA”, di apertura dell’anno catechistico e pastorale.Alle ore 16,00 ci sarà la Santa Messa con la presentazione dei catechisti, degli educatori dipastorale giovanile e dei capi scout. seguiranno, poi, giochi insieme (per terminare in festaportare bibite e/o dolci). Nella settimana successiva inizieranno il catechismo e le varieattività parrocchiali, secondo i giorni e gli orari prestabiliti.

don Lulash con molta umiltà hachiesto di pregare per lui, per questanuova missione.La comunità della Storta, come rin-graziamento per il suo servizio, haregalato a don Lulash una casulamariana che egli ha molto apprez-zato. Finita la celebrazione eucari-stica c’è stata un’agape fraterna, convari e abbondanti cibi, sotto il ten-done del casale parrocchiale. È statoun bel pomeriggio capace di dimo-strare che la nostra comunità stadiventando più coesa e fraterna.Don Lulash ha abbracciato e baciatoun grande numero di persone, segnoche egli si è fatto apprezzare e amareper la sua umanità, amicizia, sempli-cità e bontà. Ciao don Lulash!Anche suor Caterina ci lascia il 30settembre, per ritornare in Vietnampresso la sua casa religiosa. È unaperdita importante anche la sua, leipreparava ogni sabato e domenical’occorrente per la S. Messa e siimpegnava nel coro cercando diimpostare la voce dei coristi e diinsegnare loro a cantare meglio. Inassenza del direttore del coro era leiche dirigeva il canto dando i tempidi battuta. Anche suor Caterina dalmicrofono ha ringraziato il popolode La Storta che ha voluto premiarela sua dedizione regalandole un oro-logio. Portandolo al polso, suor Cate-rina si ricorderà di noi e chissà forseavrà un po' di nostalgia della nostraparrocchia.

stiana si ritrova i sacerdoti che“costruisce” e certamente vicever-sa… La S. Messa è stata molto par-tecipata e coinvolgente ha avuto ilmomento più toccante quando donLulash, prima della benedizione fina-le, ha preso la parola raccontando leemozioni che sta provando in que-sto periodo particolare della sua vitae, soprattutto, ha ringraziato abbon-dantemente tutti i gruppi e i sacer-doti che in questi anni gli sono statiaccanto e che lo hanno aiutato amaturare nel ministero. Ha raccon-tato un po' di storia del suo lungoservizio come vice parroco in cat-tedrale e ha ammesso che gli ultimitre anni sono stati fondamentali perla sua crescita grazie a don Giuseppeche gli ha dato piena fiducia e gli hamostrato come si inizia un rapportocon una nuova comunità. Ora eglisi sente più sicuro e non ha paura disvolgere il nuovo servizio di parrocodella chiesa di Santa Rita da Cascia.Alla fine di ogni ringraziamento l’as-semblea prorompeva in un lungoapplauso. Al termine del discorso

visto concelebrare cinque sacerdotiaiutati dai ministranti adulti. Nell’o-melia il nostro parroco don Colaciha sottolineato due argomenti inlinea col vangelo del giorno: anzi-tutto il tema del servizio “chi vuolessere il primo sia l’ultimo e il servodi tutti”, importante da tenere pre-sente per i sacerdoti e per ogni cri-stiano. Questo il modo più correttoper vivere in una parrocchia, senzacompetitività e ricerca di potere edominio sugli altri. Nel secondoargomento ha interpellato la comu-nità “stortana” circa la capacità cheha avuto in ben dodici anni di pro-muovere un giovane sacerdote, qualera don Lulash al suo arrivo, versouna paternità sacerdotale sempre piùresponsabile. Infatti la comunità cri-

continua da pagina 1 LA COMUNITÀ DI LA STORTA SALUTA DON LULASHdcnLgrmzsvdstiana si ritrova i sacerdoti che