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FELICITÀ DOVE SEI GERALD BRUNEAU NINNI DONATO VITTORIO GUI MUSTAFA SABBAGH LUIGI SPINA FONDAZIONE "BENEDETTA É LA VITA" onlus GALLERIA TECHNÈ CONTEMPORARY ART

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Minicatalogo della mostra di fotografia presso la Galleria Technè Contemporary Art dal 16 al 21 marzo 2015 con Gerald Bruneau, Ninni Donato, Vittorio Gui, Mustafa Sabbagh e Luigi Spina.

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Page 1: Felicità dove sei

FELICITÀ DOVE SEI

GERALD BRUNEAU

NINNI DONATO

VITTORIO GUI

MUSTAFA SABBAGH

LUIGI SPINA

FONDAZIONE "BENEDETTA É LA VITA" onlusGALLERIA TECHNÈ CONTEMPORARY ART

Page 2: Felicità dove sei

DAL 16 AL 21 MARZO 2015

GALLERIA TECHNÈ CONTEMPORARY ARTVIA DEI CORRETTORI, 6 ­ REGGIO CALABRIA

tel. 0965 312359

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FELICITÀ DOVE SEI

il nostro ringraziamento va atutti gli artisti che conentusiasmo ci hanno seguitoin questa iniziativa e alDottor Fabio De Chirico, dellaDirezione Arte e architetturacontemporanee del Mibact, ilcui sostegno è stato, comesempre, prezioso.

GERALD BRUNEAU

NINNI DONATO

VITTORIO GUI

MUSTAFA SABBAGH

LUIGI SPINA

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“Chi cammina lungo le strade senza meta viene colto dall’ebbrezza. Ad ognipasso l’andatura acquista una forza crescente; la seduzione dei negozi, deibistrot, delle donne sorridenti diminuisce sempre di più e sempre piùirresistibile si fa, invece, il magnetismo del prossimo angolo di strada, di unlontano gruppo di foglie, del nome di una strada…”. (W. Benjamin)

...la mia felicità è luogo aperto, permeabile, indeterminato.

Omettendo il punto di domanda dal titolo della mostra trasformiamol’agire inquieto della ricerca nella consapevolezza quieta della risposta: nonesiste una sola felicità e non esistono felicità trascurabili.Se immaginiamo la felicità quale espansione, diviene agevole ilcollegamento con gli spazi dell’arte e l’agire degli artisti che, perfolgorazioni e racconti, staffilate e storie, compongono e ci offrono il loroperfido e irresistibile catalogo dell'allegria di vivere.Cinque artisti, ovvero cinque circumnavigazioni sulla sensazione dellapienezza, lavorano nel “presentimento” d’imbattersi nella cosa giusta.Approcciano la felicità operando una lettura al contrario nella quale leinevitabili somiglianze tra artefice e oggetto­soggetto conducono a unpunto d’intersezione, a un’esperienza che è coinvolgimento, relazione. La“restituzione” genera la conferma ora coreografica, ora blasfema, orareligiosa, ora sentimentale ma sempre compiuta che l’idea di bellezzacambia, l’idea di felicità, resta immobile, profondamente inscritta nelproprio sé.Ma l’idea di felicità è la felicità stessa?È domanda destinata all’oblio. Il superamento della quale è nell’ironica,struggente voluttuosità del fiore bianco di Vittorio Gui, appagante tanto dasospendere ogni riflessione su come quello stesso fiore, strappato alla suapalette di colori, possa divenire allegoria di una felicità. O in Ninni Donatoche immortala una creatura delicata che immersa nel melodramma diuna casa­teatro, universo di nonne, nella spontaneità della posa, consguardo greve e senza sbavature, condanna il mito della contemporaneità.Di Gerald Bruneau riconosco l’innato romanticismo, la ricerca dell’attimoin qualsiasi tempo o luogo egli si trovi. Ovunque coglie spettacoli ipnotici,felicità in uno stato avanzato d’ebbrezza o di consapevolezza. In egualmisura. Appropriandosi dell’estetica mitologica, Mustafa Sabbagh scorrein un fiume Noire, Black, Nero, trasformandolo in luce argentea. Mentre sinasconde dietro la maschera del produttore d’immagini, se ne nutresdoppiandosi e si sostituisce al soggetto. Chi se non lui dietro ogni figura?Luigi Spina appartiene all’aristocratica formula che declina la bellezzaeterna in contemplazione, gli orizzonti in orizzontali paralleli. Alchimiadell’intangibile; componente perversa che attraversa la trama della suaricerca.

E la felicità? Sempre quella del flâneur, per i più, improbabile storico delpresente.

Jasper Wolf

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Prima ancora di presentare l'evento fotografico "Felicità dovesei….", organizzato dalla Fondazione "Benedetta è la Vita Onlus"in collaborazione con la Galleria Technè Contemporary Art, vorreidedicare poche righe per illustrare i valori della Fondazione, chenasce nel febbraio 2013 su iniziativa dei familiari e degli amici diBenedetta Nieddu del Rio, per ricordarne lo straordinario esempiodi vita e tradurne in iniziative concrete lo spirito e la voglia divivere che la malattia e le difficoltà non sono mai riuscite a scalfire.La Fondazione, in questi due anni di cammino, si è riconosciutaappieno in quel che Benedetta con leggerezza e semplicità hasaputo indicare a noi tutti che l' abbiamo conosciuta ed amata:fiducia, coraggio, energia, attenzione agli altri.Ed è proprio sulla base di questo sentire che la Fondazione haoperato ed opera: nel sostegno alla ricerca scientifica e nelleiniziative di solidarietà a sostegno di minori in situazioni didisagio c'è sempre il cuore di Benedetta, che non ha mai smesso dicredere nel potere della speranza e non ha mai perso il suomeraviglioso sorriso.Ed ora ecco il tema della mostra

FELICITA’ DOVE SEI….

Temiamo la felicità. Non osiamo dire che la cerchiamo e ladesideriamo. Quando siamo felici: siamo impauriti. Immaginiamopossa finire improvvisamente. Ma, soprattutto, pensiamo non siaun nostro diritto essere felici: falso.Come ci insegnano gli Stati Uniti d’America, che nella loroDichiarazione d’Indipendenza riconoscono il diritto alla ricercadella felicità. Riteniamo di essere felici per un caso: in parte è vero.Ma proprio per questo, dobbiamo gustare intensamente tutti imomenti di felicità. Accumulandoli come un tesoro: ci sosterrannonelle burrasche della vita.Questo è lo spirito di Felicità dove sei…………… l'evento fotograficoorganizzato dalla Fondazione in collaborazione con la galleriaTechnè Contemporary Art. Accanto ad artisti noti, anche a livellointernazionale, anche dei non professionisti, ai cui scatti vieneriservato uno spazio espositivo apposito “La stanza di Benedetta”.L’obiettivo è quello indicato da Jacques Prévert con le sue paroleAnche se la felicità ti dimentica un po', tu non dimenticarla maidel tutto.No, noi non vogliamo dimenticarla: ma condividerla con voiassieme a Benedetta, i cui occhi continuano a parlarci, e al suoamore per la vita. Con un sorriso, perché se sorridi alla vita la vitati sorride.Per scoprire, infine, che la felicità è dentro di noi: basta cercarla.

Tonino Nocera

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In gioventù lavora in Francia come attore cinematografico conGeorges Lautner e Michel Audiard e come tecnico delle luci inconcerti rock (Canned Heat, Genesis, Moody Blues, Pink Floyd):esperienze che avranno influenza sul suo gusto fotografico, dallaforte connotazione pop. Con la compagna Giovanna Pignatellid’Aragona Cortes si trasferisce nel 1974 a New York, dovefrequenta Andy Warhol, e lavora come fotografo delle mostre dipittura della "Factory". Nel 1978 torna in Italia dove realizza ritrattifotografici caratterizzati dall'eccentricità dei soggetti e da unasurreale ironia visiva. Nel 1983 realizza uno “scoop” fotografico sullatitante Raffaele Pasquale Graziano, sindaco camorrista diQuindici, e comincia a dedicarsi al reportage sociale. Nel 1988lavora Negli Stati Uniti, dove segue le campagne elettorali deicandidati Jesse Jackson e George W. Bush per "L'Espresso", erealizza un travelogue visivo in Mississippi, dove ritrae leggendeviventi del Blues tra cui Louisiana Red, Othar Turner, Sam Carr,Booba Barnes e James Thomas, pubblicato dalla rivista "Tu".Dal 1989, per vent’anni, è uno dei più noti fotografi dell’AgenziaGrazia Neri, realizzando ritratti, copertine e servizi per“Washington Post”, “Time”, “Newsweek”, “Le Figaro”, “Le Monde”,“Wall Street Journal”, "Der Spiegel", “L’Espresso”. Del 1989 sono ireportage fotografici in Israele e in Kurdistan realizzati con lagiornalista Lucia Annunziata per Il Venerdì di Repubblica, nel1990 fotografa il 1º maggio a Tirana con lo scrittore GiordanoBruno Guerri per la rivista "Chorus", e realizza in Russia unreportage sull’Armata Rossa. Nel 1994 conosce a Roma l’exbrigatista, scrittrice e fotografa Adriana Faranda, che ne diventa lacompagna di vita e di lavoro. Del 1997 è un reportage in Texas suicondannati nel braccio della morte della prigione di Huntsvilledopo l'esecuzione di Joseph Paul Jernigan, per il libro di PinoCorrias Ghiaccio Blu, un reportage sulla tossicodipendenza nelBronx e nell’East Village di New York con il programma “NeedleExchange” per "Sette" del "Corriere della Sera" e sui "niños de lacalle" a Città del Messico per "Specchio" de "La Stampa". Collaboracon “Sette” del “Corriere della Sera” e “Vanity Fair” in Italia,“Newsweek” negli Stati Uniti, “Die Welt” e "Frankfurter Allgemeine"in Germania e "El Pais" in Spagna. Negli ultimi anni torna adedicarsi alla fotografia d’arte, con provocatorie rivisitazioni diicone della classicità. Tra queste eco mediatica e polemicheinternazionali ha suscitato il foto­evento sui Bronzi di Riace“Warriors in Furs”, dell’estate 2014.

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GERALD BRUNEAU, BECAUSE THE NIGHT (NEW YORK, 1995), DIM. VARIABILI

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Di origini siciliane vive a Reggio Calabria. Ha formazioneumanistica. La fotografia è strumento privilegiato di una personalericerca iconografica che non solo si esprime con materiale trovato,ma che ricreando una nuova realtà a sé stante opera il collegamentotra l'uomo e il suo oggetto relazionale per eccellenza, il passato.Ha esposto in Italia e all'estero ed è stato indicato da prestigiosetestate, quali Le Monde e Wall Street International, tra i talentiemergenti della fotografia italiana.

... C'erano due fratelli che vivevano in un regno immaginario. Ungiorno, chiamati in guerra dal Re, partirono per paesi lontani.Ritornati a casa, i giovani soldati a cui avevano promesso il mondo,il mondo lo portarono con sé, tutto compresso in una valigia piena dicartoline illustrate. Ed ecco il Colosseo, le Piramidi, il Partenone, laTorre di Pisa, il Ponte di Westminster, ed ancora l'aereo, lalocomotiva, l'automobile, l'aeroplano e poi la balena, il pinguino, ilrinoceronte, la farfalla ed ancora e ancora. Lo sguardo che tuttoosserva, sceglie e ritaglia, stava tracciando il primo Universo informato tascabile.Omaggio alla fotografia, questa sequenza tratta dal film LesCarabiniers di Godard – ripresa poi dalla Sontag quando parla di“esperienza catturata” e di appropriazione “della cosa che sifotografa” ­ conserva, intatta nel tempo, tutta la poesia, la comicitàsinistra e l'attualità del medium fotografico.La valigia, il deposito di immagini, la cartolina illustrata, il viaggio, ilprelievo, ma anche la memoria e il ricordo, il rapporto intimo epersonale che lega lo sguardo di chi guarda a quello di chi èguardato in un unico rapporto dialettico, sono ancora oggi glielementi portanti di un linguaggio in continua evoluzione e cheprobabilmente più di ogni altro ha rappresentato la fluida paraboladelle arti del Novecento.

(Serena Carbone ­ da Trauerarbeit)

...Mi ha poi rapito la maestria nei ritratti del siciliano Ninni Donato,che affronta l’angoscia del tempo generando immagini cheattraggono nostalgicamente per la forza espressiva ed emotiva cheemanano e a cui desideri tornare.

(Paola Riccardi ­ Milano Arte Expo 2013)

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NINNI DONATO, THE DREAMCATCHER #1 ­ CM. 60 X 90, 2015

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Only one half of the world is visible, the other remains invisible.”

Vittorio Gui nasce a Bologna il 25 agosto del 1966, lo studio e lapratica delle discipline orientali ricopre una parte molto importantenella vita e nel percorso dell'artista, che ha anche frequentato, nel2004, il primo corso di QiGong, presso l'Università di Beijing.Dedica quindi ai suoi studi e alle sue pratiche una ricerca artisticache inizia con la fotografia per svilupparsi ad altre tecniche fino adarrivare alla scultura, ma il tema dominante delle sue opere èsempre la spiritualità in tutte le sue forme.Espone in varie gallerie internazionali, come Voss Gallery diDusseldorf, Albemarle Gallery di Londra, Piretti art Gallery delBelgio, GALERIE CAROLINE DECHAMBY, Swiss, partecipa a variefiere dell’arte internazionali, come ; Art Cologne, Art Brussels, ArtFrankfurt, Art Paris, Art London , Photo miami Palmbeach3 , Miami.

La fotografia non è altro che un mezzo, un veicolo, per rappresentaree mostrare al pubblico l'essenza di una filosofia e di una continuaricerca su noi stessi e sul mondo circostante per arrivare acomprendere ciò che noi siamo ed il significato del mondo stesso.Il punto di partenza di Gui è la meditazione e lo studio di filosofieorientali, un sapere millenario trasmesso non soltanto da testi otrattati, ma da pratiche e gesti ripetuti per millenni da centinaia ecentinaia di persone. Un modo per comprendere e vivere sulla propriapelle il fascino ed il mistero della vita, partendo proprio dal nostrostesso corpo e dalla nostra mente, una sorta di metafisica applicata,se così si può chiamare, per indagare e studiare l'essenza delle cose.In fondo se ripensiamo ai grandi mistici della tradizione cristiana ciritroviamo di fronte a vere proprie esperienze fisiche, che vanno benoltre il semplice raccoglimento della preghiera; attraverso laconcentrazione della mente l'uomo sembra raggiungere un livello piùalto di coscienza, che a seconda delle credenze spirituali di ognunopuò essere vissuta come un avvicinamento a Dio, il raggiungimento diun livello di esistenza più alto o semplicemente una visione diversadella realtà.......Scene quasi astratte, dalla composizione geometrica e rigorosa,giocate interamente sul bianco e nero, dove ombra e luce, materia espirito si incontrano per annullare le differenze e le opposte energie incerca della realizzazione di un tutto, “verso una depolarizzazione”.

(Presentazione artista Galleria Barbara Frigerio)

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VITTORIO GUI, V0043 ­ DIM. VARIABILI, 2015

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« La vera bellezza ferisce »

Nasce in Giordania, ad Amman, di famiglia italo­palestinese,consegue la laurea in architettura all'Università IUAV di Venezia e sitrasferisce a Londra, dove si forma come assistente di RichardAvedon, collaborando anche con il Central Saint Martins College ofArt and Design. Al ritorno in Italia si stabilisce a Ferrara, ma è spessoimpegnato in varie parti del mondo sia come docente in workshopsfotografici, sia per la realizzazione di shootings pubblicati su diverseriviste ­ quali The Face, Vogue, Sport & Street.Dal 2005 si concentra sull'arte figurativa; le sue opere sonoincentrate sulla pelle come "diario dell'unicità dell'individuo", chespesso dipinge di nero come critica sociale e sfida tecnica, e su misesen scène atte soprattutto a contestualizzare nel contemporaneo leallegorie della storia dell'arte (principalmente fiamminga e barocca).Nel 2013, nella serie Fotografi di Sky Arte HD, è stato definito unodegli "otto artisti più significativi del panorama nazionalecontemporaneo". Secondo il curatore e storico dell'arte PeterWeiermair, Sabbagh è "uno dei cento fotografi più influenti almondo", e unico italiano fra i quaranta ritrattisti di nudo piùimportanti su scala internazionale.Le sue opere sono state esposte in gallerie e musei italiani e stranieri.Tra di esse, risale al dicembre 2014 l'acquisizione di un suo ditticonella Collezione Farnesina.

Scrive Patrizia Silingardi: “La fotografia di Mustafa Sabbagh è unadistillazione limpida, una preziosa cristallizzazione: una tecnicaesattissima grazie alla quale è possibile restituire l’incostanteempirismo emotivo della realtà. Nel dissennato tentativo di catturare ilfagocitante flusso del tempo, le fascinazioni del sidereo, del lenticolare,di quell’estetica d’oltralpe – che dalle antiche intuizioni della Scuoladelle Fiandre, si compie nell’odierna avanguardia scandinava dellafotografia – si susseguono nel ritrarre un corpus di adolescenzialifisionomie intrise di raro lirismo. Di consueto si tratta di ritratti semplicie dimessi, puliti e minimalisti, pur sempre diffusi di luce impietosa suinquadrature implacabili. Nonostante qualche deliquiale paesaggiocompare nel ricordo di taluni capolavori del cinema e della pittura, l’enplein air quasi scompare. Eluso ogni contesto circostanziale – solotalvolta compaiono gli accessori, le stanze e le suppellettili – rimangonole insistenze di un nulla fluttuante, di un (sotto)fondo pallido, un sipariorigido che racchiude lo spazio, cattura e obbliga i soggetti al vicinissimoimbarazzo del primo piano di visione. E, infatti, come omaggio allabeauté convulsive e alla carnalità perturbante, la camera di posa è diconsueto una sorta di asettico boudoir dove sono catturate le poseprivate e le disposizioni d’animo di controversi dandies efebici epasoliniani o di compiante ninfe, belle come lo fu Christiane F. o laMarchesa Luisa Casati”.

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MUSTAFA SABBAGH, UNTITLED ­ 2014

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Luigi Spina si muove – dilatando il tempo – attraverso gli spazi e lecoste mitiche della Sicilia e della Campania, tra le spiagge di Citara,Ischia o Capo d’Orlando e i luoghi classici dell’archeologia greco­romana. Spina è meridionale e indossa l’abito frequentato dai grandiviaggiatori stranieri, da Goethe in poi, oscillando tra natura e storia.Con la scatola oscura del suo banco ottico indaga e vive i luoghidell’abbandono, della rovina e di una bellezza meridiana complessa,mai scontata, da restituire alla luce. Ha esplorato per lungo tempospazi espositivi e depositi del Museo Archeologico di Napoli, i fantasmidei resti archeologici dei Campi Flegrei, gli affreschi delle casepompeiane. Nel Museo Nazionale ha trascorso dieci anni della suavita aggirandosi tra i corpi inanimati di centinaia di sculture,producendo migliaia di scatti, lenti, ponderati. Le statue dellacollezione Farnese si animano del soffio vitale ed erotico dellafotografia. Poco o nulla a che vedere con la lunga e prestigiosatradizione della documentazione fotografica dell’arte, con le radiciottocentesche di un incontro predestinato e consacrato dallariproducibilità tecnica di Sommer e Rive, dei fratelli Alinari e diGiacomo Brogi. Ercole e Afrodite materializzano sogni erotici cheinstaurano un dialogo a distanza con i corpi mediterranei fotografatipiù tardi dal barone Von Gloeden, e poi abbondantemente nelNovecento da Herbert List, o con i dettagli plastici eternati da RobertMapplethorpe, tessendo un percorso che ci porta al consumo deicorpi marmoreizzati del glamour negli anni Ottanta e interagendodirettamente con il desiderio dello spettatore proiettato in fotografia.Poi il mare e le coste prescelti della Sicilia e della Campania,trasfigurati in architetture crepuscolari, inquietanti ed eterne, finoall’ultimo viaggio, rinchiuso tra i fantasmi del Cimitero Monumentaledi Messina, per alcuni mesi, a ricostruire una Spoon River, in biancoe nero, popolata da un mosaico di busti e facce, sculture cheritraggono bambini, uomini e donne, intere genealogie familiari diuna città, e di una civiltà, interrotta violentemente dal terremoto del1908.Comunque l’occhio di Spina sembra tracciare i confini di un immensoparco archeologico – musei, scavi, sculture, monumenti, luoghidimenticati, cimiteri – disabitato da tempo e dove la storia si fondealla natura, assumendo i tratti delle rovine abbandonate a se stesse. Isuoi progetti fotografici scandagliano una possibilità diversa: quella diriabitare il passato nel presente e renderlo vivibile virtualmente, enuovamente attraversabile, prima di tutto attraverso l’occhio e ildesiderio dello spettatore. L’incontro della fotografia con la materiainerte restituisce nuova vita immaginativa alle innumerevoli storiemediterranee dimenticate e non più raccontate. Che attendono solo dirivedere la luce.

Le scatole del mondo di Giovanni Fiorentino, The Buchner Boxes, 5ContinentsEditions, Milano.

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LUIGI SPINA, FIUMEFREDDO (DA IL SENSO DEL MARE) ­ DIM. VARIABILI, 2014

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GERALD BRUNEAUUltime mostre:2014 “L’Italia vista dal Mondo. La Stampa Estera compie 100 anni” al Museo

dell‘Ara Pacis di Roma, come membro della Stampa Estera in Italia“Le astronome dell’INAF” al Festival della Scienza di Genova; “Donneallo specchio” alla galleria Borghese, a Roma.Triennale di arti visive 2014, Roma

NINNI DONATOUltime mostre:2015 Galleria Civica di Monza.2014 Artsiders, Galleria Nazionale di Palazzo dei Priori, Perugia

Festival di Fotografia Europea, Reggio Emilia.AAF 2014, Metropolitan Pavillion Chelsea, New York.The grass grows", fuori salone Art Basel, Basilea.

2013 Museo Nazionale “Giovanni Fattori”, Livorno.“Trauerarbeit”, Padiglione Nazionale Bangladesh, 55th Biennale diVenezia.Oltre il ponte, giornate AMACI, Museo delle Trame Mediterranee,Gibellina.Galleria Nazionale Palazzo Arnone, Cosenza e “MACA”, Acri.

Acquisizioni:Collezione Farnesina" Ministero degli Affari Esteri, Roma, Palazzo della FarnesinaMuseo delle Trame Mediterranee, Fondazione Orestiadi, Gibellina (TP)

VITTORIO GUISelezione di mostre:2014 Artsiders, Gallleria Nazionale Palazzo dei Priori, Perugia.2010 Alle porte del nulla, Bologna2009 Piretti Art Gallery, Belgio2008 Museo Villa delle Rose “ Not so private “ Bologna2007 Allarmicomo 3, curatori; Cecilia Antolini,Ivan Quaroni, Alessandro

Trabucco, Alberto Panchetta. Como2006 BonOmnia, Palazzo Fava Bologna a cura di Philip Daverio, Elena

Agudio e Umberto ZampiniMuseo della Permanente di Milano, La BellezzaPremio Michetti 2006, a cura di Philip DaverioGalleria d’arte contemporanea palazzo Ducale di Pavullo ( Mo ) Flowers,il fiore nell’arte contemporanea. Curata da Paolo Donini e Daniela DelMoro

2005 “Ex Voto”, Chiesa di San Gallo ( Venezia,Padiglione Italia ), a cura diPhilip Daverio

2004 Quadriennale di Roma; Torino

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MUSTAFA SABBAGHSelezione di libri:2014 17:17, edizione limitata e fIrmata di 34 copie, ed. Danilo Montanari2013 Solo, edizione limitata e firmata di 81 copie, a cura di Peter Weiermair2012 Memorie Liquide, ed. Fondazione Ferrara Arte2010 About Skin, ed. Damiani

Selezione di mostre:2014 Nirvana, MUDAC Musée de Design et d'Arts appliqués Contemporains,

LausanneArtsiders, Galleria Nazionale dell’Umbria, PerugiaTrame di Cinema. Danilo Donati e la Sartoria Farani, Villa Manin,Passariano UDFaceless, Mediamatic Museum, Amsterdam

2013 Tutto si muove, Castello di Rivara Centro d’Arte Contemporanea, Rivara(TO)Hot ­ a cura di Luca Beatrice, De Magistris Arte Contemporanea, MilanoKöpfe und, Centro d’Arte Contemporanea Ticino, BellinzonaLa Nuit des Images, Musée de l'Elysée, Lausanne

2012 Memorie Liquide, Museo Boldini, FerraraAlis volat propris, We*Do Gallery, BangkokGénesis, Galéria H2OMás, Barcelona

2011 PS1, Contemporary Art Foundation, San Francisco2010 Art Fall, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Ferrara

LUIGI SPINAPersonali selezionate:1999 Amphitheatres, Naples, National Archaeolgical Museum2000 Between art and faith, Palermo, Dante Library2001 Amphitheatres, Milan, San Fedele Galley2006 Rituals Portraits, Naples, National Archaeolgical Museum

Rituals Portraits, Rome, Deutsches Archaologisches InstitutAround an Angel, Padula, Charthreuse of San Lorenzo

2007 The Beggar Prince, Naples, Santa Maria Maggiore2012 My world in five acts, Tashkent, Gallery of Fine Art of Uzbekistan

Collettive selezionate:2001 Nel segno del paesaggio, Lecco, Melesi Gallery2007 Carosello italiano, Biella, Boglietti Palace2008 Arte Moderna Contemporanea, Rome, EUR 42 Palace

The Village of Art, Caserta, Royal Palace2010 ‘O VERO Naples in the viewfinder, Naples, MADRE

International Photography Festival of Rome, MACRO Future, Rome2011 The light beyond the wall, Villa Adriana, Rome2012 Objectives Objectivity Officine Fotografiche, Rome

Antinoo, the charme of beauty, Villa Adriana, Rome

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