febbraio 2012 cinemazeronotizie

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mensile di cultura cinematografica E 1,00 2012 numero 2 anno XXXII Siamo arrivati al Tipping Point È in pieno svolgimento la corsa al digitale Siate critici! Al via Scrivere di cinema - Premio Alberto Farassino, 10a edizione Callisto Cosulich: il coraggio della cinefilia Il nuovo libro della collana "Lo schermo triestino" omaggia il grende critico FilmMakers al Chiostro, corto è bello Indetto il bando di concorso della nona edizione Marco Bellocchio: lo sguardo della coerenza Dal 9/02 a Pordenone, Udine e Trieste la 14ma edizione de Lo Sguardo dei maestri Berlin FilmFestSpiele 2012 Dal 9 al 19 febbraio il primo grande Festival cinematografico dell’anno Der Khan von Berlin Evento alla 62ma Berlinale Febbraio 12 spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo paga- mento resi fotografia di Elisa Caldana

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mensile di cultura cinematografica, 2012 - numero 2, anno XXXII

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Siamo arrivati al Tipping PointÈ in pieno svolgimento la corsa al digitale

Siate critici!Al via Scrivere di cinema - Premio Alberto Farassino, 10a edizione

Callisto Cosulich: il coraggio della cinefilia Il nuovo libro della collana "Lo schermo triestino" omaggia il grende critico

FilmMakers al Chiostro, corto è belloIndetto il bando di concorso della nona edizione

Marco Bellocchio: lo sguardo della coerenzaDal 9/02 a Pordenone, Udine e Trieste la 14ma edizione de Lo Sguardo dei maestri

Berlin FilmFestSpiele 2012Dal 9 al 19 febbraio il primo grande Festival cinematografico dell’anno

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spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45%contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo paga-mento resi

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SIMONETTA ALFONSO LUCIANA GABRIELE PATRIZIO SUSY PAOLO ELSA GIOVANNI LINO MARIOLINA GIUSEPPE EMANUELA DARIO GIULIETTA VITTORIO ANTONIETTA GIANCARLOFRANCA PIETROSABINA LEONARDOLISA GIORGIODAVIDE TINA PIERPAOLO MICHELA ENRICO SONIAKATIA MARTINO LAURA CRISTIAN MARIKA PIERLUIGI ELEONORAVERONICA GIANNIEMILIA GIULIANOANGELA MASSIMILIANOWILMA MARIANNABRUNA ARTURO FABIOLA GIUSEPPECAMILLA MANUELVALENTINA GIANMARIO VIOLA ALBERTOMAURO LORELLA MASSIMO FEDERICA ANTONIO LUCIO RENZO ERMINIA FILIPPOESTER DANIELEDANIELA MARCO NOVELLA

fotografia di Elisa Caldana

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“Siate critici” è il motto scelto per la decima edizione di Scrivere di cinema –Premio Alberto Farassino, il concorso nazionale di critica cinematografica per igiovani tra i 14 e i 28 anni, promosso da pordenonelegge.it, Cinemazero, ilSindacato Nazionale Critici Italiani, in collaborazione con MYmovies, che compiedieci anni tondi. Siate critici, ovvero diffidate delle apparenze, non accontentate-vi, scavate a fondo. Come ha saputo fare Alberto Farassino, il critico cui il con-corso è dedicato.L'idea alla base di Scrivere di cinema è molto semplice e parte da una dupliceconvinzione: la passione per il cinema si coltiva da piccoli e deve essere alimen-tata e stimolata costantemente affinché diventi prassi comune; non è vero che iragazzi non amano il cinema e non è vero che molti di loro non amano scrivere. Anzi. La storia del concorso dimostra esattamente il contrario: in dieci anni di atti-vità sono state scritte più di 7500 recensioni, coinvolgendo una community diquasi 10.000 critici in erba, provenienti da tutta Italia. Tra di loro qualcuno è emerso scegliendo la scrittura come professione, altrihanno semplicemente continuato ad andare al cinema con passione. In dieci annidi attività sono stati coinvolti molti critici, da Paolo Mereghetti a Gianni Canova,da Emanuela Martini a Roberto Nepoti, e alcuni di loro sono stati indissolubil-mente legati al concorso formando la giuria ufficiale: Roberto Pugliese, GiorgioPlacereani e Viola Farassino, giurati da sempre; Giancarlo Zappoli, MauroGervasini e Steve Della Casa, giurati da quando il concorso è entrato nel web, gra-zie a MYmovies, nel 2009. Quello è senza dubbio stato l'anno della svolta: da una media di 300 recensioniannue si è passati a 1800 ogni anno, senza mai scadere nella qualità degli elabo-rati. Più di tutto, Scrivere di cinema ha confermato uno spessore nazionale e unaricaduta pratica nell'universo della critica: dal 2009, infatti, i primi premi per lesezioni Under 28 e Triennio delle scuole superiori consistono in un contratto dicollaborazione con MYmovies. Come dire: la giuria riconosce nel vincitore la capa-cità di una lettura critica associata a una abilità nella scrittura ed ecco che subitoviene messo alla prova, perché fare il critico può essere anche un mestiere.La novità per questo 2012 riguarda la volontà di rafforzare sempre di più la com-munity che ruota intorno al concorso: ogni mese verrà mandata una newsletter atutti gli iscritti con consigli sulla scrittura, segnalazioni di film in sala, pubblica-zioni in libreria, video in rete ad opera dei giurati così da fornire strumenti utili amaturare e affinare la capacità critica. Si comincia con il primo contributo fornitoda Giancarlo Zappoli chemette a disposizione unaserie di appunti e spunti utilia scrivere una buona recen-sione del film Scialla! diFrancesco Bruni, scelto daScrivere di cinema comefilm testimonial della deci-ma edizione. Anche per que-sta edizione, accanto aipremi ufficiali per le tresezioni di gara, le classidegli istituti superiori sonoinvitati a concorrere per latarga SNCCI e l'ambitoPremio La Classe, a cuipotranno partecipare le clas-si che seguiranno le matinée“question&answer” che sisvolgeranno a Cinemazerotra febbraio e aprile prossi-mi.

Siate critici!

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Al via Scrivere di cinema – Premio Alberto Farassino, 10a edizione

In copertina: Marco Bellocchioa Cinemazero nel maggio 2009durante la presentazione del film Vincere(fotografia di Elisa Caldana)

cinemazeronotiziemensile di informazione cinematograficaFebbraio 2012, n. 02anno XXXII

Direttore Responsabile Andrea CrozzoliComitato di redazione Piero ColussiRiccardo Costantini Sabatino LandiTommaso LessioSilvia MorasMaurizio SolidoroCollaboratori Lorenzo CodelliLuciano De GiustiElisabetta PierettoDirezione, redazione, amministrazioneP.zza della Motta, 233170 Pordenone,Tel. 0434.520404Fax 0434.522603e-mail: [email protected]//www.cinemazero.itProgetto graficoPatrizio A. De Mattio[DM+B&Associati] - PnImpaginazioneTommaso LessioComposizione e FotolitiCinemazero - PnPellicole e Stampa Grafiche Risma - Roveredo in PianoAbbonamenti Italia E. 10,00Estero E. 14,00Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981Questo periodico è iscritto alla

Unione Italiana Stampa Periodica

Siamo arrivati al Tipping Point

Il 23 dicembre scorso è stato il giorno in cui in Europa si è rag-giunto il 50% degli schermi attivi in digitale. Siamo arrivati dunqueal Tipping Point, alla svolta decisiva. I dati sulle installazioni digi-tali dicono, infatti, che al 23 dicembre 2011 risultavano essere18.500 i proiettori digitali installati in Europa e più di 50.000 nelmondo. Questo significa che la conversione digitale ha superatoin questo momento lo spartiacque, con più del 50% degli schermimondiali digitalizzati e la conversione totale è prevista per la finedel 2015. In questo cambiamento epocale per l'esercizio cinema-tografico, come sempre accade, sono i grandi gruppi finanziari amuoversi per primi. La Cinestar, società leader tedesca, ha firma-to un accordo che mira a covertire fino a 450 schermi in un perio-do di due anni. Il gruppo Odeon & UCI Cinemas ha firmato a suavolta, un accordo per la fornitura di sistemi digitali in Germania,Austria e Italia, coprendo un totale di 65 siti e 661 schermi. Il gruppo francofono, del resto, aveva già installato sistemi digita-li in 475 schermi nei tre mercati e completerà la conversione pres-soché totale entro la fine del 2012. La Polonia, sempre molto atten-ta alle questioni culturali, ha un programma per sostenere i cine-ma (in particolare quelli d'essai) nella loro conversione alla tecno-logia digitale, con l'obiettivo primario di promuovere i film polac-chi. Del resto l'Unione Europea, come è stato annunciato nelnuovo programma della Commissione a sostegno dei settori cul-turali e creativi, ha proposto un bilancio di 1,8 miliardi di euro peril periodo 2014-2020 (con un aumento del 37% rispetto agli attua-li livelli di spesa). Prendendo le mosse dalle esperienze e dai risul-tati positivi dei programmi Cultura e MEDIA, che promuovono isettori culturale e audiovisivo da più di vent'anni, il nuovo pro-gramma stanzierà circa 900 milioni di euro a sostegno del settorecinematografico e audiovisivo. Nella nostra penisola l’aumentodegli schermi digitali è stato del +18,4% rispetto ad una mediaeuropea del +61,4%. Ma le maggiori difficoltà vengono registratedalle piccole sale nel passaggio al digitale dove, pur diminuiti icosti legati alla tecnologia, rimangono comunque alti per gli eser-centi i costi di conversione e di gestione del nuovo sistema. È chia-ro che in questo contesto sono maggiormente penalizzate le pic-cole strutture che non possono comprare all’ingrosso e che nonhanno la possibilità di sfruttare le economie di scala. Allo stessotempo però i cinema d’essai saranno costretti a digitalizzarsi pernon rischiare di rimanere fuori dal mercato nel momento in cui legrandi distribuzioni passeranno esclusivamente al digitale. Il seriorischio in Italia è, quindi, quello che la sala d’essai, vero presidioculturale che svolge un ruolo sociale determinante, venga pena-lizzata e con essa anche il cinema indipendente e di qualità chevede la sua sede naturale in quelle sale. Ma il dato più preoccu-pante, quello che lascia interdetti, in questa delicata fase di tra-sformazione del mercato, è il totale immobilismo delle Istituzionipubbliche. Sembra mancare una visione prospettica per la salva-guardia sia di tutte le sale cinematografiche operanti sul territorioche della diffusione del cinema italiano d’autore. Meno sale ugua-le a meno presidi sociali e culturali e nel contempo il cinema ita-liano d’essai (e non solo quello) avrà meno sbocchi e più penaliz-zazioni. A questo punto istituire un tavolo di confronto su questitemi per trovare soluzioni percorribili, fra Regione Friuli VeneziaGiulia, Anec-Agis e le associazioni (costituitesi in Cinema FVG)che in regione si occupano di cinema, diventa improrogabile.Prima che subentri lo sconforto, la rassegnazione o il fatalismo.

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http://scriveredicinema.mymovies.it

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Riportiamo dalle memorie di Trostky l'aneddoto secondo il quale Lenin nel suo primo“consiglio dei ministri” fissò un limite massimo di due minuti per ciascun intervento.Forse proprio a questo provvedimento, molti anni dopo, si ispirò Tony Blair che imposeai suoi Lord discorsi scritti di massimo 75 parole. E che dire della maestosa incisività di Giulio Cesare con il suo impareggiabile “Veni, vidi,vici”? O del romanzo di una sola riga scritto (per gioco) da Stephen King: “The last manon Earth sat alone in a room. There was a knock at the door.” (L’ultimo uomo sulla Terraè chiuso nella sua stanza. Bussano.)Less is more. Questo è il concetto. La brevità, infatti, nei suoi molteplici aspetti, ha cer-tamente caratterizzato l'età moderna in quasi tutti i campi: dall'architettura a partire dal-l'unità abitativa di Le Corbusier alla scrittura con lo stile asciutto e tagliente diHemingway (“La prosa è architettura e questa non è l'età del barocco” … a proposito discrittura e architettura) e i suoi seguaci. Se poi pensiamo agli odierni SMS e gli ormaifamosi cinguettii di twitter dire 160 caratteri è già dire troppo. Ed anche nel campo checi compete, il cinema, tra youtube, vimeo e video realizzati con telefoni cellulari ormai ilcortometraggio o, meglio, le nuove forme brevi di comunicazione audiovisiva stannoguadagnandosi sempre maggior spazio anche grazie all'altissimo livello qualitativo cheriescono a raggiungere.Certo, brevità non è sinonimo di bellezza, ne di per sé significa intelligenza o arguzia;nella concisione si può facilmente palesare il non aver troppo da dire o, peggio, il nonsapere come dirlo. Ma quasi sempre la brevità è soprattutto una sfida. Prendiamo il cor-tometraggio: perchè se ne possa definire uno pienamente riuscito non basterà che que-sto ci racconti una storia essenziale ma dovrà al contempo raggiungere una certaprofondità, senza perdersi in giravolte manieristiche e trucchi ad effetto che non sianosubordinati alla sostanza del discorso. Insomma, l'autore di un cortometraggio (e dichiunque scelga la brevità) deve, per prima cosa, avere tutto ben chiaro in testa, sapereesattamente cosa dire per dirlo nel miglior modo possibile.FilmMakers al Chiostro è il festival di cinemazero dedicato al cortometraggio ed a tuttele forme brevi di comunicazione visiva; quest'anno giunge alla sua nona edizione edanno dopo anno si è sempre più affermato nel panorama nazionale dei festival di cine-ma indipendente. Le categorie in concorso sono tre: cortometraggi, cortometraggi hor-ror e videoanimazioni a cui si aggiungono le menzioni speciali per i migliori cortome-traggi d'inchiesta, per quelli realizzati in assenza di budget e per quelli realizzati contelefono cellulare. La punta di diamante del festival è il Premio Qualità di BancaFriuladria riconoscimento speciale per la sezione video-animazioni che darà ai vincito-ri la possibilità di realizzare un nuovo lavoro in ambito artistico. Ma se FilmMakers rap-presenta un'ottima vetrina per giovani registi essa è anche un'occasione unica per glispettatori di vedere quanto di meglio offre il mondo sotterraneo delle produzioni indi-pendenti, dai cortometraggi canonici alle nuove sperimentazioni. Come consuetudine,inoltre, ad accompagnare le proiezioni ci saranno gli incontri con i registi, spettacolimusicali e multimediali, workshop e quant'altro. FilmMakers corona quindi tutta unaserie di attività che cinemazero svolge per avvicinare i giovani (e non solo) al cinemacercando di crescere futuri spettatori consapevoli e non soltanto passivi, partendo daicorsi di alfabetizzazione audiovisivaproposti alle scuole e passando per imatinèe al cinema e l'attività dellamediateca ed affiancandosi al concor-so di critica cinematografica Scriveredi cinema – Premio Alberto Farassino. Lunedì 6 febbraio verrà annunciatoufficialmente il bando di concorso2012 (visibile e scaricabile dal sitofilmmakersalchiostro.blogspot.com)che si chiuderà il 19 maggio perlasciare spazio alla selezione dei lavo-ri. Giovani autori di tutto il mondofatevi avanti!

Indetto il bando di concorso della nona edizione

FilmMakers al Chiostrocorto è bello!

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àCallisto Cosulich ha fatto la storia della critica cinematografica nazionale: nato 89anni fa a Trieste, figlio dell’armatore Oscar Cosulich, fin da giovane ha deciso dinon entrare nell’azienda di famiglia ma di seguire il suo sconfinato amore per ilcinema, diventando uno dei critici e degli operatori culturali più importanti d’Italia.Restando, prima di tutto, un vero cinefilo, come sottolinea il titolo del primo volu-me che fa il punto sulla sua sconfinata pubblicistica: Il coraggio della cinefilia.Scrittura e impegno nell’opera di Callisto Cosulich, a cura di Elisa Grando eMassimiliano Spanu (Eut – Edizioni Università di Trieste). A tirare le fila del suostile inconfondibile, da intellettuale a tutto tondo ma sempre mosso da spirito diservizio nei confronti degli spettatori, attento al contesto socioeconomico del filmma anche agli autori più marginali, sono undici saggisti, esperti di settore (AlbertoPezzotta, Lorenzo Pellizzari, Alessandro Mezzena Lona, Sergio Crechici, AlbertoCrespi e Sergio Grmek Germani) e docenti universitari (Roy Menarini, LeonardoGandini, Riccardo Costantini, Claudio Bisoni, Roberto Calabretto).La lunga carriera di Cosulich inizia già durante al Seconda Guerra Mondiale, come“movie officer” sulle navi dell’esercito italiano. Tornato nella sua Trieste, diventaun punto di riferimento per la settima arte in città: insieme a Tullio Kezich, fondala Sezione Cinema del Circolo della Cultura e delle Arti e viene assunto come tito-lare della critica al Giornale di Trieste, dimostrando subito particolare attenzioneper il cinema di genere e le cinematografie emergenti. È però a Roma, dove si tra-sferisce nel 1950, che s’immerge completamente nell’universo cinema: copre perquattro anni la carica di Segretario Generale della Federazione Italiana Circoli delCinema (FICC), e collabora stabilmente con le più importanti riviste italiane di set-tore (Cinema, Cinema Nuovo, Cinema 60, Banco e Nero, Filmcritica), con il setti-manale Italia Domani e il più provocatorio ABC, dove non solo si occupa delle duepagine dedicate al cinema, concependole come una sorta di piccola rivista spe-cializzata, ma si cimenta anche come giornalista politico. Nel 1973 è RobertoRossellini a caldeggiare la sua candidatura come critico del quotidiano PaeseSera: fra i due nasce un forte rapporto di amicizia e complicità intellettuale. Puravendo compiuto 89 anni, la sua attività di critico continua a pieno ritmo: nell’ul-tima decade la firma di Cosulich è comparsa regolarmente sul settimanale Left esul quotidiano Il Piccolo, e il critico triestino ha anche inaugurato nel 2010 unanuova rubrica su Film TV. Nonostante Cosulich abbia coperto 65 anni di storia delcinema, non perdendo mai di freschezza neppure confrontandosi con le nuovetematiche dell’animazione digitale o il film a tre dimensioni, il suo percorso criti-co non era mai stato analizzato nella sua interezza. Il volume propone una primasistematizzazione della sua opera, ma raccoglie anche i ricordi del critico stesso edi amici celebri che hanno segnato la sua vita professionale ed emotiva, come i

registi Carlo Lizzani e Franco Giraldi, o RenzoRossellini, figlio di Roberto. E tra il corposo materialeraccolto, spuntano anche alcuni documenti autentici,riportati nell’apparato d’immagini, come le lettereinviate a Cosulich da Joris Ivens o Manoel DeOliveira, e persino una di Giulio Andreotti. O l’ultimoarticolo autografo, rimasto incompleto, che RobertoRossellini stava scrivendo proprio a Cosulich perPaese Sera il pomeriggio in cui morì.Il libro prosegue il progetto della Facoltà di Scienzedella Formazione dell’Università degli Studi di Triestee del Trieste Film Festival “Lo schermo triestino”,ideato da Luciano De Giusti, che ha già prodotto altretre monografie su protagonisti cruciali del cinema diprovenienza giuliana: Franco Giraldi, lungo viaggioattraverso il cinema e Giacomo Gentilomo cineastapopolare, a cura di Luciano De Giusti, e Tullio Kezich,il mestiere della scrittura a cura di RiccardoCostantini e Federico Zecca, tutti editi da Kaplan.

Il nuovo libro della collana "Lo schermo triestino" omaggia il grende critico

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porta anche a riflettere continuamente sulla sua riproponibilità e sui modi dimanifestarla. Gli occhi, la bocca è in questo senso un film cruciale, quasi il regi-sta volesse confrontarsi – per allontanarsene – con una stagione (sua ma nonsolo), culturale ma anche esistenziale, e con un modo di fare cinema. Perché, èquasi superfluo sottolinearlo, la rimessa in discussione riguarda anche la forma;non a caso parlavo sopra di stile come rischio. È indicativo il fatto che anche nel-l’intervista che compare in appendice a questo libro Bellocchio più volte parli di“storia”, cioè apparato funzionale, e di stile; in altre parole degli assi portanti delcinema, e del suo cinema, mostrare e raccontare. E nelle sue opere queste cate-gorie espressive non compaiono come sicurezze ma come modalità sottoposte,anch’esse, a cambiamento. La capacità di stare in sintonia con i tempi vuole direcaptarne i temi, stare attenti ai significati emergenti ma anche cercare forme ade-guate. Lo stile, appunto.Mutato, con le nuove stagioni, l’atteggiamento di fondo ? Qualcuno ha sottoli-neato l’attenuarsi della iniziale rabbia bellocchiana, e lo stesso regista ha parlatoper l’oggi, se ricordo bene, di ribellione tollerante. Non si tratta di un ripiega-mento, però, perché rimane costante il bisogno di alterità; più mediato, se sivuole. E senza ottimismi di comodo, lo sforzo di liberazione è sempre difficile. Laforza di aspettare, di cui parla Brotto non rinuncia, anzi, all’utopia; che dovrebbespingere ancora a pensare alla diversità, forse a quella che Farah Polato definisce,ophulsianamente, felicità non allegra. Insofferenza, insomma, e modi di manife-starla. “Si ripropongono sempre le stesse cose, sono necessarie delle nuoveforme, bisogna rappresentare la vita non come è ma come ci appare nel sogno”:le parole di Constantin nel Gabbiano suonano quasi come una dichiarazione diintenti del regista; non serve un cinema della realtà com’è, ma un cinema chetenda a entrare nelle zone difficili dell’esistenza, cercando una forma “immagina-tiva”. L’inquietudine del sogno, appunto.

Lo sguardo dei maestri: ovvero come ci induce a vedere diversamente un autore.Da qui, provvisoriamente, si può partire. Perché la nozione di autore, che ha avutoe ha fortuna, rischia – fuori dal contesto in cui si è sviluppata – la tautologia o laconsunzione delle parole d’ordine. Cercare allora di applicarla a Marco Bellocchiopuò aiutare a intendere quale sedimento vivo è rimasto. Perché la sua lunga car-riera e la coerenza della sua opera ci permettono di fare emergere caratteristichedi fondo, la costanza nel diverso e lo stile come rischio. La diversità appareseguendo il percorso del regista: soggetti autonomi e derivazioni letterarie, con-fronto con i fatti e inclinazione metaforica, testimonianza e allusione, anticipazio-ni e sguardi retrospettivi, incursioni nei grumo del profondo fino a implicazioniautobiografiche e apertura alla storia. Eppure un filo rosso c’è, anzi più di uno, traqueste tendenze, ma anche tra “periodi” che parte della critica vorrebbe slegarese non distinguere. Questa costanza, ora evidente ora più sotto traccia, quella“capacità di non perdere mai il filo della propria immaginazione” (come diceBellocchio nell’intervista fatta dai due curatori), non ha mai la stanchezza del ritor-no inerte, perché lo sforzo è quello di tentare una ridiscussione, di confrontaretemi e forme con il cambiamento, dentro e fuori si sarebbe tentati di affermare.Lo sfondo è quello del rapporto conflittuale, se non dello scontro, tra vecchio enuovo, che non a caso è centrale anche per alcuni autori “di punta” delle gene-razione precedente. In Bellocchio diventa più particolarmente, in prima istanza,alterità fra normalità e trasgressione. In questo senso il film di esordio assumequasi i toni convulsi di un film manifesto, che avrà modo di decantarsi, in unosforzo costante di collegare microstorie e macrostoria. Percorso, il suo, sinuoso,che Denis Brotto segue con acuta attenzione, da sguardo intenso all’esterno(anche all’utopia collettiva che girava coinvolgente) a un approdo, sia pure prov-visorio, ad un emergente aspetto soggettivo e alla sua “parte oscura”.Nucleo forte della regolarità fittizia è quasi sempre la famiglia, e lo spazio (anche

fisico) che occupa. L’ambiguità deirapporti, il ruolo ambivalente, traazione e reazione, delle figure femmi-nili (analizzato da Farah Polato) è ilterreno di verifica di un conflitto piùgenerale. Significativamente, infatti, iltema del potere, centrale nella poeti-ca bellocchiana, si estende da quelnucleo “privato” portante alle com-plesse articolazioni sociali; potremmoseguirne i segnali profondi andandoproprio dal primo film all’ultimo, perora, Vincere, passando attraversoquella vera e propria messa in scenacostituita da Enrico IV. E sempreprendendo le mosse da quel nucleofondante, contenitore autosufficientevotato a garantire l’apparenza e l’ac-cettazione, ci è dato osservare il pesodelle figure parentali, tra assenzedeterminanti e presenze condizionan-ti. Anche in questo caso Bellocchiosembra recepire esigenze presenti inautori della generazione precedente,ma le radicalizza, rendendole ancorapiù sintomatiche dei viluppi contortipresenti nei nostri rapporti intersog-gettivi.Una matrice di significati, questa, concui Bellocchio fa i conti; ma che lo

Dal 9/02 a Pordenone, Udine e Trieste la 14ma edizione de lo Sguardo dei Maestri

Marco Bellocchio:lo sguardo della coerenza

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LO SGUARDO DEI MAESTRI - 14ma edizione

primo appuntamento GIOVEDI 9 FEBBARIO19.15 I PUGNI IN TASCA (1965, 107’, 35mm)21.15 GLI OCCHI, LA BOCCA (1982, 101’, video)

Ho fatto I pugni in tasca perché credevo fosse il tempodi una definizione professionale, di una prova.L’insoddisfazione di vedere sempre e soltanto le cosedegli altri e l’impazienza di possedere quelle esperien-ze cinematografiche che sole permettono di dialettizza-re il discorso, di opporsi continuamente a se stessi, mihanno costretto, moralmente, a girare un film. […]M’interessava riconoscere un motivo tipico di un ado-lescente che, pur essendo abitualmente sconfitto, edessendo complice della propria condizione, cerca sem-pre delle giustificazioni ad essa e crede di trovarleaddebitando ai propri genitori, alla propria nascita, alproprio passato le ragioni della sua debolezza e infeli-cità. L’esperienza di Alessandro è piuttosto comune,chiunque, riferendo la propria adolescenza a quella diAlessandro può scoprire dei motivi comuni. Chi non haimmaginato almeno una volta nella propria vita di sop-primere la propria madre o perlomeno, irrealmente, disopprimere di lei tutte quelle disarmonie inconciliabilicon il proprio gusto?

(Marco Bellocchio, Intervista di Adriano Aprà, Luigi Martelli,Maurizio Ponzi, Stefano Roncoroni, Filmcritica, n. 161, ottobre 1965)

fotografia di Elena Tubaro ©

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È il primo grande festival cinematografico generalista dell’anno ed è anche quello che si svol-ge in una grande capitale come Berlino con oltre quattro milioni e mezzo di abitanti. Lo scor-so anno hanno staccato ben trecentomila biglietti, in dieci giorni di festival, fra gli innumere-voli cinema dove si svolge il FilmFestSpiele, giunto quest’anno alla 62ma edizione. Diretto dal-l’attivissimo Dieter Kosslick, il Festival ha sposato, giustamente, anche la causa ecologica,ossia una particolare attenzione alle emissioni di CO2, stipulando una convenzione conEntega, provider tedesco di “green electricity”, che fornisce energia elettrica “verde” pertutto il periodo del festival. Ma non basta, Kosslick ha anche firmato una convenzione con laDeutsche Bahn, le ferrovie tedesche, per biglietti particolarmente scontati nel periodo 7/19febbraio per recarsi alla Berlinale in treno contribuendo così ulteriormente a limitare le emis-sioni di CO2. Dove la Berlinale non si pone limiti è nella presentazione di nuove pellicole. Nella sezioneprincipale, quella del concorso, tra gli altri, per l’Italia troviamo il docu-fiction Cesare devemorire di Paolo e Vittorio Taviani (nelle sale italiane il 2 marzo distribuito da Nanni Morettie la sua Sacher Distribuzione). I due registi seguono i laboratori teatrali realizzati dentro ilcarcere, dalle prove alla messa in scena finale del Giulio Cesare, ma anche le vite dei dete-nuti nelle loro celle. La pellicola è stata girata nella sezione di alta sicurezza del carcere diRebibbia di Roma ed ha come attori i suoi detenuti, dei quali alcuni segnati dalla “fine penamai”. Tra gli altri titoli del concorso troviamo l’attesa anteprima mondiale di Captive del regi-sta filippino Brillante Mendoza con Isabelle Huppert nei panni di una missionaria stranieracoinvolta nel rapimento di ostaggi di nazionalità straniere dal gruppo filippino Abu Sayyaf.Per Mendoza sarà la prima volta a Berlino, dopo esser stato presente negli ultimi anni sia aCannes (Premio alle regia per Kinatay) che a Venezia. Altra anteprima mondiale in competi-

zione è Dictado (Childish Games) dello spagnolo Antonio Chavarrías.La storia, che ricorda sotto certi aspetti Orphan di Jaume Collet-Serra,è scritta dallo stesso regista e racconta di un uomo che un giorno rice-ve una visita da un caro amico, che non vedeva dall’adoloscenza, chesembra profondamente turbato e che insiste nel fargli incontrare lafiglia. Quella stessa notte però l’amico si toglie la vita. L’altro decidedi prendersi cura della piccola e di accoglierla in casa. Ma qualcosa inquella bambina, qualcosa di oscuro, lentamente inghiottirà la vitadella coppia. Aveva visto bene il TorinoFilmLab che aveva sostenuto

nel 2009 il progetto assegnandogli un Production Award di 180 mila euro, ora Kebun bina-tang (Postcards From The Zoo) di Edwin in anteprima mondiale a Berlino è il primo film indo-nesiano mai selezionato in concorso e narra la storia di una piccola che aveva appena 3 anniquando fu abbandonata e lasciata sola in uno zoo, dove venne allevata da un addestratore digiraffe. Il giardino zoologico è l'unico mondo che conosce da sempre ma, un giorno, incon-tra un affascinante mago e scopre l'amore e ancora l'ultima giornata di Satché, il quale sa chemorirà la sera stessa In concorso ci saranno anche Aujourd'hui del cineasta franco-senega-lese Alain Gomis, Barbara del tedesco Christian Petzold, Gnade di Matthias Glasner, JayneMansfield’s Car di Billy Bob Thornton, L�Enfant d�en Haut di Ursula Meier, Metéora di SpirosStathoulopoulos, Tabu di Miguel Gomes, Csak a Szél (Just The Wind) di Benedek Fliegauf eWas bleibt di Hans-Christian Schmid. Fuori concorso invece il nuovo film del regista cineseZhang Yimou, tratto dal libro The 13 Women of Nanjing di Yan Geling, Jin líng Shí San Chai(The Flowers Of War) con Christian Bale dove si racconta, nel corso della guerra tra Cina eGiappone, l’occupazione di Nanchino con le molte atrocità, stupri, saccheggi, incendi e l'uc-cisione di prigionieri di guerra e civili con più di 300.000 vittime. Quei giorni vengono rievo-cati attraverso la vicenda di John Miller (Bale) impresario di pompe funebri che decide di fin-gersi prete e di offrire protezione a un gruppo di giovani donne cinesi finite nelle mire dei sol-dati giapponesi. Realizzato e prodotto in Cina, con riprese durate 4 anni e costate 600 milio-ni di Yuan (70 milioni di euro) è il film più costoso nella storia della cinema in Cina. Semprefuori concorso anche Extremely Loud And Incredibly Close (Molto forte, incredibilmente vici-no) dello statunitense Stephen Daldry (Billy Elliot, The Hours, The Reader) con Tom Hanks,Sandra Bullock, Max von Sydow, ovvero la storia di un giovane che trova una chiave cheapparteneva al padre morto negli attentati dell'11 settembre. Inizia così a cercare il lucchettoche possa essere aperto da quella chiave. Nella sezione Berlinale Special dopo l’avvincenteCave of Forgotten Dreams dello scorso anno, Werner Herzog presenta Death Row, in ante-

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Berlin FilmFestSpiele 2012

Dal 9 al 19 febbraio il primo grande Festival cinematografico dell’anno

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leprima mondiale, ovvero cinque ritratti di detenuti in attesa di esecuzione in Texas: tra cuidue condannati per triplice omicidio e Linda Carty, una delle 10 donne rinchiuse nel bracciodella morte, colpevole di aver ucciso una madre per rapire il suo neonato. «Mi affascina osser-vare gli abissi più profondi dell'animo umano - ha affermato il regista - ovunque ci si volti, c'è unabisso.». Per uno di loro la condanna a morte è stata eseguita solo otto giorni dopo la con-versazione con il regista. Nella stessa sezione il thriller Keyhole del canadese Guy Maddin conJason Patric, Isabella Rossellini; una versione noir del mito di Ulisse, un gangster-movie confantasmi come lo definisce lo stesso filmmaker canadese, già presentato a settembre alToronto Film Festival. Dopo i premi conquistati l’anno scorso, per regia e sceneggiatura, dove-va tornare al Lido e invece approda a Berlino La chispa de la vida di Álex de la Iglesia, unpamphlet caustico sul mondo dei mass-media dove un pubblicista disoccupato diventaimprovvisamente un uomo fortunato quando si ritroverà con la testa conficcata su un ferro.La situazione attira subito media e giornalisti, che accorrono numerosi sul posto e lui sfrut-terà tutto questo in suo favore. Sempre nella sezione Berlinale Special sarà presentato infineThe Land Of Blood And Honey della regista glamour Angelina Jolie. Da non perdere poi, in anteprima mondiale, Marley del regista Kevin MacDonald, noto per ilsuo precedente L'ultimo re di Scozia con Forest Whitaker. Quando Martin Scorsese decise dinon girare il film su Bob Marley, per il quale già aveva iniziato uno studio preliminare, onoree onere sono passati a Jonathan Demme che non si sa bene a che punto sia arrivato. Così aBerlino vedremo questo documentario, l’unico autorizzato dalla famiglia dell’artista, sul geniodel reggae a 30 anni dalla scomparsa di Bob. Per i 100 anni dello studio Babelsberg (laCinecittà tedesca), il direttore del festival Dieter Kosslick ha preparato Happy Birthday, StudioBabelsberg, uno speciale omaggio con dieci film girati nel corso del tempo negli studi tede-schi, uno per ogni decade. Il più antico e glorioso studio cinematografico (sorto 25 anni primadi Cinecittà) esordì nel 1912 con Der Totentanz (The Dance of the Dead) interpretato dalla stardell’epoca Asta Nielsen, ben conosciuta dai frequentatori delle Giornate del Cinema Muto.Rimase punto di riferimento fino allo scoppio della seconda guerra mondiale con capolavoricome Der letzte Mann (1924) di Friedrich Wilhelm Murnau, The Blackguard (1924/25) di AlfredHitchcock, Metropolis (1927) di Fritz Lang, Der blaue Engel (1929/30) di Josef von Sternberg.Dopo la lunga parentesi sotto la DDR, lo Studio Babelsberg, che ha scritto la storia del cine-ma e non solo, ha ripreso la sua attività a pieno ritmo con, fra gli altri, The Pianist (2002) diRoman Polanski, The Reader (2008) di Stephen Daldry, Inglourious Basterds (2009) di QuentinTarantino e Anonymous (2011) di Roland Emmerich. Altro omaggio con retrospettiva, graziealla scoperta in un archivio moscovita di 40 film fra muti e sonori, ad uno studio cinemato-grafico è The Red Dream Factory per i 90 anni dalla fondazione della Mezhrabpom-Rus. Nel1922 Moisei Aleinikov, produttore russo fin dai tempi dello zar e Willi Münzenberg, comuni-sta weimeriano convinto, unirono le loro forze e fondarono lo studio Mezhrabpom-Rus (poichiamato Mezhrabpom-Film), unico esempio di collaborazione cinematografica produttivarusso-tedesca, con base a Mosca e sede centrale a Berlino. Produssero oltre 600 film fino aglianni ‘40 quando Hitler, invadendo la Russia, pose fine al progetto. La retrospettiva, nell’am-bito di un neonato rapporto di collaborazione, sarà riproposta in marzo a New York dalMuseum of Modern Art (MoMA). Il 10 febbraio al Friedrichstadtpalast, con la partitura origi-nale eseguita dal vivo dalla Berlin Radio Symphony Orchestra verrà presentato il capolavorodi Sergei Eisenstein Ottobre (1928). A Berlino ci sarà anche la quindicesima edizione delWorld Cinema Fund (WCF) che vedrà la giuria operare una selezione fra i 113 progetti prove-nienti da 38 paesi per assegnare complessivamente 210.000,00 euro per progetti da paesiemergenti come Africa, America Latina ecc.. Per la nona volta, invece, il festival, in collabora-zione con il French-German Youth Office, promuove la sezione Perspektive Deutsches Kinoche percorre i terreni del futuro del cinema con una giuria di filmmaker che non superano ana-graficamente il quarto di secolo e che sarà inaugurata dal film documentario Man for a Daydi Katarina Peters. Non mancherà nemmeno il decimo Berlinale Talent Campus con 4.000filmmakers da 137 paesi e Ryuichi Sakamoto che discuteranno sul “cambiameno di prospet-tiva” nel cinema mondiale. Per ragioni di spazio non riusciamo a parliare dell’interessantesezione Panorama che scandaglia il cinema emergente oquello della sezione più raffinata e d’élite del gloriosoForum o della seguitissima sezione Teddy dedicata alcinema LGBT e tanto altro ancora.

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INCONTRI CON IL CINEMA DI TONINO GUERRAPordenone, auditorium galleria PARCO, 2 febbraio 2012Ultimo appuntamento “cinematografico” in occasione della mostra “ToninoGuerra. Diario di un poeta” (Galleria d’arte moderna e contemporanea diPordenone “A. Pizzinato”). Giovedì 2 febbraio, infatti, verrà proiettato il docu-mentario di Nevio Casadio Tonino Guerra. L’Ulisse di campagna. Personalità tra le più significative della cultura contemporanea, soprattutto nelmondo del cinema, in questo documentario Tonino Guerra appare come un arti-sta a tutto tondo, presentando personalmente i suoi lavori di Poeta, Narratore,Scultore. In questa lunga ed intensa intervista il Maestro ripercorre le tappe dellasua vita: dall'infanzia a Sant'arcangelo di Romagna, agli inizi nel cinema, finoall'incontro con i più grandi registi italiani - De Sica, Monicelli, i fratelli Taviani,Rosi, Fellini - al suo sodalizio con Tarkovskij con cui ha realizzato il filmNostalghia, alla collaborazione con Wenders e Angelopoulos, con il quale nel1998 ha vinto la Palma d'oro al Festival di Cannes per il film L'eternità e un gior-no. La proiezione, che vede la collaborazione di Cinemazero, inizierà alle ore20.15 presso l’auditorium della galleria e l’ingresso è libero. Info: www.artemodernapordenone.it

JURI DAL DAN TRIO + FRANCESCO BEARZATTIPordenone, Teatro Don Bosco - sabato 4 febbraio, ore 21.00

Il concerto è l'occasione per la presentazione ufficiale del-l'ultimo CD prodotto dal titolo “Solitudini”. Se nel prece-dente disco "Trilogia di un Viaggiatore" (Artesuono) il temaportante era il viaggio di Dosti Kudret, personaggio imma-ginario creato dallo stesso Juri Dal Dan, il nuovo lavoro hacome soggetto “Le solitudini”. Essere soli per indole inbalia della propria sensibilità e delle proprie nevrosi: tutte

le composizioni sono ispirate a questa tematica, il loro intento è quello di fare emer-gere gli aspetti poetici, contraddittori e bizzarri di questa condizione, di sottolinea-re a volte il bisogno di solitudine come condizione necessaria per la sopravvivenzadi un universo sensibile che ci rende ancora umani. Una minuscola inquadraturasulla nuova decadenza, un bisogno quasi disperato di sentirsi ancora vivi. Info: Odeia, tel. 0434.1830094

I MARTEDÌ DI FRIUALDRIA - GLI AUTORIPordenone, ridotto del Teatro Verdi, 28 febbraio ore 18.00A margine della mostra sul “Millenovecentoundici. Le arti in Friulie Veneto. 100 anni fa” in corso di svolgimento a Palazzo Cossettifino al 2 aprile 2012, la banca Friuladria organizza al Ridotto delTeatro Verdi di Pordenone un ciclo di incontri sui temi dell’arte, delcinema, della letteratura, della musica e dell’ambiente urbano.Filo conduttore la qualità espressa dalla città con i diversi lin-guaggi. L’incontro di martedì 28 febbraio dedicato agli “autori”

vedrà protagonisti due scrittori, Tiziano Scarpa e Mauro Covacich, che hanno accet-tato la sfida di raccontare l’arte attraverso due date: il 1911 e il 2011. Scegliendo,in modo anticonformista e fuori da qualunque discorso paludato o d’accademia,opere esemplari venute alla luce a un secolo di distanza, illustreranno il percorsoinquieto dell’arte contemporanea. Ingresso libero. Info: www.friuladria.it

IL DIRITTO D'AUTORE NELLA SOCIETÀ DELL'INFORMAZIONEOristano, Centro Servizi Culturali UNLA - lunedì 13 FebbraioI Centri Servizi Culturali U.N.L.A. di Macomer e di Oristano e il Servizio beni librari,biblioteca e archivio storico regionali della Regione Sardegna, in collaborazionecon l'Associazione Videoteche Mediateche italiane, organizzano un seminario diformazione e aggiornamento gratuito intitolato Il diritto d'autore nella società del-l'informazione. Biblioteche, mediateche, cineteche e proprietà intellettuale.La giornata formativa focalizzerà in particolare le tematiche relative: all'uso ed alprestito del materiale audiovisivo nelle biblioteche e mediateche; all'utilizzo dimateriali fotografici e materiali digitali nei siti delle biblioteche o delle amministra-zioni; alla realizzazione di archivi con materiali di privati (pellicole, foto, registrazio-ni audio e video, etc.). Il seminario è destinato a operatori di biblioteche, mediate-che, cineteche, operatori culturali e docenti e sarà tenuto dall’avvocato AndreaSirotti Gaudenzi. Info: www.avimediateche.it

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edeIl sessantaduenne Festival tedesco prepara in pompa magna un’accoglienza da

Gran Khan al megadivo bollywoodiano Shah Rukh Khan. Alla sua terza visita uffi-ciale, SRK verrà a presentare, in ante-ultima (essendo uscito a metà dicembre inIndia e in mezzo mondo), il suo filmone d’azione Don 2 -The King Is Back. Un lan-cio colossale in India, un milione di spettatori nelle prime due settimane.Coprodotto con partner tedeschi e per buonissima parte girato in esterni e inter-ni nella tentacolare metropoli di Menschen am Sonntag. Location così spettaco-lari che l’ente turistico berlinese ha pensato bene di stampare una guida apposi-ta: “Don in Berlin City Map” (http://www.visitberlin.de/en/article/film-locations?tid=4353&parent=4347). Non mancate di usarla onde ripercorrere dal vero le peripezie di questo incrociotra il Padrino, James Bond e il Pirata Johnny Depp. Un intrigo internazionale del“tramoso” Don che prende l’avvio nelle torride giungle e fetide prigioni malesi, eche la “labbrosa” Priyanka Chopra, nei panni di un’improbabile superagente,tenta di sventare. Battute e doppi sensi degni della coppia Kathryn Hepburn-Spencer Tracy infiammano lei e lui, mentre il regista Farhan Akhtar preme al mas-simo sull’acceleratore, tra inseguimenti e sparatorie. Apice divertente, la sequen-za del ballo all’opera in cui il protagonista si “maschera” assumendo il volto e ilcorpo d’un altro, diversissimo superdivo, Hritik Roshan. Avendo visto Don 2proiettato in una copia 3D di scadente qualità, approviamo la scelta della Berlinaledi proporlo solo in 2D. Questo sequel di Don (2006) è anche, secondo le miglioritradizioni masala-hindi, un remake esplicito del celebre Don che AmitabhBachchan interpretò nel lontano 1976. Meno sofisticato e più muscolare di “BigB” Bachchan, Shah Rukh Khan da qualche anno è divenuto il simbolo per anto-

nomasia dell’espansione irruenta del pro-prio Paese. Non incarna più insomma l’i-deale del “ritorno in Patria” da parte delladiaspora indiana così come aveva fattonel bellissimo film Swades (Una luce dalpassato, 2004, trasmesso da Rai1) diAshutosh Gowariker. Anzi, si accanisce adimostrare, in un’intervista su Film Fare:“Perché noi non dovremmo fare filmbuoni come quelli di Hollywood?Facciamo molti più film degli americani.Mi preoccupa molto che il pubblico india-no preferisca spendere per vedere i filmhollywoodiani. Son finiti i tempi che noinon avevamo i soldi. La Warner Bros si èimpiantata qui, la Reliance indiana ha unaquota di maggioranza nella Dreamworks.Investiamo assieme, facciamo filmmigliori”. Migliori o meglio holly-bolly?Né Don 2, né il suo precedente (di soli duemesi!) Ra.One - un polpettone fantascien-tifico rozzo e costosissimo -, né il suo lar-moyant My Name Is Khan hanno granchéin comune con l’India contemporanea e isuoi problemi. A parte la gran voglia diesportazione, globalizzazione, germaniz-zazione, berlinizzazione.Ribadisce modestamente Shah RukhKhan: “Milioni di persone mi amano.Questo è semplicemente divismo. Nonsono una star, una megastar o una super-star. Sono un feeling a cui non potete resi-stere”.

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eomaggi al cinema e soprattutto a quello di Méliès: «Dentro a que-sta storia c'è Dickens, Truffaut, Méliès - ha detto Selznick, rampollodi una delle più antiche famiglie del cinema hollywoodiano – maanche Jules Verne e Jean Vigo».

UNA COMMEDIA AL FEMMINILE CONTRO L'INTEGRALISMO

E ORA DOVE ANDIAMO? DI NADINE LABAKIIn un paese in una zona montuosa del Medioriente la piccolo comu-nità è divisa tra musulmani e cattolici. Se gli uomini sono spessopronti alla rissa tra opposte fazioni le donne, tra cui spiccano le figu-re di Amale, Takla, Yvonne, Afaf e Saydeh sono invece solidali nelcercare di distogliere mariti e figli dal desiderio di trasformare i pre-giudizi in violenza. Non tralasciano alcun mezzo in questa loro mis-sione, ivi compreso far piangere sangue a una statua dellaMadonna o far arrivare in paese delle ballerine da avanspettacolodell'Europa dell'Est affinché i maschi siano attratti da loro più chedal ricorso alle armi. Si arriva però, nonostante tutto, a un punto ditensione tale in cui ogni tentativo di pacificazione sembra ormaiinutile. Dopo averci deliziato con una beirutiana depilazione al pro-fumo di caramello, Nadine Labaki lascia la città per tornare adaffrontare con stile diverso ma con intatta (se non addirittura mag-giore) efficacia il tema che sembra maggiormente starle a cuore: laconvivenza tra esseri umani che professano una religiosità diversa.In questo film, che si apre con una coreografia cimiteriale di gran-de effetto, Labaki svaria dalla commedia al dramma non negando-si neppure sprazzi di musical.

TILDA SWINTON IN UN'INTERPRETAZIONE TRAGICA E POTENTE

...E ORA PARLIAMO DI KEVIN DI LYNNE RAMSAYEva ha messo da parte le sue ambizioni professionali e il suo amoreper New York per crescere Kevin in provincia e in tranquillità, ma ilrapporto tra madre e figlio è sempre stato complicato, fin dal prin-cipio. Da neonato non smetteva mai di piangere, da bambino nonparlava, poi non ha mai fatto altro che disobbedire. Tutto contro lamadre, per provocarla e addolorarla. A 16 anni, infine, Kevin ha pre-meditato e commesso il peggio: una strage, a scuola. Due annidopo, Eva ripercorre i ricordi, in cerca delle proprie mancanze, delleproprie responsabilità e di un perché. Per il suo terzo film, la registaLynne Ramsay ha trovato ispirazione nel controverso romanzo diLionel Shriver, ovvero di un'altra donna, nonostante il nome.D'altronde al centro del dramma ci sono alcune tra le domande chepiù scuotono l'identità femminile: come gestire la responsabilitàdella maternità, per esempio, il suo essere, da un preciso momen-to in poi, per sempre e nonostante tutto. E il cuore del film è sicu-ramente nella storia d'amore tra madre e figlio, un amore-odio,pieno di ambiguità e di non detti, fatto non si sa bene se di tropparemissione, di eroica resistenza o di incontrollabile destino. Loporta in superficie Tilda Swinton, con la rigidità che è corazza delpersonaggio, in verità esploso dentro, ma anche con una varietà diemozioni ben impressionanti. Non la si vedeva così convincentedalla prova di Michael Clayton. (...) Con ... E ora parliamo di Kevin,il colpo arriva dritto allo stomaco, perfettamente assestato, cometirato con l'arco da un professionista.

TORNA L’IMPIETOSO SGUARDO DI MARCO TULLIO GIORDANA

ROMANZO DI UNA STRAGEDI MARCO TULLIO GIORDANAUn film sulla strage di Piazza Fontana diretto da Marco TullioGiordana, autore di storie di cronaca come I cento passi e La megliogioventù. Il film, basato su una minuziosa ricostruzione dei fatti, rac-conta tutto ciò che avvenne dopo la famosa bomba esplosa allaBanca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano, il 12dicembre 1969. Figure centrali sono quelle dell’anarchico GiuseppePinelli (Pierfrancesco Favino) che precipitò dal quarto piano dellaquestura di Milano in circostanze mai veramente chiarite, e delcommissario della Squadra politica Luigi Calabresi (ValerioMastandrea) al quale fu addebitata la responsabilità morale del ter-ribile episodio. Luigi Calabresi proseguì per proprio conto le inda-

Un film di Martin Scorsese.Con Ben Kingsley, SachaBaron Cohen, Asa Butterfield,Chloe Moretz, Ray Winstone.Durata 125 min. - USA 2011.

Con Claude Msawbaa, LaylaHakim, Nadine Labaki,Yvonne Maalouf, AntoinetteNoufaily. Drammatico, durata 110 min.- Francia, Libano, Egitto, Italia2011

BISIO E SIANI SI SPOSTANO AL NORD

BENVENUTI AL NORDDI LUCA MINIERODiretto sempre dal regista napoletano Luca Miniero, il sequel delfortunato Benvenuti al Sud conferma il cast del primo episodioaggiungengovi alcune interessanti new entry. Tra queste si segnalaPaolo Rossi, nel ruolo di un imprenditore senza scrupoli. Il sequel -secondo Miniero - era quasi "obbligatorio", se non altro perché ser-viva a "completare il tema, mostrando l'altra faccia del dualismonazionale". Le riprese coinvolgono Castellabate (location principaledel successo dello scorso gennaio), Milano e un piccolo paese delNord Italia. Sono passati circa due anni. I nostri amici, Alberto eMattia, sono in crisi con le rispettive mogli. Mattia (AlessandroSiani), il solito irresponsabile, vive con la moglie Maria (ValentinaLodovini) e il figlio Edinson a casa della madre, lavora poco e pro-prio non riesce a pronunciare la parola “mutuo”. Per questo Marialo lascia, costringendolo a mille sceneggiate per riconquistarla.Fallito ogni tentativo, Mattia suo malgrado finirà a lavorare aMilano, incastrato dall’ingenuità dei suoi amici che lo affidano allecure di Alberto. L'impatto del napoletano con la città sarà terribile:partito con un giubbotto fendinebbia il povero Mattia finirà col rovi-nare la sua vita e quella dell’amico Alberto. Ma, piano piano, i pre-giudizi inizieranno a sciogliersi… (mymovies.it)

TUTTI I MONDI DELL’INTEGRALISMO

IL SENTIERODI JASMILA ZBANICSarajevo. Luna fa la hostess mentre il suo compagno Amar operacome controllore di volo all'aeroporto. I due stanno cercando diavere un figlio e sono anche disposti a ricorrere all'inseminazioneartificiale. Amar viene però sospeso dal lavoro perchè sorpreso conalcolici in servizio. Per caso incontra un ex commilitone divenutomusulmano integralista. Gli viene offerto un lavoro come inse-gnante di computer in una comunità musulmana che vive isolatadalla città. Da quel momento i percorsi di Amar e Luna iniziano adividersi. Jasmila Zbanić torna sugli schermi a Berlino dopo avervinto l'Orso d'Oro con Il segreto di Esma. Rimanendo fedele al suointeresse nei confronti dell'universo femminile questa volta il suofilm si configura come una drammatica messa in guardia nei con-fronti dell'integralismo islamico. Il tema è scottante e il rischio dicadere nelle generalizzazioni di stampo razzistico non è indifferen-te. Zbanić sgombra il campo da discorsi legati al terrorismo e foca-lizza l'attenzione sulle dinamiche di relazione uomo-donna.L'equilibrio di coppia che hanno trovato sembra poter reggere aiproblemi, anche a quelli causati da una scarsa fertilità di lui. Nonreggerà pero al bisogno di sicurezze che la giovane donna sa tro-vare in se stessa e che Amar si troverà offerto dal gruppo fonda-mentalista pronto a rispondere ad ogni sua domanda grazie a un'in-terpretazione parziale del Corano. (mymovies.it)

IL NUOVO CINEMA DI UN “VECCHIO” MAESTRO

HUGO CABRET DI MARTIN SCORSESEUn 3D che lascia di stucco: il genio di Martin Scorsese si cimentaper la prima volta con una storia per bambini, ed è «come scoprireil cinema nuovamente». Il primo film di Scorsese in 3D è tratto dalromanzo illustrato “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret” diBrian Selznick, vincitore del prestigioso Randolph Caldecott Medalnel 2008. Siamo a Parigi nel 1930. Il film racconta la storia magica emisteriosa dell’orfano Hugo (Asa Butterfield) che vive nella stazio-ne e sogna di riparare l’automa lasciatogli dal padre prima di mori-re. Un giorno, viene sorpreso a rubare nella bottega di un giocatto-laio, che si rivela in realtà essere l’illusionista e regista GeorgeMéliès (Kingsley), figura leggendaria della nascita del cinema. Nelnegozio Hugo incontra anche la giovane Isabelle (Chloë GraceMoretz), che nasconde una sorpresa… Dopo aver lavorato assiemein Shutter Island torna Ben Kingsley nell'affascinante ruolo diGeorge Méliès, commerciante di giocattoli e dolciumi per profes-sione e precursore del cinema fantastico per passione. Atmosferesteampunk, riferimenti alla storia del disegno e del cinematografo,

Con Claudio Bisio,Alessandro Siani, AngelaFinocchiaro, ValentinaLodovini, Nando Paone. Commedia, - Italia 2012

Un film di Jasmila Zbanic.Con Zrinka Cvitesic, LeonLucev, Ermin Bravo, MirjanaKaranovic, Marija Kohn.Titolo originale Na putu.Durata 100 min. - Bosnia-Herzegovina, Austria,Germania, Croazia 2010.

Un film di Lynne Ramsay.Con Tilda Swinton, EzraMiller, John C. Reilly, JasperNewell, Rocky Duer.Titolo originale We Need toTalk About Kevin. Durata 110min. - Gran Bretagna, USA2011.

Un film di Marco TullioGiordana. Con ValerioMastandrea, PierfrancescoFavino, Laura Chiatti, Luigi LoCascio, Fabrizio Gifuni.Italia 2012.

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“LE PARODIE”

Totò, peppinoe la dolce vitaregia di sergio corbucci, 1961, 89 min.

Venerdì 24 febbraio 2012 - ore 19.30Mediateca Pordenone di Cinemazero Piazza della Motta, Pordenone

con il patrocinio del Comune di Pordenone INGRESSO LIBERO

gini sulla bomba di piazza Fontana finché non venne assassinatonel 1972. (Doppioschermo.it) "Affronteremo temi difficili come la morte di Giuseppe Pinelli e delCommissario Luigi Calabresi", dice il produttore Riccardo Tozzi."L'enorme lavoro d'indagine e giornalistico che è stato svolto inquesti quarant'anni ha fatto chiarezza su molti punti oscuri. ConRulli e Petraglia ci lavoriamo da circa cinque anni. Il nostro intentoè raccontare l'indicibile, cioè una di quelle verità fondamentali chein genere in Italia vengono coperte da altro". (Mymovies.it)

GUERRA DI SENTIMENTI PER L’ULTIMO FILM DI SPIELBERG

WAR HORSEDI STEVEN SPIELBERGSteven Spielberg dirige War Horse, film in costume basato sul roman-zo omonimo di Michael Morpurgo che racconta la storia del giovaneAlbert che parte per le trincee della seconda guerra mondiale per ten-tare di ricongiungersi con il suo cavallo, Joey, che è stato venduto allacavalleria francese. Il protagonista, Albert, è interpretato dall'attoreJeremy Irvine, uno sconosciuto che al suo attivo ha solamente dei lavo-ri per il teatro e la partecipazione allo show del canale britannico diDisney Channel, Life Bites. Nel 1914, Joey, un bellissimo puledro conuna croce distintiva sul naso, è venduto all'esercito e viene portato inmezzo alla guerra sul fronte occidentale. Con il suo ufficiale avanzaverso il nemico, testimoniando l'orrore delle battaglie in Francia. Maanche nella desolazione della trincea, Joey tocca il coraggio dei soldatiintorno a lui ed è in grado di trovare il calore e la speranza. Ma il suocuore duole per Albert, il figlio del contadino che ha lasciato. Rivedràmai il suo vero padrone?

SECONDO FILM AMERICANO DI FAENZA

UN GIORNO QUESTO DOLORE TI SARÀ UTILEDI ROBERTO FAENZAJames Sveck ha diciassette anni e nessuna voglia di essere raggiunto.Figlio di genitori separati e fratello minore di una sorella maggiore inva-ghitasi di un professore di teoria del linguaggio, James rifugge ilmondo e comunica soltanto con Nanette, nonna di buon senso e dibuon cuore, e Miró, un cagnetto nero che si crede umano. Deciso a nonfrequentare l'università e ad acquistare una vecchia casa nel Midwestin cui leggere libri e lavorare il legno per il resto della vita, il ragazzo èincalzato da mamma e papà che lo vogliono cool e realizzato. Come ilcelebre Holden di Salinger, James ha pochi anni e poca stima per quelmondo adulto che vede approssimarsi con la sua arrogante apparenza.Come Holden, ancora, è sospeso tra ‘un'infanzia schifa' e le ‘cose damatti' dei grandi, tra le panchine di Washington Square e i laghetti diCentral Park. Trasposizione del romanzo omonimo di Peter CameronUn giorno questo dolore ti sarà utile è il secondo film americano diRoberto Faenza, che guarda agli adolescenti della solidissima tradizio-ne letteraria statunitense e realizza il ritratto di un ragazzo complesso,profondo e curioso che ha il volto e la sensibilità di Toby Regbo.

LINEARE UMANITÀ DI UNA FAMIGLIA IN CRISI

PARADISO AMARODI ALEXANDER PAYNELa moglie di Matt King, Elizabeth, ha appena avuto un incidente che l'hagettata in coma, e non si riprenderà più. Non resta che staccare le mac-chine che la tengono ancora in vita. Da anni troppo concentrato sul suolavoro, l'uomo si ritrova con due figlie che ormai non conosce più, la piùgrande delle quali, Alexandra, è sulla via della ribellione più spinta. Ildolore di Matt per la tragedia subita si trasforma in frustrazione quandoscopre che sua moglie aveva una relazione extraconiugale, e stava perchiedere il divorzio. Il marito tradito e disperato si lancia allora alla ricer-ca dell'amante della sua sfortunata consorte… Spesso l'ironia, il sarca-smo e le situazioni più assurde arrivano proprio nei momenti in cui l'a-nimo umano è maggiormente esposto al dolore. Questo ci mostra conperizia e sensibilità il suo nuovo lungometraggio, costruito su personeassolutamente comuni che nella difficoltà perdono le loro certezze ma sisforzano di ritrovare un nuovo equilibrio, simile nella sostanza macostruito su basi molto più solide di quello trovato in passato.

Con Jeremy Irvine, PeterMullan, Emily Watson, DavidThewlis, BenedictCumberbatch. USA 2011.

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FANS CLUBPORDENONE

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LA SCUOLA AL CINEMAprenotazione obbligatoria allo 0434.520945 (Mediateca)

LE PROIEZIONI VERRANNO INTRODOTTE DA UN FORMATORE DI CINEMAZERO; AD OGNI DOCENTE VERRÀ

FORNITO MATERIALE DIDATTICO DI APPROFONDIMENTO. L’INGRESSO PER GLI STUDENTI È DI 4,00 EURO.PER ACCEDERE ALLE PROIEZIONI È INDISPENSABILE PRENOTARE TELEFONANDO ALLO 0434/520945.

LA KRYPTONITE NELLA BORSAun film di Ivan Cotroneo con Valeria Golino, Cristiana Capotondi, Luca Zingaretti,Libero de Rienzo. Italia 2011 (98’)

Mercoledì 22 febbraio 2012, ore 11.10 Cinemazero, Pordenone

Giovedì 23 febbraio 2012, ore 09.10 Cinema Zancanaro, Sacilea seguire incontro con il regista IVAN COTRONEO

Napoli, 1973. Peppino è il più giovane membro della famiglia Sansone. Neanche diecianni, l'onta di una forte miopia giovanile e un'ammirazione per lo strambo cugino checrede di essere Superman. In seguito alla sua morte, il piccolo Peppino comincia a imma-ginarne la presenza, e di questo supereroe fantasma dal naso aquilino e dal forte accentonapoletano fa il suo unico amico fidato. Quando la madre Rosaria entra in depressionedopo aver scoperto che il marito la tradisce, sarà infatti lui, più che i due zii giovani e inco-scienti o i tre piccoli pulcini donati dal padre fedifrago, a insegnargli come trovare il pro-prio posto nel mondo.

Ivan Cotroneo. Nato a Napoli nel 1968, si è diplomato in sceneggiatura presso il CentroSperimentale di Cinematografia. Tra le sceneggiature cinematografiche a cui ha collabo-rato ricordiamo Mine vaganti di Ferzan Ozpetek per cui ha ricevuto il Globo d'Oro, Io sonol'amore di Luca Guadagnino, La prima linea di Renato De Maria e L'uomo che ama diMaria Sole Tognazzi. Autore e sceneggiatore televisivo, ha ideato la fortunata serie Tuttipazzi per amore. Ha pubblicato per Bompiani quattro romanzi: Il re del mondo (2003);Cronaca di un disamore (2005); La kryptonite nella borsa (2007); Un bacio (2011). E' il traduttore per l'Italia delle opere di Hanif Kureishi e Michael Cunningham.

Con Marcia Gay Harden,Stephen Lang, PeterGallagher, Ellen Burstyn,Toby Regbo.Durata 98 min. - USA, Italia2011.

Un film di Alexander Payne.Con George Clooney,Shailene Woodley, BeauBridges, Robert Forster, JudyGreer.Titolo originale TheDescendants. Durata 110 min. - USA 2011.