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ISTITUTO COMPRENSIVO “P. RUFFINI” VALENTANO Scuola dell’Infanzia Anno Scolastico 2016/2017 Progetto didattico Annuale FAVOLA E POESIA PER COSTRUIRE IL SE’ Plessi: Marta, Ischia di C., Farnese LE RADICI E LE ALI

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ISTITUTO COMPRENSIVO “P. RUFFINI” VALENTANO

Scuola dell’Infanzia

Anno Scolastico 2016/2017

Progetto didattico Annuale

FAVOLA E POESIA

PER COSTRUIRE IL SE’

Plessi: Marta, Ischia di C., Farnese

LE RADICI

E LE ALI

ISTITUTO COMPRENSIVO “P. RUFFINI” VALENTANO

SCUOLE DELL’ INFANZIA Ischia di Castro, Farnese, Marta

PROGETTO DIDATTICO CURRICOLARE ANNO SCOLASTICO 2016/2017

FAVOLA E POESIA PER COSTRUIRE IL SE’

Plesso di Ischia di Castro TEAM DEI DOCENTI Contrucci / Sebastiani Scarfagna / Briganti GRUPPI DI LAVORO Sez.C 20 bambini (3/4/5 anni) Sez D 20 bambini (3/4/5 anni) NUMERO ALUNNI INTERESSATI: tot. 40 REFERENTE: Fiduciaria di plesso Contrucci Francesca Plesso di Farnese TEAM DEI DOCENTI Pompili/ Gelsomini Ins. di sostegno Morucci Cristina GRUPPO DI LAVORO Sez E 24 bambini (3/4/5 anni) NUMERO ALUNNI INTERESSATI: tot. 24 REFERENTE: Fiduciaria di plesso Pompili Giuliana Plesso di Marta TEAM DEI DOCENTI Alessandrini / Catanesi Rocchi / Salmistraro Liberti / Morichetti Ins. di sostegno Chiatti Emanuela GRUPPI DI LAVORO: Sez. F 28 bambini di 4 anni (1 b. H) Sez. G 25 bambini 17 di 5 anni / 8 di 3 anni Sez. H 26 bambini di 3 anni NUMERO ALUNNI INTERESSATI : tot. 79 REFERENTE: Fiduciaria di plesso Morichetti

SPAZI: aule / salone/ giardino/ esterni alla scuola in visite guidate TEMPI: da Novembre a Maggio/ Giugno ( tra maggio e giugno seguirà la progettazione e l’attuazione della festa di fine anno)

MATERIALI: tutti quelli disponibili nella nostra scuola, più materiali da recupero.

COLLABORAZIONI: tutte quelle che valuteremo idonee al progetto e all’utenza ,come prestazioni

volontarie e a titolo gratuito per l’istituto

Questo tipo di progettualità SI INSERISCE COME ELEMENTO DI AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA CURRICOLARE, ma è anche l’esempio di una professionalità, che presta attenzione al bambino, alla famiglia, al territorio da sempre.

Il mondo sta cambiando, e non sempre in meglio. Anche la scuola è soggetta agli umori socio- economico-politici, come lo è stata dai suoi esordi di “Scuola Statale” nel 68.

Tenendo sempre conto delle indicazioni ministeriali, ci siamo costruite, nel tempo una identità e

nella stesura del nuovo progetto annuale,vorremmo ricordare le scelte che ci hanno

caratterizzato, aiutandoci a fare dell’asilo, una scuola a tutti gli effetti.

Certo è che nel tempo avremmo potuto scegliere percorsi comodi che soddisfacessero le nostre

necessità di adulti, giocando su una normativa generalizzante, sulla mancanza dell’obbligo, sulla

valutazione del percorso formativo che non giudica l’alunno e non da voti.

Potevamo giocare sul fatto che non vi sono due scuole su tutto il territorio che lavorano secondo uguali criteri, offrendo almeno uno standard medio rispetto all’offerta didattica relativa alla nostra istituzione e molte, garantiscono in effetti solamente l’assistenza.

Potevamo non programmare, non verificare, non valutare perché grazie ad interpretazioni

legislative di comodo e a docenti passivi, in alcune pseudo – scuole, si fa così.

Potevamo rimanere chiuse dentro le nostre sezioni, improvvisando giornalmente senza collegialità

e condivisione, somministrando alla meno peggio “schede e fotocopie”, tanto per tenere buoni i

bambini e gettare fumo negli occhi di genitori inesperti, poco accorti o del tutto convinti che

comunque l’asilo non sia qualcosa di diverso da un posto sicuro dove lasciare i bambini (in

custodia).

Potevamo anche raggiungere livelli altissimi, teorizzando di educazione e poi fare della nostra scuola un CAOS, dove il bambino si inserisce solo grazie al suo spirito di sopravvivenza, e farla passare orgogliosamente per “alta sperimentazione”.

INVECE ci siamo preoccupate di offrire al bambino un ambiente che potesse assolvere alla sua

funzione educativa tenendo conto (realisticamente), delle strutture, degli arredi, della qualità e

varietà dei materiali, delle possibilità organizzative, dei tempi, delle necessità territoriali, delle

risorse umane.

Così pure ci siamo impegnate , a teorizzare sull’impianto educativo cambiando sempre,

sperimentando, ma restando concretamente attaccate alle effettive necessità del bambino.

Così abbiamo previsto alcuni punti irrinunciabili :

“ Le nostre buone pratiche”

SICUREZZA DI BASE

CLASSI OMOGENEE PER ETA’ ( fin dove può essere consentito dal numero dei bambini iscritti e dalla disponibilità’delle sezioni nel plesso) Per garantire al bambino un percorso armonioso nel rispetto della sua specifica fascia evolutiva.

LA SEZIONE Come riferimento per il gruppo, inteso come spazio delimitato (aula) per il bisogno di intimità del

bambino.

2 INSEGNANTI Assegnati al gruppo di sezione (con tempi di compresenza auspicabili di 2.00/2.30 h.

(Per accogliere, valorizzare, organizzare e guidare il singolo e il gruppo).

ACCOGLIENZA Va da settembre ad ottobre per tutti i bambini (4/5 anni), con un progetto di personalizzazione

delle attività educative.

Per i treenni al primo ingresso (ai sensi dell’articolo 3 del D.L. 59/04), il progetto prevede:

- un giorno di pre -scuola con i genitori, prima dell’inizio regolare del tempo scuola,

- da due a tre settimane (circa) con orario 8.00-11.00,

- due settimane (circa) con orario 8.00-12.00,

- inserimento a mensa rispettando i tempi del singolo,

- l’uscita alle 13,30 fino alle vacanze di Natale del mese di dicembre. Al rientro a gennaio, sempre

nel rispetto dei tempi di maturazione del singolo, tutti i bambini frequentano fino alle 16.00 come

previsto dall’orario di plesso.

COLLEGIALITA’

PROGETTO DIDATTICO CURRICOLARE ANNUALE (come filo conduttore, sfondo integratore, motivazione alla ricerca e alla scoperta)

Tre/quattro plessi , un unico progetto, con obiettivi che rispettano le fasce di età dei bambini.

Nella P. D. nuclei progettuali, situazioni motivanti, elementi fantastici e/o personaggio guida, per

condurre poi attraverso l’esplorazione al dato concreto-reale.

PROGRAMMAZIONE Il team pedagogico del plesso si riunisce almeno una volta al mese, (sarebbe auspicabile una

programmazione settimanale). Individua gli obiettivi formativi, discute sulla metodologia

appropriata, predispone le esperienze di gruppo, procura materiale, costruisce strutture e oggetti

necessari all’attività, condivide perplessità e problemi, verifica il percorso formativo.

PROGRAMMAZIONE DI SEZIONE I docenti di sezione negli incontri di verifica, all’inizio di ogni settimana, e ogni giorno discutono sulle tracce di lavoro, le attività specifiche, i compiti autentici da proporre ai bambini come esperienza di esplorazione nel piccolo cerchio di sezione, predispongono la documentazione dell’esperienza, e attività di consolidamento e di verifica.

CONDIVISIONE Ogni problema, ogni situazione difficile della singola sezione è condivisa e sostenuta da tutti i

docenti.

METODO

ROUTINE DELLA SEZIONE - Accoglienza al mattino

- gioco libero - riordino - cerchio - gioco della presenza (io sono a scuola) - calendario (ieri,oggi,domani) - attività strutturata (setting, problem solving) - consolidamento, verifica, documentazione - igiene personale - mensa - laboratori, completamento - riordino - uscita

Nel piccolo gruppo di sezione il bambino sperimenta la vita in comune, con le sue regole, i suoi

criteri organizzativi. Impara a condividere, si riconosce come individuo nel gruppo, si integra con

esso, matura sul piano dell’autonomia, inizia a controllare le sue pulsioni (riconosce, accetta,

condivide le regole).

GRANDE CERCHIO E’ composto da tutti gli alunni della scuola, da tutte le insegnanti.

Il bambino sperimenta l’eterogeneità, il senso di appartenenza ad un gruppo allargato, nel confronto e nella condivisione. Questa proposta di ruotine scandisce, in assoluto, il momento più forte e significativo del percorso. E’il tempo della proposta , della scoperta. E’ il punto di partenza di ogni successiva esperienza.

PICCOLO CERCHIO E’ composto dagli alunni della singola sezione e le insegnanti curricolari. Il bambino ritrova il gruppo omogeneo e rielabora il vissuto del grande cerchio, con stimoli ed esperienze più specifici ed individualizzati.

IL GIOCO E’ fortemente valorizzato sia nella sua espressione libera che nella proposta semi-strutturata o strutturata. Ogni esperienza è veicolata attraverso l’esperienza di gioco. Quindi il bambino che ricerca, esplora, ipotizza, sperimenta, crea inconsapevolmente le basi del pensiero scientifico. Egli è soggetto attivo della sua educazione, matura con gradualità, compiendo un percorso formativo funzionale alle sue effettive capacità.

LE FESTE Natale, Pasqua, sono l’occasione per scambiarsi gli auguri in modo speciale. In ogni sezione si dedica spazio alla preparazione di piccole coreografie per balletti, si canta in coro, si memorizzano poesie, sapendo che ci si dovrà esibire davanti al pubblico di coetanei e compagni della scuola. L’atmosfera di condivisione rende questi momenti tempi molto speciali. Il Carnevale è il tempo del travestimento, della musica, degli scherzi, delle piccole drammatizzazioni, ma anche della gioia condivisa.

IL LIBRO DELLE ESPERIENZE Per scelta cerchiamo di rifuggire dallo sterile nozionismo, da schematizzazioni e anticipazioni.

Quindi non usiamo materiali pre-confezionati dalle diverse case editrici(se non come

elemento di integrazione alle proposte e alle fasi di consolidamento e verifica) che definiscono

metodi e contenuti secondo uno standard medio, uguale per tutti sul territorio nazionale, ma

costruiamo un progetto didattico - curricolare e una documentazione idonea alle nostre risorse

umane, ma soprattutto adatta ai nostri bambini.

Quindi il bambino esplora, con la regia dell’insegnante, e documenta l’attività attraverso

rielaborazioni grafico-pittorico- plastiche, riportando verbalizzazioni collettive o individuali,

rileggendo fotografie, interpretando grafici e mappe, analizzando e memorizzando poesie.

Noi consideriamo il libro delle esperienze una conquista metodologia della nostra scuola, una

nostra specificità ,che in alcuni casi è stata in qualche modo adottata, da colleghi di altre

scuole. Il bambino vive la sua esperienza nel gruppo, poi è chiamato ad una attività di

consolidamento, approfondimento, documentazione individuale. Quanto egli produce viene

sistematizzato su un quaderno, che quindi riporta con successione cronologica Quello che il

bambino ha sperimentato. In seguito egli rilegge quanto documentato costruendo schemi

logico-temporali, fissando nella memoria, ma soprattutto nel cuore un percorso che lo proietta

più fiducioso nel futuro.

VERIFICA E VALUTAZIONE Al termine di ogni mese viene stesa una verifica relativa all’andamento didattico - educativo della sezione, quest’ultima sarà corredata da una mappa dei contenuti (compiti autentici), e delle attività veramente svolte dai bambini. Entro gennaio si procede ad una verifica individuale della dimensione relazionale – affettiva (3/4/5 anni) Entro giugno si procede ad una verifica individuale della dimensione relazionale -affettiva e delle competenze (3/4/5 anni). Per i bambini di 5/6 anni che si apprestano a compiere il passaggio all’ordine successivo di scuola è prevista una valutazione del percorso formativo, discorsivo.

LA REALTA’ ESTERNA E’ vissuta come confronto, verifica, scambio, con la famiglia e gli enti locali (pro-loco,

comune), nel contesto delle attività produttive, artigianali, agricole e lacustri del paese.

IL MUSICAL (FESTA DI FINE ANNO) Da molti anni sperimentiamo la valenza della messa in scena del musical. Dalla fine di aprile e tra maggio a giugno insegnanti, bambini, genitori sono coinvolti nell’organizzazione di questo grande evento. Per i bambini rappresenta un tempo forte nel quale sono impegnati in prima persona a collaborare ad un evento che coinvolge ancora una volta tutta la scuola. Si mettono alla prova, controllano le proprie pulsioni, agiscono autonomamente, si adeguano a richieste specifiche, rispettano turni e regole, controllano il proprio corpo, esprimendosi con la mimica e la gestualità, familiarizzando con la musica, con i testi delle canzoni, i colori e le forme, affinando ulteriormente il loro gusto estetico.

Per i genitori è il tempo della disponibilità.

PREMESSA AL PROGETTO DELL’ANNO

“Il primo passo nell’educare al benessere emotivo

è dare voce a ciò che si prova”

( Goleman )

“La pace viene da dentro, non cercarla fuori”

( Buddha )

Con questo nuovo Progetto riprendiamo un cammino mai interrotto fondendo insieme esperienze, consapevolezze acquisite, confronto e integrazione con gli altri ordini di scuola, con la realtà del paese, allargando poi lo sguardo, verso la globalità dell’universo. Sempre più consapevoli di rappresentare il fondamento di ogni sapere, ci proiettiamo quindi verso la valorizzazione di quanto maturato nell’esperienza a servizio del mondo infantile (le buone pratiche). Oggi ci ispiriamo nelle scelte, alle più recenti scoperte delle neuroscienze, che chiariscono i complessi processi che si mettono in atto nel percorso educativo.

Le nostre priorità:

IL BENESSERE DEL BAMBINO

LO SVILUPPO E L’APPRENDIMENTO (le 8 competenze chiave, le key competences)

I RISULTATI A DISTANZA (orientamento)

Partiamo dalla identità, dalla costruzione del sé, dal benessere del bambino, consapevoli che questi può aprirsi con curiosità al sapere, solo se ha risolto le proprie tensioni emotive, le paure, le incertezze, le inibizioni che soffocano il suo innato entusiasmo.

Il bambino deve necessariamente intraprendere il suo processo di crescita, solo dopo aver dato voce al suo mondo interiore, traducendo le pulsioni istintive immediate e caotiche della amigdala, in pulsioni modulate, trasformate e gestibili che possono divenire nel tempo emozioni, ricchezza espressiva e infine, sentimenti riconosciuti e chiamati per nome.

Serenità e fiducia sono il fondamento che garantisce al bambino, l’apertura verso il mondo, sono il lasciapassare per l’esplorazione e la ricerca.

Questo è il processo per promuovere l’ autonomia (l’imprenditorialità).

Egli si fa indipendente, opera scelte (sviluppo e apprendimento).

E’ in grado di orientarsi (risultati a distanza), nell’ambiente naturale e sociale che si allarga in modo proporzionale al suo processo di crescita.

Il percorso offrirà una ampia stimolazione percettiva che aiuterà il bambino a conoscere la sua corporeità, ma anche la sua essenza spirituale e psichica.

Si articolerà attraverso l’individuazione di Nuclei Progettuali definiti in Unità di Apprendimento che prevedono di volta, in volta, Situazioni Motivanti per rendere più accattivanti le proposte.

Utilizzeremo come strumento il racconto, la favola, la poesia, il gioco in tutte le sue dimensioni. Ci atterremo alle EVIDENZE, ai TRAGUARDI FORMATIVI e ai LIVELLI DI PADRONANZA individuati nel CURRICOLO PER LE SCUOLE DELL’INFANZIA DELL’ISTITUTO.

1° NUCLEO PROGETTUALE

( NOVEMBRE)

LA STORIA

“Uno scricciolo di nome Nonimporta”

Liberamente tratto dal racconto di Margot Stunderland,

(insegnante e psicoterapeuta)

2°NUCLEO PROGETTUALE

(DICEMBRE – GENNAIO)

LA STORIA

“ Il tenero dottor Bianco”

L’AMORE CURA … una storia di solidarietà

(Liberamente tratta dal libro di Jane Goodall)

3° NUCLEO PROGETTUALE

(FEBBRAIO - MARZO)

LA STORIA

“Il labirinto della strega Mangiatutto Nonvogliocucinare”

(tratta da “Castelli di carta” di P. Cortese, A.M. Dente, A. Matania)

4° NUCLEO PROGETTUALE

(APRILE - MAGGIO)

“Filastrocca della gioia”

(Liberamente tratta da “Filastrocche delle emozioni” Home made mamma )

1° NUCLEO PROGETTUALE

LA STORIA: “UNO SCRICCIOLO DI NOME NONIMPORTA”

Liberamente tratta dal racconto di Margot Sunderland (insegnante e psicoterapeuta)

Un giorno uno scricciolo di nome NONIMPORTA stava passeggiando nel parco. Era molto felice perché voleva fare un giro sulla sua altalena preferita. Ma proprio su quella altalena si stava dondolando DARIO IL DURO : «Non ti farò mai salire, MAI, MAI, vai via.» «Non importa », rispose Nonimporta, e si mise nella tasca dei pantaloni tutta la tristezza provocata dall’idea di non poter salire sull’altalena. Un giorno voleva vedere gli animali dello zoo, ma lo trovò chiuso e mise in un calzino il suo dispiacere. Un’altra volta il suo migliore amico gli disse :«Con te non ci gioco». Poi un compagno lo scacciò dicendo :«Tu puzzi! ». Picchiaforte gli rubò la sua pistola ad acqua. Ogni volta, ma proprio ogni volta lo Scricciolo diceva: «Non importa» e nascondeva dentro di sé i suoi sentimenti. Nonimporta si ritrovò pieno di tristezze, rabbie e paure, e non riusciva più a fare niente, si sentiva come intrappolato. Una fatina gentile parlandogli all’orecchio gli disse:«Se vuoi riuscire a liberarti devi lasciar uscire un po’ dei sentimenti che hai dentro». Nonimporta rispose:«Dentro di me ci sono tante lacrime che non sono mai uscite dai miei occhi, se io le faccio uscire allagherò tutto. Poi dentro di me c’è tanta rabbia e se io la faccio uscire scoppia sicuramente un grande incendio». La fatina disse ancora :«Il tuo mondo è triste come una nuvola piena di pioggia, come un palloncino sgonfio, come una torta di compleanno caduta per terra, ma se trovi una persona gentile, di cui ti puoi fidare e le racconti i tuoi sentimenti andrà tutto bene, lascia che qualcuno ti aiuti! » Siccome la fatina era stata davvero di grande aiuto, Nonimporta iniziò improvvisamente a piangere. Ci fu un po’ di allagamento, ma nulla di grave. Poi Nonimporta iniziò a ruggire e gridare per tutta la rabbia che aveva dentro, tremò qualche oggetto, diventò rosso come un peperone, ma non scoppiò nessun incendio. Dopo aver raccontato alla fatina tutti i sentimenti che si era tenuto dentro per tanto tempo, si sentì molto, molto, molto meglio e molto, molto, molto più leggero.

Accadde allora una cosa bellissima, lo scricciolo si voltò verso la fatina e le disse: « SI, MI IMPORTA! »

Lo scricciolo imparò a dire:

« NO! » « BASTA! » a chi lo trattava male,

oppure chiedeva aiuto ad un adulto dicendo: «Sono un po’ triste», «Ho paura».

Un giorno Picchiaforte cercò di prendere il pallone di Nonimporta, ma lui con voce alta e decisa esclamò:

«Smettila subito!».

Picchiaforte chiese subito scusa.

Da allora Nonimporta dice sempre quello che prova o pensa. Se qualcuno di voi lo incontrasse, non lo riconoscerebbe!

Infatti Nonimporta non è più uno scricciolo ma un bambino sicuro di sé!

2°NUCLEO PROGETTUALE LA STORIA: “IL TENERO DOTTOR BIANCO”

Liberamente tratta dal libro di Jane Goodal

Da qualche giorno, davanti alla porta della cucina dell’ospedale pediatrico, stava sdraiato sul tappetino dell’ingresso, un cagnolino tutto bianco che sembrava una nuvoletta di zucchero filato. La cuoca, intenerita dai suoi grandi occhioni neri, prese l’abitudine di preparargli una ciotola di latte caldo. Dopo qualche tempo, il cucciolo era diventato un ospite fisso della cucina. Un giorno mentre la cuoca preparava la minestra per i piccoli malati dell’ospedale, il cagnolino sgattaiolò dalla porta rimasta socchiusa, sulle scale che portavano al reparto. Il cucciolo annusò, evitò infermieri e dottori ed entrò in una stanzetta buia, perché le tapparelle erano sempre abbassate. Saltò sul lettino e si accoccolò sulle coperte. Sotto le coperte, c’era un bambino spaventato e triste, che rifiutava le cure e per questo continuava a peggiorare e tutti erano molto in pensiero per lui. Il cagnolino, pian piano, a piccoli passetti si spostò, fino a toccare con le zampette i capelli arruffati del bambino. Dopo un po’, una manina magra, magra, uscì da sotto le coperte a cercare quella cosa calda, morbida e pesante che aveva invaso il suo spazio, e un nasino umido la toccò delicatamente. Il bambino sbucò fuori dalle coperte e per la prima volta dopo tanto tempo, sorrise. Accarezzò il cucciolo, lo abbracciò e l’altro ricambiò con piccoli guaiti, scodinzolando a tutta velocità. Da quel momento il cagnolino sgattaiolò furbo nella cameretta ogni giorno, appena riusciva ad eludere la sorveglianza. Il piccolo malato riprese a mangiare, poi accettò le medicine e cominciò a stare meglio. Nessuno si spiegava come poteva essere accaduto questo miracolo, genitori e dottori erano stupiti, meravigliati, pieni di nuova speranza. Il giorno che il bambino finalmente guarì, mentre lo accompagnavano all’uscita dell’ospedale, infermieri, dottori, genitori, videro un cucciolo tutto bianco che saltava come un matto, faceva capriole, camminava in equilibrio su due zampette; allora il bambino raccontò il suo segreto:«E’ lui che mi ha dato la voglia di lottare con la sua simpatia, le sue coccole, la sua voglia di giocare». Gli adulti compresero, e da quel giorno, in quell’ospedale, lavora un nuovo dottore, piccolo, bianco, peloso, con un nasino umido e un cuoricino pieno d’amore.

3°NUCLEO PROGETTUALE LA STORIA: “IL LABIRINTO DELLA STREGA MANGIATUTTO NONVOGLIOCUCINARE”

Tratta dal libro “Castelli di carta” di P. Cortese, A.M. Dente, A. Matania

La Strega Mangiatutto Nonvogliocucinare era sempre tanto affamata, ma era anche una gran sfaticata. Non voleva cucinare: si stancava tanto a sbucciare, premere, tagliare, infornare, girare, impastare. Ogni volta che faceva queste cose, doveva dormire due giorni di seguito per recuperare le sue forze. Allora decise di costruire un labirinto nel quale avrebbe catturato grandi e bambini e li avrebbe costretti a preparare dei pranzetti squisiti per lei. Solo lei conosceva la strada giusta e l’avrebbe indicata soltanto a chi avesse preparato un bel pranzetto. All’ingresso del labirinto mise una grossa insegna sulla quale c’era scritto: «LA TRATTORIA DELLE LECCORNIE. Entrate! Questo è il paradiso per grandi e piccini! Qui troverete torte, pasticcini, pizze e cornetti! Tutto gratis ». Un bambino di nome Michelino, si trovò a passare di lì e, attratto dall’insegna, entrò. Subito la porta d’ingresso si chiuse e quale fu la sua sorpresa quando si accorse di non essere in una trattoria, ma in un labirinto! Michelino però era coraggioso e cominciò a camminare. Ad un tratto una voce cominciò a cantare: “Se a casa vuoi tornare la macedonia devi fare. Lava, sbuccia, taglia e premi, aggiungi lo zucchero se lo tieni. Gira, gira con passione in un grande pentolone. La macedonia è bell’e fatta e la Strega è soddisfatta!” Sul muro del labirinto intanto era comparsa la ricetta per la macedonia. Per Michelino fu facile prepararla. Gli ingredienti apparivano per magia e bastava seguire le indicazioni per fare tutto a puntino. Appena la macedonia fu pronta la Strega, dal cielo, la rubò e la mangiò in un solo boccone.

Una voce poi cominciò a cantare: Se a casa vuoi tornare tre passi indietro devi azzardare, gira a destra poi a sinistra poi... tre capriole devi fare sempre avanti rotolare. Michelino tornò indietro, andò a destra poi a sinistra, fece tre capriole, rotolò avanti e, ad un tratto, si trovò davanti ad un grosso fosso che non poteva saltare né attraversare. Michelino si scoraggiò, stava per piangere... quando la solita voce cominciò a cantare: “Il fosso è profondo non si può saltare, però una bella pizza si può preparare. Farina e lievito eccoli qua, il pomodoro anche ci sta. Metti acqua, olio e sale e comincia ad impastare, poi inforna ciò che hai fatto e rovescialo nel piatto.” Così dal fosso cominciarono ad uscire gli ingredienti ed un grosso cartellone con le istruzioni per fare la pizza. Michelino si mise subito al lavoro e, quando la pizza fu pronta ed un delizioso profumino gli faceva già venire l’acquolina in bocca, ecco che la grossa mano della Strega scese giù dal cielo e rubò la pizza che anche questa volta, mangiò in un solo boccone. Poi Mangiatutto cominciò a cantare: Ora a casa puoi tornare non ho più voglia di mangiare. Vai avanti di tre passi poi raccogli cinque sassi. Tira in alto le pietrine e vedrai cinque stelline se le stelle seguirai presto a casa tu sarai. Michelino fece tutto ciò che la Strega aveva detto. E...per incanto, il labirinto sparì. Michelino si ritrovò nella sua cameretta, nel suo letto, al calduccio sotto le coperte. Sorrise, era contento. Chissà forse aveva solo sognato.

4°NUCLEO PROGETTUALE “Filastrocca della Gioia”

Home made mamma Liberamente tratta da “ Filastrocche delle emozioni”

SON FELICE E CONTENTO E ORA SO’ CHE COSA SENTO, LA MIA BOCCA E’ ALL’INSU’, IL MIO CUOR BATTE DI PIU’,

SALTO SUL LETTO E MI SCOPPIA QUASI IL PETTO.

HO UN SORRISO A MEZZA LUNA ED E’ PROPRIO UNA FORTUNA.

IL MIO CUOR COSI’ GIOIOSO,

LO DAREI A MAMMA E AMICI, SI! VORREI TUTTI FELICI!

RIDO E CANTO, MA COS’E’?

SON CONTENTO MA PERCHE’?

DI MOTIVI NE HO UN MILIONE E IL MIO CUORE E’ IN CONFUSIONE.

MI RIPETE LA MIA MAMMA, PROPRIO PRIMA DELLA NANNA:

«DEVI STARE UN PO’ TRANQUILLO, NON SALTARE COME UN GRILLO!

UN BEL RESPIRO DEVI FARE E LA TUA GIOIA RACCONTARE.»

IO LO SO, LEI HA RAGIONE,

MA SON TUTTO UN’EMOZIONE.

FO’ UN RESPIRO ASSAI PROFONDO, SONO IN PACE CON IL MONDO, FO’ UN SORRISO TUTTA PANNA,

COSI’ TORNA TANTA CALMA,

E … L’AMORE DELLA MAMMA MI RILASSA PER LA NANNA.

COME STILARE L’UNITA’ DI APPRENDIMENTO

UNITA’ DI APPRENDIMENTO N°…. Sezione …….. età alunni ………..

Tempi: ……………. Spazi:………….

TITOLO:…………………………………………………..

MACRO COMPETENZE: “Acquisire identità, autonomia, competenze e senso della cittadinanza” Grafico-pittorico e manipolative Espressive-comunicative Logiche e mnemoniche COMPETENZE CHIAVE EUROPEE( Vedi programmazione curricolare di Istituto) ABILITA’ E COMPETENZE SPECIFICHE (per campi di Esperienza) ATTIVITA’ ………………………………………… ………………………………………… ecc.. METODI: circle time setting problem- solving ricerca- azione dimensione ludica SOLUZIONI ORGANIZZATIVE Grande gruppo Gruppo di sezione Micro-gruppo Rapporto duale

MODALITA’ DI VERIFICA Osservazione sistematica Griglie per la verifica Fascicolo personale del bambino: verifica dello sviluppo relazionale – affettivo, verifica delle competenze. Ogni mese viene stilata una VERIFICA di sezione e la MAPPA delle attività (COMPITI AUTENTICI)